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International Journal of Speleology

International Journal of Speleology nell’elite delle riviste scientifiche mondiali Jo De Waele

Nel mondo esistono tantissime pubblicazioni di speleologia: basta visitare il Centro di Documentazione Speleologica “F.Anelli” per rendersene conto. Molto meno sono le riviste interamente dedicate alla cosiddetta “scienza speleologica” in cui pubblicano ricercatori di vari enti che spesso hanno poco o nulla a che fare con il mondo speleologico, anche se dipendono in larga parte dai lavori degli speleologi. Una di queste riviste, l’International Journal of Speleology (IJS), è stampata in Italia, a cura della Società Speleologica Italiana, ed è la rivista ufficiale dell’Union Internationale de Spéléologie.

Un po’ di storia Istituita nel 1964, l’IJS era suddivisa in quattro sezioni: Botanica-Microbiologia, Zoologia, Geologia-Geomorfologia e Abstracts-News. Dopo il primo fascicolo, a cura di George Claus (USA), si aggiunsero Roger Husson (France) e Padre G. Nicholas (USA). Dal 1972 Husson diventò Editor-in -chief con Padre G. Nicholas che fungeva da Book & News Editor. Sotto la loro guida furono stampati 9 volumi tra il 1964 ed il 1977, quando l’aumento dei costi richiese

un drastico cambiamento. Nel 1978 l’IJS diventò la rivista ufficiale della Union Internationale de Spéléologie e cominciò ad essere pubblicato in Italia, a costi più contenuti. Il Comitato Editoriale era composto da Husson, Arrigo A. Cigna e Padre G. Nicholas. Nel 1981 Valerio Sbordoni diventò Editor-in-chief del Comitato Editoriale, che più tardi incluse anche Franco Cucchi. Nel frattempo la testata fu accolta dalla SSI, ricevette contributi finanziari pubblici e il Comitato Editoriale fu composto da italiani. Dalla seconda metà degli anni ‘90, il Museo di Speleologia “V. Rivera” contributi finanziariamente alla stampa dei volumi ed Ezio Burri prese il posto di Franco Cucchi come editor per la Speleologia Fisica. I volumi furono alternativamente

dedicati alla Biospeleologia ad alla Speleologia Fisica fino al 1998 quando il giornale fu diviso in due serie: “A” per la Biospeleologia e “B” per la Speleologia Fisica. Nel 1995, per la Speleologia Fisica entrò nello staff anche Ugo Sauro. A partire dal 2003 la Sezione biologica fu abbandonata dai biospeleologi che aprirono una rivista loro: Subterranean Biology. Per l’IJS rimaneva Editor Ezio Burri con Cigna e Sauro in staff, ai quali si aggiunsero, nel 2004, Leonardo Piccini ed il sottoscritto. Il volume 33(1/4) fu l’ultimo della serie diretta da Burri. Per vari motivi la rivista stentava: pochi articoli ed abbonamenti in calo. Una rivista troppo italianizzata, di scarsa diffusione e di aspetto antiquato. Se si voleva sollevare la testata occorreva soprattutto restituirla ad un pubblico più vasto, internazionale.

Il cambiamento In questi ultimi anni IJS ha subito una notevole trasformazione: cambio di periodicità, formato, grafica, gestione editoriale. Nello Staff editoriale sono entrati scienziati internazionali di grande spessore (ora solo un italiano, Piccini, è tra i 10 componenti). Stessa sorte per il Comitato Internazionale Editoriale, ora composto da 28 membri di cui solo tre italiani, Burri, Cigna e Sauro.

Il rappresentante dell’Union Internationale de Spéléologie, invece, è rimasto Paolo Forti. Anche la scelta degli articoli è diventata più severa, con un referaggio internazionale molto selettivo (peer review) che ha portato ad un notevole miglioramento della qualità scientifica dei lavori. La rivista pubblica due fascicoli l’anno con estrema puntualità (a gennaio e a luglio). Per renderla più visibile è stato realizzato il sito www.ijs.speleo.it – ben curato da Isacco Curreli della GetIdea, speleologo di Cagliari - in cui si possono anche scaricare gli articoli in formato pdf (a partire dal primo volume). Il sito è giornalmente visitato da oltre 35 persone, con una distribuzione geografica mondiale ed una visione di oltre 150 pagine/giorno. Gli indici sono stati poi inseriti in diverse banche dati, quali la Directory of Open Access Journals (www.doaj. org), Bibliography & Index of Geology (GeoRef), Cambridge Scientific Abstracts, EarthScienceWISE (Oxmill Publishing), EBSCO publishing, Geobase, Scopus, Speleological Abstracts (UIS), Ulrich’s Periodical Directory (TM) e BIOSIS Zoological Reco rd In tal modo si possono raggiungere il massimo numero di persone potenzialmente interessate. Ma la maggiore visibilità si ottiene soltanto raggiungendo la cosiddetta ISI listing. Ma cos’è? Un modo per “contare” qualcosa nel sempre più concorrenziale mondo scientifico è quello di ottenere ISI listing con inclusione nella Science Citation Index e il Web of Science, nel Current Contents/Physical, Chemical & Earth Sciences e, successivamente, avere l’inclusione nel Journal Citation Reports (JCR). Sono tutti servizi gestiti dalla società americana Thomson Reuter con sede a Philadelphia. Entrare non è facile e possibile solo se la rivista dimostra di avere regolarità di stampa, buona qualità scientifica e potenziale interesse per il mondo scientifico (misurabile attraverso il cosiddetto “Citation Index”). Il Web of Science e Current Contents/Physical, Chemical & Earth Sciences consentono di accedere ad informazioni scientifiche attuali e passate, pubblicate in oltre 8700 delle più prestigiose riviste scientifiche ed oltre 2000 libri. E’ la più importante banca dati multidisciplinare esistente in cui fare ricerche, consultare le citazioni, risalire alla collocazione degli articoli scaricabili. L’inclusione in ISI consente anche di ottenere una valutazione dell’importanza della rivista nel panorama delle pubblicazioni scientifiche, il cosiddetto “Impatto” sull’ambiente scientifico. Più si leggono gli articoli della propria rivista, più se ne aumenta la citazione in tutte le riviste incluse nella banca dati ISI. I risultati di queste statistiche vengono annualmente riportati nel Journal Citation Reports (JCR). Indice della qualità (ed importanza) scientifica di una rivista è il cosiddetto Fattore d’Impatto che misura la frequenza in cui un articolo viene citato in un dato anno e la mette in rapporto al numero di articoli della rivista pubblicati nei precedenti due anni. Considerando che, nel campo delle Scienze della Terra, solo altre 5 riviste stampate in Italia sono nelle liste ISI (Bollettino della Societa Geologica Italiana; Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia, Ofioliti, Bollet

tino di Geofisica Teorica ed Applicata e Geografia Fisica e Dinamica Quaternaria) sorge una domanda: è davvero possibile raggiungere questo traguardo?

Un traguardo raggiungibile Quando, nel Dicembre 2006, si decise di tentare “la scalata” per l’iscrizione nelle banche dati della Thomson Reuter in pochi credevano di riuscire, soprattutto in breve tempo. Infatti vengono di solito valutati non meno di tre volumi per cui IJS, con due volumi l’anno, avrebbe dovuto attendere non meno di un anno e mezzo. A inizio settembre 2008, dopo 4 volumi pubblicati, l’ISI ha decretato che l’International Journal of Speleologia è idoneo ad entrare nella ISI listing. L’IJS è quindi la sesta rivista scientifica nel campo della geologia a raggiungere questo ambizioso traguardo e soltanto altre due riviste scientifiche speleo-carsologiche nel mondo ci sono riuscite in precedenza: il Journal of Cave and Karst Studies o JCKS (NSS USA) e Acta Carsologica (Slovenia) inserita dal 2006.

Ma finisce qui? Ora che abbiamo raggiunto ISI listing possiamo senz’altro festeggiare, ma non possiamo pensare che sia finita qui. Ora la rivista continua ad essere valutata per arrivare, probabilmente nel Giugno del 2010 nel JCR 2009, ad avere Impact Factor. L’International Journal of Speleology, per poter eguagliare i valori di Impact Factor di JCKS, dovrebbe aumentare il numero di articoli pubblicati e soprattutto la loro qualità ed importanza nel panorama delle scienze in generale ed in quelle speleologiche in particolare. Vedremo come andrà a finire… N