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La locomotiva e il binario morto

I pi첫 letti di bondeno.com


Introduzione Internet è uno strumento strano, con logiche ancora inesplorate e così capita che su bondeno.com gli articoli più letti non siano quelli di cronaca locale (che del resto non abbondano), ma altri a cui si perviene, di solito utilizzando i motori di ricerca. Infatti l'articolo più letto in assoluto è quello sul pittorialismo, che, grazie al suo estensore, costituisce una vera e propria voce enciclopedica; così come accade per quello sul biogas, al quale si perviene seguendo il link dalla voce omonima di wikipedia. Per altri è più difficile risalire al motivo (potrebbe essere un suggerimento istituzionale ai lettori della biblioteca Bassani, nel caso del secondo articolo) o semplicemente frutto di un interesse personale (come nel caso dei giocattoli d'epoca). Ci sono poi molti che interrogano i motori di ricerca utilizzando il linguaggio naturale, come si vede nell'esempio in immagine

Ad ogni modo, in appendice riportiamo l'elenco degli articoli fino a 50 letture, che dovrebbe essere “cliccabile” nel documento ; ricordiamo infine che i dati si riferiscono solo alla nuova edizione del 2009, anche se in linea trovate ancora l'archivio a partire dal 2003.


- bondeno.com - http://www.bondeno.com Il pittorialismo Posted By afenice On 26 aprile 2010 @ 19:13 In fotografia | Comments Disabled

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Fotomuseo Panini Dall’11 Aprile al 30 Maggio in mostra all’ Ex Ospedale Sant’Agostino, in Largo Porta Sant’Agostino 228 a Modena, una selezione di opere del fotografo pittorialista che ha innalzato la fotografia ad Arte negli anni Venti del XX secolo.

Inaugura sabato 10 aprile la personale sul fotografo modenese Salvatore Andreola curata da Fotomuseo Panini e Museo Civico d’Arte di Modena, in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. La mostra presenta una selezione di 90 fotografie originali di Andreola scelte dagli archivi del Museo Civico d’Arte di Modena. L’autore, modenese d’adozione, è stato il portavoce della fotografia artistica italiana nell’Europa degli anni Venti e Trenta. Ritrattista instancabile, fine indagatore psicologico, ottimo fotografo, ha interpretato quella ricerca dell’affinità fra pittura e fotografia che ha animato il dibattito artistico d’inizio del secolo scorso, dando vita al movimento pittorialista. Il pittorialismo nasce alla fine del XIX secolo con l’intento di elevare il mezzo fotografico ad arte, al pari della pittura. La fotografia era spesso considerata con distacco nell’ambito artistico, a causa del procedimento meccanico e automatico richiesto per la produzione delle immagini. Lo scopo dei pittorialisti era quello di rendere l’immagine fotografica il più simile possibile alla pittura grazie ad un’attenta ricerca di soggetti (ritratti, paesaggi) ripresi con luci morbide e sfocature, e ad un accuratissimo lavoro di stampa in camera oscura con tecniche come il bromolio e la gomma bicromata che davano una resa pittorica alla foto. A Modena il fotografo Salvatore


Andreola si dimostrò un esponente rilevante di questa corrente ed è con quest’autore che si intende dare inizio ad una ricognizione sul pittorialismo fotografico. Questa mostra rappresenta infatti la prima tappa della programmazione che il Fotomuseo Panini dedicherà, nei prossimi anni, al pittorialismo e ai suoi maestri italiani e internazionali e, al contempo, rientra nel progetto di valorizzazione dell’ arte del Novecento a Modena che il Museo Civico d’Arte sta conducendo insieme alla Galleria Civica e agli altri istituti culturali modenesi. Inaugurazione: sabato 10 aprile ore 18 Per informazioni: http://www.fotomuseo.it [2] (Articolo letto 521 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2010/04/26/il-pittorialismo/ URLs in this post: [1] Image: http://www.fotomuseo.it/index_images/Andreola.jpg [2] http://www.fotomuseo.it: http://www.fotomuseo.it/ Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved.


La città dolente – Giorno del ricordo: Istria, Fiume e Dalmazia. Ricordi di un esodo

La città dolente, film diretto da Mario Bonnard (…) realizzato nell’autunno del 1948, (…) è un film quasi contemporaneo a quegli storici avvenimenti, e viene distribuito nel marzo del 1949. E’ la storia di Berto, un operaio italiano di Pola che, convinto da un amico, nonostante la partenza della stragrande maggioranza dei suoi concittadini e anche di sua moglie e del figlioletto, decide di restare. Ma, poco tempo dopo, si ritrova disilluso, amareggiato, senza lavoro. Per aver manifestato apertamente il suo dissenso nei confronti del nuovo sistema, viene arrestato e inviato in un campo di concentramento per essere “rieducato”. Riesce a fuggire e a raggiungere la costa. Trovata una barca, cerca di dirigersi verso l’Italia, ma le guardie di frontiera lo uccidono con una raffica di mitragliatrice(…) Illustrazione e testo tratti dal sito web: La cineteca del Friuli Auditorium Biblioteca Comunale Bassani via G. Grosoli 42-Piazza Emilia 1 – Ferrara martedì 22 febbraio 2011, ore 16:30 Proiezione a cura: Associazione Nazionale Partigiani Cristiani Museo del Risorgimento e della Resistenza Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Con il Patrocinio Comune di Ferrara Provincia di Ferrara Fondazione Carife Nota: altro film sui fatti controversi dei luoghi e del periodo è Porzus: Il film ricorda l'Eccidio di Porzûs, tragico avvenimento della Resistenza Italiana. Nel febbraio del 1945 un intero reparto della Brigata Osoppo, capeggiato da Francesco De Gregori detto "Bolla" (zio dell'omonimo cantautore) venne massacrato da un centinaio di "gappisti" comunisti comandati da Mario Toffanin. Nell'eccidio persero la vita 22 partigiani, tra cui Guido Pasolini, fratello minore di Pier Paolo.

Cfr. http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Eccidio_di_Porz%C3%BBs&oldid=48662942


- bondeno.com - http://www.bondeno.com Ancora sulle centrali a biogas Posted By afenice On 9 maggio 2011 @ 12:38 In ambiente | Comments Disabled

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foto di Lauro Casoni Su wikipedia, sotto la voce biogas, [2] appare nelle note un nostro articolo e precisamente questo; per completezza citiamo anche gli altri sullo stesso argomento (il primo in particolare, contiene due interessanti articoli tecnici, scaricabili): http://www.bondeno.com/2011/01/12/la-centrale-conviene/ [3] http://www.bondeno.com/2011/11/16/fotovoltaico/ [4] Di seguito l’articolo originario: Ho assistito all’incontro, svoltosi al centro sociale di Borgo, in merito alla centrale a biogas prevista in Via Frattina. Il Comitato Vigarano Pulito ha gestito la serata con molto equilibrio e buon senso. Mi corre l’obbligo di rilevare come 2 dei 3 candidati a Sindaco presenti, sebbene facciano parte di forze politiche che vogliono le centrali nucleari nel nostro paese, si siano scoperti novelli ambientalisti schierandosi contro le centrali a biogas. Sono i miracoli della campagna elettorale. Sulla situazione di Via Frattina sarà l’Amministrazione Comunale di Vigarano ad approfondire le tematiche in discussione, tenendo conto degli interessi legittimi dei cittadini che abitano nella zona. Sul tema delle centrali a biomasse in generale, voglio sottolineare la contraddittorietà della


normativa di riferimento e la necessità urgente di linee guida da parte della Regione per evitare situazioni al limite dell’assurdo. Questo tipo di centrali è gestito da imprese agricole che hanno fior di contributi comunitari per 15 anni. Al tempo stesso, queste centrali sono industrie insalubri che, ai sensi della normativa vigente, non devono nuocere alla salute del vicinato per quanto riguarda lo scarico di acque reflue, le emissioni in atmosfera, gli odori, i rumori, le vibrazioni e i campi elettromagnetici. Se un’abitazione è circondata da centrali a biogas, come succede a Bondeno in Via per Zerbinate, chi vi abita come può non essere danneggiato dalla presenza della centrale? Come si può negare che a volte vi siano miasmi insopportabili? Le linee guida regionali sono importanti per definire le distanze dalle abitazioni, il numero e la localizzazione degli impianti e, magari, a mio avviso, per considerare in maniera diversa le aziende agricole che impiantano una centrale a biogas legata alla propria attività utilizzando gli scarti di produzione o i residui dell’allevamento, rispetto a quelle che sono più che altro società di scopo, nate solo per produrre energia, senza nessun collegamento con l’agricoltura. In questa situazione normativa stiamo assistendo ad una corsa al biogas senza nessuna vera regola. Ad oggi non si sa nemmeno quante siano le domande depositate nell’intero territorio provinciale perché le autorizzazione per le centrali con potenza inferiore ad un 1mw elettrico possono essere richieste esclusivamente ai Comuni. Facendo alcune verifiche, si scopre che società diverse, che hanno richiesto l’autorizzazione in Comuni diversi, hanno lo stesso rappresentante legale, gli stessi soci e la stessa sede legale, che non è presso un’impresa agricola, bensì presso un commercialista! Si scopre che alcune società, che dovrebbero avere ad oggetto l’esercizio esclusivo dell’attività agricola, presentano richiesta di autorizzazione di impianto a biogas mesi prima di essere iscritte nel registro delle imprese agricole! Oppure che non hanno la conduzione di terreni tale da sostenere un impianto a biomasse e nemmeno hanno in essere contratti con eventuali fornitori. Credo che le contraddizioni siano fin troppo evidenti. Vanno risolte a tutela delle vere imprese agricole che vogliono produrre energia, a tutela dei cittadini e degli interessi collettivi, con una normativa e con regolamenti attuativi più chiari e puntuali, che tengano conto della realtà. Giovanni Nardini Consigliere Comunale e Provinciale PD (Articolo letto 430 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2011/05/09/ancora-sulle-centali-a-biogas/ URLs in this post: [1] Image: http://www.bondeno.com/2011/04/12/pensare-la-citta/biogas/ [2] biogas,: http://it.wikipedia.org/wiki/Biogas [3] http://www.bondeno.com/2011/01/12/la-centrale-conviene/: http://www.bondeno.com../2011/01/12/la-centrale-conviene/ [4] http://www.bondeno.com/2011/11/16/fotovoltaico/: http://www.bondeno.com../2011/11/16/fotovoltaico/ Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved.


- bondeno.com - http://www.bondeno.com Giochi di una volta Posted By afenice On 13 maggio 2010 @ 11:33 In giochi | Comments Disabled

[1]LudoTrasFormAzione:

Gioco, metafora e Realtà. Questo progetto nasce inizialmente come ricerca e riscoperta dei vecchi giocattoli della tradizione di varie parti del mondo, compresi quelli costruiti con materiale riciclato. Ci siamo proposti di sostenere e promuovere un gioco artigianale, ecosostenibile, equosolidale ed accessibile (nel caso di bambini diversamene abili) perché siamo convinti che giocare sia un diritto universale! L’elaborazione del progetto e le nostre ricerche, grazie anche alle condivisioni, nei vari piani conoscitivi ed empirici sul gioco hanno permesso di affondare le radici del gioco unificando le sue Forme nel terreno comune della Metafora. Per questo motivo, d’ora in poi il progetto continuerà in questa direzione, a sostegno di un gioco come rappresentazione e TrasformAzione della Realtà che ci circonda. La ricerca di collaboratori continua: Cerchiamo collaboratori per sviluppare il progetto e dare Forma alle varie tappe che lo comporranno, per cui chi volesse partecipare attivamente sarebbe consigliabile che ci informasse e chiarisse la posizione riguardo alla sua disponibilità e adesione al progetto. Chi intende restare un collaboratore occasionale circoscritto alla reltà virtuale è ovviamente parte integrante del progetto e fonte di scambio culturale, soprattutto perché crediamo che ogni cosa letta, condivisa e rielaborata entra comunque a far parte della Realtà. Lo scopo del progetto resta quello di riportare gli antichi giochi nelle piazze, nei cortili, nelle strade, rieducando al gioco di strada e alla sua poetica forza di tra(n)sFormazione. Non si tratta di organizzare eventi culturali ma di scendere in piazza, nei parchi e ovunque ci sia lo spazio per GIOCARE, creando nuovi spazi gioco mobili, grazie a realizzazione ed uso creativo di allestimenti artigianali smontabili. Vogliamo riappropriarci della cultura e della tradizione del gioco proponendo alternative


alla noia, l’apatia, l’indolenza, al materialismo e al consumismo sfrenato! Restiamo anche un gruppo per tutti coloro che conservano i loro giocattoli, che amano crearne di nuovi e/o collezionarne sia del proprio paese che di ogni altra parte del mondo, che da bambini amavano fare i “mercatini”. Riscopriamo il piacere di giocare e di creare giochi sia con materiali semplici che riciclati. Giocattoli di ogni luogo, tempo e tipo di produzione. Condividiamo foto dei giocattoli a cui siamo affezionati, quelli di nostra creazione artigianale, quelli che vorremmo acquistare o vendere, le istruzioni per crearli. Possiamo approfondire argomenti pubblicando video, link, foto, articoli, pensieri su: Il giocattolo nelle favole, nell’arte e nella storia, nel cinema e nella letteratura. http://www.facebook.com/home.php?#!/group.php?gid=250968224769 [2] (Articolo letto 215 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2010/05/13/giochi-di-una-volta/ URLs in this post: [1] Image: http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-aksnc3/hs533.snc3/30238_114493278582000_100000639846181_137303_1129894_n.jpg [2] http://www.facebook.com/home.php?#!/group.php?gid=250968224769: http://www.facebook.com/home.php?#!/group.php?gid=250968224769 Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved. - bondeno.com - http://www.bondeno.com Giocattoli d’epoca Posted By afenice On 21 maggio 2009 @ 18:21 In giochi | Comments Disabled Nella Rocca di Dozza, fino al 7 giugnoin mostra “L’Età D’oro del giocattolo – Giochi di latta meccanici, giochi di legno, soldatini, bambole e case di bambole, burattini 1850 – 1950, dalla Raccolta Piersanti”. L’esposizione, promossa dal Comune di Dozza e dalla Fondazione Dozza Città d’Arte, presenta al pubblico un’ampia e qualificata selezione di balocchi prodotti in Italia, Francia, Germania, Inghilterra e America fra la il 1850 e il 1950. La mostra espone oltre 450 oggetti, giocattoli di legno e di latta, soldatini di pasta e bambole di feltro, burattini e marionette che risalgono al periodo in cui, anche per i giocattoli, si avvia la produzione di tipo industriale. E’ in questo epoca di passaggio, in cui le manifatture attingono ancora in larga parte dalla creatività artigianale, che si producono degli oggetti esteticamente assai pregiati, in cui coesistono innovazione del design, cura decorativa e ingegno progettuale. Per questo si parla di ‘età d’oro del giocattolo ‘. Il percorso di visita analizzando i diversi tipi di giocattoli accompagna il visitatore alla scoperta dei giochi per le bambine – si può ammirare una grande casa di bambola ad armadio del 1930 completa di tutti gli arredi e gli attrezzi del vivere borghese circondata da un’ampia serie di bambole di feltro Lenci, entrate in produzione negli anni ‘20 e progettate da artisti della levatura di Marcello Dudovich – -dei giocattoli di latta meccanici : fra i tanti giochi ingegnosi sono esposti raffinati personaggi automate con meccanismi musicali, curiosi clown azionati da meccanismi a molle e auto limousine con impianto di illuminazione funzionante.


-dei giochi di guerra: qui sono schierati soldatini italiani e tedeschi in pasta, formati tramite accurati calchi in bronzo che restituiscono con la precisione di una miniatura i dettagli delle divise e delle armi – dei giochi di legno, del teatro e dei burattini : in questa sezione si mostrano oltre trenta burattini bolognesi, con diversi personaggi appartenuti alle rinomate compagnie Cuccoli e Frabboni, ed una serie di teatrini tra cui un esemplare italiano in legno e carta del 1930 e due Guignol francesi. “Immergersi in questa mostra è come attraversare , ad un tempo, lo spazio suggestivo e smemorante della fantasia e quello del tutto reale delle epoche che i giocattoli con la loro corposa e colorata materialità sanno rappresentare” perché – osserva nel catalogo di presentazione della mostra il professor Angelo Varni, Presidente della Fondazione Dozza Città d’Arte – non va dimenticato “come anche i balocchi siano sempre stati una forma indiretta e giocosa di progressivo accostamento e finanche di preparazione alla vita da adulti, in tal modo conosciuta divertendosi col toccare, animare, a volte smembrare la sua miniaturizzazione, la sua caricaturale deformazione, la sua trasposizione in un mondo adeguato alla comprensione dei bambini.” “Questa mostra è un ulteriore appuntamento con la vastissima collezione Piersanti che ha esposto a Dozza i manifesti storici nel 2006, le attrezzerie e curiosità della medicina nel 2008, e la mostra dedicata ai giochi di percorso, tenuta nel 2007 e di cui la rassegna di quest’anno rappresenta il completamento” osserva il Sindaco di Dozza, Antonio Borghi, ricordando che “due anni fa non fu possibile esporre tutti i giochi della collezione Piersanti, erano troppi in rapporto agli spazi espositivi della Rocca. Fin da allora si pensò ad un secondo appuntamento su questo tema assai interessante ed oggi siamo estremamente grati al dottor Piersanti per aver portato a termine questo atteso progetto”. La mostra rimarrà aperta fino al 7 giugno nei seguenti giorni e orari: dal martedì al sabato: 10-12,30 e 15-18,30 - domenica e festivi: 10-13,00 e 15-19,30 (Articolo letto 202 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2009/05/21/giocattoli-depoca/ Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved.


- bondeno.com - http://www.bondeno.com Il simbolismo a Padova Posted By afenice On 1 ottobre 2011 @ 09:58 In Arte | Comments Disabled

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Franz von Stuck, Il Peccato, 1908 Federico Bano annuncia “Il Simbolismo in Italia”. L’appuntamento, per molti versi imperdibile, è


dal 1 ottobre di quest’anno al 12 febbraio del 2012, a Padova, in Palazzo Zabarella. A realizzare questa nuova impresa la Fondazione Bano, qui ancora una volta insieme alla Fondazione Antonveneta, ha chiamato Fernando Mazzocca e Carlo Sisi con Maria Vittoria Marini Clarelli, direttore della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il tema e l’ambito sono ben noti: a cavallo tra Otto e Novecento, l’inconscio irrompe nell’arte e nulla sarà più come prima. E’ la scoperta di un mondo “altro”, affascinante, intrigante, di una nuova lente che vira la percezione di ogni realtà, si tratti di un paesaggio fisico e di un moto dell’anima. E’ la storia di un movimento che si estende velocemente su scala europea ma che qui viene compitamente – ed è la prima volta – indagato nella sua fondamentale vicenda italiana. Non senza proporre confronti oltre confine e in particolare con l’ambito austriaco del Simbolismo: valgano tra tutti la Giuditta – Salomè, di Gustav Klimt o Il Peccato, celebre capolavoro di Franz von Stuck: due opere che valgono da sole la visita alla mostra. Ma se i raffronti internazionali sono di assoluta qualità, ciò che di italiano offrono le otto sezioni di questa mostra, non è certo da meno. Sono opere che, nel loro insieme, ricostruiscono quel dibattito sulla missione dell’arte che infuocò quegli anni di decisive mutazioni sociali. Opere che evocano ciò che aleggiava negli ambienti letterari e filosofici di Gabriele D’Annunzio o di Angelo Conti o nei cenacoli musicali devoti a Wagner, mentre le Esposizioni portavano in Italia i fermenti dei movimenti europei. Proprio con una esposizione, la Triennale di Brera del 1891, si apre l’itinerario della mostra che presenta affiancate Le due madri di Giovanni Segantini e Maternità di Gaetano Previati, quadri che segnano la sintesi fra divisionismo e contenuti simbolici. Segue una sezione dedicata ai ‘protagonisti’: gli artisti italiani e stranieri che parteciparono direttamente a quell’avventura poetica cresciuta intorno al Manifesto del 1886 di Jean Moréas e all’ “arte di pensiero” foriera della poetica degli stati d’animo. “Un paesaggio è uno stato dell’anima” scriveva Henry-Frédéric Amiel e a questo principio è ispirata la sezione che, trattando del sentimento panico della natura, espone opere dove prevalgono, nella rappresentazione del paesaggio, la nebbia, i bagliori notturni, la variabilità atmosferica, le situazioni insomma più facilmente collegabili ai turbamenti psicologici. A prefazione di questo tema l’ Isola dei morti di Böcklin nella raffinata ed inedita versione di Otto Vermehren, affiancata dai dipinti di Vittore Grubicy, di Pellizza da Volpedo, di Plinio Nomellini. Il mistero della vita è il soggetto della successiva sezione. Qui troviamo la rappresentazione di azioni quotidiane: la processione, le gioie materne, il viatico, la partenza mattutina. Emblemi di quell’ “artista veggente” che aveva il compito, secondo le teorie simboliste, di decifrare il mondo dei fenomeni e di cogliere le affinità latenti e misteriose esistenti tra l’uomo e la realtà circostante. Alle soglie del Novecento, Angelo Conti affermava che la natura, anche nelle sue calme apparenze, era “tutta uno spasimo, una frenesia di rivelarsi ed esprimere, per mezzo dell’uomo il segreto della sua vita”: un segreto che spesso era demandato a rappresentazioni dense di rimandi letterari, di evocazioni mitologiche cariche di sensualità, in cui l’artista esibiva la capacità di trasformarne quei contenuti in immaginazioni rare e coinvolgenti, come nei dipinti di Pellizza da Volpedo, Morbelli e Casorati. L’ispirazione preraffaellita domina la pittura di Giulio Aristide Sartorio, Adolfo De Carolis realizza le aspirazioni figurative di D’Annunzio, Galileo Chini intesse sontuose e iridescenti allegorie, Leonardo Bistolfi interroga la Sfinge, Gaetano Previati riscopre nella storia il dramma di Cleopatra: le sezioni che illustrano il mito e l’allegoria propongono i capolavori di questi artisti mettendone in evidenza la portata internazionale attraverso il confronto – clamoroso per importanza e qualità – con le opere di Gustav Klimt e di Franz von Stuck. E’ nella sezione dedicata al ‘bianco e nero’, cioè alla nutrita produzione grafica degli anni fra Otto e Novecento, che meglio si comprende il dialogo degli italiani con la cultura figurativa mitteleuropea, impegnata ad indagare i più riposti sentimenti dell’uomo, i suoi fantasmi interiori. Spiccano in questa i fogli di Gaetano Previati, di Alberto Martini, di Romolo Romani, di Giovanni Costetti,


di Umberto Boccioni, del giovane Ottone Rosai, che variano dall’allegorico, al fiabesco, al fantastico, all’orrido, confermando l’idea allora ricorrente che solo attraverso il disegno si riuscisse a preservare la spiritualità della visione dalle scorie della quotidiana esperienza. Il percorso della mostra si conclude nella ‘Sala del Sogno’, che alla Biennale di Venezia del 1907 aveva consacrato le istanze e le realizzazioni della generazione simbolista creando una vera e propria scenografia affidata all’ingegno decorativo di Galileo Chini e agli artisti che, con la loro militanza, avevano contribuito ad alimentare le poetiche del ‘piacere’ e dell’inquietudine, della bellezza e del mito, della spiritualità e degli stati d’animo, sostenendole con tenacia fino alle soglie della rivoluzione futurista cui introducono due capolavori ancora simbolisti di Umberto Boccioni come Il sogno (Paolo e Francesca) e La madre che cuce. INFO E PRENOTAZIONI TEL. 049.8753100 www.palazzozabarella.it [2] (Articolo letto 185 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2011/10/01/il-simbolismo-a-padova/ URLs in this post: [1] Image: http://www.bondeno.com/2011/10/01/il-simbolismo-a-padova/il-peccato/ [2] www.palazzozabarella.it: http://www.zabarella.it/ Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved.


- bondeno.com - http://www.bondeno.com Inaugura il 16 aprile “Spazio 29″ Posted By afenice On 1 aprile 2011 @ 06:37 In cronaca | Comments Disabled Da un colloquio col prof. Carlo Tassinari, presentatore del progetto che potete trovare in rete [1], abbiamo appreso che, nella sede dell’ex-liceo, in Via Veneto 29, a Bondeno, sarà ospitata la ludoteca e il Centro Giovani (attualmente presso il “Centro 2000″ in Viale Matteotti). Anche la c.d. “sala Azzurra” destinata a conferenze, sarà qui trasferita in toto, presumibilmente questo consentirà un ampliamento dello spazio teatrale del 2000. Ma il fulcro delle attività del nuovo servizio dovrebbe essere la custodia e assistenza scolastica e ricreativa dei giovani dopo la fine dell’orario scolastico e nei periodi di vacanza, con possibilità di estensione anche il sabato. Questo sarà possibile con il coinvolgimento della attuale biblioteca che si farà carico delle esigenze culturali dei ragazzi più grandi, fornendo loro anche il collegamento internet, e della scuola elementare che fornirà il servizio mensa. La vicinanza degli edifici consentirà di creare dei percorsi interni che faciliteranno l’integrazione dei servizi, la qualità dei quali dipenderà ovviamente da chi sarà preposto a gestirli e dalle condizioni di lavoro offerte. L’amministrazione comunale ha stanziato complessivamente per il progetto 247.900 euro, fino al 2014; come abbiamo illustrato in un precedente articolo. [2] (Articolo letto 142 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2011/04/01/inaugura-il-16-aprile-spazio-29/ URLs in this post: [1] potete trovare in rete: http://virtuale.bondeno.com/cronaca/spazio29.pdf [2] un precedente articolo.: http://www.bondeno.com/2011/02/08/la-locomotiva-e-il-binariomorto/ Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved.


- bondeno.com - http://www.bondeno.com Il gregge alza la testa Posted By afenice On 6 novembre 2010 @ 19:21 In Società | Comments Disabled

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“Ecco tutta la verità su un futuro possibile. L’esportazione del sistema di vita americano incontra ampi ostacoli tutt’ intorno al globo, ma è stato appena eletto un nuovo Presidente, simpatico, piacevole, di una rassicurante stupidità, e capace di pronunciare giudizi lapidar! e orecchiabili. Spetta a lui portare il popolo degli Stati Uniti alle soglie dell’anno 2000: «Padre Nostro che sei a


Washington…» Le grandi società industriali e finanziarie, ivi compreso il Sindacato (che ricicla in attività lecite il denaro accumulato un tempo con il gangsterismo), tengono saldamente le leve del potere. I giovanotti di buona famiglia, usciti brillantemente dall’accademia militare fanno rapida carriera presso i generali che formano la “diga del Pacifico”, cioè un’alleanza bianca, comprendente l’Australia, la Nuova Zelanda e le superstiti dittature di destra dell’America Latina. La popolazione americana continua ad adattarsi alla normalità di condizioni di vita sempre meno normali, nonostante i cibi adulterati, l’insicurezza drammatica dell’ordine pubblico, l’aria e il mare e il suolo inquinati, la brusca caduta dell’indice medio della durata della vita, l’alta percentuale di neonati malformati. Ma altrove, specialmente nei paesi sottosviluppati, la situazione precipita. Sulle rive del Mediterraneo, ridotto a una fogna, è scoppiata una crisi che tra l’altro ha spinto le popolazioni dell’Africa settentrionale a una disastrosa guerra con i vicini a sud. In questo mondo che diventa, con progressione geometrica, sempre più ingovernabile, i fatti privati e quelli pubblici s’intrecciano in una fitta rete d’influssi reciproci, di corresponsabilità, di errori di giudizio, in cui persino alle vittime ed agli alleati accade di sterminarsi fra loro, in cui le verità sono, a conti fatti, delle bugie e in cui certe menzogne sono tuttavia vere. Il cataclisma è clamoroso, inarrestabile, un vero crepuscolo degli dèi che travolge i duecento milioni di esemplari più stravaganti e nocivi della nostra specie”. Così diceva la presentazione di questo libro di John Brunner, [2] uscito nel 1972. Era l’ultimo di 4 libri “distopici” [3]in cui si illustrava una società alla quale, per molti aspetti, ci stiamo paurosamente avvicinando; bisognerebbe fermarsi a riflettere e rileggere quanto è già stato scritto, invece di voltare sempre pagina nel tentativo di ignorare certi segnali autodistruttivi. Ovviamente l’idea di leggere molto, ma sempre gli stessi libri, non piace al mercato per cui, attualmente il libro si trova, forse, solo su qualche bancarella. [4] Seguite i link, per saperne di più. (Articolo letto 127 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2010/11/06/il-gregge-alza-la-testa/ URLs in this post: [1] Image: http://www.sfquadrant.com/Bancarella/Nord/cosmooro.htm [2] John Brunner,: http://cyberfest.bondeno.com/libri/brunner.htm [3] Era l’ultimo di 4 libri “distopici” : http://www.futureshockonline.info/pubblicati/fsk27/html/sapienza.htm [4] bancarella.: http://www.fantabancarella.com/librisfnord.html#nordoro Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved.


- bondeno.com - http://www.bondeno.com Italia: 150 anni di una piccola grande potenza Posted By afenice On 17 marzo 2011 @ 05:36 In storia | Comments Disabled

La rivista italiana di studi geopolitici “Eurasia” dedica il suo ventesimo volume all’imminente anniversario dell’unità d’Italia, con un numero (2/2010) intitolato “Italia: 150 anni di una piccola grande potenza“ [1]. Quasi trecento pagine per affrontare il tema dalla prospettiva più consona a “Eurasia”, cioè quella geopolitica. Il direttore Tiberio Graziani, nel suo editoriale, s’interroga sulla “Geopolitica nell’Italia repubblicana” [2] o, meglio, sulla sua assenza, ch’egli imputa non solo alla scarsa cultura geopolitica delle classi dirigenti italiane, ma anche alla profonda crisi dell’identità nazionale ed alla limitazione della sovranità determinata dall’inserimento nella sfera egemonica degli USA. I recenti sviluppi internazionali aprono però inedite possibilità all’Italia, a patto che essa sappia riconoscere i due nuovi punti di riferimento della sua politica estera: la Russia, grazie a cui sganciarsi dalla sfera d’influenza nordamericana, e la Turchia, con cui rilanciare una politica mediterranea e vicinoorientale.

Proprio a “Italia e Turchia negli anni di Erdogan” è dedicata una breve nota di Aldo Braccio (“Eurasia”). I due paesi hanno intensificato i propri rapporti economici e diplomatici, e Berlusconi si è dimostrato uno dei maggiori patroni dell’ipotetico ingresso della Turchia nell’UE. Un’ulteriore salto di qualità nel rapporto tra i due paesi sarà però impossibile finché Roma manterrà una linea rigidamente atlantista e filo-israeliana,


distanziandosi così dai nuovi orientamenti geopolitici di Ankara. Due sono invece i contributi che trattano dei rapporti tra Italia e Russia, realizzati rispettivamente da un autore russo e da uno italiano. Il russo è Vagif Gusejnov (“Vestnik Analitiki”, ISOA), che si esprime “Sulla cooperazione tra Russia e Italia” concentrandosi particolarmente sugli ultimi anni, testimoni di progressi sotto tutti i punti di vista. Contrariamente a quanto si crede, ciò non è stato reso possibile solo dai buoni rapporti personali tra Berlusconi e Putin, ma principalmente della comprensione, da parte di tutti gli attori politici dei due paesi, dei vantaggi reciproci ottenibili dalla cooperazione. L’Italia si è fatta apprezzare per la sua posizione conciliante, malgrado le pressioni provenienti dagli USA e dall’UE, e per il favore con cui ha accolto la proposta russa d’un trattato di sicurezza collettiva in Europa. Rilevanti poi i rapporti economici e, soprattutto, energetici. Ma l’ottimismo verso il futuro è frutto soprattutto di quell’intesa spirituale che sembra attrarre Russi e Italiani gli uni verso gli altri. Il contributo di fonte italiano è invece di Daniele Scalea (“Eurasia”) e reca l’eloquente titolo di “L’importanza della Russia per l’Italia”. L’articolo di Scalea è davvero complementare a quello di Gusejnov, perché inquadra i rapporti tra i due paesi in un’ottica storica e dal punto di vista italiano. La distanza geografica, le vicende storiche e gli orientamenti geopolitici per secoli hanno separato i due paesi, ma ormai da cent’anni Mosca ha assunto una grossa importanza per la politica estera italiana. Quest’ultima si basa tradizionalmente su un sistema di pesi e contrappesi, di alleati e di “amici” che servono a limitarne l’invadenza. Oggi solamente la Russia può essere per l’Italia quel “amico” necessario a frenare lo strapotere degli USA nel loro rapporto d’alleanza ineguale con Roma. Inoltre, l’Italia più d’ogni altra potenza europea è dipendente dalla Russia per il suo approvvigionamento energetico, ragione in più per cui i dirigenti italiani debbono fare di Mosca uno dei principali punti di riferimento della loro politica estera. La storia de “La politica estera italiana” è ripercorsa sinteticamente ma con precisione da uno dei suoi maggiori studiosi, Alfredo Canavero (Università degli Studi di Milano). Secondo il professor Canavero il problema storico della politica estera italiana è il contrasto tra la volontà di protagonismo e la debolezza materiale, che ha condotto spesso a disillusioni o persino catastrofi. I risultati migliori si sono ottenuti nel campo dell’integrazione europea, dove l’Italia può ancora giocare un ruolo importante. Pietro Longo (Università l’Orientale di Napoli) approfondisce “La politica estera italiana nel Vicino Oriente”. Così come le alleanze europee, ed in epoca più recente la NATO e l’UE, sono servite a garantirsi la sicurezza sul confine alpino, i rapporti coi paesi mediterranei sono stati essenziali per assicurare la lunga linea costiera. Tuttavia, l’Italia non ha saputo sviluppare un coerente “mediterraneismo” – cercando invece di sfruttare anche nel Mediterraneo i più compiuti “atlantismo” ed “europeismo”, ma risultando così legate a strategie etero-dirette. Questa è una grave pecca per un paese che affonda le proprie radici nel Mediterraneo, e vi è fisicamente immerso. Côme Carpentier de Gourdon (“World Affairs”, EuroAsia Institute), allontandosi dalle regioni europea e mediterranea, tratta de “L’Italia e l’India tra mito e storia”. L’autore franco-indiano individua numerose analogie geografiche e storiche tra i due paesi. L’avvincente tragitto dell’articolo si conclude in un evento emblematico: il ruolo di primo piano raggiunto da un’italiana, Sonia Gandhi, nella classe dirigente indiana. Molto spazio è dato alla questione linguistica. Aldo Braccio (“Eurasia”) giustifica la necessità di “Difendere la lingua italiana” leggendo in un’ottica geopolitica l’affermazione globale della lingua inglese. Il tema è esaminato nel dettaglio da Claudio Mutti (“Eurasia”) con “Il veicolo linguistico del dominio statunitense”, dov’è tracciata una storia della lingua italiana e dell’influenza cui è sottoposta da parte dell’inglese. Sullo stato attuale e le prospettive future della lingua italiana si pronuncia in un’intervista Giovanni Adamo (CNR). Alessandra Colla (“Eurasia”) affronta un problema annoso dell’Italia: quello dei rapporti tra “Chiesa e Stato”. L’Italia si trova ad avere al proprio interno un piccolo Stato, il Vaticano, che


dispone però d’una fitta rete d’influenza e potere su tutto il territorio nazionale italiano. Pessimistica la valutazione di Fabrizio Di Ernesto (saggista), secondo cui a centocinquant’anni dalla proclamazione dell’Unità gl’Italiani sarebbero “Più divisi di prima”. L’Italia è sempre stata deficitaria in termini d’identità nazionale, ed oggi essa è sottoposta all’attacco dell’atomizzante ideologia neoliberale. Luca Donadei (saggista) descrive “La debolezza strategica italiana”, la quale dipende precipuamente dalla conformazione geografica del paese: un po’ continentale ed un po’ marittimo (e dunque costretto a difendersi su ambo i lati), percorso da catene montuose che ostacolano le comunicazioni interne. Oggi l’Italia si presenta protetta in una “teca di cristallo” composta da alleanze e relazioni diplomatiche, apparentemente sicura ma che, qualora tali rapporti si deteriorassero (soprattutto quello con gli USA), lascerebbe il paese esposto in tutta la sua crescente vulnerabilità. Un tema molto dibattuto in Italia e molti altri paesi è quello della concorrenza commerciale cinese: ne parla Caterina Ghiselli (“Strategic Advice”) nel suo “Il made in China sfida il made in Italy”. Dario Giardi (saggista) tratta della “Geopolitica dell’energia: l’Italia nello scacchiere euromediterraneo”. Secondo Giardi la politica energetica è divenuta il fulcro della politica estera degli Stati, ed in particolare la Russia sta impiegandola per scalare la gerarchia delle potenze. L’Europa dovrebbe agire unitariamente ed in collaborazione con gli USA per diversificare ed assicurare le proprie fonti energetiche, ma evitare politiche anti-russe, anti-iraniane o anti-cinesi. L’Italia è assai vulnerabile perché il suo “mix energetico” è particolarmente caro e sbilanciato. Le priorità dovrebbero essere: coniugare nuovi gasdotti e rigassificatori per diventare un hub energetico europeo; dedicarsi all’efficienza ed al risparmio energetico; riadottare il nucleare; potenziare il solare; diversificare le fonti d’energia. “Ahi serva Italia…” è il titolo dell’articolo con cui, riecheggiando Dante, Giancarlo La Grassa (economista) lamenta il deplorevole stato dell”Italia, da vent’anni priva d’una politica. Roma dovrebbe puntare decisamente sull’avanzante multipolarismo, difendere quel che resta delle sue industrie strategiche dalle brame straniere, sgonfiare l’ipertrofico apparato dell’amministrazione pubblica. Ciò sarà possibile solo vincendo la resistenza di quel blocco sociale parassitario che vive sulla spesa pubblica improduttiva, e cercando invece di mobilitare a favore della svolta i ceti produttivi, in particolare il lavoro autonomo. Alessandro Lattanzio (“Eurasia”) descrive la “Italia atomica” e la storia dei programmi sia militari sia civili. Fabio Mini (generale in ausiliaria) critica la “Voglia di SpA” recentemente impadronitasi dell’Italia: il Governo ha costituito una serie di SpA (Banca del Sud, Protezione Civile, Difesa Servizi) per permettere ai Ministeri di eludere le procedure ed i controlli statali. Costanzo Preve (filosofo) tratta de “Il comunismo italiano nella seconda metà del ’900″, da Gramsci all’anti-berlusconismo. Esterni al dossario sull’Italia sono alcuni articoli: Fabio Falchi sul “Homo Europaeus”, Claudio Mutti su “Henry Corbin: l’Eurasia come concetto spirituale”, Alì Nakbar Naseri su“L’Iran e la pace nel mondo” (testo dell’intervento dell’ambasciatore iraniano all’omonima conferenza organizzata da “Eurasia” a Roma [3]), Maria Rosa Comunale su “Il caso Lettonia”, Augusto Marsigliante su “I rapporti sino-africani”. Il volume è concluso da alcune interviste: oltre al già ricordato Adamo, a Roberto Albicini (giornalista), Gianluigi Angelantoni (industriale), Giovanni Armillotta (“Africana”), Sergej Baburin (Duma, Federazione Russa), Pietrangelo Buttafuoco (giornalista e scrittore), Tarun Das (confederazione industriali indiani), Paolo Guerrieri (IAI, Università La Sapienza di Roma), Luciano Maiani (CNR), Sergio Romano [4](“Corriere della Sera”) [4] e David Sanakoev [5]


(Ossezia del Sud, ufficio presidenziale) [5]. Informazioni su come acquistare il volume [1] (cliccare) [1] (Articolo letto 94 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2011/03/17/italia-150-anni-di-una-piccola-grandepotenza/ URLs in this post: [1] “Italia: 150 anni di una piccola grande potenza“: http://www.eurasiarivista.org/5638/italia-150-anni-di-una-piccola-grande-potenza [2] “Geopolitica nell’Italia repubblicana”: http://www.eurasia-rivista.org/5648/la-geopoliticanellitalia-repubblicana [3] omonima conferenza organizzata da “Eurasia” a Roma: http://www.eurasiarivista.org/4255/liran-e-la-pace-nel-mondo-il-9-giugno-a-roma [4] Sergio Romano : http://www.eurasia-rivista.org/6566/sergio-romano-commenta-la-politicaestera-italiana-per-eurasia [5] David Sanakoev : http://www.eurasia-rivista.org/5163/il-mondo-manca-di-regole-uniformiintervista-a-david-sanakoev Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved.


- bondeno.com - http://www.bondeno.com Lezioni magistrali Posted By paolo On 12 settembre 2010 @ 18:46 In filosofia | Comments Disabled CINQUANTA LEZIONI SUL BUON USO DELL’INCERTEZZA Nelle piazze e nei cortili del festivalfilosofia [1] si rifletterà su contingenza e rischio, probabilità e azzardo Esposti all’incertezza, gli individui devono imparare a convivere con destini personali aleatori e interamente privatizzati; pressate da rischi di vario tipo – ambientali, finanziari, sociali – le società devono ripensare i princìpi dell’agire collettivo e interrogarsi se sia possibile compiere scelte pienamente sicure e governabili. Il programma di lezioni magistrali del festivalfilosofia – che a Modena, Carpi e Sassuolo dal 17 al 19 settembre 2010 celebrerà il suo decennale – porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città celebri maestri del pensiero, che si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee della fortuna, dal rapporto tra eccezione e ordine nella sfera politica, al carattere creativo dell’imprevisto, dalla teoria del rischio alle tecniche della sua calcolabilità, dal lavoro antropologico e simbolico delle culture per addomesticare il futuro all’esperienza dell’azzardo e della scommessa. La questione della contingenza La questione della fortuna rinvia in primo luogo allo statuto della contingenza (ciò che “ci tocca”) e al conseguente rapporto tra il possibile e il necessario. A Jean-Luc Nancy – voce tra le più significative della filosofia continentale - toccherà mostrare di cosa è fatta la “chance”, cioè apertura fortuita al mondo e all’Essere che sfugge a ogni proiezione di possibilità. Peter Sloterdijk – forse il più originale pensatore in scena - affronterà il tema dell’occasione in una grande diagnosi d’epoca, per mostrare come la modernità – nata nella celebrazione del rischio, dell’avventura, del viaggio e della scoperta – abbia subìto un ripiegamento nel segno delle assicurazioni e delle rassicurazioni. Massimo Cacciari prenderà di petto il tema della possibilità nel suo inquieto rapporto “amletico” con la decisione e la fatalità, mentre Sergio Givone e Maurizio Ferraris svolgeranno riflessioni sulla relazione tra possibile e necessario da ottiche distinte, la prima orientata alla questione morale della libertà e della colpa, la seconda dedicata al principio di necessità della realtà materiale. A Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia, il compito di delineare i tratti della contingenza psichica, cioè la significatività di quel che “cade” fuori dal controllo cosciente del soggetto. Il contingente è ciò che tocca e dunque che trasforma. Ne consegue che il lavoro della contingenza chiama a un continuo ripristino di ordine per fare fronte al cambiamento e all’eccezione, come sul piano dell’ordine politico moderno mostrerà Carlo Galli. Tali tentativi di ricostruzione, spesso sotto forma di riparazioni a ingiustizie collettive (è questo il tema della lezione di Gustavo Zagrebelsky), sono altrettante risposte alla paura che domina la condizione umana e sociale, come argomenterà Roberto Esposito. La complessità delle sfide poste al diritto e alla politica è maggiormente evidente se si considerano l’artificialità e la mancanza di fondamenti del diritto, come sosterrà Natalino Irti; tuttavia questa incompiutezza dell’ordine contemporaneo può tramutarsi in occasione, e non a caso Salvatore Veca ne farà l’elogio. Anche l’ordine economico è in questione: d’altronde “fortuna” è parente di “ricchezza” e di “abbondanza”. Come distribuire le ricchezze, ossia come compensare mediante apposite politiche la diseguaglianza delle fortune, è il tema della lezione di Massimo Pivetti, mentre Marcello De Cecco e Oscar Giannino, in un dibattito condotto dalla giornalista Maria Concetta Mattei, si confronteranno su un’altra valenza economica della fortuna, ossia se il mercato produca ordine ed equità in modo cieco e spontaneo (come se fosse esso stesso una dea bendata) o non debba invece essere governato da regole. La contingenza è anche ciò che tocca ai singoli. Ampio risalto verrà dunque dato al piano etico e antropologico su cui si gioca la partita della fortuna contemporanea. Zygmunt Bauman – il più influente filosofo sociale contemporaneo – ribadirà il paradosso nel quale sono presi gli individui della modernità “liquida”, costretti a cercare rimedi individuali e biografici per risolvere problemi


sistemici. L’instabilità è comunque condizione umana per eccellenza, al punto da rendere mitici tutti i tentativi di stabilizzazione (come argomenterà Umberto Galimberti). E anche in ambito religioso la fede è spesso piena accettazione di “precarietà”, gratuita fiducia in Dio: ne parlerà Enzo Bianchi. Ciò nonostante le culture hanno messo a punto pratiche o sistemi d’interpretazione per rendere stabile l’instabile, come mostreranno Marino Niola (che analizzerà le forme della “superstizione” nella cultura contemporanea) e François Jullien (che presenterà il pensiero della trasformazione contenuto nei Ching, testo fondamentale della cultura tradizionale cinese). La sfida al destino che si fa amore per il fato – argomento della lezione di Marcello Veneziani – non può far dimenticare che spesso vengono dati in sorte ruoli e condizioni che non rispecchiano il merito e la giustizia, come nel caso della condizione femminile, di cui parlerà Michela Marzano. È su questo piano che l’esperienza del contingente fa posto a una critica di ordine etico, per discutere i criteri della sorte morale (come nella tradizione anglosassone di cui è interprete Armando Massarenti) o per guardare, come farà Salvatore Natoli, all’imponderabile che governa la vita morale mettendo tragicamente a repentaglio l’ideale della misura. Rischio e responsabilità Una seconda grande area in cui si riformula la questione della fortuna è quella del rischio, categoria che da ormai un trentennio contraddistingue le società contemporanee, anzi il destino globale degli Stati e del pianeta. Alla teoria del rischio in una delle sue più avanzate formulazioni sociologiche è dedicata la lezione di Raffaele De Giorgi, mentre Pier Paolo Portinaro e Frank Furedi discuteranno due importanti strategie di condotta per neutralizzare i rischi: il primo ricostruirà i princìpi dell’«etica della responsabilità», mentre il secondo discuterà criticamente il “principio di precauzione”. La tematica del rischio e della catastrofe è sopraggiunta nelle scienze sociali partendo da una lunga carriera anche nelle scienze naturali. Jean-Pierre Dupuy – influente filosofo della scienza, docente a Parigi e Stanford – esporrà pertanto la sua teoria globale della catastrofe, mostrando le connessioni tra male naturale e male morale. Niles Eldredge, coautore con Stephen J. Gould della teoria degli equilibri punteggiati, presenterà a sua volta le estinzioni catastrofiche della biodiversità, oggi per la prima volta dovute a cause umane, come elemento caratterizzante dei processi evoluzionistici. La cattura del futuro La questione del rischio, essendo connessa al governo degli effetti, si lega a un altro vasto quadro nel quale opera la fortuna, ossia l’apertura di futuro propria di ogni accadere. La modernità si è specializzata in tecniche di anticipazione del rischio tramite le quali si è creduto di addomesticarlo rendendolo calcolabile e statisticamente regolabile. Alle tecniche e discipline di “cattura” del futuro sono dedicate alcune lezioni in programma. Gerd Gigerenzer, scienziato cognitivo e direttore del Max Planck Institute di Berlino, si soffermerà sui vincoli emotivi e “viscerali” della decisione, mentre Elena Esposito mostrerà come ogni proiezione probabilistica comporti sempre un quadro “finzionale” orientato da aspettative di aspettative. Angelo Panebianco, operando su modelli diffusi nelle scienze sociali, analizzerà il rapporto tra cause ed effetti, spiegazione e previsione dei fenomeni, in una linea che rimette in gioco il tema dell’autonomia dell’azione, mentre Nicla Vassallo mostrerà come le tecniche di sapere possano produrre conoscenza anche mediante l’errore. In una prospettiva più ampia, Marc Augé, membro del Comitato scientifico del Consorzio, proporrà di valorizzare anche nelle pratiche sociali il modello dell’ipotesi scientifica, dove si coniugano dubbio e speranza , superando i miti nostalgici o utopici. Tra i campi dell’esperienza umana quello delle religioni ha fornito evidentemente massicci contributi per catturare il futuro. Jürgen Moltmann e Piero Coda, da prospettive teologiche e confessionali distinte, si soffermeranno sullo scarto antropologico e religioso tra elezione e grazia, tra principio speranza e dottrina delle predestinazione, discutendo se e quanto il futuro degli uomini sia disponibile alla loro scelta. In ottica più storica, Giorgio Stabile ricostruirà la storia di lunga durata della “ruota della Fortuna” come grande dispositivo concettuale e iconografico che, a partire dal mondo classico, ordina il tempo cosmico, storico ed esistenziale attorno all’idea di ciclicità.


Sarà Giovanni Filoramo ad analizzare il contesto e i significati delle dottrine della Provvidenza nella fase di formazione della cultura teologica cristiana, mentre Giovanni Reale interpreterà il mito platonico di Er (narrato nella Repubblica), dove si discute la scelta dei «paradigmi di vita» operata sotto gli occhi della Moira, cioè del destino. Gioco e creazione Che il calcolo della probabilità spesso sia in scacco e si debba invece rapportarsi al futuro come proprio destino ben lo sanno i giocatori, specie quelli d’azzardo, sedotti dalle promesse della fortuna. Franco La Cecla seguirà questa esperienza ai tavoli da gioco e negli altri interstizi della vita quotidiana, come le sale per scommesse, dove la vertigine dell’azzardo indica come la posta in gioco sia, né più né meno, il venire all’essere o il piombare nel nulla. Marco Vozza si dedicherà invece a un’esperienza peculiare di avventura, di incontro azzardato dagli effetti imprevedibili, come è il caso dell’avventura amorosa. A una singolare promessa di fortuna, nel cuore stesso di un mondo apparentemente governato dalle gerarchie della risultanza statistica, si rivolgerà invece Milad Doueihi con una lezione sulla funzione “I am feeling lucky / Mi sento fortunato” del motore di ricerca Google. Esplorando i confini tra arte e vita, tra opera e mondo, Massimo Carboni attraverserà le creazioni contemporanee per rilevare come il fortuito, l’indeterminato e il circostanziale divengano dimensione stessa dell’opera, ormai ricettiva di ciò che sta prima e fuori da essa. Per tutti i nati con la camicia (di forza), il talentuoso attore-autore Alessandro Bergonzoni – in una vera e propria lezione magistrale – inseguirà la fortuna nei suoi paradossi linguistici più eloquenti e avventurosi. La lezione dei classici Completerà il programma filosofico la sezione “Lezione dei classici”, secondo la formula sperimentata con successo nel 2009 di convocare grandi interpreti del pensiero filosofico per discutere le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema della Fortuna. Remo Bodei terrà una lezione sul De fato di Cicerone, vera e propria enciclopedia di dottrine morali antiche che ha non poco influenzato il pensiero dell’Occidente. Amedeo Quondam attirerà l’attenzione su un testo poco conosciuto di Francesco Petrarca, il De remediis utriusque fortunae, da cui si è sviluppata un’importante tradizione teorica sui codici culturali della fortuna e del merito. Carlo Galli leggerà Il principe di Machiavelli analizzando l’opposizione qui espressa tra virtù e fortuna. Tullio Gregory, membro del Comitato scientifico del Consorzio, commenterà i Saggi di Montaigne, forse il principale spartiacque nella cultura dello scetticismo e testo capitale della modernità. Maria Emanuela Scribano e Sergio Givone ricostruiranno due grandi sistemi filosofici del rapporto tra possibilità e necessità fioriti nell’epoca della ragione classica, rispettivamente l’Etica di Spinoza e i Saggi di teodicea di Leibniz. In un percorso di avvicinamento al contemporaneo Antonio Gnoli si soffermerà sull’esperienza della finitezza e della contingenza teorizzata da Heidegger in Essere e tempo, mentre Pier Paolo Portinaro commenterà uno dei testi più influenti per la morale della responsabilità, ossia Il principio responsabilità di Hans Jonas. (Articolo letto 101 volte) Article printed from bondeno.com: http://www.bondeno.com URL to article: http://www.bondeno.com/2010/09/12/lezioni-magistrali/ URLs in this post: [1] festivalfilosofia: http://www.festivalfilosofia.it Click here to print. Copyright © 2009 bondeno.com. All rights reserved.


Il pittorialismo (521) • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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• Festival noir a Finale Emilia (95) • Gianni Cestari reinterpreta Coronelli (95) Bondeno sta morendo (95) • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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Il pinguino d’oro 2010 (65) La locomotiva e il binario morto (65) Andrea Mingardi in concerto (65) Libri da premio alla Bassani (65)

Maestri della fotografia a Bologna (63) • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

Gli anni sessanta in mostra a Modena (63) Odissea di pace (63) Il medioevo prossimo venturo (62) Oltre…al di là dello sguardo (62) FIERA D’ARTE EN PLEIN AIR (61) ArtVerona (61) Riconversione zuccherificio (61) Festival letteratura (61) OVADIA E “IL MERCANTE DI VENEZIA” AL SOCIALE (61) Eventi a Ferrara dal 6 al 13 aprile 2009 (60) Eventi a Ferrara dal 25 maggio al 1 giugno (60) Ferrara verso la Transizione (60) Eventi a Ferrara dal 13 al 20 aprile (59) Signori Longobardi in mostra (59) Cispadana al via (59) Essere senza tempo (59) Notte rosa (58) URINETOWN: il musical a Finale Emilia (57) Local Fest (57) Eventi a ferrara dall’8 al 15 giugno (56) Mostra fotografica (56) Panem et circenses (56) Bondeno, “ex” (56) Due o tre cose che so di lei (55) I Pilastri (55) Night & blues 2010 (54) Le storie dei Buskers e altri eventi (54) Presentazioni libri (54) Festival Dantesco (53) Fumetto e letteratura (53) Presentazioni libri (53) Un preludio musicale alla mostra Gli anni folli (53) Guy Denning al MAGI (52) Sciame di terremoti (52) Jean-Luc Godard: compositore di cinema (51) Biblioteca Bassani (51) Gigino Falconi (51) Mostre a Stellata (50) Proiezioni diapositive a Bondeno (50) Il gioco che verrà (50) E-book, guida pratica (50) Presentazioni libri (50) Giornate del cinema muto (50)


bondeno.com è un periodico culturale edito da: Associazione Culturale Araba Fenice (araba_fenice@libero.it) 44012 Bondeno (FE). Direttore responsabile: Maurizio Vandelli (direttore@bondeno.com). Registrazione n. 4 del 2 Maggio 2003 presso il tribunale di Ferrara Per comunicare con la redazione: redazione@bondeno.com. Siamo raggiungibili anche digitando www.terzapagina.info

prima edizione 9 aprile 2012 Il titolo della pubblicazione si riferisce ad un articolo il cui link è: http://www.bondeno.com/2011/02/08/la-locomotiva-e-il-binario-morto/ La foto di copertina è di Lauro Casoni


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