Artigianato 77

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seguendo regole che solo lui conosce dove la complessità è alla base del suo linguaggio, complessità ottenuta attraverso rielaborazione di figure, attraverso proiezioni ortogonali e assonometrie sostenute dall’uso dinamico di colori forti. Luraschi prima di tutto è uno sperimentatore, poi si potranno leggere i suoi risultati di volta in volta come opere di grafica, di pittura o di design. Il progetto pittorico C.A.S.A. del 1986 di fatto è dentro e fuori dalla disciplina pittorica ed è dentro e fuori dalla grande area del design. (…) Luraschi rimane ancora una persona da conoscere e da capire. Già presentata in alcune mostre di design d’avanguardia, di fatto la sua ricerca in questi ultimi anni non ha subito alcun processo di impoverimento. Parlo di quel tipo di processo,

spesso condizionato da mostre e pubblicazioni, ma soprattutto dal rapporto con il mondo della produzione che mortifica, in alcuni giovani designer, il giusto spazio di autonomia e di ricerca. Il rapporto con la produzione non ha quasi mai sfiorato il lavoro di Luraschi, così le sue opere si muovono ancora con grande liberà di espressione ma anche con grande rigore. Luraschi, nelle opere bidimensionali, si è dato regole molto limitanti: nel colore (rosso, blu, bianco, giallo), nel segno omogeneo tracciato con strumenti; mentre per gli oggetti è più facile trovare una maggiore apertura nell’accostamento di vari materiali. Comunque tutti i suoi lavori portano sempre lo spettatore in una posizione di incertezza e di curiosità per quel senso di infantile candore

Piatto “Ore dodici”, 1997 mediumdensity laccato, d. cm 40 x 4

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