Mestieri d'Arte n°1

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Mestieri dello Spettacolo

creatività

IN SCENA PITTURA, ARCHITETTURA, SCULTURA: UNO SCENOGRAFO DEVE CONOSCERE MOLTE ARTI E INFINITE TECNICHE. PAROLA DI LEILA FTEITA Milanese d’adozione, Leila Fteita vanta una carriera internazionale, collaborando con i maggiori teatri e istituzioni italiane e di tutto il mondo. Un risultato che trova le sue radici profonde nei sei anni di apprendistato e «gavetta» come assistente di Mauro Pagano che lei considera il suo Maestro. Da quel momento è un susseguirsi di grandi nomi con cui Leila ha collaborato e lavora tuttora, a partire da Ezio Frigerio che le propone di diventare sua assistente subito dopo la morte di Pagano nel 1989. Ed è proprio la collaborazione con il Maestro Frigerio che la condurrà al Piccolo Teatro di Milano e le farà conoscere Giorgio Strehler. Leila si forma all’Accademia di Belle Arti di Torino. Anni importantissimi nei quali oltre a costruirsi una solida formazione teorica, frequenta tutti i teatri della città, senza distinzioni di genere ed estrazione: «Vedevo tutto e viaggiavo tantissimo; andavo spesso a Parigi con il treno notturno per vedere gli spettacoli della capitale francese», ricorda. Perché per lei, ventenne dalle idee già ben chiare e con una determinazione rara, il capoluogo piemontese «era troppo di frontiera. A Torino non c’erano grandi maestri», spiega. «Ho deciso di trasferirmi a Roma, perché sapevo che tutti i grandi scenografi sono passati da lì». A Roma Leila arriva con un solo obiettivo, cercare un Maestro per imparare a bottega il mestiere dello scenografo. In una settimana individua il suo in Mauro Pagano, allora emergente scenografo di lirica. Si presenta nel suo laboratorio con il book dei lavori realizzati in

Accademia. Ma dopo averli mostrati a Pagano si sente dire «Lei può andarsene». Leila però insiste e in una settimana il Maestro spedisce a Colonia i suoi disegni per La gazza ladra di Gioachino Rossini. Con il suo talento diventa assistente di Pagano: «Ho lasciato la mia famiglia e la gavetta è stata molto faticosa ma niente mi ha fatto cambiare idea. Io volevo lavorare in teatro». E nel 1992 esordisce, a soli 32 anni, scenografa del balletto La bottega fantastica al Teatro alla Scala di Milano. Dei suoi tanti lavori ricordiamo Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Blue Monday di George Gershwin

L’ARTE DELLA COMMEDIA Sopra, progetto per Gli innamorati di Carlo Goldoni con la regia di Stefano de Luca per il Mal’j Teatr di Mosca. A sinistra, ritratto di Leila Fteita.


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