Vision n. 01/2013

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LIGHT CHANGES YOUR WAY OF SEEING

WE DESIGN LIGHT do you light?

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GMS Studio Associato di Ing. Ruggero Guanella, Arch. Marco Montani, Arch. Margherita S端ss Via Giuditta Pasta 92, 20161 MILANO - T. 0039 02 45477642 - 0039 02 45477712 F. 0039 02 45477710 gms@studiogms.it


sommario 4

Editoriale

8

News

enti, outdoor! Retail, grandi evore cu VISION nel na ti di Susanna Bo

tà, visioni, Tendenze, novi la comunicazione visiva dal mondo delzione da

a cura della Re

14

uova Visioionne visiva n la i o v a o c c az E to alla comunic dica il magazine de andi eventi e dell’outdoor gr i de il, del reta nati di Susanna Bo

In vetrina

18 g Merchandisin Retail | Visual 19 ria

prop ta presenta la Evoluzione Car lay offerta di disp nto vendita Ripensare il pu scamper a con la tecnic enzano di Antonio Prov

n Punto di visioch

22 indow Retail | Shop W 28 Te

Cargo & High-

ghi di Giannina Aira

l mondo

Una finestra su di Alexia Rizzi

Grandi eventi gio è il mese del “rosa”

31 Outdoor 34 g Merchandisin Retail | Cross 36

nasce la nuova

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Giro d’Italia | M di Alexia Rizzi

visiva open air

Comunicazione

14 Vision i t s i n o i inserz

di Alexia Rizzi

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merchandisi Cos’è il crossura di Taryn Di Vent

3A Composites Apa Centrexpo Edigit Efi/Vutek Eurotech Eurmoma Fe Group Findas Gms Graphic Report Myliteled Sunnycom Publishing Visual Display Zen Arte

oncept

Retail | Store C

38 Technologies Retail | Retail 42 Un’idea forte di Alexia Rizzi

cnologia

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di Daniele Tirell

45 47

ve Aperture

Rubrica | Niuo gh

di Giannina Aira

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editoriale di

susanna

bonati

vision.sunnycom.it Registrazione: Tribunale di Milano n. 23 del 19/01/07 Anno VII - n° 01 marzo | aprile 2013

Direttore responsabile e creativo:

Susanna Bonati | susanna.bonati@sunnycom.it

Responsabile marketing e comunicazione:

Edoardo Decio | edoardo.decio@sunnycom.it

Redazione:

Alexia Rizzi | alexia.rizzi@sunnycom.it Cecilia Cantadore | cecilia.cantadore@sunnycom.it Dario Zocco Ramazzo | dario.zocco@sunnycom.it Giannina Airaghi | giannina.airaghi@sunnycom.it

Progetto grafico:

Susanna Bonati | susanna.bonati@sunnycom.it Stefania Moruzzi | stefania.moruzzi@sunnycom.it Ivana Gramignano | ivana.gramignano@sunnycom.it

Impaginazione e copertina:

Stefania Moruzzi | stefania.moruzzi@sunnycom.it Ivana Gramignano | ivana.gramignano@sunnycom.it

Advertising:

Deborah Ferrari, Marco Marcuccio, Francesca Tobruk advertising@sunnycom.it

parola al

direttore!

susanna.bonati@sunnycom.it

Retail, grandi eventi, outdoor! VISION nel cuore... Guardateci! Sfogliate questo numero della nostra VISION nuova di pacca e siatene sorpresi quanto lo siamo stati noi a reinventarcela. Lei, la nostra rivista dedicata alla comunicazione visiva, che va a specificarsi nell’immenso mondo del retail, dell’outdoor e dei grandi eventi. Bye-bye large-format, l’intuizione dedicata alla produzione di grande formato che continua ad avere vita propria sul web (www.largeformat.it) www.largeformat.it) e sottoforma di guide speciali; da questo www.largeformat.it

Vision è il nostro

nuovo grande amore!

Ufficio traffico:

Manuela Spatola | advertising@sunnycom.it

Hanno collaborato:

Taryn Di Ventura, Daniele Tirelli, Antonio Provenzano

Stampa:

Graphicscalve - Vilminore di Scalve (BG) Tel +39 0346 580111 Tiratura: 8.000 copie Una copia euro 5,00 - Arretrati euro 10,00 Abbonamento 4 numeri: Italia euro 20,00 - Estero euro 40,00 Ufficio Abbonamenti: tel. + 39 02 48516207 e-mail: abbonamenti@sunnycom.it I pagamenti possono essere effettuati: - on-line con carta di credito su http://abbonamenti.sunnycom.it - CCP n° 31993207 intestato a: sunnycom publishing srl milano Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n° 14289 del 15/07/2005 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. Posta Target Magazine (SMA autorizzazione LO/CONV/037/2010) CMP di Milano-Roserio - Contiene I.P. - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano-Roserio per la restituzione al mitt. previo pagamento dei resi sunnycom publishing srl direzione, redazione e amministrazione: via stromboli, 18 - 20144 Milano tel. +39 02 48516207 - fax +39 02 43400509 Associato a:

numero, VISION, è solo VISION, visionaria completamente e leggera tanto da potere spiccare il volo libera da compromessi tecnologici che non le sono più propri. Retail, dunque, retail nelle sue declinazioni di comunicazione, retail nelle sue forme e nei suoi strumenti: visual merchandising, instore promotion, retail marketing, retail design, retail technologies, store concept... Vi rimando alla spiega dettagliata del nostro manifesto a pagina 14; ma come fare a non urlare a squarcia gola “retaaaaaaaaaaaaiiiiil”. Quello stesso in cui ci imbattiamo quotidianamente volenti o nolenti, come addetti ai lavori o come fruitori/spettatori. Quello stesso che va comunicato per segnare il percorso (attraverso l’outdoor), come fossero briciole di pollicino. Quello stesso che ci fa ampliare lo sguardo verso grandi eventi (concerti, manifestazioni, sportivi e fieristici), all’interno dei quali la comunicazione visiva è regina. L’abbiamo contestualizzata, la visual com, le abbiamo dato senso compiuto, l’abbiamo elevata, circostanziata; paradossalmente ampliata, ordinandola. E ne siamo felici. Perché VISION, nello splendore al cui silenzio musicato vi lasciamo, è il nostro nuovo grande amore!

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Cercaci su facebook! Alla voce vision! Tutti i diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’Editore e in ogni caso citando la fonte. Manoscritti, disegni, foto e altri materiali inviati in redazione, anche se non pubblicati, non verranno, in nessun caso, restituiti. In particolare l’invio di articoli implica, da parte dell’autore, l’accettazione (in caso di pubblicazione) di un compenso puramente simbolico stabilito dall’Editore, salvo accordi preventivi sottoscritti e comunicati a mezzo R.R. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli autori. Dati, caratteristiche e marchi sono generalmente indicati dalle Case Fornitrici (rispettivi proprietari); non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è: sunnycom publishing srl - via stromboli 18 - 20144 milano (mi). Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla registrazione, modifica, elaborazione dati e loro stampa, al confezionamento e spedizione delle riviste, al call center, alla gestione amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003 è possibile esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, aggiornare o cancellare i dati, nonché richiedere elenco completo e aggiornato dei responsabili, rivolgendosi al titolare al succitato indirizzo. Spedizione in abbonamento a titolo oneroso: il ricevimento di questa rivista avviene a titolo oneroso secondo il tipo di abbonamento sottoscritto o tacitamente accettato. Chiunque desiderasse sospendere tale abbonamento ne avrà piena facoltà, senza alcun costo e basterà darne comunicazione scritta all’ufficio abbonamenti.



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Fieramilano, Rho - Milano 7-11 maggio 2013 orari apertura: 10-18 ingressi: porta Est, Sud, Ovest In contemporanea con

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Leggeteci. E parlate con noi Commenti, proposte, idee: scambiateli con i giornalisti e i collaboratori di Vision! È finalmente nato il

webmagazine

della rivista dedicata al retail, ai grandi eventi e all’outdoor. Tutti i giorni, articoli di approfondimento e tutte le news del mondo della comunicazione visiva.

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news

Nasce il primo Cyber Store per l’auto

Chi segue la nostra web magazine ha sicuramente letto della nuova apertura dell’illy shop di Galleria San Carlo a Milano. La novità è che una delle ultime e più accattivanti vetrine è stata allestita dal visual marketing advisor Visual Display. http://visualdisplay.it

Audi City di Londra è uno showroom monomarca di 690 mq in cui sono esposte tre auto reali, mentre tutti gli altri modelli prendono vita nella realtà virtuale. Grazie ai supporti digitali videowall led più all’avanguardia forniti da Mitsubishi Electric, la selezione “a catalogo” di un’automobile si trasforma in una vera e propria esperienza da vivere prima ancora del momento del test drive.

www.mitsubishielectric.it

t i . m o c y n vision.sun

Spazi del

consumo

Questo libro di Sabrina Pomodoro edito da Francoangeli fa l’inventario di tutte le occasioni di consumo che incontriamo in città e nelle periferie: shopping center, stazioni, aeroporti, temporary store, microspazi per shopping d’occasione sono i nuovi territori del consumo.

www.francoangeli.it

lla città diffusa ella Ne “N contemporanea, il consumo e lo shopping acquisiscono un primato incontrastato, un potere tale da sconvolgere, modificare,alterare territori, persone, ti comportamenti”.

Outodoor: il marketing xpert E i d le a n io z e ir d 8


Tecnologia nel retail

Durante la National Retail Federation che si è tenuta a New York a inizio 2013, HP ha presentato il proprio portafoglio di soluzioni tecnologiche per il retail, in grado di offrire ai clienti un’esperienza d’acquisto senza limiti, in tutti i canali di vendita.

www.hp.com/go/hpretail

Minimegaprint allestimenti “chiavi in mano”

Banner, teli, manifesti, pannelli, stendardi ma anche Pvc adesivo per vetrine e decorazione veicoli. Sono moltissime le proposte che si trovano sul sito di Minimegaprint per le stampe big size. Da oggi Minimegaprint gestisce anche la consegna e il montaggio, ovunque il cliente desideri, un plus inusuale per un web-to-print e un grande valore aggiunto per i clienti che richiedono un servizio “chiavi in mano”. www.minimegaprint.com


news

Retail Design? oowall t t a T n o c le a in Orig Tattowall è l’autentico affresco digitale, un sistema professionale di decorazione murale che sfrutta tutte le potenzialità della nuove tecnologie. È perfetto per personalizzare spazi come showroom, punti vendita e di ristorazione in quanto coniuga l’eleganza dell’affresco. www.tattoowall.it

CARTIMBALLO HA CREATO QUESTO ESPOSITORE/MANICHINO, IN CARTONE GREZZO DI UN METRO DI ALTEZZA PER ESALTARE IL PRODOTTO: UN CAPO DI ABBIGLIAMENTO TECNICO SPORTIVO. WWW.CARTIMBALLO.IT

Un amore per i viaggi e l’esplorazione del mondo, una passione per la comunicazione da sempre, lo studio delle lingue, un passato professionale in Fiera Milano nel ruolo di Responsabile della Rete Estera... Questo – e molto altro – è Giannina Airaghi, entusiasta new entry nel team della nostra casa editrice Sunnycom Publishing.

giannina.airaghi@sunnycom.it

ghi Giannina Aira nel team di Vision

Retail, interior più chic

Un tocco di “Class” per l’outdoor di Cavalli

Pelle intagliata, damascato, inciso, pelliccetta ecologica leopardata, tigrata, giochi di lucido/opaco e preziosi intagli sono solo alcuni degli effetti dei materiali ideali per il retail design, proposti da Eurmoma in collaborazione con Sibu Design e Sadun.

Sul circuito Clear Channel del Bike Sharing di Milano, la campagna di Roberto Cavalli per Class, una delle linee di moda realizzate dallo stilista fiorentino che si “accende” su 300 spazi luminosi della zona rossa, impianti d’arredo urbano Fsu 2 mq backlit.

www.eurmoma.it

www.clearchannel.it

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Più appeal alle shop window? La tecnologia applicata ai materiali by Guandong viene in aiuto dei retailer con un nuovo prodotto della gamma Window Graphics Collection: One Way Vision 18660 Polimerico. Ideale per applicazioni outdoor di forte impatto come la decorazione integrale di vetrate statiche e dinamiche: dal building ai negozi, dai centri commerciali fino ai finestrini di autobus, taxi e treni. Il nuovo perforated vinyl può essere stampato con tecnologia Latex. www.guandong.eu

Sottilette “Spacca”

In nove centri commerciali del circuito Grandicentri è partita la Shopping Domination della campagna di in store marketing Sottilette Kraft “Spacca” che adotta diverse tipologie di media: formati espositivi come totem, banner, lumen e 30 metri di pannelli adesivi con soggetti ripetuti per una distribuzione capillare dei supporti all’interno e all’esterno dei supermercati.

www.grandicentri.it


news

VEICOLI BRANDIZZATI CON APA APA HA IMPLEMENTATO LE DUE LINEE STORICHE DI MATERIALI PER IL WRAPPING CON VARIANTI CROMATICHE CHE RENDONO LE SERIE COMPLETE; ELITEFAST CONTA ORA 21 TINTE LUCIDE E 17 OPACHE, MENTRE SUPERFAST 33 LUCIDE E 13 OPACHE: UN’AMPIA SCELTA, PER SODDISFARE OGNI ESIGENZA DI VISUAL COMMUNICATION DINAMICA. WWW.APASPA.COM

Ferrè sceglie lo store concept Made in Italy Design, versatilità e cura del dettaglio sono i punti di forza dell’arredo personalizzato firmato CRC su cui si è basato il progetto di soluzioni modulari che hanno conferito al nuovo showroom Ferrè, presso il Centro Commerciale Rio Galleria di Yerevan in Russia, un’atmosfera elegante e accogliente.

www.crc.it

Insegne high-tech con i prodotti della serie light-sign di Myliteled, che propone una vasta gamma di moduli e strisce Led per l’illuminazione esterna di insegne e cassonetti mono e bifacciali. www.myliteled.it

CHROME... CHROME ... THE PERFECT SKIN Pellicole adesive WrapFilm

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! e c a i ci p

SMART SIGNAGE PLATFORM Cosa ne dite di un nuovo concept di digital signage

semplice, intuitivo ed economico? La rivoluzione del Digital Signage è targata Samsung: il leader delle tecnologie digitali ha lanciato una gamma completa di soluzioni che include gli incredibili display da 95”. I nuovi prodotti integrano la Smart Signage Platform, soluzione innovativa che permette di mandare in onda contenuti senza bisogno di collegare i dispaly a un player separato con il vantaggio di una maggiore facilità d’uso e costi di gestione notevolmente più contenuti. Questa piattaforma è davvero Smart!

www.samsunglfd.com

a n o i z u l o v i r g n Samsu

il digital signage 13


i o v a o ecc

n o i vis a v o u n la 14


retail

intro

di Susanna Bon

ati

susanna.bonati@

sunnycom.it

State sfogliando la nuova Vision! Visual communication mirata al retail, ai grandi eventi e all’outdoor. La nostra vocazione? Voltate pagina! 15


retail

intro

Temporary store Visual merchandising

Un luogo ad alta frequentazione è la location ideale in cui allestire, un punto vendita temporaneo per promuovere al grande pubblico il brand e i prodotti, come nel caso di San Benedetto alla stazione Centrale di Milano.

I prodotti di qualsiasi settore merceologico necessitano di specifiche tecniche di display per essere esposte in modo efficace nel punto vendita per invogliare il consumatore all’acquisto.

Retail technologies

Outdoor Out

Un esempio di comunicazione visiva outdoor: la campagna Birra Moretti, firmata Armando Testa, che ha vestito i Navigli di Milano con una maxi-affissione collocata lungo Alzaia Naviglio Grande, cuore della movida milanese.

Può la fredda tecnologia, non solo facilitare il consumatore negli acquisti, ma anche rendere la shopping experince coinvolgente e appagante?

Grandi eventi

Un happening di portata internazionale come il festival di musica elettronica Tomorrowland è un concentrato di comunicazione visiva.

Shop window

Progetti, mezzi di comunicazione e materiali che rendono unica la “facciata” di un punto vendita... come l’inconfondibile shop window di Boxeurs Des Rues, brand di abbigliamento streetwear.

La comunicazione visiva

è tutta intorno a noi. Semplicemente camminando per strada o entrando in uno shopping center ci imbattiamo ogni minuto in decine e decine di messaggi che il nostro cervello incamera, elaborandone al momento solo una parte. Il resto di essi rimane nel nostro inconscio e non per questo non ha effetti sulla nostra memoria e influenza sulle nostre scelte di pensiero, di gusto e di acquisto. Come vengono elaborati, composti e trasformati in visual communication questi messaggi? La nuova Vision intende dare queste risposte organizzandole per tipologia di disciplina strategica e pratica (store concept, visual merchandising, retail marketing), di contesto (retail, outdoor, eventi) e di media con cui vengono realizzati (billboard, decodinamica, digital signage) prendendo come punto cardine della propria linea di contenuti editoriali il retail o - più in generale - quelli che sono stati definiti i luoghi del consumo. La maggior parte della comunicazione che ci circonda, sia essa in store o outdoor, non è forse finalizzata ad attirare l’attenzione del consumatore su brand e prodotti, con la finalità di vendere di più?

16


i nostri

contenuti

retail

rience shopping exgpe experience” la

andising visual merch ” è inteso come l’insieme Il “visual merchandising otto di operazioni che collocano il prod nia con all’interno del punto vendita in sinto iale) merc com gia strate (o at form del e le scelt , e che riguardano il sistema espositivo ca. l’ambientazione, l’illuminazione, la grafi zzate, (espositori, props, grafiche personali vetrine, corner, isole promozionali)

otion in store prom ” si intendono le attività

Per “in store promotion a stimolare e azioni all’interno del pdv svolte a impulso. uisto l’acq e ite vend le tare men e incre festi mani a, aletic segn cs, (espositori, floorgraphi to o leaflets) scon i buon e uzion distrib ali, ozion prom

ng retail marketi intende, dalla traduzione Per “retail marketing” si in del termine inglese “retailing”, ciò che ione ibuz distr di ità attiv o niam defi o italian delle me l’insie , aglio commerciale al dett attinenti strategie e delle tattiche di marketing ea mirat e ita vend o alla gestione del punt dale. azien ess busin il tarne men incre

retail designn” l’evoluzione

Si intede per “retail desig ura dell’interior design e dell’architett ate in genere che utilizza discipline mutu dalla , omia rgon dall’e n, desig hic dal grap decorazione di interni e dalla pubblicità, ne del laytoccando tutti gli aspetti dalla definizio ai colori, la no fi ne, lazio out e dei percorsi di circo design. d soun al e ivi olfatt ti timen alles luce, gli suono, del ione diffus di (illuminotecnica, impianti hing per furnis n, desig or interi rativi, deco elementi retail)

gies retail technolo si intendono tutti i

Con “retail technologies” della nuovi strumenti digitali a corredo all’esterno comunicazione visiva all’interno e soluzioni o dend pren com ita, vend o punt del digitali. espositive interattive e grandi formati e, vetrin ge, signa l digita wall, video e (Led d, Rfi mi siste ttivi, espositori e totem intera n System, augumented reality, Facial Recognitio dati) dei sistemi di feedback

store concepdet la disciplina

Si intende per “shoppin io di creazione di spazi godibili (da spaz enitore cont e oriale sens ne lazio prodotti a stimo è grande di messaggi). L’esperienza sensoriale protagonista di questa disciplina. itive floor, (impianti di diffusione del suono, sens iva) olfatt regia sagome RP,

re temporary sto come dice il nome stesso,

Un “temporary shop”, ne aperto altro non è che un negozio che rima volte a ato, limit do soltanto per un perio e una anch casi i alcun (in o tissim limita e anch quindi, si ”, store ry pora “tem sola settimana!). Per ientazioni, amb di lisi l’ana e zione tratta la de inten successo. scenari e allestimenti di casistiche di , grafiche sitori espo hop, -in-s shop ti timen (alles personalizzate)

shop window window” si intende

All’interno dello “shop ne visiva l’analisi e lo studio della costruzio di vista o punt un da , dell’oggetto “vetrina” orto di supp di riali mate di e vo rutti cost e, trucchi comunicazione visiva. Punti di calor ortati da supp a”, vetrin “in ita vend di gie strate e ttiva. comunicazione attra enti di (espositori da vetrina, vetrofanie, elem ee tend zzati, onali pers decoro, complementi proiezione) retro per ole pellic e e vetrin per i arred

dising cross merchan handising” l’analisi e

Si intende per “cross merc otti fuori lo studio di casi di vendita di prod abbinati ne, azio alizz estu dalla consueta cont successo di ries histo Case . onale funzi o in mod occio e analisi metodica di un nuovo appr zione unica com da o ortat supp ita di vend direzionale intelligente.

cross-canalità nalità” le esistenti

Intendiamo per “cross-ca Analisi, relazioni tra l’in-store e l’online. che enti elem sugli zioni idera cons e studio fluida contribuiscono a unificare e rendere tra spazi l’esperienza del cliente-consumatore che sia unità com una fisici e virtuali, creando ne. zazio deliz fi di nte vince a form una e anch

o i m a h i g c l o a ci riv

Per store concept si inten tura che regola la definizione della strut trade ager, o di vista n a er, m del punto di vendita da un punt ing esign anche alla handis er, retail d quisti c r fisico e concettuale.. Contribuisce e m g l ac e” visua gory mana tudi, uffici creazione della “shopping experienc l& s ager, e n rsona , t e a e i a ti t p timen m c alles t , , retail per e r, d e t i e n (arredamenti o g g h a a m r a r c b man e, ar food, beve lusso, turis .). shop-in-shop e corner) keting ci stil .

, . i: ffi mar ger, u ana (settor , cosmetica a, calzature mana a li d e a o ic r t t i m u o i t e a r i s c cesso dustr farma dell’in e, fashion, o, sport, ac t r ca men home arreda

17

retail

intro

grandi eventi fieristici

Studio e analisi degli ele menti comunicativi all’interno e all’estern o della manifestazione fieristica , nonché delle strutture di allestimento e dei materiali espositivi. (dalla progettazione all’a llestimento, al design/ grafica, sign/digital sign age, audio/video)

sportivi

Studio e analisi degli ele menti comunicativi all’interno e all’estern o della manifestazione sportiva, con sottolineat ura delle differenze a seconda della periodicità estivo/invernale. (tensostrutture, allestiment i temporanei, strutture modulari e gonfiabili, ban ner, floorgraphics, bandiere)

entertainment

Studio e analisi degli ele menti comunicativi all’interno e all’estern o della manifestazione di entertainment (conce rto, raduno, promozione teatrale/cinematografica. ..). (tensostrutture, strutture modulari, allestimenti temporanei, track wrappi ng, materiali espostivi)

fuori piazza

Studio e analisi degli ele menti comunicativi rela tivi al fuori piazza, inteso com e la riorganizzazione dell’industria nell’attivarsi in eventi di vendita al pubblico fuori dai classici canali organizzati. (strutture temporanee, esp ositori, totem, desk promo, banchetti, gazebi , banner)

outdoor

e comunicazionke ting direzionale &ivampearr esterni si suddivide vis La comunicazione aletica, consiste nella segn in direzionale, che ie ion ss ffi xia ma lle ne nell’infografica e ni zio ma or inf ti a fornire billboard destina l punto de ca fi ra og ge sulla collocazione in tutto ting che si identifica vendita, e marke orientata iva vis e ion az ciò che è comunic prodotto del brand e del alla promozione . ita nd finalizzata alla ve ca, vele board, cartellonisti (maxiaffissioni, bill nage, sig l ita dig ti, ina llum signage 3D, retroi egne) decodinamica, ins


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retail | visual merchandising

di Antonio Provenzano antonio.provenzano@sunnycom.it

In carica come Responsabile Visual Merchandising Service di Iper Montebello Spa, Antonio Provenzano è esperto di comunicazione visiva e di visual merchandising operativo. Da sempre impegnato nella formazione su questa disciplina presso università ed enti formativi, collabora con riviste di settore realizzando articoli e ricerche su visual merchandising e store design.

Ripensare il

PUNTO

VENDITA scamper con la tecnica

Si vede solo ciò che si osserva, e si osserva solo ciò che già esiste nella mente. (Alphonse BERTILLON)

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retail | visual merchandising

Con la celebre frase di Alphonse Bertillon “Si vede solo ciò che si osserva, e si osserva solo ciò che già esiste nella mente”, voglio darvi il mio benvenuto in questa nuova rubrica centrata sui temi del marketing emozionale e del visual merchandising applicato. Senza alcuna pretesa ma con una forte consapevolezza vi condurremo lungo un percorso di approfondimento legato alle tematiche della psicologia cognitiva, del marketing sensoriale e della grammatica visiva in generale. Ma come ogni rubrica che si rispetti non potevo esimermi dall’esprimervi subito il mio punto di vista... Vi auguro buona lettura. Come tenere il passo in un mondo in continuo CAMBIAMENTO

Ogni singolo giorno osservo il genere umano e mi chiedo: “Ma dove sta andando così velocemente?”. Per quanto mi riguarda, la risposta è semplice: non ne ho idea, ma ovunque sia questo posto, l’umanità sta andando lì a rotta di collo! Allo stesso modo, nel modo del consumismo, non viviamo più in un’epoca di consumatori, ma piuttosto in un’epoca che potremmo identificare con due termini: “prosumer” e “transumer”. Per prosumer intendiamo la fusione tra un consumatore che diventa anche produttore, egli infatti, cerca di vendere beni e servizi, che possiede o che ha prodotto, ad altri consumatori. Prendete ad esempio il fenomeno “eBay”, o quello ancora più sorprendente di Decathlon, dove i prodotti di seconda mano vengono venduti direttamente sul punto vendita! Per transumer si intendono, invece, i consumatori guidati da uno stile di vita transitorio, i quali si liberano emotivamente dalle preoccupazioni legate alla proprietà permanente e dai possedimenti. Nascono in questo contesto i pop-up store per soddisfare queste

nuove esigenze. Come fare quindi a tenere il passo in questo mondo che cambia continuamente? Mentre ognuno cerca la propria risposta all’interno della parola magica “innovazione”, io affermo che non c’è innovazione senza creatività… Generare prodotti o servizi innovativi richiede una fase preliminare, vale a dire la creazione di nuove idee che potrebbero essere (e non dovrebbero essere), convertite in prodotto finale. Purtroppo, molte aziende oggi tendono a trascurare o a ignorare questa premessa fondamentale, in quanto considerano le energie spese per fare innovazione come una perdita di tempo. Capisco questa preoccupazione, così come è stata statisticamente provato che solo una su 89 nuove idee viene in realtà trasformata in “soluzione possibile”. Ma è così facile da fare! Ci sono molte tecniche che possono aiutare a generare nuove idee. Prendiamo ad esempio una metodologia sviluppata da Bob Ederle, il quale acronimo è scamper, ovvero una lista di controllo che consente di pensare a cambiamenti che può fare un prodotto esistente per crearne uno nuovo.

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retail | visual merchandising

E D N A M Le DO In cosa consiste scamper? Scamper si basa sul concetto che ogni cosa nuova è una MODIFICA di qualcosa che esiste già.

itstuittuoire)nel mio processo She=cosa(Spoosssotso “C di vendita?”

Ogni lettera della sigla scamper rappresenta una modalità diversa che rende possibile giocare con le caratteristiche di quella che è una sfida finalizzata ad attivare nuove idee. Per utilizzare la tecnica dello scamper, come primo passo bisogna identificare il problema che si desidera risolvere o l’idea che si desidera sviluppare. Può essere qualsiasi cosa: una sfida nella vostra vita personale o professionale, o forse un prodotto, un servizio o un processo che si desidera migliorare. Dopo l’individuazione della sfida, non resta che interrogarsi su di essa facendo riferimento a scamper come lista di controllo per guidare l’utente. Si consideri, ad esempio, il problema “Come posso aumentare le vendite nella mia azienda?”

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Dopo la “scamper ricetta”, vi propongo nel box a fianco alcune domande che vi potete porre. Queste domande vi costringeranno a pensare in modo diverso il vostro problema ed, eventualmente, a trovare soluzioni innovative. Questa tecnica viene oggi modernamente utilizzata in fase di analisi all’interno dei processi di Visual Merchandising interpretati come un vero e proprio sistema di comunicazione proattiva e dinamica, che si inserisce in modo armonico all’interno del marketing sensoriale, quale anello di congiunzione tra il consumatore moderno e l’identity del retailer, oltre che come puro significante del messaggio aziendale.

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Mauro

Bacchini

MAURO BACCHINI

presidente e fondatore

di High-Tech e Cargo Mauro Bacchini, nato a Milano nel 1947. Architetto, docente di Disegno Industriale al Politecnico di Milano dal 1978 al 2001, fondatore di High-Tech e di Cargo. Ha una grande ammirazione per la figura di Adriano Olivetti, per i pionieri del disegno industriale degli anni ‘60, in particolare per Bruno Munari. Detesta le archistar. Crede nel karma.

HIGH-TECH e 22


punto di...

di giannina airaghi

giannina.airaghi@sunnycom.it

Laura

Bacchini

LAURA BACCHINI

socio e responsabile visual merchandising di High-Tech e Cargo

CARGO 23

Laura Bacchini, nata a Milano nel 1958. Architetto, studente al Politecnico di Milano mentre insegna suo fratello Mauro, per il quale nutre una grande ammirazione. Dopo aver compiuto studi artistici a Brera per diventare una grande pittrice, ha iniziato da subito una dura lotta con montagne di “oggetti�. Crede fortemente nel provare per riuscire.


punto di...

High Tech e Cargo esposizione non convenzionale,

Hight-Tech: ingresso del punto vendita di piazza XXV Aprile Dettaglio espositivo

lontana dai luoghi comuni

La nostra rivista si chiama VISION. Qual è la “visione” che ha ispirato la nascita di High-Tech e Cargo?

Il primo negozio, High-Tech, nasce 30 anni fa in un contesto storico molto diverso da quello attuale, in un’altra epoca. Eravamo alla fine della crisi degli anni ‘70 e ci stavamo affacciando agli anni ‘80, gli anni dell’edonismo milanese, con l’esplosione del fenomeno della moda, dei grandi stilisti. Il mondo del design in quegli anni è rimasto un po’ succube rispetto alla grandezza, al potere, ai successi del mondo della moda, fatto abbastanza strano dal momento che il mondo del “disegno industriale”, che è alla base del design, ha radici culturali ben più profonde di quelle del fashion. Ero molto attratto dalla tradizione del design industriale milanese che mi interessava recuperare. Mi piacevano molto architetti come Marco Zanuso, Vico Magistretti, Achille Castiglioni che disegnavano anche oggetti di uso quotidiano. Ho conosciuto allora Bruno Munari, che ritengo un genio, e la sua visione, il suo insegnamento sono stati molto importanti nel mio lavoro. Tutto questo discorso per dire che High-Tech non è nato come semplice negozio di arredamento, non è stato un punto vendita che ha seguito l’archetipo del design per la casa. “Lontano dai luoghi comuni”, questo è lo slogan che accompagna il nostro logo e questo è lo spirito che ha animato da subito il nostro lavoro e la nostra offerta merceologica.

High-Tech e Cargo si caratterizzano per ambientazioni del tutto originali, quasi azzardate nel mondo del retail. La scelta di queste location quanto è stata importante per il successo della vostra attività?

La scelta dei luoghi è legata alla storia della città, alla sua identità. Erano luoghi di lavoro ((ndr High-Tech, nel centro di Milano, utilizza la struttura un tempo adibita a deposito degli inchiostri del Corriere della Sera, Cargo sorge nell’ex fabbrica di Ovomaltina), che assomigliano ancora oggi a quello che sono stati. Luoghi dove si è lavorato intensamente: una storia che è stata inizialmente offuscata dall’identità mediatica degli store, ma che in questo momento di riflessione e ripensamento, comincia ad avere un suo valore.

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Un mix di location, scelta prodotti ed emozioni che oggi si traduce in High-Tech e Cargo con parole come “shopping experience”, “concept store”, ma che voi avete cominciato 30 anni fa. Come avete fatto a essere così precursori dei tempi? Non vorrei vantare dei meriti che non ho. Si è trattato di un’intuizione, di un capire senza saperlo coscientemente. Ho provato a non seguire il trend del design che agli inizi del mio lavoro era imperante. Ho scelto una strada più critica. Mi è stato molto di aiuto un libro che è uscito nel 1978, scritto da una giornalista del New York Times, Suzanne Slesin, che per l’appunto si intitolava “High-Tech: The Industrial Style and Source Book for the Home” – da qui il nome del mio primo negozio – che raccoglieva le immagini di tanti oggetti prodotti negli Usa, per servire alle necessità dell’industria. Si trattava di oggetti di forte qualità e di forte resistenza, disegnati non per diventare oggetti di consumo, ma per durare. Oggetti che poi, in molti casi, sono diventati icone del gusto. Quegli oggetti costituivano gli arredi dei nuovi spazi residenziali americani e soprattutto newyorkesi, che recuperavano spazi industriali e consentivano di uscire dallo schema della casa tradizionale. Quando ho avuto modo di vedere da vicino questo fenomeno, ho avuto come un “dejà vu”, erano esattamente le cose che avevo in mente, sulle quali avevo ragionato nel fare i primi passi del mio lavoro a Milano: l’arredamento non convenzionale, fuori dai luoghi comuni.

Fuori dai luoghi comuni anche nella ricerca dei prodotti che vendete nei vostri negozi, come fate a selezionarli?

L’idea è di non seguire una tendenza, ma piuttosto di anticiparla, di fare lavorare l’intuizione, avere in testa idee e cercare di trovare proposte che le industrie e la creatività di tante persone riescono a realizzare. Ripercorrendo 30 anni di lavoro, trovo conferme a quelle che sono state intuizioni, prodotti che hanno cominciato la loro storia sui nostri scaffali, in modo molto anonimo e che poi sono diventati successi addirittura mondiali. Questo fatto è risaputo.


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Mentre all’inizio eravamo noi ad andare in giro per il mondo, per fiere e aziende a cercare ispirazione, quando il negozio è stato riconosciuto come polo di attrazione per idee nuove, le idee nuove sono arrivate qui da sole. Se la creatività è nell’aria, arriva!

La comunicazione sui media è per voi un investimento marginale. Eppure siete sempre sulla bocca di tutti. Perché?

ANDREA Airaghi

Il nostro radicamento nella città, l’essere rimasti negli anni fedeli alla nostra identità ha fatto di High-Tech e Cargo punti di riferimento, banchi di prova, luoghi dove andare per verificare se ci sono aggiornamenti, anticipazioni. Si è creata un’aspettativa dietro la visita ai nostri negozi: il pubblico non è spinto solo da un’esigenza materiale da appagare, ma ci visita per curiosità, per conoscere, per vedere se quello che proponiamo può rappresentare un valore, per vivere un’esperienza che dia emozioni. È divertente venire da noi, non è mai una perdita di tempo. Oserei dire che High-Tech e Cargo stiano svolgendo anche una funzione culturale o quanto meno di informazione e divulgazione. Questo alla fine è il miglior messaggio per promuovere il nostro lavoro.

Direttore HIGH-TECH

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I segreti del successo di High-Tech? Esposizioni accattivanti, disposizione delle merci durante il normale orario di apertura per catturare l’attenzione dei clienti che immancabilmente acquistano, veloci cambiamenti dei moduli espositivi ai primi segnali di “appannamento”, forza vendita discreta, competente e intercambiabile, costante pressing e controllo sul magazzino. High-Tech è un luogo magico che continua a stupire non solo i nostri clienti, ma anche me, dopo 15 anni di attività.


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Visual merchandising. Quali sono le vostre tecniche?

Devo ammettere che nei nostri negozi le tecniche del visual merchandising non sono mai state seguite scrupolosamente. Siamo nati come opposti a un discorso di razionalità, proprio per le caratteristiche architettoniche dei nostri spazi. Il nostro primo negozio in corso di Porta Ticinese aveva una struttura affascinante, occupava un lungo corridoio che dava l’idea di una “promenade” e così è stato utilizzato. Con grande sforzo fu realizzata una lunga scaffalatura che iniziava dalla vetrina, occupando tutta la parete del negozio, una struttura che aveva forme diverse a ogni metro di sviluppo. L’esposizione dei prodotti aveva un’impostazione quasi museale e i visitatori avevano l’impressione di fare una passeggiata lungo la storia del design. L’attuale negozio di piazza XXV Aprile ha come caratteristica quella di non sapere dove ci si trovi, per cui chi entra si perde. Questa caratteristica, che inizialmente è stata giudicata un limite, un difetto, è diventata invece un pregio, una qualità. In questo perdersi, ci si lascia conquistare dagli ambienti, dalle sensazioni. Direi che le nostre esposizioni nascono sempre dalle emozioni che viviamo e che cerchiamo di trasferire.

Qual è la chiave per la scelta dei prodotti?

Una volta arrivati a queste dimensioni, il prodotto viene studiato sotto vari aspetti. Spesso viene scelto seguendo criteri di marketing. Ma l’interpretazione del prodotto, soprattutto nel mio lavoro, nasce dall’emozione, dalle esperienze di viaggio, dall’incontro con le persone, con il lavoro di altri. La cosa più bella è quando si riesce a ritrasmettere queste emozioni, la propria ricerca, la propria motivazione. Una delle cose su cui io più lavoro è la biblioteca, la letteratura. Il tentativo è sempre quello di spiegare quello che è il pensiero alla base della scelta dei prodotti che proponiamo.

Sul vostro sito avete riportato la frase di Chanel che dice che il lusso non è l’opposto della povertà, ma della volgarità. Come si traduce questo

Spazi espositivi di Cargo e di High Tech

concept nei vostri negozi?

Da quando lavoro, sono sempre stata portata ad avere attenzione per il prezzo.. Spesso il prezzo giusto è una grande scoperta. La cosa più divertente e bella per chi fa il nostro mestiere è trovare il prodotto che risponda alle nostre esigenze culturali ed estetiche, un prodotto “originario”” – nel tessuto capita spessimo – e riuscire a proporlo a un prezzo giusto, accessibile. Questa è la nostra massima soddisfazione.

Esiste un vostro omologo all’estero?

A Parigi vado volentieri da “Merci”. ”. Quando esco dal negozio e sento i clienti, molti italiani, dire “è è uguale a High-Tech, è uguale a Cargo” Cargo è un grande piacere perché trovo che siano bravissimi. Hanno uno spazio meraviglioso, non hanno problemi di gestione del pubblico, hanno un rapporto molto rilassato con la clientela, che è disposta a fare anche lunghe file alle casse per pochi oggetti. Questo è impensabile a Milano, dove è richiesta immagine, sostanza e servizio veloce. Noi eravamo molto simili a loro agli inizi della nostra storia, quando l’azienda non era fatta delle 100 persone che lavorano con noi adesso e quando i milanesi non avevano tutta questa fretta che hanno oggi.

Se avesse di fronte una classe di futuri visual merchandiser cosa direbbe loro di evitare di fare e cosa invece esorterebbe a fare?

Una cosa sicuramente da evitare è quella di entrare in un negozio e dire “questo si fa così”. “Si Si fa così” così spesso si può fare in un altro modo. Bisogna capire cosa si ha di fronte e chi è il pubblico a cui ci si rivolge.. A Milano e in Italia sono pochissimi i “vetrinisti”” che si specializzano nel mondo della casa. Ci sono in Ikea dove lavorano moltissimo a questo scopo e sono bravissimi. I “vetrinisti vetrinisti” che lavorano nel mondo della moda per noi non vanno bene. Spesso le persone che escono dalle scuole di visual e arrivano da noi come stagisti, si sentono sminuiti, perché si devono liberare delle sovrastrutture artistiche. Di creativi è pieno il mondo! Fare capire a questi ragazzi che a volte si devono anche “sporcare le mani”, è molto difficile.

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punto di...

mission

Curiosità, riconoscimento della tradizione e forte attaccamento all’architettura e al design si ritrovano nella ricerca di spazi e di oggetti che soddisfino quella che è un’idea di vita, prima ancora che un concept d’arredo. Alla base c’è il valore, che è prima di tutto pratico e culturale. La valorizzazione della memoria, di un’estetica delle cose pensata a partire dalla loro funzione, si arricchisce degli insegnamenti di un’altra tradizione, quella orientale, del concetto giapponese di Wabi Sabi, filo conduttore della visione di Cargo&High-Tech. Solo con la consapevolezza della materia e dell’utilità di un oggetto si ottiene l’armonia di semplicità ed eleganza che garantisce durata e funzionalità. La continua ricerca di qualità e praticità crea la collezione di arredo, oggetti, libri, cibo, piante e molto altro per curiosi, viaggiatori e sognatori. Un’idea di valore che fa di Cargo e High-Tech luoghi da vivere...

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una fines sul

tra di Alexia Rizzi

alexia.rizzi@sunnycom.it

Quali regole fondamentali occorre seguire per realizzare una costruzione visiva efficace dell’ambiente “vetrina”? 28


retail

shop window

La grande vetrina di H&M che si affaccia sulla Fifth Avenue nel cuore di Manhattan.

Il primo step dello shopping in qualsiasi parte del mondo ci si trovi è osservare le vetrine. Per questo il primo approccio del consumatore con il punto vendita è proprio quella che chiamiamo shop window, un biglietto da visita fondamentale con il quale il retailer si presenta al suo cliente. Questa “stretta di mano” visiva, in pochi secondi, può comunicare calore, coinvolgimento, passione o, al contrario, confusione, incostanza e disarmonia. Quei pochi istanti di impatto dei sensi, attraverso il vetro, sono vitali per iniziare una relazione, catturando la curiosità dello shopper. Proprio per questo l’allestimento delle vetrine è diventato una vera scienza, composta dall’analisi e dallo studio delle tecniche più sofisticate di coinvolgimento, che hanno come comune denominatore la comunicazione visiva e tutti i materiali a essa preposti. La shop window in quanto “assaggio” di quello che si vedrà varcando la soglia del punto vendita, sia esso un piccolo store o un grande shopping center, deve incorporare con la massima coerenza, nella sua sintesi di segni, simboli, colori e messaggi, gli attributi del brand; deve comunicare con il giusto equilibrio tra pieni e vuoti, bilanciando i punti di calore con le zone fredde, la natura e il posizionamento dei prodotti offerti. Il tutto destinato a costruire una cerimonia di vendita capace di sedurre il consumatore a partire dal primo momento, ovvero da quando si apre il sipario.

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I palazzi di cristallo

La tendenza attuale vuole una shop window progettata già in fase di store concept come una “vetrata sempre più ampia e priva di elementi o materiali diversi che interrompano la trasparenza e l’apertura offerta dal puro elemento ‘vetro’ in modo da porsi come una grande finestra sul mondo, che non vuole presentare solo prodotti ma mettere in scena situazioni, eventi, ricorrenze in cui il consumatore si immedesimi più facilmente”. Questo trend è confermato da Eric Feigenbaum, docente di Visual Merchandising al Lim College di New York ed esperto di store design, che ha osservato questo fenomeno a partire dalle insegne del fashion della Fith Avenue di NYC. Il consumatore/spettatore che passeggia per le vie della città ha sempre più l’impressione di attraversare un ambiente urbano fatto di palazzi di cristallo in cui i punti vendita offrono la loro sequenza di spettacolari shop window senza interruzioni. Il risultato è un contatto sempre più diretto e non mediato tra quello che accade all’interno dello store e l’esterno; il retail in questo modo comunica di volere essere sempre connesso! Sui prossimi numeri di Vision scopriremo insieme gli infiniti modi in cui la comunicazione visiva può contribuire a definire l’identità del punto vendita a partire dal suo ingresso. Non perdeteli!!!


progettazione | sviluppo | allestimento di piccoli ambienti espositivi provvisori o definitivi

con un unico interlocutore

Grazie agli oltre 20 anni di esperienza nel mondo della comunicazione abbiamo potuto mettere in pratica e perfezionare le nostre doti di allestimento di piccoli/medi spazi espositivi per mostre, eventi, showroom, stand fieristici, punti vendita, ecc. Progettare uno spazio conoscendone e affrontandone le problematiche in anticipo consente di ottenere ottimi risultati con un contenimento di tempi e costi. Questo è il nostro obiettivo!

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grandi eventi

giro d’italia

maggio è

ilmesedel

“ROSA” di Alexia Rizzi

alexia.rizzi@sunnycom.it

grandi eventi – argomento cardine della nuova Vision Tra i

– quelli sportivi sono i più votati a diventare teatro di promozione dei brand e dei prodotti a loro legati. Il è un esempio di grande vetrina itinerante per la comunicazione visiva...

giro d’Italia

Il Giro d’Italia offre un’immensa varietà di possibilità di comunicazione, prima su tutte quella dinamica.

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La nascita del Giro d’Italia fu annunciata sulla Gazzetta dello Sport – quotidiano sportivo inscindibilmente legato all’evento – il 24 agosto del 1908, con la volontà di organizzare “una delle prove più ambite e maggiori del ciclismo internazionale”. Da quel momento, per oltre un secolo, maggio diventa il mese in cui l’Italia si tinge di rosa, il colore ufficiale che l’evento condivide con la Gazzetta.


grandi eventi

giro d’italia

Pierluigeigri N

tico sorzio Turis Direttore Con iere Superiore rz Valtellina Te

Grazie a eventi straordinari come il Giro d’Italia, sei riuscito a promuove re ad alto livello il territorio della Valtellina e le sue eccellenze? Con

RCS ho chiuso un accordo di 7 ha garantito la continuità della nost anni che di promozione. Questo ci ha consentra attività creare un legame con la storia del territo di costruendo le tappe in modo da cele itorio, brare alcuni eventi importanti per la Valtellin i 100 anni della tratta Tirano-St. Mor a quali “trenino rosso” del Bernina – patrimoitz del Unesco – o i 25 anni dalla frana dell nio Pola. I percorsi hanno enfatizzato laa Val delle nostre valli, con le coltivazioni bellezza mele e l’imponenza delle nostre mondi viti e dei nostri passi, Stelvio, Gavia e Mor tagne e tirolo.

Quali sono i ritorni a livello turi

È notevolmente incrementata la pres stico? turisti stranieri, provenienti dall’Eur enza di Nord e dell’Est. Ogni tappa del Giroopa del seguita da più di 150 Paesi! Bormio d’Italia è e Livigno sono oggi mete privilegiate del ciclismo Per facilitare lo sviluppo di questo spor estivo. abbiamo messo a punto percorsi ded t, e creato una rete di bike-hotel, in gradicati offrire assistenza e servizi specializzati o di a questo tipo di villeggianti.

“territorio, nuova frontiera del pdv a cielo aperto?”

La comunicazione visiva è nel dna

del Giro d’Italia

Oggi, alla vigilia della 96a edizione del Giro d’Italia, possiamo tracciarne un’identikit che esula dalla sua vocazione di uno degli appuntamenti sportivi tra i più noti al mondo, ma analizza questo avvenimento dal punto di vista della comunicazione visiva legata a un grande evento. Il Giro d’Italia può essere considerato una grande vetrina itinerante. La modalità in cui aziende di ogni settore possono approcciarla per creare brand awareness è quella della sponsorship a cui si accede scegliendo tra “pacchetti” di diversa entità proposti dall’organizzatore RCS Pubblicità. Ognuno di essi supporta un elemento importante del Giro (ad esempio l’auto ufficiale) e dà accesso allo sponsor a un numero di impianti e alla conseguente visibilità. Per sua natura il Giro offre un’immensa possibilità di comunicazione declinata sui diversi media in cui è presente, non solo nelle quattro settimane di evento, ma durante tutto l’anno. Un elemento fondante del Giro è la “tappa” che trasforma le vie di passaggio della competizione in punti vendita a cielo aperto dove impianti che hanno funzioni tecniche come strutture e megastrutture, archi di traguardo, totem, archi chilometrici paline metriche, striscioni, calpestabili auto e motoveicoli al seguito e, in alcuni casi, installazioni di video e sistemi di digital signage destinati a palinsesti informativi, diventano efficaci veicoli promozionali destinati al coinvolgimento dello spettatore. A questi si affiancano elementi puramente pubblicitari, come ad esempio i gonfiabili, e attività collaterali di marketing e sampling, il tutto destinato a far vivere ai fan dell’evento un’esperienza indimenticabile. I grandi eventi, siano essi sportivi, entertainment, fieristici o i più commerciali eventi fuori piazza saranno protagonisti fissi delle pagine di tutti i prossimi numeri di Vision e del nostro fantastico web magazine!

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grandi eventi

giro d’italia

La caratteristica del grande evento Giro d’Italia è il fatto di essere itinerante per questo ogni impianto comunicativo deve essere flessibile e modulare, in quanto ogni giorno deve essere disinstallato e reinstallato in una città diversa.

Grandi eventi di su Vision

Susanna Bonati

Gli eventi di grande portata sono momenti di aggregazione finalizzati ad attirare un pubblico più vasto possibile: per questo, sia per ottenere visibilità sia per dare vita ad attività collaterali di natura commerciale per la promozione di brand e prodotti, la comunicazione visiva è un elemento imprescindibile. Ogni edizione di Vision darà ampio spazio al tema dei grandi eventi secondo la calssificazione: sportivi (campionati, tornei, competizioni sportive), entertaimnment (festival, concerti, happening) – sul prossimo numero sarà protagonista un evento legato a una famosa birra – , fieristici (esposizioni e fiere) e fuori piazza, quegli eventi di vendita organizzati dall’industria al di fuori dai consueti canali organizzati.

anche di evento mediatico: cosa Giro d’Italia è sinonimo di sport, ma a comunicazione? adotta significa il Giro dal punto di vistaia,dell un contenitore di comunicazione, che

Giro d’Italia è di per se stesso un med arsi. La sua immagine indirettamente impatta sugli tutti gli strumenti possibili per comunic il totale restyling della sua immagine! sponsor. La novità per il Giro 2013 è

a cazione che il Giro d’Italia mette Quali sono gli impianti di comuni unicare il loro brand? com a visibilità: disposizione degli sponsor per ento è pensato per avere il massimo dell

Bisogna considerare che ogni elem “live” ma la maggior parte di essi per le riprese in alcuni impianti sono ottimizzati per il punto di vista della comunicazione, rispetto a quelli HD. Quelli che performano meglio dal tture e macrostrutture che hanno una funzione esclusivamente pubblicitari, sono le struè installato il fotofinish, l’arco d’arrivo, i totem, tecnica come, ad esempio, quelle su cui e, in quanto sono al centro dell’attenzione e gli archi chilometrici e le paline metrich ere. necessariamente ripresi dalle telecam

Marocobbi G

arketing Responsabile M p.A. S. t or Sp RCS

del Giro dal punto di vista della Qual è la particolarità distintiva delle 21 tappe comunicazione visiva? e disallestisce ogni giorno. Per ognuna

Il Giro è un evento che si allestisce frontandosi con condizioni meteo e geografiche occorre riadattare ogni elemento conne in quanto si interviene su strade normalmente diverse ponendo la massima attenzio allestimenti modulari e flessibili, adattabili alle aperte al traffico: questo necessita di urbane di tutta Italia. Per fare un esempio abbiamo caratteristiche eterogenee delle strade re conformi a sede stradali. Questa è senza dubbio 6 tipi di archi di arrivo diversi per esse una peculiarità unica del Giro d’Italia!

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COMUNICAZIONE

visiva

OPEN AIR di Alexia Rizzi

alexia.rizzi@sunnycom.it

Outdoor, che bella parola! Evoca i grandi e grandissimi spazi in cui la comunicazione visiva trova terreno fertile per affondare le sue radici e per dare alla luce i suoi succosi frutti, ma anche i multiformi mezzi che ha a disposizione per esprimersi... Come interagisce la visual communication esterna con il Mondo del Retail? Lo scoprirete solo leggendo... 34


outdoor

intro

È ormai più che chiaro che la visual communication è insieme cuore pulsante e concetto intrinseco alla natura stessa della nostra Vision, cartacea e online, – in tutte le sue evoluzioni – e, in modo più puntuale e focalizzato, in questa “new” Vision. A questo dato di fatto aggiungete che, proprio per la nostra vocazione a pensare, vivere e comunicare “in grande”, l’Outdoor è uno degli “habitat” più idonei e più cari al nostro amato magazine. Qual è dunque la nuova chiave di lettura della comunicazione visiva per esterni secondo Vision? Abbiamo razionalizzato il modo di affrontare questo argomento offrendone una classificazione più pragmatica e più precisa, orientata all’altro pilastro su cui si basano i contenuti editoriali e visivi di Vision: il retail e più in generale gli spazi del consumo. La formula è presto fatta: Visual Comm + Outdoor + Retail = Comunicazione Direzionale e Marketing. Un paradigma inequivocabile che suddivide la comunicazione visiva per esterni in direzionale, ovvero quegli esempi di segnaletica, infografica, maxiaffissioni e billboard destinati a fornire informazioni sulla collocazione geografica del punto vendita, e marketing, che si identifica in tutto ciò che è comunicazione visiva orientata alla promozione del brand e del prodotto finalizzata alla vendita, ovvero la pubblicità esterna in tutte le sue forme e formati: tradizionale o digitali, statica o dinamica.

Cosa significa più nel DETTAGLIO?

Quando percorrete in particolare una strada extraurbana, fate caso alla moltitudine di informazioni direzionali che popolano la cartellonistica posta ai margini della carreggiata. Si tratta di quei cartelloni o vele che non sono propriamente pubblicitari – anche se riportano il brand del punto vendita – ma che hanno la funzione di fornire indicazioni stradali per “guidare” l’automobilista verso i luoghi preposti alla vendita: supermercati,

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RAIN adv

di Susanna Bonati

Ne parlano come della nuova frontiera. Quanto meno è estremamente sorprendente e coglie di sorpresa. Soprattutto quando piove. Parliamo di comunicazione outdoor che appare magicamente non appena il terreno si bagna. Volete saperne di più? Non perdete i prossimi numeri.

brico center, concessionari auto, outlet, parchi commerciali ma anche piccoli store o temporary shop. La grafica della comunicazione visiva outdoor direzionale è molto chiara ed essenziale: pochi caratteri di grandi dimensioni indicano “... a 5 minuti”, oppure “...a 2 Km” o riportano l’infografica dei segnali stradali (frecce, rotonde, semafori...). La visual communication outdoor che definiamo “marketing” è quella più propriamente pubblicitaria e utilizza tutti quei mezzi di comunicazione preposti a promuovere un brand o un singolo prodotto: maxiaffissioni, billboard, cartellonistica, vele pubblicitarie, signage 3D, retroilluminati, digital signage, decodinamica... Cosa c’entra con il retail? Ne influenza la memoria, ne condiziona il desiderio (marketing); ne specifica la locazione geografica per portare a compimento l’azione costante e ripetuta del braccio del marketing operativo su strada (direzionale).


retail | cross merchandising

Cos’è il cross merchandising Dall’esposizione alla comunicazione: il punto vendita diventa il palcoscenico del marketing, grazie all’utilizzo delle tecniche vincenti del cross selling e del cross merchandising, argomenti che esploreremo insieme nei prossimi numeri di Vision. di Taryn Di Ventura - diventura.taryn@libero.it

Taryn Di Ventura, nasce a Roma, a 18 anni si trasferisce a Milano per frequentare l’Università Bocconi dove si laurea in Economics of art, culture, media and entertainment. Seguendo la filosofia per cui “Milano offre una possibilità a tutti, ma una sola”, Taryn si mette subito in gioco cominciando a lavorare in una grande agenzia di comunicazione dove si occupa di PR e ufficio stampa, per poi entrare nel mondo della cosmesi con Chanel nell’organizzazione eventi e in L’Oréal, prima nel commerciale e, in seguito, nel trade marketing. Oggi si occupa di sell out e visual merchandising.

Nel momento in cui una persona varca la soglia del punto vendita porta con sé un’anticipazione positiva, si aspetta una conferma a qualche suo bisogno. Il segreto del successo dell’offerta è da sempre saper identificare e soddisfare questa aspettativa ed essere in grado di andarle incontro. Ma non basta. Eccoci dunque a esplorare, puntata dopo puntata, i misteri del cross merchandising come tecnica di offerta emozionale e funzionale orientata alle necessità di un consumatore che ha sempre meno tempo... Stimolare nuovi

desideri

Oggi l’infinita varietà di scelte cui siamo sottoposti disorienta il consumatore e penalizza le aziende per le quali è fondamentale fare un passo in più. L’offerta vincente non deve più andare incontro alle aspettative del cliente, deve andare oltre i suoi bisogni, superandoli. Per questo chi entra in un punto vendita non deve essere solo accolto, ma accompagnato in un percorso in cui si senta compreso e stimolato verso una dimensione di acquisto che soddisfi a 360° le sue necessità e i suoi interessi. Fornire consigli d’uso, stimolare bisogni e desideri fino a quel momento inconsapevoli, attivare una comunicazione empatica, sono momenti della vendita fondamentali per il successo. Ciò accade anche solo quando ci sentiamo coccolati da un adetto alle vendite, che sa ascoltarci e aiutarci nella scelta di quello che cerchiamo ma anche di ciò che non sapevamo di volere, stimolando nuove esigenze di consumo, diverse ma correlate a quella iniziale. Questa esperienza abbraccia i bisogni del cliente e genera nuove opportunità di vendita, creando una sinergia che produce il cross selling: letteralmente “vendita incrociata”, in pratica possibilità di ottenere vendite extra.

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Un esempio di successo di un’installazione di cross merchandising: l’abbinamento “classico” birra/pizza presentato da Iper in modo efficace, semanticamente corretto e di facile lettura per il consumatore

Abbinamento coerente ed efficace

Il cross merchandising è un’attività di marketing che consiste nell’abbinamento di prodotti di categorie merceologiche differenti all’interno di uno stesso spazio secondo un tema espositivo coerente con un’idea iniziale di acquisto al fine di stimolare a partire da essa, desideri complementari e acquisti addizionali da parte del consumatore. Ad esempio espositori della birra posizionati sul banco frigo accanto alle pizze surgelate (vedi immagini a fianco) o confezioni di the e zuccheri pregiati insieme al set di tazze e teiere. Il mondo del cross merchandising abbraccia un numero e una varietà infinita di casi legati al grado di innovazione e creatività nella ricerca delle possibili affinità: a partire dalla semplice esposizione di sughi pronti posizionati vicino alla pasta o della birra vicino agli aperitivi, passando per i manichini super accessoriati dei negozi di abbigliamento, fino ad arrivare a vere e proprie esposizioni tematiche, come ad esempio una testata dedicata al carnevale, o una vetrina di San Valentino. Più la proposta di vendita sarà interessante e originale e più l’operazione sarà di successo. L’approccio win/win del

cross-selling

Il cross selling rappresenta per le aziende e per il consumatore uno scenario win/win (vantaggioso per entrambe le parti) in cui mentre l’azienda beneficia dall’incremento di vendite e guadagni, il consumatore vive un’esperienza di acquisto completa e appagante sentendosi facilitato nella scelta. La sequenza temporale ed emozionale di acquisto comincia dal prodotto iniziale a partire dal quale poi, abbinare altri prodotti che siano di supporto o di completamento effettivo o solo emozionale, al bene o servizio principale acquistato. Questo tipo di sinergia può essere raggiunta in varie maniere, con diverse modalità e non soltanto attraverso la comunicazione verbale, ma anche attraverso la comunicazione visiva. È importante trovare il miglior interlocutore per il nostro cliente e oggi, grazie al cross merchandising, il miglior interlocutore è il punto vendita. La

sfida del cross merchandising

Stimolare l’attenzione e migliorare l’esperienza di visita e di acquisto è la scommessa più grande del cross merchandising. L’offerta deve manifestarsi nella pienezza delle sue possibilità e per farlo serve un’accurata fase progettuale. L’assortimento proposto deve mostrare una coerenza tematica, ma anche rispettare una chiarezza espositiva e comunicativa in grado di informare il consumatore sulle alternative possibili e di stimolarlo a creare un contatto. Il cross merchandising può trasformare il punto vendita da semplice luogo espositivo a luogo di comunicazione e relazione. L’esposizione di prodotti complementari non è sufficiente, bisogna suggerire alternative, abbinamenti accattivanti, idee e soluzioni e creare un’atmosfera suggestiva favorevole all’acquisto, invitare il consumatore in uno spazio magico in cui si vendono desideri, non solo oggetti.

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retail | cross merchandising


a e id un’

forte

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retail

store concept

di Alexia Rizzi

alexia.rizzi@sunnycom.it

Tra le discipline dell’universo retail una delle più affascinanti è lo store concept, in quanto scienza che vede “danzare sulle punte” creatività e strategia per la definizione dell’identità del punto vendita prima concettuale e poi fisica attraverso la comunicazione visiva. La gamma di arredi per il retail R|evolution di CRC è un insieme di concetti espositivi in continua evoluzione, un sistema d’arredo che offre grande potenzialità in termini di forme, finiture e dimensione (immagine su gentile concessione di CRC)

e r o t s T P CONCE di Susanna

Bonati

Massì, facciamo un gioco di parole; solo invertendo l’ordine di store concept ci catapultiamo nel mondo del concept store, con la sua valenza diversa e il suo significato tutto suo. Coco Chanel diceva: “La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo, per le strade; la moda ha a che fare con le idee, con il modo in cui viviamo, con ciò che accade”. Niente potrebbe definire meglio, oggi, il significato di concept store, quel luogo con un mood che richiama un mondo e lo propone attraverso elementi diversi ma coerenti. Nel gusto; in come è; nell’atmosfera. Appunto. Di un punto vendita. Mai Coco fu più contemporanea...

L

Lo store concept – lo dice la parola stessa – è quell’area più concettuale della progettazione dell’immagine, della comunicazione visiva e del layout di un punto vendita che è preliminare al design di interni. La disciplina dello store concept è orientata a definire i comportamenti e le risposte emotive dei clienti nei confronti della shopping experience interpretandone i gusti e i bisogni emotivi, al fine di soddisfare le esigenze di un target definito, che è quello che fa capo alla tipologia di proposta commerciale offerta da un dato punto vendita. Più l’idea di partenza, come fonte di ispirazione per la definizione del concept, è forte e coerente con i valori del retail brand e più il coinvolgimento del cliente e, di conseguenza, la risposta commerciale saranno efficaci. Quali sono le sfide che i professionisti dello store concept devono affrontare oggi?

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retail

“Accogliente, informale e innovativo lo store concept dei punti vendita Slowear rispecchia perfettamente la filosofia del brand, che può essere sintetizzata con il termine francese mode durable”

store concept

Mariotto Griario

Ceo Marketing & Retail di Slowear

rime valori Il termine Slow :esp come li avete molto precisi dot tra ti in store?

Slowear è un brand che si nei contrappone al fast fashion: non e ent tam volu nostri punti vendita 70 ai 100 di dimensioni enormi – dai nzione atte a ssim ma mq – è riservata nte. clie al o vizi ser al e to dot pro al cina Offi ozio neg un Entrare in cere e Slowear deve essere un pia dere scin pre a a, unic un’esperienza dalla finalità dell’acquisto.

sign e lo Slowear porta il deigli amento abb di re sto li stile neg idea? sta que a nat è casual.Come dalla

fa L’idea è nata quasi 10 anni iglia fam la del ica teg visione stra Compagno che, in tempi non sospetti ha sviluppato questo della progetto, in antitesi al trend lia di vog la con e, globalizzazion . proporre una filosofia diversa

wear quali Nei pdv Of ficina Sloun i e quali elementi sono com o store? gol sin il no zza eri att car uni sono

Gli elementi com e i prodotti, mentre quelli ent ram sicu store che caratterizzano il singolo nto, sono il concept e l’arredame i ogn per rse dive oni con progettazi allo punto vendita, per adattarsi a. A stile della zona in cui si trov rossa, tte que mo la o iam abb no Mila pensato mentre a Londra abbiamo o al parquet. In ogni store son i unic age vint zi pez ti anche presen ati: selezionati dallo Studio Don Londra, dal divano degli anni ‘40 a Dixton Tom di nzo bro in e pad lam alle inale orig tta rine vet alla a Beirut, fino via degli anni ‘30 nello store di Solferino a Milano.

Se guardiamo solo a un paio di decenni fa l’area in cui si muoveva la disciplina dello store concept era più definita: erano ancora poco diffusi gli spazi virtuali, che oggi spingono il punto vendita ai confini della crosscanalità; la tecnologia non era ancora così prepotentemente entrata nel terreno di gioco del retail; i luoghi del consumo erano più delineati e non così animati da “contaminazioni” merceologiche, di destinazioni d’uso e di location. Insomma il punto vendita – salvo rare eccezioni che rappresentavano avanguardie isolate – era comunemente inteso come il luogo dove si svolgeva l’attività commerciale

e in cui, certamente, il consumatore si aspettava di essere soddisfatto, coccolato, sedotto e stupito, ma sempre nei confini del perimetro, sia fisico sia semantico, del “negozio” tradizionalmente inteso. Oggi, al contrario, lo spazio di vendita è diventato temporaneo, reversibilie, mobile, trasportabile: in una parola “liquido”. Questo scenario rende la fase di sviluppo del concept e delle relativa comunicazione visiva, più articolata e più complessa. In che cosa consiste esattamente lo store concept? Esso è un’alchimia tra idea, progetto, strategia e creatività finalizzata a definire gli obiettivi di business, legando finalità

L’espertodice... Francesca Murialdo

do, Francesca Murialtore e diret ni ter in di a ist progett di Labo Mint

“Nella definizione del concept di un punto vendita va considerato che raramente oggi la merce è di per sé un attrattore, essendo ridondante, presente e disponibile ovunque; concettualmente il prodotto sparisce, non ha più un suo valore intrinseco e deve essere sostituito o accostato ad altro nel punto vendita. La merce si evolve e cambia il suo rapporto con la modalità e con i luoghi di acquisto. Un altro aspetto determinante per lo store concept è che gli spazi di vendita sono sempre più vari e contaminati e diventa complicato definirli dal punto di vista merceologico. Al loro interno le attività che si svolgono sono differenti e sempre meno orientate esclusivamente all’acquisto: da Ikea a Shanghai i consumatori fanno picnic nelle sale da pranzo in esposizione; a Milano l’azienda Lago ha scelto come proprio showroom un appartamento quotidianamente abitato, in cui organizza eventi e reading. Il punto vendita diventa così luogo dove si svolgono attività, coerenti con i valori della marca, e che offre contenuti e contatti che innescano una totale contaminazione tipologica trasversale a tutti i settori.”

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retail store concept

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immagine riflessa

a t i d n e v o t nel pun di guadagno alla creatività. È necessario partire dalle idee intese come ispirazioni, per poter definire un concetto di retail di assoluta qualità ed efficacia. Un approccio alla realizzazione di un concept senza idee e precise ispirazioni o strategie è solo il disegno di forme senza personalità e senza appeal commerciale. Proprio per questo è fondamentale chiamare in causa tutte le competenze e le professionalità in grado di compiere una a una le fasi necessarie a generare un concept di alto livello ovvero: l’analisi del contesto, della concorrenza del marketing mix e della semiotica, la creazione della strategia e la realizzazione progettuale. Questi passaggi sono indispensabili per dare vita a un modello di interazione, in cui gli attori della cerimonia di vendita (acquirente e retailer) sentiranno di appartenere allo stesso mondo. Tutti questi sono argomenti che tratteremo in modo approfondito nelle pagine di Vision dedicate proprio allo store concept!

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Il punto vendita mass-market e la tecnologia

Daniele Tirelli (PhD), laureatosi in Fisica e poi in Scienze Economiche ha seguito un percorso intellettuale e professionale che lo ha condotto anche nei campi del marketing e delle scienze umane. Ha ricoperto per lunghi anni incarichi dirigenziali in ACNielsen e IRI-Infoscan entrando a contatto con il mondo della produzione, della pubblicità e della distribuzione. Autore di diversi libri tra cui: “Pensato e mangiato: il vissuto e l’immaginario del cibo degli Italiani” e “Retail Excellence” ha viaggiato lungamente negli USA, maturando un grande interesse per il mondo della distribuzione commerciale.

Il clima generale è depresso, ma il progresso tecnologico non si arresta e investe, con piccoli e grandi mutamenti, anche i servizi commerciali. Il punto vendita mass-market, a breve, subirà notevoli cambiamenti pur se gli stessi addetti ai lavori stentano a prevederne l’evoluzione. Sovente sono gli aspetti meno appariscenti a rivelarsi di maggior impatto poiché la tecnologia ha bisogno di un paziente “fine tuning”. di Daniele Tirelli - d.tirelli@popai.it

Tanti sono abbagliati dai possibili usi del telefono trasformatosi in “mobile” (da pronunciare mobel e non mobail!!)

Purtroppo, come per le prime applicazioni di Internet, si colgono più i vantaggi di chi vende che quelli effettivi per il consumatore finale. Avere un punto di contatto quasi permanente con ciascun individuo del pubblico grazie al “cellulare”, non significa che tutti vi possano canalizzare qualunque tipo di messaggio o di stimolo. L’effetto globale di un’innovazione può essere molto meno gradevole di quelli considerati uno a uno. La nostra mente infatti è in grado di dotarsi di potenti filtri verso ciò che proviene dall’ambiente esterno. Così non fosse non riusciremmo a leggere in metropolitana o a mangiare davanti al televisore acceso. Insomma, perché un messaggio giunga a destinazione il ricevente deve dargli “luce verde”. Questa è la ragione per cui gran parte delle applicazioni destinate ai luoghi di vendita non produce effetti apprezzabili. Esse pretendono che il cliente dedichi loro del tempo e segua un percorso logico per quanto semplice. Ho partecipato, in gennaio, a una importante fiera del retail statunitense: NRF Big Show. Si tratta di uno spettacolare teatro di novità che tuttavia, secondo me, rivelano chiaramente l’impronta

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retail | retail technologies

dell’ingegnere: tecnicamente perfette, ma problematiche nell’interazione con l’essere umano. Il “silent selling” necessita sempre della “supersintesi” del linguaggio simbolico: un’immagine e qualche segno per veicolare contenuti complessi e articolati, e dell’ergonomia, ovvero gesti semplici per pochi scopi. Un esempio lampante di implementazione riuscita di un “device” a una via (come in Esselunga) è il self-scanning

Se si sale di difficoltà, però, con la comunicazione a due vie (o interattiva) le delusioni sono frequenti. Per questo non credo che il telefono personale si arricchisca di applicazioni così ovvie (per tutti) che segnalino, promuovano, spieghino ciò che potenzialmente offre ogni punto vendita. Il “telefonino” telefonino” è come il coltellino svizzero: può far di tutto, telefonino” ma i più lo usano per poche operazioni elementari. È più probabile che sia un apparecchio dedicato come il selfscanning a evolvere in quella direzione.

M A IN D E

Prendiamo lo scanner a tunnel che contabilizza in meno di un secondo l’acquisto di ogni oggetto posto su un nastro mobile, eliminando il lavoro della cassiera. È talmente preciso e veloce che genera un problema. Il cliente non riesce a insacchettare la merce al ritmo della macchina. Nessuno ha pensato ancora di ridisegnare un sistema di accumulo delle confezioni che dia ai clienti il tempo di mettere la merce nelle borse. Prendiamo le label elettroniche a colori da inserire negli scaffali. Hanno schermi equivalenti a un mini iPad e mostrano, oltre al prezzo, le caratteristiche del prodotto in vendita. La loro motion graphic è semioticamente così confusa e approssimativa che l’occhio frettoloso non ne coglie i contenuti. Insomma c’è grande bisogno di una “sofferta” creatività in sintonia con la complessità cerebrale dell’uomo (e della donna). Viceversa il solo virtuosismo tecnologico risulta inevitabilmente sterile.

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Le innovazioni più spettacolari necessitano sempre di un “affinamento antropologico”

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e r u t r e p a nuove

rubrica

di giannina airaghi

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vedi anche

barbie cafè

consente di scegliere direttamente dalla propria stanza, il complemento d’arredo che più ci piace. Pezzi unici di design di nuovi artisti emergenti o oggetti vintage scovati nei mercatini delle pulci. Un’idea innovativa che ha anche la funzione di supportare i giovani talenti emergenti.

MY SUITES Dopo la Spa di Hello new york www.mysuites.net Kitty a Dubai, non poteva mancare il Barbie Cafè, primo ristorante nel suo genere che ha aperto a Taipei in Zhongxiao road. Profusione di rosa acceso negli ambienti, tavoli che terminano con tacchi a spillo, sedie che indossano il corsetto e il tutù e lampadari a forma di teiera. Il personale femminile ha un dress code intonato, con coroncina in testa. E per il cliente? Dopo un pranzo a base di insalata, chicken sandwich e macarons, ci si può Lo specialista francese scattare una foto ricordo, entrando in una gigantesca dei surgelati con negozi ormai in tutta Europa sta scatola porta-Barbie da conquistando anche i gusti esposizione. degli italiani. Passeggiando BARBIE CAFÈ per Milano le insegne taipei Picard già accese o in Zhongxiao Road allestimento sono in ogni quartiere. Prossimità e qualità sono le parole d’ordine di questa pacifica invasione, che è anche un segnale del cambiamento nello stile di vita cittadino, sempre più frenetico e “globalizzato”. Picard nasce ai primi del ‘900 come società produttrice e distributrice di ghiaccio. Negli anni ’60 avvia la distribuzione dei primi Volete sentirvi a casa a prodotti surgelati. Nel New York senza rinunciare ’94 entra a far parte del ai servizi di un boutique gruppo Carrefour. Oggi, hotel? Da oggi si può contattando Mysuites.net, di proprietà di un nuovo the “ultimate experience” gruppo di investitori guidati da Lion Capital, Picard nel mondo dell’hospitality. conta oltre 800 punti Mysuites offre un unico vendita in Europa. servizio di “TAKE IT HOME” che non utilizza PICARD il tradizionale punto milano vendita dell’hotel, ma www.picard.it

picard

Lo store

Lo store Fixdesign di Milano espone i marchi Fixdesign, Fixdesign Horse Riding e Minifix, espressioni di uno stesso concept di lifestyle

Fixdesign

Grande successo per il primo flagship store milanese

A

perto a febbraio il nuovo flagship store del brand Fixdesign a Milano, in via Fiori Chiari, nel quartiere bohémien di Brera. Distribuito su due livelli per un totale di 170 mq, è caratterizzato da un fascino romantico, tipico della Maison. Mobili in legno chiaro dalle linee essenziali, grandi lampadari in tessuto, il tutto enfatizzato da un caratteristico soffitto realizzato con travi a vista e una delicata carta da parati floreale. “Il canale retail è per noi molto importante in termini di immagine

– dichiara a tal proposito Gianmarco Maggiulli, Chief Executive di Fixdesign – e proprio per questo motivo abbiamo focalizzato impegno ed energie per aprire esclusivamente dei flagship store diretti in location top. Milano è un punto chiave per il fashion internazionale e dopo il nostro showroom commerciale in via Montenapoleone, abbiamo deciso di consolidare la nostra notorietà attraverso questo nuovo punto vendita.” Fixdesign Via Fiori Chiari angolo via Brera, Milano www.fixdesign.it

STORE DESIGN: A COMPLETE GUIDE TO DESIGNING SUCCESSFUL RETAIL STORE di William R. Green Editore: Zippy Books data di pubblicazione: 4 settembre 2012 Disponibile su amazon.it, € 13,27 brossura – € 7,21 Formato Kindle

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Perchè il progresso scientifico vive di ricerca!


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rubrica

i t n e v e i grand

di alexia rizzi

alexia.rizzi@sunnycom.it

Claudio Luti, Presidente di Cosmit

“Per mantenere la leadership, Il Salone dovrà continuare a essere sinonimo di novità e vetrina di assolute anteprime”

Salone del Mobile 2013, alla grande! A Milano e solo a Milano si dettano le tendenze! La parola d’ordine è innovazione

Tomorrowland l’evento di musica elettronica più grande d’Europa è anche libro+cd

A

Milano, il mondo che abiteremo, è lo slogan della 52a edizione del Salone Internazionale del Mobile 2013, che si svolge in concomitanza con il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, le biennali Euroluce e SaloneUfficio accanto al SaloneSatellite. Mentre si avvicina l’anno dell’Expo – grandioso appuntamento per la metropoli – Milano si propone come finestra sul mondo del design e città, più di ogni

vedi anche

altra, della creatività, della qualità e del cambiamento. Vision sarà in prima linea a seguire il Salone in quanto grande evento dai grandi numeri (sono previsti 2.500 espositori e 300 mila visitatori!) sia dal punto di vista dei contenuti ma soprattutto da quello della comunicazione visiva che si esprimerà come esplosione di stile e di nuovi trend! Salone Internazionale del Mobile 2013 Quartire fieristico di Rho - 9/14 aprile 2013 www.cosmit.it

Dopo quattro anni a Las Vegas, GlobalShop, la fiera dedicata ai professionisti del retail design, shop marketing e visual merchandising torna a Chicago nel 2013, con più espositori ed eventi per il settore retail. Chicago GlobalShop 2013

Photoshow 2013 La 14a edizione della rassegna di Fotografia e Immagine Digitale torna a Milano con le ultime tendenze in fatto di prodotti, i programmi formativi, eventi e contest. Un excursus completo sul “mondo Fotografia” che si espande anche fuori dalla Fiera con il circuito di mostre di Photofestival 2013.

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