Mestieri d'Arte & Design n°10

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di Ste fano Follesa*

rinnovata

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memoria Con l’acquisizione della manifattura richard ginori,Gucci ha salvato la storia della porcellana italiana Se ci troviamo in una fase culturale dominata dal progressivo contaminarsi delle arti e delle discipline, da più parti emerge tuttavia una lettura critica della modernità volta a individuare gli elementi di negatività e quelli di favore su cui poggiare una nuova idea di sviluppo. Una rilettura che coinvolge appieno il mondo degli oggetti, responsabili di avere favorito quell’esplosione di consumi a cui attribuiamo le fortune e le catastrofi del nostro attuale sistema di vita. La modernità ha portato con sé un nuovo modo di relazionarsi alle cose, dovuto in gran parte al cambiamento delle modalità di produzione e alle conseguenze economiche e sociali da esso generate; la standardizzazione, la serialità, la delocalizzazione, l’economia di scala, la semplificazione connessa alla produzione industriale, la generazione di bisogni funzionali alla vendita di un numero sempre più elevato di prodotti sono tutti caratteri con i quali le culture materiali e le comunità di riferimento si sono dovute confrontare in tempi e modi differenti e che hanno contribuito al progressivo modificarsi delle relazioni tra le persone e le cose. Ne emerge un diverso rapporto con gli oggetti ai quali non siamo più in grado di attribuire quei valori, simbologie, ritualità che li hanno sempre accompagnati. Il tempo incalzante

dei nuovi linguaggi ci allontana da un rapporto stabile con le cose e così non abbiamo più necessità di molti oggetti duraturi ma di pochi oggetti che rinnoviamo continuamente. Tuttavia, quegli elementi che un tempo riempivano la nostra quotidianità erano oggetti durevoli non programmati per «autoestinguersi» al trascorrere di una stagione, bensì per accompagnarci nell’intera esistenza ed esser poi tramandati come segno di continuità tra le generazioni, permanenza di usi e rituali all’interno di una società in continua mutazione. Così è sempre stato, per esempio, per i manufatti in ceramica a cui veniva spesso attribuito il doppio ruolo di beni preziosi e di beni di famiglia. La loro presenza nella vetrina del salotto borghese quanto nella madia della casa contadina aveva il ruolo di testimoniare una cultura del fare, talvolta un viaggio, una passione (le collezioni), uno status sociale (reale o apparente), una continuità generazionale. Tutto ciò rischia di scomparire, nella visione condivisa di progresso nulla sembra esser più fatto per durare; il valore delle cose è il valore contestuale alla loro funzione, e durano sino alla sostituzione, sino a quando l’obsolescenza non interviene a decretarne la morte. La modernità ha abbandonato gli oggetti per trasferire la sua attenzione sulle persone. A una

* d o c e n te p re s s o i l D i p a r t i me n t o DIDA d ell ’Un ive rsità d eg li St ud i d i F iren ze. A uto re d i libr i e r ic e r che s ul de s ign

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