John Lennon - Francesco Clemente

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Francesco Clemente John Lennon

Casini Editore


Š 2010 Valter Casini Edizioni www.casinieditore.com ISBN: 978-88-7905-165-1


Per l’analisi musicale, fonologica e psicologica dei pezzi esaminati nel libro si ringrazia sentitamente il Dott. Prof. Francesco Tatangelo, maestro e direttore dell’Accademia musicale di Sora, nonché membro del dipartimento di otorino–laringoiatria e foniatria “G.Ferreri” dell’Università di Roma La Sapienza, diretto dal Prof. Marco De Vincentis.



Arte Le vicende di un artista del calibro di Lennon s’intrecciano inevitabilmente a quelle di altri artisti, passati e presenti, in un grande affresco sulla creatività del genere umano.

Cinema e TV Musica e immagini non possono essere scisse, soprattutto nel “nostro” tempo dove il confine fra di esse si è fatto sempre più labile.

Curiosità Tutto quello che sfugge alle facili catalogazioni, alle categorie più utilizzate, ma che è fondamentale conoscere per comprendere al meglio il mondo in cui Lennon ha vissuto.


Geografia La vita di ognuno di noi è legata a dei luoghi, a degli spazi, a un contesto senza il quale l’identità, e quindi la creatività, non troverebbero espressione.

Letteratura Impossibile approfondire la vita di Lennon senza fare i conti con la Letteratura, siano esse connessioni esplicite o sovrapposizioni appena percepibili.

Musica Ovviamente, è di Lennon che parliamo!

Scienza Le scoperte scientifiche e le rivoluzioni tecnologiche hanno fortemente influenzato gli anni in cui è vissuto John Lennon.


Società Cosa accadeva in quegli anni intorno a John Lennon, come la Società ha influenzato questo grande artista e quanto a sua volta ne è stata influenzata.

Storia Approfondimenti dedicati alla storia, quella con la S maiuscola, ma anche quella che sta ai margini, comunque fondamentale per conoscere un’epoca.

Teatro Alcuni approfondimenti sono legati al mondo del teatro: un mondo apparentemente distante dalla portata planetaria del successo di Lennon...


› John Lennon John Lennon, nato il il 9 ottobre 1940 a Liverpool e ucciso da uno squilibrato l’8 dicembre del 1980 a New York. Maggiori informazioni sono contenute nel testo John Lennon di Francesco Clemente, edito da Casini Editore nel 2010.


Quando, su tutta l’Inghilterra, grandinavano le bombe tedesche, obbedienti al comando indiscusso di un Hitler deciso a piegare l’orgoglio del Leone d’Inghilterra, il 9 ottobre 1940 a

Liverpool

nacque

John Lennon . Quel

bambino, venuto al mondo «con il dono per la musica e la commedia», non sapeva che quel dono «lo avrebbe condotto così lontano dalla sua provenienza, più di quanto avesse mai potuto sognare»1. L’operazione di occupazione militare si chiamava Leone Marino . Non fu certamente uno dei migliori periodi per la città inglese, come dimostrano i rapporti di vigilanza che si riferiscono alla notte fra il 7 e l’8 ottobre, quando bombe ad alto potenziale esplosivo toccarono le zone di Stanley Road e Great Mersey Street, nel centro della città;

Sia che si faccia derivare l’origine del suo nome da liuerpul, che in inglese significa “stagno”, sia che si faccia derivare da elverpool, che allude alla grande quantità di anguille presenti nelle acque della Mersey, è evidente che Liverpool è stata, e rimane, una città di mare. Con una storia ai limiti dell’anonimato, almeno fino alla Guerra Civile Inglese, questa città ha sfoderato tutto il suo valore durante la Seconda Guerra Mondiale, quando subì circa ottanta raid aerei sul Merseyside. Il 9 ottobre 1940, proprio durante uno di questi raid, nacque a Liverpool John Lennon. Dopo la guerra seguì l’intenso periodo della ricostruzione immediatamente avvilito, negli anni Cinquanta, da una profonda crisi economica dal violento impatto sociale che si materializzò in un fortissimo tasso di disoccupazione. È orgogliosamente attaccata alla sua squadra di calcio, fra le più gloriose d’Europa: il Liverpool FC appunto.

Le origini e l’infanzia

› Liverpool


eppure, fra il 9 e il 10 ottobre, «la Luftwaffe inspiegabilmente rimase in silenzio»2. Quel momento storico non fu uno scherzo, sebbene Charlie Chaplin avesse confezionato una parodia cinematografica del nazifascismo rimasta nella storia mondiale del cinema: Il grande dittatore . In quella Liverpool viveva una famiglia di origine irlandese, precisamente dell’Irlanda occidentale. Nel periodo in cui la Walt Disney diede una sua versione della favola di Pinocchio , in questa famiglia nacque un bambino che fu chiamato John cui la madre impose anche un secondo nome, Winston, in omaggio a quel Churchill , celebre politico conservatore, teorico delle «lacrime e del sangue» e della gloriosa resistenza contro la devastazione hitleriana. Suo figlio John, però, nonostante il secondo nome, non avrebbe camminato sulla strada della tradizione in difesa di un assetto sociale di

Le origini e l’infanzia

stampo conservatore. Il padre di John era un marinaio e al figlio lasciò in eredità il coraggio d’imbarcarsi nel mare della vita, anche in quelle acque agitate che promettono tempesta. A ciò si aggiunga che la madre lo abbandonò due volte: la prima quando, seppur molto dubbiosa, decise di affidarlo alle cure della zia Mimì, che non aveva figli; la seconda quando, nel 1958, fu investita mortalmente da un’automobile.

› Il grande dittatore Una metafora geniale, commovente, che penetra nella sensibilità di ogni spettatore di ogni epoca. Primo film sonoro di Chaplin, fu girato nel momento in cui il grande artista inglese smise definitivamente i panni del vagabondo Charlot. Il film è un capolavoro di agrodolce satira del nazismo, che ridicolizza non soltanto la figura di Adolf Hitler ma anche i suoi progetti di pulizia etnica. Memorabile il discorso finale, che profetizza un mondo migliore. Casuale, ma grottescamente suggestiva, è la somiglianza fisica fra Chaplin e Hitler.


› Churchill

› Pinocchio Tratto dal libro di Collodi, il film della Disney apportò alcune modifiche alla storia originale per ragioni di sceneggiatura. Non mancarono le critiche quando il film uscì in Italia, patria dell’inventore del burattino di legno, anche se la Disney dimostrò di essere realmente all’avanguardia circa le procedure di animazione. Dal punto di vista tecnico, infatti, Pinocchio fu il film d’animazione della Disney più complesso, girato con sistemi di animazione mista; costò, all’epoca, più di due milioni di dollari. Benché inizialmente il film non riscosse molta fortuna, grazie alle successive riedizioni ebbe un grande successo presso il pubblico americano.

Le origini e l’infanzia

Nella vita di questo statista c’è stata una madre figlia del proprietario del New York Times e un padre esponente di spicco del Partito Conservatore Britannico. Churchill possedeva un’evidente inclinazione per la scrittura. Dalle sue corrispondenze dalla guerra afgana del 1897 prese corpo un libro e nel 1953 vinse il Premio Nobel per la Letteratura per i suoi scritti storici. La sua storia politica ha un sapore a metà fra l’epico e il cinico: l’errata conduzione della seconda guerra mondiale, insieme alla pressione dell’opinione pubblica, indussero i conservatori a pregarlo di accettare la carica di primo ministro, favorendo così un governo di unità nazionale, nato sulla promessa di «lacrime, sudore e sangue». Dopo la guerra, nel 1950, si impegnò invano per la salvezza di Milada Horáková, condannata a morte dal regime comunista cecoslovacco, mentre due anni dopo cercò di destituire il premier iraniano democraticamente eletto, Mohammad Mossadeq, in seguito alla decisione di questi di nazionalizzare la Anglo–Iranian Oil Company (di cui il governo britannico era azionista di maggioranza). Ma quando i primi tentativi di golpe vennero scoperti e l’Ambasciata britannica fu espulsa dall’Iran, l’amministrazione Churchill si trovò costretta a chiedere alla CIA e all’amministrazione Eisenhower di portare avanti il colpo di stato. Sua la massima: “La verità è così preziosa che bisogna proteggerla sempre con una cortina di bugie”. Un’occasione mondana consentì l’incontro della sua vita: Churchill incontrò la sua futura sposa, Clementine Hozier, nel 1904 a un ballo alla Crewe House, residenza di Robert Crewe–Milnes, conte di Crewe e della moglie Margaret Primrose.


Riguardo alla sua difficile infanzia è sufficiente ricordare il testo e la musica di una sua nota e sconcertante canzone: Mother . Lui era John Lennon. Scorrendo velocemente il suo albero genealogico è possibile ricavarne una serie di preziosi indizi su chi sarebbe diventato da grande; anzi, da grandissimo. Grazie a sua sorella Julia sappiamo che dal ramo familiare materno ereditò due cose fondamentali: l’amore per il Galles e, soprattutto, un’indomabile indole anticonformista. Il futuro Beatles considerò la regione gallese una specie di luogo ideale, una sorta di «terra per appagare la sua sete di pace», magari con l’acquisto di una bella fattoria; un desiderio forte se si pensa che cinque anni prima di morire fece espressa richiesta alla sorella Julia «di cercargliene una» 3.

Le origini e l’infanzia

Nonostante il retaggio educativo di stampo conservatore della famiglia Stanley, cui apparteneva la madre Julia, è noto che sia lei che le sue sorelle fossero «abbastanza avanti rispetto alla maggior parte delle donne della loro generazione» 4. Dal ramo paterno erediterà la passione per la musica, in particolare da suo nonno,personaggio molto curioso perché, oltre a cantare, intraprese la carriera di prete salvatore di anime. John iniziò, fin da subito, ad abituarsi alla presenza–assenza di un padre lontano. Nacque, infatti,al Maternity Hospital in Oxford Street quando il padre era ancora imbarcato. La sua prima abitazione si trovava a Penny Lane , un sobborgo di Liverpool, precisamente al numero 9 di Newcastle Road;

› Mother Il brano è la rielaborazione e la trasformazione del brano “Julia” del periodo Beatles ed esprime il desiderio di instaurare un rapporto con la madre. Già nel titolo, Mother appunto, Lennon punta il dito a quella che è stata la sua ferita inguaribile: l’abbandono dei genitori. L’assonanza di “mother” con il successivo “father” della seconda strofa completa il j’accuse lennoniano all’indirizzo della famiglia d’origine. La terapia dell’urlo primitivo del dottor Janov influenza fortemente l’espressione musicale della canzone, intrisa di malinconia e di dolore, ma anche di rabbia e di desolazione, che si traducono in una melodia straziante e urlata. In questo brano è appunto la melodia l’elemento principe, in quanto la sezione ritmica della batteria quasi timidamente, nella sua essenzialità strutturale, si sovrappone ad accordi “compatti” che fendono drammaticamente l’aria circostante, resi ancora più drammatici dalle lunghe pause. La voce di Lennon diventa più rauca e graffiante in alcune esclamazioni e soprattutto sul finire delle strofe, riuscendo in una sintesi curiosamente antifrastica fra la dolcezza della melodia e l’interpretazione incisiva.


› Galles Una storia antichissima e spiagge dai tramonti fatati fanno di questa nazione non un’appendice insignificante del Regno Unito ma un territorio di quasi 20.000 km² con più di tre milioni di abitanti, una tradizione riconoscibile e ben radicata e una lingua unica, il cymraeg, “cimrico” o “gallese” (in inglese chiamata welsh). Questa regione prende il nome dalla parola germanica walha, “straniero”, probabilmente per il fatto che nell’attuale Galles trovarono rifugio le originarie popolazioni britanniche al momento dell’invasione della Britannia da parte degli anglosassoni.

› Penny Lane Le origini e l’infanzia

Penny Lane, immortalata dai Beatles in un pezzo indimenticabile, dimostrava come la periferia, evocatrice di degrado e miseria, avesse in realtà i suoi innegabili lati positivi. Forse, quando si ha voglia di svaghi e si abita in periferia, si soffre della lontananza dal centro; ma quando si tratta di salvare la pelle, evitando le incursioni aeree, essere lontani dai centri nevralgici della città può significare la sopravvivenza. Penny Lane è stato, dunque, un bastione di guardia involontario, dietro il quale la casa di Lennon è rimasta illesa dalla furia nazista. Il brano del 1967, fra i più noti dei Beatles, uscì in un formato 45 giri che possiamo definire a tema: risaltava trionfalmente nei testi la città natale del gruppo, Liverpool, argomento che John Lennon svolse con Strawberry Fields Forever e a cui Paul McCartney rispose con Penny Lane. Nel caso di Penny Lane siamo di fronte alla trasposizione di uno stralcio di vita vissuta condito da alcuni riferimenti sessuali espliciti, «le dita nella torta», «gli piace tenere pulita la sua pompa antincendio», abbastanza frequenti nel testo. Paul McCartney scrisse ciò che vide un giorno aspettando John alla fermata del bus, a Penny Lane, dove aveva trovato anche lavoro la madre di Lennon. Scrisse il pezzo all’insegna della rievocazione nostalgica della vita quotidiana a Liverpool, con una sfilata di personaggi estremamente realistici (e probabilmente reali) che stuzzicarono la creatività poetica di Paul.


non una strada qualunque, ma uno dei

luoghi beatlesiani , fra cui è

impossibile non annoverarne un altro: Strawberry Fields Forever . Lì John mosse i suoi primi, goffi passetti di bambino vivace e pronunciò le prime parole, vivendo con sua madre Julia, la quale, in assenza del marito Alf, alla fine cedette alla perseveranza del corteggiamento di un assiduo cliente del caffè dove lavorava: quel John Albert Dykins che diventò per mamma Julia “Bobby” e che sarà il papà della sorella di Lennon, Julia Dykins Baird. Un giorno

Le origini e l’infanzia

del 1945, anno in cui furono sganciate le bombe atomiche su Hiroshima

› Strawberry Fields Forever Se all’epoca dei Beatles il nome di McCartney era indissolubilmente legato a Penny Lane, quello di Lennon era legato a Strawberry Fields Forever. Considerata una delle migliori canzoni del gruppo, fu scritta da Lennon durante le riprese del film di Richard Lester How I Won the War, ad Almería, in Andalusia, tra il settembre e il novembre del 1966. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che la canzone fu dedicata da Lennon all’orfanotrofio omonimo. Qualche elemento a sostegno di questa tesi? L’edificio sorgeva in un grande parco, proprio accanto alla casa natale del cantante, che spesso lo visitava e ci andava a giocare. Oggi, il titolo della canzone ha dato il nome allo Strawberry Fields Memorial, costruito a Central Park a New York in memoria del cantante.


e

Nagasaki , papà Alf bussò alla porta della casa di Penny Lane e prese atto della nuova situazione di sua moglie; John fu dunque chiamato a una prima dolorosa scelta: o papà Alf o mamma Julia. Grazie alla testimonianza della Baird, sappiamo che papà Alf quasi riuscì a convincere il figlioletto, prospettandogli una nuova vita in Nuova Zelanda. Ma John, nonostante fosse così piccolo, fornì un saggio della sua imprevedibilità, scegliendo la madre. L’anno successivo l’Inghilterra borghese si trastullava con le avventure del precursore di James Bond, ovvero l’agente Dick Barton, gli Stati Uniti si

› Hiroshima

La città che, insieme a Hiroshima, forma il binomio evocante la distruzione atomica, si estende al centro del miglior porto naturale dell’isola di Kyu ˉshu ˉ, nel sud del Giappone, territorio di notevole suggestione naturalistica. Fiorente realtà commerciale sviluppatasi in due valli formate da due fiumi, fu distrutta tre giorni dopo Hiroshima, il 9 agosto 1945.

Le origini e l’infanzia

Simbolo, insieme a Nagasaki, della capitolazione definitiva del Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Hiroshima è una città che risale alla fine del XVI secolo. La sua importanza crebbe fino al secondo conflitto mondiale, quando la bomba americana chiamata Little Boy la distrusse, costringendo il Giappone alla resa. Dopo la catastrofe, questa città è diventata un vanto dell’industria giapponese, ospitando la sede ufficiale della casa automobilistica Mazda.

› Nagasaki


consolavano con Frank Capra e il suo film

La vita è meravigliosa , e per

il piccolo John la tempesta sembrò placarsi. Ma fu solo una tregua, perché seguì un periodo in cui dovette partecipare, più o meno attivamente, all’altalena dei tentativi condotti dalla zia Mimì di mobilitare gli assistenti sociali per toglierlo alla sorella Julia. All’epoca John viveva in una stanza talmente sobria da costituire lui stesso parte dell’arredamento: un ambiente riempito solo «da un letto singolo con un baldacchino blu–verde, spinto contro il lato destro del muro»5. Alla fine riuscì a imporsi la zia Mimì, nonostante il disperato tentativo della madre Julia di rapirlo per sottrarlo definitivamente agli appetiti della zia. Mentre l’Argentina nominava

Le origini e l’infanzia

presidente

Juan Perón

e mentre l’Europa assisteva sbigottita alla

condanna emessa dal tribunale di Norimberga , con l’affidamento definitivo concesso alla zia il piccolo Lennon dovette cambiare scuola, passando dalla Mosspits Lane School alla Dovedale Junior School dove, nonostante le sue spiccate capacità, mostrò immediatamente un certo egocentrismo e una certa esuberanza. Inoltre, la zia Mimì permise alla sorella di vedere il

› La vita è meravigliosa Aiuto provvidenziale ed esaltazione dei buoni sentimenti sono gli ingredienti di questo film, girato appositamente in bianco e nero da Frank Capra, che volle dar vita a un vero e proprio manifesto dell’ottimismo americano dell’età post–bellica. La vita, segnata da raggiri finanziari e da obiettivi non raggiunti, dell’onesto George Bailey sembra chiudersi in modo tetro con il più classico dei finali: il suicidio. All’improvviso viene però salvato da Clarence Oddbody, un angelo inviato da Dio. Con un incantesimo, l’angelo mostra a George come sarebbe stato il mondo se lui non fosse mai nato, nel tentativo di fargli capire quanta importanza abbia avuto la vita a cui vuole mettere fine. Il finale è ottimista, con la miracolosa resurrezione e la risoluzione dei problemi terreni.




Come mai non mettete i numeri di pagina nei romanzi?

Nei romanzi non mettiamo i numeri di pagina perchĂŠ pensiamo la lettura non debba essere scandita, o peggio quantificata. PerchĂŠ se abbiamo la sensazione di aver letto dieci pagine anche se ne abbiamo lette due, o di averne lette cinque quando ne abbiamo lette trenta, ci piace conservare quella sensazione. PerchĂŠ pesarne le pagine ci pare un modo grossolano di presentare una storia, e perchĂŠ non vorremmo mai rinunciare alla piacevole necessitĂ di improvvisare un segnalibro.

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I libri cambiano il mondo

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Casini Editore via del Porto Fluviale, 9/a – 00154 Roma www.casinieditore.com info@casinieditore.com Finito di stampare nel mese di agosto 2010 Stampato per Casini Editore dalla Arti Grafiche La Moderna – Roma



24,90 euro ISBN: 978-88-7905-165-1

9

788879 051651

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