2 minute read

L Marco Enrico Giacomelli (a cura di

UNO SGUARDO LATERALE SU EUROPA, AFRICA E ASIA

© Maria Francesca Melis per Artribune Magazine I l mese di giugno sta terminando e si entra di gran carriera nella seconda estate dell’era Sars-Cov-2. La variante Delta del virus, nel momento in cui scriviamo, sta causando gli ennesimi lockdown, da Sidney al Sudafrica. Però il desiderio di tornare a viaggiare è diffuso, persistente. Perché il viaggio, inteso come incontro, è lo stimolo fondante del pensiero critico, che nasce a contatto con la differenza. E tuttavia, questo viaggiare non dev’essere un meccanico ritorno alle modalità pre-pandemia – meglio: niente dovrebbe tornare a essere come prima. Hegel sosteneva che l’unica cosa che insegna la Storia è che non impariamo mai niente da essa. È il pessimismo della ragione al quale possiamo opporre, per l’ennesima volta, l’ottimismo della volontà. Dunque, il cuore di questo numero di Artribune Magazine non è un inserto turistico. È un invito al viaggio, che è ben diverso. Perciò anche le destinazioni sono atipiche, distribuite in tre continenti.

Advertisement

Il cuore di questo numero non è un inserto turistico. È un invito al viaggio, che è ben diverso.

In Europa, il territorio che abbiamo esplorato è transnazionale. Il suo nome è Sápmi e si estende in porzioni di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. È il territorio dei Sámi, l’unico popolo indigeno riconosciuto nel nostro continente. Fra l’altro, il Padiglione dei Paesi Nordici alla prossima Biennale di Venezia sarà un Padiglione Sámi, con tre artisti a rappresentarne la storia millenaria in chiave squisitamente contemporanea.

Il secondo reportage proviene dallo Zimbabwe. Non è l’Africa “vicina”, quella mediterranea; non è l’Africa occidentalizzata del Sudafrica; non è nemmeno l’Africa di quelle nazioni cool che sfornano tendenze e personaggi. È un’Africa da scoprire a passo lento, senza paternalismi e con occhi e orecchie spalancati. (En passant, lo Zimbabwe è presente alla Biennale di Venezia con un proprio padiglione nazionale da ben dieci anni.)

Il terzo reportage proviene dallo Stato più autoreferenziale del pianeta, la Corea del Nord. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è così difficile ottenere un visto di qualche giorno e visitarlo, beninteso sotto l’occhio implacabile delle guide locali e lungo tragitti predefiniti. Più complicato è comprenderne le sfumature, ed è per questo che non ci siamo limitati a viaggiare al suo interno, ma abbiamo parlato con chi quel territorio lo frequenta da decenni.

This article is from: