L'Illustrazione Italiana 1942 n.30

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LA SETTIMANA RADIOFONICA 1 programmi della settimana radiofonica italiana dat 26 luglio al 1° agosto comprendono le seguenti trasmissioni degne di particolare rilievo: ATTUALITÀ CRONACHE E CONVERSAZIONI Domenica 26 luglio, ore 10: Radio Rurale. — Ore 14,15: Radio Igea, — Ore 15: Radio Gil, — Ore 17: Trasmissione per le Forze Armate, — Ore 20,20: Commento ai fatti del giorno. Ore 21.35 (circa): IT programma. Conversazione, unedì 27 luglio, ore 12,20: I progr, Radio Sociale. — Ore 14,15: I programma, «Le prime cinematografiche », conversazione. — Ore 14,45: Elenco di prigionier di guerra italiani. 16: Trasmissione per le Fi te Armate. 19,15: Radio Rurale, "Trenta minuti nel mondo. Commento ai fatti del giorno. 21,10 (circa): I programma, Conversazione, Mi fartedì 28 luglio, ore 14,45: Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 19,15: Radio Rurale. — Ore 19,30: Conversazione, — Ore 20,20: Commento ai fatti del giorno. — Ore 21.25 (circa): II programma, Conversazione. — Ore 22,15: Il programma. Conversazione. Mercoledì 29 luglio, ore 12,20: I. programma. Radio Sociale, — Ore 19,50: I programma. Cesare Giulio Viola: « Le prime del teatro di prosa a Roma », conversazione. — Ore 14,30: I programma. Rassegna settimanale avvenimenti nipponici da Tokio. — Ore 14,45: Elenco di prigionieri di guerra italiani, — Ore 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 20,20: Commento ai fatti del giorno, — Ore 21,15: I programma. Aldo Valori: « Attualità storico-politichea, conversazione. — Ore 22: I programma. Conversazione. Giovedì 30 luglio, ore 14,45: Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 16: Trasmissione per le Forze Armate, — Ore 17.15: Trasmissione da $. Benedetto del Tronto dedicata ai Balilla e alle Piccole Italiane della Colonia Gil Principe di Piemont: — Ore 19,30: Conversazione artigiana. — Ore 20,20: Commento ai fatti del giorno, — Ore 21,15: Il programma. TI lavoro nelle risai documentario registrato nel vercellese. — Ore 21,25: I programma. Conversazione. Vonerdì 31 luglio, ore 12,20: I programma. Radio Sociale. — Ore 13,50:*f ‘programma. Enzo Ferrieri: « Le prime del teatro di prosa a Milano », conversazione. — Ore 14.45: Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 19.15: Radio Rurale. — Ore 19,25: Trenta minuti nel mondo, — Ore 20.20: Commento ai fatti del giorno, — Ore 21,55 (circa): I programma. Conversazione. Sabato, 1° agosto, Ore 14,45: Elenco di prigionieri di guerra italiani. — Ore 16: Trasmissione per le Forze Armate. — Ore 16,30: Radio Gil, — Ore 19.30: Rubrica settimanale per i professionisti e gli artisti italiani. Ore 19,40: Guida radiofonica del turista italiano. — Ore 20,20: Commento ai fatti del giorno. Ore 21,25 (circa): I programma. Conversazione. Ore 22,15 (circa): I programma, Conversazione. LIRICA OPERE E MUSICHE TEATRALI Domonica 26 luglio, ore 13,20: I programma. Concerto di musica operistica per la presentazione di giovani artisti lirici diretto dal maestro Alfredo Simonetto. — Ore 20,45: JI programma. Stagione Lirica dell'Eiar: «La veglia ». Un atto di Carlo Linati. Musica di Arrigo Pedrollo. Interpreti: Antonio Cassinelli, Rina Corsi, Saturno Meletti, Giacinto Prandelli. Maestro concerta: tore e direttore d'orchestra: Fernando Previtali. « L'ospite inatteso».Gioco lirico in un atto di Carlo Vene. Ziani. Musica di Riccardo Pick Mangiagalli. Interpreti

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Emma Tegani, Pina De Filippis, Giacinto Prandelli, Saturno Meletti. Maestro concertatore e direttore d'orchestra: Fernando Previtali. Martedì 28 luglio, ore 20,45: II programma. Stagione Lirica dell'Eiar: «Il Campiello ». Commedia+in c:nque atti di Carlo Goldoni. Riduzione in tre atti e adattamento di Mario Ghisalberti. Musica di Ermanno Wolf Ferrari. Interpreti: Mafalda Favero, Luigi Nardi, Tatiana Menotti, Giuseppe Nessi, Rina Péllegrini, Ebe TTicozzi, Emilio Renzi, Italo Tajo, Leo Piccioli, Ernesto Dominici. Maestro concertatore e direttore d'orchestra: Umberto Berrettoni. Maestro del coro: Bruno Erminero Sabato 1° agosto, ore 20,45: I programma. Stagione Lirica dell'Eiar; « Giulietta e Romeo », Tragedia in tre atti di Arturo Rossato. Musica di*Riccardo Zandonai. Interpreti: Gabriella Gatti, Augusto Ferrauto, Maria Landini, Antenore Reali, Vitaliano Baffetti, Alberto. Verderame, Piero Passarotti, Francesca Del Fiore, Luisa Bartoletti, Luigi Bernardi. Maestro concertatore e direttore d'orchestra: ‘Riccardo Zandonai, Maestro del coro: Costantino Costantini. CONCERTI SINFONICI E DA CAMERA Lunedì 27 luglio, or I programma. Concerto sinfonico diretto dal maestro Ugo Tan: zione dei pianisti Mario Salerno e Angelo Succo. Ore 22.10: Il programma. Concerto della pianista Rossana Bottai. Mercoledì 29 luglio, ore 21,30: I programma. Concerto del violinista Arrigo Serato. Al pianoforte: Maria Luisa Faini. Venerdì 31 luglio, ore 21,10 (circa): I programma, Concerto sinfonico diretto dal maestro Francesco Molinari Pradelli, PROSA COMMEDIE E RADIOCOMMEDIE Lunedì 27 luglio, ore 20,45: II programma. «La ragazza della giostra ». Un atto radiofonico di Enrico Bassano, Martedì, 28 luglio, ore 20,45: I programma. «Il malato immaginario ». di Molièrè. (Prima trasmissione). Commenti musicali di Tarcisio Fusco. Mercoledì 29 luglio, ore 20,45: II programma. « Stelle alpine». Tre atti di Eligio Possenti. (Prima trasmissione). Protagonista: Daniela Palmer. Venerdì 31 luglio, ore 20,45: I programma. «Per un bacin d'amore». Un atto di Guido Ammirata. (Novità). è Sabato 1° agosto, ore 21,20: IT programma. «Uragano in Provincia ». Un ‘atto di Dario Ortolani. (Novità). VARIETA OPERETTE - RIVISTE - CORI - BANDE Domenica 26 luglio, ore 13,50: Canzoni del tempo, di guerra. — Ore 14,15: II programma. Canzoni in voga dirette dal maestro Zeme. — Ore 20.40: I programma. Orchestra della canzone diretta dal maestro Angelini — Ore 21,40 (circa): I programma, Trasmissione dedicata all'Albania. — Ore 22 (circa): I programma, Fantasia di balli teatrali diretta dal maestro Storaci. Lunedì 27 luglio, ore 13,20: ‘1 programma. Musiche da film, Orchestra della canzone diretta dal maestro Angelini, — Qre 20,30 (circa): Canzoni del fempo di guerra. — Ore 21,40 (circa): II programma. Trasmissione dedicata all’Ungheria.

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— Ore 22,15: 1 programma, «La bocca dietro la po;ta», Farsa di Vittorio Metz. — Ore 23 (circa): I programma. Orchestra diretta dal maestro Segurini. Martedì 28 luglio, ore 14.15: I programma. Canzoni per tutti i gusti dirette dal maestro Segurini. — Ore 14,15: Il programma. Orchestra d'archi diretta dal maestro Spaggiari. — Ore 20.30 (circa): Canzoni del tempo di guerra, — Ore 22,15 (circa): I programma. Orchestra della canzone diretta dal maestro Angelini. — Ore 23 (circa): I programma. Orchestra diretta dal maestro Zeme. Mercoledì 29 luglio, ore 19,20: I programma. Orchestra classica diretta dal maestro Manno. — Ore 14.15: II programma, Orchestra della canzone | diretta dal maestro Angelini. I — Ore 20,30 (circa): Canzoni del tempo di guerra. — Ore 22,10: I programma, Canzoni per tutti i gusti dirette dal maestro Segurini. — Ore 29,25 (circa): II programma. Musica varia diretta dal maestro Petralia. Giovedì 30 luglio. ore 13.25: I programma. Il canzo. Niere della radio. Orchestra della canzone diretta dal maestro Angelini. — Ore 20.30 (circa): Canzoni del tempo di guerra. — Ore 20,45: I programma. Musiche tratte da operette italiane e tedesche. Orchestra e coro diretti dal maestro Petralia, — Ore 22,10: Il programma. «Evviva la strada », RiVista di Ruggero Maccari. Orchestra diretta dal mi stro Carlo Zeme. v — Ore 22,15: I programma. Nuòvarorchestra melodica diretta dal maestro Fragna Venerdì 31 luglio, ore 14.15: I programma, Banda dell'Arma Aeronautica diretta dal maestro Alberto Di Miniello. — Ore 20,30 (circa): Canzoni del tempo di guerra. — Ore 20,45: II Programma, Musiche da film e notizie cinematografiche. Orchesti'a della canzone diretta dal maestro Angelini. — Ore 22.15: Il programma. Musiche brillanti dirette dal maestro Petralia. # — Ore 23 (circa) 1 programma. Orchestra diretta dal maestro Zeme. Sabato 1° agosto, ore 13.20: I programma. Le belle canzoni di ieri e di oggi. Orchestra della canzone diretta dal maestro Angelini. — Ore 14,15: I programma. Trasmissione scambio da Tokio. — Ore 20,30 (circa): Canzoni del tempo di guerra, — Ore 20,45: II programma. Canzoni in voga dirette dal maestro Segurini. — Ore 22.20: II programma. Nuova orchestra melodica diretta dal maestro Fragna.

NOTIZIE

E INDISCREZIONI

NOTIZIE VARIE * Poco noto è il fatto che l'esercito giapponese usa con successo un ponte portatile, fatto di metallo Jeggero. Il detto ponte fu ideato e costruito dal tenente colonnello Tebekawa ed è stato ripetute volte adop' rato durante le faticose marce delle truppe nipponiche attraverso le foreste vergini della Malesia e delle Indie olandesi. Malgrado la sua estrema leggerezza, il ponte è oltremodo solido e permette persino il passaggio alle unità' motorizzate, ai carri armati ed ai cannoni. * Nell'ambito delle iniziative di assistenza spirituale ai lavoratori italiani ‘n Germania, un riuscitissimo giro di concerti vocali nei loro campi-alloggio dislocati in tutte le regioni del Reich ha compiuto il noto « Quartetto Benevento ». Il giro si è svolto durante più di due mesi ed il quartetto, diretto da Gino Benevento e di cuì fanno parte il tenore Alfredo di Liddo, ìl baritono Mario Marabottini, il soprano lirico Angela Dalbo ed .il,soprano leggero Bruna Panichi, maestro al piano Renato Ugo Raffaelli, direttore d'orchestra, compositore e pianista, ha recatò' ai camerati lavoratori con la icreazione dell'arte come il saluto canoro della patria lontana. Il programma dei concerti, mirabilmente eseguiti e coronati sempre dalle più fervide manifestazioni di plauso, ha compreso arie, duetti e quartetti di opere di Verdi, Rossini. Mascagni, Puccini e antiche e fnoderne canzoni delle varie regioni d'Italia.

* Il complesso amministrativo della Sezione dell'$conomia di guerra del Dipartimento svizzero dell’ecdnomia ha assunto nei tempi che corrono tali ingenti DT porzioni da far apparire opportuno alle competen' autorità il concentramento dei diversi uffici. finora distribuiti in non meno di 26 località nella città di Bern Ad ovviare questo inconveniente è stato deciso la ©0 struzione di un vasto baraccamento a Marilimoos pres so Berna.

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La difesa dell'India. CAPUTI:

L'aereo e la nave.

GIUSEPPE BARBA:

L'Egitto nel quadro

LEONIDA RÉPACI:

Primo Convegno dei

della guerra mediterranea

critici

ALBERTO fiori

d'arte

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DE MARCHI: senza

Venezia

| poemetti

dei

stelo ».

C.; Una poetessa; Nair Faber LR: I francobolli delle nuove isole italiane ADOLFO COTRONEI: Edoardo De Filippo e le sue grandi giornate.

MARCO RAMPERTI: Cronache teatrali ROSSO DI. SAN SECONDO: Ignazio Trappa

maestro

di cuoio

e

manzo) COSIMO GIORGIERI-CONTRI: (novella) La Mostra d'arte

suolame

(ro

ll castigo

religiosa popolare

Venezia ALBERTO CAVALIERE: Cron le ruote

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ABBONAMENTI: Italia, Impero, A nia, e presso gli uffici postali a mezzo del «Servizio Internazionale Scambio Giornali» in Francia, Germania, Belgio, Svizzera, Ungheria, Slovacchia, Romania, Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Anno L. 210 - Semestre L. 110 - Trimestre 8 - Altri Paesi: Anno L. 310 - Semestre 160 - Trimestre L. 8! CC Postale N. 3/16.000. Gli abbonamenti si ricevono presso la S. A, ALDO GARZANTI EDITORE, MILANO - Via Palermo }0 - Galleria Vitto. rio Emanuele 66-68, presso le sue Agenzie in tutti i capoluoghi di provincia e presso i principali librai. - Per | cambi di indirizzo inviare una fascetta e una lira, Gli abbonamenti decorrono dal primo d'ogni mese. - Per tutti gli articoli fotografie e disegni pubblicati è riservata la proprietà’ artistica e letteraria, secondo le leggi e | trattati internazionali. Stampata in Italia,

ALDO GARZANTI - EDITORE MILANO, VIA PALERMO 10 Direzione, Redazione, Amministrazione: Telefoni; 17.754 17.755 - 16.851. - Concessionaria esclusiva della pubbl dità: UNIONE PUBBLICITÀ ITALIANA S. A. Milano: Piazza degli Affari della Borsa - Telefoni 12.451 al 12.457 esue succursali,

DIARIO DELLA SETTIMANA 16 LUGLIO - Roma. La Princlpessa Maria di Borbone-Parma ha dato alla luce un secondo bambino. L'augusta puerpera e il neonato godono ottima salute.

Atene. Il Presidente del Consiglio, Tsolacogiu, è rientrato ad Atene dopo il viaggio effettuato in Tessaglia, L'ultima località da lui visitata è stata Domocos, ove ha pronunciato un discorso ed ordinato la costruzione di un monumento per ricordare l'eroismo dei garibaldini caduti nel 1897, 17 LUGLIO - Berlino. Il Comando Supremo delle forze armate annunzia che dopo duri combattimenti, durati intere giornate, la più grande e importante città della regione industriale del Donez, Voroscilovgrad, è stata conquistata d'assalto dalla fanteria germanica. Gran parte della città è in fiamme. Madrid. Il Ministro degli Esteri, Serruno Sufier, ha ricevuto gli Ambasciatori d'Italia e di Germania, trattenendoli a lungo e cordiale colloquio. 18 LUGLIO - Roma. Nella ricorrenza della Festa Nazionale spagnola, nella Chiesa di Santa Maria del Monserrato è stata celebrata una Messa solenne cui hanno assistito l'Ambasciatore di Spagna e numerose personalità della colonia spagnola. Roma. È giunto il signor Roberto Brunel, delegato del Comitato Internazionale della Croce Rossa di Ginevra. Durante la sua permanenza nella Capitale il signor Brunel avrà incontri con il presidente della Croce Rossa Italiana e con funzionari del Ministero degli Affari Esteri, preposti a quei servizi. 19 LUGLIO - Ankara. Il Presidente della Repubblica ha sanzionato la nomina del nuovo ambasciatore a Berlino nella persona dell'ex-ministro del. la Difesa nazionale, Safet Arican. tì nuovo ambasciatore raggiungerà prossimamente Berlino per prendere possesso della sua alta carica, 20 LUGLIO - Bologna. Ricorrendo oggi il quinto anniversario della morte di Guglielmo Marconi, la « Fondazione Marconi » ha fatto celebrare, stamane, una Messa di suffragio presso il sacrario di Pontecchio-Marconi, che custodisce Je spoglie del grande scienziato. Alla cerimonia hanno assistito il presidente dell'Accademia d'Italia, Ece. Federzoni, le autorità e gerarchie cittadine e le rappresentanze delln organizzazioni del Partito. Sul sarcofago sono state deposte corone della vedova, della figlia Elettra e dell'Accademia d'Italia.

= in un giardino dell'Estremo | Oriente vidi una grande farfalla. con

le ali

e la

coda

di

rondine,

posata sopra un'orchidea. I fiore era, nero, con petali che parean velluto, e la farfalla era nera, senzo una sola punta di colore. Sono

tornato tonte volte a quel giardino, nelta speranza di rivedere unt

di

farfalla e un. fiore neri ma non li ho trovati più» (Dal « Diplomatico

sorridente «di DANIELE VARE = A.

MONDADORI,

editore),

21 LUGLIO - Buenos Aires. Negli Stati Uniti sono state arrestate in queste ultime settimane 1471 ‘persone di origine straniera, accusate di Spionaggio. Madrid. Ricevuta dalle autorità e gerarchie italiane e spagnole è giunta da San Sebastiano, dove ha assistito alla chiusura dei campionati di atleti. smo, la missione della G.LL, presi! duta dal consigliere nazionale Gatto. 22 LUGLIO - Stoccolma. Radio Mosca comunica che il comando delle Forze sovietiche in difesa del Caucaso è stato affidato al Maresciallo Voroscilov, Istanbul. La Sovrintendenza egiziana ai monumenti e scavi, nella sua recente campagna di esplorazioni nel Medio Egitto, ha scoperto una importante zona archeologica dell'epoca romana presso Asemunia. Si prevede che i lavori già iniziati dureranno tre anni, dopo di che Ascmunia diventerà, per Ja ricchezza dei suoi monumenti, tina seconda Luxor

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ITALIANA

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5. A. VINI CLASSICI DEL PIEMONTE

già OPERA PIA BAROLO BAROLO ineuonte

“OPERA PIA? — BAROLO

dei vimi iL vimo dii fe

NOTIZIE

TALCO BORATO/

E INDISCREZIONI

NEL MONDO DIPLOMATICO * Il mondo diplomatico italiano ha fatto una dolorosa perdita colla immatura scomparsa dell'Ambasciatore Andrea Gelsser Celesia di Vegliasco, batone.di San Vito, deceduto poco più che cinquantenne a Torino, sua città natale. La sua intelligente attività diplomatica, che lo aveva posto în primissima fila di quei ranghi costituiti da uomini che con ardente fede difendono gli interessi italiani all'estero, gii avevano ben meritato la stima della Nazione. A Washington, quale segretario della confereaza del disar Vale del 1921-22, poi a Vienna, selle, a Madrid e in altrì centrì de stero assolse delicate funzioni con pie. na soddisfazione del nostro Governo « conquistando dovunque simpatia e siderazione fra i connazionali e le autorità locali, Rientrato al Ministero deEli Esteri nel 1936, egli fu Direttore generale della Propaganda al Ministero della Cultura Popolare; ultimamente copriva l'ufficio di capo del cerimoniale al Ministero degli Esteri. Ai solenni funerali sono intervenuti il Ministro Bellardi-Ricci în rappresentanza del conte Ciano, il Ministro Rochira in

rappresentanza dell'Ecc. Pavolini, l'Am basciatore di Germania von Macken Sen e altri diplomatici, olt Autorità militari e civili € le di Torino e del Piemonte * Alla inaugurazione della leonardesca a.Tokio, alla vennero numerosi membri piomatico, il R. Ar Indelli ha pronunciato o di Leo tra, che

Mostra

Es ri > ha Italiape la Mostra, che aprendosi mentre la vit toria. alexg lè notenze del Tripa tito, è simbolo della rinascita che nuovo ordine apporta nel mondo. * In occasione del sesto annuale dell Rivoluzione Falangista, ilgenerale Prun posizione nta dalla Spagna di te all'attuale e ha ann la ricostituzione Cortes su nuove basi politiche olenni manifesta rÒ Italia e di tati rie quali. suce vuti dal rrano Suner ti a lung A__Rom a >rrenza. l'Inearicat Spagna presso la Real Corte basciatore presso la Santa Sede, dopo aver assistito a una messa celebrata nella chi nazionale spagnola, han lle rispetti ve sedi, la colonia e 1 connazionali di passaggio a Roma. # L'Ambasciatore Don Ascanio Co. lonna dei Principi di Paliano, che ulti mamente rappresentava l'Italia a Wa shington, è stato nominato Prefetto di Palazzo del Re Imperatore

L'uso giornaliero del rasoio provoca inevitabilmenie irritazioni e bruciori alla pelle del volto. La Ditta GIBBS ha creafo un TALCO BORATO che, per la sua partito» lare

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* Allo scopo di promuovere e di in: tensificare le relazioni con le Potenze dell'Asse, il Governo Tailandese ha no: minato Addetto navale presso la Legama e a Berlino zione di Tailand! ang Lankunson, il capitano di

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NOTIZIARIO VATICANO * Dl Papa cont a concedere ogni mercoledì quell'u collettiva che pur essendo particolarmente dedicata agli sposi novelli, raccoglie sempre la più varia moltitudine di rappresen anze. Anche nell'ultima udienza P XII ha rivolto un accorato discorso agli sposi insistendo p rticolarmente nell'illustrare il sacro vincolo del matrimonio e ammonendo che le temporanee sepa razioni inevitabilmente imposte di la fi vita, non debbon: che rinsaldare deltà e l'affetto fra | coniugi. Ricevuto in udienza a parte ll cav. uff. B. Gallo ha offerto al Pontefice una collezione di otto tavolette votive siamesi del declmo secolo, ottin inte conservate. Esse sc imposto di argilla e di c Allorché veniva. a particolare fama di ‘cremazione avvenuta ossa che macinate. v per plasmare deporre nelle tica esecuzione delle amenti, l'antichità, la_r cimeli conferiscono. alla raccolta: una preziosità non comune, + Con il 15 luglio comincia }l perio: do delle ferle in Vaticano dove tuttavia esse sono div nente regolate secondo { vari uffici e dicasteri, Mons. Tardini, della Congregazione degli AfSegretario fari Ecclesiastici Straordinari, che, per ragioni di salute aveva anticipato le fe e fls0 è rie, è rientrato; stifuto Mons. Mon a Roma il Del

Vaticano st * Nel Palazzo apostolico Apostolico Vaticano è riunita la Congregazione dei Riti in

Seduta preparatoria per

Fi i discutere sui mirac: roposti per la Canonizzazione dona La javerioÎ Cabrini della Beata Francesca

delle Suore MisFondatricedel dell'Istituto sionarie Sacro Cuore. La Cabrini, (Continua a pag. VD

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L'ILLUSTRAZIONE Direttore ENRICO CAVACCHIOLI

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alleate, opera sut Dal primo luglio, com'è noto, a fianco delle truppe Nami zioni: Nella. quale si fronte orientale una poderosa armata itallana di recente formazione ino a tutte le Sono fusi gli agguerriti elementi del C.S.LR., che da un anno Parte ini primi giorni dure battaglie contro le forze bolsceviche nel settore del Donez, im val tissimo condella sua entrata in azione la nuova armata italiana ha recato an sstre formazioni, tributo alla grande offensiva în corso fra il DonezeilDon:tutte leeee mirabile ard Fanti e Camicie nere, Cavalleria e Artiglieria, si sono D!

Anno LXIX . N. 30 26 LUGLIO 1942-XX

mento, raggiungendo gli obbiettivi prefissi; e un recente bollettino del Quartier Generale del Fihrer ha annunciato che le truppe italiane sono riuscite a impossessarsi dell'importante bacino carbonifero di Crasni-Luc, facendo numerosi prigionieri e catturando un rilevante bottino, Anche un'estesa zona industriale è caduta in mano dei nostri, în seguito ad accaniti combattimenti valorosamente e vittoriosamente sostenuti. In questa pagina, alcuni momenti una ispezione fatta dal generale Gariboldi a reparti della muova Armata, che tienedi così alto il prestigio delle nostre armi,


all'alleanza col bolscevismo; poi gli irlande-

si, irriducibili nella loro ostilità all'Inghil-

terra, sempre memori delle inaudite persecuzioni di cui fu oggetto l'isola dei Santi da parte dell'anglicanesimo; poi gli antisemiti, che guadagnano ogni giorno terreno perché non riesce loro difficile dimostrare

avuta

dal

la

parte

giudaismo

nel precipitare il paese nell'avventura della

guerra. Ci sono, infine, gli oppositori per esclusive ragioni nazionali, per ragioni esclustvamente americane, che attualmente concentrano i loro sforzi nella lotta contro il secondo fronte. Ed essi hanno buon giuoco, perché l’entrata in guerra del

Giappone ha portato effettivamente agli Stati Uniti la guerra su due fronti, Questo ha grandemente sorpreso gli americani, che si erano abbandonati all’illusione che una loro attiva partecipazione al conflitto europeo, avrebbe risparmiato da azioni belliche nemichei territori soggetti alla sovranità degli Stati Uniti. Ad occidente essi si ritenevano sicuri di

aver ragione in poche settimane del Giappone assalendolo dalle loro basi avanzate nel Pacifico e costringen-

Su una delle principali piazze di Sebastopoli era stata eretta a Lenin una grande statua di bronzo alta alcuni metri: durante l'assedio, la bomba di uno Stuka l'ha divelta dal suo piedistallo e quasi sepolta nell’enorme cratere aperto dall'esplosione.

dolo in breve tempo a deporre le armi. Ad oriente, l’immensità dell'Atlantico li avrebbe messi al riparo da ogni possibile offesa sia dal Non

mare che dall’aria. La loro delusione è stata improvvisa e amara. le loro navi da guerra, né i loro stormi

ma quelli giapponesi vibratono il primo colpo, cacciando gli ‘americani aerei, da una base all'altra nel Pacifico con le armi, i sottomarini e le squadriglie da bombardamento basi conquistate portarono lo ster= minio non solo sulle Hawai, ma perfino sulle città egiapponesi sui porti della costa californiana. Sulle coste occidentali dell’America le misure difensive prese dagli Stati Uniti non hanno potuto impedire ai sommergibili dell’Asse di portare i loro colpi micidiali contro la navigazione mercantile americana del porto di Nuova York fino alle foci del Mississippi e nel seno del mare dei Caribi. Per la protezione delle loro proprie frontiere la cintura stiere degli Stati Uniti, che essi avevano creato in tempo delle fortificazioni codi pace, si è rivelata insufficiente, per quanta essi abbiano tentato di completarla e di prolungaria sui due lati del continente mediante una serie di basi aeree e navali istituite, con o senza il consenso dei legittimi proprietari, su territori soggetti alla sovranità e obbligandoli ad una disperata difesa. Dalle nuove

I SOGNI

E

LA

REALTÀ

LA DIFESA DELL'INDIA

di altri Stati. Rimane

I parla molto del secondo fronte; ma si conclude poco. Nella settimana scorsa Maiski ha avuto un lungo colloquio con Churchill, colloquio «alquanto tempestoso » secondo notizie di fonte neutrale. Non occorrono particolari sullo svolgimento del colloquio per incovinarne la natura. È probabile che il rappresentante di Mosca, sotto l'impressione delle disfatte russe al fronte orientale abbia posto al Primo Ministro inglese un perentorio aut-aut. Cosa fanno gli alleati per soccorrere la Russia? Gli aiuti sotto forma di materiali bellici non bastano, tanto più che buona parte di essi non arrivano a destinazione. Il recente annientamento nel Mare Artico di un convoglio di trentotto piroscafi deve avere seriamente preoccupato gli uomini del Cremlino, ammesso che si facessero molte illusioni sull'entità dei rifornimenti anglo-americani. Churchill e Roosevelt promisero a Stalin che il secondo fronte sarebbe passato entro l’anno dallo stato di chimera allo stato di realtà, ma pare oramai indubitato che quell'impegno mirava, più che altro, a confortare la Russia nell’imminenza dell'offensiva. tedesca. Si rimprovera agli inglesi di tenere nell'isola un esercito perfettamente ozioso e di accumulare nei depositi metropolitani ingenti quantità di materiali bellici, che riuscirebberò infinitamente utili altrove. Di tanto in tanto gli ambasciatori sovietici a Londra e a Washington, incuranti di ogni protocollo, elevano pubbliche proteste contro l'inerzia degli alleati senza trascurare il finanziamento di quella stampa che reclama un più diretto e deciso intervento. Ma tutto riesce inutile. Oggi si è messo in movimento il partito comunista inglese, che ha intrapreso un’attiva propaganda per questo secondo fronte, che va ogni giorno più assumendo la dignità di un mito. Nel caso specifico, c'è solo da osservare che l'agitazione del partito comunista presso le masse operaie inglesi, quelle, naturalmente, che lavorano negli stabilimenti industriali € sono al riparo dai rischi di ogni possibile avventura, costituisce un fatto nuovo nella vita politica del Regno Unito. È evidente, infatti, che di fronteal nullisno del governo ufficiale, Mosca ha impartito ai comunisti inglesi l'ordine di «lavorare»le masse operaie, giudicando inutile qualsiasi azione attraverso le normali procedure parlamentari. È da osservare, a questo proposito, che l’iniziativa del partito comunista inglese segue di poche settimanela pubblicazione dei dispacci-di Lord Gort, che comandava il Corpo di spedizione sul fronte francese. x La pubblicazione colma un'importante lacuna nelle odierne conoscenze della storia della guerra, poiché su tutto quel periodo e particolarmente sulla sua catastrofica conclusione, la censura britannica aveva’ steso un velo impenetrabile e nulla se ne sapevu di preciso, se si eccettua qualche versione giornalistica e qualche documento rinvenuto dai tedeschi negli archivi francesi. Evidentemente l’imprimatur concesso a Lord Gort non è dovuto a ragioni di obiettività stotica, ma a ragioni di opportunità politica. Nessun dubbio che rievocando attraverso una esauriente documentazione la catastrofe di Dunkerque, il Governo britannico ha voluto impartire una lezione di prudenza agli scervellati che reclamano il secondo fronte. Vedete quel che capita -— tale il senso della relazione Gort — quando si vuole andare a cogliere allori sul continente: e notate che, allora, la situazione era ben altrimenti favorevole: sbarco in terra amica; alleanza e cooperazione con un esercito, che si riteneva bene agguerrito; poderosa linen fortificata cui attestarci e via dicendo, Cosa accadrebbe oggi, senza l’aiuto di queste circostanze? Quali nuove e più catastrofiche Dunkerque dovremmo attenderci? Questo il senso della pubblicazione. Esso non è sfuggito a

Mosca, che ‘ha replicato con la mobilitazione del partito comunista, visto che Churchill non si decide a mobilitare le truppe metropolitane. Non è un guada-

gno per la Russia, che necessita di ben altro, ma è una sicura perdita di prestigio per il governo inglese, che deve assistere impotente alle ingerenze moscovite nella sua politica interna. Anche negli Stati Uniti il secondo fronte non gode una buona stampa. Secondo una corrispondenza da Nuova York al Berner Tagblatt, l'opposizione a Roosevelt si suddivide in vari gruppi, che rispecchianole diverse correnti. dell'opinione pubblica. Ci sono gli estremisti dell'isolazionismo, che comprendono la quasi totalità di coloro che non saprebbero mai ‘dimenticare le loro origini italiane, tedesche, ungheresi. Poi ci sono gli anticomunisti, che non sanno rassegnar:

a vedersi se in un prossimo avvenire gli Stati Uniti riuSciranno a creare, dietro questa cintura di sicurezza, formata con basi tolte ad altri, un fronte di difesa che possa assicurarli dagli attacchi provenienti sui due lati dal

mare e dall'aria, tanto più che le forze marittime americane sono notepolmente indebolite dai numerosi colpi dai giapponesi. In ogni caso, resta bene stabilito che gli Stati Uniti hannoricevuti trovato il secondo fronte in casa loro, C'è da considerare, da ultimo, l'Inghilterra e gli Stati Uniti prima ancora di pensare alla Russia, debbono cheprovvedere alla difesa dell'India, difesa che

assume ogni giorno più l'aspetto di un problema insolubile. Ecco quanto scriveva giorni fa l’Observer: « L'India vede oggi davanti sé la minaccia di un’invasione nemica. Essa non ha finora messo in campo apiù truppe di quelle che abbia fornito la Nuova Zelanda. L'armamento dell’armata coloniale è insuffi-

ciente e la sua preparazione militare quanto mai scarsa.

è poi quello della difesa delle 2.500 miglia di costa che Un problema insolubile possiede. Urgentissimo è il suo bisogno di materiale da guerra. Il paese essa produce soltanto armi

leggere e attrezzi per l'equipaggiamento dei contingenti. Carri armati, aeroplani e cannoni devono venir dalla madrepatria. Il pericolo è gravissimo e non vi è alcuna certezza forniti che si riesca a mettere insieme un esercito capace di respingere l'attacco nemico ». Non v'è nulla di esagerato nel quadro tracciato dall’Observer. Dopo lo scoppio diella guerra l’esercito indiano fu portato a circa un milione di effettivi. La maggion parte di essi venne dislocata, quale carne da cannone, su gli scacchieri. A conti fatti, si ritiene che a Wavell siano rimasti, sì e tutti quecentomila uomini, scarsamente dotati di armi pesanti automatiche, no, cinche for= mano la forza principale della difesa dell'India.

Non meno esatte sono le osservazioni dell’Observer per quanto si riferisce alle possibilità produttive dell’India. Certo l'India possiede enormi riserve di materie prime, specie

minerali, atte ad alimentare l'industria bellica; ma queste non sono mai state-messe in valore. Presentemente

e acciaio per provvedere da sola all'intera produzione ha, l'India, sufficiente ferro di Calcutta si.trovino ricchi giacimenti di ferro e questi bellica? Sebbene ad ovest vengano da tempo sjruttati da imprese indigene, non si deve concludere che essi possano soddisfare il fabbisogno

di acciaio del paese. Mentre della guerra l'India spediva del suo ferro grezzo in Inghilterra e nel prima Giappone, era invece completamenteparte dix pendente dalla metropoli per i prodotti lavorati. Questa politica svolta dalla Gran Bretagna nei confronti dell'India è facilmente spiegabile. In nessun caso l'India doveva bastare a se stessa. L'Inghilterra ha sempre rinunziato agli ottimi “ifari che avrebbe potuto concludere facendo lavorare în India le materie prime del luogo (è risaputo che il costo della mano d'opera indigena è irrisorio) pur di impedire alla produzione indiana di rendersi indipendente. Fino alla vigilia della guerra l'India bisogno di trecentomila tonnellate gi acciaio all'anno. che venivano forniteaveva da britanniche 0 continentali. Dopo lo scoppio del conflitto, la propaganda imprese inglese annunciò la creazione di nuove fabbrighe in India; ma si trattava di propaganda. In ogni caso, tali fabr briche si troPerebbero in ben difficili condizioni se volessero dedicarsi ad una nera produzione di guerra, per la mancanza di'varie materie prime indispensabili. IT rame, ad esempio, veniva importato dalla Rodesia nord e dal Congo belga; il piombo dalla Birmania, lo zinco dall'Australia, del’ dalla Malesia. Alcuni di questi territori si trovano sotto il controllo lodei stagno 0 sono nelle immediate vicinanze della zona di guerra; altri sono ingiapponesi, posizioni tali, da non poter più essere raggiunti dalle navi, sia per la mancanza di tonnellaggio, sia a causa del blocco esercitato dalla flotta giapponese. Le notizie riguardanti la creazione di dell'alluminio sono inventate. Sebbene si parli da anni di progetti un'industria per una produzione dell'alluminio ate traverso lo sfruttamento della bauzite, nessuno di tali progetti è stato attuat, Senza l'alluminio non si possono costruire gli aeroplani, sicché il sogno degli industriali britannici di creare in India grandi fabbriche di velivoli, non può essere attuato. Altrettanto deve dirsi per produzione degli esplosivi. Mancano le materie prime indispensabili come la laglicerina, acidi nitrici, Questa, per sommi capi, la situazione bellica dell'India. Dopo e digliche, si comprende che il secondo fronte vagheggiato

da Stalin passi in seconda

linea.

SPECTATOR

82


Ecco in quali orridi rifugi scavati nella roccia vissuto durante e duro assedio ii numerevoli famig) la popolazione civile della piazzaforte sovietica. Unsere Aufnahmen zeiSen in welchen schrecklichen in den Felsen Sehauenen Sehlupfwinken zahliose Familien der Zivilbevélkerung der sowjetischen Festung wihrend der langen ‘nd harten Belagerung gelebt haben.

DOPO LA CONQUISTA DI SEBASTOPOLI {NACH DER EROBERUNG VON SEWASTOPOL) fili spaventosi effetti del fuoco delle artigli erie teMosche e rumene sulla iltà di Sebasto dugAnte la violentpoli a battaper la conquista delfila la formida bile fortezza.

pie fiire iche WirKung des hterl deutschen und igmànischen ArtillerieSlers gegen die Stadt ieWas topol wahrend der {gen Schia zur toberung derchtgewaltigen Festung.


Ses

L'AZIONE DEI BOMBARDIERI TEDESCHI

SUL DON. - L’interessante fotografia che pubbli: chiamo, presa da un ricognitore germanico, mostra chiaramente i danni causati dal bombard: mento aereo mirante a tagliare la ritirata al nemico. Dei duenè ponti che congiungevano le due -

five del fiume

non

restano

che i piloni

centr:

incor più impraticabili le vie di comunicazione,

La neve

disciolta

‘ute senza

ha allagato

il paese

tregua dagli aerei

e rese

tedeschi

DIE TATIGKEIT

DEUTSCHER BOMBER AM DON. -Unsere von einem deutschen Aufeiire gemachte interessante Aufnahme zeigt klar die durch das Luftbombardement verursachte? Schiden, das darauf abzielte, dem Feind den Riickzug abzuschneiden. Von den beiden die U NI des Flusses verbindenden Bricken stehen nur noch die Mittelpfeiler. Die Schneeschmelze Lod

das Land unter Wasser gesetzt und die von deutschen Fiugzeugen unaufhòrlich angegriffe

Verbindungswege noch unbrauchbarer gemacht.


o ftrsohevo

SARATOV

L'ATTACCO A ROSTOV Mentre un'Armata tedesca è in rapida avan= zata nel settore del Don, in direzione di Stalingrado, più a sud altre truppe germaniche € alleate muovono un attacco concentrico da ovest, da nord, e da est su Rostov. La città è in fiamme, e il suo destino è segnato, perché ogni possibilità di ritirata è chiusa al nemico, premuto da tre lati, e con alle spalle il Don; coi ponti distrutti e ma:tellato senza posa dall'aviazione. Qui sopra, una cartina dimostrativa delle operazioni sul fronte fra Donez in alto, una veduta panoramica di , la « chiave del Caucaso » grande centro industriale e porto di primaria Importan: xa; al centro della pagina Îl Maresciallo Ti: moscenko, Comandante delle forze bolsceviche in ritirata; qui di fianco, carri armati tedeschi che avanzano nei sobborghi della città.


ASPETTI BATTAGLIA DONEZ E

DELLA FRA IL IL DON

Piloti di un gruppo di caccia del C.S.I.R., famoso per le sue nu. merose vittorie aeree, in procinto di partire per una nuova azion Sotto, carri armati leggeri italiani in marcia sul fronte del Donez

L’impetuoso attacco tedesco ha rapidamente fiaccato la resistenza che i bolscevichi si proponevano di fare per le vie stesse di Voronesc, erigendo barricate e scavando trincee. In ‘breve l'importante centro industriale russo ‘è stato abbandonato dal suoi difensori; ed ecco qui sopra lo spettacolo di distruzione e di morte che ha offerto ai vincitori la città conquistata.



ALLEATI O AVVERSARI? Tera

è prematuro

ogni tentativo di trarre

delle conclusioni dalla esperienza, in formazione e in evoluzione, di una guerra che è ancora in pieno sviluppo. La risposta a molti quesiti particolari, che oggi si levano da ogni parte, verrà solo a guerra finita, da una più meditata critica dei fatti, Spogliata progressivamente d'ogni ragione propagandistica, decantata dal sedi mento delle roventi passioni che ogni conflitto solleva e agita come in un turbine. Perciò avrei amato piuttosto inserire l'interrogativo testa a questo articolo in uno scritto che si fosse affacciato ai problemiche delè indopoguerra, e avesse guardato verso una guerra futura o meglio ad una tecnica e ad un'etica che, nell’avvenire dell'Europa e del mondo, si accingessero ad affrontare politica blema militare, economico e sociale della limitazione degli armamenti ilconpro-la profondità e il realismo che furono rinnegati e soffocati nel ventennio pace di Versaglia e il convegno di Monaco. In un articolo siffatto la guerrafra at-la tuale apparferrebbe al passato. la sua esperienza sarebbe un dato acquisito per l'arte militare e la tecnica bellica. Insomma, di fronte a questo argomento avrei preferito mantenere un contegno di riserboe di attesa, non perché gli avvenimenti mi suggeriscano coi razioni e idee, ma per la ragione opposta, cioè per nonaverne troppe in tumulto e Der comprendere quindi che solo col tempo e la riflessione esse considerarsi in una nuova « sintesi tecnica », aggiornata e vagliata dallapotranno storia. Ma naturalmente questa silenziosa attesa dovrebbe essere universale, dovrebbe costituire una specie di tacito accordo; non può essere unilaterale. Ora avviene invece che la domanda, l'incertezza, la sorpresa, l'affermazione, la negazione, la polemica sono nell'aria e, espresse o sottintese, affiorano dovunque în Italia e fuori, da un lato e dall'altro della barricata, così come presso i neutrali. Avviene soprattutto che le sentenze che si odono e si leggono siano tanto più recise, categoriche, taglienti quanto maggiore è la incompetenza e la irresponsahilità di chi le emette, quanto più limitato nel tempo e nello spazio è il complesso dei fatti da: quali le affrettate e avventate conclusioni son tratte, quanto più il miracolismo che contengono appare adatto a fare presa sulla fantasia del pubblico o a sostenere e convalidare le tesi aprioristiche che si vogliono dimostrare. Questo stato di fatto mi induce affrontare l'argomento e a presentarlo ai lettori della Illustrazione a titolo di adorientamento un più vasto e generico commento della guerra sui mari che è tanta partee come dell'attuale conflitto. Due sono gli atteggiamenti estremi che lo spirito umano assume di fronte alle innovazioni della tecnica e alle conquiste pensiero: da una parte la tradizione e il misoneismo negano e si oppongonodel alla al progresso, alla evo= luzione e al futuro: dall’altra la esaltazione gli novità, eccessi della fantasia amplificano ed esagerano l'importanza della nuova everità o della nuova conquista, la innalzano e la isolano dal relativo nell'assoluto, contrapponendola al passato che pretenderebbero di rinnegare e seppellire, senza riflettere che anche il loro presente diverrà un giorno il passato, lo stato imperfetto e arretrato sulla via della evoluzione umana. Ambo gli estremi si toccano per l'errore che contengono e per la debolezza e la instabilità che è in loro; fra ambo gli estremi il pensiero e l’attività umana oscilla‘no come una corrente tortuosa. contenuta e convogliata due robusti argini. Nel nostro caso le due tesi estreme sono evidenti. Da unafra parte chi ancora chiude le orecchie al rombo possente degli aeroplani, chiude gli v'èocchi al loro volo saettante, chiude ostinatamente il pensiero alle loro grandiose e crescenti realizzazioni nella guerra marittima; v'è insomma chi tarda a comprendere i profondi mutamenti che l'arma del cielo ha introdotto nell'arte della guerra in mare e nelle salienti manifestazioni. Ma parte v'è chi non vede che aerei S'illude che questo nuovo strumentodall'altra di guerra possa davvero provvedere e solo a tutto e possa sostituire con vantaggio nelle sue funzioni ogni diverso da e preesistente strumento della guerra navale. Orbene, la storia insegna che nei tempi le armi e î metodi sono in continua evoluzione, che i mezzi nuovi alterano e modificano i vecchi fra i quali si inseriscono. ma non li sostituiscono né li sopprimono; piuttosto si associano ad essi dando luogo a metodi e strumenti più complessi e più perfetti. La nave può assumere mole e peso colossali, essere equipaggiata da centinaia e persino migliaia di uomini, può stare giorni e giorni lontana dalle sue basi, può incassare formidabili offese; per contro è relativamente lenta e pigra nei suoi movimenti, costituisce un bersaglio appariscente e grande, richiede lungo, tempo per la sua costruzione e può essere realizzata in un numero assai limitato di esemplari, specialmente per gli altissimi tonnellaggi. L'aereo, al contrario, è agilissimo e velocissimo, rappresenta un bersaglio minuscolo e difficile. si costruisce in breve tempo, si realizza in un grandissimo numero di esemplari; ma per contro non può assumere che dimensione e peso assai modesti, soffre quindi di tiranniche limitazioni nel peso, delle armi, nel numero degli uomini che ha a bordo, nell'espletamento delle loro mansioni, nella dotazione di combustibile che reca con sé e quindi nella durata dei suoi voli, che si misura appena a ore anziché a giorni o a settimane, come per le missioni delle navi di superficie, o a mesi, come per quelle dei sommergibili; è assolutamente incapace, infine, di incassare colpi che sulle corazze delle grandi navi e degli inerociatori non lascerebbero neppure una traccia. Queste elementari ma fondamentali considerazioni sono più che sufficienti per indicare ad ogni persona di buon senso, alla luce della esperienza storica, che l'aereo e la nave sono fatalmente destinati a coesistere quali strumenti della guerra in mare. La fine delle grandi navi, la condanna delle corazzate, l'agonia delle fiotte. svazzate via dai mari dalla potenza distruttrice dell'arma aerea. sono espressioni di ingenui entusiasmi e innocenti sogni giovanili che come tali non debbono certo essere giudicati con severità, ma che sarebbe estremamente pericoloso e sciocco prendere in seria considerazione. «A Parigi un passante è stato investito da un'automobile ed è morto: dunque la razza francese è ormai condannata ad essere distrutta dagli autoveicoli». «A Buenos Aires un cittadino è rimasto fulminato dalla corrente; perciò in Argentina saranno certo soppresse tutte le applicazioni elettriche ». Questa è presso a poco la logica di quanti dissero: « un mas italiano da 10 tonnellate ha affondato una corazzata austro-ungarica da 20.000; dunque le corazzate spariranno dai mari»; oppure: «un piccolo sommergibile tedesco in meno di un'ora ha distrutto tre grossi incrociatori britannici; dunque non si costruiranno più navi di superficie perché la futura guerra navale sarà combattuta e vinta dai soli sommergibili»;e questa è anche la logica di chi oggi dice: «uno stormo di aerei bombardieri e siluranti nipponici ha colato a picco in poche ore due grandi corazzate inglesi: dunque le navi hanno fatto il loro tempo; esse non servono più perché per dominare il mare basta il dominio del cielo che lo sovrasta », E invece. nonostante la vittoria italiana di Premuda e la prodezza dell'U 9 germanico, in tutto il mondo, dopo la prima guerra mondiale, si è continuato a costruire navi da guerra di superficie e, nonostante tutte le vicende della guerra aereo-navale che oggi si combatte, altre navi di superficie si continueranno a coaaa ci struire in avvenire: non per misoneismo. noh per errato calcolo. ma perché la nave e l'aereo, il piccolo e il grande mezzo di guerra. il vecchio e il nuovo, sono fatalmente destinati a coesistere, acollaborare. acompletarsi e potenziarsi mutualmente. Del resto, alla stessa conclusione si arriva immediatamente per altra via e cioè osservando che di mano in mano che l'aereo ha trovato un compito offensivo nei riguardi delle navi. ne ha visto subito sorgere uno. difensivo varallelo e corrispondente, Gli aerei hanno attaccato i sommergibili diminuendone le possibilità belliche? Ebbene, sono stati gli stessi aerei che, rivelando e segnalando ai sommergibili le navi e i convogli nemici, ne hanno accresciute per un altro verso le Possibilità operative. L'arma aerea ha espresso un nuovo tipo di silurante e ne ha addensata la minaccia e l'offesa contro la nave di superficie? Ebbene. quasi in risposta. la stessa arma aerea: si è assunta il compito della scorta antisommergibile alle formazioni navali, ed ha impedito o rivelato la presenza o gli spostamenti in superficie dei sommergibili davanti al loro cammino, attenuandone il corrispondente pericolo. Il ricognitore aereo nemico ha svelato la dislocazione delle proprie navi nelle basi o i loro movimenti in mare largo? Ma, corrispondentemente, il proprio ricognitore ha potuto rivelare alle navi le mosse delle navi nemiche, agevolandone l'azione. Bombardieri in quota ‘e in picchiata hanno minacciato e attaccato le

In sostanza l'errore concettuale che commettono gli estremisti infatuati sostenitori, della onnipotenza dell'arma aerea sta tutto nell'aver concepito e creduto il nuovo mezzo di guerra un rivoluzionario e un ribelle, che possa eludere e superare le ferree leggi della natura e quelle della guerra, Je quali dalla natura traggono origine e ad essa necessariamente si m no. Invece un tale mezzo non può esistere; l'aereo è un mezzo di guerra come tutti gli altri, soggiace ineluttabilmente alle stesse leggi inviolabili. Ad onta della veJocità, è immerso nello spazio e nel tempo e la sua efficacia si attenua e si spegne colle distanze; ad onta della sua leggerezza e della sua agilità, la gravità lo riconduce e lo tiene al suolo per tutte le sue sostanziali esigenze; le sue armi sono in sostanza quelle Stesse che già usavano e che usano i combattenti del mare e della terra;-la sua azione offensiva è commisurata alla sua usura e al rischio affrontato e non va immune da perdite e sacrifici. 1 suoi colpi, per quanto terribili, ammettono sempre difesa, riparo e risposta, per quella stessa legge di azione e reazione che ha contrapposto lo scudo alla lancia, la corazza al cannone, la trincea e il reticolato alla mitragliera e al fante, le armi anticarro ai carri “armati, le armi antisommergibili al sommergibile, la maschera al gas venefico e così via all'infinito. Anche sul piano morale, infine, non è possibile stabilire una differenza di livello fra il combattente della terra, del mare e del cielo; tutti lottano per la stessa idea, tutti affrontano, quando è necessario, perfino l'estremo sacrificio, tutti sono ugualmente sacri alla Patri; Le considerazioni svolte dimostrano in sostanza che ‘nella guerra marittima * l'aereo e la nave, più ancora che avversari, sono è debbono essere considerati alleati. La moderna guerra marittima non si può vincere né dal mare colle sole navi, né dal cielo coi soli aerei; ambo le concezioni estreme sono miopi, fallaci, distorte; solo l'alleanza, ia collaborazione e la compenetrazione dei due mezzi può trionfare. L'arma aerea si inserisce ormai nel quadro della guerra navale come una parte in un tutto armonico. La verità è dunque che tutti gli strumenti e i mezzi della guerra marittima debbono fondersi in uno solo e che quanto più perfetta è questa fusione tanto più sorprendenti e lusinghieri saranno i risultati. Queste non sono parole, non sono idee astratte; sono fatti concreti e inoppugnabili già consegnati alla storia, Nell'estate del 1940, dopo il crollo della Francia, la Germania aveva una grandiosa prevalenza aerea sulla Gran Bretagna, aveva pronto all'impiego un formidabile esercito vittorioso, mentre sul suolo britannico, per tutta difesa, vi erano solo i resti scompaginati della fuga di Dunkerque. Dunque superiorità schiacciante nella terra è nel cielo; superiorità persino nell'arma subacquea; ma per contro inferiorità altrettanto schiacciante in fatto di navi di superficie, cioè di corazzate, di incrociatori, di cacciatorpediniere. Che cosa può dunque avere difeso l'Inghilterra se non la flotta; se non quelle navi di superficie? E con quale logica, di fronte a questa testimonianza, si potrebbe sostenere che gli aerei hanno «svalutato» le navi, che le flotte del ‘cielo hanno vinto le flotte del mare? Solo dal potere aereo-navale, solo dall'armonico e coordinato impiego di «tutti» i mezzi che la tecnica offre è non altrimenti, sarà possibile piegare le grandi talassocrazie anglo-sassoni e conquistare la vittoria. Questa è dunque la strada giusta, la strada da seguire; alleanza, collaborazione, convergenza di contetti e di azione, fusione di armi e di spiriti, assai meglio che rivalità, divergenza, antitesi, separazione e distinzione. Questo è il concetto basilare della guerra aereo-navale e questa è la risposta, la sola risposta che si deve dare al superficialismo parolaio e frettoloso. E qui fermerei la mia esposizione, che una volta tanto vuole essere sintesi e non analisi, critica storica e filosofica e non semplice cronaca tecnica. Ma qualche lettore, imbottito dalle tante dissertazioni e dalle tante documentazioni relative alle azioni offensive degli aerei contro le navi di cui è piena la stampa di tutti i paesi, potrebbe forse pensare che di proposito ho evitato di addentrarmi negli argomenti tecnici, di esaminare il vivo della questione nella sua essenza bruta, materiale, numerica; che insomma, in fondo in fondo, sotto la veste della obiettività e dietro lo schermo del metodo induttivo storico, abbia fuggito il nocciolo del problema peccando di misoneismo e di incomprensione. Per questo lettore, e_per questo soltanto, sarà bene perciò aggiungere ancora qualche parola. È evidente che, come si parla di danni inflitti da aerei alle navi, si debba parlare anche di danni inflitti dalle navi agli aerei, di aerei abbattuti dalle navi senza avere sganciato il siluro o la bomba, senza avere assolto il loro compito esplorativo, senza avere raggiunto l'obiettivo dell'azione, quale esso sia. È evidente che i successi vanno commisurati agli insuccessi, i colpi messi a segno a quelli andati a vuoto, e via dicendo. Ora, la considerazione del passivo posto accanto all'attivo, quando si compilino coscienziosi, accurati bilanci e si tirino le somme, mostra fin d'ora una certa reciprocità e proporzionalità di successi e di insuccessi, di probabilità e di sforzi, di vittorie e di sconfitte. Ma indubbiamente è l'aereo, îl mezzo nuovo e mobilis= simo, che altera le forme della guerra navale e modifica il modo di essere e di agire della nave più che non avvenga il contrario; è l'aereo che attacca la nave e non viceversa. Questo è il punto. Sbaglierebbe dunque chi dimenticasse questa nuova grandiosa realizzazione del secolo che è l'arma del cielo, chi non comprendesse e accettasse le limitazioni di funzioni e di impiego che ne derivano alle navi. È innegabile che l'avvento dell'aviazione ha costretto ad arretramenti di basi navali, alla rinuncia a fare navigare certi tipi di navi in certe determinate zone o in certe determinate circostanze, ha intralciato, condizionato, complicato tutta la circolazione marittima così delle navi mercantili come delle navi la guerra. Senonché l'aereo non è il primo, ma l'ultimo fra i piccoli mezzi di guerra che convergono verso la grande nave e le si avventano contro. Già prima di lui i banchi di torpedini, i sommergibili, i mas, le artiglierie terrestri a lunga gettata, le siluranti di superficie avevano determinato un arretramento del tutto analogo delle basi e delle flotte e introdotto consimili limitazioni all'impiego di queste ultime, rendendolo proibitivo nelle acque basse e costiere, davanti alle basi nemiche, in condizioni idrografiche, di posizione, di distanza sfavorevoli. Non è dunque l’aereo o non è solo l'aereo che modifica a poco a poco î modi della guerra navale e i criteri di impiego delle flotte, e quanto avviene oggi non è che la logica, progressiva, ordinata continuazione del passato, A misura che la guerra navale si complica di nuovi mezzi, si arricchisce di nuovi elementi, questi mezzi e questi elementi si ripartiscono sempre meglio i compiti, si specializzano sempre più, sempre più si scaglionano in profondità. L'identico fenomeno è avvenuto del resto nella guerra terrestre dove, mentre in epoche remote la frontiera o la linea di combattimento era quasi una linea geometrica di separa zione sulla quale due eserciti contrapposti si combattevano all'arma bianca, coll'andar del tempo ha acquistato una complessità e una eterogeneità non mai prima immaginate e una profondità che oggi si misura a decine e talvolta a centinaia di chilometri, sicché la linea del fuoco è diventata superficie ed ancora si dilata ed evolve in senso volumetrico per l'avvento dell'arma aerea. Alterazioni nella guerra in mare ve ne sono dunque e profonde. Ma sarebbe un grossolano etrore scambiare per svalutazione un arretramento logico e naturale, esattamente rispondente alle caratteristiche e alle funzioni, così come sarebbe assurdo negare nella guerra terrestre le funzioni e i compiti delle artiglierie pesanti solo perché i pionieri, i carri, le mitragliatrici e le artiglierie leggere le sopravanzano e le precorrono incontro al nemico. Né d'altra parte Ja nave da guerra ha esaurito le sue forze di reazione di fronte all'azione dell'aereo; ché anzi è evidente quanto inevitabile l'esistenza d'un ritardo tra azione e reazione, fra attacco e difesa. Come reagirà la nave all’offesa aerea, negli anni è nelle costruzioni future? La fantasia di ciaseuno si può liberamente sbizzarrire; moltiplicazione! ‘delle armi antiaeree, dei posti di vedetta, dei mezzi di avvistamento e di allarme, stabili zazione delle piattaforme delle mitragliere e delle artiglierie contraeree, aumento della protezione orizzontale e subacquea. occultamento nella nebbia in navigazione e in porto, miglioramento delle qualità evolutive, impiego contro gli aerei persino dei colossali cannoni da 381 0 da 406, imbarco di catapulte e aerei da caccia în gran numero o addirittura trasformazione in navi portaerei corazzate; ecco solo uno spiraglio di idee sulle possibilità sconfinate del futuro. Una cosa è certa: la nave e l'aereo, strumenti dell'uomo espressi dalla sua mente e condotti dalla sua mano, stanno per questa comune origine su un piede di parità e sempre avranno in ogni loro impiego, in pace e in guerra, la debolezza e la forza della loro sostanziale natura di realizzazioni umane. In pace solo la collaborazione fra gli uomini potrà indirizzarne l'impiego sulle vie migliori; in guerra solo lo spirito eroico del combattente potrà. ad onta delle debolezze costituzionali e delle limitazioni tecniche, condurli insieme alla vittoria. GIUSEPPE CAPUTI

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IGNAZIO

TRAPPA

MAESTRO DI CUOIO E SUOLAME Romanzo di ROSSO DI SAN SECONDO maestro calzolaio, incere dalle chiac-

nella sua villa non questioni intime. costui un

Viadimira, sul cavallo e a notte inoltrata rincasa messosuodi dare lezioni d’equitazione. La mattina dopo, abilmente ron acquistare un bel cavallo aio. Il cavallo vien portato da Galeazer e lesce Viadimira che prende subito la prima Giuli, ll fantino ha dato lestune è Viadimira, racconta le prodezze del suolezione. passato di 'cavallerizzo. che Gianfranco sascia la gasa di Viadimira e torna al Querceto, Il suo pensiero Diomira del Serchio, Giunge a Camniore la va di frequente alla tumusgro Mariowski,Castrucci che dovrà purtroppo parte tizia della morte di suo padre Giuseppe Bossenghi. to a sapere della dimestichezza che si è stabilita un deliquio la coglie ed essa ca sua Le invocazioni della cameriera fanno accorrere | villici del Quercetola ca ‘anche Uilano franco Galeazzi il quale apprendendo la disgrazia impazzire per ii dolova, Corre a Lucca a | medici. Questi arrivano alsembra Querceto è assicurano trattarsi gi cosa non grave.chiamare Sappiamo Intanto che Adalgisa è stata colpita da uma pa ralisi e versa in grave stato. I familiari di Trappa Pacini si sono recati in casa della pove: retta e maestro Ignazio torna così dal Querceto a casa sua dove sì trova 2° me ditare su quanto è accaduto. Un colloquio col parroco, € la notizia che dolo signora Paccini era salva e poteva guarire, gli restituiscono la serenità. Intanto al iaQuereeto si veglia intorno alla contessa e Galeazzi non si pace dell'accaduto; Ma presto la contessa comincia aDiomira, riaversi, ed è nformata delladà devota assiduitàmoltedi Gianfranco. Un nuovo consulto, con un giovane medico molto valente, diaelpa preoccupazioni, e finalmente Galeazzi e Viadimira sono ammessi a visitare la cone tessa che si mostra assai sollevata. Quando Novella giunse con la minestrina, anche Gianfranco si X IX mise a chiacchierare e raccontò della gran fame che aveva avuto la tal volta e la tal'altra, delle scorpacciate che quelli dei cavalli, Nicotrelli e gli addetti di scuderia, facevano all’Osteria dei Tre Pinì Raccontò come i contratti di compravendita dei cavalli finivano sempre con grandi pranzi € grandi cene, e rappresentò tanto al vivo quel mangione di Nicotrelli, che non andava a desinare a casa per non veder la moglie sorbire brodini, che Diomira, ridendo, esclamò — Gianfranco, vi sapevo un uomo d'iniziative, ma non così valente narratore. Sareste capace di scrivere delle novelle, voi! — Già, ma sarebbero. novelle con errori di grammatica! — disse Gianfranco. — Bisognerebbe, poi, che le aggiustasse e correggesse la mia signora padrona — Adesso volete dirmi che sono una letterata, perché sono caduta dalla scala dei libri! — rispose Diomira. E, frattanto, Novella non perdeva tempo ed accostava cucchiaiate di minestrina alla bocca dell'ammalata che ingoiava senza avvedersene. — Il primo racconto che scriverò sarà per la signorina Vladimira — prometteva Gianfranco. — Davvero? Ma bisogna scriverlo davvero! Se la mia signora padrona lo corregge, dò parola di scriverlo. Diomira promise di correggerlo, e Gianfranco disse che nel racconto avrebbe parlato di vari personaggi, tra cui l'ex fantino Giulì — Oh, il caro Giuli, il mio maestro d'equitazione! — esclamò Vladimira. Non passava settimana ch'egli non andava a trovarla a Camaiore, e le impartiva una lezione, com'egli diceva, di « perfezionamento ».La contessa s'interessò anche del nuovo personaggio Giuli, Per la prima volta, intanto, aveva finita la sua minestrina. Era già abbastanza per la prima volta, Vladimira prese commiato, dicendo alla contessa che, se permetteva, sarebbe tornata con un nuovo palo di stivali Trappa e intanto poteva annunziarle per il giorno appresso una visita dello stesso maestro calzolaio. Gianfranco, quando fu alla porta, si volse ancora a guardare Diomira e si trovò, nei suoi gli occhi di lei. Non seppe nemmeno a Sé stesso spiegare quel che provò; ma gli parve che avrebbe dato anni di vita per prolungare la dolcezza che gli procurava quello sguardo. XXI I CORVI E LE RONDINI Il dottor Perlati

è già alle cinque

del pomeriggio

arrivato

nell'automobile

della contessa Castrucci al podere Bossenghi, gli è bastato un quarto d'ora per informarsi minutamente dei disturbi che accusa la signora Eugenia e visitarla. — Sapevo già tutto — ha esclamato — da quanto m'aveva detto la signorina Vladimira! — E prescrive alla signora una dieta, basata principalmente su un e pre nutrizione di frutta e di vegetale crudo. Anche una polverina aiuterà. abbia la pazienza scrive anche questa, L'importante è che la signora Eugenia di attenersi scrupolosamente

alle prescrizioni; e, tra un

mese,

egli gara

per anni lo stesso ti

un beneficio sicuro. È necessario, tuttavia, continuare per ‘ugenia si sentirà ringiovanire. : la si Perlati, che le Bossenghi AI eeirezza e convinzione il dottor A affascinate, ic° - “egli faosservare — non commessi in casi simili,corron 502° Guanti errori vengono dell'e: all'idea subito si suppone nemmeno, Molti medici, ad esempio, ordinano Seri. saurimento nervoso, espressione che per me non ha senso. la situazione, pravano a base di fosfati, iniezioni di fosforo. ricostituenti sanno, insomma perché aggiungono veleni a veleni. Nonssicare. 7 ; sicazione e che perciò si deve disinto ta di quanto afferma il piccolo medico, La signora Eugenia èproprio convini indolenzimenti ai reni, inCerti appesantimenti della persona, cerci ‘hi alla testa, ‘Pare impossibile che tanti sonnia sono appunto conseguenze d'intossicazione. ESTR subito. altri medici non l'abbiano compreso Teor esclama, ridendo, il piccolo datore — Esaurimento nervoso! — domanda, che demi he con garbo, dell'onorarioaicetaza quando la signora Eugenia— gliesclama do passeggiata, la basta — egli Macché — rispondergli: 10 AU” risalite di invece E, — me. anche disintoseica e mondo al mi rimette Ric ne ta ET mobile, egli, invitato da Vladimira, già siede Fuse in di pere, di pesche, meravigliose di canestro un a viso buon chebeve di gusto dopo aver mangiato la frutta:ia. chiere di lampone fresco, —

Quando

mira. —

lo saprà

Al Querceto

ce anale sì, che fango son pesche e mele ne pei

re! Gianfranco

con

la frutta,

(Disegno di Mario Vellani-Matchî)


dome del resto con tutti i prodotti del Querceto, sa fare miracoli. Non'so d

quante medaglie alle esposizioni ‘agricole! : — Un uomo saldo e allo stesso tempo delicato e attento! — giudica Perlati, — Mi piace assai quel tipo di agricoltore. Ma dev'esser assai smarrito, per l'infortunio capitato a quella brava e bella signora! E anche in questo mi è simpatico. Vi , vedremo di guarire al più presto anche la contessa!... Come si sta bene qui! Che profumo di terra! Che pace! — E dunque, dottore, veniteci spesso! — dice Vladimita. — E anche se dormite qui, che cosa ci fa? C'è anche una stanza per voi! — Qh, l’accetterei volentieri il vostro invito! Ma l'Ospedale? I malati?... — Non tutte le notti siete all'ospedale! Venite ‘a quest'ora; poi, al mattino di

buon’ora, via! —-Così, dottore,

potete

controllare

se

osservo

le

vostre

prescrizioni!

ag-

insomma,

voi sareste

sempre

giunge la signora Eugenia, — È chi sa? Chi sa? — risponde il piccolo medico. — Siete così gentili persone! — E si alzò, guardando l'orologio. — Sono quasi le sei, devo passare con la macchina dal Secco, per fare la conoscenza è rilevare "quel tanto lodato ‘maestro calzolaio. — Sai, mamma, il dottore conoscerà il mio caro amico Trappa e lo porterà in macchina al Querceto. Potessi andarci anch'io a cavallo! stata già a cavallo, stamattina. E possibile che per te non ci sia ormai che— ilSeiQuerceto e Gianfranco e la contessa Diomira e Trappa?... È tua madre, deve rimanere sempre sola, tua madre? —

La signora ha ragione

commenta

Perlati

a cavallo, — Permettete, dottore? Vi voglio presentare il mio Fedele. Il piccolo medico è felicissimo. Esce, accompagnato dalla signora Eugenia e da Viadimira, si reca con esse alla stalla, dove Fedele lo accoglie con nitriti di benvenuto. ‘ — Oh, che bel cavallo! Oh, che bella bestia!. Capisco, ora, che lo amate ‘assai! — dice Perlati. Vladimira circonda con le braccia il collo di Fedele e, curvandosi gli, passa d'un lato, dall'altro; mentre quello sempre più forte nitrisce e finge di’ voler merdicchiare la nuca, le spalle, i capelli della signorina, Il giovane medico è rapito: — Meglio di così — esclama — non si può esprimersi! Questa è vera vita! Questa è sanità fisica e morale! Quanti ospedali meno al mondo, se gli uomini wapessero vivere! Mezz'ora dopo, il dottor Perlati ha conosciuto Ignazio Trappa, che gli ha presentato moglie Genoveffa, figlia Enrichetta e figlio Giovannino, Egli, com'è solito di fare quando si trova di fronte a persone nuove, ha corrugato la fronte e fissato negli occhi tutti e tre i ‘Trappa, osservandoli attentamente. L’impressiofie che ne ha riportata dev'essere stata

perché subito ha ascoltato con la massima attenzione maestro Ignazio, il ottima, quale gli domanda se permette d'imbar=

care, usa proprio un € figlio Giovannino.

tal

termine

con

un

sorriso

il calzolaio,

moglie

Genoveffa

— Sicuro, e perché no? — dice il medico. — Mio figlio Giovannino — spiega Trappa è giardiniere, e pensa sia doveroso dare un'occhiata al giardino della contessa,— che, nelle circostanze eccezionali, dev'essere rimasto abbandonato. Mia moglie, poi, vorrebbe sapere se le è per: messo, insieme con me, d’entrare a salutare l’ammalata. — Ma certo! Bene! Benissimo! So che siete amici, che vi vuol tanto ‘bene, e dunque! Salite, c'è posto per tutti! In viaggio, versa il Querceto, maestro Ignazio s'intende a meraviglia ‘con il piccolo dottor Perlati. Egli rimane subito compreso da certe parole, che sente pronunciare al medico. — Sicuro — ha detto il medico — il fisico è fisico, ma chi lo può disgiungere dal morale? È matto chi vuole trattare il fisico, senza occuparsi del La vita è una cosa sola, e se è malata la vita, tutta la vita bisogna curare,morale. Dunque, buone parole, sentimenti onesti e sinceri, affetto vero come esercitano un'azione benefica sul morale, indirettamente devona influire sul fisico, — Ecco, ecco — dice Trappa — la grazia di Dio! —, Bravo! — esclama il medico, guardando ancora con attenzione il calzolaio. — Voi comiprendete perfettamente. Lo stato di grazia, Quando un malato è in istato di grazia, per metà è armato contro il male. Io, caro maestro Ignazio, quando ho messo il termometro ed ho esaminato l'ammalato, gli domando: come vi trovate all'ospedale? In quali ore vi sentite triste? E a seconda della risposta, consiglio alle suore e alle infermiere di comportarsi in un modo con questi, in un altro con quegli. Ecco perché la presenza delle suore, in ospedale, è necessaria. Le suore aiutano lo spirito dell'ammalato, e aiutano, perciò, anche il compito del medico. Quando Ignazio Trappa giunge al Querceto, è già entusiasta del piccolo medico che gli è stato compagno di viaggio. Dice a Gianfranco: 7 — Volete saperlo, Gianfranco? Soltanto, ora, sento in buone mani la contessa. Non che nutrissi dubbi per quei provetti professori, circondati di generale stima, ma questo giovane pensa a tutto, pensa a tante cose, cui gli altri medici

non pensano. Gianfranco è molto contento di sentir convalidare il suo stesso giudizio dalla bocca di Trappa, e gli confida che da quel giovane s'aspetta un prodigio: che, cioè, riesca ad evitare il minacciato intervento chirurgico, — Crede in Dio, Gianfranco! E perciò, c'è da credere in lui! — esclama Trappa. Giovannino è disceso in giardino e s'è messo al lavoro. La signora Genoveffa è stata fatta salire da Lina, mentre il medico è entrato dall’ammalata, Nell'automobile che ‘lo attende, pronta .a partire per Lucca, Letizia ed Amaranta introducono ceste colme di pesche, mele e. pere, d’una ‘bellezza davvero insolita, ed anche un cestino di fragole che mandano un profumo intenso. — Quella cara signorina Vladimira! — spiega Gianfranco a Trappa. — Appena è partito il medico da casa sua, mi ha telefonato; dicendomi come il dottor Perlati non ha nemmeno voluto ricevere il compenso della: visita alla madre, è rimasto entusiasta di Fedele ed ha mangiato di gusto della frutta, che mi ricordì, perciò, di regalar frutta del Querceto al giovane medico. Che creatura, caro Trappa! Tutta vita, tutto spirito, e così graziosa, così affabile, così buona con tutti! Subito telefonarmi per suggerirmi della frutta! Io, con tanti pensieri per il capo, non ci avrei pensato! E qui, tutti innamorati di Vladimira. Vedete, le due ragazze Galeazzi! Cominciano dal mattino a domandare: — Quando verrà la signorina Vladimira? Quando verrà il maschietto con gli stivali Trappa? — lo chiamano « il maschietto », — Ah, il mondo! — esclama maestro Ignazio. — E le volevano tanto male! — Trappa, Iddio è'è, oh, se c'è! E perciò qua e là, ci sono dei Trappa riel mondo! — Gianfranco, che cosa dite? Volete davvero farmi arrossire? Io sono un povero calzolaio. — E il bene che avete fatto già con la vostra aria di nulla, è da raccontare. Quella creatura di Camaiore, quella cara Vladimira l'avete salvata voi! Avevo compreso tutto, già alla cena di quella sera, alla quale m'invitaste, per salvare anche me, ch'ero fuori di strada. Ma poi ho saputo altro: i giovanotti aristocratici e titolati che le ronzavano attorno, e quella signora di Pisa, mi raccomand. — Anche di quella signora avete saputo, Gianfranco? — Son uomo che non sa non andare in fondo! Ho assunto informazioni! Una donna, sto per dire, di malaffare. Pare che ne abbia fatte di cotte e di crude e tiene automobile e sontuoso appartamento, speculando in tutti i modi, voi mi intendete. E, certo, l'amicizia per Vladimira, nella sua intenzione, era un’altra speculazione. È — Ab, perbacco! — esclamò Trappa. — E voi, Gianfranco, siete andato'in fondo! — In fondo, A mezzo d'un ricco mercante di cavalli che bazzica anche le donne di mondo, gliel'ho fatto cantar chiaro e tondo alla signora Lucia Vanzetti: si occupasse degli affari suoi e lasciasse stare Vladimira Bossenghi, — E parlate di me, caro Gianfranco! Avete un cuore voi, ed anche una risolutezza di uomo nuovo, uomo di trincea e di tempi duri! —Ed ho avuto la fortuna d’incontrarmi con Trappa, che tanto mi ha aiutato e tanto deve aiutarmi! — Aiuto? Non avete bisogno d'aiuto, persuadetevi, Gianfranco, Non vi manca forza, coraggio, fede nella vita, fede in Dio. — Ma non sapevo di avere dentro di me sentimenti che ho scoperto da poco. — Sentimenti che sono tesoro. Custoditeli. — Che guarisca, ecco, mi basta questo! — E guarirà, perché non deve guarire? Il medico discese e si trovò davanti alla macchinà piena di ceste. — Oh, che bellezza! Troppo bello! — esclamò. Vide Letizia e Amaranta, che d'un lato ridevano, e disse loro: — Avete proprio voluto prepararmi una festa,

imira -Bossenghi, ch

v

— Ma guardate che idea, quella signorina! Ma io a Lucca sono solo, vivo solo, tre stanze sono tutto il-mio aj nto, Vorrei mia madre .con me, che vive vicino Napoli, ma come si fa? Ci sono altre due sorelle, una delle quali sta Der sposare. Le scriverò dicendole che appena Lucilla ha sposato, se ne venga con Cornelina da me, a Lucca: dirò che ho la casa piena di frutta!.

— E quando verrà a Lucca la vostra signora madre, signor dottore, tutto quello

che il Querceto può offrire sarà per lei. — Le scriverò anche questo. Intanto, ecco, intanto un paio di queste ceste a certi miei pazienti, che' ne hanno bisogno e devono, devono assolutamente nutrirsi, come la signora Eugenia Bossenghi, di frutta! Poiché Gianfranco e maestro Ignazio gli domandarono come avesse trovato l’ammalata, Perlati s‘accostò ad essi, e, traendoli in disparte, domandò, a sua volta, a Gianfranco di che genere fossero state le visite che la contessa aveva ricevuto nella mattinata, visite di cui gli aveva fatto cenno l'infermiera. Gianfranco si fece tentennare il capo, come uno che si raccapezzi, — Parenti, signor dottore — disse — lontani parenti della contessa Diomira, gente nobile certamente, titolata, ma che al Querceto non s'era fatta mai vedere.

D’improvviso, stamattina, due automobili, Scusatemi, dottore, se vi dico franca-

mente il mio pensiero; ma sarebbe stupido negare la verità. Questa gente, il tempo che si è trattenuta, forse un'ora, pare che non abbia fatto che osservare e indagare. Siccome erano stati avvertiti di esser brevi, in camera si sono trattenuti con discrezione; ma poi hanno chiamato l'infermiera, hanno voluto sapere del vero stato della contessa, come se quello che si era già detto loro e che sapevano, potesse essere una menzogna. Uno dei due uomini: che accompagnavano le tre signore, saputo chi ero io, mi si è accostato, m'ha preso affabilmente per il bracciò, poi, come se volesse entrare in confidenza, mi ha domandato quale stima, in coscienza, facessi del Querceto, come possa essere calcolato, in media, il reddito dell'intera tenuta, e così di seguito. Lì per lì, signor dottore, l'ho preso come un discorso occasionale, ed ho risposto con sincerità, Ma quando quei signori furono partiti ci ripensai sopra, E, dico la verità, tutta la giornata mi son sate cattive idee per la testa riguardo ad essi. Il medico aveva atteggiato le sue labbra ad un sorriso di disprezzo: — La contessa Castrucci guarirà! -— disse con forza, come se lo ripetesse in faccia ai signori della visita mattutina. .—- Non è l'ora del testamento! Gianfranco non si poté trattenere di prendere tutte e due le mani a Perlati e ‘a scuotergliele con forza, Negli occhi di Trappa si poteva scorgere l'impeto d'una collera appena frenata,

— Vol gente sana, uomini veri, dovete stare intarno alla contessa. La contessa

vi merita, perché me ne sono già accorto e«mi par di conoscerla, ha larghezza di mente e larghezza di cuore. Oggi, l'ho trovata un po' depressa. Me ne stavo li a pensarci su, mentre cercavo di farla parlare; ora, ho capito benissimo. Gente sana, cuori sani vicino a lei, su, maestro Trappa, andate su, già c'è vostra moglie. E voi, Gianfranco, entrate spesso, non abbiate dubbi, non vi fate vincere da ritrosie senza senso. La contessa Castrucei guarirà, la farò guarire io, e chirurgo non ne voglio! Gianfranco volse il capo per nascondere la faccia; ma Trappa che non lo lasciava un minuto con lo sguardo, vide chiaramente ch'egli piangeva.

Alcuni giorni dopo il dottor Perlati volle un nuovo consulto con i suoi maestri Bartaggi e Spalletti. La visita all'ammalata durò a lungo, e, per Gianfranco, che, come al solito, aspettava con impazienza, fu un'eternità, Usciti dalla camera di Diomira, i tre medici rimasero-a confabulare nell'antisala. Parve a Gianfranco che il piccolo medico sostenesse una tesi sulla quale i due maestri non si prodecisamente; più favorevole, ad ogni modo, si mostrava certamente ilnunziavano medico Bartaggi; mentre il chirurgo, lo Spalletti, inarcava le sopracciglia e scuoteva le spalle come per dire «potete tentare, ma non ci credo». La sera stessa, il Perlati, tornando solo al Querceto, trovò in camera di Diomira Gianfranco, Vladimira e Trappa, — Mi dispiace assai — disse ridendo — di dover per un momento sciogliere questa pittoresca seduta — ma la scienza, la benedetta scienza non guarda, non deve guardare in faccia nessuno, né le signorine, con gli stivali né i maestri artisti di stivali, né i signori comandanti delle campagne. I tre apostrofati risero e fecero largo; mentr’anche Diomira rideva e ringraziava il giovane medico per esser tornato, — Ma perché incomodarvi? C'era proprio bisogno dopo la visita in tre di stamattina? — No, ma che bisogno! — rispondeva Perlati l'aria disinvolta di uno che vuol piuttosto far quattro chiacchiere. — A conLucca, si brucia, un caldo opprimente! Correre al Querceto è un refrigerio. poi, ecco, jo sono un medico abitudinario: la sera, in questa bella casa, con laE contessa Castrucci, la signorina Vladimira, Gianfranco Galeazzi che mi riempie l'automobile di frutta anche con maestro Ignazio, quando vi sì trova, è proprio una risorsa. Verrò lo stesso quando la contessa sarà guarita. — Allora sì, sarà davvero più bello; ma quando sarà? — disse malinconica» mente Diomira. — La febbre torna sempre il pomeriggio... —,E già... se il versamento non scompare, non scompare nemmeno la febbre. E se cercassimo di farlo scomparire, così, alla buona? — arrischiò il medico, come se volesse proporre un grazioso giuoco. — Così... alla buona! — ripeté, sorridendo Diomira. — Con un giuoco di prestigio!... — Precisamente, la bacchetta magica! — approvò allegramente Perlati. — Voi vi ‘affidate al vostro piccolo medico, contessa? — Interamente, ” — Benissimo. Se vi ricordate, una volta operammo una puntura. Stasera, così, in amicizia, ne facciamo un'altra, un noi po’ ‘una puntura a estrazione continua, ah! ah! un giuoco davvero, nullapiùdi lunga, E poi, voi siete coraggiosa, anzi, la signorina Vladimira può rimanere,serio... seder lì, e, intanto, possiamo parlare di cavalli... Trappa no, Trappala efacciamo Galeazzi non li vogliamo, se ne escano e vadano a contemplare il iramonto dalla finestra. Gian= franco mi ha raccontato come voi gli abbiate consigliato di scrivere novelle. Ecco, dunque, una novella: Tramonto al Querceto. Noi diremo, poi, se questo tramonto sarà, invece, l'alba di un nuovo giorno. L'infermiera muoveva già le mani; Vladimira, a dir vero, era presa da un tremito, ma faceva di tutto ber non darlo a vedere. Maestro Ignazio e Gianfranco uscirono e quando furono fuori si guardarono negli occhi: —.Il piccolo medico tenta qualcosa di serio — disse Gianfranco. — Paré anche a me — rispose Trappa. — Dio l’assista. — Il chirurgo non crede a cotesto tentativo — aggiunse Gianfranco — me ne accorsi stamattina. Ma questo qui sa quello che fa — osservò Trappa — io ho fiducia in lui. Non parlarono più ed attesero per un lungo e penoso quarto d'ora. D'un tratto,

la porta s'aprì e ne uscì l'infermiera. —, Straordinario! — disse, — passò rapida, senza dare altre spiegazioni. Tornò indietro con Lina e Novella. Poco dopo comparve il dottor Perlati. Era allegro e sorridente; ma tanto Trappa che Galeazzi notarono ch'era un po’ pallido. — Caro Gianfranco, — disse — questa sera, accetto da voi finalmente la sigaretta che m’avete tante ‘volte offerta. E poiché subito Gianfranco gli metteva davanti Jil portasigarette un cerino, il medico lo ringraziava e poi fumava "con soddisfazione:ed accendeva — Che stranezze ha la nostra sensibilità — diceva — un dubbio superato, ed ecco si sente il piacere d'una sigaretta. — Dubbio? Superato? — ripeté interrogativamente Gianfranco, — Un ago è un ago, una siringa è una siringa. Per fortuna, la disposizione interna era precisamente quella che avevo supposta, e il risultato è stato eccellente. Può darsi che il mio maestro, professor Spalletti, se fosse qui muoverebbe un qualche altro dubbio. Ma le settimane che verranno ci diranno se sia ancora il caso di nutrirne, A ‘Trappa e Gianfranco tenevano gli occhi spalancati e ansiosi; domandavano al ‘ medico per quali sintomi si sarebbe manifestata la riuscita del tentativo compiuto. — La febbre pomeridiana deve gradatamente scemare e poi scomparire, Ma sarà un caso da scriverci sopra; perché non crediate che il mio maestro, pro© fessor Spalletti. non abbia avuto le sue ragioni dichiarandosi, ormai, risoluto all'intervento chirurgico. Né intendo io, oggi, come oggi, di cantar sicura vittoria. Vedremo. Intanto ho fumato la vostra sigaretta, io che fumo raramente.

Compariva d'un tratto, Vladimira: (Continta)

ROSSO

DI SAN SECONDO


Veduta panoramica del porto di Alessandria, con la flotta britannica alla fonda

L'EGITTO NEL QUADRO DELLA GUERRA MEDITERRANEA D°

le alterne vicende delle battaglie in Cirenaica è oggi in primo piano

l’Egitto, dopo che le forze dell'Asse, avendone violata per la seconda volta la frontiera, sono ben addentro sul suo territorio. È interessante notare, in relazione agli attuali avvenimenti, quale sia l'importanza strategica di questo paese, dal punto di vista aeronautico e mi» litare in genere, e rilevare anche quale sia stato il contributo che l'aviazione ha dato allo svolgimento del contrasto in quella zona così aspra. L'Egitto ha, nei riguardi della guerra mediterranea, una posizione importantissima. Dalle sue basi aeree si può esercitare agevolmente il controllo sul Me diterraneo orientale, ed il felice accoppiamento con una importante base na vale, come quella di Alessandria, permette la facile esplicazione dei servizi aero-navali per la protezione dei convogli che da Porto Said vogliano raggiungere altri approdi in quella zona del Mediterraneo. La parte logistica di questa immensa base di operazioni è assicurata attra verso vie marittime che sono al di fuori del bacino del Mediterraneo, verso il quale è protesa, invece, tutta la sua attività bellica. I rifornimenti vi giungono attraverso vie marittime esterne al nostro mare, dai centri di produzione anglo-americani, attraverso gli oceani ed infine lungo il Mar Rosso. Queste rotte, pur essendo molto più lunghe di quelle attraverso il Mediterraneo, sono preferite dai nostri avversari, che sin dai primi tentativi per rifornire l'Egitto passando a tiro delle nostre basi aeree, hanno dovuto notare che le perdite erano troppo forti in confronto di ciò che riusciva a giungere a destinazione. I materiali ed i rifornimenti bellici in genere e gli aeroplani con scarsa aumentre ! velivoli a più tonomia, vi giungono attraverso queste vie marittime, mezzi due linee principali: l'una grande raggio di azione seguono coi loro stessi quella dell’Africa centro-occidenpiù frequentata dagli aeroplani americani, è per l'afflusso dei materiali inglesi, tale, per il Sudan e la valle del Nilo; l'altra, è per Gibilterra e Malta, o talvolta, più direttamente, superandodi notte lu valle del Rodano ed il Mediterraneo, sino a Malta e poi da Malta all'Egitto. più La via marittima di rifornimento è lunga, ma, essendo fuori della zona violenta del contrasto, assicura un continuo, metodico flusso di materiali Ùe di uomini. in maggiore quantità di quanto ilità di accumulare i mezzi i e di conseguenza quellai di guerra, vita possibilità LaPossiomale logorioperdellacreare ne ieta sempre maggiori | oedi potenziare l'apparato bellico tutto ciò che preparare per ottime perciò La posizione di questo paese ècontro avrebbe dovuto principio cui il l'Asse, corre a sferrare una offensiva a aeree essere la eliminazione delle nostre forze terrestri ed trionale.

dal punto di vista della utilizzazione dei Oltre ad avere una ottima posizi jone terre del Medio Oriente, l'Eslitaniale edalsulle mezzi aerei sul mare, sulla Tripolitani punto di vista delle difese natugitto ha anche una posizione formidabi! i rali. linacciata, quella di occidente, si può minacci più parte la esaminare ad Cominciando je lo separa dalle basi avosservare che vi è un deserto di 600 chilometri chi più vicine. essi avevano la possibilità ‘Quando Tobruk era in mano dei nostri avversari,

versarie

Pelidifendere ennni di

l'Egitto

con

quattro

schieramenti

delle

fori ‘orze

terrestri

ed

e‘ aeree

©d

Una prima linea rappresentata dalla stessa Tobruk, che era il mentale dello schieramento che a Sud si appoggiava ‘alla posizione diBicMa Tobruk aveva il vantaggio di poter essere rifornita via mare; le navi inglesi la raggiungevano con navigazione sotto la protezione degli a roplani da caccia partenti dalla catena dicostiera, litoranee: i rifornimenti evita: vano così la lunga via desertica. Gli inglesibasi però, dato il continuo che i mezzi marittimi ed aerei dell'Asse recavano alla loro navigazione. contrasto stavano; prolungando la ferrovia Alessandria-Marsa cheim.

giungere

Tobruk.

Ciò

dimostra

come

avevano

Matrub, che avrebbe dovuto rage fortificato

Questa posizione sì da ritenere che non l'avrebbero mai più perduta. La seconda linea difensiva era quella del confine tra la Marmarica e l'Egitto, che per la parte aerea si appoggia agli aeroporti della zona di Sidi e" La terza era rappresentata zona di Marsa Matruh che Barrani. per la parte logistica oltre che dalla strada dalla e dalle piste, era servita dalla ferrovia L dal porto. Quest'ultimo, sebbene di capacità limitata, può smaltire un traffico che in unione con quelli ferroviario e stradale, serve per -mezzi mentare la vita di complessi militari anche molto consistenti. sufficienti ad alia zona di resistenza di Marsa Matruh si appoggia per la acroporti situati fra questa località ed il golfo di Kenayis. Poe 2ere8 agli è quella situata Golfo {l infine, fra Ar: La linea, quarta sione di Qattara, ‘e più precisamente fra Ei Alamein edegli Abu Buble 1° SePres Gli aeroporti per contribuire alla difesa di questa sono coi neentrati Zé nella " zona d di Alessandria, ad occidente e del Delta, e zona ni asujud tra il Cairo e la ona del Questi formidabili sistemi difensivi guardano l'Egitto da occid inte; le n dell'Asse, dopo avere infranto il primo di forza, hanno battuto ilnemico tale violenza che questi ha dovuto abbandonare'Je posizioni più arretrate nno per tentare di riordinarsi, per una estrema resistenza, solo sull'ultima A Nord dell'Egitto, il mare, , con il presidio di Alessandria, si costitu ituisi una naturale difesa; il possesso di Tobruk conferiva a questa zona di mare una più grande sicurezza, mentre l'avanguardia di Malta, nella sua funzione di terecitazione del traffico per il rifornimento delle forze dell'Asse in Libia. ineè diretto rafforzamento del sistema, per la capacit: un ni si i mento della nostra quarta sponda DR PALE SISSI dell'Egitt 0, alla formidabile posizione strategica 3 s È In contrapposto l'Asse sulle altre sponde del Mediterraneo, hanno la caratteristica dt basi oro tremare da raggiungere attraverso zone violentemente contrastate ; Il rifornimento di Rodi è stato, , ad esempio, , prima e durante le la la gu la Grecia quanto mai difficile. Quello con la Libia rappresenta, per l'Aviazione e la Marina italiane, una storia sacrifici e di lotte, i cui risultati, nelle lora alterne vicende, sono quelli delladi guerra terrestre nel Nord Africa” La differenza7 fondamentale t fra le posizioni degli in glesi nel Med:i " e quelle dell'Asse verso sta perciò nel fatto che per i primi, 10.tette vera e propria comincia l'Egitto generalmente solo con le manifestazioni

belliche: pur noi, invece, quando si inizia il ciclo del rifornimento, dal caricamento nei parti

I = o


Suez, con la veduta del porto e dell’imboccatura del Canale. - Sotto, la città di Heluan, stazione idrotermale sulla destra del Nilo,

alla navigazione, infine, all'evento

allo scarico, bellico.

alla

distribuzione

ed,

versario,

l'aviazione

episodio vicende

bellico, è difficilmente valutabile, perché le delle battaglie sono materialmente segnate

cacia.

ha

combattuto

eventi bellici che hanno portato le nostre truppe verso oriente 1) Quella

Nelle recenti battaglie che hanno visto le nostre forze avanzare tanto profondamente nel territorio aycon

molta

effi-

La portata della partecipazione aerea ad un

sul terreno solo dalla marcia delle truppe. La lotta

aerea non lascia traccia di conquiste ed è perciò difficilmente seguita rel suo normale sviluppo se non si accoppia a questa marcia che dà la sensazione pre-

cisa dei risultati conseguiti.

Per rappresentare lo svolgimento delle operazioni aeree le divideremo in tre fasi principali relative agli

che i bombardamenti hanno spianato la strada alle forze terrestri. Nella sola giornata del 20 giugno hanno operato offensivamente, contro quella piazzaforte, più di mille aeroplani dell'Asse, con azioni contro i forti, le artiglierie ed i carri armati che la difendevano. L'imponenza di questa partecipazione viene ancor meglio valutata se si considera che quasi tutti gli aeroplani hanno operato con metodi di assalto, col sistema cioè di portare l'offesa contro il mezzo avversario, raggiungendolo con l’aeroplano sino a poca distanza, in picchiata od in volo orizzontale, in modo da mettere il colpo nel segno con la più grande sicurezza, Nella seconda fase, superata Tobruk, mentre l'aviazione avversaria ha abbandonato per qualche giorno il campo di battaglia per riordinarsi sulle sue basi più arretrate, il maggior merito dei nostri è consi stito nel continuare a combattere il nemico in ritirata, nella stessa fase di spostamento delle nostre basi ver-

di

sfondamento;

2) Quella di inseguimento; 3) Quella del contrasto logistico. In ognuna delle fasi accennate gli aerei dell'Asse hanno dovuto superare immense difficoltà; ciò nonostante sono stati continuamente presenti sul campo di battaglia. Durante la prima fase, i reparti della 5* Squadra aerea si sono impegnati, dapprima, contro le fortifi-

cazioni

di Bir-Hacheim

e contro

le forze mobili

che

le difendevano; successivamente hanno impedito il congiungimento delle forze in ritirata da questa posi-

zione con le altre armate britanniche. Contro Tobruk la partecipazione allo sfondamento

della cintura difensiva è stata imponente. Si può dire

Zone sore sono Dieioditi 1 PRIIENI quiarogri


so l'oriente. L’avversario veniva così raggiunto ed attaccato, per causargli nuove perdite e rendergli

Una veduta del Cairo. - Sotto,

stivo panorama della

Valle del Nilo in prossimità del Cairo con le Piramidi di Gizeh.

più difficile la marcia e per togliergli la velleità di schierarsi sulle zone di resistenza intermedie che potessero ostacolare il più grande sfruttamento del successo che avevamo conseguito, Lavoro titanico che solo una perfetta organizzazione logistica ha potuto permettere di compiere, mentre gli aeroplani erano in volo per le loro missioni di guerra Nella terza fase, l'aviazione contrasta la preparazione avversaria ai proseguimento della battaglia e difende il nostro schieramento ed i nostri servizi. I reparti aerei nemici sono sistemati nelle basi del Delta e del Canale, su aeroporti che si possono considerare fuori dalla vera e propria zona desertica, mentre i nostri, a grande distanza dalle basi di partenza, lottano ancora con le enori difficoltà degli aeroporti improvvisati sulle spianate di sabbia.

Il compito dei nostri è ageravato dalle scorte che si devono compiere sulle strade e sulle piste alle colonni di rifornimento, alla stessa maniera come si proteggono i convogli sul mare. È un lavoro immenso, questo di contrastare le incursioni dell'aviazione nemic ed è di capitale importanza, poiché tutto ciò che è neve essere portato in posizione tale da per‘e che le forze combattenti di terra e del cielo pos re alimentate per compiere senza preo cupazione ogni altro sforzo per completare la vittori La protezione dell schieramento delle forze terrestri è importantissimo quanto il contrasto alla adunata delle forze avversarie. Nel periodo in cui due avversari si riordinano per slanciarsi di nuovo gli uni contro gli altri è una lotta serrata degli aer piani contro le colonne di rifornimento éd i concentramenti di autoblindo e di ca rmati, nonch

tro

le forze

aeree

avversarie,

nel cielo e sugli aero-

porti. Poiché vincerà chi farà affluire più riserve e chi avrà più genialità e più spirito, nella fase logistica si preparano da ambedue le parti uno dei termini della vittoria. In questa fase l'aviazione lotta per logorare il dispositivo del nemico: è un continuo colpire © parare Quendo una delle due parti rà pronta con i mezzi e riterrà sufficienti, lalotta julla superficie si riacderà e chi avrà più alta lasomma dei tre fattori iterrà la vittoria. Per confessione dei nostri stessi nemici, alla vigilia della battaglia di Tobruk essi preponderavano nel numero. Non è difficile quindi ar= guire da quale parte sono la genialità e lo spirito e di conseguenza a chi dovrà arridere la vîttoria, r

GIUSEPPE BARBA


ico, Goverapplaudi ‘abi duran ai territori - A sinistra, e di protezione all’ain territorio egli destra,


PPE DELL'ASSE

IN

TERRITORIO

EGIZIANO

un tentativo di ritorno offensivo delle forze britanniche, che la fulminea egiziano ha costretto a ripiegare sull'ultima linea di difesa a El Alamein


Santa Barbara, bassorilievo ligneo della n Remigio in Aosta. - Qui soi Santa Vittoria incoronata, statua lignea della metà del Seicento. - A destra, Madonna col Bambino, terracotta, a INIL

LA MOSTRA D'ARTE RELI EI saloni dell'ala napoleonica del Palazzo Reale di Venezia si è ape)to la Mostra d'Arte religiosa popolare, realizzata per incarico de Partito dall'Opera Nazionale Dopolavoro e nella quale si è volut offrire una documentazione ampia ed evidente della reli del popolo italiano in tutte le manifestazioni della sua vita: nella famiglia, nel lavoro, sul mare, nelle feste e nelle ricreazioni, sul campo di battagli lotta contro il sovvertimento bolscevico. Ognuno di questi temi è svolt nelle ventisette sale occupate dalla Mostra con la presentazione del num roso materiale inviato da quarantadue provincie, disposto armoniosamente a creare un alto clima spirituale. trumenti di lavoro che recano rozzamente intaglia simboli religiosi; sacre immagini scolpite sulla prua delle imbarcazioni o dipinte sulle vele; voto » di cui sono ricche le chiese delle grandi città come dei piccoli borghi; statue, ceramiche spesso di notevole valore artistic rievosazioni di feste popolari, come la festa del Redentore a Venezia, il palio di Siena, il Gioco del Ponte a Pisa; rievocazioni del tempo di guerra: Madonnina del Grappa, la chiesa di Gondar, il tempietto dell'Halfaia, 1

Particolare di un presepio in ceramica, di Cerreto Sannita, del secolo XVII. - Sotto, ex voto per grazia ricevuta.

Vaso in ceramica del secolo XVII proveniente da Cerreto Sannita,


pts av

Bgprr cen

A sinistra, particolare di Presepio ìn avorio e madreperla, eseguito dal a Scucla del Corallo di Torre del qui sopra la Vergine con Gesù morto În grembo Pietà); a destra pannello In legno del secolo XVI.

POPOLARE A VENEZIA ‘arlinga di un aeroplano con la Madonna di Loreto. Numerosi i Pres napoletani; fra i quali uno artistico in lo dovuto vuola Artigiana di Torre del Greco, e un altro, meccanico, del icolò Martello, novarese, che ne fece dono al Santuario dei nto ad altri in legn chine processional tanari Artistici dipinti ti inviati dalla chiesa dell'Immacolata dî Torino; e preziosi paramenti sacri la‘orati a mano su broccato d'oro appartenenti alla Santissima Annunziata di irenze. E di fronte a tante e profonde espressioni di fervore religioso, scaturite tintivamente dal cuore del nostro popolo, ecco la documentazione dell'opea distruttiva compiuta in Spagna e in Russia dal bolscevismo contro i! uale i nostri soldati hanno combattuto e combattono; documentazione che ivela in pieno la santità di questa dura lotta intrapresa dal nostro popolo ger amor di Dio e di Patria, per amore della civiltà e della giustizia

Intagli in legno con raffigurazioni religiose. - Sotto, pannello in legno raffigurante l'ultima cena di Gesù.

Madonna in legno, di artigiano bellunese del 1800.


PRIMO CONVEGNO DEI CRITICI D'ARTE ANTICA A VENEZIA

costituirsi ».Semplice, come sì vede, eppure per raggiungere l'accordo il paterno Gerevic, il razionalista D'Ors e il cauto Voss, han sudato le solite quattro camicie. Mentre l'ordine del giorno era clamorosamente dibattuto nella saletta attigua al gran salone settecentesco dal Guarana a Ca' Dolfin, è riuscito al Dr. Protti di fare approvare la definizione del « conoscitore d'arte» da sostituire, per suggerimento di Roberto Longhi, a quella di esperto ormai compromessa dall'usura del tempo e da una pessima prassi. Chi nominerà questi futuri « conoscitori » per iquali il Protti e il Viale vorrebbero un albo come per ogni altra categoria di professionisti ed artisti? Probabilmente i vari Ministri dell'Educazione Nazionale di ogii paese, scegliendoli in una selezionatissima cerchia di competenti: travi più illustri insegnanti di Storia dell'Arte e di Archeologia, tra i funzionari delle varie Sovraintendenze dei Musei e delle Gallerie, tra i più celebrati studiosi e scrittori d'arte, non esclusi i critici dei grandi giornali con gioia di Bonardi. Si eliminerebbe con la nascita di una Consulta Internazionale dei veri « conoscitori d'Arte» la peste dei periti troppo accoglienti alle domande dei mercanti di antichità e, di conseguenza, troppo crudeli con gli amatori sciocconi, dei quali il Trimalcione petroniano che magnifica un falso bronzo antico è l’antenato? Non è certo, come non è certo che i « conoscitori d'arte » sappiano tutti sottrarsi agli allettamenti degli antiquari interessati alle grandiosità delle attribuzioni e alla voluttà di perdizione dei compratori. Tuttavia la qualità di documento pubblico data alle perizie dei « conoscitori »sarebbe una remora suificiente a quegli allettamenti. Un albo infine dei commercianti di antichità, a) quale dovrebbero appartenere uomini di provata integrità obbligati a versare una cauzione adeguata all'importanza della loro professione — anche questa è una suggestione contenuta nella relazione del Viale — sarebbe un'altra tappa verso la moralizzazione dell'ambiente. Tutto ciò, naturalmente, non impedirebbe al privato di contentarsi della perizia di colui che di riffa o di raffa ha conquistato la sua fiducia. Non glielo impedirebbe come non si può impedire alla mosca di farsi divorare dal ragno nella cui tela è andata a impigliarsi. Se una volta messo a conoscenza dei veri intenditori d'arte antica l’amatore che oggi li ignora — e questo mi consta per personale esperienza — seguitasse ad andare dai soliti empirici ò dai soliti esperti imbroglioni, egli avrebbe quel che si merita. Tra la mosca stupida e il ragno che la divora preferiamo ancora quest’ultimo. Per facilitare la conoscenza della frode in arte e mettere in guardia gli eterni ingenui. Bontempelli riprendendo un provvedimento di Apostolo Zeno, letterato del primo Settecento veneziano, ha proposto e fatto approvare dall'Assemblea una Mostra dei Falsi da inaugurarsi a Venezia nel prossimo Congresso. Venezia ha altri

1 componenti la Presidenza del Convegno (da sinistra): l'Accademico il prot. Demmler, direttore generale dei d'Italia Massimo Bontempell Musei di Prussia, il dottor Giocondo Profti e Mario Gazzoni.

N tutt'altra città che Venezia — una Venezia piovorna specchiante nelle acque giallastre i merletti consunti dei suoi palazzi; sbattuta negli spazi da stanche ali di colombi e di gabbiani affamati; incantevole anche se avvolta nel grigiore di un'estate impazzita — in tutt'altra città che Venezia, dove gl'incontri dei cuori commossi trovano il vivo paragone nel miracolo della città che seguita a sognarsi da secoli senza esser vera, il Convegno dei critici d’arte antica si sarebbe concluso con molti sorrisi e con un niente dî fatto. Sulla laguna veneziana la bissona del Congresso avente ai remi navarchi come Bontempelli D'Ors Protti Voss Longhi Anti Majuri e Gerevic, e nella cuccetta del proprietario Mario Gazzoni, ha vinto la regata disputata contro le bissone dei mercanti furbi, dei critici praticoni, degli esperti fraudolenti e dei compratori babbei. testimoniando la bontà e la necessità di un contrasto che è stato postulato da un medico geniale, il dottor Protti, e fatto suo da Massimo Bontempelli, advocatus diaboli dell’arte contemporanea. Oltre alla bissona di rincalzo che portava per l'avvicendamento dei protagonisti agli otto remi Demmler Barbantini Stefanescu Fiocco Coletti Nogami Canton e Timiras c'erano i palischermi contenenti i critici silenziosi (Ducati Brandi Lorenzetti Moschini Pallucchini Planiscig Brunhs Haberlein Kislinger Muller), i critici invisibili (Viale Albizzati Morassi Paribeni Brizio Deonna Ganz Hanloser) è innne i critici in aspettativa, noialtri, ammessi alle riunioni come convitati di pietra e non tutti inclini a portare nelle fiamme dell’inferno, per vendicar la modestia della loro significazione, gli organizzatori del Congresso. C'è stata anche una rivolta degli schiavi capeggiata da Calzini, alle cui suggestioni si deve l'approvazione deil ordine del giorno che ha permesso al Congresso di uscir dalle secche del Comitato Internazionale voluto da D'Ors per decidere ufficialmente e inappellabilmente sulle attribuzioni delle opere, e negato da Voss. Anche Bonardi ha voluto prender la parola per raccomandare alla Presidenza l’inclusione dei critici dei grandi quotidiani nella futura Costituente. Sia o no accolta questa raccomandazione è certo che noi osservatori siamo stati nei tre giorni di discussione come i vermi nel cacio, cioè a dire magnificamente. Qual maggior godio, infatti, che vedere accapigliarsi î più illustri critici e storici dell’arte d'Europa su questioni di piccola procedura, menire i più importanti quesiti proposti dai promotori, come quello del valore giuridico da dare alle attribuzioni dei critici d'arte, e quello del giudizio collegiale sulle opere di attribuzione controversa, non erano neppure affrontati? Naturalmente coloro che hanno voluto l'attuale Congresso non potevano illudersi che si sarebbe trovata la ruggine miracolosa delia jancia d'Achille per guarire quelle speciali e pericolose ferite dell'arte che sono le falsificazioni. Queste sono antiche come l’arte medesima e vanno dai primi imbrogli del periodo ellenistico e romano alla fabbrica delle antichità del Rinascimento, dalle turlupinature del Settecento (le pitture pompeiane di Guerra ingannarono parecchi dotti) a quelle del secolo scorso (falsi Leonardi, falsi Tizieni, falsi Donatelli, falsi Botticelli, falsi Della Robbia, falsi Salvator Rosa) per venire alle recentissime che riguardano i macchiaiuoli, l'attori capintesta, e perfino gli artisti tuttora viventi Se avessi in materia la competenza di Albizzati mi soffermerei qui illustrare famosi esempi di falsificazione (Tiara di Saitaferne, Tepubblicana di Boston) distinguendoli dalle imitazioni dell’anîico, in cui si misurò perfino Michelangelo, e dai restauri, « zona grigia del falso », secondo la definizione dell’Albizzati stesso. Si poîrebbe sospettare che artisti come quel Pichler che ingannò con le sue medaglie greche e romane Winckelmann, quel Bastianini ai cui falsi il British Museum dedicò una sala, senza parlare di Dossena, nascano per una specie di fatalità storica, oltre che per andare incontro al cafonismo dei compratori. Questi sono necessari ai falsificatori come il topo al gatto. La trappola è costituita dalla perizia dei sedicenti esperti, investiti dai giudici del tribunale di autorità legale. Risultato finale la corruzione del mercato artistico e conseguente abbassamento dei valori ideali che si riconoscono nel patrîmonio artistico di un popolo. Contro questa corruzione ha voluto reagire l’attuale Congresso. La sua ragion d'essere scaturisce dalla essità universalmente sentita di porre un rimedio a uno stato di cose intollerabile. I modi della moralizzazione non sono ancora chiari e l'incerta, spesso confusa, discussione svoltasi sta a testimoniarlo. Tuttavia l'ordine del giorno approvato dice che si è sulla via di far bene. Per chi non l’ha letto eccolo: « Riconosciuta l'utilità e la tempestività dell'esame dei problemi che hanno formato tema delattuale convegno, si decide e domanda il loro ulteriore studio ed «loborazione all'attuale Presidenza promotrice, pregandola di valersi della collaborazione di tecnici nazionali e stranieri. In base a questi studi la Presidenza convocherà al momento più opportuno un secondo Congresso a Venezia, sede della nuova organizzazione da

Massimo Bontempelli pronunzia il discorso inaugurale del Convegno dei Critici di Arte Antica nel Salone del Pregadi al Palazzo Ducale di Venezia. - Sotto, l'aspetto della sala durante la seduta inaugurale. (Si riconosce in prima fila, fra le Autorità, l'Altezza Reale il Duca di Genova).

98


5A permanente della critica d’arte antica. Il podestà ha

ricordato

al

ico

uditorio

veneziano, anche questo del Settecento, Anlelle proposte dettate dagl'Inquisitori di Stato

n

tela @ conservazione delle pitture insidiate dal ‘mercanti doggi, naturali e foresti, son dei contro i facilî esperti è rivolto il Convegno di

Ligigo

sue frecce erano di acciaio o di cartapesta.

se GA ‘onvegno dovesse restare un semplice incontro di uomini di buovolont È di pica ida fa alla piaga dell'antiquariato AI ‘esso trovere! la sua ificazione. lo personalmente mi porto via da Venezia alcuni importanti acquisti. Primo: il discorsa geniale di

lempelli ad affermare che gli pare un delitto avere tutto per sé, e quindi l'ammirazione degli altri uomini, un capolavoro. In ‘tal senso. pose sedere

la Cappella

Brancacci,

cassetto, il manoscritto

della

sarebbe

Commedia

come

avere

di Dante.

tutto per

sé, chiuso

E concepibile

in un

simile enor-

mità? E dunque le grandi

d'arte siano di tutti gli uomini che hanno oc-

vederle e cuori per amarle. Fedele a questo comunismo del capolavoro iverte Bontempelli a guidare l’uditorio nelle chiese nei musei nei palazzi dove si trovano i « suoi »quadri, quelli ch'egli mostra agli amici quando in questa 0 quella città vengono a trovarlo. Codesto pellegrinaggio in regioni « in cui si sente l'inutilità e la vergogna del personale possedere »ha saputo l'oratore circonfondere.di un alone di alta poesia. Dal tono scanzonato il discotso è divenuto religioso, profondamente umano e universale, Si dimostra ancora una volta che le più belle consolazioni dobbiamo chiederle ai poeti. Secondo acquisto del Convegno: la conoscenza di un maestro come Eugenio D'Ors, nelle cui parole ho sentito spaziare orizzonti cari al mio spirito. Terzo:la travolgente indimenticabile lezione fatta da Giuseppe Fiocco, maestro dei maestri, sui mosaici bizantini del Duomo di Torcello. Quarto la visita al Ridotto della Procuratessa Venier, al Ponte dei Baretteri, un gioiello architettonico che dice intorno alla vita privata del Settecento veneziano assai più di un volumé. Quinto. la serata di danze di Nini Pirandello, la figliola di Stefano, un amore di fanciulla ‘che ha interpretato superbamente musiche di Boccherini Debussy Chopin Albeniz è Liszt, riportando un grande successo nel teatrino all'aperto di Ca' Dolfin, Sesto: la squisita ospitalità dei due Gazzoni, padre e figlio, uno spiritaccio scatenato il primo, osservatore fine e divertente il secondo. Ultimo acquisto veneziano: l'incontro con una stupenda creatura al Luna, Questo non c'entra col Convegno-dei critici d'arte antica ma non per questo cessa, l'incontro, di essere un caro ricordo. Come l'arte dev'essere, nel pensiero di Bontempelli, che condivido, di tutti, anche le donne belle dovrebbero essere un bene demaniale, come le spiagge del mare. ‘Sono di uno solo, che magari non le merita, ed allora senti l'orrore del privato possesso come un mantello bagnato sulla carne viva. Siamo passati, dalla; critica antiquaria al problema del libero amore, Chi ci salverà dalle fiamme della Geenna? LEONIDA REPACI chi

IL CASTIGO

tito di que! ritrovamento. Ma già la una ragazza si sposa, donna veniva verso di lui, dopo èsc'è- sempre qualcuno. che sere rientrata un momento in casa sinceramente se ne rallea prendervi un involto di panni che gra, non fossero che i pi poi si erà messa sul capo come ‘una renti... C'è sempre intorno, un'aura brocca sul cércine. Solo quando gli di benevolenza, di fiducia, qualche fu presso, Paolo notò in lei i mata cosa come un velo roseo che colora NOVELLA DI menti del tempo. Il suo viso era i presagi e attenua le esitanze... La come un poco incavato, come già Tagazza sarà certo un'ottima moglie, COSIMO GIORGIERI.CONTRI segnato di rughe. I suol capelli non ‘un ottima madre. E i ditirambi fiocerano più lustri e morati come una cano; come se il settimo sacramento volta. Sorrideva: ma il suo sorriso dovesse rinnovare ogni cosa e monaveva qualche cosa di incerto e di dare le anime a mo' di un bucato... torbido, come il fiume dove l'acqua faceva gora... Questo non per insinuare che Agata — anche il nome concorreva a inspirare — Buongiorno, signoria. fiducia ai più saputi — fosse una cattiva ragazza, destinata a non far felice un uomo. Era soltanto, o pareva, un poco dura ed arcigna, pronta al risentimento, — Buongiorno Carò... Ma che c’era dietro a lei? Una piccola bimba, come un batuffolo di cenci anitenatè nel rancore, smaniosa di comandare e ritrosa a ubbidire. Del resto pia, mato, che la seguiva, coi piccoli passi. onesta, attiva, cresciuta con idee sane in un ambiente sano, parsimoniosa fino — Voscià è ritornato? Siete stato via? — disse la donna tranquillamente, in alla taccagneria, sincera fino: alla esasperazione. Non era bella: ma la vita saluquel suo dialetto tra ligure e toscano, con quella sua voce che allora gli era piabre in campagna, e il carattere tranquillo, le avevano dato un'impronta di floSiuta, e adesso s'era fatta più rauca come di chi ha troppo taciuto o troppo par= ridezza a cui un'assidua cura dei suoi comodi personali, manteneva integrità e lato. prometteva durata. Il padre era ficco: e dotò la figliol: venti o poco Pareva che il tempo non fosse passato, invece; tanto ella interrogava tranquilpiù anni, sposò il figlio di un possidente, per dir così ; buon ragazzo lamente e tranquillamente lo guardava. Adesso aveva deposto l'involto dei cenci anche lui, il figlio non il possidente; e provvisto di qualità di cui però non è il capo e badava a quell'altro al suo fianco. caso di parlare, visto che gli uomini sono, per definizione femminile, tutti gli Rosaria, buona! Tieni, gioca... Gioca più in là... stessi: vale a dire che nella convivenza coniugale le loro virtù non contano... Si era seduta sovra un cubo di marmo, al riparo dalla vista della casa. Anche Dopo il matrimonio i due giovani’ sposi si allogarono nella piccola città dove Paolo si siedé, quasi abolendo, per quel semplice gesto, tutti gli anni dell'oblio... le famiglie erano sempre vissute. Lo sposo aveva preso la laurea d'avvocato e — No, non sono stato via... Ho preso moglie... doveva continuare lo studio del padre. E le due vite cominciarono così la lor Lo so, — disse ella semplicemente. — È avete figlioli? via, tranq: te, parallele, in un benessere che pareva dovesse durare a lunNo. E questa? — chiese egli di rimando, dopo una breve pausa, go come la floridezza di Agata, e più del tirocinio legale di Paolo... — Questa è Rosaria... Voscià non la conosce. È piccola per la sua età: ha già Ma siccome gli uomini son tutti gli stessi e le stesse azioni esercitano su loro otto anni... le stesse reazioni, così avvenne che assai presto Paolo risentì, delle qualità di Paolo si sorprese mentalmente a calcolare... Otto anni... Poco prima che egli la sua moglie, quasi un disagio, quasi un fastidio. La luna di miele già era stata una conoscesse?... Poi ricordò che negli ultimi tempi della loro relazione, quando. già delusione per lui: ché dov'egli aveva sognato di trovare un ardore ingenuo, ma l'ardore amoroso aveva ceduto ad una specie di condiscendenza da superiore ‘profondo, aveva scontrato invece un'arida tranquillità distratta che a poco a inferiore per lui, per lei ad una specie di disdegno riottoso, e dopo che specti ‘poco, quasi, repugnava e reluttava. Poi man mano passando i giorni, quella vomente negli ultimi anni avevano tramezzato di molti intervalli di assenza la loro: lontàdi comando, quella intenzione di superiorità su di lui, che ella credeva abitudine di vedersi, ricordò che ella avevagli parlato vagamente di cotesta flasservito ai sensi e docile per destinazione, lo avevano occultamente ferito. gliola che diceva di avere allogata presso certi contadini di Altagnana, sut monti... Aveva tentato di ribellarsi: non c'era riuscito. Ella lo teneva, più che per quei Così Paolo non chiese altro, visto che la donna non si decideva a parlarne. vincoli ancora leggeri, e pure già in via di diventar fastidiosi, per gli altri, imLa bimba si era allontanata con la stessa indifferenza della madre. Si avvicinò mediati, dell'ordine necessario in casa, del rispetto umano (fortissimo come al fiume, giocando a raccogliere fiori, quelle margheritine stente che crescevano ognun sa‘in provincia e in quel piccolo ambiente), di una deferenza atavica per sulle prode umide e che colà chiamano — con parola non ripetibile un tempo, la donna, mogli o madri, massaie o educatrici, e di un certo disdegno della loro ma tutto adesso si può dire — chiamano piscialletti. fragilità, Figli non ne vennero. E a poco a poco tutto parve sistemarsi in questo Si misero a parlare di tante cose: del padre di lei che adesso stava a Castamodo, ‘nel modo più comune: e ci fu, secondo l'antichissimo detto, un uomo di gnetola ed era custode della segheria pjù grande; indi della miseria, della vita più cara. Sempre Paolo la guardava e sl sforzava invano di riscoprire in lei, ad ogni inflessione di voce, ad ogni gesto, in ogni linea della persona, qualche cosa della ragazza di allora. Quando dopo qualche minuto il sole non ferì più le aeque i marmi le cime dei pioppi, solo allora Paolo pensà che era tardi, senti {I pericolo della sua sosta costi. Per fortuna il luogo era quasi lontano dalla città: € sua moglie certo non veniva a passeggiare da quelle parti... Ci tornò lui, dopo parecchi giorni, e poi man mano più spesso, sempre più favorito dall'occasione e certo della impunità. Chi avrebbe dei suoi, sospettato che quando usciva dallo studio protestando un affare, un convegno, egli si recava là, di lui ricorse re uguale, casa e studio, studio e Stanze Civiche, ila pensiero a; margini della campagna per parlare con Carò? Per qualche tempo Agata fu qualche convegno con via: pol, non era curiosa. Aveva tanto da fare, si accontentava di dominare in ca‘giorniquando, (e talvolta era di notte), egli andava sa, fidava nella nullita del marito e non era fornita di alcuna immaginazione. Così le corse laggiù si moltiplicarono, ma tali che Agata non avrebbe potuto riprovarle. Discorrevano come due amici. Nessun desiderio teneva più Paolo. Quella donna non parlava più ai suoi sensi. Soltanto lo attraeva quella revivi: scenza di passato, quel ricondursi ai tempi che egli era libero, giovane e inconsciamente forse, pieno d'indistinte speranze. Né c'era soltanto Carò a ridestargli quel senso. C'era anche la bimba, Selvagè mai troppo grave... chiamano le gli « edifici» — come colà si qualche gia e indocile essa, che non si lasciava addomesticare: e pur schermendosi riPaolo ricordava tutto questo... Ora suoi, temerano stati venduti. Per maneva talvolta a breve distanza a guardarlo, come se non potesse staccarsi da segherie del.marmo — non erano piùrivide egli la ragazza. Anzi nei primi tempi lui. Paolo cercava di ammansirla con qualche chicca, con qualche fuggente capo, qualche anno forse; Paolo non parti, lastricato cerchio piccolo il rezza. Non ci riusciva. La madre ammoniva: Lasciatela stare, è una zingara, è lasciare di evitò financo di passare da quelle dal suo studio a casa e da casa dei monti. della città, le vie strette e quiete che portavano laggiù, al primo limite della campagna, ‘Riprendevano a parlar d'altro. Forse c’era nella donna una intenzione remota ‘lle Stanze, per andare a passeggiare biancheggiano rive cui sulle e argentei di seduzione, un desiderio di ricondurlo a sé? Non pareva che anch'ella tendesse olivi gli specchiano si cui verso il fiume in stato... Che lapidi divelte... Non c’era più Già soltanto a mantenere quei rapporti di abitudine. Così semplice era diventata, accatastati i blocchi di marmononcome quando quasi sciatta. Nulla più in lei della civetteria quasi cupa che l’aveva fatta ricer= era, poveretta, uno stinco di santa. faceva Carò? Egli sapeva che trovandosi era care dagli uomini. Così anche se qualcuno li avesse visti a colloquio, che avrebsola, abbandonata a se stessa, cheistinto conosciuta lui.. Ora ‘ l'aveva occulto be potuto pensare? Non si hanno convegni amorosi con una donna sfiorita e neEgli ricordava quel suo cupo Successo di lei? Non voleva pensarci. custode, quel gugletta come lei. e i maltrattamenti del vecchio Gi ribellione contro la severità spinta nelle braccia di qual‘sto di fargliela, che già prima che nelle sue l'aveva gratitudine, Invece, batti e batti, una piccola inquietudine cominciò a svegliarsi nella picle serbava una specie di fisica chedun altro. Povera Carò! Ma eglil'ebrezza aprile. 4 cola città. Dove andava tutti i giorni l'avvocato a quell'ora? Sulle prime le inpalpitante di quelle gere di esente da gelosia, né dimenticava dagini furono guardinghe e quasi svogliate: gli si fece credito per la lunga onolo riportarono, quasi il inponte che, da rile, di nuovo, che i suoi passi rabilità. Poi a poco a poco, la curiosità crebbe, si fece men cauta: Fin che la l'istinto fu più forte. Traversò 1a Dopo avermolto lottato, forse gabelvecchio quel verità scoppiò. L'avvocato aveva una figlia naturale e un'amante... rivide il casotto del, dazio,,con ton aveva traversato, sempre — Naturale anche questa — disse il farmacista, il padrone cioè del luogo ove. lo squadrasse a biprovertrio e.A vietargit allora gli pareva TL T WANDO

19 reni vano i colli, il un coniil mare. Ilo, fiume di lavandare, come che rifacavano edilàunsulbattere lo, slargo rividepovero ‘rerso d'acque greto. Ma soprattutto la

allora, i cubi di marmo biancheggiavano qua ll'aria un voce degli « edifici » strideva DO. come nel primavera... jo di un canto

ronzio

di calabrone

da na tumore tutta la sua giovinezza tornò. Gli edifici "fer virtù

4

o il

erano incu-

di da sé una volta dato l'avvio, e il padre ‘stoditi. perché. il -javoro si ‘compieva casa se non era stato ricoverato in Carò, fatto più vecchio, doveva essere in Feo ecco ad Se Duni sone senile; ve co «qualche-ospizio. Carò dov'era? Ed L, ci là sull’uscio ride avesse Urra e dall'acqua, pena ta ca DOSE A SIRO che ella. fanotò fiume... Lo vide anche lei, certo: e Paolo pendi ‘orto

lontano aveva ancora la statura, l'aspetSirlî occhi. DI’argine, ‘ceva Dro come un giovane pioppo. Il cuore pentodi un tempo, alla e snella così, sullare ie. fo nti ‘anzi di tornarsene,

quei commenti correvano. —

Che spirito!

ribatté

il notaio.

— Non ho voluto far dello spirito. Ho detto che erà naturale ché avesse un'amante... Con quella moglie... — Che potete rimproverare alla moglie?

perfetta.

È

Forse quella perfezione, coronata

al farmacista perché questi precisò:

a

ribatté l’altro. —

Di

da una salute

di

di ferro, non

È una donna

garbava tropi

b;

ia

— Una moglie che lo tiranneggia.. E di una severità... E di un egoismo... — Che ne sapete voi? È una donna di gran valore... — Chi? L'amante? — chiese il medico che veniva allora allora dal retrobottega, e della conversazione fatta nella stanza a parete aveva udito le parole con quale che confusione... RI ; Il farmacista lo gua con mite cui accoglieva le sue ricette troppo

disprezzo, con lo stesso semplici, Poi disse:

di ‘e; prezzo.

Po


mirata

L

— L'amante, speriamo di no... Speriamo che non gli costi.. Ma c'è di mezzo

la bimba, — Sua? — chiese, sempre il medico in ritardo. — No. Del cucco!... Di chi volete che sia?

— Se la moglie viene a saperlo può essere un disastro, — interruppe il notaio. lo sa? — osservò il medico che conosceva il mondi — Sono senza ambini. — Toh! quando si parla del diavolo... Eccolo, passa adesso, sono già le quattro?

n Sta

Erano le quattro infatti. Paolo usciva di casa passava davanti alla porta a vetri. Pareva pensieroso e distratto e non guardava che davanti a sé. E dentro tutti tra cone se il meglio in proposito fosse stato detto e non meritasse di par-

larne pi

Il meglio era stato detto, sì, ma non il più esatto. Che la bimba fosse sua. Forse era pur quel pensiero che informava la serietà di Paolo. Non che egli si fosse mai informato se era nata prima o dopo che egli aveva conosciuto la madre. Nei primi tempi del loro amore, chiamiamolo così, un mese o due dopo che si erano conosciuti, Carò aveva migrato in Francia, come là fanno talvolta; a esercitare il suo mestiere di merlettaia, in quel di Grenoble, Poi era tornata e gli amori avevano ripreso. Ma, a confondere il ricordo e i calcoli di Paolo ci sarebbero stati, oltre quell’assenza in terra straniera, anche degli altri intervalli più lunghi o più corti, durante i quali, o perché ella era via, o perché avevano leticato non si erano più visti per qualche tempo. Del resto una volta Paolo sfuggiva quel pensiero e non avrebbe voluto soffermarcisi mai. Adesso, qualche volta, quando quel pensiero fugacemente lo assaliva, egli, per cacciarlo, ricorreva come a una prova assoluta, al silenzio di Carò sull'argomento. Era possibile, era suj ponibile che, se la cosa stesse così, Carò non ne avesse mai approfittato, prima, per imporgli quel peso e quel vincolo? E per riaffermargli adesso quella ‘lontana € pur sempre viva responsabilità? No, no: non era possibile. E questo era bene. Per quanto egli sentisse cominciare e stendersi intorno a lui il vuoto della sua esistenza senza veri affetti e della sua casa senza figli pure l'imagine di Agata di fronte a una simile scoperta o a una simile rivelazione, lo spaventava più d'ogni cosa. Cosicché quando Rosaria era ricomparsa, dimessa, egli non sapeva perché, dai balii di Altamagna, il suo pensiero più che a ‘sé e alla bimba, era corso talvolta, involontariamente, all'uomo, all’ignoto, pur egli disceso forse da quei monti, che l'aveva generata... Venivano di lassù, quegli uomini, dalle cave che vi biancheggiano, cavatori, lizzatori, squadratori; uomini tutti rudi e quasi rupestri, dalle bracc'a gagliarde e dal viso taciturno; venivano, alcuno, ad accompagnare i blocchi, seduti, sul carro cigolante e tardo, davanti alle sei alle otto alle dieci paia di buoi che lo traevano; sempre accigliati, sempre torvi, recando alla piana il disdegno, e il desiderio della solitudine vissuta gran tempo. Si fermava taluno all'edificio di v'era guardiano il padre di Carò, scaricava i blocchi e ripartiva. Talora il lavoro finiva tardi: e allora passavan la notte colà. Ad ogni modo ed în ogni caso, dopo il lavoro molti boccali erano bevuti: E questo bastava per risvegliare in quegli uomini robusti e selvaggi il gusto della preda. Quale era stato? Forse era questa facilità di sospetti che aveva impedito a Carò di mai parlargli della bimba. Del resto, nell'ambiente dov'ella viveva, forse la saggezza non era comune. E Paolo non aveva nulla chiesto, per una specie di sere gelosia involontaria, che non si voleva mostrare. Così adesso la testimonianza concreta di quella sua presunta infedeltà, cioè la presenza a intervalli di quella bimba estranea non gli rinfocolava alcuna idea torbida. Non era stato ingannato, perché lei non gli aveva mentito. È così si sorprendeva spesso, sempre più spesso a guardar la bambina con qualche cosa d'insolito, di nuovo nel cuore: come se in lei, anche a sua insaputa, anche contro la sua volontà, si continuasse per lui, o ricominciasse, una vita che egli aveva sempre istintivamente agognata: una vita padrona di sé, piena di libertà se pur di fatica. C'erano tutte le attrazioni che egli ignorava, e tutte le pòssibilità che non poteva pensare, nel destino incipiente ma già tracciato di quella piccola selvaggia, uscita da un abbraccio brutale forse, premuta soltanto nel momento, da una servitù temporanea: ché l'impero materno non si appoggiava a una legge creata dagli uomini, ma ad una necessità che ìl tempo avrebbe disciolta. E benché, ella, la bimba, potesse essere considerata una vittima della società, pure il suo destino era il meglio, poiché ella sarebbe stata padrona di sé, di tutti i suoi moti di tutti i suoi orizzonti. Questo ella mostrava inconsciamente di attuare, perché non ubbidiva a nessuno, non ricercava nessuno, sempre intenta guardare lontano con degli occhi pensosi € scontrosì, sempre in atto di spiccare il passo verso qualche mèta remota, solo trattenuta da un'inconscia attrazione verso Paolo. Perché (ed egli se ne' accorgeva senza stupore perché la cosa non gli sembrava di alcuna importanza, ma pure con più compiacenza di quello che talvolta pensava), si accorgeva che, pure fuggendolo. quella bimba gli girava intorno, sogguardandolo di tanto in tanto, e di tanto in tanto ascoltando le sue parole quando si credeva non vista. Sulle prime Paolo pensò all'attrazione del nuovo, dei suoi abiti più signorili, dei suoi modi più carezzevoli. Poi, passando i giorni e le sue visite facendosi più frequenti, egli dovette convincersi che non era la novità apparente quello che in lui attraeva quella piccola anima greggia e già rude, No, sentiva forse che quell'uomo taciturno e mite era della stessa sua razza e covava i suoi stessi istindi? 0 invece era una differenza di indole e di educazione che l’attraeva verso di lui? - Poi di nuovo per Paolo questi pensieri svanivano, nella piccolezza a cui parevano improntati, e come sopraffatti da altri più insistenti ed amari. Quando rientrava e ritrovava la sua casa ove tutte le cose parevano specchiare l'ordine e l’opulenza, ma anche la costrizione e la noia, lo stupore quasi delle sue corse che neanche una passione rinnovata poteva scusare, lo teneva più forte. Che era egli? Che trovava d'interessante in quella compagnia, in quella frequentazione? Come mai non godeva di quel che possedeva e si trovava a disagio nella sua vita che pure tutti intorno invidiavano? Chissà perché in certi momenti avrebbe prefetito combattere, lottare, pur di scrollare la costrizione e vincere la noia con un po’ di imprevisto, con qualche complicazione, come si mette del sale în una vivanda per insaporarla. E c'era della gente i cui giorni invece erano tutti tramati di ardimenti e di fatiche, di lotte e di sudori, di colpi di piccone che aprivano baratri, di scoppi di mine che aprivano scenari, come quelli di cui talvolta gli giungevano gli echi lontani dalle montagne o i ricordi nelle conversazioni 0 per-dir meglio, nelle parole di Carò, Ma a questo punto, sulla sazietà dei suoi convegni con quella donna di un tempo, il fascino infantile tornava ad aleggiare, Un giorno che egli era rimasto solo con lei, Carò essendosi allontanata un momento per parlare con un « marmorino »venuto a cercar del custode, egli stette £ guardare Rosaria più a lungo, intenta a cogliere i fiori sull’argine del fiume. E d'un tratto quella imagine parve, né egli sapeva perché, richiamargliene un'altra al pensiero: come in uno specchio, lo specchio dell’età e del passato, rivide egli un altro fanciullo sostare pur lui sul margine di un corso d'acqua, cogliere anch'esso di quei fiori che da tante primavere fiorivano sullo stesso argine. Ma questo accadeva in un giardino provinciale, in un giardino d'una antica villa dove intorno a una casa di marmo la solitudine era empita, come dal mormorio di un alveare, dal fluire piano dell’acqua e del rompersi di qualche cascatella contro le pile di un piccolo ponte. Ah! la ‘villa paterna! Perché quella imagine era la sua, quel bimbo, un po’ solo e selvaggio e sognante, era li Con qual rapporto la sua imagine :era sorta dall'altra? Forse il ricordo l'aveva trasmessa al cervello e il cervello l'aveva indi percepita completa e perfetta? Ed ecco di un tratto la piccola bimba di adesso interrompeva la sua fatica: si rialzava con le mani piene di fiori e avanzava esitando verso di lui: e vincendo la sua rudezza abituale, la sua naturale ritrosia, gli porgeva quei fiori con un sorriso, un gesto di dedizione e di sommissione: Paolo l'attrasse a sé involontariamente come mosso da ;un senso più forte della sua volontà. Ma tosto egli non sapeva perché, se ne staccò alzando la faccia. a guardare. — Carò! Carò era lì, che lo guardava anch'essa, totnata d'un tratto seriza che egli si fosse accorto della.sua presenza. E sul viso della donna d’ordinario cupo e astratto, passava d'un tratto come con un impeto nuovo, quasi l'ombra di un sorriso che volesse prorompere. Paolo imbarazzato taceva: Rosaria era spulezzata «via dopo aver gettato i suoi fiori. Anche quel gesto si ripeté nello specchio di Paolo; gli parve di aver buttato anche lui qualche fiore che gli era cresciuto nel rie: do. Ma poi che il sorriso di Carò continuava e pareva farsi più vivo, Paolo fin: mente osò guardarla direttamente in faccia, come aspettando che ella parlasse. Ella disse soltanto, guardando Rosaria: allontanarsi, senza più ‘sorridere: ‘ — Cresce... — Poi soggiunse: — È già grande; tra poco Ja mettérò a lavorare..: Ecco, e il suo viso era tornato quello di prima, quello di sempre. Ma Paolo ri-

vorare! Ecco, il destino di quella povera bimba si delineava già. Che l’aspettava? Una vita come quella di sua madre, come quella di tante: busse, fatica e. poi a una certa età, l'impeto di un istinto e il buio di una caduta... No! No! Egli doveva salvarla, egli doveva salvarla. Non era forse con tutta probabilità, non era forse... Non formulò la parola, non disse quello che era, ma lo pensò: e quel pensiero gli empì tutta l'anima. Anche quel sorriso di Carò che cosa voleva dire se non ch'ella sapeva ch'egli sapeva, ch'egli aveva capito; e non poteva ingannarlo più se pure mai aveva dovuto ingannarlo? E a che pro? Sua figlia: il nome si precisò, finalmente. E la sua ombra, l'ombra di così piccola persona, lo-seguiva adesso per Ia via solitaria: lo seguiva, leggera e tenace come il destino. Egli sentiva di quella compagnia adesso un senso sia pur di rimorso, ma anche di appagamento, di rimprovero e di approvazione: come se la sua vita mutasse, diventasse più intensa più viva, più sua. « Dirò tutto ad Agata », pensò. E in quell'improvvisa euforia malinconica, anche la figura di Agata gli ‘apparve intrisa di benignità. « È autoritaria: ma ha cuore... Comprenderà, perdonerà, forse ». 3

Stette alcuni giorni senza andare da Carò ma non parlò con Agata. La sua vodontà fluttuava la sua speranza volta a volta prendeva sicurezza e talvoita di

nuovo si mutava in un dubbio, Perché Carò aveva sempre taciuto? E se adesso fosse non una rivelazione, ma una mistificazione, ad attenderlo? Se ella si fosse accorta della simpatia che lo attraeva verso quella piccola ignara, e volesse a suo modo sfruttarla? Quel pensiero lo angustiò terribilmente. Anche la sua casa gli pareva adesso più vuota e più ostile del solito; come se anch'essa, la casa, si apprestasse a rimproverarlo del lungo indugio, a vietargli un rinnovamento e una resipiscenza. Tentò di non pensarci più, di liberarsi di quel pensiero continuo. Credette di esserci riuscito. E fu proprio in un momento in cui staccando dalla pàtera il suo cappello e il soprabito, capì che la sua decisione lo portava diritto diritto al solito luogo dei suoi miseri convegni. Ritrovò Carò uguale, che neanche gli disse: Quanto siete stato via. Rosaria non c'era. La piccola casa del custode, la casa di Carò, pareva come piena di un senso di abbandono, con le finestre aperte che mostravano dentro un disordine inci sueto. Ah, forse la pulizia per Pasqua? Paolo pensò che la primavera si avvi nava, si avvicinava la risurrezione. Ma guardò intorno, di nuovo, scrutando... Rosaria non c'era. Egli non osava chiederne, preso da una singolare vergogna, co“me se ormai quei convegni fossero colpevoli di un suo diletto anteriore. Ma guardava d'intorno sempre, sperando di vederla. Un'ora passò: il tramonto s'incupiva, gli edifici tacquero, il fiume parlò più forte: nessuno... Carò che lo osservava di sottecchi, disse a un punto, tranquillamente: i — La figlietta non c'è. È aggiunse in fretta, ma con la stessa tranquillità, come una cosa che volesse imprimer bene in se stessa e in chi l'ascoltava: — L'ho mandata dai suoi bali ad Altagnana per qualche giorno... Prima che si vada via, Paolo trasali, si protese, aggressivo: — Che dici? ‘L'hai mandata... Che? Vai via? — Sì, — ripeté lei guardandolo. Vi fu un silenzio in cui egli intese distintamente il rombo del suo sangue... Poi egli continuò: — Tu sai bene che'Rosaria non deve andar via: e che non deve stare lassù. — Ah!— interruppe ella con una ironia improvvisa, — Sei tu che lo dici? E da chi deve andare, e dove? — Da me deve venire, da me. — Oh! E perché? — Tu io sai bene. La donna si era alzata di scatto: anche Paolo si alzò, si trovarono di fronte, anelando, : — Ah! ti capisco, tu dici che deve venire da te; in casa tua? Con tua moglie? — Lo sa. Passo aiutarla... Posso anche riconoscerla — mormorò Paolo ‘quasi umilmente. Credette, immaginò un momento; che a quelle sue parole rispondesse un atto, una parola, un grido di gratitudine € di commozione. Quello che vide invece alzando lo sguardo, lo colpi di stupore. Gli occhi della donna si erano fatti torbidi come pieni di quell'ironia amara ‘che già le era suonata nella voce, Pareva si fosse addensata in quegli occhi, in quella voce, e balenasse ora, e parlasse, tutto un passato, una tradizione, un istinto di ribellione e di collera. E faccia a faccia ella investi Paolo, mentre l'ironia culminava in una specie d'incomposto furore: — Eh!? Tu, tu credi questo? Che te ne importa a te, adesso? Adesso, che te ne importa? Vieni a interessartene a reclamarla aprivarmene? Tutti così gli uomini! Prima, quando ce ne sarebbe bisogno, quando dovrebbero, niente! Non pensano che a scomparire, non si curano di chiedere... Poi quando ‘per un caso o per un altro qualche idea vi viene in mente, allori — Che?! — disse Paolo sempre più interdetto e disgustato, — Hai tu mai pensato che potesse essere tua figlia? Macché... Hai creduto tutto, tutto senza occuparti di nulla. Ti ho detto che l'avevo avuta un anno prima che ti conoscessi, eh! E anche questo hai creduto... E non hai mai pensato... lf quell’anno che fui via, subito dopo che ti avevo conosciuti — Ma allora è vero, è vero?! — Vero, che cosa? — ribatté ella brutalmente. — Adesso non mi accomoda più. A me deve servire... Con me deve stare... Con tua moglie, eh?l... Deve ‘essere una stracciona, una disgraziata come me... Tu vorresti levarmela, eh?!,.. No, non è tua figlia, ti ho detto... E figlia d’un aitro, d'un altro... — Tu menti. — È la verità... lasciami... lasciami. — Dimmi dov'è Rosaria. Ad Altagnana? — No; con suo padre — ribatté la donna ferocemente. — Oh! — Comincia a lavorare, comincia... E lui è un cavatore. Sta lassù... Sono dieci 0 dodici senza aiuto, senza. nessuno per far da mangiare... Rosaria per questo è già grande, sa già fare: li serve: sa fare la polenta di castagne, e i necci... Quasi rideva. Egli l’afferrò pei polsi, alzò. una mano a batterla. Ma ella si divincolò, fuggì. Egli la vide scomparire dietro la casa, rimase lì, inchiodato al suo posto. 11 suo posto... Quale era il suo posto? Egli non sapeva più. Pensiero e cuore gli erano rimasti là, in riva al fiume. Ma c'era anche, in riva al fiume, il suo disgusto, la sua collera: e soprattutto un terrore di non poter vincere più. Conosceva Carò: proterva e tenace, e pronta all'odio quasi più che' all'amore. In quegli anni, che egli credeva di oblio, aveva dovuto ammassare un cupo rancore: e méditare una vendetta. Quale? Finalmente aveva trovato il punto in cui egli era sensibile: lo aveva colpito. Come fare a vincerla, dunque? Sentiva, sentiva disperatamente, che non avrebe potuto. A tutti come a lui avrebbe detto, avrebbe gridato: No: non è tua..: 7 Pure, dopo una settimana di esitazioni, tornò laggiù. Con che cuore si avi cinò a quei luoghi, agli edifici, alla piccola casa cadente... Rosaria! volle ch' mare. Dove era? Ma man mano che si avvicinava vedeva che la casa era chiusa. Invece del disordine dell'ultima volta, pareva che ivi fosse passata una volontà di sgombero e di abbandono. Le finestre, senza persiane, con gli sporti di legno, erano tutte chiuse: un vetro rotto nell'ultima era stato tappato con un foglio di carta. Lento come se si accostasse a un pericolo Paolo si avvicinò. Guardò sotto la carta: nulla. La casa era vuota. Sì avvicinò di più, non credendo ancora, picchiò alla porta, chiamò. Nessuno rispose. Si ricordò allora, come in un lampo, che ella aveva detto anche: « Prima di andar via!...». Se n'era andata: l'aveva portata con sé. Stette lì, assorto, trasognato, un momento. Certo non era andata ad Altagnanà: certo era ‘andata più lontano. E forse egli non avrebbe saputo mai dove, Allora si sedette sul banco di marmo. Il fiume aî suoi piedi fluiva leggero, inarrestabile, gome il tempo: i fiori gialli, stenti, crescevano sulle prode. Il ronzio degli e‘ fici veniva di lontano, Il cuore di Paolo era triste e vuoto. Gli pareva che qualche cosa si fosse abbattuto su lui come un castig. i Fece uno sforzo, si mosse, senza più guardarsi intorno. Dopo pochi passi camminò più spedito, sforzandosìi a non pensare più. Era tardi. I fanali, nelle vie piccole e strette dove adesso era giunto, si accendevano già. Il piccolo fiume notturno della vita continuava a fluire. Arrivò alla porta di casa sua, entrò nell’aàdito, si ritrovò uguale, sempre uguale a quello che era stato, che sempre sarebbe... — Paolo! — ch'amò una voce dall'alto, — sei tu? È tardi, sai? Che maniere son queste? Agata aveva ragione, era tardi. Egli salì lentamente... COSIMO GIORGIERI-CONTRI

i a a


UOMINI DELLA SETTIMANA |

A sinistra, nella zona occupata dall'Armata Italiana in Russia, la nostra Sussistenza distribuisce viveri al a popolazione civile. > Sotto, prigionieri inglesi catturati recentemente in territorio egiziano sbarcano in un porto Italiano (R. G. Luce). x\

I Duchi di Genova, col sottosegretario Del Giudice e le autorità inaugurano nel Palazzo Reale a Venezia la Mostra di Arte religiosa popolare. - Sotto, la colonia spagnola di Berlino celebra Panniversario della Rivoluzione Nazionale con un discorso del rappresentante della Falange Rafael de la Ferente, presenti le Autorità tedesche.

qui sotto, un dalmonumento commemorativo delle battaglie del 1918-20 per la liberazione Sill'Estonia giogo bolscevico è statb eretto e inaugurato In prossimità di Reval.

avuto luogo la raccolta di llJana e indumenti per | combattenti.


‘LA. PARABOLA

GOZZANIANA

occorre

formar

I ROEMETLTIDEI «FIORI SENZA STELO» ELL'AGOSTO

dell’anno

che tanto

scorso

venticinque

lo atterriva

anni

si sono

nel fisico e nell'arte,

compiuti

dalla

sì da indurlo

a

promettere la scomparsa e il silenzio se il destino lo avesse portato sino ‘alle sue soglie.

Oggi ‘avrebbe cinquantott'anni. Forse avrebbe accettato. anche lui, come ogni

uomo,

la decadenza

del corpo e dello spirito senza

ribellioni

e senza sigillare le

porte della sua dimora, come la Contessa Castiglione, ripresa a modello nel teStamento agli amici nell'ultima lirica dei « Colloqui ». E che cosa ci avrebbe dato di più, oltre quanto colto in opera postuma?

lasciò in vita, e di lui fu rac-

‘Alcuni — critici e lettori — che lo vogliono circoscritto in tre o quattro liriche tra le più fortunate delle due raccolte di versi, non intenderanno neppure farsi questa domanda; per loro, Gozzano è tutto lì; e non sarebbe andato oltre. ‘Altri —

che il lungo studio e il grande

amore

della sua opera

inducono a ri-

comporne intera la personalità artistica — vorrebbe invece, se non divinare l'opera non scritta, seguire almeno intera la parabola gozzaniana nel suo sviluppo, e, dipartendosi dalla promessa che chiudeva i « Colloqui », cercare nelle sparse

tracce

dell'« altra

voce»

il vivo suono

della

sua

nuova

di

versi

poesia.

E la mente corre allora ai poemetti delle farfalle come alla documentazione di quell’orientamento verso cui inclinava, giunta alla maturità, l'arte del poeta, infastidito dallo stridio dei « facili seguaci» che sdegnosamente oltrepassava, e già rivolto, con più freddo sguardo, ai misteri ultimi della vita e della morte non

lontana.

Il lettore

come

la prima

raccolta

di Guido

Gozzano,

La

Via del Rifugio si aprisse sul volo di una Vanessa che tre bimbe inseguivano sotto lo sguardo di lui, supino

nel trifoglio di un. prato; dalla sofferenza

dell’in-

setto trafitto, il poeta traeva motivi di una sua filosofia un po' amara, ma già intenta al dolore ed alle voci della natura; una perplessità estatica, un senso di riposata saggezza parevano avviare la sua poesia verso un'ispirazione cosmica, che mancò invece nei successivi più celebrati capolavori. Ma se la lirica — ampliamento di una composizione anteriore — si deve, come sembra, attribuire al 1905, e se a quel periodo occorre rifarsi per rintracciare le prime esperienze poetiche del Gozzano, appare interessante il fatto che alle sue forme ini ziali si riallaccino i poemetti sulle farfalle, ultimo organico tema da lui tentato nel più vasto disegno di una poetica nuova. È certo in ogni modo che il piccolo insetto alato, anche al di fuori della sua passione

di entomologo

‘adombra

la metamorfosi

troppo

nota

per essere

qui

ricordata

passò

molto

spesso con un aliar breve nel cielo della sua poesia: quante liriche, da La Via del Rifugio ai Colloqui fanno posto alla falena, all'atropo, al macaone! Ricordate il frullo della sfinge nello sguardo dell'Analfabeta, il ronzio lamentoso dell'acherontia nel solaio della Signorina Felicita, il fremere del papilio nel giardino dell’assente? E quante volte, il poeta indugiò sul mistero delle crisalidi sopìte in attesa del risveglio alato! Basti qui rievocare la visita della Risorta fra le creaturine racchiuse nell'urna pendula, ed il proposito di narrarne in volume la vita breve; o i colloqui dell’Amico delle crisalidi sull’alto abbaîno con il piccolo essere muto, prigioniero delle sue bende, prossimo a divincolarsi dalla spoglia vana per appagare alfine il tremendo sforzo delle ali. Anche le prose di tutte le età, dalle fiabe alle novelle alle lettere dall'Ind'a, rivelano assidui il pensiero e l’amore del poeta per le piccole creature dell'aria che appaiono talora qua e là, ad avvivare le pagine dei ricordi e delle fantas!e. È dato perciò di ritenere che l'ideazione di una serie di poemetti sulle farfalle risalisse ad epoca assai remota — e forse alla prima giovinezza — nella sua mente. Le due ricordate poesie raccolte nei Colloqui, L'amico delle crisulidi e Una risorta, uscite la prima volta rispettivamente nel 1910 e nel 1912, fanno pensare ad un’intenzione già ben definita: il poeta si apprestava a risalire dalla preparazione scientifica alla creazione lirica con alto il 'senso del mistero che dell'insetto

nella

sua

triplice

vita.

Dei poemetti, prima dell'edizione datane dalla Casa Treves nel 1935, poco si sapeva; un saggio soltanto di quella nuova arte poetica, approvato dall'Autore, fu pubblicato a grande onore pochi mesi prima della sua morte, dall'« Illustrazione Italiana », nel numero di Pasqua del 1916: era l'esultante saluto all'annunciatrice della primavera, la farfalla Aurora « fatta di grazia e di fragilità»: un’estasi breve nel lucore ambiguo d'un marzo canavesano, «inverno già non più, non primavera ancora », tra forme di vita în attesa. tasparenti e perplesse. La lirica fu accolta dal commosso consenso di tutti coloro che attendevano da tempo di sentire l'« altra voce » di Guido Gozzano. Ma erano gli anni della guerra; e il suo vero senso doveva sfuggire ai più, Meglio se ne comprese l'atmosfera quando, dovute alle affettuose cure dei familiari e dell'editore, uscirono finalmente in' appendice ad una nuova edizione dei Colloqui, insieme con la Messaggiera marzolina, le reliquie dei poemetti, rintracciate fra le carte inedite del poeta. E Il complesso è noto: una diecina di componimenti, tra frammenti e liriche compîùte, presentati sotto forma di « epistole entomologiche »ad una donna, în cui, dopo un proemio, si descrivono e si interpretano varie specie di farfalle, narrandone

fgura di donna, che ritorna: un profilo un po' rigido, da medaglia antica. Qualcuno ricorda che le primissime liriche a,firma Guido Gustavo Gozzano», furono illustrate con qual-

che allegoria dalla stessa mano di lui. Taluno dei poemetti fu

evidentemente. preceduto da un’ideazione in prosa, Valga per tutti l'e Ornitottera » di cui piace qui riportare la prima stesura sotto il titolo. Farfalle barbare, come si legge nel manoscritto: «Un mio amico, il medico di Marina Carlo

Quinteri,

la vita

e le apparenze.

Le movenze sono vergiliane, delle Georgiche. e si rifanno anche ai modi dei poeti didascalici del Cinquecento, il Baldi, l’Alamanni. il Rucellai, specie nella metrica, l’endecasillabo sciolto. Gozzano senza la rima? Sì,ma l'inquadratura del poemetto introduttivo richiama subito le antiche forme: «Non vi par egli, non vi par egli d'esser in Arcadia? ». C'è tutto Gozzano. in questi versi. E Ja genesi. narrata alla donna nell'ultima parte del primo frammento, adombra la ragione profonda delle epistole: il «vano sbasimo oscuro d'esser vivi» e la saggezza rasserenatrice di rifugiarsi ‘in « poche forme prime», cioè in un'intima nuova voce di filosofia e di poesia. C'è indubbiamente alle fonti una catarsi spiritùale e lirica che raretà l'atmosfera in cui il poeta respira; non è a dire però che una frattura vi sia fra_il mondo anteriore ‘e la vita dei poemetti; si tratta piuttosto di una transizione. che si risolve in nuove forme liriche. Già ne La Via del Rifucio Gozzano si sentiva ai margini dell'esistenza, « estranio ai casi della vita». E nei Colloqui confessava ad un'amica: «Solo. in disparte dalla molta gente — ritrovo i sogni e le mie fedi... ». Ed ecco il nuovo mondo delle epistole: staccato dalla vicenda quotidiana, il poeta sì è calato in quel punto che del vertiginoso giro della ruota dell'essere è l'immobile centro; saldatura fra la vita e la morte. C'è un passaggio lirico che ritorna spesso in Gozzano. e si ritrova anche qui: il «non essere più, il non essere ancora»: è questo il fuoco dei poemetti, la luce in cui vivono: luce di limbo, perplessità di forme, simili al siorno in cui volava l'Aurora, «inverno già non più. non primavera ancora ». La crisalide è il simbolo: bruco non più, non ancora farfalla. Era la sua filosofia d'allora: già avviata verso la ricerca di Dio. ma ancora nelle nebbie di una spiritualità vaga ed incerta, C'era in lui la sofferenza oscura della crisalide, il travaglio della metamorfosi: ed egli pensava alla. farfalla, sognava nel suo buio il giorno dell'alato. risveglio.

Dalla lettura del manoscritto — cui la cortese signorilità del fratello del poeta, Renato. che lo conserva, consente di accennare — ben vivo appare questo: tormento. Nulla è più commovente che seguire sulle carte ingiallite dal tempo fitti fitti i segni allineati a formar parole e immagini e sogni e poesia.. Con quale intenta trepidazione si ricompongono i noti endecasillabi. fiorito alcuno rapido e felice, e faticati e rielaborati altri, che nella levità della stampa nitida apparivanò facile improvvisazione. La prima lettura non fu certo semplice anche per la vigile cura degli interpreti; Ja scrittuta a matita, sfumata dagli anni, s'annebbia sovente pur là Gove l'ispirazione precedette la mano del poeta, che non giunse a tracciare intera la parola e si limitò ad un segno quasi stenografico, rattrappito, che

mi

manda

due

farfalle dall'isola di Sumatra. Ho fra le mani la

cassetta cubica, fasciata di carta giapponese, legata e suggellata di lacca, segnata di bolli sconosciuti. L'apro. Contiene una cas-

setta più piccola, di foglie

tessute,

ricorderà

per

poemetti ne sono costellate: è sempre la stessa fl-

morte di Guido Gozzano. S'egli vivesse ancora, s'avvierebbe verso quella vecchiezza

distendere

la frase.

Sovente, nelle pause del-

la creazione, egli amò indulgere a qualche rapido disegno. Le cartelle dei

ed una

cartolina

illustrata: un mare

con

calmo

tre piroghe aguzze,

una linea di terre lontane dove svettano centinaia di

occhi altissimi.

«La cartolina dice: Mio caro Gozzano, siamo qui, ospiti dell'Ambasciata

Guido Gozzano. inglese.

Che terra

paradisiaca!

Penso a te, così appassionato degli insetti. dei fiori, della vita delle piccole cose. Diventeesti pazzo. Ti mando due farfalle che trovai accoppiate sopra un’orchidea spaventosa. Ti mando anche l'orchidea. Ricordami. Ti abbraccio attraverso lo spessore della terra che ab divide». « Sollevo lentamente il coperchio di paglia tessuta; accanto all'orchidea disseccata, come uno gnomo mummificato, stanno le due farfalle meravigliose, con le ali enormi, rigide, d’un verde nero, raccolte quali le compose il mio amico navigatore nell'arcipelago degli antipodi. Riconosco la specie, subito: l'Ornitoptera Pronomus, la farfalla tipica delle Indie Orientali. quella che i naturalisti d'altri tempi, reduci dalla Sonda, dalle Molucche, dalle Filippine, ci descrissero nei loro libri di sogno... ». « Delicatamente, con un tremito lieve nelle dita, il tremito che solo l'appassionato di queste cose può comprendere, estraggo esamina i due magnifici mostri: enormi. La palma della mano distesa non raggiunge la loro apertura d'ali. L'addome snello pur nella sua mole e un po' ricurvo. il torace breve, la testa piccola dalle antenne a clava, le zampe speronete, le ali anteriori un po' oblunghe, le posteriori dal margine dentato. fanno dell'Ornitoptera, il cugino barbaro del nostro Papilio. Anche questi campioni che a prima vista sembrano stranieri, fuori della nostra natura, hanno remoti parenti fra noi, fanno parte della grande catena armoniosa ». E poi, dopo qualche digressione, come assorto nella visione di quelle terre lontane, il poeta continua: « Diventeresti razzo. Spiagge madreporiche, parchi vulcanici, moli di basalto, valli dense di verde ammalato, nel quale svettano i cocchi, le araucaric eccelse... silenzio strano, luce di acquaria che tremola dal frastaglio delle felci arborescenti, silenzio ‘strano, odore ambrato. Pacsaggio simile alla primo età del mondo, piante dal profilo miocenico, sfuggite n neriodi geologici. Una radura, l'approssimarsi dell'Oceano Pacifico, l'azzurro e il sole, Diventeresti pazzo. Mi alzo con un po’ di vertigine, sento {l cuore pulsare forte, stringere -con la violenza d’un maglio le mandibole chiuse, la gola asciutta ». Si rilegga il poemetto che appare la felice trasposizione poetica di questo breve capitolo in prosa; con quale tormento il poeta viveva il mistero della barbara farfalla, e la sua creazione lirica! S'egli fosse vissuto, avrebbe certo sviluppato il disegno generale dell'opera — più volte ripetuto nei fogli manoscritti — alla cui completa ricostruzione critica manca evidentemente, tra l’altro. oltre ad un capitolo dedicato alla Raccolta, qualche frammento su Fiori e Farfalle, che è dato tuttavia di ricomporre accostando il manoscritto alle parti sin qui pubblicate. Questa epistola, che giustamente l'editore conservò a chiusura dei poemetti e che consente di pensare ad un nuovo inneste lirico su questo tronco, la poesia dei fiori, tenta più d'ogni altra un significato di filosofia umana e fraterna e si aderge nel finale verso una spiritualità che lascia sospesi sulla vera natura della «mèta sconosciuta e certà »; fra gli incompiuti, si ritrovano questi versi: Furono vane tutte le promesse dall'anima fanciulla dalle origini; noi fummo soli con la nostra forza la nostra forza senz'aiuto... È Cercammo: Dio e ritrovammo l'Uomo e soli fummo, soli con lo Spirito; Palpita in noi lo Spirito immanente.

e più oltre, sullo stesso foglio: Ma l'uom novello pregherà così: Ti nascondi, ma già quasi ti domino. ti vedo, ti comprendo! Iddio, tu puoi farmi soffrire, annientarmi, certò, ma se non formi, della mia sostanza un organismo superiore al mio... Un diffuso panteismo respira ancora in queste pagine, ma c'è ‘anche un senso di fraterna solidarietà con tutto ciò che vive, un rapprendersi, un solidificatsi di qualcosa che prima era massa fluida. i La sua anima s'illimpidiva, si veniva facendo monda, si liberava, come la crisalide, dalla spoglia secca e grinzosa; c'è, per chi ben guardi, una profonda analogia di cammino spirituale fra il poeta e la farfalla: uno stadio purificatore, un passo verso la morte, che fa più leggeri e più santi. Tale, l’ultima voce di poesia di Guido Gozzeno. Dei poemetti indiani, qualcuno forse cronologicamente posteriore, quasi tuito fu distrutto per sua volontà alla vigilia delvtrapasso; è rimasta soltanto Kettij, e l'ideazione è andata perduta. È dato così di considerare Le farfalle quale ultimo sviluppo della parabola gozzaniana. Perché, come. dalle prime liriche dannunz'aneggianti giunse a La Via del Rifugio e ai Colloqui în forme sempre più alte e perfette, così, evolvendo versn una maturità spirituale e stilistica, tentò le movenze ed i metri dei noemetti entomologici. I suoi ultimi anni furono tutti in quest'ordine di idee e di intenzioni; e ne conchiusero l'arte e la vita. Acquistino dunque «Le farfalle» 51 loro diritto di cittadinanza nella lirica gozzaniana; erano la sua aspirazione umana e poetica, erano il s'mbolo di quelle tre umili cavolate che — sì natra — s:nwo'arono la sua Bara sino alla sepoltura; erano le ali su cui lo rapì l'« Ospite furtiva» in quel loritano pomeriggio d'agosto. Dal mondo delle crisalidi era stato facile per lui innalzarsi' alla conoscenza di Dio; liberatosi dalle bende «del non essere ancora» divenne ‘anche lui farfalla, respiro, anima, e si avviò in silenzio verso le soglie di quel mistero che ardeva in alto, lassù, come lampada notterna al voto della falena. ALBERTO DE MARCHI


103

CRONACHE PIRANDELLO

O. NICCODEMI;

TEATRALI LA «JENA DEL CIMITERO»

O IL «PIACERE DELL'ONESTÀ»?

- RECITE IN BRIANZA.

GS sono, trovandomi a far campagna in uno di quegli ameni paeselli che, una volta, formavano il soggetto favorito del componimenti scolastici (oggi il tema obbligatorio è diventato la poesia di Montale), ho capito come il progresso dei tempi fosse arrivato sino al villaggio, leggendo annunziata una recita del Piacere dell'onestà Pirandello, dunque? Pirandello fin lassù, frà i buoni rustici allenati alle gioie dello spirito dal tresette col morto e dalla briscola scientifica? A Milano passi c'è sempre chi lo capisce o finge di capirlo. Ma in campagna, a quanto si dic &-un’altra cosa, Come si conciliava, in campagna, la sottigliezza, lacomplicazioni la distillazione di quel cibo intellettuale con la schietta polenta e la rude cipolla cella mensa quotidiana? Andai a trovare il segretario comunale, solito compagno insieme con l'archivista e il campanaro di quel tresette col morto, e domandai la chiave dell'enigma. L'ultima recita a cui avevo assistito lassù, non già da critico ma da spettatore pagante e soddisfatto, era stata La jena del cimitero. Come si conciliava il gusto per drammoni di tale sorta con l'improvvisa, incredibile scalmana per Pirandello? Il segretario mi spiegò. A teatro, come in turismo, è sempre questione di moda. Parrebbe incompatibile, tanto nell'uno come nell'altro caso: ma è così. Agli ordìni della moda, si cambia genere di spettacoli come si cambia luogo di residenza. Poi, magari, si torna alla scelta primitiva; ma non importa: il ciclo, come dicono i filosofi, deve, compiersi come s'è incominciato. Forse che sul Verbano (il mio paesetto ameno si trova, appunto, sul Lago Maggiore) la moda non è andata ondeggiando, in quarant'anni, tra Baveno e Pallanza, tra Pallanza e Stresa O forse non è avvenuto lo stesso sul Lario, variando ogni tanto le predilezioni mondane da Bellagio a Menaggio, da Menaggio a Cernobbio o alla Tremezzina? Ebbene: e altrettanto accade al villaggio, per le commedie che i villeggianti vanno importandovi. Lassù s'era rimasti, sino a ieri, ai Due sergentè e alla Jena del cimitero. Oggi il gusto è cambiato, e vi si recita il Piacere dell'onestà. — Attenti — dissi — alle soluzioni di continuo, Anche su questo punto è bene dare ascolto ai filosofi. Vi osserverò, se permettete, che fra 1 diversi generi delle opere che mi avete citato lo sbalzo è un po’ brusco. — Natura non facit saltus: — intervenne l'archivista — ma la moda sì. Ancora qualche anno fa, sul nostro lago, si regolavano i capelli alle ragazze mettendo loro una tazzina in testa, e tagliando in giro. Mentre adesso non c'è mocciosa che non conosca ferro elettrico e manicura. Natura, è vero, non fa salti: ma Pirandello può arrivare in campagna all'improvviso. Come la permanente. Che volete? Le rivoluzioni, da noi, sono istantanee «Così è, se vi pare» — « Ma non è una cosa seria »! — «Come prima, meglio di prima», invece: — ribatté l'animòso segretario. Vi assicuro che Pirandello non turberà l’anima dei nostri buoni villici, per una volta, più che non abbia fatto in tanti anni La jena del cimitero o I due sergenti. Noi rustici consideriamo le vicende di teatro come dei giochi di carte: goffo o goffetto, scopone ir quattro o tresette col morto, Il tresette col morto, poniamo, è il dramma giallo; 10 scopone, con l'appariglio e lo spariglio, è la commedia d'a dulterio; il goffetto, finalmente, è la commedia moderna, 0 di concetto, che bisc gna cercare di capirci. Finita la partita, però, e rimesse via le carte, nessuno ci pensa più. — Attenzione. Un dramma di pensiero può avere un po' più d'importanza d'una briscola, e influire sugli animi molto di più. Non crediate si possa ascoltare Piwandello impunemente, né in bene né in male. E soprattutto badate al peggio. L'ho già scritto una volta, e voglio ripeterlo. Pirandello è un amaro tonico, buono se preso a goccie. A grosse dosi, è un veleno. — Non dubitate. Non andremo più in là dell'aperitivo. — Credete? Nessuno diventa più incontinente del semplice, a cui s'insegni per la prima volta un vizio. O anche soltanto un piacere. A lasciarli fare, né il bambino si fermerebbe alla prima caramella, né il negro al primo bicchiere. Attenti alle ubbriacature. Attenti alle indigestioni. — Su questo punto — spiegò ‘quel brav’uomo del campanaro — non c'è da avere paura. La jena del cimitero fu tolta dal cartellone, anche perché il titolo dispiaceva al signor prevosto, che in certo qual modo ci vedeva la profanazione d'un luogo sacro. Mentre Il piacere dell'onestà prometteva così bene, da rassicurarlo completamente. — Non ho niente da eccepire circa un curato che giudica le commedie dai titoli, Ma con licenza del signor archivista, che sa di latino, vorrei avvertirvi che latet anguis in herba, qualche volta, anche nella più promettente delle aiuole. Dello stesso Pirandello, l’altro ieri a Milano, hanno riesumato Così è se vi par, E l'hanno pure recitata bene, tra il Calò, il Carraro, la Seripa e la Negri, la Dari e la Feltre, l’Oppi ed il Santuccio ed il Ciapini. Ma credete forse che nel suo «tormento », per usare un'altra parola di moda, non si scopra alla lunga la più acre, la più amara, la più corrosiva e deprimente mortificazione? Il quid est veritas, signor 'archivistà, non potrebbe risonarvi con più cupezza e tristezza. E una caverna, quel dramma, dove non si sentono echeggiare che voci di sperduti — Dov”è la verità? — Qual è la verità? — Ebbene. Non mi pare lo spettacolo più adatto, in coscienza, per un tempo come questo, rivoluzionario e battagliero, in cui non si dovrebbero ammettere che certezze. Bisogna sapere dove cercarla, oggi, la verità, anche a costo di non trovarla o di pagarla cara. Questo è il dovere. E questo è il destino. Della verità, capisco, dubitò pure San Paolo, Ma jo non posso dimenticare che quell’apostolo era ebreo. Ora nell'arte pirandelliana

n gruppo artistico dell'Odeon, diretto da Luigi Carini, ha ripreso con grande successo «La volata» di Dario Niccodemi. Qui una scena del secondo atto.

dov'io scopro !l verme, non colgo la rosa. Attento, signor è lo stesso dubbio; e segretario, al genio della disperazi ne. Voi dite che pei vostri amministrati esso è come la scopa e lu briscola. 10 v rispondo che in tempo di guerra, o în campagna o in città, è partita pericolosa Comunque, gioco per gioco, preferisco La jena del cimitero. concluse il dabben'uomo, camA proposito di quanto prim. si diceva blando discorso — che ne dite del pubblico milanese che in questi giorni vide, con pari soddisfazione, tra il Nuovo dove ascolta Coì è se vi pare, e l'Odeon dove sibea della Volata di Niccodemi? Niccodemi o Pirandello, dovrebbe decidersi. L'eclettismo: direte voi. Ma fra certi estremi l'eclettismo non si capisce né compatisce. Cinque mesi fa, pure a Milano, lo stesso pubblico elegante della più dignitosa stagione invernale batteva le mani, indifferentemente, all’Enrico IV e alla Morte civile, Q la verità? Dov'è la verità? Pirandello o Niccodemi? Pirandello o Giacometti? il drammone o l'arcicommedia? il pensiero 0 l'effettaccio? Iì sale attico o il sale da cucina? Voi ridete dei buoni villici che alternano polla col pdté, Ma noi sorridiamo del cittadini che ll gustano, addirittur tutti e due in una volta Qui però vennero in tavola le carte del tresette, e cominciammo ad insultarci In un altro modo,

La relatività pirandelliana, se può re are degli svantaggi in parecchie circostanze, può tuttavia concedere dei vantaggi in qualche altra. Vi ho dato conto d'una rappresentazione rusticana, Vorrei raccontarvene un'altra a cul ho assistito in Brianza, spettatore d'un teatrino situato, purtroppo, fra un bosco pieno di gufì e un acquitrino pieno di rane. Lo credereste? Benché l’opera sia in musica, l'attenzione: è molto meno disturbata da queste ranocchie, che non siano certe recite di clità da certi scherzosi giovinotti, e da certe baldanzose signorine! Il che appunto prova, in conformità al relativismo, come qualche volta il mondo elegante possa infestare il prossimo anche peggio d'un pantano. Al teatrino che v'ho detto si recita, intanto. laLucia di Lammermoor. Non aspettatevi i soliti cento professori d'orchestra. Tutto è relativo, là dove i mezzi sono relativissimi, e quindi il programma sì limita a promettere «due violini tto, un clarinetto, una tromba, un pianoforte lente regista né scenografo, naturalmente. Per le scene possono bastare quelle del''Amleto, giacenti în Municipio dopo un sequestro, mettendo nella sala del castello un aggiornante corno da caccia; e quanto a regia, Donizetti non ne ha bi» sogno. Esordiente la prima donna, e il baritono anzianotto. Ma il tenore spara certi acuti che fanno tacere i gufi nel bosco e riguardare noi alla bocca del cantante, stupiti che dopo lo scoppio non si veda uscirne un fil di fumo. Quanto ai coristi, sono quattro di,numero. Però il programma, enumerandoli, li distingue in ben tre categorie: «Cavalieri, Dame, Scozzesi ».Evidentemente gli Scozzesi. grazie alla sottanella, fra le dame e i cavalieri rappresentano un sesso a parte Quanto al comprimario, non ha il nome sul manifes Però, in compenso, ha un paio di guanti. Li ha, perdio, e se li mette E siccome sono bianchi, d'un bianco che dà male agli occhi, per il chiasso che fanno tengono luogo d'un do di petto. Nella calzetta della prima donna, uno spettatore impertinente ha scoperto un buco; E gli è bastato per dire in giro, anche a chi non v leva sentire, ch'è una gamba di pelle fine. Anche dla voce è finissima. quasi da non sentirsi; e forse nella bocca essa si spegnerebbe se non prendesse luce da due denti d'oro. Ma l’uditorio applaude: convinto, felice. Anche il primo violino, che ha sonato all'estero € sa il fatto suo, soffoca ogni tanto un ghignetto contro il leggio, intimidendo l'assemblea. Quei primo violino è uno scandalo. Preferisco la franca stràfottenza del trombone, che quando ha finito di darci dentro rivolta lo strumento dall'altra parte, soffiandone via lo sputo. O quella del pianista, che si tiene là sulla tastiera un torroncino di nocciole... 4,60 i secondi posti, 6,40 i primi: ecco i prezzi del « Teatro Impero ». Tufto è relativo, e per così-poco. non è lecito pretendere di più. D'altra parte, che volete? Può essere che il vino buono non sì gusti, come ha detto quel tale, nella tazza poverella. Ma la bella musica, versata da un nappo o bevuta in un bicchierotto, è sempre la stessa buona cosa. Tornerò dunque al «Teatro Impero » Però quel primo violino, mi raccomando, : «Così è (se vi pare)» rappresentata al Teatro Nuovo. non faccia tanto lo spiritoso. Pirandello: di commedia della atto terzo Una scena del MARCO RAMPERTI


dizione ed è espressiva e vi-

brente: impeccabile nel comico come nel tragico, Edoardo è più complesso, più tormentato, originalissi-

mo. Non ha una maschera, né ha un cuore giocondo. A

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censiderarlo nella figura e nella psicologia, sembra nato per la tragedia; e nelle scene drammatiche è infatti di una intensità e di una verità commoventi. L'attore è sempre personaggio, nelle vesti, nei gesti, nel linguaggio, nello spirito. La sua comicità non è fine a se stessa; ma commento di un'intima sofferenza. Il Napoletano sa rassegnarsi perché accetta la vita come un dono divino; e in cambio di beni materiali, si appaga delle bellezze na. turali e degli affettì domestici. Edoardo è l'interprete della nostra anima, che sembra ilare ed è malinconica. Egli non ha precursori e difficilmente potrà avere imitatori. Riassume Petito, Scarpetta, Pantalena, Della Rossa, De Crescenzo, Scelzo, tutti i grandi comici napoletani, con una recitazione che tocca il cuore e il cervello, che è più in profondità che in superficie, anche se dica cose vecchie, anche se ricalchi la modesta stampa piccolo-botghese. Anzi, il prodigioso è questo: che ci presenta ani. me vere nelle stesse farsè, traendo da elementi insignificanti una calda e generosa umanità. Peppino è immediato, ci conquista di colpo, come fa i! comico di razza; Edoardo ci conquista a poco a poco e ci avvince con una virtù misteriosa, come sa fare soltanto l'artista. E le emozioni Edoardo e Peppino De Filippo nel film: «L'amor mio non muore». passano in noi e si alternano in un gioco strano, senza che il riso le soffochi, senza che il pianto le stemperi; sia che la tristezza diventi giocondità, sia che la giocondità diventi tristezza. Ci riporta alla vita e ci rivela caratteri. Egli sa farci sorridere e sa farci meditare.. Trae dai nervi e dal cervello la forza, dal D'sae dei De Filippo. Mi parevano un vocabolo di nuovo conio, un buon gusto l'equilibriv. dal temperamento lo scatto; ma non ha mai artificio, neologismo partenopeo. E mi domandavo donde fossero sbucati, che cosa anche nelle lunghe pause che rallentano il discorso per renderlo più significativo voiessero esprimere. Manon era già morto il nostro teatro comico con e spirituale. La sua recitazione, a volte lenta, a volte concitata, è più incisiva Antonio Petito, con Scarpetta e con Pantalena? Non erano state queste che folcloristica, più scultorea che pittorica. Ecco finalmente un Napoletano che le ultime voci esilaranti? Sapendo che il dialetto dà alle scene più macchiette non ci abbacini col colore e ci faccia amare la dolce luce della sua terra, la che tipi, più istinti che temperamenti, consideravo { nuovi attori un fenomeno Inite ombra delle sue colline. Napoli è più bella sotto le stelle, più gentile alprovvisorio, una gioconda infatuazione popolare. « Passeranno anch'essi — mi l'alba, quando col sole si svegliano i galli nel pollaio ed i sogni nel nostro cuore. dicevo — e se ne andranno come le acque del Sebeto verso il mistero della SiLa sua non è, intendiamoci, un'arte crepuscolare o esangue; ma sintetica e rena insidiosa; e questo riso di folla -ritornerà malinconia, quasi sorto da una neare sino a quando la commedia lo consente. Se l'anima trabocca in allegria o disgrazia: un pedone che scivoli sulla strada ». in tristezza, diventa di una stupenda vitalità. Peppino Somma mi aveva più volte parlato dei De Filippo rifacendomi la loro storia e illustrando la loro bravura; ma il suo colorito linguaggio mi suonava Il nostro teatro dialettale, comico o drammatico, umoristico o tragico, è romansettario e passionale, voce della succursale partenopea aperta a Milano da un tico, spesso eccessivamente romantico, nella trama, nelle situazioni, nei protagruppetto di rondinelle. Una sera capitai all'Odeon: Non trovai Bernardo Papa gonisti. Un teatro d'amore: l’amore alla vita, anche se stentata e vagabonda, nello studio; ma i De Filippo sulla scena. Conobbi così Titina, Edoardo e. Pepanche se intercalata di litigi e di guai. Il pasticcio, l’imbroglio, il sotterfugio, pino: interpreti che mi diedero un'allegria cordiale, non quella ironica ch'era la burla, la frode, l'intrico, il furore, la disperazione, sono mezzi per la risata prima nel mio spirito. E col riso schietto si compì la mia conversione. Da quel © per una lacrimuccia, ma la sostanza è sempre sentimentale. Anche Edoardo è giorno fui un fedele della compagnia, la seguii ininterrottamente e rinfrescai la un romantico, nella vita. In arte è un cerebrale. Se Scarpetta tornasse al mondo, mia cultura col teatro scritto improvvisato e recitato dai tre fratelli. Essi mi sentirebbe che Sciosciammocca è già superato sulla scena: non ha più smorfie, avevano disorientato al punto che confondevo interpretazioni e produzioni.

EDOARDO DE FILIPPO E LE SUE GRANDI GIORNATE

non

Non prediligo il teatro dialettale e mi allietano invece, ed ammiro, gli attori dialettali. A Napoli abbiamo avuto commedie mediocri ed attori ottimi. Saìvatore Di Giacomo si adoperò a trasformare in arte scenica la vita del nostro popolo, con Assunta Spina e 'O Vuto; ma siamo nel tragico e la nostra anima si presenta inquieta torbida sofferente. Dominano l'amore, la gelosia e la vendetta; la plebe e la piccola borghesia si mostrano più coi loro vizi che con le lero virtù. Ora, tutto questo è anacronismo: giova a commuoverci, ma anche a screditarci. Il riso non offende: meglio dunque il teatro comico. Ma che ci ha dato, in passato, di veramente interessante? Miseria e nobiltà, la sola commedia originale di Edoardo Scarpetta, con un primo atto più triste che lieto. Prima di Don Edoardo tante produzioni d'innumerevoli scribacchiatori scombiccheratori e improvvisatori, Ho letto il teatro di Antonio Petito. Il gran Pulcinella del San Carlino fu una eccellente maschera e un cattivo commediografo. L'arte è estranea ai suoi intrugli. Oso affermare che Napoli si adatta alla vita esilarante della scena per contrasti, quasi per artificio, perché è malinconica e meditativa: la sua vis comica è più nel frizzo della strada o nella battuta dell'attore a soggetto che nella pagina elaborata. E improvvisazione. I nostri migliori attori dialettali furono anche autori, un po' per guadagno, un po’ per vanità o per esigenze di repertorio. I loro canovacci farseschi erano riscaldati e rimpolpati sera per sera con nuovi dialoghetti e nuovi motti: edizioni rivedute o peggiorate. ll teatro più spassoso ce lo diede Scarpetta; ma lo tolse dal francese: mirabile riduttore, perché gli adattamenti sono deliziosi, e sembra Napoli schietta la Parigi genuina. Scarpetta, nella maturità e nell’agiatezza, si giovò di Gaetano Miranda, giornalista e novelliere garbatissimo. Leggete da San Carlino ai Fiorentini, memorie di Don Edoardo: sue le memorie,. ma la prosa è di Miranda. I De Filippo hanno anch'essi il loro repertorio, quasi tutto buona farina del loro sacco, e il loro collaboratore, Armando Curcio; commediografo franco ed arguto, Il repertorio del Teatro Umoristico è corretto, oltre che esilarante, e presenta caratteri senza confusioni e senza sguaiataggini, anche se sacrifica talvolta delle commedie ad una sola scena. Se sia vitale, non so. Certo non vuol rivaleggiare col teatro di Goldoni. Ma non esageriamo. Più ridiamo, più facciamo i difficili. Se cadono in oblio i lavori, rimane il senso comico della rappresentazione, e se non ricordiamo una trama, ricordiamo un gesto o una frase dell'attore. Nel nostro teatro dialettale l'attore è al disopra della commedia. Non è lui che si adatta alla commedia, è la commedia che deve adattarsi a lui. Una scena vale una commedia: è spesso tutta la commedia. Mi diceva Edoardo De Filippo una sera, in camerino: « Mediocre il primo atto, mediocre il secondo; ma l'ultima scena è bella e ti dà il dovere di ascoltarmi sino in fondo ». Perché egli pensa che il teatro sia come la vita: monotona fino a che non giunga una passione per animarla. Voglio parlarvi, oggi, di Edoardo, e mi perdonino i fratelli. Peppino e Titina non hanno bisogno di chiarificazioni. Peppino ricorda Sciosciammocca; ma è più aggiornato, più signorile, senza contorsioni né smorfie, e sa rendere ‘un tipo senza ridursi, come Della Rossa, macchîetta. Titina si mantiene anch'essa alla tra-

fa più occhiacci,

non

opprime

con la sua esuberanza.

Sciosciammocca

aveva

strappato la maschera a Pulcinella ed Edoardo l'ha strappata a Sciosciammocca:

perché, a ben guardare, anche Sciosciammocca è una maschera. Solo l'eccellenza comica di Peppino ha potuto salvare il ricordo di Sciosciammotea: lo ha rimesso

a nuovo, lo ha ripulito e incivilito. Senza Peppino, Sciosciammocca non sarebbe superato, sarebbe sepolto. Se Sciosciammocca scarpettiano non è necessario ad Edoardo, Peppino gli è indispensabile: è il rovescio della gua medaglia, Edoardo senza Peppino sarebbe come isolato, come Peppino senza Edoardo sarebbe di un'ilarità superficiale, senza controscena. Così Edoardo e Peppino si completano. Si ha un bel pettegolare: «i fratelli si dividono ». I fratelli restano insieme, legati con le cartilagini dell’arte Le virtù napoletane sorgono dai difetti. I difetti sono come il' concime per la nostra seminagione. I difetti palesano un carattere, definiscono una personalita. Bonghi aveva il difetto di dedicare Platone alle signore dell'aristocrazia perché

era mondano, anche in tarda età. Roberto Bracco aveva il difetto di farsi mo-

desto per inveire se accettavate la sua modestia. Il Duca di Maddaloni aveva il difetto di scrivere commedie e di leggerle con fanatismo agli amici perplessi.

Matilde Serao aveva il difetto di urlare e gesticolare come una popolana nelle

conversazioni. Anche l’arte di Edoardo De Filippo sorge dai suoi più preziosi difetti. Nella vita egli è un romantico esasperato, che fa e disfa, che spera e dispera in una inquietudine di tempesta. E si presenta talvolta come la satira dello stesso teatro dialettale. Più che di lettere, si nutre di osservazioni reali. Conosce la Napoli di tutti i ceti, col bene e col male. ll suo gran libro è quello giudiziario; e raccoglie incarti per meglio intendere ia sua gente. Paga uno scritturale perché gli trascriva le istruttorie celebri che rivelino casi sorprendenti e anime strane, È ad eccessi: nel troppo dire e nel troppo tacere, nelle antipatie e nelle simpatie, nelle discussioni e nelle esaltazioni. Uomo dell'Ottocento, a quarantadue anni. Nella sua casa, al Rione Amedeo, prediligeva una cameretta vecchio stile: le pareti

a fiorami, un gran lume a petrolio, stampe borboniche, qualche ninnolo, qualche sedia impagliata. La cameretta era in alto come una specula, ed egli si godeva l'arco del golfo alla luce lunare e lungamente conversava, sino a notte alta, con Ernesto

Murolo,

il diletto poeta,

Era

una

fiamma

d'arte la loro consuetudine

spirituale: si leggevano anche i lavori, s'incoraggiavano e si correggevano a vicenda. Poi Edoardo accompagnava l’amico per buon tratto di strada, in silenzio, meditando. Ora, al posto di Ernesto è Armando Curcio. E passato da un comragno loquace e sognatore a un compagno taciturno e meditativo. Armando

pensa ed Edoardo racconta, Armando è il freno ed Edoardo la frusta; ma sono

della stessa pasta, con una diversa bizzarria: Edoardo più bizzarro al di fuori, Armando più bizzarro al di dentro, Il più estroso è il più saggio: Edoardo De Filippo. ©Ora Edoardo ha casa a Roma, in via Nomentana: una villetta con l'orto. E ha i fagioli, i pomodori, le galline, i canarini, i gatti e un grosso cane. E anche Curcio si è trasferito a Roma, per conversare con Edoardo. Soltanto per con-

versare? Chi lo dice? Mediteranno insieme qualche cosa seria. Sì salvi chi può! Sono certo che Curcio tornerà a Milano ed Edoardo tornerà alle sue grandi speculazioni, come quella dei temperini, Comperò una volta duemila temperini,

proprio per speculazione;

ma fini col regalarli tutti, arrugginiti, agli amici.’ ADOLFO COTRONEI

104


RACCOLTO DEL GRANO IN UNGHERIA (DIE GETREIDE-ERNTE

IN UNGARN)

Paese eminentemente agricolo, l'Ungheria ha nella produzione del grano la sua maggiore rie chezza, © anche quest'anno Ìl raccolto delle messi è stato particolarmente abbondante. Le falei hanno lavorato senza posa e ì vasti campi si sono presto coperti di dorati covoni. Quì alcuni pittoreschi aspetti della mietitura in uno dei più fertili distretti del paese amico e Als vorwiegend landwirtschaftliches Land hat Ungarn in der Getreideproduktion setnen goldgelben Unsere Aufnahmen zeigen einige malerische Ausschnitte von der frnte in einem d barsten Gebiete des befreunaeten und verbindeten Landes.

he


LE NOVITÀ DELLO SCHERMO (FILM- NEUIGKEITEN

Elena Zarexchi, protagon sta del Mm «Rita da ci scia » nei la rezione di i r vive la figura della « Sant dell’impossibile ». (Foto v . - Sotto, Maria Den; € Virgilio Riento in un scena de « La film tratto dalla r con la regia di G Bianchi. (Foto Brag; lena Zareschi, die Haupi darstellerie. in dem Film in di sie unter der ng Leon Viola die Gesta der «Santa dell’impossib le » wiederauferstehen Jèss: - Unten: Maria Denis uni Virgilio Riento in eine Szene von « La maestrina dem nach dem bekannte: Lustspiel von Darlo Nicco demi unter der Regie v Giorgio Bianchi gedreh Film. (Foto Bragaglia).

Una delle più suggestive scene di « Malombra » il nuovo film Lux diretto da Mario Soldati, con Isa Miranda che interpreta la parte di Marina. (Foto Vaselli). - Sotto Mariella Lotti, ne « La Gorgona » di Benelli, diretto da Guido Brignone. (Foto Pesce). Eine der eindrucksvolisten Szene aus « Malombra », dem neuen von Mario Soldati geleiteten Film mit Isa Miranda in der Rolle der Marina. (Foto Vaselli). Unten; Mariella Lotti in «La Gorgona» von Benelli unter der Leitung von uido Brignone. (Foto Pesce)


contatto col mondo esteriore che la cir-

conda. Non senza efficacia e non senza una immediatezza quasi tattile. Si capisce che ogni poeta sente il profumo senza fine della sua lontananza ed il colore più intenso dei mondi zurri della propria fantasia. La sensibilità, talora, è diventata maniera La maniera si è trasformata in personalità. Naîr Faber non ha cercato complicazioni, dal momento che i suol tormenti sono sempre tormenti di ind le lirica, di indole nostalgic dio fra la realtà e il sogno, inquadrati nel rosario delle luci, delle stagioni, delle musiche naturali ‘dell'universo Immaginate, ad esempio, le sue palpebre chiuse, riarse « Son come segnate da gocce di pioggia che battono, premono e vogliono entrare negli occhi per farmi annegare in un mare profondo.

UNA

Pensate alla sua paura notturna «E notte. Soltanto {l tao nome ricordo. Non altro che il nome e la bocca tua cara. È notte. Silenzio. Ho paura Son troppo felice. Il cuore mi batte più forte nel buio»

POETESSA

NAÎR

FABER

da

Una lirica chiara, semplice, senza contorsioni di immagini, ma schiettamente personale, è quella che Naîr Faber ci presenta oggi in un nitido volume di Baldini e Castoldi: il suo primo volume, Fantasia. Per tutti coloro che hanno il palato guasto dalla pcesia di maniera, dalla poesia cerebrale, da quella ermetica e da quella in libertà, questa sicura finestra spalencata in un cielo sereno, porta un soffio di vita contemplativa, una freschezza di ritmi, una onestà d'intenzioni non trascurabili. Il tormento sentimentale della Faber distende e si placa infatti in una chiara beatitudine di sofferenza, ed è in questa contemplazione di se stessa che la nuova

e canora

creatura

si mette

I filatelisti italiani han di che esultare: quanto ai tifosi « specializzati » in antichità e novità italiane esultino a maggior ragione anche l'Italia d'oggi ha 1 suoi pezzi rari. Non si parla dunque di francobolli d'antichi Stati, preziosi da un bel pezzo, come tutto il mondo filatelico sa: si tratta di emissioni recenti, divenute da in giorno all'altro perle rare, bocconi da gran signori, degni di far buona compagnia, nelle raccolte di pregio, ai più pregiati pezzi di Toscana, delle Due Sicilie e via dicendo. Sono alcuni francobolli messi in circolazione pochi mesi fa: nell'aprile del 1941. Nell'aprile dello scorso anno, come precisamente ricordate, le isole greche di Cefalonia ed Itaca furono occupate da reparti di nostri paracadutisti e dal Gruppo Battaglioni da sbarco di Camicie Nere. l Comando delle truppe di occupazione, per mandato del Commissariato postale militare, provvide subito, compiute le prime form: lità, al problema dell’affrancaturacorrispondenza. Le isole occupate, appartenute fino allora alla Grecia. erano come s'intende, provviste di francobolli greci. In attesa dunque che lo Stato italiano provvedesse

|

una

pausa,

L'Osservatorio Astro-fisico recentemente Inaugurato ad Asiago. - Sotto, ll Villaggio del Soldato a Roma, in cul | nostri valorosi soldati trascorrono le ore di lib:

ché

*..dopo la notte stellata del tuo desiderio, la luce abbagliante del mi sperde »

sole

Questo impressionismo affettivo, do-

mina la materia del piccolo libro, coi suoi motivi sensibili: l'amore, la maternità, l'adulterio del sogno, ia solitudine, la nostalgia dell'impossibile. Ma tutto scorre in una tenue ‘e fresca vena zampillante. Ed è il corso di questa vena, senza complicazioni cerebrali che Cesare Giulio Viola, ha presentato in una sua prefazione al volume, come il « ritratto spirituale di una donna ch non

fa

professione

di

poesia

a

AI

MARGINI

FRANCOBOLLI

DELLE

DELLA

GUERRA

NUOVE

ISOLE

ITALIANE

frattanto affrancare all'invio di francobolli nostri, di nuova emissione 0 speciali, tere e cartoline coi francobolli greci esistenti presso quegli uffici postali e come si usa In ec casioni, quei francobolli bisognò subito « soprastamparil » cioè si dovette apporre sulle loro vignette una particolare dicitura che indicasse il loro nuovo stato civile I collezionisti sanno bene che codeste sovrastampe. indice di un periodo di tempo relativamente breve (si tratta infatti di periodi transitori, poiché le nuove serie sostituiranno prima 0 poi codeste provvisorie) sono destinate a diventare delle rarità Che dire pol quando, nel lavoro di sovrastampa, lavoro compiuto in tutta fretta, sp so affidato personale non perfettamente specializzato (spesso a militari tipografi di giornali, e quindi amiliarizzati coi cosiddetti «refusi »o errori di stampa che dir vogliate) che dir poi, dunque, qu indo dui ante que. sto frettoloso lavoro di sovrastampatura, scappa fuori, come è inevitabile, il piccolo sbaglio di lette la lettera capovolta, la lettera di differente carattere la consueta inezi che mille volte controllate nelle colonne dei nostri giornali, nelle edizioni speciali più urgenti. nelle « uitimissime » anche dei nostri maggiori giornali? E aggiungete: difficoltà d'un immediato controllo, imposs bilità di uni precisa correzione, spiegabilissime sviste dei correttori, e tutto il resto. Insomma imr aginate le mille ed uni contrari là del mo di paracadutisti. Vi splegherete in quatmento, in circostanze come quelle d'una occupazioni da parteimprovvisati S'intende che non appena tro e Quattr'otto gl'innocui errori di stampa sul francobolli l'errore viene constatato, subito che Il delitto viene scoperto, si fa giustizia. Una strana e incredibile giustizia, diciamo la verità. Qui invece degli assassini, si rresta la vittima. Ma già si arresta senz'altro il corso della stampatura, o si sottrae addirittura_1 vittima dalla circolazione: (occultamento d' cadavere bello e buono) togliendo di mezzo tutti le serie di questi francobolli sovrastampati con l'errore. Bene: ma quel francobolli, pochi per fortuna, partiti con l'errore? O quelle serie tolte di circolazione, ma che riescono a sottrarsi, per una circostanza o l'altra, alla giustizia definitiva (dimenticavo dirvi che Questa giustizia definitiva consiste nella distruzione integrale, qualche cosa come la condanna al rogo, fllentemeno) e rimangono latitanti, nascoste, introvabili per qualche tempo? È naturale che queste po. Vere vittime derelitte ma perseguitate, essendo poche ma... buone, diventano pei collezionisti pezzi d'una rarità impressionante Roba addirittura da museo. Il loro valore sul mercati filatelici cresce di giorno in giorno: in certi casì, di ora in ora. Varrebbe la pena, se qui fosse la sede, di na rvi particolari emozionantissimi di questa loro vita difficile. Ed è successo, dunque, anche pel nostri « sovrastampati » di Cefalonia ed Itaca, l'innocuo fattaccio che si diceva: l'erroruccio di stampa è scappato fuori. E di conseguenza, son nate le perle pei nostri Coglitori di giole filateliche. Dovete sapere che i francobolli furono sovrastampati a coppia, cioè fu Spposta la dicitura Italia. Occupazione militare italiana. isole di Cefalonia ed Itaca, non su ciascun fi Pobollo (era impossibile, data la vastità della scritta in confronto del formato del francobollo) ma su ogni due francobolli. Prima novità del genere, pol che mai si era usato fare così. 'Èd un'altra cosa bisognava tener presente: che dovendo comporre varie stampiglie con quella stessa dicitura. non bastandone una sola per tutti i fogli di francobolli da sovrastampare, si dové ricorrere Sita la ‘scarsità di materiali e di mezzi a disposizione) a vari tipi di caratteri. Ed ecco, stampigliati damiano, in fretta e furia, i primi fogli epiùcond'uno, tali sistemi scappar fuori Sil'errore, anzi qua e là,di fortuna, nelle varieeccostampigliature. poté infatti leggere su taluni fogli Occupagione invece di Occupazione, in altri Italiaia invece di Italiana. In altri Isola invece di Isole In altre Cefalonta invece di Cefalonia. Ed infine, nella stampa di pochi fogli, qualche lettera saltò fuori dalla composizione Incidente possibilissimo, quando si pensi a codeste stampigliature composte a mano, cioè con caratteri mobili, tenuti assieme alla bell'e meglio. Così venne fuori Oc upazione, senza la seconda c, oppure efalonia, senza la iniziale C. Scoperti gli errori (ma per taluni fogli già stampati e partiti con aerel e battelli verso le varie località, non c'era più nulla da fare) i fogli furono Immediatamente distrutti, la composizione rifatta e corretta, cosicché la grandissima maggioranza di questi neo-francobolli italiani è perfettissima. Data la limitata loro tiratura (infatti i nuovi francobolli completamente itzliani, cioè l'attuale série in corso in Italta, con la speciale dicitura Isole Jonie, è laggiù in distribuzione normale fin dal settembre 1941), il valore di codesti « provvi-

sori » è elevatissimo, sul mercato filatelico, Essi. si pagano, in rie complete, migliaia e migliaia di lire: persino talune coppie isolate sì pagano cinque, sel, ottocento, mille lire: una sola coppia di aerei » quella di cento dracme, vale tremila lirette. Che dire infine del pochi soprastampati sbagliati? Essi non hanno prezzo: o lì loro prezzo sul mercato è di tale affezione, che questa affezione rasentala passione: meglio la follia. LR.


piisa

.

(Continuaz. Vaticano) morta nel.1917 in America e notissima sotto l'appellativo di «madre degli Emigranti» fu beatificata da Pio XI il lita novembre 1938. * Dopo, dieci anni di lavoro, il cesso informativo diocesano per la bei tificazione. del dottor Ludovico Necchi è stato chiuso dall'Autorità Ecclesiastica Milanese per essere inoltrato a Roma alla Congregazione dei Riti cui spetta rivederlo per ‘permettere l'introduzione al Processo Apostolico vero e proprio.

‘ORGANIZZAZIONI GIOVANILI * Il Segretario del Partito ha dettato per l'Annuario Generale Sportivo della G. L L. — una bellissima pubblicazione chie contiene il panorama di un anno di attività della Gioventù Italiana del Littorio, dalle cui file usciranno i campioni nazionali dello sport di domani — là seguente prefazione: « L'Annuario Generale Sportivo della G. L L. dell'Anno XIX, è una imponente documentazione dello spirito agonistico dei giovani che negli stadi e nelle palestre temprano i muscoli nell’ansia di superare ogni prova e di vincere ogni ostacolo. «Nel clima della guerta le attività sportive della G. I. L. accentuano un loro preciso significato inteso a perfezionare nei giovani, attraverso gli sport di combattimento, la necessaria preparazione spirituale e fisica per affrontare, con saldo cuore, il collaudo più difficile, più severo e più impegnativo: la guetra. «Su tutti i fronti essi sono destinati ad emulare nella gioia del rischio e nell'ebbrezza della vittoria, i camerati che a Bir el Gobi, con l'eroismo incandescente dei vent'anni, hanno dimostrato la fede ed il coraggio delle generazioni del Littorio! « Dall'anima dei giovani si irradi questa luce di. certezza: sempre ed ovunque essere degni del Duce! ». * Su invito del Fronte della Gioventù spagnola si è recata in Spagna una missione di dirigenti della Gioventù Italiana del Littorio, partita da Roma. La missione si è trattenuta alcuni giorni nella Nazione amica‘ visitando le realizzazioni dell’Organizzazione, giovanile falangista ed ha assistito alle manifestazioni del Fronte della Gioventù spagnola che si sono svolte a Madrid sabato scorso. Un'altra missione della G. I L. si è recata in Slovacchia. La missione, costituita di 5 ufficiali e 50 avanguardisti, sì tratterà, ospite della Gioventù di Hlinka, in un campeggio sulle montagne del Tatra. NOTIZIARIO DELLA « DANTE ALIGHIERI » * Amburgo. Il soprano Else Domberger ha tenuto con vivo successo un concerto dedicato al «bel canto italiano ». Il concerto è stato ripetuto a Brema. * Berat. Alla presenza delle autorità € di un numeroso pubblico è stata inaufurata la «Casa della Dante» con la premiazione dei migliori alunni dei corsi di lingua italiana, * Chemnitz. Il Comitato ha ripreso la sua attività organizzando le conferenze del prof. Hoffmann su « Ravenna, città di Teodorico e di Dante» e del prof. Kutscher su «La commedia dell'arte », nonché un ciclo di letture dantesche tenute dal prof. Hermann Miller, Presidente del Comitato stesso. * Dresda. Il Comitato ha organizzato le seguenti manifestazioni: prolezione del film «L'assedio dell'Alcazar» e di alcuni documentari italiani; lettura dantesca, tenuta dal prof. Ettore ‘Rognoni; conferenza del prof. Paolo Mingazzini su «Gli scavi di Pompei».

* Pugilato. Si profila all'orizzonte un avvenimento di grande interesse e valore tecnico. Sì tratterebbe dell'incontro Musina-Oldoini pel titolo italiano ed europeo dei medio massimi, da svolfersi a Milano verso la fine del mese l'agosto. 1 due campioni avrebbero già firmato per una nota organizzazione milanese. — Il grande Schmeling ha dichiarato di voler ritornare sul quadrato e perciò di essere disposto ad incontrare Neuser per il titolo dei massimi. Evidentemente per Schmeling la malattia contratta durante l'occupazione di Creta non ha per nulla infiuito sulla sua forte va. — La bella competizione a squadre per il campionato italiano dilettanti, dopo una serie di brillanti eliminatorie che hanno destato Il vivo interesse del competenti e degli appassionati, è arrivata alla soglia della finalissima. Questa avrà luogo a Viareggio nei giorni 21, 22 e 28. agosto. I + Alpinismo. Il C. A. I di Milano organizza alla Capanna V Alpini nel gruppo dell'Ortles-Cevedale una scuola di alpinismo, affidandone la direzione alla guida alpina Giuseppe Pirovano. Date le eccezionali condizioni del momente la scuola avrà breve durata: si inizietà il 26 luglio e terminerà il 9 agosto. Il periodo verrà suddiviso în due turni. * Ciclismo. Fausto Coppi ha dovuto sottoporre la spalla fratturata ad un atto operatorio. L'intervento, consistente nella estrazione di scheggia ossea nella regione del grossi vasi, con sutura metallica dei tronconi è riuscita perfettamente e il campione italiano fra una diecina di giorni potrà lasciare l'ospedale di Tortona. — SÌ riaffaceia la possibilità di far incontrate i dilettanti della pista italiani e ungheresi. A questo proposito, per la scelta della data e della sede, sono già allo studio tra le due Federazioni interessate parecchie proposte, ma non è improbabile che l'incontro si svolga il 2 e il 9 agosto a Milano sulla pista del Vigorelli. * Atletismo. La R. Federazione Italiana di Canottaggio, in seguito agli accordi conclusi con le Federazioni estere, ha confermato alla Canottieri Lecco la data del 9 agosto per l'annuale grande riunione internazionale. Perciò alla importante manifestazione remiera lecchese è assicurato l'intervento degli equipaggi di Germania, Ungheria, Svizzera e Croazia, ed il programma comprenderà gare internazionali per tutti i sette tipi olimpionici, oltre a due gare di jole a 4 e 8 vogi tori esordienti ed juniori. Inoltre avranno luogo i Campionati nazionali. del Vigili del Fuoco in jole a 4 ed a 8 vogatori. — È entrata nella fase risolutiva l'organizzazione dell'incontro triangolare di ginnastica artistica tra le squadre femminili d'Italia, d'Ungheria e di Germania che si svolgerà a Venezia nel pameriggio della prima domenica di agosto. Le ginnaste italiane sono già state convocate nella città lagunare per un breve allenamento collegiale, sotto la direzione dei professori Grevi e Lay. MUSICA * Il programma della grande Rassegna Musicale Internazionale che si svolgerà a Venezia dal 7 al 13 settembre prossimo è stato definito. Ad esso parteciperanno dieci Nazioni, che verranno degnamente rappresentate dai migliori compositori della nuova generazione. I nomi dei musicisti che verranno eseguiti sono: per l’Italia, Zecchi, Bossì, Rocca, Wielsen, Ferro, Gorini, Cortese

ECCO UN SARTO

DAGLI.ALTRI

La carta dei punti ci permette di fare non più di un vestito all'anno. Perciò questo vestito non deve essere sbagliato.

* Haarlem. Il Comitato della « Dante» ha promosso con ottimo successo alcune conferenze su temi letterari ed artistici; hanno parlato i professori Garsia e Jos Vandervelden; il pittore Giovanni Costetti, le signore Ellen Russe, Posthumus-Meyer, Klein-Obbink Schiavon, Y. M. Sterk-Proot e.la baronessa van Wassenaer-Crocini.

L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA

TEATRO * Con La maschera e il volto di Luigi Chiarelli ha iniziato la sua attività al Teatro Eliseo di Roma la Com-

DIVERSO

* Graz. Ha avuto luogo un ciclo di quattro conferenze su «Il Risorgimento italiano » tenuto dal prof. Ferdinand Bilger, dell'Università di Graz.

* Instanbul. mM Rev. Padre prof. Giorgio Montico, Ministro Provinciale della Missione Francescana, invitato dalla «Dante» e con il concorso del maestro Capocelli-D'Alpino, ha svolto un corso di storia della ‘musica italiana. Sono. state inoltre organizzate alcune letture dantesche con la collaborazione dell’Ege. Rev.ma Monsignor Roncal!t, Delegato Apostolico, del R. P. Giorgio Montico, del prof. Ezio Bartalini e del1€ signorine Martelli e Agnella, nonché due conferenze del prof. Bartalinì su «Le fonti orientali della Divina ‘Commedia » e su _« L'ascensione di Maometto e la mirabile visione di Dante ».

€ Lavagnino; per:laGermania, Hocller e Von Tiesse; per la Svizzera W. Burkhard; per la Spagna, Halfter; per il Belgio, M. Poot; per la Croazia, Papandopulo; per l'Ungheria, S. Veress © Igor Markevitch; e per il Giappone, alcuni compositori di liriche per canto. Chiuderà la serie delle manifestazioni un grande conderto rr ivo con musiche di Malipiero, De Ravel, Strawinsky e Strauss, * Il nuovo Soprintendente del Teatro della Scala, maestro Carlo Gatti, ha ded' , rerà il 3 ottobre e durerà fino al 8 novembre, La stagione comprenderà opere nuove o poco conosciute del tempo nostro e concerti affidati alla direzione di noti e provetti maestri. Tre sono le opere italiane in programma: Re Hqssan di Ghedini, La donna serpente di Casella. La tempesta di Lattuada; e tre quelle straniere, che saranno riunite in un solo spettacolo, perché in un atto: Carmina Burana di Orff, Anfione di Honegger e Il mandarino meraviglioso di Bartok. La donna serpente, rappresentata soltanto a Roma una diecina di anni addietro, ora sfrondata e snellita dall'autore con avvedutezza, sarà diretta dal maestro Fernando Previtali ed avrà a interpreti la Corradetti, il Ferrauto, Nessi, Zagonara, Maugeri, ecc., La tempesta sarà diretta dal maestro Questa e interpretata dalla Oltrabella, dalla Actis, dal Botti, dallo Zagonara, dal Reali. Il maestro Bohm dirigerà Carmina Burana; il maestro Erede dirigerà Anfione e Il mandarino meraviglioso, * Il carro di Tespi Lirico inizia in questi giorni un ciclo di rappresentazioni in sei località dell'Albania, e cioè A Tirana, Elbassan, Corcia, Vallona, Durazzo e Scutari. Il Carro, organizzato dall'Opera Nazionale Dopolavoro, darà rappresentazioni, alle quali le truppe presidiarie assisteranno gratuitamenfe. Le opere în programma sono tre: La Traviata di Verdi, Tosca e Madama Butterfly di Puccini. * Si è iniziata il 16 luglio l'« Estate musicale » del Tigullio, con manifestazioni che sì protrarranno fino al 16 agosto e si svolgeranno nelle belle cittadine di Rapallo e Santa Margherita sul golfo Tigullio, Nel programma, inizia tosi con un concerto da camera diretto dal maestro Alberto Erede e seguito _ da un concerto vocale col concorso della cantatrice Suzanne Danco, figurano: un concerto di Edwin Fischer con musiche di Bach, Mozart e Beethoven; il 25 luglio un concerto di Benedetti Michelangioli e Sergio Ciompi, con musiche di Frank, Chopin e Brahms; il 10 agosto un concerto di Enrico Mainardi, con musiche di Locatelli e Beethoven; fl 4 agosto un concerto del Quartetto Ferro col concorso della cantante Gianna Pederzini, con musiche di Monteverdì, Ravel e De Falla; l’8 agosto un ten: certo di Wesselowsky, Predit e Favaretto, con lieder di Wolf e di Mussorgsky; il 15 agosto un concerto di arie e danze del XVI secolo e di Debussy, col concorso della Alfani-Tellini, di Renata Sassoli, di Sabbatini e della Tassinari. * A Odessa ha avuto luogo la prima manifestazione musicale italiana con un concerto del maestro Luigi Magistretti nella sala del Conservatorio di quella città. Il concerto ha avuto luogo sotto gli auspici dell'Istituto di Cultura Italiana di Bucarest. Il maestro Magistretti ha eseguito, acclamatissimo, musiche di Debussy, Ravel, Paradisi e Rossi.

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pagnia estiva gestita dallo stesso teatro e diretta da Ettore Giannini. Della Compagnia fanno -parte Fanny Marchiò e Giulio Stival. La famosa commedia di Luigi Chiarelli dacul è stato ricavato un film che si gira in questi giorni sul Lago di Como, ha riportato * Sono ormai assicurate le grandi

rappresentazioni, al primi del prossimo

settembre,

Telit e Salvo Randone. Eallostudio 11 progetto dirappresentare ÎlFaust, dopo Venezia, a Milano e a Roma: forsealla Scala e all'Argentina. o * Mario Apollonfò ha curato una raccolta di commedie e drammi italiani dal XIV al XVIII secolo. La raccolta mita & dare Un pesorama completo di un erario che, tratte le origini dall'euronelme romantico dell'ottocento,. rappresenta una gioria tipicamente italiana. Il volume, di oltre mille pagine, editoda Bompiani, sarà illustrato con riproduzioni di dipinti di ciascun lempo. * A cura di Nicola Spano, l'appasslonato e infaticabile animatore del Teatro dell'Università di Roma, vedrà presto la luce una nuova collezione ihternazionale di testi estetici e tecnici sui problemi del teatro. In essa avranno posto le più importanti opere sulla regìa, sulla messa in scena e sulla drammaturgia pubblicate in questi ultimi lustri. Tra i primi volumi saranno la Vita di Stanislawsky, a cura di' Mario Corsi, 1 saggi di Tairow, ecc. * Vinicio Marinucel ha tradotto e rì. dotto per le scene italiane un dramma giapponese di autore moderno: Il mestro e il discepolo di Kurata Hyakuro, Il dramma, notevole anche come testo letterario, ha raggiunte in Giappone migliala di rappresentazioni e diciotto edi. zioni librarie. Esso si svolge nel XIII secolo e celebra le gesta del fondatore della setta Jode. Verrà rappresentato nel prossimo inverno al Teatro delle Arti di Roma. * La trilogia schilletiana del Wallestein è stata messa in scena dal regista Paul Riedy al Teatro Comunale di Stoccarda in un unico spettacolo durato parecchie ore, Il successo è stato calorosissimo. * Cesare Meano ha posto la parola fine alla sua ottava commedia, dal titolo Vita e morte. Così l'autore della Rinascita di Salomè ha pronti tre nuovi lavori. Gli altri due si intitolano Ventiquattro ore felici e I secoli non bastano. Di Cesare Meano non è stata an-_ cora rappresentata în Italia da una Compagnia regolare la commedia Melisenda per me, data la prima volta in Germania con molto successo nel 1939.

CINEMA

é

* Negli stabilimenti S.A.F.A. ha avuto inizio la lavorazione del film Giorni felici dalla nota commedia di Puget, ridotta per lo schermo da Arnaldo Fraccaroli, Il nuovo film sarà diretto da Giannì Franciolini e avrà per interpreti Lilia Silvi, Amedeo Nazzari, Leonardo e Valentina Cortese, Paolo" Stoppa

e Vera

Carmi.

* L'A.C.I. sta per iniziare la lavorazione del film I predoni del Sahara tratto da uno dei più interessanti romanzi di Emilio Salgari. Il complesso tecnicoartistico cui è affidata la realizzazione del film è in procinto di partire per l'Africa dove verranno girati gli esterni. * Macario sì accinge a interpretare un nuovo film: I sosia, tratto dal Menecmi di Plauto, nel quale avrà accanto a sé Umberto Melnati, Giuditta Rissone, Luigi Almirante. Come è facile immaginare sarà un film di una comicità irresistibile. * Si assicura che il film Bengasi sarà pronto per esser presentato alla .Biennale di Venezia che sì svolgerà com'è noto dal 30 agosto al 14 settembre. * Laura Solari, Sergio Tofano, Nino Besozzi, Enrico Viarisio, Nerio Bernardi, Ruby D’Alma interpreteranno per la Kino-Film sotto la direzione di Camillo Mastrocinque, La maschera e it volto di Luigi Chiarelli.

“» VITA ECONOMICA E FINANZIARIA p * La Federazione delle Banche e banchieri propose a suo tempo la costituzione di un Ente centrale con la finalità di esplicare per conto delle aziende associate — e mai in concorrenza con esse — una vera attività economica nell’interesse delle stesse per il raggiungimento di finalità. utili anche alla economia del Paese. La approvazione dello statuto proposto dalla Federazione e la autorizzazione alla costi *uzione dell'Istituto si sono ‘ottenute do-


CRONACHE PER TUTTE EE RUOTE Im tutto il mondo il solito subbuglio, gli eterni guat, la stessa tiritera (Stiamo leggendo, col cator di lugito, quello che accade in questa bassa sfera, traducendoto in versi in cui di nostro vi son solo le rime é un po’ d'inchiostro).

L'americano Knox ha dichiarato che d’ora‘innanzi negli Stati Uniti, dai pezzi grossi all'ultimo impiegato non vi saranno più del parassiti.

L'insonnia è diventata ultimamente la malattia di moda americana. tra guerra, tasse e gual, c'è molta gente che più non dorme, in preda alla {mattana A Londra e a Mosca Invece si sostiene che l'America... dorme e dorme bene! Una spiga di gruno, a Codigoro, s'è sviluppata da un orecchio d'uomo, grazie ad un chicco/entratodistraforo oltre ai Giardini, dunque, e a Piazza [Duomo, ecco dischiusi a un trattoyin fede mia, impensati orizzonti all'autarohia!

C'è chi si chiede tutto sorridente.

— Licenzieranno pure il Presidente?...; All'amico Laval Roosevelt ha scritto, poiché laggiù van male le faccende, di ritirar le navi dell'Egitto e d'affidarle a lui, che gliele rende. Se le sa conservar come le sue, per ogni nave gliene rende... due! Un mussutmano circola da un anno con una palla al piece: ha fatto un voto, perché guarisca da un fatal malanno la propria fidanzata, a cuì è devoto. Se lei guarisce e lui la prende in moglie, quella palla, però, chi gliela toglie?

Dopo un bombardamento senza danni sulla Francia del Nord, un vecchierelto, rinchiuso al manicomio da trent'anni, ritrova per miracolo il cervello. Sarà per questo che i tedeschi adesso non volan più su Londra così spesso. Leggiamo che a Ciungking e in altre zone la siccità più squallida imperversa. Io non capisco: che contraddizione! Ecco che'a detta d'altri, viceversa, l'acqua, ai cinesi, se non è una fota, arriverebbe giò fino alla gola...

S'apprende dall'Ame a che l'uova, la carne, il burro e bi d'ogni spéc vengon ridotti in pc 0: st trova che si conservan me lo, 11 fatto, invece, è che la guerra, dura e copricclosa, sta riducendo in polvere ogni cose All'improvviso diventato pazzo, ad Edimburgo un giovane x zzese, dopo aver messo fuoco ad un palazzo, tentava pure d'incendiar due chiese. Ora l'hanno scoperto ed è in prigione, Perché non destinarlo all'aviazione? Stalin ha avuto un altro distnganno. il nuovo fronte ancora non st La gente accorre al mare, ov que Ist'anno uno strano fenomeno succede. per quanto ci si bugni in mezzo al flutti, in pochi giorni si diventa... asciutti, ALBERTO

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ta Ufficiale ha pubblicato ll R. D. L. 29 giugno XX n. 742 che aumenta detta imposta. Per effetto di questi aumenti il reddito di questa imposta che per l'esercizio 1942-43 era preventivato in 100 milioni di Jire è elevato a 200 milioni, cifra che potrà aumentare 0 diminuire a seconda che le fibre tessili estratte dalle fabbriche aumentino o diminulscano rispetto alla estra-

zione globale avutasi nel periodo 29 gennaio 1940-28 gennaio 1941. * Il credito fondiario della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde al 31 dicembre 1941-XX aveva in circolazione le seguenti cartelle: Serie 3,50% n. 176.151 per L. 88.075.500; Serie 4% n. 1.412.320 per L. 706.150.000; Serie 4% s. c. (Serie di conversione che sostituisce la Serie 5% e 6% in dipendenza del R. D. L. 18-9-39-XIl n. 1469) n. 1.006.665 per L. 503.332.500; Serie 5% n. 267.335 per L. 133.667.500; Totale della circ. cart. n. 2.862.471 per L. 1.431.235.500. * Il patrimonio dello Stato. - Ai 30 giugno 1%, secondo le valutazioni inscritte in bilancio, ammontava all'attivo a L. 145.420 milioni con un aumento di L, 7.909 milioni in confronto del 30 giugno 1940. Esso si componeva in milioni di lire (fra parentesi l'aumento in confronto del 30 giugno 1940) all'attività disponibili: Immobili, mobili, crediti (finanziari e patrimoniali) e titoli di credito 41.929 (+ 7.571); Beni di natura industriale 30.406 (+ 90). - Attività non disponibili: Materiali militari 51.554 (+ 9); Beni destinati al servizio dello Stato 7.264 (-+ 225); Materiale scientifico ed artistico 14.267 (+10. Tali risultati dell'Amministrazione propria dello Stato! vanno peraltro integrati con quelli delle Aziende autonome statali e con quelle altresì delle Amministrazioni coloniali. In complesso, per le menzionate aziende autonome è stato accertato, al 30 giugno 1941-XIX, un patrimonio di milioni 65.052. Tra le aziende autonome la maggiore cifra è quella dell'Amministrazione della ferrovia la quale ha attività per milioni di lire 57.450. Le Amministrazioni coloniali presentavano un totale di attività per milioni di lire 10.016. Aggiungendo alle cifre dell'Amministrazione dello Stato quelle delle Aziende autonome e quelle dell'Amministrazione coloniale si ha al 30 giugno 1941 un totale di attività in milioni 220.488.

L'ORO DELL'ORO

Con le stesse carat teristiche. di quel-

lo d'oro, il pennino ‘PERMANIO,. man tiene alla “OMAS,

il primato di stilo grafica

di classe.

MA I L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA

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po laboriose trattative e discussioni con gli organi superiori, nelle quali la Confederazione Fascista delle Aziende del Credito ha costantemente sorretto e suffragato l'azione della Federazione. Da qualche parte sono state manifestate alcune preoccupazioni sulle attività e sulle finalità dell'Istituto. In proposito però sono state date ampie assicurazioni che l'Istituto saprà svolgere la sua funzione integratrice e potenziatrice, senza intaccare la individualità funzionale delle singole aziende che vi aderiscono 0 no. La Confederazione Fascista delle Aziende del Credito per parte sua è convinta della utilità della funzione dell'Istituto e non mancherà di seguire attentamente l'opera, perché essa valga ad agevolare la soluzione dei problemi tecnici, economici, creditizi e funzionali di natura collettiv che vengono ponendosi nel settore creditizio con sempre maggiore frequenza. L'Istituto sarà costituito in forma di Società per azioni in questi giorni, * Autarchia edilizia. - Anche nel settore dell'industria edilizia fervono le iniziative tendenti a dare un contributo autarchico, creando nuovi sistemi di applicazione di materiale nazionale per corrispondere. alle attuali contingenze nazionali. Una grande industria che si è ormai affermata nel campo edilizio per la diffusione di sani principii costruttivi non solo in Italia ma anche in Germania, è l'Alveare di Firenze, la quale si è dedi con intelligente cura e larghezza di mezzi finanziari alla soluzione del problema edilizio costruendo degli originali tipi di case in legno smontabile, utilizzabili per usi civili come per usi pubblici e militari. Il nuovo sistema che è stato approvato dai competenti organi ha avuto sin dalle prime applicazioni un sucesso incontrastato. È già allo studio la questione dell'integrale sostituzione dei numerosi chioschi che sono distribuiti in tutto il territorio nazionale, con 4 nuovi tipi di costruzione che grazie alle loro caratteristiche arricchirebbero con Ja loro estetica le vie delle principali città d'Italia. * L'imposta sulle fibre tessili artificiali. - La Gazzet-

COME MEGLIO

TENTIA

vm

NOTIZIE VARIE * Finora l'Oceano Pacifico era ritenuto il mare più profondo della Terra. Infatti, la massima profondità finora misurata era della cosidetta fossa di Mindanao, al largo delle Filippine. Nel 1929 dalle misurazioni effettuate dall'incrociatore tedesco « Emden » risultò una massima profondità di 10.790 metri. Ora però il Pacifico è stato detronizzato dall'Atlantico. Questo Oceano è in genere meno profondo dell'altro, ma possiede numerosi crepacci subacquei di enorme profondità. Noto, ad esempio, è il crepaccio nel Mar dei Caraibi, a settentrione dell'isola di Portorico, profondo oltre ott mila metri. Ultimamente, durante una misurazione più esatta del detto crepaccio, si è constatato un punto in cui la sonda è scesa fino a 13.500 metri di profondità. Questo fatto ha oltremodo sorpreso i geologi, poiché conferisce all'Oceano Atlantico l'onore di essere il mare più profondo, Gli scienziati ritengono che a questo crepaccio si deve anche se la zona del Mar dei Caraibi è così spesso scossa da violenti terremoti. * Secondo notizie giunte da Dublino negli ultimi mesi 1 marosi dell'Oceano hanno gettato sulle coste irlandesi ingenti quantità di caucciù, proveniente senza dubbio da’ navi affondate. Il quantitativo di caucciù è così rilevante da indurre alla fondazione di una apposita società di sfruttamento, che ha îl compito di raccogliere il caucciù sulle spiagge e di porlo in vendita.

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Si ritiene che il caucciù in parola formava il carico di navi britanniche od americane silurate da sommergibili tedeschi + Fra tutti i popoli della Terra quello cinese è senza dubbio il più dedito alla pesca. Infatti si dice che nessun altro abbia inventato tanti sistemi per acchiappare i pesci come i cinesi * Per quanto strana possa sembrare la cosa, sta di fatto che fra due ascoltatori per esempio di un'opera 0 un dramma, l'uno dei quali se ne stia seduto fn_loggione in teatro e l'altro davanti alla radio ad una distanza di 800 chilometri, il primo a sentire è il secondo. Per rendersi conto del-fenomeno basterà riflettere che per superare la distanza dalla scena al loggione, che è di circa 50 metri, i suoni impiegano, viaggiando alla velocità di circa ‘20 metri al secondo, qualcosa come 14 millesimi di secondo, Per giungere al microfono, posto sulla scena, gli stessi suoni non impiegano che qualche frazione di millesimo di secondo. Ora, trasportati sull'ala delle onde elettriche, | suoni viaggiano ad una velocità di 300 mila chilometri al secondo, ciò che fa sì che il loro arrivo nella stanza del radioascoltatore avvenga appena tre millesimi di secondo dopo la loro partenza. * Alcuni scienziati tedeschi sono riusciti a isolare e riprodurre sinteticamente la sostanza cui è dovuta la speciale pigmentazione degli occhi scuri. Questa s0stanza è stata somministrata in via sperimentale a tarme e mosche ed i loro occhi naturalmente chiari, hanno presto assunto una colorazione scura. È quindi da ritenere che appunto tale sostanza, che è stata denominata cinurenina, determini in-natura la colorazione degli occhi * In conseguenza della guerra che ha provocato la rarefazione di taluni viveri anche in Ungheria, si va diffondendo l'uso presso le famiglie budapestine di t nere în casa una capra che fornisca il latte per bambini. Compalono perciò spesso negli avvisi economici del giornali richieste di cameriere che sappiano an-

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che accudire la capra. Questo grazioso ed utile animale sembra dunque destinato a soppiantare il cane, e già si è potuto osservare il caso di signore che vanno a passeggio per le vie della capitale ungherese portando al guinzaglio la fida capretta. * Buone notizie per gli uomini e donne che hanao Îl viso con le fossette. Un criminologo ungherese, il dott. Sebestyen, ha infatti stabilito che le fossette alle guance ed al mento non sono soltanto dei segni di bellezza, ma anche indice attendibilissimo della motalità delle persone che ne sono state fornite da madre natura. Il eriminologo, che da un ventennio si occupa di studi sulla fisionomia del delinquenti € in questo tempo sono passati sotto i suoi occhi milioni e milioni di fotografie di criminaff di tutto il mondo, assicura di non avere trovato in esse neppure un solo volto con le fossette. La gente che ne possiede fa dunque parte della più scelta umanità. Essa dispone di sane forze spirituali, sa ben giudicare, non incappa mai in difficoltà finanziarie ed ha un acuto senso del diritto e del torto. I migliori fra la

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gente con le fossette sonò naturi ralmen= }e coloro che di tale segno sono tanto alle guance che al mento. ornati

+ Il del più antico relativo Gallaall'uso ferro èdocumento rappresentato copia di una lettera che un tale Elmeti, agente diinviò una circa casa di‘2300commerelo babi: Jonese, anni vane montagne della Cappadocia allats. ditta Questa « velina » consiste in una lastra rettangolare d'argilla. © venne comune ata, inaleme con molte altre, ‘in Un pure d'argiila, avente evidentemene tevaso funzione Nea, ie: tetà sidelparlacielo». didi unaregistratore. ordinazione di * me tallo Che è per chi. non lo.sapesse. il nome digli ‘egizi ‘al © perché esso dato talvolta inferro,meteoriti. plovute ‘dal. cielo,si tovava

* Quella di mettersi a cercare tesori Nascosti non è evidentemente occupa zione senza frutto, se può anche capi. tare, come è in questi giorni successo ad un gruppo di ragazzi di un villaggio della provincia di Amburgo, che si trovino di questi tesori senza neppure cercarli. I ragazzi se ne stavano a giocare a nasconderello in un boschetto vicino alle loro case quando ad un tratto gli avvenne di scoprire nei cavo di un albero una cassetta avvolta in giornale e legata con un filo di ferro. Apertala, vi trovarono dentro dei bei dischi Gl sonoro metallo con i quali lasciato }l nasconderello, si dettero a giocare a piastrelle. Solo più tardi un passante che li sorprese In quel gioco si accorse che si trattava di 3 monete d'oro da 20 dollari recanti la data di conio 1925. ATTUALITÀ SCIENTIFICA

FILOTECNICA SALMOIRAGHI - MILAN MILANO » ROMA « NAPOLI * TORINO

# Sapete di che cosa sono fatti | filamenti delle comuni lampadine elettri che? Forse non ci avete mai pensato, né Avete mai chiesto a nessuno come ni fece ad andare dalle prime lampade & filamento di carbone (legate a tanti ri cordi della nostra prima giovinezza, dac ché pur avendo tenuto Il mercato per un buon quarto di secolo, oramai non ei adoperano più — altro che per cast spe cialissimi — da circa un trentennio) a quelle odierne luminosissime e di ottimo rendimento: eppure, come în tutti 4 perfezionamenti tecnici di questo mondo, ai buoni risultati odierni si arrivò a po co a poco, grazie agli studi indefessi di gente tenace e talvolta oscura, che ri mase anche dopo nell'ombra perché 1 fortuna non fu benevola né facile. Si fa presto a fare del nomi: la massa par lerà

subito

carbonizzava

di

Edison

che

già

nel

1676

il primo filo di cotone e

Successivamente ricavava filamenti car bonizzati dalle canne di bambù, ma chi invece conosce le cose come realmente stanno, non ometterà di citare il nostro Alessandro Cruto, tenace artigiano pie montese, che purtroppo non trovò mal né sostenitori morali, né afuti materiali

e restò sempre

nell'ombra

più

fitta pur

primi

metallici,

timidamente

avendo presentato all'Esposizione di Torino del 1894 una lampada elettrica senza esitazione migliore di quelle di Edison, avendo un filamento di carbone purissimo ricavato secondo un procedimen to di sua stessa Ideazione. ‘Ma non è di ciò che volevamo parlare la rivendicazione nazionale ci stava portando oltre l'argomento prefissoci. Volevamo dire solo che le prime lampa de elettriche a filamento di carbone conSumavano un'enormità di corrente, qual cosa come 6 watt per candela, e già do» po l'introduzione del filamenti di carbone puro si era giunti all'incirca alla metà: soltanto verso la firie del secolo, filamenti

che la freschezza,

i

introdotti. consentirono tin altro passo, stabilizzando il consumo delle lampade Sui due watt per candela, e molto cammino doveva ancora esser fattò per toccare la grande meta del watt per candela! Certo, dopo i primi studi di Auer che appunto consentirono l'introduzione dei primi filamenti metallici. facendo indubbiamente risaltare la superiorità rispetto a quelli di carbone, la via er.

segnata: le lampade sarebbero orama state tutte con un filamento metallico e

fu quindi logico che studi e ricerche si orientassero decisamente verso la ricer. ca del filamento migliore, intendendo

Cero

per « migliore » quello che racchiudesse le più adatte caratteristiche tecniche èpratiche, ossia che consentisse di essere lavorato e preparato con relativa facilità e sicurezza. che portasse alla realizzazione di una lampada di basso consumo unitario e che soprattutto permettesse a tale lampada di mantenere immutate, o quasi. le sue prerogative per un lungo periodo di tempo. E facile

Arguire quanti siano stati i metalli presi in considerazione e tutti furono metalli d'eccezione, poiché quelli comuni dove tano essere scartati in quanto non pre-

sentavano nemmeno la più piccola probabilità di andar bene. Platino, iridio,

(Continua in terza pagina di copertina)

l'accuratezza ed una bocca sorridente, con denti belli e bianchi, posseggono una forza di attrazione irresistibile. Per questo, milioni di donne curano i loro denti mattina e sera colla

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BACCHELLI

26luglio 1942-XX —

L’IMustrazione Italiana n. 30

ENIMMI

CRUCIVERBA @ cura di Nello

UN

ESEMPIO

DI

ENIMMISTICA

6 8 (10 12 de ll 13

CLASSICA

14 15

16 17

18

Stella sillabica a frasi

L'IMPERO ITALIANO Non più grigio bujor d'oscurantesimo! Eccol di nuovo, per voler dei Fati, sorger nel cielo de la nostra Patria,

quasi a dire che i tempi son cambiati, quasi a scuotere quei che, fatto pavido,

d'essere imbelle mostra e si compiace. lungi a la guerra che attanaglia i popoli, servile amante d'infeconda pace. Ecco gloriosi de l'Impero i simboli,y e i sacri Numi e la materna Fiera,

dei sette colli ritornar di Cesare

latino il Genio e la figura austera.

È il tempo nostro! D'una fiamma al palpito,

corre devota giovinezza in fiore. A vent'anni una fede, un nome, un vincolo, ideali purissimi del cuore. Ecco apparire, a esempio, Orazio Coclite; Publio Cornelio e, insigne, il Cincinnato: dei nostri Padri le gloriose immagini tornano, ad una ad una, dal passato. Schiavi non più! Possente, un genio italico impugna il brando a cancellar l'offesa, a castigar: da l'Alpi a la Sicilia

1. Lacerante va per l'etra la bestia] lugubre voce

latino Duce d’epica contesa. E noi guardiamo a Lui che il vivo palpito

2. Porta

chiuso in se stesso è ver, ma buono e prodigo per Lui vogliamo vincere la guerra. E non invano piangerà una Vergine

«L'ARTE DEL NOVELLIERE E FILOSOFICA PERCHE MOSTRA IN CASI MINUSCOLI LE REGOLE DEI GRAN-

DI FATTI ».

che al sacrificio piegherà silente, de le compagne ripensando al pallido muto sembiante e triste di sovente. Non più grigio bujor d'oscurantesimo! Ecco un segno apparir sui colli e intorno, invisibile palpito ne l'aria che fa pensare a un luminoso giorno.

Riccardo Bacchelli

*.» Condizione della seria poesia è che l'autore non sia un mero impressionista o vin neurastenico sottilizzante, ma una personalità; un'anima che conosca per esperienza e per meditazione 1 conflitti della coscienza morale, e che sappia risentirli e renderli da poeta, con l'ingenuità della poesia, non traducendo concetti in immagini ma creando immagini che parlino da sé. Ora il Bacchelli, tra i rari ingegni di tal sorta che sì notano in Italia, mi è parso non da oggi il più vigoroso ‘9 uno dei più vigorosi, come si vede subito dal fatto che egli ha uno stile, uno stile che è ben suo e nondimeno ci suona come qualcosa di familiare, perché è quello di ogni genuino fcrittore, tutto cose, senza gonfiezze, senza bellurie, e senza

La Critica

Della

Longobardo a frase

OSANNA Caduta

è Xxxxxxxxxxx,

davvero?

Adesso xx xxxxx xxxx formidabile della flotta sovietica in Mar Nero lo tengono i Rumeni ed i Germanici. Fioretto Cambio di lettera (6) CORAZZATE

INGLESI

IN

un

semicerchio.

2. O canora ammaliatrice, bella italica città. "3. È dell'anima impaziente l'espressione più violenta. 4. Per sanar t'offron la fresca bionda dalla nivea chioma. 5. Fra la Secchia ed il Panaro, l'emiliana cittadina, 6. E l'imagine del bello, è del genio l'espressione, ©. Oggi in guerra, sovra i mari le sue audacie el rinnova 8. DI persone assai prestanti ecco il vil frutto proibito, 9. Contro l'onde più furiose sono eretti saldamente, 10. Capitale peruviana... che le rose ci ricorda, 11. Nelle sue espressioni tante, ella è sempre differente. 12. E la prima della serie che Ja fine non conosce, 13. È la macchia

S'intoni ad essi un fervido peanal... la vittoria final non è lontana!

LE

frecciatore che disegna

10. Va di gola in gola e porta la parola ch'è di tutti. 11. Splende dopo {1 temporale su nel ciel l'arco a colori i. Del fedel servizio reso, ecco il lauto guiderdone. Per la scala melodiosa all'accordo è sempre pronta.

1. Con la maschia sua ricetta, quante genti sa ospitari

xxxxxxx.

Anagramma

pazien:

Verticali

e scattan del motor questi assi esimi per coronar le eroiche fatiche nelle xxxx

re della

MEDITERRANEO

che impaura

ogni uomo

di virtù,

14. Un articolo maschile, fine invero per lo scapolo. 15. I sostegni suoi lì chiama l'infelice pellegrino. 16. La battuta d'ogni tempo che un nervoso moto addita, 17. Egli esprimesi nel modo più poetico così 18, Del selvaggio traghettante ecco il rustico naviglio. Il Bulgaro SOLUZIONE

DEL

N. 29

Le navi accompagnar son state viste, carche

di

munizioni

e

di

provviste;

ma si son liquefatte al nostro foco

e i lor... resti han lasciati in basso loco. Redento

ENRICO FALQUI

* Riccardo Bacchelli è certamente lo scrittore più complesso | più significativo apparso nella letteratura italiana dagli Inizi del secolo a oggi: con una sua personalità tanto meglio individuale quanto, in apparenza, multiforme». © Piccolo - Roma

congrega

pur han, per gli obbiettivi da colpire, solo XXxXxxx XXxx. Volan di nubi e d'ombre vespertine tra le xxxx xxxxxxXx

<. . Il Bacchelli è uno degli scrittori nostri che chiameremo di atteggiamento virile, e, per il dominio che egli ha della ricchezza e dei sostanziosi succhi della lingua e della varietà ed energia dei suoi costrutti, è senza dubbio tra questi scrittori virili il più forte» Piccolo - Trieste SILVIO BENCO

Documento

russo-anglosassone

questo

14. La sorella che per sempre tanti cuori fa tacere, 15. Ecco Il fascino sottile delle donne eterni Dei. 16. Somigliante a perfezione, la natura l'ha creato.

DELL'ASSE

dicon: xxx xx xx xxxxx?

Antiromantico e antidealista, Bacchelli può guardare gli uomini e le cose dall'alto di una saggezza che sembra aver consumato tutte le vanità, e giudicare la Storia, il Progresso, la Scienza vane ombre d'una verità che tutto trascende. Onde la sua ironia canzonatoria verso i miti umanitari e progressisti e i riformatori della società e degli escogitatori di panacee d'ogni specie. E questo lo stato d'animo che, diversamente atteggiato, informa tutta l'opera del Bacchelli, dal Diavolo al Pontelungo al Mulino del Po e costituisce tanta parte del suo temperamento di moralista e di storico. D'un moralista che, dalla propria ‘fede in una realtà oggettiva, è portato all'ammissione d'una legge trascendente; di uno storico che non vede il fuoco di nessuna idea brillare sul cammino degli uomini, e la vicenda di questi gli appare originata dalle forze naturali non meno che da quelle sociali, le une € le altre governate da una ragione obbiettiva, che il cattolico/ Manzoni chiamava Provvidenza ‘e il realista Verga, faalità >, Popolo d'Itatia GIUSEPPE VILLAROEL

<Il suo più vero e alto manzonismo è da ritrovarè bensi nel modo di disporre e svolgere scene e dialoghi e soprattutto in certo pietoso e nobile modo di osservare giudicare e ammeonire, cui deriva originalità, oltre che dall'approfondita conoscenza storica, dalla viva esperienza umana. E sia che sl palesi attraverso lo svolgimento narrativo oppure attraverso un ragionamento ‘uguale ne deriva allo stile quell'aria tra artifiziata e incantata ch'è tanta parte del suo fascino e che costituisce la sua più salda unità ».

8. Il ricurvo

Nello

BENEDETTO CROCE

ferrati

9. Stato asiatico che adora, l'elefante come un Dio!

Quadrato sillabieo a frasi 1 VOLATORI

zoccoli

3. Come velo tetro scende a portar gelo e squallore. 4. La regina di due mari è quest'itala città, 5 . Con le piume variopinte nel cortil sta tutto il di. CI| Esci fuor da un ginepraio: coccolone spiritoso! 7. Tutt'attorno ell'è rinchiusa, in sé stessa circoscritta.

dona ai figlioli de la nostra terra;

ELIO TALARICO

SOLUZIONI

DEL N, 29

1 F-unico-lare © funicolare. —2 LuminARI (numi),— 3. Passi, onere, ‘ale = passione reale. — 4. Par-simonia

= parsimonia.

a cura

di Nello


N. 110 Massimiliano

Telò

Il torneo è individuale con classifica per Dopolavoro. Seguono le norme per la, partecipazione agli incontri delle varie categorie. La quota d'iscrizione per la 1* Categoria è dilire 5 e per la2* e 3* Categ. diL. 3. Ilcampionato si svolgerà nella Sede del Dopolavoro organizzatore. Premi di rappresentanza: ‘Al Dopolavoro 1° classificato - Coppa artistica Al Dopolavoro 2* classificato + Targa artistica. Al Dopolavoro 3° classificato idem: Per i vincenti delle varie categorie sono in palio dei ricchi premi. PARTITA GIOCATA PER CORRISPONDENZA

Il Bianco muove e vince in 4 mosse

Il Bianco muove e vince

su mossa

DI CAMPIONATO PROVINCIALE DI DAMA Coppa Dopolavoro Istituto Poligrafico dello Stato, Il Dopolavoro dell’Urbe ha indetto e il Dopolavoro Aziendale Istituto Poligrafico dello Stato ha organizzato per ii 27 corr. luglio a. XX il Campionato di dama per la 1a 2* e. 3* Categoria, È stato pubblicato il regolamento in cui è detto che potranno partecipare al campionato i dopolavoristi di Roma e Provincia in regola colla tessera O. N, D. pel corr. anno, Ogni dopolavoro potrà iscrivere un numero illimitato di partecipanti. Profili: ARTURO CARRA Fino a quando necessità contingenti di ordine generale non imposero ai giornali ed al periodici la riduzione delle pagine, L'Italia Scacchistica pubblicava ogni mese una rubrica dal titolo Caleidascopio firmata « Argus». Per chi non lo sapesse quel pseudonimo celava Arturo Carrà, nato in' quel di Ferrara il 18 luglio 1882, ma da molti lustri cittadino elettivo di Bologna; viaggiatore di commercio in gioventù, ciò che gli permise di conoscere personalmente scacchisti e associazioni scacchistiche di tutta Italia; ora rappresentante; persona amabile; di buona coltura; giocatore di scacchi noto e più abile cempositore di problemi; amico affezionato. Gettando uno sguardo alla data della sua nascita si constata che proprio nel corrente luglio Arturo Carrà compie sessantanni, e che questo « profilo » può quindi passare anche come rievocazione giudilare. Ammiratore entusiasta del gioco degli scacchi, appreso da glovanetto, avrebbe potuto partecipare a tornel d'importanza con probabilità di successo qualora la professione non gli avesse sempre impedito di assumere l'impegno di ultimare la gara. Dovette perciò limitarsi alle competizioni locali nelle quali ha sempre figurato nel gruppo di testa, vincendo il campionato cittadino a pari merito nel 1927 ed esclusivamente nel 1929 e nel 1938. Nel 1939 si classificò 2* nel torneo provinciale bolognese e nel 1940 primo ex Gequo in quello regionale emiliano; partecipò a gare di squadra fra cui quella maggiore EmiliaToscana, vincendo la partita; nel 1933 in una seduta di simultanee tenuta da Bogoljubow fece patta. Ha al suo attivo un centinaio di

23.20-10.13; 21.18-5.10;, 20.1511.20. 24.15-12.19; 22.18-13.22; 26.19-9.13; 25,21-1.5; 24.20-5.9; 32.28-13.17; 30.26-7.12; 27.22-4.7;

e vince

SOLUZIONI

97 - Telò:

21,18-10.13; 28,23 (Diagramma) 7.11; 3127-11.20; 23.73.12; 27.23-2.5; 24.20-6.11; 20.16-

Il Bianco muove e vince

in 8 mosse

DEI

PROBLEMI

DEL

N. 27.

27.22; 30.14; 20.15; 15,22;

98 - Botta: 23.19-10.1; (opp. 22.13) 23; 15.11-6.22; 28.10 e vince;

99 - Gagliardi: 22,18-21.14; 10.13-x; 13.31 e vince;

12:15; 19.12-8,15; 16.12-15,20; 28. 16-5.10; 22,19-13.22; 19.15-11,20; 26.19, Patta.

problemi e studi pubblicati în riViste e giornali italiani e stranierì, e da cui riporto il problema (n. 1) in due mosse comparso nell'Italia Scacchistica del novembre 1931, ed fl problema (n. 2) in tre mosse uscito nella Wiener Schachzeitung del gennaio 1938, Partecipò a concorsi problemistici: Magyar Sakkvitag, 1912, 2 mosse; Italia Scacchistica, 1912, 3 mosse; Circolo Scacchistico L. Centurini, 1921, 2 mosse; L'Alfiere di Re, 1921, 2 mosse; Lo Scacchista di Roma, 1934, 2 mosse, ottenendo premi, menzioni, riconosc!menti. Nel 1932 giudice al Concorso per problemi inversi bandito dall'Italia Scacchistic Come pubblicista Carrà fu collaboratore di quest'ultima Rivista, dell'Eco degli Scacchi, dell’Alfiere di Re, dello Scacchista di Roma, dell'Avvenire d'Itatta, della Domenica dei Giuochi, del ‘Littoriate. scrivendo articoli storici, tecnici, critici col solo fine della propaganda, non trascurando novelle e aneddoti di soggetto scacchistico; per la Casa Editrice Formiggini compilò la voce scacchi. dell'Enciclopedia degli Sport. Come collezionista Carrà ha messo insieme una biblioteca di circa 400 opere, fra cui — oltre le straniere — figurano quasi tutte le edizioni italiane dai classici del secolo XVIII in giù. Ha schedato e classificato circa 10. mila problemi ed altri 40 mila ordinati ed în parte catalogati in attesa di passarli nelle cassette dei classificati; costanza, pazienza, intelligenza, non di settimane 0 di mesh ma di lunghi anni. Non è tutto! Carrà ha inoltre ordinati, secondo i pezzi, duemila finali; ‘possiede ‘una raccolta di lavori d’ogni specie; ritagli di rubriche; uno schedario nominativo dei principali scacchisti di tutti i tempi; uno schedario, bibliografico e due album per la rac-

CCCLXVII. — Due estremi. — Quanto Îl temperamento dei giocatori possa influire sul Brige e portarlo a risultati diametralmente opposti, balza dalla seguente partita giocata in un torneo. Ecco quali erano le carte (vedi grafico a destra). Nel tavolo A la licitazione si svolge così: s o N E 1 quadri passo 1 cuori 1 picche 2 fiori passo 2 cuori 2 picche “contro passo 3 fiori passo passo passo E Sud e Nord con carte da slam finiscono col ‘giocare miseramente 3 fiori. È evidente che Sud è tipo ingordo e pauroso, mentre Nord è meschinamente attaccato alla lettera delle norme. Questi schiavo della regola che dichiara ripetibile un colore sesto, Si ostina a ripetere a cuori avendo sostegni a fiori e anche a quadri, Quegli appena vede possibile il contro, abbandona ogni altra idea, preso dal sadico piacere del contro e poscia aiutato a fiori dal compagno si ferma a tre fiori. Vediamo ora il tavolo B, La licitazione qui è brillante, fin troppo brillante, N E s C) 1 cuori 1 picche 1 quadri passo 2 picchel ‘contro 2 fiori passo 4 fiorì passo 3 quadri passo 7 fiori ‘passo 6 fiori passo Ecco l’altro estremo addirittura un grande slam. Analizziamolo. Nulla da dire al 1° turno, Brillante la dichiarazione di-2 picche di Nord a secondo turno, colore chiamato dall'avversario ed evidente invito allo slam, giustificato dal possesso

Il Bianco muove

Nero; Angelo Pilla - Venezia (apertura convenuta; 23.20-10.13)

NOTIZIARIO

ROMA TORNEO

convenuta

Bianco: Armando Proni - Bologna

in 5 mosse

100 - Pelino:

5,1-14.5;

30.23-22.13; 1.10-x; 19,15-)

20.16-16.12-2.6-29,25-25.20-6.22

e

vin

colta diritratti discacchisti,. diriproduzioni d'opere d'arte, disegni e simili che hanno per oggetto gli scacchi. Come organizzatore fu ‘consigliere della Federazione Scacchistica Italia (oggi A. S. L), consigliere del Circolo Scacchistico di Ferrara; fondatore e segretario del disciolto Circolo Scacchistico Felsina di Bologna; altri incarichi ebbe numerosi portando in ognuno vernatorato di Polonia. di essi la stessa fede, la stessa attinon vi parte perchéi novità, vorrei dire la Stessa abnegastri giocatori sono tichiazione. mati alle armi. — Ma quello che avete fatto e continuate a fare è sorprendente; è ammirevole, amico Carrà; dati i vostri doveri professionali è quasi

Finale

inimaginabile, e senz'avvedermene vi paragono a un certosino! — Che vi devo rispondere? eÈ vero — ripeto testualmente le sue

di Partita

Dal ‘Torneo di campionato ma«Zistrale del Portogallo 1939.

parole — ho messo mano a molte cose, perché invece di cristallizzarmi sopra una sola parte del più bello dei giuochi mi è piacuito di

coltivarlo in tutte le sue numerose ad affermarmi in alcuna. Ho speso metà della mia vita per ciò che ho fatto, perdendo del tempo, ne convengo, che avrei potuto dedicare a cose più profittevoli, ma perso che avrel pctuto impiegarlo peggio... e resto soddisfatto di quanto ho prescelto ». Modesto e saggio! Se esistesse un'alta decorazione per gli scacchi-

Il Bianco dà matto în 2 mosse Problema

branche, epperciò non sono riuscito

N. 2

LC]

sti ed io stribuirla,

avessi l'autorità di dine vorrei insignire su-

bito « Atgus» al. secolo Arturo

Carrà.

Il Bianco muove e vince Soluzione: 1. T:f7, R!T: 2. Acd+, Piccola

Posta

Orsi Paolo - Lucca. Tì torneo tenutosi in Germania, e di cul accennammo nella rubrica N, 28 del 12 corr. luglio, venne significativa-

Il Bianco dà matto in 3 mosse

Bik-Lo@erE

que altra mossa del Re non avrebbe evitato il matto. Umberto di Roral

vuoto a cuorì di Sud. In realtà il grande slam sarebbe stato fattibile se non Est e se anche

attù,

Sarebbe

stoto

si fosse trovato il Fante quarto a quadri in Ovest non fosse uscito, come poi fece, con possibile,

anche

con

quella

disposizione

di

carte, e malgrado l'uscita di Ovest ad attù, Îl piccolo slam?

R-D-X-X3X-X RX R-F_R-XX-

Sicuramente,

se

Sud

avesse

giocato

con

prudenza

evitando

lo spreco degli attù in molteplici tagli e adoperando giocate di sicurezza. Ed ecco come: A

arca

Q ao O rxx dx

Ovest esce di attù; Sud di picche, non taglia ma

prende della sua mano è gioca Re concede ad Est la mano di Asso.

Est pel meglio torna a picche; Sud fa Ja Dama e taglia una terza

picche.

Avanza

poi da Nord

il Re di cuori. Certamente

l'Asso di cuori deve essere in Est, poiché questo non avrebbe licitato solo con l'Asso di picche. Est passa/l’Asso, Sud taglia,

va al morto con una quadri e prende di Re, fa la Dama di cuori e scarta l'ultima

picche, gioca poscia quadri,

prende di

Dama e fa una giocata di sicurezza tagliando una terza quaA-D-10-X-X A-D-10-R

dri. Gioca attù dal morto, batte ancora attù e fa le ultime

due mani di quadri. Questa condotta di gioco può avere altre

varianti che trascuro per brevità. Un

del forte contegno a fiori, del Re secondo a quadri, colori chiamati dal compagno e inoltre dal vuoto a picche, Sud giustamente ripete il suo maggior colore, e Nord appoggia a fiori e Sud giustamente va a 6 fiori. Resta da discutere il 7 fiori di Nord. Esso teoricamente non è giustificato, poiché Nord non aveva il suo colore di cuori capeggiato dall’Asso e non aveva ragione di sperare sul

problema

di licitazione;

Sud

1 cuori 3 cuori

4 picche

|.)

Nord 2 picche 3 picche 4 senz'attù

Sud ha: rx — Vr — rex Come deve ora rispondere?

drxx D'AGO


AI LETTORI. Quando avrete letto « L'Illustrazione Itajana » inviatela ai soldati che conoscete, oppure alI'Ufficio Giornali Truppe del Ministero della Cultura Popolare, Roma, che la invierà ‘ai combattenti.

,

AI LETTORI. Quando avrete letto « L'Illustrazione Italiana » inviatela ai soldati che conoscete, oppure all'Ufficio Giornati Truppe del Ministero della Cultura Popolare, Roma, che la invierà ‘af combattenti.

La

10 Att

Aperitivo composto di RIBI

(Continuazione Attualità Scientifica) osmio. tantalio, torio, tungsteno: ecco press'a poco la lista del metalli esaminati e si arguiscano le difficoltà via via vinte ponendo mente al fatto che non in pochi casi la metallurgia faceva difetto, per cui sì dovettero met*ere a punto procedimenti di fabbricazione o di raffinazione o di lavorazione onde approntare nel dovuto modo (sì pensi ad esempio alla necessità di avere filumenti sottilissimi e regolari) 1 metalli che interessavano. Ad ogni modo, la tecnica mondiale sorpassò ogni difficoltà data l'importanza del mercato delle lampadine elettriche e le nazioni più progredite si imposero — al solito — nei nuovi prodotti: sfortunatamente l'Italia, per inerzia, per inadeguata comprensione, per difficoltà di vario genere e per legami con cartelli internazionali, non si dedicò direttamente alle lavorazioni-base e così fummo, sì può ben dire, l'unica fra le grandi nazioni a non avere proprie lavorazioni dirette dei metalli pregiati necessari oramai non roltanto alle lampadine elettriche, ma a quelle altre innumerevoli applicazioni che l'incessante ritmo evolutivo della tecnica indicava come indispensabili per il progresso ed il benessere di ogni nazione civile. Vennero poi le sanzioni e con esse la minaccia di paralizzare la vita delle nostre industrie legate all'uso di questi metalli rari: ecco allora sorgere una coraggiosa quanto encomiabile iniziativa bolognese che seppe entrare con tenacia e fede nello studio — dapprima sperimentale e di ricerca, poi definitivamente industriale — dell'importante questione, curando non solamente di ottenere lo scopo nel minor tempo possibile e con | risultati più soddisfacenti, ma creando anche veri e propri metodi e macchinari originali, sia per non correte il pericolo di incappare in brevetti stranieri, sia per non essere poi costretta a chiedere contratti di vicetza su metodi stranieri. Ora dunque che già da tempo i primi lingotti di tungsteno e di molibdeno sono usciti vittoriosi dalla fabbrica, c'è da compiacersi di una simile autentica vittoria autarchica che ci ha slegati per sempre da ogni cartello estero e ci consente, oltre che sicurezza e tranquillità di lavorazione nel campi già normalmente acquisiti da questi metalli rari, l'orgoglio di studiare le possibilità di sostituire con questi metalli di produzione nazionale altri dei quali ancora non disponiamo di una diretta fabbricazione. ALL'INSEGNA DEI SETTE SAPIENTI Il Discorso della Montagna, chiamasi quello famosissimo che Gesù tenne alla folla e ai dodici apostoli in Galilea. In questo discorso Gesù espose in modo sintetico e prodigiosamente efficace la nuova dottrina che doveva rivoluzionare il mondo, quello che in un certo senso potrebbe definirsi il suo programma. Del Discorso della Montagna abbiamo due recensioni: quelle dell’evangelista Matteo e dell'evangelista Luca. La versione di Matteo è più ampia di tre volte e mezza quella di Luca. Circa l'ubicazione esatta della Montagna, la tradizione crede di ravvisarla in una collina alta circa 150 metri, posta sulla sponda occidentale del lago di Tiberiade, sopra Tabgha. distante tredici chilometri da Tiberiade e tre da Cafarnao, collina chiamata Colle delle Beatitudini. Il discorso venne tenuto su di uno spiazzo a mezza costa della collina, in località dove Gesù era solito recarsi a predicare. Ammarare è voce nuova creata col sorgere dell'aviazione e vuol dire posarsi dolcemente sul mare; in tal senso è certo una voce felicemente coniata, per quanto ripresa dai puristi; e infatti quale altra parola essi vorrebbero sostituire a questa? Decollare fn senso inverso, per staccarsi di un aeroplano da terra o di un idrovolante dall'acqua, quasi vi fosse stato incollato, è anch'esso un verbo nuovo, per quanto ci sembri meno felice del precedente. Donde viene il verbo angariare? Da angaros. Così era chiamato il portatore d'ordini o missive ufficiali, Questi corrieri, in uso presso gli antichi persiani che erano costretti a servirséne per le Spedizioni necessarie nell’immenso territorio dell'impero, veni. Vano sovente requisiti a forza, con quanta soddisfazione di chi fosse oggetto di tanto faticoso incarico è facile immaginare. Donde « angariare » l'operazione del requisire persone a tal fine, ed *angaros » il disgraziato requisito. Qual è il significato della locuzione medioevale: Stare in porta? Era un'usanza assai diffusa e consisteva nel radunarsi davanti alla porta di casa su baltresche od altre costruzioni posticce, magari anche soltanto su una panchina di legno, in occasione di partico lari solennità o nei giorni di festa, per assistere alla sfilata di cortei o al passaggio di cavalieri che si recavano a passeggio col loro seguito. Quelle cavalcate — scriveva il Bandello — erano sempre profumate da. capo a piedi e spandevano l'odore per tutta la contrada. Qualcuno di codesti raduni, specie in Firenze, aveva anche carattere intellettuale. Anselmo Ronchetti fu un famoso calzolaio di Milano vissuto all'epoca napoleonica. La sua fama. oltre che per la perizia ch'egli aveva nell'arte sua, gli derivava dall'aver egli saputo raccogliere Intorno a sé un eletto circolo di illustri personaggi. I suoi studi regolari erano stati ben poca cosa, ma intelligentissimo ed avido di sapere, aveva saputo formarsi una discreta cultura per proprio conto. Uno scrittore del tempo così ci deserive questo curioso circolo che aveva sede intorno al deschetto di un calzolaio: « Una curiosa stanza tutto intorno ornata di oggetti d'arte. dove potevansi ammirare opere di Hayez. di Miglia la. di Woogd, di Morghe. di Longhi, di Marchesi e di molti altri eccellenti artisti. Una tale stanza che sarebbe stata degno sacrario di un letterato enciclopedico. era l'officina în cui il più famoso tra i calzolai europei, in abiti logori e succinti, circondato di pelli, di suole. di misure. tagliava calzari che poi dovevano vestire ipiù illustri piedi di monarchi, di ministri, di cicisbei di Parigi, Londra, Vienna di Nuova York e di Canton ». Tra i frequentatori di questo circolo erano il Parini. îl Monti il Foscolo, il Porta. Pietro Verri. Melchiorre Gioia, Federico Confalonieri. Romagnosi, Appiani, Migliara ecc. n Arnaldo Cervole fu un illustre condottiero francese del Périgord Prese parte alle guerre di Francia nel secolo XIV; saccheggiò la Provenza, la Borgogna, la Lorena. la Sciampagna, alla testa della Sua famosa Compagnia bianca, combattendo pel re di Francia. Fu ucciso nel 1568. E Clitemnestra. è personaggio della leggenda omerica. Figlia di Tindareo, re di Sparta, moglie di Agamennone, fece perire CasSandra. figlia di Priamo. Durante l'assenza del marito fu l'amante Mli Egisto, figlio di Tieste, il quale poi, d'accordo con lei, uccise Agamennone 21 suo ritorno. Fn nerieA a sua volta dal proprio figlio Oreste. Ebbe due figlie: Elettra e Ifigenia.

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NOTIZIE VARIE * Attualmente in Francia è oltremodo difficile trovare di biancheria. L'industria tessile specializzata non lavora più che 30 ore la settimana e la mancanza di materia prima fa preveder una ulteriore diminuzione. Fortunatamente per f francesi, esiste però in Isvezia un comitato che si è proposto di porgere loro aluto ed ogni assistenza possibile. Si tratta di una sottoorganizzazione della Croce rossa svedese. Ora — ad esempio — questa lodevole istituzione fa di tutto per provvedere | francesi di blancheria. Soltanto che, anziché lino, questa biancheria è di... carta! Camicie di carta, corpetti e mutande di carta, lenzuoli e tovaglie di carta! Bisognerà abituarsi! Intanto 15 carri ferroviari carichi di tale blancheria sono giunti in Francia ed altri sono In viaggio. Una parte del corpetti e del panciotti di carta è destinata ai prigionieri di guerra francesi in Germania

Pranzo

Zuppa. Ginetta Sogliole all'Andalusa Insalata Euiva Melone sorpresa Vino: Barolo

BOTTEGA DEL GHIOTTONE IN TEMPO DI GUERRA UPPA GINETTA. - Lessate in litro € mezzo di acqua salata tre cip le, quattro grosse carote, due porri, un pugno di pis li (anche se sono già duri e vecchi), edue pi gni di ceci. A metà cottura mettetevi quattro 0 cinque pomodori. Lasciate bollire forte ma tenendo il tegame chiuso. Quando vedrete questi legumi spappolati, passate il tutto al setaccio e rimettete il passato al fuoco, abbassandolo e lasciando cuocere pochino e lentamente. Condite con una punta di estratto di carne, e versate nella zuppiera. Tritato finemente acetosella e prezzemolo e cospargetene la zuppa, assieme a del parmigiano grattugiato. SOGLIOLE ALL'ANDALUSA. - Qualcuno ha detto un giorno che si mangia sempre la sogliola fatta allo stesso modo... In realtà, vi sono ben 130 modi di cucinare le sogliote. Una tale varietà dovrebbe fare sì che non ci st stanchi mai di mangiarle, In questo caso, le sogliole debbono naturalmente essere perfettamente pulite, le pinne asportate. Rav volgete le sogliole in un panno di bucato e fatele sobbollire lentamente in acqua un poc salata in cui avrete messo un mazzetto di odori, due carote, un gambo di sedano ed un bicchiere di vino bianco secco. Prima di mettere a fuoco le sogliole per farle sobbollire, preparate le melanzane sulte quali le poserete, scegliendole fra le più bette e grosse. Date tin bollo alle melanzane, in acqua salata. Apritele in due per ll lungo € scavatele un poco. Mettetevi un goccio di olio, un poco di peperone rosso tritato, e parecchia polpa di pomodoro fresco. Le melanzane così preparate vanno messe al forno entro un tegame di pirofila spalmato leggermente di olio o di burro. Dopo bre tempo vedrete la pelle delle melanzane un poco raggrinzita. Questo è il momento in cui bisogna levarle-dal forno, e posare su ogni melanzana così farcita, la sogliola. Fate fondere un pezzettino di burro, pochissi più che sufficiente, e quando lo vedrete colorito versateto ‘#ulle sogliole e melanzane e rimettete al forno per pochi minuti. Mandate in tavola nello stesso tegame di pirofila posato sul piatto di portata. INSALATA ESTIVA. - Cetrioli bei verdi finemente affettati, pomodori bei rossi affettati più grossi, barbabietote cotte al forno, rosse e succose, e patate bollite ed affettate, fanno una magnifica insalata. Mettete tutto ciò nell'insalatiera e preparate il condimento con un cucchiaino di senape stemperata in due cucchiai di latte, fresco o condensato. Mettete sale e pepe a' volontà, alcune goccie di sugo di limone, e versate tutto sulla bella insalata. Tutt'intorno, a corona, mettete delle foglie d'insalata verde alternate a fettine di uova sode. Cospargete abbondantemente con prezzemolo e cerfoglio tritato. MELONE SORPRESA. - Pulite bene (esternamente) un bel melone, con uno straccio tmido in modo che la corteccia non abbia più nessuna traccia di terra, Tagliate coraggiosamente un bel « tassello »fondo nel melone. e con un cucchiaione asportate con abilità: prima i semi che butterete via. poi la polpa che metterete invece in una scodella, dopo averla passata al setaccio, Mescolatevi 500 grammi di fragole. o di lamponi. Condite con due bicchierini di maraschino e pochissimo (un cucchiaio) di zucchero. Introducete questa « farcia » nel buco fatto asportando il tassello, e riempite bene il melone. Poi, richiudete col tassello stesso. il quale deve avere un taglio netto, in modo che non si veda nulla. Mettete in ghiaccio per un paio d'ore almeno prima di mandare in tavola. BICE VISCONTI

PER

SENTITO

DIRE

In un numero de « La Stampa della scorsa settimana il signor Alberto Savinio ci fa sapere chiaro e tondo che non ha nessuna stima per la poesia e tanto meno per i poeti. (Ma non è lut che, tempo addietro, in un diffuso settimanale se la prese anche con Giacomo Leopardi, fulminandolo con parole di disprezzo?). Il signor Savinio prende le mosse Icuni versi del Measio e ci dimostra come l’insigne poeta melodrammatico el secolo decimottavo meglio avrebbe fatto a seguire l'art dell'orafo, a cui il saggio genitore lo aveva indirizzato: in uno di quei versi il poeta, obbligato a contenere il proprio pensiero in undici sillabe, commetteva un errore di grammatica, e in un altro un errore di storia; due errori che per un paio di secoli erano sfuggiti ai lettori e ai critici, ma che oggi il signor Alberto Savinio scopre ed addita al’ pubblico isprezzo. E il signor Savinio conclude dicendo che, se è vero che lumanità nei suoi primi balbettamenti cominciò ad esprimersi in poesia, ciò può essere comprensibile; ma che, glunta

all'età della ragione, l'umanità è pregata di esprimersi in pr ché fa molto meglio, è assurdo, infatti, dover plegare il proprio pensiero alle esipenze della inutile rima, o doverlo costringere in un dete minato numero di sillabe: chi ,sa Dante quale,superbo capolavoro ci avrebbe lasciato, se invece di usare quel rompicapo del verso si fosse saggiamente espresso in buona prosa! Anche la musica, secondo la teoria del signor Savinio, doyrebbe probabilmente essere abolita, perché non c'è affatto bisogno di canti e di suoni, dato che per estrinsecare i nostri sentimenti abbiamo delle quadrate ed esatte parole, per cui possiamo note.

benissimo

fare

a

meno

degli

arzigogoli

delle

sette

In quanto alla tirannide che la rima esercita sul penslero, è ampiamente dimostrata dalla confessione del solito poeta contemporaneo, il quale scrivi

essa

Voi lo sapete, un povero poeta

alle cose più assurde è condannato, perché in ogni occasione, 0 triste o lieta, il suo pensiero è sempre incatenato, per la necessità ch'egli s'esprim secondo le esigenze della rim Innamorato d'una donna bion non può girar con lei sotto la luna nel sogno d'una notte vagabonda deve servirsi d'una donna bruna; e dà alle brune tutta la sua stima contro ogni voglia, a causa della rima

Innamorato d'una donna onesta, quando si trova in preda alla mattana e strane idee gli giran per la testa, canta le lodi d'una cortigiana, aspira alle carezze d'una mima, unicamente a causa della rim Dedicando dei versi ad una Ofelia o, peggio ancora a qualche Genovetfa, col cuore amaro parlerà per celia, penserà per istinto ad una betff: anche se un puro amor sognava prima e tutto ciò per colpa della rima! Entusiasmato del fiammante sole e d'una brezza profumata e lieve, nelle sue vane ritmiche parole spesso si trova ad invocar la neve, magari la tempesta: anche pel clima è assoggettato al giogo della rima. Messo dinanzi al solito cialtrone,

che mai non ebbe un’oncia di buon senso

ma è diventato un uomo d'eccezione,

deve sciupar per lui nubi d'incenso e dichiarar ch'è un genio ed una cima, per le esigenze della ingrata rima!

ROSSO GUIZZO MILANO


GRAN PREMIO

vai

E IL

PIU FINE

DEI cosnac|


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