Mestieri d'Arte & Design n°10

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la diversità Diventa progetto L’esigenza e il piacere di recuperare i valori di tutto ciò che non è stato omologato stanno trovando terreno fertile anche nel mondo dell’impresa, attraverso la transizione fra il vecchio design industriale e quello territoriale

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Il settore del gusto da tempo ha avvertito l’esigenza di recuperare i valori legati alle diversità dei prodotti alimentari: attraverso il recupero di coltivazioni quasi scomparse, la conservazione delle specie vegetali e animali e la banca dei semi, nel tentativo di valorizzare le produzioni che nel tempo hanno caratterizzato i nostri territori. La diversità sta diventando sempre più un valore!

territorio. Per una «progettazione artistica per l’impresa» (dove per impresa si può intendere quella individuale, autoproduzione, o quella di un laboratorio artigiano come anche una piccola e media industria o un’istituzione pubblica o privata), occorre quindi iniziare a guardare dove, come e su quali risorse poggia l’impresa per cui intendiamo fornire il progetto. Le risorse che occorre avere alla base delle scelte progettuali sono spesso non così facili da individuare in territori (come il nostro) che hanno radici profonde: radici fatte di storia, di cultura, di tradizioni artisticoartigianali. Così come ogni città o paese rivendica un proprio modo di realizzare pietanze, espressioni della propria realtà e quindi identità culinaria, allo stesso modo ogni luogo può dare al progetto la possibilità di esprimersi attraverso un design che possiamo definire territoriale.

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Anche la cultura del progetto sembra finalmente accorgersi dell’importanza della diversità con la valorizzazione delle poliedriche realtà territoriali. La riscoperta e il recupero di risorse culturali, materiali, di lavorazione (sommerse da troppo tempo da un intransigente «design industriale» che aveva bandito tutto ciò che era piccola produzione, lavorazione artigianale, caratteri formali e decorativi legati a una tradizione) è stato un processo lungo e faticoso che ha caratterizzato questi ultimi decenni. Ora, sulla spinta anche delle positive esperienze affrontate da altre aree disciplinari (come quella legata all’alimentazione), il mondo del progetto sta iniziando a guardare ciò che aveva brutalmente cancellato ma che fortunatamente si è conservato, una realtà sommersa e sempre più occultata. La nuova progettualità dovrebbe quindi prendere slancio non più da un’idea sostenuta da un modello omogeneo di società, ma seguendo un percorso che, prima di qualsiasi idea, guardi con attenzione alle risorse del

Ogni progettista sa riconoscere la diversità tra un territorio urbano e uno suburbano, periferico o legato alla cultura contadina, balneare o termale… Il designer deve saper guardare alla realtà che lo circonda e quindi scegliere se lavorare per la diversità o per un sistema globalizzato in cui egli stesso non si riconosce! I valori che si celano in ogni città, paese, piazza, strada… Design territoriale vuol dire quindi progettare oggetti che nascano dall’osservazione di ciò che da sempre rappresenta il valore più grande dell’umanità e del suo rapporto con la realtà che la circonda: «la diversità».

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