RIVISTA MILITARE 2023 N.5

Page 1

Carelettrici, carilettori, la copertina di questo numero suggerisce ed evoca vie, itinerari, strade e "realtà da percorrere" che nascono da una scelta, auspicabilmente libera. L'Italia di oggi, democratica erepubblicana, fu fruttodivarie scelte.Tra le prime sipuò annoverare ilproclama dell'armistiziodiBadoglio dell'8 settembre 1943.Il giudiziosu quella data-comesi pervenne e come fu gestito quel momentodiscriminatorio-èassegnato alla Storia.Ciò cheimportarammentareè che fu svolta epocale.Fu annunciata alla radio, con un proclama di circa 60 secondi. Ebbene, dopo aver ascoltato quel minuto, che esprimeva un radicale cambiamento, milioni di italiani dovettero, a loro volta, scegliere.Fuun momento sofferto edifficile, comedimostralavarietàdeicomportamenti individualiadottati. Essi spaziarono dalla leggerasfumatura, con qualche distinguo, al drammatico e sanguinoso contrasto su inconciliabili posizioni. Sull'argomento, lo Stato Maggiore dell'Esercito ha appena pubblicato "ATestaAlta. da Porta San Paoloa Mignano Monte Lungo i 98 giorni che portarono alla riscossa".Tre agilivolumi tascabili, per ben ricordare come l'Esercito reagì, da subiColonnello to, con una scelta netta a quel proclama radiofonico.In questo numero ci pregiamo di ospitare le Giuseppe Cacciaguerra interviste alla M.O.V.M. Paola Del Din (attiva nella Guerra di Liberazione con il nome in codice di Renata)eall'amb.AlessandroCorteseDeBosis(cheservìconilnucleointelligencedell'VIIIArmata Britannica).Interviste piene di ricordi e umanità, preziose testimonianze per le future generazioni, nate, anche in questocaso, dachiarescelte dicampo.Aloroilnostrosentitoringraziamentoper la disponibilità concessaci, ma-soprattutto-per quantoebbero ilcoraggiodifaredopola"loroscelta"di80anni fa.Nell'articolodedicato al Battaglione "Gramsci" è tratteggiato ilpercorso seguitoda aliquotedimilitariitalianipresentiinAlbania, almomentodell'armistizio.Anzichéarrendersiainazisti siunironoall'EsercitoAlbanese.L'approfondimentosultemadeipercorsiedellescelteècompletato conicontributisullarivoltadiNapoli, sulledonnepartigiane inPoloniaenelsudItalia.Nonmancate laletturadell'intervistaalTen.Gen.(ris.)SandroMariantoni, Presidentedell'ONAOMCE(OperaNazionalediAssistenzapergliOrfaniediMilitaridiCarrieradell'Esercito), cheseguemoltissimiorfani. Cicomplimentiamoperla meritoria opera di sostegno chedaoltre 70 anni portano avanti.Altra importanteintervistaciè stata rilasciata dal Gen.CA SalvatoreCuoci, capodelDipartimentoImpiego delPersonaledell'Esercito, nellaqualeciillustralenuovefigureprofessionalidelVolontarioinFerma prefissataIniziale(VFI)eVolontarioinFerma prefissataTriennale(VFT).Infine, diamoil"benvenuto abordo"alCol.AlbertoZanettachesioccuperàdellanuovarubrica"Dizionarioeconomico".

Il fascicolospeciale di questonumero, curato dalDott.StefanoAles, è "Le prime calzaturespeciali dell'EsercitoItaliano".Sitrattadiunodeipochi testidisponibilisul tema.Quantosia importante una calzatura di buona qualità è facilmente intuibile: un piede congelato o piagato si ripercuote subito sull'operativitàdel combattente.L'attenzionee lacura impiegate nella realizzazione delle calzature speciali, dal 1872in poi, fu molta.In precedenza, addirittura, nonviera differenza tra pianta destra osinistra.Vallapenadiosservare, però, checifuunfioriredicalzaturespeciali: perletruppealpine e le batteriedamontagna, peri"reggimentidelgenio, compresigliuominideltreno", perl'artiglieria e icarabinieri, "per militaridelle armi apiedl'operlearmia cavallo insomma, unaverae propria babeledi scarpeche-senza adeguato supporto logistico-creò problemineirifornimentineiprimi mesi della Grande Guerra.Fu solo grazie all'intervento, per ragioni sanitarie, di un medico militare cheilMinistero uniformòe razionalizzòleforniture.Primadilasciarvi condividolagrande soddisfazionedell'assegnazionea Rivista Militaredelprimopremioperlamigliorfotografiadel2022, pubblicatasugiornalie rivistemilitarieuropee, nell'ambitodel43° congressodell'European MilitaryPress Association (EMPA) svoltosi a Zurigo ad agosto.La foto è del GraduatoAiutante Marco Valentino (Brigatameccanizzata"Pinerolo")-scattatadurantel'esercitazione"Salamandra2022"-edèstata pubblicata sulle nostre pagine nel numero 3 dello scorso anno, all'interno del concorso fotografico "Fotod'autore".

Buonalettura!

--1--------------------------------------------------------------------------------------------------L'editoriale
prossimo numero
Nel
n. 5/2023 I Rivista Militare �------------------------------------------------------------------------------------------------------
Intervista a Maura Gancitano

IN PRIMO PIANO

38 Nuoviprofessionistipernuoviscenari di Davide Levanto

42 Ho sempre fatto quelloche c'era da fare diIgor Piani

45 Libertà come motivo di ispirazione e dedizione di Elena Picchi

48 Dastaffettaacomprimarie diAnna Maria lsastia

52 Napoliinsorge di Donatella Del Ciel/o

56 La guerra delle donne di Paola Pucci

59 Albania, 1943-1945 di Niccolò Lucarelli

62 Piccoli Fellers di CarloDe Risio

66 Ottimizzare e razionalizzare di Davide Marini

70 Itutoridelleacque di MauroArcamone

73 Apprendimentopermamente di OttavioErnestolacangelo

76 Analisi del contesto e impatto rapido diCarmineGiaccia

SOMMARIO�----------------1 L'EDITORIALE ••• NOTIZIE E CURIOSITA 20 Mediterraneo di FabrizioLuperto 22 Il violoncello delle trincee di Pierfrancesco Sampaolo 26 A tutto calcio con la Coppa Esercito diPaolaPucci 29 È dell'Italia la migliore foto diIgor Piani 30 Il calcio in divisa di Niccolò Lucarelli 32 Notizie dal Ministero RUBRICHE 7 IL PUNTO 8 L'INTERVISTA 12 LE BATTAGLIE DIMENTICATE 14 LE STORIE DELLA STORIA 18 DONNE 34 PERCHÉ SIDICE COSÌ 35 DIZIONARIO ECONOMICO 36 FOTO D'AUTORE 80 GENITORI CON LE STELLETTE 82 FORTI E RESISTENTI 86 ATLETI MILITARI 90 SOLDATO DEL GIORNO 92 MILITARIA 100 ENGLISH SUMMARY 102 PROPOSTE DI LETTURA
---1---------------------------------------------------------------------------------------------------

Proprietario MINISTERO DELLA DIFESA

Editore

Difesa Servizi S p A - C.F. 11345641002

STATO MAGGIORE ESERCITO

V Reparto Affari Generali

Direttore responsabile

Colonnello Giuseppe Cacciaguerra

RedattoreCapo

Tenente Colonnello Pierfrancesco Sampaolo

Coordinamento attività editoriali eRedazione pubblicazioni

Rossella Borino Esposito, MarcelloCiriminna, Raimondo Fierro,Vincenzo Gebbia,Andrea MariaGradante, Mariangela La Licata, Annarita

Laurenzi,PaolaPaolicelli, Maria Perillo, Igor Piani, PaolaPucci, Ignazio Russo.

Segreteria e diffusione

Claudio Angelini, Gaetano Chianese, Christian Faraone, Alessandro Serafini, Ciro Visconti

Sede

Via di San Marco, 8 - 00186 Roma

Tel. 06. 6796861

Amministrazione

Difesa Servizi S p A

ViaFlaminia, 335 - 00196 Roma

Direzione di Intendenza dello Stato Maggiore dell'Esercito

Via Napoli, 42 - 00187 Roma

Stampa AGE s r.l.

Via Donna Olimpia, 20 00152 Roma

Tel.06/9162981

Distribuzione

Distribuzione SO.DI.P. "Angelo Patuzzi" S.p.A.

Via Bettola 18 - 20092 Cinisello Balsamo (Ml)

Tel 02. 660301 Telefax 02. 66030320

AbbonamentoAnnuale

Italia: Euro 18,00

Estero: Euro 18,00 (più spese di spedizione)

IJ

FSC

www.fsc.org

MISTO

Carta dafonogesUte In maniera reaponaablle FSC•C141118

Rivista Militare rappresenta una palestra di pensiero rivolta alla divulgazione e all'informazione di ciò che riguarda la cultura militare e tutte le tematiche e gli aspetti che a essa possono riferirsi, con particolare attenzione all'Esercito, attraverso il dibattito e la libera e diretta partecipazione.

Le idee espresse negli articoli sono personali degli autori e non hanno riferimento con orientamenti ufficiali.

Tutti i dati personali forniti sono trattati secondo le vigentinormesullatuteladellaprivacy.

L'editoresidichiaradisponibilearegolarizzareeventuali spettanze dovute a diritti d'autore per le immagini riprodottedi cui non sia statopossibilereperirelafonte o la legittima proprietà.

IN COPERTINA

Edificio in cemento marrone e bianco, Pontus Wellgraf

Unfascicolo arretrato Euro4,00 (più spese di spedizione a carico del richiedente)

L'importo deve essere versato sul c/c postale 000029599008 intestato a Difesa Servizi S.p.A. oppure tramite bonifico intestatoa Difesa Servizi S p A - codice IBAN IT 37 X 07601 03200 000029599008 - codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX.

Iscrizione al Registro della Stampa del Tribunale Civile di Roma n. 944 del 7 giugno 1949

ISNN 0035-6980

Periodicità bimestrale

Copyright© 2023Riproduzioneriservata

INDIRIZZIWEB

Internet: www.esercito.difesa.it

Intranet: www.intranet.esercito.difesa.it

INDIRIZZI E-MAIL presentazione proposte editoriali statesercito@esercito.difesa.it invio materiale e comunicazioni: rivistamilitare@esercito.difesa.it abbonamenti: rivistamilitare.abbonamenti@esercito.difesa.it

PDF: MarcelloCiriminna

'1/1terrenochenonguadagnalascienzaè inesorabilmenteconquistatodallYgnoranza"
(LuigiMezzacifJo).
Tuttoquellochevuoisapere armietiro 1, - �,,, E PRE o tuodisposizione Puoi abbonarti online vai su: shop.editorialecec.com olNQUADRA IL QR CODE leadernell'informazionesulmondodellearmi

FANTERIA: AL PASSO DI CORSA

Strisciando nel silenzio spettrale di una radura dilaniata dal fuoco di artiglieria, conquistandometrodopometro claustrofobici reticoli di trincee o ancora manovrando attraverso le rovine insidiose di città distrutte, il protagonista onnipresente delle operazioni nel Teatro ucrainoè sempre più il militaredi fanteria. Il conflitto in corso, infatti, manifesta comenelmezzo della nebbia della battaglia, anche di una guerra convenzionale simmetrica ad alta intensità, l'operatore appiedatoresti il soggettodeterminante per difendere, avanzare, conquistare e vincere sulterreno. Ilfante checon competenza, dedizione e sacrificio libera con armi leggere e granate gli anfrattidellepostazioniavversarie, in unlentoesnervantescontrodiattrito, ètuttaviaunibridosingolaretrailpassato ed il futuro della relativa Arma, a cui guardare per addestrare il combattente dell'avvenire.

Il conflittoin Ucrainaappare aver sintetizzato un nuovo modello di soldato di fanteria che accomuni ad una ancora più solida conoscenza delle Tattiche, Tecniche e Procedure tradizionali del manovrare terrestre, una crescente flessibilità e adattabilità in termini di compiti, equipaggiamento ed armi. Se da un lato gli ingaggi quasi corpo a corpo nelle trincee ricordano gli scontri della Prima Guerra Mondiale, dall'altro il diradamento dei dispositivi sul terreno, la condotta di azioni in piccoli nuclei, il costante coordinamento informativo e l'impiego sinergico di sma//, mini e micro

droni, mortai leggeri e missili contro-carro guidati delineaun operatore pienamente integratoinun approccio combinedarmsecapacedi generare effetti decisivi sul campo di battaglia anche con numerici ridotti. Il risultato è un militare fortemente qualitativo, chenecessita divastaformazione ed addestramento, ma non iper-specializzato, bensì capacediagireinautonomia, in ruoli diversi ed impiegando un ampio spettro di sistemi d'arma.

Proprio le criticità della tendenza ad un'eccessiva selettività nell'assegnazione dei compiti, fino al livello squadra, è una delle lezioni emerse dallo scenario ucraino, dove l'alto rateo di perdite implica l'opportunità di ridondanze capacitive, anche del singolo fante, e la possibilità di riconfigurare leunitàconorganiciridotti, senzainficiarne ilpotenziale.

Ilprogressivoabbassamentodellivelloordinativoacuisiapplicailprincipio del mission command e la crescente complessità e multidimensionalità dell'ambienteoperativo esaltano ulteriormentequesta esigenza.

L'esperienza operativa, o esercitativa, costituisce poi il vettore primario dell'affinamento delle competenze del personale di qualsiasi Arma e Corpo, maaffinché questosiconcretizzisulcampodi battaglia, lasopravvivenza del militare rappresenta una priorità. In quest'ottica, ormaidiffusamente acquisita nella sfera occidentale, la protezione assicurata dai veicoli di fanteriadev'essere mantenuta fino al momento dell'assalto finale,

valorizzando lacapacità dei mezzi di salvare gli operatori all'interno anche quando colpiti o parzialmente distrutti. Allo stesso obiettivo converge il ricorso ad equipaggiamento leggero e funzionale, in grado di permettere al militare di trasportare maggiore quantità di potenziale offensivo, limitando l'ingombro e preservando l'ergonomia. Esemplificativo di questa traiettoria è la crescente disponibilità di set porta granate a velcro tra il personale di fanteria ucraino impegnato nell'attuale controffensiva, banalmente capace di offrire un sistema di stoccaggio sicuro e di rapida estrazione dell'ordigno in condizioni di combattimento.

Larilevanzadelnuovomodellodifanteemergentedaiconflitticontemporanei è infine testimoniata dalla struttura e dai contenuti che lo US Marine Corps, contestualmente al più ampio aggiornamento dettato dal Force Design 2030, ha inserito nel proprio lnfantryMarine Course.

Il nuovo corso, esteso di cinque settimane, fonde infatti l'enfasi sul credo "every Marine is a rifleman" con l'introduzionedelle nuoverecluteaduno spettro notevolmente ampliato di materiali esistemid'arma, promuovendo l'iniziativa disciplinata e la comprensione dell'intento della missione. Un simile approccio appare essenziale per adattare anchel'Armadi Fanteria allosfidantescenariocontemporaneo ed al mutato livello socioculturale del personale che ne riempie iranghi, affinchérestila"Reginadelle Battaglie".

n. 5/2023 I Rivista Militare 7 --r --------------------------------------------------------------------------------------------------r--

ONAOMCE DA 71 ANNIAL SERVIZIO

Il Presidente, Ten.Gen. Mariantoni, ci racconta

Nel 1952, all'epoca della costituzione dell'Opera Signor Generale, ci spiega il ruolo e Nazionale diAssistenza per gli Orfani edi Militari di dell'ONAOMCE? compiti Carriera dell'Esercito (ONAOMCE), descrivendone inun articolole peculiarità, Rivista Militarescriveva che "l'Istituzione si prefigge l'alto e nobilissimo scopo di contribuire alla serenità

Innanzitutto ritengo opportuno precisarechel'ONAOMCE ha sede in Roma e svolge la sua attività sotto la tutela e la vigilanza del Ministero della di tante famiglie in ordine al problema che è certamente il "Gran parte degli orfani e più importante per ogni casa: l'avvenire dei figli". delle loro famiglie si trovano in

Difesa. Essa si propone di dare assistenza agli olfani di Ufficiali, Sottufficiali, graduati e militari di truppa, con almeno un anno di anzianità di servizio, deceduti in Oltre settant'anni dopo, quel tema non è passato d'attualità e, anzi, si ripropone ogni giorno nella vita della comu-

servizio e in quiescenza, compresiinaturali (purché ne siastanità dell'Esercito, che continua a non far mancare il proprio supporto a vedove e orfani del personale venuto a mancare nell'adempimento del proprio servizio.

situazione di grande bisogno"

Un supporto che, propriocomescriveva allora Rivista Militare, era e rimane frutto di una progettualità precisa, ben illustrata dal suo attuale Presidente, il Tenente Generale Sandro Mariantoni.

ta giudizialmente riconosciuta o dichiarata la paternità), gli adottivi, i legittimati, nonché ai figli dei Grandi Invalidi per servizio, titolari di trattamento privilegiato di 1A categoria. Eccezionalmente e compatibilmente con le disponibilitàfinanziarie, ai militari appartenentialle succitatecategorie, purchéinregolaconilversamento dell'oblazione a favore dell'opera, possono essere concessisussidistraordinari (unatantum) incasodidocumentate e particolarissime situazionidibisogno.

--,------------------------------------------------------------------ -------------------------------1--
UN'OPERA MERITORIA
8 Rivista Militare I n. 5/2023

Lo scorso anno ricorreva il settantesimo anniversario della fondazione dell'Opera. Cosaè stato fattofinora, e cosa sipotràfare in futuro?

Ricordiamo, conviva emozione, isettant'annidallacostituzione dell'Opera. Era il 14 maggio del 1952 quando fu costituita, per volere delle autorità Militari, laFondazione ONAOMCE. Nata dunque nell'immediato dopoguerra, quandoeranoancoraevidentileferitedelconflitto, aveva loscopodidareassistenzaeprovvedereallaformazione degli orfani di Ufficiali, Sottufficiali in carriera e militari in servizio e non, fino al 18° anno di età. Nel 1953, i ragazzi ospitati furono 74 e le ragazze 42 rispettivamente nei collegi di educazione ed Istruzione dell'Opera (Villa Favorita di Corso Resina in Ercolano, sotto la direzione dei Salesiani di Don Bosco, e Villa della Regina Istituto femminile a Torino) mentre nel corso degli anni a venire furono collocati presso altri Istituti dislocati sul territorio nazionale. Durante il periodo di formazione venivano concesse borsedistudio ealla fine delciclodi istruzione venivano erogati premi di incoraggiamento per l'attività professionale. Oggi, l'Opera assiste circa 540 orfani e principalmente interviene a loro favore, grazie ad una intensa attività di programmazione ed attuazione di misure iniziate alla fine degli anni '90, con il rinnovamento delle regole statuarie adattate al periodo storico e ad una intensa attività divulgativa, da cui è scaturito un incremento delle entrate, che ha consentito di realizzare un'assistenza più vicina ed efficace a favore dei nostri assistiti. In particolar modo fornendo interventi di tipo scolastico, sanitario, sociale, ed economico, rivolto, soprattutto, alle famiglie meno abbienti. Perilfuturoèauspicabile, oltreall'adeguamentoalleesigenze di mutazione sociale, la realizzazione del nostro progetto inteso ad affiancare i nostri assistiti, nonché vedove/i in situazioni di bisogno, fornendo consulenza

ed assistenza atta a facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro. Il progetto potrebbe essere realizzato attraversoilsupportodelpersonalevolontariocon esperienza nel settore.

Nel crest dell'ONAOMCE c'è un simbolo che rappresenta da solo tutto il senso del vostro impegno: una mano grande che ne stringe una piccola. Ce lo spiega?

Il crest riporta nella parte esterna il significato dell'acronimo ONAOMCE, al centro sono evidenziati i colori della Bandiera italiana e la stella, simbolo da sem-

Allievi e autorità, 1966.
n. 5/2023 I Rivista Militare 9

pre dell'essere militare. Nella parte bassa si nota una mano grandechestringe una piccola. La mano grande rappresenta, idealmente, la grande famiglia dell'Esercito che, tramite l'ONAOMCE, manifesta quei valori di amicizia e di solidarietà a tutti i propri orfani, rappresentati dalla piccola mano.

Comefunziona, nella pratica, l'assistenzachefornite sia agli orfani che ai figli dei Grandi Invalidi per servizio?

Cisonotretipologiediassistenza.

Scolastica: vengono erogati sussidi scolastici finanziari diretti e individuali differenziati per livello di scuola frequentata fino al 21° anno di età. Tale limite di età sale al 26° anno in caso di iscrizione a studi

universitari e al raggiungimento di almeno 35 crediti formativi. Vengono, inoltre, erogati sussidi per corsi o masterepremidiprofittoneglistudi. Pergli orfani viene erogato un sussidio integrativo a quello scolastico annuale. I figli dei GrandiInvalidiper servizio fruiscono dell'assistenza dell'Opera con le stesse modalità previste per gli orfani.

Sociale: viene erogato un sussidio speciale in caso di comprovate particolari necessità di carattere sociale, economico-familiare. Vengono, inoltre, erogati sussidi agli orfani portatori di handicap ai sensi dell'art.3, comma 3 Legge104192. Afiniculturalieancorpiùnell'ottica della socializzazione, si organizzano:

• viaggi premio peri ragazzineo-diplomati;

• periodi di svago, sia invernali che estivi, per le famiglie con orfani minorenni, presso le infrastrutture dell'Esercito e struttureturistico-alberghiere.

10 Rivista Militare In. 5/2023
---1---------------------------------------------------------------------------------------------------

In occasione di particolari ricorrenze religiose vengono distribuiti piccoli pacchi dono (per tutti).

Sanitaria: vengono elargiti, con l'avallo del Consiglio di Amministrazione, contributi alle spese sostenute. Questisonoconcessi, con la formula una tantum, inparticolari situazioni di bisogno ed in funzione delle disponibilità di bilancio.

C'è una situazione di particolare difficoltà, che lei ricorda, incui ilvostrointerventoè statorisolutivo?

È difficile riferirsi ad un caso specifico, considerando che gran parte degli orfani e delle loro famiglie si trovano in situazione di grande bisogno. Penso soprattutto a quelle famiglie a cui èvenuto a mancare il sostegno di un genitore giovane che non ha ancora raggiunto un adeguato

livello pensionistico e l'altro genitore è privo di una attività lavorativa. Tuttavia nella mia mente e nel mio cuore è rimasto vivo il caso di una piccola assistita che senza un nostro, seppur modesto, intervento assistenziale non avrebbe potuto iscriversi alla frequenza dell'anno scolastico2021/2022. Lafamiglia dellabambinasi eradapoco trasferitain una località impervia ed isolata in provincia di Genova dove il capo famiglia, militare amante della natura, aveva acquisito una piccola proprietà all'interno di un bosco. Allascomparsaprematuradelmilitaresiamovenuti a conoscenza che, a causa delle difficoltà economiche e soprattutto logisticheper raggiungere la scuola, la bambina aveva difficoltàa frequentare. Unica soluzione era trasferirsiincittà, maledisponibilitàeconomichedellamadre non consentivano di poter prendere in affitto un piccolo appartamentoche ellastessaaveva individuato. La piccoladovevainognicasopoterproseguire glistudiegrazieal nostrointervento ciòè statopossibile.

Uno dei pilastrifondamentalidell'attivitàdell'Opera è la socializzazione di questi giovani. Quanto è importantelalogisticae,inparticolarmodo,leinfrastrutture militariche utilizzate, perfavorire questo processo?

Vuoto, incredulità, dolore e rabbia a cui segue il desiderio di isolarsi da quel mondo ostile che ha privato giovani vite dell'affetto delpropriogenitore. Sentimentiquesticheemergono da testimonianze di tante vedove che sono tornate a nutrire speranze e formulare progetti per il loro futuro e quello deiloro figli, grazieanchealla vicinanzadella nostra "Opera". Da qui l'imporlanza che abbiamo sempre dato all'aspetto della socializzazione delle famiglie accomunate daunnefastoevento. Lettere divedoveediorfani, ormaiin età adulta, testimoniano lafo,za dirompente che nasce dal confronto e dalla vita in comune durante i soggiorni estivi e invernali e dai periodi/viaggi culturali per i neodiplomati: "...Il filo conduttore che cilega profondamente è bensaldo ed è altresì emozionante ritrovarsi e confrontarsi vedendo crescereinostrifigliefiglie " edancora" Unagioiaimmensa rivedere alcuni/e dinoi, inostri bimbi ormairagazzi, e conoscere, ahimè, newentryassistiti, e poterli accogliere e farli parte integrante della nostra meravigliosa family. "; " Non è semplice coinvolgere un interogruppo e sentire l'armoniafluire alsuointerno, eppureinquestasettimanasi sonoverificatimomenticheognunoporterànelcuoremolto alungo Ognunodinoihaavutoisuoimomentidiriflessione, hadimostratodiessereparteintegrante diunaseconda famiglia...".Alcunedelletestimonianze,queste, checiincoraggianoeciinduconoastudiareead ampliare iniziative al finedidaresempredipiù. Lalogistica, cerio, rivesteunruoloimporlantissimoeforsenontuttoquellochefacciamosarebbe statopossibilerealizzarlo senza ilnotevolesupporlo delleinfrastrutturemilitarimesseadisposizionedalla Fo,za Armata. Ladisponibilitàriservatacineisoggiornimilitari, sia estivi che invernali, si è rivelata, ed è tuttora, encomiabilmente funzionale allo scopo di soddisfare, in toto, tutte le richiestediadesioneavanzatedallefamigliedeinostriassistitiaiperiodidisvago eculturaprogrammati.

n. 5/2023 I Rivista Militare 11 ------r

ALLE ORIGINI DELLA GUERRA MODERNA (PARTE))

c'è che l'imbarazzo della scelta: la storia di delleguerreèunlibroaperto, ricchissimo, terribile, Gastone Breccia da cui non si smette di imparare"

Una nuova strada verso la vittoria. Machiavelli aveva sbagliato quasi tutto, ma la sua opera rimase comunque alla base della successiva evoluzione del pensiero militare europeo: perché l'esempio dei Greci, deiMacedoniedei Romanirestava insuperato, ela riscopertaolatraduzionedeitesti antichi fornivaidee e spunti di riflessione per governare i cambiamenti irreversibili causati dalle nuove armi e dalla nuova organizzazione degli eserciti (1). Per una questione di numeri e di disciplina, ma soprattutto per la possibilità di usare efficacemente armi da fuoco individuali, la fanteria aveva riconquistato l'antico predominio tattico: si trattava adesso di armonizzare le sue due diverse "specialità" - picchieri e archibugieri -e farle cooperare al meglio sia in funzione offensiva che difensiva. Il problema era attualissimo: come avrebbe scritto il grande giurista fiammingoJoost Lips (Giusto Lipsia) nel suo trattato politico del 1589, "chiunque

fosse stato in grado di far rivivere la disciplina dei tempi antichi", esoprattuttofossestato capacedi trovare un valido punto di contatto tra gli eserciti dell'epoca e l'arte della guerra di Roma antica, "sarebbe stato ingrado di dominareil mondo".

Gli spagnoli, nel 1534, furono i primi a introdurre possenti reparti misti, i cosiddetti tercios: erano unità strutturate su uno stato maggiore di diciotto uomini agli ordini del maestro de campo e su dieci o dodici compagnie, metà di archibugieri e moschettieri e metà di picchieri, ciascuna composta da uncapitano, un alfiere, un sergente, dieci caporali e 240 soldati (2). Iprincipali difettidei tercioseranolascarsacapacità di manovra e l'eccessiva densità della formazione, che poteva renderli molto vulnerabili al tiro delle armi nemiche: furono i loro avversari olandesi durante la Guerra degli Ottant'anni (1566-1648) a organizzare reparti più snelli ed efficienti, Et ad introdurre un

-,-------
"Non

sistema (desunto anch'esso da modelli antichi) per consentire ai moschettieri di mantenere un volume di fuoco limitato ma continuo. La "riforma olandese" rappresentò un passo avanti rispetto ai tercios, e riprendeva nello spirito le idee di Machiavelli sulla fanteria "cittadina"; ma restava una riforma incompiuta, perché ancora incapace di combinare le diverse armi di cui potevano disporre i comandanti dell'epoca. Non funecessarioattendere a lungo: GustavoAdolfo Wasa, re di Svezia (1594-1632), fu il primo a creare un esercito che possiamo definire "moderno". Il sovrano scandinavo, infatti, adottò un sistema di reclutamento locale, destinato a dare coesione e spirito di corpo ai nuovi reparti, vestiti per la prima volta in "uniformi" di panno blu; sviluppò la tattica lineare già introdotta dagli olandesi, affidandone l'esecuzione a più agili brigate di picchieri e moschettieri; creò la prima vera artiglieria da campagna, su due soli calibri fondamentali, pezzi da 12 libbre e cannoncini da 3 libbre, quest'ultimi concepiti per operare a stretto contatto con la fanteria; infine, restituì alla cavalleria pesante il ruolo di forza d'urto, guidandola personalmente all'assalto. Quando Gustavo Adolfo, il "Leone del Nord", cadde sul campo di Lutzen (16 novembre 1632), i Generali svedesi continuarono a combattere e vincere in suo nome, perché lo strumento che aveva forgiato era il più avanzato e duttile dell'epoca, e avrebbe costituito il modello degli eserciti europei nei decenni successivi.

Machiavelli, dunque, aveva sbagliato: era impossibile riportare in vita la legione repubblicana secondo il modello dalui propostonel Dell'arte dellaguerra. Ma alcunesueintuizioni sull'importanzadelladisciplinae dell'addestramento, oltre che sul "deletto" (la scelta) e l'educazione militare dei cittadini, eranodestinate a dare frutto nei secoli successivi. Il cuore della teoria militare di Machiavelli era la superiorità morale degli uomini chiamati a combattere per la res publica; all'inizio del '500 le milizie delle città-stato italiane, sulle quali aveva focalizzato la sua attenzione, non potevano essere in grado di opporsi validamente agliesercitidelle grandi monarchie; ma gli olandesi e lisve · vevano già creato

Gastone Breccia, nato a Livorno il 19 novembre 1962, laureatoinlettere classiche a Pisa, dottoredi ricerca in Scienze Storiche, dal 1997 è ricercatore di Civiltà bizantina - prima presso l'Università degli Studi della Basilicata, dall'anno accademico 2001/02 presso l'Università degli Studi di Pavia. Come professore aggregato del Dipartimento di Musicologiae BeniCulturalidi Cremonatieneicorsi di Civiltàbizantina, Letteratura bizantina e (dall'a.a. 2016/17) Storiamilitareantica. Negliultimi annisiè dedicatoallaricercaincampostorico-militareanche al di fuori dell'ambito della bizantinistica. Esperto di teoria militare, di guerriglia e controguerriglia, ha condottoricerchesulcampoinAfghanistan(2011)e Kurdistan(IraqeSiria, 2015). Èmembrodeldirettivo dellaSocietàItalianadiStoria Militare(SISM). Nell'annoaccademico 2022/23hainsegnato"Storia dellaguerra"agliallievidel203°corsodell'Accademia MilitarediModena.

e a partire dalla fine del '700, con la levéè en masse francese del 23 agosto 1793, sarebbero tornati sulla scena i cittadini in armi, e avrebbero ampiamente dimostrato di possedere la virtus militare necessaria a combattere e vincere in difesa della patria.

NOTE

(1) Un ruolo fondamentale, accanto al testo latino di Vegezio, ebbe la traduzione del manuale di Eliano sulla tattica della falange macedone, composto all'inizio del 11 secolo, che aveva conosciuto un'ininterrotta popolarità: l'imperatore Leone VI ne aveva inserito ampi stralci nelle sue Tacticae constitutiones, era stato poi tradotto in arabo alla metà del XIV secolo, e finalmente una prima versione latina era stata stampataa Romanel1487 da Eucharius Silber (con il titolo De instruendis aciebus).

(2) Iltermine tercio, secondoalcunistudiosi, deriverebbedalfatto che ciascuna di queste grandi unità era ingradodi costituire dasolaunadelletresezioniincuierasuddivisol'esercitoinmarcia(avanguardia, centroeretroguardia).

QUANDO CANTA IL GALLO

Estate del 390 a.C. qualche giorno prima del 18 luglio. Fa caldo a Roma. La gente cerca refrigerio nel Tevere, ma non è la temperatura a occuparele discussioni delle persone. Il tema del giorno è la minaccia dei Galli, scesi da Senigalliaein marciaverso Roma. La storia ci ha abituati a queste passeggiate alla ricerca di potere e spazio vitale in compagnia degli eserciti e in questo caso la marcia su Roma è firmata Brenno, capo carismatico dei Galli, nemicidi Romainquel momento.

L'armata è arrivata aundici miglia dallemuradellacittà alla confluenza del Tevere con l'Allia, un fiumiciattolo lungo la via Salaria. Roma è ancora nella sua fase sperimentale. Siamo nella Repubblica dei patrizi e dei plebei, del Senato e dei Senatori, dei due consoli, due di numero per tentare di andare d'accordo controllandosi a vicenda. Anche Roma ha puntato sullo spazio vitale e - durante la Monarchia - ha gettato bene le sue basi per espandersi. ConAnca Marcio ha conquistato territori a Nord e a Sud dei sette colli, distruggendo città e deportandone gli abitanti come plebei.

Siamo nel VI secolo a.C.: Tarquinio Prisco (616-578 a.C.) e Servio Tullio (578-534 a.C.) hanno pensato di circondare Roma delle sue prime mura, senza dubbio più efficienti nel momento in cui fuori da quelle mura esiste uno spazio vitale libero, una terra bruciata e dominata dai Romani come zona di rispetto entrando nella quale si è nemici se non si è invitati.

Brenno è potenza nascente. I suoi Galli scendono in Etruria, combattono, depredano, conquistano e sono i barbari, luogo comune ideologico con il quale tanto la Grecia, quanto Roma etichettano chi Greco e Romano non è. I Galli sono rozzi, i Galli sono ignoranti, i Galli sono predoni, nemici della cultura e dei mos maiorum, ilcostumedei padri.

Quando si diffonde la notizia della presenza di questi soggettianimaleschiapochemigliada Roma, ilgoverno

affronta il problema con presunzione temeraria. Secoli dopo Tito Livio descrive l'atteggiamento. I comandanti militarischieranol'esercitoneipressidelfiumeAllia"senzaaversceltoinanticipounospazio perilcampo, senza aver costruito una trincea che potesse fungere da riparo incaso di ritirata". Nonsolo. Ma la presunzioneinconsapevoleromanamettedaparteanchelareligione. Parola di Livio: "dimentichi, pernon dire degli uomini, anche deglidèi, nonessendosiminimamente preoccupatiditrarre i dovuti auspici e dioffrire sacrifici augurall'.

Insintesi, i Romaninonsieranominimamentepreoccupati dichiederel'aiuto divino, giacché la guerra santa e benedettadaldio èdasempre l'autorizzazioneaprocedere per le nefandezze dell'uomo. Siamo di fronte a un delirio di onnipotenzaprobabilmente dovuto allavittoria di Roma su Veio, città etrusca vicina e rivale, vittoria ottenuta grazie anche alla religione. È Furio Camilla, dittatore, pronto a giocarsi ogni carta pur di prevalere, religione compresa.AVeio è il tempio di Giunone Regina e Camilla promette alla dea di dedicarle un tempio maggiorediquelloveiente, chiamandoincausalo stessoApollo. Ecco la preghiera di Camilla, secondo Livio: "Sotto la tua guida, Apollo Pitico, e stimolato dalla tua volontà, mi accingo a distruggere Veio e faccio voto di consacrare a te la decima parte del bottino. E insieme pregote Giunone Reginache orasiediin Veio, diseguirenoivincitorinellanostracittàche prestodiventerà anche la tua perché lìti accoglierà un tempio degno della tuagrandezza".

È il396a.C.eglideiabbandonanoVeio. Lacittàcadee Romafa ildeserto attornoa sé conuna zona dirispetto di decine di chilometri a Nord e a Sud. Tutto questo, a ben vedere, è riscontrabile ancora oggi. Roma è geograficamenteisolata: noncisonocentridi rilevonelgiro dichilometriechilometri, comeinveceèpertuttelealtre città italiane. E questo isolamento deriva direttamente

-,-------
14 Rivista Militare I n. 5/2023

dallaprime guerrediconquista della Roma delleorigini. Ma inquell'estate del 390 le cose vanno diversamente. L'esercitodi Brennononèquelloimmaginatodai Romani. I Galli non sono quel branco disorganizzato di predoni conelmicornuti in testa. I Galli sono senza dubbio meglio disposti dei Romani, troppo tracotanti e convinti della loro forza presunta. E dalla forza presunta alla presunzione ilpasso è brevissimo, pronto anaufragare nella disfatta. Ecco cosa succede. Parola di Livio: "Non appenale gridadei Galliarrivaronoalle orecchiedeipiù vicini di fiancoe ai più lontani alle spalle, i Romani, prima ancora divederequelnemicomaiincontratoin pre-

cedenzaesenzanondicotentarelalotta, maaddirittura senza far eco al grido di battaglia, si diedero alla fuga integri diforze e illesi. Inbattaglia noncifurono perdite. Gliuominidelle retroviefuronogliuniciadaverelapeggio perché, nella confusione della fuga, si intralciavano a vicendacombattendogli unicon glialtri. Sullariva del Tevere, dove erano fuggiti quelli dell'ala sinistra dopo essersi liberati delle armi, ci fu una grande strage: moltissimi, non sapendo nuotareo stanchi, appesantiti dalle corazze e dal resto dell'armatura, annegarono nella corrente. Il grosso dell'esercito riuscì invece a riparare sano e salvo a Veio. E di lì non solo non furono inviati

rinforzi a Roma, ma nemmeno un messaggero con la notizia della disfatta. Gli uomini schierati all'ala destra, che si era mantenuta lontana dal fiume in un punto più vicino alle pendici del monte, si diressero in massa a Roma e lì, senza nemmeno preoccuparsi di richiudere le porte, si rifugiarono nella cittadella".

I Galli non cantano all'alba: urlano. E quell'urlo basta a far scappare via di corsa i Romani, in modo vile e vergognoso. Tuttiagambelevate, creandodissestinelle retrovie, anch'esse in fuga, ma ostacolate dalla fuga delle prime linee. Per cui morti, feriti e dispersi sono tutti causati dalla paura dei Romani: chi resta stritolato sotto le gambe dei fuggitivi, chi annega nel fiume perché appesantito da armi mai usate, chi muore di paura alsolo sentire quell'urlo di guerradeiGalli. Unadisfatta totale con tuttoquanto ne deriva, ben noto e raccontato dai libri di storia. Ripiegando, i Romani, dimenticano aperte le porte della città e i Galli entrano, saccheggiano, oltraggiano i Senatori, bruciano tutto quanto trovano ad impedire la loro marcia. Altrove è caos, è fuga, è terrore. Ecco le oche del Campidoglio, starnazzanti all' arrivo dei Galli urlanti. E, starnazzando, avvisano dell'arrivodeinemici.

Ecco Marco Papirio, Senatore assieme ad altri settantanove resistenti, biancovestiti e barbuti, immobili come statue. I Galli urlanti tacciono entrando nell'aula e vedendo queste figure statuarie. Sono uomini o statue di divinità? Si chiedono ingenuamente i barbari urlatori. Al che uno di loro si avvicina a Papirio e gli tiralabarbaper verificare se fosseuomo o statua. Ma Papirio è uomo, anzi è Senatore e - come tale - degno di rispetto e non alla mercé di un Gallo qualsiasi. Per cui il Senatorenon più immobilereagisce con una bastonata data con il suo scettro d'avorio sulla testa del barbaro il quale ricambia la cortesia uccidendolo.

Ecco Furio Camilla, dittatore ancora una volta, intervenire nella trattativa per ristabilire la pace. Trattativa difficile come tuttele trattative trachistavincendo e chi no. I Galli se ne andranno se si pagherà un riscatto in oro. E i Galli, oltre alle urla belluine, sanno anche barare sul prezzo per cui truccano la bilancia con la quale pesare le mille libbre d'oro necessarie a comperare la pace. Alleprotesteromane Brennoreagisce urlando (è unacostante)"Vaevictis!" (Guai ai vinti!). FurioCamilla non ci sta urlando a sua volta "Non auro, sed ferro, recuperanda est patria!" (Non con l'oro ma con il ferro si riscattala patria) e alla fine vincerà

Tutto questo oltre a essere storia leggendaria trova un riscontro nella storia dell'artemoderna.

Ecco Paul Joseph Jamin, francese, esponente del Classicismo Accademico, un movimento della seconda metà del XIX secolo, di stile poco gradito e definito Arte accademica, o art pompier, perché eseguita con tecnica eccellente, maritenutavuota, falsae di cattivo gusto. Jamin rappresenta Brenno e il suo bottino nel 1893. La scena è degna di un sandalone: così si chiamavano familiarmente i film in costume greco-romano giratitra glianni Cinquantae Sessanta. Brennoè sullo sfondo con tanto di elmo cornuto. Art pompier sotto-

lineava il ridicolo presente proprio nei copricapo dei guerrieri rappresentati, elmi simili a quelli dei vigili del fuoco dell'epoca. In primo piano, i tesori strappati ai Romani tra schiave nude immancabili. Ecco ÉvaristeVital Luminais, altro pompiere. Si cimenta ne L'invasione gallica nel quale i colori raccontano angoscia e speranza. In primo piano i cavalli avanzano in un ambiente cupo di angoscia, diradato all'orizzonte nel profilodegliedificidi Romavisti in una luce più chiara: la lucedellasperanzadisuperareil momentoeriprendere la strada della libertà

A distanza di oltre un secolo dai dipinti di questi artisti non mi sento di condividere le critiche sollevate allora e non solo contro queste manifestazioni. È lettura, è interpretazione del mito, è desiderio di dare un corpo reale a storie perse nella notte dei tempi. È tentativo di dare forma a parole millenarie, per definizione senza forma. Se critichiamo queste immagini (anche se a tratti eccessivamente romantiche nel loro classicismo), dobbiamo esorcizzare ogni ricostruzione successiva, dal romanzo al teatro, dal teatro al cinema, dal cinema alla radio e alla televisione. La fantasia è il punto più alto delpensiero.

"Ogni donna di tutti i giorni è una donna che non ti aspetti"

Se fosse uno slogan, diremmo che esistono donne di tutti i giorni e donneche non tiaspetti. Inentrambi i casi conosceremo donne che hanno dimostrato carattere, spirito di gruppo e coraggio, e le potremo incontrare al supermercato, in una corsia d'ospedale, oppure sul campo di battaglia. Arrivano da ogni tempo, e da ogni luogo del mondo. E hanno in comune una storia da raccontare, perché ogni donna di tutti i giorni è unadonnachenontiaspetti.

DONNE DI TUTTI I GIORNI

"Haimaivisto queipupazzideitiria segnochecolpiti s'abbassano per poi rialzarsi edabbassarsidinuovo sottoitirideigiocatori? Ebbene io sono molto simile a quei pupazzi". Tra le mani hai questa lettera, una delle oltre quaranta che tuo nipote Alberto Moravia ti scrive. Il vostro scambiofittodimissiveservearafforzareunlegamechetustessahai salvatoe custodito quando, ragazzino, tuonipotesiammalava efosti tu a farlo curare e guarire. Non fu l'unico gesto che facesti, perché allastoriaseiconsacratacomeunadonnaspecialeinognimodopossibile, ti chiamiAmelia e sei stata scrittrice, drammaturga e poetessa negli anni più bui della storia italiana.

Amelia Pincherle Rosselli nasce a Venezia nel 1870. La sua famiglia d'origine è agiata e benestante ma il suo matrimonio si rivela fallimentare poiché il marito dilapida rapidamente il loro patrimonio, così lolasciaeconitrefigliAldo, Carloe NellositrasferisceaFirenze dove inizia la sua collaborazione con diverse associazioni scrivendo per riviste e quotidiani. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando l'Italia entra al fianco dell'Intesa e la notizia viene dichiarata ufficialmente nella sera del 20 maggio, Amelia, elettrizzata poiché cresciuta in unafamigliadi appassionati interventisti, di quella serata dirà: "Vedo ancora l'immagine dei miei figliche spalancano la finestra per metter fuori la bandiera". Lei chedasempre frequenta l'ambiente nazionalista, incuorsuo spera che il conflitto risolverà la questione territoriale di Trento e Trieste in uno scenario di epopea risorgimentale nel quale erano attivi membri delle famiglie Pincherle e Rosselli da sempre. Ma sarà un periodo di prove molto dure e di grande coraggio. Sappiamo di lei che durante il conflitto, nonostante la morte del primogenito Aldo nel 1916, si prodiga per l'assistenza alle famiglie dei soldati, alle vedove e agli orfani. E dopo l'uscita del suo romanzo "Fratelli minori" (1921), che racconta la crisi di molti giovani della generazione che aveva combattuto al fronte, comincia il buio periodo della dittatura fascista. I suoi figli Carlo e Nello, impegnatiattivamentenelconflitto, verranno presto perseguitati e poi esiliati in Francia. Amelia li segue in esilio e non si perde d'animo fino al tragico epilogo del loro assassinio per mano di sicari francesi, presumibilmente assoldati da fascisti. Non può lasciarsiandare al dolore, e lotta strenuamenteper daregiustizia e verità a quegli omicidi ordinati, fino a scrivere e rendere pubblico a mezzo radiofonico un messaggio ai patrioti e ai partigiani dell'Italia Settentrionale poi pubblicato nel 1945.

Solo tempo dopo scopriremo dello scambio di missive che con suo nipoteMoraviaandavaavantidasempre. Lo hasalvatodaragazzoe non lo ha mai abbandonato neanche durante il periodo in cui entra a farpartedel Partitod'Azionebattendosi perildirittoalvotoalledonne e tenendo sempre alta la memoria dei suoi figli. Amelia muore a Firenze nel 1954 e di lei vengono pubblicate le "Memorie", ma delle risposte che inviava a Moravia non c'è traccia, poiché egli nondava peso ai ricordi. Abbiamo invece le lettere cheAmelia ha conservato e che sembrano urlare a gran voce la metafora dell'esistenza di entrambi, AmeliaeAlberto: "Quando nonsi vive ci si annoia, e quando si vive si soffre. E questo è tutto".

--,------
,--

Stai correndo verso il primo nascondiglio disponibile, ma tihanno intercettataenonhaiscelta, daoggivivraiinclandestinità. Nonsmetteraimai di lottare nella Resistenza, curerai i feriti di guerra e gli orfani, libererai gli ebrei dall'oppressione, e lo farai sempre senza paura. Definita una cittadinaalserviziodellasocietàe dellacultura, ti chiamiAlba e questa è latuastoria.

Alba Dell'Acqua Rossi nasce a Milano nel 1917. La sua è una famiglia pacifista e anarchica e lei impara fin da ragazzina a comprendere la guerra. Non dimenticherà mai un fatto accadutoquando aveva solo dodici anni: un giorno i fascisti fecero irruzione nello studio del padre imprenditore, e portarono fuori, nel cortile, tutti i libri presenti nella biblioteca per farneunaccecanterogo. Bruciareilibri, cheattoera? Che senso aveva? Ben presto quel gesto acquista una dimensione e un significato ben preciso: i vostri testi anarchici sono da oggi censurati. Come censurata da oggi è la vostra libertà. Alba sa cosa fare e non si perde d'animo: si diploma esi laureae lo fa in breve tempo, ottenendo il massimo dei voti. Già laureata in matematica e fisica a venticinque anni, con due cattedre che l'aspettano nel Sud Italia, devia il suo destino. Intraprendere un viaggio fino al Sud è impossibile in un Paese in quel periodo spaccato in due dalla guerra, così resta a Milano e rinuncia, solo temporaneamente, all'insegnamento per una ben nobile missione a cui non intende sottrarsi: lottare al fianco dei partigiani ed entrareattivamente afar partedella Resistenza. Inizialmente è una staffetta che viaggia per raggiungere nascondigli incui sonocustodite armiche poiconunfurgoncino prelevaper portarle ai partigiani della Val Sesia. In seguito, raccoglie informazioni e documenti falsi per gli ebrei ealtri ricercati. Nasconde i documenti e il materiale nella sua casa, sa muoversi e non viene mai presa. Sarà l'incarico di portare una ricetrasmittente a Cino Moscatellicommissario politico delle Divisioni Garibaldi - che le procurerà un nuovo cambio di rotta: viene intercettata ed è costretta a fuggire per proseguire la sua lotta in clandestinità.

Non può tornare a Milano, così si unisce alla HA Divisione GaribaldiRedi-perprestaresoccorsoai feritineicampiospedaleallestitidurante l'emergenza. Al suo fiancoc'è un medico, Pino Rossi, che presto diventerànonsolounalleatosul campo maanchesuomarito. Solo nel dopoguerra- sebbene sempreattivanelle organizzazioni resistenziali- può tornare a dedicarsi a quei libri chenon ha mai smesso di studiare, e pubblica testi scolastici nel periodo in cui riprende le sue cattedre di matematica e fisica come docente delliceo Leonardo Da Vinci. Per tutta la sua vita non ha mai smesso di rilasciare testimonianza di quegli anni difficili di lotta per far conoscere ai giovani la storiasenzamai indottrinarli.

Conglistudenti decidedi nonprendereunaposizionenetta, nonvuole convincere nessuno dei suoi ideali, quello che desidera è raccontare i fatti perché non siano dimenticati. Così, contribuisce a fondare l'Istituto pedagogico della Resistenza di cui è anche presidente. Questo, neltempo, lefa guadagnare l'attestato di benemerenzacivicadel comune di Milano.

Alba muore il 24 luglio 2011, dopo aver lottato una intera vita perché altri libri come quelli della sua biblioteca non venissero bruciati mai più, lasciando alla cenere solo lacensura e il bavaglioche l'oppressione di qualunque guerra e in qualunque tempo spesso getta sulla libertà di parola.

CHE NON TI ASPETTI
DONNE

MEDITERRANEO

La guerra e'è, ma non si vede

di Fabrizio Luperto

Giugno 1941: su un'isola greca abitata quasi esclusivamente da donne e bambini, dove i pochissimi uomini sono gli anziani scampati alla deportazione dei tedeschi, sbarca un manipolo di soldati italiani che ha il compitodipresidiarel'isola. Ciresteranno tre anni, dimenticatidatutti. Diretto da Gabriele Salvatores, "Mediterraneo" è una delle tante versioni aggiornate della gloriosa commedia all'italiana, qui in formato light che, come tradizione vuole, oscilla tra il drammatico (poco) e il comico (tanto) e che gioca con la formula degli "italiani brava gente", in cui si condensa un'immagine edulcorata dei soldatiitaliani. Un'immagine che tanto piace negli USA e che probabilmente ha contribuito in maniera determinante all'assegnazione del premio Oscar come miglior film straniero, nonostante tra i candidati all'ambita statuetta ci fosse "Lanterne Rosse" capolavoro di Zhang Yimou, due volte vincitore del Leone d'oro a Venezia con "La storia di Qiu Ju" (1992) e "Non uno di meno" (1999), oltre che regista della maestosa cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Pechino del 2008 Cast che oggi potrebbe sembrare

stellare, ma che all'epoca, se si esclude il già noto Diego Abatantuono, era composto da semisconosciuti; infatti, Claudio Bisio, Antonio Catania, Gigio Alberti, tutti appartenenti al gruppo del Teatro dell'Elfo (come lo stesso Salvatores), erano alle loro prime esperienze cinematografiche.

"Mediterraneo" è il terzo film della "tetralogia della fuga" di Salvatores ("Marrakech Express" 1989 -"Turnè" 1990 - "Mediterraneo" 1991 - "Puerto Escondido"1992)il cui filoconduttore è la fuga da una realtà che sifatica a comprendereononsivuoleaccettare. «Non si viveva poi così bene in Italia, non cihanno lasciato cambiare niente... e allora gli ho detto... avete vinto voi, ma almeno non riuscirete a considerarmivostrocomplice...cosìgli hodetto, esontornatoqui ».

Cosi parlava il Sergente Maggiore NicolaLorusso (DiegoAbatantuono), la coscienza morale del film, ormai anziano, con lo sguardo pieno dimalinconia e antica rabbia pensando a quellochepotevaessereenonèstato. Un uomo che dopo aver combattuto in Africa al termine della guerra pensava, ingenuamente, in un coinvolgimento popolare nel processo di cambiamentodelPaese. Resosicontodifarparte di quella grossa fetta di

italianiesclusidatutto, delusoesfiduciatodecidedilasciarel'amata Italiae ritornare su quell'isolaincontaminata, forseinseguendo unpersonale oblio. Pellicola volutamente "leggera", non priva di errori e qualche ingenuità (gli effetti speciali della distruzione della nave erano già al tempo involontariamentecomici)mache, comunque, segnaunapaginaimportantedelcinema nostrano, quel cinema diuna generazione di registi (Amelio, Martone, Luchetti, oltreaSalvatores)cheacavallo tra gli anni Ottanta e Novanta aveva qualcosa di nuovo da dire. Gabriele Salvatores utilizza la guerra (che non sivede) come elemento di frattura tra unprimae un dopo, amarariflessione suunagenerazionetraditadapromessenonmantenute, esattamentecome la generazione a cui appartiene il regista, infattil'ambientazione neglianni Quarantaèsolounametaforaperparlare dei sogni e delle speranze di chi aveva vent'anni negli anni settanta e aveva creduto in un "cambiamento", una generazione che siritrovò adulta, priva (e forse tradita)di quell'impegno politicoesocialecheavevasegnatogli annidellagiovinezza.

Mediterraneo è un film malinconico, cherestanelcuore, perchétuttiabbiamo unasperanzasvanita, una piccola sconfittanatada unafiduciatradita.

Nella pagina a fiancoe in alto: scene tratte dalfilm.
n. 5/2023 I Rivista Militare 21

Glistrumenti musicali, di qualsiasi tipo, hanno sempre avuto la fama diessere oggetti di grande pregio ma molto delicati, spesso delicatissimi. Ma può un violoncello aver attraversato la guerra di trincea agli inizi del Novecento, fra assalti, bombardamenti e marce forzate? Sopravvivendo addirittura ai suoi due creatori? Ebbene sì, è il caso di "/e Poilu".

Siamosullalinea Maginot, inpieno primoconflitto mondiale, più precisamente il 30 giugno 1915 quando

Antoine Neyen e Albert Plicque, due soldati del 274° rgt. fanteria francese, falegnami nella vita civile, decisero di costruire per il loro commilitoneMauriceMeréchaluno strumento da "trincea", improvvisandosi liutai per il loro amico.

Nel 1914 Meréchal aveva appena terminato gli studi al conservatorio di Dijon quando fu arruolato e inviato al fronte a combattere nel 274° rgt. Era un giovane e talentuoso violoncellista, figlio della piccola borghesia francese, con

un animo sensibile e affettuoso e in quei giornibui le sue abilità musicali furono più che mai utili. La vita al fronte era durissima e terribile e Maurice annotò le sue esperienze, sino al 1919, in un diario personale nel quale si può leggere della sorpresa che gli fecero i suoi due colleghi. Usando come materiale delle casse di munizioni, costruirono per lui un violoncello, grezzo ma risonante, e lo battezzarono "le Poilu" ("ilpeloso"), come il soprannome che avevano i soldati al fronte per via delleloro umiliorigini, provenienti principalmente dalle campagne, tutti con barba e baffi. La forma era assai squadrata e non sinuosa come un violoncello da orchestra; il piano armonico piatto, così come il retro e le fasce. Il legno, chiaramente, grezzo e rugoso, come, appunto, le casse delle munizioni. Ma aveva "un che", un suono personale e, comunque, il suo mestiere di strumento lo faceva bene, con una buona into-

nazione violonce

reggim o era i a Ourton ma, ben to in prima linea. Meréchal lo suonò p rata del conflitto, porta pre con sé, nascosto in nei camion dei rifornim riparo nelle "tane" durante salti e i bombardamenti. Le che uscirono da "le Poilu" furo di conforto ai soldati al fronte in innumerevoli occasioni, in alcuni casi anche sotto il piovere delle bombe. Suonava per i suoi commilitoni, nei riti religiosi o per gli Ufficiali. Insegnava anche musica all'occasione. Con il passare del tempo e il crescere della sua notorietà, il Generale Mangin, Comandante della SA Divisione di Fanteria, amante della musica, reclutò Meréchal per suonare in un'ensemble da lui costituita, il "quintetto Mangin", assieme adaltrimusicistidi grandevalorecome Lucien Durosoir e Henri Lemoi-

di Pierfrancesco Sampaolo
22 Rivista Militare I n. 5/2023
1------------------------------------------------------------------------------------------------

ne al violino e Andre Caplét alla viola. Il quintetto si esibì in molti contesti, di fronte a truppa e alti Ufficiali dell'Esercito francese, riscuotendo molto successo.

Il 21 febbraio del 1916 cominciò la battaglia di Verdun e "/e Poilu", con il 274° rgt., conobbe anche quell'inferno, dove caddero circa 700.000 uomini fra tedeschi e francesi (305.000 morti e 400.000 feriti). Lui rimase miracolosamente indenne nei dieci mesi di combattimenti che seguirono, nonostante fosse in prima linea. Anche Merèchal si salvò e fu insignito della Croce di Guerra per i meriti in combattimento.

Ma anche "/e Poilu" ebbe le sue "decorazioni", tutt'oggi visibili sul suo corpo. Oltre i nomi dei suoi creatori, l'appartenenza al reggimento e la sua data di "nascita", riporta le firme di cinque Generali che lo ascoltarono suonaredurante gli anni di guerra e ne rimasero estasiati: Foche, Pétain, Mangin, Joffre e Gouraud (1).

Al termine delle ostilità, Merèchal diventò unmusicistadifamainternazionale mantenendo però sempre vivo dentrodiséilricordodiqueglianniterribili, dei suoi amicicaduti, deiconcerti con "le Poi/U' sottolebombe. Durante l'occupazione tedesca della Francia nella Seconda Guerra Mondiale, per via della sua notorietà, venne invitato dagli occupanti nazisti a esibirsi per loroma,questavolta, sirifiutò. Nel 1942 fu assunto come Professore al Conservatorio di Parigi, istruendo generazioni di grandi musicisti, carica che ricoprì fino alla sua scomparsa, nel 1964. "Le Poilu", invece, è ancoraoggicustodito al Museo della Musica della capitale francese e reputato come "laGioconda"delluogo.Nel2011ne vennecostruitaunacopiadal liutaio Jean-Louis Prochasson che, ancora oggi, vieneusatain molti concerti. I suoi due costruttori, Neyen e Plicque, non sopravvissero al conflitto e di loro si sa grazie a quest'incredibilestrumento passato allastoria. Tutt'oggi, il"violoncellodelletrincee" viene considerato come uno degli oggetti più emblematici della follia e dellecontraddizionidella guerra.

--,----------------------------------------------------------------------------------- ---,--
24 Rivista Militare I n. 5/2023

NOTE

1) Rispettivamente, il Comandante in Capo delle Forze Alleate sul Fronte occidentale (dal 1918), Comandante Supremo delle Forze francesi (dal 1918), Comandante della SA Divisione di Fanteria, Comandante Supremo delle Forzefrancesi(fino al 1916), Comandante della IVArmata.

SITOGRAFIA

https://it.frwiki.wiki/wiki/Poilu_(violoncelle)

https://www francetvinfo.fr/culture/ musique/classique/le-quot-poiluquotun-violonceIle-fabrique-dans-1estranehees-renait-dans-un-concert-ala-cite-de-la-musique_3350923.html https://collectionsdumusee. phiIharmoniedeparis.fr/doc/M U­

SEE/0159993

n. 5/2023 I Rivista Militare 25
-
• ---1-
di Paola Pucci
, • , ..

Vittoriainblucobalto. LaCoppaEsercito si tinge idealmentedel colore del COMACA, quando i suoi giocatori la innalzano in segno di conquista. Sono loro i neo campioni del primo torneo calcistico della ForzaArmata. Infinalelasquadradel ComandoArtiglieria Controaereiin rappresentanza di COMFOTERSPT (Comandodelle Forze Operative Terrestri di Supporto), ha sconfitto i bianchi del COMLOG (Comando Logistico)per4-2. La partita è stata giocata nel pomeriggio del 5 luglio, presso il Centro Sportivo Olimpico dell'Esercito, alla presenza dei vertici della FA e dei numerosi tifosi intervenuti a supportareleduesquadre.

Nel procedere alla premiazione, il Capo di SME, Generale di Corpo d'Armata Pietro Serino, ha espresso soddisfazione per l'ottima riuscita dell'evento, frutto di lavoro di squadra, spirito di corpo etanta passione, chehannocaratterizzatol'interosvolgimentodellamanifestazione.

Perché alla fine in campo c'è una sola vincitrice, ma tutte le squadre sonostatevirtualmente vincenti sotto il profilo dell'impegno, dell'agonismo edellasportività più autentica, perun verotrionfodelcalcioedelfairplay. Svoltosi dal 15 maggio al 5 luglio, il torneo calcistico è stato organizzato dal V RepartoAffari Generali, con la finalità di incentivare l'attività sportivadelpersonalemilitareerinsaldare la coesione e lo spirito di appartenenza a tutte le unità dell'Esercito. Losportpiù bellodelmondo, capace di entusiasmare e far sognare: il calcio, è al tempo stesso una disciplina sportivaingradodi esaltareefficacementeil giocodi squadra, latenacia, la resilienza e la condivisione per il raggiungimento di un unico obiettivo. Proprio a similitudine di quanto avviene nell'attività addestrativa e operativa militare.

L'iniziativa ha registrato numerose adesioni, sin da subito. Sono state infatti 18 le squadre iscritte, tanto che si è resa necessaria una prima fase di eliminatorie, per portarle alle 16 previste nel tabellone. Accoppiamenti decisi con pubblico sorteggio. Tutteleformazionisceseincamposi sonorivelatesindall'iniziomoltomotivate ed estremamente agguerrite

--1---------------------------------------------------------------------------------------------------r

versolaconquistadellaCoppa.Ogni squadrahasaputoinfattiesprimereil meglio di sé, con una propria tattica di gioco e schieramenti studiati sulla base delle potenzialità espresse dai singoli giocatori, con incontriall'insegnadelcalciounitoallacorrettezzae rispetto delle regole.

E la finalissima non ha deluso le aspettative. Ritmo serrato, azioni di gioco ben costruite, con numerose occasioni di goal oltre alle reti del punteggio, hanno permesso ai numerositifosiintervenutidiassisterea unapartitadibuonlivello, nell'ambito dello sportamatoriale.

Arbitro d'eccezione il Maresciallo CapoLivioMarinelli, direttamentedalla serie A Prima del fischio d'inizio, l'inno di Mameli eseguito dalla Banda dell'Esercito, diretta dal maestro FilippoCangiamila, che hacomposto ed eseguito anche l'inno del torneo; presentazione e commento a bordo campoacuradiRadioEsercito. L'incontro haevidenziato sin dall'inizio le differenti peculiarità delle due formazioni. Più energico e scattante il gioco del COMLOG, contrapposto alla performance più riflessiva ed espertadelCOMACAchemeglioha saputo portare a buon fine le occasionidigiococostruite. Primo tempo equilibrato, connumerose occasioni per entrambe le squadre, che termina sullo 0-0. Ma al 4' della ripresa il COMLOG si porta in vantaggio con Lorenzo Pecorari. Immediata la rea-

zionedelCOMACAchepochiminuti dopo (7') ristabilisce la parità grazie alla rete segnata dal capocannoniere del torneo Antonio Restifo Oliveira, grazie a un'azione ben costruita dalcentrocampo.

Al 16' si porta nuovamente in vantaggioilComandoLogisticoconuno scattanteFederico Tappi, ma pareggia nuovamente al 18' il Comando Artiglieria Controaerei con una rete sempre di Oliveira. Passano pochiminuti e unaconcitazione in area fa scattare il calcio di rigore per ilCOMACA; al 25', è Danilo Macaria spiazzare il portiere, portandola squadrainvantaggio.Grande reazione in pressingcontinuo del COMLOG, più volte vicino alla porta avversariasenzaperòriuscireadagganciareilpareggio.Eapochiminuti dalfischiofinale, ilComandoArtiglieriaControaereidilagagrazieallarete di Rosario Bolla, il capitano, che segnaildefinitivo4a 2. SfidafinaletraCOMLOGeCOMACA dunque, ma rivediamola "cavalcata" che le ha portate alla gara decisiva. Il COMLOG, negli ottavi di finale ha eliminato con ampio margine l'Ufficio Generale CRA El; nei quarti di finale, più soffertoilpassaggioalturno contro il COMTA (2-0 all'andata, 2-3 al ritorno); in semifinale contro il V Reparto SME vittoria più ristretta 1-0, in un incontro più equilibrato e conSME V Reparto che ha dato del filo da torcere all'avversario, fino

all'ultima singola azione di gioco. Il COMACA invece ha prevalso con ampio margine sul COMFORDOT negli ottavi di finale, nei quarti ha battuto il 1° reggimento trasmissioni e in semifinale il5° reggimentoFanteria "Aosta"con un netto 2-0. La Coppa Esercito in numeri ha significato: 18squadreincampo, circa 407 giocatori in azione, per un totale di 31 partite disputate, attraverso le fasi degli ottavi e quarti (andata e ritorno) semifinali e finale. Oltre 12.000 levisualizzazioniper le news nelsitodiSMEmentrelafinaleèstatatrasmessa in diretta streaming. AcontendersilaCoppaEsercito2023 sono scese in campo queste squadre, rappresentative dei Comandi e dei Reparti della Forza Armata: ComandoTruppeAlpine,ComandoMilitaredellaCapitale, COMFOTERSPT (6° rgt.geniopionieri); NRDCITAHQ (1° rgt. trasmissioni), SME (CRAEl), SME (VIReparto-COMC4EI), SME (ODI), COMFOTER COE (AVES), COMFOP SUD (4° rgt. genio guastatori), COMFOP SUD (5° rgt. fanteria "Aosta"), COMFOP NORD A, COMFOP NORD B, COMFOTER SPT (ComandoArtiglieria Controaerei COMACA), SME (SME V Reparto), Comando Logistico dell'Esercito (COMLOG), COMFOTER SPT (28° rgt."Pavia"), COMFORDOT. Tutte escono a testa alta dal torneo, rinnovando la sfida per la Coppa Esercito 2024.

,-----------------------------------------------------------------------------------------------------

LAMIGLIORE FOTO

Congresso dellastampa militare europea

Ilprimopremioperlamigliorefotografiapubblicatasugiornalierivistemilitarieuropeeèstatoassegnatoa"Rivista Militare", al 43° Congresso dell'European Military Press Association (EMPA), svoltosiaZurigoadagosto. La partecipazione italiana alla sezione fotografia (premio che viene assegnato assieme al miglior articolo e al miglior video) è stata con una foto del Graduato Aiutante Marco Valentino (Brigata meccanizzata "Pinerolo") scattatadurantel'esercitazione"Salamandra 2022" che impegnò in addestramentoirepartigeniodelComando Forze Operative Sud. Essa fu pubblicatasulnumero3del 2022all'interno del concorso fotografico "Foto d'autore". Il Col. Giuseppe Cacciaguerra ha ricevuto il riconoscimento dal presidente dell'EMPA Jojo Mulder. Il congressodi quest'annohariunito30 caporedattori e redattori, professionistideimediaefotografiprovenientida oltre 1O paesi europei. Svoltosidal 15 al 18agostosièarticolatoinseminari specializzati, visite alle industrie (Generai Dynamics European Land Sy-

stems) e a esercitazioni (SwissArmy Exhibition Connected).

Nel 1977 si riunirono a Roma alcuni responsabili delle principali riviste militari europee del tempo per conoscersieconfrontarsi suiprincipalitemi d'interesse comune. Dal successo di quell'incontronacquel'EMPA.

Oggi essa è aperta a tutti i responsabili e giornalisti di periodici europei del settore

sicurezza e difesa. Tra gli scopi dell'associazione la promozione della conoscenza delle Forze Armate edelle politichedisicurezza dei Paesi membri da realizzare attraversolafacilitazionediscambio di informazioni (in particolare, articoli pubblicati su ciascun periodico) e l'organizzazione di eventi comuni per diffondere una cultura europea della Difesa.

' E DELL'ITALIA

IN DIVISA

Claudio Casanova, terzino del Genoa e combattente nella Grande Guerra

Nell'estate del 1912 entrò nelle file del Genoa Cricket and Football Club il terzino Claudio Casanova, nato a Camigliano Ligure il 21 ottobre 1895, formatosi nella Libertas Camigliano; piùaltodellamedia(attonoai180cm), possedeva eccezionali doti fisiche, utili al calcio pensato da W Garbutt, l'allenatore. All'inizio, data la giovane età, giocò nella squadra riserve, ma nella seconda parte della stagione ebbe l'opportunitàdeldebuttoinprima squadra: accaddeaVicenzail16marzo 1913, prima giornata di andata del girone finale ligure-lombardo, partita vinta4-1dairosso-blu. Casanovafuin campo anche il 6 aprile contro la Pro Vercelli, e pur giocando bene ebbe la sfortuna di deviare nella propria porta untiro avversario: ful'autoretechedecise la partita. La stagione siconcluse con il secondo posto nel girone finale

ligure-lombardo, a 7 punti di distanza dai 18 della capolista Pro Vercelli. Ma lasquadraera in crescita, esirafforzò la stagione seguente con l'arrivo del terzino Renzo DeVecchi. Ilcampionato1913-14videil definitivo ingresso di Casanovainprima squadra, dovepoté dimostrare tutto il suo talento tecnico unito a una notevole prestanza atletica. Sidistinguevainparticolarenelcolpo di testa, che gli permetteva di contrastare il gioco aereo degli avversari. Disputò 25 partite su 28, dimostrando di essere maturato in tecnica e visione di gioco, grazie agli insegnamenti di Garbutt e all'esperienza in campo al fianco di De Vecchi. Il Genoa finì secondo nel girone finale ligure-lombardo, a 4 punti dal Casale che si aggiudicò il titolo. Quell'anno Casanova indossò anche la maglia della Nazionale: laCommissioneFederalelocon-

vacò perun'amichevole conlaSvizzera, enonèazzardatoritenerechesulla scelta abbia influito lo stesso Garbutt, voluto dalla Commissione come allenatore dopo quanto aveva dimostrato sulla panchina del Genoa. Casanova fu in campo a Berna, il 17 maggio, nella partita vinta 1-0 grazie alla rete di Luigi Barbesino, centrocampista del Casale. Fu la sua unicapresenza ufficiale. Perla cronaca, si trattò della penultima partita della Nazionale prima della sospensione bellica. Ma intanto, nell'ottobre del 1914, nell'Italia ancora neutrale cominciò il campionato, e Garbutt raccolse ifrutti del suo lavoro: il Genoa giocò 21 partite con 17 vittorie (fra le più nette, un 16-0 e un 12-0 all'Acqui,eun8-0all'AndreaDaria), un pareggioe3sconfitte.

Fu però una vittoria particolare: nella primavera del 1915 fu annunciata la

,---------------------
ILCALCIO

mobilitazionegeneraleperl'imminente ingresso dell'Italia nella Grande Guerra, e la Federazione Italiana Giuoco Calciofucostrettaasospendereilcampionato. In quel momento, il Genoa era in testa al girone finale settentrionale, ma il Torino seguiva a due punti e mancava da disputare lo scontro diretto che avrebbe potuto cambiare gli equilibri. Inoltre, doveva poi essere giocata la finale nazionale con la vincente della zona centro-meridionale. La situazionefusbloccatasoltanto nel maggiodel'19, quandolaFIGCdecise diassegnarela vittoriaal Genoa, decisionedivenuta definitiva nelsettembre 1921, unavoltarespintiiricorsidiInter e Torino. Casanova, però, non seppe maidellavittoriadelsuoGenoa; conla mobilitazione, partì per la guerra, dalla quale non doveva più tornare. Data la sua prestanza fisica, fu assegnato alla Brigata "Granatieri di Sardegna", nello specifico al 1° reggimento. Con isuoicommilitoni, varcò ilconfine il25 maggio1915, tra Palmanova e Visco, e dal4 giugno fu impegnato nell'attraversamento dell'Isonzo per costituire leprimetestediponteavanzateeproteggeresuccessivamenteigenieriche gettavano le passerelle. Il 5 giugno, i Granatieri occuparono San Canziano d'Isonzo e Pieris, per attestarsi il 9 sulle colline prospicienti Monfalcone.

Qui, il 23 giugno, con l'inizio della Prima Battaglia dell'Isonzo, il reggimento ebbe l'ordine di conquistare quota 121, obbiettivo che andò però fallito

con molte perdite, a causa della veementeresistenzanemicachefece largo uso di mitragliatrici e lanciabombe.

Stessa sorte nella Seconda Battaglia dell'Isonzo(18luglio-3agosto), quando il IV battaglione del 1° reggimento mancò la conquista delle cave di Selz perché l'artiglieria non riuscì ad aprire varchi nei reticolati. Il 1O agosto, il 1° reggimento (comandato dal ColonnelloGiovanniAlbertazzi, cheinlugliosostituì Gandini) tentò, senza successo, un nuovo attacco a Quota 121; poi, fortemente provato dalle perdite (236 caduti dal25 maggio), fu inviato con il 2° reggimento nelle retrovie, inlocalità Scodovacca, nelcomunediCervignanodelFriuli, perun periododiriposoe di riorganizzazione. Dal maggio 1915 l'orizzonte del giovane Casanova era drammaticamente cambiato: non più campi dicalcio, ma reticolati e trincee. Ma come non si risparmiava per contendere ogni pallone all'avversario, così l'ex terzino dimostrava anche al frontelasuatempradi combattente, Il 18ottobrela Brigata tornò in linea per la Terza Battaglia dell'Isonzo, nel settore del Sabotino, con il difficile compito di attaccare il cosiddetto "Fortino" e conquistare San Mauro, a nord di Gorizia; ben difese dagli austro-ungarici, le posizioni resistono. Non così la prima linea ditrincee sotto il Sabotino, che iGranatiericonquistarono il26 ottobre, primo passo per la conquista di Gorizia. La Brigata sarebbe poi stata impegnatanellaQuartaBattagliadell'I-

sonzo(10novembre-5dicembre), ma Casanovanon sarebbestato al fianco dei suoi commilitoni; nell'autunno del 1915, nelle trincee del Carso serpeggiavanoibacillidivarieinfezioni, fracui il tifo, il colera e la tubercolosi. Nonostantelaprestanza fisica, ancheilgranatiere Casanova contrasse appunto quell'infezione polmonare che gli fu purtroppo fatale. Non è chiaro il giorno in cui gli fu diagnosticata la malattia, a causa della quale si spense il20 aprile1916 nella sua Camigliano, ma un articolo in sua memoria, apparso giorni dopo sulla rivista «Il Football», fa capire che sia accaduto all'inizio dell'autunno del1915. Casanova non ebbequindi lapossibilità di vedere la vittoria del 1918, né di sapere che il campionato 1914-15 sarebbe stato assegnato al Genoa, rappresentando il sigillo della sua purtroppo breve carriera sportiva. Nell'ottobre 1922, la rivista «Genoa Club» gli dedicò questocommossosaluto: "Ora Claudio Casanova non è più. La morteci ha ghermito uno dei nostri più cari compagni quando nella primavera della vita eraaccorsoa portareilsuo valido aiuto allaPatriainpericolo. Ma se egli è scomparso, se i suoi amici e i suoi ammiratori, che erano legioni, non potranno più correre ad applaudirlo e ad ammirarlo, le sue doti e la sua figura non saranno mai più dimenticatedai socidel Genoa Club, i quali commossi rimpiangono ancor oggi levirtù delcaro scomparso".

Orgogliosi del progetto "A gonfie vele conU=ò il Cancro"

"S�:;,q�sta na'Le,-enè AOr:l a caso si chiama Nave Italia, i valori d s@ridarietà, inclusi'Stà, passione e professionalità _-hanno creato un forte e sofi�o legame tra bambini, eccellentiprofessionistidelmcmdosanitarioeForzeArmate.Un legame in grado di abbatterebarriere fisiche e mentali un tempo ritenuteinsormontabih La Difesa èorgogliosa efelice di far parte di questo progetto. Voglio ringraziare tutt·""'i_...,--.J,, colorochehannocredutofortementein questainiziativae P:·raz-ione "Strade Sicure" presenza costancontinuanoaportarla avanti". te-dello Stato al fianco dei cittadini Così il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, a bordo di NaveItaliadovehatrascorsoalcune oreconungruppodi marinaispeciali: 11bambini,dietàcompresatrai 1O ei13 anni, seguiti dal Dipartirrento di onco-ematologia dell'OspedalePediatrico"Bambin Gesù"di Roma.Bambitiiche, grazie al progetto "A gonfe vele contro il Gancro", stanno sperimentando nuove abilità e nuovi comportamenti che li aiutinoadaffrontarelalorovita.

A bordo del veliero della Marina Militare questi �agazzi vivono un'esperienza unica nel suo genere, frutto della combinazione di disciplina di bordo,spirito <Sli solidarietàe inclusività sociale. Un forte legame si crea, o ni volta, tra loro, l'equipaggio militare eil personale medico, cotente larielaborazionedellorovissutoospedaliero,conunaere

"QuindiciannididedizioneepresenzacostantedelloStato al ianco dei cittadini: 'Strade Sicure'rappresenta un ulteriorecontributoallasicurezzadelPaeseedellacollettività. Un ringraziamentospeciale all'Esercito,alle Forze dell'Ord_ine e alle Forze Armate che, nel corso degli anni, sono sJate impegnate in questa operazione trala gente. La nostra Nazione è più sicura anche grazie al vostro impegno ltJSt-ancabile". Così il Ministro della Difesa Guido Crosetto -r:1el (qtliAelicesimo anniversario dall'avvio dell'Operazione "StradeSicure".

Un'operazione che ha dimostrato la sua efficacia con risultati�rilevanti, come confermato dai 33 milioni di -ontrnlli effettuJi che hanno portato al sequestro di 1.700 armi, 16.65Q veicoli e di oltre 2,5 tonnellate di sostanze stupefacenti.

Negli anni "Strade Sicure" ha saputo adattarsi alle diverse esigenze del Paesee. Tra le principali, la "Terra dei Fuochi", dove i militar ha, no individuato quasi 1.700 roghi di origine dolosa e circa .ODO siti di sver-

scitadell'autostimaedella socialità,eliaiutaadaffrontare unavitanonfacile.

Abordodi NaveItalia,insiemealMinistroCrosetto,c'erano il CapodiStatoMaggioredellaMarinaMilitare,Ammiraglio di Squadra Enrico Credendino, e il Presidente della Fondazione"Tenderto NaveItalia", MarcoTronchettiProvera. La campagna di solidarietà di Nave Italia 2023 è salpata ad aprile dal porto di La Spezia per toccare, lungo tutto il periodo primaverile ed estivo, i porti italiani di Genova, Savona, Livorno, Civitavecchia, Olbia e Cagliari.Abordo, incompagniadeimilitariedelpersonaledellaFondazione, ci sono anche 23 associazioni ed enti no profit del Terzo settore che aiutano i bambini a sperimentare il "metodo" NaveItalia. Un metodo positivo e innovativo che influisce

samento illecito di r;ifiut1, i'EXPO 2015, il Giubileo del 2016, il G�di T�or�ina, i terremo!i nel Centro Itali� e sull'Isola dll1sch1a, 11 Vertice G20d1 Roma. L'Operaz10- ) ne "Strade $icure' è stataistituitail 4 agosto 2008 (con la legge n. ��5 del 24 luglio del 2008) per assicurare il presidio de territorio e delle principali aree metropolitane e la sor:�eglianza 1éféi punti più sensibili per la comunità nazionale. "

I -.,
32 Rivista Militare I n. 5/2023
•, I 1/ ---1---------------------------------------------------------------------------------------------------

"L'obiettivo è far;, toEnare la pace in Europa. Per questo dobbiamQ5Per§egu·re due vie parallele: da un lato contirauare-aa aiutare l'Ucraina, e l'Italialo hafatto più di ogni altro Paese, e dall'altro cercare di costruire un tavolo di aialogoche riescaa costruire lecondizioniper una pace giustatraUcrainae Russia".

Cos.ljJ Ministm della Difesa, Guido C3 osetto, in'fervenendG1 allar1unio eintarmaledeiMinistci_dèlla Difesa ,ell'UnioneELropea, chesiè�utaaToledo, dedicata�iprincipali temi, dello scenario ir}t@f az:iGnale, tra i quali-anche Africa, Mediterraneoallargato, !Erbano. "C'è preoccapazione perché ogni volta che sidestabilizza un paese africano, penso a Sahel, al Niger:, al Gabon, aumental'insicurezza per l'Europa, con il �ischio di insediamenti di terroristi, criminali e trafficanti di esseni umani e di armi. L'Unione Europ a �eve diventare un protagonistapoliticoperaffrontaremoltideiproblemiche adessononsembranotoccareicittadinieuropei, mache in breve tempo possono diventare decisi\li. Qua�sta accadendo inAfrica impone un impegno e un ai;>proccio diverso. Sempre più urgente si rivela la necessità di costruire una politica comune che favorisca una ved ere-

letteradiintentiperrafforzarelacollaborazionenelsettoredell'industriadelladifesa traItaliae RepubblicaCeca. Il Ministro Crosetto ha incontrato, infine, il Commissario Europeo, Thierry Breton, per parlare di Ucraina e delle iniziative italiane per arrivare a un tavolo che promuova la pace. Proposteitalianelacuivaliditàebontàsonostate ampiamente condivisedallacont�oparte.

Al suo arrivo nella città spagnola, il Ministro Crosetto è statoaccoltodall'Alto Rappresentante dell'UE per gliAffari Esteri e laPolitica di Sicurezza, Josep Borrell, e dal Ministrodella Difesa dellaSpagna, Margarita Robles.

GCAP: il Ministro Crosetto incontra delegazione parlamentare giapponese

La sicurezza dei nostriPaesi dipende dalla capacità di agire in modo coordinato con strategie condivise. Le s-fiEle-globali e le criticità future impongono un'azione coesapemhé dialogoe diplomaziasonoil presupposto essenziale ptr la pace". Oosì il �inistro della Dì�sa, Guido Crosetto, nel corso dell'inc9ntro con la delegazione giapponese deMo"StandingL_,.ommittee on National Security, lrlouse of Representatives", guidata dal Presidente Makoto Oniki.

scitaeconomica, checostruiscapercorsi democraticiele miglioricondizioni affinché i popoli africani non tlebbano più scappare balla povertà, dallafame, dalle Q!Llerre".

"Su questi grandi obiettivi internazionali, come Europa dobbiamo imparare a muoverei tutti insieme. Occorrerà del tempo, ma u� passo all. volta tutti questi obiettivi si possonoraggiunQier.e"-naribaditoilMinistro"

IlMinistroCrosetto, amarginedellariunione, haincontrato il Sottosegretario Generale dell'ONU per le operazioni di pace, JeanPierre Lacroix. Incontro durante il quale è statofatto ilpuntodellasituazionein merito alcontributo italiano allemissioni di peacekeeping ONU, in particolare alla missione UNIFIL (UnitedNations Interim Force in Lebanon) inLibano.

A seguire, l'incontro con il Ministro della Difesa ceco, Jana Cernochova, durante il quale è stata firmata una

la Gran Bretagna. Programma per un nuovo velivolo disestagenerazione conrilevantiricadute per lasicurezza e lo sviluppo tecnologico, oltre che nel cam129 della ricerca e innovazione nel settore aerospaziale e della Difesa. Durante l'incontro è emersaì la comune volontà di rafforzare la collaborazione nell'ambito dell'industria della Difesa. Lo scorso 30 giugno il Ministro Crosetto aveva incontrato l'omologo britannico e il Vice Ministro della Difesa del Giappone per rafforzare il partenariato e il programma GCAP, il cui Memorandum of Cooperation (MoC) tra i tre Paesi è stato firmato lo scorso 16 dicembre.

n. 5/2023 I Rivista Militare 33 --r --------------------------------------------------------------------------------------------------r--

Strepitosa vittoria della tua squadra del cuore ma al tempo stesso inutile perché il campionato, iltitolo mondiale, lo ha già vinto un'altra.

Elezioni politiche: vittoria di uno schieramentosull'altromaalle urne si è recata solo la metà degli elettori. Due casi emblematiciche vengono definiti come una "vittoria di Pirro". Ladefinizionenatain ambito militare, oggi viene utilizzata anche nello sport, nella giurisprudenza, nella politica e negli affari.

Nell'accezione più comune, con questo modo di dire si indica una battagliacheè statavinta, ma aun prezzo eccessivamente alto per il vincitore. Ciò rende di fatto la vittoria una sconfitta.

Allabasedelmododidire c'èlastoriadi Pirrored'Epiro, unodeisovrani eredi di Alessandro Magno nonché discendente di Achille. Secondo la ricostruzione storica, il condottiero

sconfisse, a Eraclea e Ascoli Satriano, l'Esercito dei Romani nel 280 a.e. enel279 a.e.

Il primo conflitto contro i Romanifu a Eraclea, nel280a.C.

Allafinedellabattaglia Pirropiegòi Romani, colti di sorpresa dall'Esercito eterogeneo che il re schierava, assieme ai famosi elefanti indiani addestrati alla guerra. Questi, tuttavia, ricompattarono in breve il loro Esercito e, dopo trattative non andate a buon fine, vi fu una nuova battaglia, questa volta adAscoli Satriano, nel 279 a.C. Lo scontro fu cruento e ambedue gli eserciti persero molti uomini. Pirro vinse, ma si rese conto ben presto delle condizioni con cui aveva ottenuto lavittoria: aveva perdutogran parte dell'esercito e non aveva più nessunrinforzodafarveniredall'Epiro.

Sitramanda che aquantisicongratulavano con lui rispondesse: "Se

riporteremo ancora una sola vittoria sui Romani, saremo completamente rovinati".

Questo ciè stato tramandato da Plutarcoedallostorico Orosio.

La prima volta chequesta espressionecomparenellalinguaitalianaè per opera di Giuseppe Mazzini, nei suoi due scritti, realizzati durante l'esilio in Svizzera nel 1834: "Alla gioventù" e "Dell'iniziativa rivoluzionaria in Europa". Questi i due contesti, nei quali l'espressione viene usata al plurale: "Perché la tirannide sa che le sue vittorie son le vittorie di Pirro, che un sol fatto può decidere della guerra" e "Non retrocedete, perché disfatti: le vittorie del nemico sono le vittorie di Pirro: il primo raggio di sole vi mostrerà domaniassottigliatelesue file".

E da allora, l'uso di questo modo di dire, con il significato che gli è stato sempre attribuito, si è tramandato sino ai giorni nostri.

34 Rivista Militare I n. 5/2023

Prima dispiegare cosasialospread e le implicazioni derivanti da un suo ampliamento, è importante evidenziare che lo Stato, per far fronte alle proprieesigenze dispesa, può dover ricorrere all'indebitamento.Per farlo, deve emettere delle obbligazioni o dei titoli di stato, come ad esempio i BOT e i BTP.

BOT eBTPsidifferenzianoperdurata, modalitàdiremunerazionee tempistiche di emissione. I BOT (Buoni OrdinaridelTesoro)vengonoemessi per i fabbisogni dello Stato di breve periodo, dal momento che la durata deititoliè paria 6o12 mesi, dunque mai superiore all'anno; I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali), vengono emessi invece per il fabbisogno dello Stato di medio e lungo periodo e, pertanto, possono avere una durata che va da 3 a 30 anni, a seconda dell'investimento dello Stato che andranno afinanziare.

Il termine spread è una parola inglese che significa scarto, ossia la differenza tra due distinti valori. In finanza, indica una differenza tra prezzi, rendimenti otassidiinteresse di due strumenti finanziari. Questa differenza può essere un indicatore moltoutileper gli investitori.Seinfatti confrontiamo due obbligazioni con le stesse caratteristiche (scadenza, tipo tasso, valuta ) ma emesse da due soggetti diversi, lo spread misurailmaggior rischiochecisiassume

COS'E LO SPREAD?

investendo nell'obbligazione con il rendimentopiù elevato. Nel caso in questione, il minuendo e il sottraendo si riferiscono a due titoli di Stato: il primo è quello italiano e il secondo è quello tedesco, preso come riferimento generale, in quanto la Germania è considerata il mercato più affidabile tra quelli dei Paesi della c.d."Eurozona".

Per determinare tale valore è sufficiente, pertanto, calcolare la differenza tra il rendimento del titolo italiano (BTP) e quello tedesco (BUND) con scadenza decennale. In concreto, se i BTP offrono il 4% di rendimento rispetto all'1% dei BUND, lo spread corrisponderà al 3%. Per semplificare, nel normale gergo, si dice che lo spreadè pari a 300punti base (3x100).

Lo spread, considerato come un valido indicatore dello stato di salute del nostroPaese, può essere influenzato negativamente da diversi fattori: una situazione politica che genera instabilità, una bilancia commerciale negativa, vale a dire quando le importazioni sono maggiori delle esportazioni, la mancanza di crescita economica ed un bilancio in deficit, vale a dire quando le uscite (spesa pubblica) sono maggiori delleentrate.

In una situazione di incertezza generale, dinorma, lapercezionedegli investitori sulla capacità dello Stato

di ripagare il debito pubblico tende apeggioraree, quindi, taliinvestitori sono indotti a esigere tassi di interesse più alti per acquistarei titoli di Stato, determinando, conseguentemente, un aumentodello spread. Quest'ultimo può variare anche se non cambia la valutazione degli investitori sulla capacità di rimborso deldebitodegliStati.Questoaccade nei periodi incuigli investitori diventano meno propensi al rischio, cioè meno disposti a subire perdite, tipicamentedurante le crisi finanziarie, ossia quando vi è molta incertezza sulleprospettive dell'economia.

L'aumento dello spread tende a innescare un circolo vizioso in quanto, tassi di interesse più alti obbligano lo Statoa pagare dipiù i creditori e, per contenere il deficit pubblico che ne consegue, lo Statoè costrettoaridurre le voci della spesa pubblica o ad alzareil livellodell'imposizione fiscale conundeltuttonontrascurabileriflessosulleimpreseesuicittadini.

L'aumento dei tassi di interesse sui titoli rende, infatti, più difficile l'accesso al credito da parte delle aziende italiane, rendendole così meno competitive rispetto a quelle straniere e lo stesso effetto negativo rischia di fare aumentare il costo dei mutuie dei prestiti anche per i privati cittadini, innescando così una possibile nuova stretta su acquisti e investimenti.

'
n. 5/2023 I Rivista Militare 35

FOTO D'AUTORE

Graduato Capo Elisabetta Paolini

3° reggimentro artiglieria terrestre(mon.)

Operazione ISAF, Afghanistan veduta da "CampArena"

Tra gli effetti generati dal perdurante conflitto russo-ucraino c'è sicuramente una rinnovata attenzione alla difesa collettiva e una forte spinta europea all'ammodernamento dello Strumento militare. L'estrema complessità e imprevedibilità dello scenario geo-politico, infatti, ha rafforzato l'idea che la disponibilità di adeguaterisorse, soprattutto umane, costituisca il primo requisito affinché le Forze Armate nazionali possano affrontare con successo le molteplici sfide di oggi e di domani.

È ilGeneralediCorpod'ArmataSalvatore Cuoci, Capo Dipartimento ImpiegodelPersonaledell'Esercito, a intervenire perfareil punto sul processodi

selezione, formazionee impiegodelle risorseumaneaffidateall'Esercito.

Signor Generale, partiamo da un tema consolidato: Esercito di professionisti. Come valuta l'esperienza maturata dalla sua Forza Armata a quasi vent'anni dalla sospensionedella leva?

Si è trattato sicuramente di un cambiamento epocale. Ha coinvolto tutte le componenti dell'Esercito in un costante processo di trasformazione da una Forza Armata principalmente territoriale a uno Strumento terrestre, agile

e proiettabile capace di rispondere con efficacia alle più variegate situazioni di crisi, nazionali e internazionali, nelle quali è stato chiamato ad intervenire. Il personale dell'Esercito oggi detiene un bagaglio di esperienze che consente di intervenire, in Patria e all'estero, con brevissimo preavviso e all'interno di una organizzazione interforze e inter-agenzia o internazionale, per svolgere al meglio i compiti assegnati. Lo dimostrano le numerose operazioni internazionali condotte e quelle in corso, e anche il determinante impiego delle nostre unità specialistiche (Corpo di Sanità, CBRN,

NUOVI PROFESSIONISTI PER NUOVI
SCENARI
"La capacità di valorizzare i propri uomini e donne è la competenza distintiva dell'Esercito"
38 Rivista Militare I n. 5/2023
I ---------------------------------------------------------------------------------------------------1--·

logistiche etc.) nel contrasto alCO V/0-19.

Come spesso accade, una data ha riscritto il corso della storia europea:il24febbraio2022. Cos'ècambiato per l'addestramentoel'impiego dell'EsercitoItaliano?

Il conflitto russo-ucraino ha ripresentato a tutti immagini di sofferenza edistruzione causate da una guerra convenzionale, scoppiata alle porte dell'Europa, qualcosa che in molti ritenevano ormai impossibile. L'Esercito Italiano, da molti anni impegnato in operazio-

ni internazionali di stabilizzazione e in concorsi per l'ordine pubblico nazionale, ha immediatamente incrementato le attività addestrative finalizzate a potenziare la capacità di combattimento convenzionale contribuendo con propri reparti a garantire presenza avanzata e dissuasione sul "fianco Est" della NATO. Ne è scaturito un ambizioso processo di sviluppocapacitivo, addestrativo e di ammodernamento che mira, all'interno del Sistema Paese, a consolidare l'importante ruolo dell'Esercito quale strumento militare credibile ed efficace. Parallelamente all'adeguamento tecnologico, è stato avviato il po-

tenziamento dell'intero processo di reclutamento, selezione, formazioneeimpiegodelpersonale, militare ecivile, da sempre risorsa centrale della nostra Istituzione.

Sono intervenute anche modifiche normative?

In effetti sì, l'Esercito ha accolto con grande favore l'introduzione, nel corso del 2022, della legge n.119 che proroga al 2034 il termine per la riduzione degli organici complessivi delle Forze Armate a 150.000 unità intervenendo sul reclutamento, lo stato giuridico, /'a-

,...........,....,_,............ ..,......._, ______________________________________________________________________
n. 5/2023 I Rivista Militare 39 --r --------------------------------------------------------------------------------------------------r--

vanzamento e l'impiego di "nuovi professionisti" in ferma prefissata. Laleggeprevedeanchelapossibilità di arruolare personale militare altamente specializzato nei settori tecnico-logistici e sanitario e istituisce una Riserva Ausiliaria dello Stato (RAS) che potrà integrare le unitàdell'Esercitonellosvolgimento di specifiche missioni, ponendosi quale moderno bacino di reclutamento ausiliario. Permettetemi di aggiungere un concetto importante: recentementesièparlatodiunaqualcheforma di ritorno alla coscrizione obbligatoria. Ebbene, un semplice ritorno alpassatononappareoggipercorribile a causa del mutamento della situazione internazionale e degli impegni che il personale in uniforme è chiamato a svolgere, tuttavia l'istituzione della RiservaAusiliaria dello Stato è un progetto moderno aderente alle esigenze delle Forze Armate simile a quanto hanno introdotto numerosi Paesi europei. Si tratta infatti di un istituto che prevede l'arruolamento di giovani che, dopo un periodo iniziale di formazione, torneranno alla vita di tutti i giorni per essere richiamati ogni anno per alcune settimane di addestramento garantendo così una concreta prontezza per un possibile impiego reale. Rispetto alla leva, ha i medesimi presuppo-

stiformativiin favoredigiovaniitaliani e glistessi effetti operativi per l'Esercito, ma resta un istituto volontario coerentemente con il principiodiprofessionalizzazionedelle Forze Armate. Come detto, la legge esiste già, mancano al momento gli ultimi passaggi per rendere attuativa la delega al Governo.

Ha parlato di "nuovi professionisti", può dirci di più? Quali sono le nuove figure professionaliecome si è organizzato l'Esercitoper formare e impiegare questi nuovi volontari?

La legge n.119 ha introdotto un nuovo modello di reclutamento incentrato sul Volontario in Ferma prefissata Iniziale (VFI) e Volontario inFermaprefissata Triennale (VFT), che sostituiscono gli attuali VFP1!4. Questo modello, basato suferme triennali, consente ai giovani cittadini italiani, tra i 18 e i 23 anni, di arruolarsi e ricevere una formazione specialistica idoneaad operare da subito e con regolarità all'interno delle unità dell'Esercito, in operazioni nazionali e all'estero; a fronte di una retribuzione mensile aumentata a 1.135 euro. A partire dal 12° mese di servizio, il VFI potrà aderire ai concorsi per le Forze di Polizia e, soprattutto,

al raggiungimento del 24° mese potrà partecipare al concorso per VFT per il quale è previsto un ulteriore incremento stipendiale (1.250 euro, 138 mensilità, compensi per il lavoro straordinario e forfettari di guardia e d'impiego). Al termine del secondo triennio, il VFT avrà lapossibilità ditransitare automaticamente nei ruoli del servizio permanente dell'Esercito. In sintesi, gli importanti elementi di novità introdotti puntano a far acquisire, fin da subito, le competenze specialistiche attraverso un approfondito percorso formativo di circa 24 settimane che inizierà nei reggimenti addestrativi per poi proseguire direttamente alle scuole d'Arma/specialità. Un investimento importante e oneroso che testimonia l'attenzione che l'Esercito riserva al personale. Con l'avvio del 1° Bando di concorso VFI, avvenuto lo scorso gennaio, sigarantirà l'afflussodicirca 6.500 nuovi professionisti presso le unità potenzialmente rischierabili dell'Esercito con una attenzione particolare ad alcune capacità preziose come la difesa cyber e il comparto infrastrutturale, che possono risultare altamente qualificanti per un possibilericollocamentoprofessionale nel mondo del lavoro dei VFI che tra qualche anno dovessero congedarsi.

40 Rivista Militare I n. 5/2023

Quindi, Sig. Generale, cosa si sente di dire a una ragazza o un ragazzo che immagina il proprio futuro con l'uniforme dell'Esercito Italiano?

Da soldato meno giovane, mi sento serenamente di invitarli ad entrare nella grande famiglia dell'Esercito che non vede l'ora di accoglierli nei propri ranghi e accompagnarli in un percorso di crescita, umana e professionale, senza eguali nella moderna società italiana. I nuovi professionisti dell'Esercito saranno Soldati addestrati, consapevoli del loro ruolo, economicamente indipendenti e convinti che il futuro di pacee prosperitàdellanostraNazione passa attraverso la difesa dei nostri valori e il servizio alla collettività.

IlGeneralediCorpod'ArmataSalvatoreCuoci ha frequentato il 165° Corso dell'Accademia Militare di Modena e la ScuoladiApplicazione di Torino. Nominato Tenente, dopo il comandodi minoriunità corazzate e l'attività di pianificazione presso la Brigata "Granatieri di Sardegna", hafrequentato il122° Corsodi Stato Maggiore esuccessivamente il 2° Corso di Stato Maggiore Interforze. Impiegato presso l'Ufficio Reclutamento, Stato e Avanzamento dello Stato Maggiore dell'Esercito haseguitoin prima persona il processodi professionalizzazione delle ForzeArmate, l'introduzionedel reclutamentofemminilee degli atleti. Dopola frequenzadelUSArmyWar Collegein Carlisle (Pennsylvania - USA), è stato il 97° Comandante del reggimento Savoia Cavalleria (3°) in Grosseto al termine del quale ha ricoperto l'incarico di Assistente MilitareeAiutantedi Campoperl'Esercito delPresidentedella Repubblica. Promosso Generale, ha guidato le operazioni dei nostri "caschi blu" in Libano al comando della Brigata "Friuli" e della forza NATO schierata in Kosovo. È stato Comandante della Formazione e Scuola di Applicazione e dal settembre 2021 è Capo Dipartimento Impiego del Personale dell'Esercito.

"HO SEMPRE FATTO QUELLO CHE C'ERA DA FARE"

Intervista a Paola Del Din

"Rendiamo onore a Paola Del Din l'unica donna ad essere decorata per puro atto di va/or militare", così fu presentata, al suo arrivo al Gruppo MOVM dall'allora presidente Ciamarra, una donna, che - nelle parole dell'allora Ministro della Difesa - "con il suo esempio, ancora oggi, Paola Del Din Gamie/li è un punto di riferimento non solo per le donne ma per tutti coloro che con il loro impegno quotidiano continuano asostenere i nostri valori fondanti, libertà e democrazia" (1). Partecipò alla Resistenza, anchese preferisce farsichiamare Patriota piuttosto che Partigiana per quelle tinte fosche che colorarono la lotta contro i nazisti nel NordEstd'Italiae, dall'alto deisuoicent'anniappenacompiuti, fa dell'ironiasull'essere intervistata: "intervistate me che non ero neppure soldato semplice!".

Una vita avventurosa che muove da una famiglia che tantoha datoalla Nazione,dall'impegnodisuopadrea quellodisuofratello,unafamiglialasuadovelospirito diservizioerapanequotidiano.

lo e mio fratello siamo stati educati nel mito del Risorgimento, un miononnoavevaprestato servizio durante il Risorgimento e aveva perso una gamba nell'assedio di Vicenza. Siamo cresciuti quindi conilconcetto diPatriaperlaqualebisognafarequellocheègiusto.

Dopo la famiglia c'è la Patria che

viadeimontiedentranellefiledella"Osoppo"(n.d.R).

Piùgiovanediunannorispetto aRenatohofatto, tral'altro, l'esameper essere ammessaalginnasiounannoprimain modo dapoter stare in classe con lui, equando ci misero allo stesso banco ero al settimo cielo. I continui spostamenti di mio padre ci unirono parlicolarmente, mio fratelloc'erasempreper meeioc'erosempreper luiequantoabbiamofattol'unoperl'altroinqueglianniterribili fu unalogica conseguenza dituttoquesto. Dopo l'B settembre la scelta in famiglia fu facile, e ci adoperammo per dimostrare che l'Italia non era finita, che c'era ancoraqualcuno disposto a battersi per salvarla da chi volevaoccuparla, sbranarla, da qualunque Paese venisse e di qualsiasi ideologia si fosse ammantato.

arrivava a casa a mio padre noncheiolaleggessi, all'epoca le mie letture erano diverse"

nonèunaquestionepoliticaoideologicamaèrappresentatadachihalanostracultura, cheapprezzalo stessomodo di vivere, che aspira allo stesso futuro. Ho avuto modo di girareilmondomalapropriacasaeilproprioluogod'origine rimangonosempreinnoi. QuandoeroinAmericaavevonostalgiadelprofilo dellecollinechesivededacasae, ad esseresincera, avevonostalgiaanchedelformaggiolatteria!

Terzogenitadi Prospero, un Colonnello deglialpinidecoratonella PrimaGuerraMondiale, comandante del"Cividale" durante il secondo conflitto finirà prigioniero in India (per essere poi liberato anche grazie al lavoro di sua figlia per ilserviziosegretoinglese), hacomefratelloRenatoche, inquadratonelbattaglione"Gemona", 1'8settembreprendela

Lasuaavventurapersonale di combattente l'ha vista come la primadonnainItaliaa paracadutarsi in conflitto, per qualcuno è una supereroina ma lei hasempre dichiarato che "ho fatto quello chec'eradafare".

Quando la situazione degeneròfu quasi istintivo di-

"Ricordo che Rivista Militare
42 Rivista Militare I n. 5/2023
---1------------------------------------------------------------------------------

fendere la Patria.Avevo visto tanta sofferenza durante la guerra, avevovistomoriretantepersone, tantiamiciepoii soldatialledipendenzedimiopadre, quindiritenevoundoveremoralefarequalcosaper alleviare questesofferenze, percambiarequestasituazione.

Sepoinelfare questo dovessirimettercilapelle anche mio fratello fece un'azione per far sapere che si resisteva, che la Patria non era prona sotto il nazismo, non si potevaessere contro lasituazionechevivevamoestare nascosti dentro unastanza.

Nell'azione di miofratellomancò la sorpresa, sifermò, infatti, inunastazionedeicarabinieriperprenderedellemunizioni e probabilmente da quella stazione pa,tì un fonogramma che avvisò di quanto stavaper accadere.Al suo arrivo a Tolmezzo si scontrò quindi conunplotone e arrivò fino a un terrapieno dove trovò la molte. Ma uno scopo lo raggiunse, Tolmezzo si mosse, le donne di Tolmezzo simossero.

Quando mi resi disponibile per la missione di portare al Sud degli incartamenti (relazioni di Comandanti locali per la preparazione di azioni Alleate in zona N.d.R.) sapevo, che se fossi stata trovata con i documenti addosso (li avevo cuciti all'interno della giubba) sarebbe stata per me la fine. Il momento più pericoloso, fu quando arrivai a Bologna. Fino lì il viaggio era stato sicuro pur se pieno di sotterfugi: raccontai di dover andare a Bologna per delle pratiche universitarie essendo stata iscritta il primo anno a quell'ateneo e il passaggio me l'aveva trovatounpretedi Padova del convento dove alloggiavoduranteil mio secondo anno di università. Il problema fu che dovevo arrivare a Firenze e Firenze, in prossimità della lineadel fronte, non era raggiungibile. Bisognava avere un lasciapassare, andai quindi alcomando tedesco a Bologna e raccontai che mia madre, di ritorno da Roma dov'era andata per provare a far liberare mio padre (prigioniero degli inglesi in India) si era ammalata rimanendo a Firenze con tutte le sostanze della

famiglia. Impietosiialcuni impiegati che misuggerirono di chiedere un passaggio dalle "due torri". Il viaggio proseguì quindi in ambulanza, venni inserita nel documento di trasporto e risultai membro dell'Istituto Farmaceutico Militare e poi addirittura su un camion munizioni guidato da una SS!

Assolta la missione volevo tornare al Nord per dare una mano e per una promessa fatta a mia madre di rientrare per novembre.

Non fu facile, l'addestramento prima (anche un corso di paracadutismo di una settimana) e le difficoltà del volo poi, ritardarono di molto il mio rientro. Il giorno del lancio ero stata in volo talmente tante volte (non le contai ma credo fossero state almeno dieci) che al momento di lanciarmi non tolsi i guanti di lana e questo mi rese difficile governare il paracadute. Mentre scendevo pensavo che bisogna essere ottimisti e in qualche modomela sarei cavata.All'atterraggiopresi una fortissima botta che mi procurò una frattura (non scopertaallora) alla caviglia e lesioni allaschienatrovate solo con accertamenti medici nel dopoguerra. Stavo male, quasi non respiravo ma ero a casa!

Entra nella Resistenza poco più che ventenne assieme a suo fratello, in un Nord-Est lacerato tra lotta antifascista e lotta politica, cosa vuole raccontare di quei giorni ai ventenni di oggi?

La mia partecipazione fu dapprima fatta di piccole missioni che mi affidava mio fratello: biglietti da portare apersone che lui stesso mi indicava, o aspettare una risposta. In qualche caso trasportavo armi a documenti più voluminosi ecomplessi.

Erounaragazzina, nonpensavoairischichecorrevo. Sempre in bicicletta, giorno e notte. Dopo il 25 aprile (giornodellamorteinazionediRenatodelDinN.d.R.) continuailamiaattivitàafavoredellaResistenza.Era l'unico modoper resistereal doloreecontinuare afar vivere mio fratello. Non ero sola in questa decisione, quando a mia mamma dissi che avrei potuto fare un'azione a favore degliAlleati, mi supportò.

Quello che mi spinse, che ci spinse, era l'intraprendenza personale, quella che serviva a quel tempo, il coraggio di affrontare la situazione e la capacità di prendere decisioni. Non è che nuotassimo nell'oro, non è che avessimo molto né di vestiario né di cose da mangiare ma ci mettemmo a disposizione, perché in quelle situazioni o uno lotta o uno soccombe. Nella vita non si può essere ignavi. Bisogna essere intraprendenti, non sipuò esserepassiviadaspettare quanto accade.

Non è che avessi una grande esperienza, non è che fossi particolarmente diplomatica, probabilmente mi mancarono astuzia e capacità di prevenzione però quello che dovevo fare l'ho fatto lo stesso. Non credo di aver dato il massimo, penso che avrei potuto fare qualcosa di meglio ma sono sicura di aver fatto quello che potevo.

Paola Del Din e il padre Prospero.
n. 5/2023 I Rivista Militare 43 -----r

Il dopoguerra l'ha vista rientrare in una vita normale fatta di affetti e lavoro con delle esperienze comunque "sopra le righe", quale il suo viaggio di studio negli States.

Andare inAmerica è stata un'iniziativa mia. Una compagna di scuola era nipote del famoso Stringher, direttore della Banca d'Italia; questa mia compagna andò un paio d'anni in America e quando tornò mi disse che sarebbe stato perfetto per me come esperienza. Andai in ufficio e chiesi informazioni se ci fosse la possibilità di una borsa di studio per l'America. All'università seguii un corso di lingua perché ilmioinglesenon erapernullabuono. Una volta negli States non volevo perdere il tempo, quindi mi misia leggerecome unamatta, agevolatadalfattoche la loro scuola non richiede uno studio come il nostro latino, il nostro greco. Gli studi classici che avevo fatto stimolavano a ragionare sulle cose e la preparazione ginnasiale mi ha aiutato in tutta la vita. Me la sono cavata anche lì, sostenendo 27 esami in due anni. Per ottenere dei risultatibisogna essere unpo'orgogliosi.

Negliultimiannigrande è statol'impegno nel rendere memoriaaquantofecelaResistenzaperl'Italia.Spesso si trova a parlare ai giovani, quali i consigli per chi si affacciaallavita?

Mi piace incontrare igiovaniforseanche per gli anni di insegnamentochemihannovistaimpegnataneldopoguerra. Poco tempofa, in occasione dell'intitolazione a mio fratello dellabase dove sono distanza i soldati americani a Vicenza, incontraidellegiovanimilitaristatunitensiefuunafesta.

Ai giovani di oggi dico: datti da fare, muoviti! Non bisogna starelìapretenderechetuttocaschiinbocca, bisognadarsi dafare. Sehaiun'ideadevisvilupparla, sostenerla, inseguirla, supporlarla; se non hai un'idea devi crearle/a sennò sei unpoveretto cheaccettadifallire.

Il Sergente Maggiore MOVMAdornodisse checivuole più coraggio a mantenere la medaglia al valore che a conquistarla.

lononhocercatolamiamedagliad'oro,pensocheperuna donnasiaunacosadifficiledaparlare, quasiforseimbarazzante. La proposta nasce dal capo missione, io per conto miononcredevodiaverfatto nulla di cosìimpanante. Quando mi venne consegnata ero imbarazzata, quasi imbranata in quella situazione. Mio fratello l'aveva ricevuta combattendo, a me non sembrava di aver combattuto, avevo fatto quello che andava fatto, avevo portato messaggi e materiale andando da una parte all'altra del mio Friuli, aiutavo le persone, cercavo informazioni (una volta per recuperare delle informazioni accompagnai in ospedaleuna notafascista cheandava a trovareil marito).Allevolteho fatto anchel'interpretemanon miparevadiaverfattonulladieccezionalenon avendocombattuto. Ritenevo quindi di non aver fatto nulla di speciale, sono andata e tornata! Ho semprefatto quello che c'era da fare, nulla di più.

NOTE

,-----------------------------------------------------------------------------------------------------
(1)A Romoli, Ildiritto diparlare, Gaspari editore, Udine, 2017

DI ISPIRAZIONE E DEDIZIONE

Intervista ad Alessandro Cortese De Bosis

Fuori il sole accarezza Roma, l'appuntamento è fissato perle 11. Varchiamola sogliaesubito veniamo catturati dafotografie, lettere incorniciate, libri e cimeli che odoranodistoriaeparlanodiunavitavissutaintensamente frala gente e per lagente.

Siamo a casa di Alessandro Cortese de Bosis, classe '26, ex diplomatico, Ufficiale di Collegamento nel 1944/45, presidente emerito dell'Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione(ANCFARGL). Ciaprelaportae, dopoaverci fatto accomodare, inizia a raccontare attraverso un vivido, potente flusso di ricordi, intervallato dalle nostre domande, gli eventi e le sensazioni che lo hanno accompagnato negli anniin cui ha indossato l'uniforme.

L'Italia dichiarò guerra alla Germania nazista il 13 ottobre 1943, dopo un accordo di cobelligeranza con le armate alleate e a metà dicembre vi fu la nostra prima azione bellica ufficiale: la battaglia di Mignano Monte/ungo. Lacobelligeranza riportò l'Italia fraledemocrazie europee e occidentali, tanto che il nostro Paese venne invitato come sociofondatoresiadell'AlleanzaAtlantica sia della Comunità Europea. I padri fondatori dell'Unione Europea erano uomini di frontiera, provenienti da territori che erano stati campi di battaglia per secoli. Questo dava loro una funzione di protagonisti storici: il trentino De Gasperi, il renano Adenauer, il francese Schuman e ilbelga Spaack. lo, durante la Guerra di liberazione, ho servitocon il nucleo intelligence dell'VIII Armata Britannica, diretto dal Colonnello Riccardo Esclapon di Villanova, che riuniva circa duecento Ufficiali di Collegamento italiani, non di collegamentocon le truppe alleate, bensìcon la popolazionecivileeipartigiani. Eravamo buoniconoscitoridella lingua inglese e perciò potevamo tradurre dati preziosi ottenutidaicontadiniriguardol'ubicazionedeicarriarmati nascosti dietro pagliai emasserie. Nostro compito era, infatti, scoprire la posizione esatta delle forze nemiche al fine di dare informazioni alle truppe in avanzata. Questi duecento Ufficiali erano distaccati nelle varie divisioni e brigate, britannicheeamericane, masoprattuttobritanniche, perché nella VArmata americana c'erano già molti italoamericanicheparlavano la nostralingua.

Per noi, per lo più giovani, fu una campagna di guer-

ra sconvolgente che ci diede la grande soddisfazione di concorrere a portare a compimento il capitolo della Resistenza.

Il GeneraleMarkClark, protagonista dellaliberazionedi Roma, esaltò ilvalore delpopolo edell'Esercito Italiano peril notevolecontributo alla lotta di Liberazione. Cerchiamo di trasmettere questi ricordi ai ragazzi, seguendoancheilmonitodelPresidentedellaRepubblica Sergio Mattare/la, il quale disse ai reduci dell'Associazione combattenti: "Accompagnate i giovani verso una maggiore consapevolezza di quei valori di libertà e democrazia scaturiti dalla Resistenza e dallaguerradi Liberazione, oggi incarnati nella Costituzione repubblicana". Oggi e da sempre è questo il nostro impegno. È opportuno che vengano compresi sia il costo sia il valore di questa nostra guerra.

Ascoltando le sue parole ripercorriamo quei momenti come se stessimo leggendo un libro. Proviamo a immaginare sensazioni ed emozioni.

La lotta contro la nazista è stata la ra-

' LIBERTA COMEMOTIVO

giond'essere ditantissimieuropei. InDanimarca, adesempio, l'intera comunità ebraica venne salvata dagli stessi danesi che trasportarono decine di migliaia di persone, di notte, in Svezia.

Noi reduci siamo fieri e grati di aver avuto l'opportunità di combattere. Ricordo che quando ero un ragazzo e andavo ancora a scuola, mi scontrai con le leggi razziali nel 1938, leggi che imponevano anche ai giovani ebrei di lasciare la scuola. All'epoca esisteva la figura dell'Ispettore della razza, unuomochevenivainclasseefacevaunasortadicensimento. Esperienze terribili che spinsero noi a desiderare di arruolarci volontari (tutti gli Ufficiali di Collegamento erano volontari).

Terminata la terza liceo venni esaminato da una commissione di militari inglesi e italiani per ottenere la qualifica di Sottotenente militarizzato. Fiero di questo grado, qualche giorno dopo, ero già con un battaglione di fanteria. Ricordo ancora l'emozione di quando un Ufficiale inglese mi chiese: "Quanti uomini vuoi domani mattina all'alba per andare in pattuglia?". lo ero Ufficiale da tre giorni, ma feci finta di essere un veterano e risposi: "Me ne bastano dieci". Così partimmo insieme in questa fighting patrol che non dimenticherò mai.

All'interno dell'Esercito avevamo Ufficiali di religione ebraica, colpiti dalle leggi razziali. Unofra questifu Paolo Supino. Aleiècapitatodilavorareocollaborarecon colleghi Ufficiali o non Ufficiali di religione ebraica?

Non con Ufficiali italiani. Abbiamo collaborato, anzi avvicendato, la Brigata di fanteria ebraica, a Piangipane. Soldati eroici; sapevano che, se catturati, sarebbero finiti nei campi di concentramento. Fra loro c'erano molti uomini di origini italiane. Vorrei ricordare in questo frangente il Generale Alberto Li Gobbi, il quale riuscì a far partire dai nostri porti e arrivare in Israele circa 25mila ebrei salvati così dai campi di concentramento. Il Primo Ministro di Israele, Yitzhak Rabin, per questo eroismo, lo ha premiato.

Suo nonno Adolfo fu noto poeta e scrittore, suo zio Lauro fu autore nel 1931 del "volo su Roma", sua zia Virginia, apprezzata islamista. Quanto ha inciso la sua famiglia nel suo desiderio di arruolarsi volontario?

Molto. Soprattutto il ricordo di Lauro De Bosis. Lo conobbi quandoavevocirca6anni. Unafontediispirazione. Fumoltovicinoa donLuigiSturzo, presidentedelPartitoPopolare, cheharesopossibilel'acquistodelvelivoloconilqualeLauro fece il "volosu Roma"grazieaifondidonati dal redattore capo della rivista belga "Le Soir''. Lauro definì il suo volo "un piccolo atto di spirito civico" compiuto per dare il buon esempio ai giovani (fece piovere dal cielo 400mila volantini antifascisti inneggianti alla libertà). Proprio in casa nostra, ricordando il suo gesto, Bonomi, Casati e Sforza, fondatori del primo governo democratico, si riunirono durante l'occupazione nazista.

,----------------------------------------------------
46 Rivista Militare I n. 5/2023

La guerra si combatteva su più fronti. In una vecchia intervista ha parlato di frontealleato, fronte della guerriglia partigiana, fronte balcanico, fronte dei campi di concentramento.

Vanno ricordati gli Internati Militari Italiani, che non venivano considerati prigionieri, poiché i tedeschi non consideravano l'Italia un soggetto di diritto internazionale che potesse fare dichiarazioni di guerra. 40mila dei nostri soldati in prigionia caddero a causa di trattamenti vessatori atroci da parte delle truppe tedesche.

Nel 1947 hadismesso l'uniforme...

Avevo deciso di partecipare al concorso diplomatico a seguito degli studi in Giurisprudenza. Ottenni una borsa di studio e andai ad Oxford, lì ritrovai amici che avevo conosciutoinguerra. Successivamente presipartea dibattiti negli USAdoveentraiincontattoconpersonaggistoricicome Alberi Einstein e Gaetano Sa/vernini. La carriera diplomatica mi portò a Parigi, poi Mosca e Washington, in seguito al Quirinale, dove divenni Vice Consigliere Diplomaticoaggiunto del Presidente Saragat.

Perché la carrieradiplomatica?

Da ragazzo lavorai come praticante nello studio di un avvocato. Devo ammettere che dei problemi dei suoi clienti - divorzi, fallimenti e quant'altro - non mi interessava minimamente. Essendo appassionato di Storia e Geografia, diversi futuri colleghi mi esortarono a intraprendere la carrieradiplomatica. Sono molto soddisfatto dellasceltafatta.

Non solo diplomazia, ma anche cultura. Lei ha voluto aprire a NewYorkla primascuolaitaliana.

Trovammo i locali, mail Ministerononavevafondiper aprire unascuola. VifuuncolpodiStatoinEtiopiaevennerochiuse tutte le scuole italiane, tanti insegnanti rimasero disoccupati. Il MinisterodegliEsterimicomunicò, quindi, quantoavvenuto emichiesese ilprogettoeraancorafattibile. Fortunatamente lo era e fu così che insieme al Ministro Far/ani, lì presente, inaugurammolaScuolad'Italia "Guglielmo Marconi".

Se potesse tornare indietro, ripercorrendo la sua vita da quando era Ufficiale di Collegamento fino a giungere alla sua carriera diplomatica, cosa rifarebbe e cosa cambierebbe?

Ricordo le parole del Colonnello Esclapon: "Questi Ufficiali potrebbero far domanda tutti per diventare Ufficialidi Complemento, perché nonc'è migliore palestra addestrativadel campodibattaglia". Abbiamo vissutomomentiindelebili. Mi autodichiaro combattente a vita. Non cambierei nulla, rifarei esattamente quello che ho fatto.

n. 5/2023 I Rivista Militare 47
---1-

Gli scioperi del marzo 1943, organizzati da militanti socialiste e comuniste, furonoattidiresistenzadi massa di gruppi di donne del Nord Italia. A novembre 1943 nascevano i Gruppi di Difesa della Donna per l'Assistenza ai Volontari della Libertà. Nell'estate del 1944 furono le mondine a scioperare nel vercellese in risposta all'appello delle organizzazioni femminili della Resistenza. Molte le giovani e giovanissime che iniziarono un distacco dal regime a seguito delle leggi razziste che nel 1938 avevano allontanato dalla scuola amiche e insegnanti o - come nel caso di TinaAnselmi- la scoperta della brutalità dei fascisti che costrinsero gli studenti di Bassano del Grappa e tutta la popolazione ad assistere all'impiccagione di 43 giovani partigiani rastrellati sul Grappa a settembre 1944. Fu in seguito a questo episodio che Anselmi decise di prendere parte attiva alla Resistenza diventando staffetta partigiana della Brigata Cesare Battisti, passando poi al çomando regionale veneto del Corpo Volontari della Libertà.

Fuavolteilcaso, avoltelanecessità, a volte una consapevolezza maturata nel tempo a coinvolgere

.- ante donne e tante ragazze che non furono semplici forze aggiunt"ve, ma uno dei fulcri della Resistenza. Le statistiche ufficiali parlano di settantamila donne appartenenti ai Gruppi di Difesa, trentacinquemila partigiane combattenti (più di seicento furono fucilate e dodici decorate con medaglia d'oro) e cinquecento c mmissarie politiche investite di responsabilità di comando. In migliaia furono arrestate e torturate e circa tremila vennero deportate in Germania. Intorno a loro si calcolano oltre un milione di donne che svolsero attività di sussistenza; tra di loro l'assoluta maggioranza considerò normale l'attività svolta che conviveva con la quotidianità di sempre e per questo non pensarono neanche a richiedere riconoscimenti alla fine della guerra. La storia della Resistenza femminile ha avuto un carattere

collettivo e in gran parte anonimo come accadde a Carrara, dove una enorme massa di donne si ribellò al bando di sfollamentogenerale emesso dal comando militare tedesco che voleva radere al suolo la città per meglio difendersi dall'avanzata degli Alleati e per interrompere i collegamenti con i partigiani locali: le donne circondarono il comandoche aveva sede in via Garibaldi finché i tedeschi non rinunciarono al proposito di fare di Carrara una terra di nessuno. Oggi quella strada si chiama via 7 luglio in ricordo della rivolta femminile del 1944. Una delle ultime protagoniste viventi è la novantasettenne Cesira Tosi il cui marito combatteva in montagna. Impossibile calcolare il numero delle staffette partigiane che potevano essere agli ordini di piccoli o grandi gruppi, portavano viveri e munizioni, medicinali e stampa clandestina, ricevevano istruzioni e documenti, lettere e plichi di ogni genere e poi dovevano industriarsi come potevano per farli arrivare a destinazione senza farsi fermare e perquisire. Erano loro che garantivano i collegamentitra le Brigate partigiane e il centro direttivo.

Cominciò così anche la liberale Maria Giulia Cardini cresciuta in unafamigliadisentimentiantifascisti. Studiava al Politecnico di Torino, frequentava l'intellettualità antifascista e i suoi compagnidi corso, almomentodellachiamatafascista alle armi, entrarono a far parte attiva della Resistenza. Per lei fu naturale unirsi a loro. Cominciò così a svolgere azioni di collegamento tra il Comando Militare di Torino e il CLN di Novara e Omegna, una attività apparentemente semplice dal momento che studiavaa Torino e tornava a casa a Omegna il fine settimana, ma a maggio 1944 Cardini fu arrestata per costituzione e rifornimento di bande ribelli e apologia di propaganda liberale. Liberata inmanierafortunosa, nei mesi successivi la sua vicenda si snodò nelle valli dell'Ossola, dei Laghi e della Brianza in un territorio interamentemontano.

�--:.... --"""_--t
--r --------------------------------------------------------------------------------------------------r--

Durante la Repubblica dell'Ossola Cardini fece parte della Divisione Beltrami di Bruno Rutto. La sua attività era legata all'intelligence partigiana: dal Servizio Informazioni Partigiane Alto Piemonte al Servizio Informazioni Militari Nord Italia. Il SIMNI vide la Cardini impegnatadalfebbraioalmaggiodel 1945 come responsabile delle comunicazioni radiodi Torre Pellice. La sua corrispondenza è stata pubblicata da Rossella Pace nel volume "I liberali non hanno canzoni. Maria Giulia Cardini. Storia di una partigiana" (Rubbettino 2022). Firmava col nomeAntonio, ma chi la conosceva la chiamava Ciclone. A fine febbraio scriveva "qui noi tutti intendiamo appartenereadun servizio esclusivamente italiano ed esclusivamente militare" (p.93) perché riteneva "che sulla segretezza dei partigiani non si può contare" (p.147).

Divenne capocellula del SIMNI; lei donna al comando di soli uomini. Lasua rete era costituita da oltre quaranta persone tra informatori, agenti, staffette, "avventizi". Alla fine della guerra Cardini

ricevette dagli americani il grado di Tenente Colonnello dell'Esercito USA, mentre dall'Italia ottenne il congedo militarecon la qualifica di partigiana combattente di montagnacuisi aggiunse, nel 1959, la Medaglia d'Argento.

Era di famiglia liberale e antifascista anche Lucia Boetto che mantenne icontattitra il CLNregionale piemontese e le formazioni autonome del Maggiore Enrico Martini 'Mauri', con il grado di commissario e capo servizio collegamenti del 1° gruppo divisionale alpino. Era specializzata "nell'accompagnare in modo sicuro le persone: non è mai stato preso nessuno" e raccontava che persino il Colonnello John Melior Stevens delle Special Forces inglesi, al quale avevano affidato il coordinamento di tutte le missioni alleate in Piemonte, voleva lei come scorta (Benedetta Tobagi, La resistenza delle donne, Einaudi 2022, p.102). È stata decorata con la Croce di guerraeconlaMedagliadi Bronzo al Valor Militare per aver compiuto "ricercata dalle SS tedesche, ( ) più delpropriodoveredidonnaitaliana per laliberazionedellaPatria dall'odiato oppressore".

L'appartenenza sociale e quella politica hanno reso particolarmente difficile la trasmissione della memoria delle donne di area laica perché, mentre i partiti di massa hanno riconosciuto l'operato delle partigiane, moltedelle qualisisono avvicinate alla politica proprio negli anni della Resistenza, i liberali

Maria Giulia Cardini.

hanno cancellato la partecipazione femminile, riemersa solo in tempi molto recenti. È questo il caso della Cardini e della Boetto ma anche della baronessa Cristina Casana di Seyssel d'Aix che ha lavorato nella Resistenza insieme al fratello Rinaldo e a tutta lasuafamiglia. Aveva 29 anni quando sfollò da Torino nella villa di Novedrate in provincia di Como, luogo che divenne sede delle trasmissioniradio di supporto ai partigiani e luogo di riunione del governo clandestino dell'Alta Italia. Rinaldo era segretario del partito liberale e membro del CLNe Cristinacollaboravastrettamenteconlui. Nellalorocasaebberoluogoalcune riunionidel Comitatodi Liberazione del nord Italia e si svolgevano ogni genere di attività: preparazione di documenti falsi, supporto per fughe in Svizzera, ospitalità achi ne aveva bisogno. I militari dell'Office of strategie services vi istallarono una ricetrasmittente. Nelle sue memorie, pubblicate di recente, racconta lasuaattivitàdistaffettatraMilano, Bormio, Novedrate per dare e ricevere informazioni e comunicazioni, ma anche del ruolo che svolse in unoscambiodiprigionieri. Negliultimi giorni rimase sola a Novedrate a guardia del deposito di armi a disposizionedei gruppipartigianiche

Anna Maria lsastia hainsegnato Storia del Risorgimento e Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma. È stata presidente nazionale del Soroptimist lnternational d'Italiae attualmente è presidente della Fondazione Soroptimist club di Roma. È condirettrice della collana "La memoria e le fonti. Identità e socialità", segretaria nazionale della Società italiana di storia militare (Sism), consigliera nazionale dell'Anrp (Associazione nazionale reduci dalla prigionia, dai campi di concentramento e dalla guerra di liberazione). Scrittrice e conferenzierahaoltre 250pubblicazioni scientifichetracui16 monografiee18curatele.

"Il volontariatomilitare nel Risorgimento. Lapartecipazione alla guerra del 1859", USSME, 1990; "Soldati e cittadini. Cento anni di Forze armate in Italia", SMD, 2000; "L'Unità delle donne: il loro contributo nel Risorgimento 2011"; "Donne in magistratura. L'Associazione Donne Magistrato Italiane", 2013; "Una rete di donne nel mondo. Soroptimist International, unsecolodistoria(1921-2021)", 2021.

operavano nei dintorni. Finita la guerra, il Partito Liberalelaincaricò di assistere i prigionieri che rientravanoin Italiaeipartigianiche "avevano benemerenze da vantare" (Rossella Pace, Una vita tranquilla. La Resistenza liberale nelle memorie di Cristina Casana, Rubbettino 2018).

Borghesi e nobili, intellettuali e

contadine si mescolano nei racconti della Resistenza. In molte città come Modena, Parma e Forlì le donne presero iniziative per far cessare le deportazioni di massa. Molte furono quelle che combatterono in montagna e tra i contributi più rischiosi si ricordano quelle che fecero la spola fra le due parti d'Italia, allora divisa dalla Linea Gotica. La più nota è Paola Del Din, figlia di un militare prigioniero in Germania, che cominciò ad operare come staffettaaccanto al fratello Renato- attivonella Brigata Osoppo-Friuli -e dopo la sua morte lo sostituì entrando nei servizi segreti britannici col nome di battaglia di "Renata"; dal Friuli arrivò a Roma attraversando le linee per portare documenti segreti ai comandanti alleati: Medaglia d'Oro al Valor Militare (Alessandro Carlini, Nome in codice: Renata, Utet 2023).

Si è scritto che le partigiane sono state le eredi delle portatrici carniche della Prima Guerra Mondiale, maleprime sono state ausiliarie in una guerra condotta dagli uomini mentre le seconde hanno vissuto consapevolmente la partecipazione alla guerra, assumendo responsabilità e affermando tesi di emancipazione femminile nei fatti.

�APOLI l�SORGE

Dal 27 al 30 settembre del 1943 il sollevamento popolarea Napoli portò nelle strade, in maniera spontanea, migliaiadicittadiniditutteleestrazioni sociali, chesiopposero, inmillemodi, all'occupazione nazista che da quasi unmeseopprimevalacittà Maanche nel resto della Campania si accesero diversifocolaidirivolta.

La notizia dell'Armistizio, 1'8 settembre di quell'anno, suscitò manifestazioni di giubilo nella popolazione, ma, al contempo, disorientamento e perplessità nei vari Comandi Militari, che furono colti di sorpresa da questo repentino cambio di schieramento nella guerra in atto. I Comandi tedeschi, invece, dimostrarono di avere già un pianod'azionepreparatoinprecedenza, inasprendoleostilità ela violenza verso i militari italiani e la popolazione. Lo smarrimento iniziale, da parte italiana, venne presto sostituito dalla consapevolezza e dal desiderio comune di lottare per riappropriarsi del proprio territorio, mettendo fine agli abusi, alla violenza, alle rappresaglie perpetrate quotidianamente dai tedeschi. Nei tentativi di ristabilire il dominio sull'Italia, pur riconoscendo il merito degli Alleati, non si può negare il contributoedil ruolo che, sindaiprimi giorni, hanno avuto i militari italiani e la popolazione attraverso tutte quelle azioni di opposizione che sono confluitepoinella Liberazione.Gliepisodi diresistenzaattivaepassiva, all'indomani dell'8settembre, sononumerosi nelle varie regioni italiane, emblematici, tra questi, quelli che hanno dato vita alle "Quattro giornate di Napoli", che rappresentano, indubbiamente, i primiatti dellaResistenza. Alcuni eventi, immediatamente successivi all'Armistizio, che portarono all'insurrezione del capoluogo campano vengono riportati nella "Relazione relativa al periodo 8 settembre -24ottobre1943"del Comandodelle FF.AA. della Campania (1), che descrivediversiepisodiaccadutineimomenti successivi alla diffusione della notizia, palesando il clima di astio e sopraffazione in cui vivevano i militari e il resto della popolazione in diverse zone della Campania. La Relazione riferisce che nella giornata dell'8 settembre e nella notte successiva non si verificò nessun avvenimento

di rilievo, ma a partire dal giorno9, in diversezonedellaregione, siverificarono scontri a fuocotra militari italiani e tedeschi, causati dalle angherie di questiultimi, chealimentaronoilclima di guerriglia.Ilgiorno1O, adesempio, nei pressi della Caserma "Principe Amedeo"di Nola, dei militari tedeschi disarmarono due Ufficiali italiani e si allontanaronosparandocolpidimitragliatrice contro la caserma. Le pattuglie italiane presenti sul posto risposero al fuoco e il conflitto si inasprì al sopraggiungere di altri soldati nemici; due di questi vennero catturati feriti e uno morì poco dopo. Il Comandante alla sede del 48° reggimento Artiglieria inviò alcuni militari ed un Ufficiale, muniti di bandiera bianca, a chiarire l'accaduto, ma questi vennero accolti a fucilate e costretti a ritirarsi; il Ten. Carrelli ed un Sottufficiale rimasero feriti. Leconseguenzedell'incidentedi Nolasirivelaronoilgiorno successivo quandotruppetedescheconcannoni, mitragliatrici e carri armati circondarono la caserma invitando tutti i presenti ad adunarsi per parlare; il Comandante tedesco fece uscire dalla caserma i militari di truppa e i Sottufficiali, mentregliUfficiali vennero raggruppati all'ingresso principale della caserma; questi erano: Colonnello Ruperto Amedeo, Colonnello De Pasqua Michele, Capitano De Maniele Mario, Capitano Berninzone Roberto, Capitano Sidoli Luigi, Tenente Nizzi Pietro, TenentePesceAlberto, Tenente Forzati Enrico, Tenente Benedetto Consolato, Sottotenente lacoponi. In loro presenza fu pronunciata la sentenza di morte nei loro confronti cui fece immediatamente seguito l'esecuzione. Gli episodi di violenza e di rappresaglia si inasprirono nei giorni successivi come si evince da episodi ormai noti: l'assalto nemico al Palazzo dei Telefoni di Napoli, l'incendio dell'Università a cui la popolazione fu costretta ad assistere sotto la minaccia delle baionette e delle armi, l'uccisione pubblica di un marinaio con la popolazione costretta a battere le mani, lalevainmassa deigiovaniper il lavoro obbligatorio, la distruzione di impianti industriali militari e civili, i saccheggi, ifurti, gliomicidi.Tuttiquesti eventi portarono alla sollevazione popolare dei giorni dal 27 al 30 set-

n. 5/2023 I Rivista Militare 53

tembre einiziò la "cacciaal tedesco". Noncuranti della probabile vendetta, militari e civili italiani si impegnarono nella lotta e nella difesa della città di Napoli sfidando apertamente il nemico. Come sostiene R. Battaglia "definirelequattrogiornatediNapolicome «un'insurrezione» vera e propria è già dire qualcosa di troppo preciso di fronte a un fenomeno che ha tutte le caratteristiche grandiose e indefinibili d'un fenomeno della natura: poiché il termine «insurrezione» nei tempimoderni presuppone un piano da parie degli insani, degli obiettivi precisi da raggiungere e già prestabiliti sulla caria; presuppone un Comando, una prospettiva di lotta, un successo o unasconfitta"(2); nelcasodeglieventi di Napoli, invece, mancandotuttiquestielementi, sipuòinmodopiùappropriatoparlare diunarivolta. Senzaun coordinamento preciso, senza collegamenti tra i vari gruppi iniziarono le azioni, la costruzione di barricate e di postazioni armate, chesoloinunmomento successivo assumeranno un assetto organizzativo.

Il 28 settembre guastatori tedeschi cercarono di distruggere il Proiettificio di Cercola, ma furono messi in fuga da una pattuglia di 12 carabinieri, che più tardi, insieme ad alcuni cittadini, assalirono altri militari nemici che cercavano di distruggere con la dinamite l'acquedotto; presso via Duca Ferrante della Marra ci fu uno scontro tra tedeschi e patrioti, i primi riportarono 12 morti e 25 feriti, tra i patrioti rimasero feriti il Tenente dei Granatieri Muselli Carlino e il civile lannucci Gennaro. La sera del 28 settembre, un gruppo di patrioti attaccò i tedeschi e i loro collaborazionisti che stavano saccheggiando

il Palazzo Reale di Capodimonte, catturando un Centurione della Milizia e 5 CC.NN. Il 29 settembre, a Montecalvario, i carabinieri catturarono due militari nemici, lafolla entrò nella caserma e li uccise a colpi di pistola; presso largo Marinelli i patrioti fucilarono lo squadrista Venturi Emilio, che dalla sua abitazione, con bombe a mano, aveva ucciso molti civili. La guerriglia fu sostenuta principalmente dall'azione di quattro nuclei. Il Gruppo volontari zona Museo, autore divarieazioni nellezone di via S. Teresa, via Salvator Rosa, via S. Giuseppe dei Nudi, via Foria, viaTommasi, viadella BelleArti, il27 settembre costituìunpostodiblocco, con materiali di circostanza, per sorvegliare gli spostamenti danorde da est di Napoli. Catturò unmotociclista tedescoeun autocarro carico dimunizioni, inoltre tentò di bloccare una colonna corazzata tedesca, ma venneattaccatoallespalledaungruppo difascisti.ArrestòancheAnnaSauer, che conduceva azioni di spionaggio e il 1° ottobre il gruppo si mise a disposizione degliAlleati per facilitare il passaggio dei mezzi attraverso le interruzionielezoneminate. IlGruppo Volontari comandato dall'Ufficiale di Marina Mercantile GiovanniAiello, costituito da 7 Ufficiali, 6 Sottufficiali e 60 civili, agì nelle zone di piazza delle Medaglie d'Oro, viale Michelangelo, via Salimene, piazza Vanvitelli, San Martino, via Foria, Pianura, CasePuntellate. Liberò22prigionieri indiani dai tedeschi in zona Soccava Pianura. Il Gruppo volontari nella zona litoranea, costituito da 26 Ufficiali, 150 Sottufficiali e truppa, 374 civili, operò tra Napoli e la zona litoranea. Furono fautori del rastrel-

lamento di fascisti che svolgevano azioni dicontroguerriglia, delservizio informazioni ed ordine pubblico nei primi giorni dell'arrivo degli Alleati, nonché dei primi contatti con i paracadutisti alleati durante il periodo di occupazionetedesca. Infine, ilGruppo volontari zona Sanità-Cristallini (32 Ufficiali e circa 300 civili) compì diverse azioni di guerriglia e costituì numerosiposti diblocco.

Sulla scia degli eventi di Napoli, altre rivolte presero vita in tutto il sud Italia: militari, elementi della piccola borghesia, contadini, studenti, operai, donne si resero autori di singole azioni di resistenza attiva, interrompendo linee telefoniche, disinnescando mine tedesche, ostruendo strade, attaccando pattuglie e mezzi militari, e passiva come il rifiuto a collaborare, l'occultamento e la distruzione di armi, automezzi, carburanti, animali e tutto quello che poteva risultare utile al nemico. Battaglia definì bene quel sentimento: "la «collera» del Mezzogiorno contro l'invasore tedesco, un improvviso e quasi brusco risveglio ad un clima durissimo di combattimento e di sacrificio (...)"(3).

NOTE

(1) ComandoFF.AA. della Campania Stato Maggiore -Ufficio Operazioni, Relazione sulcontributodell'Italia alla causa degli alleati, in Lettera prot. n. 637/0p., 1943.

(2) R. Battaglia, Storia della Resistenza italiana, Einaudi, Torino 1953, 1964pag. 106.

(3) R. Battaglia, op. cit., pag. 112

1

Tutti i mesi in edicola,dal1993

64 pagine dedicate alla storia militare, navale e aeronautica contemporanea. Approfonditi articoli corredati da rare fotografie, disegni tecnici e cartine a soli €8,00

Abbonamento annuale (12 numeri) a€87,00 abbonamenti@edizionistoriamilitare.it

lOOTTOBRE 1993 lO OTTOBRE 2023

Ogni guerra nella sua drammaticità ha una sua storia. E nella storia di ogni guerra le donne hanno sempre avuto un ruolo, quasi mai marginale. La "guerradelle donne" potrebbe riempire infatti pagine di storia, rivelando episodi inediti o comunque poco conosciuti.

Come la guerra delle partigiane ebree che guidarono la prima insurrezione antinazista, nel ghetto di Varsavia, nel gennaio del '43. A distanza di 80 anni, è importante restituire alla memoria i volti e i nomi di queste donne. Donne che si distinsero per coraggio, passione, e uno spirito di abnegazione estremo tanto chegli stessi nemici furono costretti a riconoscerne il valore. "Quando facemmo irruzione nel ghetto ci trovammo davanti a donne non comuni, forse demoni o dee, quasi creature mitologiche: vere e proprie guerriere che riuscivano a sparare impugnando armi con entrambe le mani, velocissime ma al tempo stesso precise edeterminate. Simuovevano in modo agile e scattante, come vere amazzoni" -questa la definizione data dal comandante tedesco JugenStroop che diresse l'operazione di repressione.

Fu il comandante delle SS Himmler, recatosi in visita a Varsavia il 9 gennaio 1943, e rimasto contrariato per il fatto che nella capitale polacca vi fossero ancora moltissimi ebrei impegnati in fabbriche di proprietà tedesche, a disporre una drastica epurazione del ghetto verso il campo di concentramento di Treblinka. Per i nazisti questa operazione avrebbe dovuto essere quasi una passeggiata, invece si trovarono di fronte una resistenza efficacissima e tenace, messa in atto da ragazze e giovanotti senza esperienza militare, e alla fine proprio i tedeschi si ritrovarono a contare morti e feriti. Tuttomeritodellepartigianeebree che guidarono l'insurrezione.

Ed è fondamentale ripercorrere la storia di quegli anni per capire realmente laportatadell'insurrezione antinazista nel ghetto diVarsavia e il ruolo svolto dalle partigiane. Istituitoil 16ottobredel 1940, il ghetto

di Varsavia era il più popolato; in unospaziodi3,4kmquadrati, furono costrette a vivere 450.000 persone,parial30% dellapopolazione totale della città Oltre che dal sovrappopolamento e dall'impossibilità di sostenersi con un lavoro, la vitaeraresa estremamente difficile da frequenti interruzioni di elettricità e acqua corrente, dalle terribili condizioni igieniche, dal divieto di comunicazioni e contatti con l'esternoe dalla carenzadi cibo.

Nel tempo la situazione da sovraffollamento divenne sempre più insostenibile. Ma nel '42 qualcosa cominciò a cambiare. La traumatica esperienza delle deportazioni dell'estate 1942 e la fallimentare politica di acquiescenza attuata dal Consiglio ebraico spinsero alcuni giovani di movimenti e partiti già attivi prima della guerra, come Hashomer Hatsair, sionista, e il Bund, socialista, a dar vita ad una Organizzazione Ebraica di Combattimento, la Zydowska Organizacja Bojowa (ZOB).

E a questo punto intervengono le "figlie della Resistenza". Dopo aver assistito alla brutale uccisionedi familiarie viciniealla violenta distruzione delle loro comunità, decine di giovani donne ebree, alcune ancora adolescenti, si organizzarono in un vero e proprio movimento di resistenza femminile antinazista. Documenti, diari e testimonianze riportano alla luce i nomi di Zivia-Celina, leader della ZOB, di Frumka Plotnicka, preziosa staffetta, di Tosia Altman, bellissima e sfortunata che morì tra le fiamme del ghetto.

E ancora ldzia Pejsachson, severa e autoritaria che sarà ricordata per essere sempre riuscita a nascondere il suo revolver in una pagnotta o lrenaAdamowicz, ricca borghese cattolica e simpatizzante del sionismo. E ancora: Renia Kukielka, Chajka Klinger, Ruzka Korczak e Vitka Kempner. Erano colte, parlavano un polacco fluente, avevano fatto parte di gruppi sionisti e credevanonel socialismo, nel lavoro manuale,nella parità dei sessi. La loro azione fu strategica e mirata: si improvvisa-

n. 5/2023 I Rivista Militare 57

rono in tutto e riuscirono a interpretare ruoli molteplici per condurre la loro guerra contro il nemico invasore. In veste di corrieri, combattenti armate, agenti dei servizi segreti e sabotatrici, queste «ragazze del ghetto» rischiarono la propria vita con coraggio e nervi d'acciaio. Grazie al loro livello culturale e alla loroavvenenza riuscivano più facilmente ad entrare in contatto con i nemici. Riuscirono a corrompere guardie della Gestapo per ottenere informazioni preziose, sedussero Ufficiali nazisti per poi ucciderli. Organizzarono attentati alle linee ferroviarie tedesche e fecero saltare le reti elettriche. Scrissero bollettini per le radio clandestine, negoziarono con i proprietari terrieri polacchi e si occuparono di gran parte dell'amministrazione della Resistenza. Si prodigarono per costruire reti di ricoveri sotterranei; assistettero i malati e aiutarono gli ebrei a fug-

gire dai ghetti. Svolsero missioni di spionaggio per Mosca, distribuirono documentifalsievolantini, rivelando al mondo ciò che stava accadendo agli ebrei. Furono centinaia leattiviste cadute nell'oblio che operarono in oltre novanta ghetti dell'Europa orientale e nelle principali città polacche. Il ricordo di queste donne rimarrà sempre legato alla rivolta antinazistadel ghetto. Diversi i loro destini negli anni. La staffetta Frumka Plotnicka morì il 3 agosto del '43 dopo essere stata catturata dalla Gestapo. La leader Zivia-Celina continuò l'azione di lotta fino al maggio del '43 e si ricorda anche un ulteriore episodio: unavoltalaviderospuntarecoperta da liquami, dopo aver percorso chilometri nelle fogne di Varsavia. Finita la guerra si trasferì in Israele dove fondò un kibbutz e lasciò un memoriale e così fece anche la partigiana Renia Kukielka. Queste fiere "figlie della Resistenza", hanno scritto un'importante

pagina di storia, e non solo un racconto di guerra e di lotta ma anche di sopravvivenza, amicizia e solidarietà femminile.

BIBLIOGRAFIA

Batalion J., Figlie della Resistenza. La storia dimenticata delle combattenti nei ghettinazisti, Mondadori, 2023.

Serri M., Così le partigiane ebree guidarono la prima insurrezione antinazista, "La Repubblica", 7 gennaio2023.

Ringelblum E., Diario dal ghetto di Varsavia, Castelvecchi, 2019.

SITOGRAFIA

https://www.storicang.it La rivolta del ghettodi Varsavia- Storica National Geographic

https.//www.scuolaememoria.it La rivolta del ghettodiVarsavia

https://www.raiscuola.rai.it La rivolta del ghetto diVarsavia

Dopol'armistizioelasanguinosabattaglia di Krujè (1), decine di reduci della Divisione "Firenze", cui si unirono altri della "Perugia" e della "Arezzo",ancora armatidi fuciliemitragliatrici leggere, scelsero di continuare a combattere al fianco dei partigiani albanesi. Il comandante della I Brigata d'Assalto (2), Mehmet Shehu, offrì loro di creare una propria unità e il 9 ottobre 1943 nasceva il battaglione "Antonio Gramsci" con 137 effettivi, al cui comando fu designato Terzilio Cardinali, già Sergente nel 127° reggimento Fanteria della "Firenze". Il reparto fu organizzato su tre compagnie: la prima al comando di Romeo Carnelutti, la seconda di Giuseppe MontielaterzaagliordinidiGiovanni Battista Cavallotto. Inqueiprimigiorni il Battaglione fuimpiegato in azioni di sabotaggio contro i convogli tedeschi e in assalti contro le caserme della milizia albanese, per impossessarsi di armi e munizioni. Dal 4 novembre fuschieratoaBerat,liberataappenail 7 ottobre. Ma il 15 novembre, poten-

ALBANIA, 1943-1945 Il Battaglione "Gramsci"

do contare sui caccia Messerschmitt Bf-110 e su potenti carri armati, i tedeschi attaccarono la città; a favorire la manovra, anche il tradimento del capo partigiano Xhelal Staravecka che, in aperto dissenso con Enver HoxhacircaleinterferenzediTitonella Resistenza albanese, rivelò l'entità delleforzeitalianeeordinòal Il Battaglione (dislocato sul fiume Osum) di abbandonare la posizione, lasciando scoperto il fianco sinistro della città Percolmodi cattivasorteilpartigiano Gjin Marku, checomandava una batteria d'artiglieria collocata nel castello, ai primi colpi sparati dai tedeschi evacuò la posizione, togliendo agli italianiun'altra importante protezione. Alle 5,30 del 15 novembre cominciò l'attacco della 1ooa Divisione tedesca e, nonostante i tentativi di resistenza, gliitalianicapironosubitochelasituazione eracompromessa; icadaveri si contavanoadecineedopocinqueore diaspricombattimenti,furonocostrettia ripiegare. Fracaduti eprigionieriil "Gramsci"perse 146uomini(3).

Purprovatidallasconfitta,imilitariitaliani decisero di continuare la lotta insieme ai partigiani albanesi. Soltanto nelgennaiodel '44,colmatiivuoticon l'arrivo di altri ex militari, il battaglione siricostituì eil21preseparteallabattaglia di Tendès sè Qypit, importante posizionemontanachechiudeval'accessoverso Klisurae Pèrmet. Qui,al fianco di due battaglioni albanesi, gli italiani affrontarono i Werwo/f, reparti delle SS specializzati nella repressione della Resistenza, ma che avevano lasciato sguarnita quell'importante posizione; i partigiani riuscirono a occuparla e la mantennero per quasi una settimana, fino a quando un violentissimo bombardamento d'artiglieria li costrinse al ripiegamento sui villaggi di Malind, Muzhenckè, Strènec e Qeshibes. Diverse decine di italiani perserolavita,manonsitrattòdiuna sconfittaperchédilì apoco,dainuovi capisaldi,sarebbepartital'operazione per la liberazione di Klisura, Pèrmet, LibohovaeVoskopoja.

Alla fine di febbraio la Wehrmacht

lanciò un'operazione contro il monte Tomorr, dov'erano acquartierati lo Stato Maggiore dell'Esercito di liberazione e la rappresentanza militare britannica. Ai primi segnali di movimenti tedeschi la I Brigata, che inquadravail "Gramsci", mosse dalla regionedello SkrapariversoilTomorr per portare aiuto ai compagni accerchiati. Il cielo copertoimpedì all'aviazione tedesca di compiere azioni di disturbo, e questo agevolò la manovra dei partigiani. Dai primi di marzo ai primi di aprile le montagne dell'Albania centrale furono teatro di aspri scontri, ma i partigiani combatterono convaloreeinunmeseliberaronole zone di Kapinovè e Martanesh. Dopo un periodo di riposo, sul finire di maggio il "Gramsci" fu impegnato nell'attacco al presidio tedesco di Sulava per liberare i circa 400 prigionieri del campo d'internamento. L'operazione cominciò nel pomeriggio del 28: strisciando sul terreno, nascosti tra la vegetazione, gli italiani giunsero a pochi passi dal campo e colsero di sorpresa i pochi tedeschi del presidio cherisposero conun fitto fuocodimitragliatrici. Poi, quando cominciarono a sparare i mortai delle vicine batterie tedesche, fu necessario ritirarsi; nell'operazione cadde il caposquadra Aurelio Storaci. Questa sconfitta fu vendicataalcunigiornipiù tardi, quandolapiazzafortetedescadiErmenjifu annientata da un ben orchestrato attaccoasorpresa.

A seguito della riorganizzazione dell'Esercito di liberazione in Divisio-

entrò nellaIDivisione, compostadalla I, IV e V Brigata. Inrisposta al tentato attacco di Sulova, tedeschi e nazionalisti lanciarono ai primi di giugno un'altraoperazione sul MonteTomorr: i partigiani furono costretti a faticose marcenotturnefraiboschiper sfuggireall'assedio. Fortunatamente, grazie all'aiutodelleguide, sievitòilnemicoe non si ebbero scontri. L'aviazione britannica provvide a rifornire i partigiani paracadutando vestiario, viveri, medicine, armi ed esplosivo al plastico, utile per i sabotaggi dei ponti. Anche grazie alle incursioni italiane - ben quaranta i ponti distrutti in giugno dai guastatori del Battaglione nel settore Polis-Labinot-Cermonike-Dibra - la lotta di liberazione proseguiva incessante; in luglio il "Gramsci" fu impegnato sulle colline attorno a Gjoricè, anord-ovestdellacittàdi Dibra, ormai accerchiata e prossima alla liberazione. Fu durante questi scontri, per la precisione nell'assalto al villaggio di Strelsa, che 1'8 luglio cadde il comandante Terzilio Cardinali. Decorato di Medaglia d'Oroalla Memoria, aluiva riconosciuto il merito di aver restituito dignità militare a soldati che avevano perso tutto. Comandante del "Gramsci" divenne Giuseppe Monti. In agostoil Battaglione fu impiegato nel settoredi Burreli, doveprimacostruì una serie di sbarramenti anticarro lungo la strada verso Peshkopi, poi passò all'azioneliberando, inpocopiùdiuna settimana,Gèrmeni, Rrèmulli, Shtogu, Rrèshen. Alcuni colpidimanocontroi depositidellamiliziafascistaalbanese fruttaronomitragliatricipesanti Fiat 35

e mitragliatori Breda; nacquero così speciali reparti di tiratori e mitraglieri che potenziarono la capacità di combattimentodel Battaglione.

Trascorso quasi tutto il settembre a riposo nelle retrovie, in ottobre il "Gramsci" fu trasferito a Vorè, a nord di Tirana, in vista dell'operazione di riconquista della capitale; per tutto il mese furono eseguiti i consueti sabotaggilungole principali stradedella regione. Gli scontri più duri si ebbero fra il nodo stradale di Vorè e il villaggio di Kashar, che i tedeschi in ritirata dettero alle fiamme; e nel tentativo di aprirsi la via di fuga verso nord, cannoneggiarono quasi senza interruzione le posizioni italiane. Il "Gramsci" resisté due giorni prima che giungessero di rinforzo la X e la XXIV Brigata. Due uomini rimasero feriti, mentre uno rimase ucciso; ben 13, invece, i tedeschi caduti. Ai primi di novembre il Battaglionesispostò versoTirana, e con una brillante azione riconquistò il ponte sul fiume Erzen; poi, entro il 17 novembre, gliitalianiliberaronoFarka, Petrelè e Mushqetè. Alcuni reparti del "Gramsci" entrarono invece a Tirana con i partigiani albanesi, ingaggiando unafuriosabattagliastradaper strada controitedeschieinazionalisti; lacittà fu liberata nel pomeriggio del 17 novembre. E anche il "Gramsci" ebbe il privilegiodisfilare, il28, perleviedella capitale. Infine, in dicembre, il Battaglione partecipò alle ultime operazioni di rastrellamento fra Shkodèr e il confine conilMontenegro. Nel 1944 il Battaglioneebbe 15caduti, 4deiquali nellabattagliaperTirana.

---------------------------------------------------------------------------------------------------1
Gli uomini del "Gramsci" sfilano nella capitale albanese liberata.

Il Paese andava lentamente pacificandosi e il "Gramsci", trasformato in Divisione (per riunirvi tutti gli italiani che avevano combattuto a fianco degli albanesi), fu trasferito nel febbraio 1945 a Miloti, nella regione del Mati, con compiti di controllo del territorio. Poi, apartire dall'estate, cominciarono le operazioni di rimpatrio degli ormai 2.500 effettivi, cui furono lasciate le armi econcessiglionori militari. Se l'Italia poté salvare il proprio onore militare inAlbania, losi deveal sacrificio di quei soldati che scelsero di affiancare il movimento di liberazione; non fu una scelta facile, ma era l'unico modo per riabilitare la reputazione della Patria.

NOTE

(1) A schiacciante maggioranza dei suoi effettivi, la Divisione "Firenze" comandata dal Generale Arnaldo Azzi, aderì alla richiesta dell'Ushtria Nacional çlirimtare Shqiptar (Esercito nazionale di liberazione albanese) di occupare la città di Kruje; gli italiani vi presero posizione il 22 settembre, dopobrevi scontriconitedeschi.All'alba del 23, supportato dall'artiglieria, il 523° Reggimento Granatieri (297a Divisione fanteria della Wehrmacht) attaccòlacittà. Prestocircondati, acorto di viveri e munizioni, gli uomini diAzzi resisteronofino al 25 settembre quando, sopraffatti dalla maggiore potenza avversaria, furono costretti a ritirarsi, lasciando sul terreno un numero imprecisato di caduti. cfr. M. Coltrinari, La resistenza dei militari italiani a/l'estero. Albania, "Rivista Militare", Roma 1999, pp. 407- 428

(2) La Brigata era parte dell'UNçs, costituito nel luglio del 1943 al comando di Spiro Moisiu. Enver Hoxha ricopriva invece lacaricadi commissario politico.

(3) Marku fu espulso dal Partito Comunista Albanese subito dopo la battaglia, conl'accusadi codardia. Staravecka, invece, riuscì a fuggire in Italia dove fu arrestato per l'eccidio di Guri-i-Muzhaqit, avvenuto il 4 novembre 1943 e dove furono massacrati 131 Carabinieri catturati il 24 settembre a Elbasan. Per questo crimine scontò appena due anni di carcere dal 1952 al 1954. Tornato libero, si trasferì in Francia dovemorì nel 1975.

BIBLIOGRAFIA

Dokumente te Shtabit te Pergjithshem dhe te Komandes se Pergjithshme te Ushtrise Nacionalçlirimtare Shqiptare, 8 Nentori, Tirane 1976.

Komiteti Kombetar i Veteraneve te LANç-it, Dosja e partizaneve te huaj (italiane), Tirane 1989.

Brunetti, Daoppressori a combattentiper la libertà: gli italiani della divisione partigianaAntonio Gramsci nella lotta di liberazione del popolo, Istitutostoricoprovinciale dellaResistenza, Lucca1989.

Coltrinari, La resistenza dei militari tfaliani a/l'estero. Albania, Rivista Militare, Roma 1999.

Il monumento aicadutidel "Gramsci", nella città di Berat. ------r

"PICCOLI FELLERS" Ilcaso di spie e contro-spie nella Seconda GuerraMondiale

Maggio1941.

Il SIM (Servizio Informazioni Militari) è riuscito a infilare due suoi agenti, come uscieri, a Palazzo Margherita, in via Veneto, sede dell'ambasciata degli Stati Uniti a Roma e a rubare il codice di cifratura americano, il Black Code.

La sicurezza della rappresentanza diplomatica ovviamente ha proceduto a controlli e verifiche, sul conto dei due; chetuttavia hanno dato provadi affidabilità, correttezza, attaccamento allavoro.

Direttore del SIM era l'allora Colonnello Cesare Amé, già capocentro delServizioaSarajevo, inseguitonel nord Africa e infine nel Levante; non un incaricato, dunque, maun "professionista".

Un riferimento su ciò che è accaduto si trova nel Diario di Ciano, Ministro degli Esteri, genero di Mussolini, avendosposatola figlia Edda.

"30 settembre 1941 - il SIMè venuto inpossessodelcifrariosegretoamericano e tutto quantoPhillips telegrafa, viene letto dai nostri crittografi' (William Phillips, Ambasciatore statunitensea Roma).

Un"flash"moltoparzialequellodiCiano. Chi scrive haavutomoltadimestichezza col Generale Amé, deceduto alla bella etàdi 91anni.

Amé ricordavail nome diunodei due agenti: Gherardi, il cui zelonellavoro, inambasciata, glieravalsalabenevolenza del capo missione militare, Colonnello Norman Fiske, proveniente dall'Aviazione (Fiskee gli altri attaché occupavano lo stabile oggi sede del

Consolato). Per completareil quadro, il capo missione militare americano occupava un appartamento dell'hotel Ambasciatori, prospiciente Palazzo Margherita.

Un giorno, magari per un motivo banale o una necessità improvvisa, il ColonnelloNormanFiskefeceunsai-

toall'Ambasciatori, lasciandoilmazzo dellechiavi(anchequelladellacassaforte) sul tavolo di lavoro. Gherardi fu lesto a coglierel'occasione, prendendo il calco delle chiavi su una mattonella di sostanza plastica non più grandediunpacchettodisigarette. AForteBraschi, Comandodel SIM, la

,---------------------
62 Rivista Militare I n. 5/2023
IlTenente Colonnello dei CarabinieriManfredi Talamo, capo dellaSezione "P'(Prelevamento) delServizioInformazioni:trucidato alleFosseArdeatine, pervendetta pe,sonale diKappler:

"mano" passa al Tenente Colonnello deiCarabinieriManfrediTalamo,capo dellaSezione"P",(Prelevamenti).

È doverosa, a questo punto, una digressione. La sezione "P" viola, una certanotte, l'ufficiodell'addettomilitare svizzero a Roma: e mette le mani suundocumentodistraordinariointeresse. Scoppiala bomba.

Ancoradal Diariodi Ciano: "9 Giugno 1942 - il nostro SIM ha scoperto un centro di spionaggio all'Ambasciata tedesca. È già stato tratto in arresto il dottor Sauer, addetto culturale, che è confesso. Ha soltanto messo in chiaro che non agiva per denaro, ma in odioal NazismoealFascismo. Passava informazioni all'addetto militare svizzero. Sembra che anche un Colonnello germanico, aiutante di Rintelen, addetto militare, sia immischiato nella questione. Il Duce ha commentato amaramente la cosa e teme che ciò possa danneggiare anche la posizione dell'Ambasciatore, van Mackensen. Bismark (Consigliere d'Ambasciata) cheha parlato della cosa con D'Aieta, non ha attribuito molta importanza all'accaduto: dice che Sauer è un pederasta e che è stato indotto dal suo vizio a cadere in così grave reato".

Checistavaafare,aVillaWolkonsky, sede dell'Ambasciata tedesca, l'addetto alla sicurezza, l'ossuto Colon-

nellodelleSS Herbert Kappler? Colto in fallo, si presentò a Forte Braschi pretendendo la consegna del traditoreKurtSauer.Amésirifiutòdiriceverlo, e un violento alterco avvenne tra Kappler e Manfredi Talamo. Sauer si eraresoresponsabileditradimentoin Italia e doveva rispondere alla Magistratura Militare italiana. Kappler se lalegò al dito, e si vendicò, dopo l'attentatodivia Rasella: anche Manfredi Talamo fu immolato alle Fosse Ardeatine. Amé era una inesauribile fonte diricordi.

La notte dell'effrazione del Black Codeamericano,si trovavanel salottodi Isabella Colonna, levantina, centro sempre di pettegolezzi ma anche di indiscrezioni di un certo spessore politico. Stava sui carboni ardenti il capo del SIM, mentre la Sezione "P" entrava in azione nell'ufficio del Colonnello Norman Fiske. In uno stabile adiacente a Palazzo Margherita, era stato allestito un efficiente, modernissimo, centro per la riproduzione fotografica. Decineditabellecifrantiedecifranti furonoacquisite. El'indomani, il tutto veniva preso in consegna dal Generale Vittorio Gamba, capo della Sezione Crittografica del servizio. Trasmetteva, dal Cairo, con lostesso Black Code, il Colonnello americano Frank Banner Fellers, che avevaliberoaccessoalComandobritannicodel

Medio Oriente (Generale Claude Auchinleck) e, soprattutto, al Comando della Ottava Armata (Generale Neil Ritchie).

Fellers trametteva, al Dipartimento della difesa (il Pentagono era al di là da venire), senza dimenticare che il contributo americano alle operazioni nel settore libico-egiziano era già significativo, con i carri "Grant" e "Stuart" e un profluvio di mezzi autorizzati.

Tre copie venivano fatte, con la sintesi di ciò che di notevole trasmetteva Fellers: una per l'archivio del SIM; una per il Comando Superiore Africa Settentrionale e una veniva consegnata al Comando Forze Sud, cioè a Kesselring.

Attraverso le antennedi MonteCavo, sopra Frascati, cifrate con il Codice tedesco "Enigma", passano quotidianamente le intercettazioni del Colonnello Fellers: Rommel, percelia,chiama "piccoli Fellers" quelle preziose informazioni.

David Khan, lo storico della crittografiaamericana, hascritto: "Echerazza di dispacci erano! Fornivano a Rommel, fuoridiognidubbio, ilpiùampioe ilpiù chiaro quadrodelle fo,ze edelle intenzioni avversarie che un comandante dell'Asse abbia mai avuto, per tuttala guerra!".

Gli inglesi sostengono che il loro si-

Sidi e/ Barrani, giugno 1942: da sinistra a destra: Bastico, Rommel, Cavallero, Kesse/ring.
n. 5/2023 I Rivista Militare 63

sterna elettromeccanico di intercettazioneedecifrazione"UltraSecret"era ingrado di"leggere"lecomunicazioni tedesche, cifratecon"Enigma".Come si spiega, allora, che non fu dato l'allarme, epercosì lungotempo?

Il 21 giugno 1942, la piazzaforte di Tobruk cadde di schianto, con 33mila uomini. Gli artiglieri tedeschi trovarono, intatte, le postazioni allestite l'anno precedente, durante l'assedio di Tobruk, con cataste di granate nei pressi.Sieragiuntiaunasvolta. Mussolini aveva scritto a Hitler, sollecitando l'attuazione della Operazione C3-"Herkules", attaccoeconquistadi Malta, comeconcordatoinprimavera, nel Convegno di Klessheim. Il Cancelliere e Fuhrer, era però salito sul cavallo diOrlando.

"Consentite la prosecuzione dell'offensiva, finché l'Armata ritenga di poterlo fare con le proprie forze. La Dea della Fortuna passa accanto ai condottieri una volta soltanto " (Hitler non intendeva privarsi di una sola divisione corazzata: il 28 giugno, iniziava, sul fronte russo, l'Operazione "Azzurra", col dupliceobiettivo di Stalingrado e del Caucaso, per conquistarelazona petroliferadi Grozny).

Caddero, in successione, Marsa Matruk, El Dabà, Sidiel Rahman. Non un "piccolo Fellers", bensì una allarmatissima valutazione venne

trasmessa a Washington dal Colonnello Fellers.

"Al 27 maggio, i Britannici avevano in Medio Oriente 1564 carri, che oggi debbono essere rimpiazzati al 100%. Artiglieria perduta, il 50%. Morale del-

la BA Armata è bassissimo.Le truppe hannoperdutolafiducianeicapi.Così pure è basso il morale della RAF La Marina è impotente. Se Rommel ha intenzione di prendere il Delta, ora è ilmomento".

Fronte di El Alamein, 1O luglio 1942. Un battaglione della9A Divisione australiana attacca, alle 03.40, la posizione tenuta dalla Divisione italiana "Sabratha", appena inseritainlinea e nonbeneorientata.Neipressi, èattestatala"HochKompagnie", lacompagniaintercettazionedell'Armata. L'improvvido ordine di un superiore ha spintoin avanti una unità che doveva rimanere nel terreno retrostante. L'attaccodegliaustralianihasuccesso, la "Hoch Kompagnie" è travolta e chi la comanda, il valente Capitano Alfred Seebohm, rimanemortalmenteferito. I torpedoni della speciale unità, vengono perquisiti, palmoa palmo e si scoprono tracce delle intercettazioni di Fellers. La "falla" nelle comunicazioni alleate è stata scoperta. Frank Banner Fellers, scosso per l'accaduto, viene richiamato negli Stati Uniti: l'esito dell'inchiesta, che certamente cifu, non èmaistatoreso noto.

___________________________________________________________________________________________________•
Il Generale Cesare Amé, capo del SIM dal 20 settembre 1940 al 18 agosto 1943.
r--1
(jGIUNTI EDITORE ESERCITO J� DIFESA Ì: l SERVIZI 11111111 GENERIAMO VALORE MARINA MILITARE
I CALENDARI ,lu Po,·t11 Smt l",wlo u llig,wuo 1f1011(1: l...uugo j 9fJ gfo1·11i f:llf! /Wf"fJffOIIO 1,//11 riS<'OSSil ESEHCITO I IN ARRIVO LE EDIZIONI 2024 I
GIUNTIINIZIATIVESPECIALI

OTTI RAZIO

Perché l'Esercito ha deciso di unificare il Comando delle Forze Operative Terrestri/Comando Operativo Esercito (COMFOTER COE) e il Comando Militare della Capitale (COMCAPITALE)? Le funzioni di questi due grandi Enti sono molto complesse e articolate, dall'approntamento di tutte le forze terrestri alla gestione delle questioni "territoriali". Inoltre, questa complessità gravava alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, rischiando di creare un sovraccarico strutturale nei processi decisionali. Serviva, quindi, un "Alto Comando" che fungesse da raccordo, una struttura organizzativa di livello adeguato capacedi svolgeretalifunzioni autonomamente: il Comando delle Forze Operative Terrestri (COMFOTER).

La "riorganizzazione" è alla base, omeglioparte, del cosiddetto processo ditrasformazione, orientato a dare risposta alle sfide future. Senza addentrarci nell'affascinante mondo di ciò che riguarda il Force Development e il percorso di adattamento e trasformazione delle capacità militari rispetto al futuro e alle minacce, ciò che è importante sottolineare è come l'Esercito, anche in quest'occasione, sisiacollocatoall'internodi un percorso di revisione delle sue strutture indirizzato da una precisa strategia. Cerchiamo quindi di inquadrare il contesto di questa scelta. In un modello ideale l'Esercito, come tuttala Difesa, ha la capacità di rispondere alle richiestefissatedallivellopolitico e alle minacce complesse poste dallo scenario geopolitico, attraverso un processo con il quale adegua i propri requisiti con uno sguardo attento al futuro. Ciò per cercare di anticipare le decisioni essenzialiecritiche, rilevantiperlasicurezza nazionale e internazionale, tendendoversoquelloche il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito ha definito essere il centro di gravità dellaForzaArmata: "lacapacità di combattimento".

In sintesi, anche nel mondo della trasformazione organizzativa,

l'essenza della strategia risiede nel proporre scelte, a volte difficili, in un contesto caratterizzato da risorse "finite". Oggi, l'Esercito ha dovuto attualizzare tali scelte nell'orizzonte dell'end state politico-militare fissato dal Vertice della Difesa, ovveroquellodi disporredi uno Strumento interforze sempre più moderno, tecnologicamente omogeneo e avanzato, fortemente integratoebilanciatointuttelesue componenti, ingradodiassicurare la tutela più efficacedegliinteressi nazionali, afrontedel delicatoscenario di riferimento. Il progetto non parte adesso, ma trae il suo "vita! ground" dalla riorganizzazione iniziata tra 2013 e 2014.

Su queste premesse, a partire dal 1° gennaio 2022, si è avviato un progetto di razionalizzazione per ottimizzare i processi di funzionamento e di Comando e Controllo della Forza Armata. Difatti si è provveduto a rendere più efficienti le aree funzionali "Vertice", "Logistica" e "Infrastrutture". Di pari passo, si è finalizzato uno studio funzionale sull'Area Operativa, Territoriale eFormativa.

Quindi, ci si è concentrati sull'ottimizzazione di queste aree, per individuare la struttura più adatta alle nuove esigenze del futuro COMFOTER.Ciò hatenutoinconsiderazione due fattori peculiari:

• la conferma al COMFOTER dei compiti quale elemento di staff del Vertice di F.A. in materia di approntamento e generazione delle forze epolicy addestrativa;

• il transito delle funzioni peculiari del COMCAPITALE al Comandante del COMFOTER.

Da queste premesse è nata una nuova struttura su4Aree:

•area Comandante che assume la funzionedi"ComandanteMilitaredellaCapitale"con anchele funzioni di Alta Rappresentanza sulla Capitale;

•un Vice Comandante alle cui dipendenze sono stati posti il Ce. Si.Va., i due Comandi di Divisione, COMAVES eCOMFOSE (1);

• un'area Stato Maggiore dove sono confermate le competenze di direzione e coordinamento

n. 5/2023 I Rivista Militare 67

dei processi di approntamento e generazione delle Forze; inoltre, è statacostituita un'areadedicata al Supporto delle Operazioni, che prima non era presente; •un Comandante dell'Area territoriale, figura strategica per far mantenere al Comandante del COMFOTER il focus sulla preparazionedelleForzeegestione de11'approntamento/operazioni per l'intero Strumento Terrestre. Inoltre, tale figura ha la funzione

di garantire il coordinamento e il controlloditutti gli aspetti relativi all'area territoriale "Regione Lazio" e su alcuni per l'intero territorio nazionale.

In conclusione, tutto questo processo rientra negli obiettivi futuri dell'Esercito, come riportato nel piano 2023-2040 (OPLAN ESERCITO 2023-2040): "Strumento militare terrestre credibile, agile, flessibile, incentrato sulla componente umana, in grado di contri-

buire efficacemente alla condotta di operazioni multi-dominio, pronto alcombattimento in scenariad alta intensità ea risponderea situazioni di crisi, anche al di fuori delterritorio nazionale".

NOTE

(1) Comando dell'Aviazione dell'Esercito, Comando delle Forze Speciali dell'Esercito.

+DATI +RETE +CYBERSECURITY

La tecnologia è l'abilitatore del business. Il gruppo Maticmind offre soluzioni di cybersecurity innovative e all'avanguardia per proteggere i tuoi dati e valorizzare ituoiservizi.

GRUPPO MATICMIND, LEADER ITALIANO DEL MERCATO ICT
mfflATICffllnD® MAKES IT EASY WWW .MATICMIND .IT

DELLEACQUE

Laformazionedel personaleeleattività perilcontrollodelleretiidriche

Una delle principali sfide di carattere igienico-sanitario che le Forze Armate affrontanoinoperazionifuori area è il reperimento di acqua da poter usare e consumare. Acqua conforme ai requisiti previsti dalla legislazione vigente. Vincere tale sfida consente in primo luogo di garantire gli standard di "ForceHealth Protection", in secondo luogo di disporre di una preziosissima risorsa in chiave di Cooperazione Civile e Militare.

Ma ci sono molte difficoltà legate alle peculiarità dei teatri operativi, come l'eterogeneità delle caratteristiche idrogeologiche, i tessuti sociali provati dalle guerre e le situazioni epidemiologiche critiche. Si aggiungono poi i pericoli di natura chimicalegatiall'usodisostanzeper l'agricoltura, nonché ai residui industriali provenienti daattività produttive, spesso in disuso e danneggiate, oleminaccedinaturamicrobiologica dovute a una contaminazione ambientale. Da tener sempre presente, anchenellemissioniasupportodella pace (CROs), il pericolo di contaminazione intenzionale del sistema di adduzione edistribuzioneidrica.

Da oltre 20 anni, il Policlinico Militare di Roma con il suo dipartimento scientifico, èimpegnatoafronteggiare le criticità, individuando soluzioni. Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libano, Ciad, Gibuti, Somalia, Libia, Kuwait, Niger, sonoiteatrioperativiincuisiè maggiormente concretizzata questa attività. Ilsupportosiarticolainalcuni step di base: la componente genio fornisce ausilio scientifico nella scelta delle fonti di approvvigionamento,

I TUTORI
70 Rivista Militare I n. 5/2023

infase pre-deployment, esiprocede con lostudiodell'efficaciadeisistemi mobili di potabilizzazione e l'analisi della rete di distribuzione interna al compound.

I laboratori campali, dotati di attrezzatureereagentipergliesamidiroutine, consentono un costanteaggiornamento dellasituazione.

Si procede poicon gli esami analitici su campioni di acque in bottiglia di origine extracomunitaria e sui campioni prelevati dalle reti idriche dei compound, per i più approfonditi accertamenti.

Questa attività presuppone l'impiego di personale qualificato. La cui formazione compete al dipartimento scientifico, cheorganizzatreedizioni annuali dei "corsi teorico-pratici sul controllo della filiera delle acque ad uso umano inoperazioni", accreditati pressoil Ministerodella Salutecome eventiformativi.

Ilcorsopergli Ufficialimediciattribuisce laqualificadi"addetti alcontrollo delleacqueinoperazioni"epermette di acquisire: conoscenze specialistiche aggiornate in tema di igiene e medicina preventiva sulle patologie

correlatealconsumodiacquacontaminata; conoscenze giuridiche sulle normative vigenti in ambito civile e militare; capacità di effettuare un'adeguata analisi del rischio in teatro e di impiegare tutte le misure per il giudizio di conformità dell'acqua, controllando eventuali criticità e predisponendomisurecorrettive.

Il corso per i tecnici di laboratorio biomedico, rivolto ai Sottufficiali infermieri, forma il personale sulle abilità manuali, tecniche e pratiche in tema di controllo analitico microbiologico e chimico-fisico della qualità

-f

dell'acqua, attraverso esercitazioni individuali e guidate, nei laboratori deldipartimentoscientifico, con strumentazioni, kit e materiali di consumopresentineilaboratoricampali. Infine, ilcorso per i Sottufficiali infermieri, attribuisce la qualifica di "Sottufficiali addetti al prelievo di campioni d'acqua destinata al consumo

umano in operazioni" e permette di acquisiresia lenozioni generali sulle caratteristichedellefiliereidropotabili e sulla qualità dell'acqua, sia abilità manuali, tecniche e pratiche per il prelievo, stoccaggio e trasporto di campionid'acquadestinatialcontrollo analitico, in teatroe in Patria. Dal2006atutt'oggi sonostatiformati

ben 253 Ufficiali medici, 317 Sottufficiali infermierie15SottufficialiTecnici di Laboratorio Biomedico. Formare le specifiche professionalità e garantire la sorveglianza igienico-sanitariadellefiliereidropotabiliin operazioni "fuori area", sono compiti delicati che l'Esercito Italiano riesce a realizzare compiutamente.

----r --.

APPRENDIMENTO PERMANENTE Come proiettarele ForzeArmate versoilfuturo

Si definisce skills mismatch la lacuna tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e le reali conoscenze dei candidati. Questo divario professionale, nel solo 2018, ha contribuito a far registrare un PIL mancato di circa 8mila miliardi di dollari su scala globale, dato destinato a crescere fino a18milamiliardinel2025 (1). Osservando il fenomeno più nel dettaglio, secondo un'indagine condotta dal Boston Consulting Group a fine 2020 (2), emerge che un lavoratore su tre dei Paesi dell'OCSE risulta sovra o sotto qualificato. È evidente, dunque, chelaformazionetradizionaletendeaprofilarerisorsebenstrutturate, ma non sempre adeguate a ciò

cheèrichiestodalmercatodellavoro. Perridurreloskillsmismatch, unostudio effettuato negli USAdalla Society far Human Resource Management, individua nel cosiddetto "Apprendimento Permanente" (lifelong learning) unodeipilastrisul qualedevono poggiare le strategie per incrementare la crescita e adeguarsi agilmente allevariabili degliassetti globali (3). "L'apprendimento permanente è la ricerca continua, volontaria e automotivata della conoscenza per motivi personali o professionali. Èimpananteperlacompetitivitàelapossibilitàdi essereimpiegatinelmondodellavoro diunindividuo, mamiglioraanchel'inclusionesociale, lacoscienzacivicae

lo sviluppo personale" (4). Questa la definizioneche, nel2006, laCommissione Europea ha individuato con il documento "Adult leaming. ltis never tao late toleam"(5).

Il concetto di lifelong leaming ridurrebbelacristallizzazionedella produttività grazie all'esplorazione di risorse che, normalmente, potrebbero rimaneresottovalutate (6).

Così come nell'ambito civile, anche l'Esercito Italiano avrebbe potuto soffrire di questa situazione. L'esperienza maturata nelle operazioni ha fatto comprendere, anzitempo, che i Comandanti dovessero essere in grado di analizzare una vasta gamma di informazioniintempibreviediprendere

decisioni anche in totale autonomia. Laformazione, quindi, nonpotevaesserelimitataalle formeaccademiche, ma doveva essere modulata lungo tuttoilprofilod'impiegodelpersonale, fornendo elementi aggiornati ed attagliatialcontesto operativo.

Nel corso degli anni, per questo motivo, è stato sviluppato un sistemache favorisce, a tutti i livelli, l'introduzione di risorse per un apprendimento continuo e promuove ladiffusionedi una culturaincoraggiante, apertaalla crescita, propensa al cambiamento, che premichi"imparaaimparare"efaccia percepire, come ben speso, il tempo utilizzatoper l'aggiornamento. Il polo di riferimento per lo sviluppo della formazione, secondo il principio dell'apprendimento permanente per l'Esercito, èilComandoperlaFormazione e Scuola diApplicazione di Torino, in sinergiaconla Scuola Universitaria Interdipartimentale in Scienze Strategiche (SUISS), con l'Università eil PolitecnicodiTorino.

In particolare, la SUISS, istituita nel 1998eacuipartecipaattivamente, in tutti gliorgani, lacomponentemilitare, rappresentaununicumnelpanorama italiano. Oltre alla formazione di primo e secondo livello, realizza corsi di aggiornamento e di formazione professionale per rispondere a esigenze specifiche degli Ufficiali in servizio, in un'ottica di lifelong leaming. La stessa SUISS collabora con il CentroAlti Studiper la Difesa per l'erogazione di tre Master post-laureae, daquest'anno, per il Dottorato in Scienze Strategiche e Giuridiche dell'Innovazione perlaDifesaela Sicurezza.

Il ComandodiTorino, di fatto, accompagna tutti i dirigenti e direttivi della Forza Armata in un percorso di apprendimentocheintegraleconoscenze, inserendocontenuti, siamilitarisia universitari, attagliati alle diverse fasi delpercorsodiimpiego.

L'evoluzione futura si radica proprio sul principio del "continuum dei momenti formativi". È, infatti, allo studio la possibilità di inserire ulteriori moduli dilivello universitario con l'obiettivo di far applicare gli strumenti scientifici all'analisi del rapporto tra eventi sociopoiitici-economici e la strategia relativa all'impiego delle unità militari.

Tutti i corsi, inoltre, sono in linea con le caratteristiche che il mercato richiede in ambito lifelong leaming, compresa la possibilità di sviluppo in modalità a distanza.

Sonoinfattimodulari epersonalizzati, ricchi di contenuti specifici edi immediata fruizione, anche attraverso le piattaforme di e-learning che consentono, inoltre, un costante monitoraggio delle attività svolte, sia dagli insegnantichedallalineadi comando. Un notevole impulso, inoltre, è stato dato allo sviluppo della gamification e della simulazione, soprattutto con l'utilizzo del sistema VirtualBattle Space 3.

Non mancano la condivisione con atenei e istituti di formazione stranieri conilconfrontoancheattraversocompetizioni quali, ad esempio, la Cyberchallenge, la Competizione di Diritto InternazionaleUmanitariodell'lntemationallnstitute ofHumanitarian Lawoil Contest "Leonardo", promosso per lo sviluppodegliapparatidelterzomillenniodall'omonimoconsorzio.

La realizzazione di nuovi contenuti, inoltre, sarà orientata anche allo sviluppo diapplicativinell'ambito del Metaverso, cherisultaesseregiàinavanzatostatodiimplementazione.

Il lifelong leaming, quindi, è diventato ilcardinedellaformazionemilitarepoichéilsoldatosaràsempreparteattiva nella formazione propria e del personale alle sue dipendenze, ricercando strumenti innovativi che rendano l'apprendimentostimolante.

La sfida è quella di fornire contenuti che siano in continua evoluzione. Lo sviluppo della didattica relativa a tutti i corsi è un processo che, traendo spunto dalle lezioni apprese nelle operazioni, si evolve attraverso un'osmosi tra discenti, linea di comando e reparto accademico. Completa il ciclo l'agenzia per il controllo della qualità che, attraverso specifici test anonimi ai frequentatori, garantisce i feedback ai principali attori per attagliare il percorsodidattico. L'evoluzionenelfuturo prossimoèstatadelineatadalMinistro della Difesa, On. Guido Crosetto, durante l'audizione sulle linee programmatiche del dicastero, lo scorso 25 gennaio: l'integrazione. "La capacità dello Strumento militare di operare in contesti integrati e multidominio è su-

74 Rivista Militare I n. 5/2023
---1-----------------------------------------------------------------------------

perata dalla necessità di essere uno Strumento integrato e multidominio".

Saràquindinecessariocreare deipercorsi comuni alle varie Forze Armate durante le fasiiniziali eintermedie dellaformazione, perpoiintensificareilfocus di integrazione nei momenti della formazioneavanzata, così da eliminare totalmente qualsiasi improduttività legata a pregiudizi di "appartenenza".

Tutto ciò sottintende, chiaramente, l'interiorizzazione di questi concetti che vedrà, da un lato, l'individuo alla ricerca di quella "continua, volontaria e automotivata conoscenza per motivi personali o professionali" e, dall'altro, l'Istituzione, quale gestore di quella "palestra dipensiero" in grado di evolversi, al finedialimentareesviluppare lecapacitàdel singolo.

NOTE

(1) https://www.bcg.com/press/15december2020-government-and-business-must-uncover-and-overcome-the-challenge-of-the-skills-mismatch.

(2) https://web-assets.bcg.com/c6/ab/801d122d4ba3961c9452d66f830e/bcg-alleviating-the-heavy-toll-of-the-global-skills-mismatch-dec-2020.pdf.

(3) https://www.shrm.org/hr-today/news/ hr-magazine/pages/5%201adika-individual%201ifelong%201earning%20accounts.aspx.

(4) https://eur-lex.europa.eu/legal-content/ EN/ALU?uri=CELEX:52006DC0614.

(5)https://uil.unesco.org/lifelong-learning.

(6)https://www.bcg.com/publications/2020/ alleviating-the-heavy-toll-of-the-global-skills-mismatch.

------------f-

Nelle missioni internazionali si sente spessoparlaredi QIPcome strumentonellemanideiComandantiper raggiungere gli obiettivi dellamissione.

QIP è un acronimo che sta per Quick lmpact Project, owero piccoli progetti di rapida attuazione volti a "...minimizzare situazioni del civil environment chepossonocrearecriticitàalleoperazionimilitari "(1).

I Quick lmpact Project hanno, in realtà, untriploeffetto: sonosì,fondamentali per minimizzare impatti negativi sul contingenteimpiegatoma, altresì, possono incrementare il consenso della popolazione locale nei confronti della missione, soddisfacendo le esigenzeurgentidellacomunità.UnoperatoreCIMIC deveapprocciareal QIP tenendo presente ogni aspetto della società con le relative conseguenze che quell'azione può comportare. Lo stessoprogettopuòaveresuccessoin un Teatrooperativoefallireinunaltro, infunzionedell'ambiente civile e delle dinamichechenesonoallabase.Non esistono regole matematiche per il successo, macisonopassidaseguire affinché unQIPrisultiefficace.

Qualisono le categorie di QIP?

I QIP possono essere materiali o immateriali, essere quindi intesi come "beni" o "servizi". Rientrano inoltre in quattro macroaree:

• supporto essenziale all'ambiente civile;

• supportoumanitario;

• infrastrutture civiliessenziali; •amministrazionecivile.

Un"benemateriale", comelafornitura dicibo, lacostruzionediunpozzoola ristrutturazionediunascuolaè, generalmente, lo stereotipo del QIP

Ai beni materiali si associano i servizi "immateriali", anche questi con un valore cruciale che, a volte, si tende a sottovalutare poiché non sussiste la donazione di un oggetto ma di una conoscenza, diunmomentodi aggregazionee, spesso, diemozioni.

Tra questi rientrano attività didattiche di diverso tipo (es. corsi di lingua, cucina, cucito), seminari sull'ambiente e sulla difesa della natura, giornate a tema ludico per i minori, sviluppo di attività culturali,

visiteevalorizzazionedimonumenti storici o siti archeologici

I QIP hanno sempre e solo un impattoimmediato?

Nella strategia CIMIC anche la "profondità temporale" dei progetti ha la sua importanza. In tal senso, ancorché il CIMIC si debba orientare verso isettori dell'ambiente civile ritenuti critici, gli interventi prioritari saranno quelli idonei a guadagnare rapidamente il consenso della popolazione edelleautoritàlocali.Insegnandouna lingua o un mestiere si genera una rapida percezione positiva del contingentema, altresì, si "donano"degli strumentivalidinel tempochecreano possibilità, siano esse di studio o lavorative. È il caso, ad esempio, del Mosan Centre di Tiro (Libano): un centro dedicato all'educazione e alla riabilitazione di ragazzi con "bisogni speciali". Negli anni, diversi corsi di cucinaedipizzaiolosonostatisvoltia favore degli studenti e, alcuni di loro, hanno trovato anche lavoro grazie a questi. Molte associazioni non governativee onlus, inoltre, sono nate grazie ai corsi di cucito e alla donazione dimacchineprofessionaliin Kosovoe nel Corno d'Africa, a sostegno delle fascepiù disagiatedella popolazione. Anche la donazione di attrezzature mediche, inserite in un contesto ove sussistano esperti locali che sappiano usarle e possanomantenerle, può dare un impulso immediato all'assistenza sanitaria di un determinato posto, ove questa sia carente, con un beneficio immediato e duraturo per la popolazione civile. Recente è il caso delvillaggiodiQallawiyah, nel Suddel Libano, in cui i residenti avevano difficoltàaraggiungeredeglistudidentistici vista l'elevata distanza e i costi del carburante. La cellula CIMIC del SettoreOvest, dopovalutazioniedanalisi della zona, ha sviluppato un progetto per fornire attrezzature mediche dentistiche, individuando figure professionali in loco capaci di poter garantire continuitàesostenibilitàalprogetto.In quellazona, amaggioranzasciita,l'impatto del QIP è stato immediato, contribuendoaimplementareuna cornice disicurezzaperilcontingente.

I progetti a medio e lungo termine, normalmente, vengono invece pianificati ed eseguiti da altre strutture statuali e/o da Organizzazioni Internazionali o Non Governative presenti nel Teatrooperativo.

Inquest'ultimo contesto, ilCIMICpuò assurgere a ruolo di coordinamento delle "reti sociali" facilitando l'interconnessione dei vari attori civili sul terrenoperrenderlipartediunoschemaancorapiùampio.L'obiettivodeve esserequellodi ottimizzarelerisorse, garantirelaprogettualità neglispecifici settori e massimizzareconsenso e ritorno d'immagine, agevolando così l'azione delcontingente.

I QIPhanno un costo?

Esistono due categorie: cast e no cast.

Quasi ogni operazione, sotto qualsiasi egida (NATO, ONU, UE) ha un budget dedicato ai QIP. In aggiunta, gli operatori CIMIC possono contare su appositi fondi per le attività fuori area, assegnati dallo Stato Maggiore dellaDifesa-UfficioGeneralePianificazione Programmazione e Bilancio, per il tramite del ComandoOperativo diVerticeInterforze(2).

Si deve sempre ricercare l'ottimale rapporto costo/beneficio eilmassimo ritorno in termini di impatto immediato, tenendoin considerazione che:

•le risorse militari sono limitate e, pertanto, devono essere impiegate efficacemente;

•il sostegno alle autorità civili e alla popolazione non deve favorire la loro dipendenza dalla forza militare, al fine di non ritardare l'affrancamento delle istituzioni civili da qualunque altra organizzazione esterna;

• l'impiego di risorse militari a sostegno degli attoricivilihauncosto sia in termini di capacità distratte dalla missione militare (3) sia in termini economico-finanziari.

In tal senso, un Comandante di contingente, coadiuvato dagli operatori CIMIC, dovrà sempre verificare preventivamente il rapporto costo-efficacia dell'intervento, alla luce degli obiettivi della missione. Si può anche valutare, nell'ambitodi eventuali tavoli

n. 5/2023 I Rivista Militare 77 ------r

��pJna9cenzie/strutturedello Stavganizzazioni, la possibilità n� ere nel finanziamento di un progetto, irJparteoin toto (daquiiprogetti no-d5st), anche altre componenti chepotrebberoca-esistere nell'areadi operazioni(es.Agenzieper laCooperazione e Sviluppo, istituti di cultura, associazionibenefiche).

Sec'èundonatore, siparlasempre diQIP?

Oltre alle forme di finanziamento citate, gli operatori CIMIC possono gestire "beni" pervenuti anche dai cosiddetti "donors" nazionali/ internazionali (es. ONG, onlus, enti pubblici e/o privati) che desiderano contribuire al processo di ricostruzione o hanno unicamente uno scopo umanitario. Sempre dopo un'attenta analisi dell'ambiente, si può procedere a una

dona · ad hoc, sup r o della missi Gli operatori CIMIC o, altresì, un'importantefunzione di còllegamentocivile-militaretraéliversiattori, agenzie o associazioni che operano nel Teatrooperativo. Molti di questihanno capacitàeconomichema, avolte, non potendo contare su un'adeguata conoscenza dell'ambiente civile, spesso procedono ad elargire fondi senza un accuratoesamedelle necessità, incrementando, così, le disparità oicontrasti tra le comunità in loco. In tale contesto, lafiguradell'operatoreècruciale peridentificarequesterealtàeintervenire, qualorapossibile, perindirizzareil "donatore" verso le realinecessità

Tali attività non vanno confuse con i QIP, ma con questi ultimi hanno un importante elemento di congiunzione, ovvero la fase di assessment, che è fondamentale per qualsiasi tipologia di attività CIMIC a supporto degli attorinon-militari.

1)-oirettiva COI-CMC-47 ed.202

(2) Direttiva COI-CMC-47 ed.2021

(3) Ilsupporto delle forze militari dovrebbe essere fornitosolo con capacità residuali ed in caso di necessità e urgenza a fronte di un elevatovantaggio.

(4) Non possono essere donatesomme di denaro ma gli operatori CIMIC possono applicarsi in stretta sinergia con i donorsneltrovarei contatti utili al fine di acquistarebenidalmercatoliberoconlo stesso controvalore della somma che il donorvuole devolvere.

BIBLIOGRAFIA

NATO Standardization Office (NSO), "AlliedJoint Doctrine for Civil-Military Cooperation", nov. 2018.

Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), "COI - CMC -47, la cooperazionecivile-militare (CIMIC) nelle operazioni/ missioniincorso", 2021.

78 Rivista Militare I n. 5/2023
1

Trapianto capelli con tecniche

FUE e DHI

Il Trapianto di Capelli è ad oggi una delle principali soluzioni per ritrovare una capigliatura naturale e permanente. Nelle strutture sanitarie di cui si awale Istituto Helvetico Sanders l'intervento prevede l'utilizzo della metodica FUE (Follicular Unit Excision) per l'espianto delle grafts ed il sistema OHI (Direct Hair lmplantation) per l'impianto dei capelli prelevati, tra le metodologie più evolute nel settore. Viene eseguito, a supporto dell'intervento, il protocollo Istituto Helvetico Sanders SMART FUE ("Scalp Motorized Assisted Rational Transplantation") che si differenzia dalle metodiche esistenti per l'assistenza continuativaalpazientee lo studio condotto sulla casistica personale.

Il protocollo concepito da Istituto Helvetico Sanders ha una nuova base razionale per ottenere un risultato ottimale di eccellenza: il calcolo preventivo delle grafts per cm2 necessarie per coprire la zona ricevente. Tutto ciò è reso possibile grazie ad equipe mediche estremamente preparate, strumentazioni di estrema precisione e strutture all'avanguardia nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie. Il percorso viene studiato nel minimo dettaglio anche con riferimento all'assistenza post-operatoria, indispensabile per ottimizzare i risultati del trapianto: grazie ai controlli periodici, svolti con cadenza mensile da un esperto nella sede della propria città, sarà possibile verificare la corretta ricrescita dei capelli in linea con i rispettivi ritmi biologici, fino al raggiungimento del massimo risultato possibile.

Analisi Gratuita

Istituto HelveticoSanders opera da oltre 35 anni nelsettore tricologico, con24 sediin Italia. Per valutare un Trapianto Capelli èpossibile prenotare una analisigratuita in uno dei nostri centri chiamando il numero verde800 607010 o tramite il sito www.sanders.it

PerTrapianto:AutorizzazioneregionaleUmbriaeLombardia DirettoreSanitarioDottorMassimilianoBucari

Istituto Helvetico sanders

e§,

"Ilcompito principalenonèimparareilmetodo, maaprireunnuovoemiglioremododivivereperilbambino. Èquindinecessariochel'insegnanteabbiaunapreparazione interiore".

Il ventesimo secolo viene ricordato come un periodo denso di tragedie. Nonostante il buio in cui la storia dell'umanità era immersa, o forse proprio per questo, è stato anche costellato dalla luce di personaggi che hanno dato un contributo fondamentale allo sviluppo della civiltà come oggi la conosciamo. Nel panorama educativo, un orgoglio tutto italiano fu Maria Montessori, allaqualedobbiamol'improntapedagogicachepermealascuola, in Italiacomeintuttoilmondo. LaMontessori nascea Chiaravalle nel 1870, da genitorimolto amantidellacultura. Nonostanteinquegli anni alle donneeraquasi impossibileaccederealle università, nel 1896 conseguelalaureainmedicina. Fuunadelleprimedonnealaurearsiin Italia. Il metodo Montessori nasce da una mente scientifica, e ruota attorno ad alcune precise indicazioni ambientali e su una serie di cosiddetti "materiali", elaborati dopo lunghe e attente osservazioni, allo scopo di favorire l'autonomia e lo sviluppo del pieno potenziale del bambino. Non bisogna cadere però nell'errore di etichettarlo come "distaccato"; infatti, c'è anche una forte componentespirituale, nutrita dalla sua decennale permanenza in India insieme al figlio Mario, per sfuggire alle persecuzionifasciste.

Nel discorsoadAdyarnel 1939, dice: "Per moltedecadiilbambino miha rivelatoqualcosache ènascostonelle profondità della suaanima. Maquale mancanza di comprensione, quanti malintesihotrovato in tanti paesi, perché la gente pensava che ioparlassidiunmetodo pedagogico, mentre ioparlavodiunarivelazionechemiè statadatadall'anima".

LaMontessorimuore nel 1952, lasciandociun'eredità immensa, basata, chiaramente, sulle necessitàe possibilità dell'epoca. Perfarsì chela suaopera giunga finoanoi, è importantecapiregliassuntibase: averetotale fiducia nellaspinta vitale all'evoluzione del bambino, rendere l'ambiente attorno a lui una guida e un appoggio a questa spinta, intervenire il meno possibilenelle attività deibambini, osservare costantemente econattenzione dove sidirigeil lorointeresseedovesiferma la concentrazione, affinché si possa strutturare l'ambiente giusto per loro in quel momento evolutivo. Tutto ciò può essere riassuntonelmotto "aiutamiafareda solo"e questopuòessere realizzabileinun ambiente"a misura dibambino".

Sceglierel'approccioeducativomontessorianoancheincasa, puòessereunaveraepropriasvoltanellavitaditutti, genitori e figli. Inparticolare, sei genitori lavorano molto, come quellimilitari, permetteràdi avere nell'ambiente domesticounpo'di tempopersestessi, conlarassicuranteconsapevolezzacheilbambinosaràconcentratoinqualcosachefabene, losoddisfaelodiverte (e cometuttinoisappiamo, èunacombinazionedifficile da ottenere) quasiacostozero.

L'aspettofondamentaleda curare è l'ambiente domestico, che sia, come dettosopra, facilmente usufruibile anchedai piccoletti, perfavorirelosviluppo dell'autonomia. Macisono anchemolte attività chesipossonopreparare facilmentein casa.

Neiprossimi articoliparleròdi tuttoquestoinmanierapiù approfondita, manelfrattempoeccoalcuni esempi:

• per i neonati, molto apprezzata nel metodo Montessori è la giostrina ideata dal famoso designer Bruno Munari, usata comeprimomobile, compostadaunasferatrasparentecheriflettelaluceeunaseriediformegeometrichetutteinbianco e nero. Questo perché ineonati apprezzano moltissimo i forti contrasti di colore. Disponibili in commercioci sono anche librettimorbidi di questogenere ecartevarie, ma potete sbizzarrirvi conqualsiasi immagine inbiancoe nero. Se la posizionate aportata divistadelpiccolo, vedretecheneverrà catturato perdiversotempo;

• da quando stanno seduti finché non camminano, una splendida risorsa è il famoso "cestino dei tesori". Facilissimo da costruireedigrandesoddisfazione;

• daidiciottomesiinpoicirca, nonpuòmancarel'attivitàdeitravasi, checonsentelorodiconcentrarsi, diacquisiresicurezza edi esercitarela "motricità fine".

Il lavoro più grande da fare, è quello interiore, per destrutturare modalità educative apprese in secoli di educazione adulto-centrica einiziarea guardare ibambini, invece, con il rispetto, lo stupore ela comprensioneche meritano. Ma questo è un percorso lungo, cheverrà affrontato in corrispondenzadei cambiamenti materiali che questotipo di approccio richiede. Perfacilitare il processo ci si può appoggiare a figure di riferimento, come educatrici Montessori a domicilio, che possono guidarviattraversounatrasformazionecheabbracciatuttalafamigliaechepuòarrivareatoccarecordeinterioriinaspettate.

r:1!:# un, ,li\ :: :ce di Alice
Rivista Militare I n. 5/2023 I

Alice Sciucchino nasce a Orvieto nel 1985. Dopo aver lavorato come tata per dieci anni, l'amore per questa professione e per i bambini l'ha spinta a studiare, presso il Centro Nascite Montessori, il metodo Montessori per la fascia di età 0-3 anni, che ha poi messo a frutto come strumentodi sostegno praticoalla genitorialità. Con il desiderio di stare accanto alle mamme e ai papà con più efficacianei loro primi momenti, nel 2017 si è formata come Doula (figura professionale, in grado di potenziare le capacità genitoriali, che assiste emotivamente e praticamente la famiglia durante la gravidanza e dopo il parto). È laureanda in Scienze dell'educazione.

Contatti: alice.sciucchino@gmail.com

--r --
a
cura di *Raou/ Gariano **Alessio Marte/Ioni

a situazione che spesso il milir.e, ma non solo, deve affrontare sono· i dolori muscolari derivanti oGfa sforzo fisico.

··enià inalcunmodovolersisostituire alla valutazione medica che, peraltro, è sempre consigliata, .,possiamo esaminare le situazioni più comuni di fronte alle quali è più facile trovarsi.

Nella maggior parte dei casi, i dolori muscolari possono derivare da contratture, stiramenti o strappi, elencati rigorosamente in ordine di gravità.

La contrattura rpuscolare, i cui sintomi principali possono essere dç>lore localizzato, mancanza di flessibilità, sensazione di rigidità, · tensione, limitazione nei mo_ vimenti o impossibilità di utilizzo . �el muscolo interessato, è una lesione muscolare provocata dalla c.ontrazione involontaria ed im. vvisadiunoo più muscoli. Nella· realtà, essa rappresenta una forma di difesa del nostro organismo nei casi di sforzo eccessivo osollecitazione imprevista oltre il limitefisiologico. Si manifesta con la comparsa di rigidità e aumento localizzato del volume delle fibre .. R1uscolari coinvolte spesso apprezzabile alla palpazione.

Nel caso di contrattura, è consiliabile l'interruzione dell'attività, uarqto_meno quella relativa alla arte· muscolare interessata, ed tervenire sempre sotto consiglio guida di un professionista.

fatti, la contrattura è solo aparentemente di facile riconosciento in quanto, nella realtà dei i, presenta analoga sintomagia con un crampo muscolare stiramento, dal quale differisce rò per alcuni aspetti, tra i quali: acausadiinsorgenza (pericrami legata a squilibri idro-salini), i empi di guarigione (più lunghi per ostiramento), tipo di dolore (più violento con un crampo)e impatto sull'attività in corso (con il cramo o lo stiramento l'interruzione è evitabile).

er çiuesti motivi, soprattutto se in resenza di dolore molto intenso è eo'nsigliato rivolgersi al proprio medico curante o al pronto soc-

corso, per accertare la diagnosi, escludendo danni più gravi. Una volta diagnosticata l'effettiva presenza di una contrattura, oltre al riposo della parte interessata e all'eventuale intervento di un professionista del settore (fisioterapista) con un massaggio decontratturante, è consigliabile applicare impacchi caldi localizzati per andare a sciogliere i coaguli che si sono formati sulle fibre muscolari. Lo stiramento muscolare, a differenzadellacontrattura, è una lesione muscolare che causa un "allungamento" delle fibre muscolari. Le cause dell'origine di uno stiramento sono molto simili a quelle della contrattura e sono perciò individuabili in occasione di affaticamentoodisforzieccessivieprolungati e non proporzionati al proprio grado di preparazione fisica.

Anche i sintomi sono sovrapponibili a quelli della contrattura con la possibile aggiunta di edemi e gonfiore localizzato, ematomi e gonfiore.

Anche in questo caso è fortemente suggerito rivolgersi ad un medico per un'accurata diagnosi che potrebbe richiedere anche l'intervento di un esame strumentale per la corretta individuazione della problematica.

La situazione più grave che può interessare il muscolo è lo strappo muscolare. In questo caso siamo in presenza della rottura delle fibre muscolari che costituiscono ilmuscolo, causata da uno sforzo eccessivo ed esageratamente sproporzionato alla potenzialità muscolare a disposizione. I sintomi più comuni, oltre al dolore acuto e all'impossibilità di utilizzo del muscolo interessato, sono la presenza di edemi, gonfiore ed ematomi.

La diagnosi può essere fatta solo conun'indagine strumentale (ecografia o risonanza magnetica) e sempre sotto il controllo medico. Appare evidente come la prevenzione e la progressività, come sempre, siano fondamentali al fine di evitare l'insorgenza di situazioni che richiedano successivamente l'interruzione dell'atti-

n. 5/2023 I Rivista Militare 83 � ,.

vità, sia sportiva che operativa, o nei peggioridei casi un intervento medico.

Infatti, ciò che accomuna questi tre "infortuni", ancorché diversitra loro per gravità e prognosi, è certamente un errore nella valutazione della propria condizione fisica o richiesta muscolare.

A tal proposito, risulta importante eseguire sempre le attività in modo graduale e progressivo evitando di sottoporre l'organismo a sforzi eccessivi o non proporzionati al proprio grado di preparazione fisica e rispettando i tempi di recupero del proprio organismo, relazionando gli stessi alla propria età

Altro aspetto fondamentale è mantenere sempre una corretta idratazione (se abbiamo sete, è già tardi), eseguire sempre un adeguato riscaldamento e allungamento muscolare prima di qualsiasi attività, anche seleggera, ed evitare sbalzi di temperature.

�Ul�U � l U��

(Q)rr�@� �@ @® p �®rr�o�@ -------------------------1---

Centro Sportivo Olimpico Esercito

Grado: C.le Magg. VFP4

Nome: Fabio

Cognome: Basile

Età: 29

Sport: Judo

Specialità: Judo

Palmarès:

Partecipazione Giochi Olimpici di Tokyo2020

Medagliad'oroalleOlimpiadi di Rio de Janerio2016 cat. 66kg

Medagliadi bronzoai CampionatiEuropei di Kazan2016 Medagliadi bronzoai GiochidelMediterraneo diMersin2013 (66 kg) eTarragona2018 (73kg).

"Ho iniziatojudo all'età di 6 anni. Perché iljudo? Perché non ero come tutti gli altri bambini".

Quando aveva5 anni e mezzo ha sfidato facciaafaccia la mortea causa di una polmonite fulminante. "/ dottori mi avevano dato tre giorni di vita, invece ho vinto io e sono qui a raccontarlo. Non guardavo i cartoni animati come tutti i miei amichetti; guardavo e riguardavo le Olimpiadi di Sidney 2000 dove Pino Maddaloni vinceva l'oro e mi promisi che un giorno sarei diventato campione olimpico anche io.

Così i miei genitori mi portarono in palestra e da lì tutto ebbe inizio.

A soli 11 anni mi trasferii nella palestra più forte d'Italia (ed anche del mondo), l'Akiyama Settimo di Settimo Torinese. Dal mio arrivo in quella palestra divenne tutto chiaro, ero un predestinato".

Già a 15 anni aveva chiaro in mente il suo futuro: arruolarsi nel gruppo sportivo dell'Esercito Italiano evincere il primo oro olimpico nella storia dell'Esercito. "Nel 2013 conobbi una persona a cui devo tanto, il Tenente Colonnello Giuseppe Minissale, che ha sempre creduto in me e continua a farlo nonostante mille difficoltà. Da quel giorno siamo diventati una vera squadra, insieme ai miei allenatori Pierangelo e Massimo Tonio/o che sono come una famiglia".

Grazie all'Esercito ed ai suoi allenatori, nel 2016 a Rio de Janeiro ha realizzato il suo sogno, diventare campione olimpico battendo tutti i suoi avversari per ippon, ossia ilcolpo definitivo che assegna la vittoria in un incontro di judo.

"Ma il mio sogno continua, ci vediamo a Parigi 2024".

n. 5/2023 I Rivista Militare 87 --r --------------------------------------------------------------------------------------------------r--

CentroSportivoOlimpico Esercito

Grado: Graduato

Nome: Manuel

Cognome: Lombardo

Età: 24

Sport: Judo

Specialità: Judo

Palmarès:

Medaglia d'argento ai Campionati Mondialidi Budapest2021edi Doha2023 Medaglia d'oro ai Campionati Europeidi Lisbona nel2021 Campioneeuropeo e mondialejuniornel2018.

"Miamamma racconta sempre che ho iniziato a farjudo perché, ancorprima dicamminare, volevosaliresul fatami per 'giocare'conglialtribambinimentreaspettavomiofratellochegiàpraticavaquestosport. Cosìa treanniemezzo homesso iljudogiperlaprimavoltaanche ioe non l'hopiù tolto". Nel 2015 vinceiCampionatiEuropei U18 egrazie a questa prestazione riesce aguadagnarsil'arruolamento nel gruppo sportivo dell'Esercito Italiano a soli 17 anninel 2016, diventandocosì unprofessionistaatuttiglieffetti."Nel2018vincogliEuropeiU21, iMondialiU21ediGiochidel Mediterraneo, evengocontestualmentenominatomigliorjudoka U21d'Europadall'EJU (laFederazione Europeadi Judo). Nel 2019 vinco ilmio primo Grand Prix, il Grand Slam, e sono il primo italiano della storia a vincere un World Masters (la gara riservata ai primi 36 della classifica mondiale)". Ciò gli permette di arrivare primo nel ranking mondiale, perlaprimavoltanellastoriadi questosportperunitaliano. Nel2021vinceiCampionatid'EuropaaLisbona, e si classificasecondoal Mondialedi Budapeste quinto all'OlimpiadediTokyo. Nel2022cambiacategoriadi peso(da 66 a 73kg) e nel 2023 si agiudica l'argento ai Mondiali di Doha. "Ilmio prossimo obiettivo è sicuramente l'Olimpiade diParigi, ed in preparazione parteciperò a qualche garadel circuitofra cuigli europei difine annoa Montpellier".

--,----------------------------------------------------------------------------------- ---,--

Centro Sportivo Olimpico Esercito

Grado: Graduato Capo

Nome: Odetta

Cognome: Giuffrida

Età 29

Sport: Judo

Specialità: Judo

Palmarès:

Argentomondiali U17 2011

Medagliadi bronzoalleOlimpiadidi Tokyo 2020

Medagliad'argentoalleOlimpiadi di Riodel Janeiro2016

Medagliadi bronzoai Campionati Mondiali di Doha 2023.

"Salgo per la prima voltasuun fatami all'età diseianni, seguendo mio fratello e da quel giorno è stato amore per questo sport. Mi riusciva tutto molto semplice e in poco tempo ho cominciato a competere a livello giovanile vincendo numerose gare sia a livello nazionale che internazionale".

Nel 2009 vince i Campionati Europei cadetti e l'argento ai Campionati Mondiali cadetti.

Queste prestazioni le permettono l'arruolamento nell'Esercito Italiano che da quel giorno non ha smesso mai di credere in lei, anche nei periodi più difficili. "È anchegrazie a loro che nel 2016conquisto la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Rio de Janerio e cinque anni dopo mi confermo a Tokyo vincendo il bronzo.

Sono la primajudoka italiana a vincere una medaglia in due diverse edizioni dei Giochi Olimpici e questo mi rende molto orgogliosa, anche perché ho superato diversi infortuni che non mi hanno mai fermato, ma piuttosto mi hanno reso più forte".

Recentemente ha vinto la medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali di Doha, ed ora tutte le sue energie sono focalizzate su Parigi 2024.

Porto Azzurro provincia di Livorno, 13 giugno 2023. Ha sentito un forte odore di fumo, ha capito che si trattava di un incendio e ha subito cercato un estintore per spegnere le fiamme, divampate all'interno di un appartamento al piano terra di una palazzina, salvando così tre ragazzichesitrovavanoall'interno. "È andata così, semplicemente".

Francesco Vindigni racconta l'accadutocon unanaturalezzaspiazzante. Non gli piace pensarsi un eroe, ma è consapevole che, senza il suo intervento tempestivo, quella giornata poteva diventare lo scenario di una tragedia. Vindigni, Graduato Aiutante dell'Esercito Italiano, in servizio presso la Sezione Rifornimenti e Mantenimento di Treviso, era in licenza e, con la sua famiglia, si trovava nella località elbana per una brevevacanzaquandosi è ritrovato a dover gestire una situazione pericolosa.

A distinguerlo, nel quotidiano come negli incarichi esterni, lo slancio e la generosità con cui affronta ogni cosa.

Lo stesso slancio con cui, appena sentito l'odoredi fumo, si è avvici-

Graduato Aiutante Francesco Vindigni

Arruolato nel 1999, ha prestato servizio al 132° reggimento carridi Cordenons eal Comando BrigataLogisticadi Proiezione diTreviso. Hapartecipato a diverse operazioni fuori area, tra le quali l'operazione "Joint Enterprise" in Kosovo, nel2000-2001, e l'operazione "Leonte" inLibano, nel 2009. Nel 2020, è stato impegnato nell'operazione "EOS" a Milano, per il contrasto dell'emergenza pandemica. Presso la Sezione RifornimentieMantenimento, svolgel'incaricodiAddettoalla SezioneLogistica in qualità diconduttoredi automezzi, occupandosidellamovimentazione dimaterialiedell'approvvigionamentoalleunità interritorionazionale.

nato alla siepe che circondava lo stabile e, viste le fiamme all'interno dell'appartamento, si è guardato intorno per trovare una soluzione. Nelle vicinanze ha visto un bar e, sapendo che le attività commerciali devono essere fornite di un estintore, vi si è recato per procurarselo.

"La cosa che mi stupiva -racconta - era che dei presenti nessun cercava di intervenire; c'erano delle persone che avevano il cellulare in mano, pronti a filmare, ma nessuno di loro chiedeva aiuto". Si è precipitato verso I'ingresso dell'appartamento, dove già l'aria era divenuta irrespirabile e si è accorto che all'interno vi erano tre ragazzi. Dopo averli fatti uscire si è recato, dall'esterno, verso la finestra della cucina in fiamme, l'ha sfondata con un'asse di legno trovata lì vicino e ha iniziato a usare l'estintore, riuscendo a contenere, ma non ancora a domare, le fiamme.

In quel momento, la sua preoccupazione più grande era rivolta alla bombola del gas, che si trovava a circaun metro e mezzo dalui, perché poteva esplodere da un mo-

mento all'altro. "Ho agito di istinto, senzapensarealrischio chestavo correndo anch'io: ho pensato di agire subito per evitare il peggio; prima di tutto bisognava salvare i tre ragazzi, e poi anche gli altri appartamenti dei pianisuperiori..." Infatti, anche al secondo e al terzo pianodella palazzina c'eranodelle persone intrappolate.

Mentre correva a vedere cosa stesse accadendo, il militare aveva esortato i presenti a chiamare i soccorsi; pocodopo, èarrivatauna pattuglia dei Carabinieri che è intervenuta in aiuto con un secondo estintore portatile.

I Vigili del fuoco, giunti sul posto quando l'incendio era stato quasi domato, hanno terminato l'opera e dichiaratoinagibile l'appartamento. A distanza di tempo, il pensiero del militare va alla famiglia dei tre ragazzi minorenni, con la speranza che possa avere dal Comune una sistemazione alloggiativa; tra l'altro, come se non bastasse, nell'autunno del 2022, lo stesso appartamento era stato colpito anche da un'alluvione, riportando vari danni. Eora, anchel'incendio. "Il padre dei ragazzi mi ha ringra-

90 Rivista Militare I n. 5/2023 SOLDATO DELGIORNO
---1---------------------------------------------------------------------------------------------------

ziato per essere intervenuto prontamente, senza aspettare che si consumassela tragedia- diceancoraVindigni- ma io ho solo fatto il mio dovere di militare e di cittadino". Durante la conversazione, accenna al fatto di avere un figlio adolescente ealpensierodi come sia normale per un ragazzo restareimpietritoespaventato difronte a una situazione così imprevista. "Forse - continua - servirebbe una formazione ancora più specifica anche nelle scuole: prove antincendio, prove di evacuazione in caso di calamità varie, e dei corsi diprimosoccorso,comequelliche noimilitarisiamoabituatia svolgere nei Reparti". Vindigni, infatti, è anche qualificato, come addetto al primo soccorso e operatore BLSD (Basic Life Support Defibrillation). "Grazie alla Sezione Rifornimenti e Mantenimento di Treviso, dove presto servizio - dice - ho potuto aumentare le mie competenze in questo ambito. Saper usare un estintore, o undefibrillatore, saper soccorrere qualcuno in pericolo, è una formazione che deve essere rivolta a tutti. Penso che si dovrebbe incrementare anche la distribuzione dei defibrillatori".

Un'ultima riflessione del militare scaturisce dall'aver visto tante persone che, da semplici spettatori, osservavano quanto accadeva intorno a loro, in attesa di immortalare la scena con il cellulare senza intervenire: "Viviamo nell'era della connessione costante, i nostri cellulari sono diventati come una protesi attaccata alle nostre mani; sarebbe il caso diinsegnare ai nostri ragazzi (e forse, anche a tanti adulti) che il cellulare non serve solo per fare uno scoop e dire io c'ero,ho visto e documento l'accaduto.

A mio figlio,che haassistito all'accaduto, spero di aver insegnato dei valori importanti e cioè che bisogna saper affrontare le situazioni di pericolo agendo in sicurezza e facendo intervenire chi ne ha la competenza, e comunque salvaguardando sé stessi prima di tutto così da poter essere di aiuto e non di intralcio".

I�I� c;1J1llll)II�NC)IIII�I IJNC;Itl�lll�SI

Il figurino è realizzato in scala 1/30 (54mm). Scolpito da PiersergioAllevi e dipinto da Danilo Cartacei.

Il corpo delle Guardie Nobili Ungheresi venne istituito a Vienna, nel settembre del 1760, per volere di Maria Teresa imperatrice d'Austria, in qualità di regina d'Ungheria.

Inizialmentela Guardia fu composta da 100-120 uominiprovenientidall'aristocraziaungheresecon il compito discortarel'imperatrice.

La sua creazione rispondeva alla necessità di riavvicinamento tra la corte viennese e l'Ungheria, mirando a coltivarenellegiovani generazionidellanobiltà ungherese unamaggiore fedeltà alla Casa d'Austria. A differenza delle guardie reali e imperiali di altri Stati dinastici, la Guardia Ungherese non era statapensata comeuncorpo combattente, ma il suocompitoerapuramenterappresentativocome servizio di corte. Nel 181O, la Guardia ungherese fu riformata e composta da 183 uomini.

A seguito della rivoluzione ungherese del 1848, la Guardia venne sciolta e ricreata solo nel 1867, per volere dell'imperatore Francesco Giuseppe I, terminando la propria storia nel 1918 con il crollo dell'Impero austro-ungarico.

Il figurino riproduce il principe ungherese Nikolaus Esterhazy che comandò le Guardie dal 1798 al 1833.

Ilprincipeindossa l'uniforme allaussaratipicadel corpo, caratterizzatada do/man, pelisseepantalonirossi, cherimarràpressochè invariataper tuttalastoriadelle Guardie Ungheresi.

Il colbacco è ornato da un'asta sormontata da piume d'airone e affiancata da un prezioso decoro in argento a simboleggiare un'ala d'aquila.

Unapelliccia dileopardo sormontala pelissee costituisce l'elemento più caratterizzante dell'uniforme.

Una sciabola ungheresee una sabretascheverde, con ricamatal'aquilabicefalaelo scudo diAustriae Ungheria, completanol'eclatanteabbigliamentodelleGuardie. Anche a cavallo il principe porta appeso al polso l'elegante bastoncino da passeggio con il pomo in avorio. Non meno decorata è la selleria, dove una ricca testieraincuoiorosso conapplicazionid'argentocingeil muso di uno stallone arabo.

La sella all'ungherese a cui sono appese all'arcione le fonde delle pistole è coperta da una sciabracca in panno verde, bordata da un complesso decoro a ricamo che ripropone ai quattro angoli l'aquila asburgica, dando a tuttol'insieme unaspettosfarzoso con un eccesso esornativo tipico dei corpi di rappresentanza dell'epoca.

,----------------------------------------------------------------------
92 Rivista Militare I n. 5/2023
Questo figurino si basa su varie immagini d'epoca e in particolare sul ritratto del principe Esterhazy, opera di Martin Knoller e sull'incisione raffiguranti una Guardia Nobile Ungherese, incisa da C. Schiltz nel 1782 e conservata presso la Civica Raccolta delle StampeAchille Bertarelli, Castello Sforzesco, Milano.
n. 5/2023 I Rivista Militare 93 1 --1---------------------------------------------------------------------------------------------------r
Nikolaus Esterhazy, Vienna, 1798.

I�I� c;1J1llll)II�

1)1�1� C�C)Ilt>f) I7!1(1-1751

L'11 ottobre 1736 il sarto torinese Leonardo Martino firmò il contratto che lo obbligava a fornire per dodici anni il vestiariodiparataequellogiornalieroalletrecompagniedelle Guardie. Il testo fornisce tutta una serie di dettagli grazie ai quali sappiamo che le tenute avevano subito delle sostanzialimodificherispettoalperiodoprecedente. Mentre il taglio ed icoloridel giustacorpo rimasero invariati- panno scarlatto, paramaniscarlatti, foderadisagliaedimezzalana per le faldee le tasche entrambe rosse-ibottonigrandi di ottonedoratodivennero25intuttomentreleguarnitureeranooracostituitedabennovemetridigalloned'oro, applicato sul davanti, al girocollo, al bordo dei paramano, ai bordi delle aperture laterali e dell'apertura centrale delle falde e sulle cuciture posteriori, laterali, centrale del busto e delle scapole, e da 34alamari dello stesso gallone con la punta arrotondata. Laveste, foderataconlamezzalanarossa, era sempredipannoscarlattomacon28bottonipiccolid'ottone dorato ed ornata da quattro metri e mezzo di gallone d'oro simile a quello del giustacorpo, applicato sul davanti, al girocollo, sul bordo inferiore, sulle patte delle tasche e forse anchelungol'orloinferioreelungol'aperturadellemaniche. I calzoni, anch'essi di panno scarlatto, erano del modello stabilito per i reggimenti di cavalleria. Il "swtout" di nuovo modelloeraidenticopertessutoecolorealgiustacorpoma era tagliato come quello della fanteria con i bottoni su entrambiilembianteriori ed aveva ora come unica guarnizione36bottonidiottonedorato; conilswtoutnoneraprevista una veste di modello particolare ma si indossava quella di parata. Completava la tenuta il tricorno gallonato d'oro ed ornatodallacoccarda di seta turchina. Grazie al figurino riprodottosulmanoscritto citatoeaidaticontenutinelcontrattodel 1736conosciamol'aspettoprecisodellabandolierae della bardatura dei cavalli. Forse era ancora quella usata nelperiodoprecedente: inpellerivestitadivellutoturchinoe foderata di "pirlata"(1) dello stesso colore, bordata da uno strettogalloncinoedornatadaunsecondogalloncinosimile cucito su entrambi i lati a poca distanza dal primo e da un largo gallone a biscia applicato al centro, tutti in oro. Era dotata, come sempre, di piastre d'ottone dorato con anello egancioedoraanchedaunmoschettoneporta-carabinain ferrocheservivaperagganciarel'anelloscorrevoledell'astinaawitatasulfucile. Lagualdrappaedicoprifonde turchini erano bordatida un gallone largo e da due stretti galloncini tuttiin oro, applicati lungo ilbordoesternodellagualdrappa eall'internodelgalloneedornatidallacifrarealecoronatae

ricamatainoro. Questauniformerestòinvariatafinoal 1748 quandovivenneroapportatenotevolimodifiche. Giàneiprimigiornidimaggio vennesottoscrittoun contrattoconcerti Zuccarello e Marchisioper la fornitura gli alamari d'oro con cuiguarnireexnovoilswtout, mentreil 22agostodel 1748 venne rinnovato per altri 12anni a Leonardo Marino il contrattodifornituradelvestiariodelleGuardiedelCorposottoscrittonel 1736. Iltaglio, ilcolore,ilnumeroeladisposizione degli alamari del giustacorpo rimasero invariati rispetto al 1736mavifuronoaggiuntiiparamanidipannoturchinoela fodera disagliadellostessocolorementreilnumerototale deibottonifuridottoa23; iltaglioegliornamentidellaveste edeicalzonirimaseroanch'essiinvariatimaentrambifurono ora confezionati con panno di colore turchino. Il swtout subì alcontrarioprofondemodifiche sianei coloriche nelle guarnizioni perché a partire da quel momento infatti ebbe i paramanielafoderaturchina, vifuronocucitiintutto 18bottoni grandi d'ottone dorato e solo 14 alamari simili a quelli del giustacorpo di parata ma più piccoli. La veste indossata con il swtout, identica nel taglio e nel colore a quella di parata, era dotata però di soli 20 bottoni piccoli ed ornata da ungallone tessuto in oro simile aquellodelgiustacorpo ma più stretto. Completavano entrambe le tenute i calzoni turchini con ginocchiera bianca, gli stivali da cavalleria con speroni, il tricorno gallonato in oroedornatodallacoccarda turchina ed il mantello che era identico per taglio a quello dei reggimentidicavalleria madipanno rosso foderatocon mezzalanadello stesso colore. Il 7 novembre del 1751, su richiesta degli ufficiali delle tre compagnie ed in previsione dellascadenzadelladuratastabilitaperiswtoutdelleGuardie, venne deciso di cambiare la forma degli alamari poichéquellicheerano in usorisultavanoidenticiaquellidelle "Guardie a piedi" -gliArchibugieriGuardiedella Porta-e avendo glistessiufficialiscelto un tipodialamaro più granderispettoaquelloinuso, il Reneapprovòlaspesamane ordinò la riduzione da 14 a 10 ottenendo un risparmio di 2 liree 1Osoldiperciascunswtout.

NOTE

(1) Il termine aveva avutoorigine dalla città francese di Pierrelatte situata nella pianura del Delfinato sede di industrietessili che producevano questo tipo di stoffa, una qualità di sargia tessuta a maglia "perlata"che presentava uneffettoinrilievosufondoliscio.

,----------------------------------------------------------------------
94 Rivista Militare I n.5/2023
-1

Il termine Broken Arrow viene utilizzato dalla Marina e dall'Aeronautica statunitense per indicare in codice qualsiasi incidente in cui un'arma nucleare viene persa, rubata o fatta esplodere inavvertitamente. I registri storici svelano che solo gliStati Uniti hannosperimentatopiù di30incidenti similidall'iniziodell'eranucleare.

Nessun Broken Arrow ha mai provocato un'esplosione nucleare, ma ci sono stati alcuni incidenti in cui un'arma è stata persa e mai ritrovata. Durante la Guerra del Vietnam, un aereo che trasportava una bomba nucleare scivolò giù dalla portaerei USS Ticonderogae scomparve nel Pacifico. Nel 1968, il sottomarino Scorpion SSN-589 affondò misteriosamente con due siluri Mark 45 con testata nucleare al largo della costa delleAzzorre.

Il codice Broken Arrow però è stato

resofamosoanche grazieal film"We Were Soldier", dedicato alla BattagliadellaValledi la Drang, durantela GuerradelVietnam; combattendocon un solo Battaglione controuna intera Divisione nemica, lo scontro fu così sanguinoso che, a causa del numero diferitiin costanteaumento, ilTenente Colonnello Hai Moore chiamò via radioil "BrokenArrow'', terminein codice che per I'U.S. Armye i Marines indica la possibilità di un'unità americana diessereannientata dalnemico e quindi sirichiedetuttoilsupportodi fuocodaqualsiasiaereoda combattimento nellevicinanze.

IL GIOCO

L'editore Slitherine Ud., insieme allo studio di sviluppoSteel Balalaika, ha rilasciato una demo per

un nuovo titolo di Real TimeStrategygame per PC suSteam.

Il RTS Broken Arrow combina la complessità e la profondità di un wargame con il dinamismo di un gioco d'azione. È un gioco di tattica di guerra moderna in tempo reale su larga scala. Il gioco base presenta due schieramenti opposti: le Forze Armate statunitensi e quelle della Federazione Russa. In Broken Arrow puoi costruire le tue unità da combattimento scegliendo tra molte opzioni diverse, tra cui unità di ricognizione, fanteria, veicoli da combattimento, unità di supporto, unità logistiche, elicotteri e stormi di aerei. I veicoli e gli aerei sono personalizzabili con diversipacchetti diarmieblindature. Il gioco presenta oltre 300 unità e ognuna di esse può essere personalizzata in più modi, ottenendo

96 Rivista Militare I n. 5/2023
---1---------------------------------------------------------------------------------------------------

più di 1.500 combinazioni possibili. Puoi scegliere il tipo di munizioni utilizzate dalla tua artiglieria tra esplosivi ad alto potenziale, munizioni subacquee, fumogene, incendiarie, termobariche, a guida laser e altro ancora.

Il giocatore, inoltrando gli ordini, può schierare le proprie truppe sul campo di battaglia via terra, mare o aria. Il gioco prevede la possibilità di infiltrare forze speciali dietro le linee nemiche per interrompere la logistica nemica e fornire la designazione laser per gli attacchi aerei. Nell'otticadi garantire il massimodel realismo possibile, Broken Arrow impegna il giocatore in battaglie inuna varietà di ambienti, tra cui deserti e foreste, e permette di utilizzare il terreno per tendere imboscate, aggirare il fianco e superare in astuzia il nemico.

Ma non solo, consente anche di effettuare numerosi combattimenti anche in ambiente urbano, come aeroporti, fabbriche o in intere città piene di grandi condomini, centri commercialie grattacieli.

Le battaglie sono progettate per essere coinvolgenti e si concentranosutattiche militari realistiche, l'intero gioco offre un'esperienza strategica ricca e complessa che richiede ai giocatori di pensare criticamente e prendere decisioni mirate per sconfiggere il nemico e raggiungere così la vittoria.

La quantità di variabili è enorme e questo fa sì che ogni battaglia sia diversadallaprecedente.

Il Campo di battaglia è diviso in mappe materializzate sulla schermata delcomputer. Con la visione aerea il giocatore può impartire gli ordini alle unità materializzate

sul terreno in modelli 30 estremamente dettagliati.

Sui lati dello schermo appariranno le colonne con i dati necessari a condurre le unità, armamenti, livello di usura dei contingenti, tipologia di munizionamento ecc. Purtroppo, la versione rilasciata non prevede Tutoriale perdersinelsistemadigioco è moltofacile, almenoall'inizio.

In Broken Arrow la pianificazione la fa da padrone, la scelta delle unità, l'armamento e il giusto supporto logistico sono ingredienti da dosare con cura per ottenere la ricetta della vittoria perfetta.

L'unico difetto di questo "gioco" è che per ora è disponibile solo la versione demo, con un solo scenario giocabile. Sfortunatamente, il conflitto in Ucraina ha convinto la casa madre a rinviare l'uscita del prodotto completo.

n. 5/2023 I Rivista Militare 97 --r --------------------------------------------------------------------------------------------------r--

tEf)Pillll)

Allametàdegli anniCinquanta, lo StatoMaggioredell'E.I. constatata la crescente obsolescenza degliM.47in dotazionealle unità corazzate nazionali, iniziò a progettarne la sostituzione. Fu solo nel 1969, dopoilripensamentosulla scelta dell'M.60A1, che si individuò nel Leopard 1 la miglioreopzione per il rinnovo del parco carri armatiitaliano enevenne formalizzatol'acquistodi800esemplari, dicui 196 acquistati direttamente dalla Germania dalla Krauss Maffei (denominati 1A1), gli altri prodotti dall'Oto-Melara conalcune modificheesterne identificati conlasigla1A2.. Nei decenni successivi l'E.I. ebbe contemporaneamente in linea tre diversi tipi di corazzati, in quanto ai moderni M.60A1 e Leopard 1A1 ed 1A2, si affiancarono ancora 1.500 M47chevennerodismessisoloversolafinedegli anni Ottanta. L'ultimo repartodell'Armadi Cavalleria che ancora nel 1988 montava sugli M.47 era il Gr. Sq. Cor. "Savoia Cavalleria" (3°) allora a Merano: per consentire al reparto una credibilità operativa in attesa delle blindo "Centauro", furono assegnati verso gli inizi del 1989 alcuni Leopard già del 13° btg. CC "Friuli Venezia Giulia", un fattoogginonmolto conosciuto matestimoniatoancheda foto postate sui social dagli appartenenti al reparto. Fra i carri consegnati al "Savoia", almeno uno era della versione 1A1, forse oggetto di altre forniture sporadiche di Leopard di tale sotto versione e già usati dalla Bundeswhar, effettuatenelcorsodeglianniOttanta: dallafoto acolori di tale carro (pag. 75 del Briefing n. 1O di Storia Militare) si notano gli elementi tipici della versione 1A1 (concentrati perlopiù sullatorrettacome cuffiecopritelemetri diforma rotonda, cerniera in rilievo del portello espulsione bossoli, perpendicolarità di tutte le maniglie d'appiglio esterne), gliaggiornamentiricevutidagli1A1(manicottotermicodel cannone ecingoli D640Aconpattiniestraibili), maanche sulla piastra frontale i supporti per i pattini di aderenza in acciaio e lastaffaportafarodestrodellafanaleriaanteriore di dimensioni identiche a quella sinistra, particolari non presenti sui carri di produzione tedesca forniti nel 1971 all'E.I. e che rendono viepiù interessante la realizzazione in scala 1/35 di questo Leopard. Si può usareil kit recentemente reimmessoincatalogo dalladittaltaleri, dedicato allaversione1A5macheconservatuttiipezziperlariproduzionedella1A1. Perleinsegnereggimentalielostanag

di"Savoia"cisideveprocurareunfogliodecalsdellafirma artigianale Ferrea Mole, fra le serie dedicate ai Leopard italiani. Il modello è scomposto in oltre duecento pezzi, molti di piccole e piccolissime dimensioni, distribuiti in quattrotelai, che in buona sostanzasi assemblano senza particolari difficoltà ma in qualche punto (giunzione delle piastreanterioreeposteriorealrestodelloscafo, delledue parti del cannone e della torretta) è necessario lo stucco. Lagrigliadelvanomotorefornitadalkitèinvinile, vasostituitaperundettagliomiglioreconquelladelsetdifotoincisionidellaEduardchecontieneanchemolti altriparticolari utili adesempiosesi vuolrealizzareuncarro senzagli attrezzidazappatore(quandononci sonosulle fiancatedei mezzisonoinbellaevidenzailorofermaglicheinvecenel kit ltaleri non ci sono). Per le griglie degli scarichi motore vannomontatequelleditipolineare; icingoliinviniledelkit sonoabbastanzarealisticiedunavoltadipintisonoidonei arappresentare quelli reali. Sulla piastra anteriore nei fori periramponivannoinseritisolodeipiccolicilindrettidiplastica. Lacostruzionequinditerminasenzaulterioriaggiunte e si può quindi passare alla colorazione del kit non senza aver dato a tutto il modello una mano di fondo (sempre megliousareungrigiochiaroa smalto) siaperevidenziare qualche problema di stuccatura sia per dare una migliore superficied'appoggioallesuccessivemanidivernice. Dalla citata immagine diquesto Leopard di"Savoia"sinotache lasuacolorazioneesterna, pursempreinverdeuniforme, appare di una tonalità più media e diversa daquella degli analoghimezzi dell'E.I.: sipuòpassareinmodoirregolare conl'aerografoun Humbrol149inmodotaledaevitarefin da subito di dare al modello un aspetto troppo uniforme. Usando poi i set di invecchiamento dellaTamiya (sonodei colori in pasta che si possono passare con un applicatore compreso nel set) si possono riprodurre ulteriori sfumature diinvecchiamentodelmezzo, iltuttoperòsenzamaiesagerare. Conun verde olivavadipintoil teloimpermeabile che coprelazonadi movimentazione dell'alzo del cannone. Le maglie dei cingoli sono in generale in grigio chiaro e con i pattini ingrigioscuro, iconnettorilateralidellemagliesono inunarancionesmorto,identiinalluminio; infinesullaparte esternadellemaglieva passatounvelodi grigiochiaroper simulareil logoriodellepartiingomma.

--,---------------------------------------------------------------------
98 Rivista Militare I n. 5/2023
, I t I I r , L
I I )III�I'l1illlI1l:;;;;;;;;;;;;;;;;;; I n. 5/2023 I Rivista Militare 99

20 I MEDITERRANEO

June 1941. On a Greek island inhabited almost exclusivelybywomen andchildren, where thevery few men were older people who escaped deportationby the Germans, a handful of ltalian soldiers landed with the task of garrisoning the island. They would stay there far three years, forgotten by all. The film's director, Gabriele Salvatores, makes the war (which cannot be seen) the element of fracture between a 'before' and an 'after', a bitter reflection on a generation betrayed by broken promises, just like the generation to which the director belongs.

22 I

THE CELLO IN THE TRENCHES

The article tells the incredible story of an 'improvised' musical instrument built by two French soldiers, carpenters in civilian life, using ammunition crates, and its owner, MauriceMeréchal, a famous French cellist, during thehellof theGreatWar.

26 I

FOOTBALL AND MORE FOOTBALL WITH THE COPPA

TheCOMACA(AirDefenceArtilleryHQ)wontheCoppa Esercito, theArmy's football championship. Stili, all 18 participating teams distinguished themselves through their dedication, passion and healthy competition far a truesportstriumph.TheChiefoftheArmyGeneraiStaff, LieutenantGeneraiPietroSerino, andtheArmyCadres attended the final match between COMLOG (Logistic Command) and COMACAplayed in Rame at the Army's Olympic Sports Centreon 5 July. ltendedwith the Air DefenceArtilleryHQwinning4-2.

The V Generai Affairs Division, Army Generai Staff, organised the championship, which took piace from 15 May to 5 July. lt was part of the initiatives aimed at

encouraging the sports activities of military personnel and strengthening the cohesion and esprit de corps of all Army units. The teams representing theArmy'sTop StructureandHigherCommandscompetedthroughthe preliminarystages, withatotalof31matchesplayed.

48 I FROM FEMALE SUPPORTING COURIERS TO FELLOW PARTISANS

Women'sResistancewasacollectiveandlargelyanonymous phenomenon. There were so many women and so many girls who were not simply additional forces but actual pivots of theResistance, suchastheliberal MariaGiuliaCardini, whogrewupinafamilyofanti-fascistsentiments,orLucia Boetto, who specialised 'in escorting people safely: noonewasevercaught', or Baroness CristinaCasana of Seyssel d'Aix, who worked in the Resistance, up to PaolaDel Din, thebestknown, whobeganworkingasa supportingcourieralongsideherbrother Renato. lt has been written that the partisan women were the heirs of the First World War Carnic women. Stili, the Carnicwomen porters wereauxiliaries in awarwaged by men. In contrast, the partisan women consciously experiencedparticipationinthewar, takingresponsibilityandassertinginpracticewomen'semancipation.

56 I THE WOMEN'S WAR

When the Germans raided the Warsaw ghetto on 18 January 1943, they were confronted by warrior women, skilled and determined, almost mythological creatures. They were the Jewish partisan women who led their own resistance during the difficult years of German occupation. Their little-known faces and names have recently been restored to collective memory on the 80th anniversary of the ghetto uprising. These 'daughters of the Resistance' wrote a page of history that reveals how women very often played anything but marginairoles in the wars of every era.

100 Rivista Militare In. 5/2023
---------------------------------------------------------------------------------------------------1--·

59 I

ALBANIA, 1943-1945

Eighty years after theArmistice, a sad and challenging page in history, this article intends to pay tribute to the ltalian soldiers stationed inAlbania after 8 September. They chosetofight Nazi-Fascismand flankedtheAlbanian resistance by creating a national battalion named after Antonio Gramsci. The article retraces its exploits, battle after battle, citing its most important characters, and pays homage to those fighters who, even outside the borders of ltaly, knew how to fight bravely far freedominthe nameofthe Fatherland.

62 I

"LITTLE FELLERS"

When, in May '41, the Military lntelligence Service (SIM) managed to sneak two of its agents as ushers into Palazzo Margherita in Via Veneto, the seat of the United States Embassy in Rame, a case of espionage was opened, which went down in history as the 'little Fellers', named after the American Colonel Frank Banner Fellers, who was intercepted. The case is linked to another espionage episode but at the German Embassy The reconstruction of events is taken from Mr Ciano's Diary, Mussolini's Foreign Minister and son-in-law, having married his daughter, Edda.

70

Far aver 20 years, the Scientific Department of the 'Celio' Military Hospital in Rame has beencommitted to tackling criticai issues and identifying solutions in cooperation with theArmy Logistic Command.

73

ILIFELONG LEARNING

Lifelong learning is considered one of the pillars in the pursuitofinnovation, increasedproductivityandsustainability, accordingtostudies publishedbyauthoritativeinstitutes in the wake ofthe worseningeconomiecrisis. Currently, the gapbetween the skills required and the skills availableamongtheemployableresources, i.e., theskills mismatch, is onefactorcontributingtoashortfall in GDP thatcouldreachUSO18trilliononaglobalscaleby2025. Even before this concepì was extruded into the civilian sphere, the Army had already realised the need not to limitthe education of personnel, especially managers, to attainanacademicqualification bystructuringthe educationandtrainingin parallelwiththe Commander's career evolution. Thus, far years, the Army Training and Doctrine Command and the School ofApplied Military Studies have organised their basic andadvancedcourses to guidepersonnelthroughouttheirworkinglives.

The Training and Doctrine Command and the Turin School ofApplied Military Studies, the University of Turin and the Turin Polytechnic University form a synergic entitythathasdevelopedavertheyearsaccordingtothis philosophy, becomingthereferencepalefarthedevelopmentofadvancededucationandtrainingaccordingtothe principleoflifelonglearning.

IWATER GUARDIANS

Finding usable and drinkable water is one of the main sanitary and hygiene challenges the Armed Forces face in 'out-of-area' operations. This water must comply with the requirements of current legislation. Overcoming this challenge makes it possible to guarantee the required 'Force Health Protection' standards in the first piace and, secondly, to have a very precious resource in terms of Civil and Military Cooperation.

The article analyses the state of the art in the education andtrainingofArmy cadres throughthedevelopingconcepì of the continuum of training moments, in line with whatthe Ministerof Defenceexpressed duringthe hearingontheMinistry'sprogrammelineslast25January.

1------------------------------------------------------- \

Andrea Graziosi, Decidenti e Modernità. Vedere un mondo nuovo, il Mulino, Bologna, 2023, pp. 211,€ 16,00.

L'autore, il Prof. Andrea Graziosi, è insegnantedistoriacontemporanea all'Università Federico Il di Napoli. Questo suo volume è un notevole invito alla riflessione e lo si consiglia, quindi, senza esitazione. Per inciso: èvincitore delpremioLettura 2022, alla sua 37A edizione, della casa editrice il Mulino. Di grande impatto è già l'introduzione con il binomio covid-Putin ingrado di definire"lafragilità dellenostre società". Non vi è un solo Occidente, ve n'è più d'uno. Comunque, tutti gli Occidenti hanno avuto quale cifra distintiva "la libertà e la dignità delle persone". Non a caso l'obiettivo primario dell'autore è quello di condividere, con coloro che hanno la "passione per la libertà", un'agenda dei problemi da affrontare. Di assoluto spessore gli approfondimenti economici e, soprattutto, demografici. Dasoffermarsi, altresì, sultemadella meritocrazia, molto ben sviluppato (apprezzatissima la citazione del distopico romanzo sociologicodi Michael Young "L'avvento della meritocrazia"). È proprio l'inverno demografico a rappresentare lamaggiore causa di insostenibilità moderna occidentale. Nonsiriesce, insomma, a "riprodurre al suo interno le risorse umane, cioè l'energia, indispensabili alla sua stessa sopravvivenza ed espansione". Graziosi, in sintesi, hailmerito di invitareillettoreadun ragionamento condiviso sulla crisi attuale attraverso interpretazioni ottimamente argomentate.

I racconti della Kolyma

Varlam Salamov, I racconti della Kolyma, Adelphi, Milano, 1999, pp.631,€ 17,00.

Helga Schneider, Il rogo di Berlino, Adelphi, Milano, 1995, pp. 229,€ 12,90.

Unadiscesaagliinferi. Eccodi cosa si tratta. Le scene descritte restano nella memoria a lungo; non ci sono giri di parole, la realtà è presentata così come si offriva agli occhi del giovane Salamov. L'autore, infatti, trascorse ben 17 anni nella regione della Kolyma-unadellepiùorientali e a nord dell'immenso impero sovietico-maricca dimaterieprimee inospitale al massimo grado. Lì abbondavano i lager, luoghi ove si doveva scontare una pena lavorando. Sitrattavadi unveroeproprio sistema schiavistico- che fece "la gloria di quasi vent'anni di piani quinquennali''- nel quale la vita dei condannati era insignificante: andavano sfiancati finché si reggevano in piedi, percossi e abusati in ogni modo, fisico o psicologico che fosse. Vitto carente, freddo indescrivibile, sporcizia e malattie cronichefacevano il resto: la morte giungeva come una liberazione. Beffardamente, all'ingresso del campo troneggiava la frase: "lilavoro è una questione d'onore, di gloria, di coraggio e di eroismo". Nella Kolyma, però, già pochi giornidopol'arrivo, l'alienazioneera garantita: icondannatinonfacevano progetti che andassero oltre la giornata successiva. Quanto terribile fu quelperiodoperSalamovlotestimoniò anche Solzenicyn: "a lui e nona me è stato dato in sorte di toccare il fondo di abbrutimento e disperazione". Salamov risalì da quell'abisso e lo testimoniò, da grande letterato, con questo lavoro.

È un libro molto intenso, toccante. Helga Schneider racconta la sua infanzia - se è possibile definirla tale-a Berlino, sotto i bombardamenti, rinchiusa in una cantina. All'età di quattro anni, nel novembre del 1941, è abbandonata dalla madre che "si convinse che servire la causa del FOhrer fosse più onorevole dell'allevare i propri figli e si arruolò nelle SS". La piccola Helga capisce subito cosa è la guerra: fame, allarme, paura e bombe. La matrigna, per di più, non la desidera e fa di tutto per liberarsene. Non ci riesce. Helga ritornerà sempre dall'amato fratellino Peter e poco importasenonè amatacomelui. La descrizione delle interminabili ore trascorse nei rifugi- con mancanza di acqua, cibo, ma con abbondanza di malattie e parassiti-è efficacissima: l'angoscia è palpabile. Impietoso il racconto dei giorni trascorsi, come sorta di premio, nel bunker di Hitler. Helga lo incontra, gli stringe anche la mano: "Cammina piano, le spalle lievemente curve, il passo strascicato sarebbe questo l'uomo che ha fatto delirare le folle? lo vedo invece un vecchio dai movimenti stentati". La fine del Terzo Reich è mesta e ingloriosa. Così come l'incontro con la madre, rintracciata nel 1971, è una delusione: conservavaancoral'uniformedaSS con la quale fu arresta a Birkenau, da guardiana, e condannata a sei anni di carcere. Alla richiesta di indossarla, Helgafugge via.

102 Rivista Militare In. 5/2023 PROPOSTE DI LETTURA (, 1 I \ D t I I' Il I
G.C.
G.C. 1- -------------1

Mare Bloch,La guerra ele falsenotizie. Ricordi (1914-1915) e riflessioni (1921), Fazi Editore, Isola del Liri (FR),2014,pp.136,€ 10,00.

MareBloch è stato uno tra gli storici più innovativi. Grandesostenitoredel metodo comparativo e dell'interdisciplinarietà, egli influenzò generazioni distudiosi. Ilvolume presentato è sostanzialmente articolato in due parti: i ricordi (1914-1915) e le riflessioni (1921). La prima parte, un diario di guerra, inizia con queste parole: "Ho avuto l'onore di partecipare ai primi cinque mesi della campagna 19141915. Adesso mi trovo a Parigi, in convalescenza". I ricordi di Bloch sono chiari, qualche incertezza, magari, su alcune date, ma lo stesso Bloch ne spiega la ragione. Nomi, episodi, volti, azioni, invece, sono fedeli e raccontati al lettore senza trionfalismi o retorica. Duri gli scontri cui partecipa. Si deve imparare in fretta: "Mirare significa guardare, e guardare significa esporre la testa ai colpi del nemico". Onesto nelle valutazioni: "Non sempre sono stato contento di tutti gli ufficiali.Talvolta li ho trovati poco attenti al benessere dei loro soldati...«che si arrangino» parole sinistre". La seconda parte, circa30 pagine, è-invero-densissima. Il tema dominante sonolefalse notizie. Beninteso, da storico non è interessato a quelle create appositamente dalla propaganda, bensì da quelle che nascono, si diffondono e sinutrono dasole, senzaunaprecisa volontà di alterare la realtà Quindi, la falsa notizia rientra nel campo della "psicologia collettiva". Da non perdere l'esempio della spia diBrema-Braisne.

Voluminosa opera che indaga, attraverso una cinquantina di interviste, tra fine anni '80 e inizio anni '90, la miseria. L'autore, affiancato da una équipe di sociologi, ha condotto questa impegnativa ricerca, durata tre anni, per comprendere le possibili forme dell'attuale miseria sociale. Non si parla, si badi bene, della miseria assoluta-quella dove si muore letteralmente di fame-ma di quella condizione-di disagio, di esclusione-che accomuna milioni di persone, soprattutto nelle periferie delle grandi città, nelle banlieue. Si tratta, insomma, di una miseria "meno estrema" che come ricorda nella presentazione Ciro Tarantino: "interroga però in modo più radicale le democrazie contemporanee". Questa "minore" miseria incrina la fiducia nel mondo del lavoro, nella meritocrazia, nell'efficienza della macchina burocratica, di quella sanitaria e statale in generale. Gli intervistati raccontano le proprie vicissitudini, alcuni con rassegnazione altri con rabbia, tutti accomunati dalla convinzione di essere stati esclusi. Lo ricorda proprioBourdieu: "le speranze tendono universalmente ad adeguarsi pressappoco alle opportunità oggettive". Sul tema, illuminante l'esperienza di un intervistato che ricorda le parole dei genitori quando aveva 14 anni: "Tu non fai niente a scuola, andrai in fabbrica". Adesso, però, i genitori non possono più dire: "andraiin fabbrica, non c'è piùfabbrica".

Silvia Ballestra, La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, Editori Laterza, Città di Castello (PG), 2022, pp. 235,€ 18,00.

Silvia Ballestra ripercorre in questo gran bel libro-già finalista al LXXVII Premio Strega 2023-la vita, le avventure, lepassioniel'impegnodiuna delle più eclettiche figure femminili del secolo scorso. GiocondaBeatrice Salvadori Paleotti, nota come Joyce Lussu, è figlia di Gugliemo Salvadori, filosofo ed uomo progressistaal contrario del nonno, il conte Salvadori Paleotti, latifondista nonché organizzatore dei fasciincampagna.Joyceprenderàtutto dalpadre che, per le sueidee, sarà pestatoasangue daifascistinel1924. Eventospartiacquequesto.Nelleparole della dodicenne Joyce: "Noi donne eravamorimasteacasa giuraia me stessachemaiavreiusatoitradizionali privilegi femminili: se rissa aveva da esserci, nellarissacisareistataanche io". Coraggioedeterminazionedavendere fin da giovanissima, qualità che nonlaabbandonaronomai. Spigliatae volitiva si imbatte in un vero e proprio mito della Grande Guerra e della resistenza: Emilio Lussu. Diventerà suo marito, conilqualehaincomune"sensibilità, rigore, fo,za.Eanche unpo'di ironia". Joyce è membro attivo della resistenzaalnazifascismo; sarà addestrataaLondradalloSpecialOperation Executive e attraverserà frontiere e lineenemiche più volte-nomein codiceSimonetta-percontodelCLN.Basti dire che le fu conferita la Medaglia d'ArgentoalValorMilitare. Terminatala guerra, l'impegno sociale-soprattutto a favore delledonne-prenderà il postodellerischiosemissionimilitari. Una vitadaromanzo. Appunto.

G.C.
Pierre Bourdieu, La miseria del mondo, Mimesis Edizioni, Milano, 2015,pp. 854,€ 38,00.
G.C.
G.C. n. 5/2023 I Rivista Militare 103 --r --------------------------------------------------------------------------------------------------r--

Maria LuisaSupraniQuerzoli,Malgrado. La veritàsulgeneraleLuigi Capello, Mazzanti Libri, Venezia, 2023,pp 550,€ 40,00.

Freschissimo di stampa (giugno 2023) questocorposo volumecompleta la precedente e già pregevole fatica dell'autrice: "Luigi Capello. Profilo di un generale italiano".

Maria Luisa Suprani Querzoli si conferma studiosa con particolare coraggio. Il Generale Capello, già di suo, è personaggioscomodo da trattare e non solo per l'infausto evento di Caporetto di cui, con Cadorna, fu facile e, forse, desiderato capro espiatorio. Ben prima, infatti, aveva evidenziato la sua "anomalia" rispetto al mondo militare che lo circondava: estroverso, uomo di cultura (in Accademia leggeva le opere "proibite" di Marx e Lassalle), amante dell'arte, "offensivista" puro: "era uomo di guerra, non di guarnigione". Per quei tempi, insomma, fu Ufficiale più unico che raro. Ancor oggi, però, egli resta uno dei pochi su cui è caduta una coltre di silenzio che sfocia nella damnatio memoriae. Non se ne conosceva neppure il luogo della sepoltura. Grazie ad ulteriori ricerche dell'autrice sappiamo che riposa al Verano. Ben venga, dunque, questo accuratissimo volume-che non esito adefinire prezioso - frutto di lungo ed approfondito studio. Del Gen. Capello si analizza tutto: è l'opera più completa sul Comandante della Il Armata. Capello, val la pena ricordare, era uomo del fare, dell'agire, ma soprattutto era convinto che "la guerra si fa come si deve e non come si può". In pochila pensavanocomelui.

Francesco Paolo D'Amato, Nunziatella, Colonnese Editore, Sant'Egidio del Monte Albino (SA), 2023, pp. 126, € 15,00.

Francesco Paolo D'Amato è un editore. Pubblica libri. Lo conosco di persona. Ben sapevo del suo animo sensibile, ma ne disconoscevo la fervida fantasia. Il libro proposto è un romanzo. Un bel romanzo, aggiungo, ove D'Amato sviluppa una intricata storia d'amore. Per raccontarla l'autore lavora su diversi piani cronologici, soprattutto tra padre e figlio, così come abilmente gioca con sentimenti forti. Mescola il tutto e riesce a confezionare un racconto che si sviluppa con piacevole calma, in un gioco di incastri, di personaggi e anche di bugie, ma a fin di bene. Nelle descrizioni di numerosi eventi, credo di poter dire ci sia moltodelsuo personale vissuto. La centralità della Scuola Militare Nunziatella (un nome, quello proprio di donna, che ricorrerà a lungo), la professione delle armi, il gusto per l'avventura e l'amore per la musica e per la medicina sono molto più di semplice fantasia. "Gli anni al Rosso Maniero passarono velocemente ematuraronoin me un forte senso del dovere e della disciplina". Un bel tributo, insomma, alla gloriosa Istituzione il cui motto è: "Preparo alla vita e alle armi". Questo romanzoha ancheuna sua dedicata colonna sonora. L'autore, infatti, ama accompagnare lo sviluppo delle vicende con il testo di alcune canzoni che tutti conosciamo, un connubio perfetto. Lettura piacevolissima.

Damir Ovèina, Preghiera nell'assedio, Keller editore, Rovereto (TN), 2023, pp. 697, € 22,00.

Questo è un potente romanzo d'esordio. Damir Ovcina, pagina dopo pagina, ci fa inabissare. Lentamente. L'oscurità di cui parliamo è quella della guerra nei Balcani, a Sarajevo. Il giovane protagonista, un bosniaco, resta intrappolato in un quartiere controllato dai serbi. Non credeche succederà, all'inizio, alcunché di serio: "I rapporti tra le persone sono troppo stretti perché succedaqualcosadigrave". Sisbagliava e dimolto. Ne farà esperienza, cieca e brutale, sulla propria pelle. Sarà arruolato a forza in una squadra addetta alla sepoltura dei morti o al rinforzo di posizioni serbe. Vedrà lamortetuttiigiornie assisterà a infinite forme di violenza. D'altronde, lo capirà presto: "Qui è come stare in una pentola a pressione. Sempre sul punto di esplodere". Nelle 700 pagine del romanzosidescrivonotre anni diassedio e di solitudine. Lo stile narrativo è vincente, frasi asciutte, cortissime - quasi telegrammi - che rendono ancor più dure le immagini proposte. Tuttii personaggi sono descritti con rara sintetica efficacia. Amore, speranza e vendetta sono mescolati abilmente, ma con proporzioni disomogenee. Il protagonista non cede all'abbrutimento, continua a leggere e studiare, vuol stare in forma nel fisico e nella mente. Ottimo l'episodio della lettura di John Reed "I dieci giorni che sconvolsero il mondo". Per la Russia furono 1O giorni, Sarajevo fu sconvolta per 3 anni.

--,----------------------------------------------------------------------------------- ---,--
MALGRADO La,critàsulgeneraleluigiCapello
G.C. 104 Rivista Militare In. 5/2023
G.C.
G.C.
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.