Artigianato 50

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In questa pagina: Dalla nuova collezione, armadio “4 luglio”. Nella pagina a fronte, dall’alto: dalla nuova collezione, poltrona “24 maggio”; tavolo quadrato “Ettore”.

in un agile e ben illustrato volume per i tipi di Alinea (maggio 2003). Affondano infatti lontano le radici dell’arte del legno faentina, non tanto e non solo in quel 1200 quando casse, scranni e mobili da parata venivano realizzati qui, come altrove, per committenze locali aristocratiche o religiose. Ma in quel 1700 quando la tradizione dell’arte dell’intaglio cittadina si diffonde ben oltre le mura, i Fantuzzi e i Casalini soprattutto celebrati per gli arredi delle chiese e delle dimore nobiliari (Mazzolani, Milzetti, Pasolini, Zauli…), per i … catafalchi funebri ma anche per le straordinarie “macchine” realizzate per il teatro pubblico (e citiamo Giuseppe Sangiorgi cui si deve un “mostro meccanico” andato in scena nel 1818-19, un cavallo a tre ruote che muoveva la testa…). Ma al 1700 datano anche celebrate realizzazioni di carrozze, decorate addirittura alcune dal Comerio, pittore lombardo che soggiornava in città per dipingere le ceramiche dei Ferniani…dal 1824 ancora i Casalini a Roma per costruire i mezzi di trasporto papali. Per tutto l’Ottocento e per i primi del Novecento -la seconda guerra mondiale a spazzar via del tutto ciò che era faticosamente sopravvissuto alla prima- Faenza pullula allora di botteghe di falegnami, di carrozzieri, di carradori, per non dire di quelle degli artigiani/artisti del ferro battuto: Casalini ad impiegare

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