Artigianato 50

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PROGETTI E TERRITORI di Eduardo Alamaro

Brocche d’autore per la corsa dei Ceri di Gubbio La brocca di Lucia Angeloni di Gubbio docente all’ISA - Istituto Statale d’Arte di Deruta potrebbe essere accettata ed usata dai “ceraioli” perché si accosta alla consueta forma senza stravolgerla

Al tempo della primavera, ogni

anno in tutta Italia, si alzano festosi in piazza i ceri, i gigli, gli obelischi, le aste maschie paterfamilias e guerriere, si impollina e si rompono all’uopo, necessariamente, le brocche, le langelle e le anfore di terracotta. La corsa dei Ceri di Gubbio, ogni anno immancabilmente il 15 maggio -tra questi riti della rinascita primaverile italica (& pre-italica)è forse il più suggestivo, elegante, sentito, condiviso e partecipato, dalla base al vertice, dal primo all’ultimo cittadino eugubino, ammaliati forse dalla magica forma di questa “machina”, un design interrogativo rinascimentale veramente riuscito, un successo di pubblico più duraturo di una Thonet. La rottura delle brocche, all’inizio della festa, assume un ruolo essenziale e profondo. Come avverte il glottologo Augusto Ancillotti, “la tradizione istituzionale dei riti umbri preromani di frantumare i vasi dopo che son stati utilizzati per il sacrificio si trasforma, nella festa eugubina, nel gesto procedurale di frantumare i vasi usati per l’abluzione dell’oggetto sostitutivo della vittima animale, (il cero).” La tipica “brocca dei ceri”, così come la vediamo oggi, pare che sia stata ridisegnata, ingentilita e codificata nel 1928 da Benveduti (o Faverale), artefici in quel tempo in Gubbio; ciò all’interno di una nuova politica nazionale tesa a dar prospettiva “moderna” ed attuale alle antiche feste locali,

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ossia a legare il tipico ed il folclore ai monumenti, ai beni culturali e alla promozione turistica del luogo. Il benemerito studioso Ettore A. Sannipoli, per l’associazione “Maggio Eugubino”, per la seconda volta, dopo l’edizione dell’anno

passato, ha proposto “Brocche d’autore”, una stimolante iniziativa che tende a far “rivisitare” queste brocche connotate da un design così fortunato. Cosa non facile, evidentemente. La formula è quella di invitare ogni


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