'Racconto d'amore, ricetta del cuore' Contest Report

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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE _____________________________________________________________________________

Nella primavera dell'anno 2013 Cascina San Cassiano ha dato il via al quinto contest ufficiale organizzato dall'azienda: "Racconto d'amore, ricetta del cuore". Com'è facile intuire dal titolo, la competizione non riguardava solo l'ambito culinario, ma anche quello letterario, senza dimenticare la fotografia, arte divenuta oramai indispensabile per un'adeguata presentazione dei piatti. Per l'occasione sono stati coinvolti nel progetto esperti di varie estrazioni, in particolare due professioniste del campo editoriale, Simonetta de Nisco, capo redattrice del webmagazine Cascina Style, e Angela delli Ponti, che si sono occupate dei giudizi riguardanti i racconti presentati dai concorrenti. In qualità di esperto di fotografia è stato inserito nella rosa dei giurati Davide D'Angelo, autore di una delle photogallery pubblicata all'interno del CSC channel dal titolo "Le Langhe oltre l'invisibile". Infine, com'è oramai consuetudine per tutti i contest ufficiali organizzati da Cascina San Cassiano, è stata coinvolta nel progetto anche una blogger, Ileana autrice del blog Ribes e Cannella, vincitrice del quarto contest ufficiale Cascina San Cassiano: "Star for a Night". Questa presentazione è un omaggio a tutti i valorosi partecipanti, che si sono dimostrati all'altezza della sfida, considerata da molti tutt'altro che semplice, soprattutto a causa della varietà di competenze richieste: letteratura, culinaria, fotografia. Siamo dunque lieti di presentarvi tutti i “racconti d’amore” in concorso con relative “ricette del cuore”. Buona lettura e buon appetito!

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IL RACCONTO di Sonia Io amo molto i legumi secchi e le varie pasta e fagioli, pasta coi ceci, minestra di lenticchie mi piacciono tanto. Trovo che in inverno siano dei piatti riconfortanti irrinunciabili. L'unico problema deriva dalla mia difficoltà di digerirli, per cui posso mangiarli molto di rado.

Ieri mi sono deliziata con questa facilissima zuppa, o vellutata nel caso in cui frulliate il tutto, che ho accompagnato coi tenerissimi cuoricini ai 5 colori di Cascina San Cassiano. Io personalmente ho dovuto sostituirli perchè sono di grano, ma gli altri si sono ritrovati un bel piatto allegro e colorato. Potete frullare solo una parte dei ceci lasciando integro il resto oppure frullarli tutti; la mia resta comunque una delle mille maniere di preparare questo rustico piatto. Sono particolarmente legata alla pasta multicolore perchè mi riporta alla memoria il viaggio di qualque anno fa in Puglia con mio marito. Abbiamo fatto un sacco di belle gite, abbiamo scoperto posti nuovi, gente gentile e una regione pulitissima. Abbiamo visitato Alberobello con i suoi famosi trulli, siamo andati a visitare le grotte di Castellana, tra i luoghi naturali più belli mai visitati, un'esperienza unica che non dimenticheremo mai, delle formazioni stalattitiche e stalagmitiche impressionanti! Siamo andati a Fasano a scoprire il suo famoso zoo-safari, con le tigri a un tiro di schioppo, gli orsi che giocavano con le angurie e una strabiliante quantità di serpenti in mezzo ai quali troneggiavano due coccodrilli maestosi. Siamo stati abbagliati dal bianco candore di Ostuni e dalle belle spiagge Brindisine. Ed essendo una zona fortemente turistica, era piena di negozietti con souvenirs di ogni sorta: minitrulli, taralli, magneti da frigorifero e la famosissima pasta multicolore che ho ammirato in tantissime forme diverse.

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Tra tutte le bellissime cose viste mi sono innamorata della pasta multicolore che ho comprato e che ho conservato fino al San Valentino successivo: ho preparato una cenetta romantica usando questa pasta per festeggiare i 16 anni di vita insieme. Quando ho scoperto che questa pasta, in varie forme, era commercializzata anche da Cascina San Cassiano, ero contenta come una bimba in un negozio di caramelle! Ho deciso di conservare una parte di questi cuoricini per il prossimo San Valentino e ripetere il rito per il nostro 19 anno insieme. Di anno in anno una pasta colorata per ricordarci che la vita insieme è anche allegria e gioia e non solo responsabilità. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Sonia Vellutata di ceci con cuoricini multicolore Ingredienti (dosi per 2 persone):        

olio d'oliva una carota peperoncino un gambo di sedano 250 g di ceci di Cicerale 4 cucchiai di porro finemente affettato un cucchiaino colmo di preparato granulare per brodo vegetale 200 g di Cuoricini 5 colori Cascina San Cassiano

Procedimento: La tempistica di preparazione si aggira sui 15 minuti. Mettere a mollo in acqua fredda i ceci per una notte. Soffriggere il porro tritato finemente, la carota a tocchetti e il sedano tritato in un filo d'olio d'oliva. Sciacquare per bene i ceci e versarli in pentola. Lasciare insaporire i ceci, aggiungere il preparato granulare, coprire con abbondante acqua e lasciare cuocere per circa un paio d'ore, prestando attenzione all’acqua che non dovrà asciugarsi. Insaporire la zuppa con peperoncino e frullare. Cuocere i cuoricini per circa 5 minuti. Impiattare la vellutata con una porzione di pasta, insaporire con un filo d'olio a crudo e servire subito.

L’AUTORE Sonia, blog: la cassata celiaca.

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IL RACCONTO di Almerindo Racconto la storia di chi, parlandomi di se, con gli occhi gonfi di lacrime, mi ha devastato di gioia il cuore. È la storia di un uomo, un uomo/padre che mi racconta la sua vita, la quale sempre benevola gli era stata. Una casa bella, un lavoro soddisfacente, una donna giovane a cui dare amore e un cane felice di essergli sempre accanto nelle lunghe passeggiate. Ma una cosa la vita gli aveva negato, una sola, la più importante: la gioia di un figlio! Il tempo passava, le giornate erano sempre piene e lunghe, il lavoro incalzava cosi come il suo pensiero di completare la famiglia. Continui controlli medici a nulla erano valsi a premiarlo ed era oramai alla soglia dei cinquanta anni. Con le mani piene di speranza e rassegnazione un giorno si avvio per un consulto, forse l’ultimo, ma non lo fu, gli proposero una questione che poteva dare soluzione al suo problema. L’incontro con un assistente sociale lo proiettò di colpo nel mondo di quei bimbi che nessuno aveva voluto, vestiti solo di speranza e nulla più, ma era la sua stessa speranza e questo gli riempiva il cuore di felicità e bontà. Lo condussero in una stanza in un giorno tiepido e soleggiato come solo la primavera dona, era una enorme stanza, pensò che forse era più grande della sua casa, ma poi sorrise riflettendo su quello stupido pensiero. Quel sorriso si illuminò sbiancandone il volto quando lo stesso fu corrisposto da un piccolo esserino spuntato dal nulla; un visetto color cioccolato gli si avvicinò, toccandogli la mano... Fu amore a prima vista, gli tocco piano con mano tremante di gioia i capelli e scopri delle piccole mollettine a forma di fragole che provavano a tenere sistemati quei riccissimi e scuri capelli. Era una bimba bellissima, e i suoi occhi si riempirono sempre più di lacrime. Gli dissero che era una bimba di soli quattro anni, quattro anni di puro splendore con un tremendo passato alle spalle, ma lui penso che finalmente tutto era finito e la conferma gli venne dal nuovo candido sorriso della bimba, un sorriso bianco più della panna montata su un gelato al cioccolato da mangiare di baci e amore.

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Le chiese il suo nome, sperando che rispondesse; e con tutto il candore di una bimba disse “Peach”, come la principessa del gioco di Super Mario. Ma da ora in poi sarebbe stata di Mario, Mario Rossi, e nessun drago cattivo l’avrebbe mai portata via, era una promessa. La sua vita ora era piena, con un nuovo futuro davanti, e sorrise. Era ora di festeggiare col miglior spumante! ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Almerindo Peach girl Ingredienti:     

8 fragole panna montata scaglie di cioccolato 4 pesche rosa sciroppate con vino moscato Cascina San Cassiano 1 noce di burro con cannella, cardamomo e zenzero Cascina San Cassiano

Procedimento: Sciogliere il burro in una padella e riscaldare le pesche con parte del loro vino, farlo sfumare e mettere in coppette. Affettare quattro fragoloni. Decorare intorno alla pesca con ciuffi di panna montata, le fragole e le scaglie di cioccolato! Servire su miese en place.

L’AUTORE Almerindo, blog: la cucina dello stregone.

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IL RACCONTO di Sabrina Il 2009 non è stato uno dei migliori anni per me: tanti cambiamenti importanti e radicali nella mia vita, tante delusioni a livello personale e familiare, la chiusura della mia attività poco prima, l'incidente di Fabrizio ed i tanti interventi alla gamba subiti, ma soprattutto una grande e sofferente perdita e la scoperta di tante bugie e menzogne... Di certo non è stato l'anno più roseo e sereno della mia vita. Però poi è arrivata l'estate e quel viaggio improvviso, senza organizzazione, senza pianificazione, senza una meta definita, della serie "prendi e parti" come, in fondo in fondo, piace a me! Ed è stata una cura miracolosa per quel senso di fallimento, vuoto e tristezza che sentivo dentro... Così quella mattina prendiamo una valigia, ci mettiamo dentro alcuni cambi di abito, qualche maglia a maniche lunghe che non si sa mai, e partiamo verso una meta ancora non chiara. L'unica cosa certa era la prima tappa: Torino, a far visita a dei carissimi amici e scoprire una città sorprendentemente fantastica. Il soggiorno da loro è stato breve ma sufficiente per ammirare anche delle meraviglie della città, come "Il Parco del Valentino" con le sue innumerevoli e colorate varietà di piante e fiori, oppure la Basilica di Superga, la famosa Mole Antonelliana e tante, tante altre meraviglie che (onestamente) non mi aspettavo di trovare... Poi via verso mete nuove! Saliamo ancora verso la Valle d'Aosta ed ad ogni paesello che incontriamo, siamo tentati di fermarci tanto veniamo conquistati da quelle atmosfere e quei colori e forme tipiche di quei posti... Ma a catturarci il cuore è stato Cogne! Questo grazioso paese, collocato nella parte meridionale della Valle d'Aosta, è circondato da una vellutata distesa verde: i Prati di Sant’Orso. Incastonata ai piedi del massiccio del Gran Paradiso, con boschi di conifere e betulle sullo sfondo, Cogne offre infinite bellezze naturali che si estendono a perdita d’occhio verso le vette innevate, sebbene in piena estate, e dalle distese verdi ed i pascoli e i corsi limpidi dei torrenti, regala paesaggi contrastanti e spettacolari! Abbiamo alloggiato in un hotel molto grazioso e curato, a conduzione familiare, dove l'accoglienza e la gentilezza, la qualità dei servizi ed il calore di relazioni umane autentiche, l'hanno fatta da padrone in questo nostro soggiorno da favola! Sembrava di vivere in un luogo incantato: mai provata prima una sensazione di serenità e pace come quella!

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E godendo di questo paradiso, ci siamo persi in lunghe e bellissime passeggiate tra i sentieri, nel cuore del Parco nazionale Gran Paradiso. A malincuore salutiamo questo angolo incantato e ci dirigiamo verso una nuova meta: il Monte Bianco... Courmayeur è il paese che ci ha ospitati prima del nostro viaggio di ritorno... La cosa più sorprendente di questa vacanza, era (per me che avevo sempre e solo vissuto il mare) lo stare sulla neve in piena estate, vestiti a mezze maniche, a ben 3800 metri sul Monte Bianco... Io che ho sempre snobbato tanto la montagna, che l'ho sempre barattata senza batter ciglio con spiagge ed ombrelloni, proprio io, non avrei mai pensato che questi posti, questi panorami, potessero catturarmi tanto il cuore! È stato un viaggio meraviglioso, un viaggio che ha riportato serenità in me... Un viaggio che non può essere ripetuto per non togliergli tutto quel fascino, tutta quella magia, di cui vive e si nutre nei miei ricordi ed in questi pochi scatti... E proprio soggiornando in quel grazioso e caratteristico hotel, siamo stati coccolati e viziati da tutte queste accortezze che ci riservavano, non solo nell'accoglienza, ma anche a tavola, dove ci proponevano sempre delle pietanze nuove e particolari... E questa, in particolar modo, si è meritata il suo bel posto nei miei ricordi, con questo suo strano ed interessante connubio tra legumi e frutta... Sto parlando del "matrimonio" tra due legumi (che io adoro) e le tipiche mele Jonagold della Val d'Aosta, impreziosito per questa occasione dalla mousse di foie gras Cascina San Cassiano. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Sabrina Lenticchie e fagioli adzuki con mele Jonagold e mousse di foie gras Ingredienti (dosi per 4 persone):            

un limone sale e pepe erba cipollina un mandarino 2 spicchi d'aglio una foglia di alloro 3 fette di pancarré una mela Jonagold 150 g di fagioli adzuki olio extra vergine d'oliva 150 g di lenticchie di Castelluccio 80 g di mousse di foie gras Cascina San Cassiano

Procedimento: La tempistica di preparazione si aggira sui 15 minuti più il riposo, la durata della cottura sarà di 40 minuti, la difficoltà della ricetta è classificabile come facile. Cuocere le lenticchie di Castelluccio in acqua salata con uno spicchio d'aglio per 40 minuti circa, quindi spegnere il fuoco, aggiustare

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eventualmente di sale e lasciar raffreddare. Nel frattempo, in una padella antiaderente, tostare con un cucchiaio d'olio i fagioli adzuki, coprirli con acqua, aggiungere la foglia di alloro e far cuocere per circa 20 minuti. Scolare e salare. Preparare ora la citronette. Emulsionare in una ciotola il succo di limone con il succo del mandarino insieme con 4 cucchiai d'olio, sale, pepe e 2 cucchiai di erba cipollina tagliata molto finemente sbattendo con una forchetta. Sbucciare la mela, eliminare il torsolo, tagliarla a dadini ed unire alla citronette. Aggiungere i due tipi di legumi e lasciar marinare per 30 minuti. Nel frattempo tostare le fette di pancarrĂŠ, togliere la crosta e spalmarle con la mousse di foie gras; quindi tagliare a quadratini ed ancora a formare dei triangoli. Servire le lenticchie con i crostini appena preparati.

L’AUTORE Sabrina, blog: delizie e confidenze.

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IL RACCONTO di Serena Questa non è la storia di un mio amore, è la storia di un amore di molte. L’amore di venti quindicenni acerbe, sgraziate di quella malagrazia che solo la pubertà può infliggere e pruriginose di quell’indecenza che solo gli istituti femminili possono suggerire. Sfilavamo su e giù dal pullman, segretamente insofferenti a quelle parentesi formative di castelli e sentieri che serpeggiavano in mezzo al disgelo separandoci da te, rivolgendoti occhiate goffe e fugaci appesantite da un trucco inesperto e clandestino. Sedevamo nei posti davanti, sperando di catturare nello specchietto retrovisore lo stiletto di ghiaccio del tuo sguardo. Non ti si può rimproverare niente. Niente più di quanto la realtà ovattata di crocifissi e punizioni divine e la lettura di certi classici della letteratura francese potevano ispirare alle fantasie smaniose di un’adolescente: sospiri, languori, malintesi illusori, lacrime, persino una lettera d’amore patetica come solo la lettera d’amore di una liceale a un uomo sposato può essere. Tutto hai accettato, come tributi a quel dio che ti abbiamo fatto sentire, bello e terribile come quello che le teachers ci insegnavano a temere. Senza un sorriso, un grazie, una incoraggiamento; e ci mancherebbe.

parola

di

Tutto decente, tutto corretto, tutto come doveva essere. Ci hai restituito al grigiore del centro fiorentino una settimana dopo, con una vertigine che i nostri creduli genitori attribuirono allo smog, cui l’aria alpina ci aveva disabituato. Mi rimane, invece, la decadente convinzione che quella sensazione di mancamento fosse la stessa che ti coglie quando, sognando di precipitare, ti svegli un istante prima di toccare il suolo: un po’ il sollievo di essere restituita alla vita come la conoscevi, un po’ il rimpianto di non aver scoperto come fosse più in basso. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Serena Zuppa di pane con fonduta di Bra al tartufo Ingredienti:    

300 g di pane raffermo 500 ml di brodo vegetale, meglio se di funghi 100 g circa di lardo di Arnad previamente dadolato un vasetto (180 g) di fonduta di Bra con tartufo Cascina San Cassiano

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Procedimento: Preriscaldare il forno a 180 °C. Tagliare il pane in fette alte circa un centimetro e grigliarle da entrambi i lati. In una pirofila, o in quattro cocottes da forno individuali, disporre uno strato di pane, uno abbondante di fonduta e cospargere di cubetti di lardo. Ripetere l’operazione fino a esaurimento degli ingredienti, terminando con il lardo. Portare il brodo a ebollizione, versarlo delicatamente nei ramequins e infornare per circa 15 minuti, fino a che il lardo in superficie non sarà diventato croccante.

L’AUTORE Serena, blog: omin di panpepato.

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IL RACCONTO di Giovanna Adoro molto cucinare, è una tradizione di famiglia. Ricordo nonna ai fornelli: quanti buoni odori e sapori abitavano quella cucina. E questa ricetta è un sapore della mia infanzia, destato in me quando ho aperto il vasetto del sugo con capperi e olive Cascina San Cassiano. E allora mi è ritornato alle papille gustative il bucatino pieno di sugo reso meno voluttuoso dal tuorlo d’uovo sodo appiccicato sulla sua superficie e il sapore della mortadella esaltato dai capperi presenti nel sugo e i fili di mozzarella calda e filante. Mi son messa ai fornelli cercando di riprodurre quei sapori e quegli odori e . . . Ci sono riuscita! Nella teglia non è rimasto più nulla . . . Chissà se fra trent’anni qualcuno si ricorderà di questo sapore di casa mia. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Giovanna Regine alla pizzaiola al forno Ingredienti:       

3 uova sode 150 gr di mortadella 250 gr di mozzarelle 4 cucchiai di parmigiano grattugiato ½ kg di regine (sono i bucatini più grossi) sugo semplice (passata di pomodoro, cipolla, olio) un barattolo di sugo con capperi e olive Cascina San Cassiano

Procedimento: Cuocere in abbondante acqua salata i bucatini e scolarli molto al dente. Metterli nella pentola di cottura e mischiarli con il sugo con capperi e olive, la mortadella a straccetti, le mozzarelle a cubotti, le uova sode a fettine e il parmigiano grattugiato. In una teglia versare sugo semplice con una spolverata di parmigiano, versarvi i bucatini e disporli ordinatamente. Aggiungere una spolverata di parmigiano e infornare per 20 minuti a 220 °C.

L’AUTORE Giovanna, blog: in cucina con Vanna.

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IL RACCONTO di Concetta Quell'anno avevamo deciso di concederci due settimane per conoscere le bellezze dello stivale, senza orari, senza prenotazioni, senza programmi, noi, la macchina, una valigia e qualche desiderio da soddisfare. Era l'ultimo viaggio da fidanzati e doveva essere all'altezza delle aspettative. Una sosta assolutamente imprevista fu quella di Spoleto, eravamo troppo stanchi per proseguire e ci sembrava giusto conoscere la famosa cittadina del Festival dei due Mondi che si era appena concluso. Restammo meravigliati dall'eleganza, freschezza e tranquillità del posto e presi da un certo languorino entrammo in una salumeria del centro, uno di quei negozietti con i barattolini delle tipicità e i vini ben esposti a favore di turista. Volevamo un panino con qualcosa che fosse tipico del luogo. Il salumaio ci consigliò del salame al tartufo nero, aggiungemmo della caciotta fresca e il panino aveva un aspetto regale. Il resto lo fece il parchetto nel quale ci fermammo a riposare e a consumare la nostra agognata merenda. Penso che non dimenticherò mai la perfezione di quell'istante, noi felici incantati dalla semplicità che ci circondava e quel delizioso panino dal formidabile profumo. Una formula irriproducibile probabilmente come la spensieratezza e l'amore che ci univano in quel momento. Il panino di oggi con il salame al tartufo e la fresca caciotta lo dedico al papà dei miei figli che era con me in quella giornata a Spoleto, per non dimenticare quel che eravamo e per continuare ad essere quel che siamo, costellando la nostra vita di ricordi altrettanto belli. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Concetta Panini con salame al tartufo e caciotta Ingredienti:        

caciotta 3 uova sode 250 ml di acqua un cucchiaino di sale 12 g di lievito di birra 400 g di farina di grano tenero tipo 0 2 cucchiaini di olio extravergine d’oliva salami aromatizzati al tartufo Cascina San Cassiano

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Procedimento: Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida e aggiungerla alla farina, unire l’olio ed il sale facendo attenzione a che quest’ultimo non venga a diretto contatto con in lievito. Lasciar lievitare per un paio d’ore, sgonfiare l'impasto lavorandolo con le dita e dare la forma ai panini. Disporre le forme realizzate su una teglia foderata di carta da forno. Lasciar lievitare ancora un’oretta e poi infornare al massimo della temperatura, ponendo nella parte bassa del forno una ciotola piena d’acqua, per mantenere il giusto grado di umidità in cottura. Una volta pronti i panini lasciarli intiepidire poi tagliarli e farcirli con il salame al tartufo e la caciotta a fette.

L’AUTORE Concetta, blog: sale e pepe quanto basta.

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IL RACCONTO di Cristina Tutto è iniziato con un aperitivo: la mia amica Barbara mi aveva chiesto se volevo uscire con lei e due suoi amici. Chissà perché dopo una separazione tutti pensano che tu sia triste e malinconica e vogliono per forza "accoppiarti" con qualcuno, come fosse un obbligo contrattuale! Ma siccome so che lo faceva per puro affetto, la cosa mi ha solo fatto sorridere. La verità è che non ero né triste né malinconica ma avevo proprio voglia di un Margarita, così ho accettato volentieri e ho conosciuto i suoi due amici, in fondo una serata in compagnia non mi avrebbe certamente uccisa; e poi a ben pensarci era un po' di tempo che non mi concedevo qualche distrazione, e Barbie mi aveva ormai fatto venire la voglia di divertirmi in maniera spensierata, così mi preparo e mi avvio all'appuntamento, un bel bar al centro. Puntuale, Barbie era già al tavolo coi suoi due amici. Uno dei due mi è istintivamente stato antipatico sin dal primo momento, proprio una questione epidermica: Lorenzo sembrava sapesse tutto lui, poi fisicamente non mi attirava minimamente, inoltre mi dava l'impressione di arrogante e presuntuoso, mentre Alberto mi attirava alquanto: non era "bello" nel vero senso della parola, anzi tutto il contrario del classico principe azzurro, ma... aveva fascino, savoir-faire, e anche se non era un bellissimo uomo aveva un sorriso strepitoso! Quell'uscita cominciava a prospettarsi interessante. La serata è stata veramente bella, e a parte tutto io mi sono divertita da morire: Barbie con la sua comicità esplosiva, Alberto non un gran parlatore ma il classico tipo "di poche parole ma buone", e Lorenzo che ovviamente sapeva di tutto e su tutti ma era dotato di molto umorismo e di una risata potente. Come mi sono accorta che la serata era riuscita bene? Semplice, dalla mascella indolenzita: avevo riso così tanto che mi faceva davvero male!!! E se è vero che il riso fa buon sangue, il mio sangue per sei mesi era a posto! Al momento dei commiati Alberto mi chiede il numero di cellulare, e per qualche giorno cominciamo a frequentarci. Mi sembrava un po' troppo freddo, ma ho pensato fosse solo questione di un carattere riservato e di poca loquacità, ma in certi momenti non si pensa mai con sufficiente lucidità mentale, noi donne poi siamo delle maestre in questo. Decido quindi per sciogliere il ghiaccio di preparare una cena strepitosa, ma non volevo fosse una cosa a due perché in effetti era troppo poco tempo che ci frequentavamo e rischiavo di farlo scappare, quindi invito Barbie che accetta volentieri e per chiudere il cerchio invito anche l'amico di Alberto. Non avrei voluto invitare lui, ma era suo amico quindi ho soprasseduto. Se è vero che gli uomini si prendono per la gola, avevo intenzione di preparare dimensioni epiche: dovevo scongelare Alberto e scuoterlo dalla sua compostezza e niente primi pesanti, sarebbe stato troppo normale, o le solite torte, ma qualcosa di inusuale, di non frequente, ma che sapesse di sensualità e di sesso allo stato puro! non poteva e non doveva essere frainteso!

un cappio di riservatezza, strepitoso, di Il messaggio

La cena era prevista a casa mia sabato sera, ma ho iniziato a lavorare in cucina il martedì sera precedente. Ho pensato di fare un piatto unico, composto di salmone marinato svedese gravad lax con la sua salsa abbinata e panna acida, astice all'armoricaine e riso pilaf come accompagnamento. Dei crostini di pane nero e burro aromatizzato all'aneto completavano il tutto, ovviamente pane e burro fatti in casa da me! Ho scelto qualcosa di leggero, ma di stuzzicante e di particolare, e che potesse essere un preludio a ben altro. Quindi mi sono messa all'opera (con molta agitazione, lo confesso!)

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La settimana fu angosciante! Il martedì ho preparato il salmone e l'ho messo in marinatura, ho calcolato attentamente il tempo per poterlo gustare il sabato sera, l'unico obbligo era di voltarlo una volta al giorno. Mercoledì mi sembrava che il tempo non passasse mai. Il giovedì sono andata dall'estetista, giusto per una rinfrescatina al viso. Venerdì un giretto dal parrucchiere, uno dei venerdì più lunghi della mia vita. È strano come l'aspettativa di qualcosa piacevole allunghi le ore e le giornate come caramello caldo. La sera ho messo a lievitare il pane nero. E finalmente arriva il sabato. Sveglia prestissimo perché la casa doveva splendere più di uno specchio, e il pomeriggio inizio a preparare l'astice con salsa armoricaine e le varie salsine di accompagnamento. Il pane che cuoceva nel forno spandeva profumi deliziosi, e io continuavo ad essere sempre più agitata. Verso le 19 inizio a vestirmi e truccarmi, e alle 19.40 suona il campanello. Continuavo a ripetermi di stare calma, di non agitarmi, e che tutto sarebbe andato non bene ma benissimo. Ecco quindi entrare Barbie assieme ad Alberto e a Lorenzo. L'antipatia verso quel personaggio "so tutto io" continuava ad aumentare, ma chi se ne importa: l'oggetto del mio desiderio era ben altro! Avevo il cuore che batteva a mille, e mi dicevo di smetterla, che a 40 anni non ci si può comportare come le ragazzine, ma credo che non sia questione d'età: certe cose non devono avere limiti temporali, perché è bello provarle a qualsiasi età, e io ho scelto di godermi la sensazione adrenalinica del classico "tuffo al cuore" E così eccolo finalmente a casa mia: avrebbe funzionato il mio tentativo di prendere per la gola Alberto? Più lo guardavo più mi piaceva, più mi piaceva più lo guardavo, qualsiasi cosa dicesse per me era legge. Continuavo a comportarmi da ragazzina, ma ormai ero lanciata. Ci sediamo a sorseggiare un aperitivo e a chiacchierare un po', e io mi chiedevo come mai Alberto non avesse ancora notato la pettinatura, il vestito, insomma quei cambiamenti che è inevitabile notare all'inizio di un qualsiasi rapporto, dove ancora l'abitudine e la consuetudine non la fanno da padrona. Lorenzo a un certo punto mi dice: "hai cambiato pettinatura? Ma sai che stai benissimo?", "Grazie!" rispondo io, ma a denti stretti. Ma guarda se quell'antipatico doveva notarlo per primo! Per tutta risposta Alberto mi guarda e dice: "ah si non l'avevo notato, stai bene" Non l'avevo notato? NON L'AVEVO NOTATO? Nella mia mente si cominciano ad affacciare pensieri e strane sensazioni, ma noi donne siamo bravissime a scacciare i grilli parlanti dell'inconscio che tengono i cartelli di "pericolo" in mano, e così ho fatto io quella sera: dopo lo sbigottimento iniziale ho pensato che non era obbligato ad accorgersene, ho nascosto in una scatolina il grillo parlante, e sono andata avanti con un enorme sorriso. Ci sediamo a tavola e cominciamo a mangiare, sinceramente mi aspettavo qualche commento da Alberto, in fin dei conti la cena era principalmente dedicata a lui. La mia amica Barbara non la finiva più di farmi lodi sperticate per la cena, ho dovuto chiederle di smetterla perché cominciavo ad imbarazzarmi, ma lei è sempre così cara e sempre piena di complimenti e di parole buone che quasi non avevo il coraggio di interromperla. Mi accorgo che Lorenzo guarda il piatto con occhio critico, lo annusa, lo assaggia, fa diversi assaggi, mi guarda, e con uno sguardo fra il sorpreso e lo stupito mi dice che è strepitoso, che non ha mai mangiato un piatto così, e

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anche lui complimenti su complimenti, in maniera più sobria e discreta di Barbara ma ugualmente molto piacevoli. Inutile dire che oltre all'imbarazzo, ero molto orgogliosa di me stessa, ogni tanto ci vuole per tutti un po' di carica all'autostima, ma.... e Alberto? Lui se n'è uscito semplicemente con un "buono davvero" ed è finita lì. Altro allarme rosso che comincia a delinearsi, il mio grillo parlante cercava di uscire da dove l'avevo relegato, tutta la fatica fatta per conquistarlo, e lui che mangia come se mangiasse un cheeseburger o come se il cibo fosse avvelenato. Gran bella serata davvero, il suo comportamento offuscava anche i complimenti che mi avevano fatto tanto piacere di Barbara e di Lorenzo. Pazienza, ma continuiamo a mangiare a ridere e a chiacchierare, e a parte l'atteggiamento del mio bel tenebroso la serata è andata avanti piacevolmente, ma io già sapevo che Alberto era ormai un capitolo chiuso. Non era scattato niente, la sensazione iniziale si era affievolita, non mi dava più emozioni, ma a ben pensarci forse non me ne aveva mai date, le emozioni che provavo me le ero create io, e come tutte le cose nate da immagini distorte o non rispondenti alla realtà hanno avuto vita breve, il tempo di una cena. Non che ne fossi particolarmente delusa, non c'era un cuore spezzato o un amore profondo finito, nessun danno collaterale e niente lacrime, la mattina dopo avevo già archiviato il tutto, anzi mi sono anche irritata perché a parte Barbie, avevo speso soldi tempo e fatica per qualcuno rivelatosi poi un niente. Ma chi se ne importa, tutto sommato le mie preparazioni erano riuscite, mi erano piaciute, e questo mi bastava. Ma la domenica, verso le 11, mi suona il cellulare: era Lorenzo, che aveva chiesto a Barbie il mio numero e che molto educatamente mi ringraziava per l'invito a cena, continuava a farmi complimenti su complimenti per il cibo, per la presentazione, per la particolarità della portata, mi chiedeva come l'avevo cucinato, eccetera eccetera eccetera, e per sdebitarsi mi chiede se la sera può offrirmi un aperitivo. Oddio, al pensiero di doverlo sopportare ulteriormente stavo già male, per cui declino l'invito dicendo che non era assolutamente necessario sdebitarsi, ma dietro ad ulteriori insistenze sono capitolata, non sarei morta a vederlo un ultima volta, un aperitivo mi avrebbe aiutato a sopportarlo, e se fosse stato necessario un secondo aperitivo mi avrebbe aiutato ancora di più. Magari non sarebbero serviti a molto, ma avrebbero reso il tempo passato con un antipatico del genere più piacevole. Così ho accettato, giusto per togliermelo di torno. Alle 19 è venuto a prendermi a casa e mi ha portato in un bar molto esclusivo, io adoro i posti di nicchia e tutto sommato la serata poteva avere risvolti piacevoli, pensavo già di essere a casa per le 21 o le 21 e 30 al massimo. Peccato però che sono tornata a casa alle due di notte perché non riuscivamo a smettere di raccontare di noi stessi. Peccato che la serata è stata estremamente piacevole, andando molto oltre le mie aspettative. Peccato che ho scoperto che il signor "so tutto io" è in realtà un uomo dalla cultura molto vasta, e al contrario di Alberto ama il buon cibo, e ama definirsi un epicureo (come amo molto spesso definirmi anche io). Peccato che quella sera ho cominciato a guardarlo con occhi diversi. Peccato che... non è stato affatto un peccato!

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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE _____________________________________________________________________________

Da quella sera cominciamo a frequentarci, a telefonarci, scopriamo di avere in comune milioni di cose, scopriamo di litigare su mille e mille cose ma senza insulti, senza litigate "cattive", ma solo discussioni animate che appena finite voltano pagina senza musi lunghi e recriminazioni. E scopriamo che stiamo tanto bene insieme, sempre. Ormai sono 10 anni. E Alberto? Non lo so e non mi interessa saperlo. So solo che assaporo come un buon vino ogni momento in cui stiamo insieme, e ad ogni anniversario, come un rito propiziatorio di rinascita che si ripete, io gli preparo la stessa cena che ho servito la prima volta: salmone e astice, con pane e burro fatto da me. Ogni volta, da dieci anni, durante la cena, lui mi prende la mano, mi guarda negli occhi, e mi dice: ”ti amo, sei la chef migliore del mondo" ... e sono 10 anni che ogni volta io lo amo di più. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Cristina Astice all'armoricaine Ingredienti:      

un astice congelato sedano, carota, scalogno un bicchiere di cognac un bicchiere di vino bianco ½ cucchiaio scarso di concentrato di pomodoro il corallo dell'astice (importantissimo)

Procedimento: Prendere l'astice, tagliarlo a metà per il lungo e togliere il corallo, che servirà poi per completare il sugo. Il corallo è quella parte cremosa situata all'inizio della testa dell'astice, sulla parte superiore, che si toglie col cucchiaino. In un astice fresco è verde o grigia, nel caso l’astice venga congelato e poi scongelato il colore potrebbe cambiare. Preparare un bel battuto di scalogno, sedano e carota e metterlo in una pentola con del burro. Far appassire dolcemente, poi mettere gli astici con la parte tagliata in alto. Far andare per circa un quarto d'ora, o comunque finché il carapace non avrà preso un bel colore rosso e la carne interna sarà diventata bianca. A questo punto via con la generosa dose di cognac e fiammeggiare subito. Una volta esaurite le fiamme aggiungere il vino bianco e far insaporire ancora qualche minuto, giusto il tempo per ridurre solo un po’ il liquido. Prendere gli astici e metterli da parte, magari al caldo per non farli raffreddare troppo. Ora preparare il condimento: nel soffritto mettere il concentrato di pomodoro, la quantità varia in base al numero di commensali. Dopodiché mescolare qualche minuto e aggiungere i coralli degli astici precedentemente conservati. Questo passaggio è fondamentale in quanto sono proprio i coralli che danno il sapore caratteristico all'astice all'armoricaine, senza diventerebbero semplici astici al sugo. Far restringere qualche minuto e impiattare: astice, riso pilaf bianco come accompagnamento, e sopra l'astice una dose abbondante di sugo, e per un'occasione veramente speciale impiattare come segue: astice all'armoricaine, salmone marinato svedese con salsina gravad lax e panna acida, pane nero con due gocce di burro aromatizzato all'aneto fatto in casa.

L’AUTORE Cristina, blog: blu aragosta.

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IL RACCONTO di Daniela Sia il dolore sia l’amore sono sentimenti molto presenti nella mia vita. Se parto dal dolore mi accorgo di avere un forte malore al cuore, ma se parto dall’amore il peso del dolore si attenua . . . Perché purtroppo siamo impotenti nella vita e senza risorse di fronte alla morte. Stefania a volte arriva nei miei sogni e i sogni sono una benedizione. Sono l’unico modo di raggiungere quel che più desideriamo, vedere di nuovo la mia amata Stefy, la mia amica del cuore, la mia compagna di banco, la mia confidente, il mio angelo. Non ricordo molti sogni ma tempo fa sognai di essere in macchina. Tornavo a casa; una volta arrivata, notai che la casa era di vetro. Nel sogno Stefy mi lesse una poesia che parlava di migliaia di persone. L’essenza del sogno voleva significare che non c’era solo lei, che la vita doveva andare avanti e che sarei rimasta sempre nel suo cuore. Il sogno era confortante perché ero di nuovo con lei e tutti eravamo felici in questa casa di vetro con tanta luce e tanti fiori. Lei si avvicina e mi abbraccia donandomi un bouquet di rose rosse . . . Ma all’improvviso la casa di vetro si frantuma in mille pezzi e tutto diventa buio e spettrale. È stato il suo addio terreno ma lei oggi è un angelo biondo e il calore del suo abbraccio non lo scorderò mai . . . Il coraggio nei suoi occhi nel farmi capire che la nostra amicizia non morirà mai, che saremo sempre unite e che veglierà su di me dandomi la forza per andare avanti. Le lacrime racchiudono la tristezza e il brachetto la gioia di continuare a vivere nel e con il suo ricordo Per sempre Daniela. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Daniela Millefoglie di pane carasau su rose di peperoni e lacrime di brachetto Ingredienti:     

una confezione di pane carasau 300 g di peperoni rossi 2 zucchine grandi 1 confezione di stracchino 1 vasetto di lacrime di brachetto Cascina San Cassiano

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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE _____________________________________________________________________________

Procedimento: Per prima cosa lavare i peperoni e tagliarli nel senso della lunghezza. Prendere un tegame, irrorare con olio extra vergine di oliva e uno spicchio d’aglio, e adagiare i peperoni, 2 cucchiai di aceto balsamico, 1 cucchiaio di zucchero, ½ cucchiaino di sale e lasciar cuocere per circa 20 minuti. Prendere le zucchine e tagliarle nel senso della lunghezza, grigliandole su una piastra. Prendere un piatto da portata e iniziare l’assemblaggio del piatto. Alla base iniziare con uno strato di pane carasau, sopra cospargere di lacrime di brachetto, quindi uno strato di stracchino, le zucchine grigliate e infine lo strato di peperoni. Continuare iniziando dal pane carasau e ripetendo con tutti gli ingredienti. Dopo circa quattro strati terminare con i peperoni arrotolati singolarmente su loro stessi formando un bouquet di peperoni e qualche pezzo di pane carasau.

L’AUTORE Daniela, blog: sapori di casa.

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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE _____________________________________________________________________________

IL RACCONTO di Alessandra In questa calda domenica di fine luglio il girasole si staglia verso l’orizzonte quasi a guardare il sole sfidandolo tronfio e fiero della sua bellezza. Silenziosa si posa sui suoi petali un’ape che meticolosa incomincia la sua opera, click, ecco che entrambi diventano modelli inconsapevoli di uno scatto rubato. Lei ripone la macchina fotografica nello zaino, soddisfatta del suo ultimo scatto. Ad attirare la sua attenzione è il profumo del dolce appena servitole; siamo su una fresca terrazza al riparo della canicola estiva, circondati da colline verdeggianti piene di viti cariche di deliziosi frutti quasi maturi. Lei ringrazia il cameriere e ammira la delizia che le ha appena portato: un tortino che racchiude il profumo e l’anima delle Langhe, un trionfo di cioccolato e nocciole! Non resiste alla tentazione e ruba una nocciola: ha un gusto tostato e deciso, deliziosamente croccante come prima sensazione, ma dolce e avvolgente quando si scopre il profumo del miele di cui è intrisa. Esattamente come Lui, una scorza dura di solidità ma che andando oltre svela una grande dolcezza e tenerezza; Lei lo sta aspettando, si è allontanato un attimo e già ne sente la mancanza. Lui e Lei si sono conosciuti qualche anno fa ad una festa, quasi per caso; Lui la nota subito ma Lei ha la testa altrove e non gli concede più di uno sguardo. Hanno amici in comune e per questo da quel momento diventano frequenti le occasioni in cui si incontrano e si scontrano; non si accende nulla tra loro, anzi mentre Lei lo trova a tratti irritante e un po’ supponente, Lui la ritiene altezzosa e anche un po’ snob, e preferisce orientarsi su altri lidi. Lei sembra così distante perché ha paura di rimettersi in gioco e rischiare di farsi ancora male, quindi è solo disattenta e non riesce ad accorgersi veramente di chi e cosa le stia intorno. Lui invece ha sempre desiderato di condividere il suo mondo con qualcuno e finalmente farsi conoscere per quello che realmente è, oltre le apparenze, ma si è un po’ rassegnato ormai al fatto che questo non avverrà mai dopo i tanti no ricevuti, chiudendosi un po’ in se stesso. Una sera qualsiasi però, su un’anonima panchina, mentre Lei si gusta un gelato, tra una chiacchiera e l’altra, lo sente parlare e si volta, per caso, vedendolo forse per la prima volta: lo trova improvvisamente bello come mai lo aveva notato e si accorge di quanto sia simpatico e brillante.

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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE _____________________________________________________________________________

Che sia la persona con cui valga la pena riprovarci? Lo vede con occhi nuovi e di colpo la timidezza la fa arrossire al solo rivolgergli la parola. Da quella panchina inizia un gioco che li porta ben presto ad una sera di luglio di un anno fa, a stringersi in un abbraccio che li ha condotti fino ad oggi. Un anno intenso quello appena trascorso, dove Lui in modo entusiasta si è messo in gioco senza riserve credendo davvero che, questa volta, non sarebbe stato più solo. Lei invece fa ancora tanta fatica a lasciarsi veramente andare, ancora intrappolata dalle ferite del passato che la fanno viaggiare continuamente su un’altalena di emozioni forti e contrastanti. Per tutto l’anno appena trascorso si sono studiati e misurati, Lei facendo un passo avanti e due indietro e Lui frenandosi malvolentieri di fronte alle sue indecisioni e titubanze. Non sempre si sono incontrati, per alcuni versi si scoprono simili caratterialmente, ma per altri sono come il giorno e la notte; laddove Lui è razionalità e precisione, Lei è creativa e pasticciona, ma quando Lei si lascia andare si amalgamano benissimo insieme e sembra che il confine che li separa dall’essere felici insieme sia meno netto e distinto. È stato un anno più ricco per loro, o lo hanno passato solamente a fare i funamboli fermi in bilico su una corda sospesa? Ecco che arriva Lui! Si lamenta e borbotta per qualcosa e Lei sorride, trova del tenero in quel suo modo di fare spigoloso, sta imparando che in gran parte è solo apparenza; Lui le sorride a sua volta visibilmente intenerito dall’attenzione che ha avuto Lei nell’aspettarlo per il dolce, ancora non si è abituato veramente ad avere qualcuno accanto che gli rivolga queste piccole attenzioni che invece di considerare gesti normalissimi in una coppia, ancora lo stupiscono. Ora le forchette affondano nel tortino e si avvicinano alle bocche di entrambi, è subito un’armonia di gusti quella che l’invade: il piacere forte e intenso del cacao si sposa perfettamente con le nocciole al miele, per amalgamarsi in un trionfo di sapori quando incontrano il caramello. La mousse è deliziosamente soffice ed ha un’inconfondibile gusto di caramello; è protetta da uno scrigno consistente di biscotto al cacao, ed è paragonabile esattamente a come si sente Lei in questo momento: si è lasciata andare tanto in questi giorni di vacanza e non ne è pentita, ha fatto un bel salto accorgendosi piacevolmente che non è stato nel vuoto o vano, perché si è sentita sicura ed è stata accompagnata con sicurezza, impedendo che si facesse male di nuovo. Anche Lei si sente come in uno scrigno, avvolta da una coperta sicura che protegge le sua fragilità. Ora non ci sono più né ragionamenti né congetture a frenarla ma solo libertà e leggerezza; le paure sono bandite e c’è spazio solo per il sole e i suoi raggi caldi, i bagni in piscina, le passeggiate e le risate di questi giorni felici. Sono arrivati all’ultimo boccone e finalmente non sono più solo Lui e Lei, ora sono anche e soprattutto Loro! Esattamente come le nocciole e il caramello che incontrano il cacao, in un dolce e amaro di sapori e consistenze che si esaltano e si completano tra loro al tempo stesso, migliorandosi per poi raggiungere un sapore armonioso. È da qui che ha inizio davvero la loro storia, da questa terrazza immersa nelle verdi colline di Langa e da qui prosegue; le loro mani si intrecciano, si alzano e si allontanano insieme accompagnati da una scia profumata di nocciole e caramello, lasciando indietro tutto il resto, tutto ciò che non conta più.

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LA RICETTA di Alessandra Tegolino di cacao e nocciole con mousse al caramello Ingredienti: Biscuit alle nocciole:      

3 uova medie 20 g di farina 00 10 g di cacao amaro 90 g di nocciole tostate 65 g di zucchero semolato 50 g di margarina vegetale

Mousse al caramello:    

90 g di tuorli 200 g di zucchero 12 g di gelatina in fogli 500 g di panna da montare

Farcitura e decorazione:   

cacao amaro nocciole al miele di Cascina San Cassiano crema al cacao e nocciole Cascina San Cassiano

Procedimento: Preparare il biscuit alle nocciole. Tostare le nocciole in forno e tritarle finemente con la farina. Montare le uova a temperatura ambiente con lo zucchero, adoperando un frullino elettrico, per almeno 15 minuti e incorporare le nocciole. Mescolando dall’alto al basso incorporare le nocciole e il cacao e da ultima la margarina fusa (precedentemente sciolta nel microonde). Coprire la placca del forno con carta forno e versarvi sopra il composto livellandolo bene. Cuocere in forno caldo a 180 °C per circa 15/20 minuti. Sfornare e far raffreddare il biscuit. Nel frattempo preparare la mousse al caramello. Caramellare 125 grammi di zucchero con un cucchiaio di acqua in un tegame dal fondo spesso (il caramello sarà pronto quando avrà raggiunto un colore nocciola scuro). Aggiungere a filo 140 grammi di panna e un pizzico di sale. Mettere lo zucchero rimasto in un pentolino con un goccio di acqua e portarlo a 110 °C, aggiungere la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda per qualche minuto e ben strizzata; versare lo zucchero sui tuorli sbattuti e far intiepidire. Montare la panna rimasta e mescolarla alla salsa mou preparata, far riposare almeno un’ora in frigorifero. Con un coppa pasta quadrato tagliare il biscuit in otto “tegole”. Riempire una sac-a-poche con la mousse al caramello. Con un cucchiaio posizionare al centro di quattro tegoline la crema al cacao e nocciole. Con la sac-a-poche formare dei ciuffetti (abbastanza grossi) seguendo il perimetro della tegola di biscuit. Coprire con una tegolina non farcita senza premere troppo. Spalmare la superficie con crema al cacao e nocciole e cospargere di cacao amaro. Decorare con nocciole al miele e un ciuffetto di mousse a piacere.

L’AUTORE Alessandra, blog: rosso lampone.

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IL RACCONTO di Pietro L'amore non ha frontiere, viene narrato, cantato, urlato, oggi voglio condividere l'amore per un membro della nostra famiglia... ...la piccola Trilly, uno Shih-tzu che oggi ha già 4 anni, 4 anni che fa parte della mia famiglia, 4 anni che ha un posto nel nostro cuore, 4 anni di gioia donata in cambio di nulla, 4 anni di coccole al quale non sappiamo resistere, 4 anni di sguardi complici, questa e molto altro è Trilly. Mia moglie “La nostra batuffolina da quando è arrivata a casa è entrata a far parte della nostra famiglia. Ricordo con estrema precisione ogni singolo attimo di quella splendida giornata, cosa strana, provo ancora la stessa fortissima emozione nel ricordare le sensazioni di quei momenti... Era quasi ora di pranzo, quando sentii aprire la porta di casa, erano Pietro e nostro figlio Giuseppe (che aveva 4 anni). Di solito corre da me e mi abbraccia forte dopo aver urlato... Buuu! Scoppiando dalle risa. Quel giorno invece tardò a venirmi incontro e quando entrò in cucina era tutto un sorrisone strano... Nemmeno Pietro venne subito a salutarmi, mi disse... “Un attimo, metto le pantofole e arrivo!”. Quando fummo nella stessa stanza chiesi loro cosa avevano fatto quella mattina, Giuseppe ridendo scappò via in cameretta e Pietro mi disse... “Faccende, faccende e faccende, sono stanco!”. Ma quegli strani atteggiamenti mi insospettirono alquanto. Insomma, sapevo che presto sarebbe arrivato a casa un cucciolo, ma credevo che saremmo andati tutti insieme a prenderlo. Ironia della sorte, quella mattina , tra le tante faccende da sbrigare, Pietro aveva incontrato quel suo... Tanto caro collega. Chiamai il mio bambino e gli chiesi se si fosse annoiato tutta la mattina insieme al suo papà a girovagare per la città, ma lui mi rispose... “Nooo, anzi, mi è piaciuto!”. I suoi occhi sfuggivano al mio sguardo e a quel punto mi balenò qualcosa per la mente, più che altro sentii qualcosa, una strana sensazione! A quel punto lanciai ad entrambi uno sguardo indagatore e chiesi: “Che c'è di nuovo? Cosa mi dovete dire?”. Il piccolo rispose: “Niente”, ridendo scappò ancora in cameretta, lo richiamai e chiesi se avesse qualcosa per me. Non smetteva di ridere, ma negava.

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Pietro iniziò anche lui a ridere così capii e corsi per tutta la casa cercando... Camerette, dispensa, bagni... Ed in fine... il salone. Dentro il trasportino c'era lei! Piccola, tenerissima, dolcissima, delicata, mi sentii come sciogliermi, ma questa è una sensazione che non riesco a raccontare, a spiegare... Troppo intensa per saperla descrivere con delle semplici parole. L'unica cosa che dissi fu... “La chiamiamo Trilly?”. Con delicatezza presi il trasportino, lo portai in cucina e lo adagiai accanto alla sua cameretta (cuccia), che era pronta da quasi un mese; non la toccai subito, sentivo che dovevo rispettarla, rispettare i suoi tempi, il fatto che era appena stata separata dalla sua mamma e dai suoi fratellini, soltanto mi premurai di sistemarle le ciotole con crocchettine (che il collega aveva dato a Pietro) e acqua (questo di solito è quello che faccio appena un cucciolo varca la soglia di casa mia... È una mia caratteristica, devo farli mangiare). Pietro mi disse, che il veterinario aveva detto che molto probabilmente per un po’ di giorni non avrebbe toccato cibo (cosa per me terribile da affrontare). Dalla felicità sembravo quasi pazza, saltellavo per la cucina senza sapere cosa stavo facendo o dovevo ancora fare. Si fece l'ora di rientro a casa dell'altra figlia, che appena vide il trasportino quasi ci lasciava le penne, dopo una veloce ripresa guardò ancora la piccola, ma non riuscì a dire nient'altro che... “Che... bellina!!!” per almeno mezz’ora. Calmato appena un po’ l'entusiasmo ci sedemmo a pranzare, e proprio in quel momento la piccola sbadigliò e si mise in piedi, tutti ci fermammo a guardare il prodigio!!! In effetti lei uscì dal trasportino e mise il musetto nella ciotolina delle crocche, ne prese una e la masticò... Non vi dico la mia felicità! In quel momento capii che tipetta sarebbe stata la nostra cucciola. Appena mostrò di essere a suo agio la presi finalmente in braccio... Quanta fatica non poterla toccare prima... Nel pomeriggio seguirono tutta una serie di foto e nei giorni a venire la portammo a conoscere "i nonni", che sono pazzi di lei! Quel delizioso esserino ricolma di gioia e amore la nostra famiglia e le nostre vite! Posso dire soltanto che... Se al posto di lei ci fosse stato un altro cucciolo non so se sarebbe stato uguale, ma lei è davvero speciale e ci rende felici tutti, molto semplicemente!" Io invece voglio narrare Trilly attraverso una ricetta.

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LA RICETTA di Pietro Trilly’s Ingredienti: Per le cialde (circa 10):       

15 g di burro 15 g di strutto 220 g di farina un pizzico di sale 80 ml circa di Marsala olio di semi per friggere 15 g di zucchero semolato

Per il ripieno:   

100 g di zucchero vanigliato 250 g ricotta di pecora (1 cavagna) 6 marroncini al rum Cascina San Cassiano

Per decorare:  

100 g di cioccolato fondente 10 marroncini al rum Cascina San Cassiano

Procedimento: Realizzare le cialde versando tutti gli ingredienti (220 g di farina, 15 g di burro, 15 g di strutto, 15 g di zucchero semolato, 80 ml circa di Marsala e un pizzico di sale) nella planetaria, il marsala dovrebbe essere nella giusta misura, ma potrebbero variare le dosi a seconda dell'umidità della farina, quindi è consigliabile versarlo poco per volta, e se necessario aggiungerne qualche goccia. Ottenuto un impasto ben compatto, avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare in frigo per circa 30 minuti. Trascorsa mezz’ora con un mattarello stendere una sfoglia dallo spessore di ¾ mm. Adoperando un doppio canestro adatto a realizzare i cestini, porre al suo interno un disco del diametro ci circa 15 cm, richiudere e friggere in abbondante olio per fritti. Porre i canestri su carta paglia per eliminare l'olio di frittura. Fondere a bagnomaria il cioccolato, quindi, con la tecnica dei coni di carta, realizzare delle ali di farfalla che serviranno per decorare insieme ai 10 marroncini al rum Cascina San Cassiano. Versare la ricotta in un recipiente con lo zucchero i 6 marroncini al rum Cascina San Cassiano, alcuni cucchiai di liquido degli stessi, lo zucchero e impastare finemente con una forchetta. Comporre i "Trilly's" versando una generosa quantità di ripieno nella cialda, decorare con un marroncino al rum Cascina San Cassiano ai cui lati andranno poste le ali realizzate precedentemente con il cioccolato.

L’AUTORE Pietro, blog: la pulce e il topo.

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IL RACCONTO di Lara Dovete sapere che nel 2009 io e l'acciuga abbiamo deciso di comprare casa, una casetta piccina picciò, per due, con il giardinetto e tutta da ristrutturare. Finita la totale ristrutturazione durata un anno e mezzo noi due piccioncini, tutti felici e innamorati, una volta sistemati letto, cucina e luce, ci trasferimmo immediatamente. Fino a che la prima sera di convivenza mi metto ai fornelli e, nell'intento di preparare un ottimo menù per festeggiare, bottiglia di bollicine già pronta nel frigo, mentre mi accingo ad accendere i fornelli un pensiero mi passa per la testa stile vignetta dei cartoni animati: “Sarà passato l’omino del gas a cambiare il contatore oggi?” Mi dirigo verso la cucina e comincio: cic cic, nulla . . . Riprovo, nulla. “Vai a vedere che hanno lasciato la valvola chiusa quando hanno cambiato il contatore” continuo a pensare. Esco in giardino, meno male che è estate, apro lo sportellino del gas e i miei occhi non credono a ciò che vedono: contatore vecchio e sigillo attaccato ancora piombato. Mentre nella mia testa risuona la colonna sonora di Psyco, caccio un urlo al mio adorato tesoro: “Amore, è venuto oggi quello del gas?!” Dopo un lunghissimo minuto di silenzio una risposta tuona dalla camera da letto: “Ah, no!” “Ma porrk, adesso come cucino?” . . . E qui tralascio tutte le maledizioni che ho tirato giù in quel momento. Ma sempre dalla camera da letto una vocina spara: “E dai è estate, fai qualcosa di freddo! Non hai niente in casa? Hai speso 200 euro al super oggi!” Così rovistando nella mia dispensa appena ordinata, maledicendo l'impossibile, ho trovato un vasetto di peperoni in agrodolce con aceto balsamico di Cascina San Cassiano, una gigante scatoletta di tonno e la prima ricetta per la serata in pochi minuti l'ho pensata e preparata. Inutile dire che un tavolino apparecchiato tutto carino, candele e i miei peperoni ripieni di tonno, hanno reso la serata speciale. Un'ottima cena per festeggiare l'inizio della nostra vita insieme.

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LA RICETTA di Lara Flan di peperone in agrodolce al tonno Ingredienti:       

50 g di robiola capperi dissalati q. b. 15 g di zucchero semolato 2 filetti di acciuga dissalati un piccolo ciuffo di prezzemolo 150 g di tonno sott’olio sgocciolato un vasetto di peperoni di Carmagnola in agrodolce con aceto balsamico Cascina San Cassiano

Procedimento: Sgocciolare i peperoni di Carmagnola in agrodolce con aceto balsamico di Modena Igp Cascina San Cassiano. Nel mixer raccogliere il tonno, un cucchiaino di capperi, il prezzemolo tritato grossolanamente, i filetti di acciuga e la robiola. Avviare l’apparecchio e frullare fino a ottenere una cremina morbida e omogenea. Tagliare i peperoni a quadretti e disporli su di un piatto da portata. Raccogliere la cremina di tonno in una siringa da pasticcere e farcire con dei ciuffetti di crema ogni quadratino di peperone, e decorare in fine con un cappero sopra ognuno.

L’AUTORE Lara, blog: Lara & the kitchen.

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IL RACCONTO di Adriana Queste parole mi provocano le classiche farfalle nello stomaco, ricordo di un giorno d'estate speciale (12 Luglio 1998), ricordo di un amore magico nato e legato ad un dolce casalingo gustato a casa di amici, ricordo di una stupenda sensazione e di sguardi intensi. I ricordi di quella giornata calda e afosa sono impressi nella mia mente: le risate, gli scherzi, l'alchimia nata al primo sguardo e la felicità provata. Oggi invece c'è la certezza che quell'amore è ancora con me e in me, è la mia vita insieme alla nostra piccola peste, certezza della sua presenza costante. Questa ricetta legata al nostro amore è presente sempre per i "nostri momenti speciali", e certo non poteva mancare in questo giorno (26 marzo): 13 anni di vita matrimoniale. È una felicità per me condividere con tutti voi la mia, anzi la nostra torta cacao fichi soffice croccantezza. La particolarità di questo dessert è la sofficità in superficie dovuta alla pasta brioche, e la croccantezza sul fondo per i biscotti, senza dimenticare la golosità del ripieno. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Adriana Croccante torta fichi e cacao Ingredienti:     

2 cucchiai di burro fuso un disco di pasta brioche 100 g di linguine al cacao 2 confezioni di biscotti digestive un vasetto di crema fichi e cacao Cascina San Cassiano

Procedimento: Innanzitutto sbriciolare tutti i biscotti e amalgamarli con il burro. Porre il tutto in uno stampo a cerniera del diametro di circa 26 cm, in modo da creare il fondo biscottato e croccante. Successivamente spalmare tutto il vasetto di crema fichi e cacao, e in ultimo adagiare il disco di pasta brioche (100 grammi di farina 00, 20 grammi di zucchero, 20 grammi di olio extravergine d’oliva, 20 millilitri di acqua, 20 millilitri di latte e 5 grammi di lievito di birra). A questo punto mettere in forno a 180 °C per circa 15/20 minuti, il tempo necessario solo per far cuocere la pasta brioche. 5 minuti prima di togliere dal forno sistemare le linguine al cacao (ovviamente già lessate e senza sale) e un'abbondante spolverizzata di zucchero di canna. A cottura ultimata, togliere dal forno la torta fichi e cacao, far raffreddare e spolverizzare con zucchero a velo.

L’AUTORE Adriana, blog: il mondo di Adry.

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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE _____________________________________________________________________________

IL RACCONTO di Milena Questa è una ricetta tipica di una delle regioni più belle d’Italia, la Liguria, alla quale sono legata per tanti motivi, uno dei quali è la mia primissima gita scolastica delle superiori: gita di un giorno a Genova . . . Avevo 14 anni e me ne innamorai perdutamente. Ci sono tornata tante altre volte in Liguria, sempre con grande piacere, ma quasi 7 anni fa fu il primo di tanti viaggi insieme ad una persona speciale . . . Che mi fa sentire speciale . . . Settembre 2006, da 3 mesi facevo coppia fissa con l’Omo, e ci stavamo concedendo la nostra primissima vacanza in un posto da sogno: le Cinque Terre. Paesaggi meravigliosi, tramonti spettacolari, scogliere uniche, bellissime passeggiate mano nella mano, tanti progetti, tanti sogni e . . . tanti nuovi piatti assaggiati, tra cui appunto le trofie al pesto con patate e fagiolini. Ci sono tanti piatti che io e l’Omo amiamo, ma se penso alla ricetta del cuore mi torna in mente la pasta al pesto più buona che io abbia mai mangiato. Ci colpì quel primo piatto, che assaggiammo in una locanda, catturò i nostri palati e la cuoca ci spiegò che in Liguria la pasta al pesto si fa così, semplicemente. Pochi ingredienti ma ricchi di sapore e di profumo. ______________________________________________________________________________

LA RICETTA di Milena Trofie al pesto con patate e fagiolini Ingredienti (dosi per 2 persone):     

130 g di trofie 1 patata media 2 cucchiai di burro fuso 100 g di fagiolini già puliti qualche cucchiaio di pesto alla genovese Cascina San Cassiano

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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE _____________________________________________________________________________

Procedimento: Mettere a bollire una pentola di acqua salata. Lavare i fagiolini e tagliarli a pezzetti, sbollentarli per una decina di minuti, toglierli dall’acqua con una schiumarola e tenerli da parte. Mettere nell’acqua di cottura dei fagiolini le patate sbucciate e tagliate a cubetti, dopo circa 5 minuti buttare la pasta (le trofie cuociono in circa 13 minuti, nel caso in cui la pasta richieda tempi diversi considerare per i cubetti di patate circa 15/20 minuti di cottura e regolarsi di conseguenza). Nel frattempo, in una ciotola capiente, diluire il pesto con un filo di olio e un cucchiaio abbondante di acqua di cottura della pasta. Scolare infine la pasta, versarla poi nella ciotola, aggiungere i fagiolini e mescolare bene.

L’AUTORE Milena, blog: la scimmia cruda.

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RACCONTO D’AMORE, RICETTA DEL CUORE _____________________________________________________________________________

Ed ecco a voi gli illustri membri della giuria. Angela delli Ponti, lettore in lingua straniera (inglese e francese) per editori italiani. Uffici stampa, relazioni esterne e organizzazione di eventi nel settore editoriale, culturale, turistico e rofessionale.

Simonetta de Nisco, consulente editoriale, copy writer ed editor. Ideatrice di prodotto editoriale per conto terzi con art direction; già direttore editoriale oltre che di Collane di Manualistica e Fotografia, del “Progetto di traduzione dell’Enciclopedia Britannica - Micropaedia - in italiano”. Tra i soci fondatori di Cives (Centro Internazionale di Cultura di Alberto Frigerio). Relazioni esterne di prodotti e realtà di nicchia italiani. (www.cascinasancassiano.com/cascinastyle) Ileana Pavone, foodblogger, new entry della “scuderia” di blogger che collaborano con Cascina San Cassiano, autrice del blog “Ribes e Cannella”, vincitrice della classifica assoluta nell’ambito della quarta competizione ufficiale organizzata da Cascina San Cassiano, il contest “Star for a Night”. (www.cascinasancassiano.com/blog-ribesecannella.html) (www.cascinasancassiano.com/starforanightcontest)

Davide D’Angelo, fotografo professionista, rimasto folgorato dal mondo digitale dopo una maturata esperienza nella fotografia “tradizionale”. Specializzato in fotografia subacquea oltre che terrestre, si occupa oggi anche di fotografia digitale all’infrarosso applicata alle tecniche di postproduzione in Photoshop per il bianco e nero e alla stampa in fine art con inchiostri e stampanti dedicati. Ha recentemente esposto una selezione di suoi scatti nell’ambito della mostra “Cieli e paesi di Langa e Roero” organizzata in collaborazione con la “Strada Romantica delle Langhe e del Roero”. (www.cascinasancassiano.com/channel-ibspecial2.html)

Il resoconto integrale della competizione, nell’ambito del quale sono stati proclamati i vincitori, è pubblicato all’interno del canale multimediale ufficiale di Cascina San Cassiano all’indirizzo www.cascinasancassiano.com/channel-contestreport4.html ARRIVEDERCI AL PROSSIMO CONTEST!

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