Il Cammino di San Nilo

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IL PERCORSO

sapri ➜ Torraca 1
N

Da sapri a Torraca

BIVIO [1.5]

SAPRI STALLA [1.3]

LUNGHEZZA: 10,1 km

DISLIVELLO: SALITA 678 m DISCESA 303 m

DIFFICOLTÀ: impegnativa

Mezzi pubblici

SAPRI: Stazione ferroviaria, treni regionali Trenitalia da Salerno e Napoli; nei mesi estivi servizio alta velocità da Milano, www.trenitalia.com, www.italotreno.it.

SAPRI, TORRACA: Autolinee Lamanna, linea Sapri-Golfo di Policastro, due corse al giorno, tel. 0975-52.04.26, www.autolineelamanna.it.

servizi

SAPRI: Tutti i servizi di prima necessità, banche, ufficio postale con bancomat, bar ristoranti, negozi e farmacie. 2Save, via Kennedy 61, tel. 389-68.90.373 (Rosario), servizio di deposito e trasporto bagagli.

TORRACA: Infopoint, via San Rocco, tel. 350-18.49.429, torracainfopoint@gmail. com, aperto luglio e agosto. Tutti i servizi di prima necessità, negozi e una farmacia.

Dove dormire

SAPRI: B&B Spigolatrice, via Dante Alighieri 26, tel. 351-70.33.418, info@ bnbspigolatrice.it, www.bnbspigolatrice.it, 24 posti, 30 €, cani ammessi previo accordi, apertura annuale.

TORRACA

Locanda dei Trecento, corso Italia 22, tel. 0973-60.31.60, locandadeitrecento@ libero.it, www.locandadeitrecento.it, 24 posti, 55-75 € con colazione, chiuso dicembrefebbraio.

Hotel Pisacane, via Carlo Alberto 35, tel. 0973-60.50.74, info@hotelpisacane.it, www.hotelpisacane.it, 40 posti, da 60 €, chiuso novembre-marzo.

B&B Alos, via Camillo Benso conte di Cavour 33, tel. 328-72.54.305, alossapri@ gmail.com, 8 posti, 40 €, apertura annuale.

TORRACA: Agriturismo Antica Chiesa di San Fantino, località San Fantino (2 km prima dell’arrivo, 200 m a sinistra da [1.7]), tel. 339-18.07.021, info@agriturismosanfantino.com, www.agriturismosanfantino.com, 8 posti, 35 € con colazione, cani ammessi previo accordi, apertura annuale.

Hotel Sant’Antonio, via San Rocco, tel. 0973-30.03.10 / 338-89.60.736, info@ santantoniohotel.it, www.santantoniohotel. it, 25 posti, 40 €, aperto aprile-ottobre. Area attrezzata, via San Rocco (adiacente all’Infopoint), spazio per tende (disponibilità di una sala coperta comunale in caso di maltempo), contattare con anticipo il Comune, tel. 0973-39.81.27.

TORTORELLA: Masseria Cata Catascia, contrada San Nicola (3 km dopo l’arrivo), tel. 338-34.43.936, masseriamusicale@

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0 m 400 600 200 800 0 km 5 10 15 20

gmail.com, www.masseriacatacatascia.it, 9 posti, 35 € con colazione, cani ammessi previo accordi, servizio navetta, chiuso dicembre-febbraio.

VIBONATI: Bio-Agri-B&B Casale il Sughero,

contrada Grasso 1 (6 km dopo l’arrivo), tel. 328-32.11.721, info@casaleilsughero. com, www.casaleilsughero.com, 8 posti + 2 in camper, 35 €, cani ammessi previo accordi, servizio navetta, apertura annuale.

La prima tappa parte da sapri, antico porto romano e poi bizantino, che con la sua baia presidiava il golfo di policastro. il percorso presenta un dislivello in ascesa importante, senza la possibilità di trovare fonti d’acqua per riempire le borracce. si consiglia di partire presto, d’estate per evitare il caldo soprattutto nel primo tratto di 2,5 km più scoperto, nei mesi invernali per non rischiare di arrivare a fine tappa con il buio. Non siamo ancora all’interno del parco del cilento, ma nella cosiddetta area contigua (buffer zone), con una bellissima prima parte più scoperta, di macchia mediterranea, e una seconda parte più ombrosa, nel bosco.

Il Cammino di San Nilo nel Cilento bizantino ha inizio dalla stazione dei treni di SAPRI , in piazza Vittorio Veneto. Con le spalle rivolte alla stazione imbocchiamo a sinistra via Carlo Pisacane quindi, dopo circa 300 m, nei pressi dell’ufficio postale, svoltiamo a destra in via Umberto I, poi al primo incrocio a sinistra in via Giuseppe Mazzini. Lasciamo così la strada più trafficata per ammirare alcuni dei palazzi storici più belli di Sapri fino a piazza Plebiscito, la più importante della cittadina, dov’è la chiesa madre dedicata all’Immacolata. Attraversata la piazza, ci immettiamo a destra in quello che è il quartiere antico di Sapri, la Marinella, borgo di pescatori, e dopo 200 m svoltiamo a sinistra [1.1] in via Cristoforo Colombo. Proseguiamo per circa 1 km, superando prima la Biblioteca comunale, poi il sottopasso della ferrovia, dopo il quale seguiamo a destra via Josè Ortega, attraversiamo il torrente Brizzi, secco per la maggior parte dell’anno, e infine svoltiamo a sinistra sul sentiero di montagna [1.2] seguendo la segnaletica del Cammino, le frecce con lo sfondo rosso e il monaco bianco. Il percorso è conosciuto anche come sentiero di Carlo Pisacane, il quale con i suoi Trecento molto probabilmente seguì proprio questo tracciato per andare verso l’entroterra e cercare di smuovere la popolazione locale contro i Borboni nel 1857. Il panorama che si apre al camminatore, specie in inverno o nelle prime giornate di sole primaverile, è spettacolare: la baia di Sapri col suo porto si allontana pian piano per lasciare spazio al golfo di Policastro, segnato in lontananza a sud dal monte Ceraso e a nord dal monte Bulgheria. Il sentiero, in salita, è ben tracciato e non presenta particolari difficoltà, se non nei pressi di una stalla [1.3] che inganna il camminatore per alcuni metri; basta però mantenere la destra e cercare la segnaletica del Cammino per non perdere il sentiero principale. Prima di toccare la parte più alta della tappa, a circa 5 km dalla partenza nei pressi di un vallone

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sapri . Una veduta della baia di Sapri, punto di partenza del Cammino.

c’è un incrocio [1.4] dove dobbiamo mantenere la sinistra; dopo qualche metro attraversiamo il vallone e seguiamo il sentiero che compie un semicerchio. Saliamo ancora per poi sbucare su un pianoro spesso caratterizzato dalla presenza di mucche al pascolo e da una grande pozza che funge da abbeveratoio. Al bivio [1.5], proseguendo di poco avanti a sinistra si trova una voliera fatiscente, dalla quale però si gode uno scorcio davvero suggestivo di tutto il golfo di Policastro. Tornando indietro e camminando per circa 300 m, seguendo la traccia, troviamo in località Mangosa [1.6] un rifugio comunale aperto e un’area attrezzata con tavoli all’esterno, ideale per consumare la colazione e riposare dopo la costante salita che ci ha portati a quasi 580 m di altitudine.

Riprendiamo il cammino, procedendo in discesa per circa 2 km su una sterrata molto larga e accessibile, che all’inizio regala ancora qualche bel panorama, per poi terminare nel vallone del torrente Rivellese. Continuiamo lungo una salita breve ma intensa, lasciando sulla sinistra una stalla molto grande, e finalmente giungiamo a un incrocio con una via asfaltata [1.7]. Da qui, prima di proseguire per il paese di Torraca, scendendo per 200 m sulla sinistra si trovano i resti dell’antica CHIESA DI SAN FANTINO , preziosa testimonianza della presenza del monaco maestro di san Nilo in questa zona.

Tornati all’incrocio [1.7], proseguiamo sull’asfaltata arrivando alle porte di TORRACA . Dopo pochi metri ci immettiamo tenendo la destra sulla SP 16 proveniente da Sapri, ne percorriamo pochi metri e poi imbocchiamo la stradina in discesa sulla sinistra [1.8] fino a sbucare su via Santa Maria, dove sulla nostra sinistra troviamo una cappella [1.9]. Proseguiamo a destra inoltrandoci nel centro storico di Torraca e arrivando nei pressi della chiesa madre, intitolata a San Pietro Apostolo, che ci accoglie e segnala la fine della prima tappa.

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Da vedere

sapri Ultimo comune della Campania e della provincia di Salerno, si estende a ridosso del monte Coccovello, il massiccio più elevato della zona. Il nome greco, Sapròi, “terreni marciti”, farebbe riferimento alle caratteristiche orografiche del luogo, che si trova sotto il livello del mare, pertanto paludoso e malsano, a ridosso della costiera.

I resti di un’imponente VILLA ROMANA con un porticus che prospettava direttamente sul mare, accostata alla figura dell’imperatore Massimiano Erculio, ritiratosi in temporaneo esilio in Lucania, attestano l’importanza strategica di questa cittadina già anteriormente all’età imperiale. Il porto continuò a essere importante anche in epoca medievale, quando veniva utilizzato soprattutto dalle flotte militari come testa di ponte e appoggio per le salmerie degli eserciti che penetravano nella regione lucana, come durante le guerre grecogotiche. Nella centrale piazza Plebiscito si trova la chiesa madre dell’IMMACOLATA

ZIONE , e alle spalle della piazza il POZZO DI SAN VITO , patrono di Sapri. In occasione della festa del Corpus Domini le strade della città si abbelliscono con numerose infiorate dedicate al Santo patrono.

Se avete un po’ di tempo a disposizione, il sentiero APPREZZAMI L’ASINO , che si imbocca dal porto e giunge fino al canale di Mezzanotte, ai confini con Maratea, è sicuramente uno dei percorsi più suggestivi del golfo di Policastro: lungo una decina di chilometri tra andata e ritorno, si snoda tutto attraverso la costa, regalando bellissimi panorami. chiesa di san Fantino Poco prima di arrivare a Torraca si incontra questa suggestiva architettura altomedievale, una piccola chiesa ad aula semplice, con tre absidi, di cui solo la centrale estradossata,

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CONCE T orraca . I resti della chiesa dedicata a san Fantino, maestro di san Nilo.

e purtroppo ormai priva di copertura, immersa nella natura e misticamente evocativa.

Si tratta di uno dei pochi esempi superstiti di architettura bizantina della zona, oltre che di un luogo molto significativo per il Cammino perché attesta la presenza del Santo, maestro di san Nilo. La chiesa si trova all’interno dell’omonimo agriturismo ed è liberamente visitabile: Felice e Maria, i proprietari, se ne prendono cura da tantissimi anni, e accolgono volentieri i camminatori che vogliano visitarla (per informazioni: tel. 339-18.07.021).

Torraca Il paese occupa una posizione strategica, che consentiva di controllare un ampio tratto di mare e di presidiare il litorale a baluardo dell’interno. Durante le guerre del Vespro l’antico borgo costituì uno dei principali fortilizi angioini tra la costa e l’entroterra. Al centro del borgo, che ancora conserva l’impronta medievale, il CASTELLO BARONALE , oggi di proprietà comunale e oggetto di un progetto di restauro, è l’emblema di un paese vocato alla difesa del territorio.

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La Conchiglia di Venere e le sue meraviglie sonore

Il suono fluisce diffondendosi nell’aria a cerchi concentrici come un sasso lanciato nell’acqua immobile. Il musicista sul palco esita. Un fremito impercettibile. Uno stupore forse più suo che nostro, che lo ascoltiamo in una sera d’estate nel giardino di Villa Rachele a Casaletto Spartano. Poi ecco che l’onda arriva: chiara, distinta, cristallina. Siamo all’aperto, a una cinquantina di metri da lui, e non c’è un sistema di amplificazione. Eppure siamo un tutt’uno, come fossimo chiusi in una stanza delle meraviglie, “o nella cassa armonica della sua chitarra”. Franco Montesano se l’è sentito ripetere da ogni artista che dal 2020 si è esibito nella conchiglia acustica che ha progettato e realizzato insieme alla Compagnia Teatrale Casalettana. Una struttura itinerante, fatta di legno e di paziente minuzia: ogni asse o listello, e la loro inclinazione, sono infatti oggetti di studio, e in fase di montaggio ogni volta l’attenzione deve essere massima. Non si può sbagliare. Perché è per la Conchiglia di Venere, e non solo per le sue cascate, che in questo comune di 1.300 abitanti, sparsi tra frazioni e contrade di due case appena, sono arrivati Dorina Frati, primo mandolino del Teatro alla Scala, il compositore americano Davide Leiser o la cantautrice Nathalie, solo per citarne alcuni. Il tutto però è iniziato con una “semplice” masterclass riservata agli studenti del conservatorio di Napoli. “Li abbiamo accolti nelle nostre case e fatti mangiare alle nostre tavole per far loro apprezzare la nostra proverbiale ospitalità – ricorda Franco Montesano, architetto oltre che presidente della compagnia teatrale – e per i concerti, visto che non esistevano altri spazi, ci siamo ingegnati, prendendo ispirazione dal De Architectura di Vitruvio che ai teatri dedica un capitolo intero”. Ecco allora possibile, anche in un paese senza palcoscenico, né grandi mezzi, ospitare festival internazionali, come quello di Lagonegro, dedicato alla chitarra, e dar vita alla rassegna “Ospitalità tra musica e teatro” giunta alla IV edizione, dove “le arti sono quasi un pretesto – spiega Franco – per far incontrare le persone e animare il territorio. Perché qui aria fresca e acqua buona non mancano, ma gli eventi culturali sì”. E quando qualcosa non c’è, la si inventa: che sia una pièce o una settimana di convivenza e sostenibilità per giovani provenienti da diversi stati dell’Unione Europea… (per conoscerle tutte, consultate la pagina fb dell’associazione). “La verità è che queste sono tutte follie, ma in una compagnia teatrale è così – dice guardando la piazza dalla finestra –: non si lavora da soli, e tutti si è indispensabili. Anche se come noi si è soltanto una ventina di dilettanti tra i 16 e i 65 anni”. Capaci però di creare l’incanto.

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