La Settimana Volume 8, numero 19

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Volume 8, numero 19

Sommario

12.05.2013

Economia

Editoriale La schiavitù del lavoro

Passaparola - Il sacco di Siena -

Vivere per vivere Salute/Medicina 05.05.2013

Mauro Aurigi

Informazione Floris, giornalista o dipendente?

Minipost Unipol: il M5S con gli azionisti Il giornalismo del nulla de la Repubblica Le riserve all'opposizione Le priorità del Paese Le ultime parole di Venturino ius soli M5S: il governo blocchi l'inceneritore di Parma

MoVimento Montecitorio, abbiamo un problema!

Muro del pianto L'Alfabeto della Vergogna La marcetta su Brescia

Politica Il libro dei sogni di Capitan Findus Go, o dell'accerchiamento Al Tappone #LettaFirmalo

Salute/Medicina Vivere per vivere

"Molte persone sciupano le ore della loro giornata non certo nelle attività di acquisto e vendita, ma per svolgere un lavoro salariato, ed è questo a renderle infelici. I primi contratti di lavoro salariato di cui è rimasta documentazione si presentano come contratti d'affitto di schiavi. Che dire di un modello capitalista che prende le mosse da questi presupposti? L'antropologo Jonathan Friedman sostiene che l'antica schiavitù era solo una versione anteriore del capitalismo, ma si può sostenere facilmente, molto più facilmente, che il modello capitalistico è solo una nuova versione della schiavitù. Non ci sono persone che ci vendono o ci danno in affitto: siamo noi stessi a farlo. ma l'affare rimane sostanzialmente lo stesso." David Graeber, Frammenti di antropologia anarchica

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Intervento di Valerio Gennaro, medico epidemiologo "Buongiorno a tutti, sono Valerio Gennaro, sono un medico ricercatore epidemiologo, lavoro a Genova in un ente pubblico, mi occupo di ricerca sul cancro e sono anche referente per i medici per l’ambiente e medicina democratica. Ringrazio il Blog di Grillo per la possibilità di aggiornamento dei dati che avevamo presentato circa un anno e mezzo fa. I dati Eurostat analizzati riguardano la salute degli italiani. Purtroppo nulla è cambiato rispetto a quanto già detto nel dicembre del 2011: la popolazione italiana ha avuto una riduzione del periodo di vita sana medio, in particolare nel grafico che vedete si parla di popolazione femminile. Vi è un confronto tra la stima della quantità di anni sani che può aspettarsi una bambina nata in Italia tra il 2004 e il 2011 e una bambina nata nello stesso periodo negli altri paesi europei. Il grafico inizia nel 2004 quando si aveva circa 71 anni come aspettativa di vita sana, età in cui si iniziava a diventare disabili. Oggi tra alti e bassi si mantiene intorno ai 62 anni,dopo il crollo avvenuto tra il 2005 e il 2007, quindi una perdita di 8 anni di vita sana. C’è quindi, nella popolazione femminile italiana, un’anticipazione della malattia, della disabilitàe una riduzione del periodo di salute. Informare su questo è importante perché si legge sempre dell’aspettativa di vita complessiva, cioè dell’età media di morte, anche se l'Italia ha oggettivamente un dato positivo, infatti siamo tra i paesi migliori in Europa. E' da sapere che il dato sull’accorciamento della vita sana viene regolarmente omesso , quindi c’è da chiedersi perché succeda. La situazione in Italia non è così rosea come vogliono farci credere e soprattutto se noi continuiamo a non discutere e valutare questi dati non potremo mai seriamente decidere e studiare le soluzioni che sono anche economiche e sociali. Questo dato viene omesso dal 2003, quindi da 10 anni. E' un dato percepito dalla popolazione, perchèci sono problemi di


salute gravi e sono tacitati, oscurati, sono tenuti nella privacy di ciascuno, ma è un fatto collettivo. Sull’antidepressivo un problema gravissimo: si è passati dall' acquisto di 7 o 8 confezioni di antidepressivo al giorno per ogni mille abitanti a 36 confezioni di antidepressivo ogni mille abitanti. Un dato devastante. Un cambiamento epocale, sia nella struttura sanitaria, ma anche nell’ equilibrio interiore della singola persona. Ci vorrebbe un grande sforzo epidemiologico per studiare le cause di questa situazione e bisogna fornire una spiegazione opposta a quella che viene data regolarmente. Possiamo affermare che la crisi produce malattia, ma in realtà la malattia aveva già percepito la crisi. Adesso, in questo boom di crisi reale, quindi percepita, si ripercuote in danni alla salute anche dal punto di vista psicologico, psichiatrico, neurologico, cardiovascolare. Ritornando al dato Eurostat, è importante vedere la dimensione globale del problema. Per quanto riguarda la salute la Germania sta molto peggio di noi. In Germania mediamente si ammalano, prendiamo come esempio le donne, tre o quattro anni prima rispetto alle donne italiane e alla media europea. La Germania non è quindi affatto un buon modello di salute. Dovremmo domandarci se sono problemi di origine ambientale, sociale, dietetica, economica o altro. Omettere questa informazione, questo referto che potremmo definire epidemiologico, fa sì che poi ci siano grandi problemi nella possibilità di correggere e risolvere i problemi collettivi. La salute è la grande opera su cui lavorare, perché è un bene comune ed essenziale. Personalmente confido molto in questa crescita dal basso e delle grandi opere da mettere in cantiere. Ci sono Paesi che a parità di periodo di crisi, cioè dal 2004 al 2012, hanno più salute. Tra questi non c’è la Germania, ma c’è la Svezia e altri paesi che stanno crescendo di anno in anno. Significa che si può imparare da chi fa meglio di noi, bisogna solo avere la volontà di mettersi a lavorare seriamente sulle cose che riguardano veramente il bene pubblico. Individuare le cause di questo disastro potrebbe essere uno degli obiettivi. Sono abbastanza ottimista. Penso che in qualche mese possiamo fare la diagnosi, agire immediatamente nello spazio di qualche anno massimo e invertire questa tendenza col desiderio di far riprendere la qualità della vita in Italia." Valerio Gennaro

Unipol: il M5S con gli azionisti

Passaparola - Il sacco di Siena - Mauro Aurigi

Minipost 05.05.2013

Economia 06.05.2013

"Signor presidente, signori azionisti, buon pomeriggio. Sono Roberto Grittani, 67 anni pensionato, piccolo azionista con Unipol Ordinarie. Molti anni fa ho iniziato ad investire in questa compagnia parte dei miei risparmi, nel 2010 ho aderito con fiducia all'aumento di capitale, in seguito ho fatto altri acquisti arrivando ad un investimento complessivo di 44.000 euro per un totale di 60.000 azioni Unipol Ordinarie. Purtroppo, finiti gli anni di buone soddisfazioni, il titolo ha imboccato una strada di continua discesa e negli ultimi due anni sono mancati anche i dividendi, ma ho continuato a mantenere le azioni in portafoglio avendo ancora fiducia e con la speranza di una ripresa. Nel 2012 sono accaduti fatti assolutamente imprevedibili che hanno gravemente danneggiato tutti i piccoli azionisti, me compreso. Il 19 marzo 2012, l'Assemblea Ordinaria delibera l'accorpamento delle azioni in ragione di 1 nuova ogni 100 azioni possedute. Questo fatto, poco significativo per i non addetti ai lavori, doveva preannunciare un altro gravissimo evento verificatosi con l'improvviso aumento di capitale scattato il 16 luglio 2012. Dal verbale della riunione del Consiglio di Amministrazione (CDA), risalente agli inizi di luglio 2012, nonostante le raccomandazioni di dover tenere conto del prezzo di mercato e dell'andamento delle quotazioni nel fissare il prezzo di offerta, risulta che il CDA, delegato dalla precedente assemblea di marzo, ha deliberato l'aumento di capitale, assegnando alle nuove azioni un prezzo di offerta pari a 2 euro l'una in ragione di 20 azioni per ogni azione posseduta. Se ricordiamo che inizio di luglio 2012 l'azione quotava intorno 18 euro, per poi scendere intorno ai 15 sulla base delle voci già in corso, vorremmo sapere di cosa ha tenuto conto il CDA nell'attribuire alle nuove azioni il prezzo stracciato di 2 euro. L'annuncio di questo prezzo di offerta per ognuna delle 20 nuove azioni ha causato un immediato crollo delle quotazioni scese a 12,50 euro il 13 luglio, ultimo giorno per uscirne fuori limitando i danni. Per questi motivi esprimiamo voto contrario a questo CDA, per un nuovo CDA che riconosca i gravi errori commessi nel 2012 ed avvii una procedura di riconoscimento dei danni e le pratiche di rimborso ai piccoli azionisti. Ho concluso, grazie" Roberto Grittani all'assemblea degli azionisti di Unipol del 29 aprile 2013 Il testo completo dell'intervento è consultabile qui

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"Avevamo tanto e ora la botta. Si parla di venti miliardi che non ci sono più, l’università ha un buco di 270 milioni, l’ospedale più antico, più di mille anni, venduto alla regione per 100 milioni, perché ha 100 milioni di debiti, la Corte dei Conti ha scoperto che ci sono 300 milioni di buco che prima non c’erano e la città è stata azzerata. Vedremo se i senesi come hanno fatto più volte nella storia saranno capaci di un colpo di reni per rimediare a quello che è successo. Io temo di no, la città è finita." Mauro Aurigi Il Passaparola di Mauro Aurigi, autore di Monte Paschi di Siena, un amore lungo mezzo millennio finito in tragedia Come inizia il caso Monte dei Paschi Sono Mauro Aurigi, ho 74 anni, sono nato e vissuto in parte a Siena, perché a 18 anni sono entrato in Monte dei Paschi e mi hanno fatto girare mezza Italia, la mia carriera me la sono fatta da solo, e spero di morire a Siena. Sono qui per illustrarvi il caso Monte dei Paschi, perchè è vero che ha fatto il giro del mondo su tutta la stampa internazionale, forse ha fatto anche più di una girata del mondo, ma non tutto è stato detto. Io ho cercato, in questa pubblicazione, di far capire cosa è successo, partendo da molto lontano, dal medioevo, da quando la banca è stata fondata. Saluto tutti gli amici che avranno la pazienza di seguire questa mia illustrazione e per chiunque volesse contattarmi sono disposto a parlarne. Il Monte dei Paschi diventa un caso con la privatizzazione, ossia qui c’è un fatto straordinario: negli anni 90, subito dopo, ma anche durante mani pulite, si scopre che il sistema bancario era tutto pubblico, San Paolo di Torino, Cariplo di Milano, Monte dei Paschi di Siena e tutte le casse di risparmio. Quindi c'era la necessità di rendere il sistema bancario privato, perché secondo loro senza banche private la nostra economia era bloccata. Non si sono domandati, o meglio, se lo sono domandati e l’hanno capito, ma non gli conveniva, perché le banche private non c’erano più! Il fatto che le banche private non ci fossero più, perché hanno la maledetta abitudine di fallire durante la prima o seconda crisi che devono affrontare. Questo è successo a fine '800, dopo la prima guerra mondiale, dopo la seconda guerra mondiale. Questo è l’unico motivo per cui le banche pubbliche sopravvivevano, non stavano nella finanza creativa, dove alla fine finiscono tutte le banche private come del resto succede oggi. Non stando nei grandi affari, non avendo nel proprio portafoglio le azioni delle aziende che finanziavano, le banche pubbliche erano fuori da questo gioco perverso, che non ha


niente a che fare con il credito. Quindi non solo sopravvivevano, ma emergevano, perché appena fallivano le banche private loro potevano occupare tutto il mercato lasciato libero, questo è il motivo per cui il Monte dei Paschi era la banca più solida d’Europa in assoluto, non la più grande, perché era la quarta o quinta d’Italia. Quindi il signor Giuliano Amato viene a Siena, dove c’è la banca più antica del mondo, la più solida d’Europa, e ci dice: "ora vi si insegna noi come si fa la banca". Senza neanche sorridere. E lì inizia il caso Monte dei Paschi, la privatizzazione di una qualsiasi struttura pubblica. Data in mano ai privati, la prima cosa che fanno è spogliarla, venderla a pezzi, come con Telecom, perché? Perché la privatizzazione è solo dare le aziende già pubbliche in mano a gente che ha i fondi per poterle gestire nell’interesse del privato, non più del pubblico. A questo punto iniziano le operazioni strane, di cui Monte dei Paschi si è infilato immediatamente. Fino agli anni '90 non si era mai sentito parlare di Monte dei Paschi, né nel bene né nel male, era come se non esistesse, alla fine si trova su tutte le prime pagine dei giornali perché fa le grandi operazioni finanziarie che di solito fanno i privati. Nessuna di queste grandi operazioni finanziarie è in utile, sono tutte in perdita! Piccole o grandi che fossero queste operazioni non hanno fatto che perdere! Un esempio? Banca 121, la ex-banca del Salento, e il Monte dei Paschi nel Salento non poteva entrare perché c’era questa piccola banca fortissima, come ad esempio la Banca commerciale, il San Paolo di Torino, non potevano entrare in Toscana e a Siena, perché c’era una banca molto radicata come il Monte dei Paschi. Il Monte dei Paschi che era entrato quasi ovunque, ma in Puglia, nel Salento non entra perché c’è questa banca fortissima. Passano gli anni e si legge sui giornali che Monte dei Paschi vuole comprare Banca 121, nel frattempo era stata trasformata da Banca del Salento a Banca 121. Per capire che cosa ci sta dietro all’intelligenza di questi signori "121" significa one to one, si facevano la pubblicità con la Sharon Stone. L’ispettore della Monte dei Paschi, ancora abituati alla vecchia banca pubblica, partono, vanno a controllare la 121, tornano e dicono che è a zero, non vale niente. Nel bilancio la banca valeva 500 miliardi, ma in realtà gli ispettori del Monte dei Paschi dicono che non vale assolutamente niente. Non contenti di ciò vengono questi ispettori vengono puniti perchè hanno fatto questa relazione sulla Banca 121 e il Monte dei Paschi offre 800 miliardi di lire per comprarla. Passa una settimana e il San Paolo di Torino ne offre 900, passa un’altra settimana e il Monte dei Paschi offre mille, passa un’altra settimana e arriviamo fino a due mila 300 miliardi. Quindi a due mila e 300 miliardi il San Paolo si ritira e il Monte dei Paschi ci mette altri 200 miliardi e la paga due mila e 500 miliardi di lire. La cosa buffa, strana, è che il Monte dei Paschi era il maggiore azionista privato del San Paolo di Torino, dopo la fondazione veniva il Monte dei Paschi con il 6%, dentro il consiglio di amministrazione del San Paolo c’erano due del consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi. Allora c’è da pensare che questi due signori stavano a Siena il lunedì e dicevano sì, rilanciamo altri 100 miliardi

sulla 121, poi andavano a sedere nel consiglio di amministrazione del San Paolo, e lì con loro decidevano di rilanciare altri 100 miliardi. Io dico che una operazione più sporca di questa non c'è stata. La Antonveneta è uno scherzo sul piano di come è stata fatta l’operazione, perché questa è veramente incredibile! Stava su tutta la stampa. Io faccio la mia relazione nell'assemblea dei soci del Monte dei Paschi, faccio e elenco questa straordinaria forma di acquisto della Banca 121, mi risponde il Presidente: “era un momento in cui tutte le banche salivano di valore, era il momento per comprare, noi abbiamo dovuto rincorrere il mercato"; io gli ho risposto al Presidente, che è un bocconiano: "che mia madre ha fatto la terza elementare, non era bocconiana, ma quando il prezzo dei carciofi saliva troppo smetteva di comprarli e comprava altre cose! Sul fatto che ci fossero membri del Consiglio di Amministrazione del Monte dei Paschi che stavano nel Consiglio di Amministrazione del San Paolo di Torino non mi è stata data risposta. La risposta l’ha data il mercato, l'azione è stata una frana spaventosa, perché poi due maggiori azionisti della Banca 121 sono diventati azionisti della Monte dei Paschi. Il direttore generale della 121, sto parlando di tre personaggi che probabilmente erano quelli che hanno affossato la 121, la ex-solida banca del Salento, il direttore generale della banca 121 diventa direttore generale della Monte dei Paschi, esattamente come se fosse stata la banca 121 che ha comprato il Monte dei Paschi. Da quel momento, bilancio dietro bilancio con questa forma di gestione che il Monte dei Paschi ha dovuto prendersi sulle spalle, con scandali finanziari, operazioni di finanza creativa che ha fatto perdere miliardi ai depositanti, trascinati dalla Banca 121. Il Monte dei Paschi è sbeffeggiato in televisione e in tutta la stampa, cose mai successe, una banca che era stata lontana da tutti quanti gli scandali! La città è finita Siena è la città più rossa di Italia, perché quando c’era il vecchio Partito Comunista italiano la provincia di Siena aveva il 58% di voti al partito, nessuna altra città d'Italia raggiungeva queste percentuali. Teoricamente il comune di Siena, insieme alla provincia potevano nominare 5 amministratori su 8, tre spettavano al governo, quattro al comune, uno alla provincia, però i compagni di allora, che erano usciti dalla resistenza, era gente che capiva le cose e sapeva che se in piena guerra fredda quella banca fosse considerata una banca rossa gli affari avrebbe smesso di farli, visto che l’imprenditoria italiana era tutto tranne che comunista. Quindi ha lasciato la banca in mano a elementi che sceglievano i compagni del partito comunista, ma altri venivano soprattutto dalle file della Democrazia Cristiana e anche del partito Socialista, quando i socialisti entrarono al governo con la Democrazia Cristiana negli anni 60. I comunisti si limitavano a nominare una sola persona dentro il consiglio di amministrazione, la deputazione. Questi 8 che formavano il Consiglio di Amministrazione del Monte dei Paschi funzionava come una forma di controllo, se possiamo chiamarla così. L' equilibrio che si era formato lasciava la banca in mano alla sua tecnocrazia, alla sua massima dirigenza, tutta senese, tutta nata dalla gavetta dentro la banca,

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iniziando dai mestieri più umili. Io quando sono stato assunto in banca a 18 anni, nonostante il mio bel diploma attaccavo francobolli sulla posta che partiva, perché si iniziava così. Non era assolutamente pensabile che uno fosse assunto dall’esterno con già un grado, una preparazione, chiunque doveva iniziare dalla gavetta. Poi c’era questa selezione tutta interna, tecnocrazia, fino a che in cima si formavano gli 8 direttori centrali, che poi gestivano la banca. Il direttore generale era nominato dalla Banca d'Italia, quindi anche quella una nomina politica, però soccombeva di fronte agli 8 centrali. Mi ricordo quando arrivò Pagliazzi, vicedirettore generale della Banca Nazionale del Lavoro, socialista, il primo socialista che viene messo dentro l'amministrazione della Monte dei Paschi. La banca nazionale del lavoro era veramente ridotta in brutte condizioni. Poi alla fine fu comprata dai francesi, è arrivato il direttore generale alla Monte dei Paschi, apriva cassetti e uscivano soldi da tutte le parti, è un fatto metaforico, nessuno lo sapeva quanto era ricca questa banca. E iniziò a dire:"si compra", non aveva mai visto in vita sua tanti soldi, gli 8 direttori centrali del Monte dei Paschi lo circondano (io facevo il sindacalista, le so queste cose perché avevo contatti) e gli dicono: "no provveditore,"perché il direttore generale si chiamava provveditore, come nel medioevo- "questi sono soldi sotto il mattone del Monte dei Paschi, si usano solo in caso di bisogno". E quale era il momento di bisogno? Quando arrivava la crisi che sterminava tutte le banche private. Ed ecco che la banca che aveva i soldi era il Monte dei Paschi, il San Paolo, la Cariplo, molte Casse di Risparmio e veniva sostituito, arricchendosi moltissimo, il sistema bancario privato da quello pubblico. In un convegno della Confindustria a Siena, allora il vicepresidente era Callieri, dove c’era anche D’Alema, io feci una domanda e chiesi: "come mai, se il sistema bancario italiano è così, come lo chiamate voi una foresta pietrificata, (perché è tutto quanto pubblico)i confindustriali italiani sono tra i più ricchi del mondo? Allora lo erano. Non si fanno delle belle banche private che distruggono queste banche elefantiache che non sanno stare sul mercato, etc.. Non risposero, ma era chiaro il perché! Perché se le banche private falliscono, perché ci devo mettere i soldi?! E poi avevano un altro problema: ci sarebbe stato D’Alema, Ciampi, Dini, Amato, che avrebbero privatizzato le banche pubbliche e quindi potevano essere presi per 4 soldi banche solide, perché rischiare di mettersi in concorrenza con banche che l'avrebbero sicuramente persa come l’hanno persa per un secolo il confronto dal sistema banche private in Italia per un secolo ha perso tutte le battaglie nei confronti delle banche pubbliche. Io dissi allora che avete privatizzato le banche pubbliche, alla prossima crisi, perché un’altra crisi ci sarà, perché si sa che ogni venti o trenta anni c’è una crisi, il sistema economico italiano non avrà il paracadute delle banche pubbliche, quello che ha avuto in tutte le crisi precedenti. Risultato: non è che va male solo la Monte dei Paschi, o meglio ancora non è che le altre banche private vadano molto meglio del Monte dei Paschi. Giuliano Amato è quello che era stato riproposto addirittura dopo venti anni che è lui che ha creato il disastro


delle banche quando le ha privatizzate, è stato riproposto anche come capo del governo! D’Alema: lui è stato un privatizzatore, tutti i comunisti sono grandi privatizzatori, perché sono operazioni molto interessanti sotto molti aspetti, la privatizzazione per gli enti pubblici, Telecom docet. E un giorno è venuto a Siena a fare una conferenza e gli abbiamo fatto trovare un manifesto, onorevole D’Alema lei non è persona gradita a Siena e abbiamo fatto accenno a eventuale suo intervento dentro l’acquisto della banca 121 da parte dei Monte dei Paschi, perché si sapeva che il direttore generale della banca 121 finanziava le campale elettorale di D’Alema in Puglia. E la Puglia è la regione dove D’Alema viene normalmente eletto. Lui rispose alla stampa: se qualche d'uno insinua che io ho avuto un interesse personale nella operazione di acquisto della 121 da parte del Monte dei Paschi lo querelo. I signori Gorgoni, Semeraro, che sono i due della banca 121 entrati nel consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi dopo l’acquisto , e il direttore Generale De Bustis, sono brave persone della cui amicizia io mi onoro, quindi il vertice della banca 121 era tutto amico di D’Alema, perché lui l’ha dichiarato alla stampa. Quindi la politica ha avuto un ruolo enorme, perché quando si è fatta la privatizzazione tutte le azioni delle banche pubbliche trasformate in private stavano in mano alle fondazioni e furono creati questi enti che avevano in mano il 100% delle azioni. La nomina dei consigli di amministrazione di queste fondazioni è tutta in mano agli enti locali, per lo meno a Siena, è tutta in mano al comune, provincia e regione. Pochi ambienti sono politicizzati come quello di Siena, perché in questa città, che aveva una ricchezza incredibile e strabiliante, era fatta tutta di pubbliche istituzioni, viveva Monte dei Paschi, università, ospedale, la città più piccola della Toscana ha l’ospedale più grande della Toscana e anche il più antico del mondo, perché l’ospedale di Siena ha documenti del 900 dopo Cristo! Ecco, questi enti pubblici che hanno fatto un po’ la ricchezza della città, creati tutti in epoca medioevale che ci siamo trascinati dietro dal medioevo, sono tutti quanti gestiti in maniera ovviamente politica. La fondazione non ha potuto che essere influenzata di questo tipo di presenza, solo che non c’erano più i vecchi compagni ex partigiani, c’erano Avvocati, ragionieri, politicanti di professione, tutta gente che dalla politica tira fuori il necessario per vivere. L’uomo tirato fuori dal cappello a cilindro non so di chi, ma certamente io non posso fare nomi dei politici che probabilmente lo hanno spinto a fare il Presidente del Monte dei Paschi, ma me li posso immaginare, il sindaco si è vantato di averlo trovato lui, ma io credo che il sindaco di Siena non lo avesse mai neanche sentito nominare il Profumo come banchiere, è chiaro che il suggerimento viene molto molto dall’alto. Si è preso una bella gatta da pelare, ma non poteva farne a meno, perché lui aveva spinto l’ex Presidente del Monte dei Paschi nella Abi, è stato lui soprattutto l’artefice della nomina di Mussari alla presidenza della Abi, e Mussari gli ha restituito il favore spingendo questo alla presidenza della Monte dei Paschi. Quale sia il suo ruolo non si è capito, dovrebbe essere quello

del risanamento della banca, ma questo risanamento ha preso una brutta piega, perché il 10 ottobre, comunque nel mese di ottobre, c’è stata una assemblea azionisti, straordinaria, in cui Profumo ha chiesto e ottenuto i pieni poteri e i pieni poteri consistono nel comprare e vendere quello che vuole, nel lanciare un aumento di capitale di un miliardo di Euro, che escluda i vecchi azionisti, devono essere tutti azionisti nuovi. Dopo un pochino la fondazione, meglio il centrosinistra, che sta nella fondazione, o meglio il PD, che sta nella fondazione, che ha il 35% delle azioni del Monte dei Paschi e quindi ha la maggioranza relativa, ma vicina alla assoluta, perché poi alle assemblee non è che partecipino molte persone, è quello che gli ha dato la autorizzazione a fare quello che gli pare, ha detto il Monte dei Paschi. L’ipotesi che a questo punto viene spontanea da fare è che lui ha già il compratore per quell’aumento di capitale di un miliardo di Euro, un miliardo di Euro che significa il30% del capitale della banca, quindi siamo vicini al lasciare il controllo della banca a qualcuno altro e questo qualcuno altro potrebbero essere i russi di banche russe che sono nate in una maniera molto strana, come sono nate le grandi aziende industriali e gli oligarchi russi, che si sono comprati per 4 soldi, veramente per un tozzo di pane, le grandi aziende statalizzate della ex unione sovietica. Nutrendo un sottobosco di mafia incredibile, e lo sappiamo perché sta su tutti i giornali questo, Quindi io vedo con grande preoccupazione questa sistemazione del Monte dei Paschi, che arrivano soldi, sì, ma che soldi sono? E soprattutto poi c’è questo altro problema, io ho sempre in mente quello che è successo a Torino sotto la FIAT e a Taranto sotto l’Ilva, io la mia città assoggettata a una banca privata in mano a sconosciuti manager, significa solo che la città verrà resa serva e verranno resi servi i suoi cittadini, di questo potere! È già successo in questi ultimi 12 anni in cui l’hanno spogliata. La città non ha reagito perché i cittadini da cittadini si sono trasformati in sudditi, da popolo in plebe, c’era un principe che comandava che era poi non solo Mussari, ma comunque il PD locale, e si è instaurata una sorta di terrore, io che sono uno dei pochi senesi che parla apertamente di queste cose, mi tolgono il saluto, fanno finta di non vedermi per la strada, non si accompagnano con me e se poi lo fanno e iniziano a parlare mi dicono parla piano. A me questo è successo di parlare piano, siccome sono state due mesi in unione sovietica negli anni 70 a studiare il russo, con certi russi, tra l’altro di partito, che raccontavano le barzellette che noi si rideva a crepapelle ci dicevano ridete piano, ridete piano, ecco, nella mia città mi sono trovato in una città che si è immolata tre o quattro volte nella sua storia per difendere la propria liberta e indipendenza e per fare quello che ha fatto, che i senesi vivono, anzi vivevano esclusivamente di quello che loro avevano creato, a Siena non c’è né un re né un Papa né un imperatore né un capitano di industria o capitano coraggioso come li chiamava D’Alema, che abbia portato ricchezza alla città, non dobbiamo ringraziare nessuno, dobbiamo, anzi dovevamo, ringraziare solo noi stessi e una storia straordinaria che la città ha avuto, credo che sia l’unica città al mondo che possa vantarsi

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di non dovere ringraziare nessuno di quello che ha. Avevamo tanto e ora la botta si parla di venti miliardi che non ci sono più, l’università invece sono 300 milioni, no, 270, l’ospedale più antico, più di mille anni, venduto alla regione per 100 milioni, perché ha 100 milioni di debiti, il comune, la Corte dei Conti ha scoperto che ci sono 300 milioni di buco che prima non c’erano e la città è stata azzerata.. Vedremo se i senesi come hanno fatto più volte nella storia saranno capaci di un colpo di reni per rimediare a quello che è successo. Io temo di no, la città è finita. Ecco, sì, io mi sento di, anche se i senesi i avevano fama di fare tutto da soli, come ho detto, però questa storia è emblematica, io credo che dobbiate passare parola chiunque mi veda e mi ascolti per partire da questo episodio per evitare che ce ne siano altri, ce ne sono già stati molti in questo paese, grande parte del nostro debito pubblico è dovuto al sovrapporsi di episodi di questo genere negli ultimi 60 anni, da quando la Repubblica è nata. Quindi passate parola per favore.


Il giornalismo del nulla de la Repubblica

Il libro dei sogni di Capitan Findus

Minipost 06.05.2013

Politica 07.05.2013

"la Repubblica" continua ad occuparsi del nulla. Prende pezzi sparsi dal forum interno e privato dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle, decontestualizza i ragionamenti, costruisce titoli per screditare il MoVimento e per mettere noi parlamentari contro Beppe Grillo e viceversa. Gioco vecchio e che non funziona. L'onestà intellettuale vorrebbe prima di tutto che si raccontasse il grande risparmio che si ha con i parlamentari del movimento partendo dai 42 milioni di euro di rimborsi elettorali non presi perché non voluti e poi la rinuncia all’assegno di fine mandato, circa 30 mila euro a parlamentare, la riduzione del 50% dell’indennità e in più la rendicontazione on-line di tutte le spese sostenute. Questa è la notizia in un Parlamento in cui nessuno rinuncia mai a niente. I ragionamenti estrapolati chissà come dal nostro forum e costruiti ad arte per fare un bel titolo li lasciamo appunto a "la repubblica". Invitiamo tutti gli altri parlamentari a seguire il nostro grande esempio." Roberto Fico P.S.: Noi rinunciamo anche alle doppie indennità di carica vedi Luigi Di Maio, Claudia Mannino, Ricardo Fraccaro

L'editoriale del Financial Times del 5 maggio 2013 dedicato a capitan Findus Enrico Letta e al suo libro dei sogni. L'originale: "Letta’s dream book" "Enrico Letta, il primo ministro d'Italia, è il nuovo eroe dell'anti-austerità. Nel suo primo discorso in Parlamento, il vice segretario dei democratici di centro-sinistra ha annunciato che intende annullare gli aumenti fiscali per un valore fino a € 6 miliardi. In un viaggio a Berlino, Bruxelles e Parigi, l'onorevole Letta ha invitato i suoi partner della zona euro ad attuare rapidamente politiche favorevoli alla crescita e alla creazione di posti di lavoro. Eppure, se grattate la superficie e vedrete che il messaggio del signor Letta è più complesso. Il governo è irremovibile e rimarrà entro il limite del 2,9 per cento di deficit concordato con Bruxelles per il 2013. Tale obiettivo è incoerente con allentamento fiscale. La lista dei desideri del signor Letta ha uno scopo prevalentemente domestico. Ha intenzione di tenere insieme una coalizione ampia e fragile, che include parti con diverse priorità economiche. Sarebbe più facile arrivare a concordare riforme politiche, come il taglio del numero e gli stipendi dei parlamentari. Ad ogni modo, il processo per un grande stimolo fiscale in Italia non è chiaro. È vero, le misure di sicurezza fornite dalla Banca Centrale Europea hanno calmato i mercati, spingendo i rendimenti dei titoli a 10 anni sotto il 4 per cento. Questo dà a Roma spazio di manovra. Ma il debito pubblico, proiettato al 131% del reddito nazionale nel 2013, è uno dei più alti nel mondo sviluppato. Il governo deve fare attenzione nello scegliere quali tasse tagliare. Silvio Berlusconi, il cui Popolo della Libertà sostiene il governo Letta al fianco dei democratici e del gruppo centrista di Mario Monti, vuole abolire una tassa di proprietà (l'IMU, ndr), che è estremamente impopolare tra l'elettorato. Ma i prelievi sulla proprietà sono un modo pulito per tassare la ricchezza accumulata senza ridurre incentivo delle persone al lavoro. Lo sforzo del signor Letta per alleviare le tasse dovrebbe iniziare dall'alto cuneo fiscale sul lavoro, in modo da promuoverne la competitività. Roma dovrebbe cercare di finanziare questi tagli fiscali attraverso una riduzione della spesa corrente. C'è molto grasso da tagliare, a partire da uno dei tre strati esistenti di governo locale. Bruxelles dovrebbe tollerare un moderato aumento del deficit fiscale, se viene utilizzato per finanziare investimenti in attività produttive, comprese le scuole e le università. In cambio, la Commissione europea dovrebbe esigere dall'Italia una forte spinta sulle riforme strutturali, per

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migliorare il suo record di crescita poco brillante. Ma la resistenza dei partiti sarà forte. Il centro-sinistra bloccherà i tentativi di riformare il mercato del lavoro. Il centro-destra si leverà in piedi con avvocati e farmacisti per ostacolare le liberalizzazioni. E' improbabile che il Libro dei sogni del signor Letta diventi realtà." Editoriale Financial Times


Le riserve all'opposizione

Go, o dell'accerchiamento

Minipost 07.05.2013

Politica 07.05.2013

"Cosa direste se in un girone di campionato le squadre potessero scegliersi l'avversario che preferiscono? Che razza di competizione sarebbe? E se addirittura scegliessero di giocare contro una squadra composta dalle loro stesse riserve? Vorreste mai essere voi a pagare per assistere a una partita così? E che ne sarebbe della legge di Darwin se le gazzelle potessero scegliersi il leone più debole, invece di quello più forte? E di un ascensore, se illudendosi di fare meno fatica pretendesse un contrappeso meno pesante? Cosa lo frenerebbe dallo schiantarsi al suolo, portando verso un tragico destino tutti i suoi sfortunati occupanti? Esattamente allo stesso modo, l'opposizione parlamentare non si sceglie (né tantomeno la si costruisce) tra quelle che fanno più comodo. L'opposizione è quella uscita dalle urne e dalla legge elettorale: ogni altra alchimia ispirata al gioco delle tre carte è una manovra di palazzo innaturale e dannosa, che mira a indebolire gli anticorpi del sistema Paese e, così facendo, prende in giro gli elettori e mortifica la loro intelligenza e le loro speranze di cambiamento. La prassi vuole che le presidenze del Copasir e della Vigilanza Rai vadano all'opposizione, ovvero al MoVimento 5 Stelle e quindi ai quasi nove milioni di cittadini che lo hanno votato, non a due movimenti che rappresentano una frazione infinitesimale del Paese e che hanno fatto campagna elettorale al fianco di Berlusconi e di Bersani, come costole di uno stesso organismo. O la prassi vale solo quando serve a congelare la formazione delle commissioni permanenti? Anche solo immaginare di dare le presidenze che ci spettano a Sel e Lega, significa tentare di fare un Gran Premio facendo correre gli avversari con il muletto, ma il risultato non sarebbe tagliare il traguardo, bensì schiantarsi contro le tribune alla prima curva seria, essendosi privati dei freni." Vito Crimi, M5S Senato

Floris, giornalista o dipendente? Informazione 08.05.2013

Il Go è un gioco da tavolo cinese, risale a 2.500 anni fa, è il più antico ancora praticato. Due giocatori posano delle pedine nere e bianche sulle intersezioni vuote di una scacchiera composta da una griglia 19 × 19. I giocatori hanno l'obiettivo di controllare una zona della scacchiera maggiore dell'avversario. A questo scopo dispongono le pedine in modo da non essere catturate, e costruiscono degli spazi che non possano essere invasi. Le pedine avversarie sono catturate se circondate completamente dalle proprie e non hanno spazi interni o "occhi". Il MoVimento 5 Stelle è in apparenza circondato, chi l'ha fondato, i parlamentari, i simpatizzanti che lo dichiarano apertamente, gli attivisti. Chiunque spenda una sua parola in pubblico è attaccato come eretico, deviato, violento, terrorista, volenteroso artefice di bagni di sangue, pazzoide visionario, incompetente. Ogni male d'Italia è attribuito al M5S da giornali e televisioni diventati senza alcuna vergogna un incrocio tra la Pravda di Stalin e Der Stürmer sotto il nazismo. Se non puoi attaccare le idee, attacca le persone (quelle del M5S sono copiate da politici da fiera paesana a partire da Capitan Findus Letta, e mai realizzate). La sensazione di essere circondati, "calpesti e derisi" dal Potere Costituito che sta muovendo ogni leva a sua disposizione per distruggere il M5S in effetti la si sente nell'aria. Un che di pesante, di torbido, annuncio forse di fatti gravi. Mentre l'opera di accerchiamento continua, un altro accerchiamento però avviene intorno al Potere Costituito. Sono i cittadini italiani la cui rabbia conosce bene chiunque frequenti un bar o una pubblica via. Gli elettori del M5S sono tra loro, sono otto milioni e mezzo, primo partito, il cui voto non è stato preso neppure in considerazione. Un voto considerato abusivo dalla triade Napolitano, pdmenoelle, pdl, trasposizione laica del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questa rabbia "che ogni giorno urla più forte" non arriva all'orecchio degli Inamovibili o forse non la temono. Questione di tempo. Si accorgeranno in autunno di essere loro all'interno di un cerchio. Senza possibilità di fuga verso l'interno né verso l'esterno. Il confronto da politico economico diventerà sociale, incontrollabile. E' il gioco del Go, bellezza!

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Ieri sera Ballarò ha divulgato i risultati di un sondaggio il cui quesito era: "Definirebbe il MoVimento 5 Stelle - un gruppo integralista che non va oltre la protesta - la vera opposizione che serve al Paese" e ha decretato che il M5S è "un gruppo integralista che non va oltre la protesta". Il sondaggio si distingue per rigorosità e professionalità, l'impegno profuso per screditare scientificamente il M5S è sicuramente encomiabile: i servi sono sempre più zelanti dei loro padroni. Colgo l'occasione per lanciare un sondaggio: "Definirebbe Giovanni Floris un vero giornalista - un dipendente assunto dal pdmenoelle alla Rai?" Votate!


L'Alfabeto della Vergogna

Le priorità del Paese

Al Tappone

Muro del pianto 08.05.2013

Minipost 08.05.2013

Politica 09.05.2013

I nomi dei presidenti delle Commissioni parlamentari, spartite tra pdl e pdmenoelle (per questo hanno aspettato di fare il governo prima di istituirle...), sono un potente vaffanculo alla Nazione. La lista della vergogna comprende trombati, inquisiti, mariti, vecchie scarpe dell'inciucio, riscossori di premi partita, trombettieri del falso, senatrici da supermarket con la scorta. Un tocco di P2 più un tocco di D'Alema. Persone nominate per aver fottuto Prodi alle elezioni presidenziali o per il loro instancabile leccare il culo da sempre a Berlusconi. C'è dentro di tutto, un minestrone di falliti, riciclati, bocciati alle politiche, di eterni ritornanti. Questa lista è una provocazione verso i cittadini per scelta delle persone e per la loro generale incompetenza. Se ci fosse una Commissione per i Cessi di Montecitorio occuperebbero anche quella, metà chiappa pdl, metà chiappa pdmenoelle e lascerebbero il cesso da pulire alla finta opposizione di Sel. L'Alfabeto della Vergogna (*) Camera B come Boccia (Bilancio) B come Bordo (Politiche UE) C come Capezzone (Finanze) C come Cicchitto (Esteri) D come Damiano (Lavoro) E come Epifani (Attività produttive) F come Ferranti (pd) (Giustizia) G come Galan (Cultura) M come Meta (Trasporti) R come Realacci (Ambiente) S come Sani (pd) (Agricoltura) S come Sisto (Affari Costituzionali) V come Vargiu (Affari Sociali) V come Vito (Difesa) Senato A come Azzolini (Bilancio) C come Casini (Esteri) D come De Biasi (Sanità) F come Finocchiaro (Affari costituzionali) F come Formigoni (Agricoltura) L come Latorre (Difesa) M come Marcucci (Cultura) M come Marinello (Ambiente) M come Marino (Finanze) M come Matteoli (Telecomunicazioni) M come Mucchetti (Industria) P come Palma (Giustizia) S come Sacconi (Lavoro) (*) Consigliato ai costipati per facilitare l'evacuazione (è una meraviglia) e per chi voglia facilitare i conati di vomito (non sarete delusi). Leggere lentamente l'elenco per evitare effetti collaterali come la perdita completa dell'equilibrio nervoso e l'insorgere di aggressività incontrollata.

Chi perde un lavoro, chi non ce l'ha, è abbandonato dallo Stato. I dati sulla disoccupazione, specie quella giovanile, sono devastanti. La cassa integrazione è a rischio, ma le richieste aumentano. La priorità di governo non dovrebbe essere l'Expo come dice il Nipote di suo Zio, ma queste persone. Un reddito minimo di cittadinanza e l'abolizione graduale dell'IRAP per far ripartire le piccole e medie imprese non è "follia visionaria", ma ciò di cui ha bisogno urgente il Paese. "Io, disoccupato, 45 anni, ho lavorato per 24 anni in un Tour Operator, poi la crisi e l'azienda che chiude. Sono 8 mesi che sono senza lavoro e ho due figli. Sto cercando in ogni modo di trovare un'occupazione e sono disponsto a fare qualsiasi cosa pur di "far qualcosa". Cerco di rimettermi in gioco, di trovare soluzioni. Ho anche fatto un corso (euro 750,00 + le spese di viaggio) per ottenere la qualificazione come autista di pullman. Non mollerò mai, continuerò a provare. Ma possibile che nessuna istituzione mi da una mano per cercare di reintrodurmi nel mondo del lavoro? Io, disoccupato, 45 anni, ho pagato tasse e continuo a pagarne che mi schiacciano a terra e non ho un aiuto concreto." Andrea C

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In un qualsiasi Paese democratico un personaggio come Berlusconi sarebbe in carcere o allontanato da ogni carica pubblica, da noi è l'ago della bilancia del Governo, punto di riferimento di Napolitano nel suo doppio settennato, protetto dall'opposizione del pdmenoelle formata a sua immagine e somiglianza, tutelato dai servi che ha nominato in Parlamento, difeso dalle menzogne delle televisioni e dei giornali. La condanna confermata in appello a quattro anni per frode fiscale per i diritti tv per le reti Mediaset, corredata da cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e tre anni dagli uffici direttivi avrebbe incenerito qualunque politico inglese, tedesco o statunitense. Da noi questo tizio passa da statista. Fa dichiarazioni. Si propone come Padre della Patria. E' il tempo della Conciliazione di Capitan Findus. Delle Larghe Intese alla luce del sole tra vecchi compari che si frequentano da vent'anni. Berlusconi è il garante dell'osceno connubio tra illegalità e democrazia. Un parassita che se estratto dallo stomaco della nazione, come Alien, la farebbe morire. Questo è ciò che pensano coloro che lo mantengono in vita adoperandosi con cure amorose e con nomine ad hoc come Palma alla Commissione Giustizia concordata con il pdmenoelle. In una vecchia battuta da avanspettacolo l'attore sul palco, infastidito dai fischi, diceva "Non ce l'ho con te che disturbi, ma con il tuo vicino che non ti prende a schiaffi". Io non ce l'ho in particolare con Berlusconi, ma con chi lo ha reso e lo rende possibile, con chi gli garantisce l'impunità morale, la legittimazione politica, l'uso privatistico delle frequenze televisive, con chi non chiede seduta stante le sue dimissioni dal Parlamento e dichiara come D'Alema "Non commento vicende giudiziarie". Il MoVimento 5 Stelle chiederà la sua ineleggibilità in Parlamento per l'applicazione della legge del 1957 per cui i titolari di una concessione pubblica e i rappresentanti legali di una società che fa affari con lo Stato non possono essere eletti e per la condanna di ieri in merito all'interdizione a pubblici uffici. Vedremo chi voterà l'ineleggibilità. Mi mangio un cappello se sarà votata dal pdmenoelle. Boccia il marito pdmenoellino di sua moglie pdellina, entrambi accasati in Parlamento, ha dichiarato che l'ineleggibilità di Berlusconi "non è una priorità per il paese ma un modo per continuare a fare propaganda". Nel frattempo corre voce che Berlusconi potrebbe essere eletto senatore a vita. La soluzione di ogni suo problema. Un cerino in un pagliaio.


Le ultime parole di Venturino Minipost 09.05.2013

"Non abbiamo neanche fatto in tempo a dirlo che veniamo a sapere che questa sera Venturino sarà ospite di Santoro. Ormai lo schema è lo stesso, i fuoriusciti hanno l'esigenza di apparire subito nei salotti televisivi per giustificare le loro "buone" azioni. Nemmeno il tempo di smaltire questa "rottura" che è già in volo su un aereo diretto a Roma. Cosa racconterà? Che è stato cacciato per avere delle idee politiche diverse dalle nostre? Ma chi sta nel Movimento sa bene che noi facciamo tesoro del confronto. La verità è che non è stato coerente con l'impegno preso con i cittadini. Perchè non gli chiedete che fine hanno fatto i circa 20.000 euro di marzo e aprile che si è trattenuto? Per fortuna ci consoliamo con questo video che ricorda la sua coerenza." Giancarlo Cancelleri

ius soli

Montecitorio, abbiamo un problema!

Minipost 10.05.2013

MoVimento 10.05.2013

In Europa non è presente, se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate, lo ius soli. Dalle dichiarazioni della sinistra che la trionferà (ma sempre a spese degli italiani) non è chiaro quali siano le condizioni che permetterebbero a chi nasce in Italia di diventare ipso facto cittadino italiano. Lo ius soli se si è nati in Italia da genitori stranieri e si risiede ininterrottamente fino a 18 anni è già un fatto acquisito. Chi vuole al compimento del 18simo anno di età può decidere di diventare cittadino italiano. Questa regola può naturalmente essere cambiata, ma solo attraverso un referendum nel quale si spiegano gli effetti di uno ius soli dalla nascita. Una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del Paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente. Inoltre, ancor prima del referendum, lo ius soli dovrebbe essere materia di discussione e di concertazione con gli Stati della UE. Chi entra in Italia, infatti, entra in Europa.

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Houston, abbiamo un problema. Di cresta. Ebbene, va ammesso. Un piccolo gruppo di parlamentari non vuole restituire la parte rimanente delle spese non sostenute. Nel Codice di Comportamento, sottoscritto dai candidati, il trattamento economico era chiaro: 5.000 euro lordi e le spese sostenute a piè di lista con la rendicontazione. Il resto andava restituito con modalità da definire da parte dei gruppi parlamentari: onlus, fondi di microcredito alle imprese, ecc. I parlamentari percepiscono una diaria e alcuni vorrebbero trattenere la differenza tra questa e le spese. Ieri ho parlato con loro alla Camera anche di questo. Alcuni, pochi, non erano convinti. Per un MoVimento che ha rinunciato a 42 milioni di euro di finanziamenti elettorali, (né Capitan Findus Letta, né Al Tappone ci hanno minimamente pensato, in cambio hanno preso per il culo gli italiani con una raffica di dichiarazioni) che si è decurtato lo stipendio (nessun altro gruppo parlamentare lo ha fatto) e ogni mese destinerà circa 350.000 euro risparmiati a una onlus o a un fondo di solidarietà, una differenza di poche migliaia di euro trattenute da qualche parlamentare potrebbe sembrare un peccato veniale, qualcosa su cui sorvolare. Ma non lo è, per rispetto verso gli attivisti e gli elettori. Si discute infatti di un principio, l'aderenza a patti liberamente sottoscritti e l'adesione all'etica del MoVimento. Nessuno ci farà sconti. Il Paese ci osserva. Ci premierà per la nostra coerenza o ci punirà per i nostri errori. "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" disse Mahatma Gandhi. L'Italia la cambieremo soltanto attraverso l'esempio. Non possiamo chiedere ad altri dei sacrifici se non li facciamo noi stessi. Non ci perdoneranno nulla, non possiamo perdonarci nulla. E' nella nostra natura. E' la nostra forza. Ho incontrato nei giorni scorsi una signora, due figli piccoli, senza il marito. Guadagna 500 euro al mese facendo le pulizie. Con orgoglio, mi ha detto che lei ce la fa, anche se conta i 10 centesimi. Ho pensato a lei, ieri, in quell'aula di stucchi e arazzi a Montecitorio.


#LettaFirmalo

La marcetta su Brescia

Politica 11.05.2013

Muro del pianto 11.05.2013

Enrico Letta ha affermato: "Io lavoro: io con un decreto toglierò lo stipendio ai ministri (solo quello aggiuntivo ai ministri parlamentari che si dovranno accontentare di 16.000 euro al mese, ndr)". Bene! Bravo! Bis! Ora, signor presidente, firmi un decreto anche per l'abolizione immediata dei rimborsi elettorali e il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari. Facciamo un po' di conti. Il MoVimento 5 Stelle rinuncia a: 42 milioni di euro di rimborsi elettorali rifiutati alle ultime elezioni politiche; 5 milioni di euro l'anno derivanti dal dimezzamento dell'indennità parlamentare 3,5 milioni di euro l'anno derivanti dalla rinuncia alle spese generali aggiuntive (informatica, telefoni, taxi) 1,6 milioni di euro l'anno derivanti dalla rinuncia all'indennità di fine mandato; 175mila euro l'anno derivanti dalla rinuncia alle indennità di carica dei presidenti, dei vicepresidenti e dei questori. Quello che resta della diaria di ogni parlamentare. Se tutti i partiti e i parlamentari facessero lo stesso si risparmierebbero centinaia di milioni di euro all'anno. Prima di lei mi sono rivolto senza esito a Bersani. Lei ha il potere di estendere la buona pratica introdotta dal M5S a tutti i partiti. Lo faccia. Firmi il decreto! L'Italia le sarà grata! #LettaFirmalo

Nel pomeriggio dell'11 maggio 2013, un condannato a quattro anni di evasione fiscale in secondo grado, farà la sua marcetta su Brescia in piazza del Duomo contro la magistratura. I giudici hanno il torto di giudicarlo, per lui dovrebbero voltarsi dall'altra parte come il pdmenoelle o rimanere silenti come le statue di sale delle Istituzioni. Ma, purtroppo per Al Tappone, giudicare è il loro mestiere e i tribunali della Repubblica non sono ancora stati privatizzati. Non un fiato da Capitan Findus Letta, non un sospiro dai vertici del pdmenoelle in nome della "pacificazione". Una parola usata per nascondere l'immondo mercimonio di un governo che rimane in piedi perché sostenuto da un condannato per i suoi fini personali. Napolitano ha detto che "Bisogna fermare la violenza verbale prima che si trasformi in eversione". A Milano con l'occupazione del Palazzo di Giustizia da parte dei nominati da Berlusconi in Parlamento l'eversione è già avvenuta. Politici contro magistratura. Non ricordo un sussurro da parte del capo del Csm. Forse era distratto in nome della governabilità. La "violenza verbale" è consentita se a protezione dello statista Berlusconi che, magnanimo, mantiene in vita il governo. "Basta a queste sentenze annunciate, emesse sulla base di teoremi politici-giudiziari", Gregorio Fontana, pdl. "C'è uno scatenamento di forze, non solo giudiziarie, che hanno un duplice obiettivo: colpire Berlusconi e mettere in crisi l'equilibrio di governo", Fabrizio Cicchitto, pdl, tessera P2 2232. Magistrati "politicizzati accecati da un odio pregiudiziale che mi vorrebbero interdetto e politicamente morto", Silvio Berlusconi, pdl, tessera P2 1816. E' da vent'anni, da Tangentopoli, dalle stragi del '92-'93, che la magistratura supplisce in parte alla Fine della Politica avvenuta con la Seconda Repubblica. E' una fiamma sempre più debole, addomesticata da leggi ad castam, da un'informazione faziosa alla quale ogni diffamazione è permessa, da un presunto realismo nel cui nome si è persino giustificata la trattativa Stato-mafia. Per questo governo i magistrati sono un impiccio, un ostacolo alle Grandi Intese, colpevoli di mettere in discussione la pax sociale, irresponsabili. "Lo Stato non può processare sé stesso", diceva Leonardo Sciascia. E oggi Berlusconi è lo Stato.

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M5S: il governo blocchi l'inceneritore di Parma Minipost 11.05.2013

"Il caso dell'inceneritore Iren Spa torna all'attenzione del governo con una interrogazione scritta urgente presentata dai parlamentari al Senato del M5S Maria Mussini e Carlo Martelli, vice presidente della Commissione Ambiente. Nell'interrogazione si ricordano tutte le vicende degli scorsi giorni con l'avvio, senza rispettare la fase di collaudo, dell'impianto, i pericolosi sforamenti dei limiti d'inquinamento durante tale fase, l'annosa questione degli incentivi "Certificati Verdi", gli esposti del Comune e la diffida della Provincia. Mussini e Martelli chiedono l'applicazione della normativa comunitaria e nazionale per la gerarchia del trattamento dei rifiuti. Chiedono di intervenire per il superamento del ricorso al trattamento termico e di recupero energetico dei rifiuti. Chiedono anche la piena e corretta attuazione della normativa comunitaria in materia di fonti energetiche rinnovabili, ed in particolare come provvedere al superamento di ogni impropria incentivazione al trattamento termico e di recupero energetico dei rifiuti. In che modi il Governo intende intervenire sul caso dell'impianto di Ugozzolo valutando in tal caso la possibilità di disporre, in via cautelativa, il blocco immediato dell'attività dell'impianto?" M5S Senato


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