Di qui passò Francesco

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Da Assisi a Spello lunghezza

24 km 7 ore difficoltà  ● ● Tempo

Dove dormire Spello Nel Convento Piccolo San Damiano delle suore francescane missionarie del Cuore Immacolato di Maria, c’è, finalmente, un vero ostello da pellegrini! Tel. 0742-65.11.82. Si trova a 1 km da Spello sulla vecchia strada per Assisi: venendo da Spello stradina a destra, indicazione “Piccolo San Damiano”. Tre belle camerate con letti a castello (40 posti letto, all’occorrenza possono aumentare) e bei

servizi, un’ampia cucina autogestita e una cappelletta a disposizione degli ospiti. Le sorelle sono abituate a ricevere tanti pellegrini e sono contente di farlo! Eventuale cena e colazione. Convento Santa Maria Maddalena delle suore agostiniane; in pieno centro in via Cavour 1, tel. 0742-30.12.85, prezzo per pellegrini. Foligno Se si preferisce proseguire per Foligno, in città vi è un bell’Ostello internazionale per la gioventù, in centro città. Via Pierantoni 23, tel. 0742-34.25.66. 199 posti; cena e colazione. Presentare la guida o la Credenziale.

Il percorso La mattina presto lasciare Assisi uscendo dalla sua porta più alta, quella dei cappuccini, è magico! Per trovare la porta e la strada seguire le indicazioni per l’Eremo delle Carceri e, passata la porta, prendere il sentiero 50, a sinistra, che ci permette di immergerci subito nel verde delle pendici del Subasio; è un sentiero ripido ma accorcia di molto questo primo tratto del percorso. Giunti alla strada asfaltata, girare a destra e scendere verso l’eremo. Se non si è visitato l’eremo nel giorno precedente (dedicato alla visita di Assisi) qui la sosta è d’obbligo. Le costruzioni di pietra aggrappate alla montagna sono nascoste nella foresta di lecci, umida e scura; l’atmosfera è molto più austera di quella di San Damiano, qui Francesco si ritirava a pregare nelle grotte che ancora si incontrano nella foresta. Usciti dal recinto dell’eremo proseguire sulla strada asfaltata che porta al convento di San Benedetto e che passa proprio sopra l’eremo. Superare, ignorandolo, il bivio per il sentiero 50 e proseguire sulla strada fino a quando, dopo una decina di minuti di cammino, sulla sinistra della strada si incontra l’indicazione rossa e bianca del sentiero 60 che sale diagonalmente fra gli alberi. Il sentiero, che è molto ben segnato, è ripido ma agevole e ben presto si sbuca dal bosco, emergendo dal suo fitto verde, al limite della prateria sommitale del Su100


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assisi dalla croce del subasio

basio. Vi sono cartelli indicatori per Le Carceri e si ha di fronte una staccionata, se si vuole andare alla croce girare a sinistra e camminare 50 metri. Da qui la vista è magnifica! Alle nostre spalle, in basso, Assisi e la valle spoletana e, di fronte a noi, Trevi con in lontananza Spoleto; Spello rimane nascosta dalla collinetta che la divide dal Subasio. Difficile abbandonare questo osservatorio naturale! Tornati su i nostri passi, si prosegue diritto tenendo la staccionata alla nostra sinistra, il sentiero prosegue in dolce falsopiano costeggiando la prateria per poi scendere a destra e proseguire alternativamente da un lato e dall’altro della staccionata. Il sentiero 60 si congiunge nuovamente con il 50, che scende dalla sommità del monte, subito dopo la fonte Bregna che contiene una suggestiva scultura moderna che rappresenta Sorella Acqua. Imboccare il ripido sentiero 50 scendendo nel bosco fino a una stretta valletta che congiunge il Subasio al monte Pietrolungo. Risaliti per pochi metri il sentiero diviene una carrareccia lunga ma piacevole che scende costantemente man mano che il bosco si fa più rado. A un incrocio con una strada bianca ATTENZIONE!: non imboccarla ma proseguire sempre diritto per un sentiero che continua a scendere. All’innesto successivo con un’altra strada bianca, svoltare in essa girando a destra. Questo ultimo tratto è immerso negli ulivi e nei campi alti della cittadina e scende dolcemente verso Spello [-]. Al suo termine una fontanella di ottima acqua sorgiva. Entrati in città per una porta, chi pernotta al Piccolo San Damiano, può andarci direttamente costeggiando il muro del convento delle Clarisse per poi scendere, a destra, per via Fontevecchia dove, dopo 600 metri, sulla destra della strada c’è il convento delle sorelle. 101


eremo delle carceri

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Cosa vedere Spello Nata come castro romano conserva di questa epoca tre magnifiche porte incastonate nelle mura che ancora la cingono: Porta Venere con le sue due alte torri, Porta Consolare e Porta Urbicale. La cittadina ha il tipico aspetto di tutte le cittadine umbre abbarbicate su un colle ma quello che più colpisce è come la struttura medievale, le stradine tortuose e ripide siano rimaste intatte nel tempo nonostante il passare della storia e i tanti terremoti che l’hanno colpita. Da non perdere la bellissima chiesa di Santa Maria Maggiore che racchiude la cappella Baglioni interamente affrescata dal Pinturicchio, la Natività è veramente un capolavoro! E la chiesa di Sant’Andrea, del XIII secolo, primo insediamento dei francescani in città, concessa loro dai benedettini nel 1254. Sull’altare maggiore un bellissimo crocifisso ligneo di scuola giottesca con ai piedi san Francesco. È inoltre possibile vedere i resti dell’anfiteatro romano, del I secolo d.C., anticamente parte di un grandioso complesso.

L’infiorata di Spello Per la festa del Corpus Domini, in giugno, gli abitanti di Spello creano un magnifico tappeto di petali di fiori che il passaggio della processione distruggerà in un attimo. Vale un viaggio la notte del sabato passata ad ammirare il lavoro delicato, dedicato e sapiente di tutta una città per creare questo inno alla bellezza del creato che solo le foto possono fissare nella sua magica precarietà. 102


Francesco e la natura … Se vedeva distese di fiori, si fermava a predicare loro e li invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione; allo stesso modo le messi e le vigne, le pietre e le selve e le belle campagne, le acque correnti e i giardini verdeggianti, la terra e il fuoco, l’aria e il vento con semplicità e purità di cuore invitava ad amare e lodare il Signore… … Quando si lavava le mani, sceglieva un posto dove l’acqua non venisse pestata con i piedi.

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Francesco e la natura

E se gli toccava camminare sulle pietre, si moveva con delicatezza e riguardo, per amore di Colui che è chiamato “Pietra”. Allorché recitava il versetto del salmo: Sulla pietra mi hai innalzato, lo trasformava per devozione e reverenza così: “Sotto i piedi della pietra mi hai innalzato”. Vita prima di Tommaso da Celano - 460

Al frate che andava a tagliare la legna per il fuoco, raccomandava di non troncare interamente l’albero, ma di lasciarne una parte. Diede quest’ordine anche a un fratello del luogo dove egli soggiornava. Diceva al frate incaricato dell’orto, di non coltivare erbaggi commestibili in tutto il terreno, ma di lasciare uno spiazzo libero di produrre erbe verdeggianti, che alla stagione propizia producessero i fratelli fiori. Consigliava all’ortolano di adattare a giardino una parte dell’orto, dove seminare e trapiantare ogni sorta di erbe odorose e di piante che producono bei fiori, affinché nel tempo della fioritura invitino tutti quelli che le guardano a lodare Dio, poiché ogni creatura sussurra e dice: “Dio mi ha fatta per te, o uomo”. Leggenda perugina - 1600

Francesco a Spello Nelle fonti francescane non risulta che Francesco sia stato in questa piccola cittadina, sicuramente fiorente ai suoi tempi, anche se non è difficile immaginare che vi possa essere passato. 103


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Però nella Vita prima di Tommaso da Celano si racconta che:

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… Un uomo di Spello ricupera la vista, da tempo perduta, davanti al sepolcro del Santo… Così come nel Trattato dei miracoli sempre di Tommaso da Celano si nominano altri miracoli accaduti nella cittadina. Quando poi nel “capitolo delle stuoie” della Pentecoste probabilmente del 1219 affluirono nella pianura di Santa Maria degli Angeli 5.000 frati per incontrare Francesco, la gente della pianura spoletana, compresi gli abitanti di Spello, portarono il cibo necessario a quella folla di giovani di tutta Europa. ... Ma ‘l principale pastore Cristo benedetto, volendo mostrare com’egli ha cura delle sue pecore e singulare amore a’ poveri suoi, immantinente ispirò alle genti di Perugia, di Spulito e di Foligno, di Spello e d’Ascesi e delle altre terre intorno, che portassono da mangiare e da bere a quella santa congregazione. Ed eccoti subitamente venire dalle predette terre uomini con somieri, cavalli, carri, carichi di pane e di vino, di fave, di cacio e d’altre buone cose da mangiare, secondo ch’a poveri di Cristo era di bisogno. Oltre a questo recavano tovaglie, orciuli, ciotole, bicchieri e altri vasi che facevano mestieri a tanta moltitudine. Fioretti - 1848

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i vicoli di spello


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