TRUE GLUE

Page 1

TRUE GLUE



#TRUEGLUE SAGGI PERSONALI SUL COLLAGE DAL 30 APRILE

AL 8

MAGGIO

2016

MANSOURCING SPAZIO CONTEMPORANEO VIA ACQUANUOVA 244 CALTAGIRONE (CT)

TESTO IN CATALOGO FRANCESCO COGONI MOLLY NARCISO FOTO PROPRIETA’ DEGLI AUTORI IMPAGINAZIONE E GRAFICA DEMETRIO DI GRADO

CONTATTI ASSOCIAZIONEMANSOURCING@GMAIL.COM MANSOURCING.WIX.COM / SPAZIOCONTEMPORANEO FACEBOOK.COM /ASSOCIAZIONEMANSOURCING ISSUU.COM/MANSOURCING


TRUE GLUE – Saggi personali sul Collage George Grosz, ricorda nei suoi scritti: «Quando John Heartfield ed io inventammo il fotomontaggio, nel mio studio, alle cinque di una mattinata di maggio nel 1916, nessuno dei due aveva idea delle sue enormi potenzialità, né della strada spinosa ma piena di successo che ci avrebbe aspettato. Come spesso succede nella vita eravamo inciampati in un filone d'oro senza nemmeno accorgercene». Durante tutto il corso del novecento sino ad oggi, abbiamo avuto esempio di questo filone d'oro di cui parla Grosz, ed abbiamo potuto osservare solo una parte delle sue effettive potenzialità. Dall'avvento della fotografia la produzione di nuove immagini si è semplificata, che con l'avvento delle nuove tecnologie si è giunti ad una progressiva e sempre maggiore accessibilità di un mezzo ormai alla portata di tutti, sino a sconfinare in un irrimediabile ed implacabile sovraproduzione di icone. Difatti fin dalla prima infanzia ci troviamo immersi e sommersi dalle icone più disparate, che ci arrivano da ogni parte del mondo, marche, pubblicità, cartoni animati, film, notizie, storie, icone sacre, foto di famiglia sino ad arrivare alla selfy generation, sono solo alcune categorie delle milioni che ci capitano sotto gli occhi ogni giorno. In questo scenario apocalittico in cui le icone, di prepotenza, conquistano e controllano l'immaginario delle persone, come si esprimono artisti come Demetrio Di Grado, Jimmy Rivoltella e Vlady Art? Decidono di utilizzare il collage, un medium in cui le immagini utilizzate non sempre sono create dall'artista, dove non è difficile che più artisti siano attratti dalla stessa immagine, considerando lo scenario viene da porsi un dubbio evidente, quanta influenza hanno le icone sul nostro retaggio culturale, sulle nostre scelte e sul nostro gusto estetico? Insomma, sono le icone ad influenzare e modificare le nostre soggettività o c'è piuttosto qualcosa nel nostro volto, come direbbe Machiavelli, nella nostra identità, che rimane immutabile dalla nascita? Questo medium, più di qualsiasi altro, rende evidente quanto la personalità artistica prevalga sempre sull'icona, tanto da farla diventare mero strumento da plasmare a propria volontà, che sia un processo coscio o meno poco importa. La scelta è la componente essenziale, quali immagini ci attraggono, quali sono più adatte a fare da conduttore per comunicare ciò che vogliamo, nel modo in cui vogliamo comunicarlo. Che sia libera espressione dell'artista e della realtà culturale che lo circonda o una poetica unione tra i segni e le fotografie della sua memoria biografica, un divertente gioco di assemblage no sense o uno sguardo obliquo e attento in una continua e disincantata interrogazione sui mutamenti del mondo. I collage degli artisti in mostra, dimostrano ancora una volta quanto la personalità artistica prevalga sempre. Francesco Cogoni


TRUE GLUE – una tecnica in uso Da una tecnica in uso utilizzata nell’ambito artistico e pedagogico esattamente nel 900, dal Cubismo a Braque verso una corrente astratta individuata in un chiaro momento storico in cui l’ asse ruota verso prospettive d’avanguardia sempre più informali sfocia nella più apparente semplice e macchinosa espressione il collage (termine francese che indica la sovrapposizione di carta , fotografie , sovrapposizione di ritagli di giornale) , per approdare al suo opposto il de collage (riconoscibile nello strappo della carta messo volutamente alla vista dello spettatore) Mimmo Rotella è stato uno dei maggiori rappresentanti di questa tecnica e tutt’oggi le sue opere rappresentano alcune tra le più quotate. Dal futurismo, percorrendone la cronologia temporale, al successo della Pop art per approdare ad un affermato nuovo realismo, ambiti di ricerca ed espressione compositiva intrinseca ed estrinseca …il concetto di metonimia si fa strada ed i valori di significato e di qualità, divengono talmente proporzionali ed inversamente proporzionali tra loro che lo stato compositivo assume e si evolve in un modo espressivo sempre nuovo. . Una premessa doverosa che in qualche modo può fare comprendere oltre la vista il valore di un opera aldilà dell’apparente e dello scontato gioco di sovrapposizione e di ritagli. Una ricerca che nelle opere di Jimmy Rivoltella rivela in un modo nuovo una lettura visiva in cui lo spazio si inverte, e si presentano come pareti senza limiti né confini, popolati dall’essenziale dalla presenza dominante di attori estrapolati da una vita reale ad altra vita, personaggi che vivono, viaggiano si raccontano, spigolose trame in cui il tempo resta sospeso. Demetrio Di Grado e la poetica del frammento, costruzione e decostruzione, ritagli equilibri compositivi, ieri oggi e un riabbracciare la spigolosa tematica del non senso, dal gioco alla combinazione apparentemente casuale, la bellezza della logica nell’essenza dell’illogico, due poli che si incontrano che implodono tra colori, eroi, immagini e parole in una composizione visiva senza chiavi di ricerca. Vlady Art, dall’urbana visione, alle gigantografie dei caratteri, spazi visitabili collegati tra loro che nascondono distanze approdabili, la grandezza tra composizione e minimalismo, si stagliano, si impongono e sovrastano come elementi di massa, oltre il gesto, le culture, la conoscenza, celate e svelate nelle sue opere in cui l’uomo resta ed è totalmente smarrito e incantato. Molly Narciso



Torino nel 1974. Collagista libero nel pensiero e nell’azione. Nasce e cresce artisticamente nello studio di Mattia Moreni. In questo Catalogo tutte le opere sono senza titolo ed eseguite tra il 2012 e il 2014. www.jimmyrivoltella.com

/// info@jimmyrivoltella.com







Con oltre 500 piccole e grandi azioni, Vlady è un artista visivo multidisciplinare che spazia dall'intervento esterno alla performance di strada, dal testo concettuale al video surreale, dall'istallazione minimale alla burla situazionista... il tutto quasi sempre senza permesso e per le strade. E' meglio conosciuto per il suo spontaneo, spiritoso e critico approccio, che nasconde una vena di malinconia, tra denuncia e provocazione. La sua produzione incessante di idee, che commentano la società e le situazioni, lo rende oggi uno dei pochi nomi italiani attivi in questo particolare ramo dell'arte pubblica. Dopo la laurea in belle arti presso l'Accademia di Milano, nel 2003 si trasferisce in Irlanda. Per cinque anni la sua produzione è stata esclusivamente (o quasi) confinata alla fotografia e alla pittura. Durante questo apparente periodo di quiete, matura la volontà di dedicarsi all'esterno, anche pittoricamente. Specie dal 2009, il suo studio diventa il territorio, l’ambiente circostante, sia urbano che naturale. Inizialmente, la street art di Vlady era per lo più decorativa. Intorno al 2011, con la complicità della crisi economica, il suo approccio è diventato più concettuale, sarcastico e comunicativo. La fotografia è ritornata ad essere centrale nel suo lavoro, diventando il media principale per fruire la sua produzione immateriale (ed effimera). L'uso di testo nelle sue opere è aumentato notevolmente negli anni. Il media che preferisce usare in studio è il collage, perché rifiuto disponibile a basso costo e proveniente dalle strade. Tutto finisce, dai suoi viaggi, nei suoi collage: adesivi, locandine, biglietti del bus, depliant del museo.I collage sono spesso finiti da un tocco a spray, con stencils. Negli ultimi anni, soprattutto grazie agli ultimi lavori e alle performance, ha guadagnato un po' di spazio in questa nicchia dell'arte urbana/pubblica, nazionale e internazionale, con conseguenti pubblicazioni, articoli, interviste, mostre e inviti, dall'Italia e dall'estero.







Palermo nel 1976. Ha al suo attivo diverse personali itineranti per tutta la Sicilia, nove sono le più incisive per critica e affluenza, inoltre la partecipazione a numerose manifestazioni e mostre collettive. Dal 2008 un ciclo di dipinti permettono di affrontare da punti di vista diversi e complementari la rivoluzione dei paesaggi. La spiritualità e l’intensità della materia e dei materiali utilizzati si armonizza con i colori magnetici e magmatici. L’operato di Demetrio è pervaso da un’astrazione lirica, linee grafiche immaginarie, che nascondono e contestualmente esaltano poetiche tendenze surreali. Di Grado, si esprime con assemblaggi di carta, vinilica e altri materiali, con colori equilibrati (talvolta di tonalità calda e talvolta fredda). La superficie pittorica, fortemente materica e ricercata, è ricomposta in ogni sua parte come un puzzle. La componente riflessiva è preponderante, i contrasti cromatici sono esaltati nei suoi “paesaggi”. Il soggetto paesaggistico compare come oggetto per giustificarsi come forma, ma è la materia e i colori accesi che si contraddistinguono, nei suoi lavori. Smalti, solventi, acrilici… intervengono nei mondi narrativi dell’autore, accostasti fra di loro prendono corpo e consistenza singolarmente ma non si disuniscono mai dall’insieme, donando un senso di calma avvolgente ed energia. Demetrio Di Grado anche amante della fotografia e collagista: in essere due progetti fotografici, #fotodigruppo e #unestatealmare, ove i soggetti giocattolo di suo figlio, nello specifico supereroi, vengono contestualizzati nelle classiche foto di gruppo oppure ritratti al mare a godersi il relax meritato dopo le personali vicende o vicissitudini. #NONSENSE e IN COLLA VERITAS 20x20 con tecnica del collage. Vive e opera a Caltagirone.

è il suo progetto da collagista oltre 20 tele formato









Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.