Papà orso

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Cecilia Eudave

Jacobo Mu単iz



Papà Orso Cecilia Eudave

Jacobo Muñiz



Anna è una bambina come te. Gioca al parco, va a scuola e mangia cioccolatini.


Anna ha una famiglia come la tua. Una mamma, un bel cane e… un papà che si è trasformato in un orso. Sì, questo la rende diversa,


però non la fa felice.


Non è sempre stato cosÏ.


Anna aveva un papĂ normale come tutte le sue amiche: la accompagnava a lezione di danza, a comprare il gelato e al cinema a vedere i film di avventura. Pensava che un giorno il suo papĂ si sarebbe potuto trasformare in un cacciatore di vampiri o di lupi, o forse in un cowboy o ancora in un astronauta, ma certo non in un ORSO.


Il cambiamento si è verificato a poco a poco, non crediate che si sia svegliato da un giorno all’altro peloso e di malumore. Tutto è cominciato mentre cenavano, la mamma ha chiesto a papà del nuovo lavoro e…



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Gli sono spuntati dei denti enormi, tanto che non riuscivano quasi piĂš a distinguere le sue parole in mezzo ai grugniti. Era chiaro che il lavoro di papĂ era terribile. Non hanno detto altro e hanno finito la minestra senza guardarlo in faccia.




Una settimana più tardi Anna è tornata a casa da scuola contenta perché in matematica aveva preso il voto più alto di tutta la classe. Sì, proprio in matematica, e tu sai quanto è difficile. Lo ha fatto vedere alla mamma, e lei per premiarla ha preparato dei biscotti.


Poi lo ha fatto vedere al suo cane Pippo, e lui le ha regalato un salto con doppia piroetta, molto difficile per un cagnolino. Alla fine è andata orgogliosa a mostrare il voto al suo papà , che stava facendo sul tavolo della cucina conti e ancora conti su una enorme calcolatrice.




Il papà l’ha fissata talmente irritato e talmente… Ad Anna mancavano le parole per descriverlo, però questo poteva dirlo: era uno sguardo molto brutto, poi le ha strappato il foglio dalle mani per vedere di cosa si trattasse. Proprio allora Anna ha notato le grinfie affilate e potenti che gli erano spuntate al posto delle mani. Gli ha guardato anche i piedi, diventati artigli, e tutto quel pelo sulle braccia.



Anna ha iniziato a preoccuparsi, e anche la sua mamma. Giorno dopo giorno il papà diventava piÚ orso e meno persona, e questo preoccupava persino Pippo che, abituato a essere l’unico animale in famiglia, ora si infilava in un angolo senza muoversi, con le zampine sugli occhi, cercando forse di diventare invisibile allo sguardo della nuova bestia pelosa.


CosĂŹ, in poche settimane il suo papĂ si era trasformato in un orso orribile con gli occhi violenti, che grugniva spaventosamente ed era sempre di pessimo umore.


Lanciava le cose, disprezzava i manicaretti che la mamma gli preparava con tanta cura, dormiva poco e non accompagnava Anna al cinema nĂŠ alle lezioni di danza, parlava da solo, gridava tantissimo, scalciava via Pippo. Se ne andava la mattina, tornava di notte e faceva solo conti e ancora conti con la sua enorme calcolatrice.



Un giorno Anna ha chiesto alla sua mamma: “Perché papà è diventato un orso scorbutico?”. La mamma l’ha guardata molto triste e le ha detto: “È tutta colpa del signor Stress”. “E dove vive questo signore? Mamma, dobbiamo dirgli di lasciare in pace papà.” La mamma ha sorriso: “Può essere dappertutto”.

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