Dory Fantasmagorica. Ti voglio tutta per me

Page 1

TI VOGLIO TUTTA PER ME

ABBY HANLON

Traduzione di Sara Ragusa

Titolo originale: Dory Fantasmagory: Can’t Live Without You

© 2023 Abby Hanlon

All rights reserved including the right of reproduction in whole or in part in any form. This edition published by arrangement with Dial Books for Young Readers, an imprint of Penguin Young Readers Group, a division of Penguin Random House LLC, through Berla & Griffini Rights Agency.

© 2023 Cart’Armata edizioni Srl Terre di mezzo Editore via Calatafimi 10, 20122 Milano Tel. 02-83.24.24.26 e-mail editore@terre.it terre.it acchiappastorie.it

Direzione editoriale: Miriam Giovanzana

Coordinamento editoriale: Davide Musso

Lettering: Mirco Bompignano

Prima edizione italiana: ottobre 2023 Stampato da Grafiche AZ Srl, San Martino Buon Albergo (VR)

Questo prodotto è composto da materiale  che proviene da foreste ben gestite, da foreste certificate FSC® e da altre fonti controllate.

CAPITOLO 1

La ragazza

Il mio nome è Dory, ma tutti mi chiamano Rainbow.

“Nessuno ti chiama Rainbow”, dice Luca, il mio fratello maggiore.

“Ti ricordi?” gli sussurro. “Ora sono una ragazza e mi chiamo Rainbow.”

“È difficile ricordarsi che sei una ragazza quando hai tutta la faccia sporca di sciroppo

d’acero”, dice Viola, la mia sorella più grande. Mi tocco la faccia. È super appiccicosa.

1

“Se vuoi sembrare una ragazza, sarò felice di aiutarti”, dice Viola.

“Davvero?” le chiedo.

“Certo”, mi assicura. “Dobbiamo solo trovare i vestiti giusti da far mettere a Rainbow per andare a scuola. Su, andiamo”, dice tirandomi per la camicia da notte.

La seguo di corsa su per le scale. “Potresti farti una doccia prima?” chiede Viola.

“Una doccia? Io non faccio mai la doccia.”

“Ah, d’accordo. Allora entra. Ma non toccare niente!”

Viola tira fuori una gonna dall’armadio.

“Rainbow la metterebbe di certo, non ti pare?”

“No, non credo proprio”, rispondo scuotendo la testa più forte che posso.

“Okay... Birba. Credevo volessi una mano.”

“Uff, dammi la gonna”, le dico, e me la infilo in un attimo. Chiudo gli occhi così non sono

costretta a guardarla.“Credo anche che Rain-

3

bow indosserebbe questa camicetta così carina... e di sicuro userebbe questa borsetta lucida a forma di cuore”, continua Viola. “Birba!

Apri gli occhi e guarda!”

Mi infilo la camicia, ma della borsetta lucida a forma di cuore NON SE NE PARLA.

“Se porti questa borsetta, ti assicuro che si ricorderanno tutti di chiamarti Rainbow!” dice mia sorella.

“Se uso la borsetta... posso prendere anche il tuo burrocacao?”

4

“No”, risponde scuotendo la testa. “Neanche per idea.”

“Uff, va bene”, dico. “Dammi quella borsa e facciamola finita.”

Quando me la infilo a tracolla, Viola si illumina. “Sembri proprio una ragazza!” Poi mi lega i capelli in una coda, una sola.

Luca grida: “Sbrigatevi!”. E tutti e tre ci lanciamo fuori dalla porta.

5
6
Rainbow piace a tutti. Viola aveva ragione... il segreto è la borsa.

Durante la riunione mattutina, Rosabella alza la mano e chiede all’insegnante: “Cos’è questo odore?”.

“Non lo so”, risponde lei, poi si sventola una mano davanti alla faccia e fa un’espressione schifata. Rosabella si tappa il naso, allora lo faccio anch’io. Quindi si tappano tutti il naso.

In effetti c’è qualcosa che puzza un po’.

7

E non se ne va.

Ovunque vada, sento quella puzza.

Mentre conto i soldi finti durante matematica con Giorgio, lui mi chiede: “Hai soldi veri nella borsa?”.

“Non lo so, guardiamo”, rispondo, e la apro. Ne esce una puzza potente, che ci colpisce dritti in faccia.

8

È così forte che mi ribalta. Richiudo la borsa

più in fretta che posso.

Guardo Giorgio, ha la faccia verde. Poi vomi-

ta. Nelle sue mani.

“Dory! Porta Giorgio in infermeria!” grida

l’insegnante. “Subito!”

9

In infermeria Giorgio viene ripulito.

Poi ci mettiamo d’accordo di non dire niente a nessuno. “Non aprirla più, per nessun motivo”, dice Giorgio.

“Non lo farò. Ma Rainbow deve avere la borsa, per forza.”

“Certo. Ma cosa c’è dentro?” chiede Giorgio.

“Non ne ho idea”, rispondo.

“Era blu”, dice Giorgio.

“E peloso”, aggiungo io.

10

Io e Giorgio manteniamo il segreto per il resto della giornata. Anche quando Alberto si mette ad annusare tutti mentre siamo in fila.

Quando mi viene a prendere la mamma

alla fine della giornata, mi chiede:

“Come è andata la scuola, Rainbow?”.

“Non ha vomitato nessuno”, rispondo subito, perché non voglio raccontarglielo.

“Hai vomitato?!”

“Ma certo che no!” dico.

“Ok... Dobbiamo fermarci un attimo al ferramenta mentre torniamo a casa”, dice la mamma.

“Mi compri l’Attack?” le chiedo.

“NO”, risponde lei.

“Perché no?”

“Perché ti ho già detto che dopo il disastro dell’anno scorso, quella colla non la vedrai più

neanche in foto per il resto della vita.”

“Ti preeeeeego! È stato un incidente!”

“Birba, abbiamo dovuto comprare un divano nuovo! Lo sai quanto costa un divano nuovo?”

“Mi chiamo Rainbow”, le dico. “Quaranta dollari?”

“No.”

“Dodici dollari?”

“Non senti puzza di marcio?” mi chiede lei.

12

commessa...

L’Attack non la trovo, ma vedo

una scarpa bizzarra... attaccata a

13
“No”, mento. La mamma va al bancone del ferramenta a parlare con la

una gamba altrettanto bizzarra. Ma è quella mattacchiona della signora Arraffagracchi!

Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.