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Il termine curvatura indica una serie di concetti geometrici legati fra di loro, che intuitivamente si riferiscono alla misura di quanto un determinato oggetto si discosti dall’essere piatto. La misura della curvatura viene definita in modi diversi a seconda dell’ente geometrico cui è applicata. Si definisce arco la parte di una curva regolare compresa fra due suoi punti, detti estremi dell’arco. Curve regolari sono le curve continue e dotate di tangente unica in ogni punto.

CURVATURA

MR CHAIR

ARCO

CHAIRE LONGUE

KYUDO

LOST CHAIR


CURVATURA

Mr 20

Ludwig Mies van der Rohe, 1927 Questi modelli presentano una ampia curvatura del telaio che li rende meno funzionali rispetto ad altri esempi di sedie basculanti per effetto di una struttura di supporto ad U. Con queste sedie a sbalzo, Mies van der Rohe rivendicava di essere stato il primo a sfruttare la flessibilitå del tubo d’acciaio trafilato a freddo.


CURVATURA

Arco

Achille e Pier Giacomo Castiglioni, 1982 E’ uno dei pezzi piÚ noti e rappresentativi del design italiano. Punti di forza: rigore delle linee e uso attento dei materiali. Posizionabile ovunque, si basa su un concetto semplicissimo: la lampada permette con un arco di grande lungezza di illuminare una zona della vostra casa senza ingombro.


CURVATURA

Chaise Longue Le Corbusier , 1929

Ha un sistema d’appoggio strutturato nel modo più semplice e ergonomico, con un piedistallo in acciaio che sostiene la culla in acciaio cromato. Per la sua forma curva, è in grado di oscillare, assecondando la posizione di maggiore o minore inclinazione del corpo. Niente più dell’essenziale.


CURVATURA

Kyudo Hansandfranz, 2010

La tecnologia a LED permette di tracciare un autentico nastro di luce lungo uno dei due archi che compongono la sua struttura. Gli archi scorrono uno sull’altro consentendo l’estensione della lampada e della linea luminosa, regolabile a piacere. E’ una forma che si adatta fluidamente alle diverse situazioni: lettura, relax, convivialità.


CURVATURA

Lost chair Cesare Paciotti , 2010

La sedia, in pelle e acciaio, è ispirata al design modernista e ai grandi classici. Ha una seduta straordinaria unita alla praticità dell’essere pieghevole. Si caratterizza per lo stile lineare e pulito, data dall’incrocio di due semplici forme.


Un cono, in geometria e nell’uso comune, è un solido ottenuto ruotando un triangolo rettangolo intorno ad uno dei suoi cateti, quello che sarà l’asse del cono. Il cerchio ottenuto dalla rotazione dell’altro cateto è detto base. L’estremo dell’asse che non si trova sulla base è detto apice o vertice. Un oggetto di forma simile a un cono è detto conico.

FORME PURE

IL CONICO

I.CONO

PALPEBRA

CONE

COCONUT


FORME PURE

Il Conico Aldo Rossi, 1986

Il nome di questo bollitore dice tutto su di lui: l’architetto Aldo Rossi aveva una forte passione per le forme pure ed il cono è ricorrente in tutte le sue espressione. Anche questo oggetto, vuole essere un omaggio alle figure costanti del suo immaginario.


FORME PURE

Cone Verner Panton, 1958

La sedia è l’interprete delle idee non convenzionali degli anni’50. Sfidando la forza di gravità, il cono era al tempo stesso futuristico e scioccante: una forma pura che accoglie chi si siede nel suo abbraccio.


FORME PURE

Palpebra Davide Groppi, 2009

E’ una lampada pura e essenziale, semplice e leggera. La forma è definita: un cono realizzato in metallo che si posiziona asimmetricamente aperto rispetto alla base, originando una emissione obliqua che ricorda appunto una palpebra socchiusa. Oltre al contrasto con l’assoluta opacità del portalampada, il taglio luminoso lascia uscire la luce disegnando una ellisse virtuale.


FORME PURE

I.cono

Lievore, Altherr, Molina, 2008

Il nome di questo bollitore dice tutto su di lui: l’architetto Aldo Rossi aveva una forte passione per le forme pure ed il cono è ricorrente in tutte le sue espressione. Anche questo oggetto, vuole essere un omaggio alle figure costanti del suo immaginario.


FORME PURE

Coconut Herman Miller, 1955

Questo progetto, tipico del design degli anni 50, è caratterizzato dalla chiarezza delle sue forme e da un impiego minimo di materiali. Nelson stesso lo paragonò ad una noce di cocco spaccata in pezzi, peró con colori invertiti. Dagli angoli leggeri,con curve morbide, costituisce una forma aperta che permette una massima libertà di movimento.


Il raggio, di un cerchio o di una sfera, è un segmento di retta avente un estremo sulla circonferenza o superficie sferica, e l’altro estremo nel centro della figura. Per estensione si definisce raggio di un cerchio o di una sfera anche la lunghezza di un tale segmento. Il raggio è la metà del diametro.

RADIALI

SCIANGAI

NEST

DINING TABLE

TWIST

X TABLE


RADIALI

Sciangai

De Pas D’Urbino Lomazzi, 1973

Ingegnoso e molto elegante, coniuga funzionalità ed estetica. Lavorando sull’originalità, i designer hanno voluto elevare un oggetto umile come questo appendiabiti per farlo entrare a pieno titolo nella categoria dell’arredamento d’interni.


RADIALI

Dining Table Isamu Noguchi, 1954

E’ fra i tavoli più eleganti del design del XX secolo. In una variante di Rocking Stool, il tavolo ne riprende la colonna centrale in tondini d’acciaio cromati. Il poggiapiedi a forma d’anello realizzato in ghisa garantisce un sostegno sicuro senza appesantire l’insieme.


RADIALI

Nest

Markus Johansson, 2011 Nessun angolo retto, forme morbide che puntano all’emozione prima che alla funzionalità, trascurando del tutto la tradizionale costruzione dei mobili. È la sedia nido di Markus Johansson che si chiama proprio Nest. È un complemento d’arredo insolito ma accogliente e originale, che richiama la forma dei nidi.


RADIALI

Twist

Burtscher & Bertolini, 2000

L’appendiabiti solitamente sparisce quando ci si appendono i capi. Twist non viene nascosto. Viene invece messo in evidenza perché l’unica parte ad essere coperta è quella centrale. Gli indumenti si possono appendere ai ganci infilati nei listelli permettendo alla parte superiore di Twist di emergere in tutta la sua eleganza.


RADIALI

X Table Michael Bihain, 2010

E’ realizzato con un unico foglio di acciaio laccato al quale, con un laser, è stata tagliata una croce utilizzata, successivamente, come piedistallo. La X offre così un gioco visivo a seconda della prospettiva dell’osservatore.


Per forma chiusa si intende una struttura che non presenti interruzioni nella continuità della forma. Il cosiddetto effetto nastro è efficace per la comprensione di questa caratteristica: sviluppandosi in larghezza e riducendosi in spessore, unita per entrambi gli estremi, la forma acquista organicità e può dar luogo a morbide torsioni.

FORME CHIUSE

PERILLO

RAVIOLO

MOBIUS

PLOOF

NEWTON


FORME CHIUSE

Perillo Martin Ballendat, 2010

E’ una sedia da attesa raffinata e stravagante, con un design dal gusto futuristico. Sedile, schienale, braccioli e base si uniscono senza soluzione di continuità per creare un unico oggetto d’insieme.In un mondo rivolto all’efficienza e alla razionalità, la struttura fluida di questa sedia-scultura crea un contrasto nell’ambito di un arredo da ufficio moderno e dalle linee rigorose.


FORME CHIUSE

Mobius LucidiPevere, 2008

Il nastro di Moebius è noto come la superficie che si avvolge ripetutamente su se stessa, ed è questa la vera “forma” che ispira i due designer a creare questo tavolino da salotto. La struttura è molto semplice, ed è formata dal nastro vero e proprio, elemento portante realizzato in lamiera piegata e verniciata bianca o nera, che sorregge il piano in vetro.


FORME CHIUSE

Raviolo Ron Arad, 2010

E’ un progetto realizzato con rotational moulding. Raviolo è stato ottenuto creando un nastro continuo con due texture definite per interno ed esterno, tali da permettere di percepire chiaramente una continuitĂ del materiale che ricorda a prima vista la pasta ripiena.


FORME CHIUSE

Ploof Philippe Starck, 2002

Ploof è una famiglia composta da divano e poltrona realizzati in polietilene colorato in massa con la tecnologia del rotation moulding. Il design sinuoso dalla forma organica sembra suggerire un’ispirazione alla Pop Art. Ploof ha un’eleganza ironica ed informale, rallegrata dal materiale duttile, facilmente inseribile in ogni contesto.


FORME CHIUSE

Newton Staffan Holm & Dan Sunaga, 2009

Vincitore del Nordic Design Prize a Stoccolma nel 2009, questo tavolo si costruisce su un gioco di simmetrie, orizzontali e verticali. Si presenta come un oggetto di design minimalista ed attento all’equilibrio delle forme. Esso unisce con attenzione la morbidezza del legno, valorizzata dalla linee leggere, alla trasparenza del legno.


Sapienza UniversitĂ di Roma FacoltĂ di Architettura C. d. L. Disegno Industriale Progettazione Tridimensionale

A.A. 2012-13 Prof. Graziano Mario Valenti Studente: Eleonora Bompieri Matricola: 1466759


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