2 minute read

L'industria molitoria sta distruggendo valore

Per Italmopa la causa sono le divisioni del settore e la mancanza di politica industriale: il grido d’allarme del presidente dell’organizzazione dell’industria molitoria durante un convegno al centro del quale c’era il complesso problema di come valorizzare al meglio le filiere nazionali del frumento, tenero e duro.

Il Presidente di Italmopa Cosimo De Sortis ha lanciato un vero e proprio grido di allarme: "bisogna rafforzare le filiere ovvero privileg iare un approccio cooperativo tra gli attori, che deve essere diretto ad un recupero e ad una migliore distribuzione del valore, dal campo alla tavola. Questo oggi non avviene, anzi, potremmo affermare senza timore che il comparto attualmente distrugge valore. Poi manca una vera e propria proposta di politica industriale che riconosca nella filiera del grano tenero e del grano duro un ruolo strategico in ragione del contributo di queste filiere all'immagine del made in Italy nel mondo. Quando parlo di una politica industriale attenta alle esigenze dell'industria molitoria mi riferisco ad una serie di iniziative che potrebbero impattare positivamente sulle strutture dei costi delle imprese e sulla promozione di prodotti nuovi e tradizionali con misure specifiche". L'occasione è il convegno dell'Associazione Industriali Mugnai d'Italia "Valorizzare le filiere nazionali del frumento tenero e del frumento duro", con le principali associazioni di categoria per fornire risposte e soluzioni concrete in un momento ancora molto delicato non solo per le filiere di frumento tenero e duro, ma per l'intero comparto alimentare. Con un incremento di circa 49.000 t rispetto allo scorso anno, nel 2017 il volume dei prodotti dell'industria molitoria si è attestato su circa 11 milioni di tonnellate, registrando un fatturato che risulta stimato in 3,467 miliardi di euro (1,674 miliardi di euro nel comparto della trasformazione del frumento duro e 1,793 miliardi di euro nel comparto della trasformazione del frumento tenero). Ad aprire la giornata sono stati Angelo Frascarelli, docente di Politica agroalimentare dell' Università di Perugia e Raffaele Borriello, Direttore Generale Ismea, che hanno fatto una fotografia delle filiere nazionali di frumento tenero e frumento duro e delle sfide che esse potrebbero essere chiamate ad affrontare nel futuro. Secondo Frascarelli, per far crescere il made in Italy serve "creare accordi e reti tra imprese agricole e industria alimentare di reciproco interesse economico. Oltre l'etichettatura, punto qualificante della nostra politica agraria nazionale, occorre una filiera efficiente e una collaborazione tra tutti gli attori”.

Fonte: Efa news