La Settimana vol. 7 n. 36

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Volume 7, numero 36

Sommario

09.09.2012

Editoriale

I Due Minuti d'Odio Informazione 02.09.2012

Ecologia Passaparola - L'agro biodiversità italiana sta sparendo - Nicoletta Fagiolo

Economia La ritirata

Informazione I Due Minuti d'Odio Lettera aperta a Martin Schulz La libertà di stampa è precaria Il gelato nascosto

Minipost Il Tovagliometro Spaccati sarete voi Il futuro è Rifiuti Zero Alvise Maniero, Sindaco a 5 Stelle di Mira Intervista della TV olandese a Beppe Grillo La democrazia del MoVimento Cinque Stelle Le vere parole di Pizzarotti

Muro del pianto Breve storia di una generazione

Politica Comunicato politico numero cinquantadue

I giornali hanno titolato "PROSTITUTA picchiata selvaggiamente e data alle fiamme a Roma ". Titoli vergognosi. Non era una prostituta, ma una ragazza di 22 anni che veniva dalla Romania costretta a vendere il suo corpo da parte di infami magnaccia. Una r-a-g-a-z-z-a. Provate a gridarlo: "RAGAZZA!!". Lei come migliaia di altre vittime sono sotto gli occhi di tutti autorità comprese, ogni giorno stuprate dai loro aguzzini, da clienti schifosi e ignobili e da chi le annulla battezzandole "prostitute", non giovani donne, non persone indifese, non vittime innocenti. Non so chi merita più disprezzo, se i mercanti di schiave, gli italiani che posseggono il corpo di creature che mai avrebbero rivolto a loro la minima attenzione, o chi le cancella con il nome di puttana, prostituta, zoccola, bagascia. Si chiama ragazza, maledetti, ragazza, ragazza, ragazza. Le vere puttane siete voi.

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"Il rito dell’Odio era cominciato. Come al solito, la faccia di Beppe Grillo, il Nemico del Popolo, era apparsa sullo schermo. S'udì qualche fischio, qua e là, fra i presenti. La donnetta dai capelli color sabbia diede in una sorta di gemito in cui erano mescolati paura e disgusto. Grillo era il rinnegato. Durante il suo secondo minuto, l'Odio arrivò fino al delirio. La gente si levava e si rimetteva a sedere con gran rimestio, e urlava quanto più poteva nello sforzo di coprire il belato di quella voce maledicente che veniva dallo schermo. La donnetta dai capelli color sabbia era diventata rossa come un peperone e apriva e chiudeva la bocca come un pesce tratto fuor d'acqua. Una bruna aveva cominciato a strillare: "Porco! Porco! Porco! " "Populista! Populista! Populista!" "Fascista! Fascista! Fascista!" "Assassino! Assassino! Assassino!" "Evasore! Evasore! Evasore!" e tutt'a un tratto afferrò un pesante dizionario di Neolingua della Casta e lo scaraventò sullo schermo. Questo andò a colpir diritto il naso di Grillo e poi ricadde a terra: la voce continuava inesorabile. Tutti strillavano e battevano furiosamente i tacchi contro il piolo della sedia. La cosa più terribile dei Due Minuti d'Odio non consisteva tanto nel fatto che bisognava prendervi parte, ma, al contrario, proprio nel fatto che non si poteva trovar modo di evitare di unirsi al coro delle esecrazioni". Il rito quotidiano dell'Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al MoVimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente. Lo scopo è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo. Non discutono mai nel merito (ad esempio del Programma del M5S), insultano, fomentano con l'obiettivo di isolare, infamare, distruggere. E dopo? Cosa verrà dopo? Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L'informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere come avvenne negli anni di piombo. Li diffami,


li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere. Ps: contrariamente a quanto riportano oggi i giornali il simbolo del MoVimento 5 Stelle è registrato a mio nome e non della Casaleggio associati (basterebbe una verifica per non fare figure di merda)

Il Tovagliometro

Spaccati sarete voi

Minipost 02.09.2012

Minipost 03.09.2012

Chi non capisce i motivi degli accertamenti dovrebbe studiare (o ripassare) diritto tributario. In particolare consiglio di studiare l'accertamento che prevede una ricostruzione induttiva dei redditi in base a presunzioni semplici senza peraltro carattere di concordanza e/o gravità. In sostanza in base a vari indici statistici. Tra i piu' esotici troviamo il "tovagliometro" per i ristoranti o il "farinometro" per i fornai: l'Agenzia delle Entrate può presumere ed accertare un reddito diverso (più alto ovviamente) da quello dichiarato anche se tutto sembra in regola. A questa presunzione si può fare ricorso mentre Equitalia ti pignora casa, il conto corrente e la vita. A Roma il primo grado in CTP (Commissione Tributaria Provinciale) richiede oltre 18 mesi di attesa. Equitalia pignora tutto dopo soli 6 mesi. Se vi dice bene dopo 18 mesi avrete giustizia e verranno (si spera in fretta) annullati i pignoramenti. Se vi dice male dovrete ricorrere in CTP, intanto forse vi verrà qualche male incurabile per la disperazione o la depressione totale. Altri si impiccano direttamente. Cari fratelli, studiate prima di dire "Male non fare, paura non avere", oppure "Io non ho nulla da temere perché ho sempre pagato tutto". David Martini

"Apprendiamo dalla stampa che un gruppo di fuoriusciti del MoVimento 5 Stelle, uniti sotto il nome “movimento revolution”, si sia organizzato presentando un esposto all’Agcom, aprendo una crepa all’interno del MoVimento stesso. Precisiamo che non esiste nessun gruppo organizzato operante sotto il nome di “movimento revolution” benché meno composto da fuoriusciti del MoVimento 5 Stelle. Esiste invece un sito con tale dominio, gestito ad personam da Gaetano Vilnò, personaggio che purtroppo ben conosciamo da anni e che mai ha fatto parte del MoVimento 5 Stelle. Vilnò tentò nel 2009 di appropriarsi privatamente del logo M5S di Parma, con 3 anni di anticipo sulle elezioni comunali. Scoperto e segnalato dal Meetup locale, fu tempestivamente bloccato grazie all’intervento dello staff. Nel 2010, non trovando sponda nel gruppo che organizzava le liste alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna, si candidò con la Destra di Storace. Durante la campagna elettorale si rese protagonista di diverse violazioni alle norme vigenti. Ci stupisce come i media possano dare credibilità ad un personaggio del genere, che mai ha avuto a che fare col MoVimento 5 Stelle." MoVimento 5 stelle Emilia-Romagna

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Passaparola - L'agro biodiversità italiana sta sparendo - Nicoletta Fagiolo Ecologia 03.09.2012

"Fin dagli albori dell'agricoltura, 10.000 anni fa, circa 80.000 specie di piante delle 300.000 presenti sulla terra sono state coltivate per l'alimentazione. Oggi, solo 150 specie sono ancora prodotte, 12 delle quali forniscono circa il 75% della nostra alimentazione e 4 di esse più della metà di quello che mangiamo. La varietà sparisce dai nostri campi ed anche dalle nostre tavole. Dal 1900 l'Europa ha perso il 70% della diversità della sua produzione alimentare, un dato che sale al 93% negli Stati Uniti. 30.000 varietà vegetali sono scomparse nel corso dell'ultimo secolo, una specie continua a morire ogni sei ore. Il dilemma, chiamato "il flagello della uniformità", suscita un dibattito di vecchia data, iniziata nel 1936 dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti. Da allora, i ricercatori continuano a sottolineare l'estrema vulnerabilità causata dalla standardizzazione genetica." Nicoletta Fagiolo dott. Pietro Perrino, già direttore dell' Istituto del Germoplasma del CNR di Bari: "La banca del germoplasma di Bari è unica in Italia, la seconda in Europa e tra le prime dieci nel mondo per dimensioni e standard di conservazione, però purtroppo naviga in cattive acque." Il Passaparola di Nicoletta Fagiolo: Nicoletta Fagiolo: "Mi chiamo Nicoletta Fagliolo, sono una film maker e per quanto riguarda questa questione del germoplasma anche io non sapevo che cosa fosse, fino a che non ho iniziato a scrivere un film su Nikolaj Vavilov, che fu uno scienziato russo che creò la prima banca dei semi mondiale, negli anni venti. Perché la necessità di una banca di semi e del germoplasma? Era un concetto molto difficile anche per me, ma ho realizzato che un po’ come per un pittore che ha bisogno di una paletta di colori per lavorare, anche un agricoltore ha bisogno della varietà genetica all’interno di una specie, o anche tra le specie, per creare e coltivare specie nuove. Vavilov fu proprio il primo a capire l’importanza di questa varietà in quanto questa è più presente dove ognuna delle nostre specie che mangiamo ha le sue origini. Fu lui a scoprire, per esempio, che la patata ha la sua origine in Perù. Perché lì? Perché ci sono 7 mila varietà di patate! O la mela in Kazakistan, il mais in Messico. Preservare queste varietà è molto importante perché già all’epoca, negli anni venti, si era accorto che stavano sparendo, che c’era questo fenomeno dell’erosione genetica. Erosione genetica che poi con la rivoluzione verde degli anni 60, la prima rivoluzione verde, andò

sempre più peggiorando. La rivoluzione verde era l'introduzione di specie ibride, che però erano semplificate a livello genetico e si potevano coltivare a grandi estensione producendo tantissimo. Ma oggi scientificamente si è provato che non è vero che la monocultura riesce a produrre di più, ma anzi è proprio la policoltura, cioè dunque più specie in un campo riesce a essere più produttivo. Uno dei grandi miti da sfatare è il fatto della produzione. Noi oggi, a livello mondiale, produciamo per 11 miliardi e siamo 6. Dunque ogni volta che sentiamo dire che bisogna produrre di più perché c’è la fame nel mondo, etc., è una grande balla, in realtà bisognerebbe produrre molto di meno. Il vero problema è la ridistribuzione, il fatto che le persone non riescono a consumare. Tanto è vero che lo stesso Amartya Sen, economista premio nobel dell’economia, ha studiato e ha scritto che dal 1937 non c’è più una carestia al mondo che non sia creata dall’uomo: non sono più carestie naturali. L’esempio eclatante degli anni '80 della fame in Egitto, Etiopia: nello stesso momento in cui si hanno le carestie questi paesi stanno esportando cibo! Dunque non è una questione di produzione, anzi dovremmo forse produrre meno e distribuire meglio! Esistono quindi due scuole scientifiche per il miglioramento dell'agricoltura: la trans genetica e gli OGM (questa ultima evoluzione della ingegneria genetica), e il metodo più tradizionale. Dovremmo chiederci perché mangiare già gli OGM quando a livello mondiale sono stati fatti soltanto 17 studi eppure in America si mangia. Anche in Italia già si stanno mangiando, i nostri animali mangiano gli OGM. Quando intervistai il direttore dell’IGV di Bari gli dissi se noi non vogliamo mangiare gli OGM e lui mi fermò dicendomi: 'li state già mangiando, è solo che non lo sapete'. Mi dispiace che non ci sia un'attenzione, un dibattito su che cosa voglia dire migliorare le nostre piante, quello che mangiamo e in quali modi. C’è l'ingegneria genetica, trans genetica e c’è il metodo tradizionale, ma perdendo il germoplasma e dunque la varietà dei semi che abbiamo,perdiamo anche questa strada scientifica per migliorare quello che mangiamo. Un esempio in Botswana: quelli che io considero gli intellettuali della terra, i contadini, conoscono 350 piante che si adattano alla siccità. Allora io sfido qualsiasi scienziato in un laboratorio a ricreare queste 350 varietà nel giro di qualche anno, credo che sia quasi impossibile. Per cui insieme al germosplasma è anche molto importante la conoscenza che questi contadini hanno del germoplasma e dei semi disponibili. Il VIR, il centro che Vavilov creò a San Pietroburgo, anche oggi, come tutte le banche dei semi nel mondo sono a rischio, perché non c’è più un grande interesse a finanziare queste, ma si va sempre più verso un’altra scelta scientifica, appunto gli OGM. Un aneddoto, che io trovo molto importante rispetto appunto alla banca di Bari è che Vavilov fu arrestato da Stalin e nel 41 morì in prigione. Quando nel '43 i nazisti invasero San Pietroburgo, nove dei suoi collaboratori si lasciarono addirittura morire di fame piuttosto che mangiare le collezioni di sementi che avevano di patate, miglio, frutti vari attraverso il mondo (lui viaggiò nei 5 continenti e fece una collezione di 350 mila varietà).

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Sapendo l’importanza di questo suo lavoro e anche il loro lavoro, piuttosto che mangiare i semi e sopravvivere si sono lasciati morire. Dunque qui abbiamo nove sovietici che morirono per salvare questo patrimonio mondiale e oggi abbiamo invece lo staff di Bari che è disposto a parlare a telecamera spenta, ma non con la telecamera accesa, perché se parlano perdono il posto di lavoro. Qui c’è una collezione importantissima di semi, appunto il germoplasma, importantissima. Ho conosciuto a Roma un centro macrobiotico che mi ha detto: 'è grazie a Bari che noi oggi mangiamo il miglio italiano', perché pare che già negli anni '60 fosse sparito dalle nostre campagne, ma siccome c’erano stati dei campioni ancora conservati dall’Istituto furono ripresi e oggi gli agricoltori biologici hanno ripristinato il miglio italiano! Dunque moltissime di queste collezioni e di questi semi che hanno collezionato negli anni non sono più reperibili nelle nostre campagne. Che cosa è successo alla Banca del Germoplasma di Bari? Si erano rotti i frigoriferi - poi bisognerebbe chiedersi chi, come, quando - per svariati mesi. Le sementi si devono conservare al freddo, altrimenti tendono a germinare, per cui si perdono. Si dovrebbero mettere subito in terra. Quando fu denunciata la rottura di questo mantenimento a freddo dei semi, la banca fu sequestrata dal 2004 fino al 2009 e furono fatti tanti studi. Un tecnico volle verificare il danno: era altissimo. Si parlava dell’80% dei semi che già stavano morendo, perché essendo già stati esposti al calore. Vennero emesse prescrizioni precise una delle quali era di metterle subito, il più possibile, in terra, subito. Invece nel 2009 è arrivato un nuovo procuratore, che ha archiviato il tutto e senza motivi. Abbiamo costituito un gruppo di avvocati e stiamo cercando persone che vogliano aiutarci in questo, per riaprire il caso e per riavere questi documenti di archiviazione, per vedere in base a che cosa è stato archiviato. Anche le prescrizioni sono state archiviate per cui non solo il danno, che orami è stato fatto, ma anche le prescrizioni di mettere subito in terra le sementi, altrimenti questo patrimonio si perderà. Noi italiani oggi spendiamo 130 milioni di Euro l’anno per la conservazione del germoplasma e non sappiamo questi soldi come vengano spesi, perché la conservazione del germoplasma non sta avvedendo. Per cui ecco, se vogliamo veramente rafforzare e mantenere questa banca e patrimonio mondiale che abbiamo perché poi in Italia il cibo è molto importante: lì ci sono varietà di carciofi, di veramente tutto quello che noi mangiamo dobbiamo toglierlo da questo Centro che mi sembra che negli ultimi 10 anni, cioè dal 2004, da quando è stato sequestrato, al 2009 e oggi ancora peggio non stia facendo il suo lavoro. Non bisogna aumentare i finamenziamenti per fare tenere questa banca al Centro, ma bisogna toglierlo (vedi la petizione) e darlo in mano alle persone che credono nel germoplasma. Passate parola." Nicoletta Fagiolo


Il futuro è Rifiuti Zero Minipost 04.09.2012

"Il ministro Clini è intervenuto a un incontro a Montecchio (RE) esprimendo preoccupazione per i finanziamenti pubblici percepiti da Iren per la costruzione dell'inceneritore di Parma. Noi ci domandiamo se un Ministro dell'Ambiente, non pensi sia più opportuno occuparsi di salute pubblica e non degli incentivi che potrebbe perdere un'azienda di diritto privato che ha costruito un impianto sotto inchiesta da parte della magistratura. Crediamo che non ci possano essere deroghe alla legalità. Non è più tempo di scendere a patti con gli interessi economici a discapito della salute dei cittadini. Ricordiamo che gli incentivi pubblici (certificati verdi) provenienti da tasse dei cittadini, percepiti da Iren sono legati per lo più alla combustione di fanghi da depurazione che potrebbero essere trattati in modo ambientalmente sostenibile e impiegati per produrre biogas. Citiamo testuali parole di Clini: "L'evoluzione della gestione dello smaltimento dei rifiuti a livello europeo se non internazionale dice che i termovalorizzatori hanno fatto il loro tempo, sono diventati sempre più marginali. Il sistema dei termovalorizzatori viene via via superato da sistemi più ecologici". Anche Iren dovrebbe prenderne atto e dismettere i progetti di costruzione o acquisto di inceneritori. Il nostro territorio ha l'occasione di procedere verso una politica di gestione rifiuti opposta a quella dell'incenerimento: raccolta porta a porta e piani di riduzione dei rifiuti. E' ora di agire. Il futuro Rifiuti Zero ci aspetta." Comunicato congiunto dei gruppi consiliari Movimento 5 Stelle di Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Torino, Genova

Lettera aperta a Martin Schulz Informazione 04.09.2012

Gentile Martin Schulz, nella sua recente visita nel nostro Paese ha fatto delle affermazioni su di me e sul MoVimento 5 Stelle che dette da lei, nella sua qualità di presidente del Parlamento europeo, sono molto gravi. Le riporto integralmente: "Quando i politici vanno a vedere una commedia penso sia meno pericoloso di quando i comici diventano politici. Grillo è un classico fenomeno di protesta che non mi pare né molto democratico, né molto trasparente. Non ha uno statuto per il suo movimento. Non si sa come lavora. Lo fa anonimamente e su internet. Non è disposto a discutere e non rappresenta una cultura democratica tradizionale. Dire sempre no a tutto senza dire a favore di cosa si è non è un'opzione. E dire usciamo dall'euro e torniamo alla lira io penso che sia pura ciarlataneria". Io credo che lei non disponga di tutte le informazioni o sia stato male informato. Il MoVimento 5 Stelle ha un programma. Il MoVimento 5 Stelle ha uno Statuto. Il MoVimento 5 Stelle è un movimento democratico che si ispira alla democrazia diretta non intermediata dai partiti. Il MoVimento 5 Stelle ha agito soltanto per vie democratiche. Ha raccolto 350.000 firme per una legge di iniziativa popolare per non consentire ai pregiudicati di entrare in Parlamento e per l'elezione diretta del candidato, legge mai discussa dal Senato in 5 anni. Ha raccolto le firme per tre referendum sulla libertà di stampa, uno per l'abolizione della legge Gasparri che favoriva le emittenti di Berlusconi, osteggiato da tutti i partiti tranne l'Italia dei Valori. Ha partecipato a elezioni comunali e regionali senza alcun contributo pubblico facendo eleggere circa 400 consiglieri e quattro sindaci. Il MoVimento 5 Stelle è per la trasparenza assoluta di ogni atto pubblico. Il MoVimento 5 Stelle non lavora anonimamente, ma pubblicamente e, questo è vero, usa Internet come media essendo tutti gli altri, televisioni e giornali, occupati da lobby o da partiti. Le posso assicurare che io e i ragazzi del Movimento 5 Stelle siamo sempre disposti a discutere. Lo facciamo nelle piazze, nelle strade, nei banchetti, oltre che sulla Rete. La scorsa primavera, nel periodo pre elettorale, ho parlato in decine e decine di piazze italiane a migliaia di persone e discusso direttamente con centinaia di cittadini. Senza alcuna scorta e a mie spese. Il MoVimento 5 Stelle si confronta con i cittadini, a loro risponde, è composto da cittadini. In quanto all'euro, non ho detto che bisogna uscirne, non voglio arrogarmi una decisione così importante, ho proposto invece che siano gli italiani attraverso un referendum a decidere.

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Non è democrazia? Lei ci accusa di non avere "una cultura democratica tradizionale" e, devo confessare che non riesco a capirne il senso. Cosa vuol dire "tradizionale"? Il MoVimento 5 Stelle è democratico. "Democratico" senza aggettivi, né ideologie. Le propongo un incontro, che spero lei voglia accettare, per rassicurarla e per esporle i punti del programma del M5S. Cordiali saluti." Beppe Grillo


Alvise Maniero, Sindaco a 5 Stelle di Mira Minipost 05.09.2012

Video-intervista ad Alvise Maniero, sindaco 5 Stelle di Mira "Siamo passati da stimolatori esterni a stimolatori interni ed esecutori. Mobilitiamo gli uffici. Oggettivamente rompiamo le scatole. Stiamo scartabellando punto per punto e stiamo tagliando tutto quello che troviamo di superfluo: ci sono dei casi veramente inspiegabili e ingiustificabili di spesa che stiamo eliminando. L'impegno c'è tutto e stiamo facendo tante cose, però sono impaziente di realizzare tutto quello che ci siamo preposti e che vedo che è possibile." Alvise Maniero, Sindaco di Mira

La ritirata

Intervista della TV olandese a Beppe Grillo

Economia 05.09.2012

Minipost 06.09.2012

In Europa è scattata la sirena dell' "Ognuno per sé e l'euro per tutti". Le continue manovre, incontri istituzionali, vertici europei, nuove elezioni e rimozioni di primi ministri che si sono susseguiti in questi anni hanno avuto un primario, e non dichiarato obiettivo: diminuire il rischio di Francia e Germania verso i Paesi indebitati. Quindi verso Grecia, Spagna, Italia, Portogallo e Irlanda: i PiGS. In caso di default dell'Italia e della Spagna l'intero sistema economico europeo potrebbe infatti collassare. Persino la piccola Grecia, con un Pil del 3% rispetto a quello dell'intera UE, ha messo in pericolo la stabilità delle banche francesi. Banche e investitori esteri hanno venduto a piene mani i titoli dei maiali che sono stati comprati dalle banche dei maiali grazie al prestito di mille miliardi di euro erogato alle banche dalla BCE. Il debito sta ritornando al Paese di emissione, mentre gli investimenti dall'estero verso i PIGS si stanno prosciugando. Dalla crisi finanziaria del 2008 le banche tedesche si sono alleggerite di 301 miliardi di esposizione verso i PIGS, le banche francesi di 204 miliardi. Francia e Germania sono quindi a metà del guado. La Germania ha tagliato del 49,7% l'esposizione verso i Paesi mediterranei e l'Irlanda, e la Francia del 33,4%. Ancora due anni e per loro il rischio PIGS e, di conseguenza il rischio euro, saranno annullati. Forse, allora il loro interesse al mantenimento della moneta cosiddetta unica, cosiddetta in quanto adottata solo da alcuni Paesi europei, diminuirà. L'esposizione PIGS di Francia e Germania è scesa di circa 45 miliardi verso la Grecia, di 170 verso l'Italia, 153 Spagna, 19, 5 Portogallo, 119 Irlanda. Un buon lavoro, indubbiamente, ottenuto però con la recessione dei PIGS e il loro continuo sprofondare nella disoccupazione e nella chiusura delle aziende. Il fenomeno della vendita di titoli dei PIGS sta accelerando. Solo nell'ultimo anno circa il 10% dei titoli pubblici in circolazione di Italia e Spagna sono stati venduti dalle banche estere e ricomprati dalle banche italiane e spagnole. Un altro prestito di 1.000 miliardi di euro della BCE alle banche dei PIGS, finanziato in gran parte proprio dai PIGS!, e il problema sarà risolto. Euro o non euro! [Fonte: Financial Times; BIS]

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Ho rilasciato un'intervista, andata in onda in prima serata, al primo canale della Televisione olandese. Ora anche gli olandesi sanno cosa è il MoVimento 5 Stelle Dall'intervista: "I partiti non riescono a capire come abbiamo fatto in 3 anni ad essere quasi la seconda forza politica del paese senza soldi e rifiutando i rimborsi elettorali. Essendo degli arruffoni, essendo gente che ha rubato per tutta la vita non pensano che uno possa fare qualcosa senza averne un ritorno economico. E' la nostra forza: essere senza soldi, ma con passione e onestà." Beppe Grillo


Breve storia di una generazione

Comunicato politico numero cinquantadue

Muro del pianto 06.09.2012

Politica 06.09.2012

"Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, ...rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tf, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli - per senso di responsabilità - e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo!”. (Breve storia di una generazione di Torto Og) segnalazione di Paolo G.

La campagna per le elezioni politiche è iniziata con molti mesi di anticipo. Questa volta non riguarda soltanto il Bel paese. L'Italia è ritornata, dopo il crollo del muro di Berlino del 1989, al centro dell'attenzione internazionale. Fa parte di un "gioco grande". L'Italia può diventare l'inizio di un domino, di un contagio europeo destinato a restituire ai cittadini la sovranità nazionale, ora sottratta dal sistema finanziario. Rigor Montis lo ha voluto la BCE, Passera - un banchiere -, se gli succederà, anche. L'Italia ha un disperato bisogno di un governo politico che i partiti, asserviti alla finanza, non possono, né vogliono darle. Il Quirinale e i segretari dei partiti sono alla ricerca di una nuova legge elettorale che perpetui la situazione attuale e tenga ai margini il MoVimento 5 Stelle. Si vuole un "tecnico" di fiducia del sistema economico mondiale e una corte di partiti svuotati da una reale rappresentanza a garantirne l'esistenza in Parlamento. Nel 2012 Rigor Montis con Pdl, Pdmenoelle e Udc, nel 2013 Ovetto kinder Passera con Pdl, Pdmenoelle, Udc e Sel. Tutto cambia perché nulla cambi. Il M5S presenterà candidati che non abbiano fatto due mandati, che non stiano svolgendo un incarico pubblico elettivo come consiglieri o sindaci e incensurati e non percepirà un centesimo di rimborsi elettorali. Per il sistema è importante che gli italiani credano che l'economia stia migliorando, che la ripresa sia "dentro di noi", che la colpa del debito pubblico sia dei ristoranti e dei negozi che non rilasciano lo scontrino. La stampa, i partiti, la Confindustria e le banche sono un corpo unico, si sostengono l'uno con l'altro in difesa dei loro interessi economici. Intanto cresce la disoccupazione a livelli mai visti, le piccole e medie imprese (le uniche che tengono in piedi la baracca) chiudono, licenziano o si rifugiano all'estero: in Slovenia, in Carinzia, in Svizzera. Le entrate fiscali crolleranno, è una facile profezia, e l'Italia si ritroverà allora fallita, dopo aver salvato il sistema bancario e mantenuto i costi di un'organizzazione dello Stato assurda. Per ridurre il debito bisogna intervenire sulle spese inutili, cosa che Rigor Montis si è ben guardato dal fare. Il debito pubblico aumenta al ritmo di 100 miliardi all'anno, esattamente come con Tremorti, insieme alla diminuzione del PIl che è stimato in meno 3% nel 2012. Una situazione da infarto nascosta accuratamente dai media che raccontano la buona novella dell'uscita dal tunnel. A fine ottobre si tengono le elezioni regionali in Sicilia. Farò un tour di due settimane correndo come Forrest Gump finché il fiato terrà. Arriverò a

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Messina da Reggio Calabria, a nuoto. Sono solo tre chilometri. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.


La democrazia del MoVimento Cinque Stelle

La libertà di stampa è precaria

Minipost 07.09.2012

Informazione 07.09.2012

"Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai definito le liste per le elezioni comunali e regionali. Né io, né Beppe Grillo, abbiamo mai scritto un programma comunale o regionale. Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai dato indicazioni per le votazioni consigliari, né infiltrato persone nel MoVimento Cinque Stelle." Gianroberto Casaleggio

"Dove vanno a finire i soldi che lo Stato da ai giornali? Di sicuro non servono a pagare i giornalisti. Anzi. Perché in Italia tranne rare eccezioni fare il giornalista significa rassegnarsi ad una vita da precario. Se c'è un microcosmo lavorativo che riassume tutti i difetti del sistema Italia è quello del giornalismo. E allora, dove finisce il finanziamento pubblico? Nei mega stipendi a direttori, capiredattori, amministratori delegati e a tutte quelle penne illustri (?) che si ergono a guide morali che da anni non portano un straccio di notizia, ma commentano, avvertono, monitano. Vi hanno detto che la libertà di stampa è minacciata dalla mafia, da Berlusconi, dalle mille leggi bavaglio. Minchiate. La libertà di stampa è minacciata dalla miseria in cui vivono e lavorano migliaia di giornalisti sfruttati: dagli editori, dai direttori e, infine, dai loro stessi colleghi assunti con contratto a tempo indeterminato che quando scioperano, protestano, denunciano è solo per i loro privilegi di giornalisti professionisti e assunti mentre gli altri muoiono di fame. Facciamo un esempio. Un articolo di cronaca, secondo una ricerca compiuta dall'Ordine dei giornalisti pubblicata nel 2011, viene pagato anche 5 euro lordi a 60-90 giorni dalla pubblicazione. Sono i numeri della vergogna, la cifra, vera, della censura. Ecco cosa dicono: La Repubblica a fronte di 16.186.244,00* euro di contributi dello Stato all'editoria elargisce un compenso che varia tra i 30 e i 50 euro lordi a pezzo. Il Messaggero, che riceve 1.449.995,00** euro di contributi pubblici, riconosce 9 euro di compenso per le brevi, 18 euro le notizie medie e 27 euro le aperture. Lordi, ovviamente. Il Sole 24 Ore: 19.222.767,00** euro di contributi pubblici e 0,90 euro a riga, con cessione dei diritti d'autore. Libero: 5.451.451** di finanziamenti pubblici e 18 euro lordi per un'apertura. Il Nuovo Corriere di Firenze (chiuso nel maggio 2012) riceve 2.530.638,81*** euro di contributi pubblici e paga a forfait tra i 50 e i 100 euro al mese, il Giornale di Sicilia a fronte di un finanziamento di quasi 500 mila euro (anno 2006) paga 3,10 euro. Provate a immaginare quanti articoli servono per arrivare ad uno stipendio decente. Provate ad immaginare quale sarà la pensione di chi scrive con un simile onorario (?). Perché questi giornalisti, se iscritti all'ordine- sennò sono abusivi ed è un reato penale - i contributi devono versarli da sé, nella misura del 10 per cento del compenso netto più un due per cento di quello lordo. Che vanno a confluire nella "gestione separata" (mai nome fu più azzeccato) dell'ente pensionistico dei

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giornalisti, l'Inpgi. Una "serie B" della cassa principale che, invece, prevede pensioni, disoccupazione, case in affitto, mutui ipotecari, prestiti e assicurazione infortuni. Ma questa vale solo per quelli "bravi", quelli a cui viene applicato il contratto collettivo nazionale di lavoro giornalistico che, solo nel 2011, dopo 6 anni, è stato rinnovato. Insomma quelli assunti. Che ovviamente sono una piccola minoranza. Ma, attenzione, questo solo per quanto concerne la parte economica. Perché il contratto collettivo non disciplina solo il trattamento economico ma regola a tutti gli effetti i rapporti fra datore di lavoro (editore) e lavoratore (giornalista). Fissa, insomma, diritti e doveri. Ma, ancora una volta, questo vale solo per chi il contratto ce l'ha e, quindi, tutti gli altri vivono nel far west, perché la loro posizione non è disciplinata da nulla. E si tratta della stragrande maggioranza dei giornalisti della carta stampata - da Repubblica fino al più piccolo foglio di provincia: precari, sottopagati, sfruttati, senza copertura legale, senza ferie, senza nulla. È questa moltitudine, oltre il 70% degli iscritti all'Ordine, che permette ai giornali cartacei e on-line, alle agenzie di stampa di produrre notizie 24 ore al giorno. Senza di loro le pagine bianche sarebbero molte di più di quelle scritte. La carta stampata riceve centinaia di milioni di euro di contributi dallo Stato ogni anno, ma lo Stato non chiede agli editori in cambio di garantire compensi minimi e tutele contrattuali ai collaboratori. Poi arriva la Fornero, ministro al Lavoro (nero) e di fronte alla più elementare delle proposte di legge sull'equo compenso ai giornalisti precari dice: "Non mi sembra opportuno". Della serie siete precari, non siete figli di papà (giornalista), e allora morite. E qualcuno c'è anche morto, stufo di subire. Come Pierpaolo Faggiano, collaboratore della Gazzetta del Mezzogiorno, che nel giugno 2011 si è tolto la vita: non sopportava più, a quarantuno anni, di vivere da precario. Chiara Baldi, da giornalista precaria ha scritto una tesi sul precariato: "i giornalisti sono "i più precari tra i precari" – scrive Baldi "perché lo stipendio da fame li costringe anche a rinunciare ai principi deontologici a cui invece dovrebbero attenersi. Una buona informazione è possibile solo quando chi la fornisce non deve sottostare al ricatto di uno stipendio misero. Più è basso il guadagno del giornalista e più sarà alta la sua "voglia" di produrre senza professionalità, non tanto per un desiderio malato di non essere professionale, quanto per una necessità: quella di guadagnare". Il potere, di qualsiasi colore, non ama i giornalisti e in Italia per disinnescare il problema è stato consentito che diventare giornalisti, essere assunti, sia un privilegio di pochi, così che la stampa diventi il cagnolino del regime e non il guardiano. Assumere il figlio del giornalista è come candidare il Trota, sangue vecchio sostituisce altro sangue vecchio. Altro che bavaglio. Provate voi ad essere liberi a 5 euro a pezzo (lordi). " Nicola Biondo, giornalista freelance Note: * Contributo elargito alle testate Espresso e Repubblica ‐ Fonte: elaborazione Italia Oggi del 12 maggio2007, riferiti all'anno 2006 ** Fonte: elaborazione Italia Oggi del 12 maggio2007, dati riferiti all'anno 2006 *** Dati tratti dal sito della Presidenza del Consiglio – Dipartimento per l'Editoria e


l'Informazione, contributi 2008 erogati nell'anno 2009 (dati aggiornati al 7 maggio 2010)

Le vere parole di Pizzarotti

Il gelato nascosto

Minipost 08.09.2012

Informazione 08.09.2012

"Congresso?! Facciamo assemblee da anni, comprese quelle semestrali dei cons regionali, e i giornali non se ne sono mai accorti? #M5S" @FedePizzarotti su Twitter " "L'ho ripetuto più volte: a livello parmigiano le scelte le abbiamo fatte tutte da soli. - dice Federico Pizzarotti Non c'è stata nessuna interferenza sulle liste nè sugli assessori. Favia? Sulla vicenda sarebbe giusto chiedere direttamente a lui". Una convention dei 5 Stelle? "Se venisse organizzata, perchè no? Parteciperei sicuramente. In passato ci sono già stati incontri nazionali. C'è molta più discussione interna da noi che negli altri partiti. Finché se ne parla, per me va sempre bene. Se ci sono problemi è sempre giusto discuterne". Il consigliere di maggioranza Mauro Nuzzo si limita "a dire che, qui a Parma, per mia esperienza, non c'è stato nessun condizionamento e nessuna pressione di Beppe Grillo o di chiunque altro sulle candidature o più in generale sugli appartenenti al MoVimento"." Dall'intervista pubblicata sulla Gazzetta di Parma

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Vday 8 settembre, cinque anni dopo. Official bootleg Intervento di Maurizio Ottomano, Freelance Journalist "Molti non aspettavano altro in Italia: un diretto ben assestato alla mascella sta facendo vacillare il MoVimento 5 Stelle, lo spauracchio numero uno per i politici professionisti e tutti coloro che vi girano intorno . Apparentemente, è bastato far sfogare un Consigliere M5S della Regione Emilia in un "fuori-onda" rubato (secondo chi lo avrebbe realizzato), per scatenare il dibattito fuori e dentro il MoVimento e mettere in difficoltà il suo portavoce più insigne, Beppe Grillo, nonchè il compagno di tante battaglie Gianroberto Casaleggio. Lo scoop pare senza possibilità di replica; Gaetano Pecoraro di Piazzapulita incastra Favia con un microfono creduto spento dall'esponente del M5S, il quale si lascia andare ad uno sfogo contro quello che definisce "la mente freddissima, molto acculturata", la persona che nega la democrazia all'interno del MoVimento, colui che decide candidati e liste, il padre-padrone Gianroberto Casaleggio. Ce n'è anche per Beppe Grillo, perchè "il problema è su e o si levano dai cogl..oppure il MoVimento a loro gli esploderà in mano", invito senza molte metafore a togliersi di mezzo. Pagina di grande giornalismo o fuori-onda concordato ad hoc? PREMESSA La puntata di Piazzapulita del 6 settembre annuncia una non ben identificata "operazione verità" sul M5S. Tra gli ospiti, molto stranamente, il più agguerrito nell'attaccare la mancanza di democrazia all'interno del M5S, a suo dire comunicatagli da molti non ben precisati attivisti, è Luca Telese. Telese è novello transfuga da "Il Fatto Quotidiano", lasciato per fondare un suo giornale, sempre a suo dire, meno allineato con le posizioni dei grillini. "Pubblico" è, secondo il suo fondatore, la risposta al giornalismo dipendente dalla vecchia partitocrazia, in una concezione di indipendenza totale. Sarà, ma le dicotomie nel grouping della nuova iniziativa editoriale sono abbastanza palesi. Il sito è registrato a nome di Tommaso Tessarolo, definito come da suo blog, “il più giovane dirigente della storia del gruppo Fininvest" ed ex-consulente strategico per la TV Digitale Mediaset, nonchè direttore di Current TV Gruppo Sky. Nella Pubblico Edizioni srl troviamo poi l'avvocato Feverati, che lavora per l'agente di Telese: i tre hanno insieme il 51% delle azioni della società. Il rimanente 49% è diviso tra Lorenzo Mieli, produttore televisivo (X-Factor) e cinematografico, figlio di Paolo Mieli nonchè fidanzato di Clementina Montezemolo, figlia di Luca Cordero. Con Lorenzo Mieli anche


Marco Berlinguer (ex-Liberazione), figlio di Enrico e fratello della compagna di Telese, Laura Berlinguer. All'interno della società anche Mario Adinolfi*, giornalista saltato da Radio Vaticana al TG1, all'attivismo prima nella DC e poi nel PPI, per essere ora deputato in carica nel PD di Bersani con l'appoggio di Franceschini. In più, varie firme del giornalismo italiano tra cui lo stesso Corrado Formigli e Francesca Fornario ex "L'Unità", che accusò duramente Daniele Luttazzi di plagio nel 2010 decretando praticamente la fine della carriera televisiva. Alla fine, di potenziale distanza dalla logica della partitocrazia, non se ne vede poi molta. Ecco quindi che Telese, che tante buone parole aveva speso per il M5S in passato, diventa un implacabile accusatore, quasi una sorta di co-conduttore per aiutare il suo "collaboratore" (al giornale) Formigli, a traghettare negli spettatori l'idea che qualcosa nella democrazia del M5S, non stia funzionando e che quel qualcosa si chiami Casaleggio. Idea che passa dalle testimonianze di Sonia Alfano (IDV) e Serenetta Monti, due persone che dicono di aver avuto problemi con la "dirigenza" del MoVimento, ma dalle quali, a dire il vero, si capisce poco di cosa stiano parlando.Il momento topico della serata è comunque pronto, gli spettatori anche. IL FUORI-ONDA CHOC Dopo un breve filmato che ricorda la partecipazione di Favia a "Servizio Pubblico" di Santoro il 19 aprile 2012, ecco alle 22.27 iniziare l'intervista, una clip di 3,17 minuti che si trasforma in un fuori-onda dal minuto 1,02 con la frase di Favia rivolta al giornalista "dopo dai ti offro un caffè per lo sbattimento". Da qui in poi il testo che ritroviamo oggi su tutto il web e sui quotidiani, parole che dovrebbero aprire gli occhi agli italiani sul ruolo di Casaleggio e sulla struttura del MoVimento. Al ritorno in studio appaiono subito gigantografie con le frasi più dure di Favia, incise su lastre lapidarie: l'effetto funereo è furbescamente suggerito e lo sarà per tutto il resto della trasmissione, con foto di Favia ad occhi chiusi che sembra pronto a defungere, a sua volta, sotto il peso della colpa. COSA NON TORNA Partiamo da Telese. Telese "tira la volata" al filmato per tutta la serata, cercando di stare sempre ben sull'argomento "Casaleggio" e lo fa anche dopo, affermando che Favia va lasciato stare e ci si debba concentrare sulla mancanza di democrazia denunciata nel fuori-onda e sulla pericolosità della presunta leadership milanese. Il suo giornale online pubblica un articolo completo sulla clip già alle 22.23, mentre il tutto va in onda alle 22.27 con le rivelazioni che passano su LA7 alle 22.28: preveggenza o più semplicemente preparazione adeguata del pezzo? Favia, poco prima del finto spegnimento di telecamera e microfono, annuncia tranquillamente che vuole offrire un caffè al giornalista "per tutto lo sbattimento". Ora non si comprende quale sia lo sbattimento: una grande fatica per poco meno di un minuto di intervista o qualcosa su cui si è lavorato, magari a lungo, poco prima? A rigor di logica viene facile pensare alla seconda ipotesi. Il "magic moment" scatta quando gli viene chiesto se la democrazia all'interno del MoVimento sia completamente compiuta. Qui Favia fa

capire chiaramente che parlerà a fari spenti, davanti ad un caffè... solo che lo fa capire a telecamera accesa! Ora, è abbastanza chiaro che se una persona ha rivelazioni scottanti da fare non lo annuncia palesemente; se invece vuole convincere lo spettatore che gli ruberanno parole in libertà senza che lui lo voglia realmente, allora lo prepara facendo intendere che, da lì in poi, non sarà consapevole di quello che si sentirà, che non si renderà conto di parlare ad un microfono aperto. Incredibilmente l'audio del fuori-onda è perfetto: non ha nulla a che fare con servizi "rubati" nel passato delle trasmissioni di cronaca in TV. Non è frutto del lavoro di un microfono nascosto (stile Iene), né di quello montato sulla telecamera, altrettanto poco preciso. Sicuramente il microfono in questione è il "gelato" che si intravvede in mano a Pecoraro al secondo 46-47-48 della clip ed è posizionato anche molto vicino all'intervistato, tanto da non essere minimamente coperto dai rumori di fondo, anche se molto vicini. Le parole sono scandite bene, chiare e perfettamente intellegibili; il montaggio è perfetto, le domande del giornalista sembrano più assecondare il racconto che poste per avere risposte precise. Tutto l'audio viaggia fluido fino al minuto 1,44 dove il montaggio si lascia scappare il rumore di uno spegnimento/riaccensione del microfono, impercettibile, ma chiaro. Perchè si spegne/riaccende un microfono se è un fuori-onda "rubato"? Quindi, ricapitolando, Giovanni Favia ignaro ed ingenuo davanti alle telecamere, si lascia abbindolare da un microfono rimasto acceso e lo scoop di Piazzapulita invade i media. L'hanno fatto a luglio dice Formigli, ma l'hanno rivelato solo ora. Tutto chiaro.. ma qualcosa non torna. Favia non è lo sprovveduto che pensiamo in balia del giornalista cattivo e di una tecnologia sconosciuta. Non è un'anziana signora ottantenne, ignara di qualsiasi marchingegno elettronico, con il panico da telecamera e la voglia di salutare a casa. Il nostro Favia è abituatissimo alle interviste, dato che il suo presenzialismo in TV ormai è noto a tutti ma, soprattutto, conosce benissimo le dinamiche audiovisive! Infatti il suo curriculum recita tra l'altro: - nel 2003 frequenta il corso professionale di tecnico di produzione audiovisive - direttore della fotografia, titolare ditta individuale per la produzione di materiali audio-visivi e cinema indipendente. Niente di meno! E' questa sarebbe la persona che pensava di parlare ad un microfono spento? Probabilmente questa persona poteva recitare persino l'anno di fabbricazione e le caratteristiche tecniche, sia del microfono che della telecamera, dei due inviati di Formigli! Vogliamo credere che abbiano portato del carpaccio ad un macellaio facendolo passare per costata e lui non se ne sia accorto? La cosa lascia parecchio dubbiosi. COSA TORNA Grillo alla festa del 5 Stelle di Brescia, a Roncadelle per la precisione, apparve abbastanza nervoso e scuro in volto, forse come mai era stato. Disse quasi subito che "anche noi avremo i nostri Scilipoti", intendendo una sorta di sillogismo per un tradimento politico di cui forse sapeva l'esistenza, ma non i

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termini precisi.. Qualcosa era trapelato sicuramente.. Meno comprensibile invece che il neo-dissidente del MoVimento, giunto in pesante ritardo alla festa, non sia stato incalzato dalle telecamere di LA7 né sia stato tentato nulla di rilevante per l'informazione, come il metterlo a confronto diretto con Grillo, alla luce del fatto che la trasmissione aveva sul campo proprio lo stesso inviato che sapeva di aver raggiunto lo scoop due mesi prima. Invece niente: Favia fu evitato accuratamente dalle stesse telecamere che avrebbero potuto completare l'opera, in modo esemplare. Niente, nemmeno una domanda, nulla. Molti sostengono che l'ideologo cui Favia si è sempre rivolto sia stato Tavolazzi, epurato a marzo dal M5S dopo l'incontro di Rimini, incontro dove tra l'altro si discusse di opzioni come togliere il nome "beppegrillo" dal logo, aumentare le legislature possibili a più di due, accettare anche ex-appartenenti a partiti politici. L'insofferenza di Favia e Tavolazzi è sempre stata abbastanza visibile all'interno e fuori dal MoVimento ed è riscontrabile anche oggi, in molti gruppi sparsi per l'Italia, dove il significato di "uno vale uno" è stato completamente travisato, in una sorta di richiamo all'anarchia collettiva verso chiunque possa consigliare un minimo di struttura organizzativa. In prima linea molti simpatizzanti e attivisti di partiti defunti durante le ultime elezioni politiche nazionali, che sono anche fondatori delle prime liste civiche legate a Grillo e molto più esperti nel convogliare su di loro le leadership progettuali all'interno dei gruppi stessi. La possibilità che potessero arrivare dei richiami da chi, come unica tutela verso tutti gli attivisti, possiede il logo del M5S, non sono mai state digerite a fondo da alcuni di loro, legati ancora alle dinamiche dei partiti. La fine mandato, prossima per Favia che è già alla seconda legislatura e quindi non più candidabile nel M5S, potrebbe essere il movente di questa intervista concordata e il "do ut des" per il passaggio ad altra formazione politica, probabilmente il PD o affini (tanto non cambia di molto la sostanza). IN CONCLUSIONE In tutta onestà, questa storia appare molto ben congegnata, ma non così bene da distruggere il MoVimento 5 Stelle. Sicuramente porterà al tentativo di rendere più facile l'infiltrazione da parte di appartenenti o ex appartenenti alla vecchia politica tramite chi segue le idee dei "dissidenti" o di quanti, alla luce di questa querelle, saranno convinti che la ragione stia dalla parte di chi invoca più democrazia. E' opportuno dire che ladDemocrazia è un terreno difficile, che ha per confine la dittatura da un lato e l'anarchia dall'altro. Non sembra che il M5S sia verso la dittatura, quanto invece soffra per la mancanza endemica di una minima struttura, il che non danneggerebbe il concetto di democrazia diretta tra i cittadini, ma impedirebbe di essere con un piede quindi molto vicino all'altro confine ideale, com'è ora. Si prenda nota anche del fatto che in alcuni casi, da parte di gruppi cittadini, è stato auspicato l'intervento diretto di Grillo o Casaleggio per problemi di aperture di M5S fasulli, di infiltramenti di politici in carica, di tentativi di infiltramento da parte di ex-politici etc...ma questo intervento non


è mai arrivato, nemmeno quando richiesto! Ora, un padre-padrone si negherebbe ad occasioni simili di comando? Anche questo appare poco logico. Oggi che la bomba è esplosa Favia torna sull'argomento e tra le altre cose si difende così: "E' fantascienza ed un’offesa all’intelligenza pensare che un fuori onda, per me così degradante, potesse essere concordato.”. Mah! Excusatio non petita... " Maurizio Ottomano, Freelance Journalist Ps: *Mario Adinolfi ha smentito il suo coinvolgimento nella società, dichiarando di non possedere quote di Pubblico

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