Mestieri d'Arte n°1

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ARTE DA INDOSSARE

«Mi piace fare dei gioielli, nel senso che mi piace che siano portabili» dice il maestro, dalla sua residenza di Arquà Petrarca. «Secondo me un gioiello deve essere più interessante una volta indossato, che non quando viene preso in mano». Giampaolo Babetto è «uno dei migliori disegnatori e creatori di gioielli al mondo», secondo il gallerista Ton Berends. Il suo stile rappresenta uno straordinario incontro tra «consapevolezza della tradizione e contemporaneità», nelle parole di Florian Hufnagl, del Museo Internazionale del Design di Monaco di Baviera. Che prosegue: «Questo è quello che rende inconfondibili i lavori di Babetto. Qualità che si ritrovano anche nei suoi design di mobili e allestimenti d’ambienti. Un atteggiamento prezioso come un buon olio di oliva, la cui qualità dipende dal paesaggio, dalla cura e dall’attenzione con la quale i frutti sono coltivati. L’italianità!». L’italianità: non solo gusto e stile, ma anche tecnica, ricerca, trasmissione del sapere. Giampaolo Babetto, i cui gioielli sono proposti solo in alcune selezionatissime gallerie e fanno parte delle collezioni dei più importanti musei di arti decorative del mondo, è infatti da anni visiting professor del Royal College of Arts di Londra; ma la sua didattica si propaga da ogni singolo oggetto, progettato con un senso delle proporzioni che richiama Palladio e realizzato con la grande tecnica che, da sempre, contraddistingue il lavoro dei massimi esponenti dell’istituto Pietro Selvatico di Padova.

CREATIVITÀ E PROGETTO

«L’incontro dell’aspetto fantastico con un inderogabile aspetto funzionale fa sì che molto spesso l’arte orafa costituisca una sorta di «prova del fuoco» (anche fuor di metafora) per un artista visivo», ha scritto Gillo Dorfles nel volume

gioielli che diventano veramente interessanti solo una volta che vengono indossati e così si trasformano in oggetti vissuti

Gli ori di Giampaolo Babetto alla collezione Peggy Guggenheim; una prova che Babetto affronta lasciandosi guidare da forme, suggestioni, funzioni applicate a creazioni artistiche. Con il savoir-faire del vero maestro, «certamente contemporaneo nel suo lavoro sulla forma», come ricorda Dorothea Baumer, ma profondamente italiano «nelle proporzioni, nelle chiarezza delle linee. Come Andrea Palladio, che fu un grande innovatore pur lavorando nella tradizione». Ma anche il Pontormo, per i contorni precisi e per quella palette cromatica che Babetto ha trasferito nei suoi metalli colorati: un’incisività legata all’avanguardia russa e al movimento olandese del De Stijl.

SAGOME RIGOROSE

In equilibrio suggestivo tra tensioni e armonie, il lavoro di Giampaolo Babetto (finalista al prestigioso premio Talents du Luxe et de la Création 2009/2010, e vincitore dei più prestigiosi riconoscimenti e premi a livello mondiale) è «incomparabilmente alto e l’opera, in costante evoluzione, è un fulgido esempio della forza che è in grado di esprimere la concentrazione sul piccolo formato», continua la Baumer. «Le sue sagome rigorose, dadi, coni, ellissi e cilindri d’oro, si pongono nello spazio come minuscole sculture, creazioni sensuali di vitale presenza, di perfetta chiarezza, di eleganza e raffinatezza stilistica». Una raffinatezza che nasce dalla cultura, dalla ricerca e dal territorio: uno stile che sa coniugare contemporaneità e tradizione, ricerca e know-how, riconoscibilità e innovazione. Lo stile di un grande maestro celebrato in tutto il mondo, di recente protagonista di un’importante mostra presso il Museo Internazionale del Design di Monaco di Baviera, il cui messaggio è di un’attualità vibrante e vitale in un contesto spesso incline alla ripetizione di stilemi.


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