Nuovi orizzonti

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POLITICA

LA

PUGLIA CHE SARÀ

Entra nel vivo la campagna elettorale dei tre candidati alla Presidenza ichi Vendola, Adriana Poli Bortone e Rocco Palese. Questi i tre candidati alla Presidenza della Regione Puglia nelle elezioni del 28 e 29 marzo. Tre personalità profondamente differenti - cosa non scontata per la politica italiana - che rappresentano modi diversi di intendere la cosa pubblica. E proprio su queste differenze abbiamo voluto puntare l’attenzione in queste tre interviste, tentando anche di toccare i nodi centrali della loro campagna elettorale ma anche i nervi scoperti e più delicati, già oggetto di scontro. Il centrosinistra, con Vendola, sembra aver concquistato - almeno

N

in Puglia - un primato non solo di governo ma anche nella modalità della sua azione comunicativa: infatti, dopo aver rincorso per quasi due decenni il PdL e Berlusconi, il centrosinistra comincia a trascinarlo sul proprio terreno. Basti guardare la campagna elettorale di Nichi, il poeta, e quella di Palese, il ragioniere, per vedere come quest’ultimo sia l’inseguitore e non più l’inseguito. Certo il Governo Vendola ha vissuto di luci e alcune ombre, ma occorre indubbiamente riconoscere scelte innovative che hanno portato la nostra regione all’avanguardia nazionale (energia, politiche giovani-

li, lavoro, ambiente, sport). Il PdL ha puntato su un candidato interno, per anni braccio destro di Raffaele Fitto e profondo conoscitore della macchina amministrativa, di ogni suo più piccolo anfratto burocratico. Tuttavia proprio questa estrema competenza tecnica lo rende lontano dal linguaggio della gente, soprattutto dei più giovani (vero valore aggiunto di Vendola). Al centro, Adriana Poli Bortone, lady di ferro della politica pugliese. La sua candidatura è il frutto di mancati accordi (Udc-Pd - tanto voluto da D’Alema ma bocciato sonoramente dagli elettori nelle primarie di un mese

IL POETA prietà pubblica; io così l’ho vissuta e così intendo continuare a viverla. Inoltre, sono convinto che qualsiasi vocazione all’autosufficienza è l’anticamera della sconfitta. Dobbiamo ritrovare in una trama collettiva il senso dell’agire comune.

Nichi Vendola

Presidente, l’ennesima vittoria, nettissima, nelle primarie del centrosinistra ha dimostrato quanto il popolo pugliese crede ancora nel suo progetto politico. È stata anche una vittoria sull’arroganza di chi pensa di poter decidere a centinaia di chilometri di distanza e senza coinvolgere i cittadini, una vittoria sui gruppi di potere che vorrebbero normalizzare la politica eliminando dalla scena le “anomalie”come lei. Crede che la Puglia sia un’eccezione o ci sono ancora spazi politici, in Italia e nel mondo, per le sinistre? Se la politica non torna a riconnettersi con le persone in carne ed ossa, non torna ad occuparsi della vita e della morte del corpo individuale e dei corpi sociali, dell’ambiente, rischia rapidamente di deperire e di trasformarsi nell’arte di arrangiarsi di una casta che cerca di sopravvivere stancamente a se stessa. Dobbiamo recuperare questa idea: della politica portatrice di una missione che deve essere sempre misurata dalla visione che offre del futuro. Quando si pensa che la politica è una proprietà privata degli apparati si compie un errore. La politica è cambiamento effettivo quando diventa una pro-

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La politica italiana continua ad essere attraversata da scandali e corruzione. Ripensando al Pasolini del famoso “Io so”, non crede che la politica dovrebbe e potrebbe difendersi meglio da personaggi che ne minano la credibilità allontanando i cittadini, senza per questo essere giustizialista? La moralizzazione della vita pubblica è un banco decisivo della democrazia. La corruzione è furto di diritti e di beni comuni; per noi la legalità deve essere una bussola. Il punto riguarda la traduzione nella macchina amministrativa della domanda di legalità: significa rinnovare i ranghi della burocrazia pubblica attraverso la selezione dei concorsi. Noi abbiamo bandito i concorsi, i primi. All’insegna della trasparenza, della partecipazione e della cittadinanza attiva. La politica per recuperare dignità, ha il dovere di fare fino in fondo la propria parte. La sanità è uno degli argomenti che più spesso dovrà affrontare in campagna elettorale. I pugliesi avevano riposto molte aspettative nel suo Governo, spesso disattese. A distanza di 5 anni che bilancio trae in questo settore e cosa si impegna a fare in una eventuale seconda legislatura? La patologia del nostro sistema sanitario allude più che alla rete degli ospedali al deserto del territorio: l’ospedale come supplenza dei servizi sociali, con conseguente cronica inappropriatezza dei ricoveri; ma anche l’inappropriatezza della diagnostica e le performances della spesa farmaceutica che dicono che la salute si produce nel territorio, curando la qualità della vita, la bonifica degli ambienti inquinati, l’educazione alimentare, la lotta contro i veleni industriali, la prevenzione degli abusi ai minori, la cultura della contraccezione, i servizi che aiutino concretamente l’accoglienza della vita e incoraggino la natalità.

fa - e PdL Io Sud - ostaggiato, come ci dirà la stessa Poli Bortone, da alcuni veti interni al partito di Berlusconi) ma ha tutte le caratteristiche per non essere solo testimonianza. L’augurio è che questo “polo di centro” diventi progetto politico e non solo elemento fluttuante, dando così credibilità a ciò che altrimenti avrebbe tutta l’aria di essere un accordo di convenienza (a sinistra o a destra a seconda delle chanches di vittoria). La Puglia è ancora una volta al centro della politica nazionale e questo non può che essere un bene. Da molte parti si guarda al tacco d’Italia tentando di capire dove potrebbe andare un Paese, l’Italia, politicamente smarrito. Giancarlo Greco giancarlo@alambicco.com

La salute pubblica non è solo ospedali. La salute dei cittadini parte innanzitutto dalla qualità della vita e dalla tutela dell’ambiente. In questo ambito abbiamo avviato una vera rivoluzione gentile ancorché contrastata spesso con modi assai rudi. Il lavoro che bisognerà fare è quello di collegare i servizi ospedalieri riqualificati e risanati a una rete di servizi territoriali che possano drenare una parte importante di quella domanda di salute che inappropriatamente talvolta precipita nella rete ospedaliera. Questa è la battaglia strategica che intendiamo vincere: non solo la modernizzazione, ma l’umanizzazione del servizio sanitario. L’energia alternativa, Bollenti spiriti, il lavoro, i servizi sociali, la legge sullo sport. Quale di queste iniziative l’ha resa più fiero? Sono state tante le risposte date ai pugliesi in questi cinque anni. Credo che chiunque abbia occhi per vedere e non sia ammalato di faziosità o di malafede possa osservare in tutta questa regione i mille segni di cambiamento. Quest’anno la Puglia ha potuto spegnere, ad esempio, cinquemila incendi senza che se ne accorgesse nessuno: abbiamo una delle migliori protezioni civili d’Italia e non avevamo niente. Cinque anni fa, e faccio degli esempi a casaccio, gli operai della forestale lavoravano quindici giornate all’anno, oggi sono lavoratori stabilizzati. Molti precari del mondo della sanità, oggi sono lavoratori stabilizzati. Per loro è una Puglia migliore o no? Ci sono diecimila ragazzi pugliesi che hanno fruito dei programmi dei Bollenti Spiriti, sono ragazzi a cui è cambiata la vita, che hanno potuto fare alta specializzazione in qualunque Università del mondo e oggi possono portare questa loro competenza specialistica nel nostro apparato produttivo, nella nostra economia. E ancora: dopo l’approvazione della legge regionale sulla riduzione della diossina, i cittadini di Taranto hanno avuto i dati sul monitoraggio dell’abbattimento delle diossine nell’Ilva. La promessa che avremmo fatto la guerra alla diossina e che l’avremmo cominciata a vincere, dice che a Taranto qualcuno la tocca con mano una Puglia migliore. Non sto dicendo che va tutto bene, ma abbiamo cominciato un processo di cambiamento che non intendiamo interrompere. Dobbiamo continuare il lavoro, irrobustire le radici del cambiamento.


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