Giornale Reach Italia

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La borsa sociale Nuove riflessioni e proposte per la sicurezza alimentare nei Paesi in via di sviluppo Nel n°4 del 2008 di Reach Italia Notizie avevamo parlato della Borsa africana. In quell’articolo abbiamo voluto evidenziare il “disastro” della Borsa dei Paesi ricchi e la crisi che ne è seguita: disastro dovuto principalmente a fenomeni speculativi e mancanza totale di principi etici nella gestione delle finanze. Si voleva dire che il mondo ricco, oltre a non fare nulla di significativo per i poveri (oltre 1 miliardo di persone soffre la fame nel mondo) ha fatto un clamoroso autogol che lo sta impoverendo e ciò non per la ricerca di un sano profitto, ma solo per avidità di sempre maggiori ricchezze. Una visione evangelica dipinge bene questa situazione: “ricchi sulla Terra, siete vissuti nelle delizie e nelle morbidezze, avete pasciuto i vostri cuori, avete condannato e ucciso il povero, ma ora piangete, urlate per le vostre sciagure”. Questo passo non condanna i ricchi in quanto tali, ma solo chi per avidità ignora la sofferenza del povero. La crisi economico-morale e soprattutto le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti, sta facendo fare delle riflessioni agli uomini avveduti e sono maturi i tempi per comprendere che l’avidità non porta alcun bene e che è necessario trovare il giusto equilibrio nella finanza mondiale che tenga in debito conto non solo dello sviluppo e del benessere di un quarto della popolazione mondiale, ma anche dei milioni di diseredati che sono privati di ogni dignità perché poveri, anzi poverissimi. Molto si è parlato della famosa “Banca dei Poveri”, ma ultimamente anche questo progetto ha deluso unitamente ad altre iniziative, anche italiane, che non hanno prodotto risultati significativi perché troppo ristrette e non inserite nei canali finanziari ed economici mondiali. Il quadrimestrale “Aretè” dell’agenzia delle ONLUS ha pubblicato (vedi n°3 del 2009) l’articolo intitolato “Verso la Borsa Sociale” che noi di Reach Italia abbiamo molto apprezzato, in quanto affronta in modo convincente la logica della creazione dell’Impresa a Finalità Sociale (IFS), che al contrario di un’impresa tradizionale, il cui unico scopo è quello di realizzare il massimo profitto possibile, ha come obiettivo la creazione di un valore sociale ed ambientale; l’equilibrio economico-finanziario ne rappresenta il vincolo. In sostanza nella IFS non si esclude il profitto: tuttavia questo è condizionato da un interesse superiore e collettivo. Questo tipo di impresa dovrebbe avere norme statutarie che pongono un limite alla distribuzione degli utili ed abbiano la possibilità di emettere azioni, che possono essere acquisite

da “investitori responsabili”, sia pubblici che privati, interessati ad un ritorno sociale implicito nello scopo di pubblica utilità. L’equilibrio economicofinanziario potrebbe essere raggiunto anche godendo di benefici fiscali che incoraggerebbero ad aumentare gli investimenti in questa direzione. Stiamo parlando quindi non di donatori che offrono denaro senza aspettarsi la restituzione, ma di investitori che non hanno obiettivi puramente speculativi, cioè persone ed enti che sono disposti ad investire in imprese, banche o altro, che vogliono perseguire il benessere sociale ed ambientale anche a costo di un minore rendimento economico. La nostra convinzione è che così operando si potrebbe affrontare in modo concreto e significativo pure il problema del sottosviluppo dei poveri investendo presso Paesi e persone degradati dalla mancanza di risorse finanziarie. La via dello sviluppo nasce necessariamente da tre elementi: risorse finanziarie, lavoro e regole universalmente riconosciute. Certamente questo aspetto merita un approfondimento che non abbiamo lo spazio di effettuare; basti solo dire che la garanzia di perseguire gli scopi sociali ed ambientali viene dalla base del capitale messo a disposizione, non da chiunque ma da “investitori responsabili” che, come abbiamo detto, si aspettano sì un profitto, ma strettamente condizionato dall’obiettivo sociale dichiarato che si vuole raggiungere. Su questa base può nascere la Borsa Sociale come strumento finanziario non alternativo, ma complementare alla Borsa governata dal solo profitto, che va spesso fuori controllo per attività speculative selvagge messa in atto da persone senza scrupoli. La Borsa Sociale potrebbe poi trovare anche una giusta applicazione per finanziare, come sopra detto, lo sviluppo dei poveri. A tale proposito, Reach Italia, attenta alle opportunità finanziarie, sta investendo (una persona è stata assunta per questo scopo) per organizzare un progetto che non sia basato unicamente sulla raccolta e/o la possibilità di accedere a risorse pubbliche e private a fondo perduto, ma anche o principalmente sul finanziamento da parte di privati, aziende o persone fisiche. Parliamo di un progetto già messo in atto in passato, ma con altre modalità, in favore dei loro bambini vulnerabili e delle donne e che sono il fondamentale motore dell’economia agricola nei Paesi in via di sviluppo; economia che attualmente è solo di sussistenza perché mancante di mezzi e di programmazione. L’idea è di finanziare l’attività agricola con l’obiettivo di raggiungere la sicurezza alimentare in zone degradate anche sotto il profilo ambientale. Ad una banca italiana che lavora solo per il terzo settore abbiamo chiesto di effettuare uno studio di fattibilità per la creazione di un “Fondo di Garanzia” per attivare un efficace micro-credito in favore delle donne. Non si tratta dunque di doni, ma di veri e pro-

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pri investimenti presso una banca con finalità etiche per raggiungere obiettivi sociali di rilievo. Le donne africane non vogliono la nostra carità, ma hanno bisogno di mezzi finanziari per riorganizzare la loro attività agricola o artigianale; mezzi che restituiranno anche con un ragionevole interesse. Nel prossimo numero vi daremo i dettagli di questa iniziativa. Ora chiediamo ai nostri lettori di manifestare il loro interesse per la creazione del predetto fondo di garanzia per attivare il micro-credito in favore delle “eroiche” donne africane. Romano Ricci Presidente di Reach Italia

La ricchezza dell’Africa

Si può investire sulle donne, garantendo sicurezza alimentare e sviluppo economico?

E’ la domanda alla quale Reach Italia ha deciso di dare una risposta inaugurando questo nuovo anno di lavoro. Dopo molti anni sul campo, nello sviluppo e nella ricerca di programmi destinati a garantire migliori condizioni di vita, Reach Italia ha deciso di puntare sulle donne, i soggetti centrali nel ruolo familiare e fondamentali per lo sviluppo sociale. Il Burkina Faso prima e la Repubblica Democratica del Congo poi, saranno i primi paesi interessati da questo progetto pilota che si applicherà attraverso l’erogazione di microcredito al fine di attivare non solo lo sviluppo economico di alcune comunità, ma anche lo sviluppo sociale delle stesse. Il microcredito, fin dalle prime esperienze degli anni ’70, ha dimostrato di essere un grande strumento di lotta alla povertà per le popolazioni in sei continenti ed in quasi tutti i Paesi del mondo. Chi siano i poveri esattamente è difficile da continua a pagina 3

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Burkina Faso Inondazione a Ouagadougou Reach Italia sostiene i suoi bambini colpiti

Donna burkinabè definire, mentre sono precisi gli strumenti per misurare gli stati di povertà e quindi dichiarare la maggior parte dei soggetti mondiali fuori dagli schemi precisi del sistema bancario formale, perché senza garanzie da offrire. Le conseguenze derivate da questa esclusione sono visibili attraverso gli equilibri precari delle varie economie di sussistenza e dalle politiche sbagliate, che incidono negativamente sull’esistenza delle popolazioni senza garantire migliori opportunità di vita e sicurezza, spesso generatrici di dinamiche economiche basate su tecniche usuraie. Certamente l’eliminazione della povertà assoluta rimarrà uno scopo utopico sulla facciata degli obiettivi del millennio, ma il microcredito può costruire un baluardo a difesa di queste popolazioni, una realtà in grado di far crescere le possibilità di migliorare le condizioni di vita del presente e del futuro. Destinare alle donne, ancora oggi protagoniste delle fasce più deboli della società africana, un nuovo progetto basato sul microcredito e lo sviluppo rurale, è, secondo Reach Italia la soluzione per vincere la povertà e attivare un processo di costruzione economica e di fondamentale emancipazione per le stesse madri e lavoratrici che rappresentano il 60% della forza lavoro nei campi. Microcredito, formazione e sostegno tecnico saranno i mezzi che Reach Italia utilizzerà al fine di permettere alle donne beneficiarie di crescere e di gestire delle piccole attività rurali, attraverso l’impegno solidale di un gruppo coeso. Garantire migliori condizioni di vita alla famiglia, ma anche sicurezza alimentare e sostenibilità sia organizzativa, in grado di espandersi e autogestirsi, che finanziaria in modo da non dipendere da finanziamenti esterni o donazioni, questi i fini di Reach Italia. La pianificazione è iniziata, ora partecipiamo numerosi alla costruzione di un nuovo progetto. Alessia Tropeano ufficio progetti di Reach Italia

Lo scorso settembre non è iniziato sotto i migliori auspici per le popolazioni delle regioni sud-occidentali dell’Africa. Un fenomeno inusuale in una parte del continente quasi arido dove le inondazioni, sempre che arrivino, non suscitano solitamente problemi ma solo stupore. A Ouagadougou la catastrofe del primo settembre 2009 ha causato danni incommensurabili e la gestione delle conseguenze di questo avvenimento ha richiesto uno sforzo titanico da parte dei dirigenti del Paese. A fianco del governo locale, le ONG e le varie associazioni hanno cercato di fornire il loro contributo. Nonostante le risorse e i mezzi a disposizione fossero limitati, anche Reach Italia si è comunque interessata alla sorte dei bambini che tutela, in qualità di padrini, con un gesto modesto ma di elevato valore morale. A causa di queste forti inondazioni, la città di

Ouagadougou: giovani ragazzi cercano di recuperare il possibile tra le macerie patrimoni. Il calcolo delle perdite umane, stimate sulle otto persone, non ha però permesso di fornire un bilancio approssimativo della calamità.

La vastità della disgrazia è apparsa subito grave e la necessità di prendere delle misure imminenti per venire in soccorso delle persone colpite profondamente si è palesata in breve tempo. Una catena di solidarietà nazionale e internazionale si è formata a favore delle popolazioni colpite sotto forma di aiuto finanziario, materiale e morale. Questo slancio di solidarietà ha condotto il coordinatore di Reach Italia a predisporre una visita nelle tre scuole della città dove si trovano i bambini sostenuti. Questa uscita gli ha permesso di conoscere e prendere purtroppo atto della situazione disastrosa delle persone dell’area flagellata. Sono cinque i bambini in totale patrocinati da Reach Italia che sono stati toccati dall’inondazione. Già sottoposti ad un regime di vita precario, i suddetti ragazzi hanno visto ulteriormente peggiorare la loro situazione. Di fronte all’immensità della disperazione ReOuagadougou: un’area abitativa completamente ach Italia, malgrado la mancanza di distrutta dall’inondazione del 1 settembre 2009 mezzi specifici adatti a questo frangente, ha preso il volo in soccorso dei bambini da loro tutelati, portanOuagadougou si è ritrovata in una condizione dogli indumenti e coperte. A sottolineare come generale complicata e disastrata. Numerose l’intervento non si limiti alla sfera scolastica, ma case, già di per sè non molto resistenti, sono riguardi l’intero contesto nel quale sono insericrollate, lasciando ben 150 mila sfollati, ossia ti. Al di là dei danni, questo gesto rispecchia la 1/10 della popolazione della capitale. Gli effetti solidarietà e l’impegno che erano stati promessi sono risentiti non solamente verso le abitasi, ha affermato il responsabile dei lavori. Per zioni: acqua e fango hanno invaso negozi, ristoquanto concerne i beneficiari, bisogna dire che ranti, botteghe e capannoni che consentivano ai hanno molto apprezzato il sostegno ricevuto da commercianti e agli altri professionisti della città Reach Italia e dai suoi partners, tenendo in condi svolgere le loro attività, causando danni masiderazione anche i fondi a disposizione. teriali e economici enormi. Molte famiglie non O. Badolò hanno potuto far altro che assistere impotenti responsabile Reach Burkina all’impeto della melma e alla perdita di interi


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Rwanda: un nuovo inizio

Capo Verde: Il nostro amichetto

Distribuzione del materiale scolastico ai bambini sponsorizzati da Reach Italia il Rwanda è un piccolo Paese nel cuore dell’Africa con un territorio di 26.340km2 ad un’altitudine che varia da 1.000 a 4.500 metri sopra il livello del mare. Le temperature medie variano da 18 a a 24° con una densità di pioggia annuale da 110 a 200mm al mese. È uno dei Paesi più popolosi in Africa con 8,3 milioni di abitanti. La densità di popolazione è tra le più elevate nel continente nero con oltre 350 persone/km2. L’economia è basata principalmente sull’agricoltura tradizionale che contribuisce al 40% del PIL, impiegando il 90% della popolazione.

notizie dalla scuola materna di Sao Vicente

Bambino e madre portano a casa le dispense distribuite a scuola lazione vive con meno di 2$ al giorno e la metà di questa dispone meno di 1$ al giorno. Le statistiche del governo riferiscono che il 65,3% delle persone vive sotto la soglia di povertà.

Distribuzione delle divise scolastiche Purtroppo però il Rwanda è di per sé un Paese povero. Il genocidio del 1994 ha cancellato l’economia, la struttura sociale, la base delle risorse umane e le istituzioni. Circa il 90% della popo-

Con poca terra, senza risorse naturali né ricchezze minerarie da sfruttare per lo sviluppo economico, il Rwanda riconosce che la risorsa primaria della nazione è costituita direttamente dalla sua gente, dal momento che l’istruzione per tutti rappresenta la prima porta d’uscita. REACH Italia ha contribuito a rispondere ai bisogni cruciali del Rwanda proprio dopo il genocidio che lo ha colpito nel 1994, intervenendo nel momento in cui occorreva. Questo sostegno ha fornito un aiuto nella costruzione del Paese che si è ripreso dopo il tragico evento che aveva lasciato circa un milione di orfani. Il contributo costituisce una fonte di sviluppo durevole che dà nuove possibilità alle generazioni future. REACH Italia ha permesso una valorizzazione delle risorse umane con il suo aiuto nell’educazione dei bambini vulnerabili. Tuttavia il supporto non è servito solo per l’istruzione ma anche nella dimensione qualitativa della vita, con la copertura di altri bisogni come le uniformi, il materiale didattico e assistenza sanitaria di base. A tale proposito si ricorda che nel Rwanda, allo scopo di assicurare un’istruzione adeguata alla nuova generazione, la scuola primaria è stata portata da 6 a 9 anni; ciò anche per far sì che i bambini delle varie etnie si abituino a vivere insieme per far rinascere il paese. I dirigenti scolastici del Rwanda auspicano che con l’aiuto della società civile si possa superare l’odio che è stato all’origine del noto genocidio. Ringraziamo tutti per l’aiuto dato ai bambini rwandesi e siamo certi che ancora molti sostenitori siano disponibili a supportare i bambini vulnerabili del Rwanda.

Distribuzione delle taniche

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Aurea Kagwesage Reach Rwanda

Nel 1983 sono cominciate le attività scolastiche della scuola materna “Il Nostro Amichetto” a Capo Verde Sao Vicente. Siamo partiti con molta umiltà e con sole 9 aule, ma da quella data abbiamo fornito istruzione a varie generazioni con la realizzazione di svariate attività a favore dello sviluppo armonioso dei bambini, attraverso una stretta relazione con i genitori naturali. Quest’anno celebriamo i 27 anni dalla nostra nascita e possiamo affermare di aver contribuito alla formazione ed al consolidamento dei valori etici in tutti coloro che sono passati attraverso le nostre strutture. Attualmente il centro lavora con 130 bambini e, nonostante siano passati molti anni dalle prime esperienze, l’amore e la volontà di aiutare i più bisognosi rimane intatto come alle origini. Questo lavoro importante ma comunque di responsabilità si è potuto sviluppare grazie al costante appoggio fornito da Reach Italia, sia dal punto di vista economico, sia a livello di idee per lo sviluppo integrale delle azioni a sostegno dei nostri bambini. Il raggiungimento del 25° anniversario della nostra scuola materna è stato un traguardo ragguardevole e celebrato con i giusti festeggiamenti: oltre la visita da parte del responsabile Reach Africa, Allain Long, è stata realizzata dai bambini una attività didattica di drammatizzazione molto apprezzata dai responsabili. Poiché esistono molte difficoltà nell’acquisizione di materiale scolastico, nel pagamento delle tasse scolastiche e perfino a ottenere un pasto caldo con regolarità, per i bambini è senza dubbio gratificante sapere che possono contare su questo progetto che prevede la distribuzione di materiali e alimenti. Per il bene dei bambini, nella loro educazione ed istruzione, è nostra intenzione continuare il progetto “Il Nostro Amichetto” con tutte le forze e la buona volontà a disposizione. Nel frattempo ringraziamo i sostenitori di Reach Italia per il loro fondamentale contributo. Anacleto Joao Monteiro Direttore della scuola materna

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Niger: Gado, la donna valorosa una storia di vita

Il villaggio di Foulan Koira è una grossa frazione di un comune di oltre 100.000 abitanti. E’ quasi un quartiere di Niamey che vede convivere diverse categorie sociali: i poveri storpi, ciechi, lebbrosi, sordi, e le persone che stanno bene. L’agricoltura è una delle attività principali del villaggio di Foulan Koira. Come dappertutto in Niger, le nostre popolazioni sono sedentarie, e praticano l’agricoltura. In questo villaggio molte persone sono interessate alla pratica di questa attività stagionale che non dura più di 3 o 4 mesi, più o meno da giugno ad agosto. Vi voglio quindi raccontare la storia di una signora il cui nome è Gado. Nata in una famiglia di contadini, questa donna pratica l’agricoltura da quando era giovane. Il suo defunto marito è stato agricoltore e tutta la sua famiglia era contadina durante la stagione delle piogge. Da questo suo lavoro Gado ricava, nel bene e nel male, poche risorse per la sopravvivenza della sua famiglia. Le sue principali coltivazioni sono il miglio, per la maggior parte, un po’ di nièbè (un tipo di fagiolo), un po’ di arachidi ed altre piante utili al focolare. Gado ha 5 figli di cui 3 sono attualmente sposati ed ha anche diversi nipoti. Quello che ammiro di lei è la sua devozione al lavoro. Non è mai stanca, nonostante debba percorrere una distanza di 10 km per andare e tornare dal campo dopo 20 ore di lavoro. E’ fiera di se perché in questo modo risolve non solo i suoi problemi ma anche quelli delle persone che vivono insieme a lei, e soprattutto non diventa una mendicante, come quasi tutte le donne della sua età.

Congo Katanga: nuovo indirizzo postale Codice bambino (15Z...) Reach Italia RD CONGO Ecole (nome scuola) C/O EXPRESS MAIL SERVICE DRC 15, AVENUE MWEPU LUBUMBASHI RD CONGO sua famiglia aveva una produzione di 300 balle di miglio. Una volta rimasta vedova, il suo raccolto si è molto ridotto per la mancanza di forza. E’ stata obbligata spesso a vendere qualche animale per poter pagare gli operai che la aiutavano nei campi. Gado coltiva anche ortaggi di stagione destinate al consumo e alla vendita ma soprattutto per il sostentamento della famiglia.

Niger: la produzione di granoturco

Burkina Faso: i ricordi del viaggio solidale il viaggio di Alessandra

Dalla volontà di SHELL di voler seguire da vicino i progetti solidali sostenuti con la raccolta punti del catalogo SHELL CLUBSMART, dalla necessità della Onlus REACH ITALIA di far conoscere il ruolo del sostegno a distanza e dal contributo dello sponsor SEIVIAGGI Tour Operator, che ha messo a disposizione un budget per i biglietti aerei, nasce il nostro viaggio in Burkina Faso: “La terra degli uomini integri”. Al nostro arrivo a Ouagadougou siamo stati accolti dal responsabile di Reach Africa, Monsieur Allain Long, uomo semplice ma autorevole, molto rispettato e apprezzato per ciò che con Reach ha saputo realizzare a favore del Sahel Burkinabé, con tutte le difficoltà del caso ed i pochi mezzi a disposizione. Una splendida luna piena ha illuminato la prima cena tutti insieme sulla terrazza del nostro modesto hotel: era solo un anticipo della magia delle notti stellate del Sahel, la zona semi-desertica che confina con l’estremità occidentale del Sahara. Un luogo dove è una lotta quotidiana trovare l’essenziale per vivere. Percorrendo i 300 km verso nord-est che separano Gorom-Gorom dalla capitale, ci siamo resi conto di come la vita si concentri intorno alle raccolte d’acqua: in queste pozze le donne prendono l’acqua per cucinare e per lavarsi, fanno il bucato, i bambini ci sguazzano felici mentre gli animali vengono ad abbeverarsi.

Oltre al miglio, Gado raccoglie della paglia dal suo terreno e del foraggio per gli animali risparmiando così i costi per la nutrizione delle capre. Lo scorso anno, la sua produzione ha fatto sopravvivere lei e la sua famiglia. Gado non ha avuto mai un’istruzione e adesso ha il piacere di frequentare i corsi per gli adulti tenuti nel suo quartiere, insieme ad altre persone della sua età. Durante il periodo non produttivo si dedica al commercio di Kopto (una specie di foglia nutriente consumata localmente) e con questo sovviene al fabbisogno giornaliero. Gado è nata a Filuiguè, una località sita a 200 km da Niamey e da 25 anni vive a Niamey. Niger: Gado di fronte alla sua capanna Gado ha quasi 60 anni ma rimane sempre molto attiva. Dalle nostre parti è difficile trovare delle donne che a questa età non dipendono dagli altri. Quando suo marito viveva, Gado conduceva una vita da nomade, e viveva in abbondanza, avendo anche un allevamento di capre. Per quanto riguarda la produzione di miglio, la

Molte sono le donne che come Gado si dedicano totalmente al lavoro e alla famiglia, donne che meritano molto rispetto e aiuto. Siamo certi che Reach Italia, molto sensibile al sostegno dei bambini, lo sia anche nei confronti delle mamme dell’Africa e del Niger in particolare e si auspica che i progetti per l’aiuto delle donne siano operativi nel nostro Paese. Signora Fru Reach Niger

Linda, Virna, Marina, Alessandra, Roberto, Giovanni e Alessia Nel Sahel, per trovare l’acqua, bisogna scavare dei pozzi profondi da 40 a 80 metri. Nella stagione arida, che dura mediamente nove mesi, è indispensabile raccogliere l’acqua piovana per soddisfare le necessità di ciascuno. Qui il concetto che “l’acqua non è una fonte (continua a pagina 6)


6 inesauribile” è ben chiaro a tutti: quando finisce le famiglie sono costrette a lasciare queste terre! Nella sede Reach di Gorom-Gorom abbiamo

Al centro di formazione meccanica conosciuto uomini d’animo nobile che con professionalità, passione ed entusiasmo si impegnano ogni giorno per il diritto allo studio e il recupero delle terre. In Burkina Faso il tasso di analfabetismo è del 78%. Lo stato fa quello che può: i libri di testo, quando arrivano, sono uno ogni due alunni; costruisce le aule, che a causa delle intemperie sono soggette a continua manutenzione, ma sarebbe necessario anche realizzare la cucina, le latrine, il pozzo e l’impianto per accumulare l’acqua piovana. Reach interviene distribuendo il materiale scolastico a tutti i bambini e, cosa molto importante, all’inizio dell’anno scolastico! Un infermiere incaricato li segue dal punto di vista sanitario, va in tutte le scuole due o tre volte l’anno per visitarli uno per uno, fornisce i medicinali e aggiorna di continuo una cartella sanitaria. Inoltre Reach fornisce contributi alle scuole per riparare le aule, costruire le latrine, scavare pozzi. Il problema è che nonostante si faccia molto, questo non risulta mai abbastanza. Cominciamo il nostro tour dalla scuola materna comunale di Gorom-Gorom: ci sono 123 bambini suddivisi su 3 classi, quella dei piccoli, dei mezzani e dei grandi; le lezioni si svolgono dalle 06.45 fino alle 11.30. Gli insegnanti sono giovani ragazzi che vengono da altre zone del Paese: hanno vinto un concorso, sono molto preparati e sono tutti maschi perché nel Sahel la vita è molto dura, c’è sabbia dappertutto e le ragazze non ci vogliono venire. Ci hanno colpito questi educatori la cui dolcezza affiora in ogni gesto; si impegnano molto anche se hanno scarsi mezzi e inoltre ci chiedono di aiutarli a organizzare un centro estivo perché da giugno a settembre non ci sono attività per i più piccoli. Nelle scuole di campagna è tutto ancora più difficile: i bambini fanno mediamente 3 km a piedi per andare a scuola, ci sono classi di 105 alunni con un solo insegnante, non si riesce a interrogarli tutti, sono costretti a stare in 4-6 per banco, (450 alunni su 85 banchi) dei quali molti sono rotti; tra i piedi devono tenere la scodella per il pasto di mezzogiorno, a base di cereali locali, miglio o sorgo mischiato con il latte, quando c’è, oppure con acqua. Alle 09.00 si dovrebbe fare anche la colazione poiché la scuola inizia alle 07.30, ma se

la farina scarseggia la cuoca prepara solo il pranzo. Non l’ideale per una giornata che comunque è lunga, dal momento che si continua anche nel pomeriggio dalle 15.00 alle 17.30.Nelle classi c’è equilibrio tra maschi e femmine, ma la difficoltà riguarda una forte dispersione scolastica: si avvia il primo corso con 56 alunni e si chiude l’ultimo anno con soli 8, perché le famiglie sono obbligate a spostarsi quando finisce il foraggio per gli animali o l’acqua per il proprio sostentamento. Ogni classe ci ha tuttavia accolto contenti con una canzone: gli alunni cantano spesso ed alcuni di loro ci hanno ripetuto l’argomento della giornata cantilenando la lezione. Da noi sollecitati a farci delle domande ci hanno chiesto se gli scolari in Italia cantino in classe, se debbano pulire l’aula come loro e soprattutto se i banchi scarseggino come i loro. Una richiesta ci ha colpito più di tutte le altre: un insegnante ci ha richiesto una sedia a rotelle a pedali per un suo allievo molto dotato con problemi di disabilità. É lo stesso maestro che lo va a prendere a casa tutti i giorni, lo mette sulla moto, lo porta a scuola e lo riaccompagna al termine della giornata. Sebbene questa sia una bella storia, qui il diritto allo studio per chi non è abile è una conquista ancora più difficile. Il sistema scolastico è strutturato sul modello francese: scuola materna, corso elementare, college e infine il liceo per conseguire l’attestazione di studio BAC con la quale si accede all’università, che si può frequentare nella capitale o direttamente in Europa. Questo modello di studi non prevede la formazione professionale e molto spesso i ragazzi sono è costretti a lasciare il paese per trovare un lavoro adeguato all’ alto livello d’istruzione raggiunto. Reach Italia ha fondato una scuola di formazione meccanica dove i ragazzi o le ragazze, che non vogliono studiare o sono più portati per il lavoro manuale, possono imparare un mestiere. La scuola di meccanica di Ouaga prevede 3 corsi teorico-pratici con 15 alunni per classe, gli alunni del 1° corso hanno il sostegno, oltre al materiale scolastico e alla tuta da meccanico viene data anche una bicicletta poiché molti di loro arrivano

dalla periferia e devono percorrere fino a 15 km per andare a scuola. Si comincia facendo pratica su motori di varie case automobilistiche arrivati dalla Svizzera, in seguito i ragazzi, seguiti dagli insegnanti, riparano gli automezzi delle ONG e delle Ambasciate con le quali sono stati stipulati degli accordi , queste entrate permettono così alla scuola di autofinanziarsi. Chi supera l’esame finale ottiene il diploma riconosciuto dal Ministero e ha in regalo la patente di guida. Il Burkina non è un paese autosufficiente, per soddisfare il fabbisogno della popolazione, deve importare i cereali da altri paesi. Si è scelto di coltivare il cotone per esportazione seguendo promesse di facili guadagni mai arrivati e ora se ne pagano le spese. Come dice Amadou Boureima, uno dei “Grandi Uomini” di Gorom-Gorom”, forse futuro Sindaco: “La lotta alla povertà comincia dalla lotta alla povertà del suolo”. Questa lotta consiste nell’aratura del terreno con un particolare aratro, trainato da un potente trattore, che scava delle mezzelune profonde 40 cm e lunghe 7 mt, in questo modo “La terra vede il sole dopo centinaia di anni”, affiora quella fertile dove si pongono i semi e l’acqua caduta durante la breve stagione delle piogge, che si raccoglie nelle buche, fa crescere i primi ciuffi di foraggio per gli animali; già dopo un anno si cominciano a vedere i primi risultati. Si tratta di una tecnica molto antica e semplice praticata dalle popolazioni locali ma di difficile realizzazione con i pochi mezzi a loro disposizione da qui l’intervento di uno scavo meccanico applicato su grande scala. La popolazione ha capito che la collaborazione funziona e sono proprio i contadini a richiedere l’aratura del loro terreno tramandato di generazione in generazione, tutto il villaggio è coinvolto nella semina. Sorvolando la zona si possono vedere i colori delle varie fasi, è emozionante vedere che dopo tre anni il deserto si colora di verde. Maggiori dettagli sul progetto sul sito: http://www.reachitalia.it/ documenti/progetti/recupero_terre.pdf Lasciamo il paese con la consapevolezza di aver conosciuto un popolo degno di grande rispetto e che noi europei siamo responsabili dell’imposizione di un modello di vita il quale ha portato bisogni non necessari rompendo il loro equilibrio.

Il deserto del Sahel “prima e dopo” l’intervento Reach

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Conoscevamo già l’impegno di Reach in Burkina Faso, ma aver dato un volto e un nome ad ogni “Uomo Integro” che crede in questi progetti e si batte ogni giorno per realizzarli, ci fa sentire in dovere di fare di più. Un ringraziamento particolare a Georgette che ci ha accolto facendoci sentire a casa nostra e ci ha accompagnato a “Muovere l’economia locale”, Madame Burkinabè è un pilastro importante, da sempre a fianco del marito Allain. Alessandra Beretta

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Burkina Faso: un’esperienza indimenticabile

bimbi che mi salutavano stringendomi la mano come veri piccoli uomini e gli infiniti sorrisi che hanno rallegrato le mie giornate. Che accoglienza in questa terra! Le persone avrebbero seri motivi per piangere e lamentarsi, eppure sono cordiali e spontanei. Sorridono spesso anche di

Il viaggio di Marina

Grazie ad una mail girata da una mia amica e da un collega, ho potuto partecipare con grande entusiasmo all’estrazione di un viaggio solidale in Burkina Faso, a testimonianza dello straordinario lavoro svolto da Reach Italia Onlus in Africa. Il tour di nove giorni è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Shell Italia che ha abbracciato e pubblicizzato il progetto “Centro di formazione meccanica” tramite il catalogo “Club Smart”. Il supporto concreto dell’agenzia monzese “Sei Viaggi” ci ha permesso di volare senza rimetterci un centesimo. Purtroppo non sono stata selezionata immediatamente, ma ho dovuto attendere due mesi prima di ricevere la comunicazione che il mio nome era stato ripescato ... e tutto grazie alla rinuncia di un partecipante. Wow! L’emozione era talmente grande che non ci potevo credere! Ed è così che il 3 novembre, insieme agli altri partecipanti e ad un rappresentante di Shell, di Sei Viaggi

Gorom: allievi della scuola materna e di Reach Italia, ha avuto inizio il mio viaggio nella profonda Africa. È difficile spiegare in poche righe tutto ciò che ho provato, le grandi emozioni, gli innumerevoli motivi di riflessione che mi hanno spinto a guardare dentro me stessa. Per qualcuno potrà sembrare una banalità ma per me è stato così… All’inizio c’era entusiasmo e soprattutto la curiosità di visitare una parte di mondo che non avevo mai esplorato, poi è subentrata la tristezza nel vedere così da vicino l’estrema povertà a cui non sono abituata: tantissimi bambini denutriti, la gente per le strade che sopravvive alla vita, la lotta e i sacrifici per poter avere una minima quantità d’acqua, la mancanza di corrente elettrica, di cibo, di fognature che fanno del Burkina Faso il 6° Paese più povero del mondo secondo lo Human Development Index dell’Onu – Report del 05/10/09. Sono tanti i sentimenti che hanno pervaso il mio cuore: la gioia di vivere questa esperienza, l’allegria dei

Gorom: un’aula della scuola elementare fronte ad una semplice battuta, sono rispettosi verso gli animali. Le donne indossano con eleganza abiti dai colori sgargianti, hanno un incredibile coraggio e soprattutto grande forza interiore. In questa terra, le diverse culture si integrano, tanto che il Natale viene festeggiato in grande comunione da donne, uomini, Musulmani e Cristiani. Che esempio per i paesi occidentali! E che dire di Amadou (responsabile per Reach Italia del progetto “Recupero delle Terre fortemente degradate nel Sahel burkinabé”)? Lui lavora con un’incredibile passione per offrire un futuro migliore al suo popolo, cercando di rendere fertili quelle terre così aride ed evitando il fenomeno della vita nomade che contraddistingue la gente del luogo, sempre alla ricerca di cibo. Anche Iaia (responsabile del Sostegno a Distanza presso Gorom Gorom ed i villaggi limitrofi), ci mette una passione infinita nel proprio operato. E potrei citare tante altre persone dall’animo nobile! Mi sono resa conto di quanto siamo complicati noi occidentali: spesso individualisti ed egoisti, a volte insoddisfatti della vita. Più passavano i giorni e più mi sentivo felice e arricchita dalla compagnia di questo popolo meraviglioso. Si parla di mal d’Africa!? Il mal d’Africa esiste e sono felice di esserne stata contagiata: semplicemente non vedo l’ora di tornare! Ringrazio l’intero staff di Reach Italia Onlus per l’organizzazione di questo viaggio, pensato e curato in ogni minimo particolare, e per le emozioni che ho potuto vivere, visitando le scuole dei bambini sostenuti a distanza e le terre bisognose d’aiuto del Sahel burkinabé. Grazie per la visita alle dune del Sahel, ad Oursì, ai laboratori artigianali di Ouagadougou, alla riserva di Nazinga e al lago dei coccodrilli sacri di Sabou, anche se il mio cuore si è fermato a Gorom Gorom. Una ulteriore riconoscenza va al responsabile di Reach Italia in Africa, Allain Long, a sua moglie Georgette e ai miei compagni d’avventura che hanno contribuito a rendere ancora più interessante e briosa questa fantastica esperienza. Marina Victoria Hetzer

Se giocando si scopre l’Africa L’ong Reach Italia, impegnata a favore dei bambini nel Sud del mondo, apre una nuova sede nel quartiere Baggio all’interno della ludoteca Agape Cos’hanno in comune il Burkina Faso e Baggio? Se non altro, i bambini, che sono ovunque. E dove ci sono bambini, c’è Reach Italia, ong impegnata dall’88 nel sostegno allo sviluppo in particolare nell’Africa francofona (ovvero, oltre al Burkina Faso, Congo, Mali, Niger, Guinea Bissau). Lo scorso 14 marzo Reach Italia ha inaugurato una sede all’interno della ludoteca gestita dalla cooperativa Agape in via Cerini 4 (www.agapenet.it). “Agape è stata creata da noi per gestire una ludoteca speciale”, spiega Romano Ricci, presidente di Reach Italia, “dato che accoglie per metà bambini del quartiere e, per l’altra metà, grazie alla collaborazione con l’ospedale San Carlo, bambini in condizioni difficili, disagi familiari, disabilità e così via”. Perché aprire qui una sede di Reach Italia? “Da un lato, i nostri volontari potranno prestare servizio nella ludoteca”, continua Ricci; “dall’altro, potremo far conoscere le nostre iniziative africane in un luogo popolare nel quartiere. Questa sede è l’ultima delle tante antenne sul territorio nazionale, create per stare vicini ai nostri sostenitori, rispetto ai quali la sede nazionale, a Cinisello Balsamo, fa da coordinatore e tende un filo che parte da Baggio e arriva in Africa”. Chissà quante altre cose scopriranno di avere in comune!!... Daniela Nava Fonte: Milano in Piazza News, www.milanoinpiazza.it

Niger: colpo di stato Tra il 18 ed il 19 febbraio il Niger è stato oggetto di un colpo di Stato guidato dai militari dell’esercito, i quali hanno imprigionato il presidente Tandja assieme ai suoi collaboratori, accusati per la condotta di Governo e per le modifiche apportate alla Costituzione. La guerriglia ha causato 10 dieci morti, ma dopo pochi giorni la situazione è tornata pressoché tranquilla. Quindi per i bambini presenti nelle 4 scuole aperte in Niger da Reach Italia la situazione non è peggiorata e ciò non può che confortarci.


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Cena solidale per il progetto di Mimbulu (RDC)

Iniziativa Reach Toscana Nel corso delle riunioni del gruppo Reach di Firenze è emerso fin da subito il desiderio di farci portatori di benessere e felicità verso i nostri piccoli amici di Mimbulu. E’ nata così l’idea di organizzare una cena solidale che si è svolta il 20 dicembre scorso nella bella cornice di Villa Aurora. L’avventura è iniziata nel mese di novembre: un po’ tardi, a dire il vero, per organizzare tutto nel migliore dei modi, ma siamo partiti lo stesso con grande entusiasmo. Del resto, la prospettiva di sostenere le famiglie e i bambini di Mimbulu, contribuendo a dotarli di aule adeguate e di servizi igienici ben funzionanti, ci ha convinto che vale la pena dedicare il nostro tempo per coinvolgere persone indaffarate come noi nell’acquisto di doni per lo più superflui per persone che non ne hanno realmente bisogno, partecipando invece alla cena sociale organizzata dalla sede Reach di Firenze.

Intorno ai tavoli a favore del progetto Mimbulu La spesa è stata fatta attentamente, gli incarichi di lavoro sono stati distribuiti bene, le persone si sono prenotate e, nonostante le preoccupazioni e i timori, tutti i posti disponibili sono stati riempiti. Ma il venerdì prima dell’evento Firenze è stata investita in serata da una fitta nevicata, come non se ne vedeva da anni. Villa Aurora appariva sicuramente bellissima. Lo abbiamo poi constatato il sabato sera, la vigilia dell’evento, quando ci siamo trovati lì per preparare la sala e la strada era piena di neve e, in particolar modo, gli scalini per accedere alla villa erano ghiacciati. Tuttavia non potevamo rinunciare… e siamo andati avanti. La domenica mattina tutti erano ai loro posti:

Una grande torta “solidale” chi in cucina, chi ad addobbare la cappella e ad apparecchiare, chi a togliere il ghiaccio dagli scalini. Alcuni hanno lavorato dalla mattina fino a poco prima dell’arrivo degli ospiti. Però serpeggiava il dubbio: “Ma ci saranno o molti rinunceranno?”. Per fortuna, la sala ha cominciato in breve tempo a riempirsi e la cappella, trasformata in sala da pranzo, si è movimentata con la presenza di parecchie persone, contente di essere qui, di contribuire a preparare una vita migliore a degli amici lontani… Il cibo era ottimo e abbondante, ma ancor più, in questa fredda sera d’inverno, ci siamo sentiti riscaldare il cuore nel pensare che, almeno in questa occasione, la nostra gioia non si è limitata al mangiare, allo stare assieme. Vorremmo abbracciare quei bambini che sosteniamo a distanza, vedere le loro vite aprirsi a un futuro migliore e che il denaro raccolto possa portare un cambiamento tangibile nella vita di chi ne beneficerà! Ma sappiamo che è solo l’inizio. Alessio Del Fante

E’ nata Reach Pisa Livorno

Reach Italia è lieta di presentarvi una una nuova sezione territoriale E’ lecito dire che è stato un gioco da ragazzi? Può darsi, ma la soddisfazione è stata grande. Il progetto nasce da un incontro fortuito con Giovanni Benini, coordinatore delle Sezioni REACH, da cui ha poi fatto seguito una escalation di intrecci umani e burocratici che ha dello straordinario. La Sezione di Pisa-Livorno, nasce proprio da questi intrecci: Giovanni ne parla a Giuseppe, Giuseppe ne parla a Pierluigi, Pierluigi ne parla con Stefania e Sergio, poi con Tiziana e Fabio, poi ancora con l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di San Giuliano Terme, fino ad arrivare alla domenica 31 gennaio quando, presso la Sala Convegni della Stazione Ferroviaria di San

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Giuliano Terme il team REACH Italia Sezione di Pisa-Livorno, si ritrova davanti al Sindaco Paolo Panattoni, all’Assessore alle Pari Opportunità e alle Politiche Sociali per l’inaugurazione della nuova Sezione. Sono intervenuti per la circostanza anche Giovanni Benini, Coordinatore sezioni Reach Italia, Pierluigi Banti, Responsabile della neonata Sezione Reach Pisa-Livorno, Gioa e Riccado Orsucci, già Diretttrice scuole di Reach Italia Africa e Missionario. Hanno fatto seguito degli interventi spontanei di esperienze personali nell’ambito del sostegno a distanza. L’occasione ci ha permesso di invitare i sostenitori delle province di Pisa e Livorno che sono un buon numero. L’augurio è che questa Sezione possa contribuire ad aumentare il numero dei sostenitori della REACH affinché tanti bambini possano avere la loro dignità di esseri umani. Tra i primi progetti che la Sezione ha messo in cantiere c’è la vendita di beneficenza dei prodotti artigianali il 14 marzo a Pisa e il Torneo di Burraco (gioco di carte), il cui ricavato andrà in favore dei progetti di risanamento dei danni causati dall’alluvione nelle zone del Comune di Vecchiano (PI). Giuseppe Scarcella Addetto stampa sezione Reach Pisa-Livorno

Scuola... i ragazzi responsabili

Un’iniziativa giovanile Era lunedì 25 gennaio, una giornata fredda e soleggiata ed io l’attendevo da tempo per incontrare nuovamente i ragazzi del Pacle di Muggiò. “Che emozione”, pensavo, parlare ad un centinaio di giovanissimi che sostengono un bambino a distanza. Non è mai stato facile relazionarsi con gli adolescenti... loro prendono tutto con ilarità, persino gli argomenti più seri. Alle volte osservano gli adulti con occhi burloni e attendono lo sguardo impacciato, l’atteggiamento goffo o la frase infelice per perdersi in una grassa risata. La verità é che comunque a me piacciono così, spontanei e a volte indiscreti, perché alla loro età ero forse più effervescente di loro e il ricordo mi diverte ancora. Alle 9 del mattino la mia collega Gloria ed io attendevamo nel buio auditorium del Pacle l’arrivo delle seconde; la campanella era già suonata ed eravamo trepidanti e pronte a presentare il video del Rwanda, ma c’era ancora un inspiegabile silenzio. “Verranno ?” mi chiedevo ... Pochi minuti ancora e un tonante numero di passi si poteva udire distintamente dietro la porta che di lì a poco si è aperta. continua a pagina 10

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9 “Buongiorno, buongiorno, buongiorno” ... salutavano educatamente. Quando tutti hanno preso posto, Gloria ha iniziato ad illustrare le immagini del video, da cui si poteva chiaramente comprendere la realtà del Rwanda, dal punto di vista geografico, dello stile di vita e scolastico. I bambini, con una speranza di vita media nettamente inferiore alla nostra, avevano uno sguardo sereno e malgrado condividessero un banco in tre, non si scorgeva in loro il minimo disagio. Bellissimi questi piccoli e quanto possiamo apprendere dal loro entusiasmo per la vita! Ho scorto molti sguardi trasognati mentre le immagini del video scorrevano, anche se alla domanda “Vi è piaciuto?” molti non rispondevano. Spesso, è più facile custodire le proprie emozioni che esprimerle davanti ai compagni di classe e agli insegnanti. Ogni tanto si levava un vocìo che veniva subito domato dalla voce risonante del prof di turno. Un applauso sentito ha seguito la relazione di Gloria, mentre io mi preparavo a spiegare brevemente i dettagli della scuola di Kagasunzu dove studiano i quattordici bambini che ciascuna classe ha deciso di sostenere. Per vincere la timidezza, mi sono fatta coraggio e ho parlato sinteticamente e con voce cristallina, tanto da terminare prima del previsto. A questo incontro, ne sono seguiti altri due nei giorni successivi, ma ormai il ghiaccio era rotto e sia io che Gloria abbiamo presentato le nostre rispettive relazioni con indiscussa disinvoltura. Alla fine dei tre incontri, si sono avvicinati i referenti di ciascuna classe e il loro entusiasmo mi ha davvero coinvolto. Gli adolescenti non sono solo burloni... una ragazza con due grandi occhioni neri, si è avvicinata e mi ha detto: “Tempo fa, Lei ci ha chiesto di donare un Euro al mese per alunno, ma noi raccogliamo cinque Euro ciascuno e abbiamo deciso di sostenere anche un secondo bambino. Inoltre vorremmo organizzare un viaggio in Rwanda... pensa che sia possibile?” Sono bastati pochi secondi per farmi rimanere a bocca aperta e non vorrei aggiungere altro. Desidero solo ringraziare di cuore le professoresse Bedoni e Zuntini, che ci hanno sostenuto nell’organizzazione di questi tre incontri e un grazie anche a voi, ragazzi che con la vostra generosità, non smettete mai di stupirmi.

Andiamo a conoscere l’Istituto Italiano della Donazione (IID)

Scopriamo la realtà delle associazioni Non Profit in Italia Sia in Italia che nel resto del mondo la maggior parte delle attività di volontariato e di solidarietà verso i bisognosi vengono controllate con attenzione al fine di scongiurare problemi di un utilizzo poco chiaro dei fondi raccolti. Questo tipo di attività risulta particolarmente importante oggi, in tempi di crisi, quando la famiglia media fatica a risparmiare qualche spicciolo in più a fine mese. La gente dunque vuole avere garanzie e certezze per quanto riguarda la destinazione dei propri contributi, anche alla luce di casi di cronaca intervenuti a sottolineare l’inganno di iniziative all’apparenza lodevoli ma risultate poi vere e proprie “truffe” perpetrate da persone senza scrupoli. Il Terzo settore si compone attualmente di oltre 235.000 Organizzazioni Non Profit (dati ISTAT 2001); di queste, 25.000 sono associazioni di promozione sociale (dati presenti su nuovofiscooggi.it). Nel momento in cui si decide di compiere una donazione, sorge quindi il problema di scegliere dove destinare il proprio sostegno, poiché non è possibile aiutare tutti e questo elevato numero di Organizzazioni pone diversi interrogativi.

Per rispondere al sempre maggiore bisogno di trasparenza, dal 2004 è attivo l’Istituto Italiano della Donazione (IID), organizzazione non profit che opera al fine di garantire i donatori nelle loro azioni di liberalità, di incentivare la cultuSabrina Viaggi ra della donazione e migliorare l’eccellenza organizzativa del Terzo Settore. L’obiettivo dell’Istituto è quello di garantire che le Organizzazioni non profit seguano un comportaPurtroppo, come tutti sapete, Haiti è stata colpita all’inizio di mento ineccepibile dal punto gennaio da un devastante terremoto che ha causato centinaia di vista etico, ispirato ai prindi migliaia di vittime. Inoltre ha lasciato un Paese già di per sé cipi contenuti nella Carta della non ricco nell’estrema povertà, con molti sfollati e orfani che Donazione, primo codice itanecessitano aiuto. Per questa ragione Reach Italia Onlus ha liano di autoregolamentazione deciso di aprire una sottoscrizione a favore della popolazione per la raccolta e l’utilizzo dei italiana assieme a Peugeot Italia. Per chi volesse partecipare fondi nel non profit. Pubblicapuò contattare direttamente Reach Italia, oppure Peugeot ta nel 1999, la Carta della Doattraverso l’indirizzo franco.devecchi@peugeot.com nazione sancisce un insieme

Peugeot per Haiti

L’Aquila chiama Haiti Per sostenere le popolazioni di Haiti colpite dal tremendo terremoto di inizio anno, Reach Italia ha condotto nelle ultime settimane un’iniziativa di beneficenza assieme all’Organizzazione Non Profit Adra: grazie ad un accordo siglato con la famosa fabbrica aquilana “Sorelle Nurzia”, ha pubblicizzato la vendita di uova di Pasqua il cui intero ricavato verrà a breve destinato al popolo haitiano. Tra l’altro l’iniziativa ha voluto simboleggiare il connubio tra due zone così distanti come L’Aquila ed Haiti, ma accomunate dalla medesima tragedia che provoca un sisma. di regole di comportamento mirate a favorire la corretta, trasparente ed efficace gestione delle risorse utilizzate dall’Organizzazione Non Profit per conseguire i suoi scopi di solidarietà e promozione socioculturale. Le Organizzazioni Non Profit che entrano a far parte dell’Istituto Italiano della Donazione e ne diventano Socie Aderenti sottoscrivono quindi la Carta della Donazione, rispettano nella loro azione quotidiana gli standard di gestione più elevati e adottano prassi operative che ne garantiscono al massimo una credibilità verificata e oggettiva. L’Istituto con la sua attività si impegna quindi a rassicurare il donatore circa l’applicazione di regole corrette di raccolta fondi da parte delle Organizzazioni Non Profit (ONP) Socie Aderenti dell’Istituto, garantire che i fondi da queste raccolti siano gestiti con competenza, serietà e trasparenza ed attuare verifiche periodiche delle buone prassi riscontrate, al fine di assicurare che le stesse si mantengano costanti nel tempo. Nel corso degli anni l’attività dell’Istituto Italiano della Donazione si è molto ampliata: attualmente le Organizzazioni socie aderenti sono 50, ed altre 15 stanno lavorando per ottenere la concessione all’uso del marchio “Donare con fiducia”. Perché oltre a donare, è giusto sapere anche in che direzione e presso chi si sta dando il proprio sostegno. Reach Italia è entrata a fare parte dell’Istituto Italiano della Donazione ed ha ottenuto l’autorizzazione all’uso del marchio “Donare con fiducia” nel 2007.


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Vita, salute e Reach

Una nuova collaborazione Da questo numero di Reach, nasce una collaborazione tra l’Associazione Lega Vita e Salute e Reach Italia. Intanto, per fare conoscere meglio le idee dell’associazione, abbiamo chiesto al professor Berrino le ragioni della sua adesione al progetto di Vita&Salute. - Professor Berrino, nelle sue varie tappe professionali è approdato da oltre due anni al mensile Vita&Salute. Può raccontare come è entrato in contatto con questa realtà associativa ed editoriale? «L’incontro è stato più o meno casuale. Qualche anno fa mi incontrai con lei per un intervista. Mi sono fatto mandare in seguito la rivista, che mi è sembrata interessante. Alla vostra redazione sono piaciute le mie idee. E mi avete invitato a Firenze per una conferenza… Da quella volta, è iniziata una collaborazione sempre più stretta». - Quale motivo l’ha spinta ad accettare l’incarico di direttore scientifico? «Continuando a ricevere la rivista mi sono reso conto che nel panorama, piuttosto squallido, dei periodici che si occupano di divulgazione medica e di educazione sanitaria, troppo spesso afflitti da incompetenza e da conflitti di interesse, emergeva come la stella del mattino, con qualche difetto naturalmente, ma senza mai il sospetto di sottomissione a mire commerciali». - Quale tipo di contributo offre a Vita&Salute? «Le riviste oggi sembrano aver sempre bisogno di temi aggiornati, di “notizie” che facciano “notizia”, e spesso quelle di divulgazione medica finiscono per distorcere la rilevanza dei risultati della ricerca per enfatizzarne spettacolari prospettive, con titoli trionfalistici su nuove molecole che sconfiggeranno il cancro o sulla scoperta di geni responsabili di questa o quella malattia. Il mio ruolo è quello di evitare che V&S cada in queste tentazioni. Nello stesso tempo, lavorando in ambienti d’avanguardia della ricerca scientifica in campo biologico e di sanità pubblica, da un lato posso indicare temi e inchieste su argomenti effettivamente importanti per la prevenzione, suggerendo qualche primizia; dall’altro aiuto a controllare che le informazioni veicolate da V&S siano scientificamente fondate e siano espresse con prudenza, modestia e consapevolezza che le “certezze” scientifiche non sono mai sicure al cento per cento». - Secondo lei, quali sono le principali lacune dell’informazione medico-salutistica in Italia? «Non vorrei usare parole grosse, ma mi viene da dire: l’immoralità, che consiste nell’anteporre l’interesse dell’editore, o dello sponsor, rispetto a quello della salute del lettore». - E nella ricerca scientifica, uno dei principali limiti è avere una visione riduttiva dei problemi? «Gran parte degli scienziati è ancora molto lontana dal concetto che è il nostro stile di vita nel suo complesso che ci fa ammalare. L’illusione ri-

duzionistica si è impadronita della prevenzione: non tanto nel senso, che sarebbe auspicabile, del togliere specifiche sostanze tossiche dagli ambienti di lavoro e di vita, bensì nel senso di applicare le conoscenze sui meccanismi biologici per caratterizzare la suscettibilità genetica individuale e intervenire con farmaci specifici. Spetta quindi a noi decidere: o aspettare le meravigliose promesse della scienza per una magica pillola anticancro, o darsi una regolata fin d’ora e scegliere uno stile di vita più consono alla natura umana. Per questo tendo a occuparmi sempre più di cucina. E mi applico per giungere a morire sano e sorridente». A cura di Ennio Battista Direttore responsabile e Presidente Lega Vita e Salute

Un trattore in viaggio verso Ouagadougou

Insieme a un aratro, gomme speciali e tanti beni per la popolazione burkinabé Il giorno 21 gennaio 2010 un container di ben 40 piedi spedito da Reach Italia alla volta del Burkina Faso, è salpato da La Spezia per raggiungere, in circa un mese e mezzo e passando da Abidjan, la destinazione finale di Ouagadougou. All’interno di questo enorme contenitore (lungo 12 m, largo 2 m e mezzo e alto quasi 3 m!!) un trattore SAME Laser 150, ben otto gomme speciali forestali, un aratro Delfino e beni di prima necessità in quantità per i bambini delle scuole Reach e per la popolazione burkinabè: motocicli, biciclette, vestiario, materassi, scarpe, giochi e tanto altro ancora. Questa spedizione si inserisce innanzitutto all’interno di un’importante fase del progetto “Recupero delle terre fortemente degradate per la sicurezza alimentare nel Sahel burkinabé”, intervento che, con il sostegno di importanti donatori quali la Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, ha l’obiettivo di recuperare e riportare alla vita ben 3.000 ettari (30 milioni di m2!) attualmente in via di desertificazione. All’interno di questo grande progetto è stata siglata una partnership con la nota azienda bergamasca SAME DEUTZ-FAHR. Sulla base di un contratto di sponsorizzazione che impegna anche Reach Italia a svolgere attività di promozione. L’azienda, ha donato un trattore Laser 150, ritenuto rispondente ai requisiti per l’utilizzo ai fini del recupero delle terre con l’aratro Delfino. Il tutto completato da

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pezzi di ricambio e cerchi per montare le speciali ruote forestali, acquistate per permettere ai nostri trattoristi di lavorare su terreni brulli e irti di ostacoli. Al trattore verrà abbinato lo speciale aratro Delfino, l’attrezzo ideato dall’Ing. Vallerani che Reach Italia ha deciso di adottare per i suoi programmi di lotta alla desertificazione e sicurezza alimentare nel Sahel; un nuovo aratro è stato acquistato usufruendo di uno sconto dalla ditta Nardi di Perugia, anch’esso completo di pezzi di ricambio. Tutte queste attrezzature hanno occupato buona parte del container, ma rimaneva moltissimo spazio da riempire. Per questo motivo è stata organizzata una raccolta di beni di prima necessità, anche a seguito dell’alluvione che a settembre ha colpito Ouagadougou, ed i risultati sono stati sorprendenti: 40 quintali tra indumenti, scarpe, giocattoli e articoli casalinghi che raggiungeranno le popolazioni bisognose del Burkina Faso. Il magazzino provvisorio per la raccolta di tutte queste donazioni in natura era situato a Forlì, dove il 15 gennaio numerosi volontari hanno lavorato intensamente per caricare tutto sul container, già in viaggio per La Spezia. Nel prossimo numero vi racconteremo l’arrivo del container a Ouagadougou, continuate a seguirci. Gloria Plebani

Donazioni senza spese con il RID

Campagna RID anch’io Sono il nuovo Responsabile Amministrativo di Reach Italia Onlus, da poco sono entrato a far parte di questa grande famiglia con molto entusiasmo per dare il mio contributo finalizzato all’aiuto dei bambini poveri nel mondo. Vorrei ricordarvi che Reach Italia Onlus aderisce alla campagna “RID anch’io”, un’iniziativa a sostegno della crescita delle donazioni alle associazioni non profit. Questa iniziativa è stata resa possibile grazie alla disponibilità dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), che ha accolto l’invito della campagna “RID anch’io” e si è fatta promotrice di un’opera di sensibilizzazione presso le banche. I principali Istituti di Credito infatti (circa il 70% degli sportelli bancari) garantiscono la gratuità delle operazioni e delle relative scritture di conto alla propria clientela che decide di donare attraverso il RID. Aderire a questa modalità di versamento è molto importante per Reach Italia Onlus perché assicura la certezza del vostro sostegno, ci permette di ridurre i costi amministrativi e ci consente di program-

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11 mare la nostra liquidità e pianificare sempre meglio le nostre attività future nei confronti dei bambini cioè riuscire ad essere vicini ai bambini poveri del mondo ogni giorno. In sintesi il RID ha tanti vantaggi: è conveniente per i donatori perché non pagheranno le commissioni bancarie se la propria banca aderisce all’iniziativa “RID anch’io” e quindi, se vorrai le spese risparmiate potrai metterle a disposizione di Reach Italia Onlus per i regali ai bambini o altri progetti; è solidale: assicura un sostegno regolare al bambino e alla sua comunità e ci permette di programmare le nostre attività future, potremo così destinare maggiori risorse alla lotta alla povertà; è comodo, si risparmia tempo ed è possibile farlo da casa vostra, senza perdere tempo e fare code in banca. Il vostro versamento sarà accreditato automaticamente, scegliendo l’importo e la rateizzazione da voi preferita, basta inviare a Reach Italia Onlus il modulo compilato con la Vostra autorizzazione, che potete sempre revocare in qualunque momento senza spese, con una semplice lettera o comunicazione telefonica. Per verificare se la propria Banca ha aderito all’iniziativa “RID anch’io” basta collegarsi al sito dell’ABI (www.abi.it), che fornisce un elenco aggiornato delle banche che hanno risposto positivamente all’iniziativa o chiedere direttamente a noi. Se la Vostra Banca non aderisce all’iniziativa, vi preghiamo comunque di fare richiesta allo sportello bancario e di invitare la Banca a partecipare, per un’azione di sensibilizzazione che ogni cliente può contribuire ad attuare presso il proprio Istituto di Credito. I BENEFICI FISCALI PER LE DONAZIONI: Le tue donazioni a favore di Reach Italia Onlus godono dei benefici previsti dalla Legge: per le persone fisiche: si può detrarre la propria donazione dall’imposta lorda per un importo pari al 19% per un importo non supe-

riore a euro 2.065,83, oppure dedurre la donazione nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato e nella misura massima di Euro 70.000,00 annui. per le persone giuridiche: si può dedurre la donazione dal reddito complessivo per un importo non superiore al 2% del reddito complessivo dichiarato. Allegato a questo numero di Reach Italia Notizie trovate la certificazione e il riepilogo dei versamenti effettuati nel 2009. Ma dal prossimo anno non invieremo più la certificazione per ridurre i costi e perché già da ora è sufficiente presentare la ricevuta postale o bancaria della donazione per usufruire dei benefici fiscali. Ricordo inoltre che per le donazioni tramite bonifico o carta di credito, l’estratto conto ha valore di ricevuta. Alberto Ferrari Responsabile Amministrativo di Reach Italia

Una stella per Songa Sotto un’altra luna

Reach Italia Onlus, oltre ad occuparsi direttamente di molti progetti disseminati tra l’Africa e l’Indonesia, cerca anche di incoraggiare e sostenere azioni svolte dai suoi collaboratori sparsi nel globo, che agiscono secondo i principi della solidarietà e della fratellanza. Oggi vogliamo dare spazio e visibilità all’iniziativa condotta da Matteo Calà, dal titolo “Una stella per Songa”. L’obiettivo riguarda la raccolta fondi per la fornitura di attrezzature specifiche per l’ospedale di Songa, in modo da offrire un aiuto concreto alle popolazioni locali di quest’area disagiata ed arretrata del Congo.

Il progetto è attivo e in continuo sviluppo dal 2007 e sta ottenendo ottimi risultati, migliori pure di quanto era stato in realtà preventivato. Per tale ragione l’attività è stata protratta e prosegue ancora attualmente alla ricerca di nuove donazioni che risultano sempre fondamentali in queste zone veramente povere nel cuore dell’Africa. La novità di quest’anno è la realizzazione di un libro scritto da Matteo Calà e intitolato “Sotto un’altra luna”. La pubblicazione tratta delle esperienze di volontariato da lui vissute a soli ventuno anni d’età nel biennio 1986-1988, quando si addentrò per la prima volta nell’intricata savana congolese: già allora aveva ben chiaro in mente che sostenere i più bisognosi e vulnerabili sarebbe stato l’orientamento principale seguito nel corso della sua esistenza. Ora sta dedicando anima e corpo sempre a favore del Congo, terra povera e bisognosa di sostegno che tra l’altro, nel corso degli ultimi decenni, ha subito varie guerre civili che ne hanno minato il già precario equilibrio interno, andando dunque a indebolire maggiormente le fasce più povere. Il ricavato delle vendite di “Sotto un’altra luna” sarà devoluto proprio al progetto “Una stella per Songa”, sperando che questa stella possa divenire fissa e luminosa presso queste popolazioni che necessitano di appoggio e stabilità per uscire dalla loro condizione di povertà. Quindi non possiamo far altro che consigliarvi di andare a comprare questo libro, nel quale domina il mix tra buoni sentimenti e azioni concrete sul territorio. Mattia Fachinetti


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Aiuto e recupero per i bimbi stranieri in Italia In una realtà parecchio discriminata, il Governo propone una nuova iniziativa

Da tempo, una delle credenze e delle leggende metropolitane radicate all’interno della cultura italiana è quella secondo la quale il fenomeno della delinquenza è estremamente diffuso tra gli immigrati presenti nel nostro Paese, anche per quanto riguarda le età giovanili. Tuttavia una riflessione di questo genere sottolinea una mancanza di conoscenza della realtà attuale, dal momento che si tende a generalizzare una situazione che invece risulta fortemente stratificata e caratterizzata allo stesso tempo da una cultura che porta con sé i classici pregiudizi verso gli stranieri. Infatti, prendendo in considerazione l’ambito minorile, bisogna sottolineare come i bambini e i ragazzi di nazionalità italiana, negli ultimi anni, ricevano almeno il doppio delle denunce, se non il triplo, rispetto a quelli extracomunitari. Al contempo, la presenza in carcere risulta essere però bilanciata attorno al 50%, con una leggera inversione di tendenza negli ultimissimi anni dove i minorenni italiani hanno superato quelli stranieri nella presenza all’interno degli istituti penali minorili. In sostanza comunque le considerazioni da farsi rimangono le medesime (stime ricavate da un’inchiesta del giornale “Vita). Il problema che sta a monte è quello della discriminazione che si viene a ripercuotere purtroppo

anche in ambito penale, andando a svantaggiare particolarmente coloro che rimangono soli e abbandonati al loro destino sul territorio italiano fin dalle fasi iniziali della crescita e dell’adolescenza. Le conseguenze nei loro confronti risultano essere più pesanti rispetto agli standard abituali, specie nel momento in cui vengono reinseriti nella società, e ciò non contribuisce sicuramente al processo di aiuto e di sostegno del quale invece necessiterebbero fin da subito. Questi aspetti hanno dato l’impulso direttamente al governo per promuovere un’iniziativa importante, concordata assieme al Ministero degli Interni e al Ministero della Giustizia, patrocinata inoltre da parte dell’Unione Europea: l’attuazione, dalla fine di luglio 2009, del Progetto “Old”. Questo progetto consiste sostanzialmente nella comunicazione all’interno della sfera sociale sulle tematiche concernenti per l’appunto i minori immigrati e la giustizia minorile. L’attività è stata divisa in due fasi ben precise: la prima ha riguardato i territori del Lazio, del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto Adige, e si è conclusa nello scorso ottobre; la seconda invece, che è ancora in corso di svolgimento fino al periodo marzoaprile, sta interessando il Nord-Ovest, dunque Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. L’obiettivo, come si può evincere dal bollettino ufficiale emanato dagli stessi ministeri, è quello di sottolineare che, sebbene il fenomeno della delinquenza tra i minorenni immigrati sia in aumento da un punto di vista numerico, ma rimanga invariato sotto il profilo percentuale a causa dell’aumento dell’intera popolazione straniera, l’esecuzione penale da seguire non possa essere uniformata per tutti i casi. Si deve prestare attenzione perciò a ogni singolo ragazzo e valutare la sua posizione in base a molteplici fattori quali l’età, lo status di straniero, il rischio di disagio psicologico e l’esposizione ad altri rischi. Attraverso la realizzazione e la diffusione di materiali informativi di vario genere, il consolidamento di una rete interistituzionale e la realizzazione di interventi di sensibilizzazione, da una parte si vuole informare i minori o comunque

gli adolescenti che hanno appena raggiunto la maggiore età dei servizi e delle opportunità offerte dal dipartimento e dai centri per la Giustizia Minorile; dall’altra si cerca di metter in comunicazione questa realtà con gli enti territoriali coinvolti, con le istituzioni, soprattutto quelle legate al lavoro sociale, e con i media. Quindi è auspicabile che i risultati di quella che è a tutti gli effetti una sperimentazione possano essere positivi e dunque consentire l’avvio di un progetto di ampio respiro fondato su questi aspetti. Aiutare i ragazzi rinchiusi nei vari istituti di recupero è dovere da parte dell’intera società in modo tale che possano sia espiare le loro colpe, ma allo stesso tempo avere la possibilità di costruirsi una identità e guardare al futuro con prospettive migliori. Per altre informazioni sul Progetto “Old” vi consigliamo di consultare la pagina http:// www.giustiziaminorile.it/public/ news/2009/allegato_Oltre_la_discriminazione. rtf Reach Italia facendo rete con altre entità del terzo settore, sta portando avanti sul territorio nazionale delle iniziative che possono aiutare i ragazzi emarginati e disadattati ad inserirsi a pieno titolo nella società civile italiana. Mattia Fachinetti Anno XX no. 1 gennaio-marzo 2010 Una copia 1,00 Euro compreso IVA assolta dall’editore art.74/c D.P.R. 633 del 26-10-1972 Editrice Reach Italia ONLUS Viale Molise 1, Cinisello Balsamo (MI) tel.: 02.660.400.62 fax: 02.66010030 www.reachitalia.it redazione@reachitalia.org C.F. 97061580151 P.IVA 04237030962 R.O.C. 12429 del 14/02/2004 Stampatore Grafiche Bazzi - tel.: 02.2640690 Aut. n. 88 del 23.02.90 Tribunale di Milano Organo trimestrale di Reach Italia ONLUS Sped. in a. p. art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Milano Direttore responsabile Romano Ricci Comitato di redazione: R. Ricci, F. Fratus, L. Pavel Per versamenti e donazioni: - C/C POSTALE: 59692202 - BANCA POPOLARE DI SONDRIO ag. Cinisello Balsamo IBAN: IT54I0569632930000004444X70 - BANCA PROSSIMA filiale 05000 di Milano IBAN: IT48E0335901600100000008708


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