GIORNALE DI MEDICINA MILITARE 1967

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ANNO JJ7" - FASC. J

DI

MEDICINA MILITARE PUBBLICAZIONE BIMESTRALE .4. CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA' MILITARE

DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO - ROMA


GIORNALE

MEDICINA

DI

MILITARE

MINISTERO DELLA DIFESA - ESERCITO -

ROMA

SO MM ARIO

FRn,o-.:1 P.:

~fielopatia da spontlìlosi cervicale:

tliagnmi e u:mamcnto

FERK.\)OLI F.: Sulla possibilità di introdurre la carne di pollo nella raZI<Ill<: ali mentare del soldato

12

MAHRORlLLI A.: Una nuova tecnica nella terapia della ~imlauilia

-'4

R~cst

36

P.: Alimentazione in alta montagna

MANGA:-JIELLO A.: Sulle cisti o'~ec ~ohtarie del calcagno

46

CARRA G.: ConsJderaziont medico-lc:g::eli di ordine oftalmologico rclati\'c ad un caso di a~scrito mancinismo in soggetto m::er.cante dell'::mo mpcriorc sini~tro

52

A .. C.wALLorn C.: Miglior~tmcnto della percezione \'i<i\'a del penonale impiegato in operazioni notturne, oucnibile per via farmacologica .

58

~!.~cctOJtF.I ,LJ E.. GAI\CEMI G.: Determinazione dcll'azobenzenc nel fenilbutazone

!16

CFSSAI\!i.U. \ V., FERRARI N! G.: Metodo colorimetri co per la rkcrca del saccarosio zucchero invertito- glucosio nei vini e nei mosti

71

Rendiconti della I settimana di ~tudi tleii'.\.N.S.M.I.

i4

STA!'CO

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA : Recensioni di libri Recensioni da riviste e giornali Sommari di riviste medico-milttari

NOTIZIARIO: ~otizie

tecnico-scientifiche

l\otizic militari

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Necrologi

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GENNAIO·E'EBBRAIO 1967

ANNO 11 70 • PASC. l

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE P UBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MILITARE

CLINICA NEUROCHIRURG ICA DELL'UNIVERS!TA' DI PADOVA Direuorc: Pro t. P. FRUCOI'I

MIELOPATIA DA SPONDILOSI CERVICALE: DIAGNOSI E TRATTAMENTO P. Frugoni Conferenza tenuta presso l 'Ospeda le Militare Principale di Padova il 20 g•ugno r9<)6.

La spondiJosi cervicale (S.C.) vie ne attualmente definita come un processo degenerativo cronico della colonna cervicale conseguente, nella maggior parte dci casi, al decadimento fisiologico dei dischi intervenebrali c presente, forse, in tutti gli individui di una certa età. Il ruolo sostenuto dalle lesioni spondilosiche nella genesi delle mielopatie ccr· 'icali è acquisizione recente, tanto più importante in quanto si ritiene che mli lesioni siano la causa piil frequente delle malattie midollari che insorgono dopo i 50 an ni. Il termine spondilosi cervicale, si riferisce ad alterazioni degenerative croniche vertebra! i conosciute da tempo sono ,·ari nomi: spondilosi deforma me, osteoartrite, spondilite deformante, ostcofitosi, spondi!ocondrosi ecc. Il termine di « spondilosi cervicale )), introdotto da Brain e coll., pur non es~endo del tutto corretto dal punto di vista etimologico. è stato da tutti largamente accettato. Lesioni spondilosiche della colonna cervicale sono presenti in una altissima per· centuale di individui che hanno superato i 50 anni: secondo alcune statistiche un quadro radiologico di spondilosi ccn•icale si riscontrerebbe nel 7 5 ° ~ delle persone .! i oltre 50 anni e nel 95°<, di quelle che hanno superato i 70. Queste alterazioni degene rative del d isco intervcrtebralc devono, pertanto, essere n msiderate quasi una condizione fisiologica dell'età media ed avanz:na della vita: 1t lla maggior parte dei casi, rutta via, sono asintomatiche, rappresentando generalmente un re perto accidentale radiografico o autoptico. In un minor numero di c:~s• 'ono causa di compressioni r:~dicolari e midollari c si accompagnano a segni o sintomi , m tituenti il quadro della micloparia da spondilosi cervicale. Attualmente la maggioranza degli studiosi è concorde nel ritenere che la spondi)o,: cervicale sia secondaria ad alterazioni degener:HÌ\'e croniche dci dischi intervertcbrali, che possono determinare: riduzione degli spazi intervcrtebrali, prolrusione ed


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a volte fissurazione dell'anello fibroso, formazione di ost(!ofiti marginali ecc. Per le considerazioni ora ricordate, alcuni Autori includono la spondilosi cervicale nel capito!o delle ernie discali, creando in tal modo confusione perch~ queste due affezioni, pur essendo affini, presentano nelb maggior parte dei casi una etiologia ed un quadro anatomo-patologico c clinico differente. Va pertanto condiviso il parere espresso da Brain, che convenga tener distinta la patologia conseguente all'ernia discale propri:Jmente detta da quella peculiare della spondilosi. ì\'ell'ernia discale propriamente detta, il processo degenerativo interessa principalmente l'anello fibroso e solo in parte il nucleo polposo: spesso, in seguito :1d un trauma, si verifica acutamente la «estrusione:. di quest'ultimo - c: ernia molle, nello speco vertebrale, in genere a li\·ello di un solo disco intervertebralc. Nella spondilosi cervicale, il processo degenerativo interessa il nucleo polposo ed in minor grado i mezzi di contenzione del nucleo polposo stesso, con protrusione dell'anello fibroso e o~teofitosi marginale secondaria - «ern ia dura ) - in genere a livello di più dischi intervertebrali. E' co'a accerrata, però, che il prolasso od erniazione del nucleo polposo nello speco vertebrale possa dar luogo, in un secondo tempo, ad un quadro di spondilosi. Il che non giustifica, tuttavia, il considerare assieme lesioni, come detto, assai diverse come etiologia, patologia e eli n ica. In particolare, noi non intcndi:JJno qui riferirei alle ernie d iscali propriamente dette, ma solo alle spondilosi cervicali: quc~ta specificazione ha molta importanza per non ingenerare delle confusioni e per cercare di chiarire quanto verrà detto in seguito. Ancor oggi non è facile stabilire concordemente quali siano i fattori di maggior rilie\'O che in presenza di una spondilosi cervicale possono determinare la comp:1rsa di una miclopatia. Se, infarti, è chiaro che le protuberanze osteofirichc giocano un ruolo notevole nel determinismo della mielopatia, la patogenesi di quest'ultima rimane anco r discussa. A seconda delle v~1rie opinioni, la rnieloparia potrebbe comparire per compressione diretta delle fibre nervose; per interferenza colla circolazione disLrcttuale arteriosa e venosa (Brain c coli., Mair e Druckman, Clarkc e Robinson, Spurling); per irritazione delle guaine meningee con reazioni fibrotiche ::~derenziali in particolare della aracnoide e della dura (Ricard e Masson, Guillaume c Caron); per trazione sui cordoni laterali midollari da pa rtc dei ligamenti dentati resi dallo spostamento dorsale o dorso-laterale del midolJo stesso ( Kahn); per fenomeni degenerativi dei piccoli vasi intramidolJari (Girard e Coli.) ccc. Le osservazioni di Payne e Spillane, ed altri sulla compressione dell'arteria vertcbrale lungo il decorso del cnnale intertrasvcrsario da parte degli osteofiri ed i lavori di Taylor, Schneider e Coli., sull'importanza dell'i pertrofia dci ligamenti gialli nel comprimere il midollo cervicale durante il movimento di estensione del capo, mettono bene in rilievo come questi fattori, agendo in determinate circostanze, siano in grado di provocare una sofferenza midollare. Ha notevole imporranza patogcnetica, inoltre, nell'insorgenza della mielopatia da spondilosi cervicale, il fattore traumatico, compressivo, nei movimenti di flesso-estensione e rotazione del capo (Wolf e Coli., Payne e Coli.), soprattutto quando il diametro antera-posteriore del canale r:~cbideo sia ridotto a IO o meno millimetri (Wolf e Coli., Payne e Coli., Guidetti). E ciò particolarmente in rapporto ad alcune caraueri~otiche fisiologiche del midollo cervicale: suo notevole volume re::lativo in confronto al diametro del canale spinale e sua relativa fissità per la presenza dci ligamenti dentati e per la brevità delle radici ad andamento orizzontale_ Condizioni queste che, in presenza di osteofiti, possono grandemente alterare il nor. male scorrimento del midollo nelle sue guaine durante i movimenti, risultando in un traumatismo m idol lare cronico, specie in individui dediti a lavori pesanti.


3 Nella spondilosi cervicale, a seconda della sede degli osteofiti, si può avere una compressione midollare, radicolo midollarc o radicolnre. Schem:ttizzando, si pos~ono gro\wlanamentc <Jistingucre: a) ostcofìtosi mediane, cioè sporgenti nel canale spiMlc in posizione centrale, che eminentemente provocano una compressione sui cordoni midollari anteriori. h) osteofitosi medio-laterali, che determinano una compressione midollare antero-laterale, e delle raùici dello st.:sso lato. c) osteofitosi laterali, che comprimono esclusiv:unente le radici. So\'ente è possibile riscontrare uno o più tipi di osteofitl nello ~tesso paziente. Noi desiùeriamo occuparci t)Ui eminentemente dei casi di spondilo~i con protrusione posteriore mediana o medio-laternlc, che causano principalmente segni di sofferenza midolla re. c cioè la cosi detta mielopatia ce n icale da spondilosi. La malattia predilige. come detto, l'età media, ed il sesso maschile, a causa della più pesante attività lavorativa cui l'uomo è mttoposto. Il quadro clinico delle mielop:nie da spondilosi cen·icale è caratterizzato da segni clinici di sofferenza delle vie piramidali e del 2° neurone di moto e da disturbi se.n sitivi radicolari e cordonali che, molto spesso, si intrecciano in maniera complessa, dando luogo ad una sintomatologia quanto mai polimorfa. Le cause che sostengono un tale polimorfismo sono varie, ma riconducibili, essenzialmente, nel loro complesso, alla diUerente sede, livello, unicità o molteplicità delle lesioni osteofitiche comprimenti il midollo nonché alla presenza o assenza di segni di sofferenza radicolare. Questi diversi elementi ci con~entono di renderei conto della variabilità del quadro clinico della miclopatia da s.e. c delle ragioni per le qunli, fino a pochi anni fa, solo in un numero relativamente modesto di casi veniva posta una diagnosi corretta, mentre la sintomatologia, così complessa, veniva spe~so erroneamente attribuita a sclerosi amiotrofica, a sclerosi multipla, a tumori midolbri, ccc. Il quadro cl inico, se attentamente vagli:lto, denuncia sempre una chi:1r:1 sofferenza del midollo cervicale, a prescindere dall'ordine con cui i sintomi compaiono e dal variare dei territori più o meno colpiti, dal livello delle lesioni, dalla unicità o molteplicità delle lesioni stesse ecc. Una paraparesi spastica che inizi nell'età media della vita, colpisca prevalentemente il scs~o maschile e pcNme dedite a lavori pe~anti, abbia un decorso lentamente progressivo e si accompagni. negli arti 5uperiori, a segni misti di sofferenza delle \'ie centrali e periferiche di moto, unita a modesti deficit delle sensibilità radicolari e cordonali, deve richiamare alla mente l::t possibilità che c.li mielopatia da spondilosi cervic:tle si tratti e consigliare quegli accertamenti ani a rischiarare il diagnostico. l disturbi di moto agli artt inferiori aprono in generale il quadro clinico e si manifestano, all'inizio, con facilità alla stanc hezza, difricoltà nel salire le scale e rigidità. Contemporaneamente, o dopo un certo periodo di tempo, i pazienti avvertono un impaccio nei movimenti del collo. a \'Oitc dolenzia, sovente episodi dolorosi con o senza irradinzione alle spalle ed agli arti superiori. Sensazioni :tnormali riferite come formicolii, sensazioni di caldo c di freddo, di bruciore ecc. sono avvertite principalmen te agli ani superiori ed al tronco. Eccezionalmente i di~turbi della sensibilità ven gono denunciati come diminuita percezione tattile o termo-dolorifica. Difficoltà cd impaccio nei fini movimenti delle dita sono avvertiti freq uentemente e precocemente dai pazienti che eseguono lavori di precisione o attività tali da richiedere una particolare destrezza manuale.


4 La malattia progredisce insidiosamente, fino a rendere questi pazienti degli invalidi. A volte, la progressione subisce una battuta di arresto in concomitanza, acl esempio, di cambiamenti del tipo di lavoro o in occasione di un periodo di riposo. L'arresto della progressività può anche diventare definitivo in qualche caso se, pens:tndo ad una artrite cervicale, si ha cum di immobilizzare il collo del pa7.iente in un apparecchio che eviti movimenti di flesso-estensione. Talora, i n vece, mentre la malattia segue la sua normale evoluzione, un trauma anche modesto, quale un brusco movimento di iperestensione del collo. può precipitare la sintomatologia clinica. Fenomeni di atrofia si possono inst:lUrnre a carico dei muscoli delle mani c, in grado minore, di quelli dell'avambraccio c clel br::tccio. In questo periodo alcuni pazienti si accorgono che i muscoli degli arti superiori, specie quelli prossimali e de! cingolo scapolare, sono animati da «guizzi~ e cioè da contrazioni involontarie tipo fascicolo-fibril:are. Come detto, i disturbi della motilità costit uiscono la caratteristica essenziale della mielopatia da spondilosi cervicale - e sono quelli che spingono il paziente al ricovero - l'ipertonia muscolare prevalendo sempre sulla diminuzione di forza in tutti gli stadi del decorso. Questi disturbi tntzta no generalmente ad uno o entrambi g li a rti inferiori, con un senso di staochezz:.~ precoce, rigidità più ancora che diminuzione di forza, tanto che in questo stadio non sono sempre hcili da obbicttivare. Lentamente e progressivamente detti sintomi aumentano di gra\'ità, fino a rendere la deambulazione difficile o del tutto impossibile. Contemporaneamente, ma più spesso dopo un periodo di settimane o di mesi, insorgono disturbi della motilità ad uno od e ntrambi gli arti superiori, in genere più complessi essendo espressione, come detto precedentemente, di una sofferenza delle vie di moto ccntmli e periferiche (vie piramiùali e 2° ncurone) a volte così intima· mente associati che riesce difficile orientarsi sull'esatto livello delh1 lesione. I n genere. una compressione midollare che si verifichi al di sopra del rigonfiamento cer\'icalc si manifesta con una diminuzione di forza globale agli arti superiori e inferiori, con aumento dci tono e dei riflessi, mentre una compressione sul rigonfiamento cervicale stesso, :.t seconda del livello, darà luogo a segni misti di sofferenza delle vie centrali e perifericl-te di moto. l di!>turbi motori agli arti superiori presentano le seguenti caratteristiche: diminuzione di forza pre\"alentemente ad una o entrambe le mani, accompagnata frequentemente da atrofia dei muscoli intrinseci, aumento del tono, a umento di alcuni riflessi profondi, mentre altri possono risultare assenti, diminuiti o inve rtiti. Nelle compressioni midollari medio-laterali, i disturbi di moto possono essere limitati alla metà omolatcralc, mentre controlatcralmente si instaura una diminuzione del'a sensibilità terme-dolorifica, secondo il quadro della sindrome eli Bro'lvn-Scqu:.trd. Tale q uadro è peraltro raramente puro, poiché vi è quasi sempre una compromissione dei riflessi profondi anche all'arto inferiore cootrolatcralc, mentre i disturbi della sensibilità non corrispondono con esattezza alla emisindrome classica. T disturbi della sensib:lità assumono rarameme un ruolo di primo piano nelle mielopatic da S.C.: di solito episod:ci, rar:JmentC di gra \'C intensit.Ì, SpeSSO devono essere richiamati alb memoria dci paz ienti che tendono a dimentic::~rli, sia per il tempo trn scorso sia perché diagnosticati come di altra n:Jtura. Pur avendo un ruolo diciamo così secondario, essi non sono per questo meno importanti dal punto di vista diagnostico in quanto molto spesso servono a differenziare la mielopatia da spondilosi cervicale da altre malattie del midollo, come ad esempio la sclerosi laterale amiotrofica .


5 Le manifestazioni dolorose, generalmente di tipo acccssuale, localizzate al collo, con 0 senza irradiazione alle spalle, agli arti superiori, alla colonna vertebrale, si possono rilevare in circa la metà dei casi. Più frequenti delle manifestazioni dolorose sono le sensazioni «anormali», quali formicolio, senso di addormentamento, di caldo e di freddo, bruciore, senso di costrizioni, prevalentemente localizzate agli arti superiori ed in specie alle mani, meno al tronco ed agli arti inferiori. Dal punto di vista obbiettivo, i vari tipi di sensibilità, di norma , non appaiono gravemente compromessi e più c he di vera perdita tranasi di diminuzione di uno di essi. Ciò è tanto vero che solo eccezionalmente i deficit della sensibilità vengono av. vertiti chiaramente come tali dal malato. Nella maggior parte dei casi è più colpita la sensibilità termo-dolorifica di quella tatti le, ma raramente vi è una chiara dissociazione tra le due. I livelli di ipoestesia possono arrivare fino alla regione cervicale, o essere limitati al tronco o agli arti inferiori, uno o bilateralmente, associandosi, a zone di ipoestcsia agli arti superiori di tipo radicolare. In una bassa percentuale di casi vi sono anche disturbi della sensibilità profonda, da compromissione dei cordoni po· steriori: in genere la pallestesia è più compromessa del senso di posizione. l malati con spiccato interessamento dei cordoni posteriori possono presentare ovviamente un:1 certa atassia. Più raramente possono essere riscontrati, nella miclopatia da S.C., disturbi sfinte· rici. che si manifestano con minzioni imperiose o difficoltà ad iniziare la minzione. e ~tipsi . Il nistagmo, la sindrome di Bernard-Horner e i disturbi vasomotori agli arti superiori sono di eccezionale riscontro. L:~ rachicentesi, in questi malati, fornisce spesso referti dinamici e liquorali nei limiti de:la norma; talvolta si può avere un blocco p:trziale, eccezionalmente uno to· tale, con conseguente dissociazione albumino-citologica. L'esame radiografico diretto del rachide cervicale deve essere praticato di routine in tutti i casi in cui vi sia il sospetto di una mielopatia oervicale : per rispondere in pieno alle esigenze diagnostiche i radiogrammi devono essere eseguiti, oltre che nelle proiezioni antera-posteriore e latera le, anche in proiezioni obl ique, destra e sinistra. Utili informazioni sulla dinamica ve rtehrale a questo livello ed eventuali dati sulla limitazione funzionale o anormalità dei movimen ti della colonna possono essere otte· nuti studiando la colonna cervicale in proiezione latero-latcralc con colonna in iperestl.:nsione ed in flessione. Il quadro rad iografico è caratterizzato da un abbassamento ed appiattimento di uno o più spazi intervertebrali, con presenza di osteofitosi marginali interessanti l'intera circonferenza della faccia articolare della verte bra o solo pnrte di essa. 1'-:ei radiogrammi in proiezione laterale, gli osteofiti appaiono come dei becchi ossei più o meno sporsenti. Si notano inolt re una motilità del rachide cervicnlc generalmente ridotta o assente a live:lo degli spazi intcrsomatici appiattiti ed aumentata in quelli sopra e sottostanti, oltre a variazioni di forma e di grandezza dei forami di coniugazione. che di solito appaiono ristretti nei radiogrammi in proiezione obliqu:~. Non sempre, come già accennnto, vi è corrispondenza tra quad ro radiologico e disturbi neurologici, ma in presenza di disturbi neurologici riferibili ad una mieloparia cervicale, una spondilosi cervicale radiografìcamente acce rt:~ta può assumere notevole importanza diagnostica. Trattandosi molto spesso di lesioni mulùplc, o meglio a più livelli, ed essendo difficile clinicamente e radiograficamente stabilire con esattezza la rispeltiva importanza delle lesioni, è necessario in molti casi procedere ad esami radiodiaQnostici con mezzo di contrasto. ~ Il più usato di questi ultimi è la classica mielografia, usando olio iodato di tipo fluido che, introdotto per via lombare in quan tità di 8-10 cc. c guidato in sede cÙ-


6 vicale, possa essere riaspirato alla fine dell'esame. Es~o può dimostrare la presenza di difetti della colonna opaca a livello delle sa lienze o~tcofitiche in proiezione antereposteriore e delle impronte ancor più chiare (a malato in posizione prona) in proiezione latero-larerale, a uno o più livelli. Si può inoltre usare con profitto, in qut•sti ca!.i, la c pneumomielografia >, che si avvale della introduzione di aria per via Iom bare come mezzo di contrasto, il paz. \'enendo studiato in proiezione larero-laterale. stratigrafica mente, ottenendo spesso dt:lle imm:agini molto nitide ed indicative. Una indagine di più recente acquisizione è la discografia cen·icale che consiste nell'iniettare direttamente nel disco sospeno il mezzo di contrasto. Con questo me· rodo è possibile giudicare dell'integrità o meno dell'anello fibroso. Infatti, praticata la puntu ra del disco per via anteriore percutanca - dopo :~ver scartato lateralmente il fascio vascolo-ncn·o:.o del collo, passando fra di esso e la trachea ed esofago - ed iniettati nel di~co in studio 0,5 cc. circa di llypaque, se il disco è integro il mezzo di contrasto si raccoglie in una bolla rotondeggiante al centro del disco stesso, mentre se l'anello fibroso è rotto o fissurato si ha passa~gio del mezzo di contrasto posterior ment<.·. nel canale spinale, nella grande maggioranza dei casi. Consideram I:J difficoltà di tr;1cciore in sintesi un q uadro clinico patognomonico delb mielopati:l da spondilosi cervicnle. appare problemntico lo ~tabili re criteri esatti per differenziare que~ta malattia da altre dell'asse cerebro-spinale che possano com. promettere, ad un tempo. le fondamentali \ie di moto c di semo. Ciononostante.: vale la pena di fissare alcuni criteri d ifferenziali con le affezioni nettrologiche più brganwnte note e che si prestano ati errore, 'oprattutlo perché i malati, :.e erronc.1mente ritenuti affeni da queste ultime, \'anno fatalmente incontro ad un progressi,·o peggioramento cd hanno una progno)i quanto mai infau~ta. specie quoad valetudinem. Le entità patologiche colle quali più fa cii mente 1:-t mielopatia da S.C. viene confusa sono: la sclerosi laterale amiotrofica, la sclerosi in piastre. la parolisi spinale spastica, la miclosi funicolare ed alt re affezioni che elencheremo in breve successivamente. Prima di comiderare la diagnosi differenziale. tuttavia, vorremmo ancora ricor dare come la spondilosi cervicale sia molto frequente nei soggetti di una certa età c come, pure essendo essa spesso alla b:~se di una mielopatia non lo sia necessariamente: il problema diagnostico differenziale, qu ind i, risulta molto com plesso e sovente 11011 può e\sere risolto che con esami ncuroradiolo~ici. L'interessamento contemporaneo del neurone periferico e di quello centrale della via di moto nella sclerosi laterale amiotroftar può rendere difficile, nelle for me ini zialmcnte spastiche. la diagnosi differenziale con la mielopatia da s.e .. qualora in questa ultima non siano associati disturbi delle vie di ~enso. Ciononostante, la assenza di dolori rad icobri, il rapido decorso, l'entità e lo tipica distrihutione delle amiotrofìe. la precocità delle fibrillazioni, la mancanza co~ta ntc di disturbi della sensibilità ccc. sono di regola sufficientemente indicativi per la sclerosi laterale amiotrofica. Convrrr:1 comunque praticare sempre un attento esame radiologico della colonna cervicale c: ricorrere alla miclografia qualora dovessero persistere dci dubbi. Frequenti sono gli errori diag nostici fra mielopatia da S.C. c sclerosi in piastre (o multipla), nono~tante la presenza di numerosi dati clinici che contraddistinguono le due affezioni. Stanno in favore della seconda l'età giovanile di insorgenza. con acme fra il III e il IV decennio; la coesistcnz:~ d i sintomi da focolai multipli; il dccorso fluttuante della sintomatologia; il pallore temporale della papilla; la c lassica tri:~­ de di Charcot {tremore intenzionale, nistagmo. parola <;c;~ndita}; il frequente intere)samento dei nervi cranici ecc.


7 L'inizio tardivo, il decor~o progressivo, i dolori di tipo r:tdicolare, l'associazione

,li disturbi centr:ùi e periferici di moto agli arti superiori, l'esi,unza di deficit radicol:tri e cordonali della sensibilità, l'interessamento limitato al tratto cervicale del nevrasse, il quadro radiologico ecc. militano, invece, in favore della mielopatia da s.e. l n complesso la diagnosi differenziale può presentare serie difficoltà ~olo nelle forme di sclerosi a placche ad inizio tardivo cd n localizzazione e~clmi'"amcme spinale; forme nelle quali una rnielografia si impone, d:na soprattutto !:t diversità del problema tcrapeutico. La sintomatologia della paralisi spinale spastica di Erb-eharcot può presentare delle difficoltà diagnostiche differenziali con la mielopatia da s.e., ~oprattutto quando in essa manchi il fattore eredo.famibare. In favore della paralisi spastica, depongono il fatto che essa colpisce preferibilmente soggetti giovani e solo raramente gli adulti; la progressione lentissima della paralisi, che per molto tempo rimane limitata agli ani inferiori; il molto tardivo interessJmento degli ani superiori. Ancora maggiore. c direi decisiva imporranza, hanno l':t\\Cnza, a carico degli ani superiori, di sintomi rife ribili a sofferenza del TJ neurone di moto e la mancanza di di~turbi della sensibilità. Il qu:tdro clinico della nllelo.ci-fumrolat·e può, a sua volta, presentare talora delle difficoltà diagnostiche differenzi:~ l i nelle forme con paraparesi di tipo spastico, che sono pcralL ro la mino ranza (ci rc:-e il 40° 0 ) in confronto :1 quelle eli tipo flaccido. L':mcnza di sintomi riferibili all'interessamento delle mJki c· della sostanza gri· gi:1, l'assenza di dolori, l'entit3 delle parcstesie e dei deficit della ~ensibilità profonda, la m:~rcata atassia, la coe~istenza della sindrome ematologie:~ c di quella gastro-intestinale ecc. non !:~sciano dubbi, di regola, in fa,·orc della midosi funicolare. Se queste sono le mabttie per le quali (; più importante tr:~cciare dei criteri di di:~gnosi differenziale in quanto es,e, come detto, si prestano a più frequenti errori. e~istono tutta\Ìa altre condizioni morbose quali la siringomiclia, le lesioni traumatiche cervicali ed i tumori cervicali che pos~ono creare delle perplessid. Per quanto riguarda la Jiringonuclia, depongono soprattutto in suo favore la tipica insorgenza giovanile (2"-4" decennio), il decorso marcatamcntc cronico, le stigmate disgrafichc (cifoscoliosi, deformità tor:lcichc ccc.), la tipica dissociazione te rmo-dolori fica della sensibilità (che pur non essendo di per sè patognomonica raramente è as~cnte), la predominanza dei sintomi da lesione della smt:1n1.;1 grigia e delle fibre commissurali su q uelli da intcrcs~amcmo funicolare. piramidale e dci cordoni po· steriori, i disturbi trofici, \'asomotori c della sudorazione, la non rara presenza di H orner cd infine la eventuale coesistenza di disturbi bulbari (siringobulbia). ~elle l~sioni midollari o·,rumuttch~. quali, ad esempio, quelle con~gucmi a trauma in ipcrestensione del capo, oltre alla anamnesi, l'esame radiogr:~fico permette molto spesso un giusto orientamento. l tumori spinali, specie quclh situati anteriormente, possono pure creare delle difficoM diagnostiche differenziali. l reperti liquorali, tuttavia, sia manometrici che citochimici, lo esame radiografico (sia in senso negativo che positivo) cd cvcntual· mente la miclografia forni scono d i regola clementi sufficienti di g iudizio. Altre forme morbose piti rare, congenite od acq uisite, della colonna cervicale o della cerniera craniospinale, come la lussazìone del dente dell'~pistrofeo c la sindrome da im pressione basilare (associata o meno ad una malformazione tipo Arnold-ehiari), possono pure prestarsi ad errori, anche ~e eccezionalmente. Una attenta analisi dei Ùati clinici e soprattutto un accurato studio radiografico permettono però quasi sempre un giudizio corretto. . La terapia delle rnielopatic da spondilosi cervicale conclamata è eminentemente chirurgica. I n esse, infatti, i rhultati del trattamento comervativo non sono così sod-


8 disfacenti come nelle brachialgie da enùa discale cervicale laterale. La trazione continua ucl rachide cervicale mediante semplice fionda, o meglio quella transchelctrica con staffa di Crutchfield, che forniscono buoni risultati in una certa percentuale dei casi di compressione radicolare ai forami di coniugazione, non sembr:1no essere della ~tessa utilità nelle mielopatie da spondilosi, poiché in queste u ltime la compressione del midollo è esercitat:J da speroni ossei che non subiscono modificazioni, qualunque sia il peso applicato alla carrucola di trazione. Sempre da un punto di vista conservativo, migliori risultati possono essere t:Jlora ottenuti con la immobilizzazione del collo; immobilizzazione che h:~ il principale scopo di impedire estesi movimenti di flesso-estensione i quali, come già detto, sembrano aggr:~vare le lesioni midollari. Ovviamente, il tipo ideale di apparecchio immobilizzante sarà il più leggero possibile e perciò il più facilmente tollerato: gli apparecchi in materi:1le plastico rispondono per lo più bene allo scopo. Ma se il tmttamcnto conservativo può essere considerato nelle forme iniziali di mielopatia d:J s.e., in quelle condam:Jte o in caso di insuccesso, l'intervento chirurgico si impone senza perdita ulteriore di tempo. Fino a pochi :1nni fa, l'unica via seguita per esso era quella postenorc, via che in effetti si è rivelata soudisfacente per l'aggressione delle ernie discali e per le osteofitosi laterali. Non altrettanto può dir~i, però, per qu~nto riguarda le ernie di~cali c soprattutto le osteofitosi mediane, :1 causa di difficoltà eminentemente legate a f:lttori anatomici. A livello cen•icale mancano, infatti, quelle condizioni che permettono, ad escm pio nel tratto lombare, una ottima esposizione della lesione per il facile spostamento del sacco durale c delle radici: il midollo cervicale occupa quasi completamente l'a\tuc cio durale, le r:1dici :1 q uesto 1ivello sono corte ed a decorso qu:~si orizzontale, poco spostabili, sì che riesce difficile ottenere una buona esposizione della porzione posteriore del disco intervertebmlc, sia per v ia extra che intradurale. Questi dati di fano reo· dono molto pericolose le manovre chirurgiche, specie ove si con~ideri che si tratt:1 di midolli spesso funzionalmente già gravemente compromessi, a carico dei quali anche i traumi più lievi possono determin:1re un ulteriore e talvolta definitivo pcggio.amento funzionale. E se per via posteriore può essere talora possibile asportare con successo un'ernia medio-laterale del nucleo polposo, trattandosi di una struttura relativamente molle, a carico di un solo disco intcrvertebrale, questa via diviene pcricolo~a e risult:1 del tutto insoddisfaccnte quando si tratti di ostcofiti situati medialmente ed a più livelli. In queste ultime circosmnze, l:1 demolizione degli osteofiti comporterebbe m:1novre chi· rurgichc molto traumatizzanti che finirebbero per detcrmin:Jre delle lesioni midollari. Questo è chiaramente emer>o dalla ormai lunga c vasta esperienza della maggior parte degli AA. che si sono vccupati di questa chirurgia. Abbandon:~ta quindi la tccnic:J di aggressione diretta delle osteofitosi cervicali mc· diane per via posteriore, la maggior 'P:Jrte dci chirurghi aveva adottato fino a qualche anno fa il metodo proposto nel 1947 da K:~hn. Metodo che consiste essenzialmente, previa bminccmmia estesa ad un numero di lamine adeguato, nel sezionare 3 o -1 coppie di ligamenti dentati. Con questo artificio si ottiene una decompressione non solo posteriore ma anche, per così dire, anteriore, in quantoché il midollo, disancorato dalla fissità imposta dai lig:~menti dentati tesi, diviene libero di spostarsi (tll'indictro, con v:~ntaggi che si riflettono anche sul circolo dell'arteri:~ spinale anteriore. Ricordiamo. incidentalmente, come simile alla tecnica di Kahn per i principi che la informano, sia que ll:~ proposta più recentemente da Scoville ( 196ll, che associa au una laminectomia una " falectomia >> c ci<X: l'abbatrimcnto del tetto dei for:1mi di coniugazione, in modo da ottenere la liberazione delle radici a Ji,cllo dci forami inter-


9 \'ertebrali \tessi. Questo metodo avrebbe il vantaggio, su quello di Kahn, di permet· tere una decompre~sione oltre che midollarc anche radicolare. Queste ultime due tecniche, cd in particolare quella di Knhn, più largamente adotmta in passato. si sono dimostrate efficaci soprattutto nell'arrestare la progressività Jclla mal:mia, nella maggioranza dci casi. Tuttavia. non si on-ia con esse che parzialmente ad uno degli inconvenienti maggiori e cioè ai traumatismi cau~ati dagli ostcoJìti sul midollo durante i movimenti del rachide. Tutti questi particolari problemi chirurgici, sommariamemc esposti, sono stati recl·ntementc in gran parte risolti da alcuni i\A. che hanno introdotto l'aggressione dei dischi intervcrtehrali interessati per via anteriore. Dci vari metodi di que~to ultimo tipo proposti (Smith e Robinson 1955. Dereyma<:ker c Mulicr 1956, Clowarù 1958) abhiamo adottato personalmente tlucllo di Cloward perché ci è sembrato più preciso dal punto di vista tecn ico e soprattutto perché consente di ov,·iarc quasi o;empre. nel decorso po'>toperatorio, all'uso di apparecchi eli contenzione. La tecnica di Cloward per via :'Interiore permette, dopo aver praticato un foro di tra rano fra i due corpi vertebrali delimitanti il disco colpiro, di demolire gli osteofiti posteriori c quindi con l'imcrzione di un bottone m~eo auto otl omoplastico, di ottenere un::~ perfctt::t fusione fra i due corpi vertebrali contigui. Q uesta tecnica, :mcora poco seguita in Iralia, ci 'cmhra >ufficientemente interessante per meritare una espo· ~izionc più particolaregg•ata.

Tecnira di Cloward: subito prima dell'intervento si esegue una discografia, iniettando contcmporantamentc 2 cc. di blue di mctilcne nel di~co che si de,·e aggredire: artificio questo che permette di riconoscere facilmente intraoperawriamente il disco stesso, una volta esposto il piano pre\·ertehrale. Si pratica quintli una incisione cutanea tras,·crsa al cc>llo, a destra, lunga circa 5 6 cm., che va dalla li ne:. mediam1 al borJo anteriore del muscolo sterno clcidomastoiJeo o poco oltre, a livello circa del disco che si intende :1ggredirc. Dissociato verticalmente il platisma. si rctrae lateralmente il muscolo sterno-cleidomastoideo e, incisa la fascia cervicale media, si espone il muscolo omoioidco che viene retratto in basso c meùialmentc. P rocedendo per via smussa, medialmenle al fascio vascolo nervoso del collo, passando fra questo da un lato c l'esofago, trachea, e ghiandola tiroidea dall'altro, si espone la fascia ccrYicale profonda e quindi il piano pren:rtehr:tle. Il muscolo longus colli viene dist:Jccnto bilater:~lmente <bi corpi vc rtchrali e dall'attacco delle apofi>i trasvcrse e viene divaricato con un divaricatore autostatico. Dopo svuotamento del disco, che viene f:.tcilmentc riconosciuto dal colorito bluastro per la precedente iniezione di blue <.li mctile, si pratica un foro di trapa no - con un tr:~pa no speciale munito di guardia - attraverso i due corpi vertebrali ed il disco resid uo fino ad esporre in profondità il ligamento longitudinale posteriore c quindi, asportato questo ultimo, la dura. Si de moliscono c si asportano con particolari strumenti g li ostcofiti posteriori e succcs~ivamentc si pratica u na fusione intervcrtebrale con un bottone osseo cilindrico autoplastico, precedcntememe prelevato dall'ala iliaca del malato (oppure con un bottone di os~o conservato); bottone che viene inserito a forza nel foro di trapano. La fu~ione del trapianto avviene entro 6-8 settimane c quella intersomatica completa entro 3-4 mesi. 11 paziente non ha bisogno di minervc gessate o di altri apparecchi di contenzione c può lasciare il letto 5-6 giorni dopo l'intencnto. Que~t'ultimo è di regola ottimamente tollerato c solo alc uni malati lamentano una li~vc, transitoria di~fagia e disfonia nei primissimi giorni. Non si osservano disturbi dt conto della motilità del capo.

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I risultati sono. si può dire, costantemente veramente molto soddisfacenti. In tutti i no~ui casi controllati a distanza, ad esempio, si è osservata una fusione perfetta ed in una alta percentuale di essi si è avuto un notevole ricupero neurologico, tale da permettere sovente la ripresa dell':mività lavorativa in pazienti che dovevano essere comiderati degli invalidi. In riassunto, la mielopatia da S.C. è una forma morbosa ad andamento progressi\'o e gravemente in,·alidame. Se riconosciuta precocemente, essa può es~ere trattata medicalmente in una prima fase, come già detto, ma se la terapia medica non dà alcun ri\ultato, la indicazione chirurgica è precisa. Riteniamo che fra i vari metodi chirurgici proposti, l'aggressione per via anteriore seconùo Cloward rappresenti la tec n ica di elezione, perché permette d i eliminare la causa della compressione, senzn traumatizzare il midollo, e consente al tempo stesso una artroùesi del segmento rachideo interessato. Questa tecnica, incidentalmente. si è ri\'clata particolarmente utile anche nel trattamento dei traumatismi della colonna cer\'icale. L'approccio abituale per via posteriore, in\'ece, con\Cr\'a tutto il suo valore nel trattamento di quelle discopatie cervicali bterali che diano una compress1one radicolare, senza compromissione delle vie lunghe midollari.

RIASSl':-<To. - \'engono bre\'ementc esposte e discus!><! la etiopatogenesi, sìntomatologia e diagnosi della mielopatia da o~teo6tosi cer\'icale po~teriore mediana e mediolaterale. Dopo un accenno alla terapia medica ed a quella chirurgica mediante aggressione per via posteriore, viene esposta in maggior dettaglio la tecnica di aggressione per via anteriore, secondo Cloward. Secondo l'A. quest' ultima rappresenta i! trattamento di elezione in molti casi, mentre l'aggressione per via posteriore conserva tutto il suo valore nel trattamento delle discopatie cen·icali laterali, a sintomatologia puramente radicolare.

RÉst:MÉ. - On expose et on d•scute brièvement l'étiopathogénèse, la symptomatologie et le diagnostic des myélopathies secondaires à o,téophitose cervicale médiane et médio-latérale. Après un brc( aperçu de la térapie médicale et chirurgicale au moyen d'un agression par voie postérieurc, la technique d'agression par voie antérieure, d'après Cloward, est exposée en detail. Pour I'Auteur cette dernière technique raprésente le meilleur uaitement dans beaucoup de cas de myélopathies, randis que l'agression par voie postérieure maintient roure sa valeur dans le traitcment cles discopathies cer\'icales latéralcs avec une symptomathologie strictement r:1diculairc.

StrilllARY. The pathogenesis, symptomarology and diagnosis of the myelopathy due to posterior mediai and medio-latera! osteophythosis are discussed. The medicai as well as the surgical treatment through a posterior approach, according to the technique of Cloward, is then described in detail. In the Author's opinion the technique of Cloward represents the treatment of choice in many cases of myelopathy, while the posterior approach mantains ali its value in the treatment of thc latera] disc protrusions or of the latera! osteophythosis with pure radicular disturbances.


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MINISTERO DELLA DIFESA DIREZIONE GENERALE DELLA Si\NITA' MILITARE Direttore Gencr:tle: Ten. Gen. Med. ProL F. lADI>VAH

SULLA POSSIBILITÀ DI INTRODURRE LA CARNE DI POLLO NELLA RAZIONE ALIMENTARE DEL SOLDATO Magg. Gen. Med. Prof. Ferruccio Ferrajoli l. d. in igiene

La scelta degli ::~!imenei - che debbono cntr::~re nella composlZlone delb rn10nc del soldato, soddisfacendo a tutte le sue numerose e complesse esigenze ~ non può, come è ovvio, prescindere dal loro costo, dalla loro rcperibilità sui mercau mterni e quindi dalla potcnzialit:J e dalla capacità produtriYa, agricola e industri:Jle del P:.1ese, in fotto di sostanze e di nroùotti alimentari. Fra tutti gli alimenti,' che entrano a far parte dell a razione del soldato, il più importante è senza dubbio quello rappresentato dalla carne: apportatrice agli organismi di quelle proteine animali - da alcuni, a ragione, chiamate nobili, per il loro contenuto in aminoacidi essenziali - che, per le elevate funzioni ad esse devolute nel ricambio, assicur:111o, purché in armonico equilibrio quantitativo con gli altri principi alimentari, il mantenimento dello staro di salute. il ~x:dctto accrescimento corporeo e, con questi, l'ottimo espletamento di tutte quelle prestazioni fisiche c psichiche, spesso eccedenti la norma, che al soldato vengono richieste nelle varie contingenze del servizio. Il tipo di carne, che - da sempre c quindi anche oggi - viene distribuito alle truppe, è, come tutti sanno, la carne bovina con osso. Ora, non sembra inuti le domandarsi, in vista del suo approvvigionamento per i bisogni delle Forze Armate, quali si:.Jno oggi le possibilità del merca to interno italiano relati\·e alle carni bovine e, quel che anche importa, quali siano le prospettive a tale riguardo per il futuro, d:Jto che come a tutti è noto, è proprio il settore delle carni bovine quello maggiormente investito dal problema dell'approvvigionamento carneo nazionale. Risposte non largamente f:.Ivorevoli a tali quesiti potrebbero infatti indurci a prendere in considerazione altri tipi di carne, non certo per sostituire la carne di bue, ma solo per diminuirne il consumo, rendendone in tal modo meno difficoltoso l'approvvigionamento per i nostri bisogni e, nel contempo, contribuendo, sia pure in misura modesta, ad alleviare la gravità del problema nazionale. Nel nostro Paese, il settore delle carni bovine non può dirsi che goda di una situazione felice, a causa dell'aumentata domanda di tale tipo di carne - dovuta, sia :~l­ l'incremento demografico (la popolazione italiana è passata dai 47.345.000 abitanti del 1952 ai 50.298.000 del 1962), sia al miglioramento del reddito medio pro-capite (che, da L. 169.146 nel 1952, è salito nel 1962 a L. 356.483) - cui fa, invece, riscontro un sensibile decremento del nostro patrimonio zootecnico, specie nel settore bovino. T ale aumento dei consumi, nel periodo 1952-1963, è stato tale da rendere


necessaria l'i ntegrazinnc della produzione nazionale di tale tipo di carne con i m portazioni dall'estero assai notevoli, che, dai 568.277 q.li de l 1952, raggiunsero nel 1963 i 4..423.704 q .li: solo i n tal modo fu possibile soddisfare alla note\•ole richiesta, che portò il consumo annuo pro-capite di carne bovina della popolazione italiana dai Kg. 7,3 dd 1952 ai 17,9 K~. del 1963. Tutto ciò, nonostante che il consumatore italiano, per soddisfnrc ai propri bisogni d i proteine animali, si sia rivoltO, nello ~tesso periodo anche ad altri tipi di carne, come quella suinn cd il pollame. Specie per l':tumenro di quest'ultimo, il comumo procapite è stato molto eb·ato, passando da Kg. 1,5 nel 1952 a Kg. 5 nel 1963, soddisfatto però dal notevole incremento della produzione nnzionale che, dai 610.000 q.li del 1952, si è elevata ai 2.450.000 q.li del 1963 (con un:J variazione dell'inrlice da 100 a 401 ,64), mentre parallelamente si è ridotta l'importatione (da q.li 90.100 nd 1952, a q .l i 58.000 nel 1963 ). Né le previsioni per il futuro, yucllc :1lmeno pt:r il prossimo futuro, S<'rnhrano essere migliori. Per quella ben nota correbzione esistente frn aumento del bcnrssere socia1e e comumo di carni, il continuo incn.:mento dei r<.·t.ldiri, come ha comportato dal 1913 al 1960 un aumento del comumo di proteine.: :1nimali per giorno e pro-capite da gr. 17.2 a gr. 26.2 determinerà una -.ernprc maggwre richiesta di alimento carneo, a lla quolc dovrà nggiungersi quell'aumento globale t.lc1 consumi di carne, doHJto all'incremento demografico. La popolazione itali:ma, ~ccondo Bacc:i, superer~ nel 1976 i 55 milioni, con un aumento annuale mt·dio, da oggi ad allora, <.li quasi lo 0,8 . l due fattori. incremcmo dei redditi da un lato e wiluppo demografico dall'altro. dctermincr:mno un aumento del consumo d1 carne, che, \t'condo le prc\ i\ioni dell.t Commissione di Stud i 1x:r il Mercato Comune dei prodotti agricoli. già nel 1970 vorrà in Italia una disponibilità di carne di oltre 22 milioni di ttuintali, con un consumo annuo di oltre H Kg. pro-capite, di cu1 25 circa di carne bO\·inn, 9 di c.lrne suina, Il di carne di pollo c 2 di altr<. carni. Ora, se per un consumo di Kg. 17,9 annuale e pro-cnpite del 1963, si do\ctte ricorrere ad una importazione tnnto elcvatn, quale quella sopra rico rd:1ta. di c:1rne bo\'ina. quale do\rà c~sere. con un patrimonio zootecnico bovino che nessuno preYede possa migliorare in un bre\'e bs,o di tempo (l '1. l'entità delle importazioni di carne d i bue nece~sari::t a ~oùdisfnrc nel 1970 l'ingente richie\ta degli italiani di Kg. 25 di tale tipo di carne pro.çapite cd nll'anno? 1'\otevolmenre confortante app:1re, in\·c;cc. la situazione del settore pollame, come lo dimo~trano le cifre a questo riguardo più sopra riportate. 1'\el periodo 1953-1963. gli allevamenti di polli hanno a\' UlO, infatti, d.1 noi uno s\ iluppo assai noteYole, che può essere attribuito, e :Il breve ciclo produttivo di questa specie, c al più age\olc cd economico repe rimento dei mangimi, e alle possibilità di ingrandire e d i poten1.i:1re tali alle\'amenti indipendentemente dalla superficie agraria aziendale. Seconrlo i tecnici, la produzione delb carne di pollo potrà sicuramente aYere ulteriori, forti incrementi, se le nchieste dc1 consumaton, ancora troppo orientati \'erso il consumo di carni bovi ne, vorranno, in maggiore misura. indirizzarsi vcr~o il po1bmc:.

Su queste premes~e. appare giustificato il nostro interesse di nutrizionisti militari per u n eventuale consumo d i carne, da parte delle Forze Armare. che non sia In carne bovina, nJturalmente solo a par7iale sostituzione di que~ta. . (1) Dall'inizio dd ' <wln ai giorni nmtri, il numau dt i hMini prr w o .<hit.uui , i: rima'w l're"ochè <nvari ato: 1!!,3 nel J~JOK c rl\,4 nel ' '1''3·


A tale proposito la no~tra auenzione è stata particol:lrmcnte richiamata dalla carne di pollo. Ciò, sia per quanto precedentemente è stato rilevato circa la capacità produtti,·a del nostro Paese in tale settore, sia perché, come è a tuni noto, la carne dei \ 'O latili in genere, e del pollo in panicolar modo, dopo quella degli animali da macello, è la più usata nell'alimentazione umana. Se, per il pa~sato, il pollo ha fatto solo rare comparse sulle povere mense degli italiani, ciò lo si deve al ~uo costo finora relativamente elevato che faceva del pollo, fino a poco tempo fa, un alimento di lusso. Dobbiamo ritenere, anzi, che sia proprio questo il motivo per il quale fino ad oggi b carne di pollo non è stata mai presa in considerazione agli effetti di una sua distribuzione alle truppe.

Come è OV\ io, un giudizio ~ulla possibilità di introdurre la carne di pollo nella razione alimentare del nostro soldato, non può procedere che da un raffronto fra questa e la carne di bue che norm;Jlmente viene distribuita alla truppa, c ciò spccial· mente per quanto riguarda i rispettivi valori alimentari. ,\ tale scopo l'indagine da noi eseguita si è avvalsa delle tabelle dell'Istituto Kazionale dclb Nutrizione, « Valore calorico e composizione in alcuni principi costitutivi degli alimenti comunemente con· sumati in Italia ». Per un raffronto del genere, occorre innanzi tutto ben prccisnrc i termini dn raffrontare in limiti ben netti, qu:mtitati,•i e <JUalitativi. Nell'Esercito, come è noto, la cnrnc, che viene di~trìbuita alle truppe per 5 giorni alla settimana, è «carne bO\ ina con os~o. fre~ca, dì provcnicn7a nazionale" oppure <<carne di bue con o~~o. congelata ••, nelle quamità. ri~pcttivc, giornaliere di gr. 230 e d1 gr. 200 (cfr. Circolare n. 03 j7000 jSC 2n Jel 30 giugno 1962, della Direzione Generale dei Sen·izi di Commissariato cd Amministr:JtiYi del ~finistero Difesa Esercito). Poiché la compo~izione chimica ed il valore calorico della carne bovina fresca o di quella congelata sono sempre gli stessi, nella presente indagine prentlcremo in considerazione soltanto la << carne bovina con osso, fresca, dì provenienra na7ionale "• nnche se il maggior quantitntivo, che di essa viene distribuito alle truppe, conferisce alla razione ordinarì::t, nei suoi valori comp le~si\ i giornalieri, un aspetto migliore rispetto a quello che risulterebbe nel caso della c;lrne congelata. Per ciò che riguarda la carne di pollo, è risaputo che essa viene industrialmente fornita sotto forma dì c bmti dì pollo •: di polli, cioè, depennati e prì,·ati della testa. del collo, delle zampe e delle interiora. 'el caso che la carne di jX>Ilo do\'esse entrare nella composizione della razione ordinaria di pace del soldato, è d:t pensare che la sua quanl!tà non potrebbe mai es~rc inferiore ad un qu:lrto di pollo pro-capite (un quarto di un busro di pollo). Questo, non solo per comodità di un'equa divisione di un pollo, ma anche perché, qualora fosse possibile dividere un pollo in un numero di parti maggiore, la quantità, per una razione, che ne risulterebbe, sarebbe sicuramente troppo scars:l. Ciò posto, poiché è risaputo che un busto di pollo pes:1 all'incirca dai 950 g r. :l un Kg., assumendo quest'ultimo valore quale peso medio, ne risulta che un quarto di pollo pesa, sempre all'incirc:J, 250 grammi. Traiamo dalle tabelle succit:Jte dell'Istituto ~azionale della ~utrizione, e li riportiamo qui di sotto, i dati relati\i alla composizione chimica ed al valore calorico, per 100 gr. di parte edibile, della carne di pollo c, con essi, quelli relativi alb carne d! bue, precisando che dei tre tipi di detta carne elencati nelle tabe!le ~ carne di bue magra, semigrassa e grassa - la nostra ~cclt::t è caduta ! ul tipo di carne ~cmigrassa, sembran doci questo il più idoneo al raffronto.


Tabella l Composizione ch11mC11 e valore calorico per 100 gr. di parte edibile di carne fre.rca.

Carne di bue (semigrassa)

Componenti

Carne di pollo

-

-5,50

16,77 13.62

~

o

1.3 ..

Calorie

Ca

/36.150

/98 ,193

Calcio Fosforo Ferro

mgr.

10

Vitamina :\ Vitamina R, Vitamina Rz Vitamina c

U.I. mcg.

Protidi Lipidi Glicidi

gr. »

»

•••

1,5

160

o

o

60

mg.

CIÒ

12 200

400 100 160

(40)

)

mJncanza di d.ui:

o

2.1

)

.... fosforo. ( )

21

non c>eluck, perÌ>, 1.1 l'""i bile prc,enza ndi'Jlimcmo dd an.1ln~hi.

dati inct·rti o nc.".uì 'olrant" dJ alimtmi

Pertanto, ad un raffronto con la carne di bue in distribuzione alle truppe, la carne di pollo, ad una ,·alutazione effcuuata <>ulla base dei rispetti,·i contenuti chimici c calorici in 100 parti edibili di cia~cuna, prco;cnta i ~cguenti ,·anraggi: -un maggior conunuto in: lipidi glicidi

gr.

8.12

)

1.34

Calorie

Ca

62,043

calcio Vit. A

m gr.

2 U.I. 360

oltre alla sicura presenza di mgr. 200 di fosforo. Per contro, gli wantaggi sono rappresentati da: -

un minor c-ontenuto in: protidi ferro Vit. B1

gr. mg. mcg.

4,23 0,6 40

Agli effetti della razione alimentar.: del soldato e di una sua valutazione, i dati su riportati ,·anno nferiti, come è on·io, ai quantitati'i dei due tipi <h carne che sono


16 e che saranno e\·entualmcntc presenti nella raztooe stessa: 230 grammi per la carne di bue fresca con osso e 250 grammi per la carne di pollo: quantità queste alle quali, naturalmente, bisogna sottrarre una quota rappresentata dalle ossa c dagli scarti di CUC"tna. Per c-iò che concerne la carne di bue con osso, le tabelle anzi citate fissano un coefficrente di rifiuto (oss:t, più scarti di cucina) pari :1! 25° . Per cièl che riguarda la c::~rne di pollo, .invece, il coefficiente di rifiuto riponato nelle anzidette tahelle (28%) non può essere da noi accettato, perchè riferito al pollo intero, mentre che la carne di pollo di cui oggi le grandi collettività si riforniscono, è rappresentata dai cosiddetti «busti di pollo n (pollo depennato c privato della testa, del collo, delle zampe c delle interiora). Jn tal caso, è chiaro che il coefficiente di rifiuto non può e\scre riferito che soltanto al peso delle ossa. contenute in un busto di pollo, ed. al m:lssimo, agli scarti di tavola. D'::~ccordo anche con altri esperti, siamo giunti. pertanto. alla conclusione che al busto di pollo dcbbasi attribuire un coefficiente di rifiuto del 15 . per ciò che riguarda le o.,~a (si ricordi, a tale proposito, lo scarso peso delle ossa dci polli. ossa cave. trattandosi c!t volatili). maggiorato di un 5 , relativo agli scarti di tavola: per un totale, dunque. del 20 > . Ciò posto, la parte cdi bile della razione di 230 gr. di çarnc f rc~ca di hue con osso si riduce a gr. 170. la quantit:t di c-arne, cioè, privata dcll'os~o c considerati gli scarti di cucina, che il soldato rc:llmcntc a~sume. La parte edibile di un quarto di pollo, considerato pari a 250 grammi, che. tolte le ossa e comidcraLi gli \Carti di cucina e di tavola, giunge \'Cramcnte al soldato, c, :Jnalog:Jmcntc, di 200 grammi. l )ate le suddette prcme'>sc. la c-ompo~izione chimica ed il contenuto calorico dei sncldeni quantitativi di carne di bue (gr. 1701 c di carne di pollo {gr. 200), sulla base dci \·a!ori riportati nella precedente tabella I. fini~ono per diventare i seguenti: Tabelb TI

Composizione chimica e t'alore calorico dei quantttafii'J di came fre.cca, di bue o di pollo, pre.<enri nella razione ordinaria giomaliem del soldato.

Componenti

Carne di bue (scmigrassa) grammi 170

Protidi Lipidi Glicidi

gr.

36,12

:t

9.46

:t

o

Cal m-ie

Ca

234

Cnlc-io Fosforo Ferro

m g.

l 7.2

Vitamina .\ Vitamina B1 Vitamina B1 Vitamina C

t;.I. mcg.

, ,

Carne di pollo grammi 200

33.54 27.24 2,6S 396

24

400 t6

3

:t

(ll8,80) 103,2 275.2

800 200 320

m g.

o

o


Pertanto, qualor;l venisse decisa la sostituzione della carne di bue con quella di

pollo, ~ella razio~c Jel soldato, nel. s.iorno o in ci~scuno Jc.i giorni nei quali tale sostituziOne avvemssc, la razione m•gl10rerebbe per in calorie:

1

scguenll principi essenziali ed

m aggior contenuto lil:

17,78 2,68

lipidi glicidi

gr.

Calorie

Ca

162

Calcio Vit. A Vit. B2

mgr.

7 731 4'5

:.

u.r.

mcg.

oltre alla sicura prc,enza di mg. 400 di fo~foro. Peggiorerebbe. m,·ece, per le scgucntJ diminuzioni:

-

minor tOntenuto 111: protidi Ferro Vit. B 1

gr.

25R

m gr.

0.6 97

mc g.

,\ questo punto, 'ulla ba~ dei \·alori 'urri~portati presi in 'è c per sè, ~arcmmo indotti ad un giudizio favore\·ole circa l'ill[roÙuzione della carne th pollo nella razione del soldato in sostituzione di quella di bue. Un giudizio, però, pitJ sicuro circa l'opportunità di una tale sostituzione, sia pure nell'ambito Ji un numero limit:lto eli giorni della setti 111:1 n a, può essere cinto solo ùopo ~l ver preso i n con~ i dcrazione la razione attuale del soldato (1962), valul:mdo come le cifre sopra riportate giuocano nel complesso dclb razione stcss;J, agli effetti dei quantitati,·i giornalieri complessi,·i dci principi alimentari essenziali c dd loro equilibrio in seno alla rJZJOnc stc~sa. Orbene, la razione ordinaria attuale del soldato - qu:111do in essa figuri !.t Cdrne di hue fresca con o.-so (grammi 170 di \OStanza edihile) - f1ni,cc per avere la seguente composizione chimicn ed il seguente vnlorc calorico:

~

11)3 37.1 71l,2 62,66

~

550.9

Protidi to tali . . ~ Protidi animali dc1 quah p .d. rou 1 Yegetali Lipidi Glicidi

gr.

Calorie

Ca

Calcio . Fosforo Ferro

m gr.

»

U25 17.R

Vitamina A Vitamina B, Vitamina B2 Vitamina c

U.I. mcg.

7.o36 1.12 1

»

U9 1

m g.

132

~

,.

~

3.293 (\IJ

(+ 315 dell'alcool di vino -- 3.608)


18 In questa razione: - le proteine animali rappre~ntano il 32,7" dd totale proteico; - le proteine vegetali rappresentano il 67,3°.., del totale proteico. Per quanto riguarda l'incidenza dei tre principi alimentari essenziali sul totale encr!!ctico: -

le proteine totali rapprc)entano il 14,1°.~ del totale energetico; i lipidi rappresentano il 17,3° del totale energetico;

~ i

glicidi rappresent:tno il 6R,6° ~ del totale energetico.

La stessa razione ordinaria giornaliera - quando in essa, al posto della carne fresca di bue con osso, compaia, im·ece, la carne di pollo (gr. 200 di sostanza edibile) - acquista, per ciò che nguarda il suo contenuto chimico cd il conseguente valore calorico, i seguenti valori:

Lipidi . Glicidi

» »

110,72 34.52 711,2 HO,H 55358

Calorie

Ca

3.455

Calcio . Fosforo Ferro

mg.

620 1.725 17,2

Vitamina A Vitamina BI Vitamina B! Vitamina c

U.I. mc g.

Protidi totali d . r Protidi anim:1li C l qua 1 Protidi ,·egetali

l

~r. ~

;i>

( r 315 dell'alcool d1 vino

»

»

»

mg.

= 3770).

R.367 1.024 1.5311 132

Tn lluesta razione: - le proteine animali rappre;entano il 31 .2" ~ del totale proteico; - le proteine ,·egetali rappresenta no il 68,8° del totale protcico. Per quanto riguarda l'incid{'nza dei tre principi alimentari essenziali sul totale energetico: - le proteine totali rappre\entano il 13.1" del totale energetico; 1 lipidi rappresentano il 21 ,2" ~ del totale energetico; -

1 glicidi

rappre~emano il

65,7°

del totale energetico.

Giunti a questo punto, ci sembra di poter concludere che la razione ordinaria attuale (1962), nella quale ~ia presente la carne di pollo. non auuia nulla da invidiare alla stessa razione con la c:~rne di uuc, e che anzi, sotto non pochi punti di vista, possa essere preferita a que~t'ultima. l motivi, che ci inducono a tale conclusione, possono essere così bre,·emente riassunti. Anzitutto, l'aumento notevole del contenuto in lipidi delb razione con la carne di pollo, nelb quale ,-ediamo i grassi balzare alla quot:l, mai raggiunta da nessuna razione ordinaria del nostro E~ercito in tutta la sua storia, di grammi 80,44, ciò che


vuoi dire ben 17,78 grammt tn più della ~tc~sa razione, ma con carne di bue. Non ci stancheremo mai di insistere e per questo ci richiamiamo alla nostra Relazione, sulla razione alimentare del soldato itali:1no, al Àl<I Congresso azionale di Igiene dd 1959 - sulla notevole povertà in grassi della no,tra razione ordinaria c, a tale proposito, si ricordino, tra l'<tltro, i dati da noi allora riportati, relativi al contenuto Iipidico della raz ione o rdinaria di altri eserciti: U .S.A. 178 grammi , Gran Rretagna 143,70 grammi, Spagna 84,66 grammi, Sviz'lera 106,99 grammi ( 1). L'aumento, poi, del valore calorico complessi,·o, che si realizza nella razione con la carne di pollo {Ca 162), rispetto a quella con la carne di bue, non ci sembra anch'esso cosa da disprezzare, come anche particolarmente favore,·ole ci appare l'aumento del contenuto in vitaminn A ed in vitamina B2• N on altrettanto soddisfatti pos\Ìamo dichiararci per quamo concerne il contenuto in proteine animali della razione.: con la carne di pollo che, rispeuo a quella con carne di bue, ne accusa una diminuzione di gr. 2,'58. Ciò, 'f>ecie quando si consideri che, con i 37,1 grammi di protei ne animali d ella razione con carne di bue, ci si trova appena al limite di quel terzo del totale proteico, del quale ci siamo ripetutamente dichia rati insoddisfatti (dr. Relazione cit.), ritenendo che i protidi animali dovrebbero essere presenti nella razione del soldato per la metà Jcl totale proteico (sulla Importanza dei protidi ani ma li, ai fini dell'alimentazione del soldato, soggetto giovane ed ancora in accrescimento, non ~i in~isterà, in btti, mai .thba~ta nza). Ma, nel caso attuale, tranandosi di una razione, quella con la carne Ji pollo, da distribuirsi in un numero di giorni della senimana a~sat hmitato (uno o due giorni, al ma55imo), la perdita di protcane :animali che si dO\ rehbc alla fine lamentare.:, sarebbe in definitiva inferiore a un grammo a l g iorno e quindi d i troppo scarso rilievo per r:~pprcsentare da sola elemento negativo. Una perdit:1 del genere, inoltre, risultando da calcoli ~u valori medi, perde ancora Ji più significato c fi n i\Ce per non infirmare il valore alimentare com ple~sivo della razione, se non altro perché nettam~.:ntc ed ampi:amenre compensata da guci vantnggi che la ra z ione con carne di pollo presenta c che abbiamo più sopra accennati. Passando a considerare i due ùpi di r:azionc, c-iascuna nel proprio complesso, possiamo altresì rilnarc, come 1 quantitati\ t dci principi alimentari essenziali ed il conseguente valore calorico, eh<. si realizzano con la razione contenente la carne di pollo, sono più vici ni, che non i valori :~nal o~hi relativi alla razione con la carne di bue, a q uelli che riteniamc) essere i \':'llori ~nima l i per la razione ordin:tria e di pace del soldato italiano: protidi lipidi glicidi

gr.

Calori~

11 0

)

HO

)

545

Ca

3500

Parime nti, la razione con carne di pollo :.~ppare più e.tuilib rata, come si nle'a dalle percentua li, che, sul totale energetico, hanno i ,·alori energetici dci tre principi essenziali. Infatti. una r:.~zione eguilibrata 5i sa che dovrebbe rispondere :~i seguenti requisiti:

-

---

protidi lipidi g licidi

15~ ~

del totale energetico

20-25 ~

» »

60-65°

» »

»

»

(t) l consumi lipi<lìci della popol.uinn~ itali.m.t nun '""" cc·nu più rle>:ni dì quamo IJ nn'trJ ra~on~ ordtnaria forni \CC al nostro soldato. I dati. rclati' i al 1•/•>. denunzi.tno un con~umo di grassi gtornal icro pro-capite d i ~oli gr. 62,7. .


20

.\ltro dato favore\ ole all'introduzione della carne di pollo ndla razione ordinaria di p:1cc del soldato è rappresentato dal suo contenuto in armno.1cidi essenziali: quegli aminoacidi, cioè, per i quali l'organi,mo rivela incapacità dt sintesi, d'onde la ncccs\Ìt:Ì che essi \'engano forniti preformmi con le proteine alimentari che li contengono. Sono questi, aminoacidi indi.,pen.,abili: alcuni, come il triptofano, al mantenimento dell'equilibrio pondcrale: altri, come la lisina, all':~ccrescimento: altri perché fattori di sintesi dci nuclei cellulari: :~Itri, infine, a scopi spccilìci non ancora ben indiYiduati. Ln tabella che segue riport:r le quantità degli aminoacidi essenziali, contenuti nei quantitativi considerati di 170 gramm i d i carne di bue e di 200 grammi di carne di pollo. Tahclla III

Contenuto in aminoaodi e<.<mziali delle quantità edJbJ/J di mrne di bue e d1 carne di pollo, prl'<cntJ o prel'Ìste nella raz1onc ort!muria, di pace.

Aminoacidi es~enziali

r~rne di

Carne di bue st·migra,,n (gr. 170}

pollo (gr. 2:>0)

Lisin:1

{r.

2,63

lgr.

Triptofano

»

O, 3'5

~

1.i4 0,52 1.11 2.25

'>

»

0.74 1.57 2,411

Fenilalanina

~

1.23

1,68

freonina

»

)

1,81 2,09

Metionina

~

(soleucina

~)

Lcucina

Valìna •

l. n 1,117

• ~

3.08

.f.·'*

Per tutto quanto si è detto, çi o,embra di poter concludere i n fa\'Ore della introJm•ione, nella razione ordinaria di pace del no~tro soldato, della carne di pollo. nella misura di un quarto di bmto di pollo pro-capite, per un peso medio, dum1uc. di circa 250 gr. a persona: c ciò. soprattutto, per il suo alto \·alore nutritivo, per non pochi ,·ersi superiore a quello della ~te~sa carne di bue. A que~to punro - poiché noi, come è chiaro, ci riferi:rmo :~l çmiddeno pollo di h:meria - ~embra opportuno rilt\ are che le campagne contro i polli cl i allevamento, cui akuni rimproverano rappre~c:ntarc essi un alimento di scan.o ' '::tlore nutritivo rispetto ::al cosiddetto pollo ruspante, sono da ritenere del tutto ingiustificate; i valori nutritivi, infatti, dcll:r carne del pollo allevato in batteria e di quello che cresce libero in campag-n:1, sono dd tutto identici, con il vant~ggio che gli allevamenti intensivi consentono di rx>rrc a disposizione di tutti cd a cmti accettabili quantitativi rib•anti di çarne. La distribuzione del pollo :tlla truppa dovrebbe. però, es~re limitata solo a due giorni, al massimo, nella ~!limana . .\ tale modo di ,·edere ci sentiamo indotti dalla considerazione che la carne di pollo. consumata con mnggior frequenza . corre il risçhio di riuscire stucchevole al gtt'>ro; una di~tribuzione, inoltn:, çomenut.1 in tJ!i limiti. contiene la perdita in prokine, rispetto alla carne di bue, c b riduce a quantità giorn:rliere insignificanti.


21

Il pollo gode la reputazione di es\ere carne frne e dclic:na, la più digeribile fra le carni di volatili, e di digestione non ceno meno facile rispetto alla carne di bue. Abbiamo tutti i moti\·i per ritenere che la carne di pollo non debba riuscire sgradita al nostro soldato: es\a, infatti, incontra il largo fa\·orc delle nostre popolazioni. Tale favore risulta documentato da un'indagine campionaria sul consumo familiare delle carni fresche, ef(euuata assai recentemente dalla Direzione Generale cleli'Aiimcntazione, che ha mcs~o in evidenza che il consumo più importante, dopo quello della carne bovina, è quello del pollame: inf:~ni, di fronte ad un consumo seuim:malc della carne di bue che ì: il 58,87° 0 del consumo c:~rneo totale. quello della carne di pollo corrisponde :-el 23,">6 0 , percentuale questa di gran lunga più elevata di quelle relative a rutti gli altri tipi di carne (la stessa carne suina. il 3,44° o). Da rilevare, inoltre. che il minor consumo del pollame ri~pctto a quello della stessa carne di bue. dipende, in un:1 certa mi~ura dal fatto che il primo rientra assai meno del secondo tra le abitudini alimentari della nostra popolazione, il che, rite niamo, sia dovuto alb diffusa e ancor:t radicata opinione che la carne di pollo sia un alimento di lusso, più costoso dell:J carne di bue: lo dimostrano i consumi che, massimi nelle nostre regioni più ricche (nell'Italia settentrion:tlc il consumo del rol1;1mc copre il 29.52 °" della rnione carnea giornalicrn, pcrcentu::Jle questa che scende :1l 2 1,43 nell'Italia Centrale), diventano minimi nelle regioni povere e depresse (l'lt:tlia meridion:1lc e in ~ubn.: registrano percemu:Jii ~en~ibilmente più basse, rispeuivamente. del 15,47°-, c del 11,43 ·). Sembra. perciò, che si possa legittimamente prevedere un aumenro della percentuale del consumo di pollame sopraricordata; in relazione. da un lato alla tendcnz.t a diminuire del cmto dd pollame. delh cui produzione in scala indmtnale ~i rcgi~tra un continuo incremcnto, dall'altro dalla tendenza all'aumento del reddito mecÌio dei consum:ttori. Fanore assai importante agli efkui del gradimenro del ciho._ è senza dubbio la sua confezione. Anche per c~pcricnza di altre collettività. riteniamo che. per le nostre e'igenze militari, la confezione migliore del pollo, in razioni di un quarto, ~ia quella al forno: confezione quc;t:l, la più semplice, che non vuole molte manipolazioni s:~lvo l'aggi unta di odori, che non richiede più di mezz'ora di cottura con buoni forni, che riesce la più gr:-~dit:J perché la più saporosa c l:t più gustosa, cotto come viene il pollo nel proprio ~ucco. protetto da una rapida e\·aporazione dalla crost:J albumi noi de co:Jgulata che \i forma alla superficie. L'introduzione della carne di pollo nella razione del soldato. nei limiti anzidetti, conferirebbe 1nfine alla raz1onc stessa, nel comple~so scttim:Jn:Jle. una maggiore v:.rietà che non potrebbe non es,cre bene accetta al sold:.to. Un ultimo accenno al problema del rifornimento delle qu:tntità di pollame necessarie alle esigenze delle collettivit:t militari (ci riferiamo, naturalmente, al pollo, di batteri:.t prodotto su scala industriale, fornito in busti di p<)llo, ci:~scun busto sufficiente :t quattro razioni). Dopo quanto si è detto, non ci sembra che l'approvvigionamento delle quantità di pol lame, per le nostre esigenze m ili tar i, debba incontrare qualc he difficoltà e comunque turb:~re il mercato interno. Si è detto, infatri, dell':lUmento notevole della produzione nazionale in questo seuore dal 1952 ad oggi, che finirà per annullare o qu:~si le nostre importazioni dall'estero, nel 1963 già assai mode~te. Tale produzione - specie se incoraggiata da un sempre maggiore orient:tmcnto, che d'altronde va già delineandosi, del consumatore italiano ,·erso tale tipo di carne ~ è destinata ad un sicuro, progressivo e rapido incremento, oltre che ad ulteriori miglioramenti della qu:tlità del prodotto. in tutto ciò favorita dalle non molte esigenze dei relativi allevamenti, di facile realizzazione su scab industriale. Di qui, un costo del prodotto, che tutte


22

già oggi non cerro più elevato di quello della carne di bue, è destinato ad ulteriormente abbassarsi. In un quadro così fa,•ore,·ole, è da ritenere che i guanùtativi di pollame necessari alla collettività militare, siano di facile reperimento :1d un costo accettabile e non incidano sulle disponibilità nazionali. L'introduzione nella razione del ~oldato della carne di pollo nell:l mi~ura da noi proposta, non solo non disturberebbe, ma anzi alleg~erirebbc il mercat<> interno delb carne di bue. Per il senore bo,·ino si potrebbe dire, all'incirca, il contrario di quanto si è tlctto per il pollame: e ciò in relazione alla situazione gra\'emente deficitaria del patrimonio zootecnico - che, tra l'altro, non promene di migliorare per lo meno in un prossimo futuro - e per la domanda ancora elevata dei con~umatori, per soddisfare alla quale il no~tro Paese è costretto ad importazioni dall'estero che hanno già raggiunto indici ass:ti notevoli ( l'indice del le importazioni nel settore bovino, fatta uguole a 100 la mal>sa delle importazioni del 1952, ha raggiunto nel 1963 la preoccupamc quota di 777). A causa dell'incremento demografico e del continuo aumento del reddito annuale medio individuale, che tutti dobbiamo augurarci continui nella sua asces:J, tale ~itu;t?ione è: de~un~lla a f:Jrsi sempre meno felice. qualora i comumatori italiani non si orientino, per il loro fabbisogno carneo, anche verso altre fonti di un così imporrante alimento.

Rt.\SSUNTO. Per ragioui di mercato cd anche per conferirle una maggiore varietà. potrebbe es~ere auspicabile la sostituzione. nella razione del soldato e solo per uno o due giorni alla settimana, dclb carne di bue frc~ca con osso. con altri tipi di carne, come, ad e~empio, la carne di pollo: la cui produzione nazionale ~i è oggi incrementata tanto notevolmente da potere agevolmente rispondere alle sempre maggiori richieste dci con~umatori itnliani cd a prezzi accettabili. Ciò, a differenza di quanto avviene nel settore delle c:1rni bovine, l:~ cui produzione è deficitarin al punto che, per poter soddisfare :~Ile c~igenze dei comumi, guesto settore è costretto a hr ricorso ad importazioni as~ai notevoli c quindi pe,anti per il bilancio nazionale. Rispetto alla carne di bue fresca con osso. in di\tribuzione oggi alle truppe (gr. 230 p.c. e p.d.), la carne di pollo, nel qu:~ntitarivo di un quarto di husto di pollo a persona, ha dimostrato di poter reggere egregiamente al confronto, con un valore alimentare da non pochi punti di vista anche migliore: specie, per il contenuto in lipidi, il valore calorico, il conte nuto in amminoacidi essenziali, in fosforo cd in vitamine A e R 2• L1 carne di pollo, se distribuita una o due volte :~Ila settimana, conferisce alla razione un equilibrio, in certo qual modo migliore. dei principi alimentari essenzi:~li che la costitui~cono.

RÉst:MÉ. - Pour des rai~ons dc marché et meme pour donner J 1 :~ ration du soldat une plus gr:mde variété, il pourrait etre souhaitablc dc remplacer en elle, sculement pour un ou c.leux jours pa.r scmaine, la vi;mdc fra~che de boeuf avcc os par d'autres types dc viande, comme par cx:emple celle dc pou let. Aujourd'hui l:t production nationale de la viande de poulet est si notablement augmcntéc que l'on pcut facilement satisfaire Ics éxigcnces lOujours plus grandes des consommat~urs itali<.:ns à des prix raisonnables. Cela contraircment à ce qu'il arrive pour la viandc de boeuf, dont l:t production est in suffis:~nt à tel point quc, pour pouvoir satisfaire les éxigcnccs des consommateurs, on est obligé d'augmcntcr Ics importations d'une façon assez remarquable e t clone défavorable pour l'économie nationale.


A' l'egard dc la viande fralche de boeuf avec os. quc l'on distribue actuellement aux solclats (250 g. pro cnpite chaque jours), la vi:tndc de poulet, dans la mesurc d'un q uart de poulet p11r p<..rson ne, prouve qu'ellc pcut ~tre parfaitcmcnt compar:l ble, ayant une valeur alimcntairc sous beaucoup dc points de vuc mcmc meilleure. sourtout pour son contenu cn lipides. sa valeur calorique. son contenu cn aminoacide~ essentiels, en phosphore et cn ,·itamincs A e 8 2• La viande dc poulet, si elle est di~tribuée une ou d{'UX fois par scmaine, confèrc à la ration un équilibre un peu meillcur Jes principcs alimcnta ires qui la constitue. On jugc que la viande de poulet au four ùoit ctrc agréahle pour Ics ~olùats.

SuMlltARY. - It should he ùesirablc to change thc fresh boned beef by other kinds of mc:1l, as, for cxample, the chicken, in the soldicrs' ration only for two days a week, for tradc's reasons antl also to give Lo the soldiers a greatcr varicty of food: thc national availability of the chickens is so increa,cd to easily co,·cr the always hcavier requiremenrs of thc ltalian eate" Jt reasonablc prices. Th:u is quitc dif ferent from the situation concerning thc hecf, whose production is so low th:u it has been necessary a considerable incrcasc of imports, unf:J,·ourablc for the national economy, to f::tce the reyuirements. The chicken's mcat, in the quantity of one quarter of chicken per man, bears \cry well thc comparison with the fre~h boneù beef which is now dimibuted to thc troops (g. 230 per man per ùay): it has, in fact. an alimcntary Yaluc even bettcr from many points of vie\Y, e~pccially for its conrents in fats, calorie valuc and contents in essential aminoacids, phosphorus anù A ancl B2 vitamines. Thc chicken's meat, if distributcd once or twicc a wcck, gives to thc ration a bettcr balancc of its esscntial alimcntary principlcs. It is fdt that the baked chicken should be apprcciatcd by the soldicrs.

BIRLIOG RAFIA. BoNSE:>.fBI\NTI M.: c L'allevamento degli animali ùa carne: ~ituazione anu:~lc c prospettive future~. L'attualtttÌ dietet/Cil, IX. n. 11, no\'embre 1964, pa~. 29. F ERRAJOLI F.: c La razione alimentare del soldato italiano, con par ticolare riguardo alla sua quota protcic:t ). Relazione :-~ 1 XXI Congresso Nazionale di Igiene, Firenze, 1959 • Atti del Congresso. editi dall'Associnione Italiana per l'Igiene c la Sani~ì Pubblica, Tipo~rafia Regionale, Roma, l 959. MANCINI F.: c Problemi alimentari di oggr. in Italia ~ . L'attualità dieutica, XI, n. 4. aprile 1966, pag. 9. MrRAGL!A D.: c Evoluzione, caratteristiche attuali e prospettive del consumo di alimenti di origine animale in Italia, - L'attualità dietetica, X, n. 7, lug lio 1965, pag. l.


OSPEDALE MILITARE «LORENZO BONOMO » -BARI Direttore: Col. Med. Dott. RAFFAELE To~rAst REPARTO CHtRURGIA

Capo Reparto: Tcn. Col. Med. Prof. ADAMO M.\ sTROR!LLT

UNA NUOVA TECNICA NELLA TERAPIA DELLA SINDATTILIA Ten. Col. Med. Prof. Adamo Mastrorilli

Una delle malformazioni congenite o cicatriziali che si riscontra piuttosto di frequente è la « sindattilìa », rappresentata dalla fusione cutanea od ossea degli spazi intcrdigitali delle mani o dei piedi. Se dal punto di vista estetico e funzionale la sìndattilia podalìca è dì scarsa importanza, quella delle mani, invece, è importantissima. Sì comprende perciò il fiorire di numerose tecniche chirurgiche, ideare dai vari AA., per la correzione di tali malformazioni, le quali rappresentano più l'indirizzo tecnico delle Yarìe Scuole che una vera c propria soluzione del problema. Tutto ciò sta anche a dimostrare che nessuno di tali metodi è risultato veramente efficace ed adatto in tutti i casi di sindattìlìa. Infatti, secondo la letteratura, molte di tali tecniche sono state completamente abbandonate rivestendo solo un carattere puramente storico; alcune originali; altre derivate con opportune modificazioni da queste, stanno a dimostrare la complessità del problema terapeutico. E' bene però stabilire subito che la difficoltà più importante da affrontare nel trattamento chirurgico della sindattilia, non è rappresentata dalla apertura della membrana sindattilica o dalla ricopertura della faccia cruentata delle dita con sutura diretta dei lembi o mcuiante applicazione di lembo denno-epidermico, ma la ricostruzione della commissura ìnterdigitale. Distinguiamo due forme di sinuattilia: ·l'ossea e la cutanea. La cura della prima comporta automaticamente anche la cura della seconda per{;hé, quando si è fatta la divisione ossea mediante osteotomia, bisognerà sempre provvedere successivamente a ricoprire le parti molli cruc ntate. l metodi di cura tendenti ad ottenere la divisione delle due dita fuse, semplicemente col taglio del ponte dermo-epiderm ìco, sono ormai stati abbandonati in quanto si è visto che la cicatrice neoformata, retraendosì porta quasi ineluttabilmente alla recidiva della malformazione. Oggi perciò si ricorre preferibilmente ai metodi autoplastici, che ricoprono di cute sana le parti cruentate dalla dieresi chirurg ica. Ne descriviamo pert:mto i pÌLl importanti ed ancora seguiti dai chirurghi, soprattutto per mettere in evidenza le differenze tra loro e con la nuova metodica persona le che descriveremo per ultima. a) Metodo di Zeller: dopo aver scolpito sul lato dorsale della mano in corri. spondenza dell'articolazione mctacarp<rfalangea un lembo triangolare ad apice distale ed a base prossìmale, si procede alla dissezione del lembo stesso.


Si seziona quindi il ponte cutaneo lòindattilico e ~i ricostruisce la commtssura mterdigitale ribattendo il lembo dorsale, precedentemente scolpito, suturandone l':tpice 3 1la cute palmare mediante alcuni punti in seta (fig. l).

Fi~-:. 1. - Tecnica d i Zcller. (da DuH~TI

c LIOTT\).

b) Metodo d, Durante: è una modifica del precedente del quale però ricalca i principi generali. TI lembo cutaneo dorsale che si scolpisce l: sempre triangolare ma a base più ampia e più bassa, a livello cioè del punto medio dei due metacarpi, mentre l'apice arro-

tondato viene suturato alla cute delb b<lse delle dita ed al margine cmaneo palmarc a livello della articolazione metac:upo-falangea. Offre nei confronti del precedente il vantaggio di ricostruire la commis~ura interdigitale con un lemho più vascolarizzato e perciò meno soggetto a nccrosi (fig. 2).

3· · M.


c) .\Jetodo di Didot: si scolpiscono sulla cute delle due dita fuse due lembi rettangolari uno palmare e l'altro dor~ale. Tali lembi si ottengono sulla faccia dorsale mediante incisione longitudinale dalla base ungueale sino all'altezza dell'articolazione rnctacarpo-falangea completata da due incisioni perpendicolari alla prima partenti dalla estremità superiore ed inferiore e raggiungenti l'asse longitudinale delle dita. Le stesse incisioni, ma in maniera im·ersa, si praticano sulla faccia palmarc. Eseguita la dissezione dei lembi, si completa la divisione delle dita ed indi si ribattono i lembi sulle superfici cruentate, suturando quello dor~ale alla faccia palmare di un diro a quella palmare alla faccia dorsale dell'altro dito.

Fig. 3· - Tecnica di Didot. (da DL'R'' t t c l.rorrA).

Con questo metodo però i lembi, quasi sempre un po' scarsi, se suturati in trazione finiscono per andnrc in nccrosi, per cui le superfici cruentatc finiscono per guarire per seconda e talvolt:J con fenomeni di rctrazione cicatrizi:-tlc (fig. 3). d) Metodo di Forgue: si scolpiscono un lembo dorsale più abboncbnre ed uno palmare come nel metodo precedente. Dissecati i lembi si suturerà quello dorsale, più ampio, alla faccia palmare, mentre per ricoprire la faccia dorsale dell'altro dito si scolpirà un lembo dorsale rettangolare della lunghezza della zona da ricoprire con base all'altezza della commissura interdigirale. Una Yolta mobilizzato tale lembo, lo si ruota di circa l 80" c lo si sutura alla faccia dCJrsalc del dito da ricoprire. Succe~~iv:-~mentc si suturano tr::J loro i margini della ferita dorsale donatrice del lembo cutaneo (figg. 4-5). Il metodo ~ interessante in qunnro non lascia parti ~coperte ma prescntn un punto debole rappresentato dalla facile necro'i dd lembo dor,ale per la scarsa vascolarizzazione della sua ri~tretta ba~e e per la tonione d i quest'ultima. Tutte le metodiche finora descritte, lasciano insoluto il problema della rico~truzione della commissurJ interdigitale che, a nmtro an·iso. ì: in\·ece di importanza fondamenta~e nella terapia della indattilia. Inoltre i lembi così ottenuti \':lnno incontro spesso a fatti necrotici c successive guarigioni ]X'r seconda con retrnioni cicatriziali c t:1lora recidi\'e della membrann sindattilica. I trapinmi all'italiann non si sono dimo~trati ndaui allo scopo perché forniscono della cute ~pc~sa. ricca di sottocutaneo e quindi poco adatta


27 ai fini estetici. Inoltre sono esposti al pericolo delle infezioni secondarie con conscgucnziali fa tti cicatriziali irregolari e rctraenti ed altrettanto dicasi per i trapianti tubulari (Boccanera • Zappoli). Del tutto recentemente alcuni AA. h:111no ripreso lo stud io del problema; c Brandt, per esempio, consigli:• <.li associare al metodo di Didot la ricostruzione Jella cornmissura

Fig. ~· • Tccmca di For.;:ut (primo tempo). (c.Ia D• R\'<TL c Ltoin).

Fig. 5· • Tl'(I11CJ Òt Fnrgue ('ccondo tempo). (da DL'RAr<H e LwnA).

lllterdigitale mediante due lembetti cut:tnci scolpiti a V si.1 dal lato Jorsalc che dal lato palmare, da ribattere nello spazio inten.ligitale e suturare fra loro. I metodi finora descritti unitamenrc ad altri (~ac Collum. Isdin, Borsky. ecc.) si \Ono dimostrati buoni nella ricostruzione della cornmissura interdigitale nelle ~indattilie congenite piuttosto !asse, ma non altrettanto buoni si sono dimostrati nella correzione ù~lle forme serrate o cicatriziali specie da ustion i nelle qua li la cute interdigitalc cicatriZiale è aderente e poco vascolarizzata.


Per questo motivo vari AA. si servono di trapianti liberi che in questi ultimi anni hanno incontrato il favore dei chirurghi perché di facile esecuzione, di rapido attecchtmemo e più accetti dai pazienti in quanto non li obbligano a posizioni coatte per lunghi periodi, come per i trapianti peduncolati (Esser, Sam·cvcnero-Rosselli, Fourner, Mancini, Consiglio). Le loro metodiche variano tra loro solo per minimi particolari di tecnica (foggia a croce o a V o Y del trapianto) ma tutte mirano alla ricostruzione della commissura interdigitale ed alla copertura delle superfici interne delle dita cruentate. Secondo alcuni AA. è questo il punto debole di queste tecniche in quanto a livello della commissura si ha sempre una retrazione cicatriziale graduale del trapianto per cui a poco a poco la commismra, dapprima completamente aperta, si richiudc (Boccanera-Zippoli). Inoltre, se il lembo nella commissura è suturato in senso trasversale, si ricreano dopo più o meno breve tempo, le condizioni retraenti per la chiusura della commissura ~tessa, in quanto, è noto, che il lembo deve essere sempre disposto perpendicolarmente al piano della mano, cioè in senso dorsopalmare ed avere in tale direzione ~e linee dt temione, per poter essere vitale (Forni). Per ovviare a tali inconvenienti da diversi anni specie nelle forme di sinòattilia serrata o da esiti dì ustione, ci si serve di un particolare tipo di trapianto «a sigaretta :. per 1:1 ricostruzione della commissura interdigìtale. L'intervento si svolge praticamente in due tempi mirando col primo tempo alla ricostruzione della commìssura c nel seconòo tempo alla ricopcrtura delle superfici cruentate delle dita con un innc~to libero o con sutura diretta dci margini. Ne descrÌ· viamo brevemente la tecnica molto semplice. Sì prepara un lembo dermo-epidermico dalla fac!:ìa anterolaterale della coscia dt cm. 3x3 che viene arrotolato su una sigaretta di garza ricoperta di tulle grasso, con la superficie dermica all'esterno. l lembi longirudìnall del trapianto vengon.o suturati tra loro con punti in seta facendo attenzione che non comprendano assolutamente la sigaretta dì garza ed il tulle grasso. Sì praticano due incisioni sulla faccia dorsale e palm::tre dì qualche millimetro più ampie del trapianto a sigaretta preparato, nello spazio intcrmctacarpale sottostante la sìndattilia e per via smussa, servendosi dì una Klemmer curva, si metteranno in comu nicazìone le due inci~ionì allargandole con movimenti di forzata apertura delle branche della pinza, sì da formare un tunnel. Attraverso tale tunnel verrà introdotto e tirato mediante i fili di fissaggio lasciati lunghi, il trapianto cutaneo a sigaretta già preparato. Dopo opportuna regolarìz7.azione i bordi del trapianto \'erranno suturati ai margini delle incisioni dorsale e palmare. Dopo 8 o 10 giorni, a trapianto attecchito, ~i aprirà complet.1mente lo spazio inter· digitale (fig. 6) (6 ab c). Con questa metodica vari AA. vanta no buoni risultati anche a distanza di tempo (Bocc::tnera-Zappoli, Zanolì). Resta però il fatto che per giungere a rale risult::tto ><i è costretti a ricorrere ad un intervento in due tempi che prolunga la degenza e corre tutti i rischi connessi con l'eventuale mancato attecchimento del trapianto libero. Per ovviare a tali inconvenienti perciò abb:amo ideato la nuova tecnica, che, a nostro a,·viso, risolve contemporanea mente il problema della ricostruzione della commìssura intcrdìgitalc c della ricopertura delle superfici cn.aentate delle dita senza ricorrere a trapianti liberi e quindi senza correre i rischi del mancato attecchimento del trapianto, della sua nccrosi e della retra zìone cicatriziale. Questa nostra t<:cnica che passiamo a dc~cnvcre, trova indicazione specie nelle sìndattìlie congenite piuttosto )asse. ma noi l'abbiamo mata anche in alcuni casi di sindattilia serrata con onimo risultato estetico e funzionale.


ti)

b)

c)

r·ig. 6, - Tecn1c;1 rlel tr.1p1.10to • .1 'IJ;<Irctt;l " (lunpi fondam~ntali).

Des,rizione del metodo: l'intervento va e'cguito m anes tesia locale per infiltrazione che aiuterà nello scollamento dei te%uti (figg. a- b). Si scolpisce un !embo dor~ale tronco-conico con ba~e all'altezza della articolazione metacarpo-falangca delle dna intere"ate. li lembo deve essere ~olo dermo-epidermico e non deve inte re~snre la membrana fibrosa ~indattilic:t. Sulla faccia palmare invece si pratica unn incisione, che interessi ~empre solo lo ~trato dermo-epidermico, lasciando mtegra la membrana fibrosa smdanilica (figg. c-d). Il lembo dor~ale viene ribatn1to all'indietro, mentre quello palmare viene aperto a libro e ri battuto lateralmenre (figg. e-/). Successivamente si incide la membrana fibrosa sindattilica interdigitale (fig. g). Si dà inizio subito dopo alla ricostruzione della commissura interdigitale suturando il lembo dorsale, opportunamente regolarizzato alla faccia palmare (figg. h-1). Si rico prono ~uccessivamcnte le !>uperfici cr uentatc delle dita con i d ue lembi palmari precedentemente preparati (fig. !).


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La massima :menzione deve es~cre posta nella preparnione di questi lembi e nella loro ~utura. E' necessario che quc~ti lembi alla base conservino i loro elementi \'ascolari c le suture, sia nella neo comm1ssura che sulla superficie delle dita, siano fatte con punti piuttosto larghi, non in tensione per c\·itarc la nccrosi dei lembi.

g)

h)

t)

l)

I n genere la cura pose-operatoria consiste in una scrupolosa amibiosi locale mediante ricopertura delle suture con tulle gr.:mo antibiotico ed antibiosi per via generale ed immobilizzazione su palmare per almeno 8-10 giorni. Noi usiamo associare anche preparati vasodilatatori e somministrare piccolissime dosi di anticoagulanti per favorire h ripresa del circolo c vitalizzare i lembi. E' prudente inoltre associare preparati a base di j:duronid:1si per ridurre l'edema post-operatorio. . In 8" o IO·' giornata c comunque non appena si è sicuri dell'attecchimento e della VItalità dei lembi, facciamo iniziare la mobilizzazione grad uale attiva c passiva delle dita in bagni caldi.


ln genere la guarigione chirurgica si ha per prima, quella funzionale SI ottiene 111

10-15 giorni a seconda della collaborazione del soggetto. CASISTICA PERSONALE.

La nostra modesta casistica riguarda 4 casi di sindattilia delle mani e 2 dci piedi, in soggetti giovani di circa 21-24 anni. Uno presentava una sindanilia cicatriziale da ustione tra 3" e 4" dito della mano sin.; un altro presentava una sindattilia serrata cicatriziale da ustione tra 2• e 3" dito della mano ds. con lieve retrazione della falange ungueale del 2" dito; 2 casi invece presentavano una sindattilia tassa, congenita bilaterale tra 3" e 4" dito delle mani. In uno di questi pazienti fu praticato l'intervemo bilateralmente nella stessa sedut:J, mentre all'altro l'inrervento venne eseguito con intervallo di circa 20 giorni tr:~ le due mani. La guarigione chirurgic.1 SI c ottenuta in tutti i casi per prima, mentre quella funzionale è stata completa entro il 20• ,giorno (/igg. 7-8·9). I due casi di sindattili:~ podalica riguardavano un caso d1 ~indattilia congenita bilaterale tra 4" e s· dito ed un caso di sindattilia cicatriziale po~t-mtione tra 2• e 3" dito del piede sin. Sono stati trattati il primo con b metodica soprade;;critt:t t:d il secondo con !:t metodica del trapianto a « 'igaretta :.. La guarigione lli è avuta per prima n& secondo caso, mentre nel primo si ebbe la necrosi parziale dci lembi di ricopertura della faccia interna delle dit:~ per cui ~i ebbe la guarigione per seconda in circa 30 giorni con cicatrice lievemente retraente tra 4° e 5.. dito più accentuata a sin. Comunque la funzionalità del piede non è stata compromessa e noi pemiamo che la causa della mancata vitalità dci lembi -,ia da attribuire al rallentato circolo di scarico a livello dei piedi ed anche al fatto che il paziente, nonostante il nostro avvertimento, si è :tlzato e camminato prima del tempo prescritto ed inoltre per la sca rsezza della cute disponibile per la ricopenura delle superfici cruentate con conseguente tensione delle suture.

CoNCLUSIONI.

Alla luce di quanto abbiamo innanzi esposto po~~iamo concludere che: 1) le \'ecchie metodiche non risolvono il problema prinCipale della terapia della sindattilia congenita o cic:ttriziale rapprc~entato dalla ricostruzione della commissura interd igitale; 2J i vari e numerosi metodi chirurgici proposti dai \'ari AA. che si propongono tale fine, rappresentano piò degli indirizzi di Scuola che delle vere e proprie \arianti di tecnica capaci di risolvere il problema tn modo definittvo; 3) le metodiche con trapia nti liberi, se teoricamente rappresentano la soluzione ideale del problema, in effetti risentono soprattutto dei rischi collegati con l'attecchimento e la vascolarizzazione dell'innc~to; 4) la nostra nuo,·a metodica, proposta con tutta chiarezza e semphcid, possa dare, come a noi li ha dati, ottimi risultati nelle sindattilie delle mani specie in quelle congenite, !asse, purché correttamente eseguita, rispeLtando cioè l:t vascolari7.zazione dei lembi, lo scollamento dei lembi dorsale c palmare d:~lla membrana fibrosa sindattilica; purchè si rispettino i canoni di un assiduo controllo post-operatorio e si mantenga la immobilizzazione funzionale per 8 o IO giorni, seguita infine da una graduale ripresa funzionale;


33

Fig.. -

Fu~.

1•


34 51 per le sind:milie podaliche è for-.c meglio usare la tecnica del trlpianto :1 «sigaretta, o altre tecniche con trapianti liberi autoplastici, data la scarsità della cute disponibile per la ricostruzione della commissura imerdigitalc c la ricopertura delle superfici cruentate delle dita.

Rr \SSt.:-<To. - L'A .. dopo aver fatto una rapida anali" delle ''arie metodiche per la cura della sindattilia delle mani c dci piecli, espone e propone un suo nuovo metodo autoplastico; ne di~cute i vanraggi c le differenze nei confronti degli altri metodi usati. Conclude pre~ntando la ca~istica person:1le riguardante 2 casi di ~indattili:1 con~ genit:1 bilater:-ale e 2 casi di sindattilia monobtemlc cicatriziale delle mani e l caso di ~indattilia congenita cd l cicatriziale dci piedi.

Rl.sc;\tÉ. - L'A., apre~ a'oir bit une rapide: analyse des plu,icurs méthodcs pour soigncr la synùactylic des mains <:L des poicls, exposc et propos(; son noU\·el méthode autopbstique. Il éxamine les avantagc~ et Ics différcnces en réspccl aux :~utrcs méthodes. Il conclur cn présentant sa c:Jsistique pcrsonclk de 2 cases Ut' syndactylie congenitale, bilaterale et 2 c:~scs de syndactylic monolateralc cicatriciale des main~ et l case de syndactylic congenitale et l case cicatriciale dc\ poid,.

SuMMAR\'. - Thc A., :1ftcr 3 shon analysis of rnany \ystems for thc treatrnent of the wndactyli~m of the hands and of the fccts, exposes and proposes his new autopla~­ tyque system. He compares thc advantage~ and the difference~ with rcspcct to the other uscd systcms. At the end hc presents his cxperiencc of 2 cases of the syndactylism congenita! bilatera! and 2 cases of the syndactylism cic:~tritial, monolateral of the hands and l case of thc synd:1ctylism congenita! end l case cicatri ti:ll of thc feets.

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SCUOLA MILITARE ALPINA

ALIMENTAZIONE IN ALTA MONTAGNA T en. Col. Med. Dott. Pietro Ragni

Scopo dell'alimentazione dei reparti operanti 1n alta mon tagna, deve essere quello di dare maggiori possibilità di resistenza all'altitudine, al freddo ed allo sforzo muscolare. l. - L'altitudine è il pri mo fattore climatico dell'alta montagna cd è caratterizzato dall'ipossia cioè da t; na minor disponibilità di ossigeno a livello elci polmoni e quindi elci tessuti. In montagna, più si sale e più diminuisce la percentuale di ossigeno nell'ari:J. A 2.500 metri la d isponibilità di ossigeno ~ di tre q uarti rispetto al livello del mare: a 5.500 metri la disponibilità è della metà rispetto al liv~llo del mare ed a 1!.500 metri, tale disponibilità è solranto di un terzo. L'altitudine è responsabile del mal di montagna cioè di quel complesso di disturbi rappresentato es~cnzialmcnte: dalla cefalea, a volte intensissima, dovuta a dilat:tzione dei vasi cerebrali; dall'insonnia, spesso accompagnata da un certo grado di agitazione e di angoscia; dnll'affanno d i respiro (atti respiratori più freguenti e più superficiali); dallo «sfinimento,, causa freguente di morte in alta montagna. Ma l'altitudine esercita pure importanti modificazioni sulle fun7ioni digestive: nel corso di ascensioni in alta montagna, i di~turbi principali accusati dagli alpinisti sono di o rdine d igestivo e di ciò bisogna tener conto ai fini dell'alìmentazione. Alle quote più elevate si manifestano costantemente anoressia e difficoltà digestiva. La perdita dell'appetito può comistere in un semplice disgusto per determinati cibi (sopraltutto carne c grassi). mentre più graditi si dimostr:tno i cibi zuccherati liquidi. A questo proposito può essere opportuno riferire e'pericnze personali di guide famo~. La guidn di Valtournanche, Camillo Pelli)sier, perita tragicamente il 6 agosto 1966 d urante una ascensione al Dent d'Hc rens, qualc he anno prima era stato il conquistatore solitario del Kanyut-Sar, vena di 7.763 metri nel gruppo deii'Himàlaya. Y!'cntre gli altri componenti della spedizione italiana erano rimasti bloccati da disturbi dispeptici nella fa~e conclusiva del l 'a~cen sionc, Pellissicr riuscl, senza fa re uso d i ossigeno, a con· quistare la vetta, prendendo solo thè zuccherato. c /\ quelle quote, (sono parole dello •tesso Pellissier) si vive praticamente di riserva , , Que~to spiega il dimagramento presentato da,gli alpinisti al termine di ascensioni in alta montagna. Analoghe te~ timo· nianze vengono fornire da Achille Compagnoni che, con Lino Lacedelli, conquistò la seconda vetta del mondo, il K2 di 8.611 metri. ~di'ultima fa.,e della scalata, Compagnoni riferisce di essersi nutrito soltanto con alimenti liquidi (camomilla e thè zuccherati), in q ua nto, a q uelln quota, al imenti solidi potevano provocare dist urbi d igestivi tali da compromettere l'efficienza fisica e quindi ogni possibilità di successo. Occorre tuttavia fare una precisazione importante. Vette così elevate, quali q uelle extraeuropee (dai 5.000 agl i 8.800 met ri), sono riservate a pochi alpinisti d'eccezione, i quali peraltro possono soggiornare a quelle quote con il minimo indispensabile di ma· teriale e solo per c breve, tempo. Shipton paragonn l'uomo che sale a grande altezza


37 sull'Everest ad c un uomo malato che arra m pica in un sogno:.. A quelle altitudini infatti l'uomo vive male: i suoi mezzi sono limitati c senza grandi possibilità di lavoro. Molto rapidamente egli de\e discendere perchè il deterioramento compare precocemente. L'alpinismo militare si differenzia nettamente da quello civile. Infatti le finalità dell'alpinismo militare sono essenzialmente quelle di consentire ad interi reparti di s~ pravvive re c a lungo :t in alta montagna e di svolgere una efficace azione ranica, in quanto muniti di adatto equipaggiamento ed ormamcnto. Per queste ragioni le truppe da montagna possono essere chiomate ad operare ad altitudini comprese tr:J i 3.000 cd i 4.'500 metri. Anche per que)te quote turtavia, re~tano validi gli stessi criteri direttivi: l'altitudine, per se stessa, non richiede un aumen to globale della razione: il miglior alimento :td alta quota è rappresentato dai glucidi: l'apporto di liquidi deve esser<: aumentato per evitare la disidr:ltazione. 2. - Il secondo fattore climatico dell'alta montagna. è rappre~entato dal frec.klo. In montagna più si 'aie e più fa freddo c ciò resta vero per qualsiasi stagione e luogo. 11 freddo t: sempre stato il principale ostacolo :1ll:t conquista delle vene più elevate ed il maggior pericolo per gli alpinisti, \(1Ccic in condizioni di torment.t e di bivacco. Il freddo è alla base di una duplice patologia: locale (congelamenti) c generale (assideramento): quc,t'ulrima rappre~enta una delle cause più frequenti d i morte in alta montagna. Il freddo pro,·oca la d•~pcrsione termica, cioè la perdita di calore da parte dell'orgnnismo. La disper~ione termica è in funzione di tre fattori climatici: la tem peratura esterna, la intensità del vento ed il grado di umidità dell'aria. In alta montagna la perdita di calore da parre dell'organismo è tanto più grande, quanto pi~1 fa freddo, quanto più tira vento c quanto più l'aria è secca. Se una temperatura di -10• è facilmente sopportabile ~enza \ento, ben più difficile di,·enta la sopravvi,·enza alla stessa temperatu ra ma con un vento d i l 00 Km. a ll'ora. Jean Rivolier, medico delle ~pcdizioni francesi aU'Himàlaya, riferisce che tempe· raturc d i - 65• C. sono state sopportate dagli uomini della spedizione francese al Centro della Groenlandia: per contro a cnn un vento di 200 Km. all'ora, og ni soprav\"Ì,·enza di qualche durata sarebbe impossibile senza rifugi. In alta montagna, d iminuisce il grado d i umidità dell'aria: la inalazione d i aria freùda e secca provoca e~siccamento della mucosa orale e quindi sete tormentosa. L'alta montagna provoca ancora notevole d ispersione d i calore legata all'a umento della ventilazione polmonare. In altitudine, la ventilazione t: aumentata in misura che il profano non immagina. Rilievi fatti sull'Himalaya hanno dimostrato una ventilazione da 150 a 180 litri al mi nuto: alle altitudini dell'Europa sono invece abituali ventilazioni da 40 a 50 litri al minuto e la perdita di calore varia da O a 100 calorie all'or:J per una temperatura di (Rivolier). In alta montagna è eb·ara la perdita di calore attra\'erso i polmoni sotto forma di vapor d'acqua c per riscaldare l'aria inspirata, che, come si t: detto, è particolarmente fredùa e secca. 1\ ciò bisogn:.~ :!).!'giungere la pcrùita d i calore attraverso la pelle sono forma di e\'apora7ione ùcl sudore (l litro di suùore as,orbc circa 180 c:~ lorie): la perdita di calore attraverso In pelle per conùuzione, cioè per trasmissione diretta di calore da un corpo all'altro (interessa particolarmente il caso di riposo seduti o d istesi su un suolo molto freùdo): la perdit:t di calore per convezione (calore ceduto all'aria circostante); la perdita di calore ·con le escrezioni cd infine la perdita di calore per riscaldare le be\'ande c gli alimenri. L'organismo lotta contro il freddo, aumcnt:-~nùu la produzione d i calore. La sor gente principale di tale produzione di calore ri,iede nelle ossidazioni cellulari :t li,ello

3o•c.

-w·


dei muscoli eh•~ formano circa la merà della mas~a corporea: il i)"~ dell'energi:J chimica prodotta dal bvoro mu:;colare viene ceduta come calore. Il tono muscolare rappre~nta in condizioni normali una attività muscobre incosciente che produce calore e contribui~ce al mantenimento della temperatura corporea. Ora il tono muscolare aumenta sotto l'azione del freddo. Il raffreddamento inoltre provoca delle contrazioni muscolari cioè i br i vidi. Più il brivido è forte e più si ele,·a la temperatura corporea. Nel brivido, che è inefficace dal punto di vist:l meccanico, la totJiità dell'energia liberata dai muscoli, è trasformata in calore (Rivolicr). Logicarneme questi fenomeni comportano un forte aumento del con-;umo di ossigeno. Con il freddo si ha pure un aumento del metabolismo nella misura di circa 4 voltt: ri~pettu al ripo\o completo in condizioni termiche Ji neutralità (Hivolierl. Esperienze condotte su animali hanno dimostrato che, alle basse temperature, l'organi,mo bruci:l Ji p referenza j lipidi. La Scuola di Chicago condusse una ~rie di esperimenti sull'uomo, per studiJrc gli effetti di regimi a predominanza glucidica, protiòic:l o lipidica su dei volontari che per 5 mesi vissero 8 ore n l giorno tra - 30 e - 18 gradi. Le conclusioni furono le seguenti: la predominanza de'e essere data agli alimenti ricchi di grassi che sono più efficaci degli idrati di carbonio e questi superiori ai protidi e che era opportun o \Ornminis trare picccli pasti distanziati da circa due ore. I lipidi rappresentano perciò il miglior alimento contro il fn:ddo. Il freddo richiede un numento quantitativo della razione con pre,·alcnz:J per grassi. 3. - Pt:r quanto riguarda lo sforzo mu,colare è da nle,•are che in alta montagna. per effetto della carenza di ossigeno, la fatica compare più precocemente. F.' noto che per In contrazione muscobre, vengono utilizzati i glucidi: è pure accert:tto che i lipidi, nell'org:tnismo, possono trasformarsi in glucidi, per cui anche i lipidi rappresentano un eccellente alimento per lo ~forzo muscolare specie se prolungato. Rilievi -;ulJ'uomo hanno dimostrato che un regime ipocalorico è deleterio per lo sforzo fisico, portando ad una diminut-ione della forza muscolare òella mano (valutata al dinamometro) c ~1 d uno diminuzione ancor più m:1rcata della resistenza (valutata con marcia rapida sino all'es:lUrimento all'ergometro trasportatore inclinato). Lo sforzo quindi richiede un numento g lobale degli alimenti: la razione deve essere ipcrcalorica con predominanza per i g lucidi. Il fabbi,ogno calorico di un individuo andrtbbc razionalmente fissato sulla scorta di molti fattori (età, peso, costituzione, sesso, ecc.), ma soprattutto considerando il consumo inòicato dal metabolismo basale. In pratica è però sufficiente tener conto di dut fattori in modo principale: a) il peso fisiologico (le tabelle del Bergami, a differenza ui tutte le oltre finor:.l note, forniscono il peso ideale o fisiologico, cioè quello eh~ do vrebbe a\·erc un qualunque soggetto di cui si conoscano ..esso, età e costituzione) e b) il tipo di bvoro, ricordando che il fabbisogno calorico deve oscill:lre quotidiJnamente tra le 30 c le 35 calorie per Kg. di peso in caso di lavoro intellettuale. fra le 15 e le 40 in caso di Ja,·oro fisico limitato, c fra le 40 e le 50 in caso di Ja,·oro f>C\:lnte, c ricordando altresì che siccome il l OJ0 di calori.: non viene utilizzato, la cifra ottenuta va maggiorata :tncora del 10"1 (Lisi}. Un utile riferimento viene dato dalb seguente tabella, riportata da << ~utrition et Trav:.til ~ F.A.O. del 1962 - Roma.


39 Fabbisogno in calorie per anività di differente grado eli intensit3. Grado di attività

c:Jlorie/die

Scdent:Jria Modcr:lla Intensa

2.800

uoo 4.400

1 fabbisogni sopracitati \Ono calcolati per un uomo di 2'> anni. m buone condi7ioni di ~alute, di 65 Kg. di peso corporeo, che vi,·c in zona tem~rata con temperatura me· l O C. dia annuale di

+

Passmore e Durnin hanno così calcolato il dispendio di e nergia in rapporto al tipo di sport: palla a vo!o tennis corsa campe,trr corsa rapida crawl marcia ascensione

3.5 cal.j m111u t o 7J cal./ minuto 10.6 cal. fminuto 15,0 cal.!minuto 14.0 cal./minuw 3-4 cal.j minuto 10.0 c:tl .lminuto

o~ sia 21 O ca l. ora O'sia 426 cal. ora m~ia 636 cal. ora OSSIJ 900 cal.jorn OSSI:l 840 cal./om o~~Ia 200 cal./ or:t m~ia 600 ca!. ora

In complesso qumdi. alle 2.000 calonc nelle 2-t ore (,omma totale del dispendio calorico del met:tbolismo basale, dell'atti\ ità generale e visccmlc c della termoregolazione) occorre aggiungere il dispendio energetico da lavoro muscolare variante dalle 1.500 alle 3.000 calorie per u n soggetto in zona tempe rata. Il fabbisogno totale giornaliero sarà dunque di 3.500-5.000 calorie (Rivolier). Sulla base dci d:Jti sopr:Jcitati si può concludere che il fabbisogno alimentare per reparti operanti in alta montagna è di 6.000 calorie circa, per uomo e pro clic. Ma l'alimentazione, oltre che quantiwti\'amcnte sufficiente, cioè di alto \'alore C<tlorico in rapporto al di~pendio energico, deve essere qualitativamente equilibrata nei suoi componenti, cioè deve contenere in proporzioni ottimali, i principi nutritivi essenziali: protidi, glicidi, lipidi, sal i mincrnli, vitami ne cd acqua. Come è noto, le p roteine sono indispe nsabili per i processi plastici dell'organismo (cre~cita e mantenimento dei tessuti) c per mantenere l'cyuilibrio azotato nell'organismo. I risultati di inchieste condotte dall:t f.A.O., indicano i paesi nordici d'Europa come i maggiori comumatori di alimenti proteici. I n S\·ezia. in )Jorvegia, in D::~ni­ marca, ed in Inghilterra, l'alta statura e la prestanza fi,ic:J dimostrano come la dieta proteica sia la più idonea a f:Jvorirc un completo cd armoniO\O wiluppo dell'organi~mo umano, mentre nelle popolazioni sotto alimentate qU1ntitativamentc e qu:tlitativ:tmen· te, sono comuni il r:tchitismo ed un:1 stntura inferiore ai!:J media. Le prote ine sono indispensabili non solo perché f:tnno p:ute della costituzione orga· nica dei tessuti, ma anche perché, dalle so~tanzc proteichc. hanno origine gli anticorpi. E' ben nota infatti la relazione intercorrente fn consumo proteico c morbilit:i per malattie infettive. La dieta iperprotcica trova perciò una specifica indica7ionc in alta montagna, do,·e pi~ _elevata c tcmibile ì.: l'insorgenz;, delle affezioni acute broncopolmonari. La quota nun1ma indispensabile di proteine (circ:1 l grammo per ogni chilogrammo di peso corporeo) dovrà perciò essere largamente su pera ta. essendo necessario ri parare l'usura dei tessuti denunciata dal dimagramcnro che comp:trc co\t:tntcmente dopo una per-


manenza di qualche durata in alla montagna. Il contenuto proteico della razione den: essere calcolato nella misura di 2 grammi e mezzo per ogni chilogrammo di peso cor poreo. vale a dire di circa 180 grammi f>er uomo c pro die. Inoltre tali proteine devono es~crc per due terzi di origine animale e per un terzo sostanto di origine veget<tlc. Un aumento eccessivo può non e\~erc opportuno per l'ele\·ata azione dinamico-\f)CCIfica delle proteine. E' noto che gli alimenti esercitano un potere di ~timolo sul ricambio (azione dinamico -~pccifica) che v~r~a per le diverse :,ost:mze. Ora gli alimenti proteici intensificano il ricambio nellu misura del 30 per cento circa, mentre i ca rboidrati cd i grassi lo aumentano di poco (4-5 per cento). Que~ta cb•ata azione dinamico -~rx:cifica delle proteine. oltre certi limiti è controproducente in alta montngna. comportando ma~gior comumo di o,,igeno. E' importante tener conto del \·alor biologico dci 'ingoli alimenti proteici. Se per esempio si considerano due diver~c proteine che ~iano di uguale quantità e tali perciò cb dare un ugual numero di calorie, ma un tipo sia di proteine complete c l'altro di proteine incomplete, malgrado risulti identico il loro valore calorico, non l: identico il loro lavoro biologico. oerché mentre le proteine complete contengono tutti gli :Jmino:tcidi essenziali. cioè indbpcnsahili alla \'ita, le proteine incomplete mancnno di a!cuni di essi e non sono quindi sufficienti da sole a mantenere le funzioni vitali. Per quanto ri g u:1rda le proteine, si l: convenuto di indicarnc il valore biologico esprimendo la quantità di proteina umana che si ottiene da 100 grammi di proteina alimmtare c si è stabilita una gerarchia biologica nella quale il primo posto spetta alle proteine della carne, del latte, dei latticini, delle uo\·a e Jel pesce. A que~te proteine animali, alle quali viene concordemente attribuito il più elevato valore biologico, seguono in ordine di importanza decrescente, le proteine vegetali di riso, delle pa· tate, del grano e dei kgumi. In fondo questo valore biologico è que llo che si dice in pratica valore nutritivo e che non si esaurisce solo nel rendimento calorico. L'im· portanza di una generosa somministrazione di proteine di elevato valore biologico, deriva non solo dalla necessità di sopperire al ma~gior consumo dei tessuti che si verifica in alta montagna, ma anche dal fatto che tali proteine contengono sostanze lipotropc quali metionina e colina. In alta montagna, per effetto dell'ipossia, si ha una minorazione funzionale del fegato cd anche dei reni (Bassi negli assiderati ha riscontrato azotemie elevatis\imc). Le moderne e più approfondite indagini hanno rivelato che spesso molte malattie epatiche (cirrosi compresa) non sono che la conseguenza di una infiltrazione grassa del fegato e che una simile infiltrazione si può avere non solo con un<1 alimentazione ricca di grassi (iperlipidica) il che è intuitivo, ma anche con un'alimentazione difettosa di proteine (ipoprotcica), il che è l'elemento nuovo e sorprendente (Lisi). Le proteine animali quindi, contenendo metionina e colina capaci di mobilinare il grasso verso il quale avrebbero una particolare attrazione, svolgono una importante funzione sia prcventiv<~ che curativa contro il deposit:1rsi di grasso nel fegato. Tra gli alimenti protcici, la preferenza verr~1 ùat::t alla carne che ai vantaggi delle a ltre proteine animali, unisce in più un effetto tonificante che è ULilissimo in ambiente freddo, dato che le basse temperature po~sono più facilmente :1\'er r:~gione degli organismi a tono deprcs~o. Del resto il suggerimento scientifico coincide con 1:~ consuetudine pratica di u s:~re più spesso la carne nei periodi e nei p:1c~i freddi. E' noto infatti che gl i a?itanti delle regioni polari ne consumano ciascuno sino a due o tre chilogrammi al g1orno. Al contrario delle proteine che sono ~ostanzc prt:\ alentementc pJa,tiche e ~o lo in via secondaria energetiche, i grassi cd i c:~rboidrati !>Ono sostanze pre\·alentemcmc


energetiche e solo in via secondaria plastiche: esse cioè hanno soprattutto la funzione di produrre energia sotto forma di calore e di lavoro. Pe r i grassi come per le proteine, il minimo indispcn~abile, in condizioni normali, Yiene ,·aiutato intorno ad l grammo per ogni chilogrammo di pe~o: tutto il resto del fabbisogno calorico dovrà essere coperto dai carboidrati. ln alta montagna, a reparti che devono svolgere intensa attività in ambiente molto freddo, i grassi devono essere somministrati gencrmarnemc sino a 3 grammi per ogni chilog:rammo di peso corporeo e cioè nell:t misura di circa 200 g rammi per uomo c pro dic. f gr:t~si, oltre a rendere i cibi di gusto più gradevole, assolvono una duplice funzione, energetica e vit:lminica. La funzione energetica è la più cle\'ata in quanto l grammo di grasso prod uce 9 calorie rispetto alle 4 calorie prodouc da l gra mmo di proteine e di carboidrati. Inoltre i gra~si forniscono all'org:~nismo le vitamine liposolubili A, D, E, F, K. La differenza di contenuto \Ìtaminico dci di,·ersi grassi conferisce loro una divers:1 dignità biologica. L:t ricchezza vitami nica è massi ma per i grassi animali di organo (burro, panna, uova), minore per i gr:.s~i animali di deposito (lardo c strutto) ed ancora inferiore per i gr::tssi vegetali (olio d'oliva e margarina che è una miscela di vari oli di p;~lma d i cocco, di soia. di se~amo c di arachidi). Birogna t uttavia precisare che la funzione 'itaminic::t dei grassi esiste soltanto quando questi ve ngono consumati crudi, essendo le vitamine distrutte o profondamente alte· rate da lJ:1 cottur:1. A questo proposito (; da ricordnre che le alte tc1npcrature che si ra~giungono quando i grassi cuociono a secco, cioè ">enza aggiunt:t di acqua, portano alla disintegrazione del grasso stesso con fo rmazione di "acrokina ll, 'ostanz::t ::~ltamente irrir:-unc per la mucosa intestinale cd epatotossica. Tale pericolo (; tanto mag!tiore quanto pill la frittura è prolung::tta. Un aspetto importante è quello della mlle rabilirà dei g rassi specie in ~1lta mont:Jgna do,·e la funzione digestiva è spesso imperfetta. Un gr1~so è tanto più digeribile quanto più il suo punto di fu~ione è inferiore alla temperatura del corpo. 11 pumo di fusione dello strutto è fra i 35 cd i 40 g ra d i; que llo del burro tra i 28 ed i 35 grnd i; quello della margarina intorno ::ti 29-33 gradi. In generale quindi risultano più tollerati i g rassi vegetali quali l'olio d'oliva c 1:1 margarina (h eccezione qualche grasso vegetale q uale l'olio di seme che è piurt oo.,to mal tollerato): seguono in ord ine d i tolleranza i grassi animali e fra questi il burro è meglio LOIIeraro dello o.,trutto c del lnrdo. Oltre un certo limite natura lmente cessa q ualsiasi rolleranzn ed anche i grassi \'egetali che sono i meglio sopportati, q ua n do ve ngo no i ngcriti i n eccesso, possono provocare disturbi digesri,·i e stato toss1co. I n nlta montagna, ver rà data la precedenza :1 i grassi vegetali (olio d i oliva c mar· garina) che sono più digeribili e con basso contenuto di colesterolo: questi tu navia dovra n no essere integrati con larga somministr:.zione dei gra~si :mimali meglio rollerati (burro, pan na. fo rmaggi gwssi) p::t rti col ~1rmcntc ricchi di vita mine liposoluhili e soprattutto di vitamina F, o comples~o di acidi grassi insaturi e grassi cs~nz.iali che l'organismo deve assoluta mente assumere dall'esterno, essendo incapace di simerizzarli. Regola importante ì: che q uesti grassi vrng:1no usati d i preferenza crud i, aggiun~endol i :lÌ cibi dopo la cottura dei mcd esi mi, evitando in ogni caso che ,·cngano fritti 111 modo prolun gato. Particolare interesse per l'alimen tazione dell'alt::~ mont::tgna, rivestono i grassi contenuti in alcuni frutti oleosi (mandorle e noci) e così pure il grasso del cacao e del cioccolato. Queste sostanze sono. in piccolo volume. nltamcnte c~~r~eti ch e: tulla via, pur t ra tta ndosi d i gras~i d i provenienza vegetale, la lo ro digenb1lità non è L1cile, pertanto è opportuno C\'itarnc un comumo eccessivo. ln alta montagn<l, la somministrazione di un adeguato qu.mtitatÌ\'0 di carboidrati, è fonda me nta le, in qu;, nto quc~li f orniscono il neccss:1rio ap porto c:1lorico per


soddisfare le accresciute esigenze energetiche. l carboidrati esercitano un azione dt risparmio sulle proteine, riducendo il consumo delle proteine organiche; inoltre favo riscono il depositarsi di glicogeno nel fegato, potenziando la difesa della cellula epatica contro gli agemi tossici ed infettivi. Infine la normale elaborazione biochimica dei grassi necessita della contemporanea presenza dei carboidrati per cui il difetto di idrati di carbonio, pro,·oca una deviazione anormale del ricambio dei grassi con produzione di sost:-tnze acetoniche: (i grassi bruciano al fuoco degli idrati di carbonio). In alta montagna si donanno somministrare abbondanti quantità di carboidrati sono forma di riso, pa~ta, pane, zucchero, dolci, fruttn. In alta montagna trovano uti le indicazione alimemi concentrati che in piccolo volume contengono elevate quantità di sostanze nutriti,·e, come marmellate, miele, frutta secca (fichi, datteri), !rutta candita, !rutta sciroppata. Indicati sono pure gli alimenti misti, pasta glutinata e gris· sini glutinati che utilizzano il glutine che è una proteina vegetale ed arricchjscono così l'apporto proteico di cui ha bisogno l'organismo :-td alta quota. Questi alimenti, oltre ad avere un maggior potere nutritivo, sono più digeribili e meno facilmente pro,•ocano fenomeni dispeptici. Inoltre tuui questi alimenti, unitamente ad abbondanti ingcstioni di succhi ui frutta e di bevande zuccherate, consentono di soddisfare le comrastanti esigenze delle quote più elevate e del freddo: mentre il freddo richiede una dieta ipercalorica, l'altitudine non comporta un aumento proporzionale della ra1.ione (l'appetito dell'uomo alle grandi altezze è stato paragonato a quello di un ammalato costreno a letto). Molto utile nelle circostanze in cui non può essere confezionato il rancio normale, è la razione K con opportune intcgrazioni di carne in scatola, di formaggi, di latte condensato, di latte in polvere, di maione:;c in involucri sotto forma ui tubi flessibili, e con sostituzione della gallett:l con biscotti dolci, biscotti salati, fette biscottate o con gri~sini glutinati o iperglutin:-tti. Nei grissini, alla più facile digeribilità corrisponde un maggior rendimento nutritivo, potenziato ulteriormente dall'aggiunta di grassi che occorre per confezionarli. Una esigenza molto sentita, è quella di ottenere un pane capace c.li mantener~i fresco a lungo: sembra che un tipo di pane del genere venisse usato dai tedeschi a bordo dei loro sommergibili. Siccome la trasformazione c.lel pane fresco in pane raffermo è dovuta alla cristallizzazione dell'amido, si è pensato di aggiungere alla farina, c.lelle sostanze che siano in grado di impedire tale cristallizzazione (monostearato di gli· cerina, stea rato di poliossieti lene, ecc.) e si è riusciti così ad ottenere pane che non diventa raffermo. Una conquista recentis\ima della tecnica moderna è il pane congelato, il quale, anche se sottoposto a congelamento appena uscito dal forn.o, tenero ed oc.loroso, tale lo si ritrova all'atto dello scongelamento (Lisi). Sempre maggior diffusione vanno acquistando i metodi di arricchimento delle sostanze alimentari per aumentarne il valore nutritivo e per reintegrarne le perdite dovute al processo di conservazione. In rapporto al processo della Chimica poi, sempre pi ù numerosi sono diventati i «conservatori sintetici :., cioè quelle sostanze che si aggiw1gono per conservare a lungo gli alimenti. Su questi conservatori chimici sussiste ancora qualche ri~erva sulla possibilità che pos3ano provocare dei danni anche lontani nel tempo, per cui, allo stato attuale, è da preferirsi il sistema di conservazione con metodi fisici (essiccamento, c.lisidr:-ttazio· ne, polverizzazione, liofilizzazione, uso del calore. dell'ossigeno. dell'ozono, refrigerazione, congelamento, uso dci raggi ultra\ ioletti, di quelli infrarossi, della neve carbonic;~, degli ultrnsuoni, sino alla sterilizzaziont· mediante hombard:-tmento clettwnico attraverso la scatola).


43 Jn alta montagna, in rapporto al maggior consumo di carboidrati, dovrà essere aume ntato l'apporto di vitamina B che agevola il ricambio dei carboidrati stessi. La stessa vita mi na B inoltre infl uisce favo revolmente sul sistema nervoso, su quello di gestivo, sul tono muscolare e sulla glicemia. Nei limiti del possibile, si abbonderà nella somrninistrazione di frutta fresca e di verdura fresca (soprattutto insalata fresca 1 e di agrumi, per as~icurare un adeguato apporto ùi vit:tmina C che potenzia la difesa contro le infezioni provocate dal freddo, attiva le funzioni del surrcne ed aumenta la re~istenza delle pareti vasali. La necessità di disporre di frutta e di verdura fresca deve essere tenuta ~emprc presente in alta montagna dove la razione è composta in buona parte di alimenti secchi e conservati, e risulta perciò piuttosto povera di vita mine idrosolubili (R e Cl. Le vitamine liposolubili. la A (che sovraintende alla nutrizione dell'occhio, alla difesa contro le infezwni, all'eq uilibrio tiroidco), la K (antie morragica), la F. ecc., verranno assicurate all'orga nismo attraverso J':dimentazione iperlipidica. L'alimentazione dell'alta montagna, ar ticolata in buona parte sulla carne e su1 grassi, è :1cidificante, per cui si rende necessario l' uso contemporaneo di cibi ad azione alcalogena per neutralizzare l'eccesso di acidosi che in definitiva si tr:tduce in effetti tossici. In altri termim. siccome il freddo impone l'uso di :1limcnti che acidifi cano gli umori organici, occorre f:1r ricorso a cibi che invece tendono :1d alcJlinizzarli . A tale scopo serve la frutta con la sua ricchezza di sa li alcalini, sia fresca che conservata (marmellate, frutta ~iroppata ecc.) o disseccata, e serve il vino che è anch'e~so riccu di s:tli. Le marmellate, le confettu re, le conserve, oltre che per l'azione alcalinizz:mte dei loro sali, giovano per l'azione energetica de! loro zucchero cd il vino oltre che per l'azione alcalinizzante dei suoi acidi e dci suoi sali. gio\'a per il "alore calorico dell'alcool che contiene, dato che un grammo di alcool fornisce circa sette calorie. Frutta, conserve di fr utta c vino hanno perciò doppio morivo di essere consigliati: !:l frutta fresca per il comenuto Yitaminico e per l'effetto alcalogeno dei suoi acidi e dei suoi sali; le conserve di frutta per l'effetto energetico del loro zucchero e per quello alcalogeno dei loro sali; il vino per l'effetto energetico del suo alcool e quello alca\ logeno dei suoi acidi e dei suoi sali (Lisi). Il vino, naturalmente, \'errà consumato ai pasti nella mi~ura prescritta (meno d1 mezzo litro per uomo a testa), po rta ndo altrimenti n vasodilatazionc con conseguente dispersione di calore. In ogni caso vcrrann() invece evitate le bevande distillate (aperitivi e liquori) perché notoriamente tossiche. fmportanza fontlamentalc riveste il problema dell:l « itlratnzionc, tlei soggetti sottoposti ad intensi c prolungati sforzi fisici in alta montagna. E' noto che l'organismo umano è costituito per circa tre quarti di acqua nel bambino c per circa la metà di acqua nell'adulto. In condizioni normali, l'eliminazione di acqua giorn:~liera è: di circa d ue litri: tale eliminazione avviene in gran parte per via r<~nale ed in mi nor parte attr:IVerso la via intestinale, cutanea e respiratoria. I n alta montagna le perdite giornalie re di acqua aume ntano enormemente per i vari fattori già considerati: aumento pro gressivo della \'entilazione polmonare in rapporto alla quota; aumento della traspira7.ione cut:lnea in rapporto al carico sempre notevole delle truppe da montagna. Il lavoro muscobrc intenso dà luogo alla produzione di numerose sostanze tossiche k quali, per poter essere eliminare :lltraverso l'e muntorio re nalc, devono essere vcicolatc dall'acqua. Di qui la nece~sità di un costante ed ahbondantc rifornimento idrico, non solo dal punto di vi:.ta quantitativo m:~ anche dal punto d i vista qualitativo (contenuto salino). Achille Compagnoni, nelle ultime 72 ore di scalata al K2. ha perduto (dalla sua 'iva voce) 7 chilogrammi di pc~o ed ha sofferto una sete ed una arsura eia porrarlo all'esasperazione. Agli occhi di un profano. ciò appare paradossale: c mo-


44 rirc di sete, mentre si ì: circondati da tanta ne,·e • · In primo luogo occorre tener pre ,ente le difficolù che ~i incontra per sciogliere determin:ni tipi di ne,·e (particol:lr mente quella farino~is~ima che si trova a grandi altezze c con temperature rigide.;): inoltn: occorre consider:1rc che per produrre quantitativi di liquidi sufficienti ai bisogni, occorrono grandi quantità di ne\·c. molto tempo c molto combustibile. Sulle ,\lpi. si trovano sempre torrenti le cui acque però sono di origine glaciale, cd è noto che l'acqua proveniente d::~llo scioglimento delle nevi è priva di '>ali, e pertanto non ,olo non è gradevole .Il gusto, ma anche non '1ene tr::~ncnuta dall'organtsmo ed in molti ca'i essa è addirittura nociva perché dep:1upcra i tessuti di quei sali (in spcci.d modo ?'\fa c Kl che sono cssenzi::~Ji (Biglioli). Per questo è necessario prima di tutro. in alta monwgna, confezionare minestre di riso oppure di pasta t in broJo • · Rispetto alla pasta :miutta. il riso o la pasta in brodo si raffreJdano meno facilmente durante 1:1 d istribu:?,ione c consentono di assi ~ curare un consideremlc apporto di liquidi. Inoltre il brodo (di carne o vegetale). ~ehbene sia di modesto valore nutriti,·o, ha azione stimolante dell'appetito. L'acqu.l introdotta con il hrodo del riso o della pasta. non è tutravia sufficiente, essendo gli altri cibi prevalemementc solidi. per eu i è nt"c'sario disporre abbondanrcmentc di be,·andL zuccherate (thè, caffè), , ciroppi. succhi di frutta. I succhi di frutta conten~ g-ono. oltre a vitamine, sali ed :Jcidi organici, due zuccheri semplici il glucosio cd il fruttosio (o levulosio), ambedue facilmente e rapidamente utilizzabili dall'organismo senza affaticamento ddl';~pparato digesti\O. Per tale contenuto zuccherino essi hanno un rendimento calorico di!>creto che si :1ggira in media sulle 500 calorie per ogni litro c non è quindi troppo lontano dal rendimento c:1lorico del latte. Tnolrrc, data la rapidità con cui i due :wccheri 'cngono <lssorhiti cd utilizzati, jX'rché non complc~si, i succhi di frutta hanno un effetto tonificante qua'i immediato, ~ono ci<X: spiccatamente mcrgctici c pertanto inclicntissimi negli :.portivi, oltre che nei soggetti per qualsia~i motivo debilitati. l succhi di frutta sono infine alcalinizzanti e diuretici, il che li fa consigliare in tuLLe le condizioni in cui vi sia tendenza all'acidosi e sempre che si voglia attivare la funzione rena lc (Lisi). Ugualmente utili potrebbero es~erc le polveri tipo ldriz. I'Agruvit. le comprc~se cffen·esccnti tipo Cebion c Redoxon. In alta montagna. sempre allo scopo di :lSSicur:uc una razion::llc n·idratazione ed evitare 1:1 derninerahzznzionc, occorre disporre di bustine e di compresse contenenti un determinato tluantitati,·o di sali (in special modo _:-...la e K\ per arricchire di questi \<Ili esscn7iali le l"lC\':\Ilde comuni.

Rt\'>SI':-;To. Dopo una premessa sulle influenze c..ercitate dall'alta montagnct wlle funzioni Jigestive. ,·engono prese in esame le indicnioni delle varie sostanze aliment:Jri in r:1pporto :~Ile tre :-tggressioni dell'alta mont:1gn:~. l'altitudine, il fredJo c lo sforzo muscolare. Vengono pure propo~te alcune integrctziont c <.o~tituzioni alla razion<' K che \l dimostr:1 sempre di grande ut ilità nei ca~i nei <]U:tli non (: po~~ibile confczionnrc la razione normale.

Rl.st:JI.tÉ. - Après une prcm1se sur k:s influenccs exercitées par l'haute montagne <.ur !es fonctiom de la digestion, on pas'c à examiner le, indications de~ Jiffércntcs substanccs alimcntaire<> rclativement aux rroi~ ohsmcles dc l'hautc montagne: l'alti~ rude, le fro id, l'cffort mu~culaire. On va propO!>t:r amsi qualqucs intègrations et rcmplacements 21 la r:~tion K qui c~t wujours rrès utile lors<]u'il n'est pas po"ihle d':~ppr~ter la ration normale.


45 SL'MMARY. - Aftcr a premise regarding high mountaìns influcnces on thc digestive functions, the Autor examim thc propcrty of thc various food~ in relation to thc obstaclcs in high mountairu: altitudc, cold, phisical cffon. A few integrations aml sobstitutions are then proposed for thc.. K ratior~ which 1s ,ti!! at great value \\'henever it j, not possiblc to preparc norma! ration of food.

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ISTITUTO DI RI\DIOLO<ìli\ DELL'UNIVERSITA' DI PADOVA Direttore: Prof. G . I,F'I\RIHI1.Zr OSPEDALE MILJT,\RI' PRINCIPALe DI PADOV \ Direttore: Col. Mcd. ProL G. Nr-.-ro

SULLE CISTI OSSEE SOLITARIE DEL CALCAGNO Dott. A. Manganidlo

La cisti ossea solitari:J uel calcagno (~ una lesione considerarn molto rara. l casi nella letteratura mondiale da noi con~ultata non ~uper:mo il numero di 40. Si ~ono interes~ati dell'argomento Copleman, Vidoh c Crimm1ng~. Janes, Sirry. Garccau c Gregory, Goidanich, P:~lma c Venturini, Chri\tman c llarvcy, Calcagni, Malcapi c Turrini, Caldana e Ortolani. ecc. Presso I'O~p<.•cble Militare di Padova nel periodo 1960-65 abbiamo esaminato circa 4.000 radiografie del calcagno cd abbi:lmn riscontrato 8 ca~i di cisti os~a. di cui uno bilaterale (figg. l c 2), con un 'incidenza del 2%o- Tn 6 ca~ i il reperto (: stato occasion:~le, mentre in 2 i pazienti accu~avano dolori al piede durante la deambulazione. Tre paziemi ~ono stati sottoposti ad intervento chirurgico con .~uccessivo esame isto· logico, che ha confermato la natura cistica della le~ionc. La no~tra casistica comprende prt valcntemente gw,·ani militari dell'età media di 23 anni. Da ricord::trt· che la le~ione è peculiare dell'età giovanile per cui viene anch<.· dcnt)minata ~ cisri ossea giovanile » ma può essere riscontrata in quabiasi età: eccezionale al di ~otto dei 5 anni; rara nel rcrzo decennio (Sih·er); rari~sima nell'età avanzata (Di Batti~t;l, Forni. ecc.). Sedi di elezioni delle c1~ti os!><!e sono le meufis1 delle o~sa lunghe e propriamente quelle prossimali dell'omero, femore e tibia ma qualunque segmento scheletrico può essere interessato. Dalle nostre osservazioni riteniamo che fra tutte le ossa eone e piatte la cisti del calcagno sia la più frequente, essendo nel calcagno una particolare preclisposizionc, do' uta alla singolare struttura dell'o"o· come (: dimostrato dalla con statazione sia :-anatomica che radiografica. E' noto che la struttura del calcagno, costituita da tcs~uto spugnoso c da uno ~trato di osso compatto, racchiude un complesso sistema di trabccole, disposte razio nalmente in fasci o traiettori secondo le lince di forza, deliminando una zona di for ma triangolare, contenente arcole ripiene di tessuto midollare. l più importanti sistcrm di trabecolc sono tre: l) il sistemn talamico che nasce dalla faccia posteriore astragalica e disponendosi :l ventaglio è cli:retto in basso c postetiormente fino alla porzione posteriore della tubcrosità; 2) il sistema apofi~ario anteriore o sinusalc, il più esile, che si stacca dal solco cd l: diretto in basso e verso l'avanti fino alla faccetta cuboidea; 3) il sistema piantare posteriore, che na~ce dalla lamina compatta piantare c si dirige indietro c verso l'alto. Tali sistemi, intersecand01oi fra di loro, delimitano un'arca, c he sul radiograrnma in proiezione laterale appare come un'immagine più o meno trasparente, di forma grossolanamente triangolare, a delimitazione non molto netta e che, in analogia con it •• trigonurn femoris » della parte infcro csrerna del collo anatomico del femore, viene denominata « trigonum calci!>», interessante la parte anteriore del calcagno. de~crmi


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hg. 1

1'. 1·., n~to 1l l!J·h·11J4I. Non traunu. Dolon .11 pu:di, m ).!rJJu m.tggwr< J '"· dur.tnt<

la deambulazione. Arc;l di asp<'llo ci,uco in corn,pondcnza dd tcrt.o .mten o rc dd calcag no b1l;111:r.1l mentt , di fornu o:ro"nlanamcntc: trian)!olare .•1 limiti non multo netll. La curtic.1le in corri'l"'"dc•W.I

del lordo mfenun· Jppa rc J\SOtli)(IIJt.l .- lt·)!germt·nre ,offi.lta.

J) Fig. 2 .

In proiez10nc .1ssialc M cvidcnz•a ch1ara mcntr che b lesione Intere"·' J., parte antau-cstcrna

dd calc.tgno. L;l cort icale. in corri,pondcoza dd bordo latn alc. app:1n as,utli)(liata cd .1 sn i· legger mente più densa.


.'\ly Sirry ha studiato nel normale le caratteristiche radiografiche di questa zona t dall'osservazione da 1.200 radiogrammi, a seconda della sua vi~ibilità, ne ha distinto 3 gruppi: l) in 850 casi (70,8% ) l'area em solamente accennata; 2) in 265 casi (22, 1O( 1 si ,edeva discretamente e 3) in 8'> ca~i (7.1 C() la rarefazione strutturale era ben<. eddcnte. Anche noi abhiamo cercaw di studiare nel normale le caratteristiche radiologicht· dell'imma!,rine, che varia da caso a caso indipendentemente dalla costituzione e da1l'at· tività del soggetto. Fra le varie immagini non esiste un limite netto di differenzia· zione per cui è difficile fare una classificazione in gruppi. Abbiamo riscontrato un trigonum calcis chiaramente evidente, che solo in pochi casi assumeva un aspetto pseu do·ci~tico, in una percentuale inf<..:riore al 4° 0 • Ed è proprio in quest'area, che rappresenta una ,·arietà anatomica entro limiti fi~iologici, ricca in midollo, sottoposta a minore sollecitazione meccanica, che si originano le cisti ossee solitarie. Si eccettua il caso di cisti ossea bilaterale descritto da Christman ed Harvey nel 1961, che interessava non la ~de classica ma la pane po stcro-supcriore del calcagno. Il trigonum calcis per la sua particolare ricchezza in midollo rappresenterebbe un c locus minoris resistentiac :. ; di conseguenza può accadere che in particolari condi zioni. come in seguito ad un trauma anche di lieve entità, viene a formarsi un fo · :olaio emorragico intramidolbre (Pommcr. ecc.) con conseguente stasi linfatica, puntO di partenza delle cisti ossee solitarie. Con l'aumento del liquido endocavitario c quindi della pressione sulle pareti ~i a~sistercbbe ad una trasformazione librotica del midollo e ad un riassorbimcnto delle trahccole ossee con progre~siva espansione dell:1 cisti \'erso l'avanti e l'esterno. A favore di questa particolare predisposizione sta rebbc inoltre la frequcnt<..: presenza nel calcagno control:nerale di un trigonum calcis abbastanza evidente ed il riscontro. sia pure eccezionale, di una lesione hilaterak

(/tgg. l e 2l. Caldana c Ortolani d:a un esame comparativo delle formazioni pscuùo-cistiche, in cui il trigonum calcis era chiaramente ,·isibile, e delle cisti vere osservarono che fra le due formazioni cavitarie la morfologia può non essere ~ovrapponibile. Infatti men tre il rrigonum calcis rispetta fedelmente i confini delimitati dai traiettori, le cavit::'a cbtiche pos,ono ~vilupparsi in modo asimmetrico, inrcre~ando prevalentemente la parte più e'rema ed anteriore del calcagno. Ciò è dovuto al btto che la rcsistenz:~ offerta dal sistemo apofi~ar io anteriore non è sufficiente a contenere b pressione endocavit.Jria, mentre l'estrinsecazione posteriore è molto difficile per la resistenza offcrt<l dal ~istema ralamico. I sopracitari AA. hanno dimostrato il fenomeno sperimentalmente c()ll il metodo fotodastografico. messo a punto presso la clinica Ortopedica dclb Uni,crsità di Pado,·a da Bcrtolin c Graziati. l)a ricordare però che nel c~alcagno, proprio in LJUCsta ,etle, sono stati descritti processi patologici similari, istologicamenrc accertati di altr;t n:Hura. quali enconuromi. osteofibrosi (Hundley), xantoma i\olato (Mondor), cisti ripiena di cobterin;a (Brail~ford J. ecc. Tralasciando di ricordare le teorie ctìopatogenetiche. gli a>petti anatomo patolo gici eJ i criteri da diagnostica differenzi::1lc, raùiologicamcnte la lesione appare come un difetto mseo, di forma triangolare o trapczoidale, della grandezza media di una cast:Jgna. a limiti abbastanza netti, delimitata talvolta da un sottilissimo cercine più d~n,o. La corticale in corri\pondenza del bordo inferiore e laterale appare assottigliata, ridott.l spesso alle dimensioni eli un guscio d'uuvo c lievemente rigonfia o soffiata. Generalmente 1:1 C:l\ ità ~ unica però, anche se raramente, ,.i po'sono cs~re 'cpimen taziom per cui può assumere un aspetto pluriconcamer:Ho. Secondo Schinz nelle cbti osst·c 1 setti intcrcarnerali si trovano sempre dispo,ti secondo le lince principali di forza.


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l'ig. ~- · S. 1. . nJ!O dd 2~ - ~ 1<142. Tr.1uma .11 p1cde nd 1<,61. Rq,erw occa,iun.lle. Pre,enza eli un.1 ommagmc d1 '''f'CilO ci,ucn. d1 lnrm. triangolare nd calcagno. 111 'cdc di rngontl//1 n1ll'is . Con tro il tert.o antcrinrt· dcll.o lt'iont '' proiettano tr.tbccolt• '"'et. di'JX"Lt· in [asco 't-condo le: linct dt ior1.1.

Fig. •l· - C.No pren·clcntc. l.:o stra tigralia cvidt·nJ.ia un ,o!n f,hcin di trah<:cole. eh<· dispmto in ,,-n..,, vcrticalt· J mo' di 'epm1cn1n. dividt l"arc.t ci,uc.t in due c.l\ità.

La struttura del l"osso c le articolazioni in 'tcmanza ~ono normali c non ~• apprczz.t nessuna reazione pe riostcale. E' necessario che alla proiezione laterale ~i as""·i sempn· quella assiale in moùo da distinguere i limiti medialc e laterale (j1g. 2). L.t str:Htgrafia può dare ulteriori rilievi sia in proiezione laterale che dorso-piantare; può accadere infatti che contro la cavità cistica 'i proiettino dei fa~ci trahccol:ui. intcrpretahili come sepiment:l7Ìoni, e che invece all'esame ~tratigraflco n,ult:mo :tppartcnere ad os~o normale, non im·aso dalla lesione. situato in un piano contiguo. spc,,o mcdialc ([igg. 3 c 4).


In conclusione, la cisti ossea solitaria del calcagno rappresenta un reperto relativamente frequente con un'inc:idenza del 2%o. Ciò è dovuto al fatto che nel calcagno. in sede sottotalamica, esiste una zona ricca in midollo, particolarmente predisposta, che favorisce I:J formazione delle cisti. Tale predisposizione è confermata sia dall'eletLività di localizzazione della lesione, che si manifest:~ sempre nello stesso punto, sia dal rilievo del calcagno controlaterale che presenta spesso un trigonum calcis abba~t:-~nza evidente ed inoltre dalla presenza della bi latera lità della lesione. L'l cisti ossea solitaria è un reperto prevalentemente occasionate e l'esame radio !o~ico è il mezzo diagnostico fondamentale ad identificarla.

RIASSUNTo. - L'A. dallo stutl1o di mca 4.000 radiografie del piede ha osservato R casi di cisti ossea solitaria del calcagno, di cui uno bilaterale, con un'incidenza del 2%c. L'A. ritiene che la lesiont• osst>a trovi nel c:Jicagno una particolare predispmizionc in ,ede del trigonum calcis.

IU~uMÉ. - L'A. prtr l'étude dc 4.000 rac..liogrnphyes du pied a obscrvt 8 cas de cyste des os du talon, l'un Jes qucls est bilatera!, avec une inciJence du 2%o. L'A. pensc aussi que la lésion des o' a dans le talon une prédispmition parllculière en 'iège du " Lrigonum calcis u.

su~IMI\RY. From che study of about 4.000 radiographies of the feel i, has been ob!en·ed 8 cases of solirary cysts of calcaneus. of which one is bilatera!, with an incidencc of 2%o . .\1orc O\'er it is taught, that the offendcd os ha,, in the calcaneu,, a panicular predr\position by the " trigonum calci~ " zone.

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\IINJSTERO DELLA D IFr.Si\ DI RE/:101\:E GENERALF DELL \ SA '-:ITA. \tii.IT \RE COLLEGIO MEDICO LEG t\LE Prc,i<kntc: G<·n . \fcd. Gu1>0 R""'

CONSIDERAZIONI MEDICO ~ LEGALI DI ORDINE OFTALMOLOGICO RELATIVE AD UN CASO DI ASSERITO MANCINISMO IN SOGGETTO MANCANTE DELL'ARTO SUPERIORE SINISTRO Ten. Col. Med. P rof. Dott. Giorgio Carra, n·latore oculista

La diagno\i di dcstri\mO o mancini\mO, in c:J~o di mancanza anaromica di un arto superiore, ì: tutt'altro che agevole. E•isrono però numero~e prove, particolarmeme di ordine ofla lmologico che, pur non potendosi ritenere certe e ~icure: consentono tuttJ\'ia dci giudizi di probabilità. Avendo avuto occasione di osservare c ~tudiare un caso di un ufficiale. mancante dcll':~rto superiore sinistro a causa di eventi belJici, che. in occasione della visita pensiont~tica dichiarò di essere mancino, si è creduto non inutile descrivere le prove eseguite a l fine di dimostrare e accertare la effettiva esistenZJ dell'a~serito mancini~mo, nella speranza di apport:~r<· un contributo si:~ pur modesto alla conoscenza di si arduo c difficile problema. S. Ten. L. Elio~. nato il 2 i- 192 1 in Sassari (53.R50j 54), 1'1-9-1942 ad El Alamcin riportava in comb:~ttimento gravi ferite da schegge di gr:~nata :~1 braccio sini\tro. Jn ospedale da campo l'arto colpito fu amputato all'altezza del 3Q ' u periore. Sottoposto a visita pensionistica presso la Commissione di Cagliari il 29-11 -1946 con diagnosi « Per dit:~ anatomica dell'arto superiore sinistro:. fu proposto per la terza categ-oria dì pensione vitalizia. ll L. non accettò il giudi7 io a~.,erendo di essere mancino. La Commi~ ~ione Medica ~uperiore, nella ~cd uta del ~-10-19-li confermò sug-li a tti il gi udizio dcll.t Commissione periferica. Il L. allora produsse istanza di ricorso :~Ila Procura (~enerale della Corte dei Conti, la quale interpellò il Collegio Medico Legale per conoscere «se prim:1 J el la mutil:t7ione dell 'arto >uperio re sinistro il ricorrente si servisse dell'arto su p<·riore destro ov\ero pre,·alcntemente di quello sini~tro si da potersi considerar<: affetto dn mancinismo ». Tale que\ito trova il suo fondamento nella di~posizione di legge per cu i in ca'><> di constatato mancini~mo il L. avrebbe fr uito dell'assegno pen~ioni st i co previsto dalla 2" categoria invece che dalla 3'' di cui era gin entraw in godimento ( 11. (l) Legg~ w agosw 1<1)0, n. 64l-. 1-.' ,J,aiu.• :tlla l' C3lq:un.•. 1.1h. A, n. 1 4 • la pcrdua dd br."Cio o .w.llnbracci<• cJe,tro ~u pra il ICT7A> infennre; ~ invecr "'cri n.1 alla ~"' CaH·goria. 1:1b. 1\, n. ~- la perdita dd hr.tccio ,jnistrn (cl i~articolniune o amputazion<· <opra ti ter/u infrriore dell'uno 11 dcii 'altro). :-.idl'a,,·ertc·nza .1lla cit.lla tah. A .: cleuo: .. Gli ani ck>tru " ,in,,trn, eri i S(gllwnti cl1 ew• cle"ono con~icltT:Ir.i nel Iom propri o 'cn"' ,1nawm•co " IÌ<iologiw come ·'l'fl:lrtt•nt·nti cioè alb parle de,tra " ,jni\l ra dd corpo . In C.''" d• con,t.n.uo m.•ncin•'"l" 1.• misura dcll'mabiln.'t ,t.•lulita per l'ano >upcriorc d.:\lru , ; inlt·nde :tpplic;~ l,l all',lrlo ,i ni,tro, e .malog.lmen lt <Judl.l dd ,jn iqro al (kstrn. (L:! r,a categoria prevt·dc in' (·ce ),, p.:rd i1.1 an.tlomic:t o fun;ionalr mditfc·rc·nt~nl<'lllc cldi'Ol> e ddl'OS)


53 Chwmato a Yisita diretta in ottemperanza a tale quesito il L. riferì io anamnesi di aver costantemente usato dell'arto sinist ro per le operazioni più del icate. Incontra ;mcora particolari difficoltà nella scrittura con la !>upemitc mano rle!>tra. Il figlio sarebbe manci no {non esilmce però alcun documenw al riguardo). [nvitato a scrivere. verga la sua firma con la mano destm con apparente notevole difficolt.; e lentezza. Nega precedenti morbosi, familiari e pcrson:~li d'importanza. E same obbiettivo: Normotipo in buone condizioni generali con organi endocavitan clinicamente sani. L'arto superiore ~inistro è amputato al f superiore. Cicatrtce ben comolidata, libera, indolente. :\1onconc osseo discretamente ricoperto di pani molli, ben funzio nante e tollerante la protesi. Esame radiologico braccio sinistro: esi ri di amputazione tic l braccio sinistro ~~ li\·eUo del terzo medio ~uperiore. Estremità del moncone re~olarc. Esame oLOiatrico: Au.Ds. c Au.Sn.: M t. un po' opacata, cono conserv:no. Lah. acustico: \VR Acumetna V.C. sopra i i metri in .\.A. Llhirinro n :stibolare Rombcrg negativo. Indicazione nor male. Prova rotatori.t postnistagmo (Il!"): oculomozione normale. Esame oftalmico:

~~ nulla agli annessi. :\1ez7.i diottrici trasparenti - Cnmera nnteriore normale per con tenuto e profondità con pupil!e i~ocori c he normorca~enti. Rdra7.ione cmmetropica Vn = IO/ Hl - Fondo norma le. Campo visivo norm~lmente ampio per il bi~nco c i colori senza ~cotomi. Allo scopo di ~ccenarc l'e, cntualc e~i~tl'nza della prcvalem.a dell'immagine visivn eli un occhio ~ull'.1ltro 'ono 'ilnti c'tt:guill, inoltre, i 'cguenll esami: u) s1 tnVIta il paziente a chiudere le palpebre; alla riapertura non \1 notano de,ia ;(ioni dci bulbi: viene mantenuta apparentcmeme la vt~l one binocubrc senza segni di domi nanza dell'uno o dell'altro occhio;

b) si invita il paz. a mirare un oggetto con una pi~tola pm.ta a circn 40 cm. di distanza dagli occhi entramb: aperti. L.t pistola ,·iene alternatiYamente cd indifferente mente posta davanti all'occhio destro o sini~tro, non sembrando così esistere anch~ con questa prova una dominanza oculare

c) del pari poco sig111ficauvn ai nostri tini è risultata la pro\ a con i dischi eh Worth. IJ soge;etto, in possesso di vi~ionc binoculare singola. con vetro rosso posto dinanzi all'OD c ,·crde aii'OS, fornisce rispo>re contrastanti ed c' a~ive circa ti colore apparente del disco bianco inf.; d) nelb ricerca del punto prossimo obbiettivo di convergenza, al massimo della fissazione binoc ulare dopo strenuo movimemo di convergenza sbanda 1lternativamentl' all'esterno l'OD e I'OS. Del pari inattendibile è risult:Jla la ricerc:J del punto prossimo ~ubbiettivo di conYcrgenza eseguito con l'apparecchi:trura di Livingston;

c) procedimento di Rosembach. In vitato il soggetto a fissare un oggetto :td un a certa distanza. ed interponendo un dito ~ì da coprire parzi.tlmcnte l'oggetto, l'oggetto stesso viene riferito come co perto da l dito con l'occlusione si:~ dell'O)) che dell'OS. Sono st.1te inoltre C:'l'guitc delle .tltre prove (Quiuan Ludwig e Linehach Polman c croce di Maddox con esito incerto). Pre~so la clinica oculi~tica uni,·er-.itaria d i Roma sono star.:: inoltre praticnte le seguenti ricerche: ( 11. . (l) Ringr.w.i,, ,i, .•mentc l.t <;i.:!·' .1 '>p<:n•·er eh .~:emilnwmc lu o >ll.tborato tllc ~ucldcscriu <· rtccrc~tc. Miss. Sp.-nccr, del Rmal W,·,lmi>ltr Hnspital. ha pn" taro l.t 'ua opera pn:'..o il rcp.trto di Ortomca della C linica Oculistic.• L.ni•·cr-iraria di Roma cd è .Htuahm·ntt' onowca prr"o l'ospedale di ">.m Ctmillo in Roma


54 /) Prova dallo schermo (cover te~t): da lontano nessuna deviazione latente o manifesta dei bulbi oculari (ortoforia). A 20 cm. lieve exoforia con buon recupero (nella convergenza ~banda generalmente l'OS). All'amblioscopio maggiore (troposcopio Wratting) si ottiene più spesso la soprappozionc delle immagini ad angolo uguale .. quello obbiettivo (percezione simultanea). Talvolta si verificano fatti di sopprcssiom: dell'immagine vista con l'OS. Nella prova strettamente per l'occhio dominante, I'OS risulta invece il dominante. Normale l'ampiez7.a fusiva. Stereopsi normale. Dai vari esami praticati risultano le seguenti deduzioni: L'esame funzionale dell'org:~no dell'udito non h::t mostrato alcun::~ dominanza unilaterale (non esiste una predominan?.a labirintica nell'uno o nell'altro lato). Più complesse ed elaborate le prove di ordine oftalmologico: hanno comentito di accertare >oltanto che non esiste una tlominnnza clell'OJ) sull'OS. ma semmai il contrario. E' universalmente noto che generalmente esiste una dominanza oculare nel senso che i destrimani sono quasi costantemente dewovisori, l'OD è il guidante in questo caso. Y. rontrario accade nel mancinismo. Secondo le ricerche di Parson la causa del destrismo o mancinismo risiederebbe nel fatto che varia l'innata dominanza propria dell'occhio destro o dell'occhio sinimo, esistendo una differen:.:a del potere di ricezione de,gli stimoli tra la metà destra e la met.ì sinistra delle due retine. Furono esaminati dall'A. 877 scol::tri di 9 anni dei quali il 69,3 ';.. risultarono destrovisori, il 29,3" 0 sini strovisori e l'l ,37n,. ambovisori (al monoscopio guardavano indifferentemente con l'occhio destro o con il sinistro). Però da queste stesse ricerche ri,ultò che tra i 287 sinistrovisori ben 225 erano destrimani e soltanto 32 mancini. T ra i 608 destrovisori esistevano 4 mancini. Tali discordanze causarono valide critiche alla concezione del Parson non sembrando essa ndeg u:Ha alle cifre statistiche ed esistendo mancini c destrimani nelle steso;c proporzioni. Sueccssiv::tmente Hillemans, Ludwig, Quinan, Litinsky eseguirono accurate ricerche ~tatimche. Manunza servendosi di largo materiale (760 :~dulti e 610 bnmbini) pervenne ai seguenti risultati: negli adulti il 66,8':>/n di destrovisori il 32.2" di sinistrovisori c 1'1° :> di ambovisori .• ci bambini rispettivament(' 63,2% , il 38.8% e l' l % . L)a queste ricerche risulta che i 3/ 4 degli uomini possono considerarsi destrimani c destrovisori c che fra i mancini estremi è molto frequente la sinistrovisione. Anche non :~ccettando il concetto assolutista del Parson, esiste quintli una ncna correlazione tra supremazia - degli arti superiori c dominanza oculare. Secondo Manunza un difetto acquisito dell'organo visivo non influenza b congenita preferenza degli arti - superiori e cioè un destrimanc destrovisore rimarr:1 dcstrimane anche in seguito alla perdita della funzione \'isiva nell'O.D. ~on può invece escludersi il fatto contrario nel senso che un mancino_ per necessità (perdita a natomica o funzio naie dell'a rto superiore D$) possa anche divenire sinistrovisore per fenomeno di trasposizione centrale, risultando la dominanza oculare chiaramente le):tata alla supremazia dci centri nervosi corticali c sottocorticn li . Potrebbe peraltro verificnrsi anche il caso che il mancino destrimane per necessità diventi destrovisore. Vero è che, per l'effetto educati,·o della scuola, i mancini possono con l'andare degli anni apparire destri mani. Esiste inoltre tra destrismo e mancinismo una condizione intermedia intesa come originario ritardo alla tendenza a destra o a sinistra. Tali ipotesi sarebbe convalidata dalla più elevata percentuale di destrimani tra gli atlulti che non tra i bambini. Ma per effetto soprattutto dell'educazione funzionale alle categorie pure (destrimani, mancini. indifferenti) negli adulti andrebbero aggiunte k categorie dei pseudodestrimnni c pscudoindiffercnti. l pscudodestrimani derivano dagli indifferenti (ambide~tri) e dai mancini, i provenienti da quest'ultima categoria sono talvolta riconoscibili da alcuni gesti istintivi (ncll'appl:.udire) c presentano spesso una dominanza oculare sinistra.


55 In conclusione dell'esame della letteratura le opinioni dei vari autori possono così sintetizz:J rsi: Per Rosembach e per Gould: nei destrimani prevale la dominanza dell'OD; e nei mancini quella dell'OS: per Eu~lin (citato da Streifft su 58 mancini in 20 esisteva prevalenza dell'OS; Engheland (citato da Streiff) ammette invece una prevalenza crociata nel senso che nei mancini può esistere una prevalenza dell'OD. Milis ritiene che la prevalenza di un arto sarebbe la conseguenza della prevalenza di un occhio: il mutamento della prevalenza di un arto non influenzerebbe sulla pre,·alenza di un occhio; Hillemans è d'opinione che: l) i destrovisori sono più frequentemente destrimani; 2) i sioistrovisori sono più frequentemen te m~ncini; 3) la ambovalenza è più frequente nei mancini. Da quanto sopra è possibile trarre le seguenti conclusioni relau,·e al caso in esame: Dalle prove funzionali surriponate non 1.i è potuto dimostrare un.t netta dominanza oculare de~tra o sinistra; solo all'amblioscopio maggiore ì: risultato dominante l'OS. Occorre però osservare che tutte queste prove sono state eseguite con notevole difficoltà. poiché il soggeno, per ovvi motivi, era sospetto di insinccrità, o quanto meno, non collaborava con l'entus1asmo e l'anenz10ne neccs\arie. Come si è detto può escludersi una dominanza oculare de~lra, anzi sembrerebbe esistente una dominanza dell'OS. Si ì: avuta la nena impressione che il L. sia praticamente un pseudo mancino o un ambidestro, nel senso indicato dal Manunza, per effetto della educazione funzionale, o addirittura originariamente mancino (destri ma ne per neces~ità). E' opportuno fare riferimento alla recentissima sratistica di Santella relativa a 31 tiratori scelti: di cui 19 destrovisori e 18 destrimanì, l indifferente, l sinistrovisore e destrimane, l a dominanza ocul::tre incerta c destrimane. 21 tiratori scadenti di cui Il destrovisorì e destrimani, 8 sinistrovisori, 7 dcstrimani, l mancino; 3 a dominanza incerta e destrimani. Le statistiche più sopra riferite di Parson etc,; unitamente alle risultanze dei nostri esami consentono trarre b conclmione che, pur esclusa una netta predominanza oculare destra, il soggetto in esame con ogni verosimiglianza e probabilità sia uno pseudo mancino o quanto meno un ambovalente (Hillemans). Va infine osservato che il parere tecnico non va fondato su un criterio di probabilità o di presunzione in quanto, solo il giudice con i suoi poteri discrezionali può accettare come validi questi elementi unitamente a tutti gli altri emergenti dalle risultanz.e document::trie (amministrative, testimoniali, etc... ) concorrenti ::t determinarne il convincimento. Diverse e ben più valide sarebbero state le conclusioni se le nostre prove avessero mostrato una netta dominanza oculare destra e conseguentemente un verosimile destri~mo. In definiti,·a si è ritenuto opportuno rendere noto lo studio relativo a que~ta singolare questione medico-legale che, sulla base delle prove funzionali ~ulla domi.nanza oculare è stata risolta in modo non inequivoeabile, ma tuttavia è scaLO possibile formulare un giudizio di probabilità. li ricorso del Lumbau fu accolto dalla Corte dei C'..onti (3a) ~ezione nella pubblica udienza del 5-2-1957, sulla base delle prove testimoniali dei compagni d'arme, del suo insegnante alle scuole elementari, e degli attestati medici relativi al mancinismo del figlio in relazione alla ereditariet:l di questa particolare disposizione congenita funz ionale.

RIA SSUNTO. L'A. descrive le prove di ordine oftalmologiche :tttuate allo scopo di accertare una eventuale dominanza ocu lare in caso di asserito mancinismo: dalle autorevoli statistiche consultate c dalle risultanze cliniche e documentarie si è giunti alla conclusione che non esistendo una netta dominanza oculare il so~getto poteva essere considerato un indifferente o addirittura u n mancino originario (destrimane per necessità).


lU~uMÉ. L "autcur décrit le~ épremes ophtalrnologiques faitc~ pour Yérifier un~: éventucllc domination oc ulaire en ca~ de aflìrméc gaucherie: dc la co nsultation dc sta tistiqucs d ignes de foi cl des résultats cl in iques cl docu mentairc~ o n est arrivé ~ la con clu sion que, il n'y ay:mt pas une nette domination oculiarc, le ~ujet pouvait etre COll'>! déré un indifférent ou irnmédiatemenr un gaucher originai (droiticr de nécessité).

SutMARY. - The autlwr descrilx:~ the opfthalmological proob cffccted in urJcr to \"Cri(y a possible ocular dominancc in case of da imcd left-hendcdncss: from thc consultation o( authoritative statistics and frorn thc clinica! anù ùocumentary result~ we camc to the conclusion that, a' there wa~ not a clear ocular dominance, the subject could he comidered an indiffercnt or directly an originai left-handcr (right-hanùer from necc"uy).

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5· · M.


MI~ISTERO DELLA DIFF..SA RAGGRUPPAMI'.t'TO VNITA" SPECIALI - SERVIZIO SANITARIO

Dingcmc: Cap. \1cd. Dott. Sn-.;co .-\n~~o

MIGLIORAMENTO DELLA PERCEZIONE VISIVA DEL PERSONALE IMPIEG ATO IN OPE RAZIONI NOTT U RN E, OTTENIBILE PER VIA FARMACOLOGICA Cap. Mcd. Dott. Alvaro Stanco S. Ten. Mcd. Dott. Carlo Cavallotti

PREMESSA.

L'esercizio di particolan attività è reso possibile dal possesso, oltre che di tjUalità professionali specifiche acquisite con lo studio e con l'esperienza, anche di doti fisiche di fondamentale importanza; così chi deve operare nelle ore notturne deve possedere una percezione visiva al buio almeno normale e cioè: un buon sen~o luminoso in condiz10ni di scarsa illuminazione ed una buona rapidità di adattamento nel passaggio dalla luce all'mcuriù. Queste doti fisiche sono ~late p1Ù volte prese in considerazione come indispensabili per l'esercizio professionale di alcune categorie di lavoratori: camionisti, minatori addetti :1l lavoro nel sottosuolo in condizioni di scarsa illuminazione, agenti doganali, agenti di i>Olizia in servizio di perlustrazione notturna, ccc., ma non sono mai state valutate in maniera specifica nei riguardi del personale militare impegnato in operazioni notturne. TI problema acquista particolare interesse pratico in considerazione del fatto che risulta possibile, in seguito a rcccnù esperienze scientifiche, migliorare per via farmacologica sia la rapidità di adattamento che il senso luminoso nelle ore notturne non solo in coloro che ne siano deficienti, ma anche negli individui del tutto normali. Nel nostro servizio svolto pres~o un centro di addestramento guastatori con personale militare impegnato in operazioni cd esercitazioni pre\·alcntcmente notturne abbiamo avvertito la necessità non solo di studiare queste truppe speciali ci:Jl punto di vista adattamento alla visione notturna, ma anche di sperimentare farmaci capaci di migliorare tale ad11namento. Nelle varie visite mediche di lcv11 c di selezione del personale mi litare impegnato anche in particolari mansioni nonurnc (osservatori, perlustra tori, racliotelegrafisti, guastatori ecc.) non si studiano tali soggetti dal punto di vi~ta adattamento alla visione notturna. Per questa ragione noi non conosciamo, di solito, le condizioni fisiologiche di percezione visiva del suddetto personale c l'ignoranza di un fattore così importante è sorpren· dente se consideriamo la cura con cui si cerca di fornire que~to personale di una preparazione tecnico-professionale spinta fino al dettaglio. Teoricamente non possiamo escludere che un sabotatorc o un elemento comandato di pattuglia, operanti nelle ore notturne, possano avere una c vista notturna :. deficiente


59 comunque anomala e presentare pertamo una lacuna considerevole nel complc.,so ed accurato bagaglio della loro preparazione professionale. il che 1orrebbe dire che cmtoro si troverebbero del tutto ciechi per parecchi minuti nel pass:1ggio da un.t luce intensa al buio (per esempio dopo un'csplo~ionc) o che addirittura '>arebbuo ncll'impossibilit:'t di vedere, per tutto il tempo della loro permanenza al buio. oggetti c pcr,one per altro visibili ad individui normali. Ma anche senza e ntrare nel campo delle anoma lie c Jellc disfunzioni vere c proprie, è f:tcilmente comprensibile il valore che potrebbe avere.. la p:mibi!iù di influin: positiva mente sulla funzione visiva notturna degli indi1 idui d(·l tutto normali, esercitando, per via farmacolog-ica, unn notevole: protczione contro l'abbagliamento <: aumcntando la loro rapidità di adattamento sia immediato che tcrminale nel pa~saggio dalla lucc .ti buio. 0

NOZI ONI FISIOLOCI CJII

F0:--/0,1 \,fl N l'ALI.

L'adattamento notturno della 1·ista, c ct<X: il progrcs~i1·o ;tumcnto ddb 'cn,ibilit.'t retinica alln luce che si verifica in condizim1 1 di diminuita intwsità luminosa, c condizionato dalla rigencrazionc della porpora rctinica. la rui dist ru zione. che si vrrifica in caso di aumento del"intensit;'t lumino-.a. favonsce im·cn· b scmibilìtà luminos:t .1IL1 visione notturna c crcpw.cobre. rigencrazione della porpora rctinica ~ condizion;lta dall'epitelio pigmentoso della retina ed i bastoncelli 'ono considcr:tti i vcnori della porpora stessa. Dobbinmo a H ccht e \Vald gran parte dclk no•.tre cono-.cenze sulle reaziont chimiche e biochimiche dei pigmenti vi;ivi. La retina contiene due tipi di recettori della luce: i bastoncelli cd i coni. 1 bastoncelli intervengono nella 1·isionc a luce crepuscobre e contengono ro:lop>ina e porftrop~in;l. Tutti que~ti sono pigmenti foroscmibili cioè compo~ti che vanno incontro a modificazioni chimiche quando sono colpiti dalla luce e tali reazioni permettono b funz ione visiva. La rodopsina per azwnc della luce ncne deco!orata a retinene e scotop\tna: da questa reazione dipende l':tcuità vi~ i,·a. Al buio si ha 'pontancame nte la rigenerazione della rodopsina dal retincnc e dalla -.wtopsina: Ja yuesta reazione dipende l'adattJmen to all'oscurità. Scrive H echt: • Quamlo si passa da un am biente forteml·ntc illuminato ad uno in penombra subito non ~i riesce a disting uere nulla, poi poco a poco g li oggetti incominciano a prendere contorno e forma e Jopo 15 20 minuti essi appaiono co~ì nitidi che ci si ricorda con mera1iglia dell'iniziale incap:KllJ a distinguerli •· - <4ucsto è il processo dell'adattamento ::~ ll'osc urità. Piutto;ro recentemente è ~tato confermato che alcune sfcrule di grnsso contenute nel contesto cellulare Jcll'cpitelio pigmentoso cldla retina dci 1·ertcbrati inferiori, nel passaggio dalht luce all'oscurità, migrano nello strato retinico dci baswncdli, subendo nel loro insieme una diminuzione d i sostanza. Viceversa nel passaggio dall'o~curità alla luce queste sfcrule subiscono un aumento numerico e lasciano la retina. Analogamente nella retina dei mammiferi più evoluti (uorno compreso) sembrerebbe accertata la presenz:1 di elementi :~naloghi a q uelli innanzi descritti. Queste sfcrule di gra~so avrebbero un ruolo fondamentale nel ciclo di form:lZionc della porpora visiva, partecipando alla sintesi del pig mento, del quale si lilx:rerehbcro poi in occasione della sua distruzio ne ad oper:1 della luce. L'analisi delle sfcrule ha dimostrato che il loro componente essenziale è un carotenoide: la Xantofilb alla quale si trova uniw una notevole quantità di vitamina A. La vit:unina A è considerata uno dei costituenti fondamentali della porpora visiva, infatti il primo si momo di una avitaminosi . \ è rappresentato dalla cecità notturna o quanto meno da un nllungammto ùcl tempo di :1dattamento al buio e da una diminuzione

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6o del potere di :1dntta mento stesso; inoltre !:1 somm ini~trazione dclb vitamina A elimina rapida mente questi disturbi. . La Xamofìlla (più preci~amente il ~uo estere dipalmitico, l'eleniene) fu presa in con ~1dcrazione soltanw in un secondo tempo, prima sotto forma di emulsione, 1n analogu alla vitamina t\, poi in compres~ con risultati più >oddisfacenti. . La vitam ina A somm in i:;trata in forma di emulsione è in grado di esaltare i proccs~1 (h ada ttamento anche in soggetti normali. ma questo effetto, che -.i manifesta solo dopo alcuni giorni di cura. >compare rapidamente quando si sospende la somministrJZion._ del farmaco.

Gli esperimenti sull'azione dell'eleniene furono e,eguiti con l'adattome tro d t ~agel ~· Nowak-Wettauer c dall'esame risultò potenziata, per intensità c velocità, la capacità th :Jdattame nto. Con il nittometro di Comherg-Zciss, fu infine esaminato anche l'adatta rncnto dei coni (adattamento immediato) che norma lmente si rea lizza in 2-3 m', e fu con,r:nata una netta diminuzione del tempo di sensibilizzazione c cioè un abb:~ssamento della soglia durante i primi due m' di perma nenza al buio dopo •ntensa illuminazione. l suddetti cffeui si sono dimostrati costnnti per un periodo d i te mpo non inferiore •• sci mesi nella quasi totnlit<'i degli ind i\ id u i tr:m:ni con eleniene. Per questo suo comportamento l'clenicne differisce sostanzialmente dalla ,·itamina A 1:1 cui efficacia cc'>sa imrnedi~namente con la ~ospensione del su o apporto. Indubbiamente l'efficaci~1 dd l'eleni('nc è parzialmente condizionat:J da un fattore individuale, e cioè da l grado di sensi bilità individuale all'adattame nto. Di conscguenz:~ i soggetti il cui grado di ~ensibilità è all'inizio limitato, riceveranno un più evidente heneficio dalla somministrazione del farm:tco, ri~petto a quegli :tltri che già in partenza JlO'~devano un miglior potere d i adattamento al buio. L'clcn iene è un dipa lmi t:tLO di Xantofi.lla, in commercio so u o il nome di Adaptinol (Baycr) in form:~ d i confetti da mg 5 (tubi da 10 confeui). La somministrazione giornaliera di un mg di Adnptinol fa\'orisce pre\'alcmemente i'3dattamento terminale, cioè l'ultimo >tadio dell'adattamento che va dal 20° al 45o m· di permanenza al buio. L a somministrazione giornaliera di mg 5 di Adaptinol determinl un evidente mig lioramento ;mchc d cll 'ad :~ttnmento in iziale (valori doppi d i quelli nor nulij; l'azione sull'adattamento terminale, con la somministrazione di que~te dosi mag· )!iori, è solo di poco su periore a quella delle dosi più basse (l mg). Aumentando ancorn le dosi si ottiene un ulteriore mig lioramento del l'::~rlattamento iniziale mentre l.JUello termin:de non subisce miglioramenti sensibili. In conclusione per ottenere un cospicuo m igliornmcnto dell'adattamento sia iniziale che terminale sarebbero sufficienti dosi d1 5 mg :ti dì. mentre le dosi maggiori (mg lO e più) saranno impiegate ove si richiede~se un ulteriore incremento dell'adattamento iniziale. La tollerabi lità del l'Adaptinol è ri; ultata ottima: non furono mai os~ervatc. anche ~omntinistrando dosi cleYate per lunghi periodi di tempo, azioni •econd:~ric di alcun ;cnere. L a somministrazione \'a protratta per almeno dieci giorni, di regob l'effetto compare alcuni giorni dopo l'i nizio della c ura e raggiunge il m:t~si mo livello dopo un certo tempo (eire:> 15 giorni) che il fnrrnnco è stato so~peso. In ogni modo si può notare: una rilevabile azio ne soggettiva già dopo cinque ~ei ore d:~lla somministrazione dd prodotto. l segue nti diagrammi ripresi dallo StuJnitz mostrano le cu rve m edie di adatt:~ memo al buio dopo as\unzione dd fa rmaco.


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cuna medi" normale prim a ciel tr:Ht.llncnto.

curva media di adattamento al buio dali 'li • ed ultimo giorno di cura cnn 5 mg g iornalieri. L.1 curva oltre il mt· g lioramcnto dell'adauamemo termin~le d imostra anche; un miglioramento di quello iniz iale.

curva med ia di adatt.1mcn to :11 bu io calcu l.lta al 2 1 • e 23 _giorno successivo all'u ltim a a~sunzionc dd farmaco . Si nota un u lteriore abha:.sarncnto dei valori terminali nono· ,t.t mc la sospensione ddl:l. cu ra.


C,..slSTICI\ PERSO:-IALE.

Nel corso del nostro serVIZIO svolto presso un centro di addestramento guastatori, dove molte delle operazioni di caserma e le esercitazioni erano prevalentemente notturne. :~bbiamo studiato un gruppo omogeneo di cinquanta militari d:tl punto di 'ista adatta· mento alla visione in condizioni di scarsa illuminazione. Le prove venivano condotte nel seguente modo: - Si abbagli:t\'ano i soggetti per 30 sec con una forte sorgente luminosa - Si pass:~va immediatamente in un ambiente poco illuminato - Si controllava il tempo necessario ad un parziale e ad un totale adattamento all'oscurità dei singoli militari. L1 stessa prO\ a \'eniva ripetuta dopo la ,omministr:tzione di un confetro di Adaptinol al dì per os per 10 giorni. I ri~ultati relativi al nostro esperimento sono riportati nella tabella annessa. Dal loro es:tme risultano evidenti :tlmeno due ossen·azioni: l) una certa aliquota di soggetti presentava un Jeficit della normale capacità Ji :tdattamenro alla visione notturna; Prima d~l lraHamenttl Numero dei sog~eelti

l

--tempo- 1li adahamrnto pu1iole

DOI>O il tratlamento

tempo -~- Numer\) l - adattamento dei totale di

sog~etti

tempo di adattamento pat7iale

tempo di aclattamcnto totale

4

10 min

20 min.

38

8-1 0'

15-lb"

3S

7-S

IO- 12

8

5-S"

10-15' '

12

5

IO

2) LI trattamento con t\dapnnol non ,o)o ha corretto il deficit funzionale nei soggetti che lo presentavano, ma ha anche migliorato la capacità <.li adattamento alla visione notturna negli individui normali. In corso di ricerche sul metabolismo retinico è emena la proprietà deii'A<.Iaptinol di esaltare il consumo di O~ e quindi di ~timolarc il ricambio della retina sia in condizioue di luce che di oscurità. T:~le farmaco può essere pertanto considerato vero stimolatore fls10logico c potcnziatorc della capacità di :.Idattamento alla \'isione notturna. i\lellc truppe impiegate in compiti particolari che esigono non solo un normale visus ma anche una perfetta capacità Ji adattamento alla vi~ionc notturna sono consigliabili almeno due provvedimenti: l) ~tudiarc tali ~ggetti dal punto Ji \ i,ta Jella capacità di allattamento alla visione notturna; 2) somministrare in via profilatttc:J e comunque per migliorare le normali capacità di :tdatmmento alla visione in condizione di \Carsa illuminazione l confetto al dì per os di Adaptinol per 10 giorni ogni 6 mesi. L'innocuità :t~soluta dell' Adaptinol e la mancanza Ji altri effetti ~econdari, permettono praticamente di elevare :.IU Jibitum )a dose l]UOtidiana C di protr:trre 1J trattamento oppure Ji aumentarne la frequenza se è necessario.

CoNeLU!>IONI. L'Adaptinol (dipalmitato di X,tmolilla: deniene) ha Jirnostrato di possedere una notevole efficacia nei riguardi ùdl'adattamento sia immediato (coni) che terminale lba'toncelli), sia per velocità che per intensità alla visione notturn a.


Si prc~ta pertanto allo scopo di migliorare la percezione VISIY:t notturna e per diminuire gli effetti dell'abbagliamento, anche negli individui normali. La sua somministrazione è molto pr:nica essendo sufficiente una posologia media giornaliera di un confetto (5 mg) per circa 10 giorni per bocca. Gli effetti, che si fanno evidemi sia so~gettivamentc che oggettivamente dopo :1lcuni giorni d:~.JI'inizio del trattameuto, raggiungono il loro optimum circa 15 giorni dopo la ~o'>pensionc del trattamento ste~~o e si protraggono per un periodo di tempo non inferiore ai 6 mesi. Dagli csperimcnù da noi effeuuati ri!>ulta che è necessario studiare tutte le truppe speciali impegnate in operazioni in condizioni di scarsa illuminazione, anche dal punto di vista dell'adattamento alla ' ·isione notLurna.

RIAsst:sTo. - l:.' stato studiato l'effetto deii'J\daptinol ~ull'adattamenro alla VISione notturna di truppe speciali che operano in condizioni di scars:1 illuminazione. E' stato visto che ~1-,csso si osservano deficit funzionali per cui è nece%ario ~tudiare queste truppe speciali dal punto di vista adattamento alla visione nottunu.

RF.st:MÉ. - On a étudié l'effet de 1'.\daptinol sur l'adaptation à la vision nocturne de troupes spéciales qUI opèrcnt dans dcs conditiom tic insuffi\antc illumin:nion. On a vu que souvent on observe dcs déficit~ fonctionncl~ c'est pourquoi il hut étudier ccs troupes spécialcs du point dc vue adaptation à la vision nocturnc.

SuMMARY. - We havc stutlied the effcct of the Adaptinol on the adaptation LO the nocturne vision of special troops who work in conoitions of scarce illumination. \Ve havc seen th:n often wc observe functional deficit for whom it is ncedfu! to study thcsc :.pecial troops rcgard 10 the atlnptation ro the nocturnc vision.

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ISTITl'TO CH IMICO FARMACEUTICO MILITARE Dircnore: Col. Chim. Farm. Prof. E'lzo ~1.\CCIORELLI

DETERMINAZIONE DELL'AZOBENZENE NEL FENILBUTAZONE Col. Chim. Farro. Prof. Enzo Maggiordli Magg. ChiJn. Farm. Dott. Giuseppe Gangemi

TI fenilbutazone co~tituiscc la base di molti medicamenti (l) per la sua attività :Jntiar. tririca, antiflogistica, analgesica cd :tntipiretica. Il suo controllo an:1litico viene generalmente effeuuato in relazione a quanto presciuo dalle varie farmacopee (2) (3) (4). A nostro parere tale controllo non è sufficiente per stabilire il grado di purezzn dci prodotti offerti dal commercio; infntti i testi prescrivono che il fenilbutazone deve nvcre un colore bianco o quasi, un P.F. compreso tra 103° c 108°, c un titolo del 98-99~ • ma non indicano saggi di purezza, oltre la ricerca dei cloruri, 'iOIfari, metalli pesanti, c ceneri. Abbiamo perciò studiato un procedimento che consente di ricercare c determinare, nei prodotti del commercio, eventuali impurezze di sintesi, ed abbiamo indirizzato le indagini verso la determinazione dell:idrazohcnzcnc. dcll'azobenzene derivante da questo per C>ssidnione, e delle amine arom:niche, che si presumeva potessero essere presenti. C.\R\TTERISTICfiF. OEL!.'AZOBENZENE

(7).

L'azobenzenc si ottiene per riduzione del nitrobenzcne col ferro in ambiente alcalino, o per ossidazione dcll'idrazohenzcnc; ~· cristJIIizzato in prismi monoclini di colore aranciato: Pochissimo solubile in acqua c nelle soluzioni alcaline, solubile in etere, alcool, Jigroina. benzolo. acetato di etile. Esiste in due forme stereoi~omcre: Ar -

Ar-N

Il

e

N

Il

Ar - N

N- Ar

Il prodotto tecnico è costituito per il 98-> a dall'isomcro tr:lm. Si può ottenere puro per cristallizzazione dall'alcool. Per riduzione. entrambe le forme stereoisomere danno l'idrazobenzene. il quale per O~\iJazione d;\ trans azobenzene. 1

CARATT ERTSTICIJE OELL 1DRAZOBENH:-IE

(8).

L'idrazobcnzcne si oniene per riduzione del nitrobenzolo. dell'azobenune, e dell'azos~ibenzene.

Cristalli incolori, o lievemente paglierini, pressocché insolubili nell'acqua c nelle soluzioni alcaline. solubile in etere e nei solventi dei gras\i.


Ricristallizzato dall'alcool-etere, fonde a 127°-128". ossidandosi leggermente ad azobenzenc. Con gli acidi minerali forri si trasforma in benziùina, piccole quantità di .tnilina. e o.p. diaminodifenile. C.~RATTI:'.RI STICHE DEL FI·.SILIH'T\ZONE (9).

Si ottiene condensando il buti! ma lonato d'cute con l ,2-difenilidraz.inJ. Polvere bianca, inodora, lc~~emcntc amara, solubile in idrato soùico 2 N .. tn acido solforico con.to ed in alcool. quasi insolubile in acqua·

P.P.: 105 -108.

PARTE SPER I\1 E:-.JTALE. Considerate le caratteristiche di solubilirà Jcl fenilbutazone, dell'idrazohenzene, e dell'azobenzene. risulta e\·idcntc che ~ possibile estrarre con solventi l'idrazobenzcne, l'azobenzcne, o le eventuali aminc aromatiche. dalla soluzione alcalina del fenlibutazone. Si è fatta pertanto l'estrazione con benzolo ùa IO grammi di fenilbutazone sciolti in cc. 50 di ~aOil ~ ' l, si è e\aporato il benzolo sotto vuoto. avendo cura di non spin· gere l'evaporazione oltre il necessario, per evitare perdtte Ji azobenzene, <.: si sono esaminate le impurezze estratte ~ia per cromatogr:~fia, che per 'pettrofotometria nell'infrarosso. La cromatografia è stata eseguita su strato sottile di gel di silicc \<:condo Sta hl (solvente benzolo) e si è notata una macchia con Rfxl00 = 72 (rivelata con i vapori di acido cloridrico con.to), corrispopdente all'Rf. indic:tto in letteratura (6) per il trans azobenzene e aii'Rf. trovato nelle ste~se condizioni per l'azobenzcne puro; anche lo spettro nell'infrarosso. esev-uito c-on la tecnica della p:~sticca al bromuro di potassio. ha dato il picco .:aratteristico del!'azobcnzene a 12,92 micron. Non è stato possibile riconoscere l'idrazobenzenc. nè le :tmin'~ aromatiche. prc,enti in tracce minime. Poiché la quan tità di azobenzenc è piccola, ~pecialment;: nei prodotti p1ù puri, si è cercata una reazione specifica c tli grande sensibilità. L 'azobenzcne \·iene ridotto f:lcilmcnte con cloruro stanno,o; effenuando la riduzione in a mbiente fortemente acido per acido cloridnco, si ottiene anilin:.1, bcnzidina e o.p. diaminodifenile (51; lluestc :~mine vengono cliazotate, e copulate con beta naftolo. La diazotazionc c copulazione effettuate nelle stesse condizioni, m:.1 senza d preventivo t rattame nto con cloruro sta nnoso, portano ad una colorazione nettamente meno intensa dovuta alle tracce prcs<:nti di idrazobenzenc e di anime aromatiche; la lettura spcttrofotometnca corrispondente deve essere dedona da quella ottenuta dopo riduzione con cloruro stannoso. o nde ottenere per differenza la demità ottica corrispondente al contenuto in azobenzcne. Poiché l'azobenzenc h:1 una discreta tensiOne di \'aporc, nelle detcrminnioni quantitativc si è dovut;J fare l'estrnione con e tere acetico in modo da poter effettuare la riduzione senza eliminare il solvente. Si è constat:lto che dal fenilbut:tzone puro non vengono estrane. in quc~te condizioni, neppure tracce di ::tzobcnzene. La quantità di azobcnzene estratta ,-iene calcolata mediante un diagramm..t c~tinztone­ concentrazionc preparato nelle stesse .:ondiziom con qualid note di azobcnzene puro :1 P.F. = 68o.5.


68 La concentrazione dei rcattivi è stata ~t<rhili ta praticamente in ba~e all'intensità della colorazione ottenuta variando d i \'Olta in voh:~ un solo re:nti\·o; anche i tempi ~ono stati stabiliti in modo ùa avere una colorazione intcma e riproùucibile CJU:lntitatiYamcnte.

METODO PROPOSTO PREPARAZIONE DEL DIAGRAMMi\ ESTJNZIOKE-CONCE'l'TRAZIONE RE.\ l l'lVI.

Ac:ido c loriùrico R.P. al 38° 0 in peso, d= l, 190 a 15°. :\lcool etilico puro di 95°. Soluzione di azobcnzene allo 0,001 "~ in etere acetico (cc. l contengono IO gamma di azobenzenc ). Etere :-rcetico lavato con NaOTI N / 1 c seccato su solfnto di sodio anidro. Cloruro stannoso (SnCI:.H 1 0) allo 0.05° in acido cloridrico con.to (T itolo tn cloruro \tannoso: 95 ° ). Beta naftolo allo 0,10% in NaOI l 3 ::-.J.• mantenuto al buio in b:-rgno di acqua e ghiaccio. Sodio nitrito M/ 100 in acqua. Le soluzioni di cloruro stannoso. di betanaftolo e di sodio nitrito debbono essere preparate nella giornata. Si prele\'ano da l a 7 cc. di soluziont> di azobcnztne. si port:tno a cc. 7 con etere acetico in hcvuta da cc. 50 (Soluzione A l. e ~i aggi ungono cc. 2 di nlccol. Sia la soluzione di azohenzene, che l'etere acetico debbono essere misurati con microburette. Si porta su agitatore elettromagnetico, sr ggiunge cc. l di soluzione di cloruro stan noso, e si agita per un minuto; .,i aggiunge cc. l di soluzione di ..odio nitrito, c, dopo un altro minuto, cc. IO di soluzione di beta naftolo in NaOH 3 l\'. Si continua l'agitazione per un minuto. Si o;epara quindi. per mezzo di imbuto scparatore. lo strato ~:tcreo, che ~i filtra per cotone. Si legge la den~ità ottica con spettrofotumctro a S1O millimicrun contro acq ua, e si traccia il ùiagramma concentrazione-estinzione (v. fi g. l). L:r colorazione è stabile per diverse ore. l tempi di rea7ione debbono essere mi,ur:rti csattamenre, e le pipette debbono es~ere a svuotnmento rapido. ES'l'R \Z!Or>F DELL'AZOllF.NZENE D.\L FEKJLBtlTi\7.0:-<E E 5L' \ OETERl\11"1 -\ZIOKE.

Gr. l di fenilbutazone ~i sciolgono a fr~:ddo in cc. 6 di :'-laOH N l e si estr<lggono per tre \'Olte in imbuto separatore con cc. o-4-3 di etere acetico. G li estratti eterei vengono lavati di voltn in volta con gli stessi cc. 4 di N:~OH 0.1 K dibattuti con ~olfnto di sodio secco, filtrati per cotone, c posti in palloncino tarato da cc. IO. Si porta il \Oiume a cc. IO con etere acetico; .,i preb·ano cc. 7 di soluzione, e si trattano come si è detto nel capitolo « prep:1r:1zione del ùiagramma • · IJnlla lettura spcllrofotomctrica a 51O millimicron. dedotto il valore dci i :~ densità ottica che si ottiene nelle ~tesse condizioni sostitut.:ndo l'acido cloridrico con.to alla soluzione di cloruro stannoso, si rica\·a il contenuto in azohenzcnc per mezzo del diagramma estinzione·concentrazioue, e da quc.,to si calcola la quantità ùi esso contenuta in gr. 100 di feni hutazonc.


700

500

200

100

IO

15

:ao

25

J0

35

1.5

l.fJ

50

55

:;:amnu

!>t'f

({)

65

70

Fig. r. Di.tgr,Hnma: bunzwne fConccntr.wion.-. :\sci"t: QUJntit:t Ui 3lohC07lOC C')>rt'"·'

In

CC. i UCJI3 SOill·

lione (:\). Ordm.Hc: E,tintiunc.

l da ri trov~llt 111 \'ari prodoui puri del commercio (tuui corrispondenti a1 requisiti rich iesti dalle varie farmacopee) sono r iportati nella c;eguenle tabel la: Campioni esaminati, provenienti da diverse Ditte pro dunrici.

Contenuto di :tzobenzenc in mg. per 100 grammi

A B

3,2

1,1

LI

0,2

c D E

Contenuto di :tmtne dinotahili calcolate come :tzobenzene in base al diagramma (m~. per 100 grammi).

0.4

O, l

3,0

0,9

1.3

0.4


RIAssuNTo. - Si è studiato un metodo per la determinazione dell'azobenzene nel fenilbutazone, e si è applicato all'analisi del fenilbutazone offerto dal commercio.

Rf.su ...d. - On répre!>Cnte une methode spectrophotometrique pour le dosage de razobenzene dans le phenybutazonc.

S~.:MMAR\'. Spectrophornometric method •s dc~cribcd for dctcrrnining azobcn zene in pht·nylbutazonc.

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OSPEDALE MILITARE PRINCIPALE DI VERONA Direuorc: Col. Med. Dott. So.•\n •~o T•scRLDI

METODO COLORIMETRICO PER LA RICERCA DEL SACCAROSIO- ZUCCHERO INVERTITO- GLUCOSIO NEI VINI E NEI MOSTI Magg. Cbim. Farm. D ott. Vito Censabella S. T en. Chim. Farro. Dott. G iovanni Ferrarìni

P REllt ESSA.

La pratica di aggiungere saccaro~to o zucchero imertito ai mosti per aumentare il grado alcoolico del vino o per mouificarne il boccato t' molto Jiffusa; JaJI'altra parte i metodi di analisi per scoprire tale sofisticazione sono molto incerti o addirittura inefficaci qualora si sia a\·uta raccortena di invertire il saccarosio prima di a~giungerlo al mosto. TI metodo da noi descritto ha il pregio di rivelare non solo la presenza del saccarosio, ma anche dello zucchero in,·ertito nonché del glucosio presente nei vini o nei mosti anche in quantità minime. PRINCIPIO.

Il metodo è basato ~ul fatto che riscaldando una soluzione acetica di 0-T oluidma con un aldosaccaride si forma un:t colomzione divers:1 a seconda della concentrazione del carboidrato c della su:~ n:ltura. R EATTIVO.

Il rcattivo che abbiamo usato è quello di Hultman modificato che hn la seguente composizione: - Tiourea g 0,15; - Acido acetico g laciale per cromatografia cc. 94; - 0-T oluidina incolore cc. 6. Si scioglie la Tiourea nell'acido acetico, vi si aggiunge 1'0-Toluidina incolore e si mescola bene. 11 reattivo deve essere lasciato m:~turarc :11l'oscuro per qualche giorno e resta st:~bi l e per due mesi. Si consen·:~ m bottiglia di vetro scuro con tappo smerigliato. L:~ T iourcn nella soluzione rcattiva ha lo scopo di ~tabilizz:~rne le proprie~\. T EC:"'ICA.

La prima operazione da fare (: quella di stabilire b percentuale di zuccheri presenti nel campione in esame dopo invet·sione *, onde potere (;, re una soluzione zuccherina a titolo noto da sottoporre all'annlisi.


Se la quantità di zucchero presente è sufficiente, con la soluzione defecata si prepara un campione al 4 per mille, si prende una provetta da cc. 20 circa ed in questa si mettono: - IO cc. di soluzione zuccherina; 5 cc. di reallivo; si tiene a b.m. a 90°-95 per due ore c mezza esatti e si osserva il colore assunto. l) La colorazione è verde, se il campione in esame contiene esclusivamente 7.ucchero d'uva; 2) L:1 colorazione è marrone più o meno scuro, se il campione contiene :wchc saccarosio, glucosio o zucchero invertito. 1'-:el caso in cui la quantità di zucchero presente nel campione in esame non fos~e suflìciente a preparare una soluzione al 4 per mille. si prepara allo 0.3 per mille e ~i procede come sopra. In questo caso la colorazione appare: - gialla, se il campione 10 esame contiene esclusivamente zucchero d'uva; - ''erde, se il campione contiene anc he saccarosio, glucosio o zucchero invertito. La tabella che segue dà una chiara dimostrazione di come varia il colore della soluzione a seconda della concentrazione c della qualit~l dello zucchero presente. Colore della soluzione dopo ot·e 2,30' a b.m. alla tempera/IIm di 90°-95° C. c-•{

Saccarosio e zucchero invertito

0,1

giallo dal verde chiaro verde ,·crdc verde verde verde verde verde al verde scuro marrone marrone scuro marrone scuro marrone scuro nero

0,2 0,3 0,4

0,5 Q,6

0,7 0,8 0,9 l

2 3 4 5 6

Glucosio dal verde chiaro verde verde verrde verde verde verde al \'Crde scuro verde-marrone marrone marrone scuro marrone scuro marro ne scuro marrone scuro nero

Zucchero d'u,·a giallo ~i allo giallo dal verde chiaro verde verde verde \"erde \'erde verde ''erde verde :ti verde scuro verde oliva m:1rronc chiaro

CoNcLusroNE. Come si ì: potuto vedere il metodo da noi descritto ha que~ti requisiti: l) è semplice nell'esecuzione; 2) richiede un'attrezzatura modestissima in dotazione a qual~iasi laboratorio; 3) d3 risultati molto evidenti senza bisogno di prove di confronto;


73 4) permette di rilevare oltre al saccarosio c allo z ucchero invertito anche il glucosio; 5) la spesa per il reattivo è in~ignific:mte. Il metodo (: stato esperimentato su numerosi campioni di vino e mosto di diversa prove nienza sicuramente gen ui ni cd nbbi::~mo ::~vuto sempre gli ~tessi risultati. Non mancherà ai Colleghi l'opportunità di provarlo su altri campioni e qualora lo ritenessero utile potrebbe essere annoverato fra quelli ufficialì.

RIASSUNTO. Si riporta un nuovo metodo per la ncerca Jcl saccarosio. zucchero invertito e glucosio nei vini c nei mosti.

RÉsu:.rÉ. - On répon un nouveau méthode pour la recherche du saccharosc, sucre inverti et gluco~e dans b vins et clans !es mouts.

St.MMAR\'. They rcport a ncw mcthod for the research of the saccharose, of inve rtcd sugar and glucose in wines and musts.

6. - M.


RENDICONTI DELLA I SETIIMANA DI STUDI DELL'A.N.S.M.I.

Riponiamo qui di seguito brevi riassunti della prolusione c clclle conferenze, tcnutc~i nel corso della I Settimana di Studi dell'As~ociazione ~azionale della Saniti

Militare Italiana, ~voltasi a Roma dal 29 maggio al -1 giugno 1966:

Prolusione tenuta dal Ge n. Med. Prof. Francesco Iadevaia sul tema: « Contributo della Sanità Militare alla salute pubblica della Nazione •>. L'O. inizia esprimendo il \UO vivis~imo apprezzamento ed il consen~o incondizionato cJelb Sanità Mi litare all'iniziativa dcii'AMSMI, iniziativa che rinsalda i vincoli ed i rapporti tra Ufficiali Medici in seniz1o c quelli che, dopo J\er prcstJto la loro opera nelle Forze .\rmate, hanno riassunto il posto nell.l \ita ci' ile. Dopo a\·er ricordato il contributo di sacrifici c di sangue con cui la Sanità Militare, nei •uoi 113 anni di vita, ha scritto la propria gloriosa storia, con la sua presenza ~u tutti i campi di battaglia, ha ricordato l'altissimo riconoscimento onenuto con la conce,\ione della M.O. al valore alla Bandiera del Corpo Sanitario ~[ilitare c della 27 .\1.0. indi,·iduali. Rile'a inoltre come l"evoh·erc del pemiero politico e sociale, con la scomparsa del concetto di un Esercito imp<'gnato solo per scopi bellici, cui è conseguita una più ampi:~ interdipendenza fra vita militare e civile, :thbia aperto alb Medicina Militare nuovi orizzonti c nuovi compiti. Quc,ti trovano la loro anuazionc soprallutto in_ rapporto con il reclutamento, oggi intc\O non più come un 'cmplice controllo della idoneità fisica del ~oldato alle fatiche c <Ji disagi, ma bemì della idoneità fun zionale mediante un'accurata selezione lìsico-psichica-inrcllellualc in prcvi>ione di quegli impieghi specifici, c:hc, l'enorme aumento di mezzi e apparati messi a disposizione degli e~erciti dalla tecnic;l moderna. richiede. Questo studio è affidato :1 speciali Gruppi Selettori che si avvalgono dci più moderni meni di indagine clinica c di laboratorio atti a svelare ogni deviazione dalla norma fisiologica, ed cventualì affezioni latenti. A questo- proposito l'O. ha ricordato il notevole interesse della schermografia e deg-li esami cardiologici di massa la cui attua7ione permcnc l'esame simultaneo, ad ogni reclutamento, di una notc,·olc massa di giovani (oltre 400,000 ogni anno), venendo a rappresentare così un mezzo dctermin<lnte di diagnosi precoce di alto valore sociale. Un'altra realizzazione di notevolissima importanza per i suoi riflessi rig uarda il censimento dei gruppi ~angu igni che è cli\·enuto obbligatorio per alcune >peciali categorie di militari e che si auspica venga sempre più diffuso. Durante il scr,·izio di b·a vengono impartite a tutti i militari nozioni teorico-pratiche sul pronto soccorso e le principali nozioni di igiene personale e ambientale. Pe r i militari di Sanità vengono svolti corsi di prepa ra7,ione prorcssionale. Non bisogna inoltre dimenticare, ha detto l'O., i risultati, oltremodo significativi, legati alle di\'crse attività igienico·profilattiche attuate dalla Sanità militare ed ha ricordato in particolare la vaccinazione antivaiolosa c antitifica che tanto merito ebbero nel proteggere le truppe dal contagio nelle epidemie verifica tesi fra il 1919 c il !92 1, e la


75 vaccinazione antitetanica di cui ~i auspica uua diffmionc obbligntoria a tulla la popolazione civile. La Sanità Militnre, ha continuato l'O., oltre a ricc.:rcare con ogni mezzo il miglioramrn to della sua orgnnizzazionc o~pednlina e di quella campale. fa di tutto per migliornre anche il patrimonio culturale e proicssion:~le dci suoi Ufficiali Medici, sia ricorrendo alla coliabornione più completa degli insignì Maestri delle nosrre Uni,·ersità. sia cre:~ndo proprie Scuole di Spccializzazionc.: come quelle del Centro Studi c Ricerche dell:1 Sanità Miliwre dell'Esercito, del Centro Studi Ji Medicina Navale c del Centro Studi e Ricerche di Medicina Aereonautica e Spazialc. Nei rigu~mJi del Serùzio sanitario campale. che in ogni tempo ha portato la ~ua opera di pronto soccorso e di bene in occasione di calamità nazionali, ~ono st:lli s\'olti >tudi impegnati\'i 5ulla organizzazione della as~istcnza sanitaria e dci mezzi di ricovero, in c:~<o di emergenza nucleare. L'O., quindi, ricord:ne le ani,·ità coscienti e competenti dd Collegio Medico-legale, per la valutaziOne di e,·cntuali danni indoni dal senizto milit:~rc, e que'le oggi rimodernntc e ridimcmionau.: delle Scuole per Alite' i Uffict.di Medici e dell'Istituto Chimico Farmnceutico militare, ha conclu~o la sua C\po,izionc ,offcrn1:1ndosi sugli studi c sulle realizzazioni Intrapresi dat diversi Centri di Studio della Sanità Militare nel campo del !n ricerca scientifica applicata, ricordanclo in pnrticoulare: glt importanti studi nel campo della rntliobiologia, riguardo l'uso di radioisotopi nella tcr~tpia dci tumori; gli studi sull'effetto delle radiazioni ionizzanti per la cono;er\'azione di alimenti e di materiali diversi; le ricerche sul problema delb contamin;wione dell'acqua c dell'aria; gli studi, che promettono risultati di C\tremo interesse, sulla consen azione a bas~issime temperature di m:ncriale miùollarc, per l'impiego di trapinnti amologhi nel trattnmento delle aplasie da radiazioni, e infÌne sulla con~rvazione, con questi metodi, tlel sangue. Oa ultimo ricorda l'importante ed intcrcssnnte altl\ità svolta dalla Sanità ~1ilitarc in cnmpo medico sociologico, nei \UOÌ settori di psicologia. psichiatria, ~ocio-psichiatrta, antropologia criminale, mcdicin::~ lcg;~le e statistica meòica. t\ccennn qutndi ai lavori sr:tti,tici sui c: tumori nell'bcrcito :t , n quelli sugli infortuni StradnJi, ~ulln penonnlità p~icopatica in rapporto :11 reati mtlit:lri. c quelli sull'influenza delb collettività militare sulb stabilità della famiglia; ngli studi ~ul fenomeno dell'::tlcoolismo nelle FF.AA. c ::tll'atti ,·a partecipazione scientific:~ tlella Sanid Miliwre in campo nnionale ed internazionale, ai problemi ddln psicologia dello stmrt e, nel c::tmJm delle psicologie applicate alla .Medicin3 spaziak. ~ugli effetti del confinamento isobro o in coppia, conseguenza di lunghi vinggi nel cosmo. L'O. chiude la prolusione sottolineando l'altn importanza dci risultati ottenuti, il cui interesse non è limitnto all'ambito delle FF.AA. ma che ha alto \'::tlore per tutto il Paeo,e. in comiderazione dell'indirizzo ~ociale d'ogni iniziativa, particolarmente per tutte le varie collettività di lavoro che si sono ,·enutc formando in conseguenza del ritmo moderno della produzione industriale.

« I t umori del polmone ,, : Conferenza del P rof. Valdoni, Direttore della Clinica Chirurgica dell'Università di Roma. L'illustre Mae~tro, dopo a,·er ricordato come dalle motlerne statistiche risulti un aumento reale della frequenza del cancro del polmone nel sesso maschile, ha passato sinteticamente in rassegna le ipote~i oggi ritenute più probabili \ulla etiopatogencsi del cancro del polmone, puntualizzanclo l'importanza delle cause di irritazione cronica dci bronchi. In particolare l: proprio tlclla nostra epoca il sempre m::tggiore assorbimento di


sostanze chimiche, ~pccie di idrocarburi del gruppo dci ft:nantreni, quali ad es. il benzopirene, che deriva dalla combmtione del petrolio e dei ~uoi dcri\·ati, si aspira col fumo del tabacco, esala dal catrame che bituma le strade; queste ~o~tanze, come è stato dimo~ strnto anche spcrimcnt:llmente in maniera incquivocabile, hanno un elevato potere irritante sull'epitelio bronch iale c il ripetersi continuo di questa irritazione facilita quelb metaplasia dell'epitelio bronchiale che, i~topatologicamente rapprc•enta l'inizio del cancro polmonare. L'O. ha quind1 detto di preferire. fra le classificazioni. una distinzione an:nomoclinica dei tumori del polmone, nel 'enso che nei mmori dci grossi bronchi la frequente prolifcrazione endobrochiale determina una fenomenologia clinica precoce, il che permette il riconoscimento della malatti~1 quando l'invasione del pa rcnchima è ancor:~ relativamente limitata; nei tumori dci bronchi lobari e segmcntari l'invasione peribronchi:Jlc, con fenomeni clinici eli stcnosi, c del parenchima è maggiore e infine nei tumori dei pic:o!i bronchi periferici ad estrimecazionc cxtrabronchialc, si ha in\'cce una mode\tissima ripercussione sull'economia respiratoria con scarsa fenomenologia clinica, mentre l'im·asion<.' del parenchima è: rapida. Ricordati quindi i tipi istologici dei tumori bronchiJ!i (adenocarcinoma, epitelioma malpighi:mo c cancri indiffercnziati) e le loro 'ie di diffusione, specie quelb iinf:nira che riveste il massimo intere~sc per giudicare la opcrabiliù o meno del tumore, l'O. ha trattcggi:JtC brevemente le manifestazioni cliniche delh mal:lttia, soffermandosi, anche con esempi tratti dalla sua casistica, sull'importann, sia :1 fini diagnmtici che progno~tici, dello '>tudio radiografico e broncogrartco di questi pazienti. Per quanto riguarda la valutazione del rischio operatorio, ha ricordato l'imporram::-~ di accertare l'csi,tcnza di risene funzionali sufficicntcmenre ampie degli apparati circolatorio e respiratorio e l'esi~tenza di eventuali condizioni che ostacolino lo instaum~si di adanam~nti efficaci. Per guanto riguarda il giudizio di operabilità del tumore ha sintetizzato i motivi di assoluta inopcrabilità nella esi~tcnza di metastasi linf:-~tiche extraloraciche (sopraclaveari, ascdi<Jri), nell'esistenza di tumori bilaterali, nell'invasione del mcdia\tino, della cupol:1 plcurica, della parete toracica, nelb parali;i del ricorrente o del frenico. Il prof. Valdoni ha conclu'o la sua esposizione riportando i dati della vastissima esperienza sua e della Clinica da lui diretta onde rrarne indicazioni di valore dottrinario e pmtico. Fino a tutto il t 963 sono stati riCO\Crari presso la Clinica Chirurgica di Roma t 286 m:tlati di cancro del polmone: di questi ben 594 ( 46~0 ) sono st:tti giudicati inoperabili: 23 t casi ( 19'',) sono ~rati operati d i ;cmplice toracotomia esplor:lliva; infine in 461 ca~i (35;%) si è potuto praticare una terapia chirurgica di exeresi radicale. Fra questi ultimi 191 (cioè il 35° 0 Jc casi sottoposti ad cxeresi) dopo 3 anni dall'inten·ento erano ancora in ,.ita. Il problema numero uno quindi rimane ancora oggi quello della diagnosi precoce. Le st:Jtistiche illmtrate dal Prof. Valdoni sono una chiara conferma di questo enunciato. D'altro canto, ha concluso l'O., i risultati a distanza, nei c:~si che si sono potuti operare, pos~ono essere ritenuti abbastanza ~oddisfacenti e tali da non far gi udicare con eccessivo pessimismo la prognosi di questa mabttia guando sia possibile intervenire in tem po utile.

« Patogenesi e forme cliniche delle stenocardic n: Conferenza del P rof. Luigi Condorelli,

Direttore della Clinica Medica dell'Università di Roma. L'O. ha esordito ricordando come g li studi di fisiologia sperimentale soste ngano la convinzione che nel miocardio prevalga la regolazione autonoma loc:Jle de lla circolazione sanguigna. Se in condizioni fisiologiche le componenti centrali e locali del governo del


77 circolo coronarico concorrono armonicamente dando la p:~rvenza di una pura regolazion" a ut<'noma, in condizioni patologiche, con b rottura di questo equilibrio, 5i possono meglio svelare i diversi fattori loc:~li e cemrali il cui penurbamento inciJt -.ulla gene~i dell'i•rhe mia :~cut:l che caratteri zz:~ la stenoc:mlia. Non vi è dubbio infatti, h:t osservato l'O., che in molte forme di stenoc:~rdia IJ:~ sforzo. da decubito, da emozioni, postprandi:tlc, ecc.) uno dei momenti patogencrici della crisi angino':t è !:t va,ocostnz•one coro narica riflessa, affermazio ne que~ta che ~ ~icuramcnte documentata d:Jll'immed •ata cessazione della ~indrome in seguito a stimolazione rneccanicn del plcsso nervoso pericarotideo. Lo studio della stenocardi:-~ dimostra quindi. in contr:~sto con quanto risulta meglio svelare i diversi fattori loc:1li e centr;lli il cui perturbamento incide sulla genesi delb crisi i~chcmica acut:1 Jcl cuore un disordine vasomotorio centrale che si identifica con una ,·asocostrizione riflessa gencralizzat:l e con una ,·asoco~tri7ione coronarica egualmente rifles~a. La componente locak. rappresentata dalla riduziOne de! flusso coronarico per rag ioni anatomiche o d inamicht, è di gr:-.n lung;1 inferiore dc:llc turhe va~omotorie rifles~e. Q ueste \('mbrano e~sere l'efietto di una eccitazione simpatica non frenata, per un pcrturbamcnto dell'apparato prc.-ssorecettoriale. che 'l'Condo gli studi fisiopatologici su questi riflessi, può es~crc di natura diven:.. Tn quasi tulli i c:-.si di stenoc:uJia da ~forzo. da emozione o postprandiale si ha una diminuzione o abolitione della arrivit;Ì delle terminazioni pressoreceuoriali che rimangono insemibili o iposensihih alle mochtlcazioni della pressione. d ia stenocard ia da decubito invece, pitl che una ipocccitabilità dci pres~orecettor i , si ha una invcr~ione dell::1 loro ecc it~•bilità. Infine nelb stenocardia del morbo di Corrigan o del m. di Hodgson l'impossibilit3 di suscitare il normale riHcsso, eccitando dir.:ttamentc le vie afferenti, dimostra l'esi ste nzn di un blocco delle vie afferenti. Dopo alcune considerazioni sulla pato~enesi Jel dolore srenocardico. l'O. t: passato a· trattare del profilo fi~iopatologico delle diverse forme cliniche <.Iella stenocardia. Premette che in ogni tipo si debbono distingue re :dcuni fonda men ta li momenti patogenetici che si riconoscono: l ) nella condizione preJisponentc rappresentata dnlb sofferenzJ ischemica latente di un:-. zona miocardica, do,uta a conJizioni :-.natomichc (lesioni coronariche) o d innmiche (v izi valvolari); 2) nel tipo d i eccitazione simpatica, che scatena la crisi (sforzo. emozione, amplesso, perfriger:.zione); 3) nel tipo di errore dell'app::~rato pressorecenoriale che non fren:-. l'effetto simpatico cnrdiO\·ascolare; e infine 4) nella con dizio ne che dcterminn l'errore pressorecettoriale. Dal diverso intrecciarsi delle quattro condizioni dipende la varietà clinica della crisi di angina. il differente valore prognostico, il mute,·ole indiri7.7.0 ter:-.pcutico. Fra le forme in cui n~chemi:l miocard ica predi~ponente ~ di ordine dinamico, \'CO· g(mo ricordate le ste noc;1rdie che complicano alcune c:t rd iopatie v:. lvolari, nella steno~i mi tr:tlica, nella \tenosi :-.ortica, nelb insufficenza aortica endocanlitica (m. di Corrigan) e nella forma di Hodgson. associata ati aortite luetica. Fra le fo rme in cui l'ische mia laten te è d i origine coronarica, preYole di certo l'ateroarte riosclerosi, purturr:-.via, nei so~getti giovani. le coron::.ropatie flogistiche sono tu tt'nhro che infrequenti. I nfine 'i sono :-.lcunc forme, che pur non essendo definite da un punto di \ista anatomico e e-Liologico, h:-.nno tuttavia una fisionomia clinica: fra que~te l'O. ha ricordato in particolare le fo rme da sforzo, quelle da dec ub ito, da emozione, le solitari-: e infine i cosidetti stati anginosi.


« I virus agenti di malattia >>: Conferenza del Prof. A. Cimmino, Direttore dell'Istituto di Microbiologia dell' Università di Roma. Gli studi di Pa~tcur sulla rabbia (1881), Ji lwano\\'ski sul mosaico del tabacco (1892), tli Loeffler sull'afta epizootica e di Sanarelli sul mixoma tlel coniglio (1898) impostarono con sicurezza il concello Jell:t esistenza di un agente infeuivo filtrabile; le diverse strade b:ntute mostrarono i punti di contatto tra le infezioni virali dell'uomo, degli animali e delle piante, cui più rardi si aggiunge' ano le: infezioni 'ira li delle cellule baucriche. Oggi ci rendiamo como deii:J e'l~tenza ubiquitaria dci 'irus, ovunque par;miti di cellule \'iventi, di cui non ultima dimo\trazione è la presenza degli anticorpi specifici corrispondenti, nella quasi totalità degli organismi ani mali .• Se guestc minuscole entità non h:wno tutti gli attributi degli altri esseri viventi, manc:wdo di organizznzione cellul:tre. cgualmenre si riproducono ad opera del proprio acido nucleico c tale processo è ~oggetto a mutazione, cs,enziale espressione della variabilità della matcrin ,i,·ente. Inoltre uno dci due medesimi acidi nuclcici (0::-JA e R:'-JA) e le strsse strutture proteiche degli altri organismi si accoppiano nella organiz.tzione submicroscopica - su base molecolare ~ che dà struttura t: form::~ ai varii \'iru'> cd ai batteriofagi. Q uesti ultim i, per motivi rifcribili soprattutto alle particolarità della cellula batterica da essi paras~itata, sono stati il grande modello per g li studi 'u ll:l biologia dei virus, sui rap· porti di questi con la cellula ospite c ~ulle modalità con cui l'infezione \'iralc si compie. E' la stessa cellula - animalt... \Cget.tlc o banerica che interferisce S('lecifica mente con determinate entità \'irnli ed è b stessa ccllub che è fornita di adatti riccttori sui quali agiscono i pochi si~temi enzimatici in possc~so dd singoli virus. Espcrimcn!i 2 35 COil isotopi CP C $) dimostrano Ja penctrazione ne)Ja cellula deJ solo materiale geneticO virale, anzi in cellule p riv~te di parete come nel c:tso dei protopi:Jsti - è lo stesso acido nuclcico ad ave re ca pacità in fe ttante e ad essere poi in grado di sostituirsi nl materiale nuck:~re della cellula-{hpite assumendo competitivamente la direzione dei processi mctnbolici e sintetici del citopl.J,ma parassitato. Il fenomeno dell'aderenza ai ricettori <ellulnri, le alti\ità enzimatiche (lisozima - fo~fatasil, la ('lenetrazione per pinocitosi, sono tutti fattori comuni alla \·iropcssi cellulare c quindi :~i meccanismi con cui le 'arie forme ,·irJli esercitano nttività infettante. Consideriamo infctti\·i, infatti, tutti i vi rus che penetrano nella cellula esercita ndovi l'nione citopatica che si compie con la morte dell:1 cellula o addirittura con la sua totale distruzione. A questo pmces'o d istruttivo che si esercita su di uno specifico sistema cellulare ed al danno che ne dcri,·a per un Jerermin:tto sistema od organo è condizionata gran pane della patologia ,·irale; J'e,·oluzionc dell'effetto citopatico, mal documentabile c in ,·ivo • , si segue benr su culture di cellule ,i,·enti c in \'ltro • con dimostrazione delle lesioni infetti ,-c che si traducono in Ji,i cellulari. In altri ca~i. però, invece della azione d istruttiva l'infezione virnle esercita una azione stimolamc c he spinge le cellule parassitate a prol iferare o a dar luogo ad atipiche strutture sinciziali. Da questa ba~e partono tutte le OS\ervazioni sulla attività oncogena della stimolazione virale che porta alla trasformnione del genoma delle cellule dando quei tumori da 'irus che. non ancora chiaramente dimostrati ndl'uomo, ~ono ampiamente dimo~trati e tenacemente riprodotti in molti animali quali uccelli. rane e varii roditori tra cui i topi, che spomaneamente \i infettano negli allevamenti con produzione di tumori fino al 90 , dci cnsi. Fu proprio per le loro capacità patogcne che - verso l:J fine del secolo scorso - fu intuita l'esistel17a dei virus mentre, nel pieno fervore delle ricerche batteriologiche, alcune forme morboo,c chiarnmen te infettive non bsciav~no rivelare il loro agente causale.


79 Ma il fatto probabilmente di maggiore importanz:~ è la scoperta dei vtrus oncogcni anche nei primari, come il virus vacuolizzame (SV-40) dei generi Rhesus c Cynomolgus che provoca trasformazione epnclioide delle cellule embrionali umane. Un vero legame fra i tumori degli animali e quelli dell"uomo possono essere considerate le verruche sperimentalmente trasmissibili in soggetti volontari mediante ultrafiltrati purificati. Verruca contagiosa, p:~pilloma laringeo dell'uomo e conditomi costituiscono un gruppo omogeneo di forme papillomatose umane generate da virus e cbssificate nel g ruppo « Papova-virus ~. gruppo che accoglie anche il virus del papil1oma dd coniglio, del polioma e I'SV-40 dei primari. ~on mancano esempi di virus oncogcni degli animali che suggeri,cono spunti suggestivi in aiuto alla p:nogenesi virale dei tumori. come nei casi dd papilloma e del fibroma del coniglio (Shope - 1933), del carcinoma del rene della rana (Luckc) c del viru\ del polioma (Gros' - 19531 che negli :~nimali dà luogo ad una ventina Ji tipi diversi di tumori trasmissibili imixomi. sarcomi. epiteliomi, adcnocarcinomi, emoangw· endoteliomi ecc.). Queste ricerche sperimentali moderne si collegano alle ormai vecchie prove sulla trasmissibilità 111 serie dei tumori maligni fornite dal famoso sarcoma di Rous dei polli sperimentalmente inoculato Ja un'amm:~le all'altro in lunga serie di anni me· diante un agente filtrabile per c:mucla. Tale agente. a seconda delle modalità sperimentali, può generare tumori diversi in varie sedi e può dar luo~o ad una sintomatologia gra\e fino a portare a morre l'animale. Nelle teorie virati dci tumori che partono dal pre,upposto della pos,ibile modificazione del genoma cellulare da parte eli geni infettanti, si inserisce anche la teori:J della trasmissibilità delle leucemie median te inoculazionc di filtrati acellul:~ri; questa vecchia ipotesi (Ellerman e Bang 1908) ha trovato numerose conferme in questi ultimi anni con riproduzioni di forme lcucemiche in topini nati Ja non più di 12 24 ore (Cross 195 l 1. Le modificazioni che ~ubiscono questi agenti con passaggi tn sene negli animali recettivi, la possibilità di dare ongine a varie forme tumorali c leucemiche, le proprietà antigeniche, la sensibilità nei confronti delle difese immunitarie c la presenza del fenomeno ddl'emoagglutinazione sono nltrettantc conferme della loro natura virale. 0/onosmnte la massa note,·olc di lavoro onentato alla soluzione del problema della carcinogcsi virale, la scienza donà attendere che una chiarificazione ~ia resa possibile dalla conoscenza delle modificazioni biochimiche che i virus oper:Jno sulla cellula in trasformazione ncopla>tica. Nel corso della ime ressante ra"egna sono stati proiettati schemi e numeros•ss•me diapositi ve concernenti le strutture c la morfologia dci virus e le modificazioni appor· tatc alla cellula-ospite come conseguenza dell'effetto citopatico 0 ~ . Dai tulipani variegati dal parassitismo dci viru~ vegetali si ~ passati :~Ile mirabili architetture dei virus: le immagini a mattoni del V. vaioloso, l'aspetto polimorfo dei viru$ influenzali, la simmetria cubica dell'icosaedro degli adenovirus, la delicata cap· siclc del virm erpetico b simmetria spirale dell'acido n ucleico e dei capsorneri del virus del mosaico del tabacco, dci mixO\·irus e dei pox-\ irus. Sono state poi mostrate le immagini del batteriof:~go della \Crte T. lo schema dell'« Esperienza della si ring:. » c !:1 morfologia part icolare d i questi vi rus che infct· tano i microorganismi. E' stara poi la '·olta delle interferenze con la ccllula-ospire; lllclusi cellulari (c. del Negri e del Guarnieril, effetto citopatico con immagini delle cellule colpite e dell'effetto sul tessuto da nneggi:no fino ai fatt i proliferati vi ed iperplastici dovuti alle i nfezioni da V. morbilloso t da virm oncogeni.


8o «Nuove acquisizioni nel campo della medicina subacquea »: Conferenza del Gen. M cd. Prof. Giuseppe P ezzi, Direttore Generale della Sanità M.M. La medicina subacc1uea ha, in questi ultimi tempi, acquisito una ben precisa e dcfinita fisionomia di fronte a problemi di rilevante interesse scientifico come quelli concernenti le reazioni fisiologiche dell'uomo alle diverse condizioni ambientali, la sua capacità di reazione, di adattamento e dì re~istenza, le modalità c le conseguenze del l'insorgenza di fatti patologici acuti e cronici, i mezzi di prevenzione, l'assistenza, il promo ~occorso ed il suo successivo trattamento di forme morbose a patogenesi subacquea. La vastità degli studi c le difficoltà che essi presentano non solo non hanno scoraggiato studiosi c ricercatori dì molti paesi ma sono, anzi, servite d i sprone per studi più approfonditi: l'interesse, infaui, per la medicina e per la fisiopatologia subacquea è in costante c deciso aumento co~ì come lo è, del resto, la diffusione delle nozioni riguardanti i metodi di immersione. L'applicazione pratica di tali metodi è di grande im portanza sia ai fini militari e :,ia per esplorazioni scientifiche subacquee, archeologiche, per studi oceanografici, per ricerche biologiche marine, per ricerche c sfrunamento delle immense ricchezze nascoste nelle profondità marine. T peculiari aspetti fisiologici dell'i mmcrsione sono ovviamente di particolare interes~c per i centri di ricerca di medicina navale in tutto il mondo; cd un lodevolissimo sforzo si rileva, infatti, oggi da parte delle organizzaztoni navali di molti Paesi, dircno all'incremento degli ~tuJi fisiologici nei loro labor:nori, con l'apporlo autorevolissimo di im portanti rirerche com piute presso numerose Uni .' ver,lla. Molti ricercatori, inoltre, hanno scoperto che le condizioni di immcrstone offrono attr:lenti opportunità quali mezzi di studio per r icerche fisiologiche generali, ed altri stanno rcaliz?.ando la pratica applicazione di panicol:lri pressioni positive per risolvere problemi di medicina generale; certamente i risultati di questi studi c ricerche hanno portato ad un notevole incremento sulla cono~cenza dt buona parte Jei problemi attinellli le capacit?t al lavoro subacqueo. Le finalità principali del la medicina subacquea si possono sintetizzare nei seguenti punti: studiare dal punto di vista fisiologico le azioni indotte dalla vita in ambienti pre~~urizzati; conoscere le cause e quindi preveni re c curare le manifestazioni morbose che possono insorge re durante od in seguito a ll'immersione; studia re l'ambiente subacqueo nei suoi \'ari aspetti, occanograhci e biologici, e nelle sue intcrrelazioni con l'uomo immerso; studiare la c;clezione del personale subacqueo favorendo l'adauamen ro c relJicicnza dei soggetti idonei; coli:lborare con i tecnici alla rea lizzazione di nuove app:lrecchiature ada tte all'immersione cd al l:lvoro subacqueo nei suoi d iversi aspetti c finalità e migliorare l'efficienza di quelle esistenti, eliminando o riducendo, nei limiti delle possibilità, i rischi imiti nel loro impiego. Jnf:mi, problemi di natura squisitamente tecnica c problemi d i natur:l biologica non possono in questo specifico campo essere prospettati e risolti senza un sinergismo di intenti, d iretti ad integr:1rsi rcci procamcntc. L'ambiente subacqueo è estraneo all'uomo, pertanto egli h:.~ bisogno di _un panicolare adattamento c di particolari accorgimenti per superare i pericoli insiti in tale ambiente. I maggiori ostacoli sono rappresentati dalle variazioni bariche. dalle variazioni termiche e del rifornimento di gas sono pressione, quando l'or~anis~o è immer~o nell'acqua. l principali problemi di fis iopatologia subacqua riguardano. appunto, le reazioni d ell'organismo a queste ~ituaz ioni innat urali c le precauzion i da prendere per evitarne i dannosi effetti.


In particolare, per la prevenzione e la c ur:J della neuroi nrossicazionc iperossica fervono numerose e~pe ric n ze sugli effetti di alcuni fa rmaci amiepilertici nelle manifestazioni com·ulsi,·e da cJc,·ate pres~ioni di os>igcno. tra cui ricordiamo: farmaci nc:uro,·egetati\ i, farmaci portatori di gruppi sultìdrilici, farmaci radioprotettÌ\ i (cisteina, cistamina c cisteamina). Conclusioni definiti ve non ~i possono ancora tr~ r re poiché la farmacoprotezione è da conside rarsi :1ncora allo stadio iniziale, ma si ha buon:1 speranza che in un avvenire non molto lomano, si pos~ano ouenerc i risultau terapeutici de>idcrati.

« l principali fenomeni fisiopatologici connessi con il volo spaziale >1 : Conferenza del Col. Mcd. P rof. Aristide Scano, D iretto re del Centro Studi e Ricerche di Medicina Aeronautica c Spaziale. Dopo una premc"a c1rca le attuali limitazioni della cosmonautica con veicoli occupati dall'uomo e sui molti contnbuti che la ricerc.1 aeromedica ha portato a quella spaziale, rendendo m pratica possibile e non dannoso il mlo nello spazio, l'O. ha esposto gli effetti dell'assenza d i peso o im pondera bilità che ne è la condizione più caratteristica. H a ricordaro in proposito le ricerche pionicristiche c.cguite a mezzo di \'Oli paraholici di aeroplani e di piccoli missili c specialmente con la torre di subgravit.ì di Lomonaco c collaboratori, dando poi il resoconto dei risultati dei ,·cri voli \paziali sulla fun7ionc vcstibolare, su quella visivn, sull'apparato cardionscolare, sul dispendio energetico, sul metabolismo c sul trofismo degli o rga ni di sostegno, sulla fu nzione renale, ~u lla locomozione ecc. H a presentato anche corv,iderazioni ~ui fenomen i con,·etti, i, di diffusione e termici nel veicolo ~paziale, fra questo e l'ambiente cosmico e anche nell'ambito cell ulare, >emprc in rnpporto all"imponderabilirà e agli espedienti pe r e vitarla. La ;econda pa rte della esposizione è stata dedica ta :Ji problemi della rcgolazionc del microclima entro la capsula, agli equipaggiamenti a pressione di emergenza. ai fenomeni dO\ uri all'urto da parte di meteoriti, ed all'alimentazione dei cosrnon::~utici, con no ti zie sui cicli biologici che sono stati pro posti al fine di rigenerare l'at mosfera e fornire cibo nei viaggi d i lunga durata. G li effetti delle radiazioni ionizzanti solari e cosmiche sono stati rico rdati infine tra i fanori che potranno più fortemente limitare nel tempo !"esplorazione dello ~pazio.


RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA

RECENSIONI DI LIBRI

J.D. e Coli.: Traitement des maladies veineuses des memhres infèrieur>. Doin, Paris, l%5. Pagg. 359 con 74 schemi c figure.

MARTINET

Gli Autori espongono esaurientemente tutto quanto deriva dalla loro esperienza di 15 anni nell'Ospedale Lariboi,itre prima c nella Clinica ginecologica dell'O~pedale Broca poi. Il volume comprende in sette capitoli: - trattamento delle varici semplici o essenziali; - trallamcnto delle varici complicate; - trauamento delle malformazioni venosc; - profilassi dell::1 malatia trombo-embolica; - tr:lttnmento delle ulcere vnricose e delle dcrmodistrofic di origine venosa; - trattamento della insufficienza venosa cronica; - tranamento dci traumatismi venosi. Lo segnaliamo a quanti si interessano dell'argomento.

E. F.wuzzJ

ScuuLSP.<GER

ticienl.

C:.: Traumatologie thorac1que d'urgence (à l'ruage du chirurgien praMasson, Paris. Pagg. 140. figg. 45, fr. 32.

Il merito di questo bel libro consiste nella espostztone pian:t e lineare dell'argomento, tanto d:t costituire per ogni chirurgo una guida facile c pratica per poter ;Issicurare con i semplici mezzi a \Ua disposizione la sopravvivenza del traumatiz7ato torncico. Il volume si articola nelle seguenti parti: l) Fisiopatologia. Valutazione clinica iniziale Jel traumatizzato toracico. Evolu7.ionc del tr:lllmatizz::tto del torace.

2) Ossigenoterapia. Ristabilimento della pef\·tcta delle 'ie aeree. Rianima7ione circolatoria. Anestesia c controllo della 'entilazione polmonare. Tracheotomia. Toracotomin. Ruolo del chine~itcrapista nei t raumatizzati del torace.

3) Lesioni tracheo-bronchiali. Lesioni diaframmatiche. Ferite toraciche. Traumi torneo-addominali. Traumi cardio-pericardici. Lesioni dd mediastino po~teriore. Lo segnalia mo ad ogni chirurgo pra tico.

E. F\VL"ZZI


Schedano di chirurgia ( IZ serie di schede in 4 volumz). 1965. P rezzo di sottoscrizione L. 68.000.

L. Russo Editore, Roma,

L'aggiornamento dì tutti 1 capitoli tlella chirurgia, ~ottolineato da c: firme:. d1 notevole competenz:l, costituisce il principale requisito di questa bella opera a fogli intercambiabili, la quale raccoglie i singoli lavori pubblicati trimestralmente ~u serie di schede magnificamente illustrate e tlalla bibliografia accuratissima. I capitoli in cui l'opera è divisa riguardano: l'ane~te~ia; la piccola c hirurgia: il capo, il collo, il torace; l'apparato tligerentc; l'apparato urogenitale; l'ortopedia e :a traumatologia; la neurochirurgia; l'angiologia; la pediatria; la radiologia. Un indice per argomenti situato tlopo ogni senc di schede ne facilita la consultaz1one.

E. F.Wt'lZI

RECENSIONI DA RIVISTE E GIORNALI

CA RDTOLOG!A

J.M., LEwrs K.B., \\'wn. R.I. c Ro"~ R.S.: Pressure gradient.< without ob.>truction . A new concept of " hypertrophtc subaortic stenosi.< ''· Circul. 1965, 32, 881-887.

CRtLEY

L'ostruzione all'efflu>so ventricolare ~i nistro è stat.1 comiderata un a\petto caratteristico c funzionalmente importante tlcl la stenosi subaortica ipertrofica: essa è stata desunta dal rilie\'O di un gradiente pre>sorio ventricolo-aorta durante il cateterismo. In alcuni pazienti però, durante l'intervento, nonostame che in essi fosse stato ossen·ato un elevato gradiente pressorio con il c:~teteri\mo, non fu trovat:l alcuna ostruzione. Vari sono stati i tentam·i di giustificazione di questo contrasto, che si sono risolti sempre a favore dell'importanza elci ri lievi manometrici, ,uffmgati ~nche dai dati della \entricolografia. In 7 pazienti, con g radienti pre~~ori vcntricobri elevati, gli AA. non hanno trovato, con la ricerca cincangiocarcliografica, alcuna steno'>i significativa nel trauo di effJusso. Essi hanno inoltre ossen·ato, con questa metodica. che anche in ventricoh normali, tlur:mte la diastole, si può osservare una imm:~ginc tipica a vetro di orologio nel ventricolo ~inistro, ma che e~s;t era dovuta all'afflusso di sangue non opaco prove niente dall'a trio sinistro e che perta nto clove\':1 considerarsi come immagine di p~euJo­ ostruzione. In ricerche speriment~li su cani gli AA. hanno inoltre os\Cn·ato che spesso il catetere viene completamente serrato. durante la mesosistolc, fra le trabccolc carnee presso l'apice, ri,·clando CO'>Ì un alto gradiente prcssorio che scompari\'a completamente ritirando il catetere. Q uesto fenomeno può verificarsi anche durante l'intervento nc1 riguartli del dito esploratore del chirurgo. La fonocardiografia intracardiaca ri\ eia spesso, nei pazienti con stcnosi su ba ortica ipertrofica ver:1, un !>offio tdcsistolico in atrio sinistro, il quale tlenuncia un rigurgito dovuto non ad incontinenza proto.,istolica dclb mitrale. ma for<;e c:1usato dai mm.


papillari abnormemente all ineati nella piccola cavità telesistolica oppure dovuto ad una anormalità strutturale della mitralc. Ulteriori ~tudi debbono essere fatti in questi pazienti per stabilire con maggiore p recisione il )ignificato del gradiente pres~orio.

M• LCHIO:-<DA Five congenita! cardiac defect.c. A study of the pro/ile and mtwral history. Circul. 1965, 32, n. 6, suppl. 3. E' uno ~tudio presentato da DuShane e \Vcidman, nel qu,1le, con materiale ca~istico t ratto da diversi Istituti cardiologici, si (; tentato di fare il punto su lle cinque più im porranti malform azioni congenite del cuore.

H oRN A. R., V A'< PRAAC:I r S., MooRE A.A.,

Dot: GL\'>

VL.\n P. c

L\MIH. RT

E. C.:

!..ti

.<tenosi aorttca. Sono stati stu diati 233 pp. nei quali la diagnmi fu provata o all'intervento chirurgico o al t::Jvolo autoptico o d:~lb presen7.a di un gradiente ventricolo sinistro-;tOrta maggiore di 10 mmHg. E' la serie più grande ~inora riferita in letteratura, in quanto concerne la forma morbo~a pura, c~eme da altre anomalie cardwche complicanti e con scar~a presenza d i anomalie associate extr:.cardiachc (per lo più nella forma diffusa mu~colare sopr:walvola rel. E' composta soprattutto di bambini c di ragazzi di peso e di altezza normali. Le complicazioni erano date soprattutto dallo ,compemo congestizio, dall'angina c d:11la insufficienza aortica . Quando si instaura il primo, la prognosi diventa quanto mai ~evera. L'angina c b sincope possono essere causa di morte impronisa, ma è necessaria a questo riguardo una ulteriore osscn·azionc. L1 imufficienza aortica è stata frequente c quasi sempre al ~eguito di una cndoc:mlire batterica. Nonostante che nuov i criteri , iano necc~sa ri per la diagnosi ecgrafica di ipertrofia vcntricolare. i rilievi ecgrafici si sono dimostrati più utili dei raùiogrammi toracici. La steno'i aortica i una malattia dina m1camcnre evolutiva.

\Vn>;

A.S .. H\RTLE S.IJ., NoLA'\ TH.B. c D\MM\>; J.F.: Il dif~tto del setto atri({le del

tipo ostium primum. Sono st:lli studia ti 144 casi. E' freq ucnte l'a~sociazionc di una insufficienza tricuspidale, ma questa (: funzionale e proba bilmente dovuta sia allo scompenso congestizio, che è precoce, che alla ipertensione polmonare. E' una complicazione che aggrava notevolmente 1:1 mort::.l itiì operatoria. Si::~ la ipertensione polmonare che gli aumenti marcati dello shunt s-ù possono decorrere inizialmente senza alterazioni cliniche. ecgrafiche e radiologichc di grande rilievo e senza differen?.a nei due sessi. Il blocco ;,.v e.d il mongolismo no n sono freque nti. Anche il flutter c la fibrillazione atriali, oltre che il BI3D. non sono abituali e ciò fa pensare che essi ~i instaurano per alterazioni progressive del cuore. La endocardite batterica non (: stata mai ri~contr:na . La serie è compost:. soprattu tto Ja bamhini. Negli adulti la forma morbosa decorre molto spesso asintomatica.


Bs Le alteral.ioni ecgrafiche e vcgra fiche tipiche sono rapprescnl:Jte dalla deviazione assiale sn con un'ansa in senso antiorario.

Z .wFR

A.G. e N\DAS A.S.: /1 difetto dd setto atl'ia/e del tipo o.aium secundum.

E' una serie formaLa di 298 C:l\1 m maggioranza di 1-20 anni. I simomi non sono generalmente in rapporto :tlla graviL21. Né l'ecg, né il radiog rarnma sono mollo util i per indicare la sede dello shunt, ma l'ecg riesce molto utile in quanto le alterazioni emodinamichc g ra,•i si accompagnano con alterazioni ecgrafiche moderate o w:wi cd altera zioni ccgrafiche di media gr::wità escludono una mabnia gr:1ve. E' una malattia che dimostra una cena stabilità emodinamica. Lo scompenso cong.:stizio non è: frequente prima dei 30 anni. L'inten·emo chirurgico correuivo è molto pcricolmo, mentre buoni successi si hanno con la tera pia medica. Non fu mai riscontr:ll:J la endocardite batterica.

L EVJ N"

O.R. c l kt:MEN'I 11.\J. S.: La <tenosi del/a po!monare.

E' uno swd1o condotto su 267 pp. Il profilo din1co non ha dimostrato rilievi Ji novità Jiversi da quelli già noti, con buona correlazione fra i rilievi ecgrafici c quelli cmodinamici; ~c:Jrsa correbzione invece mostr:Jrono i radiogrammi toracici. Lo scompenso congestizio è stato quasi sempre un segno prognostico mollo gra,·c c può essere previMo da un aumento significati,·o della pressione ,·entricolare destra sistolica a riposo. La storia naturale ~ stata in molti~simi casi inter rotta dall'inte rvento, il quale è decisamente indicato nelle stenosi gravi, mentre per le forme di media gravità, bene tollerate, è necessario un ulteriore ~tudio casistico.

RITTER

D.G., F11.DT R.IL WEID'I '" W.H . e

DuSuA:-~r

J.W.: /1 difetto del sello

ventricolare.

E' una serie di 273 casi, form:ni in ci rc:t !:t metà da casi con shu nt s-<1 moderato o l:trgo. Lo scompcnso congcstizio è frequente nei bambini c con grave significato prognostico, sin con trattamento medico, sia, c con maggiore percentuale, con trattamento ch irurgico. Le correlazioni della gravità emod inamica con i segni clinici e le alterazioni ecgrafiche e radiogr.1fiche sono \tate abbastanza buone. l criteri migliori per b selezione dei cnsi da operare richict!ono un ultenore studio della storia naturale. MF.LCHIOKDA

C AR:-I I MW

K e L \IA E.: Sindrome di Kartagener. -

Min. mcd., 1965, 56, 3241-3247.

Il lavoro inizia con u na riYista sintetica della letteratura da Kartage ner in poi, che diven ne l'epo nimo della sindrome, anche se questa e ra stata segnala ta in precedenza all'inizio del secolo scorso da vari AA.


86 Come è noto, la sindrome è una cri:1de caratterizzata da ùestrocardia vera con situs viscerum ibversus totalis, bronchicctasie e sinusitc mascellarc, descritta ripetutJmente da Kartagencr dal 1933 sino a qualche anno fa. Molto discus~a è in questa sindrome b componente bronchicctasica nella sua etiopatoj.!cnesi. Essa fu cd è ancora oggetto di numerose ipotesi che interessano sia la forma associata alla eterotassia. sia quella isolata, per quanto accoglimeuto sempre mag-gion.: abbia cl\ uto la teoria disgenetica nel senso di Yfonaldi. cui in seguito possono sovrapporsi fenomeni infettivi. Gli :\A. hanno preso lo spunto per questo l:woro da un caso osservato in un giovane di 29 anni, in cui, oltre alla triade classica, vi era anche una :1g-cncsia del seno f ronca le destro cd un dismorfismo della XII D con ipoplasia costale ed emisacralizzazione della V L (a~sociazioni malformativc che rappresentano una cveniem:a piuttosto rara nella tri:Jdel. :\'cl loro caso !':~,petto morfologico, l'e~tcmione e la sede dellt· bronchiecta,ic richiamavano :~Ila mente alcune car::meristiche delle forme acquisite (sede nei lobi inferiori, ~gni di bronchite cronica concomitante in lobi non interessati dalle ectasie, presenza di condcmazione polmonare di tipo flogistico. mancanza di regolarità dei contorni delle ?areu bronchiali ahcrate). Nei radiogramrm e~eguiti in proiC7ione laterale però sono comp:mi gli dementi caratteristici delle forme congenite, sotto forma specialmente di pseudo-cisli, per cui gli AA. si sentono autorizzati, dopo breve critica analitica delle immagini radiologiche, a concludere inljU:Jdrando l'alterazione nel tipo Jcfinito da \ion.tldi come broncopneumopatia da difetto anatomrco dr 4° grado. Mt:LCHTONDA

V. e Dr,L PoRTO R.: Ouervaziom penonah mlle miocardiopatie primitit't' del /'({dulto. - M:..l. cardiovascol., 1965. 6, 55-78.

\fASl'll

Le miocardiopatie primiti\·e (MP) rappresentano un capitolo che ha bisogno di e~sere ancora studiato ed approfondito in senso nosografico, etiologico e diagnostico. ~e ~ espressione la numerosa terminologia continuamente usata per definirle, dalla prim::t osservazione di Fiedlcr del 1900. Gli i\;\. riportano una casistica per'>o nalc di 20 c:1si di cui 6 con riscontri autoptici e da c~sa. oltre che dalla revi~ione della letteratura mondiale, traggono le loro considerazioni. La frequenza non è ancora bene ~tabilita, ma si conferma la prevalenza nel sesso maschile c nella et;Ì giovane-adulta. l drsturbi subiettivi sono dominati dai segni dello scompenso cardiaco di tipo congestivo, essendo raro quello ventricolare sinistro: cardiomegalia, galoppo prodiJstolico, soffio sistolico da insufficienza mitralica relativa: e~si però non hanno nulla di 'IJCcifico, onde la difficoltà di diagnosi differenziale con altre forme di miocardiop:rtie, specialmente con quelle arteriosclerotiche in soggetri eli età superiore a 40 anni. L'elettrocardiogramma mette in evidenza un danno ventricolare sinistro ed un BBS, ma frequenti sono anche le anomalie dell'onda atriale c le aritmie da blocco atrio-\ entricolare. 11 riscontro nn:nomico mette in evidenza una ipcrtrofia ed una dilatazione delle cavità cardiache. con lesioni eli tipo miocardiosclerotico ed una sclerosi localizzata o diffma dell'endocardio. Il decorso è molto spesso subacuto. La prognosi è grave, in quanto la morte inter viene entro i 2-4 :mni dall'inizio dei sintomi; molto più grave è la prognosi nei bam-


bini c nei lattanti. La causa morris è lo scompcnso congc~tizio oppure episo<.li sincopali da blocco atrio-ventricolarc completo. L'etiolog ia è quanto mai incerta, in quanto, anche se precedenti infetÙ\Ì sono nell'anamnesi in circa la metà dei soggetti, essi non sono più r ilevr~bili al momento dell'esame clinico c nemmeno con ricerche umorali. Gli AA . concludono che il capitolo delle MP non è omogeneo in quanto comprende casi a genesi infettiva, con lesioni di tipo recente o con e~iti sclcrouci, c ca'i in cui si trova invece solo un'ipcrtrofia miocardica isolatn, a spiegare i quali ultimi (· suggestivo pensare ad una im uffic icnza contrattile fu nzionale su base dismetabolica (miocardia), in accordo con la ipotesi di Laubry e Walser. MELCHIONDA

R u!>TOM

J.V.: !:ùt~s of ~l~ction for cardror•aicular auscultation. -

~fal.

cardiovascol.,

1965, 6, 23-32. Sin dai tempi di Lacnnec si è osservato che le classiche qua ttro arce di ascoltazione (rnitralica. tricuspidalc, aortica e polmonare) sono insoddisfacenti per una buona ascolta?.ione cordiovascolare. La proposm ui Shah e coli. di sostituire a queste region i tradi?.ionali delle oree interamente nuove (,·cntricola rc destra c sinistra, ::nriale ucstra c sini,tra, polmon:uc, aortica ed aorta discendente toracica), che dovrebbero considerarsi com<" aree di proiezione toracica ed a significato dinamico, non può essere accolta per vari moti\'!, fra i quali ad es. il fatto che queste arce presentano zone di sovrapposizionc. La terminologia corrente però deUe aree tradizionali di ascoltazione soprariferite de\·e essere modificata, specialmente per quanto riguarda le aree mitralica e tricuspidalc, alle quali sarebbe più opportuno sostituire la termi nologia di area apicale e di arca sternale i nfe riorc rispettivamente. Sono ampiamente riferiti i vari toni e :.offi che pos~ono csM:re ascoltati in ciascuna di queste quattro aree. nelle quali alcuni toni ed alcuni soffi possono essere meglio o bene ascoltati, in riferimento alla patologia di ogni singola malattia acquisita o congenita card iovascolare. L'A. però in,iste che una buona ascoltazione di routinc dell'apparato cardiovascolare deve includere anche altre arce che possono essere definite addizionali od ausiliarie Esse includono zone toraciche ed cxtratoraciche. Rra le prime b isog n ;~ considerare: l'area medio-sternale (now anche come arca di Erb o di Roger o area ao rtica secondaria), l'arca interscapolare, le arce infrascapolari; fra le sec'onde le arce cen·icali, i punti cranici, le arce addominali cd infine le arce miscellanee sulle \'arie arterie. Per ciascuna d i que)te aree l'A. desc rive toni c soffi corrispondenti :l ''ari smti morbosi cardiovascolari, precisando che, special mente per le arce addo mi nali e per quelle m iscellanee, una ascoltazione di routine su di csM: può portare ad illuminare e perfino a svelare numerose condi1.ioni patologiche della ci rcolazione sistcmica suscetr1 bili a volte di essere corrette chirurg icame nte. M FL.CH IONDA

Dou.ERY C.T.: La m etildopa 11el trattame11to dell'ip('rtensione. Progr. Patol. cardiovascol. l %6, CJ, l 03-11 7. L'armamenta rio farmaceut ico ndla terapia dell'ipcrten ~ ione arteriosa si è arricchito in questi ultimi anni di un nuovo prodotto, la merildopa, sulla quale, anche se ampiamente usata in tutto il mondo, sussistono ancora incertcz?.c circa il meccanismo azione.


88 La metildopa, della quale la forma attiva è J'isomero levogiro, è il derivato alfametilato della diidrossifcnilalanina (dopa). E' confezionata in compresse ed in fiale per uso endovenoso da mg 250. Si riteneva in principio che l'atti\ ità farmacologica di detto preparato fosse dovuta alla inibizione della trasformnione della dopa in dopamina, passo importante nella via della sintesi naturale della nor-adrenalina. Ricerche recenti però sembrano avere dimo~trnto che la metiklopa deve considerarsi come un f:.tlso trasmettitore, nel senso che, tr:~sfonnata anch'essa in :.llfamctilnoraclrenalina, sposterebbe la nor-adrenalina fisiologica dai depositi situati alle terminazioni nervose. Non è esclusa però una azione centrale, essendo la sua azione, sotro certi aspetti, simile a quella della reserpina. A rene integro viene eliminata rapidamente per le urine, ma la sua azione farmacologica. anche se iniettata endovenl, non è immediata e pertanto non è un farmaco ~fruttabile in condizioni di emergenza, come l'edema polrnon:lre :~cuto da ipertensione. La sua :1zione è dovuta in gran parte alla diminuzione delle resistenze periferiche. L'A., sulla base di una v:l sta esperienza personale, consiglia uno schema di trattamento per le varie forme di ipertemione gravi e di media gravità (nelle forme lievi è prderibilc ancora l'associnione rcserpina, diuretici con o senza idr:~lnina), semplici o complicate, ma insiste nel precisare che le dosi e le modalità tli somministraziom: debbono essere saggiate per ogni singolo individuo e controll::ttc nel rempo con misurazioni ripetute della pressione arteriosa in posizione seduta ed in piedi e con le prove di funziona lità renale. Gli effetti collaterali, :mche se comparenti in basse pcrcentualità di soggetti, esistono ed a volte in tale gravità da richiedere la sospensione della somministrazione (febbre, eruzioni cutanee, sintomi centrali, effetti g. intestinali, ecc.). Anche se non si sia dimostrato un danno teratogenico, il suo uso non è ~tato autorizzato nelle gestanti ipertese. MELCHIO:-<DA

SrcuTERT F., FANcn;t. r.ACCI M. e Du.. BIAI"CO P.L.: Le sostanze vasoneumattìve come mediatrici del dolore vasco/are. Mal. car<.liovascol. 1965, 6, 505-530.

E' un pregevole studio critico e sperimentale della Scuola di Greppi, condotto con grande chiarezza di esposizione non disgiunta da una prudente interpretazione dci risultati, correlati con i dati clinici. La completezza sintetica dell'autoriassunto è tale che una recensione rischierebbe di falsare il pensiero degli /\A. e penanto si ritiene opportuno riponarlo integralmente. Dolore può essere prodotto per locali disordini circolatori; questo tipo di dolore può essere quindi chiamato c dolore vascolare " · Tipici dolori vascolari sono quelli che compaiono nella angina di petto, nella claudicatio intcrmittens, nell'infarto miocardico, nel morbo di RaynauJ, nella emicrania ed in altre cefalee vnscolari. Il meccanismo del dolore vascolare è sconosciuto ma è probabile che i recettori del dolore siano stimolati sopr:lltutto in via biochimica. Jn accordo all'opinione degli AA., le sostanze che stimolano i noxicettori sono le stesse che presiedono al controllo della microcircolazione; tali sostanze, come la 5HT, la bradichinina, la callidina la sostanza P e l'istamina risultano appunto capaci di dilatare i v:~si c di stimolare i recettori del dolore. La soglia di risposta dci microvasi è molto più bassa di quella dei noxicettori, per cui occorrono alte concentrazioni di tali sostanze perché si abbia dolore. Alcune di queste sostanze (bradichinina e callidina) sono fisiologicamente prodotte a livello microvasale; altre quali la 5HT sono liberate solo in certe situazioni, come


Bg appunto d urante l'ischcmia. Durante l'ischemia c'è anche un abbassamento del P H , per cui le chi ni ne rimangono a lungo attive. L'ischemia di per sé non è sufficiente a provocare dolore. ma se durante l'ischemia si verifica una richiesta di maggior apporto sanguigno, le sostanu ad azione microvasodilatante ulteriormente liberate non possono indurre iperemia, e~sendo la circolazione ;,rrestata, ma raggiungono localmemc una concentrnione tale da toccare la soglia del dolore. Questo può essere il meccanismo del dolore ~perimcntale da lavoro muscolare in ischcmia c del dolore vascolare spontaneo. Un elevato potenziamento sui noxiccttori tra 5HT e chinine può spiegare il caratteristico intenso dolore dell'infarto miocardico c degli accidenti tromborici ed emb:->lici in genere, dove per la disgregazione riastrinica vengono libcr:tte grandi quantità di SHT. Questo meccanismo fisiopa tologico delle sostanze vasoneuroattive r importante anche nell'emicrania. In accordo all'opmionc degli .\A., la cefalea e la sindrome mcningealc che si accompagnano alla emorragia sottoaracnoidale sono dovute ai ali,·elli di chinine nel liquido cerebrospinale, chinine che \'engono costantemente ed in grande quantità liberate ogn i volta che il sangue si diluisce nel liyuor. E' intcress:tnte notnrc che le sostanze va,oneuroalliYc, in quanto fortemente attive ~ul sistema nervoso, possono essere in causa nella patogene~i dei disturbt ccntrnli che quasi sempre accompaqnano una crisi di emicrania e una emorragia sottonr:tcnoidalc •· MELCHTONLlA

EMATOT.OGIA L'ipenplenÌJmo. -

A!!giorn. Ematol., 1965, 2. n. 3.

E' un trittico dt l;l\'ori ~ulLt milza in collaborazione <tmericano-tcde~ca.

\\' EIS<;

L: Struttura della milza normale.

La milza è un organo compo,to da ~peciali spnz1 vascolnri capaci di modificare gl i elementi cellulari e plasmatici del sangue. E' formata da una capsula c da trabecole che racchiudono la polpa, la quale può essere divisa in tre zone: la polpa bianca, la zona marginale e la polpa rossa. La cnpwla e le trabccole nell'uomo po\siedono scaro;i~sima mu-.colatura liscia. per cui sembrano incnpaci di contrMsi c di espellere nel circolo il proprio comenuto. La polpa bia nca è fo rrmta d:t g uaine linf:ttiche pcriartcriose c dn follicol i linfatici secondari. Ambedue q ueste formnzioni sono costituite dal reticolo, dn cellule li\){'re e da vasi sanguigni. L 'l polpa rossa contiene vnsi arteriosi, seni e cordoni. La circolazione de lla milza t' fo rma ta J:1 diversi distretti vascobri che vengono descritti dnll' A. molto mi nutamente, anche se le molteplici modalità di circolazione costituiscono ancora un gro.,so problema che aucnde di es'>erc delucidato.

AMoROS I

E. L. : L 'ipct'Jfl!eni_;mo.

Le funzioni normali della milza sono V<trie: controllo della cmatopotcst, distruzione dci globuli rossi ill\·ecchiati, funzione di risen·a, maturnzione e modificaziont delle emazie, ft~ n zionc sclczionatrice, difesa o rganica.

7· - M.


L'antica teoria con la quale si pensava che la milza avesse una funzione inibitrice sul midollo osseo, sia sulla produzione che sulla maturozione e sulla messa in circolo degli elementi cellulari ivi prodotti, sembra oggi che possa essere soppiantata da un'altra teoria, per la quale la milza avrebbe una funzione di « sequestrazione selettiva > capace di svelare i difetti delle emazie circolami e di rimuoverle dal circolo qualora non rispondano ad un minimo di requisiti essenziali. Numerosi sono i dati clinici e sperimentali che :1ppoggiano questa teoria. li termine di ipersplenismo, sebbene coniato in precedenza, fu reso popolare d:1 Dameshek ed Estren nel 1947 in un loro libro intitolato «La milza e l'ipersplenismo >. Definito in senso stretto, esso è uno state> in cui l'attività patologica di una milza aumentata di volume provoca una riduzione nel numero dell'uno o dell'altro degli elementi circolanti nel sangue, con conseguente anemia, Lrombocitopenia, neutropenia. In tutti i ca~i il midollo è iperplastico e la splenectomia è seguita da un pronto e permanente ristabilimento. L'iperspcnismo può essere: a) primitivo: quando lo stimolo che porta all'ingrandimento della milza con conseguenti tipiche modificazioni del sangue c del midollo è sconosciuto (neutropenia splenica primitiva, anemia splenica, panematopenia splcnica primitiva); b) secondaria: quando tali effetti sono dovuti ad uno stimolo noto. Dell'ipersplenismo secondario viene presentata una classificazione che è discussa per ogni situazione morbosa e che può essere così stabilita: a) malattie emolitiche (m. a cellule falciformi, ralasscmia, m. da emoglobina C c S-C); b) proce~si infetti vi, infiammatori; c) splenomegalia congcstizia:

malattie mielo- e linfoproliferativc e linfomatosc (leucemie, linfoblastomi, m. Hodgkin); e) reticoloendoteliosi (m. Gaucher, Nicman-Pick, Schullcr-Christian, Letterer-Siwc, iperlipemia idiopatica). d)

Benché Dameshek abhia riferito che quando si verifichi una pancitopenia in conseguenza di una insufficienza midollare, la splencctomia possa essere efficace anche in assenza di ipersplenismo, altri AA. concludono che la decisione a: riguardo della splcnectomia deve essere raggiunta su un terreno clinico nel singolo caso, poiché non vi sono dati adeguati disponibili per poter giudicare sulla base dell'analisi statistica dei ca~i descritti. Sebbene il termine di ipersplenismo possa essere considerato piuttosto grossolano e vago (non esiste un'alterazione anatomopalologica specifica che possa essere connessa con la presenza di anemia, leucopenia, trombocitopenia o pancitopenia), il concetto di una milza patologica iperattiva che rievochi le anormalità ematologiche osservate è clinicamente utile.

Rum.lNSTROTii-BAUER G.: l/ ruolo dei fattori umorali .rplenici nella formazione e nella

immissione in circolo delle cellule ematiche. La milza è tuttora uno degli organi più enigmatici dei mammiferi, in quanto cs~a rappresenta un costituente di un sistema organico composito la cui rimozione di una parte è funzionalmente compensata dalle restanti parti del sistema.


La teoria della presenza di fattori umorali splenici è st:.ta ~cmprc accettata con molto scetticismo, in quanto nessuno di questi fattori è stato finora isolato. Questo scetticismo però deve essere superato. perchè molteplici esperimenti la~ciano fortementt. ~o\pett;~re l'esistenza di reali fattori umorali di origine splenogena, frt~ i llU:Jli una het:~ globu li n;~ che avrebbe una spcci(jca azione sulla eritropoiesi e sulb trombopo ie~i . MEI,CHIO~D\

CHIRURGIA

G .. MA cc JIIN I M . ANDREOI.J F., ZAMPOLJNJ M. : Ouadri fibrogtl.lfro.rcopià essenziali di intaesse chirurgico. L:1 Chir. Gcn., XIV, 3 1 ,~ 1965.

ALLEGRA

La gastroscopia, grazie alla soluzione del problema fondamentale tecnico, tro,·a oggi dignitosa collocazione nella indagine endoscopica. Gli autori, della Scuola di Lui).!i Tonelli, P:Jtologo Chirurgo dì Firenze. premessi lievi cenni su quelle che sono le bas1 concettuali della gctstro,copta moderna, sottolint:ano i vantaggi ad essa derivati dall'uso del fibrogastroscopio di Ilirschowitz, strumento interamente fles sibile, in quanto sfrutta il principio della rir!essionc totale della luce lungo la interfacie dt sottili fibre di vctn>. il cui uso è pertnnto assolut::~mentc innocuo per il paziente. Espongono quindi la tecnica dell'esame alla luce della per~onale e~pcrienza, ~tan­ tardizzando in uno schema elementare i metodi di preparazione c di anestesia: la prima basata su un periodo di dieta idrica di 24 ore, sulla prcmcdicazione con 40 mg. di cloridrato ossifenciclimina per os in dosi frazionate e sulla somministrnione di l mg. di atropina intramuscolo 3/4 d'ora prima della indagine; la seconda su « una cucchiaiata» di xilocaina viscosa trattenuta in bocca dal paziente per 10-15 m' c quindi deglutita frazionalmcnte. Sottolineato il valore pratico dclb indagine nell'e~pcricnza personale, ne auspicano l'impiego sistematico in ogni lesione gastrica di significato chirurgico.

G.: ln.dica:::ioni e risuLtati delle protesz m daet·on nella chi1'Urgia ripamtrice delle arterie. Gazz. lntern. Med. Chir., LXXI, 741, 1966.

ZANNINI

L'autore, dircuore della Scmeiotica Chirurgica di K apoli, riporta i risultati ottenuti

su 104 casi trattati, in due anni, con protesi in dacron e precisamente 28 \'Oite con angioplastiche, 18 volte con innesti sostituti\'i. 58 volte con innesti deri\'arivi. 11 più giovane dei pazienti aveva l i a nni, il più vecchio i4; 92 erano uomini, 12 donne. Dopo aver trattato delle indicazio ni , della tecnica operatoria. Jclle complicazioni, l'autore discute i risultati. Questi sono stati buoni in 50 casi, soddisfacenti in 18 casi, insoddisfacenti in 6 casi. I morti - c:1lcolando la mortalità nei primi trenta giorni ronsecutivi all'intervento - sono stati 30, 16 dei quali per cau\C inerenti all'innesto. 14 per altre cause. Sottolineato il fatto che, nonostante le possibili complic:~nzc, nel 48 , dei casi trattati è stata controllata a distanza In pcrvietà, l'autore ritiene che il dacron rappresenti fino ad ora il materiale migliore di sostituzione per I:J chirurgia vascoi:Jrc.

E. Fwuzzt


R.J., KANE J.M., FoLK F.A., BAKER R.J.: Traumatic disruption of the head of the pancreas (rottura traumatica della testa del parw·eas). Arch. Surg., 91, 5,

FREEARK

1965. Gli autori riportano 7 casi di rottura della testa del pancre:.~s d:~ trauma addominale. 1n 5 casi esistevn lacerazione completa del dotto di Wirsung; in due di quest1 pazienti fu eseguita, con ottimi risultati, la pancreato-digiunostomia trans-mesocolica su ans~1 a Y con suturn del moncone distale pancreatico; in una malata con lesione concomitante del coledoco si procedette, anche qui con buoni risultati, a reimpianto in duodeno del Wirsung e del coledoco; in un altro paziente l'inte rvento di pancreatec tomi;1 a monte delh lesione duttale fu seguito d:~ formazione di pseudocisti, per cui successi va mente fu praticata cisto-digiuno-stomia con esito favorevole. ~ci restanti casi ~i procedette ad accurata emostasi seguita da drenaggio pancreatico; uno di questi decedette per emor r:.~gia post-operato ria. Ricognizione del pa ncreas e della via biliare principale, e-mostasi acc urata, drenaggio sono - secondo gli autori i canoni fondamentali dell'intervento nelle rotture traum:.~tiche delb testa del pancreas; ove presente lesione del Wirsung pancre:Jto-digiunostomi;J transmesocolica su ansa ad Y e suLura del rnoncone distale; ove coesistano lesioni coledociche reimpianto del coledoco in duodeno o sua riparazione su tubo di Kehr.

E. FWI"Z7.1

V.: L'operazione di Soupa/t-Rucaille nella patologia del re.•ecato gastrico. La Chir. Gen., XIV, 105, 1965.

SPERANZtl

L'a utore, della scuola di Pari de Stehn in i Patologo Chirurgo d i Roma, premessi brevi cenni di fisiopatolotria del resec:Jto gastrico, sottolinea i vantaggi che derivano a tali pazienti dell'intervento di Soupalt-Bucaille, consistente nella trasposizione al duodeno dell'ansa efferente dopo ave r sezion:lto ed affondato sul moncone gastrico quella afferente. L'operaz ione è stata eseguita in (i pazienti - :tffcni ri~pett i vamen re da sindrome dell'ansa afferente (3 casi}, sindrome da accelerato transito (2 casi). Dumping Syndrome (l caso) - con risultati. a distanza di un anno, decisamente f::lvo rcvoli. L'autore raccomanda d i vaglia re attentame!lle le indicazioni all'interven to con un accurato studio pre-opc:raLorio del paziente.

E. FAVUZZI

M., C,\.RRÀ F., ADREOLI F., C EL! BERTI A., PtR :INJ A., STEFANI P.: Ricerche sul trapianto del tene ll. Possibilità e risultati dell'impiego delle cosiddette «cucitnct meccaniche» nell'alle.rtimento del/e anastomo.ci va>·ali e nella ri-costmzione della via esct·etrice. Poi. Sez. Chir., 73, 203, 196fi.

MAcC J-ttNJ

Gli :1utori illustr:lllo la tecnica da essi impiegaLa nella esecuzwne di dodici a utotrapianti rcnali nel cane. Le anastomosi venose - termino-JaLerale sulla vena il inca comune - sono state eseguite mediante l'uso della cucitrice meccanica sovietica mod. USC 3.


93 Le :tna~ tomosi arteriose - tt•rm ino term inale con l'arteria ili:1c;1 esterna, tn un sol sono stnle eseguite invece servendosi della cucitrice gi:1pponesc caso con b interna di ~abyama. Que\t'ultima è 'lata u.;at.~ anche per Lmasromo't termino terminale de:l'urctcre, a dist.lnla di 2-3 cm. dalb \'escica. L'u.,o delle cucitrici ha perrne~\o in tutti i casi: ~ risparm1o eli tempo c pertanto riduziune a 14 '-20' del pniodo dcll'i,chemia renale: anastomo,1 a perkHa tenuta: - huona rico-.rrulione ;tnche per qu;1nto riguarda ruretere.

F.. FAVl 77.1

GURLLR l~.v., Zll\11:-i:\

c.P.: l'ariazioni del metabolismo wergetico neg!t US!IO/Itl/1 (Variations of energy metabolisrn in hurn~). - fcd. Proceecl. Tr:1n~ l. . suppl. v. 23. n. 3. mag-gio 1%1. (traÒu7ione dal rU~\ol.

(;)a t\A. hnnno 'tutliato il rapporto tr:t gratlo ed evoluzione delle ustioni e 1 'eguenti fattori: livelli ddl't·nt·rgi:t mctnholica, e<HHhinmenti dd volume rc,pirnroriofminuto, temperatura corporc:1 mattutina. JK'o dei pa>'i<.:nti. Riferi,cuno che nello shock da u;tione nell' uomo o,ono o,pe,,o aument:ltl \la il volume re~piratorio minuw ,ia il muabolismo basale, aumento per quest'ultimo signthcamo solo nelle primtc 2-8 settimane nelle ustioni profonde. rapprcsent:tndo in seguito elemento della gcnerale reazione met.tbolicn volta all:t intensa sinte~i dei materiali proteici. ln ~egu ito il M.B. to t n:t ::1 ]i velli norn1:1li o più bas~i. Nelle pt:rsone più :Jl17.iane con mlioni superficiali. este<.c o 110, il ,\LB. spesso diminuisctc in rispo,ta al trauma, la qual eo'a non \'iene osser,·nta nel caso dì ustioni profondc. E' stato inoltre notato che 2-f ore dopo l'imerH:nto di chirur~ia pbsticn lautotrapianto). il M.B. nmn nev:l ai li,rlli :111reriori all'inrtrYento 'tes..o.

M. Toce:\

T I</! U.\1/IT(Jl.OG/A

L.: l gmndt traumatHmJ thttm del torace. 1.37, 1964.

Ru ccn.Rt

La chirurgta toracica, 17. 3.

L 'A. ricorda la complessità delle lesioni che si pos~ono riscontrare e la difficoltà di darne una descri:tt'Jne sus{:ettìbdc di es'<'re riferita ad ogni caso pnnicolare. Egli si è proposto di present.lre successnamentc le grandi sindromi, corrispondrnti, ognuna, ad un'entir:ì :tnatomo-clinica suscettibile d i una terapia pnrticobre. Egli distingue: l t L<: commoztoni toracichc

2) Le compressioni toracic he con h m:tsc hera ecchimotica di Pcrthes. ~) Le grandi sllldromi d:1 lesione pnriet:-~ le;

a) la sindrome dolorosa parietale; b) le sinciromi delle parti molli parietali. k luw1zioni costali. le fratt u n_ costali sotto le loro diverse fo rme. infin::: lt> lra ttu rc iwlate d ello sterno.


94 4) Le sindromi pleuriche: a) il pneumotorace chiuso, il pneùmotorace comunicante con le v1e aeree; b) il pneumotorace soffocante. l'emotorace, il chilotoracc. 5) Le sindromi mediastiniche: :1) l'enfisema. h) le soffusioni liquide del mec..liastino. 61 Le sindromi da lesione del cuore e dei grossi vasi mediastinici;

a) la commozione carc..liaca; b) le contusioni semplici c..lel cuore; c) le rottme cardiache con lacerazione c..lci vasi coronarici e pericardici; d) la rottura dei grossi vasi mediastinici. 7) Le sinc..lromr da rottura del diaframma. 8) Le complicazioni dei traumi toracici: a) il polmone umido; b) l'atelectasia post-Lraumatica; c) le infezioni bronco-polmonari; dJ l'edema polmonare acuto; e) l'infezione pleurica; f) l'infezione pericardica; g) la pcricarditc sicrosa; h) la perforazi<Jne dei \·isceri addominali trasposti nella cavità LOracica; i) le infezioni mediastiniche: l) le embolie polmonari; m) le embolie cerebra li. Dopo questa classificazione, l't\. rivolge la sua attenzione agli aspetti clinici dei traumi toracici. In primo luogo va tenuta pres<:nte l'insufficienza cardio-respiratoria 1 cui sintomi principali sono: l'ipossia c la cianosi accompagnate da polipnca, tachicardia e ipotcnsionc. Non va dimenticato che un'anemia concomitante può nascondere la cianosi; in questi casi l'esame emocromocitometrico e l'ematocrilo sono essenzia li c così pure la determinazione della pressione venosa. Inoltre, sottolinea l'A., l'insufficienza respi· ratoria comporta l'ipercapnia donde l'acidosi gassosa nella quale non esistono né cianosi né pallore, ma, almeno in un primo tempo, il colore dei tegumenti è mantenuto per effetto della vasoclilatazione ipercapnica. Dal punto di vista fisiopatogenetico l'insufficienza respiratoria riconosce le seguenti cau~e:

a) Cause respiratorie: alterazione del meccanismo ventilatorio polmonarc o parietalc; alterazione degli sc:1mbi gassosi polmonari (collasso, atelectasia, ingombro bronchiale, edema. emorragie intraparcnchimali, ccc.). b) Cause cardiocircolawrie: compromissione dell'attività contrattile c..lcl cuore, ostacolo al ri torno vcnoso, ipertensione del piccolo circolo, collasso circolatorio periferico per shock ed anemia acut:1. Da tutto ciò scaturisce naturale il provvedimento terapeutico da prendersi nei singoli casi; ma l'A. consiglia di tener sempre presenti quei casi d'insufficienza cardio-


95 respiratoria latente che costituiscono una minaccia potenziale capace di aggra vnre inaspettatamente l'evoluzione. Escludendo questi casi particolari, si devono, d'urgenza assicurare le funzioni vimli e al più presto porre un diagnostico, il più possibile esatto delle lesioni interne an"alendosi di esami clinici rJdiologici, punture esplorative, ecc., senza perdere di vista le altre lesioni rrnumatiche che cosi frequcntcmeme SI associano a quelle roracichc.

D. BROCCI!! ONCOLOGIA PouTASSI E.P. c GJnORD R.W. }R.: Il feocromontomu : diagnost e trattamento. Patol. cardiovascol., 1966, 9, 50-il.

Progr.

Le t:1ppe storiche di questo tumore del ~i,tema cromaffine sono date dalla prima comu nicazione autoptica anamnestica di Fraen kel ( 1886), dalla terminologia introdotta da Pick ( 1912), dal primo intervento coronaLO da succes'o d1 Mayo ( 1927) e dalla prima esana d1:1gnosi preoperatoria di Pincoffs ( 1929). E' caratteristica di qucst:J malattia la cosiddetta c regola del IO ~ , : nel l O , i tumori sono mult.ipli, nel lO% essi 'ono in sede extrasurn.:nale e nel l O' ~ essi sono malig-ni. Respomabile delb sindrome clinica è 1::! ipcrsecrezione di catecol:~mine (nomdrenalina c adrenalina) che provocano \ari sintomi, dci quali il predon11nantc è la ipertensione arteriosa. Questa può es~re accesswnale (tumori a funzione intermittente) o continua con sintOmi acccssionali (tumori a funzione persistente). E' un tumore che predilige il sesso femminile e che a \'O ltc ~i manifesta clinicamente durante la gravidanza. Stati di tensione ansiosa, Jpt.ruroidismo, ~indromc mcnopausila, emicrania c cefalea da tensione, tachicardia parossistica. insufficienza coronarica, attacchi neurovegetativi sono le varie sindromi che debbono essere presenri :~l medico rer una cliagno~i differenziale. L:J diagnosi ..,i bas:J sulle risposte caratteristiche della pressione sanguigna a certi farmaci (isramina. tir:JmJna. glucagone. fcntolamin:J), ma specialmente sulla dimostrazione dell'aumento delle catecolaminc ~~riche ed urinarie. La localizzazione radiografica del feocrornocitom:J è certamente utile, ma non strettamente indispensabile in via prooperatoria, perché la frequenza con cui il tumore si localizza, oltre che nella midollare '>Urrenale, nell'intero .,pazio retropcritoneale, impone al chirurgo una ampia arertura dell'addome con un:J incisione mediana o rras\'ersa cd una esplorazione sistematica di tutto il detto spazio, vescica compresa. Una colbborazione strett:J c tempestiv:t fra l'internista, l'anestesista ed il chirurgo permette oggi che l'ablazione chirurgica del o dei tumori sia scguira da pieno successo e senza :Jlcuna mortalità. La terapia medica con farmaci bloccatori adrenergici, unico presidio nei casi di tumori inoperabili u meLa!>latici. è utile. anche '>è non indispcn,:~bile. nel periodo preopcratorio. .'vfF.LCJ-JIOI'OA

DER.\1.4TOLOG/.4 ScARAiliCCHJ S. e MAR'T!No A.M.: La stndrome dt Sjogn·n e Larsson. Min. mcd., 1963. 54, 1603-1609. Gli AA. riportano una rivista stntetica Jelb sindrome descritta da Sjogren e Larsson nel 1957 c presentano una c:Jsistica personale di tre soggetti.


La sindrome è caratterizzata da ittiosi congenita a tipo eritrodermia ittiosiforme, da turbe neurologiche di tipo spastico, da deficienza mentale di grado più o meno elevato ed, incostantcmente, da degenerazione maculare della retina. a) la consanguineità dei genitori è un dato anamnestico frequente, ma non co stante; b) la sindrome non è caratteristica essenziale di determinati gruppi etnici c pertanto sarebbe utile esaminare dal punto di vista neurologico, psichiatrico ed oculistico tuui i bambini che presentano una ittiosi congenita; c) l'ittiosi può essere limitata o diffusa; essendo essa oggi considerata come una _geno-dermosi. cioè una manifestazione disembrio-gcnetica. è spiegabile che poss~ associarsi alle più diverse displasie, sia a carico dell'ectoderma che del mcsoderma ed a dislipidosi con sindromi dismetaboliche varie e discndocrine; d) le alterazioni ncuro-muscolari sono molto frequenti (ipertono spastico, ipotrofia cki polpacci, ipcrriflessia); e) le alterazioni del fundus sono molto frequenti (degenerazione dell'epitelio pigmentato maculare c perimacularc, macuh a macchia rossa ciliegia); f) a volte coesistenza di un;1 cardiopatia congenita; g) non esiste un profilo elettroforetico patogenetico della sindrome, ma interessante è il frequente aumento delle alfa-lipoproteine con diminuzione della frazione beta; piuttosto frequente è l'aumento della eliminazione del'acido 3-idrossi-chinurenico. Gli AA. discutono i rapporti che intercorrono fra questa sindrome e quelle di Tay Sachs, di Bielchowsky, e tli Spielmayer e Vogt, concludendo che si può accettare l'esistenza di un nesso unico tra di esse, consistente ·in una alterazione genetica od enzimatica con comparsa nei periotli molto precoci dello sviluppo embrionario. Tutte queste sindromi possono pertanto essere riunire nel termine unico di « abiodistrofie neuro-retiniche » o di « facomatosi ». MELCHIONO •\

STOMATOLOGTA c.~sJLLl L., RAG:--11

orale umano. -

G.: Attività del solfato di Kanamicina sulla flora batterica del cavo li farmaco- Ed. Pr. vol. XX. Fase. 4, pag. 212-221.

Gli AA. hanno studiato l'influenza esercitata sul cavo orale umano, da colluttori contenenti solfato di Kanamicina in vista di applicazioni pratiche nella stomatologia delle flogosi. Le cohure di batteri del cavo .orale sono state effettuate su vari terreni: Brain Hearr Infusion, Agar; Bacto-Manitol salt agar, Difco (terreno Chapman); Brain Heart Infusion, Agar, addizionato di tellurito di potassio; terreno di Sabouraud, addizionato di una soluzione di Penicillina e di Streptomicina preparata al momento dell'uso. Le piastre Petri contenenti detti terreni vengono .incubate a 37° per 48 ore e a 24° per altre 24 ore. Si procede poi all'identificazione della flora batterica ed al conteggio delle varie colonie. Sono state cosl messe in evidenza forme ascrivibili a stafilococchi, slreptococchi, diplococchi, neisseric, batteri Gram-negativi, forme bacillari Gram-positive e solo raramente forme ascrivibili a candide c fusobatteri. Detta flora batterica t stata trattata con solfato di Kanamicina soluzione a concentrazione l000 mcg f ml, sotto forma di colluttorio. Le ricerche sono ~Late effettuate su gruppi di individui trattati con un solo colluttorio al giorno, con cinque colluttori al giorno a distanza di due ore l'uno dall'altro. e con cinque collunori al giorno per cinque giorni.


97 Si è riscontrato che la carica bancrica è diminuita del 40 ' dopo un singolo colluttono c, dopo cinque colluuon del 99,6 u · Il trattamento prolungato non porta 'antaggi npprczzabili. Per qu:mto riguarda i germi che sopravvivono, gli strcprcx:occhi subiscono unn diminuzione percentuale minore dei Gram-negativi e degli stafilococchi: per gue~ti ultimi, però, non è da escludere.: la po''•bilirà che ~i formino ceppi resistenti. L'uso topico del ~olfato di Kanamicina è, inoltre, con~igliabile, perché >otto forma di colluuorio tl farmaco non è assorbibilc: infatù nel siero degli individui sottoposti a trattamento non si rilevano tracce di K:wamicina. Anche la ritenzionc è minima: un'ora dop:> l'ultima a p plicazionc non si ri~contr:mo tracce apprezzabili di farmaco. Gli effetti collaterali si riJu~ono ad un senso di amaro ahbastanz:l pcrsi~tente c a <1ualche caso <.li stipsi, molto prob.1bilmente casuale. Una certa preoccupazione ì: data dall'esfolinione dell'<;pitelio linguale. Questo fenomeno, che rcgredisce prontamentt: al termiiH: del trattamento. pare ~ia dovuto ad un eccessivo incremento d i Cnndida albicans. In conclu~ione g-li AA. affernnno che il solfato di Knnamicinn, soprattutto sotto forma di colluttorio, può esser{ usato con succt"o nel trattamento topico delle :lfTezioni del cavo orak dovutl :11 \'an microrga•mmi. E' cons;gltabile associ,1re al colluttorio un :mtifungino. pt•r impedirt infezioni secondarie dovute :1 sviluppo di lieviti o funghi patogcni.

G. :\BBOND\r-;Z\

11/0CI/1 \l/C..t

Dt SoMER P., \'A;>;DrRIIAI:.GHf H .. EY~\~:-; H.: lnfluencc of ba.<Jc antrbiotin on scmm- and livcr-choh·<terol concentrtlt/Om m ch~eks. - :\"arurl. 204. 1306, 1964. Si era già riscontrata l'azione della neom1cina sommini~tr:na oralmente sulla con· centrazione del co!c~terolo nel siero umano. Con tlllt'sto lavoro gli Ai\. avan7.ano l'ipotesi che l'azione della neomicina in tal semo non sia da attribuirsi :~Ila sua attività antibiotic:t wlla flora batterica int('stinale ma bensì alla carancmtica b;mcità della molccob. Per uimostrarc questa ipotesi si determinò, su gruppi <.li rulcini tenuti a dieta speciale e trattati con antibiotici per due seuimane, la conccntrnione fina le del colcste rolo epatico c nel siero (col metodo di Abel e coli.) c quotidiannmente il quantitativo d i grassi pre,enti nell'escrezione fecale. Per gu:tnto riguarda il li,dlo del colesterolo nel siero e nel fegato, la neomicina e la nco micina N- mcrilata, ba~iche, determinarono un:1 diminuzione del cole, te rolo rispetti' a mente del 26 t 17 0 • La neomicina l' acc:tilata, neutra, si chmostrò 111 r::ll semo inattiva memrc la streptomicina tendeva Jd aumentare il colesterolo. Parallelamente ncomicina e ncomicina N-metilata provocavano un aumento nel quantitntivo di grassi eliminati con le feci. Q uesti risultati confermano l'ipotesi che l'attività di smtanzc tipo ncomicina e neomicina N-mctilata sul tasso di colesterolo sia dovuta non all'allivirà antihiotica ma alla presenza di gruppi basici nella molecola che contrastano l'assorhimento dci gras'i e del colesterolo o~tacol:muo l'emulsione Jci lipidi nell'intestino per l'azione comples,;lnte che esrlirano ~ugl i acidi hi liari. R. EMTR


SOMMARI DI RIVISTE MEDICO- MILITARI INTERNAZIONALE REVUE INTERNATIONALE DES SERVTCES DE SANTf~ DES ARMÉES DF. TERRE DE MER ET DE L'AIR (A. 39, nn. 9-10, settembre-ottobre 1966): Siggtulrd-Andersen f.: L'echinococcosi nel personale delle Nazioni Unite a Cipro; Delaha}'e R.P., Roumquot P., Shtrkelé f., Cren M.: Anomalie vertebrali congenite in ambiente milirare; J.;ovatchev D.: Reazione :1llcrgica del trattamento con T .S. 160 (derivato delle cloretilaminc) manife~t:nasi con sindrome bollosa e necrmi emorragica diffusa; fam e.< W.: Organizzazione di un l:tboratorio campale; Toumi: L'organizzazione sanitaria di una \Vilaya.

ITALIA A'\!NALT DI ~IEDIClNt\ l'AVALE (vol. LXXI, fase. 4, luglio-agosto 1966): Pezzi G., Spena A.: Rischi e pericoli del traffico marittimo con navi a propulsione nucle:1re; Tatarel/i G .. Policreti C.: Il fruuosio-1-6-difosfato quale fattore intcgr:ttivo del1':1limentazione dell'atleta; Chiappini A.: Immobiliuazionc provvisoria di fratture in mare con mezzi di conten:cione di minimo ingombro; D'Errico P.: Manifesrazioni neuropsichichc dell'insufficienza polmonare; Piscitc/IJ M.: Su di un raro cnso di malformazione renalc bilaterale; Rutoli A.: Neo c mclanoma; Amalfi M., Zuccaro C.M.: 11 reintcrvento nei gasW>enteroan:tstomizzati e nei gastroresecati; Pezzi G.: Le scienze, !'arte p<>etica e la filosofia nell'opera di G1rolamo Fracastoro. ANNALI DI MEDICINA NAVALE (vol. LXXI , fase. S, settembre-ottobre 1966): M&retti C .. Forztane<i S.: Studio sperimentale sulle variazioni di un complesso di parametri ematologici nell'uomo esposto a respirazione iperbarica di ossigeno puro; Pace/il M.: La terapia delle ustioni ha fatto progressi? Tatarel/1 R.: Sulle gastroduodenopatic nell'ambiente militare marittimo; Terzi l.: La conservazione prolungata del sangue allo stato congelato: importanza c valore pratico delle recentissime metodiche per un ~ervizio tra~fusionale militare; Aleuundri M.: La differenziazione c b distribuzione Jelle r:tue umane secondo le più recenti teorie; Fabretto D.A., Piscttclli M.: Gli attuali indirizzi nel trattamenro delle fistole bronchiali dopo interventi di exeresi polmon!lre; Femminella G.: Gli antibiotici nella terapi:1 delle amebiasi; Severi n i V., Piot·ano G .. D'Ot·tdio l1,!.: L'ecg in un gruppo di canottieri. :\'\~ALI DI MEDICI~ .\ K\ VALE ('·ol. LXXI. fase. 6, novembre-dicembre 1966): Pezzi G., Tatarelli G., Moretti G.: Nuove acquisizioni nel campo della medicina subacquea; Pezzi G., Dell'Amore D.: Patologia psichiatrica e psicosomatica minore nell'ambiente militare con particolare riguardo all'ambiente militare marittimo; Terzi l.: Il '>OCcorso trasfu~ionale nell'ambiente di bordo: attuali possibilità e limiti; Bellenghi G., Aliquò A., Paccagnella B.: Rilievi microbiologici per lo studio igienico dell'aria interna dei sommergibili; Moretti G., Fontanesi S.: Gli acidi gamma butirrico e gamma-amino-bctaidrossi-butirrico come farmacoproteuori nella neurointossicazione iperossica sperimentale; .\fammare/la L.: l! prelie\·o differenziale di aerosol batterici mediante un campionatore ad imbuti multipli. (Sperimentazionc di una nuova apparecchiatura).


99 AN)JALl DI MEDICINA NAVALE (anno LXXII, fase. f, gennaio-febbraio 1967): Costanzo G.: Dati di una ricerca antropologica su alcuni equipaggi della Marina Mercantile; Piscitelli M.: Considerazioni anatomo-chirurgiche sull'ernia lombare; Corona V.: Alcuni aspetti ctiologici, epidemiologici, clinici c terapeutici dell'epatite virate nell'età infantile; .\ fammarella L.: Aero,oli e ::~erosolizza:lioni; ,\lardss l.: Uno ~punto di ricerca epidemiologica ospedaliera: la malattia acuta respir:ltoria; Me.>.it'rÌ E.: Alcuni aspetti etnogenetici delle tribù del Monzambico centrale. RIVISTA DJ M EDICINA 1\ERONAUTICA E SPAZIALE f,\, XXIX, n. 3, luglio-settemhre 1966): Dolezal V., Luxa J., Svacinka f., Rybàk R., Zemanovà Z., Samek L., Cermàk K.: I nfluenza di una permanenza di 6 giorni in montagn:t sulla efficienza dell'uomo; ,\'euschtiler R., Pulomhz R.: Il tono oculare in 1possia; !..alfi G., Pao/ucci G.: Comportnmcmo di akun1 enzimi ~ieric1 nel rauo m rapporto alle le~ioni an:ttomopatologiche provocate da decelerazioni trasversali di notevole entità e brc\·issima durata; Paolucci G.: Comportamento di alcune attività enzimatiche del siero 1n cani sottoposti nd urti di modesta entità; Arabia M., Catlllllari C., Pafeunr-Vetron P.G.: Considerazioni sull'uso di modelli in bioingegneria; Sul/i E.: L'igiwc del vestiario con particolare derimento ai problt:mi aerospaziali. JU VIST.\ Di MF.DICJN,\ AERO'\lAUTICA E SPAZL\LE (anno '<XIX, vol. 29. n. 4, ottobre dicembre 1966): Italiano P: Le fratture \Crtebrah dei piloti negli incidenti da elicottero; Strollo .\1.: Sui fattori ps•colìsici c psico~ociali come causa di eliminazione nel periodo di form~tzione profession.1lc dell'nllie\0 pilota dell:t A.M. Considerazioni generali; Put:;;u/u .l., Rota P : Ricerche sperimentali circa gh effetti della manovra di Muller sulla re~isten7a alle accelerazioni - G,; !t11metti V.: Il problema dei contaminanti dell'o~sigeno per uso terapeu tico. - (},servazioni e proposte; Lomonaco T.: Indicazioni e controindica:lioni ~11 trasporto dei falli a mcao clicoucro e con autoarnhulanzJ.

ARGENTINA REVISTA DE LA SJ\NIDAD M lLITAR ARGENTlNi\ (A. LXIV. nn. l 2, gen naio giugno 1965): d'O/it•eira f., Canera D., Abuin B.C., Dr Leo E.A.: Alterazioni cardiache cb traum:ltismi toracici non penetranti; Cernudas L.M.: La colonna cervicale; Andrade f.H.: Ncccs~ità della fluorn.ionc delle acq ue potabili; Actis A.S.: Livelli delle antitos,ine d1ftcrica e tctanic:t nella vaccina.ziont·; Petorc~ro E.: Endodonzia preventiva; Pui.rrégur f .A.: La radioatti\'ità negli esseri vi\·emi, negli alimenti e nell'atmosfera; Gallrwo U.!.: Sulle malauie metaboliche; Frati H./.. Grobli C . W. : Tossicit:l uella pir:tzinamidc.

INGHILTERRA JOUR NAL OF THE ROYAL ARMY MEDICAL CORPS (vol. l 12, n. 4, 1966) : Waller f.C. , Frv f.: Prepara7.ione dd medico generico nell'Esercito; Kuenssberg E. V.: Medico generico e cura pre\'Cntiva; WJ!liams O.S.: Es:une medico-scolastico di fanciulli; Peterson D.j. : Con trollo igienico dci d istribu tori di latte; Futter N .G.: Medicina in Borneo; Velia E.E.: Tossi-infezioni alimentari da s:almonella; Spicer A.J.: EpiJemia di influenza R associata con adenopatia; Meer• P.D .. Cummzng H. : Trasporto rcfri


r oo gerato (h campioni virali; Bem.<Wn S.: L'lmieron" nell'ancm1.1 gra\'itlica; Lind T.: Fenilchcronuria - Risultati tli un'mdagine pilota; Mc Ca t od1. H.: (}.sen·azioni 'amtarie a St. Kilda; Dimond A.H.: Il colera nel distretto di Brunei; .Voble J.E.: Vaccinazione c hrrvc rassegna sul vibrionc El Tor.

JUGOSLAVIA VO)NOSANITETSKl PREGLEI> (:\. XXIII, n. 7-8, luglio-agosto 1966): Odat•tc M.: Ruolo c funzioni dell'ufficiale medico in serYizio presso rep:Hti di truppa; Svecen-

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REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA

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l OI

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NOTIZIARIO

NOTIZIE TECNICO- SCIENTIFICHE

L'dettronica al servizio della medicina: un nuovo sistema per le analisi di laboratorio. \l Congresso l nternazionale di Patologia Clinica tenuto a Roma dal 3 all'8 ouobre !'IH\1 ha presentato in Italin un nuo\o sistema elettronico per controllare le analisi d1 laboratorio negli ospedali. Chi3mato IB\1 l 080, può rcgistr3rc ::1utomaricameme per !.1 successiva elaborazione da parte del calcolatore i risultati di centinaia d i esami clinici . C iò non solo ai uta i medici ad avere le informazioni necessarie :1l la massi ma velocid, m:1 inoltre elimina virtualmente g li e rrori e permette di risparm inrc il notevole tempo dedicato :dia stesura di moduli c formulari. L'IBM 1080. colleg:Ho agli strumenti di un laborntorio, percepisce i risultati delle analisi nel momento in cui vengono emessi e li regi~tra su schede perforate o su nnsrro; il calcolatore li clabor:1 c stampa immediata mente i certificati relativi, già pronti per la consegna ai mcdic1 o ai direttori di labo· ratorio. Jl sistema IBM 1080 è stato !>tudiato per i laboratori d1 anahs1 negli ospedali e per i laboratori farmaceutici. Il sistema l 080 è capace di controllare fino a cento « tc~t, contemporaneamente climi 11ando l'enorme lavoro di scriuura e yuindi anche l::t possibilitlt d i un errore matl.! rialc di trascrizione (non va dimt:n t icato che in gene re i tecnici dei laboratori spendono oltre il tren ta per cen to (k·l loro te mpo in lavori di tipo burocratico) . •".Ile diverse provette di un paziente (sangue, liquidi orga nici ... ) è assegnato un numero di identificazione, regi~tr;HO automaticamente insieme :Il risultato dell'analisi. cosirché diventa pressoché impo\sihile uno scambio di referti. Un mtema base consiste in un'unit.1 di controllo IB:\1 108 1 mod. 2, attnverso la quale è: immagazzinata e perforata ~u \Cheda o su nastro tutta la massa di informazioni. l ri\ultati possono poi es.,cre elaborati dai calcolatori già normalmente in uso pres~ molti ospedali . Il sistema base viene completato per mezzo di un « lettore di campioni :., rnomato su un « Tcchnicon Samplc r 40 • · che (: un'apparecchi:1tura au tomatica di analisi prodotta dall:1 « T cchnicon Instruments Corporation ~ - Il « Tcchnicon Sample r 40 » è formato cb una piattaforma girevole che contie ne fino a 40 campioni c un piccolo sifone mobile (una specie di « sorseggiatore $ elyettronico) che assorbe il contenuto delle provette c lo tra~mettc all'unità di controllo. Appena il contenuto della provctt:l è assorbi to. I'IBM 108 1 ne legge il numero di identificazione. Il lettore JH:\[ e il ' Sampler 40 " sono usati con un T echnicon Autoanalyzer "• che esegue automaticamente un note,·ole numero di analisi diverse o;enza soluzione di continuità. Sia il numero di identificazione della provetra che il risultato dell'analisi eseg-uita dall'a u toanalyzer, vanno poi all'unità di controllo l BM l 08 1 e sono perforati su schedn o su nastro. li calcolatore clcnronico. infine. elabora il tutto e ~tampa i risultati.


L'importanza di questo nuovo sistema elettronico al servizio della medicina è duplice. Non solo infalti permette di avere i risultati dell'analisi con estrema rapidità, precisione e attendibilità, ma introduce una nuova prospettiva nel campo della diagnostic:l. Infatti l'estrema facilità, automatismo e basso costo nell'ottenimento dei risultati delle analisi, ha già fatto diventare costume abituale dci sanitari degli Stati Uniti (dove il sistema è in funzione da circa un anno a scopo sperimentale) il sottoporre i pazienti all'intera serie di analisi dei liquidi organ ici, c non più a singole analisi. Ciò ha permesso, in molti casi, di scoprire disturbi ancora allo stato latente in pazienti ricoverati per altre cause.

Diagnosi elettronica delle an emie. B. ]. Rylander, Direttore della Sezione elettronica medica dell'Università di Gal\·eston nel Texas, ha messo a punto un apparecchio per la diagnosi cd il trattamento di numerosi tipi di anemie. Si tratta di un ordinatore cl~ttronico che valuta la misur:t dei globuli rossi di un dato campione dando h rappresentazione grafic:t del numero delle cellule di diversa grandezza. L':~pparecchio si è rivelato di massima utilità per la diagnosi e la determinazione della gravità nelle varie anemie. Inoltre, esso è in grado di rivelare alcune forme di anemia non diagnosticabili con i soliti esami di laboratorio.

Macchina fotografica di piccolissime dimensioni per fotografie nello stomaco.

La c Olimpus Optical Compan\ > di Tokyo ha realizzato una macchina fotografica tanto piccola da poter essere inghiottita. Una volta in posizione può essere manovrata in modo da prendere 32 fotografie a colori di mm. 3 x 5 dell'interno dello stomaco del paziente. Tutti i comandi necessari, quali la regolazione angolare, l'esposizione e lo spostamento della pellicola sono trasmessi attraverso un tuho flessibile collcgoto con la macchina fotografica. Questa è a distanza focale fissa e l'esposizione viene comandata contemporaneamente al < flash~. applicato sulla macchina stessa. La luce del flash è visibile abbastanza chiaramente attraverso la parete addominale del pazente, cosicché è possibile: controllare la profondità alla quale si trova la macchina fotografica cd il suo angolo di rotazione. L 'apertura angolare dell'obiettivo è di 80° ed il tempo disponibile di 1/5 di secondo. Il complesso è dotato anche di una pompa ad aria, che permette di gonfiare lo ~tornaco del paziente in modo da ottenere una distanza sufficiente a prendere fotografie •n tutte le direzioni. ?opo l'esposizione il film, contenente 32 fotogrammi, viene sviluppato e quindi esammato in un piccolo ingranditore. l singoli fotogrammi possono essere ingranditi alle dimensioni di mm. 35, per effettuarne un più preciso esame c dimoHrazioni. Il potere risolutivo dell'obiettivo della macchina fotografica è notevole ed il solo fattore, che limita la possibiità di proiezioni e ingrandimento, è dato d;~lla grana della pellicola. (New Scientist, 24-3-'66). 9uesta macchina fotografica rappresenta una nuova notevole affermazione dell'industna fotografica giapponese.

8. - M.


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Essa, senza voler entrare in competiZione con gli esami radiografici, presenta in alcuni casi di ulcere e tumori gastrici il vantaggio di ottenere fotografie a colori del!:~ parte dello stomaco interessata, che rappresentano per il chirurgo un sicuro ausilio diagnostico. Inoltre, rispetto ai raggi X. si ha il vantaggio di poter prendere molt{ fotografie in poco tempo senza dover considerare il pericolo delle radiazioni dovute alle frequenti esposizioni. Questa macchina fotografica è stata dì recente sperimentata con successo presso il c Middlesex Ho~pital > di Londra.

Radiografie tridimensionali con lo Stereo· fluoricon. La Generai Electric ha costruito, c immetterà fra qualche giorno in commercio, radiografico tridimensionale: lo Stereo-fluoricon. Il principio usato per realizzare le tre dimensioni dei raggi è quello dell'occhio umano. :\"el nuovo apparecchio ci sono due catodi (i due occhi dell'uomo, le due sorgenti di luce) che distano l'uno dall'nltro di circa cinque centimetri e che «guardano> dall'interno del tubo, in cui corrono i raggi X, trubo piazzato sotto il corpo del paziente che giace in uno speciale lettino. I raggi sono lnnciaù nei due «occhi >> alternativamente e da questi proiettati nel corpo umano alla '·elocità di sessanta c occhiate > al secondo. Dal corpo umano, i raggi risalgono nell'amplificatore che esiste negli apparecchi di raggi X c dall'amplificatore passano attraverso una lente polarizzante circolare. Questo proc::sso, che è nuovo, consente ai raggi passaù nei due catodi di dare una differente configurazione di ciò che banno visto: e uno filtrando per una specie di fessura verticale e l'altro sgusciando per una fessura orizzontale creano la tridimensionalità della pane del corpo fotografata. Come accade? Accade che l'immagine dell'un catodo segue quella dell'altro catodo nello spazio di un sessantesimo di secondo: velocità che l'occhio umano e il cervello non possono captare e si crea così la stereo-visione che è caratteristica del funzionamento degli occhi. Dunque la stereofluoroscopia è diventata una realtil imitando la natura. Ovviamente ci sono ancora certi difetti nella nuova invenzione. un

:~pparccchio

Un minuscolo apparecchio radiologico. E' stato realizzato a Chicago un piccolissimo apparecchio radiologico non p1U grande di una mano funzionante a mez7o di pasticche di prometeo 147 radioattivo; i raggi beta rompono gli aromi di tale elemento e provocano la formazione di rnggi X necessari al funzionamento del radiotclemetro.

Uno strumento per biopsie profonde. La H.A. Taylor a. Sous di Mclbourne ha messo in commerciO un ingegnoso strumento cbirurg.ico per il prelievo di frammenti bioptici. Costruito in acciaio inossidabile, lo strumento si compone di sole cinque pani ed è di dimensioni così ridotte (appena 6 mm di diametro) che il suo inghiottimento da


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parte del paziente non arreca il mtntmo disturbo. Esso è in grado di prelevare un numero qualsiasi di campioni, di modo che il paziente non è costretto ad introdurlo più di una volta. Immediatamente dopo il prdevamento il campione giunge nelle mani dell'operatore, che in tal modo può subito stJbilirc a quale livello dell'intestino è avvenuto il prelevamento. D coltello, ossia la parte terminale dello strumento, è azionalO da una soluzione salina spinta da una siringa, di modo che il campione arriva all'operatore mediante aspirazione, dopo di che viene lavato con una soluzione salina sterile.

Carne sintetica ricavata da piante crittogame. Un chimico di Chicago, il dott. Arthur Karler, ha annunciato al Congresso della Società Medica Americana di avere elaborato un processo per la produzione di « carne sintetica ~ ricavata da piante crittogame. Si tratta di una sostanza proteinica uguale a quella della carne, i cui tessuti hanno la stessa struttura della «carne vera " di cui potrebbe acquistare, con metodi appropriati anche il colore, l'odore e forse il sapore. Uno dei principali vantaggi è che la nuova sostanza costa pochissimo e potrebbe essere venduta sul mercato per quattro centesimi di dollari (circa 25 lire) per chilogrammo. Il dott. Karler ha mostrato al congresso dei cJmpioni: cruda. la carne sintetica ha un colore più scuro di quello della vera carne tritata alla quale assomiglia, ed il sapore è assai simile a quello dei funghi. Rispetto alla carne tritata, tuttavia, il prodotto ha un maggiore contfnuto di calcio c vitamine, e una minore percentuale di grassi. La carne sintetica, infine, richiede un periodo di cottura molto più breve. L 'idea, in attesa che il suo sapore possa essere migliorato, è per il momento quella di usare la carne sintetica come additivo a quella tritata. Volendo, entro la fine del prossimo anno il prodotto che il dott. Karler chiama « meat extender l> potrebbe già essere sul mercato. Il dott. Karler, il quale lavora nel dipartimento di ricerche di una società produttrice di carne in scatola, ha detto che i funghi (da utilizzarsi per trame, coo un processo eli biosintesi, il nuovo prodotto) possono essere coltivati sui rifiuti delle fabbriche di questo tipo.

Un'alga fornirà aria e cibo ai cosmonauti? Gli scienziati soYietici che stanno studiando le condizion i del volo umano nello spa· zio, progettano fabbriche cosmiche di aria e di cibo per gli astronauti. Avvicinando~i il giorno in cui un'astronave potrà viaggiare verso mondi sconosciuti, già si prospettano le soluzioni dei problemi che nasceranno dalla prolungata permanenza di un numeroso equipaggio umano nello spazio. ll laboratorio di genetica spaziale dell'Istituto di Genetica generale dell'Accademia delle Scienze dell'URSS sta elaborando il complesso ecologico della nave, che dovrà consentire l'esistenza biologica dell'organismo umano nello spazio. Jl primo compito degli scienziati è quello di fornire ai cosmouauti l'aria occorrente. Una soluzione originale è stata trovata ricorrendo a un'alga unicellulare, la crorella, che assorbe intensamente l'anidride carbonica e diffonde ossigeno. Quest'alga cresce bene anche in una soluzione nutritiYa arrificiale. Gli scienziati l'hanno coltivata ed hanno ottenuto qualità altamente produttive. Sono state passate in


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rassegna circa duemila varie!";.\ di clorella, poi per mezzo della selezione, dell'esposizione ai raggi gamma e rontgen e dell'impiego di determinate sostanze chimiche sono state ottenute nuove qualità. La clorella disseccata sembra una polverina verde e ha uno spiacevole sapore ama~ rognolo. D'altra parte, contiene praticamente tutto ciò che occorre per la dieta spazi aie: è formata per il SO % da proteine, per il 35 °10 da idrati di carbonio e per il 15 % da grassi. Inoltre contiene tutte le vitamine e gli aminoacidi necessari all'organismo. Es sendo quasi priva di cellulosa, la clorclb viene interamente assimilata. Quanto al sapore amaro, una semplice lavorazione è sufficiente per eliminarlo, dando a quest'alga un sa~ pore di carne, di pesce, o di ortaggi. Perciò la clorella diventerà la base della nutri7.ion..dei cosmonauti.

Indagine del Ministero della sanità sul cattivo stato nutrizionale dei bambini nel Mezzogiorno d'Italia. Nel quadro dell'indagine sulla cattiva nutrizione dei bambini del mezzogiorno d'Italia, i professori Ferro Luzzi, Amendola e Spcna, del Ministero della Sanità, hanno reso noto i risultati dell'inchiesta svolta lo scorso anno nella provinria di Reggio Calabria. «Le indicazioni e le statistiche redatte - è detto in un Comunicato del Ministero della Sanità - danno una misura esatta del fenomeno. Balza evidente, innanzi tutto. la precaria situazione economica di quelle zone che hanno assistito dal 1951 al 1961 ad una emigrazione massiccia delle giovani forze meridionali; la popo!azione di Reggio Calabria, infatti, che quindici anni addietro era di 629.471 abitanti, è scesa nel breve giro di dieci anni a quota 609. 140, mentre l'incremento demografico naturale fra i due censimenti è stato va!utato in 93.719 unità. L'inchiesta è durata cinque settimane ed è stata effettuata in 23 comuni scelti con la tecnica del sorteggio, ad eccezione di Africo Nuovo e Roghudi, inclusi nel campione per le loro particolari caratteristiche socio- economiche e geografiche. I principali indici igienico-statistici (vita media 67,8; mortalità infantile 48,8 per mille; numero presuntivo dei tracomatosi 180.000; microcitemia 52 casi; morbo di Coley 73 casi), con le 28 scuole e i 5.266 soggetti visitati, hanno permesso agli esperti del Ministero della Sanità di approdare alle seguenti conclusioni riferite ai dati raccolti a Reggio Emilia (provincia a buon livello economico e senza problemi di deficienza alimentare), e a Consenza (provincia a basso livello economico e con sensibili problemi alimentari). I bambini della provincia di Reggio Calabria sono tutti di statura inferiore alla media italiana e più mag1·i della media nazionale, si manifesta cioè il cosiddetto fenomeno dell'ipoevolutismo. I bambini rurali sono più malnutriti degli urban i, il pallore non raro, frequente è la cheliosi diffusa, mancano segni di carenza di vitamina a; la carie dentaria è relativamente poco diffusa; l'ipercheratosi e la xerosi sono discretamente presenti tra le bambine rurali; molto diffusa è l'ipertrofia tiroidale, mentre non è rara tra i soggetti urbani l'obesità infantile. La malnutrizione non è uniformemente distribuita nella provincia; ci sono zone e comuni dove i fenomeni sono più imponenti che non altrove. In linea di massima, però, i soggetti più colpiti sono i bambini delle zone rurali. Queste risulta nze confermano lo stato di malnutn.zione cronica dei bambini della provincia in esame, conseguenza dello scarso consumo di alimenti proteici, per ragioni economiche, per ignoranza e scarsa disponibilità dell'ambiente e dell'aumento dei fabbisogni dovuto a ragioni di carattere patologico :..


Bambini " giganti •• ed eccessiva alimentazione delle gestanti. A Roma, nel corso dei lavori del Comitato di c~pcni ~ulla nutrmone, convoc:no dalla FAO e dall'Organiz7azione mondiale della sanità. il dott. A. A. Pokrovsky, dìrcr tore dell'Istituto della nutrizione dell'URSS. ha riferito che negli ultmi tc.:mpi le o~tc triche sono preoccupate a causa della nascita di un sempre maggior numero eli « bam bini giganti •• derivante dall'eccessiva alimentazione delle madri durante il periodo di gestazione, con conseguenti ri~chi per le madri stesse al momento del p<1rto. Egli ha dichiarato che sì tratta eli un fenomeno cnu~ato da una « troppo entusiastica " adesione da parte delle madri alla propaganda per una migliore alimentazione durante il periodo di gravidanza. Egli ha ricordato, a que\tO proposito. che malnutrizione non significa ..alamente sononutrizionc. m:J in qualche caso anche alimentazione in eccesso.

Inventato un l'utero.

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occhio magico n elettronico per fotografare l'embrione umano dentro

Per la prima volta sono state pubhlic:ne le fotografie di due gemelli 1ell'ute ro materno ripre~c due mesi prima della loro nascita grnzie ad un <occhio magico:. elettronico me!>SO a punto all'Ospedale di Glasgow. Questa ri,·oluzionaria 4: macchina fotografica > si bnsa sull'impiego di ultrasuom. Un apposito microfono invin onde sonore acl alta frequenza nel corpo; le onde riflesse vengono captnte e amplificate ~u uno schermo, grazie ad un tubo a raggi catodici, sul quale si forma l'immagine sotto for ma di minuscoli puntini luminosi che si susseguono uno all'altro. Una macchina fotografica, lasciata con l'otturatore aperto, può riprendere la sequen za dei vari punti e fornire così un'immagine del nascituro o dell'organo esaminato. Questo nuovo ~iste ma ha, rispetto ai raggi X, il vantaggio di essere totalmente inoffcn sivo. Esso permette inoltre di ottenere un 'immagine dell'cm brione a sole ~ci setti ma ne <.I:Jll'ìnizìo Jclla gravidanza. Una rivi~t:J scientifica eli Londra aggiunge che quc.,to < occhio ma!,rico •· del quale finora esiste ~oltanto un prototipo, potrà, una volta perfezionato, fornire immagini 111 rilievo dell'interno del corpo umano. Le fotograrie attuali hnn no i contorni piutto.,to sfumati, ma permettono dì distinguere perfettamen te le teste dei due gemelli. Inoltre vien reso noto che appena sei settimane dopo l'inizio della maternità sad possibile riconoscere una gravidanza gemellare grazie Jllo c scrut:Jtore elettronico inventato in Inghilterra e !>pcrìmentato con successo su una futura madre nel moclcr nissimo < Queen Mother's Hospital • di Glasgow. Il nome dell'inventore dell'apparcc chio viene mantenuto segreto ma si sa che lo « scrutatore ~ ~ stato fabbricnto negli stabilimenti ind ustriali Smith eli Glasgm'. L'apparecchio funziona con un si!.tema di vibrazioni (due milioni e mezzo al secondo), che tornano indietro sotto forma di eco-impuhì, cioè di tremila segnali al minuto. Gli eco-impulsi vengono amplificati e appaiono <.,Otto forma di minuscoli punu su un monitor a raggi catodici. I ginecologi che hanno csperimenmto l'apparecchio assicurano che l'operazione è assol utamente indolore per In donna c senza il minimo rischio per il normale svilu ppo Jell'embrione. L'apparecchio è stato già richiesto d:t numerosi o~peclali inglesi. americani c di altri paesi. Per ora esso non è in grado di indicare in anticipo il se\~O del nascìturo


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ma, secondo i ginecologi interessati, con ulteriori perfezionamenti si potrebbe raggiun!{ere anche gue~to obiettivo.

Pompa aspirante per la revisione della cavità uterina. Il dr. A. Pcrctj ha messo a punto una nuova metodica per la reviSione della cavità uterina. Si tratta di una cannula aspirante che viene introdotta in vagina e fatta pa~sare attraverso il collo nella cavità uterina. Tale ca nnula esercita u na pressione neg:lliva di valore compreso fra mezzo ed un chilogrammo per centimetro quadrato, pressione ,ufficientc ad aspir:1rc il prodotto del concepimento e le membrane. 1l ùr. Peretj attua tale tecnica per completare gli aborri spontanei e per praticare quelli terapeutici. Tale pompa a\pirantc è utilizzabile sino al III me_se di gravidanza. T vantaggi di questo metodo comi~tono in un mtnor traumatismo della donna, in un tempo relativamente breve cd in una dilatazione del collo ass:-~i più piccola di quella ncce\Saria per la revisione strumentale. Abbisogna, inoltre di una blanda anestesia, non danneggia l'utero, determina sca rsn emorragia e assicur:1 uno svuotamento completo. La pompa è st:tra sperimentata su 105 pazienti con ottimi risultati e senza alcun inconveniente.

Scoperto un nuovo metodo per prevedere il sesso dei nascituri. Un gruppo di ricercatori appartenenti alla facoltà di Medicina dell'Università di Alkmy hanno reso noto di aver me~so a pu nto un metodo per prevedere il sesso nei nas::ituri. Tale metodo. affermano gli scienz1at1, è assolutamente a prova di errore. Dali"inizio dell'anno scorso esso è stato applicato in 39 casi, c in tutti le previsioni si \Ono dimostrate esatte. Il metodo consiste nel p relievo, mediante un ago luugo nove centimetri ed inserito nell'addome materno, di una certa quantità di liquido amn iotico (nel quale è immerso il feto). Dall 'esame m icrobiologico è possib ile accertare se in tale liquido sin o no oresente u na cert:~ cromatina caratteriHica del sesso femminile, il che consente di ~tabilire il sesso del nascituro. Questo nUO\"O metodo può essere però pericoloso sia per la madre che per il bimbo, c de'e quindi essere usato soltanto quando vi siano precise esigenze terapeutiche. Esso s:trà particolarmente utile per decidere l'opportunità di un aborto terapeutico nei casi in cui vi sia unn malattia ereditaria collega ta al se~so del nascituro.

L'O.R.F. 3858 pillola del giorno dopo. L'O.R.F. 3858 (la sigla sta ad indicare Orma Research Foundation e il numero è quello dell'esperimento, come usasi in laboratorio) sarebbe l'antifecondaùvo ideale di domani, destinn to a superare la pillola del famoso dott. Pincus e quei!:J che ci hanno promesso di recen te due ricercatori israeliani con un loro preparato destin:lto au avere effetto per tu tto il mese.


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Due ricercatori dell'Università di Yalc, il ginecologo fohn Mac Leans Morris, e l'endocrinologa Gertrude van Wagenen, hanno dato un annuncio rivoluzionario: la scoperta dell'O.R.F. 3858, un composto che è stato subito battezzato c: la pillola del mattino dopo • perché, anche se presa nella settimana che segue il rapporto, è ugualmente efficace, ed è immune da effetti sece>ndari e da controindicazioni. Fino a questo momento è stato collnudato soltanto su un numero ristretto di volontarie, ma non ha mai fallito lo scopo. Si sa che le pillole attualmente in commercio Jc,·ono essere ingerite ogni giorno, c per venti di seguito, senza mai saltarne uno, e pre,·engono così J'o,ulazione; il grande vantaggio del ritrovato dci due dottori di Yale è che ha effetto retr~ attivo, e agisce prima che l'ovulo fecondato annidi nell'utero. Non è tossico, c non provoca anomalie nel feto, anche quando è preso fuori dal momento prescritto. Il preparato non ha alcun effello sulla graviJanza iniziata, almeno nella donna.

CorrelaziMi

mongoloidismo c irradiazioni.

Lilienfeld e coll., Jell'Uni\·ersity John I Iopkins, hanno riferiro all'a~semblea annuale dell'« American As~ociation of Public Health "• circa i risultati di una inchiesta con· dotta su 216 coppie di genitori d i figli normali, allo scopo d i accertare l'esistenza o meno di qualche relazione nella genesi del mongoloidismo, fra questo e le irradiazionì. Ne è risultato che le madri di mongoloidi erano state esposte ad irradiazioni ioniz. zanti ben sette volte di più di quanto non lo erano state le madri di figli normali. Il fatto che i mongoloicli nascono più frequentemente da donne con et~l media più avanzata, si giustificherebbe perchè queste hanno avuto più tempo ed un maggior numero di occasioni di subire, consapevolmente o meno, l'azione di radiazioni nocive. Altro risultato dell'inchiesta, il farro che i mongoloidi sono più frequentemente fig!_i di padri che sono stati a contatto con im pianti radar nel corso di prestazioni professionali. Si può pensare che l'influenza teratogcna del radar possa essere riportata allo sviluppo di calore nei tes~uti viventi che gli ultrasuoni producono, c quindi ad un effetto termico sulle gonadi, donde la malforma1ione del prodotto del concepimento.

Nuovi antibiotici: la m1xma. Ricercatori canadesi, dipendenti dal Ministero dell'Agricoltura - i dottori F. D. Cook, E . A . Peterson, D. C. Gil l e~p ie - hanno recentemente trovato un nuovo antibiotico a largo spettro d'azione, auivo in minima concentraz,ione contro numerosi batteri, fermenti c muffe, sia nell'uomo che negli animali c nelle piante: la mixina. Questo antibiotico ha una struttura molto diversa da quella degli altri già noti e sembra aprire una strada ad una nuova serie chimica. La mixina viene estratta da un batterio dd su~ lo, appartenente al gruppo dei mixobatteri; è attiva contro il b. di Koch e gli actina· miceti. Le esperienze fatte nell'UniYersità di Sa,katchewan hanno dimmtrato che la m1x1na non avrebbe potere LO~sico per gli animali di laboratorio. La lincomycina. Isolata da culture di Streptomyces lincolensis, la lincomycina è un antibiotico attivo per via orale, soprattutto su i G ram + ed i n ~pccic sullo stafìlococco.


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Si somministra alla dose di 1-2 g/die in 4 prese; il tasso ematico st mantiene sufficiente per 4 ore. Si diffonde rapidamente in tutto l'organismo, ad eccezione del liquido ccfalo-racht diano. Sembra che ~i raggiunga alle dosi indicate una concentrazione ossea notevole, ti che lo fa preconizzare nelle ostcomicliti ribelli. E' praticamente privo di tossicità e. fatto molto importante, non presenta resistenza crociata con gli altri antibiotici. li nuovo antibiotico è stato sperimentato da A. M. Geddler ~u 24 malati portatori di infezioni acute o croniche, \pccie su vecchi osteomiclitici refrattari ed i risultati sono stati brillanti.

Test cutaneo per l'allergia alla penicillina. I donori B. C. Brown, E. V. Price e M. Brittain Moore jr. della « Sigma Chemical Comp::tny » di Atalanra hanno messo a punto un test cutaneo per rivelare l'allergia alla penicillina. Il test è basato sulla teoria che la penicillina allergizza perchè l'ac. penicillenico !l combina con una proteina e la nuova molecola compmta scatena la reazione. Se quindi l'ac. penicillenico è legato ad una proteina che non partecipa attivamente alla reazione sensibìlizzante, si avrà tutto al più una reazione localizzata e fugace. La proteina sfruttata è la polilisina. Il composto ac. penicillenico-polilisina viene introdotto per scarificazione della cute del braccio: se il soggetto presenta violenta reazione locale (iperemia) entro IO minuti, no11 potrà usufruire del trattamento penicill inico. Il test è stato ~perimentato su 16.239 militari ed ha dato S<:mpre risultati brillanti.

Procedura di « assuefazione '' nell'intolleranza di antibiotici. Neli'H opital de Rothschild a Parigi non ci si arrende di fronte ad un 'allergia contro una determinata penicillina o streptomicina, specie nei casi in cui un dato antibiotico non può essere sostituito facilmente da un altro, come nella scpsi. Si procede secondo lo schema seguente: sotto la protezione di delta-cortisone (20 mg al giorno) e di anti-istaminici s'inizia con delle inic'lioni intracutanee di l U. di pc· nicillina o di 0,001 mg di streptomicina, aumentandone la dose ogni me-L.z'ora di 5, l O, 50, 100 e rispettivamente 1000 unità. Successivamente si continua ad iniettare ogni ora per via intramuscolare, fino a poter somministrare dopo 24 ore 10.000.000 di unità di penicillina per endovena, rispettivamente tre volre al giorno la streptomicina per via intramuscolare. In caso di comparsa d'una reazione cutanea durante il dosaggio crescente ci si arresta al dosaggio raggiunto, mantenendo il ritmo uguale. finch~ non com paiono ulteriori reazioni. Il ritmo del tempo ed il dosaggio non possono essere, però, ridotti di fronte al pericolo della comparsa d i resistenza contro l'antibiotico. TI meccanismo dell'assuefazione non ~ conosciuto. ma non si tratta d'una desensibilizzazione.

casi di epatite virale sono in forte aumento. La Commissione centrale medica pt•r lo studio dei problemi relativi all'epidemiologia e alla profilasst dell'epatite virate ha constatato che i casi di epatite virale sono pa~­ sati dai 22.000 nel 1965 ai 38.000 nel 1966.


Di qui la necessità di proseguire nell'azione intrapresa sia per estendere l'accerta· mento diagnostico dei casi <;ospeni di malattia, sia per arginare la diffusione a mezzo dell'impiego di gamma-globuline, della lunga ospedalizzazione dci colpiti, di una rigo rosa vigilanza sull'igiene degli alimenti e delle bevande e, soprattutto, di una capillare azione di educazione sanitaria dirett~t al miglioramento delle abitudini di igiene indi viduale. cc Nel controllo epidemiologico della malattia - si afferma in un comunicato ema nato dalla commissione - c nell'opera di educazione sanitaria collaboreranno con le autorit.à sanitarie periferiche sette commissioni interregionali, composte di igienisti, pato· logi e clinici uni,·ersitari, con sede a Genova, ~1ilano, Pado,•a. Modena, Roma. Napoli <: Palermo >>.

L'esame citologico della saliva, nuovo test per la diagnosi di epatite virale. Kurt Lasus di Montevideo ha riferito che per l'accertamento diagnostico dell'epatite da virus A (non di quella da virus B), è sufficiente praticare l'esame citologico della saliva; nei colpiti dall'infezione viro~ica, le cellule della mucosa huccale e delle ghiandole salivari presentano non visibili i nuclei, che invece tornano ad essere nettamente colorati circa tre settimane dopo l'inizio della malattia, al momento del miglioramento clinico. Il reperto non fu mai riscontrato negli affetti da allre virosi. compresa l'influen za. (Inf. Sem. Hop., 2 maggio 1966).

Bendaggi di schiuma di plastica per pronto soccorso. Una ditta britannica ha realizzato bendaggi di schiuma di plastica sterilizzata, che: possono essere applicati in pochi secondi a ustioni estese o gra"i, come prestazione di pronto soccorso. Tali bendaggi sono costituiti d:.1 fogli di schiuma di poliuretano, dello spessore di mm. 12 circa, racchiusi in pacchetti di polìetilene e ~terilizzati a mezzo di radiazioni gamma. Finchè rimangono racchiusi nel loro imolucro e~~i si con~ervano sterili per pa ~ recchi anni. Questi bendaggi sono destinati principalmente a proteggere i feriti durante lo sgom bero e possono rimanere applicati per 24 ore, od anche per 48 ore di seguito, se ncce~ sario, senz:.1 rischio di aderenze, dopo di che possono essere rimos~i o cambiati in tempo brevissimo senz:. causare altro dolore.:. (Ordn:mce nn. 3 e 4. 1966). Si ritiene che i bendaggi di schiuma di pi:lstica presentino notevoli vantaggi rispetto alle normali fasciature di pronto soccorso delle ustioni gra\Ì, as\icurando in particolare una buona protezione dai traumi che si pos!>ono verificare durante il trasporto del ferito.

Gli (( adesivi plastici )) in chirurgia. Da alcuni anni Yengono condotte m di\Cf\i Paesi - in particolare negli Stati Uniti - ricerche ~perimentaJi sull'uso di adc:~i,· i pla~tici in chirurgia. T ali prodoni posti in commercio con i nomi di F:anman 91 O (metil-2-cianoacrilato) e di Borden Ad/ here (mctil~alfa-c ianoacrilmo) hanno però soltanto recentemente supc rato il vaglio della sperimcmazione sull'animale e sono ~tati quindi adottati in alcune


applicazioni cliniche, sostituendosi, a volte assai van taggiosamente, aUe tecniche chirurgiche tradizionali. Due chirurghi statunitensi john Wasko e Stanley K. Brockman della Vanderbilt University di Nashvillc nel T ennessee hanno, molto recentemente, resi noti i risultati che si riferiscono a Il casi, nei quali gli adesivi plastici sono stati usati sempre con ottimi risultati in pazienti sonoposti ai più disparati interventi chirurgici. Dopo a'ere premesso che gli adesivi pla~tici posseggono due prerogative fondament::~li per essere preferiti nella chirurgia riparatrice di cletermin:ni tessuti (sono in primo luogo ottim::~mente tollerati dal tessuto vivente assai meglio di qualsiasi altro materiale di wtura e non pro,·ocano quindi alcuna reazione da parte dd tessuto ospite, ed hanno, in secondo luogo, un potere <l baneriologico >> prevenendo cosl i fenomeni settici locali), fanno altresì rilevare come l'impiego di tali :1desivi può essere raccom:Jndato in particolare nei seguenti casi: 1) Sintesi di organi parenchimatosi, che mal sopportano le comuni suture quali: polmone, pancreas, fegato c rene. 2) Rinforzo di strutture sulle quali si t: eseguita una sutura imperfetta con i consueti materiali (set::J, lino, catgut, ccc.) soprattutto per difficoltà tecniche relative all'organo sede dell'intervento: sutura dd moncone bronchiale. del moncone duodenale o di grossi vasi. 3) Rin fo rzo di suture eseguite su strutture infette o contaminate; suture vascolari infette, tramiti fistolosi ccc. Attualmente comunque la maggior parte dei chirurghi è concorde nel ritenere che gli adesivi plastici non possano ceno soppiantare le tecniche di sutura convenzionali , ma debbano piuttosto trovare la loro applicazione elettiva come rinforzo delle consuete suture eseguite in situazioni tecniche difficili e pertanto insicurc. L'uso degli adesivi (: assai semplice: con si~ te infatti nel pennellare tali << collanti plastici >) ripctutamente sull'organo da proteggere o suturare.

64.000 chilogrammi di oppio occorrono agli Stati Uniti nel caso di una guerra nucleare. L'Ente Americano per la Pianificazione d'Emergenza, che si occupa anche di problemi relativi alla difesa civile, ha previsto che nell'evcntualiLà di una guerra nucleare gli Stati Uniti avrebbero bisogno di 64.000 chil i di oppio. Secondo una vnlutazione fatta dall'Ente 65 milioni d i americani morirebbero in una guerra nucleare, ma la maggior parte delle industrie c due terzi della popolazione ~opravvivcrebbero. L'oppio sarebbe necessario per preparare calmanti come la morfina e la codeina. Un funzionario dell'Ente, William Lawrence, ha dichiarato che un attacco atomico contro gli Stati Uniti colpirebbe ~op rattu tto la popolazione civile, e cioè la morte di un cittadino su tre.


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NOTIZIE MILITARI Promozioni nel Corpo Sanitario Militare.

Da Ten . Colonnello a Colonnello medico: T omaselli Sah-atore.

Libere docenze.

Il T cn. Colonnello medico Santella Igino ha conseguito la lihcra docenza tn • Clinica oculi~tica ». li T en. Colonnello medico Lisai T ommaso ha con~cguito la li bera docenza in •< Chirugia d'urgenza " · Ai "aloro~i colleghi le più 't\C feliciraziom del no,rro Giornale.


NECROLOGI Il 24 novembre 1966 è deceduto a Trento il Colonnello Medico in spe Giulio Rcbuffar. Naro a Napoli nel 1907, si laureò presso qucll'Universirà nel 1931. Allievo Ufciale Medico prima e quindi Sottotcncnte Medico di Complemento nel 1932, prestò servizio negli Alpini. Tenente Medico in spe nello stesso anno, dopo il corso di applicazione su perato brillantemente, fu dirigente il servizio sanitario del 9" Reggi -

mento di Artiglieria da Campagna e, successivamente, trasferito all'Ospedale Militare ùi Trento, qui svolse le mansioni di assistente al reparto chiru rgia, iniziandovi il paziente e faticoso tirocinio in quella specialità chirur~ica, alla quale avrebbe dedicato in seguito tutta la sua vita, con un entu siasmo, una fede, che suscitarono sempre, du· rante rutta la sua lunga carriera di c hi ru rgo militare, la più larga ammirazione fra i ~uoi colleghi, anche civili, c, con l'ammirazione, la riconoscenza dei tanti pazienti che delle sue capacità di operatore e delle sue cure si giova rono. Nel luglio 1935, lo troviamo in Colonia Eritrea al 19" Ospedale da Campo dap prima, quale chirurgo, e quindi. al l'inizio delle operazioni di polizia coloniale, nel Bassopiano Occidentale con un raggruppamento celere prima, e quindi con una banda


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camellata, a condurre quella vita dura e pericolosa della foresta, lontano dalle basi, dei reparti coloniali mobili cd autonomi, nei quali il medico, armato solo del suo spirito di ~acri ficio e di umana generosità, ha come soli consiglieri la sua coscienza c le sue capacità umane c profc~sionali. Di ta li doti Egli seppe dare prova più che larga, assi)tcndo c curando ufficiali ed ascari, talora anche operando, come ce lo ricorda un encomio allora tributatogli, in c particolari condizioni di disagio per il clima e per penuria di mezzi et . Nel 1937, direttore, ancora da tenente, di un Ospedale da Campo d islocato in una zona remota del Governo Galla e Sidamo, la sua opera - instancabile c ricca di iniziative nel campo organiz7.ativo, preziosa e di alto rendimento in quello profcssion:tle, in particolar modo chirurgico - continua a riscuotere i più ampi elogi da parte dei suoi superiori. Nel 1938, è nominato direttore dell'I nfermeri:t Presidiaria di Ncghelli ed in tale incarico continua anche con la promozione a capitano, giuntagli nel 1939, conferm:mdovi le sue non comuni doti di organizzatore c di chirurgo. L 'inizio delle osti h d nel 1940, lo trova a Ncghelli: il suo comportamento di soldato e di medico venne lodato per la c \erenità di fronte all'avanzata nemica ed all'inevitabile capitolazione )). Catturato dagli inglesi, nel maggio del 1941, la dura prigionia, sopportata con dignità c con serenid, durò per Lui ben cinque anni, fino al luglio del 1946. Rimpatriato, lo troviamo caporeparto chirurgia tlcll'Ospedale Militare di Bolzano, dove lo raggiunse nel 194 7 la promozione a maggiore. Trasferito a!l'Ospedale Militare di Trento nel 1950, nel 1954 ne divenne il direuore, mantenendo tale carica, insieme a quella di caporeparto chirurgia, lino alla sua morte, per ben 12 anni circa. L'Osped:tle Militare di Trento può bc:n dirsi una sua creatura, il c suo:. ospedale. Ad esso Egli dette tutta b ~ua attività b più completa, b ptù incondizionata, :td esso Eg!i dedicò il suo lavoro ed il suo cuore. Chi scrive ebbe la ventura, da direttore di quell'Ospedale, di averlo suo d iretto e prezioso collaboratore c nessuno, meglio di lui, può oggi rendere tcstimonian7.a - c, con la testimonianza, onore alla Sua memoria del lavoro intelligente, capace, ispirato sempre alla più rigida correttezza, che (;iulio Rebuffat svolgeva silenziosamente, sempre schivo da elogi c da riconoscimenti. Di Giulio Rcbuffat uomo, ricorderemo, con l'intelligenza brillante, la _bontà, la gentilezza dell'animo, l'umanità, la signorilità, il sottile c garbato humour; del medico, l'accurata preparazione professionale, la serietà, la coscienziosità, la dedizione completa ai sofferenti; del chirurgo, la capacità, la tecnica, la rapidità c la tempestività delle decisioni ; del soldato, il profondo senso del dovere, la generosid, la serenità dinanzi al pericolo, la dedizione agli ideali. Con Giulio Robuffat scompare un gentiluomo antico stampo, un uomo buono, si· lcnzioso, modesto. Per chi ebbe la fortun:J di conoscerlo e di praticarlo, scompare un a mico che non sarà mai ~ufficientemcntc rimpianto. F. Ferrajoil

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ANNO ll7u- FASC. 2

DI

MEDICINA MILITARE PUBBLICAZIONE BIMESTRALE A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DJ SANITA' MILITARE

DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA DIFESA-ESERCITO - ROMA

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GIORNALE

DI

MEDICINA

MINISTERO DELLA DIFESA· ESERCITO -

MILIT A R E RO~fA

SO M MAR I O

AuSToxt :\L : Recenti progressi in tem:t di scintigralìa clinica .

119

FtRRAJOLI F., fRENI S.: La vaccinazione antivaiolosa nelle collctth·ità miJitari

127

CuRATO!.~

G.: Conservazione di cibi a basse temperature e flora batterica dci

153

surgelati RucotRI P.: Attualità in tema di terapia dell'infarto miocarJico

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159

C01un D., CARRA G., DE KtGRt T., Dt.: I. nus :\1.: Gli :mtociani nella fun:Lione \'lSlV:l

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RASSEGNA DELT..-1 STAMPA MEDICI: Recensioni di libri

1

Recensioni da riviste c giornali

r8o

Sommari di riviste medico· militari

I8S

77

NOTIZIAI</ 0: Kotizie tecnico· scientifiche ~otizie

varie

1 95

Conferenze

208

Congressi

2 10


polimerizzato da gelatina scissa in soluzione al 3,5o/o


PAK-TONIC FORTE RICOSTITUENTE EMOPOIETICO E VITAMINICO COMPLETO una fiala di estratto epatico contenente i principi antianemici del fegato + una fiala di complesso vitaminico del gruppo 8 allo stato liofilizzato.

1 fiala al giorno o a giorni alterni

scatola da 5 fia le+ 5 Istituto Sieroterapico M1lanese S. Sellanti

DIVISIONE BIOCHIMICA


MARZO-APRILE 1967

ANNO Jl 70 • FASC. 2

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANlT À MILITARE

ISTITUTO DI SEME!OT!C.\ \IEDLC.'\ DELL'UNIVERSITA' DI PADO\'i\

Dirclturc: Pro L M \RIO At:~1 0'<1

RECENTI PROGRESSI IN TEMA DI SCINTIGRAFIA CLINICA Prof. Ma rio Austoni

La scintigrafia, che offre la po~~ihilità di ottenere dall'e~terno 1mm:~gini di organi ed apparati interni in relazione alb loro capacità funzionale di concentrare in modo elct· ti,·o dementi o molecole dette c traccianti -., perché radio:mi,e, ha trO\ato in diagnostica clinica la sua più utile c feconda applicuione. Tn pochi anni essa, sotto la sollecitazione dell'esigenza diagnostica c sfruttando il vertiginoso progresso della scienza nucle:tre ed elettronica, ha real izzato tali conquiste da permettere di impostare molti dei problemi clinici ad es~a proposti e di risolverli sotto prospettive del tutto nuove ed o rig inali . E' per gucsto che non pare certo azza rdato preconizz:lrll! un fu t uro p:tri, se non per certi aspetti anche superiore, alla Ratliologia stessa, di cui da un huo ripete la vocazione alla ind.tgine morfo-funzion,lle. aggiungendovi dall':lltro ia ro~~ibilit21 d i una contcm· por:tnea, esatta e seletti\'a quantitazione dci fenomeni visivi, che rappresen ta lo scopo più ambito cd importante della scienza da Galileo c Santorio in poi.

••• L 'or igine della scintigrafi:a risale al 1949, quando Dobym cominciò a tracciare le sue c. mappe:. di isoradioattività scandagliando sistematicamen te con un contatore di Geiger la tiroide contenente radioiodio. Da questa tecnica primordiale di spo~t:amento manuale deri vò il sistema meccanico automa tico che va sotto il nome di « scanning » dall'etimo ing lese che sig nifica « scandire, esaminare partitamentc ». Es~o è costituito : l) da un rivelatore di radioattività, cioè una specie di sonda capace di captare alla superficie del corpo le radiazioni provenie1Ui dagli organi; 2) da un sistema mececuuco automatico di scansione, che muo,·endosi per linee parallele scandaglia via via tutto l'organo in esame; (Conferenza aenuta presw J'OspcdJie lllilitJr<.' Principale di Pado,·J il 12 kbhr~io 1#).


1 20

3j da un sistema di registrazione meccanica continua, per lo più a percu~sion~. che consente di registrare su carta gli impulsi radioattivi. Dalla distribu7.ione più o meno fitta dei segni si delinea l:1 for ma dell'organo nel quale il radioisotopo si è accumuLato. rilevandone, con immagini positive o negative, le alterazioni di struttura c le localin.a zioni morbo~e. In tal modo lo scanner fornisce ad u n tempo prezioM: informa/ioni anatomich<: c funzionai. di vari organi ed è per questo che alla scintigr:Jfia la clinica chiede orm:ti b soluzione di molti ddicati l]uesiti di loc:Jiizzazione dci morbi: il congresso di Vil·n na. g ià nel 1959 avev::~ proposto lluesti problemi e, 5 anni dopo. a quello di AtenL' (l964) era già possibile constatare la soluzione di gran parte di es~i. Ol!gi, infatti, è già in atto la sua applicazione clinica estensi' a tanto ~ \ero che w minciano aJ apparire testi-atlanti di scintigrafia clinica. Organi, magari prima poco accessibili all'indagine, come il pancreas, o ine,plora bili come la tiro ide, il midollo osseo c la paratiroi<.lc, ha nno cominciato a parlare con !l loro singolare linguaggio ad un tempo morfologico c funzion:lle. Organi cd apparati. come il ccnello, la milza. il fegato, il polmone, le ossa, ecc. dànno di SL altre prczio<.c informazioni, che ''engono ormai largamente sfruttate da interni,ti l' chirurghi (~pecie neurochirurghi) per Lt terapia. po1ché consentono J i mirare con maggior c~attezza al punto, non solo an:nomic:Jmcntc, ma anche funziona lmentl. altcrnto. Ma ~oprartutto già oggi è possibile intravvederc nuo\'C meraviglio'c possibiliù J1 indagine clinica attra\er~o i primi felici esperimenti Ji analisi statistica e eli ricostru zionc e presentazione dci dati memoriz'lati su nastro ma!!netico c ridaborati nella tranquillità del laboratorio secondo tutte le prospettive possibili. Non è certo questa la sede per illustrare le meravigliose possibi lità insite in questa metodologia, poiché esse riguardano più il futuro. Qui basterà compiere una rapida escursione soprattutto sulle realizz:tzioni ormai acquisite alla Clinica attra,·er'o una ricca, ed in gran parte personale, esemplificazione delle principali tecniche scln· tigrafichc fino ra realizz:lle.

Due sono le linee principali di s,·iluppo che potev:mo consentire il progresso 10 scintigrafia cd entrambe sono state e sono tuttora perseguite col massimo impegno cd i migliori risultati: l) repcrire o add irittura « progettare:. atom i o molecole marc:tte, capaci di local izz:tr~i elettivamente in organi o te,suti in modo da ottenere un vantaggioso rapporto di concemr:tzione, positiva o negati,·a, rispetto alle strunure circostanti; il che si traduce in miglior contrasto e maggior risoluzione sC'Intigrafica; 21 realizzare le appararure cap:1ci di scandagliare magari l'intcr:-~ superficie cor porea con la massima celerità, sensibilità e risoluzione g rafica, prcscnta ndone poi nel modo più suggestivo c fedele le informazioni raccolte.

I R.\DIOISOTOPI. Oggi, gr;JZie alle perfezionate macchine acceleratrici e ai reattori nucleari il numero deg li clementi e delle molecole marcotc disponibili per studi scintigrafici è g i ~ ass<~i gr.tndc cd aumenta di giorno in giorno. Per di piLL, di un <.:lcmcnto di cui st possa a,·cr bi,ogno. si può almeno Leoric:lmcnte, progettare, mediante reazioni nucl~;<lrl


I 2 l

precalcolate, il relativo radioisotopo o il suo precursore con 1~ caratteristiche fio;iche o biologiche.: desiderate. Inoltre quc~ta necessità ha indotto fi5iologi c clinici ad a pprofondire !o studio del ricambio d i varie susranzc allo scopo di reperire sempre nuove molecole capaci di realizzare una captaZione differenziale in questo o quell'organo. In tale modo si è gi unti all'impiego di wariati elementi e molecole marcate gamma- e po'itroniemittenti, i pricipali dei quali sono elencati nella ~eg ucn tc tabella. L'idone ità di un radioisoropo all'impieg-o scintigr:Jfico è in g~·nc re commi•urata alle sue proprietà biologiche e /1<1che: infatti esso dc,·e possedere: al un tempo Ji dimezzamento biolog1co abb:tsranza hre\e per c,·itare una eccessi\ a irradiazione agli

T A BELLA N. l. J sOTOPI E MOLECOLE M \RC.\TF. Il'\ USO PER L.\ SC I"'TIGR-\F T \ CLI NICA

C.11nma cm iurnli

Orgam

Tiroide Fegato

Milza

Au•98 Ci\I' P CAT"'> T c'"'"' (micd lecoll. 25o ;\) RB l'i' RB I"' PVP [ '3' :-.tcrionina-Se"'

t\u'''s C1\I '~ (micellc coli. Emazic-Cr~ '

Reni

i'\cohydrin-llg>n; (-H g " )

Encefalo

~eohydrìn Hg' 3 T c99m

250

BMHP-Ilg"l7

(-Hg'"")

A)

l f''4 :\ s l A~-, Cu~; (;ah'

RISA

Ri '"1' l )iF-1 •,;•

F" Zn'' Zr'?

Speco \Crtebrale

HISA :\u ''''

Cuore

IUSA

Polmoni

Au '9~ CA l• ,, CACr>• ( rn.•cromìcellc e 8o ;L)

Ncohydrìn-Hg'"' 1'3' Rh' 6 c~"' Cr"

Chologralìn-

•s i

Stomaco Pancrea'

1\lctionina-Se~~

Parariroich

Metionina $(: •

Gh. sal i,·ari

1, 3,

Midollo osseo

, \ u'9~ Au "~'

J 125

Zn6s

Te"'''" Fc>9 Fe'~' l·''

Scheletro

(so i\) Lipiodol l 'P

Vie linf:niche

Au '9~

Neoplasie varie

Fibrinogeno-l ' l'

Placenta

RIS.\ 1' 5 '


122

o rgani, c :~ I le gonadi in par ticolare, ma sufficientemente lungo per con-;entire un tem{'o

di concentrazione massimale nell'organo prcscelto per l'e5<:cuzionc Jclb ~camionc; 11 .1 soprattutto esso deve realinare: b) un \·anraggioso mpparto di captazione diffcrenz"'f' con le strutture circostanti onde ottenere una buona risoluzione dell'immagine, mag:~ri giovandosi in ciò anche di tutti quegli accorgimenti suggeriti dalla fi~iopatologia. com Ìa somministrazione di TSH per aumentare la c:1ptazionc della tiroide. Ji T3 Il<. bloccare la captazione della tiroide nella ~cintigrafia par:JLiroiJca con metionin~-Se• . di Neohydrin per bloccare il rene nel cor~o della .;cintigrafia cerebrale, ecc .

••• Su tutt'alrra linea si wiluppa im·ece la scintigrafia con isotop1 emettitori di fO'I troni, come l' As7 ~ e il Ga(>ll nella diagnostica dci tumori cerebrali: essa infatti sfrutta. mediante l'uso di appositi rivelatori a scintillazionc posti in circuito a coincidenza. solo le due radiazioni che si originano per annichilimento di un positrone e che si allontanano da esso in dirc:tioni di:Jmetralmente oppo>te. In tal modo le immagini th ventano molto più selcuive e più nitide, poich~ è possibile focalizzare la ricezione: ~olt:mto sui piani che più interess:wo. Purtroppo però gli emettitori positronici sono tuttora poco numerosi e le apparecchiature a coincidenza complicate c costose, cosicchlil loro uso è stato finora :~hbastanza limitato. E' turtavia facile prevedere che anche \U questa linea sono da attendersi a brev<:· scadenza progressi molto importanti.

Spesso però è la estrema breYità della \ita medi;~ ad impedire l'uso estensivo (h certi isotopi, come il l-'32 (2,3 ore) e il Tc99"' (6 ore), particolarmente utili. In pratica sa rebbe possibile usarli solo nelle sedi di produzione o poco distante se non fosse stata sfruttata la risorsa dì rifornir~ene continuamente dall'clcmeno c madre> a vita sufficientemente lunga da funzionare da c milker o generatore> poiché da essi è possibile attingere continuamente, p.cr eluizione, le quantità necessa rie di elemento <r figlio> a vita breve da impieg:~re estemporaneamente. Con tali isotopi la do>e erogata ai tessuti diventa trascurabile mentre il contrasto delle imm:~gini c la velocità di scansione diventano assai maggiori: ad e~cmpio, con lo J UZ si possono fare scanners anche a gestanti c bambini e con il T c99m, che ha lo ~tesso destino biologico dello Iodio, si possono usare IO mC, anzichè 100 tJ.C di l'l• re:1lizzando da un lato un rischio radio logico di l 000 volte inferiore c :.JUmentando, dall'altro, il contrasto e abbassando la ,·eloc ità di esecuzione per un tumore cerebrale da 50' a 5'. l più importanti clementi di questo tipo sono (tab. 2):

T A BELLA ~. 2. GENERATORI RADIO[SOTOPTCI

(MiJkcrs).

Te' 32 (p d) ~ I'3' (2,3h) Gé~

(250 d) ~ Ga68 (68')

y s7

(Bo d) ~ SrB;m (2,8h)

Mo9'J (67 h) --7 Tc'l9'" (6h)


123

In questo campo dunque le possibilità di sviluppo sono pr:llicamenrc infinite ed

è certo che l'avvenire ci metterà a di~postzione un patrimonio mewdologico inesauribile c di valore ine\timabile, tanto più che la crescente ~ensibilità delle apparecchiature consente di utilizzare M.:mpre più brgamente anche i nuclidi a bas~a energia che h:tnno un margine di ~icurezz:t infinitamente ~uperiore.

SISTEMI Dl RIVELAZIONE DELLE RADIAZIONI E DI PRESENTAZIONE DELLE IMMAGINI

Superata la metodic:t m~\lluale di Dobyns, la necessità di :1umentarc la sensibilità dei rivelatori portò alla sostituzione del contatore di Geiger con quello a scintillazione che dette il nome .1lb metodica: esso inf:lui si bas:t sul fenomeno della scintillazione, per il quale un cristallo di Nal attivato :ti Tallio, quando è colpito d:t raggi gamma, emette dci fotoni. Essi sono tra~formati da un fotomoltiplicatore in impulsi che un dispo.ritivo e/e/Ironico conteggia cd un di.<postttvo meccanico a martelletto registra come un trattino (dot) su un foglio di carta; ,.i è infine un .cirtema automatico di scansione che esegue la esplorazione dell'organo secondo lince parallele e a distanza wcordinata come un graticcio. Quindi. secondo questo sistema, che venne utilizzato per la prima volta da Ben C:-~s<·n per la tiroide nel 1951, ~ il rivelatore di radioattività che si muove come una lente \opra l'ogg-etto da esplorare. Su questa linen però vennero subito :~pportati ,·an miglioramenti sia aumentando la grandezza del criJtallo fino anche a 5"- 10" di diametro, poiché tanto più grande ~ la superficie esplorante tanto maggiore è la sua sensibilità, sia pcrfezionandone il collimatore, che è uno schermo di piombo applicato alla test:Ha del rivelatore per eliminare i raggi divergenti ed aumentare la risoluzione dell'immagine (allo stesso modo con cui un'immagine diventa più nitida quando l'occhio guarda un oggerto di grandi dimemioni attraver'o un piccolo foro praticato su uno schermo opaco, che agisce da collim:Jtore). Oggi ottimi riwltati si ottengono con i collimatori focalinanti a fori multipli che contemperano una soddi~facentc sensib ilità con una buona c:1pacità riwlutiva: essi sono costituiti da c:malini conici con la base volta al cri\tallo e con gli a'si com·ergenti 10 un punto " focale " che corrisponde alla m:h~inu sensibilità e risoluzione. Però altri ~ostanziali progressi vennero nello stesso tempo acquisiti anche mediante il perfezionamento dci s i~temi di registrazione e di prcsentnionc delle informazioni: il modo più \emplice è quello dei trattini (dots) segnati per ogni sin.~olo impulso o gruppo prefi,sato di impulsi del dcmoltiplicatore, l"nsì da creare un'imrnagtne più o meno fitta a seconda della relativa concentrazione della radioatti,·ità. Questo tipo di registrazione è molto utile specie per la tiroide, che ha tale attitudine a concentrare lo 1131 , rispetto ai teswti circo!ttanti da permettere la regi~trazione di tireogrammi lx·n contra\tati c nitidi. Alcuni accorgimenti permettono tuttavia di migliorare la registrazione:

M ULTJDOTTER: l: uno dei dispowivi con cui ~i cerca di aumentare il contrasto facendo inscri,·cre trattini di forma o dimensioni (liver~c a seconda clelb maggiore o minore radioattività.

dell'imnu~ine

C tRCTITJ 0 1 sor>PRF<;siONE o or TAGLIO (cut-off) che sono di~positivi elettronici ani ad climinnre d;~lla registrazione tune qudle informazioni al di sotto di un livello percentuale prefissato, allo scopo di aumentare il rapporto fra le 7.one più o meno radio:mivc (ad esempio: un punto di un organo ( mucato • che dia 1000 cpm non si


distingue dal punto ncmo di 800 cpm, perché il rapporto fra i due punti è solo .ti l ,25, che è troppo ba~~o per essere 11 risolto,. dall'occhio esplorante. Ma se tutti gl impulsi vengono tagliati dei primi 500 colpi elimin:mdo ogni in formazione infcriorL aJ )Qf"l deiJa massim'l attività, iJ numerO degli impuhi diventa di 500 e 300 Cj)lll con un rapporto d i l ,7; esso potrà essere ulteriormente c re\Ciuto a 3 con un taglio Llel iO '( e un conteggio tli 300 e 100, che ~i traduce con un'ottima risoluzione scinti grafica c:tpacL" di porre in evidenza lesioni :.mai piccole nel conte~to di un organo che. senza soppressioni, avrebbe ùato un'i mmagine uniforme). Foto5ct:o.:TIGRAHA: la registm'tione fotografic·a, i n cui il meccanismo seri vente l accoppiato o ~ostituito da un di~positivo l uminoso che t raduce in lampi d i luce Ji intensità proporzionale alla radioattività gli impulsi ed impression;~ una lastra foto grdica, con~cnte un ulteriore miglioramcm o del contmsto perché sfrutta anche t 1 maggiore o minore annerimento della la~tra fotografica, mentre con il sistema meccanico si ha solo la g iustapposizione di trattini tutti uguali fra di loro. L'uso combinato dd ~i,temn fotogrnfico c ùei circuiti ùi taglio, oggi possi bile con vari apparecchi in commercio, consente ~cintigrammi altamente contra~tati , qu::tli sono necessari in scin tigrafia cerebr:~le. Con que~to metodo la zona che viene ri~tretta col taglio può venire mw,·amen tc dilat:Ha ~ccondo l'intera « g:unma » di ~ensihilit à dc!la pellicola fotografie:~. cioè dal gn~io più pallido al nero più intm~o con ultenore a rri cchimento dd comra:.to. In tal modo si po~sono ,·isualizz:~re anche modeste differenze di Jtti\it~ nell'ambito dell'organo prcscelto. Ma, questo vantaggio costituisce :~nchc il principale limitt dd metodo. perché l) rende necessaria un'a(l·ura ta scelta del livello di taglio da adottare d i volta in volta. il che comporta un note\·ole dispendiO di tempo; 21 l ' tmposstbilc \'J ~ua l izzarc nello stesso ~cintigramma lesioni a multipli livelli di attività. In definitiva, la più facile lettura det d:ni si accompagna ~pesso ad una perdita di 111 formazione. R~c!'-. rR \Zto:o.:r co'lsrRVHtVE: ad o,·viarc.: a questi incom·emcnti soccorre il prmopio della 1·cgistrazione .consen,ativtt secondo cui wtte le informazioni sono • registrate <enza alcun taglio su nastro m:tgnetico ,, c poi ,, inte,.prctate '' in un secondo tempo. c mag-ari :.lna lizzate con calcolatori elettronici, con tutte le possibili soppres~ioni de~i ­ dcrabili, « rùt.rcoltando!e » attraverso lo scanner e ottenencio con vario taglio una serie dt scintigrammi.

RtF.SAMI:. t~ ctRCL"ITo TEI,l'VI!.IVO CHJtJso: un altro sistema. particolarmente interrs'ante, è quello che sfru tta la possibilità di ;1umentare 1! contr:JSto per mezzo di un circuito televisivo chiuso: una volta eseguito lo scanning senza alcun taglio, il foto'cintigramma viene posto di fronte alla tclecnmera. Regolando opportunamente il gu~ ­ dagncHideo si può a piacere variare il taglio e fa r sì che piccole differenze di de nsi tà dell'immagine. fino :mche del 10 ?~ soltanto, app:~iano sul monitor come zone in bianco c nero, ottenendo a volontà una intera serie t!i immagini più o meno contrastate. Sct~TJGRt\FL\ A coLORI: completamente d iverso t' il ntetoùo della scin tigrafia a colori che si è affermata negli ultimi anni c che è gi~ dis ponibile in venione c-omme r-

rialc. E%:1 si basa sul principio che se~ni di colore diverso rendono l'trnmagine più di;,tinta. Si u tilizzano si::~ sistemi meccanici che impiegano nastri di vario colore o ~i· -temi fotografici con impulsi d i luce a differente colore. Ogni colore corrispo nde a un dctermin~to livello di raJioauività e ogni \'Uriazione di velocità di conteggio si traduce 111 \ ariozionc di colore. A lla fine ;,i ouiene un'immagine costituita da zone ùi colore diver~o. in cui le li nce di confi ne fra colori ~d iaccnti rappresentano linee iso:n tivc d i valore noto. Si tratta quindi di un procedimento ùi \.llore semiquantllati\o_


La scintigrafia a colori consente di riconoscere differenze di attività del 15-2Ql'(. difficilmente identificabili in comuni scintigramm1, senza ricorrere ad alcuna soppre~sio­ ne. I l color-scan non sembra però superiore al Photo-.rmn, che per la diagnostica cerebrale è considerato ancora insostituibile. TOTAL 1100\' SCAt'.NFR E PROFI LO CO RPOREO: per ri,pondere t~lla nece~sÌ t;Ì di rapide scansioni dell'intero corpo vennero sviluppare pt~rticolnri versioni di ~cintigra fi posti in batteria di 3--+ o più rivelatori: es'i debbono possedere una elevata 'Cnsibilit1 accoppiata ad una rapida scansione. Sono perciò dotati di gro~si cristalli ben collimati, che vengono simultaneamen te sposmri lungo l'asse corporeo. Essi forniscono contemporaneamente un grafico d,.] c: profilo corporeo) con i vari picchi di r:-edioatrivirà ai vari livelli e, se ;:~ccopp~:Hi a .,i,temi <h conteggio e a calcolatori elettronici. forni,.:ono anche da ti quantitativi d i grande valore. Il total body scanner rrm·a :tpplicazione nello studio di ' .1ri<.: situ:1zioni Clll<ltolo giche 1 Fe 59 c Au 1 ossee (Sr'>) e tiroidee (1 01 1 e linfopaùhe (Lipiodc•l-1131 ).

""t.

LA CAMFR,\ A sc T"''I'lLL.\Z TOt--E: poiché uno degli inconveniemi più importanti Jdlo scanning tralhzionale e costituilo dal notevole dispcnd1o ùi tempo, rich ic\to dal:,, 'cansiont> meccanica, si è cercato ùi eliminarlo mediante un procedimento di tipo fotogr::tfico che ottenesse un'immagine simult:mea dell'intero o rg<lno, sostiturndo il rivelatore mobile, che ., ,·ede-. succes'\i,·amente i v:~ri punti, con uno « fi.,,o) capace di ,·edere e rega'>trare contemporaneamente tutti i punti dell'organo. Si elim111a così tutto il sistema meccanico d i sc:m ~ i o ne e Ji registr:nione gra fica , sostitucndolo con una camera fotografica tipo Polaroid. In base a q uesto principio queste apparecchiature \anno sotto il nome di c camere fotografiche nucleari "· In esse il cr i ~tallo :1 scintillazionc agisce da obhietti,·o fotogra· .fico cd il collimatore da Jiaframma. Jl sistema elettronico riporta l'immagine \U di uno schermo oscillo\Coprco ùal quale viene fotografata. Esse sono di \'ario tipo. ma quell:a che si è maggiormente affermata in dinaca ed è commercialmente dispon ibile, è la c gammu camera di Anger ~. in cui la tes tata esplorante ~ co,tituita ùa un grande cri,tallo di 11 ",5 x 05" proteno da un gro.,,o collimatore di piomho. Dietro al cristallo è sistemato un gruppo di ben 19 fowmoltiplicatori, ai quali si Jistribui~cono i fasci di fotoni prodotti dai raggi gamma e che converto no i fotoni in impulsi elettrici di ,·oltaggio proporzionale alla quantità di luce che ciascuno di essi riceve. l vari impulsi vengono elaborati da appositi circuiti elettronici, che alla fine producono tre segnali, due dei quali sono di posiz ione e ser\'ono a dev i:-ere su uno oscilloscopio da 5" il f:a\Cio di un tuho a raggi catodici in posizione corrispondente a quello della radiazione gamma origin:ari::a. mentre il terzo rappre~enta la somma c.lcgli impulsi di tutti i fototubi c regola la intensit~ de l punto luminoso. Pertanto. ogni radiazione gamma che p:trtendo dall'organo raggiunge il rivel:norc viene tra· mut:aa in un flash di luce ~u ùi uno schermo in posizione corrispondente all'origine. I flasbes di luce che compaiono in un certo tempo sullo schermo vengono fotografati, sicché intcgr:llldosi sulla pellicola fotografica, producono un'immagine che ri'l'lCcchia esattamente la distribuzione ùd tracciante nell'organo. Le immagini sono '>imili a quelle della scintigrafia tradizionale, ~enza però la caratteristica rig:~tura tras\'ersale. Esse corrispondono ad una lettura simultanea delle informazioni sull'intero organo e sono ottenute in tempo così orc\'C da poter SCj.,"llire, mediante riprese seriate a distanza di 1'-5'- 10', ;mche la cinetic.1 del tracciante dell'organo. Con una dme di 200 :J.c di radiohippur:m si pm~ono ottenere buone immagini seriate dei re ni ad intervall i di 30". Essa comentc inoltre l'esame rapido di malati molto ,offerenti che non possono mantenere a lungo una posizion<.:; il che i: molto import:~ntc in ~cintigrafi:t cerebrale e


nei bambini. Si possono inoltre usare isotopi a vita molto breve, come il T c99" , ~ou sensibile diminuzione del rischio radiologico o isotopi che vengono rapitbmentc diminati dall'organismo. Altro vantaggio è dato dalla possibilid di orientare a p•act"n· la camera ri>pctto al paziente, e non il p:nientc come per lo scanner tradizionale :\' vicinando o allontanando la te>lata si possono e~aminare, sen7.a so>tanziali va n.1 zioni di tempo, \Uperfici corporee di varia estensione. Di questa apparccchiaturJ e· St<! anche una versione multicanale, che permette la presentazione delle informnzionr memori?.zate in maniera tridimensionale e lo studio nnalitico Jci singoli punti, ed u n versiOne m (·oincidenza detta «camera a positroni di Anger :., poiché permette l'uso d t emettitori di positroni, come il Ga 68 e I'As7', ma che è tuttora nello stadio sperimet tak. Esistono poi altre soluzioni molto interessanti perché lasciano intravvedere futun sviluppi della scintigrafia. Fn1 queste la più promettente sembra la « image camera di Ter Pogossian :t eh< si basa ~ul principio della inrensificazione delle immagini su schermo televiso: es~a ..: particolarmente adatta per In ri,·elazione di gamma-emittenti a bas'a energia (l"~ ;\u Tc'l'lm llg 197 ), che sono gli isotopi del futuro della meJicina, ed ha il ~cande vantagg:o di una estrema ~cmplicità di costruzione, perchè viene eliminata gran parte della ekt tronica. La risoluzione, esscnùo determinata unicamente dalla scelta dei collimatori in funzione della dose c delle caratteristiche fisiche dell'isotopo scelto, risulta infini tamente migliore di ogni altro sistema; dell'ordine cioè di alcuni millimetri anziché di ct'ntimetri. Pure interessante è il " digita! autofluoroscop~ di B~nùr e Blau , che, al posto di un unico cristJllo sostitui~ce un mosaico di 294 piccoli cristalli con 35 fotomoltiplicatori, i cui ~cgnali producono l'immagine sullo schermo oscilloscopico che viene io•..c grata 'u pellicola Polaroid. Essa consente miglior risoluzione spaziale della camera di Angcr, ma non è per ora utilizzabile per il forte costo e la grande delicatezza della strumcntazionc.

••• Questa rapida scorsa sulle realizzazioni c sulle possibilità future del metodo scintigrafico, bcnchè largamente incompleta, esprime tuttavia una certezza: la medicina sperimentale e clinica conta ormai su um nuova importantissima fonte di informazioni, destinata a formare un nuo\'O corpo di dottrina, denso di possibilità conoscitive e applicative. Dal dato puramente morfologico, qual-:: 'i prospctta\'a ai primordi, si è passati già ad un:~ informnionc morfofunzionale estremamente ricca d'inscgn::~menti per il fisiopatologo, per il clinico c per il rcrapista. OrJ si sta assistendo alla quantitazionc globale c selcttiva dci fenomeni, cosicché questa metodologia ha conquistato il diritto al titolo di scienza nel senso più completo c galileiano della parola e offre al biologo impensati sviluppi di ricerca, mentr.: assicurerà al clinico dati di incalcolabile valore per la diagnosi e la cura dei morbi.


MJ--:JSTERO DELLA DIFESA D!REZ!O:--JE GENERALE DELLA SA:-f~TA' MII.IT \Rf

Oireuo•e Generale : T cn. C.en. ~led. Prof. F. [Ani\'"

LA VACCINAZIONE ANTIVAIOLOSA NELLE COLLETTIVITÀ MILITARI Magg. Gen. Med. Ferruccio Ferrajoli, !.d. in Igiene T en. Col. Med. Salvatore Freni, !.d. in Igiene

n vaiuolo è, senza dubbio, fra ruue le infezioni, quella nella quale l'immunizzazione attiva rappresenta il mezzo profil:mico fondamentale c principale: e ciò, date le particolari modalità di propagaz ione del virm, la grande recetrivit;) a questo dell'uomo e la durata dell'immunità che alla subita infezione residua. Fra tutte, il vaiuolo è l'infezione dotata del più elevato carattere di contagiosità e quindi di epidemicità. Lo dimo\trano le grandi epidemie, che, O\·unque, fin dalla più lontana antichità, hanno sempre affllllo l'umanità fino all'epoca vaccinale. " Il vaiuolo ha spopolato intere regioni, distruno ra77e intere e, fino al secolo scorso, ha rappresentato l'ostacolo più graYe all'accrescimento della specie umana "' (Kel~ch). Riandando la storia. la sua propagazione è legata alle grand• migrazioni umane c le sue epidemie si fanno più frequenti e ~mpre più estese con il progresso che facilita e promuove le comunicazioni fra le collenività, siano esse spostamcmi di masse, siano soltanto spo;t:.u nenti di piccoli grup)Ji di individui o anche soltanto di persone. G li eserciti - con il loro carnucre di stretta collctrività - hanno sempre pagato un contributo notevolissimo alle epidemie di vaiuolo e, d'al tra pane, hnnno sempre rappresentato nella ;roria, con i loro spostamenti ed i loro particolari caratteri, uno fra i più imponanù veicoli dell'infezione: tanlO che il \·aiuolo deve alle spedizioni militari, di grande ed anche di ridotta portata, la ~ua diffusione da un continente all'altro e, nell'interno di cia~cuno, alle più disparate regioni. La grande rccetti\ità della ~pccic umana al virus \·aioloso, l'ine\istcnza pressochè assoluta di una qualunque immunità naturale - La Conda mine ( 1754) affermava che sfuggono al vaiuolo solo coloro che non vi l'ono ahbastanza per prenderlo - fanno sì che, nei secoli, l'epidemiologia del vaiuolo ~io stata sempre dominatn, c lo sia ancor oggi in epoca v:.~ccinalc, dall'immunità acqui,ita, sin per via naturale attraverso la malattia, sia a seguito della vaccinazione. Un'c~pcrienza di quasi un ~ecolo ha dimostrato la somma utilità di una immunizzazione attiva di masse conferita dalla vaccinazione, grazie alla quale è stato possibile giungere alla totale eradicazione del vaiuolo in moltissimi Paesi; ha dimostrato altresì come, gra7ic a rivaccinazioni periodiche, si possano evitare diffusioni apprezzabili dell'infezione, qunndo essa \enga importata da altri Paesi. E' per questo che l'OrganiZtazione mondiale della sanità ha cleci~o nel 1958 l'attua7ione di campagne massive di vaccinazione, allo scopo, sia pure non facilmente raggiungibile, della totale eradicazione del vaiuolo dal mondo. 2.- M.


128 Nonostante ciò, il v~iuolo cont,l ancor oggi focolai di enckmicità numerosi, i più importanti dei quali si ritrovano in Asia, in Africa, nell'America del Sud ed in alcune reg ioni del Mediterraneo orientale. Dal rapporto del Comi tato di esperti per il vaiuolo presso l'O.M.S. (19<}4) e dai dati in c.\'>0 con tenuti - che lo stesso rapporto comidera insicuri e certamente inferiori alla realtà - apprendoamo che dal 1950 al 1~3, in Africa, in America del Sud. ma speciJlmente in Asia, l'incidenza dei casi d• vaiuolo registra due punte notevolmente elevate i n corrispondenza degli anni 1950·51 e ' 957·;8, l.o seconda assai più bassa che non 13 prima, passandosi da qua;i ;oo.ooo casi del primo periodo a menn di 250.000 casi nel secondo. Nel 1959, circa 43-000 casi si ebbero in India; nel Pakistan orientale, nel quale si contarono nel 1958 ben 48.000 casi, queHi divennero nel 1959 solo 6.500. In Africa (Congo, Guinea, ecc.), nel 1959 si registrarono 14.000 asi (Cruick~hank). Piccoli focolai sus>istono ancora nd l'America Latina (Brasile, Columbia, Equador), dove nel 1959 si ebbero circa 3-000 casi. Nel 19(13, si è verificata una recrudescenza di vaiuolo in tutto il mondo: il numero dei casi {92.71i1) ba superato, nei primi undici mc;i dclt'anno, di 16.527 unità 13 media annuale per il periodo 1959-lil ed il numero dei morti (24.')28) h;t superato di 8.T99 la media registrata nello •tesso periodo. Ila cnn corso a questa recrudcscenn esclustvamente il continente asiatico, ed in particolare l'India, con (>0.9<>1 casi e 19.436 decessi, seguita a distanza dall'lndone~ia con 7·969 casi c 239 decessi, e dal P~k1stan con ;.184 casi e 2.868 decessi. La lctalit~ appare a>sai pitl elevata in Asia che non in Africa (circa il 30% , contro il t o%), probabilmeme a cau5a di differenze fr~ i ceppi di virus che predominano nei due con tinenti . Nel 1965, il vaiuolo è stato segnalato in 42 Pae~i. Da calcoli provvisori dell'O.M.S. ri>ulta che 1 casi, in tale anno, sono stati, complc~sivamcnte, 50.557 con 9·735 morti: d1 questi, togliendo un ca~o rimasto unico in Europa nella persona di un via~tg iatore proveniente da altre regioni, 33.145 casi sono stati registrati in Asia (specialmente in India, Pa kista n c lndone~ia), 15.882 in Africa e 1.529 nel Sud America (quasi tutti in Brasile). Quelli (ocolai endemici , ed a li~mmate epidemiche, rappresentano un continuo pericolo - da tener costantemente presente c da attentamente vigil2rc per gli altri continenti, Europa, America del Nord, Oceania, che, pur non registrando casi autoctom, sono sempre esposti alle possibilità di Importare l 'infezione da quelle rcg~oni ove essa è ancora endemica, po>~obihtà oggi re>c sempre più probabili per l' incremento sempre più considerevole dei traffici internazionali. In Europa, nel 1963, sonn stati regi strati 5 casi importati per via aerea in 5 Paesi divcr~i (Svezia, Polonia, Germania Orientale, Sv izzera, Ungheria); questi casi, tranne che in Ungheria, hanno acceso piccoli focolai epidem ici, che hanno fatto sali re per tutto il nostro conri nentl' ti numero dei ca;,i a 124 c dci decessi a 11.

l n Lutto il mondo, l'incidenza della malattia è in ragione inversa della diffusione della vaccinazione :lntivaiuolos<r. Laddove questa è pralicata, l'eventuale persistenza del vaiuolo trova la sua ragione nel fatto che parte della popolazione esposta al rischio è sfuggita alla vaccinazione o nell'impiego di un vaccino poco attivo. Come la malauia - che, pur conferendo di regola una immunità che dura tutta la vita, vanta casi, sia pure rari, di recidive precoci o tardive (Luigi X TV morl a 64 anni di vaiuolo, di cui aveva già sofferto a 20 anni; il naturalista Neum:tnn ebbe il vaiuolo ben quattro volte) - così anche la vaccinazione non conferisce uno slalo immunitario che protegga per tutta l'esistenza: assai solido nei primi tempi, esso, infatti, tende successi,-amente a diminuire. Infatti, se per il vaccinato in prima vaccinaz ione, il rischio di contrarre la malattia, ri;petto al non vaccinato, è, in media, mille volte minore nel primo anno dcl l.l vaccinazione, duecento volte nei tre anni ~ucccssi\•i, otto volte nei dicci, per di,·entarc pari solo dopo venti anni dall'inne>to, nei soggetti rivaccinati l'immunità che si instaura è assai più solida, tanto che, fra di essi, casi di malattia possono riscontrarsi assai rar;omente nel decennio succc~~ivo al reinn e,to, c, solo eccezionalmente, nei ci nqu~ anni che seguono la rivaccinazionc.

E' per queslo che la prima vaccinazione, eseguita nella prima infanzia, non può da sola proteggere tutta la popolazione ed impedire il diffondeni dell'infezione: se è vero che essa rappresenta il primo passo verso l'eradicazione, è altreuanto vero che solo rivaccinazioni in epoche appropriate sono capaci di mantenere operante nella popolazione una solida immunità. Il vaiuolo non può essere ,-into che a due condizioni: possedere un vaccino assai attivo, o meglio ancora che sia anivo al momento dell'uso, e disporre di una organizzazione sanitaria capace di far sì che le vaccinazioni vengano regolarmente eseguite, nei


tempi voluti e secondo le modalità ~tabilite; oltre, naturalmente, che in grado di disporre di una conveniente rete di informazioni epidemiologiche c di organi quarantenari. L'Italia - sebbene investita dalle varie correnti del traffico internazionale - ha avuto fortunatamente negli ultimi tempi, scarsi motivi di allarme; lo si de,•e al modo rigoroso con il quale trovano applicazione agli scali di confine le norme dettate dal regolamento sanitario internazionale, ma ancor più all'avere noi mantenuto la vaccinazione antivaiuolosa obbligatoria per la nostra popolazione, con le modalità che sono note. !11 Italia, dal t887, si sono avute <pl.Htro grandi epidemie negli anni tR87·90, 1!)01·04, 19!1·12, 1919·20, rispcttivnmcntc con 54·792, 14.951, 8.164 c 27·4'7 morti, il che rappresenta circa il terzo dei casi vcrificatisi. Dopo la epidemia del 1!)1!)·20, il vaiuolo è >lato così bene combattuto in Italia, da scomparire come malattia indigena c da manifestarsi soltanto con pochi ca>~ sporadici o piccoli focolai di importazione. Lo si deve alla ,·accina1ionc obbligatoria, e>eguitJ scri~mentc c se,·eramente sorvegliata. Al disordine esistente in ltali.t, nel •9H c nel '945· de,•e>i invece, c sen1.a dubbio, attribuire la ricomparsa fatta dal vaiuolo nell'Italia meridionale, ma in una forma eccezionalmente benigna, con circa '1·500 casi ed una letalità di appen.t il 2· 3 (Puntoni).

Altro esempio circa l'efficacia di una vaccinazione resa obbligatoria, lo ritroviamo negli Stati Uniti, dove la frequenza del vaiuolo è legata alla legislazione che regola la vaccinazione. Nei 10 Stati nei quali 1::! vaccinazione è obbligatoria, il tas~o di incidenza è stato del 6,6 per roo.ooo; negli Stati, nei quali è a discrezione delle autorità locali decidere se la vaccinazione deve essere o no praticata, in quelli, nei quali non esiste una legislazione in proposito, ed in quelli, infine, nei quali la vaccinazione non è attuata, questo tasso si eleva, rispettivamente, a 51,3, 66,7 e u5,2 sempre per 100.000 (Woodward e Fccmster, 1933). Tutto quanto si è detto ci rende ragione del perchè, oggi, nella maggior parte dei Paesi del mondo, la 1·accinazione sia, per legge, obbligatoria, anche ~c \ariano, e spesso non di poco, da Paese a Paese, le relati\e regolamentazioni. l'ella maggior parte dei Paesi, la prima vaccinazione de\C a1·cr luogo nel primo anno di vita o, al più tardi, prima che il bambino abbia compiuto i due anni. La legge, qua~i ovunque, impone anche le ri vaccinazioni: infatti, per il carattere temporaneo dell'immunità che conferisce, una prima vaccinazione non seguita da rivaccinazioni, finisce per avere un significato del tutto relativo c può, in definitiva, essere anche pericolosa per il fa lso senso di sicurezza che può indurre. La vaccinazione anti,·aiolosa è oggi obblig<ltoria nella maggior parte dci Paesi, compresa l'Austria, dove fino al 1941! la vaccinazione er.1 ~1hanto [acohativa. In molti P;~oi detta obbligatorietà data fin dai primi anni del secolo scorso (il prim() St.llo nel quale es'a sia stata imposta. sembra sia il Ducatodi Piombino c Lucca, in ba<e ad un editto di quel Principe portante LI data del 25 dicembre t8o6), come la Baviera che rese obbligatori;! l.t '.1ecinazione antivaiolosa nel JNJj. il Badcn nel t8rs. il Wurtcnberg nel t8rl\, ecc. La Prussia, che gil !".aveva applicata nel ~uo ~crcito, rc<e detta pratica obbligatoria fra i civili nel 1874· In Italia, la lc~:gc sull'obbligatorietà della vaccinazione (per tutti i neonati nc:l secondo sememe di 1it:t) c delle ril',lccinazioni. porta la data del 22 dicembre t888; in Francia, essa risale al 1<)02. ln alcuni Pat'li, come l'Irlanda. i Pac1i B.1ssi, la Sve1.ia. e1i1tc J'obblig;~torictl legale di principio, pcrchè eccezioni sono ammc,,t·. ui nawrn rcligios~ o di coscienza. La vaccin~zione obbligatori'' è Sl•ll<l invece soppressa in S1 iucra ( "J4!!), dove però alcuni cantoni hanno dcci>o di mantcncrla, ed in Inghi lterra. In quest'ultimo P•lc>c, nel quale l'obbligatorietà legale, sia pure di principio, esisteva nn da l 1Rs), l'~brognione ucll'obbligatorictJ (lu~: l io 11).18), ha fatto sì che oggi la media annuale delle primn·1·accinazioni nei bamhini al di 'Oltn di un ~nno sia di solo il 40%. con un pcrcemo di rivaccinazioni che un rapporto dd Mini,tcro ddLl S.lnit~ del 1952 denuncia di solo il 4°{ : di qui. un livello immunitario g-enerale della popolazione: inglese assai basso, secondo Parish (1956} all.1rmantc.

Un argomento che viene spe~~ imocato contro la ''accinazione obbligatoria, è quello di una grave e temibile complicazione, che può manifestarsi in corso di vaccinazione antivaiolosa: la (ncefalite post-vaccit1ica.


130

E' evidente che, data la gravità e la lctalità di siffatm sindrome - da un terzo all.l metà dci casi muoiono nella prima settimana della malattia - la possibilità dell'insor genza di tale complicazione non può c non deve essere trascurata, quando si debba giu dicare dell'opporlUnità o meno di una vaccinazione anti\·aiolosa obbligatoria. Un giu dizio in tal senso, ovviamente, non può che derivare da una serena ed obbic::uiva com parazionc dci due rischi relativi. Come tutti sanno. l'etiologia dcii'EP\' (; non poco contconha. Due 'orw le teorie che " contendono il campo. Quella che rani'-<! nel virus 'Jccrnico l'agente diretto della temuta comphcanl;d (Siegcrt ( 1958) C Joppich [ t<)(\31. le CUI ricerche perÒ vogliono ancora conferma, ;lvrebbero i>olato il viru' vaccinico dalle lesioni del sistema nervoso centrale, ciò cbe però presuppone una viremia sulla quale gli autori più recenti [Kcmpe, Downic l non wno affatto d'accordo) e quella che l'infezione vaccinale, o direttamente, o attraverso le modifieu.ioni tissutal i ed umorali che essa induce nell'organismo, fa,·orisca l'attecchimento dr un viru> latente, diverso d.ll ,·irus vaccinico, respon,abile quindi della >indrome encefalitica (dal materiale autopuco o dal liquor, infatti, sono stati talora isobti i virus più svariati: erpetico, influenzale [Kosenow, H;lUssmann], del gruppo Columbia SK (Vcrlinde ]. dell'encefalite dJ zecche ( Sinnecker J. dell'encefalite equina del Vcnczuela [ Sutton, Brooke J). Tutto ciò per non parlare di coloro che fanno intervenire come bttore etiologico uno stato di particolare allerg ia.

Ora - anche se l'interpretazione etio-patogenetica della sindrome encefalitica postvaccinica è ancora tanto controversa - sarebbe quanto mai utile, agli effetti Ji un problema collettivo, quale quello dell'obbligatorietà della ,·accinazionc, poter accertare la reale frequenza con la quale una così gra~c complicanza compare fra le popolazioni vaccinate, essendo chiaro che un fondato timore di complicanze neurologiche potrebbe giustificare l'abbandono della vaccinazione obbligatoria. Ma, anche a questo riguardo, le difficoltà che si incontrano circa tale reale incidcnz:1 app::~iono ancor oggi assai note voli, tanto che, di recente, Berger e Puntingam (Iif><>) ritengono di dover :1ncora sottolineare la necessità dei più scrupolosi accertamenti, agli effetti di una quanto mai sicura diagno~i della sindrome post-vaccinica e del più preciso riconoscimento del rapporto cau sale di questa con la prcgressa vaccinazione. Si può senz'altro affermare, però, che la EPV ~ evenienza piuttosto rara in rapporto al numero enorme di vaccinazioni, anche se il numero dei casi di essa, dopo la seconda guerra mondiale, ha subiw un aumento, per lo meno in molti Paesi europei e, secondo Finger ( •C)()o), specialmente in Germania, dove, mentre una volta si contava un caso su 30.000 primo-vaccinnti, dopo la guerra tale proporzione si è elevata ad 1 su rs.ooo. De-critta nel liJl.~ .!:1 Lucksch, m.r grà riconu...:ruta in ln~:hiltcrr.l dJ Turnhuch c ~klnto,h - i quali non avevano puhblicato le loro m>avazionr nd 1912, per non ~u<cit3re allarmi contro la \'accinazione - i casi di EPV, che venn<·ru denunciati c che giumero :~ 1 vagl io dclb Società delle Nazioni nel 1926, assommavano .1 circa un migliaio, riduc('ndnoi però ·' ,olo un centinaio quando vennero <otto posti ad un severo es,tme critico dell'attribuzione ~tinl ngica che ne era stata fatta. Comunque, a proposito dell'incidenza dell'I:P\' nel periodo anteriore alb <cconda guerra mon· dialc, a datare dalla descrizione fatta della form;1 tbl Lucksch, i pochi dati d1 cui si dispone, sono i seguenti: Olanda (rapporto uflicialc ol.111dcsc, 1924-28): ca>i n. 150; media annuale: lO: Cran BretagnJ (r.tpporto ufficiale inglese, I<Jl2 · 2R): c<J~i n. 93; media ~nnualc: t1 .li: Stati Uniti (Rivcl' e IlorofJII, 1~)23·32): ca'i n. 71: mcdi~ .m nualc : 7,1; Italia (Tacconr. r~q')-193)): c.1si n. 11~: rm·dr.r .mnuJk: 2,92; tuni, si comprende, dr rdativo significato, perché rum riferiti ad un numero Òt ',1ccinazionr.

Uno degli aspetti più sconcertanti dcll'EPV è r~•pprescntato <.bila sua dimibuzione geografica. Dai dati che i di,·ersi nutori forniscono e relativi al periodo succcssi\'O al 1940, sembra che l'EPV sia appannaggio specialmente di alcuni Paesi, quali l'Austria, l'Olanda, il Belgio. la Germania, l'fnghilterra, la Svizzera, ecc., per i quali si riportano le percentuali, su 10.000 primo-vnccinazioni, dci casi di EPV rcgistratisi:


Austria (Cappelli) Olanda (Ro~nau) (Fyre e fleming. 1943) Belgio (Cappelli) Germania (Finger, 1943) Svizzera (Cappelli) Inghilterra (S[Uart, 1942) Svezia (Cappelli) Finlandia (Cappelli)

su 10.000 2.5 su 1().000 1,25 su 10.000 0,70 ~u 10.000 o,66 ~u 10.000 0,50 su 10.000 0,15 su 10.000 (epi>odio Glasgow) 0,48 su 10.000 (episodio Edimburgo) O.)) su 10.000 O,JI su ro.ooo

In altri Paesi, invece, la complicanza encefalitica rapprcM:nta un 'evenienza as~ai rara. lo Turchia, in occasione di una recente epidemi:~. \ennero \·accinate circa tre mi lioni di persone, tr:1 le quali ~i registrarano solo tre ca~i di encefalite (Tezok, in Regamey). In Russia. fra i 6.500.000 individui \' accìnatì nella regione ùi Mosca nel 196o, si ebbero solo 18 casi di EP\' dei quali 3 mortali - pari ad un caso su 36o.ooo vaccinazioni (Serenko, 1960). A New York, nel 1947, in occa>ione di una fiammata epidemica, vennero vaccinate pi~1 Ji 6.ooo.ooo di persone, con solo una quarant ina di ca~i di probabile encefalite ( t su 150.ooo). 8 dei quali, gìumi al tavolo autoptico, ~i ri\elarono errori diagnostici (Weinstein, 1947). In Franci:~. afferma Lepine (t<)6o), non si sono avuti più di 2 o 3 casi di EPV sicuramente :~ccertati, nel corso degli ultimi ro anni e in occasione di primo-\·accinazioni in bambini al di sotto dei 10 mesi di vita. In Italia se sono da segnalare, oltre i dati della stati!>tìca del Tacconi, c:Jsi sporadici gener:~lmente ad esito favorevole, nei quali, perì>. la con nc~sione etiologica con la pregressa vaccinazione non può dir~i fosse o,empre ragionevolmente valida (Magliari c Muratori, 19()3; GianneUi, 1<)62) - è opinione concorde (Puntoni) che la consi~tenza dcll'EPV \i aggiri in prima vaccinazione su quote intorno aù 1 su 200·300.000. !;na così note\·uk "'"'istent.l da CJ'I da EP\ an alcuna P.ae,i. ri'l'<'tlo ad ahn che nt· .1ppaionu <]Ua>i del tutto androni. potrebbr arov.arc una sua gall\aificazaon< <]Ualor.l " ricono<occs'e n tale gra'e complicanza un.1 orìginc "llergic.l. E' mol a~> pro babil e, infaui. che popoLazioni di P.tc>i divcrst alberghino una flor;a "irale divrr<a. La <]Ualc. "' non pro,oc:l SflC'"' altro che infezioni inapparenli, gtnera nondimeno ~a.ui allergiCI negli org.onismi, che. pcra.lnto. variaanno da popoluionc a popolnionc. Determinati nru,. amigcmcamcnt<· 'ici n i .11 ,;ru, '.lCcanico. poarebbcro .allnra indurre negli org.tnismi che li ospit.ano, \lati nlkq::ici partawlari <'. da con,cguc·nza. l'""plosionc d a manifc,wzioni cianiche in llCcasionc dcll.a v.tecinazionr. Tualo caò poan·bhe dar r;agione ddl.a maggior frcqut·ntJ ddi'El'V in un:a popolazione rc<.J .allergaca da un '~rus. in c"a pre,,·me, am•g•·nicamenlt .1pp.ucna.no col nru; vaccinaco, mentre che tale cumplic.ln7,\ non ~i ri,<:omrcrehhe 111 pupu!Jzion• da altn p,,,,;_ ndle quali taltvirus è assentt• (R<·gamcv).

I dati surrifcriti permettono. comunque in una cauta interpretazione. ~uggenrJ dal fatto che una loro valutazione è, ab erigine, infirmata dalle ùiflicoltà insite nella corretta attribuzione etiologica. oltre che dal non sempre completo rilcv:unento statistico - di concludere, al riguardo dell'incidenza fra i vaccinati dell'EP\'. per una sua frequenza variabile fr:t 1 su 10.ooo c I ~u 10o.ooo. · E' opinione concorde che l'eventu:Jiità della complicanza cncefal itic~ sia appannag· gio quasi e~clusivo della prima vaccinazione, tanto che alcuni giungono ad <tffermare che essa non si verifica mai nelle ri\ accinazioni. l Icnou dà, per il Belgio, le ~eguenti ci(rc: 1 caso su 25.000 primo vacc in rni. contro un caso ~u 16o.ooo ri vaccinati; la letali t~• osscn·ata fu del 62 ° nelle encefaliti Ja prim:J \·accinazionc e di solo 1'8° 1 in quelle da rivaccinazione (Puntoni). Per l'Olanda. un rapporto dell'O.~LS. denuncia una frequenza dell'EPV pari ad un caso su 4.000 primo vaccinati, contro un caso ~u 5o.oon rivaccinati. In Italia. ne$\Un caso della temuta complican7a venne registrato, nel corso ùi ben 256.666 riYaccinazioni (Giannelli, 19(}2).


TU[ti sanno che il rischio dell'EPV aumenta con l'età: in altre parole, la sua frc· quenza è tanto maggiore quanto più clev:na è l'età. La statistica dd Tacconi per l'Italia, evidenzia, per i soggetti di età superiore ai 3 ann i, un rischio più elevato, che va in se guito aumentando parallelamente con l'età stessa. Per altri Paesi, si possono citare 1 seguenti dati: Olanda (llenou, 1924-27): anni o- r

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l caso su 14.038 primo-vaccinati

2·3 34 4-5 s-6

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32.865 13·915 3·149 2.512 2.297

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Germania (Herrlich, Enrengut e Weber, 1945•53): r anno 4 anni 12 anni

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su 1].000

primo vaccinati

8.ooo-w.ooo 336

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Austria (Berger e Puntingam, lgOO): anJll 1·3 1 ca~o su 10.000 primo-,·accinati )) ))

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4•5 6-10 I l 14

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2.000

650 120

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Per concludere, non ~i può negare che esista, per la vaccinazione, un rischio quale quello dell'F.PV, ma tale ri~chio deve intendersi di entità assai ridotta, se trova po~sibilità di rilievi statistici - e non in tutti i Paesi - ~lo nelle vaccinazioni di massa. Essa, rappresenta ndo solo un'eventualità rara di Janno individuale, non può indurci alia rinun r.ia della vaccinazione obbligatoria, se di questa si valutano i grandi vantaggi per la collettività. La vaccinazione, infatti, non è un fano personale, dato che chi non è vaccinato finisce per rappresentare un pericolo per la collettività: la guestione, messa su questo piano, legittima il principio dell'obbligatorietà. anche se si voglia considerare la vaccinazione obbligatoria una limitazione della libertà tlmana. Deve, infine, confortare, nell'accettazione del concetto di obbligatorietà della vaccinazione, la considerazione che se essa ,·iene praticata su tutti per legge nella prima infanzia, il temuto rischio della complicanza encefalitica finisce per ridursi al minimo. Da tutto quanto si è detto, possono dedursi alcune conclusioni - sulle quali tuui, in genere, sono d'accordo - che debbono guidare nella stesura della regolamenta7ione relativ:J ad una vaccinazione resa obbligatoria per legge: prima (ra tu ne, quella che è buona norma praticare la prima vaccinazione nei primi mesi di ''ita, mentre è sconsigliabile pr:Jticarla oltre i due anni e tanto più agli adolescenti cd agli adulti, a meno che non vi sia pericolo di epidemia. Per ciò che concerne la rivaccinazione - indispensabile, come si è a\'uto già occ:Jsione di dire, per mantenere operante in una popola7ione una irnmunit3 sufficientemente elev:1ta a coprire il rischio, sempre da temere, dell'importazione dell'infezione da Paesi nei quali essa è endemica - questa do\'rebbe essere ripetuta ad intervalli di 5·6 anni, possibilmente secondo schemi adeguati alle circostanze creale Jagli ordinamenti sociali (età scolare, <;ervizio milit:Jre, ecc.); nelle regioni di endemia, tale intcr vallo dovrebbe essere ridotto a 3-5 anni. LJ legge 'anit,oria italiana prescrive l'obbligatorietà dell.> vaccinaz iom· antil,tiolo,,l, per i nuovi nati. nel primo semcstrt· solare succcsçivo alla nao;cit.l (la pnma l;lccin.l!iont. nel 193<). era '!Jta portata Jl


1

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secondo anno di vira per la conveoien?a di associarla alla v~ccinazionc amidifterica, mJ, a partire dal , 945• si è sentito il bisogno dr riponarl.1 al primo semestre). l.a legge prescrive ancora che la vaccina· ziooc venga ripetuta all'età scolare c, precisamente, all'ottavo anno di er:ì , nonchè tutte le volte che le autorità sanitarie lo ritengano opportuno, qualun<JU<' sia la data e l'età dell'ultima. ,-accinaziooe subita dalle singole persone:. Nella maggior parte dei Pac~i. la vaccinnione anLivaioloon è obblìgarorra per legge e quasi dap· pcrtutto essa deve essere praticata emro il primo anno di vita o, ma <olo in alcuni, al più tardi prima del compimento del secondo anno <li età. Fanno eccezione a quc~to rigu.ardo la Danimarca., dove la prima vaccinazione deve essere praticata non oltre il settimo anno dr età c, comunque, prima che il fanciullo venga ammesso alle scuole, e la Svezia do'e la prima vaccinazione deve aver luo~:o al più tardi nel corso dell'anno od quale il bambino compie i 4 anni. La rivaccinazionc è anch'essa obbligatoria ne li:~ maggior parte dei Pac>i e qu.ui ovunque prima dci JO anni. Alcuni Paesi impongono altre rivaccina?ioni ad intervalli più o meno lunghi. Quasi ovunque, le aurorità sanitarie possono imporre la nv;tccinazionc d'urgcnt.l io ca<o di epidemia o di minaccia di epidemia.

Ma un'altra rivaccina::rione subiscono i cittadini di sesso maschile, all'epoca del loro

servizio militare e, precisamente all'ano del loro incorporamento. Con questa rivaccinazione, l'Esercito, non solo contribuisce ad una migliore difesa della popolazione in genere - in quanto richiama, in una elevata aliquota della popolazione stessa, una immunità che negli anni che intercorrono fra l'età scolare e quella militare si era andata notevolmente affievolendo - ma realizza fra i suoi componenti il massimo della Jifesa immunitaria possibile, che, sommandosi all'attuazione integrale delle norme di profilassi generale, pone la collettività militare del tutto al coperto (naturalmente nei limiti del possibile allo stato attuale delle co~e) dal rischio che l'infezione vaiolosa ancora rappresenta per un Paese esposto alle possibilità di impona7ione. Sono questi, principalmente, i motivi per i quali presso quasi tutti gli eserciti viene praticata sistematicamente la vaccinazione antivaiolosa; anche perchè essi non possono prescindere dalla necessità di raggiungere e di mantenere in ogni momento quel massimo di potenziale operativo, che, nei riguardi di una infezione così grave e cosl contagiosa come il vaiuolo, consenta loro di poter affrontare con tutte le garanzie - quali che siano le condizioni cpitlemiologiche - qualunque dci teatri operativi, oggi sempre più numerosi e più diversi, sui quali possono essere chiamati a combattere. Tale concetto resta, a nostro parere, sempre valido, anche se alcuni eserciti, quale quello !>Vizzero, hanno creduto recentemente di poter rinunciare alla pratica della vaccinazione an tivaiolosa: un conflitto, mentre porta al massimo il rischio, limita le possibilità di una integrale attuazione delle norme di profii:Jssi generale, delle quali, lo si concede, ci si potrebbe, volendo, anche accontentare in tempo di pace. Quasi tutti gli e~erciti ''accinano contro il vaiolo fin ti al tempo di pace: un e~ercilo moderno costa, infatti, assai caro ed è quindi cosa logica garantirsi dalla possibilità ùi epidemie, che, se si verificassero, renderebbero vani tanti e tanto gravi sacrifici finanziari. E perchè un esercito sia sempre pronto all'impiego bellico, la vaccinazione viene ovunque sempre praticata fin dall'inizio del servizio: successivamente, l'immunità viene mantenuta mediante rivaccinazioni periodiche. La qua>~ totJiitl degli esercrti ''accina ogg• contro il vaiolo (Francia, Belgio, Pac'i Bas>J. Repuhblica Federale Tcde~ca, Danimarca, Norvegia, s,·ezia. Portog:lllo, Spagn.J. Grecia. Turchia, Gran Bretagna, U.S.A., Canarla, U.R.S.S.) e con il metodo delle scarilicazioni (ove si ccccuuino il Belgio, la Sve-.tia, la Gran Breta~.:na e gli U.S ..\., che preferiscono il metodo delle , multiprc"ioni ")· Soltanto il Lussemburgo (in qucHo Pae~c. le reclute v~ngono 'accinatc prima della cha.1mata alle arm1 e quindi la vaccinazione non viene esegui ta durante il periodo del servizio militare) c la Svizzera, in Eu ropa, non praticano oggi la varcina7ione nei rispclli\'1 "ccCIIi (Duricz P., M.my P. e Pcdoya Ch .. 1966). In Svizzera, la vaccinazione puÌI e'$ere rna obbhg.1toria 10 tempo di gu~rra o 10 particolari, gra,·i circostanze: così, nel 196r-62, per l'allarme causato dall'c;piOl.ionr di loc•Jbi dr vaiolo, l'Esercito svin.em procedette alla ''accina7ionc <lei 'uoi clfeui\'i, circa 7.000 uomini (Rcg.Jmey, 1965).


1 34

Cna \'Jccìnattone .t mi, Jtolosa da praticar~ i alle truppe al momcmo della guerra . non pUt\ tro' are. n nostro parere, cons<:thi, quando si pen'i che la gucrrJ di domant 'arà assai prob.lbilmcnte una gunra !Jmpo, senn periodo dt mobilitazione, assat dive"a qumdi d.tlle guerre del pas~ato. anche le più re ccnti. Ciò rendcd qua'i ~icu ramcmc impo>>ibile l'c>ccuzione delb vaccinazione ai richiamati, pt·r <(Uali quindt. per lo meno nei primi tempi della guerr.l, si dovd far conto, se e;>i avranno subito t., vaccinazione .tll'cpoca del loru ;ervizio militMc di leva, solu sullo >lato immunit.trio creaw o p<>kn zi:no da quc,ra: il che, come i: oH io, ~arìì meglio che ntcmc.

Per quanto riguarda l'Italia, la vaccinazione \'enne introdotta nell'Esercito Snrdo nel 1834, assai prima perciò che la legge la imponesse alla popolazione civile (1888). Jl nostro Esercito, quindi, fu con quello tedesco, che introdusse la vaccinazione nello stesso anno, il primo a rendere obbligaroria tale misura profilattica. Presso l'Esercito francese, la vaccinazione venne regolarmente praticata a partire dal 1857: nell'Esercito napoleonico, però, fin dal r8o5, veni\•ano regolarmente vaccinati tulli coloro che non avevano già sofferta la malattia (Tron, r928). Il Decreto Mini steria lc dd 14 aprile 1ilj4. che introdus\C la \'acctnazione nell'esercito ~ardo, pre'cri,·e, a che venissero ''accinate quelle reclute che non aveva no già soffen o il vaiolo naturale o che non avessero mai subita la vaccinnionc. Potcndu,i, si praticava la vaccinazione d;l braccio a braccio, altrimenti )t ricorre,·a at tubi vaecmiterì con t quali si vacnnJvanu du" o tre soggetti, continuando pm ).!li innesti da braccio a braccio nei rim.tnenti; se manc.tva l 'attecchimento, l;t ,·accinazionc veniva ripetuta, ma la rivaccinazione non era contcmpllta. Solo nel 1ksR (nota 56 dd 5 aprile), la vaccinazione venne resa ohbligntoria per tutte k reclute. in:l istimamcnte (che fossero o non fossero 'tale in precedenza \'accinare o ammalate di vaiolo), da praticarM al luro .trri\'(J ;li corpi anche se fuort della sessione v.tccinale. Nel 1862 c r86J, nuove disposizioni prc.cris>t·ro la rivaccina1iune in quei militMi dtc l'anno precedente l 'avevano subita con e,ito n•·gatiHJ e l .t vaccina7t(tne H·nne cste,,t anche a tutti coloro, che per ragioni di serl'izio o pt•r altn motiv i alloggiavano nelle caserme, compresi i bambini. Nel tll7o, con nota 178 del Con,iglio Superiore di Sdnità Militare. \'enne introdotta. a titnlu dt e'penmcntn, la linfa dnimale, il cui u'o divenne csclu~ìvo ed obbltgaton o nel 1892 (Tc,ti, HJtZ).

L'epidemiologia militare dei vari Paesi rappre!>enta la più completa dimostrazione dell'efficacia della \'accinazione antivaiolosa. ~cl no,tm e>ercito e'sendn '!.Ho cs>o uno dct primi .1 vaccinare - ti numero dci c:tst e ~taro sempre assa1 ltmit~to. Dal rR34 al 1856, ~i ebbero. cornple"ivamcmc. circ•t 3.000 ca'i con circa 200 morti (Peccu. 1ll5ì; BJrnftio. Ji-(•4), citre che si ridu,~cro a<\.li nntcvoltncm.- dopo l'tnlrodu1ione dell a rivaccinazione obbligatoria ( t86j), cd ancor più dopo quella della linf.t anima le: tanto che, da allora, si può constderarc che il vawlo P"'ticamcnte \Comparvt' dall'e;crcuo, cuntinu.mdo, inl'rcc, ad inltnire fra la popolazione civile, ;olu pauiahm·n tc vaccinata. Nel tR~ll, nei 2w.noo <uldati :dlc armi, si ebbero in tutw 164 ca'i di vaiolo. ,·aiunloide c vancella, con li morti: nella f">polaJ.tonc Ctvtlc se ne ebbero, invece, 64.000 con Jb.ooo morti. In quell'anno, in con ;idcr.ll.ionc dci buoni n su ltati ottt'nuti nell'esercito, la vaccinazione fu rcs.t obbligatori;l anche ptr la populaztone ci \"Ile: pre'\0 di quc:,ta, pc:rò, non venendo css.\ ese~uua con pari rt~orc, non M re~istrarono nsultau ugualmente soddisfacenti , tnoto che. dopo il t88/l, il v.tiuolo, pur diminuendo in Italia. vi rima'c endemico con la tendenza a dare, tn un ctdo poliennale dt 9-10 annt, vere c propn c manifcsta>•;>cmi cpdcmichc. Nei 25 anni \ucce,~ivi , tl:l l 1R8g al 1913, complcs;ivamcnte con<idcr:ui, aggirandosi la forza media <lcll'e;crcilo tntorno at 200.000 uumint, si t'hbcro tn tutto tK moni: nello stC\So periodo, i neccs;i per vaiolo nella popolazionr civile furo no ben 63.221. Limitatamente al decennio ' 90·1·19q. la media annuale dci colpiti nell'F.<erciw, fu \Oio dello 0,38 p<:r mtlk: c"endo in queste statNiche comprc;a anche l.t vancell,l. la ci tra vc·ra rt lcrentcsi 31 \'aiolo deve ridursi :t meno della metà. Nc·"un caso ,i rq:i,trò dal HJI5 al 1917 c solo pochi nel tgtb. Durante 1'epidemia che >i ebbe in Itah.1 nel 1919·.20, contro i 6o.ooo ca~ i con circa Jo.ooo morti che si contarono nelb popolazione civtle, non si ··bbe n dl'bcrcito una accentuata morhtlità. A propo~ito di quc~t.t eptdeml.l, con\ul rando le cifre di mortalit:ì frJ i civ tl i, si rileva che il nut1'1t'ro tlei dcce;si maschili ri,ulla a'sai nnre' n! mente inferiore .t qut'llo dei dcc.·"i femminili nei gruppi Jt età militare c post-milirarc (nel grupro dt età :u-24 anni, ti r.lpportc> è dt t a 4); queMo pcrch" l 'cpicicm1a ~oprag­ g iunsc a breve di stanza d3lla fine del1.1 prim a guerra mondiale. du rante.: la quale numero~ erano \tatc le cla"t richiamate e quindt rivaccinatc di recente. P<:r il perieldo 1q21-29, le cifre statistiche cld l'Escrciro 'ono addirittura in,ignilìc.tnti (in media, o,o86 per mille della forza medi.t) c ~i annullano neglt annt ~uccc"i' t.


'\cssun ca<o si ebbe durame la !(Ucrra italo-ctoopicJ, nel nostro corpo di sped1zionc inviato a com· battere in regioni nelle quali il va iolo è gravcmcmc endemico. Ancora a ri prov:t, se ve ne fosse il bisogno, dcll'dfìc~cia della vaccinazione antivaiolosa nelle co]. lettività militari, riponiamo i seguenti dati che si <kvono al Livi e clw <i riferiscono al vaiolo nell'Esercito italiano nel periodo 1892-1R97 (cifr e rcbti\'c a 1oo.ooo solda ti ):

Stato d, v.uo naz1o11~ Mai vaccinati Vaccinati avanti il reclutamento Vaccinati solo dopo il reclutamento c con csit<• posltlvo Vaccinati solo dopo il reclu t:tmcnto e con esito negativo (rcfr.tttari) Vaccinati a\•anti e dopo il reclutamento, con e<ito positivo . Vaccinati ;avanti c dopo il reclutamento, con esito negativo (rdrattar i)

.\lorbomj

Mortalità

2<)0,0

ss.So

.p,2 I l ·3 (),2

3·59 0,57 0,42

4-3

O, lO

J.l

0,07

:-Jell'Es"cito ted~sco, dal 1815 al 1834, prim.1 ctoc che fosse tntrodottJ la vaccina7tonc, i deccsst per vaiolo furono 496, e solo 77 nei 25 anni succc~sivi che seguirono alla instaura?ionc della pratica profìlattica (dal 1R35 al t86g). Durante la guerra fr,tnco-prussiana del t870·iJ. l 'Esercito tc<.lesco, ben vaccinato, su un a for?.a totale d i 914 .000 uom ini, ebbe ~olo 8.364 casi con 469 moni ; nell 'Eserci to francese, invece, mal \accinato , i cast ~i aggirarono intorno ai :zoo.ooo, con 23.4 70 morti (Dopter e dc Lavergne, 1925). Durante la prima guerra mondtalc, nonostante che il vaiolo serpcg!(ia~sc tra la popolazione civile importatovi dai pnj!ionicri di guerra rusM (2.~00 ca~i. <Oio nel 1917). i casi che si contarono fra i mtlit.m furono solo 459 con :n morti e 93 casi con 12 moru si regi,trarono fra i prigtonicri. Dal 1921, le ~tati;tiche sanitarie militari tedesche ~ono mute in proposito. Da rilevare, che furono proprio i brill anti risultati della '~•ccinazione nell;~ ca mpagna di guerra del 1870·7 •. ad indurre la Prussia a rendere obbligatoria, nel 1 87~. la vaccin.•zionc jenneriana fra 1:1 popolazione civile ( Bruni, Puntoni). NcU'Esuuto fr.mcrse, la vaccm.•zionc venne re~olarmcnt~ prescr itta nel 1857· Da tale data, I'Eser cito, che dal 18p al 1859 aveva 3\'uto ben SH moru per vaiolo, registrò fino al 1fl67 una morbosità [ra il 2 e il 6 1~r mille della forza. che ano?. v1a \13 dimmucndn neglt anni succesSIVI (eccetto gli annt della guerra 1870·7 •), fino a di\Cendcrc nel 1890 al dt 'otto odi' t per mille c, prima della prima guer ra mondiale, allo 0,2 per 10o.ooo nel 1913. N el corso di quella guerr.1, i ca'i (uron() solo 56 con 5 dccessi, tutti spor.Jdici td in rdnione con imporm1.ioni da oltre-ma re; b morbi lità, del lo 0 .4 per roo.ooo non r isentì a(fatto, dunque, della gue rra. Successi v amen te, essa si mantenne, nell'Esercito metropolitano aUo stcm> t:h,<> ed anche al di sotto c la gutrra del 1939·4<; non ha a\IHO ~~~ di c~\,1 incidenza alcuna. Dal 1<154 al 1<)63. la morbilità si è mantenuta. ncii'E.o,ercito, 'la <.lcii'Africa del :-;ord, sia metropolitano, intorno allo o.2 per 100.000 (Many, Dunu e Pcdoya. t<)(i6). L'Es~rcito 111gl~tsr, negli anni della prima guerra mon<.liale. contèo .1ppcna r:z cas. con 3 morti. ~e gli anni che segui rono, la morbo,i t~ per vaiolo appare nulla fra i rmliwri nl, a que,to propomo, assu IUC significal'O il f,rllo che, negli \IC>SI anni, Ja flopoJa'l ionc civi le bi~og na pensare, ,J (JUSa dcJia mcomplera vaccin.rzion(' - ebbe non pochi ca,;i di v::tiolo. ~e pure in (urm:• mire (3j.&)l ca,i. dal 1911 al 1927, Bruni). Molti casi, in\<'''· I'E~crcito rnglC\c dovcltc registrare lra le sue trupp<· dislocate in Mcsopotamia, fra il <.licl'mbre 1416" l'ottobre t< 11j - t.<JOS casi, con un,1 lctalit;Ì del 16 0 fra le truppe brttanniche c del 10'}. fra quelle th colore - c ciò a C3l"a del fano eh<, pc:r favorire !(h arruolamenti, le autorità inglcM concessero d t non \,Kcinarsi a coloro che dichiara\,llltl di non volc:rlu (Macpher>on, citato da Bruni).

Tutto quanto si è detto dimo~tra la somnu utilità, e quindi la neces~ità, della nnc· cinazione ami' aiolosa all'età militare. In base a tale concetto. lo 'tc,~o « Memorandum ~1\ TO 'ullc procedure d1 tmmunizzazioni (1957), appendice allo Sta nag 2037, ratrficato anche dall 'Italia. prescrive testualmente: "Ogni comandante, nell'ambito delle Forze NATO, dovrà assicur::tr>i che, entro i limiti voluti dalla pert inente rego!amcntazionc in vi.~ore per quell e Forze o parre di e'se, le proprie 1ruppe siano immu nizzate con tro Il vaiolo ».

Quando si prende in considerazione il p roblema della vaccinazione all'età del ser

vi~io militare, sorge la que~tione dei non mai vaccinati, e ciò ~pccialmentc per quei Pac~ i

ne1 quali la vaccinazione nella popolazione civile non è resa obbligatoria per legge. Il problema si pone in relazione al pericolo de]la temibile complicanza encefalitica, di cui


$Ì è già detto:

pericolo, che, come sì è già visto, appare non solo appannaggio della p n ma vaccinazione, ma tanto più probabile quanto più è inoltrata l'età dei soggetti che la vaccinazione subiscono per la prima \Olta. Esso, pertanto, appare considerevole e parti colarmente temìbile all'età militare, intorno ai 20 anni. Si rivedano, .1 questo proposito, i dali statistici, già ci1.1ti, rdativi all'Olanda (l !cnau). alla Germania (Herrlich, Erucngut e Weber) . .tll' ,\ustria (Bers:er e Punun~:am). Un numero di casi di EP\' p1 de,ato, &a adolescenti ed adulti primovaccinati, vu~ne ..egnalato in Cecoslovacchia. Il problema, inn·ce, non esiste in Fr.tncia e negli U.S .A. (Finger, 19fjo) e, aggiungiamo noi, n<"ppure in Ita lia. finger ritiene che l'aumento dei casi di EPV rcs:imatisi in Germania dopo la seconda guerra mon · diate (1 caso su 15.000 primovaccinazioni, contro t caso su 30.000 dell'anteguerra), sia da addebitare ai disordini dello~ guerra ('postamenti in massa della popolazione tedesca, e'•acuazione delle grandi Clli.Ì. ecc.), a causa dci quali molti hambini, fra il 1943 cd il 1947 specialmente, non subirono b prima vaccina zionc o la rivaccina?.ionc, volute dalla legge. Perciò, secondo Finger, neii 'F..,crcito tedesco - nel quak il 6o% degli cffctti,•i è dell'età di lll·l4 anni - no n si debbono vaccinare, almeno in tempo di pace. se non quei SO!(ge1ri per i quali si è sicuri eh(' abbiano subita la prima vaccinazione.

Trova dunque giustificazione il perchè alcuni Paesi - in -relazione alla non obbligatorietà della vaccinazione per le rispettive popolazioni civili, ai parLÌcolari aspetti che l'EPV assume presso di essi ed anche alla politica militare che intendono svolgere abbiano, come la S\·ìzzera, rinunciato per i loro eserciti alla vaccinazione o questa eseguano con particolari cautele, come l'Olanda c la Cecoslovacchia. Riportiamo da Beunders (1963) le tre metodiche impiegate nelle Forze Armate olandesi: basate, le prime due sulla esecuzione di una pre-vaccinazìone con vaccino ucciso o con un vaccino attenuato, la terza. sull'uso contemporaneo dì gammaglobuline specifiche:

A) Uso di vaccmo ucnso (formolato): inLracutanea di 0,2 m l. di \'accmo ucciso, tn ciascuno degli avambracci (o,4 mi. in rutto); 2) stesso trattamento dopo 6 settimane; 3) stesso dopo 10 settimane; 4) scarilicazìone dopo 2 settimane, con vaccino v1vo usuale. 1) ìnoculazìone

Il tr~ttamcnto pre,·cntivo, con un vaccino inattivato alla lormalinJ, ha lo 'copo di sensibilizzare l'organismo e di rcndcrlo allergico, in modo che l'innesto con la comune linfa trovi l'organismo già preparato a difendersi. In effetti, i so~:~:etti così tr;tttari ri'pondono al successivo innesto ''accinico con una reazione ;lccclcrata, come se già pos~edesscro u.na certa immunjrà o, come si c'prime En rcngut, una prc·immunità. Il vaccino in,lttivato alla formalina ~i ottiene dalla coltura su muco'·' lingualc di bue del virus. secondo Frenkd : esso viene quindi inattivato mediante l'aggiunta di formalina allo 0,03% e poi incubato per 3 ore a 37" e pa 18 ore a tnnpcrarura o rdinaria. J\llo scopo di aumentarne le capacità immuniz7.ami, si è pensato di :~dsorbirlo >u composti di alluminio: ne è rhultato un v;~ccino che, da ndo esso luogo alla formazione di bottoni dermici, non ha ancor.t trovato il \UO impiego 'ull'uomo (Driessen J. H .. 1<}64). Beunder~ c coli. (1<)6o) hanno tentato. sempre neii"Esemw olandese. l'impiego d• questo v.1ccino formolato nelle rivaccinazi oni. con r"uh.Hi che appaiono promettenti, anche <e il metodo richiede an cora numerose messe a punto.

B) Uso del vaccino P.D.N.:

I) scarìficazione con il vaccino P.D.:\1.; 2) scarìficazìone, dopo 6 mesi, con il vacctno vivente usuale. Il P.D.K. (Pos1huma , D~kki11g e Noordaa) è un ''accinl! per la cui prcpara:tionc coltur.i ~u te"uto embrion.~rio di pollo c quindi un solo passa~gio su membrana coriun -allantoidca Dckkmg e Van der Noordaa (1963) impiegano un virus vivente, ma poco p.1togeno, li ceppo Rivers, che, innestato, dà una normale reazione locale, <enza però reazione g<'llcralc. come ft·bbrc, cefalea. ecc. PO\ocro di proprietà antigene. esso conferisce una immunit~ lic,e e tli hrc,·e dura1.1.


1

37

Negli adulti , g li esiti positivi sono del roo% e, pertanto, c>so trova indi cazioni ncll.t vncci nazionc d'urgenz.a dci militari c del pcr\Onale ospcdaliero. Secondo gli autori obndesi, l'immunit:i che esso determina sarebbe paragonabile a quella di una prevaccmazionc.

C) Uso contemporaneo delle gam maglobuline specifiche: r) iniezione di 2 mi. di g.g. ~pecifiche;

2) scarificazione contemporanea con \'accino \'ivo usuale. L'uso contempor;mco a C'[UCIIo della lm fa vaccinica, delle gammaglobuline specifiche (ottenute,

cioè, da soggetti solo dJ poco vaccinati contro il vaiolo) crJ sta to prcconizz.ato fin dal 1947 da Bowdijk Basriaanse, onde creare nel primo vaccinato uno stato parziale d• difesa, intc•J come una minore recetrività al virus e, soprattutto. come una rmnorc disposizione alle complicanze post·\·acciniche. Questo concetto è: alla ba~<: del metodo adottato dalle FF. A.\. olandc>i, a seguito dt·i risultati f.tvorevoli, raccolti nel corso di una vasta e;p(:rienza d i mas;a eseguita ndl 'Escrci to e nell'Aeronautica di quel Pac;c c sulla quale rifcri"e W. Nanning (r91}2). L'c>pcrimcnto, durato qu;m cinque anni. ha imcr"sJto oltre 100.000 reclute, tutte pc:rfcrtamentc idonee al servizio militare ed .lccuratamentc 'dezionate per condiztom di salute, che, non e>\Cndo state mai vaccinate, vennero sottopo,tc alla prima \'accinazionc medi;\nte scarilica?.ionc con linta animale usuale dopo l 'inocula~.ione, in una metà di c~sc (53.6)0 individui). di 2 mi. di una soluzione al •6% dj g.g. specifiche. mentre che I'Jitra metà (53·044 m~gctri) riceveva 2 mi. di plaabo. Il gruppo trat tato dimostrò reaziom locali normali ed ebbe reazioni s:cncr.•li fl'hhrili, infcnuri del i-~ 0,0 J quelle che si registrarono nel gruppo non trattJW. I c.t" d• 1-.1'\' furono \Oio 3 fra coloro che avevano ricevuto le g.g. speci fiche, mentre che ne l gruppo non trattato furono ben 13 (• su r7.soo, contro r su 4.ooo).

Quest'ultima metodica è di\'enuta, dal r959. pratica corrente nelle FF. AA. olandesi: da allora, nct due anni successi\· i, su 30.000 primo-,·accinati si è avuto un solo caso di EPV. Il metodo garantirebbe una riduzione, nella frequenza della complicanza neu rologica, del 77" , . Nell'Esercito ~vizzero, negli anni 1(}6t-62, in relazione al pericolo del vaiuolo incombente sull'Europa, vennero \'accinati circa 7.000 uomini con il metodo olandese delle gammaglobuline, senza alcun incidente (Rcg::~mey, 196;)). Anche in Germania - dove, come si è visto, il pericolo della complicanza cnccf:Jlitica preoccupa non poco - si è alla ricerca di nuo\'e metodiche di vaccinazione. li colonnello medico finger ( r!J6<>). della Bundeswchr, è d'opinione che i militari che giun gono alle armi ~e nza avere mai in precedenza subita la v::Jccinniont: antivaiolo~a , dch bano essere in tempo di pace esonerati da tale pratica immunitari:~: per coloro, non mai vaccinati in precedenza, per i quali la vaccinazione si dovesse rendere indispensabile (per esempio, per invio in mis~ione all'estero), il Finger consiglia la sua esecuzione con le seguenti modalittl, invero non troppo semplici: A) - inoculazione sottocutanca di 0,7-1 ,o m l. di \'accino da corion-allantoide, atte nuato. Dopo 14 giorni, durante i quali il soggcno può prestare servizio; - scarificazione cutanea unica con linb vaccinica animale. Dodici giorni •li riposo a letto e somministrnione, 3 volte al giorno, di gr. 0,3 di dimetilaminofenazonc; regime il più po~sibile declorurato c po,·ero in albumina: oppure:

B)

mtezionc intramuscolare di 5 mi. di gamtmglobulinc specifiche; - subito dopo scarificazione unica con linfa 'accinica animale. Quattordici giorni di riposo a letto, regime declorurato e '>Om mini ~trazionc 3 \'Olte al dì di gr. 0>3 di dimctila minofcnazone. Fra i due metodi, il Finger nucnc preferibile il secondo. Anche se i risultati con le nuove metodiche surriportatc, sono tutt'altro che disprez zabili, bisogna ugualmente rico noscere che, nelbpplicazio ne pratica, esse appaiono, oltre che dispendiose, tali da appesantire notc\·olmentc l'organiiZazionc.


Come è ovvio, il problema della complicanza encefalitica in sede di vaccinazione all'et?-! militare, non dovrebbe porsi in quei Paesi nei quali la vaccinazione nella prim;~ infanzia, e succc~~ivamente all'età scolare, è resa obbligatoria per legge, specie se a ta k condi7ione si associa quella di una incidenn deii'EP\' nulla o del tutto imigmtlcanrc ed ì: questo il ca~o dell'Italia. Nono't~nte ciò, anche presso di noi il problema non può ne de,•e e»crc ignorato, in con,ttler.l zione che purtroppo. ~pccie dopo l'uluma guerra. si comincia .tnche in llah;l ad ,1bbondarc ndla con cessione di csenzion1 dJile vaccinazioni legali, corne anche commcta ad affcrmar~i nella populazion, civile un ceno ommt,mo cd una c~rt.1 leggerc7/J nei riguarcll del rischio - relativo all'infvinnc ecl alle sue po>sibilità dt importazione e della nw:ssità della difc>a che ne consegue. Di qut, la pos~i ­ hilità della presen1.a, nei conringt•nti che giungono :1l le armi. di un certo numero di soggcui, sfugg iti alle vaccinazion i di legge, e quindi in posizione di prima vaccinazione ad una età in cui il rischtn della complicanza encefalitica ha innq{abilmentc un certo pe'"· L'tdcnrificazione di coloro che ~ungono alle Jrmi senza a\'er mai precedentemente subna la vaccina7ionc, non è CO>.l facile, essendo, come e ov\IO, del ruuu ms1cura una d~<crim•nazionc hasata su l ricordo anamnestico dc• soggeui c sui segni cicalri:ziali di un precedente inne"o, c pcrci'ò qualunqut stima dell'entità di una tale aliquota di non m.1i vacci nati p~r ciascu n contingente, sarebbe da parte nostr,a del tutto arhuran.a. Riteniamo. però. che il numero, tra le reclutt·. di soggetti ma• vaccinati non po"a CS'crc che as'a ' relativo. Ci conforta J tale proposito. l'csperienn J i ulrre un ~olo di \'3CCinaz•oni nel no,tro Esercito , acqui~ita su eli una applica.:iont che ha intere~'-110 milioni di 'oggetti, in p;tcc d in guerra, e che c stata condona nelle con tingenl.c cptdcmiolog ichc le più diverse. In oltre un 'ccolo eli s1ori.1 vaccinale, infatti, il no>tro c'ercito ha do,·uto rcgiscran: ,olo un caso ben accen~to ui EP\'. decor'o con esito favorevole, illmtrato da B1.<gmi nel 19.16: m·,wn c,tso si è nt.lt ,·crificaw ndla nmtr.a M.trina Milit;~rc (Itri, '91'4)·

Così stando le co~c, nelle no~tre FF. AA. si procede alla vaccinazione di tutto l'in tero contingente di reclute che giunge alle armi, secondo lo vecchia tecnica delle scarificazioni e servendoci della comune linfa \ accinica animale; ci limitiamo - nei riguardi di quelle reclute, 'icure o wlo sospette di non a\·er mai subita in precedenza la vaccinazione (c non sono mai molte) - ad una più attenra valutazione per ciò che riguarda il momen[O in cui proceùere all'innesto (cvemuali controindicazioni, (ase epidemiologica di forme virali stagionali, ccc.). oltre che ac.l una più ~evera sorveglianza s:~nitaria durante l'evoh·ersi della risposta \ accinale. Come è nolo, .1 Mmiglianza dt 'lUJnto viene lauo anche in altri eserciti, k nostre r.-clutc, :lll'atto dcll'incorporamcnto, ~uhi;cono cont<·mporanc~nwnlc, nella s1c"a seduca, la nvaccinaziont• .lntivaiolo>a c la prim:l inoculaJ,ionc di vaccino .antitifo-parJtilo .lntitetanico. F' c1uesw u03 metodica introdotta nd nostro Eser.:uo fin dal •93ll, che trova le >uc rag10ni esclusi\Jrncme 10 moun dt politica 'anitaria e d1 più agevole organiu.1110nc; infaui, dc,·e essere prcoccupazionç cmtante di clu c prepostu all'organizzazione clct servizi d• vaccino-prnfilas~• in un.t cnllcnività mdn.tre, non ~olo <tuci!J di raggiungere il massimo dfctto immunitario nei 'nggcui, natur.dm~nte col rnin1mo danno per essi, ma anche quella di giungere a tali ri,ultari sonraentln il minor tcmtl<> pos, ibik all'3ddestramen to e, comuntJU<", ~1l l ' im· piego dd soldato. A chi volesse porre il problema ckll'opportunn:t n meno della simultan<"ità delle due vaccinazioni, si pU'Ò nspondere brevemente che, nel campo 'lxnmcnralr c pr.1uco, è staw ;accertato poter :lmmcttersi l'incon,mcnza di un.• Interferenza immunogena fra i due trJu.•mcmi; altrett.uHo, " nticne po,sa escluder'i un.1 inrl uenz., ,favorevole d.1 p.lrlt della t·omponcntc to,;ica dello st imolo haneri(o T1\B, quale fattore favorente l'insorgt'nza di complicanze cl•nichc di rilic,•o nell'cvolu7ionc della vaccinnionc anri· vaiolo;a. Una riprova di tutto ciò si ha anche nt•l f.mo che. nel corso di una c'pcrienza ormai Lrentennalc. non 'i è dovuto regi,trare incuknte alcuno.•tncht" di SCJN> rilic,·o. d1t" (o,se imputabile alla contemporancnà dei due inoculi; l'epickminlogia ci chrnmtra. intinc. che le due nccinnioni hanno dato ouim.1 prova delle loro c.lpJcità prntt·t tive.

Il buon esito di un;, \·accinazione dipende, innan7i tutto, dalb buona qualità del vaccino che viene adoperato.


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Il vaccino anti\'aioloso può genericamente definirsi come una sospensione, tn un mezzo appropriato, di virus vaccinico ad una concentrazione capace di infettare per via cutanea soggetti non immunizzati. La sua efficacia è quindi relativa alla sua capacità infettante al momento dell'uso e non quindi solamente al suo contenuto in virus al momento della produzione. Di qui, il problema essenziale della sua conservazione e del suo trasporto, dal momento della produzione a quello dell'impiego, perchè esso consen i una sufficiente attività, dalla quale dipenderà il buon esito della vaccinazione, condizionato quest'ultimo anche dalle modalità con le quali l'inn<::~to viene eseguito. Molti sono i ceppi di virus VJccinico. di cut oggi ~i dispone per b prcparJt.ione del vaccino anti · vaioloso; non tutti di origme notJ. quale più, quJie meno patogeno per l'uomu. le loro propnetà im munizzanti non sono lcg:1te :tll:l patogcnicità c. pertanto, ;,ono da preferire i ceppt meno patogeni, purchè dotati di sufficiente potere immunizzante. D:tlla qualità del ceppo adoperato, dipende anche IJ durata della immunità conferita dal vaccmo. Lo stato immunitario, che deriva da una vJcçmazionc - c quindi IJ bontà o meno del ceppo uu lizzata - sono garantiti. oltre che dallo stato di protcziune con[erito verso b malattia, dal fatto che il soggetto trattato dimmtrasi m<cnsibile all'mne,to dt un vaccino siwramente Jtt:ivo, c<cgmto a di · stanza di un anno o più dalla prima vaccmazione; sono da prcknre ceppi che soddisf~no a tale condi· ~ione c che, inoltre, si nvelano ncll'aninule da lahnr.atorio tra 1 meno ncurotropi c tra i meno cutaneo· nccrosanti. Poichè pass3ggi prolungati <' ripetuti di un ceppo, 'u culture Ji tc;;,uti o \U membrana conn-allan toidea, ne diminuiscono il potae immunizzanw, non vt'ngono adoperati per la produ'lione di vaccini ceppi che abbiano sub1to ptù dt cmquc passagg1. a partire dall'.mimalc o<pitc (ntello o montone).

li vaccino più adoperato è la linfa t'acànìca, pro"eniente da animali - quali i vitelli, le pecore, giovani bufalt (que~ti ultimi da preferire, per la loro maggiore resistenza e perchè non vanno soggeui alla tubercolosi), precedentemente innestati c riconosciuti sicuramente indenni, attra,·er~o la Yisita clinica, la quarantena, l'esame necroscopico o solo l'osservazione prolungata dopo la rnccolta del materiale vaccinico, da malattie tra smissibili all'uomo - ottenuta mediante raschiamento delle lesioni cutanee :~Ilo stato vescicobre, eseguito entro cinque giorni dali 'innesto: oltre t:1le periodo, infatti, si otter rebbe una sierosità m:~gari più abbondante, ma sempre di titolo inferiore, d'onde un vaccino meno efficiente. L'inne<to sull'animale e la succe~siva raccolta della linfa debbono essere eseguiti con la maggiore, possibile sterilità, onde diminuire al massimo il grado di contaminazione batterica del materiale raccolto, il quale viene quindi trattato in modi e con mezzi adeguati, allo scopo di diminuire il più possibile il contenuto in germi, pur conser vandogli il massimo di virulenza. L'indi spen~ahile, successivo controllo batteriologico dovrà renderei sicuri dell'assenza di qualunque anaerobio - specie del Clostri dium tetani. - e di determi nati aerohi p:aogeni. Onde diminu~rc •l >Uo contenuto batterico, !.1 polpa 'acctn1ca - proH.:nientc dal rascl11amcnto ddle lc;,ioni cutanee, provoc•He da un preceden te innr~to su ll '.tni malc prescclto - vi~ne sospesa, dopo tritu razione, in una soluz.iune di glicerina al 50°<, in acqua di~tillata <' quindi con,ervata a bassa temperatura per un t~mpo più o meno luogo: t matti, come tu thmo\tr~to d.1 Moncl..too-Capemann (189 t), la glicerina a bassa tempa.\lura, mentre ri;,pcua •l vi ru; vaccinico, agisce come blando di,infcuantc sulle forme vt'geraù,·c dei batteri. S1 otterrà una depu razione cccclkme, mantenendo la polpa glicerinata \otto lo o•' per Cl rea \t'l me't: ma, dn.tndo IJ temperatura \upra lo o·. si potranno ottenere soddi\facenti ri,ulrari anche 10 un mC><:. Il metodo alla glicerina è il più diffu,o. ma non c ceno il solo. Si sono proposti ed attuaù nume· rosi altri metO<h, basati sull'esscn1.a d1 g.trofann (Biaxall). sull .1cido knico, ;,ul formolo (Ramon), <ul· l'etere (Fornet), su sost,lnte co lora nti, ;ull,l pcnicillin,l, ecc. Secondo una tecnica impiegata al Listcr lnstitute di Elstrce, ;i preferisce trituran· la polpa ,•accinic;a con due p.trti di fenolo all' t %, incubando quindi a 22 • per 4s ore: ;,i agg1ungonu allor.l due parli di glicerina c si con-erva a - w•c: in tal modo, 13 concentrazione finale della ghcerina è circa del 40~ 0 e quella del fenolo dello Od%· Il fenolo non danneggia in misura .tpprcu.>bilc il ,·iru<: durante la con,t·rvazion<', si rc.tliz?.a una ulteriore riduzione clelia carica baucrica.


ll controllo batteriologico si esegue seminando su piastre di agar e dì agar sangue un em e. di una diluizione all' 1 °{, della linfa in esame; dopo 3-4 giorni di coltura a 37'. la conta delle colonie svìluppatesì, riportando il loro numero ad 1 eme. dì linfa, non dovrà denunciare, per un eme. dì questa, un contenuto dì più di 1.500 saprofitì svilup patisi su agar, e dì più dì 5.000 su agar-sangue. La linfa non dovrà contenere germi pa· togeni, in particolare stafilococchi e streptococchi piogeni; colture anaerobìe debbono dì mostrare l'assenza di qualunque anaerobio obbligato, specie del CloJtridium Utani. Un "accino batt~riologiumeotc puro è quello ouenuto da coltura del virus su membrana corio· dì embrion e di pollo. Ancora allo stadio sperimenta le, la produzione di un \'3ccino da colture di tessuti. do\'codo~i an· cora dimostrare una 'uJ sufficiente efficacia ed una sua maggiore innoeuità rì~pctto alla comune linf~ animale. Non si prendono 10 considera-tione upi di ''accino - proposta di volta in volta. ~mpre allo ~opo di ortencrc prodotti del toll o privi di g~·rmi accessori, c che la pratica non hn oanziooato - quali il ncurovacci no cii Levaditi e Marie (costituito da una emulsione glicerio:ita di cervello di coniglio morto per encefalite vaccinica, e non molto accreditato per il timore che un vi ru s ac!attato al cervello possa facilitare l'insorgenz:• di casi di encefalite) ed il testivaccino (cmu l;ione J< licerica di tessuto di testicolo di coniglio, sul quJk i: stato innestato e fatto wilupparc il \'irus). all~ntoidea

Oltre al controllo batteriologico, un vaccino, prima di e~sere immesso all'uso, de,·e essere sottoposto, fra gli altri, anche al controllo della sua attività. Questo si effettua su1 vitelli od anche sui conigli albini: nei primi, spalmando la linfa in esame su vaste zone del costato, ampie come il palmo della mano, scarificate con scarificatore a punte (dopo 5 giorni, un vaccino anivo avrà dato pustole confluenti o, se al limite di attività, solo scarse pustole isolate); nei secomlì, operando su superfici cutanee rasate a secco (e perciò, come scarifìcate), sulle quali si spalmano linfa pura e linfa diluita progre~sìvamente fino ad r su 20.000 (un vaccino attivo deve dare pustole confluenti almeno alla diluizione di a 1.000 e qualche pustola non confluente almeno ad 1 a 10.000). A tale proposito. il Primo Rapporto del Comitato di Esperti per il vaiolo dell'O.M.S. stabilisce che, per le primo-vaccinazioni, onde ottenere in prJtlca il 100% degli anecchimenti, l'attività del vac· cino saggiata ~u membrana corio-al lantoidea non deve essere inferiore a 5 x wH unit:ì infettanti. Per le rivaccinaziooi - e ciò, probabilmente. in rapporto con l'immunitÀ dci soggetti - «: ~i \'UO!c essere sicuri dì ottenerc un altrettanto suflìcicnté grado di protezione, è necessario strvi rsi d o vaccini assai più auivi (pi1a di 10~ unità infettanti per mi.). Da tlltto ciò con\Cgue anche che, allo scopo di s.oggiarc l'auivotà do un lotto eh \'accino, la primovaccinazione, pur essendo un test utile, anche se c~cguita '" molti soggetti, non dà ri su ltati >icuri ; a>>ai meglio, per il giudi7io di attività di un louo di vaccino, saggiarlo attr.avcrsu la rivaccinationc in un gran numero di soggetti.

L'attività, e quindi l'efficacia, deUa linfa \'acclntca è legata alla sua idonea conscrinfatti, si altera rapidamente se mantenuta a temperatura ambiente o esposta alla luce solare e la sua validità si esaurisce dopo 7 giorni di conservazione tra o· e 10·c, e dopo 24 ore a temperature maggiori. Per tali motivi, la linfa vaccinica deve essere consen·ata in refrigeranti, a temperature fra i -10 • e i -2o· c: in tal modo, essa si mantiene attiva per un anno. E' evidente che le condizioni anzidette vanno rispettate anche durante il trasporto. vazion~, dal momento della produzione a quello dell'impiego; essa,

A tale proposito, il Memorandum Ni\TO allegato allo Stanag 2057, prc>crivc: - la linfa vaccinica non sarà, di norma, conscr..-ata dalle unità, ma sarà richi~'ta fre,ca cd usata immediatamente. Qualora cib non foose pos~ibal e, non dovrà esservi piLI di un depo~ito di di'striuu· zione fra l 'istituto cne la produce ed il reparto che la impiega: - quando so ~·a costretti a conscn ~re: il vaccin<l prc~so i reparti, do,•rà sempre trattarsi di brevi periodi. La linfa verrà al lor:o conservata , non oltre i 14 giorni, in refrigeratore a temperature mai su-


periori ai JO"C, ciò che può ottenersi con un comune frigorifero dom <:!>tico, del quale quindi le in!cr· merie di corpo è necessario che siano dotate; - nei defX!siti la linfa vaccinica dnc c>sere comn,ata a temperature fra i - so • c i - 2o"C. In tal modo, la sua validità dura fino ad un anno; - per il trasporto, la linfa deve e;~ere impacchcltata in ghiaccio, a temperature comprese fr.1 o• e - 2o"C, ma non più ba\\t·. Giuma ,, destinazione, deve essere subito pMta in frigorifero a tcm perature fra i - 10" e i - 2o"C.

Il vaccino essiccato - per liolìlizzazione di una linfa, che si rimene in sospensione liquida al momento dell'uso - rappresenta, senza dubbio, un progresso considerevole, a causa della sua maggiore )tabilità. Esso, infaui, può essere mantenuto a temperatura ambiente per un mese nei climi tropicali c per 6 mesi nei climi temperati; alla tempera tura di un normale refrigeratore, rimane attivo per circa due anni e per almeno 5 anni ad una temperatura inferiore ai o"C. Una volta mescolato al solvente, il vaccino riassume, però, le ste))C caratteristiche di !abilità, proprie della linfa usuale. La preparazione di un moderno vaccino ,uuivaioloso liofilizznto comprende le seguenti fasi: - rasatura c pulizia ddLI regione di innesto (addome ad es.) dell'animale prescelto (vi tello, bufalo, montone. asino, agnello), precedentemente riconosciuto esente da mal a wc trasmissibili all'uomo: scarilicnione cutanea con scancatore muluplo: - innesto di " virus >cmtnte », prflveniente d,1 linfa di laboratorio conservata in soluzione gh· cerica; fasciatura steril e dell'addome dell'animale ; - dopo 4·5 g•orni, raccolta della polpa vaccinica c con>ervazionc fra - 20" e - 70"C. Orno· geneizzaziooe in soluzione tampone e centnfugazionc del bruto (ehminazaonc dei fns,tuli tissutali t' della maggior parte dci germ1 proenti); - mantenimento a + 20"C per qualche ora in ~olu:~:ione fcrwlata (aziont hattericida sui germi residui). Ccntrifu~tnione ad alta vdo:i tà (eliminazion e dd ienolo c di altre so;tanze solu bi li); - risospen~ionc del virus in soluzione tampone con peptonc (si assicura la totale consen·azione del prodotto durante la liofilizzazione). Centrifugazione a bassa velocità (elimanaz10ne degli agglomerati); - congelamento a - 7o•c, essiccamento sotto vuoto a temperatura progressivamente crescente fino a + :zo"C; - chiusura sotto vuoto delle ampolle cd immagazzinamento (a - 10•, - 20"C per so anni).

[ vaccini liquidi sono indicati nei Paesi temperati, che dispongono di una buona rete di comunicazioni e di installazioni frigorifere adeguate, anche se l'uso, pure in tali Paesi, di vaccini liofìlizzati consentirebbe eli ridurre il numero di stabilimenti produttori a pochi (purchè di livello produttivo complessivo sufficiente ai bisogni), dislocati in una stessa zona. Nei Paesi caldi e dalle comunicazioni non facili, dovrebbe darsi invece la preferenza ai vaccini liofilizzati, la cui stabilità consente di ovviare alle difficoltà del l'immagazzinamento e del trasporto. Il perdu rare in molti Paesi tropicali del vaiolo, nono;tame le vaccinazioni masssvc che vs vengono praticate:, è da attribuirsi infatti, in grantlh~ima parte, alla inadeguata conservazione del vaccino stesso (Franco R., Peloux Y c Viguelloux )., HPS>· Ddas c Roguer ( s!f.l). a propo,ito di una notevole epi· demia nel I'ord -Camcroun durat.l più di un anno tra il 1961 c il s!J62. attnbui<eono l'~~tcodersi ddl 'epidemia al vaccino adoper~to in un primo tempo, che, di proprietà soddi,[acentt al momento del l'invio, si dimo.u'Ò all'impiego con il grande num ero di reazioni negative, di scar:.a o nulla attività, a cau~ di un tra sporto e dell'immaganinam<:nto non adeguati. L'<·pidcmia l'e nne debell.na solo quan do si passò ad un altro vaccino.

E' evidente che, per gli usi militari, (; da preferire il vaccino liofì lizzato e ciò in con sidcrazione delle non poche difficoltà che si incontrano nel realizzare una catena del freddo continua ed efficiente, fra produzion~ ed impiego, attraverso i numero~i passaggi che questo transito già in tempo di pace comporta. Essendo costretti ad usare la comune Unfa vaccinica, sarà necessario curare al massimo la buona organizzazione della sua distribuzione alla periferia fino alla sua utilizzazione, ai livelli di temperatura anzidetti.


Per le truppe dislocate in Paesi caldi e nei cast 1n cui sia richiesto un lungo trasporto. non si potrà fare a meno di ricorrere al vaccino liofilizzato. Tutti gli eserciti dei Paesi nell'ambito della NATO impiegano la comune linla ,•accinica, ove si esçluda l'Esercito inglese, che usa il vaccino liofìlizz:lto.

Oltre che dall'attività del vaccino che si adopera, il buon esito di una vaccinaziom dipende anche dalla tecnica con la quale viene praticato l'innesto cutaneo: il quale JeH essere eseguito in maniera tale da provocare, con un minimo di reazione generale, un•t infezione localizzata, che lasci tlna cicatrice la più piccola possibile, ciò che si ottictK portando il materiale vaccinante a contatto con le cellule basali dell'epitelio c non p1ù profondamente. Il virus depositate> nel tes>uto celluL1re souocut.mco non ha, infdtti, un gran potere infettante. l vt:t souocuranea. percu\ '·iene da molu consigliata solo nei casi di pnmovaccmaztoni tardive, per il f:ttto cbc essa conferisce una Immunità r~lativa e eli breve durat:t, da rinforzare $uccessivamenre, a dtstanza di qualche seuimaua, mediante: una regolare vaccina'lione per \Carificazion c. Secondo Bergcr 1:' Punringam (1955), però, anche in tal modo non 'i c:scluder.·bbe il rischio della complicanza enccfah tica: essi, infatti, su 100.000 v.1ccinazioni eseguite m Amtria secondo tale merodica, hanno dovutn registrare ben 5 casi di EPV, cluc dei quali ad t:> i t o letale. La vaccinazione 1wr via souocutanea presenta il vantaggio di un decorso assai blando c quello di non lasciare cicatrici.

La sede tradizionale di innesto, in regione deltoidea (faccia esterna del terzo superiore del braccio, all'altezza dell'inserzione del deltoide), si è sempre più conferma t~l come la più idonea; per ovvie ragioni si dà la preferenza al braccio sinistro. E' opinione corrente che non sia necessaria alcuna preparazione o disinfezione della parte, che, :1 scopo di pulizia, sarà sufficiente venga semplicemente lavata ed asciugata. La ~~c~•~ puhzld meccanica, c~egu11a Mrofinando un po' vigormamenre, è inutile cd e'pone al n · ~chio di provocare quc·llc picr.olc abrasioni, sulle (]Uali potrchb~ro imp•anrarsi lesioni secondarie. E' cla sconsigJjar~ i l'uso di ~osrauze disinfettanti o solo ckrergenti c sgrass;lnti, come l'alcool, l'etere, l'acetone, che di,truggon<l il virus; nel caso che si volr"c far ricorso ad c~se, ,i do-rà sempre aspettare la loro evaporazione e che la cure sia di nuovo complet:unenrc- asciutta. prima di depo,itarvt la goccia di linfa e di proceckrc all'intw>I<J.

L'uM> di strumenti ad azione traumatizzante marcata, de,·e esser evitato, potendosi altrimenti ed usando una linfa vaccinica molto attiva, andare incontro a reazioni gravì; sarà sufficiente un grosso ago o un vacc inostilo bene appuntito, a scopo di sterilità flambato volta per \'Oita e lasciato raffreddare prima di ponarlo a contatto con la linfa. L'O.M.S., come anche il Memorandum NATO, raccomandano per l'innesto i due metodi della scarificazione unica c delle pre~>ioni multiple, eseguiti, entrambi, attraverso una goccia di vaccino precedentemente depo\ta sulla cute. Un'altra modalità che va affermando~i, è quella per "jet,,, con la quale, senendosi di una pistola ad alta pressione, è possibile far penetrare il vaccino nei primi strati cutanei: con tale metodica, si riesce ad ottenere alte percentuali di reazioni po\iti,e, pur impiegando quantità minime Ji \':lCCiflO.

La tecnica dt S<'ctrijìcazione unicu 'o'"igl iata wn>istc nd tracciare, attra,·er>o la goccia di \'accino, una sola scarificazione lineare, mediante \"accinosulo lunga un 6 m m.; la scarificazionc non deve es· <<..re troppo superficiale, nè troppo profondJ da s.tngUlnare, ma solo sufficienremcnte profonda tanto d.t produrre dopo qualche secondo un ceno 1-:"mi7.io. Nonostante che scarificazioni multiple inducano uno srato di pmlotone maggiore che non la sca· rificazione unica, quest'ultima viene comigliata e~'cndosi con,t.Hato che due o più scarificazioni dann;, luogo con maggior !requenza alle complicazioni cncefalirichc. Per tah motivi, b scarificazione unica


viene raccomandata per la prima vaccinazione, sia dci bambini che degli adulti, mentre che per la rivaccinazionc vengono con~igliate due scariticazioni, ciascuna lung.t all'incirca 3 mm., distanti l'una d.ùl'altra due centimetri c mezzo. Alcunt, in precedenz;~, a circa 3 cm. di distan.ta, u~Jno praticJre un'altr.l <3rificazione a scopo di controllo. Nella ucnica pt:r prusioni mul11plc eh Kravtt7., c.: opportuno ~<rvtrsi di un ago di calibro relativamente gros~o. che sarà tenuto parallelo o tangenziale .1! braccio, metto fra l'indie<' ed il medio ed il pollice sono, con il lato piatto dell'estremità appuntit.l rivolto 'erso il braccio \H·~so. La punta dell'ago viene allora pressata con movimenti decisi c ra.pidt, per un ceno numero dt volte e nello spazio di pochi secondi, sulla cute e passando attraverso la ):OCCta; con tale raptùo mo\lmento di va c vieni dell'ago, che si svolge in un piano perpendicolare all<t superficie cutanea, la punta non penetra nella cute, ma a ciascuna pressione l'elasticità della pelle spinge un po' dt epidermide contro la puma stessa, per modo che la linfa Jìni~ce per venire trasportat:t negli spa7.i mcnr, mpcrtici:l li dell'cpidcrmidc· stessa. Sono indicate, nello spnio di circa 10 secondi, una trentina di prc>>ioni per una rivaccinazione, mentre che 100 pressioni 'ono ,ufficienti per una primo vaccinazione. Se l'operaztone sarà stata eseguita correttamente, essa sarà dd tuuo indolort', non ci <arà la benchc mtnima tuoriu-cua di sangue ed •n poche ore non vi sarà più traccia del piccolo u.tum,t.

Che si esegua l'uno o l'altra metodica, non sarà necessario alcun bendaggio; sarà sufficiente far disseccare ali 'aria l'eccesso d i 'acc1no o rimuo\'erlo delicatamente con cotone. Nelle nostre Forze Armate, la metodica ~guira Ì! quella delle scarificazioni, per essere quella tradizionalmente in uso da sempre e nella quale quindi tutti i nostri medici sono esperti, dal che anche una sua maggiore uniformità di esecuzione. Per quanto nguarJa le Forze Armate dcgh ,\hrt PJesi dclk1 NATO. rtcordcremo che d.1nnn la preferenza all:t scarificazione unica, >ia in prima v.lrctn.lztone che in rtvaccinazwnc. il Belgio. la Francia, la Norvegi3 e la Turchia. 11 metodo delle sca ritìcnioni rnultipk ~ adottato, oltre che d.11l ' l1alia, dalla Danimarca, dalla RcpuiJhlica Fcdtrale TedcsGI, dalla Grecia c: daii'Oland.t. Quello delle pre"ioni multiple dal Regno Unito, dagli Stan Untti e dal P ortogallo. Nelle Forze ,\rmatc can:1dcsi, l.t prima vaccinazione viene c<egmta \CCondo il metodo delle pre<<ioni muhtplc. mentre che per le nvacctna7.toni è in uso quello delle scarthcuioni. Ncii'E>ercito sp.tgnolo. la vaccinJt.ione viene c-eguua con una sola scarificazionc, più una scarificazione di controllo. Spes~ l'insuccesso di una vaccinazione dipende soltanto dalla sua non corrett:J esecuzione, ed è per que~to che l'esecuzione di ,·accinazioni di massa, negli eserciti, andrebbe affìd:Jta ad équipes di medici specializzati in tale particolare pratica, così come oggi viene fatto nell'Esercito obnclese (Rcgamey, 1965).

All'inesperienza dei mtdici vaccinaton, un rap1~no di esperti U.S.A. ~ddehita gli imuccessi rcgistratisi fr.~ le truppe amertcanc, durante b. guerr;1 tn Corea. Ugualm~me, i 7' casi di vaiolo con 21 decessi, regimarisi fra le truppe olandesi durante l'ultima camp:~gnJ nelle Indrc, e ciò nono,t,tnte la precedente v~ccinazione, sa rebbero d~ attribuire alla non corretta csccuzwne di qttt"\t'ultim~ da parte di medici poco e'peni (Bcundcrs, r963; ci t. da Regamey).

La buona riuscita di una vaccinazione si misura attraverso la reazione cui essa dà luogo. L'innesto del vaccino determina, infalli, un processo locale, simile a quello del vaiuolo spontaneo, c fenomeni generali di varia entità. Una primo-vaccinazione può dirsi riuscita quando, a distanza di una settimana, dà luogo nei pun[O di innesto ad una \Cscicola jenncriana tipica: una riv:~ccinazione, quando, dopo 6-8 giorni, determina un:t lesione vcscicolare o pustolarc, o solo un nodulo netto e palpabile, où anche la formazione di un:l zona di infiammazione che circonda una lesione cutanea che può essere un'escara o un'ulcera.

n dccor~o dell'infe?.ionc vaccinica è, come quello della vaiolm.l, distinto in quattro periodi: incubazione, eruzione, marurazione, di1scccamento. Dopo un periodo di incubazione, l'eruzione vacci· 3- - M.


nica compare al terzo giorno con un arros,amcnto sui margina dclb .;carific.nionc (n~<~cula): va,.. •l quarto, quinto giorno, compare uno prominen7a (paprda) circondata da uno Hreuo nlnnc inliammJiu· rio. Questa, al <luinro, >csto giorno, >i trasforma in una vescicola, ripiena di un liquido tra<pan 111<' (linfa) cd ombclicata: al scuimo, ottavo giorno, la vescicola 'i converte in pustola. eh~ raggiungt d completo wiluppo all'undice,imn, dodicesimo giorno e qumdi rapidamente regreda.;cc cominciami. 1<l essiccana al centro. Al qumdicc"mo giorno. di norma. la pmtol.a i: già tra-'[nrmata an rrosta, eh~ (a<'c spontaneamente tra il ,-emesuno cd il vcnnscie,imo giorno. la'<-aJndo una cic,unc~ perm.lOcntc. La tcmpcrnrura corporea (j~bf>r~ t•accimc<J) "·guc un andamento tipico. con un periodo di int•uh' zione, un periodo iniziale ed un periodo di effervcS(cnza, che può raggiungere anche i 40•. La ft'hbr<. però, spesso può seguire un andamento anche diver~o c talora può perfino m;mc•1TC: c~sa non st·1nhra essere in rel.v.ionc con l'imen,it~ della reazione locale. L'andamento descritto puè. prt·scntare tn()(hficazioni: d'e,tatc pu'Ò essere atfrett:llO di 2-1--1~ ort, viceversa d 'inverno. In alcuni c:a,a. si hanno reazioni molto sear...:, specie in <ogs:eui poco robu<ti, in alrri, invece, S(nza came ben tktcrminabili. <i hanno talvolta rt'aLioni assai intcn,C', con riscnumrntt glandolare marcato, con fehhre dcvata, che: farcblxro sospettare complica:>ioni da alare infcziona (t·n· sipela), m.1 cht• invece sono tb attribuirsi all'azionc ~tessa del 'iru' vaccinico (rea:::toll~ 'pcrcrgtc.t).

Le re:l7ioni, locale c generale, che ..cguono all'innc~to, ci dicono che il vaccino è un.1 infezione generalizzata, come lo prova il reperto del 'iru' nel sangue, durante l'e,·olwr'i delia reazione stessa. La ~tessa angina Yaccinica, che non di rado si osserva, più che un complicazione è in realtà una reazione di eliminazione del virus, che f requcmcmentt. è dimostrabile nelle secrezioni faringee. Dal punto di vist:J immunologico, l:t compartecip:t7ione di tullo l'organismo alb reazione vaccinica è provato dal fatto che esso, dopo la pustolizzazionc delb \C<ctcola. non reagisce pilt, neppure localmente, gtà a partire dall'8 -w· giorno dall'innesto, 1 innesti successh·i di linfa \'accinica. L'organismo rcagi,ce, invece, ad un nuo"o inne'to (rivaccinazione) praticato a distanza di un ceno tempo, mesi od anni, dal primo, con una reazione, però, in confronto della prima, accelerata cd auenuata tanto più, quanto mi nore è l'intervallo di tempo che intercede fra i due innesti. Tutto questo non può spi<'garsi che ammettendo hl produzione nell'organismo, subiw dopo il primo innesto, dt uno stato immunitario che permane per un certo tempo e che in o;egutto si \'a afficvo lendo fino a ~comparire del tutto: d'onde la conclmionc che l'immunità indotta dalla vaccinazione antivaiolosa non dura tutta la vita, come ritenevano Jenner ed i primi vaccinatori, mo che duri invece mollo meno, all'incircJ, in media, un sette anni, il che rende inclispensabiJe la rivaccinazione dei soggetti. L'intcn,itj della rcazionr .ad una n,·accan.11ione è, in altre p.uok, inversam~ntc propnr:.:ionale alla riserva anticorpale del soggetto c direttamente proporzionai~ al tempo trascor<o d.1lla precedente va,·ci nazione: rispcll<> a quest'ultima, tanto più accdcrata ed anmuata. <1uamo piiì il 'ccondo innesto è vicino al primo. In ceni ca,i, ,j ha una rcationc atfrcttaw. cnn arca molto estesa cd intensa c manifc· stazion i generali considerevoli, ,. ciò si o"rrva negli adulai rivaccinati molti anni dopo la prima vacei· nazione (reuionc ipcrcsgic<t di von Pirquea). In genere, pesò. per un:t ri,·accinazionc che avv<'nga entro i 6·7 anni da una precedente \'accinazione - cd c questo il c;~ro delle reclute b rea?ionc c qu."i priva da art·.a, ;Htenuata nell'antensità. paù n meno aborti,·a nella sua evoluzione. Come tempi. e"a è: precoce ed accelerata: la p•tpub appare complcaamenre format.t .al secondo giorno, Iii vescicola al trrzn c la pustola al qumto, con 1.1 crmta in senim.• ganrn.ua. che 'i elimina nell'ottava. La rea7.ionc gener.•lc è lieve o addirittura assente.

Reazioni così nette sono pro,·a deUa moltiplicazione del ''irus e quindi della comparsa dello stato immunitario. Reazioni di minore intensità debbono essere considerate come « dubbie >> e possono essere espressione, o dell'esistenza di una perdurante immu· nità a grado tale da ostacolare la moltiplicazione del virus, o di una risposta allergica ;1,! un vaccino inattivo, o, infine, di una tecnica di esecuzione poco corretta. Non essendo possibile attribuire con sicurezza rali reazioni poco nette acl un perdurante, sufficiente stato immunitario, si rende necessario, nel dubbio, ripetere l'innesto una ed anche due volte.


T ra gli inconvenienti nella vaccinazione, derivanti direttamente dall'innesto, ricor· deremo, oltre l'encefalite post-vaccinica, il vaccino secondario c quello generalizzato. Il primo consiste nella formazione di pustole vacciniche per tra~porto meccanico del virus su altre parti del corpo, su le~ioni da grattamento prodouc dal paziente stesso con le unghie: a tale proposito, si ricordino le cheratiti vacciniche, che guarendo lasciano vasti e gravi leucomi, causa di cecità. 11 vaccino generalizzato, rarissimo per fortuna, consiste in una eruzione pustolosa estesa a gr<Jn parte della superficie corporea, per disseminaz ione cutanea del virus presente nel sangue. Ambedue queste complicanze non hanno dato mai esito letale (Ouolcnghi). Nel vaccino gencrali7.7.:lto hanno dato buona prova le gammaglobuline antivaccino umane ed alcuni chemioterapici.

Per ciò che riguarda le controindicazioni alla vaccinaziont, la ptu importante ,. rappresentata dall'eczema, che fa e~ludere dalla \ accinazione sta chi ne è affetto, sia coloro che con costui vimno in stretto contatto (possibilità di innesto accidentale). La vaccinazione è ugualmente controindicata dagli stati di malattia in genere, nei leucemici, in coloro che presentano una manife~ta deficienza di capacità immunitarie, negli affetti da forme cutanee (herpes) ed ocul::tri acute, nei convalescenti di rosolia, penosse, ecc. c in coloro che hanno avuto di recente contatti con mal:tti ùi tali forme infettive. T utti questi casi rappresentano una rhsoluta controindicazione ::~Ila vaccinazione di rou ti ne: la vaccinazione, però, qu::~lora indispem::~bile. potd cs<;crc eseguita ricorrendo alb protc7ione conferita da un preliminare trattamento con gamm::tglobuline o con un adatto chemioprofilattico. sempre che non ~i possa rim·iare a p,uarigione a' \enuta o, comun que, a correzione degli stati morbo'i anzidetti.

••• Sulla base Jei concetti finora c~posti, passando a considerare quanto viene fano nelle nostre Forze Armate, ricorderemo che alla vaccinazione ::tntivaiolosa vengono ~ottoposte tutte, indistintamente, le n:clutc, all'atto del loro i11corporamento. Com e 'i è a,·uto occasione di dire, non rittni,tmo che debba ecces,iv;uncntc prcoccuparci quell'aliquota eli rcclutt> che c:iungono alle armi 'ent.• ,1vcrc mai precedentcmcmc 'uhi1.1 la vacein:tzione, per le qu:tli quindi il ri..chio della complicJnza W<"cfalitlca non può ncgarsi abbi.t una certa consistenza. In un Pae'<: come il no;tro. nel quale 1.1 \",lccm.uinnc è resa obblig.ttoria per legge all'età neonatale ed una prima "''<lccinanone all'età <eol<lrc. è <1.1 ritenere, infatti, che l'aliquut;l in p.trola non possa essere che molto ba~sa (neli 'E~crciro sp.1gnolo. d1 un !'.Ic,c, cioè. nel qu.1le (;l \JcciO;liÌone è obbligatoria, tale aliquota, ~ccondo Rndriguez c S:tndin Santo>: (1965), si :tggircrcbbc intorno .ipj>cn:t all't%)· Data l'impo~;ihilatà di una discrimtnaztone ;uttìocntemente sena. ncll.1 ma~sa, di tali soggetti, b~S:lta sul ricordo anamnestico o SCJ:ln' th un precedente inm·sto - com11lt'rJta la piena opporruOità per il MIO signitìrato difensivo rlcl la vaccinazione fra i militari, nonch~: l' tntità im•cro assai lieve del ri,chio della complicanza encdalitic.l nel no~tro J>acse (nelle no>trt forze armate, in rutta la loro storia, ~ol o un caso se ne è registrato ncii'Escrctt()) - reputiamo più opportuno procedere alla vaccinazione di tutte, indistintamente, le reclute, !imitandoci ad una più attenta sorveglianza di coloro che riuo;cissimo ad identificare come mai vacein.111 in prcccclcnz~. D'altro canto, le metodiche cautelative in uso presso :tltri eserciti, ci scmbr.mo ntll':lJ'plicaztOnc pratica troppo bborio'c ' di;pcndiose ed, inoltre, ad effetto piuttosto modc,to.

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D alla vaccinazione ,·engono e~luse solo quelle reclute affette da ~tati febbrili e da malesseri, che possono nascondere l'incubazione di malattie infetti,·e o, comunque, essere premonitori di stati morbosi; per tali soggetti, la vaccinazione viene rinviata a dopo la risoluzione delle condizioni lamentate e riscontrate.


Gli Mati tubercol.tri - di cui (a tanto con to il Finger (1960), a proposito della vaccinazione ami vaiolosn nella Bu nde~wchr - non ci preoccupano, dato che le nostre reclute, dd tuno recentemente prima dcll'incorporamcnto, hanno subito, tutte ind istintamente, gli accertamenti schermogralici di ma <a in sede di selezione, cd alcune anche accerumcnri clinici, di laboratorio e radiografici in sede ''l osservazione, presso 1 reparti di accertamenti tbc degli ospedali militari. Witkowski C e Lipnicki B. (1964) - sull'esperienza di vaccinnioni e>ql"uite, nel corso di un'ept demia di vaiolo, in sz milirari affeu i tla forme varie di tubercolosi auiva - ritengono che la vaccin.1 zione antivaiolosa non sia causa di .tggrav:unento di proce:;loi tubercolari in m.tlati sotto trattamento antt biotico; per tale moÙ\"O, essi con~igli.mo, in occ.1,ionc di vaccinn1oni antivaiolose, l'uso d1 antibion, anche in casi di tbc polmonare atti\a, riconosciuti come guariti.

La vaccinazione è prescritta anche per tutte le p<:rsone che, per qualsiasi moti\'u, alloggino nelle caserme. In caso di insuccesso, la vaccinazione viene ripetuta dopo due seuimane. Ncll.t maggior p<trtc degli Eserciti KATO, la vaccinazione viene ripetuta in caso eli r'ito neganvn. dopo 8 giorni, ove si escludano, con il nostro, l'Esercito da nese (15 giorni), l'Esercito olandese C~ settimane) c quello turco (che ripete la vnccina7.ionc entro i due mesi. m.t mai entro i primi 20 )!iurni). Tali dilicren1e o;ono da attribuire ai c.tlcndari delle v.1ceinazinni, 'cguiti dai rli\'crsi Paesi in rdaziune alle ,-arie immunizzaziom in ciascuno praticate ed ;lllc conseguenti csi~o:cnze (nell'Esercito U.S.A .• ad esem· pio. oltre: a quella ami,•aiolosa. \Tn!!ono e<;eguitc ben altre otto vaccinazioni, tutte di routim·).

Nella nostra regolamentaz ione, ri\'::tccinazioni ~ono prescriLLe nel caso di necessità profilauiche, come presenza di casi di \'aiuolo, minacce di epidemie, ccc.. ed ogni qual \"Oita militari isolati o reparti debbano spostarsi fuori del territorio nazionale, in Paesi o territori per i quali le norme iruernazion:rli prescrivono il richiamo dello slato immuni tario. Onde adeguarsi alle pr~rizion1 del Memorandum 1'.\TO. si renderebbe neussaria anche: da parte nostra, per il nostro personale milnare, l'esecuzione della ri\'accinnionc rcgnbrmcme ogn• 3 anni. Tale prescrizione viene osservata da quasi tutti gli berci li ~ATO, ove si c~ludano, con noi, il Rclgio c la Rcrubblica Federa le Tedesca, che b ri,•accinazione pratic:ulO, rispettivamente, ogni '5 e ogni 6 anni. il :-.ll'rnorandum pn'scrivc altresì che la rivaccinazionc è obbliftatoria per i militari c le loro famiglie prima del trasferimento in altri Pae>i, sempre che l'ultima vaccinazione non sia inter,·enuta da meno di 3 anni: che, a decisione delle autorità sanitarie :-.1ATO, la rivaccinnione può C'5Crc pre· scritta pu le truppe in c.l~o di epidemia o <.olt.tnto in presenz.t di casi di v.liolo.

Per la vaccinazione, noi adoperiamo la comune linfa animale in sospensione idroglicerica, in tubetti meLallici o di vetro giallo (per presen·arla dall'azione della luce) ed asso lutamente neutro (tracce di soda attenuerebbero il virus). La \accinazione viene eseguita presso i reparti. che, intermediarie le farmacie degli ospedali militari, ricevo no il vaccino dagli Istituti Vaccinogeni produttori, controllati dallo SLato. li \•ace ino deve arrivare ai re pani all'immediata vigiliJ delle operazioni di \'.tccinazione ed essere conservato fino al momento del suo impiego, in frigoriferi che realizzino le temperature volute. A tale proposito, sa rebbe quindi consigliabile che i cor pi ricevessero direttamente il V:lccino dagli istiruti pro· duttori o, quanto meno, che il vaccino non venisse tranenuto prt>'O le farmacie degli ospedJii, le quah dovrebbero, a tal riguardo, limitar\\ ad un suo smi,tamento quanto mai rapido. Date le difficoltà di eonscrnz1one c di tra~porto del comune vaccino ed il peso che questo com· porta dal punto di vista organizzuiflne, è da au,picm: l"introduzione anche da noi dell'uso del ,-ac· cino liolilizzato, specie in condizioni di guerra c, comunque, di emergenza.

L'innesto \"acctmco viene eseguito secondo il metodo delle scarificazioni, nella re gione deltoidea del braccio sinistro. Vengono praticale scarificazioni multiple, due o tre a distanza di qualche centimetro. L 'eccesso di linfa viene fatto essiccare all'aria e non viene praticato alcun be ndaggio.


Contro il metodo delle scanhcaziont multiple, tht• non ha m•ti dato luogo prc~~ di noi ad inconveniente olcu no, molti obbicnano che c5~e inducono 1 n~gg iori proh,thi lità di complicanze encefalitiche. :\ costoro ~i potrebbe rispondere che, nd caso d i militari, tran.llld<"i di riYacci n.tzioni e non di primovaccirulzioni, tale ri~hio deve intendcr~i ridotto al minimo. Riteniamo, pertanto, acceuabile 1l metodo delle -cariJicazioni multiple, limit.llc però '' due. che vorremmo della lunghcu•l th 3 mm. nrca ciascun.\, pr.lllcatc ad un.t dist.:mza di due centimetri c mezzo circa, ;econdo la tecnica consigliata d.tii'O.~LS .: ,._. mai, la ,,,lrthcaz tonc unic.1 potrebbe essere prescclra per quelle reclute, per le quali (o"e stato acr<·rtato trova r, ; l"C m pmi;.ionc di primo vaccinazione. In tutti i ca,i, una ''"riticazivnc 'upplcmclll;tr.... in bianco, pot rebbe c"rrc· r'e,quita, a scopo di controllo.

Contemporaneamente alla Yaccinazione antivaiolo~a, ' iene eseguita nelle no,tre reclute la prima inoculnione di vaccino TAHTe. Dopo la yaccinazionc le reclute \'engono e~one rate dal ~en·tzto c tenute a ripo'o per 48 ore. Un duplice controllo, allo -,copo di rile\'are l'esito in ciascun soggetto tlell:t ~ubira vaccina7.ione, Yiene c~cguito, ri~pc ttivamentc, in quarta cd in ott:l\·a giornata. Il primo ci dà, col maggior numero di probabilità, b possibilità di cogliere le reazioni vnccinichc precoci cd attenuate, proprie delh rivaccin:t7ione, e ci con'lt:nre, inoltre, di indi"iduare e quindi di seguire con maggtore attenzione quei cast di reazione particolarmente violenta o che promette tli diventare tale (primo \accinati). 11 controllo c~eguito in olt:t\'a giorn:lta ci consente, poi, di a ~s ic urarci dell'ulteriore, normale evoluzione delle lesioni e di individuare, sia pure, ormai a soli fini 'tatistici, i soggetti per i quali l'innc,to subito ha rappresentato una prima \'accinazionc. lo una rivaccina1iunr di massa, qttJic è quella che 'i pra r i~a nelle collettiv ità milita n , " rende necessario, una volta t'\t'guita. di controllarne i risu lt.Jti individuali. A tale scopo, conosn·ndo l'cvolu· .<~ione mor(ologica dclb reao<~ione nccinica, diversa come cntu:, c: come tt·mpi nei rivacnnati c ne1 primo-vaccinati. è nccc ·>:lrio stabilire 1l momento o i momcnu c'arti, ai qualt c pi1'1 opportuno pr.lticart· il controllo deiiJ collettività vaccinata. A tale riguardo, riportiamo il calcnu.mn di Pan'h (191i2), di generale accctt.l/tnnr:, che ti"·' i ternpt di evolu zione della rcnionc vacctnalc. c in pri m,t vacci nazione , c in rj,·accinuin n<':

Vacet nazione prirn.1r1.1: Rivnccinazionc :

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Trascurando le re.lztoni irnmtdi.ltC, di significato Jllergico, più chr immunit.tno - che si svolgono assai rap1damcntc con la formazione. gi~ in prim3 giornata, ddl.t J'dflllla che, <.<·n;a divcntart' vt'<cicola. scompare del tutto g1à tn terza giorn.ltd - risult.l allora evidente chl'. in una vaccinazione di massa, quale quella militare ncl l,, quale st conta anche una sta pu re piccol.1 .tliquota di 'o~getti mai in precedenza vaccinati, è ind icato esegui re du e controlli, rome s1 è detto, in 'luarta ctl 1n ottava giornata.

Viene definita po~itiva, nei rivaccinati, quella reazione che, in quarta giornata dall'innesto, dimostra la presenza di una papula o di una 'escicola. o tli una pustola, o di una zona eritematosa che circonda una lesione centrale (ulcera o escara), o soiLanto di una zona cli inlìltrnz.ione netta c palpabile (la reazione, infatti, può essere più o meno ritardata e più o meno attenuata); nei primo vaccinati, quella reat.ione che, ad una settimana dall'innesto, evidenzia almeno una \Cscicola jenneriana. Definiamo « equiYoche' o <c dubbie >> quelle reazioni caratterizzate da manifestazioni di verse da quelle su elencate per la risposta positiva. Controlli bene esegmu ci consentono, olu-e tutto, - in ba,<' al numero delle reazioni dd tipo primario registrate (ra le reclute di un contingente - una ,·alut;t71onc, >ta pure .1pprmsimativa, circa il reale stato immuoitari r> del la popobztonc civil e (H ah,).


Grazie alla qualittt del nostro vaccino, alla cura che viene posta nella sua consen·azione e nel trasporto ed alla tecnica da noi seguita, i risultati positi\ i delle vaccinaziom nel nostro Esercito raggi ungono la perccmuale assai soddisfncente lìn del 95% (Bruni). Nei giorni che seguono alla vaccinazione, le reclute vengono sottoposte ad un:1 par ricolare, \'igile sorveglianza sanitaria. I risultati delle vaccinazioni, a qu~llunque titolo praticate, vengono riportati in un apposito registro, allo scopo eli poter eseguire gli opportuni controlli in ca~ di minaccia di epidemia. E~~i vengono pure trascritti sui documenti personali dei miltt::~ri, insieme alla data sotto 1:1 quale è stato praticato l'innesto. Il

~lrmorandum 1'\ \TO

preci'·' quali d"hbono t·"rre le .tnnotaztoni da fare, con le rclati' c abbre·

vi.1zlon1:

Prima \'<tccinazione po,iuva: P.\'. Pos. Rivaccin.llione posi riva: R.\'. Pm. Prima vaccina7innc neg~uva: P. V. 'Jeg. Ri,·accinuionc ncgari'~: R. V. Ncg. Sui documcmi personJit e su quelli 'anuari, d oHanno c"erc re):i,t rari, con i ri,ultati, anche la cbta dell'innesto cd il tipo clel v;1ccino adoperato. Nel ca~o di annotnioni cb fare su ccnitic~ti intcrna/.ionali (per mditari ch1· debbono reca.rsi in altrt Parsi), lo stesso Memor,mdum precisa ancora che. mentre rxr le primo-\accinallnni de\'l'\i sempre >pe· CtiÌca.re l'c,ito, per 1<: riv,ICet Odl:iom " ,uffictt·mc l' annornione relau,·a alla dft·nuata pratica immumtarin. Su detti ccnificJtì tnranazion:lh non <' consentito l'l'"' di ,,bhr<'"·'zioni.

• • A conclusione di questa espostztone che ha voluco essere ~oltanto una messa a punto delle principali questioni inerenti alb vaccinazione antivaiolosa - non sarà mai abbastanza insiHere ;ull'opponunità, anzi sulla neces~ità, dell'applicazione la più integrale c la più ~evera fra le masse, di questa importame pratica profilattica: il cui ~igni­ ficato esorbita dai singoli, per ime~ure gli interessi vitali di tutta la collettività, a qualunque livello. 11 '·aiolo, ancora in gran parte indisturbato nei suoi focolai endemici, è ;empre all'agguato, pronto ::1 sconfinare e acl invadere Paesi e continenti, già liberatisi eia esso - e grazie proprio alla vaccinazione jennerian::~ - nell'ultimo secolo. Sono suoi complici i rapidi mezzi di comunicazione dci moderni trasporti internazionali, che, collegando i Pae;i più lontani in tempi assai brevi, di gran lunga inferiori al limite più basso del periodo di mcubazione della malattia, rendono po~sibile l'ingresso in Paesi indenni dì persone infette ed infettanti, riconoscibili per m::~nife;tazioni cliniche solo dopo molti giorni, durante i quali a\ r:mno abbondantemente sparso intorno ::1 sè il temibile \·irus. Siffatte possibilità acquistano particolare significato per un Paese, quale l'Italia, crocicchio geografico per il traffico aereo internn.ionalc proveniente dai due continenti cpidemiologicamente più pericolosi, clcll'.-\sia e dell'Africa. i'\on si può essere d'accordo, pertanto, con coloro che non accettano la vaccinazione obbligatoria, dando tutta la loro fiducia alle comuni norme generali di prolìlassi, in condizioni epidemiologiche fa,·orc\·oli per a~sen73 di c:t>i. Le vaccinazioni di massa che, ad un primo concreto allarme, \'Cngono decretate ed eseguite dove non esiste l'obbligo della pratica vaccin:Jle - oltre, t:llvolta, a non raggiungere pienamente lo scopo che si prefiggono. nella gara spesso impari tra l'infezione subdolamente dilagante e lo >tabilir\i delle difese immunitarie in una v:.Hta collettività - vogliono l'immediata realizzazione di una complessa organizzazione, tra l'altro a~~ni costosa, ed una rispondenza delle masse, che presuppone, oltre tutto, una coscienza igienica che neppure i Paesi più civili possono onestamente vantare. La vaccinnione nntivaiolosa obbligatoria nella prima infan7.ia e le succe~si\·e rivaccinazioni restano, pertanto, a nostro parere - non trascurando, naturalmente, lutte le ::~ltre misure eli profi!::J,si generale ed, in particolare, quelle relative ai traffici internazionali - il mez7o più sicuro, di cui oggi si disponga, di difesa


per qualunque collettività di una nazione, di un continente: la cui efficacia, come e ovvio, è condizionata dalla 'eria ed integrale applicazione pratica della legge che l'obbligo impone, resa, inoltre, più ~e,era da una 'aggia ed oculata limitazione delle esenzioni da tale obbligatorict~t. TI problema del vaiuolo resterà, per tutti i Paesi. prohlema grave et! <lttuale 1-inchè esisterà un focolaio endemico. dal quale pos~a spriuarc la scintilla tli incendi epidemici, che non cono~cono certo frontiere; di qui, la necessità tldht massima collaborazione fra le amministrazioni sanitarie di tutti 1 Paesi, specie allo scopo di agevolare la realizzazione di quei programmi di erad icazione tld vaiuolo, di cui si (: resa promotricc c coord in,ttrice l'Organizzazione mondiale della sanità. La vaMità di programmi del genere, che, in atto da alcuni anni, hanno gi:1 dato in molti Pae~i. 'pccie del Sud-.\menca, risult:lli quanto mai confortanti, 'i può tlcsumere dagli impegni finanzian che essi comport:lllo. E' del tulto recente la n<llizia delle decisioni prese a Cinevra d:1li'Assemhlea mondi:1le dell'O .M.S., circa il programma di una campagna di eradicazione del ,·aiuolo, che avrà inizio nel 1c;67 e che durerà dieci anni, con una spesa pari a 180 milioni d t dollari; nel corso del primo anno, verranno vaccinate ben 220 milioni tli persone in tutti <luci Paesi nei quali la malattia ~ ancora allo ~lato endemico. Per ciò che concerne le colletti,ità militari, la ,-accinazione anti,·aiolosa rappre-ema una necessità più che sentita in tutti gli e..crc1ti. tanto vero che 111 tutti, mc si e~cluda l'Esercito svizz.cro, essa viene eseguita su tutte le reclute all'arto dd loro incorporamento. Infatti, date le larghe po,sihilit3 per rutti i Paesi d'importa7ione del virus dai suoi focol ai endemici, il rischio tli un 'infezione che si insinui tra le maglie deii:J comune di fesa profilattica di un e'erc1to, la più integrale c la più rigorma che si voglia, emte mdubbiamcnre c non p uò essere sottovalutato. Il carattere di stretta collettiviù degli eserciti renderebbe allora quanto mai facile, in assenza della vaccinazione all'inizio del scr,·izio, il dilagare epitlemico dell'infezione fra le truppe, e ciò anche in quei Paesi nei quali la vaccinazione antl\aiolosa l: imposta come obbligatoria, data l'età uniforme de gli :tpp:utenenti alla colktti,·ità militare, che, per essere lontana di no n pochi anni dall'ultimo innesto, quello dell'età scolare, disposto dalla legge, ne fa dei soggetti del tutto sprovvisti o solo insufficicntememc pronisti di difesa immumtaria. D'altro canto, gli eserciti sono [atti per la guerra e si sa come cd in che misura tale fenomeno aumen ti le pmsibilirà per le in fezioni in genere, e S[H:cie per un'infezione tanto contagiosa quale il 'aiuolo, di insinuarsi fra le truppe c di mictervi le proprie vittime. Ciò non foss'altro che per l'ine,·itabile rallentamento delle norme di profilassi generale ed internazionale che, già insufficienti allo scopo in tempo di pace, lo sarebbero ancor più in tempo di guerra O\'C non ~i vogliano considerare le grandi probabilità, per una guerra futura, che molti eserciti vengano chi:unati a combattere fuori del territorio nazionale c su fronti anche lontani, in Paesi i più s\·ariati ed anche 1n altri continen ti, dove l'infezione magari è prc,ente al lo stato endemico. Sono questi i motivi principali pc:r i quali tutti gl i eserciti accettano c praticano la ,·accina7ione antivaiolosa all'arri,·o delle reclute. fin dal tempo di pace. Essa, risvegliando nei gio,·ani al momento del ~ernzio milir:lre un immunit~t sopita, comribuiscc, oltre tutto, al miglioramento dello stato di d i fes~1 specifica \'C rso il vaiuolo tli tutta la popob 7ione civile. TI rischio della gra\e complicanza rapprc,entara d:tll'EPV. può e. a nostro parere, deve essere accenato. Anzitutto, pcrchè minimo in molti Paesi, tino a potcrsi considc rare, per alcuni tli essi come l'Italia e la Francia, pressochè inesistente: sia perchè, per quei Paesi nei qu:~li il rischio in parola rive\tC una certa, innegabile consistenza. esistono oggi metodi e tecniche che lo riducono al minimo, metodi che, se anche di applicazione pratica laboriosa c dispendiosa, vale la pe11:1 d1 atlottarc. dinanzi al rischio lx:n più grande dell 'infezione, con le ~ue conseguenze, in una collettività militare da considerarsi sempre gra,·issime.


1)0

RIAssUNTO. - Vengono poste in evidenza la somma utilità e la grande importan7 della vaccinazione antivaiolosa e delle rivaceinazioni successi,e, agli cffctù della dife, delle colleuività umane, dinanzi al gra,·e pericolo che ancor oggi il vaiuolo rappresent. per tutti i Paesi, compresi quelli che dal vaiuolo si sono liberati da clecennì, c ciò in considerazione dci numero~i focolai endemici tuttora esistenti e del pericolo delle in portazioni del virus, oggi più che mai da tener presente grazie alla facilità e rapida.• delle comunicazioni. Viene ribadita l'impre.\cindibilità della vaccinazione nelle colletti vità militari, da praticarsi fin dal tempo di pace ed all'incorporamento delle reclute, in considerazione del suo significato nel particolare ambiente e dell'efficacia indi\cutibik comprovata dall'andamento dell'epidemiologia militare, di pnce e di guerra, dci v~trl eserciti e nell'ultimo secolo. Viene illustrata c discu~sa l'entità del nschio, rnppresentato dalla possibilità della tcmibile compl icanza encefnlitica, al lume anche delle più recenti acquisizioni in tema specialmente di metodi c tecniche dì vaccinazione. Sempre nglì effetti milit~tri, vien<; trattato dei vari tipi di vaccino. delle questioni inerenti alla loro conservazione e distribu?ione, dci metodi e delle tecniche di esecu?ione, degli inconvenienti c degli esiti delle vaccinazioni, del rilievo dì questi ultimi e delle registrazioni. RÉsu~d. -La grande utilité et ìmportaJ1Ce de la vaccination anti-\ariolique et dcs révaccinations sont miscs en évidencc, au but dc la défence cles collectivités humaines contrc le sérieux dangcr, quc la variolc encorc aujourd'hui reprcsente pour tous Ics Pays, mcme pour ceux qui s'en sont débarassés dcpuis beaucoup d'années. En effets de nombreux foyers endémìcs toujours cxhtent et le dangcr d'importation dc virus est maìntenant plus grand à cause de la facilité et rapidité cles communications. La neccssité dc la vaccination dans Ics collcctivités militaircs, à pratiyuer dès le temps de paix et au moment du récrutcment, est confirmée. L'importancc et l'efficacité dc la vaccination dans le milicu militaire sont démontrécs par Ics variations des chiffres concernantcs l'épidémiologic militaire, cn temps de paix et en temps de guerre, chèz le<, differcmes armées et dans le dcrnier siècle. L'importance du risque, représenté par la possibilité dc la redoutablc complication cncéphalitique, est illustrée et discutéc à la lumière aussi dcs plus récentes acquisition~ spécialement au sujet de méthodes et techniques dc vaccination. Toujours aux effets militaircs sont traités Ics diffcrents types dc vaccìncs, Ics questions qui concerncnt leur conscrvation et distribU[ion, Ics rnéthodes et Ics techniques. Ics inconvénients et les résulrats cles \'accinations et, cnfin, Ics comréìlcs et les régistrations cles résultats memes. Sti!.IMARY. The great utility and importance of thc anti-smallpox vaccination and revaccinations are pointed out, aiming thc Jefence of the human collcctivities against thc serious danger which the small-pox rcpre~ents for all thc countries, including those which have got rid of it from many ycars. In fact many endcmies stili occur and thc danger of the importation of the 'irus is nowadays greatly increased because of the very easy and speedy communications. Thc nccessity of thc vaccination of the military personncl, to he carried out in peacetime and on the rccruitment operations, is confìrmed. Thc significance of the \:tccination in the military background is proved hy the variarions of the military epidcmiology, in peacctime and in wartime, as for thc wartime, as for thc different armies during the last ccntury. Thc po~sibilitie~ of risk. rcpresentcd by the dreadful complicating encephalitis. are illustrateci and discusscd in rhc light also of the most recent acquisitions especially in fact of vaccination methods and technics. Always from the military point of vicw, thc diffcrent kinds of cow-pox, their toring ;.nd distribution, the methods, technics, inconveniences and results of the vaccinations, the results' contro! and reports, are dcalr with.


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.\'ota aggiunth·a.

Fase. 1° - gennaio - febbraio 1967: <<Metodo colorimetrico per la ncerca del saccarosio- zucchero invertito - glucosio nei vini e nei mosti n. Pag. 7 t, penultimo rigo: aggiungere la nota seguente al richiamo di asteri~co:

• In pratica l'inversione, che comporla una considerevole perdita di tempo, non è necessaria, in quanto il vino deve contenere solo zuccheri riducenti. Nel caso in cui nel vino fo~se contenuto del saccaro>io o altro zucchero non riducente, questi s'invertono nel b.m. durante l'operazione e si mettono in evidenza. Quindi, basta stabilire la percentuale ùi zuccheri riduttori presenti nel campione in esame, senza bisogno di fare l'inversione, e procedere come sopra descritto.


CENTRO STUDI E RICERCHE DI l L\ S.\1'\IT.\' ~IILIT.\RE- ESERCITO l>m~ttorc: Col. Mt·< f. Dou. C. ~k'n 1.1

3• REP1\RTO : SEZIONE !(;IENE E MICROiliOLOGl!\ Col ),fed. Pruf. G. ClR~10H

CONSERVAZIONE DI CIBI A BASSE TEMPERATURE E FLORA BATTERICA DEI SURGELATI G. Cuntola

n Centro Studi e Ricerche della Sanit:l ~!llitare, tra gli altri compiti, {'\ernta il C'Oil rrollo igienico c ~auitario di tutte le Jerr:lte tbtinatc aUa nutrizione dd ,o!dato, ed è conseguentemente intere~saro ai procedimenti di conservazione degl i alimenti. La nostra attenzione è quindi rivolta ~lllche al metodo, op.gì di largo impiego, di comen·m~ione mediante ba'-.e temperature. <)ue~te con<;entono di disporre di cibi detti IÌ~s:Jti , nelle caratteristiche originarie, le quali di\·enamente \Cngono più o meno profondamente dc tcriorate od alterate nel tempo intercorrente tra raccolta, incetta e distnbuzione e che per grandi comunità civili o mi litari è ùi[fìcilmenre inferiore alle 48 ore. Tnoilre il con· gelamento, c meglio la surgclazione, con~eutono di sottoporre ad altro procedimento di conservazione sostanze più appetibili e di più elevato valore energetico c biologico. ~ella mi;l v.po~iz:onc. ncn:~~ariarnemc !>ommaria. cercherò di illustrare rapid::~men te ed in modo discorsi\'O glr aspetti più salienti dell'argomento riiuggmdo. per quanro pos~ibile, dalla terminologia e dai problemi 'trtttamcmc tccmci. L'azione prcservatriee del freddo dalla decomposizione delle sostanze organiche è di facile ri~contro in natur:l, c l'uomo probabilmente ha empiricamente ndottato la con servazione dci cibi mediante freddo circa HOOO anni fa, quando p:hsÒ tblla ~emplice c raccolta • dei cibi alla preparazionr • degli ~res~i nel sen~o più accetti\·o della parola. Ma solo in questi ultimi tempi il metodo ha avuto Lrrgo impiego commerciale, cd è ora in rapida c ~emprc crescente e<>pa n'ione. Concorrono a questa evenienza numerosi fattor i fr~\'O revoli Wl cui principalmente: l) il procedimento l·on~c:nte di as,icumrc nel tempo c nello spazio alimenti diversamente limitati allo stato fresco,. a determinate aree e specifiche stagioni; 2) ri~petto ai metodi rla"ici ed anche a quelli di p•Ù recenre introduzione (ra diazioni. essiccamento a freddo) ha il pregio di const~n·arc c tal quali :t i prodotti trattati alterando qu:w to meno l'aspetto, l'arom:J, il sapore, il valore calorico e biologico; 3) la po~~i b ilità di disporre di alimenti dotati delle predette (1ual itiì c giò pronti per essere cucinati o scmplicrmente riscaldati. come nel caso dei cibi cosiddetti 4: precotti • · 'ece"lt;Ì questa sempre più sentita d:1lla donna, che impegni di bvoro sottraggono sempre più alle sue incombenze familiari. l i mercaro dci cibi con~crv:Jti a freddo guadagner~ un numero sempre più elevato di consumatori man mano che si csringuer:.1nno pre,_giudizi ed inveter:Hc abitudi ni ali mentari e l'industria saprà orfrire prodotti sempre meglio grad iti, mentre l'affi namento delle tecniche analitiche attend•bili ed una lc:gislazione adeguata gnr:.ntir:mno delle frodi .


I

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La bontà di un cibo congelato o surgelato è conseguita con il rispetto di unpre '<indibili norme igieniche e rigorosa applicazione dei procedimenti tecnologici nwgJu, rispondenti per ogni singolo tipo di alimento. Già la scelt:J dcli':Jiimcnto da conscrv:ue è un primo rlcmcmo importante. Ad , '· non tutte le varieti'l di un dato frullo si prestano egualmente hcne al t r:llt::unwto ,Jt <urgclazione c l'agricoltore è sollecit:lto, in competizione nel mercato comune ruropm ad abbandon:~rc alcune colture tradizionali per selezionare le varietà più idonee. Tnoltr( per necessità di operare al pit• pre~to dopo la raccolta, sede dello stabilimento d • c()n gcbzione c tipo di coltura si condizionano mutualmentc. l prodotti congelati o surgelati devono essere con~ervati in appositi magazzJ JJ di stoccaggio. Le celle di essi devono consentire in ogni momento cd in ogni lo ro reccs~o costanz;, di temperatura, umidità, composizione dell'atmosfera acccrt:llc ottimali per la conservazione di ogni singolo prodotto. Queste condizioni che, se non ~odd i sfatte. causano decadimento delle qualit;Ì organolettiche e calo di peso, devono esser mantenute anche durante il trasporto <: la distribuzione. Lin nuovo si~tcma ad a7oto li quido. denominato ~ Torinese :t sembra offrire soluzioni pitl \alide ai problemi d1 immagazzinamento e trasporto e con un costo di esercizio più basso che il 'istema tradizionale ad atmo~fcra controllata. Ma tutti i vantaggi perseguiti con una lavorazione ineccepibile sotto ogni rigu:mlo possono venire annullati se detcrmin:Jte cnutcle non vengono prese dal commcrC::mte in dettaglio c dalla massaia durante lo scongelamento. \1a, più che questi ed altri momenti tecnici tutti importanti. ci interessa analizzar<: hre,·emente il procedimento che caratte rizza la consen·azione a bassa temperatura e b cui rorrrtta applica'lione condizion:t la bontà. salubrid del prodotto e durat:l Ò<' lla vita media di con~nazione. Intendiamo riferirei al grado più b::tS\o di temperatura cui 11 prodotto viene portnto, ed alla velocità con cui tale temperatura viene ragg-iunta. Le tcmrx:ralure ordinariamente impiegate possono d ividersi: -

in temperature di refrigernionc di qu:1lche gr:1do sopra lo zero;

-

in temperatura Ji congelazione di alcuni gradi sotto lo zero.

Secondo Riedd a - 5°C 1'83 dell'acqua della carne di bue magro (: allo ~t:Jto J : ghiarcio; a - 10°C t:1lc trasformazione raggiunge il 97<> In questa situazione termica l'acqua in fase liquida indi~pensahile per lo ~viluppo Jei m icrorganismi non è più ad essi di~ponihile. Temperature d:t - soc a -10°C, inolt re, sono per b maggior parte dei micror· ganismi sotto lo zero biologico, ossia alb temperatura in cui ogni attività vita!c viene:· pre'i~<>ehé totalmente smorzata. Ma ai predetti limiti inferiori di temperatura numerosi microrganismi possono :m: ora esplicare appieno le loro attività vitali. Godono di questa capacità le muffe più dci lieviti e questi più dei batteri. Sono i microrganismi detti criofìli che conservano il potere di moltiplicarsi ed in am biente confacente il\.generare la decomposizione degli alimenti. A lle predelle temperature, inoltre, gli enzimi presenti nella frutta, nelle \'erdurc, nelle sostanze carnee possono essere in frena ti ma non completamente repressi. A tale r:guardo gli enzimi vegetali sono più resistenti all'azione del freddo (enzimi crioresi. stemi) che gli enzimi presenti nella carne (enzimi criolabili). Le fenolasi possono causare l'imbrunimento della frutta . ldrolasi ed msidasi possono demolire i grassi provocando l'odore caratteristico di rancido. Le protci nasi e le peptidnsi possono scindere le protei ne fino agli am inoacidi cost itutivi, alcun i dci q ua li se attaccati nel gru ppo carbossilico in posizione u no possono dare origine ad a m ine come la putrescina c la cadaverina che,


rs s oltre ad impartire agli alimenti un odore ripugnante, per la loro potente az10ne farmacodinamica, se ingeriti, possono prO\OCare dfetti spiacevoli. Ad ovviare a tali inconvenienti, incidenti negativ:~mente sulla bontà dell'alimento e su'la vita media di conservazione si dà oggi la preferenza a temper:nure più basse di quelle di congelamento, ossia a quelle dette di « superraffreddamento ,, o di cc surgelazione ». Queste, a seconda dell'alimento, variano d:~ -l8°C a - 25°C ed anche oltre per alcuni cibi a delicata struttura tessutale. Con un termine descrittivo suoi dirsi che la surgclazione c fissa :t le qualità dd prodotto pre~nti al momento della ~ua appli c:~zione. In realtà se il processo di surgelazionc non \; correttamente :1pplicato altera la compagine del tessuto sia animale che vegetale, provoca b lisi di un gran numero di cellule con mcscolamenro delle frazioni costituti\·e. Questo, durante lo scongebmento, per niù intimo contatto fra substrati cd enzimi, accelera l'azione di degradazione enzimatica ed i germi trovano un terreno più propizio cd eugenetico per la loro moltiplicazione ed az:onc di decomposizione. Una de~crizione sommari:~ degli e\enti chimici e fisici che si succedono e si completano durante il congc l :~men to può farci edotti delle possibil1 lesioni da freddo nei sistemi biologici. Nel raffreddare un tessuto. sia es~o vegetale o anim:~le, si verifica negli spa7i mtercellulari la formazione d i nuclei di crist:tlli zzazionc dell'acqua, nuclei che aumentano di grandezza coll'ahbao;sarsi della temperatura, ~ottraendo sempre più acqua dagli spazi ;nterrellu!ari e dall'intano delle cellule. Se la velocit;Ì di raffreddamento procede lentamente il numero dri rri~talli formatisi è- piccolo c le !oro dimensioni pitJ p;randi. Se la velocità di raffreddamento è elevata il numero dei cristalli è più grande e le dimensioni p'tl piccole. Inoltre con l'aumentare della velocità di raffreddamento aumenta anche la tendenza alla for mnione di minuti cri,talli :111che dentro la cellula conseguendo un'uniforme distribuzione del ghiaccio nella compagine dci tessuti. I cristalli di ghiaccio pos~ono essere considerati come corpi estranei conficcati nei tes~uti , ed il danno meccanico a ppare evidente: se grandi ed ubicati tra le cellule ne provocano il collasso, se dentro 1<: cellule e di diametro superiore dilaccrano le p:1reti. La uniforme distribuzione del ghiaccio e la microcristallizzazione che si verificano nella surgebzione rapida limitano il tbnno da reazioni enzimatiche ::111omale dov utt" a mescolanza dì suhstrati e c:ttalìz7.:llori. mentre la ropografi:t cellulare si discmta un poco da quella normale originaria. Per questo, tra l'altro. la surp;elazione rapida è rite nuta la più confacente, ed il termine di surgclazione. ~enza altra qualificaz1one, tende ad identificarsi con quello d i supercongelamento rapido. Il raffreddamento rapido ovvierehl.x-, inoltre. ad un secondo inconveniente ritenuto dagli studiosi la causa principale di denaturazione delle proteine. Nella formazione del g hiaccio, acqua è sottra tta :1i soluti cellulari. La conseguente alta concentrazione in sali esplica una azione lesiva quale conseguenza di reazioni chimiche. Giacché la velocità di queste rea7ioni varia esponenzial mente con la temperatura, il rapido abbassame!llo di questa riduce proporzionalmente il danno. Integrità quanto più completa ùel tessuto, disidratazione per intrappolamento dell'acqua nei cristalli di ghiaccio, temperatura wfficientemente al disotto dello zero biologico sono clementi fondamental i per reprimere l'azione deleteria dei microrganismi. l microrganismi: muffe, lie\·iti, batteri sono ubiquitari dell'alta atmosfera alle profondità marine. Ad essi il mondo è dchitore dell'attuale suo aspetto, per ingranarsi ess1 nel grande ciclo del carbonio e dell'azoto. . Essi possono es~re presenti nei cihi in ragione di poche unità o anche di migliaia dt milioni per grammo di sostanza. Le trasformazioni che essi operano sui vari ali-


menti sono il profilo di una valutazione utilitaristica possono diviùcrsi in favorevoli l' dannosi. La lievitazione del pane, la fermentazione del malto in birra, del mosto in vino, ];J produzione di grassi sfrultata dai tedeschi e svedesi nella seconda guerra mondialt. sono solo alcuni degli infiniti esempi della utilità dci microrganismi nell'industna alimentare. ln aderenza al nostro tema, interessa 1':17ione deletcri:1 che i germi possono pro,·o care negli alimenti e specificatamente su <JUclli 30ttoposti alla azione prescrvJtrice del freddo. I microrganismi possono pervenire sulle sostanze aliment:Jri in qualsiasi momenro dalla loro produzione al consumo: durante la raccolta dei vegetali o la macdlazìone degli animali, il trasporto, il cont:Hto con macchine ed utensili di I:Jvorazionc ed anch<' quando già gronti per il pasto. Persino il lavaggio, con intento opposto praticato, può apportare una flora indesiderata. L'acqua destinata all'uso umnno. anche in assenza di germi indice di contnmina zione fecale, può contenere una flora residua pre-;entc nella rete di distribuzione o nel suolo dd bacino imbrifero e capace di decomporre particolarmente i tessuti vegetali. l microrganismi infic1:111ti un alimento de,·ono potervi scl<ldisfare le esigenze ind1 spcnsabili al loro biochimismo ed nUa loro moltiplicazione. Soddisfacimento che può e~-ere in ' 'ario grado precluso dallo st:Ho di surgclazìonc ma che può essere pcrseguibile nel successivo scongel:11ncnto. Tra tali esigenze le più importanti: - la di~ponibilit.ì di acqua; questa è indispensabile alla vita di of:tnÌ vivciJte ed è più necessaria ai batteri che ai lieviti ed alle muffe. Per acqua deve intendersi non quella globalmente pre:.ente nel substr:no, ma quella rea lmente di~ponibile e prontamente utìliz7abile. ~ella congelazione e nella ~urgel.1 zionc quanto più la temperatura è bassa tanta più acqua si tra~forma in fase di ghiaccio e quindi non è più utilizzabile dalla cellula batterica. Con la riduzione dell'acqua in fase liquida aumenta la concentrazione dei salì e zuccheri in essa solutì, cd in questa condizione l'acqua viene sottratta per un fenomeno di osmosi dall'ambiente interno cellulare a quello esterno. con aumento della concentrazione dei soluti intraccllubri. Si instaurano cosl condizioni avverse dì vita che possono essere solo tollerate da particolari microrgani~mi: gli alofili e gli osmofilì. Gli alofili sì riscontrano più frequente mente nei prodotti ittici e possono svilupparsi alla concentrazione salina delle sabmoic. Tra gli osmofìli si annoverano gli zucchero-salini quali quelli repenabìli negli sciroppi. Anche l'umidità dell'aria ambientale, specie delle celle frig-orifere ba la sua importanz:l. ed il suo li,·ello ottimalc de'c essere sperimentalmente accertato per ogni alimento. in rapporto alla sua natura, pczzatum. involucri protettivi. Uno stato igrometrico ba~so agevola l'essicc:unento dei te>>uti specie \egctali, con calo Ji peso: uno stato igrometrico alto favorisce lo sviluppo d1 muffe. - Altr:. condizione che marcatamentc incide sul tipo t. num~.:ro dì germi è la temperatura a cui gli :tlimcnti ,·engono raffreddati. con,cn·ati. scongelati. Ogni micror· ganismo ba una sua temperatura ottimale nll'esplicazione delle atti\'ità \Ìtali cJ uno zero biologico a cui tali atti\ ità ~ono profondamente rallentate. In termini ~encrali t:. le zero è più basso per le muffe, meno p<'r i lieviti. ancor meno per i batteri. Ne consegue che, a parità dì condizioni. la flora fungina è quella che più di frequente predomina, ingenerando m:1cchie di diverso colore ~:d odore c:1ratteristico di muffa. Gli AA. Kuen e Gunderson hanno da cibi congelati 2000 culture di funghi di cento differenti specit: ed in confetture di mirtilli fino :1 110 funghi per gr:~mmo, capaci di sviluppo a 5°C.


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Sotto il profilo della conservazione a basse t<::mpcrn ture ri veswno p:1rticolare importanza quei rnicrorganismi che, appunto per la loro tolleranza al freddo sono detti psicro e fili o criofili o anche rigofili. Essi presentano una temperatura ottimale a circa possono svilupparsi ad una temperatu ra minima di -10°C c ad una tcmper:Hura massima di circa ma sono stati descritti ceppi capaci di sopravvivere a temperature di pasteurizzazione come l'alcaligenes tollerans, studiato da Gibson. Gli psicrofili son o ubiqu itari in natura; sono stati riscontrati nelle acque dolci e sabtc, nelle acque di canale e nclb te rra di g i:1rdino, fino a 140.000 per gr:.tmmo. E~si sono stati isolati dalla su perficie e dall'intestino di pesce. dai prodotti ngricoli, dalb carne e dal latte fino a 1.000 per cc. Le alteraz ion i rilcvabili sugli nlimt:n ti cd imputnbili agli psicrofili possono ess~:re ascritte o alla produzione di pigmenti da parte di alcuni tra es~i o alle loro aui vi tà enzimatiche. I pigmenti, se idro;oluhili, impartiscono al prodotto una colonzione più o meno diffusa; se non idrosolubili si cYidcnziano sotto forma di macchie più o meno numerose c di questo o quel colore. G li enzimi operano unn fcrm~:ntazione dd glucosio cd altri z uccheri con p roduzione di acidi o di ncidi e gas, idrolizz.lnO i g rassi, scindono le proteine con formazione di ammoniaca, anidride carbonica, idrogeno solforato, ccc. I germi presenti negli alimenti durante In surgcl:tzione soggiacciono anch'essi alla azione della sou razione del calore. Gli effetti però non ~ono completamente sovrapponi bili a quelli ri~contrati sulle cellu le tcs~utali \'egctali ed animali. Limitandoci alle form~: vegctative battenche, bastr pensare alb loro co~tituzionc citoarchitettonic:r ed :rll:! pn:senza de l ccll-wall che conferisce forma al germe e condiziona i knomeni ddb membrana sottoposta . .\1azur sperimentando su sospensioni acquo!>e di P. Tuhrcnsis e prend~:ndo in con sidcrazionc le \·ariabili: temperatura minima, 'clocitl dr raffreddamento, \Cloc1tà di ri scalda mento osserva che al disopra rli - 30°C la percentuale dci sopravvissuti è più alta qualunque ~ia la combinaziont: degli altri due parametri; che :rl disotw di - 30°C il rapido ri~caldamcnto attenua notevolmente i danni del rapido r::rffrcddamento. Sta Ji fatto che la surgd::rzione riduce il numero di microrganismi cd esso decre~cc ulteriormente con la durala d el periodo di conservazione. E' da tener presente che i germi possono non cs~cre evidenziati nella rilevazione della c:1rica re~i dua, ma po~sono essere attivi i loro enzimi cffu\i nell'alimento con la disintegrazione somatica. I batteri sopravvissuti :rlla surgoelazione riprendono più o meno prontamente le loro sopite attività vi tali, i n~taurando su ogni alimento un:1 flor:1 più o meno numc ros:1 e spesso carattcri~tica per ogni tipo di alimento e suo stato auuale. All'im·asione dci microrganismi non si oppone più la vitalità dei te~sutr . anzi le altera zioni acqui~ite per difettosi proced imenti di surgelazionc e di stocc:rggio d urante la decongelazione si evidenziano e s'intensificano. I microrgnni~mi trovnno un pabulum altamente cugeneùco nel liquido di scongela men to tanto più abbondante quanto più le cellule tcssutali alterate c rerciò incapaci d i riassorbirlo. Tnoltre g li enzi mi tess utali r ipre ndono più vigorosamente la loro attivit;r per più intima commistione tra substrato c catalizzatore degradando i co:.tituenti ali memari c so~tan:te che altrimenti non potrebbero essere utilizzate almeno da certi stipiti di gc:rmi.

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La flora bntterica, blastomice ti ca, fung ina se la temperatura è idonea ed il tem po ~i ~congelamento sufficientemente lu ngo, può alterare il tatto, la f rawanza. il g usto cd mgencrare colori ed odon che rendono l'alimento non p:ùatabilc e ripugnante. E' da tenere presente che la decomposizione può CS5<::re avanznta prima che odori e sapori pa.r~i colari siano apprezzabil i. Elliot osserva che la carica battericn può raggiu ngere i 10 m1lroni per grammo prima che la decomposi7ione sia rilevata dai sensi.


La decongelazione può essere condotta con vari metodi, per la carne ad e5. tn refrigeratore, a temperature ambiente, in acqua corrente protcggendola da dilava_.;gi. o lo scongebmento facente parte della cottura. Dal punto di vista della alterazione da microrganismi si dovrebbe cercare di conlt tiare le due opposte esigenze: quella di una certa durata del tempo di scongelammto per conscmire il riassorbimento dci liquidi, e quella di una durata quanto più bre\e p r contenere la moltiplicazione dei germi. Qualunque sia il metodo di decongel.azione utilizzato esso deve essere efCettuat11 nella scrupolosa osservanza delle norme di igiene per non apportare ~ermi patogen! che nei cibi scongelati trovano più facile terreno di moltiplicazione. Rt ASSt:N'IO. - L'Autore dà risalto alln bontà della surgcbzione fra i vari meto,!i di conserva;>:ione degli :tlimenti. Dopo un:t rapida rassegna delle norme tecnicht ed igieniche per una corretta applic:tzionc del metodo (scelta dell':tlimento, criteri per l'im magazzin:tml'nto ed il trasporto, cautela cl:l applicarsi dal commerciante e dal consu matore al momento dell'u~o) l'Autore si ~offcrma bre\'emente su quegli a~petti che f:tnno prderire l:t tc.:mperatura di surgc.:lazione a quella di congelamento. Vengono quindi sintetizzate le caratteristiche del meccanismo d'azione svolto dal fredJo sui tessuti animal i e vegetali e l'i mport:tnza del ra ffrcddamento rapido ai fini della conservazione degli alimenti. Ribadita l'ubiquitarietà delle muffe, lieviti e batteri, c fatto cenno alle loro azioni utili c dannose sui cibi, l'Autore richiama l'attenzione sulle interferenze csercit:'llc dalle bnsse temperature c dalle loro rapide variazioni sui microrganismi. A tale proposito l'Autore ricorda l'esistenza dei germi psicrofili e le loro particolari c:u:uteri~tiche.

Dopo aver esamin:uo la potenzialità ddeteri:~ dci germi e dei loro prodotti ~ugli alimenti conservati, e la sua po~sibile prevenzione mediante raffred<bmento, l'Autore conclude affermando la necessità di precise cautele da attuar~i durante lo scongelamemo in quanto, proprio in questa fase i germi esaltano il loro effetto deleterio trovando nelle lesioni prodotte da inadeguato raffreddamento e nel liquido di scongclamento fattori favorevoli all:t loro moltiplicazione. Ris uMÉ. - L'A. passe en revue Ics règlcs techniqucs et hygicniques pour une correcte application dc la surgélation cles aliments. Il synthétise Ics caract~ristiqucs Ju mécan isme d'action développé par le fro id sur les tissu ~ animaux et vegetaux. n répète l'importancc du rdroidissement rapide aux lìns de la comen ·ation cles alimcnts. L'A. ~mire l'attcntion sur Ics interfcrences exercécs par Ics hasses températures et leurs rapidcs variations sur Ics microrganismes. Il aflìrme en outre la necessité de precises précautions à effectuer pend:tnt la decongélation du moment que en cette phase Ics germes exaltcnt leur cffet délètère trouvanr dans Ics lésions produitc par disproportionné refroidisse ment et dans le liquide de dccongélation des facteurs favorable à leur multiplication. SuMMARr. T he A. reviews technic3l, hygicnic rules for an cxactly applied deepfreeze of food . He synthctizcs the charactcristics of actions of cold applied on :m imal and vegetable tessue~. Ile conlìrms thc importans of a qiuck cooling to preserve food. T he A. calls attention to interferences exercised with cold and its rapid variations on microrganisms. H e asscrts need for careful cautions to be applied during dcfroHing, because in this period microrganisms exalt thcir reproduction in the lesions made with an inadequate cooling of tessucs and in the defrosting liquid.


OSPEDi\I.E MILITARE DI MESSIN,\

ATTUALITÀ IN TEMA DI TERAPIA DELL'INFARTO MIOCARDICO Col. Med. Dott. Pa~quale Ruggeri, specialista cardiologo

«La terapia - dice Condorclli - costituisce l'aspetto più art1st1co deUa Clinica) c soggiunge: " non b:~,ta un correJo di solide cognizioni di patologi:J c farmacologia per essere un felice clinico. m:t è necessario po~:.ederc una potenza di rappresentazione tale che nella mente d fantasm;l Jella m:~lattia raggiung-a tale definitiva concretezza da p<"rmettcrc l'intuizione del moJo con cui il paziente reagirà :ti farmaco e dell'evoluzione che il morbo assumerà ~otto l'influenza del nostro inte rve nto curativo>. Oggi, più che mai la terapia è in continuo, rapido rinnovamento, nella speran7osa aspettazione di potere ri~olvere molti problemi. tuttora purtroppo insoluti. Ed entriamo - ciò premesso - nel tema che ci siamo posti c che è invcro il più palpitante e discus~o della c:~rdiologi:~ modern:1: la terapia dell'infarto del miocardio. c J .a terapi:~ dell'infarto mioc:Jrdico, come più di ogni altra terapia medica osserva Condorelli - non si pre,t.l a generalizzazioni: l'espressione c infarto miocardico > costituisce una necessaria qu:1mo arbitraria «astrazione, che racchi ude le dramm<Hiche realtà d i miri:1di di singoli episod i, i qu:~li pur presentando g rossolana analogia sono dissimili, e a volte prepondcranti. l'uno dall'altro nelle modalità di instaurarsi e nel loro divenire >. Le principali finalità. cui deve: tendere b cura dell'infa rto miocardico sono le seguenti. TERAPI A

oru.' ~'<GOR.

Sedare dolorem opus d ivinum est: nel caso specifico dell'infarto il vecchio adagio assume un sig nificato del tutto particolare, in conside raz ione - in ge ne rale - della intensit.ì c della durata della sofferenza soggettiva. Attuare quindi una terapia antalgica, di pronto soccor~o. \'Orrcmmo dire. dopo aver o,·,·iamentc provveduto a sistemare il paziente in un letto. in a~~oluto riposo fisico c mentale, facendo ricorso ai morfinici - per vi:~ i111ra muscolarc: un centigrammo di cloridrlto di morfina, associandovi mezzo milligr:unmo di atropina pro dose - :~Ilo scopo d i atte nuare l'ipcrtono coronarico e t! i bloccare e,·entuali knomeni collater:~li: vomito, depressione del centro respiratorio, ecc., da ripetere -· :JIL1 mede~ima do~ - finché persiste il dolore, salvo particolari eccezioni, fino alb dose complcssi,·a pro clic d i qu nttro centigrammi di morfina. c Una dose abituak· consiglia l. Ch:l\·éz - è di un centigrammo per via intra~u~olarc: il numero eh ,·olte ì: quello richie>to dal dolore. In generale, una-due inieZioni sono sufficienti: però anche >e ~i deve arrivare a tre, quattro iniezioni in alcune ore, non si va incontro ad alcun ~erio inco nve niente "· E sogg1ungc: ula sofferenza

4· - M.


r 6o cam.lla dal dolore intenso presenta di per sé stes'a una gravtta m:~ggiore che non l'u o della drog:t; viceversa, il sollievo prodotto da lla morfina è d i per se stesso un buon aiuto tera peutico ). In molti ca~i. è comigli::tbile int rodurre anc he i barbiturici: lumin.tl gardena! - alla dose di tre centigrammi tluattro ,·ohc al giorno. Meno indicati d, , barbiturici iqualora tlue,ti non fo~~ro tollerati da taluni pazienti!. \ono i fenou :t zinici (larg:tctil. ecc.) per l.t loro azione i poteJhi,·a. Per una terapia più blanda e pr" rr:ltt:l. possono rimci re uti li i meprohamati c i bromici. Importa nza notc\'ok hanno i farrnnci ad az ione coro na ro-d ibtn tricc: prep:~ r:Hi di tcofillina con etilencliaminn. :mociati :tlln papa\'crina. E' particolarmente nota l'effic::t.:u della pap:werina per In -;ua spiccata :t7ionc ~p::tsmolitica che si esplica sulle fihron ' lule mu<cobri lisce. c poi perché 'prm·,·ista dell'azione deprimente sulla contrallt 1 1l~l miocardica e di possedere. tra gli altri requisiti pmill\·i. una b:1\s:l toss!cità. Consigliabile è poi l'applicazione clclln bor,a di gh iaccio sul b regione precordi:tl< . da to che il freddo esercita. eccezionalmente sul d istrcno corona rico. una azione v:a-o dibtatrice. Controindic:ui n::namcme sono ni rriti perché aggr:l\ ano lo 'lato eli ipotoni.t \'aS<obrt'. << Il farmaco di elezione scri,·e Condorelli - ~ l'acido nicotinico c he va som min istr::tto sopra ttutto ~t· no n vi sono a ncora segni d i collasso: l'ac ido n icotinico in d uce un a vasod ila taz ione arter io lare c capi llare con aumento della port:H:l circoh1ton:t c ~enza cad uta della prc~~ione arterio,,, sicch.: realtzz:t le condi7ioni più proptzil per un mij!lioramento tmmcdiato della ~anguific:1zionc nel fccolaio i~chemico, attr;t verso l'apertura di ::tna<,tomosi arteriol:tri precapillari c arterO\enosc con i distretti coron<trici vici ni o ri ).

2. -

TR \TTM•th~TO DE. l-l-O '>JJoc~-;

r \ROIO<: L KO.

Lo shock. come è noto. rappn'\Cnra una complic:1nza assai frequente nel cor~o di un infa rto m iocardico. L:1 corro.ione della m an i fc~tazi one collass;::tlc d ev'essere :n~ tuat:t il più pres to possibile. non solo per i suoi as petti nocivi sullo ~taro gener::tle, mn :tnch<' e soprattu tto per l'aggra,·amento ddl ' ins u ffic ien7.:t coronarie:~ che essa determ ina. Tutti i cardiologi sono d'accordo per l'uso dell'o,sigcno che de,··e,scre somministrato immediatamente, anche se non c<,io;rono ~egni di ambascia respiratoria. Ottimo risu ltato h anno sempre dato gli analeuici ad azione centrale: card iazol. corami na, micorcn. ecc. Per q u:t m o ri g uard:J gl i a na lett ici ad azione periferica: ad rcnali nn, norad ren:.d ina, veritolo. ccc., q uesti sono in generale - controindicati. ed in particolar modo l'adrenalina. il cui impiego nella pratica è senz'altro da escludersi per la tachicardi,l che provoca. L a noradrenalina, per infu~ione endo\'enosa · gocci:J :1 goccia - contro! ~ lata, regolando il fl u sso \li u n ritmo medio iniziale di 30 (trenta gocce, al m' - al la posologia d i d ue·quattro millig ra m mi in 500 cc. d i 80i uz ione glucosata :ti 5°<, , dev'c.'· sere imp ieg:tta. a nostro nvviso. wlo in cnsi ecceziona li, c con la mJ.,simn prudenza. La pratica ha d imostrato che. sovente, possono riu~cire di note,·o'e efficacia infu sioni endovenose-goccia a goccia-di soluzioni i~otomche clorurate o glucosale, le qu::tli valgono a controbilanciare le perdit<' idriche che si accompagnano g-eneralmente ai fe. no meni collassiali : ~u dornionc, vomito, ecc.

T empiu cardiocinetica. Com p ito :1rduo c assai tle lic:tto ~ ~lato sempre con siderato g uesto presidio terapeutico nell'infarto del miocardio. c E' cla~ico il conn:tto - dichiara Di Guglielmo - di non applic:tre la ter:Jpia


car diocineti ca con i d ig iLalici nei primi gio rni dell'infa rto Jcl miocardio, pe rchr si deve e vitare di a u mentare l'encrgi:1 con tr:lll ile di u n m 1ocardio più o meno gravemente leso, di prO\Ocare una ronura miocardica. di determinare l'imorgenz:J di una fibrillazione ven tricol:are in COIN.:g uenza dell'azione ipereccitam c di tali mcd1cinali ~u fibre ve ntricola ri g rave mente d an negg ia te, J i provocart: t: mhol ie d:1 mobilizzazio oe di trombi parietali, di accentua re l:1 costri zio11e coronari ca con J'u.-.o Jclla d igitale. c Vi sono però - egli soggJUnge - ddk condizioni di imu fficienza cardiaca ta lmente gr:l\ i e min:~ccio~e per la \Jt:t del malato da imporre l'u~o. ,ia pure prudente, della te rapia card ioci netic:J. tanto più che non t utti g:i ' tu dio.'>i sono d'accordo nel con~iderarla cosl dannos:1 <.: pc ri colo~a ne ll' infarto d el miocarù io ; in ge nere, si può applicare un a blanda terapia ~trofantini ca per \i a imram mcolarc o u n:~ terapia digit:.~lica per via orale, preferendo la diguaJt, lanata ((~·dilanidl • · c Si è certamente preso un .tbbaglio - o~se n·:t lkr<.:tta A ng u i~~ola in epoca non recente, ritenend o che b ter~ pia d igi ta lica è più che m :~ i quella ; trofa ntini ca sian o rischio~ nel caso Jcll'infarto. potendo da r lu ogo a gra \ i complicnion i e perfin o alla ronura del cuore. lo pen~o -· ~o)!g! unge il Bcr<:tt:J - che questi farmaci vadano adoper:ui solo ~· sono fHe ,e nti chi:Jn '<:gni di .,,·ompenso, ma 10 tal C:l'-O ~ doveroso U.'>arli e non posso no nuocere, purché ' ommi nist r:lti razio nal mente ». « P arlerei (Vi lla l d i d igimlici in ge nere. potend o b ~r ro fant i n:t da re ottimi risultati in determinate circo,tanze. Conviene J'u,o dei digit:~ l ici in do't ridotte, ma ripetute d ue-tre-quattro \'Oitc al gwrno. L'alra frequenza può invece t•,primere 't:uo di shock ed allora 'i impongono altn ri medi, non dig it.1ltct , , Puddu o~>er va: c d igitale, se vi è fihr i lia'l.io ne :nrialc ad alta frequen za con o senza scompenso: ~trofanti n a ~e \'Ì è scom11e11\o scn7:1 fibrillaz ione at riale o con fibrillazione atriale a hh,a frequen7a t . Ri porti:~mo. in propo.'>ito. le parole di L1an: c le r:~ccomande la dtgitale d:tn> ces cas depui' u n<" t rcntaine d':m nés. Ma rec niq ue e~t mni ntenant approu vé re gc neralément. 11 y a bie n dc don ner d es Jo~cs movcn nes ». « Jon adopero m:~i - è il pen,iero d i R:Jsario - la digitale purpurca ma ' olo il lanatoside C se il ritmo ì: fibrilbnte (per Mtppmta o per os, o per iniezioni intramuscolari o endo\·enme, a secontlo della freq ucn7a \·entricolare), o la st rofantin:l (per ~u pposte, o per iniezio ni i ntramu~colar i o e nd ovenose, a seconda de lla freque nza) se il ritmo ì: sinusale , , P er Bufano : " mai la digit:~k; ...emmai la 'trofanuna endoven::t in piccole òo~i >>. Ed ecco l'opirHone di Condorclli : c l:t terapia cardiOcinetica con le m icrodo,i di \trofantina pe r via endo\·enosa ( 1-n - 1-20 1-16 d i mg . pro dme) ~arà presc ritt:J in tutti i casi in cu i vi \Ì:l te nd enz a :~lb tac hicardi <t ». L'elenc:~zio ne delle opinion i attuali. da parte di altr i ill ustri \tudiosi d i cardio· logia, su questo importante e delicato aspetto della terapia cardiocinetica, nell'inf::t rto mioca rdico, potrebbe continu are :1 lu ngo. . L 'esperi enza. pe r i casi occorsi a lla n ostra osse rv:~zi onc. ci ha sugge rito c<>me precetto terapcuùo fond a me nta le. d i int rod urre la ~trofantina :t piccole d osi in caso di insu fficienza canJiJc,J manifesta e di rJ\Cr\'are l'impiego della digitale (vogliamo riferirei alla dig itale lan:~ta) ~olo nella fibrilb;.ione atriale ad alta freq uenza: abbiamo conseguito, così, .sem p re r isul tar' :ts,ai sod d i~ facent i .

3. -

C t ' R\ F. P R EVf'IZI0;-.11:. DEL!.\

I RO;\IIlOS i

L DI.LU EMI!OLI E.

T empia antrcoagula ntc (T.:\.C.J. 1\:onostanw l'ormai \'a~t issim a mole di la vori sull'ar· go mento, il problem a resta mtror:t insoluto, c pertanto di palpita nte attua lità: molte


perplessità sorgono quando si voglì::~no trarre delle conclusioni che possano ìllumin ~lrc la mente del medico pratico. L'inizio della terapia anticoagulante nell'infarto miocardico, e in genere nelle con naropatie, può fani risalire al 1946, attraverso gli studi di Wright c coli.. di Peters di Gunther e Rr:tmhel, di Russek e Zhom.an. di Friedharg, ecc. Non tardarono però lavori in cui, a lato ai primi entusiasmi. si devarono ardite polemiche e ~veri atteggiamenti critici. ai qu:1li presero parte - esprimendo paren nettamente contrastanti - molti fra i pita qualificati ed autorevoli cardiologi. I'-:ell'infarto miocardico - in pass1to - da diversi AA. ~ono stati distinti tn· momenti diver~ì <.Iella coagulahilità del s1ngue: l ) f:~se di ìpercoagulabìlìtà precoce. nelle prime 24 ore; 2) fase dì ipocoagubbilìtà ~conciaria. fino all'S" o al 10° giorno: 3) fase di ipercoagulahilità tardi,·:~, dopo il 10" giorno, che ha la durata d1 circa una settim:~na. ma che può protrarsi più a lungo. Tn base a questo panicolare atteggi.1mcnto del l'attività emocoagulativa. nell'infarto miocardìco, è stato ~ug-~erìto uno schema ùi terapia anticoagulante che si potrebbe co~ì rìasmmcre: a) impiego degli :mticoa,gulanti, con nett:1 preferenza per l'eparina - nei n~ g uardi dei dicumarinicì, per la sua immediata azione - nelle prime 24 ore; b) sospensione degli antico::~gulanti. dal secondo al decimo giorno; c) reimpiego degli anticoagulanti, dopo il IO" giorno, fino alla scomparsa della ipercoagulabilirà; E' stato fatto osservare che tale trattamento tcrnptutico deve essere preceduto ed accompagnato cb frequenti e vigili controlli sulb coagulabìlir:r del sangue, sorvegliando il tasso di protrombìn:J per quanto sì rifcrì~ce all'impiego del dicumarolo e suoi derÌ\'ati, e tempo di coagulazione. per l'introduzione dell'eparina, allo ~copo dì scongiurare il rx:rìcolo dì emormgic, tenendo preserJte. nel contempo, le controindicazioni: diatesi emorragiche, ulcera gastrocJuoclenJlc, ìtx:rtensione arteriosa, ìnsufficìen za epate>-renale. me~truazìone, gravidanza. crc. ~ Se io dovessi dare un consig!ìo al medico pratico scrive il Rasario - su una questione così contro,·ersa. gli direi di non iniziare a casa dell'ammalato alcun tratta~ mento :rntìcoaguhune nell'infarto miocardico (c soprauutto, di non impicg:1rc tratta~ menti ... blandì, quali piccole dosi di eparina intramuscolì o dosi ridotte dì antico::~ ~ gulantì per os, colla speranza che possano f:lre qu:rlche co~a senza correre rischi o con l'intendimento dì metter\Ì tranquill:rmc:nte al riparo d:> eventuali critiche. perché quesw è un modo dì procedere poco serio. <<Gli raccomanderei invece vivamen te, soggìungc ancora, di tenersi pronto ad in tern:nire attivamente in caso di complicanza tromboembolica, evenienz:1 che non è affatto frequente: in caso di embolia, i m mediato trattamento con anùspastìci vasco lari (acido nìcotìnico per 'ìa endovcno~a od ìntrammcolarc ogni 3 ore a dosi suffi cìenti, papaverìna per via i ntram uscolare ogni 4 5 ore) e con anticoagulanti ad effetto pronto (eparina l 00 mg. per via endovenosa ripetuta ogni 4-5 ore) sorvegliando accuratamente (ove non sia pos~ìbile controllare il tempo dì coagulazione - il che qua ~ lunque medico donebbe saper fare dat:J la semplicità del metodo) l'e"entuale compar:.a dì segni di ìpocoagulabìlir3 (stravasì emorr:~gìci nel punto delle iniezioni, piccole cm::~turie, e::cc.); in tal caso, sospendere subito l'eparina (dì solito bastn questo perché l'ipocoagulabilità cessi :111che senza ricorrere nl ~olfato di protamjna endovena). semmai riprender!:J dopo un paio di giorni ~ neccs~ario ~. c Per mia esperienza -· mserva il Buf:wo - l'importanza della terapia an ticoagulante, (: assol utame nte negativa. Gli effetti sfavorevol i di tale terapia lì ho vìs tj in


malati curati da altri medici. lo - conclude dello i\. - non l'ho ma1 adoperata e non m e ne sono mai pentito ». «Non sono riuscito a con,·incermi - è il parere d1 Ri anchi - della reale efficacia della terapia anticoagulante. né :~pplicata all'inizio clel ia mahlltia, né in fase ta rdiva (se non, for~e. come effetto :unilipemico) ~. cc L'efficacia della terapia anticoagulante non è utile per "ciò che accade", ma per le complicazioni "che non accadono". L'impressione clinica tuttavia è che con l'uso della terapia anticoagulante si riscontrano meno incidenti trombocmbolici; non ~i può però passare sotto silenzio che questa terapia non ci dà alcuna garanzi:J e che le trombocmbolie possono verificarsi anche in piena terapia anticoagulante (]. Chavez) , _ Riportiamo, ora, quanto in proposito ha serino Condorelli: c Lt terapia preventi\'a delle complicazioni tromboemholiche si ide mi fica con le norme :n te a mantenere le migliori condizioni gener:1 li di circolo, onde evirare r:11lcntamenti generali o distrettuali di ci rcolazione sanguigna . •\ tali condi7.wni dinamiche e non ad uno stato di ipertrombincmia sono dovute le complicanze tromboembulich e. L'uso abituale di ::lnticoagulanti non ha alcuna logica presupposta, n~ :1lcuna dimostraw efficacia nel suo impiego c:inico. Anzi espone a rischi frequentiss:mi a riscontrarsi nella casistic::l di chi usa notoriamente tak terapia: manife\tazioni emorragiche per erroneo dosagg-io. estesi infarcimenti emorragici 1ntorno ;1! focolaio i>chemico. Yistosi cmopericardi. :-J'd mio Istituto, ove non si usa terapia anticoagulante, le complicanze trornhoemboliche dell'infarto miocarùico >ono pre~soché scono~ciute ,_ Ed ecco l'opinione di Reretta-Anguissola: «La T.A.C. si propone due scopi essenziali: prevenzione delle complicanze trombocmbo~ichc ne: la fase acuta dell'infarto e prevenzioni di e,·entuali cpi\odi infartualt a clistanz:J di tempo. Secondo la mia cspe e1 rien za c quella nltrui si può dire che entrambi questi scopi sono >tati raggiunti. ~oggetti trattati precocemente con gli anricoagulanti si ~ o~scrvata una nclt::l riduzione delle complicazioni t romhoembolichc rispclto ai soggetti non tr:mati. Per quanto ri g ua rda le recidiYe d'infarto a tlistanz:t di tempo, si è notata una nettissima riduzione nel primo anno di trattamento. sempre ri~petto ai soggetti non tratta t;. Dopo il p rimo anno tale riduzione persiste. ma ~ meno marcata~; cd aggi unge : (. Non esistono dei criteri clinici che orientano ~u!l'opportunit•Ì o meno di praùare una terapia :mti coagulante. Essa dc,·e essere attuata quindi in t utti i casi (inizialmente con eparina c successivamente con ant icoag ulanti. come dic umarolo, tromex:1n, fenilindandionc, e similar i, fatta eccezione naturalmente per quei soggetti che presentano manifestazioni em orragiche). )Jaruralmente. occorre cautelarsi col periodico controllo clinico e di bboratorio (tempo di coagulnione, tempo di protrombina). E' opportuno continuare la terapia anticoagulante il più a lungo possibile, come dimostrano le osservazioni di Jugman e coli., di 0"-ren, di Nichol e Borg, ecc., anche per nnni, ben s'intende con dosi appropriate e con controlli distanziati . F.' tla prendere in seria considerazione. quando possibi~e. una terapia anticoagulante permanente ) . In merito all'importanza della T .A.C., Basc rga fa o~scrvnre quanto segue: «E' fon damentale c ,.a consigliata in tutti i casi in cui non ,.j 'ia. per altri motivi, controindicazione all'uso degli anticoagulanti. E>sa deve ,·enir continuat:t indcfinitivamente. Suggerisco d i tener presenti i magnifici dati del Clinico di Osio, Owren. L'eparina deYe venir al piì1 presto sostituita con gli anticongulanti indiretti della serie dd dicumrolo e del fcnilindandione: attenzionl: a non sospendere l'eparina prima che questi :tgiscano! , _ . Mattioli: « La terapia anticoagulante migliora notevolmente la pro~nosi in turti 1 casi (wchiaritmia paro\~istica, fibrillazioni atriali, tnchististolic) in cui vi è facile


mobilizzazione degli emholi dalla p:~rete necro~ata. La mortalirà per gli accidenti trom boembolici è notevolmente diminuita nei cnsi trattati con anticoagubnti :t. Villa dichiara: " Indubbiamente riJe, ante l'importanza della T.A.C. )). Cam1 .1 nacci la giudica: « importante per la prognosi nella fase acutn; non per la progno'i 1 dist.tnza di tempo e per la ripre'>a Ja,·oratiYa :t. Prohlcma, dunque, grosso ed :1s~ai controver~o quello della terapia :.tnùco.tgubtlh . che vede ancor oggi divi~i la maggior p:ute dei cardiologi. Dopo t(Uanto è ;,tato detto dngli dlu~tri studio;,i di cardiologia su tjuesto dcli t\tl o argomento della T.A.C.. \'Olendo ora azzardare un 'uggerimento a noi '>tessi c irca 1, condotta pratica da tenere di fronte :t siffatra evcnien7:1, pk·namente cons:lpe\'Olt tkl lc difficoh:t che si frappongono per una soddisfacente modalità ùi s0!uzione. d~;,:drrer:-u mo chiudere così: escludere: O\ \Ìamcnl<: dal trattamento anucoagul:lnte tutti i -.<>gg('ttl che pre~entano le ben note specifiche controindicazioni, e limitare l'impiego \oltan t(l at casi con evidente tromhofili.t. come già ì: stato pro~pettato da taluni .\;\. Appare a noi giustificato non condi,·idere l'uso indiscriminato della T.A.C.. nt: di potere accettare il criterio ~lettin> adottato in particobre dagli A.·\. a mt·11 cani, i quali distinguono gli infartuari con « huon rischio :t cd infartu~ti con « c 11 tivo rischio:.. dal punto di vi~ta patogcnetico. Terapia polari<:.zante: Tema u'inLcresst' attuale, reccntemcnte propo\[0 CJU:l(e nuo vo metotlo tcrapeutico nel danno infartualc del miocardio. Fu appunto Sodi Pallares. il qu:tle, nrl giugno 19111. in uua interc's~HILC conk renza tenuta all',\ccademia Medica Lomh:mla, ha illu,tr:llo 1 ri,ultati con•eguni C< 1:.t terapi:t polrtrizzante, la quale avrebbe lo scopo d i correggere le turhc elettroliticht a livello della memhrana della fibra miocardica. favorendo la rnigraz.ione del sodu e dell'acqua all'esterno e l'entr:na del potas~1o nella cellula. E ciò in base ad un con cctto di Patologia Generale, seconJo il quale ogni aggressione cellulare produce pn dita di pota~sio ed aumento del sodio e Jel cloro nell'ambiente endoccllul:tre con n flessi nocivi sul metabc>lismo cellulare, per cui h1 cellula si depolnrizza. E' stato pertanto suggerito l'impiego - a hriorni alterni, per tnfu~ionc \enosa di un cocktai l lirico costituito da: cloruro di K (40 mEq); insulina (20 U.). 1000 cc. di soluzione gluco,ata al IO " (KlG). controllato alla \elocità di 40-60 gocce .u •.,...;nuto. In taluni casi Sodi Pall;~re~ c Coll. hanno somm in i~trato, per os. il glucow ed il K (tre \'olte al giorno 0,5 di cloruro di K) iniettan•lo nel conte mpo per H l intramu~colare 20 U. di 1nsulina due volte al dì (p rima dei due pasti principa li). Dal tratt:1mento \·anno e~c l w.i i pnienti in stato di ~hock cd i nefropatici. D::tl pan ,·anno esclusi - s'intende nei limiti del po.,>ibile - lutti gli agenti che favori~cono l.t tkptllJri zzazione cellu la re, e in particolare farmaci come i diuretici mcrcurinli e quelli d d gruppo delle tiazine, la chinidina, i digitalici c il corti..,onc ad alte dosi , c con es~ i h necessità di obbedire ad un regime alimcnt::trc iposodico. in quanto la quantità eccessiva di '"odio fa,·orisce implicitamente una fuga di potassio endocellularc e b con ... cguent. depol::trizzazione clelln cellula. V~ da sé che il mctcJnismo dci movimenti ionici. a livello della membrana delle fibre miocardichc, si , cri fica ,o( o l(Uando la cellula ~ alterata. Con tale nuovo trnttamenro, Sodi Pallares c Coli. hanno osservato una più f:Jvorcvole c rapid~ ev()luzionc de l tracciato elettrocardiografico. insieme all'a~senza o :1tl un:~ rapida ;,com parsa delle complicanze aritmiche. attenuaziOne drl dolore e miglior~mcnto delle cond· zio ni g(·ncral i c della ceneste~i. Bcrtola e Catclli riferiscono \UÌ pruni ri.,ultati com<'guiti nell'infarto miocard1co (IO casi), dopo mmmi nistrazione con cocktJil Ji KIG, risultati che si compendiano nella compars,t immediata di un ;,emo di benessere, nella rapida scompar,a Jel \lntomo dolore.


in 1111a altissima percenru.1le di guarigioni, C"he ~o no :t\ ,·enute in un tempo più hren' del ~oliro e con un Jecono pitl attenuato.

La nostra pcrson:~le e~pe rienza con tale tratt:~mcnto è insufflciemc per potere esprimer.: un giudizio motivaw.

Terapia antireattit·a. Una considerazione, a parte, merita l'i mpiego dei curticmteroid i nella terapia dell'infarto dd m10cardio. Terapia, sotto molti aspetri. nuova, c qui ndi attuale, :Hlchc se le prime comunira7ion i ri~algono agli anni 1954-1956. I ri ~ultati terapeurici favorevoli comeg-uiti in ouesti ul timi :.rn ni . in particolare nei casi complicati da turhe della condu7ione atrio,·entricolare, ne hanno incoraggiato un:t sempre più I:Jrga applicazione. Anfossi, dall'esame (ki ri~ultati di 50 soggetti trattati con ormoni steroidei. oltre - ,·intende - alle abi tuali terapie. ha formulato le ~eg uenti considerazioni: c - la terapia corti~onic:r ~embra esplicare una spiccata aHività antishock ed ipertensiva, che si manifc~ta con il superame nto dclln fase di co lla s~o iniziale; :Jttività che. a nostro a\ viso, si rende maggtormente p1lese nei casi di maggiore ipoten~ionc c pertanto di più evidente gra\' it~ nel q uatlru clinico; c - semhra inoltre incidere 'ull'andamcnto della curva termica. contenendo la manifestazione febbri le c favorendo una più rapida clefervescenza; <<- condiziona una più rapida disce~a dell'indice eli \ '.E.S.; c- · sembra incitlcn: favorevolmente ~ui disturbi della conduziotw at rioventricolare e intravemricolare c sui disturbi del ritmo. almeno nei casi in cui quc~te alreraz:nni non sono con~egucnti :1 le~ioni direuc delle vie di conduzione, ma pre~entano solamente carattere funzionale (d:J irritazwne, edema. ecc.l: < - non influirebbe. con le modalità da noi impil'g:Hc. sul temi'<> di guarigione né sull'estensione della lesione infartua le (valutata elenrocarcliograficamentc • . Vogliamo ora riferire alcune conside razioni [:me d:t due studiosi: Dioguardi c Secchi, in tem;t di tr:mamento predniwnico in campo cardiologo: , L'e,·oluzione f:l\ orevole della nostra casistica ci comcnte d i ritenere cottfermatc le os~ervazioni sperimentali c cliniche ctrca l'assen7.a Ji una influenza neJ.!ati'a Jei farmaci cortisonici ~ul processo di riparazione cicatriziale del tc.:s~ uto rnioca r;lio leso. Ci st:mbra pertalllO che una terapin cortisolllca po~~a ~,-,~ere imtaurata con rranquil:it;'t. anche nel ca~o di pazienti affetti da sind rome ittfartualc miocardic:1. Per quanto rigu:Jrda l'azione normalizzat rice del predni\onc \Ul ritmo cardiaco, ~ ,·erosimile che cs~a debba e~scre auribuita ad un intervento del fa rmaco ;1 rirnuo,·ere un:1 ~ itua'l ione di edema peri in fartuale intnessante il tessuto specifico di conduzione • · . A lato ai seguaci di detto tr:lltamcnto, i quali - in p:~rticolari condizioni Intenderebbero sfrutt:tre l'azione antirea7ionale ed antie~sudativa . esercitata appunto dagli ormoni steroidci, si ergono coluro i quali attribuiscono a questo \Ussidio terapeutico una attività :rnufibrinolitica. 1'\on appare pos~ihile . :tllo \lato attuale delle nostre conoscenze, trar re dementi ~ ig ni f ir ativi, tali da potere. attra,crMJ il vaglio di un1 casistica più complet,l. condurr(' .td una concordanza di vedute. Anche qu i ricorre. a no,tro an· i~o. il concetto del criterio discriminativo dei ca~i da trattare: ci rifenamo J (jUei soggetti presemanti gravi turbe del ritmo ed in particola re del tessuto specifico di conduzione (blocco :ltrioventricolare), correlate (.'S5enzi:tlmente a \tati di imbibizione edemato~a p<.ri infartuale con temperatura febbrile elevata e persistente. . La .scelta accurata degli infartuati, trattan con ormoni \leroidci - nelle partico l:.1 n , deheatc condizioni dianzi riferite, ed i ri~ultati lusinghieri ad essa conseguiti -


t66 ha ~uscitato in noi il convincimento del reale beneficio soggettivo cd obbiettivo eh tale tratt:lmento induce nei pazienti.

Ripo.ro. 11 riroso, come è noto, è un princ1p1o tradizionale della cura di un o rg;llll• ammalato. Esso, per l' infarto miocardico non complicalo, va mantenuto a letto, per u• periodo medio di 4 6 scuimanc, permettendo po~cia al paziente una ripresa run7.1 CJ naie molto gradualmente c sotto il vigile controllo del medico. t. E' consigliabile dice Rasario - in tutti i casi mantenere i pazienti a riposo assoluto a !etto per un mese in media (raccomantbto però sin dall'inizio i movimenti de[.:'li arti inferiori ed i m1ssaggi, onde pen·enirc le facili flchotrombosi); solo in !1<. guito si potrà concedere :1l paziente di sedersi in poltrona c, trasconi i 45 g:orni in media dell'episodio acuto. potd essere dato il pt"rmes~o di incominciare a muover' in piano; non concedere il permesso di mcire di casa prima che si:111o lrascor,i dw.: mesi dall'insorgenza dall'infarto ». « Secondo me - afferma G.C. Dogliotti - il riposo assoluto in letto per un JX' rioclo eli uno, due mesi è fondamentale. ~aturalmcntc, va protratto per un temp•) diverso a seconda dei casi ) . . E il Friedbcrg: « Il periodo medio di ~ci settirnan~· ha lo scopo di permettere la guarigione dell'attacco acuto e la cicatrizz:~zione dell'infarto. Esso non comprende un ulteriore periodo di settimane o mesi di convalcscenz;:~. atto a permettere la ripresa gr:~duale di una routine co~tantc. « Inoltre. que~to periodo med io non tiene conto del \ t:rificar'i di complicazioni dello svilupparsi l'imufficienza cardiac:1 cronica c!c,tra o ~ini~tra, dei frt'qucnti attacchi di angina pectoris, o di cstrem:~ debolezza che possono pwlungart• sen~ibi lmente il periodo di riposo in letto o di forte limitazione dell'attività :.. Superata la fase :~cuta di un infarto, ed ultimato il periodo della convalescenza. ~~ prospetta al medico curante un quesito molto importante c delicato. quello cioc riguar dante il consiglio da dare al suo assi,tito in merito alla ripresa dell'attività lavorativa. R1 \RILITAZIO~r; O EGLI

Jl'F \RTU.\TJ:

LORO ll"~I· RIJ\11-.NTO :-1(,1. L.\VO'RO P'RODU1 TIVO.

E' questo un problema di notevole valore cd importanza economico-sociale. Il Friedbcrg. in proposito, riport3ndo i <lati Jclla sua vistos:t esperienza specialistica. f:~ osservare quanto segue: « Tanto più giovane era il paziente. tanto più probabile era il suo ritorno al lavoro. Poco più del 90" ~ dci pazienti che riprc~cro la loro occup;~ zionc lo fecero e ntro un anno; circa il 75o,; entro sci me~i. poco pitJ del 50% entro tre me'i da quando si erano alzati dal letto eJ '"·e,·ano lasciato l'Ospeda!e. Nel gruppo più cospicuo di pazienti guariti. le attività furon o ridotte in grado vario :1 caus:J di inc:~pacità per sintomi residui di cui i principali furono l'angin:t pectoris, la dispne:l sotro sforzo od a riposo c l'ast<·nia o facile stancabi l it~'· Quuti sintomi era no presenti da soli od in combinazione nei Jue terzi dci plzienti ~guiti da Blande c Whitc. c da Master c Coli. ) . Noi, in passato, in un altro la,oro (« Le c:trdiopatie nei loro rifle,si sociali ed economici ,, Giomnlc di Mcdi< ina Militare, anno 113°, bse. n. 'i. settembre ottobre 1963) abbiamo cosl esprc~;,o la nostra opinione: « ... molteplici sono i fauori nel per menere o tr.eno la ripresa ddl'attività lavor~tiva. Anzitutto bisogna tenere conto del ~ l'età del soggetto, dci suoi precedenti morbcni, della sede dell'infarto, del quadro sin tomatolo):tico po~t-inf:1rtualc (per,istente stcnocardi:~. turi)(' del ritmo). Va da ~é che i soggetti di temperamento ansio~o, instabile, emoli\'o, con facile tendenza alla depre~~ sione dell'umore, incontrano m:~ggiorc difficoltà :1 ritrovare qucll'equiiihrio necessario


che consente loro di tornare al lavoro. E' bene poi ricorùare che d lavoro, opportunamente adattato ali<~ possibilità ùegli infermi che hanno sofferto Ù1 infarto, torna loro di utilità sono tutti i punti ùi '' i~ta ~: ~oprattutto sotto il profilo del conforto morale c psicologico. c Occorre indagare con molta intcll1!!cnza mi tipo di lavoro ''olto in precedenza. 1 moderni mezzi d'indagine diagnostica cd i processi veramente notevoli conseguiti nel ~ettore tcrapeutico. han no miglior:~to mult i~~ imo la e.rogno~i dopo le gravi~sime consc· guenze dell'altacco acuto >. E' necessità assoluta di resti tuire la fiducia nei nostri p:wienti, i quali vedono offuscato il loro destino dal pericolo di un nuovo infarto carcliaco. E' facile quindi immaginare l'azione noci,·a a ,·olte ,e,·eramente disgregatrice che esercita nell'animo dei colpiti da infarto, la fobia della morte imminente. c Non è pmsibile - scrive Caccun - indicare per tuni gli utfartu.tti quanto dcbb:1 durare il periodo di inabilità assoluta, anche se io que!>ti ultimi ;1nni s1 è cercato. specie da AA. americani, di ridurlo di parecchio: ciò dipende da \'ari f;Htori, essenzialmente dal comportar~i della emodinamica, dalla ,intomarologia che il paziente ha presentato, dalla csten~ione dd proccs~o 1nfartuale. Si calcola che l'inahilit~ Ja,orativa temporam:a possa in molti casi non superare i tlue mesi. Spesso nei c:1si d 'infarto ~i va incontro a due errori di valutazione: o si dichiara invalido il soggetto senza tener sufficientemente contu delle sue capaci~:' l:1vurative. oppure. b:1sandosi sulle ottime condizioni generali, ~i consiglia la ripresa di un l:lvoro anche se poi in pratica ciò non può effcttuar~i :t.

Secondo jouve. si potrà COihigliarc la ripresa dell'attività lavorati,·:-~, dopo trascorso un periodo di 4-6 mesi dalla emi infartuale. ma in mi,ura pru.lentc nei primi tempi. c sempre che non si trani di la,·oro molto Lttico,o. Per quanto riguarda i ca~i occors1 dur:-~nte la nostra attività 'pcnah~tlca. circa 1'8 ' sono stati dichi:-~r:-~ti inabili a qual'i'oglia attivit~t lavorat,·a; i rim:mcnti ~ono tornati a riprender~· il lavoro gradu:~lmentc cd adq~uatamcntc entro l'anno <IJII':macco cardiaco. ~emprc ,otto il controllo periodico, vigile ed oculato del medico, il lluale di \'olta in volta in tcn iene per limitare k prc.~ t :lzioni di lavoro o sm.p<.: ndc rk, yuando richiesto dal C~l SO. E a proposito di controllo periodico, importa nza j)rcmi nemc deve C\sere attribuita all'indagine elettrocardingrafica, insieme ad altri e'ami lJuali, in particoi:Jre, il dosaggio delle lipoproteinc nel sangue. cd occorrendo anche l'esame radiologico al fine di cogliere i o,egni iniziali di una CH'ntU;Ile ecta,ia parietale del cuore. Nella maggior parte dci casi come abbiamo noi stes~1 \Cntto nd la,oro sopra citato - dc,·e essere sconsigliato il ja,·oro pesante: solle,·amento d1 l'le\i, salire molte scale, prestazioni ~traordinaric, c de,·c raccomandar~i prudcnz.1 nella alimentazione. nell'auività sportiva e nei rapporti ~C'>\U:tli. E chiud iamo con la felice c~pre,~ione di E. dc [;1 Chapcllc di :'-Jew York: « La riabilitazione :1pplicata ai cardiopatici ri).!UJrda l'arte c 1;1 >cicn'l.a di riportare una persona :t quel livello di attivid fisica (' mentale che sia con ~igl iabile con la capacità fun zionale del cuore-,. DI ETA.

L'alimentazione, nei primi g1orni, de'e e~scrc costituita soltanto da ~ucchi di frutta, una tazza da rhe diluito, brodo, latte. Solo più tardi si potr~ autorizzare una alimentazione p1u completa: pasti piccoli c frequenti (quattro pa~ti al giorno), da fare assumere non troppo caldi, né troppo fretldi, costituiti da cibi leggeri e facilmente digerì-


r68 bili: mincstrinc (semolino o riso). fruna c \'c:rdure p:h'>::tle al >ctaccio; un po' di carne: trit~\la.

l'recetto fondamentale in quc\to periodo di tempo, ~ quello di C' Jtare Jl'l'll copiosi, anche se non '>i raggiunge un apporto calorico alimentare ottimale, t:JnttJ p1ÌI che l'ammalato essendo a ri!JO~o :~ssoluto, ha un di~pcndio di energia assai ridotto: <' ctÒ ~cmpre con lo ~copo precipuo di non aff:~ticare il cuore. Va da sé che debbono e~~erc pro=biu .I caffé. t liquori, le acque gassate. ed in ge n er:~le i cibi grassi; si potrà conceùcre di bere un bicchierino di vino ai pasti. · Sempre nei primi ,t.:iorni, bi~ogna indgilare sulla regolarità delle funzioni intc '\tinali dato che - ,·uoi per b \ommimstrazione degli oppiacci. vuo1 per la ,r..r'>.l quJntità di c1bo ingerito - SI rcnJ~ fr~qucnte la co~tipaz:cnc. Per tenere, perr:111tn, J'Jivo in ordine bisogna fare ricorso all'uso di blandi lassativi o eli piccoli clisteri c. in ca-.o di mctcorismo. all':~pplicazione ùelb sonda rcnale. E per chiudere il problema dd l:! dieta. an ch'ew> delicato c fondamentale, p<-r qu:1n10 si riferisce al tempo a\vcnire po~t -infartu:J[e, b raccomandazione che, in VJ:l genera le, si .. uole fa re ì:· quella di onemp::rare ad una dit:Ul ipoaJiorica. ipo.rodù·,,, tpolt {'tdJCtJ.

La mohcp'icità dct f<lllori Cllologici che inrencngono nd determinismo dell'infarto m1<1cardico, le ùifficolt~t delle direttive terapcutichc, t•ht: co<tituiscono tutt'oggi l'argo· nH;nto più nmpiamente discu~~o c d ibattuto, dimo~trano quanto delicato sia il compito che nent· affidato al medico pratico in questo Importante c:1pitolo della parolog1.1 Ulll;IIU.

« Pectus c~t quod diserto' facit - dice Quintili:tno - per inJiGirc appunto che il cuore rende eloquenti; è fonte cioè di ogni ispirazione. Voglia il luore- (· l[Uesto l'augurio- 1spirare. di \'Olta 1n volta. il medico perché con 1l suo meditato c:d oculato intervento curntivo possa vincere la h:maglia contro il male.

R1~551 'HO. L'A .. tratta della cur:J dell'infarto miocardico, alla luce delle più recenti acqui~izioni~ aura\'erso una clis:.n1ina critica, rondottJ nei confronti delle p:Ù motlerne vedute terapeutichc. in partico:are per quanto si riferi~ce alla cura dello shock cardiogeno, alb terapi.t polarizzame c alb discussa t' controver,a I.JUestionc dell'impiego dei farmaci amicoagulanti. Richiama, in fine. l'attenzione sulla import:Jnz;l econom=co s~c·ale che rivesfl' il problema rclati,·o al rcinserimcnto nel la\'!>ro produttivo degli infartuati.

RÉSl! ).f{.. L'A., traitc Jc 1:1 cure tlell'inf:Jrctus tl u rnyocardc, au jour des acquJsJtion\ Ics plu' réccntc'>, à travers une discussione cntique. en comparai,ons dcs \'ues thérapeutiques les plus moderne~. en particulier Cl' qui n rapporr au traitement du choque cardiogénc, ~~ la thér:~pic pobrisan tc ed à !.1 question débatue et controvcrséc \Ur l'emploi der reméde' anticoagulanb. Il rappelc cnfin l'attcntion -.ur l'importancc économi.Jue \ociJie du proHèmc de l.1 réi-...:rtion J.Jm le trav:til pmductif cles fr:1ppé~ par infarctm du myocarde.

ScM~UR\. - The .\. dcal~ with the tre<Hment of the myocardic infarction in the light of the most reccnt acquisitions. throug h a criticai examin:1tion. ltd in comparison with the most modern therapcutic vicws. particubry a-. far :1~ it refer-. lo thc trcatment


of cardiogenic shocks, to thc polarising thcrapeutics and to the discussed and cornro''ersial uscs of anticoagulant drugs. To finish with he cal b attention on thc economica! ~ocial importancc of the prohlem concerning thc rein\crtion into productivc work of pcoplc ~truck hv miocardic infarction.

HIBUOGRAFlA. BERETT\ A.: c Y!Jiattia dell'apparatO circolatorio •· Mtnerm .\1ed1m, 1959. BERF.T'rA· At"GUT<>SoLA A.: citalo d:t R. BRllSC.\: « Infarto mioGtrdico ) . 1nchie~la Internazionale. Ed. Mincrvn Medica, d;c. l9fi2. BERTOL.\ ..-\. c CHELLI P.: • Primi ri~ultari ... ull.a terapi:~ dell'infarto del miocardio con potassio, in,u:ina e gluco~io , , Cardiolog111 pmtica. 'ol. XII. n. S. ottobre 1961. BRuSCA R.: «L'infarto miocardico ) . Inchiesta Internazionale. Ed. Min erv:~ Medica. dic. 1962. Co~DOHLLI L.: Lezioni di Patologta Medica • · Co'ffiORJ-LLl L.: Comunica7ione alla /" Riuntonc Gruppo Cardtologico ltaltano: 1940. Co'~DORI:.LLI L.: citato da R. Krusca : " L'in[;trto miocardico " · lnchiest<l lntcrnazionak . Ed. Minerva Medica. dic. 1962. Dt GL'CLit=I.:-.1o L: ~ Le malattie del cuore c lkt ,·asi ,, Valbrdi . Milano. 195/l. DtOG\.11\RDJ N. e Sr.C:C:IIl c;.c.: « Con\iderazioni in tema dt tranamento prcdnisonico tn campo c;mliologico , , Cardiologia PratJC/1 vol. X. n. ~. giugno 1959. FRIEDBERG C.: c Le malanic di cuorc • · Vallardi, Milano 1954. LL\.'1 C.: Presse Médicale, 3i. 31 e l!t'i ( 1929). MARCJJESE G., SToc:c:tJJ R. c FERR'\R,\ U.: ~ Sulb tnapia anricoagulantc dell'infarto miocardico. Contributo clinico di 120 ca~i , , Cardiologie~ Pratim · ArchiJ,io, Vol. 111. n. 2 - 1962. MAHJOLr M.: c L'infarto del miocardio , (2• ediz.). E.S.l.. , apoli 1955. P ENATI F. cita to da B Rt 'M:A R.: « L'infarto miocardico , , lnch ie~ra lnternnimwle. Ed. Minerva Medica. Dic. 1962. R~S..\RtO G.M.: c Y(anualc di Terap'a Clinica Ragionata • · i' edizione. Valbon. Napo'i. Rucct:.RI P.: « Le ca rdiop:~tic nei loro riflessi sociali cd economici • · Giomale d1 Mcdrcina Militare, anno 11.3°, fase. n. 5 sett.-Otl., 1963. Soot P ·\Ll \Rn D.: Amcr. f. of Cardiol.: 9, 166, 19fi2.


C:ENT RO SHJDI E RICERCI IE DELLA St\N ITA' MILITA RE- ESERC ITO

Direttore:· Col. Ml'Il. O.>tt. CLE\11 'TL ~1U<Illl

GLI ANTOCIANI NELLA FUNZIONE VISIVA Col. Chim. Farm. P rof. Domenico Corbi

T . Col. Med. P rof. Giorgio Carra

Magg. Med. D ott. Tullio D e Negri

S. T en. Mcd. Dott. M a nl io D e Ldlis

Sulla lxt'c Ji alcune recenti ricerche che hanno messo in evidenza l'influenza degl i .llltociani wlla ,·isionc crepuscolare e nott u rna ci \i:uno ripropo,ti di ,rudiare l'azion<: di tali so~tanzc sul semo lumino'o e su altri p:~rametri della funzione oculare con cui tale ~e nso i nteragisce. Dopo :J\'Cr premcs~o qualche nozione ~ulla struttura chimica di tali sostanze e sul loro probabile meccani\rno di azione. esporremo le modalità con cui è stata condotta la ricerca, i risultati a cui siamo pervenuti e le nostre conclusioni.

l. -

CH l M l(' \

O EGLI

\-.:fOCI.\!-~ l.

E' noto come l'emeralopia venga farmacologicamente trattata con Vir. A e derivati; l)uesta terapia si ritrova girt descrittn J:~gli Egiziani che, pur non conoscendo O\ via mc me tale prodotto, raccomanda,·ano (« Papiro eli Ehen • 1.600 a.c.) l'ingcstione dt fc~ato di \'ari anim:~li. T derivati clelia vit:1mina A oggi più im piegati in terapia sono i Gtrotinoicli c più prt·ci,amentc la ~ carotina (C-111 H ..,\ che. unit.Jmente ,11la a. c y clrotina, è uno dci più diffusi coloranti natur:~li; si trO\·a infatti nelle foglie \'Crdi accanto alb clorofilla, nei gra~~i animali, nel i.JLtc. nel sangue, ccc. Tra qu es ti carotinoidi a -IO atom i d i carbon io ~i deve annover:ue :1nche la xanto1ìlla (C4 0 H 5,,0 2 ), che è un dio,sidcri,·ato della carotina; altro derivato della xamofilla di recente impiego è l'astacina (C-'OH~,O 1 1 che \l ritrova genrralmentc come c~tere Jcll'acido dipalmitico o clenienc nel le cor;~zz.c dci g .amb::ri, cklle :.tragostc, ecc. A questi prodotti sopra ricordati vengono oggi a~soc i ati nella tcr:~p i a oculistica i !erivati del fla,·anc (C1sH 14Q ,).

o


171 os~ia le antocianidine

(cxvocrc; = fiore) che allo stato di glucosidi costituiscono colori bleu, violetto e rmso dci fiori c di molte frutta e foglie. Le antocianidme si possono raggruppare in tre upi fondamentali :1 ~rrurtura benzenica c cioè pclargonidina, cianidina e delfini na.

HO

HO

CH

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HO

l

<OH_Oi t

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r

OOc-Qce>-t OOc-QOH COI 1 _

HO~C~OH HO

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0-(1

DciCtntn~

Pclarc;onidinJ clor.

OH

clor.

Sotto forma di mono e digl uco~id i , ramnogluco~idi c galacto~idi. q ueste antocianidine si trovano presenti in molte frutta: - Amarena: Mecoàut idin:t (cianidina-3-gentiobio>idc) Antirrini nn 3-ramnoglucoside) l Peonidin derivato; -

Arancio sanguindlo:

(cianidina-

Ci:ll\idin:t-3 monoglucoside Delfinidin-3 monoglucosidc;

- Ciliegia: Choraciantna (cianidtn:-~-3 ramnoglucoside) Cri,anten"lina na-3-rnonoglucoside) Cianidinrnonoside; -

Fragob: Pelargonidin-3 monoglucos!de Ciantdina 3-mono~lu.:o,ide;

-

Fragola di bosco : Pclargonidin 3-monogalactosidc Cianidinmonosidt:

-

~!eia: Idaina (cianidina-3-rnonogabctoside);

(cianidi-

C'risanternina (cianidina 3-monogluco~ide ; 2 cianiclinglucoside:

-

\.fora:

-

Lampone:

Cinnidin:-t-3-bio~ide

Cianidinrnon0~ide

2 C":~nidinbicsidc;

Prugna rossa: Cris:wtemina (cianidina-3-monoglucosidd Ci:111idinmono~ide J>~oni<.linderi \"ato; Pnca : Crisantemina (cianidina-3 monogl ucoside) 2 ci:lnidinmonosilk; -

Rilx:s ro~~o: Cionidin~-3-Jiglucosid~ CtanidinmonosiJe Pebrgonin o Peonulin drrivato; U\a spina ro~sa: Oinnidin-3-mono::.idc; -

Uva Uf\ina:

ldain:1

(cianidin1 3-m onogal:lctosidc); Cianidin Jcrivato;

-

M irtillo: ld:-tina (cianidin 3-monogalactosiclcl; Crbantem ina (cianidina-3-rnonogluco~idc): Cianidinbioside: Malvidin-3-m onog-lucoside; Delfinid in-monoglucmide: Delfinidin-monogalactoside; ~blvidinmonoside: Pelargonidin-3 glucoside; Petunidinmonoside; Anche il colore rosso delle rose. dct fìordnlbi, delle dnlie, ccc. l do' uto ad un di gl ucosidc della cianidina, mrntre com:: monogalactloside (iclain:-t) costituisce il colore rosso del mirtillo. Sono a ppu nto gli antoci:tnos~idi estratt i dal mirtillo (v<lccinium myrullm) che costituiscono unitamente alla ~ carotin:-t, il proJotto Dijrarrl l 00 che ~ stato da noi im piegato nella ;perimentazione ( 1).

(l) Compo,i~.ione an:<loga ha I"Emcril della Ditta USAR clw il l'rof. FranccJ D 'Ermo ridl t Clini•:• Oculistica di P.tdma c nm ,.,,,i abbiamo impi··~.lto it ric<·rdlc ,imili alle no,tr<· :cttu:oli wn c~uali rimltat i.


Il Difrarcl 100 ha b seguente composizion~: antociani estratti dal mirtil!o ~ carotina

2. -

gr. 0,10:1

gr. O,OO'i

MODALI r\ n'ESECI.:ZIO!'-IE OFI.I \ RICI:RC \.

Prcndc.:remo in con~iclerazionc.: clapprima i parametri che esamineremo c b relativa strumentazionc per la rivelazione dci dati, in secondo luogo le caratteriotiche dci so~· getti esaminati, quindi. le modalit~ sperimentali propriamente dette.

l.

Parametri fì.<iologici V/511'1. ,\bhiamo d::.pprima cs::.minato il oenso luminoso analizzandone diverse componenti:

a\ punto a: punto in cui b curva d'adanamento primaria si :Jrticola con la curva d'adartamemo secondaria; b) sogli::t lumino,;~ finale;

d soglia inferiore visus-lucc; dt tempo di recupero della \ogl;a mi nim:~ dopo abbagliamento.

Le.: prime due componenti sclllo state esaminate con l'adattomctro di regis tra7.ionc del Prof. M. Hartinger che ci permette di rilevare valori di luminanza progres.,iva mente decre,rcnti misurate in apo,tilb (l), oppure \'alori di sen~1bilità mi~urati in unità log:Hitmiche (logaritmi dci valori invertiti delle luminanze in funzione del tempo in minuti necessnri per percepire ta li valori). La pron è '>lata effettuata dopo un periodo di prcadattnmcnto al buio ( l 5 min.) cd alla luce ( l O min.) con illuminanza di 3.000 ash. Le ultime due componenti sono state valutate con l'ottom('tro pancromatico Gun~co. Si praticano ambedue su occhio adattato :dla vis;one scotopira per 30 min. e consi· ston o, la !Jrim:1 nella misura del minimum Ji luce necc~~ario e sufficiente che permette al ~oggetto di percepire una mira dalle dimc•h!on ! corri,pondenti a òuc decimi di acuirà vi~iva ;; cinque metri di distanza, c l:J scrond:1 nell:: misur:J dd tempo in minuti secondi per recu pe rare il g ià raggi unto adatt:Jmcnto al!'oscur irù q uan do vie ne sottoposto ad ahha gliamcnto artificiale mcd1ante appo~ita ma'tchera. Dopo a\cr esamin.Jto il ~:::nso luminoso abbiamo preso 1n con~iderazione alcuni parametri visivi direttamente tnflucnzati tb l ~enso luminoso e precisamel1tc: l ) l'acuirà visiva va lutat:l anraverso il minimum leggibile in condizioni di lumi· nan:za mesopica con ta\'ola ottometrica a '5 metri, lum·nanza :1 ì,4 UL p' h: 2) il ca mpo visivo con pe rimetro di Co\Jm:an tramite mira d i -1 mm., di colorito bianco, di intensità relativa 0.030 a posti l b. (n in modo da ridurre :1 \ minimo il rapporto tra luminanza della mira c lumin;una del fondo. l limiti del c:unpo \ i .. ivo \'Crranno e~pressi dal valore in gradi, mediante va!ori trovati per i tluauro punti principali per amhcdue gli occhi;

( l ) L'~p<wilh. non L tlll.l uni1" di lumin.tnt,.t. lwr"i di li lumirLtrt/.,t. nu nd ""''ro c:"o non h.1 particola re imponan:t.a distinguer~ tr:t i du <· concetti ri , ici. In pr.ttica consid cri.uno di l :1\b la lumin.tn7a di una mperficic che ricnc l lux e lu rillctre rntalmcntc .


1

73

3) il senso cromatico ron occhio aùatt:l!O al buio ,·:-durato nei ~uoi aspetri quantit:mvi tramite le quattro prO\C prc,·i~tl' ùall'nttometro pancromattco Gu;tsco per 1 colon fond :un enr:1 li verde, ro~~o. giallo, azzurro;

4) il ottometro.

2. -

~enso ~tcreo,copiro

~empre

con ocdtio ad:>ttato al huio tramite lo stesso

Carattnistiche dn sog(Jt'lll e.camma/1.

Abbiamo eseguito la ricerca ~ u rinquanta '>oggetti di ~c,~o ma>ehik, Ji età tra 1 diciotto c i venticmque anni. Essi pres<:nta\·ano una acuilà \i,i,·a naturale di dicci decimi, una visione periferica normak. ~cn-; 1 lumino,o. sterNJ\copico c cromatico nor mali. Non l::unenra,·anu, inoltre. d isturhi sogg<.·ttivi oc ui:Jr i di nc:,~un tipo cd :t\ t:vano una obietti' ità oftalrnulogica complet;tmente tllt.:.lli\·:1. D.tl punto di ,.i,t;t clinico gene· rale erano soggetti 111 buone. condi:~:ioni fi~i..:hc: c p~ichiche, p~icologic.tmente preparati a cnllaborarc alla riccrc:J.

3. -

Modal1fiÌ .rpaimenta'1.

Sono state somrmni~rrarc qu:mro comprt·,,e Ji D1frarel l 00 in due do,i uguali intervallate da un' ora. L a prima do>c: t: stata summinl,trata :-tlk· ore l O. Sono '>t;Hi c~e­ guiti tre esami per ciascuno dei parJmetri cons:Jera ti. li primo anteccdcntementt' alla somministraztone dt Difrard nella stc''·l giornata. il 'cccmdo ;t cli.,tatu.l di quattro ore dalla primJ ~omm i1 nstrazionc:, il terzo a ù oJici ore di disunza -;emprc dalla prima somministra7.ione.

3. -

RISL' I.TATI .

Ri ~ulrati signific:ttivi sono stati t rovati per le componenti del semo luminoso, per l'acuità ,-j~iva ed il c:tmpo ,.i,i,·o in condi:~:ioni di lu minan:~:a mesop:ca ba~sa. Per questi p~tramcrri ,·c:ngono riportate a titolo c:semplificatim su di una tabella (tab. l) i vnlori. a confronto trovati nd la prim:t e nella seconda pro va ;,u 5 ~oggeni. Analizzando i risultati oltt•nuti ,; nota che nella 'c:conda pro,·a il punto a (v. tab. 21 si trova constantemcntc più di~tante dall'a"L ddle :1sci,~c c pitl ,·icino all':-t;,se delle ordinate a dimostr:-tre valori pitl b:-tssi di lum inanza perce pita in tempi interiori. Questi dati ~ono indicativi. quin.li, di una più alta c rapida :l'cesa della curva d'ad.mamento primano. La soglia luminos:-t finale: d'alt ra p:Ht<.: i: pc:rcepit:l in tc:mpi inferior i pe r cui anche la curva d'adattamento secondaria decorre al disopLt della rorri,pondc:nte dcll.t prima prova. Sempre ndla ~cconda · p rova I:J ,,ogl ia i nicriorc: visltduce i. esp ress:t da va lori infc: riori di l - S unitJ ris)"JCllo all.t precedente : il tempo di rc:cupero è dimin uito di 2 · 6 secondi; i v:~lori del ,·isu; narur.1le ~ono ~uper:ori di l ~/lO; 1 ' 'alori del campo ,.• ~1\·o dimostrano un ~umcnto di { -Il". Nella terza prova i ri'>ultati ~ono pratic:tmenre SO\ rapponihili :l quelli della prima prova.


1

74 P. a

s. l.

S. L. F.

T. R.

l

50 •10

55/8

35

30

15

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20

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15

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8, 10

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7/ 10

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32

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l 16 16

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37

30

17

22

l 18 l

6/10

45/8

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8!10

35/ 5

40, 4

30

25

15

18

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P.a. S.L.F.

S.I.

T. R. Vn.M. C.V.m.

IO

l

l

l

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l

l l

C. V. m.

-45

48

(l )

44

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(2)

(3)

40

48

39

45

42

50

l

(4)

(5)

Punto a espresso dal r:tpporto U.L.xiO/t. So~lia luminosa finale espre~\a dal tempo necessario per percepirl,1 in mm

primi. Soglia inferiore viws-lucc ~~pre ..sa in unit~ fotometriche dcll'ottometro pan crom:ltico. T empo di recupcro delb soglia minima dopo abh::tgliamento in m inuti prim1. Vism naturale illuminanza rne,opica ba .. ~a espressa in decimi. Campo vi~ivo illuminanza rne,opica !l::'-a es pressa in gradi.

L:t linea continua rappre~enta il diagramma della prima prova. La linea tratteggiata rappre"nt::t il diagramma della seconda prova. Il punto a corrisponde ndla prima prova a 4.5 V.L. valore percepito tn 9 min. e nella seconda prova :1 5 V.L. vnlore percepito in 7 min. La ~oglia luminos:l finale (S.L.F.J viene percepita Jopo 32 min. nella prima prova e dopo 27 min_ nella seconJa t>ro,·a. La cun·a di adanamento all'oscurità dimostra nella seconda prova il raggiungimento delle ;oglic di luminanza proposte in tempo costantemente inferiori.


1

4. -

75

CoNCLUSIONI.

l ) J dati raccolti depongono per una sicura azione del Difrarel 100 sul senso luminoso. Il miglior::unenro del senso luminoso viene esprcs~o da un più r::~pido processo di adattamenro al buio sia nella su:t componente primaria che 5ccondaria, dalla percezione di più alti 'alori soglia in senso assoluto (soglia inferiore ,- i~us-luce) cd in tempi inferiori (soglia luminosa finale), da un più rapido recupcro della funzionalità retinica dopo abbagliamento. 2) L'analisi dei risultati ottenuti dimostra altresì che anche b visione centrale c periferica valutate i n condizioni di bassa lumi nanza ,·engono influenzate dalla somministrazionc di Difrard 100. Nella seconda prova si è avuto, infatti, un costante aumento sia nella acuità vi,i va che del campo visivo i n tutti i soj!getti esaminati per i valori su indicati. 3) Non si sono otrcnuti dati significativi con le nostre modalità esecutive sul sen~o stereoscopico e >ul senso cromatico. Ciò non esclude che in altre condizioni sperimcn· tali non si ro~~a dimostrare una influenza del Difrarcl anche ~u tali sensi e questo sarà oggetto di nostre prossime ricerche. 4) L'azione di Difrarcl t: una azione che si manifesta a breve distanz::~ dalla sornministrazione e che si esaurisce nel tempo di dodici ore come dimostrano i risult:Jti della terza prova da noi eseguita che sono praticamente sovrapponihili a quelli della prima prova. 5) Nei cinqunnta casi da noi sperimentnti non si sono mai manifestati episodi di intolleranza al Difrarel 100 di nessun tipo.

R tAssumo. Gli t\A. hanno messo in evidenza l'influenza degli antociani sulla visione crepuscolare e notturna studiando J'a'lione di tali ~ostanze ~ul scn<;O lumino$0 e su alcuni altri parametri della funzione oculare.

Ris11MÉ. - Lcs AA. ont mis cn évidencc l'influcnce de; antocyanes sur la vtston crépusculaire cc nocLUrne examinant l'action dc telles sub\tances sur le sens lumineux et sur quelques autres paramètre; de l:t fonction oculaire. SuMMARY. The AA. pointed out the influence of the antocyanides on rhc nocturnal and crepuscular 'ision, studyng the actioo o( \uch substances on the luminou~ sensc and on other parameters of the eye function.

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RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA

RECENSIONI DI LIBRI }EAN DELAY -

GEORG~!> VERDEAt ' x:

Electroencephalographie clinique. Masson c Co,

Paris, 1966. E' un volume breve di mole (209 pagine)· ma ricco di contenuto. Eccellentemente stampato, si articola in tre capitoli: Tecnica; Semi!'iotìca; Utilizzazione clinica. Per il montaggio, i due Autori seguono lo schema di Jasper, semplificato; e tale schema è adottato per tutti i tracciati riportati. che sono di ammirabile chiarezza. E di amicabile chiarezza è lo studio scmeiologico, che riguarda non solo i ritmi fondam entali, ma le diverse bande, con le varianti del ritmo di fondo; lo studio delle figure parossistiche, e dcll'E.E.G. nel sonno e nel fanciullo.

'ell'utilizzazione dinica, vengono studiati prima i casi in cui l'E.E.G. è ind1epilessia; tumori; traumi_ Indi, le applicazioni alle principali affezioni neurologiche, psichiatriche o di medicina generale; e, - capitolo particolarmente importante - le applicazioni alla medicina-legale. ~pensabile:

Nell'epilessia, l'apporto deii'E.E.G. ha permesso un raggruppamento dei sintomi clinici; e li ha resi più significativi; ha permesso indicazioni terapeutiche più chiaramente definite; e finalmente ha permesso di seguire l'efficacia del tr:lttamento. Nei tumori, I'E.E.G. permette la diagnosi di sede, non di natura: perché traduce la reazione del tessuto sano ,·icino; non di quello del tumore. E' inoltre importante lo studio del tracciato post-opcratorio.

Nei traumi, l'utilizzazione ai fini diagnostici è minore; ma divime importante nella sorveglianza del decorso e delle conseguenze post-operatoric: nei giorni e nei mesi che seguono, si possono osservare tutte le alterazioni che indic:.no la sofferenza cere-brale, sino all'epilessia; oppure ,-edere ricomparire il tracciato normale. ln campo neurologico, le lc.rioni va.rcolari (ischemia o raccolra emorragie:~) si traducono con segni di sofferenza cerebrale: ruò venire portata una diagnosi; ma anche una indicazione terapeutica: lo svuotament() di una r:tccolta. Sempre in campo dtagnostico, è l'E.E.G. che permette la diagnosi tra epilessia e sincope \':Jgo-,·asale; cd è la sua sensibilità alle \'ariazioni circolatorie che spiega i risultati positivi che si hanno registrando i ccfalalgici. Inoltre, l'E.E.G. permette di sorvegliare manovre atte a precisare una diagnosi: la compre>~ione d,..lla carotide snna, nel caso di trombo~i carotidea; oppure i rammollimenti profondi, i cui segni elettrici sono benigni allo stato di veglia; m:1 presentano ritmi lenti dal lato leso nel sonno. Ogni affezione che appartenga alla medici11a interna, c che possa avere un:~ ripercussione encefalica, può essere una indicazione per I'F..E.G.

Lo ~tudio deii'E.E.G. nelle mto.r.ricaziom, è il ponte tra le affezioni neurologiche c psichiatriche: i barbiturici determinano ritmi rapidi; l'alcool, una predomin:tnza delle basse frequenze.


Tn campo p>·ichiatrico, I'E.E.G. permette, innanzi tutto, di determinare la park dovuta all'organicità: all'epilessia, al trauma, al tumore. Eliminata ogni causa organica, le constatazioni deli'E.E.G. divengono più sottili: la natura stessa deU'E.E.G. lo designa per differenziarsi secondo i tipi sensoriali; secondo le variazion·i della vigilam.. t (dallo stato vigile, alla detensionc); secondo le variazioni dell'umore (dall'ansia al l'aggressivi tà). Forse più importante ancora, è il controllo della terapia. Il miglior:J mento clinico del malato trattato con elettroshock può andare di pari passo col pcg gioramento del tracciato. Dopo shock insulinico, si possono avere figure comiziali: clinicamente, la crisi epilettica è passibile durante la cura di Sakel. Dopo shock cardiazolico, si ha ritmo theta; od a punte , durevole sino a piLJ mesi. Dopo lobotomia. si ha un ritmo lento frontale, forse dovuto a deafferentazione. !11 psicofamzacologia, i preparati analettici e disleptici sono desincronizzanri; gli psicolettici sono sincronizzanti, almeno in linea generale. Se il peggior:.1mento del tracciato si accompagna ad un miglioramento clinico, allora il peggioramento del tracciato deve venire mantenuto al di qu~ dell'incidente lcsionale; ed indica la dose masstma. Ma le variazioni del tracciato sono sottoposte, oltre che all'azione della sostanza psicotropa, a quella del comportamen to; sia del comportamento abituale (ritmi lenti occipitali degli impulsivi); sia del comportamento del momento (ritmo theta di una impressione sgradevole). Si entra così nella F.lettm encefalografia fun zionale: intervengono allora i tmcciuti polìg1·afici e soprattutto i metodi di registrazione dinamica. Non si ha più i l tracciato standard di un malato immobile, ad occhi chiusi; tracciato che può indicare una lesione organica, ma non una attitudine mentale; o l'azione di un medicamento alla dose terapcutica.

In medicina legale, non è possibile concepire l'utili~zazione dell'E.E.G. senza tenere conto del contesto clinico. Nel tmuma , l'E.E.G., seguito nel tempo, permette di istituire una curva evolutiva, che si avvicina alla norma in ci rca 4 mesi; si ha così correlazione tra un sintomo s<>:ggettivo, non controllabile obiettivamente, ed un dato bioelettrico. Non si può tuttavia affermare che un tracciato normale indichi la simulazione di una sinclrome soggettiva. Invece, dopo 6 mesi, l'aggravamento del tracciato fà temere l'epilessia post-traumatica. Tuttavia, le lesioni deficitarie alterano il tracciato solo sino che sono in evoluzione; ma divengono elettricamente silenti quando siano stabilizzate: allora su lb zon;~ definitivamente lesa deborda l'a ttività elettrica della zona sana vicina. Così, con una lesione clinicamente affermata, il prognostico è peggiore con un tracciato norm:~le. che mostra appunto l'instaurazione del danno. Ma d'altra parte, anche un tracciato piatto, desincronizzato è indicazione che il trauma ha lasciato una traccia, cioè un d:~ n no. In criminologia, il problema impo!l't<tnte è l'epiles>·ia psico-motrice, perché essa si accompagn:~ con turbe mental i inte rcritiche. Due question·i interessano particolarmente: l) di che natura è una turba del comportamento; 2) di che natura è una crisi; è epilettica; isterica; o isteroepilettica? La registrazione di una crisi elettrica non lascia dubhi sulla sua natura comiziale: ma nel caso inverso, è vero il principio che vi sono delle crisi epilettiche che non si lasciano registrare attraverso il cranio. Nello studio del comportamento, non hanno valore né ·il tracciato normale in individuo normale; né il tracciato anormale in mentale riconosciuto; ma solo il tracciato anormale in soggetto mentalmente normale: il fu11zionarnento del cervello è imperfetto; c, d'altra parte, la delinquenza testimonia di un difetto di adattamento. Il SO'}{, dei delinquenti presenta ritmo thcta nel 40 °~ la più bassa frequenza alfa è la dominante.


1

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Lo studio ùi gruppi ed i metodi analitiri hanno perme~so di isolare anomalie funzionali (come le onde lente posteriori). spesso asimmetriche, che non sono legate s!la ~offerenza cerebrale, ma a certe anomalie del carallere: si va dalla «duttilità-. di Grey W alter sino alla impulsi' ità: ed ì: proprio in tluesti due gruppi che è più frequente la delinquenza. Queste anom:~lie funzionali sono di mterpretazionc ddicara: il giudizio oscilla da un:~ lesione organica a variazioni di ritmo normale. Esse permettono runa,·ia una distinzione più lucida della malattia nella delinquenza. Libro di lettura avvincente; denso d i pcn~iero; ricco di informazione precisa e vagliata; libro per,onalissimo. Pure es~endo l'eco vivo di una scuola (quella di Gastaut), esso tiene conto delle moderne vedute cibernetiche alla Grey \Valtcr; ma è concepito c realizzato sul terreno mai abbandonato clelia clinica, fedele al monito di Lériche, posto in prima pagina: « la clinica sopporta male la rigidid del calcolo e della cifra; uno spirito di finezza deve valutare tutte le registrazioni, se non ci si vuole esporre ai peggiori errori di apprez7.amento ...

R. GIUSTI

0NNIS

M. e

M A:>TRORit.l.-1

A.:

traumi chiwi dell'addome. Ed. Mezzina, Molfetta.

1966, volume di 264 pp. L'argomento dei traumi chiusi dell'addome è argomento di vi\a attu:alità come lo dimostra il fatLO che in questi ultimi tempi esso ha attratto l'attenzione di molti chirurghi. Il Prof. Mario Onni~ e il nostro Ten. Col. Mcd. Prof. ,\ damo M:astrorilli. Capo ReparLO Chirurgia dell'O~pedalc Militare di Bari, hanno dato alle stampe una monografia sull'argomento preceduta d:a una prefazione del Ten. Gcn. Med. Prof. Fr:ancesco I:adcvaia. Direuorc Generale dclb Sanil:Ì Milit:are-Escrcito e del Prof. .\f. Sebastiani, Direttore dell'Istituto di Anatomia Chirurgica di Hari. L'argomento - che è S\'Oito con completezza ed accuratezza - si h:asa sull'esperienza m:aturata dagli A.A. nella Clinica Chirurgica dell'Univemtà di B~1r:, ~otto b direzione del compi.ultv Prof. Red i, e nrii'Ospedale M ilit,ne di Lklri . Si tratt:a quindi non tanto d! una semplice elencazione di dati quanto di un:~ rclazionr scientifica maturata in quindici lunghi anni di tirocinio pratico. Dopo un:a rapida rassegna sui fattori etiologici gli A.1\. trattano la patogencsi esponendo l'argomento in linee semplici c chiare e rifacendosi :1lle moderne interpretazioni biomeccaniche. Dopo aver trattato esaurientemente il c:1pitolo dell'anntomia p:nologic:~ glì A.A. affrontano 11 problema della sintomatologi:l in due distinti capitoli. trattando prima l'argomento nelle sue lince generali, soffermandosi poi sulb sintomatologia presentat:a dalle rotture d i ci:ascun organo. La terapia 'iene wolta ~condo le più recuui acquisizioni in questo campo. Segue poi un capitolo sulle compl:c:Jn'l.e, i reliquati e le sequele ed infine uno sulla prognosi e sui risultati. Una va~ta ed organica bibliografia, presentata secondo un:1 rnewdica originale c moderna, conclude infine l'opera. La bella veste tipografica, le numerose tabelle, i chiari schemi illustrativi rendono il volume di agevole e rapida consultazione. Il tutto è condensato in 264 pagine d i piace,·olc lettura e questo ~ il primo e non ultimo pregio di questo intcress:ante studio che merita pcrt~nto di essere inserim a nostro :avviso - tr1 i contributi fondarnent:.tli della nosura lettemtura chirurgica, a dimostrazione ancora una volta. della cordiale cd efficace collaborazione sul pian~ ~cien-· ti(ico tra la Sanit3 M ili tare e l'am bi ent~ m edico un iversitario.


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RECENSIONI DA RIVISTE E GIORNALI CHIRURGI. l MARct:rri L., Toso A., FA::-!CINI P., DE VtTA C.: Il trattamento chirurgico della steno.< pura della polmonnre, va/volare ed infcmdibuiare. Valutazione critica dei rìsultatt in 100 casi. Arch. !tal. Chir., 1966, 9 2-3, pag. 293-325. La scelta della tecnica da ~egui rc.: nel tr:mamento chirurgico del la stenosi pura della polmonarc è essenzialmente condizionata dalle caratteri~tiche anatomopatologiche della lesione. In particolare gli AA., sulla base di un'ampia casisrica (100 casi studiati ed operati presso la Divisione di Chirurgia Toracica cleli'Ospedalc Maggiore di Milano) attirano l'attenzione ~ull'importanza di concomitanti ipertrofie infundibulari e sulla opponunità di discriminare tra que~te, in sede prcoperatoria, le forme congenite, fibro· muscolari, irrcversibili, c le forme funzionali, din:~miche c ~econdarie alla stenosi valvolarc. non necessitando queste ultime di un intervento correttivo diretto. Gli AA. pcn gono in ris:~lto, a questo proposito. le difficoltà di una di:~gnosi intraopcr:Hori ~t sulla natura delle stcnosi infundibulari, difficoltà creata dal concorrere di vari fattori (ipotonia miocardic:l, diminuzione della gittata sistolica, ecc.). E' pertanto, indispensabile un attento studio preoperatorio, ,ul piano clinico, ecgrafico, emodinamico c radiologico (in particolare angiocardiogr:~fico"l, che orienterà, caso per caso, sul tipo di intervento d:~ eseguire. Nella presente c:tsistic:l ·i metodi operatori adope ra ti sono tre: -

Vah·ulotomie transventricolari alla Brock (12 casi); Valvulotomic o infundibulccwmie in circolazione cxtracorpore:J (20 casi\; V::~lvulotomie transarteriosc in ipotermia moderata (68 casi).

La prima tccnic:~, eseguita fino :1 circa IO anni fa, sebbene sia in linea di ma s~ im a superata dalle successive metodiche, può :~ncora riuscire utile in casi particolari, di estrema urgenza, come la stenosi della polmonare <>err:Jta e con gra,·e ipcrtension~ ventricola re dx della primissima infanzia . L'inùicazione della seconda metodica, considerata la maggiore indaginosità dell'intcn·ento c il più gra,·e impegno postopcratorio richie'ito al paziente, è limitata, secondo gli AA., ai casi di stcnosi infundibulare. LI terzo metodo (inter vento a cuore aperto in arresto circolatorio temporaneo con ipotermia di superficie per immersione <;ccondo Swan) presenta vantaggi notevoli: buona visione delia valvola, precisa identificazione delle com missure, possibi lità di aprire la valvola fino all'anello di inserzione e di introdurre un divaricatore, rispetto della integri~\ della parete ventricolarc. La difficoltà che in q uesto metodo si presenta, q uando ci si trovi di fronte ad anomalie più complesse del previsto. è ovviata da un accurato studio preoperatorio c dalb possibilità di avvalersi di un secondo arresto circolatorio. Con tutte le tecniche seguite, comunque:, l'intervento ha dato esito favorevole: la valutazione dei risultati, immediati c a distanza. dimostra, infatti, una remissione della sintomatologia clinica ed ccgrafica. Le alterazioni raùiologiche (dilatazione della polmonarc, ipertrofia \entricolare dx) tendono, invece, a non regredire. l dati emodinamici rilevati con cateterismo solo nei casi con esito clinico insoddisface nte o residuo grad iente all'atto ope ratorio. hanno posto


r8r in evidenza, in genere, una graduale diminuzione del gradieflle pressorio VD/ AP, ciò che, evidentemente, esprime il ridursi spontaneo della ipertrofia infundibubre secondaria, dopo la valvulotomia. URCJUOLO

ENDOCRINOLOGIA

M., GufRJN J.C., LELLOt;CH J. e PEREZ R.: Etud~ comparative du réflexogramm e achilléen et des autres fl•sts de la fonction thyroidienne. Presse Méd., 1967.

TuBIAi'IA

75, 375-379. Ancora uno studio in lingua fr:111cese sul riflcssogramma achilleo (r.a.) per la \•alutazione della funzione tiroidea. Gli AA. si sono scr\Ìti del fotomotografo di Gilson da essi modili.c:1to, invece del cinemomctro di Lawson (\·. Giorn. Mcd. Mil., 1%4, 14, 259 e 419). Lo spazio SR, misurato con l'uso di una cellula fotoelenrica, comprende lo stimolo iniziale, b contmzionc muscolart: ed il semirilasciamcnto. Per potere desumere dalla misurazione di questo ~pazio una valutazione più esatta per la diagnosi Jifferenzialc tra eu-, ipo- cd ipcrtiroidei, è necessario rapporrarlo al sesso ed al l'età del soggetto; nelle donne, infatti, esso è più lungo che nei maschi, neglt anziani più lun~;o che nei gio\'ani. Gli AA. offrono una interpretazione endocrinologie;! di questi avvenimenti. Come è noto, il tempo del r.a. si allunga neg li ipotiroidei c si accorcia negli ipertiroidei. Correlato con gli altri tem di fun7.ionalità tiroitlca, gli AA. afTermano che il r.a. è mol to più frequentemente in accordo con la conclw,ione clinica definitiva della colesterolemia, alquanto più frequentemente del te't della iodemia proteica e di quello della fissazione dell'iodio radioatti\'O e notevolmente superiore ai dati del M.B. Ciò non significa necessariamente che il r.a. sia in ogni caso il test migliore, ma in esso i rischi di errore sono rclativameme limitati ri,pcno ai tem biolog•ci. 11 r.:t., oltre al suo valore ed alla sua fedeltà, ha anche due \·antag.gi importanti:

l) è facile e rapido nella esecut.ione, nella mi,urazionc e nella inrcrpretazione (pochi minuti); si effeHua con un apparecchio poco co~toso; 2) può essere effettuato anche nel corso di un trauamcnto con farmaci antitiroidei. MEl .CJ liONOA

MEDICINA

M., ALllLRTJNJ PETR0:--11 V.: La dieta dl•lla virus epatite: vecchi pregiudizi sul danno dei grassi. La Clinicn Terapeuticn. \'OL 35, fase. 6., 31 dicembre 196'>.

Sr>osJTO

Basandosi !>U numerose osservazioni cliniche (300 casi personali di epatite acuta) gli AA. negano la neccs~ità della assoluta proscri?.ione dei gra~si dalln dieta degli ep:Hopaziemi e soprattutto da quella degli nffetti d:t virus-c.:patite.


Secondo i vecchi pregiudizi, i grassi dovrebbero essere eliminati daUa dieta de llt' epatiti Jcute, sia perché la scarsa secrezione biliare ne impedirebbe l'assorbimento, ~1.1 perché faciliterebbero la ~teatosi epatica, ed infine perché determinerebbero un rallenw w wuotamcnto gastrico, causando <.JUindi un senso di gonfiore e pes:Jntczza. ln realtà gli AA. SO)tengono, riferendosi anche alle os~rvazioni cliniche c ~pc.:r mentali di altri studiosi, che i grassi vengono assorbiti anche senza la presenza dcll.1 bile, che l'effetto steatosico si manifesta solo se viene a mancare un adegu~to apporto proteico, che anzi, una giu>ta <.jUantità di grassi stimola fisiologicamente la coleresi ed infine, che )O!o i grassi fritti o cotti hanno l'effetto di rallentare lo s\·uotamento gastri(n. Suggeriscono quindi una terapia dietetica basat:1 sul decorso clinico della virus epatite. Nel periodo iniziale della malatti:J, caratterizzato da nause:1 c vomito. !a dieta deve essere limitata a succhi di frutta, semolino, miele, thè; mai, comunque, si dovrehlx forzare il malato a vincere l'anorc~sia. Nel c:1so il vomito sia particolarmente intenso, saranno necessarie flebloclisi di glucosio o di bulosio. Nel periodo di stato della mabttia, nel quale il paziente, ancora itterico, comincia a manifestare un certo appetito, deve essere consentita una dieta varia completa, ben condita con giusta quantità di gr:mi (per esempio una normale quantità di burro fresco e di olio e, perfino, qualche uovo). Dovranno invece essere evitati i grassi cotti o fritti. Una dieta più varia, e quindi cert:~mente più appetibile, contribui rà a risvegliare q uella utilissima c secrezione cefalic::~ ~ che sicuramente viene inibita n-::i pazienti os~ssionati da !imitazicni dietetiche. Solo se, dur:~nte il decorso dclb mal:lttia, comparissero segni sfumati o manifesti eli epatargia, la dieta dovrà essere limitata a succhi eli frutta.

P. BlAGI'-'1

l I OOGERVERF S., DAMRAu F.: Trattamento enzimatico dell'ipercolesterolemia e dell'utero · sclerosi. Military Medicine, vol. 130, 177-181. 1965. Gli Autori riferiscono m una nuova terapia dcll'ipercolestcrolemia e dell'aterosclc definita « ctiologica :.. E~~a consiste nella dbtruzione e nel ria,sorbimento enzim:ttico del colesterolo (reversibile) c dei lipidi depositati n cll 'inti m :~ della parte artcriosn . Il fa rmaco capace di questa azione è la c vasolnstine , cioè un complcs~o di enzimi vegetali che hanno la pro prietà di ossidare gli aminoacidi ed i grassi ed inoltre presentano un'attivi!~ tirosinasica ossidando la tirnmina, la fenoblanina c le proteine c neutralizzando l'ipcrtensina, l'oxitocina, la rcnina, la cadnverina e la putrescina. Gli A.\. affermano che oggi è stato ormai ben messo in evidenza l'associazione tra un elev<tto tasso di colesterolo cirwlante c la ateroScle rosi; si può a nzi dire che il colesterolo è il c sine qu<t non :t della lesione ateromasica. E' stato visto, inoltre, che disturbi nella funzione di alcuni enzimi. presenti nella parete arteriosa c deputati a mantenere la norm<tle struuura, accompagncrcbhero lo svil u ppo dell'aterosclerosi, cioè il deposi tarsi del colesterolo c dei lipidi nell'intima delle arterie. Si tratta di enzimi che entrano in gioco nei processi sin eli sinte~i che di esterificazione del colestcrolo cd inoltre di proteinasi. La vasolastinc, con i suoi attivi enzimi. determinerebbe la scompana di questi depositi intimali. Gli A .\., infatti, hanno visto la scompar~a eli lesioni atcromato;c ro~i.


vascolari, determinate in ratti con dieta ricca in colesterolo e vitamina D 3, anuando. appunto, una terapia con vasola~trne. Hanno osservato, inoltre. sempre in ratti, che init:ttando, comempora11eamcntc alla diet:. ipercolesterolemizzante, \'asolastine, si impe· diva l'insorgenza della aterosclero>i sperimentale. Dal punto di vista clinico, attuando la ter:~pia con va;ola~tine sull'uomo, si sono osservati netti miglioramenti sia ,intomatologici che umorali c questo in particolare modo in anginosi ed in pazienti con chiare note di deterioramento mentale arteriosclerotico. A questo proposito gli AA. ricordano come una placca lipidica ateromasica può raggiungere una tale dimemionc da dc.:tcrminare, loca lizzata, per esempio. ol livello delle coronarie, crisi anginose. N:nurnlmente, la sintomatolog'ia ~i attenua e scompare parallelamente con il regredire della le~ione ostruente e col con~cguc:ntc incremento dell'ossigenazione dei tessuti. E' da tener presente, infine, che mai questo nuovo farmaco ha determinato fenomeni tossic! o, comunque. collaterali dannosi, anche se maro per lunghi periodi di rem po.

P. BHCI'Il

CoRTI L., ScARDICLI G., FRA:-.ICHr G.: T..a terapia del/'mmlto apoplettico in fase acuta, dei suoi postumi e delle encefalop<Jtie sclerotiche diffuse con PII 203. La Clinica T erapeutica, vol. 33, fase. 4. (N. 211), 3 1 maggio 1965. Gli AA. riferiscono sull'imprcgo clinico del PH203 o H ypacom. Si tratta di un as· sociazione di hydergina c pantesina (un derivato della procaina) usata dai chirurghi già da qualche anno come profilassi o trattamento delle complic:ln7.e tromboembo!ichc postopcratorie. Da circa due anni gli AA. hanno attuato questa terapia nel c:1mpo delle vasculopatic cerebrali. Dopo aver riporta to un'ampia casistica (ictus in fase acuta 3'5 cnsi. esiti stabilizzati dell'episodio acuto e quindi suoi rclitluati, quali emiplegia cd emiparesi, 55 casi, encefalopntia arteriosclerotica diffus:-., ..enza segni di focolaio, 60 ca'>i) gli AA. concludono che nelle forme acute apoplctiche i ri~ultati sono discreti e tah·olta buoni, di rado eccellenti; comunque. forse, sempre superiori :~i metodi tradizionalr di cura. Nelle formt> di deficit neurologico \tahilizzato da insulto apoplettico, vecchio anche di .J anni, il farmaco ha dato 11n cee i suoi result:ni piìr hrillanti, presentando una indubbia efficacia anche se purtroppo non definiti,·a. Si è notato, in queste forme, 1:1 ripresa, anche se parziale. della funzione motoria volontaria e spesso anche della p:1rola c della mimica. Nelle forme diffuse di encdalopatia arteriosclerotica, i ri.,ultati ~ono stati buoni. I pazienti trattati hanno dimostra to maggior dinamismo, stahilizznione dell'umore, miglior comprensione, scomparsa o diminuzione dcll'irritabilit:r, dell'agi tazione, dell'insonnia, della cefalea e delle vertigini; ripresa del peso corporeo. La modalità d'impiego del fnrmaco, consigliata dagli AA., è la seguente: - t(rapÙl di attacco: 1/2 fiala di Ilypacom in 250 mi di soluzione fisiologica per fleboclisi a goccia lenta, nel primo giorno; al secondo giorno, stessa fleboclisi con l fiala o l e l /2, a second:J della tolleranza; infine, 2 fiale :1 partire dal 3o giorno. Quc:sta do~ viene manrcnuta per 15/20 giorni. - terapw di mantenimento: l /2 o l fiala al giorno per '!a intramuscolare, per 15/20 giorni.


La tolleranza del farmaco è stata buona in tutti i soggetti; solo in 3 casi si è nota ta una lieve nausea (mai vomito) e senso di sbandamento, senza raggiungere mai la vera e propria vertigine. Questi fenomeni sono scomparsi alle successive somministrazioni, dimin uendo (;-~ velocità di infusione o aumentando la d iluizione.

P. Bl i\GJ:-.-1

NEUROCHIRUR G/:1

BAITA G., P.HRICOLo A.: L'ematoma epidurale traumatico intracranico. La Chir. Gen., XIV, 291. 1965. Gli Autori riportano 53 casi di ematomi epidurali trawnatiCL tntracramc1 osservati e trattati nel periodo 1958-1964 nella d ivisione chirurgica del reparto neurologico dell'Ospedale di San Camillo di Roma, diretta da Libero Ugelli. Ne discutono quindi, alla luce delle moderne acquisizioni sull'argomento, i pro blemi etiopatogenetici, anatomo-patologici, clinici, terapeutici. Nell'analisi dei singoli clementi clinici vengono trattati l'intervallo lucido, i segni esterni del t rauma, i segni pirarnidali, quelli di ipertensione endocranica generali z· zara, i segni oculari. Varianti cliniche secondo la sede sono date agli cmatomi epidurali frontali, temporo e temporo·parietali, parieto-occipitali, posteriori. Al fine di ben localizzare la sede della emorragia viene sottolineata la utilità della radiografia diretta del cranio, da praticare in tutti i casi, e della angiografia cerebrale. Nella esposizione de lle lince principali del trattamento viene raccomandata la necessità della oblitcrazione dello «spazio morto~ residuo allo svuotamento dell'ematoma, onde evirare recidive nell'immediato periodo post-operawrio. La prognosi di tali pazienti è subordinata a diversi fattori, quali natura del trauma. lesioni inrradurali associate, età del paziente, rapidità della evoluzione; diagnosi il più possibile precoce e trattamento rapido e completo ne riducono notevolmente la mortalità, oggi ancora elevata: 5 volte su 53 pazienti trattati.

E. F.-wUZ'll

A., CHtAPPETTi\ F., BAITA G.: EtmUomi extmdurali a sede atipica (oHervazioni su Il casi operatt). La Chir. Gen., XIV, 245, 1965.

PATRrCoLO

Gli Autori riportano II casi d i ematomi extradurali tra umatici in sede atipica 5 a localizzazione frontale, 4 del vertice, 2 posteriori - trattati con esito favorevole nella divisione chi rurgica del reparto di neurologia dell'Ospedale S. Camillo di Roma, diretta da Libero Ugelli. Ne vengo no successivamente sottolineati i criteri clinici di orientamento nel loro riconoscimento, particolarmente per quanto riguarda gli ematomi extrad urali posteriori con tendenza ad evoluzione rapida; nelle forme front:di c del vertice, con tendenza ad evoluz ione lenta, viene ritenuta indispensabile la carotidografia.

E. FAV1:ZZI


r8s UROLOG!A

L., MAGGIORE Q., BALESTRI P.L., BIACl:-<1 M., GIOVA!'-'NETTI S.: neale nel trattamento del/'uremia. Min. Nefrol., 13, 4, 1966.

ClONI

f..tl

dzalisi pullO·

Gli Autori espongono i principi, la tecnica, l'efficacia terapcuticn, le indicazioni e controindicazioni, gli effetti secondari della dialisi pcritoncale, alla luce dci favorevo li risultati da loro ottenuti in 59 m~lati trattati con 156 applicazioni. rei casi di insufficienza renale acuta la dialisi pcritoneale è da prcferirsi quasi !.ernpre al rene artificiale, anche se il suo impiego richiede maggior tempo ed è di costo più elevato. Nei casi di insufficienza renale cronica è da preferirsi in\'ece il trattamento delle dialisi ripetute con il rene artificiale grazie al quale numerosi pazienti hanno potl}tO mantenersi in vita per molti anni in buone condizioni.

E. FAVCZZI

SOMMARI DI RIVISTE MEDICO - MILITARI INTERNAZIONALE REVUE I~TERNATIO:-.J .\LE DES SER\'fCES DE SA:-.JTÉ DES ARMÉES DE T ERRE, DE MER ET DE L'AIR (A. 39, n. Il, no,cmbre 1966): Pervulesko: Caratteri particolari del ser\'izio ~anita rio presso le truppe di montagna; 1\.ovatchev D., Younachkov .\-1.: Impressioni sulla forma c sul rilie\'O della muco~a c la funzione secrc· toria dello stomaco del soldato algerino; Sallzi R. P.: Organizzazione di un laboratorio di ospedale d::~ campo; Pessereau G., Raylon H .. Robert f. , Tournottx P. e col!.: La colistina (concentrazioni biologiche c tollcrnnz:~ in clinica). REVUE l TERNATIONi\LF. DES SEHVICES DE SANn: DES ARM I~ES DE T ERRE, DE MER ET DE L'AIR (A. 39, n. 12, dicembre 1966): handa A.: Le forme fibrose della tubercolo'i polmonare tra i milirari etiopici; 1\.au,ai M.: Gli effetti degli agenti " Thiols " sull'intos~ica7ione da composti organici nrscnicali; Dumitru f. c Nicolae B.: La tecnica del controllo dci medicamenti nell'Esercito; Schtvan; E.: Il problema dei laborntori batteriologici c biologici nell'Esercito svizzero; Leonida A., Dumitru f . e Constanti n S.: Orgnnizzazione di un laboratorio di ospednle da campo: Rabzncsque fo c Hony R.: Saggi clinici in medicina generale di un anabolizzante non armonaie e sua associazione con un polivitnminico.

FRANCIA

REVUE DES CORPS DE SAN'T(•. DES ARMf:ES TERRE YIER AIH ("ol. VII, n. 5, ottobre 1966): Bouillé l? . E.: Effetti sull'uomo del boom ~onico; Delahaye R. P.: Radiazioni extra-terrestri ed esplor::tzioni spaziali; Gibert A. P., Freyss G ., Fonte/le P., Burgeat M.: Risultati sperimentali circa lo studio elettrofisiologico dell'apparato vestibolarc nel corso di stimolazioni acustiche e cinetiche nell'animale; loro importanzn aeronautica ed aerospaziale. I parte: influenza dei suoni forti ~ull':~nività delle vie \'estibolari centrali: II parte: studio delle modifi.ca1.ioni del nisragmo \Otto l'influenza di accelerazioni, di stimolazioni acustiche intense c di stimolnzioni vestibol.tri cinetiche; Nici'J-


r86 las M. Y., Quermech' h e Carré R.: Le alterazioni clettrocardiografiche isolate dclb ri polarizzazione nel personale navigante; Raynaud G. , Perdriel!e C. e Manent P.: O fl;tl rnologia del colpo d'aria. REVUE DES CORPS DE SANTI: OES AR.MÉES TERRE MER AIR (vol. \' 11 , n. 6, dicembre 1966): Flandrois, Sepetjian, Lacou1·: La determinazione dell'idoneità lÌ· sica: gli indici morfologici e le prove funzionali, circolatorie e respiratorie; Tocheport : Dati statistici e centri di selezione dell'Esercito. Risultati di due inchieste; Dietlin e g , sertier: I problemi psicopatologici dei figli dei militari dal punto di vista psicosociolo gico; Picar·d, Radiguet de la Bastai e, Pé7·ot e Moine: Evoluzione dei concetti e dei ma teriali d'anestesia per l'impiego militare; Bonnel: La desalinizzazione dell'acqua di ma re: realizzazioni recenti c prospettive fu m re. LE MEDf:CIN DE RfSEH.VE (A. 62, n. S-6, novembre-dicembre 1966): AnouVignod: l neuro-psicotropi e loro applicazione alla medicina di guerra; Muller P.: Nuove prospettive del servizio sanitario nell'attuale organizzazione della difesa; Fou/ houx P.: Visioni sulla guerra chimica. INGHILTERRA JOURNAL OF THE ROYAL AR.MY MEDICAL CORPS (vol. 113, n. 1, 1967): Drew R.: John Hunter e l'Esercito; Wheatley P. R.: Ricerche sulle ferite da armi da fuoco; Maffat W. C.: Recenti esperienze nel trattamento dei feriti in battaglia; Thoresby F. P., Matheson J. M.: La gangrena gassosa nelle ferite da proiettili dotati di alta velocità; Ross W. M.: Un sistema di esame sanitario in caso di masse di feriti; Kohn f. : Una medicazione per il pronto soccorso ed il trasporto degli ustionati; Stephen R. A. : TI trallamento chirurgico in caso di masse di feriti nella t,ruerra nucleare. JUGOSLAVIA VO)NOSAN ITETSKI PREGLED (A. XXIIf, n. 11. novembre 1966) : Niegovskii V . A.: La rianimazione c la sua importanza in medicina militare; Papo I e coll.: Nostre esperienze sul trattamento del setto ventricolare pervio; Kandic B.: Nostre esperienze circa il trattamento delle lombo-ischialgie in base all'analisi di casi clinici nel pe· riodo di un quinquennio ( 196 1-65); Pejuskovic B. c coli.: Influenza dell'attività fisica sul sistema cardiovascolare negli ufficiali; Papa R. e coll.: Risultati ottenuti nel tratta mento della febbre faringo-congiuntivale; Popot,ic R. e coli.: Dosaggio colometrico dei sali di alcaloidi derivanti dal propano; llic P. e coli.: Nuovi testi di laboratorio per la differenziazione dei micobatteri; Hranilovic B.: Fratture dell'olecrano; K1·onja T.: Aspetti etici del lavoro del medico militar<:; Kraguljac V.: Lesione del nervo mediano: Revar M.: Esame anorettal<:' e sua importanza per il medico di corpo: Popovic Kalem ber O.: Come leggere la letteratura scientifica. VOJNOS!\NITETSKI PREGLED (A. XXIll, n. 12, dicembre 1966): Nikolù G.: Due tendenze nello sviluppo della medicina di guerra; Kronja T.: Fisonomia morale del personale sanitario durante la Guerra di Liberazione Nazionale; Papa L: Alcuni aspetti imporranti dello sviluppo del servizio chirurgico durante la G.L.K; Morelj M .: Il servizio sanitario durante la G.L.N . nella lotta contro le malattie infettive; Katalinic A.: Sviluppo e funzionamento del servizio farmaceutico durante la G .L.N.; Si vie A.: Il servizio sanitario dell'Armata popolare di liberazione e il popolo; Dragic D.: Alcuni caratteri dell'organizzazione e funzionamento del servizio sanitario in alcune regioni <-


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REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA WEHRMEDfZI ' JSCHE MU "AT SSCII RtrT (A. IO, n. 9, 1%6): Wiemers K.: Shock ed anestesia; , lhnefeld F. W.: Shock ed anestesia nelle ferite recenti; l.Andaucr W.: E sercizi del piede; Timper R.: Il trattnmento dell'ipcridrosi piantare nella pratica medico-militare. WEH R~rEOIZ ! NISCH E ~fO~ATSSCriRIFT (A.

IO, n. IO, 1%6): Weller S.:

Il primo trattamento ddle fratture e lesioni articolari; Lorenz D .: Lc~ioni delle grandi cavità. WEHRMEDJZII'ISCHE MONATSSCHRIPT (A. IO, n. Il, 1966): Brickenst~in R.: Il problema del panico nel quadro della dife~a nazionale; Kattler E.: Addestramento basico differenziato nelle reclute di debole costituzione; Schroer R.: Terapia amiinfluenzale con << Arbid "; !Jeyer C. K.: Istruzione sanita ri a per la difesa nazionale; !Jaldermann M.: La compngnia d i ~anità tedesca per la formazione NATO « Allied Mobile Forces (L anci Component) )). WEllRMEOlZI ' lSCH E MO:--rATSSCliRIFT (A. 10, n. 12, 1966): Etke l-I., Spitzer G.: Impiego simultaneo eli due inten sifìcatori di immagine per l'ostcosintesi transtrocantcrica del collo del femore; .-1hnefe/d F. W., flennes H. li .: Istru7ione di pronto soccorso su mnnichino; Ra/dermann ;\/.: Il ma~saggio cardiaco e~tcrno nel pronto soccorso; 7.ylmann E.: t\utosoccor~o c rianima.-;ione.

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t 88 Sterilizzazione centrale per la clinico-odontoiatrica ; Orr K. D.: Programmazione tki!J cura dei pazienti. Interpretazione dell'amministratore dell'O~pedale; Lamb~tsen L. C : Programmazione per la cura dei pazienti: Interpretazione del servizio delle nurse ; Spotniz t M.: Sindromi respiratorie da infezione dell'aria: un prohlema medico-militare; Calcolough H . L.: Edema polmonare in alta montagna; panorama delle considerazioni cliniche e patologiche; Buchnan f. M.: Sistemi automatizzati di informazione ospedaliera; Fink P. A .: A vvelenamcnto da ossido di carbonio: revisione della letteratura c dei referti di 567 autopsie. MILITARY MEDICINE (vol. 132, n. l, gennaio 1%7): Ahnfeldt A. L.: Pro~pctti\c in medicina ed il servizio militare come carriera; Eggertsen P. F.: Il ~uicidio, atto incomprensibile; Kossuth L. C.: J1 trasferimento iniziale dei feriti; Jackson F., Hussey M.: Un caso di fistola arterovenosa spinale extramidollare: eliminazione di essa me diante atto operatorio con regrcssione dci segni neurologici insorti dopo il fallimento di una laminectomia dccompressiva iniziale; Miller ]. M., Collier C. S.: Valutazion<: di un nuovo preparato sterilizzante da usare dopo la spazzola (da parte dei chirurghi prima delle operazioni); Ligt F. W., Krig mann M. R.: T elecomunicazioni microscopi che mediante televisione a circuito chiuso; Feltis f. M.: Infezioni post-operatorie delle ferite; Cooke E. T. Cole N. J., Grenberg J. H.: Problemi medici nei programmi per la disponibilità umana (in caso di guerra nucleare); Silfen A. M.: Revisione dei casi di appendicectomia primaria all'Ospedale USAF dal 1959 al 1963; Earls f. H. : Marinai tatuati: alcuni aspeui sociali e psicologici. MILITARY M EDICINE (vol. 132, n. 2, febbraio 1967) : 1-Jeaton L. D.: Annotazioni di gruppo di esperti formato da d irettori sanitari federali ; Tong P., Quy T. , Marsha/1 f. D.: Un epidemia mista di peste polmonare e bubbonica nel Viet-l':am; Mai Duong, Mong-Ho , Tion-Hiep-Cuong: Un tipico caso di micloidosi nel Sud Viet Nam; Rroum C. T.: L 'agonia del dr. Wells; Dummett C. O.: Come si fa ad entrare nel servizio sanitario; B~man C. L., Kutsch~ A. H., Zegarelli E. V. , Reube F. E.: L a tecnica delle iniezioni multi-dose nelle procedure di terapia conservati,•a del periodontio; Latury T . P.: Traumi cranici e malattie nervose; Grable E., Lurus A., Osofsky M.: Pos~ibilità di previsione del volume sanguigno nel personale normale dell'aviazione e nel personale dipendente; Crosby W. H.: Sangue congelato per un servizio trasfusionale militare; Earle K. M., Garner F ..\1., Kran~ K. L., .'vfeknight W. B., Dearman f . R.: Alcuni effetti dell'irradiazione con laser al Neodimio sulla tc~ta, nei cani; Swift R. A., T abbctts R. J. , V an Dyke L. D.: Studio sulla utilizzazione della terapia rieducativa al lavoro. !'.1ILITARY ~1El)!Cl 'E (vol. 132, n. 3, marzo 1%7) : Eppes R. 8., McNamara

f. V., De Gowin R. L., Carson P. E., Potvel R. D.: Un plasmodio falciparo resistente alla clorochina: effetti protettivi cd emolitici del Diaminodifenil-solfone (D.D.S.) somministrato giornalmente ed associato con clorochioa e primachina in dosi settimanali; Rivera f. C.: Storia dell'adde~tramento in medicina subacquea; Glasser S. P.: La frequenza del polso nella malaria da falciparium: nota clinica; Reedy M. f.: Ufficiali medici dell'Esercito (4 direttori generali del passato durati in carica per breve tempo); Beckman E. L.: Indumenti termali protettivi per nuotatori ~ubacquei; Kuntz R. E.: Protozoi intestinali ed elminti nei profughi cioe~i provenienti dal conl1ne Burma-T ailandese ; Bourke A. T. C., fankowski E. A. : Forme eritrocitiche asessuali di plasmodium falciparum in soldati americani e coreani in servizio nel Viet-Nam che non presentavano alcuna sintomatologia; Ginsberg M. K.: Anni di ricerche nel campo dell'assistenza sanitaria all'Istituto di ricerche dell'Esercito « Walter Reed )); Kutscher A. H., Zegarelli E. V., Seldin L., Carwin R.: L'attendibilità del dosaggio con uno strumento di iniezioni « a getto >l.


NOTIZIARIO

NOTIZIE TECNICO- SCIENTIFICHE

Nuove operazioni sperimentali di chirurgia cardiaca. Due chirurghi dell'Università Stanford, i dott. Roberts Wuerflein c Norman Shumwal, sono riusciti a rianimare cuori prelevati da cadaveri di cani, a trapiantarli su cani vivi, c a mantenerli in stato di funzionamento per periodi varianti dalle 8 alle 38 ore. I due sperimentatori, i quali hanno presentato una comunicazione su questi esperimenti all'Associazione Americana di Cardiologia, riunita a Ncw York, affermano che uno degli obiettivi principali delle loro ricerche era di determinare il periodo di tempo, dopo la morte, in cui è ancora possibile fare rivivere il cuore senza che sia stata presa una precauzione particolare (congelamento, insufflazione di ossigeno, ecc.). Essi hanno inoltre scoperto che in queste condizioni è possibile rianimare un cuore in quattro casi su cinque, dopo meno di un'ora; in sette casi su dicci dopo un'ora c un quarto o un'ora c mezza; ma mai dopo oltre due ore. I due chirurghi dichiarano, infine, che se questi trapianti sono tecnicamente possibili, resta sempre il problema delle barriere immunologiche. Essi affermano che tuttavia i loro lavori possono costituire un grande passo verso la costituzione di «banche del cuore, analoghe a quelle del sangue o degli occhi, già esistenti.

Endoarteriectomia mediante gas carbonico.

Le placche ateromasiche pos~ono essere facilmente asportate dall'avventi7ia, seguendo la tecnica di alcuni chirurghi americani. Si procede come segue: un sottile ago d'acciaio scavato è connesso attraverso un tubo plastico ad un pallone contenente del gas carbonico sotto la pressione di 400 mm di H g. Il gas fuoriesce dal tubo con la velocità di 20 litri al minuto. Ora, stabilito il punto esatto dove si trova la placca ateromasica, s'introduce l'ago ncll'a\·ventizia al di setto della placca. Il gas. fuoriuscendo sotto pressione, la stacca e resta ai chirurghi il compito di completare l'operazione, aprendo le pareti dell'arteria ed :1sportando le masse ateroma~iche. Procedura di notevole semplicità se si è capaci d' indovinare il punto esatto dove infilare l'ago.

Il raschiamento delle coronarie. Al Congresso deli'American College of Surgcons svoltosi a Chicago, un gruppo di chirurgi del St. John's H ospital di Los Angeles ha presentato un rapporto relativo all'operazione di raschiarncnto delle coronarie per aumentare il flusso sanguigno al cuore ed evitare gli attacchi cardiaci.


Su quattordici operazioni compiutt: in quell'Ospedale, quattro hanno avuto esno mortale, mentre le altre sono pienamente riuscite. Dif:ttti i pazienti ristabiliti non han no accus:no alcun sintomo di angina e l'elettrocardiogramma è risultato normale.

Autotrapianti di valvole cardiache. Al IX Congresso Internazionale per le Malattie degli Organi Toracici SI e co1 eluso che sul tema «sostituzione di valvole cardiache • esistono :dcune novit!l. L'éqwpr· di Ncw York preferisce gli autotra pianti, utilizzando a tale scopo la sost:tn7.a del';l parete cardiaca adiacente (p. es. dell'orecchietta sinistra dilatata nelle affezioni mirr.1 liche) od il trapianto della fascia lata. Questo procedimento rappresenta l'unica solu zione fisiologica poiché tutti gli altri tentativi conducono inevirabilmente a reazioni d'intolleranza. Negli ultimi 4 anni sono stati eseguiti 2 12 trap:anti tli valvole aortiche congelat, di persone decedute. Il metodo ha il vantaggio di utilizzare ddle \'ah·olt: naturali, t: non una palla od un disco che devia la corrente sanguigna centrale, c inoltre, impe disce le complica?.ioni trombocmboliche. Gli esami istologici in pazienti deceduti non hanno ri velato finora segni d'una re::tzione d'in tolleranza. Gli orno-trapianti rappre· sentano il metodo di scelta nelle affezioni isolate delle valvole aortiche, eccetto nel!a dilatazione progressiva dell'aorta nella m:tlattia di ~arfanx. Potrebbe essere utile pun: nella tetralogia di Fallot con grave atresia della polmonare. Un'altra novit:ì è l'Hepacone, una combinazione d'eparina, di gomma c di siliconc. utilizzata a ricoprire le superfici delle valvole meccaniche, che sembra risolvere il pro~ blcma della trombosi.

Il cuore umano sostituito da pompe? In occasione di un recente Congres~o di cardiologia a Berlino il prof. Kolff, considerato tra i migliori esponenti della cardiochirurgia nmeric:ma, ha prccon izzato che tra 11on molto il cuore um nno potrà essere sostituito d:t pompe. Da parte su:t, uno dei più eminenti cardiologi della Germania Federale. il prof. E. S. Ruerchel, è riuscito a realizzare un cuore artificiale, il cui pompaggio era assicurato anzitutto da un motore elettrico. E' da rilevare che nessun motore offre garanzia assoluta contro guasti elettrici o meccan ici, che significherebbero inevita bilmente la morte del malato. Il nuovo modello del prof. Ruerehcr si compone d i una pompa a due camere, collegata - da un lato - mediante vah·ole al sistema circolatorio c ricoperta - dall'altro - dalla membrana clastica di un sacco gonfio di aria sotto pressione. Se i! sacco, che copre una delle ca mere, è riempito di aria, spinge nel sistema circolatorio il sangue contenuto nella camera. D ato che le d ue camere sono accoppiate in motlo appropriato, il sacco d'aria che comanda la ~econda camera è simultaneamente \'UOto di aria. La ma membrana elettrica si distende, ritornando nella posizione di riposo: esercita cosl un'aspirazione sulla camera, le cui valvole si aprono. Lasciando affl uire il sangue, in seguito, grazie :t i movimento delle valvole del sacco riempito di aria sotto pressione, il movimento si inverte. L'ultimo perfezionamento apportato da Ruerche! è consistito nel dare una tensione differente alle membrane elastiche delle camere, per compensare automaticamente gli squ ilibri che si hanno nel grande e nel piccolo circolo in caso di sforzi btti dall'orga nismo.


Comunque bisogna essere certi della reg-obrità della funzione di questo cuo re artificiale e mettere a punto la tecnica chirurgica di im pi:lllto. Ci vorranno, pertanto, ancora numerosi anni di ricerche e di esperienze.

Sostituite contemporaneamente tre valvole cardiache. Un intenento chirurgico eccezionale per la sostituzione contemporanea di tre valvole cardiache, compiuto recentemente a Lced~, rappresenta, ~econdo il parere degli esperti, un notevole progresso nel campo della chiru rgia cardiaca. Un gru ppo di chirurghi del c Seacroft llo~pital ,, di Leeds. in Inghilterra, ha annunciato che tre valvole sono state sostituì te nd cuore di un meccanico di -13 anni. Billy Wi tterton, il quale potrà tornare a l lavoro il prossimo anno. L'inten·ento è stato compiuto, sotto la direzione dello specialista di chirurg ia cardiaca, il dr. David Watson. Da quattro anni il \ Vhitterton soffr iva di una di~funzione cardiaca che gli impediva di bvor::tre e perfino di camminare. Le analisi compiute dai medici accertarono lesioni a due valvole ca rdiache. e il cattivo funzionameno di una terza. L'operazione è durata circa sei ore, durante le quali, il cuore è stato fermato, isolato e m:lntenuto ad una temperatu ra di soli dicci gradi, mentre la circolazione del sangue veniva assicurat:t artificialmcnre. Dopo b sosùtuzione di due \Jivole, i medici decidevano di sostituire anche la terza, e in quest'ultima fase dell'operaz.ione la temperatura è stata riportata lentamente a livelli normali. A l termine dell'i ntervento il cuore è stato riattivato per mezzo di una scoss:t elettrica. Venti donatori hanno dato il loro sangue durante l'inten•emo.

Sostituzione operativa del cuore. Sul IX Congresso I nternazionale per le M:~lattie degli Organi T oracici, tenutosi a Copenhagcn dall'Ame rica n Col lege of Chest Physicians, l: st:lto rife rito su tre metodi operativi possibili per combattere l'insu fficienza cardiaca : l) La so.<tituzione meccanica, negli animali da laboratQrio, dà ~olt;>nto u na soprav,·i,·enza di 27 <1rc. 21 U" ventricolo addizionale (un tubo di gomma di silicone in un solido recipiente) che riceve l'imoulso da una pompa ad ~1ria. E' collocato con un tubo d i dacron nell'aorta ascendente ed è connesso con l'aorta discendente in modo te rm ino later:!lc, ciò che po rta alla esclu ~io ne dell'aorta. Il riempimento delle gro~'k' arterie avviene in direzione retrograda dall'estre· mità distale del by-pass. Per trasmettere il ritmo alla pompa.·compressore esterna, !>'inducono nello ste~so tempo degli elettrodi di rcrtamente nel \entricolo, dimodoché l'aria fuoriesce con la sistolc. TI ventricolo addizionale viene· così dilatato. mentre nel ventricolo org::~nico il riempimento raggiunto è minore. La pompa esercita una compressione dur:~nte la diastole, pompando gli 80 cc di s:mguc nella circolazione. Il ritmo di sistole e di diastole, invertito co~ì per la circolazione. conduce ad un'irrorazione sufficiente che è perfino miglior:na per ciò che riguarda la ci rcolazione coronarica, poiché avviene in un miocardio rilasciato. N egli esperimenti su 350 ca ni, la massima sopravvivenza fu di 19 mesi. Nell'uomo. una ~imi l e opernione fu e~eguita due volte. 3) n trapianto di organo fu eseguito finora in 200 cani giovani. Il 95°' degli animali da esperimento sopravvisse IO giorni . poi venne a morte a causa delle reazioni di difesa. N el rimanente 5°~ non vi fu alcuna rc:lzione di di fcs:J contro il trapian to, e la

6.- M.


sopravvivenza fu di 4 mesi in 8 casi e di oltre un anno in un caso. l cuori dcstin.tti al trapianto sono conservati mediante la pcrfusione con sangue ossigenato che pt menc una valutazione della c:1pacità funzionale e l'esame elettrocardiografico. Forse il tempo non è più tanto lontano in cui diventerà possibile trapiantar(' 1 cuore 4: sano) d'un morto ad un cardiopatico.

Un cuore umano riprende a battere in vitro. Il prof. Durrer, direttore della Sezione Cardiologica dell'Ospedale Wilhclminc dt Am<tcrdam, ha riferito al Congresso dcll'American Hcarth Association, tenutosi re..-ct temente in Fionda, che un cuore umano. prelevato da un paziente 70enne, decedut mt>no di 2 ore prima per edema polmonare e collasso cardiocircolatorio da infarto mior:trdico, ha ripreso a pulsare sotto l'azione di un adatto liquido di perfusionc. ()u( stn liquido, introdotto attr:JVcrso l'aorta incannulata e sospinto da pressione adcgu.Jta a determinare !.t chiusura della vah·ola, f:Jvorenclone la circolazione delle coronartt comeneva anche emazie lavate di montone per assicurare l'ossigcnazione. Tale esperimento è il primo del ge11ere effettu:Ho nel mondo scientifico.

A soli venti giorni di sviluppo il cuore u mano batte! La questione dell'inizio dell'attività cardiaca nell'embrione umano è stata forsc in una Clinica Ostetrica della città, in un embrione dopo rouur:~ della tuba Dur.lnte l'intervento chirurgico fu a~port:Jro un embrione della lunghezza di 9 mm. L'etJ del frutto del concepimento fu calcol:!ta sui 35 giorni. o~servando più attenta· mente, si notò un'attività evidente del cuore con 60 70 battiti al minuto, visibile ad occhio nudo. Secondo l'opione degli embriologi, l'attività c:lrdiaca dell'uomo prende inizio già alla terza settimana di sviluppo nel passaggio dallo stadio del disco proligero ag-lt stadi embrion:tli (quindi a una lunghe7.7.:l di 2-3 mm.). Questo è anche in conformit:t con g li esperimenti classici sull'embrione del pollo. ri~olta

Coronopatic e ru mori. Sembra esi~tere una correlazione frn una maggiore incidenza delle coronop:nic e gli ambienti rumoro>i. Da un'inchieq:t conclou~1 dal prof. Samuele Rosan, di Ncw York, nel Sudan, c precisamente prc-.so la tribtt dei Ma:tban - i cui componenti vivono del tuuo isolati, nel più completo silenzio del loro ambiente naturale, senza udire da anni suoni diver'i da quelli delle loro voci - ri'>ulterebbe che costoro abbiano udito eccellente e non accusino <li'>turbi rifcribili ad affezioni dtllc coronarie: che invece compaiono nei gruppi di essi che si trasferiscono in centri urbani e non molto tempo dopo dal cambiamento di ambiente. con una morhosità non inferiore a quella della popolazione delle cinà nelle quali sono immigrati. Ciò sembra avvalorare la supposi?:ione che il rumore cittadino produca alter::~ zioni a carico dell'apparato uditivo e dcl.lc arterie coronarie.


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Controversa l'azione dell'alcool nell'angina pectoris. W.R. Wcbh e J.U. Dcgcrli, dopo accurate ricerche cliniche e sperimentali hanno riferito che, se è vero che sotto gli effeui dell'alcool etilico la pressione arteriosa e In portata periferica e cardiaca aumentano, la portata coronarica im·ecc diminuisce; ciò ha come conseguenza una incongrua ossi,g-ennzione del rniocardio. Secondo gli AA. l'alcool etilico eleYa h soglia del dolore del soggetto c può, per tanto meritnrc solo la qualifica di annlgcsi<o. Viene cosl sminuita l'efficacia terapeu tica, attrihuiw tradizionalmente all'alcool etilico. somministrato sotto forma di grappa, whisky, gin a pazienti affetti da angina pectoris.

Nuovi fattori psicologici nell'('tiologia delle affezioni cardiache individuati negli Stati Uniti d'America. Un gruppo di studiosi californiani ha presentato una saie di prmc a sostegno della discussa tesi secondo cui ceni tratti car:ttteristici della personalità possono predisporre alle m:tlattie cardiache almeno nella ~tcs~a misura dci f<lttori biologici. Ricerche cd esperimenti durati più <.li <.JUJtlro anni hanno dimostrato che le persone dotate di temperamento aggressivo, d i grande ambizione. di spirito compctiti\'o, rimmgono precli~poste ai disturbi car<.li:lCI anche in mancanza dei f:mon fisici che pure vi contribui~cono c cioi:: pressione alta, alta percentuale <.li colesterolo. obcsnà. eccessivo consumo di sigarette. Tn un:1 Relazione presentata al Congresso di Psicologia, tenurnsi a Ncw York, il dottor Da\'id Jenkins, che ha diretto le ricerche, ha reso noto frn l'altro che per quattro anni \Ono state ~orvegliate le conùizioni di salute di 3.000 uomini, sottopo~ti nel 1960 ad accurati esami psichiatrici c medici. Entro il 1964, 133 di loro a\·e,·ano avuto attacchi cardiaci, c di t]Ue~ti 94. erano stati cla~~ificati nel 1960 come indi,·idlll particolarmente ambiziosi, aggressivi, sempre in lotta con il tempo. Le ricerche sono state condotte da un g ruppo di cardiologi, psichiatri cd esperti di statistica ddi:J California. il cosiddctro « Western Coll ..ilmrativc Group Study :., incaricato di i~olare i vari fattori che contribuiscono ai di~turbi cardiaci, che negli Stati Uniti sono tra le principali cause cl1 mortalità e di inabilità al lavoro. '

11 tabacco può causare l'artrriosclerosi.

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L'esame. mediante autopSia, delle arterie dei grandi fumatori di ~igarette, ha permesso di stabilire che queste arterie contengono più depositi capaci di causare l 'arteriosc lero~i. Ciò è stato dichiarato <.hdl'.".ssociazione Americana per lo studio delle malattie cardiache. Un grup1m <.li medici ddl'Gniver'>itil di 'ew Orlean\ (Louisiann), ha csamin:no le arterie coronarie di 465 uomini in età compre~a tra i 20 e i 60 anni. eli cui conosceva il comumo quotidiano di sigarette prima del dccc~o,o. L'artcriosdero~i era due volte piLI diffus:J tra i grandi fumatori che tra i non rumatori; mentre tra quelli che fumavano meno di 25 sigarrtte al giorno ~i ~i tuava a mct~. L'Associnzione Americana per lo qudio delle malanic cardiache ha precisato che i ricercatori hanno escluso dai loro lamri le persone colpite da malattie cardio-,·ascolari, da enfisema c da cancro del polmone.


Ultrasuoni per la diagnosi di malattie cardiache. Un gru ppo di scienziati d i Voronez ha messo a punto un apparecchio acl ultr:• suoni per la diagnosi delle malattie cardi:tche. L'apparecchio è grande come una p<>nn 1 stilografica e viene applicato sul torace del paziente come uno stetoscopio. Lo strumento misura la velocità eli movimenro, i tempi di apertura e di chiu~ur 1 delle valvole cardiache, la velocità di contrazione delle pareti muscobri cardiache t' mostra la correlazione tra questi diversi (attori. T dati ottenuti permettono d i determi nare la natura delle modificazioni patologiche del movimento delle valvole e dei mu s.:oli del cuore in tutte le fasi del ciclo cardiaco. Possibilità di diagnosi cardiologiche a distanza in pochi secondi a mezzo di un calcolatore elettronico. In un assai prossimo domani un malato di cuore che venga riCO\'Crato d'urgenza nell'ospedale di H artford, nella :-..Iuova Inghilterra, potrà essere esaminato all'istante.: da \Vashington e ricevere in 15 secondi la diagnosi. Il suo elettroc:m.liogramma sarà infarti trasmesso tramite un cavo telefonico a un calcolntore dell'Università di Wa~hing­ ton, che analizzerà i segnali e ritrasmc tLerà immediatamente i risultati dell'analisi. 11 sistema è stato illu~tr:Ho a un Congresso scientifico tenutosi a Boston dal pro fessor Cesar Cacees, che ha diretto una serie di ricerche condotte per otto anni con il finanziamento del Governo. L'intero corso della medicina americana potrà essere rivoluzionato ha eletto il professor C::tcees, preannunciando per un futuro non troppo distante la creazione cii centri regionali eli analisi ai quali qualsiasi ospedale eli provincia o medico privato f>Otrà avere accesso mediante il telefono. E' in programma, inoltre, un esperimento mirante n dimostrare che lo scambio eli dati potrà essere attuato anche da un conti nente all'altro.

Fotografato il cuore dall'interno. Una équipe di medici che la\'ora pre~so l'Uni\·crsità di T okoku nd Giappone del guidata dal prof. Motonao T anaka, ha potuto fotografare il cuore umano in attività dall'interno. C iò ~ srmo realizzato senza alcun intervento chi r urgico bensì ricorrendo ad onde supersonichc. La fotografia ~ compo~ta: ogni c pos:t > ~. infatti, estremamente localizzata e mostra sulla lastra una superficie della cavit3 cardiaca, vista dall'interno, di una grandezza non superiore ai tre millimetri. Sulb lastra non app:1re tr:Jccia delle costole o degli organi medias1inici, in quanto le onde su personichc supera no senza riflessioni tali organi c riflctteono invece la parete interna del cuore, opportunamente preparata con l'immissione in circolo di particolari additi\'i innocui al paziente. ·ord- E~t,

Effettuata la sintesi della prostaglandina. Una novità scientifica, la produzione di una prostaglandina per vta esclusi\'amente sintetica. è stata annunciat:t dai ricercatori della Upjohn al c 'ohd Simposiurn >, tcnutosi recentemente all'Istituto Karolinska di Stoccolma.


Le prostaglandine sono sostanze ormonosimili che si tro,·ano nei tessuti dei mammiferi, compreso l'uomo, c che sono attualmente oggetto di numerosi studi per l'azione che sembrano possedere sul ricambio dei gra:.~i e sulla regolazione della pressione del sang ue. Scopritori del metodo di sintesi della prostaglandina sono gli scienziati P. F. Beni, J. C. Babcock e F. Linco!n, che lavorano tutti nel laboratorio di ricerca della Thc Upjohn Company (Kalamazoo, M ichigan), una delle più importanti ditte farmaceutiche degli Stati Uniti. Le prostaglandinc vennero scoperte da due scienziati, ~L W. Goldblatt e U. S. von Euler. all'inizio del 1930, ma soltanto nel 1957 si riuscì ad isolare q ueste sostanze nel corso di ricerche effettuate presso l'btituto Karolinska. Alcuni anni fa i laboratori di ricerca d clb Upjohn e l' fstitu to Karolinska decisero Ji collaborare per lo scambio di informazioni riguardanti le ricerche che entrambi ave vano in corso su questa sostanza. P iù recentemente. g li scienziati della Upjohn wanzarono l'ipotesi che le prostaglandine potessero ,-cnir sintetizzate, partendo da composti chimici rclati,·arrl!'nl.\: semplici quali g li acidi grassi. TI medoto messo ora a punto da Bc;Ù c Coli. permette di avere abbondanti quantit.'lti vi di prostagbndina pura che possono es,cre impiegati nei numerosi studi in corso sull'influenza e.~plicata da questa sostanza sul metabolismo dci grassi, sui fenomeni infiammatori cd allergici cd in altri campi importanti della medicina quale. ad esempio, l'ipertensione a rteriosa. Questa importante scoperta, messa a punto dai ricercatori della Upjohn, rappresenta una nuova prova dell'importanza che l'industria farmaceutica attribuisce alla ricerca scientifica e dimostra quanto pos~a giovare la collaborazione tra gli istituti universitari e l'industria stessa.

NOTIZIE V ARIE La tripa nosomiasi africana. Immenso è il problema rappresentato dalla tri p:mosomiasi africana. Infatti la malattia del sonno ha continuato indisturbata a devaMare per secoli e secoli larghe zone dell 'Africa tropicale; cd ancora oggi, dopo molti decenn i d i lolla contro il tripanosoma, bisogna confessare che la malattia è !ungi dall'e~~re debella ta, se ~i pensa che il dominio della mosca tsé-tsé sì estende attualmente su di una superficie che va oltre gli ollo milioni di chilo metri q uadrati. Si pane dalle coste atlantiche dd continente nero, a circa 20" Sud. In questa 'asti,sima fascia territoriale. la tripanosomiasi colp i ~ce, in manie ra più o meno g rave, le popolazioni delle seguenti nazioni: Mauritania, Sencg-al, Malì, Gambia, Guinea, Sierra Leone, Costa d'Avorio, Li beria, Volta, Togo, D ahomey, ~igerìa, Ciad, Camerun, Repubblica Centrafricana, Gabon, Congo (ex-francese cd ex-belga), Angola, Uganda, T ang:111ica, Rhodcsia, Ni:1ssa, e Chenia. Insomma, \Ì tratta di una superficie pari a quella di tutta l'Europa, c~lusa la Russin. Per quanto seg-nalata sin dagli albori del secolo scorso, fu solo nel 1902 che il nostro Ca~tellani scopriva dei trìpanosomi nel liquido cerebro-spinale di un malato, così che J'infezìcnc viene anc he chiamata « castellanosi ». O ggi ~i conoscono ventitré specie c tredici sollospecie di mosche tsé-tsé. ma non tutte sono capaci di trasmettere la malattia del sonno all' uomo c agli ani mali domestici o ~elvaggi; anzi si può affermare che ciascuna mosca ha le sue particolari preferenze in materia di c habitat :. c di


rg6 animali dai quali succhia il sangue pel proprio sostentamento. L'e~i~tenza di tali pr ferenze fa sì che, per l'appunto, non tutte le specie di mosche siano atte a trasport.J r tutt~: le ~pccie di tripanosomi fatali alla viw dell'uomo, anzi si può ritenere con J. Ford che fra i tre gruppi principali delle mosche tsé-tsé, solo due hanno grande importan z,t economica per la ~pecie umana: vale a dire la Glouzna morsitanJ e quella palpa/t . mentre la Glossina fusca ha scarso rilievo. Abbiamo g i~t detto che la quarta parte del cominente nero è colpire dalla tripan{, ~omiasi. e quanto ai danni recati all'uomo basterà ricordare pochi dati: attorno al 19ll11 in una zona deii'Uganda, ~u di una popolazione di circa 300.000 abitanti si ebhcr" 200.000 morti. D:1 una rebzione compilata dalle Nazioni Unite si apprende che, vcr ~o il l Q40, ogni anno erano curati in Africa per la malattia del ~n no più di un milio n< di nati\ i. 'ella Gambia, nel corso del 1936, il 40 per cento dci pazienti :.~m me~" negli o~peda l i soffriva di tripanoJomiasi, c nello stesso anno si stimò che i pazienti vçnuti a morte per la malattia del -.onno negli ospedali furono il 30 per cento Ji tutu i dect"duri. Del resto è ben noto come la durata complessiva della malattia, non cur:ll;t, può arri\':lrc a due anni o poco più (Giordano), ma spesso t:Jle termine ì: ass:Ji abhrc v iato e la morte si an• era in media 5-6 mesi dal momento dell'infezione ( rr:Jnchini ). In una recente pubbltcazione dcll'O.YLS., i dottori Wil~on . Morri~ Lewis e Kro) affermano che ~e si arrivasse a distruggere le mo~chc tsé-tsé dalle zone ::Htualmentc infestate, l'Africa sarebbe in graJo di nutrire una qu:~ntità doppia di bestiame, ciò che migliorerebbe con~idcrevolmente l'aliment:lzione di quelle popolazioni. Purtroppo aggiungono gli :\.\., la messa in valore di questi territori non è :mualmcnte che un ~og n o. ed i progressi che si potranno realizzare ncl l'avven ire contro la tripanosorn ia ' i -- Jati gli scarsi mezzi a disposizione - ~aranno forzatamente :~~sai lenti. E questo v;tlga pt"r far comprendere i danni della trtp:~no~omiasi che viene :1 colpire gli anim:Jit domestici: bovini, suini, ovi ni. ecc., senza dimentic:~re che anche uccelli c rettili. al pari delle zebre, antilopi. impala, ecc., pos~ono e~~erc colpiti Ja questa gravissim:-t malattia protozoana, animali tutti che costituiscono altrettanti serbatoi, fonte di nuo'c infezioni, sempre :mraverso il ciclo biologico che si compie a mezzo del ''ettore, la mosca tsé·tsé. Fortunatamente. come fanno rimarcare i dottori \V.I l.R. Lundscn e M.A. Salt) s. )i è potuto acccrt<~re da tempo che hl maggioranza delle ~pccie dei tripanosomi che infettano gli animali, non sono patogcni per l'uomo, così come non tutti i mammiferi che vi,·ono nel continente nero pos.,ono \'Cntre colpiti dall:1 tripanosomiasi animale. PassanJo al problema tcrapeutico, è noto che il tratt<~memo di ouesta infezione nell'uomo ha ormai una lunga storia. L'arsenico. sotto forma del prep:trato ~ Atoxi1 -... si è mostr:llo ass<li efficace sin dall'inizio della sua introduzione, a\ \enuta nel 1905. Poi b « Suramina -.. e la 4: Triparsamidc ,. ~ono venute .ad aggiunger~ i , rispettiva mente ne! 1920 c nel 1922. all'arse nale terapcutico contro la malattia del sonno, come ricorda il dott. f. Schneidcr nella pubblicnione <op ra acccnn:~ta, c con i ri,ultati più incoraggianti. Ma lo stesso A. fa rilevare g iustamente che per sradicnrc la tripano~ominsi dall'Africa (c nessuno può oggi prneclere quanto lunga e co-.tosa sarà per essere que~ta lottai, non bastnno le cure terapeutiche portate sull'uomo gi~ amm:tl::tto, 111:1 hisogna anche far ricorso :1 tutti quei mezzi già precisati da igien isti, tropic::tlisti. bnttcriologi, epidemiologi cd e~perri di sanità pubblica. E in primo luogo viene. ovviamente. la lotta contro la mosca \'ettrice tsé-t~é. V:~lc a dire la distruzione del sottoho~co dove possibile, In disinfc~tazione delle pi:~ntc al te c dei corsi d'acqun, il controllo assiduo Jcl bestiame, dei greggi; il controllo degli 'Po'>tamcnti delle popolazioni già infcstnte. cd infine il controllo del commercio, dci pellegrinaggi, ecc.


Un mezzo che ~i è mo~trato assai efficace nella lotta contro la tripanosomiasi ì: stato il tentativo, riferito dal dott. G. Neujean, ed att uato in una piccola zona del Con<ro, di risanare una limitata parte di una foreHa infestata dalle mosche tsé-t~é mediante generose polverizzazioni, praticate due volte al giorno e proseguite per circa quarantacinquc.: giorni, con DDT lasciato cadere sulle piante a mezzo c.li elicotteri. Tale metodo diede indubbiamente eccellenti ri~ulrati, tanro che casi di reinfe,tazionc non comparvero se non dopo sei mesi . Disg r:1ziatamente il prezzo dell'operazione ~ risultato proibiti \'0, e tale procedimento non può essere attuato su e~tesi territori; infatti il costo fu cnlcolato in media di un franco belga al metro quadrato, cioè 1.250 lire italiane ogni cento metri quadrati. Lo stesso A . - infine - riferisce sui risultati conseguiti nella lotta contro la malatti:l del sonno nel Congo ~ Léopoldville) ~ino alla fine del 1960. L'indice delle nuO\'e infezioni, che si era mantenuto cb·:llilt\imo negli Jnni dal 1920 al 1930. era diminuito al 0,09 per cento nel 19-18, riduccndo~i ulteriormente a solo il 0,006 per cento nel 1959. ~cl compbso >l può affermare che l'endemicità ribata nel 1959 per la tripano sominsi ~i era ridotta ad un decimo di quella const:nata nell'anno 1935. Una vittoria. questa, dovuta es~nzialmente alla me~'a io opera di tre fattori: di ordine medico, ::~gricolo, ed ammini~trativo, puntando soprattutto (per quello che riguarda l'incllviduo) ~ulla ricerca precoce dei tripanosomi nel sa ng ue e nei noduli linfatici (collo), sul tranamento terapeutico Immediato dell'infermo con largo imp1cgo dei preparati ar'>Cnicah, c specie sulla chemio profilassi . Purtroppo il dott. G. ~eujean. nel da r conto all'O?vfS dell'immenso lavoro compiuto nel Congo in ta nti an ni di permanenza, termina con una nota accorata: c Alla \'igilia dell'indipemlcnza di que,ta Nazione, 1:1 malattia del sonno ern ~lata g randemente ridotta c pote\·a ritenersi ben controllata dalle misure periodiche di chcmioprofÌ lassi applicate nei focolai permanenti di endemia , e tla l Lratt:1men1o obbligatorio degli ammalati con il loro riCO\ Cro negli o~pcdali. Ma un tale o,istema riposa sulla volontà della po polazione di accen:~ rlo, wlla comprcn.,ione de l problema da parte di tutti, e specie \ulla profonda collaborazione che ù evc intervenire tra il medico. il biologo, l'igienista, l'epidemiologo da una parte, e l':tmmalato dall'altra. Si tratta, dunque. anche di un problema di politica sanitaria. in t]ualche caso o zona di un prob lema di politica puro - stante l'obblig:norietà dclk mio,ure che de\Ono cso,ere applicate cocrci tivamente - , un problema, d unque, che sfugge in gra n p:~rte :1l domin:o della Medicina ~ -

c Cc ne ~ia mo potuti rendere conto al momento in cui !:1 ~azione Congole-.e giunse a ll'indipendenza, e cioè quando gii anelli della complessa catena della lotta contro l.t tripanosomiasi cbi noi o,,tldari nel corso di lunghi anni c con immen'i sacrifici, ve nnero d i un subito spezzati, no n più osserV<Ite le indispensabili pro\ videnzc sanitarie da noi istituite. :l~\istendo co\Ì :-~l progre>>ivo ritorno <ki danni del tc rribilC' flagello, tanto combattuto e da nm qu:t\i vinto, e che ora si pre\enta\a di nuO\'O in tutta la sua triste realtà :..

L a lotta contro le malattie contagiose nel mondo. Secondo un rapporto pubblu:ato daii'O rg:tnizza7ione ~l ondiale di Sanità (WHO o OMS) sulla lotta sul piano inrernazion:tle contro le mal:tuie con ta~iosc. i risultati più recenti sono incoragl!ianti c forni,cono b misura dci progressi raggi unti.


Nella tubercolosi, le migliorie nella qualità del vaccino BCG e la sua disponihil t.1 in forma essiccata, essenziale nelle regioni tropicali data la rapida deteriorabilità prom cata dal clima, hanno incrementato l'efficacia del ritrovato nella cur:J delle for me ani,·e; lo sviluppo di sistemi di cura dei pazienti a domicilio ha permesso di ridu m la spe~a ed alleggerire l'onere finan:r.iario dell'assistenza individuale; e un nuovo cnn tri buto della WHO si annuncia a f:Jvore dei paesi in vi::~ di sviluppo con la promcs~.r fornitura da parte dell'Organizzazione della tubercolina necessaria per la diagnosi. Per la sifilide, l'efficacia riscontrata nell'immunizza:r.ione eli anim::rli da cspcn mento lascia sperare nel prossimo sviluppo eli un v::rccino contro la malattia. Per le manifestazioni meno gravi d i influenza, nel 1965 sono ~late regrstrat graneli epidemie di influenza, generalmente in forma leggera, in Australia ed Europ.t. Il virus era fondamentalmente si m ile al virus A 2 che fece la sua comp::rrsa nel 195 con l'epidemia di asiatica, pur presentando ceppi notevolmente differenti. E' mo'to probabile che si verifichino ulteriori cambiamenti nei ceppi del virus in questione. con la conseguente comparsa di un tipo cJi,·erso da quello individuato a suo tempo. Per la hilharziosi: una nuova medicina contro la malattia st è rivelata straordina riamentc promettente nelle prove in massa effettuate di recente. Metodi efficienti per b!occarc la trasmissione della malauia sono stati elaborati nell'ambito di un programm.t promosso dalla WHO c dal Fondo Unicef in Egitto. Lcbbr:1: su circa I l milioni di persone malate di lebbra in tutto il monuo, 4 milioni sono rimasti invalidi. Tuttora sono molti gli inturogati,·i che occorre chiarire in bbo. ratorio. Pertanto, l'esito dei programmi di controllo della malattia è unica mente subordinato al grado di impegno che verrà dato alle ricerche. Per quanto si riferisce al vaiolo, nonostante il declino Jei casi di infezione il male viene segnalato in 42 paesi. Da calcoli provvisori dell'Organizzazione \1ondiale della Sanità risulta che nel 1965 i casi di vaiolo sono stati 50.557 con 9.735 morti. In Asia sono stati registrati 33.145 casi di vaiolo (specialmente in India, I ndonesia e Pakistan), in Africa 15.882. nel Sud America 1.529 (quasi tutti in Brasile) c in Europa un unico caso in un viaggi:uore proveniente da altre regioni. Gli Stati Uniti, in collaborazione con la WIIO, stanno coneluccndo una vasta campagna in Africa contro il vaiolo. SeconJo i piani predisposti a tal fine, ì.. prevista l'inocula:r.ione di 90 milioni di persone in 18 paesi :~fricani.

Prospetti ve per l'alimentazione uma na nel futuro a lla II Rassegna intern azional e della chimica. Quindici persone sono state al imentate per cinque mesi con una dieta esclusivament!:' chimica e il loro organismo non ne ha riportato alc un danno. Questo esperimento. svoltosi sotto la direzione del Dott. Milton Winitz del « Life Scicnce Laboratory ') di Sunnyvale, in Cal ifornia, è uno dci più sorprendenti fra quelli eseguiti negli ultimi tempi per studiare l'alimentazione del futuro, al preciso scopo di accertare qualt possibilità ahbia l'organismo umano di sopportare l'assunzione prolungata di sostanze nutritive preparate in labor:ttorio. Le quindici cavie umane del Dott. Winitz - scelte fra un gruppo di volontari di costituzione fisica, stato di salute, intelligenza normali - hanno trascorso i cinque mesi non già mangiando nel senso comune della parola, ma bc,·cndo: infatti la loro dieta consisteva nel sorbire quattro volte al giorno acqua distillata contenente. in soluzione o in sospensione, un insieme di d iciannove amino::tcidi, tredici sali, elodici vita-


mine e due carboidrati, cioè le sostanze nutnllve necessarie a una persona normale già nella forma in cui vengono a trovarsi dopo che l'organismo le ha ricavate dagli alimenti ordinari. All'esperimento era interessata in modo JXtrticolare la sezione di biomedici na della NASA, l'ente spaziale staLwlitense. A questo proposito, il Dott. Winitz ha detto: c Secondo i miei calcoli, duecentocinquanta grammi al giorno del composto nutritivo da me sperimentato, di,·iso in tre o quanro razioni sciolte in acqua, sarebbero suffi~ ciemi per almeno un me~e all'alimentazione di un astronauta. Due uomini potrebbero p:1rtirc per una missione spaziale di trenta giorni portamo nella dispensa di bordo solo quindici chili di nutrimento e un centinaio di litri d'acqu;l rccupcrabile in .t;ran p:1rtc per distillazione. .Yfa il fatto che quindici persone abbiano superato brillantemente la prova di nutrizione per cinque mesi esclusivamente con sostanze chimiche, non significa che questo tipo di dieta possa essere aùottato da chi svolge un'attività normalt: il nostro organismo è fatto anche per bere, mangiare, digerire, ossia per svolgere un lavoro di trasformazione delle bevande c dci cibi in so~tanzc assimilabili. L'alimentazione sistematica in pillole è una utopia, una soluzione antifisiologica. Per ciò che riguarda, in particol:tre, gli astronauti, la dieta chimica potrebbe essere opportuna per brevi periodi o necc~\;lria in caso di emergenza; ma biologi e medici, dietisti e psicologi sono al lavoro per fornire loro soprattutto alimenti naturali più variati, saporiti e attraenti. E' indubitabilc, tuttavia, che ci troviamo appena all'inizio cii una rivohtzione alimentare di porrara inralcobbile, guidata soprattutto da quel settore della biochimica cht' ambisce di produrre prima in bboratorio, poi su scala industriale, quegli alimenti che oggi ci Yengono forniti solo dalla natura ~ .

Che cosa si propone ogg1 la biochimica a!tmentare d'avanguardia. L'opinione espressa dal Dottor Winitz è ormai condivis:1 Jai maggiori esperti: per sopravvivere, sia gli astronauti che nei prossimi decenni viaggeranno mesi, for~c anni, verso i pianeti. sia gli uomini che si moltiplicheranno a miliardi sulla Terra, dovr:lllno ricorrere :1 sostanze nutriti,·e che oggi rominciano a essere sperimentare c domani potrebbero essere prodotte da gr:tndi com plessi industri:tli. Sotto questo :lS(X'ttO j problemi di dietetica po\ti dall'astronautic:t promettono di dare un contributo di prima ria importanza. Che cosa si propone la biochimica aliment:t re di avanguardi:t? Il suo scopo principale è yuesto: escogitare e mettere a punto sistemi pr:Hici per trasformare so~tanzc organiche. sia \'egetali, sia animali. disponi bi li a basso prezzo e in abbondanza ma non commestibili, in sostanze nutritive :tccettabili per gli uomini o per gli anim:tli di aIle\ a me n t o. Le ricerche procedono in varie direzioni. Una delle più ambiziose è la sintesi della clorofilla - il pigmento verde delle piante - che aprirebbe la via alla produzione industriale di proteine vegetali. Un'altra (· kt coltura artificiale su larga scala di tessuti animnli, ottenuta a partire d::t cellule embrionali. così da ricavarne proteine pregiatc. Un'altra ancora è la co~idJeua «mucca meccanica>, ossia un procedimento pn trasformare erbe, foglie, legno in un liquido di composizione simile a quella del latte c una pasta ricca di proteine come la carne. Ma ~i tratta di esperimenti preliminari o di progetti che oggi s<1rehbc ancora azzardalO definire re:~lizzabili. Qualche iniziativa meno complessa e ambiziosa è invece entrata nella fase pratica. L'esempio più notevole è quello delle « incaparine ~. una decina di prodotti alimentari del tutto nuovi mc~si a pu nto dall' Istituto per l'alimcntnione dell'America centrale c Panama (Il\'CA P). Le inc:.tparine, form::tte da una mcscolanz:t di semi (grano, mais,


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soia, sorgo, sesamo) arricchita di vitamine e ~ottoposta a un trattamento particolart. sono perfettamente commestibili, hanno un valore nutritivo cinque volte superiore .1 quello del !:mc e costano cinque volte meno.

Ricerche per sintetizzare le proteine um he dal petrolzo e dal metano. Ma b fonte di proteine di gran lunga più promettente - perché sarebbe in grado di sodd i~fnrc ampiamente il fabbisogno mondiale - è il petrolio. N<.:gli ultimi tluattr(l anni, alcune de lle maggiori compagnie petrolifere han no promosso studi ed espcrimentt in tale scmo e impianti-pilota sono già in funzione. Anche nell'Unione Sovietica ' ' sono ottenuti risultati an:tloghi . Da dicci tonnellate di petrolio se ne ricavano citHJUt di protein<.". Più di recente ~i è riusciti a onen<."rle :tnchc dal metano: dieci tonncllat<: con quaranta tonnellate di questo gas. Tal i proteine sono sinteti zz::~te da microbi dell<t fermentazione coltivati nel petrolio. Così, ques ti invisibili benemeriti dcll'alimenrniont umana (bn~ti pensare, per e~empio, alla parte che da millenni i fermenti hanno nelLt fabbricazione dd pane, dei formaggi. dei vini) <;emhrano destinati a fornire un con tributo Ji primo piano nella lotta contro la fame nel mondo.

Stato sanitario dd Paese nel 1966. Dai dari statistici riguardanti il 1966. comunic:ni dal \fini~tero ddla Sanità ~i rileva rispetto al 1965, una lieve diminuzione della natalid, un:t più m:trcata diminu zionc d~·lla mortalità generale (444.279 contro 469.331 ), una costante diminuzione della mortalità infantile. sopr::mutto nel primo anno di vita. indice di maggiore efficacia dei servizi di medicina preventiva. L1 diminuzione di mortalità intcrcs\a soprattutto le malattie dell'apparato respi ratorio (21 0 in meno ri~pctto al 1965) che sono soggette a note,·oli variazioni di anno in anno. Pi~• co~ta n te c confortan te appare, invece, 1:1 diminuzione delle morti per malattie infettive (circa il 15%\ e quel la, ~ia pure meno rilevante. dc i morti per inci denti del traffico {l' l 0 circa. ma con valore superiore se si tiene conto dell'aumento del numero di automezzi). Kcl 19nti si è 3\Ula :tnchc una chminuzione non trascurabile del numero elci morti per degenerazione elci miocardio; anche le voci « arrcriosclermi del cuore> c « mal:mi~: delle coronarie> hanno fatto marcare 1Jna discreta diminuzione. Tuttavia il decrcmcno a carico delle malattie coronmic non ~ ancora tale da ~uperarc stati~ti ­ camente le normali variazroni del fenomeno. Al contrario. i1wecc. risulta costante l'aumento dci tumori. ~pecialmente quelli della trachea c polmoni, per cui è pren·dibile che, in un decennio. in lralia si raggiungeranno per questi tumori g li attuali quozienti tipici clei Paesi del Nord Americ:1. A t:tlc rigu:.~rclo il Ministero della Sanità ampica che ~i attui una drastica riduzione del comumo di sigarette. fenomeno questo di assai facile occorrenza. ~ci primi mesi del 1966 sembra,·a \i stes~ delineando in Italia un;t riduzione del numero dci morti per tumore dello stomaco, riduzion<." che è orm.1i co~tante negli Stati Ulliti e iu molti Paesi europei c che è stata messa in relnione con il migliornmcnro dc;Ie condizioni :1liment:ui. Invece ciò non è avvenuto c l'a umento dci morii per wlc tumore è sl:tto pari all'aumento percentua le el i tutti i morti per cancro. Ciò naturalmente ~ stato messo in rilievo non significa che anche in Italia non ,.j ~ia \tilto un mighor:tmento dell'igiene alimentare e nella ùietctic:1, ma che ~i


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tratta di fenomeni, ancora oscuri, che si man ifestano con un decorso molto lento e possono anche essere legati a fattori genetici. A proposito dei dati sulla mortalità in Italia, il Ministero della Sanit.\ fa osservare che lo studio dcll':mdamento delle cause lh morte rende solo approssimativamente l'idea sullo stato sanitario di un Paese. soprattutto quando questo. come l'halia. ~ formato da regioni notevolmente differenziate lbl punto di vista demografico, alimentare e culturale. Purtroppo, mancano ancora i mezzi per poter valut:ue l'andamento delle cau~e di malania e le loro effetti\·e incidenze 'ull'economia nazionaiC' c sul benessere familiare. Dal movimento ospedaliero, risulta nel 1966 un incremento dei ricoveri .di circa il e;~ , incremenLO che è norma le rispetto a quello degli anni precedenti e dimostra sempre un maggior ricorso ::ti ricovero in nosocomio; l'aumen to maggiore si è 3\'Uto per i rico"cri in c:1sa di cura pri\'ata. Le malattie infcui\e a denuncia obbligatoria permenono un confronto che \Ommariamente dice che nel 191'i6 il numero dci casi di polio ( 131'il è ~t:lto pari alla metà rispetto :1 quelli del 196) c la diminuzione dc-Ila difterite (poco più di 2.000 casi cnntro i 2.300 dd 1965-, cosm nte anche se non co~ì notevole nelle province meridion:di; vi <ono state nell'anno decorso epidemie importanti di morbillo c scarlattina che non hanno, tutt:n ia, determinato un ::tccrescimento dd numero dci morti per t::tli mabttie. indice questo di un sufCicicnte tr:lltarncnto tcrapcurico e profilatt ico. Se i problemi di eradicazione della poliomielite c della difterite si local izz:1no in alcune reg-ioni meridionali c richiedono un:l intcnsificazione delle misure di \·acCinazione obbligatoria, quelli di riduzione di ca~i di febbre tifoidea (in lieve diminu:lione. ma tuttavia vicinJ a IX ca~i per ogni 100.000 abitantil implicano d miglioramento dell'igiene :1mbientalc, con particola re rig-uardo per lo smaltimento d<.'i rifiuti liquidi. L'incremento dell'epatite infeuiva è stato di quasi due volte rispetto al 1965, e ciò solo in parte può c~sere spiegato con un aumento delle denunce da parte dei medici e dello stesso orientamento diagnostico. Trattasi di quasi ~'5.000 cas1, per lo più avutisi nell'età ~colnrc. con conseguenti lunghe degenze c non lievi preoccupnioni per C\'entuali compromissioni ddla funzi one çpatica. In realtà, gli episodi che ~i w110 \'Crificati ~no stati per lo pitl benigni c le più recenti ricerche tendono a ridurre le po"ihilit:'t di complicazioni a dist:111za di tempo o di interferenze imp:Jrtanti con LHti\·ità epat;ca successiva. Il largo impiego di gamma-glohuline fornire dal Ministero della Sanit:'1 ha senza dubbio contribuito al contenimento di numerosi focola i ed i programmi :Jttuali prevedono una inten,ificazione nella d istribuzione di quc,to unico mezzo di pre\'Cil· zione ed attenuazione. .-\nche il rafforzamento delle misurt· di igiene per~onalc cd :-~limentarc, tullavia contribuirà al contenimento dell'ondata epidemica, ondata che si è verific::na anche in Paesi ad alto livello igienico-ambienta le.

Segnalatorc elettronico di ostacoli per i ciechi. Un dispositi\'o fotoelettrico recentemente realizzato nl'L!'li Stati Uniti ~i è rivelato abb:Jstanza promenente nel corso di alcuni esperimenti che miravano a guidare i oechi privi di accompagn:llore. 11 d i spo~irivo porwtik utilizzato nella prO\';) era :~Jimcntato a batterie c vibrava per segnalare 1::1 presenza d i un ostacolo sul cammino di un cieco. Il portatore dell'appa recchio lo dirige i n a\ anti come ~c do\·cssc farsi strada di notte con una normale torcia clcurica. ;\ quc~t·ultima il di~positim può essere p::lra)!<>nato sia per la fonn :1 cilindrica, ~ia per le '>UC dimensioni, che corri~pomlono a t]uelle di Wla torcia a due clementi.


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Tre sono st:Hì i modelli sperimentali provati con successo con la colbbornionc di un gr uppo dì ciechi. Senza e~sere accompagnati o assisti ti, questi collaudawri d'ec-<.:zione hanno avuto la possibilità di avvertire ed evitare gli ostacoli, seguire il contorno di un marciapiede in curva c salire gradini o superare av,·allamemi. Il diaframma piazzato da,anti alla cellula fotoelettrica dell'apparecchio viene re;.: r} lato in base alle condizioni ambiente d'illuminazione. Un cambiamento nella intensi,', della luce, provocato dalla presenza eli un ostacolo e da un'nspcrità del terreno. avvertito immedi:uamente dal sensibilissimo dispositivo tramite un fotoresistore col!t: gato ad un o~cillatore. li cieco che tiene in mano il dispositivo sensihi le nvverte i cam b i~ menti di frcquew , che si producono ncll'oscìll:ltore sotto forma dì vìbrnzioni nel palmo della mano. P11r intema è la luce :1\'Vertita dnl sensore, più le vibrazioni saranno r:~pide. Secondo il cambiamento dell'intensità luminosa, le pulsazioni delle vibrazioni pmsono v~rìare da 4 a 400 al secondo. Lo strumento, purché venga opportunamente rcg11 lato in base alle condizioni di illumìnnzione esistenti nell'ambiente, può avverti r, persino oggetti sul genere del filo che le massaie usano per stendere i panni. Le esperienze mll'apparecchìo, denommato Blcs (dali~ iniz1ali di « Bishop-Luca Environmenta) Sensor :.l, pro,cguono ora presso la Santa Rita Technology, un labor.1 torio indu~trialc che ha rc;1liz~ato \'a ppnrccc hio, in base alle ricerche teoriche svultL dal Dott. Vlalton B. Bishop, dei Laboratori esperienze dell'Aeronautica americana d Cambridge, nel Massachus~erts, e al progetto di Robcrt L. Lucas, della S:1nta Rit.1 Tcchnology, che ha ideato 1l prototipo del dispo~iti,·o.

Proposto l'elettroshock per gli a utomobilisti man iaci della velocit.~. Uno psichiatra britannico, il Dott. John Barker, dell'Ospedale di Shdton a Shrcwsbury, ha dichiar:lto che intende proporre l'elettroshock per curare gli automobilisti «maniaci della velocità>. TI Dott. Rarkcr intende proiettare al «paziente > su di uno schermo una strad:t che scorre alla ,·eJocità di 130 chilometri orari, mostrando periodicamente il conta chilometri e nello stesso tempo sottoponenùo il paziente a scosse di 70 vohs. Il Dottor Barker è cominto che il si~te ma sarà efficace per curare i maniaci della velocità.

Inventato un braccialetto a transistor per il controllo della stanchezza degli automobilisti. Un braccialetto per il controllo della stanchezza, che doncbhe scnirc ad evitare gli incidenti automobilistici provocati da lla catti,·a condizione fisica dei conducent·, è stato messo a punto in Belgio da uno studioso di Liegi, Jca n Gucbdcn, il quak ha già vinto due medaglie d'oro per alt re invenzioni, al Salone degli inH:ntori che si tiene ogni anno a Bruxelles. Si tratta di un braccialetto a transistor che il conducente ~i mette al polso destro. Le pulsazioni cardiache del conducente nonché le modificazioni che av\'cngono sull'epidermide (temperatura, rr:mspirazionc) sono registrate dal braccialetto c he le trasmette elettricamente al cruscotto del veicolo dove si trova un a mplificatore che, a sua \'olta, trasmette i segn:di amplific:ni ad un scn·omotore collocato sul carburatore. Il ~ervornotore reagisce riducendo l'immissione di carburante, secondo lo stato di fatica o le condizioni ne rvose del conducente. Cosl, la velocid del veicolo decresce


mano a mano che diminuisce la resistenza fisica del conducente. Nel momento in cui la stanchezza raggiunge una certa intensità, un dispositivo lumino~o avverte il conducente che il punto critico è ormai vicino e il veicolo si arresta. L'apparecchio è inoltre regolato in modo da provocare l'automatico arresto del veicolo in caso di sonnolenza, di sincope o di grave malore. Un conducente ubriaco, ad esempio, non riuscirebbe nemmeno a mettere in moto la sua automobile.

Incidenù motociclistici negli Stati Uniti.

In rapporto al numero di motocicli. la pcrcentu::lie di incidenti motociclistici : esattamente il doppio della percentuale di incidenti automobilistici o con altri veicoli a motore. E ciò è dovuto, !><:condo la Sezione rer la Prevenzione degli Incidenti, alh insufficiente perizia dci motociclisti c alla nc)Jlcuranza nell'usare le debite precauzion=

L'ultrasonografo: un apparecchio supersonico di grande utilità in medicina. Gli specialisti dcli'Accatlcmia Polacca delle Scienze di Varsavia, hanno costruito un apparecchio supcrsonico chiamato ultrasonografo, che ha il compito di localizzare i disturbi funzionali prodottisi in !>Cguito a lesioni interne. Gli impu lsi, emessi in continuazione dallo strumento, si ripercuotono come un'eco all'i nterno del corpo umano e vengono quindi registrati in for m:1 contrastata su di un cliché fotografico. Il dispositivo permette ai medici di ottenere un'immagine precisa dello stato interno dei tessuti clastici, che la radiografia non sarebbe in grado di mo~trare .

Antidolorifico elettrico. Due medici americani - il dr. F. Eavin, direttore dei Stanlev Cobb Laboratorie~ for Psychiatric Rcscarch del Massachussetts Generai Hospital, e il . dr. V. Mark, diret· tore dci Servi zi di Neurochirurgia : 1 ! Boston City Hospital - hanno messo a punto un apparecchio che pone fine al dolore. Questo apparecchio è ~t:lto sperimentato su 50 malati sofferenti di cancro. Si presenta come una scatola con dispositivo elettronico. Quando il malato aziona un commutatore, stimoli elettrici sono inviati nella regione del talamo la cui aui,·ità è così paralizzata. Auualmente è necess::trio piamare degli elettrodi alla base del cervello, ma gla studiosi stanno preparando un metodo che permetterebbe di funzi onare per induzione, utilizzando onde radio inviate da bobine inserite nell'apparecchio stesso. La distruzione del talamo è in uso da l 2 anni, questa tecnica possiede due vantaggi: non distrugge il tessuto cerebrale, e non agisce sulla reazione del malato alla sensa. zione tlolorifica, ma sulla sensazione stessa, bloccando la trasmissione a livello del talamo.


N uovo (( rene per una volta» secondo Al wall. Un nuovo tipo di rene anificiale, il « Rene per una volta:., è stato prcsenta~o tbl!, dell'Università di Lund. La ~ua parte essenziale è co~tituita dn un sistema di dialisi abbastanza piccolo d 1 rambiar5i: può essere gettato via dopo un uso unico oppure viene adoperato per ur 1 ~econda volta nello stesso paziente. Quc::.to facilita comiderevolmente il tr:Htam<"n > dei pazienti nefropatici, riducendo i pericoli dell'infezione. Il rene l:l\'ora anche r(>l >angue del paziente, senza dover ricorrere - come abitualmen te - al sangue di donatore. L'automatizzazione di questo nuo\'0 apparecchio è così ~icura che si puo far a meno d'un per,onalc quahficato. Anzi, gli srudios1 ed i costruttori di Luu' l intendono svi luppare ulteriormente l'apparecchio allo scopo d i realizzare il trattamenrn mediante il rene artificiale al domicilio del paziente. Soltanto nella Svezia. ogni anno 60.000 per,one hanno bisogno d'un trattameiJt • col rene artificiale. Con i complicati modelli, usati finora, soltanto 3.000 circa potem:ro essere curati negli ospecb li. ~\·edesc Alwall,

Pompa portatile per infusioni epatiche. E' stato sperimentato con successo a Roston (U.S.A.) un minuscolo app:~recch111, azionato da un meccanismo di orologeria, da portarsi sulla per~()na, che pompa 2mi di composti antimctaoolici attraverso un tubo infilato nell'arteria epatica. Comu mando 5 ml al giorno, il !.oggetto può servirsi di questo apparecchio per cinque giorm attendendo alle proprie occupazioni. Esso t: stato usato su 68 pnicnti affetti da carc1 noma epatico, di cui 45 ne hanno av uto benefici ri~u l tati per oltre due anni.

Manich ino «vivente» per addestrare gli st udenti in med icina.

Un manichino che reagisce all'aneste~ia come un essere umano è stato realizzato per gli studenti della Facoltà di Medicin:t dell'Università di California, in manier:-e d:~ rendere più vicino alla realtà l'addestramento impartito. Il manichino, progettato da >eienziati dell'Universit:ì di California, è in hse di allestimento presso la Sierra Engineering Company di Sierra Madre (California). Si ritiene che il manichino sarà il più complesso simulatore medico sinora realizzato. D isposto su un wvolo operatorio c collegato da un elaboratore elettronico. il manichino sarà sensibile a dosi \'ariabili di IO anestetici di natura diversa, e potrà respirare c presenterà il battito cardiaco e il polso come un vero c proprio paziente. Riuscid persino :HJ aprire la bocca, ad allungare la lingua, ad alzare e abbassare le palpebre, ad irrigidire c rilasciare le corde \·ocali, a tossire, a mum·ere i muscoli delle spalle, a rigurgitare e a cambiare il colorito del volto dal rosa al grigio e al violetto. Con il m anich ino, l ' i ~ tuttore sad in condizioni di simulare circostanze eccezionali come:: un gra\'e attacc() al cuore e, quindi. di valutare le reazioni degli studenti nei momenti più critici delle operazioni chirurgiche.


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La protezione sanitaria dalle radiazion i ion izzanti. Una eventuale revisione generale delle ùircttive che fissano le;- norme di base della protezione sanitaria della popolazione c dei lnvoratori dai rischi delle radiazioni ionizza nti è all'esame dell'Euratom in con\iderazione di taluni numi principi ~tabiliti dalla Commissione internnzionale della protezione radiologica (CIRP). A tale esame (; stata ded icata una riunione tli tre giorni del gruppo òi esperti sulle norme di base, tcnutasi a Bruxelles. Allo scopo tli preparare la revisione generale <.Ielle norme attuali, è ~tato dcci~o di procedere ad alcuni studi complementari, specie;- sulle nozioni di «zona controllata,, d i c zona 'orvcgliata ~ e di c gruppi particoLtri • della popolazione. E' staro d'altra parte proposto di es:~minare, in collaborazione con i medici responsabili presso le imtallazioni nuclc:~ri dci Paesi ddla Comunità e con i medici del Lavoro c della Sanid pubblica, i di,·er~i problemi legati alln interpretazione \;tnitaria delle mi~ure della conraminazionc radioattiva interna del l::tvoratorc nucleare. Una riunione ri\tretta 'i terrà a q uesto scopo nel maggio prossimo atl Amsterdam. Come 'i ~a. ai problemi ~pccifici del controllo medico e fisico tlei lavoratori nucleari l'Euratom ha dedtcaro numerose riunioni di swdio, su base europea fra cui quelle di N:tpoli, Tours (francia) e Bad Nauhcim (Germania).

Programmi sanitari inglesi. Il Minimo della Sanid inglese ha pubblic:tto un pi:tno per lo sviluppo dei ~er\'IZI d i Sanità pubblica che prevede per i prossimi dieci anni, un aumemo del 40" o nel nu mero delle assistenti sanitarie. ostetriche cd assistenti sociali, un aumento dci Centri sanitari da 36 a 284 ed un incremento fino a ~i volte dei posti in istituzioni per :tdulti sulmormal i me;-ntrc l'incremento delle reti di sistemazione residenziale per anziani (; pr<'visto nelln misura tlcl 75" . Va ricordato che l'impostazione anglosassone prevede la costituzione di alloggi per anziani con servizi dietetici ed infcrmieristici a carico deg-li Uffici locali di Sanità pubblica. Si prevede un costo annuale a c:trico degli Emi locali d i 244 mi lioni di sterline contro i l 54 de l progr:umna precedente ed u na spesa in conro capitale di 346 milioni di sterline per il prossimo decennio. Nello stesso tempo è stato pre>erH:Ho u n pi:wo di s,·iluppo delb rete ospeJalicra che si basa su previsioni piuuosto tentlc nti al minimo che al massimo e correlate con il futuro sviluppo economico. La preù-.ione totale di >pesa è di LOOO milioni Ji ~tcrline fino al 1976, ma tenendo conto del cmto crescente delle cmtruzion1 ospedalicre si ri tiene che il n ume ro d i posti-letto che realmente saranno costruiti sarà inferiore al previsto. Va rilevato che il programma ospctlaliero, pur basandosi su quozienti di postiletto per acuti. cronici. maternità e reparti pediatrici e pur sollecitando una priorità per i rep:1 rti geriatrici c per Cjuclli psichiatrici «aperti:. tenta di superare l'angu>tia dd concetto di post<rletto quale unità di misura dci ser vizi ospcòalieri ncct'>sari. Si insiste sulla necessità che si punti \lll miglioramemo qualitanvo dei senizi dt diagno'i e di cura in modo da ridurre la degcn7.a media, senza tra~curarc lo s,·iluppo elci \ervizi ambulatoriali c dell'assistenza domiciliare. Il nuovo programma pcrranto non fissa dci limiti precisi sono forma di nuovi posti-leno. ma detcrmin<t con molta accuratezza le somme che ciascun gruppo regionale ospeclalicro potrà spendere per 1 prossimi anni per la costruzione;- Ji nuovi ospeòali cd il rifacimento di vecchie costru zioni; la ripartizione delle ~omme fra le di\'crse regioni è stata effettuata tenendo conto dei prcvedjbili incrementi demografici, dello stato attuale delle Jttrczzature e della loro utilizzazione.


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TI piano si propone di non derogare da tale ripartiziOne per cui i singoli comi wi regionali ospcdalieri dovranno calcolare in tempo, cd anno per anno, i propri f.tb bisogni.

Un museo di storia della medicina nell'Unione Sovietica. In Lettonia c precisamente nel centro di Riga, in un palazzo d i qu:ltlro piani, c't~ un singohre museo ed è quello della storia della medicina. Fondato nel 1961 sui!J scorta della raccolta privata dell'accademico delle ~cicnze mediche del Soviet, Paolo Stradin, il mw.eo è oggi completato da numerose :tltre raccolte c suddiviso nelle seguenti parti :storia della medicina primordiale, feudale, capitalistica, sovietica, ~tori•t delle repubbliche preb:tltiche, storia della farmacia. Particolarmente interessante la raccolta di 12.000 esemplari di stampe dei !.<:coli XVl-XVIll fra cui il famoso libro d i Andrea Vesalio « Sulla costruzione del corpo umano :.. Che questo museo sorg:t in Lettonia è abbas tanza naLUrale se si pensa c he questa è seconda alla Russia come assi stenza medica, essendoci infatti in Lettonia un medico ogni 328 abitanti. Grazie a ciò ess:1 è: anche :ti secondo posto nella graduatoria mondiale. E' noto d'altronde qu:~nto solerte sia l':tssistenza sanitaria nell'URSS. Si pensi che per godere dell'assistenza sanitaria è sufficiente usare il proprio nome cd indirizzo del momento c che il numero dci medici sovietici r:1ppresenta la metà dei medici d'Europa e un quarto del mondo. L'80° 0 di questo numero è di sesso femminile e sovente dedito alla chirurgia. Il museo, che è in continuo sviluppo, annover:1 una sezione dedic:na alla storia della medicina cinese, egiziana, greca e romana. Molto il materiale inviato dalla Cina comunista. Fra l'altro. il museo cerca di rendere popolari le basi della scienza medica c di far conoscere attraverso università popolari di igiene, conferenze, esposizioni cd escursioni, i principali momenti storici dello sviluppo della scienza medica mondiale. Il museo attira numerosissimi \'isitatori da ogni a ngolo della terra tra cui molti sono gli scienziati e gli studiosi europei e d'oltre oceano.

Presentato un disegno di legge per il rinnovamento della C.R.I. Le strutture della Croce Ros~a, sotto m olti aspetti lacunose, insufficienti o addirittura sorpassate, saranno rimodernate <]Uando il provvedimento, che il Govc!·in·o intende prendere, sarà entrato in vigore. Si tratta infatti della nuova regolamentazione previst:l in un D.D.L. presentato dal Ministro della Sanità, Ma.riotti. d'accordo con i Ministri dell'I nterno, del Bilancio, delle Finanze, del Tesoro, della Difesa e della Prc,·idenza Sociale. L'opera della Croce Rossa sarà svolta ~otto l'attiva vigilanza dello Stato e per essa del Mi nistero della Sanità. Lo stato giuridico ed economico del personale sarà disciplin:lto da un apposito regolamento secondo i principi che regolano lo stato giuridico ed economico del personale statale. L'organizzazione dell'Ente conserverà l'attuale apparato centrale costituito da un comitato centrale con sede in Roma; 4 comitati regionali con sede nei capoluoghi delle regioni a statuto speciale; RX comitati provinciali con sede in ogni capoluogo di provi ncia: 298 sottocomitati istituiti nei principali centri. La CRI ~· inoltre presente, con proprie delegazioni, in circa 5 mib Comuni. Fonti delle entrate dell'Ente sono: contributo dello Stato, quote degli associati, proventi delle attività espletate, redditi patrimoniali, oblazioni, donazioni.


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Costituito a Torino il '' Gruppo donatori di pelle "• il primo sorto in Europa. Si è compiuto ::1 Torino. ::~Ila presenza di personalità mediche, il primo «Groppe Donatori di Pelle~. la prima iniziativa del genere in F.uropa che consente, in casi di ustioni w::~vi, di disporre in ogni momenlO di lcmhi di pelle sana per il trapianto, offert::~ dai volontari che fanno parte del gruppo. L'idea di costituire il «gruppo~ è venuta tempo addietro ad alcuni collaboratori della Fiat, i quali. esposta la loro iniziali,·a alla direzione sanitaria dell'azienda, hanno trovato piena rispondenza nel direttore prof. Crosetti. L'idea ha trovato rapido sviluppo, tamo da ottenere 1':-~desionc di parecchie centinaia di persone, tutte dipendenti della Fiat. La cerimonia di costituzione dd « Gruppo Donatori di Pelle:. si è tenuta nella sede Fiat di Corso Moncalieri; li prof. C'..epellini, direnore dell'Istituto di Genetica Medica dcli'Univeroità di Torino, ha illustrato i vari problemi che, grnie ai donatori di pelle, sar3 possibile risolvere, sottolineando la grande utilità di disporre di pelle sana in ogni circo~tanza. Sono inten·enuti anche il prof. Ca~liero, direttore del C-entro di Trasfusioni « AVIS , : il prof. Ca!>eiani deli'Uni\'crsil:Ì d1 Roma, ~pecialista del rene artificiale; c il prof. 13crgonzelli, direttore di chirurgia plastica e ricostruttiva dell'Università eli Torino. Presidente provvi~orio del Gruppo è stato nominato il prof. Ccpcllini.

Associazione italiana di ingegneria medica e biologica. Si è tenuta la prima Riunione del Consiglio del c Gruppo Italiano di Ingegneria applicata :dia Medicina e Biologia ~ eletto per il biennio 1967-1968; esso è formato dai Proff. L. Califano dell'Università di Napoli, F. Cappuccini dell'Univer;ità di Napoli, G . Francini dell'Università di Padova, G.i\. Maccacaro dell'Università di ~il ano e O. Pinotri dell'Università di Torino. Presidente è stato detto il Prof. F. Cappuccini che ha nominato come segretario. il Dott. Ing. Marcello Bracale. E' stata ratificata b nomina dci prof. Francini e Pinotti a delegati internazionali: La sede del gruppo per il biennio 1967-1968, è ~tata fissala presso la Facoltà di Ingegneria, Piazzale T ecchio, ·apoli. A seguito dell'esito del referendum indetto tra i Membri, il Gruppo ha as~unto la nuova denominazione: «Associazione Italiana di Ingegneria Medica c Biologica~Il Consiglio ha successivamente deciso di dar notizia ai Soci delle attività <.Icil'Associazione tramite un «Notiziario~ con periodicità trimestrale. Il «Notiziario , verrà inserito nel Bolleuino del Centro G. Zambon dell'Università di Milano. che verrà inviato a tutti i soci.

Centro chirurgico aeromobile. Un centro chirurgico aeromobile trovasi in funzione nelle zone di combattimento avanzate nel Vietnam. Esso ha la capacità di H posti letto ed offre le possibilità di effelluare 4 opcra7ioni chirurgiche contemporaneamente e di assoluta urgenza prima che il paziente sia sgomberato.

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Il centro chirurgico, per il trasporto nelle zone Ji impiego, '>iene ag!!:lll ,l.~to all'elicottero CH-52 Skycrane. E' munito di :1ria condizionat::t, Ji acqua corrente calda e fredda. imp1anto di luce elettrica e di un:~ dotazione completa dci neces~ari strumenti e medicinali. La struttur:l c l'involucro del centro in argomento sono in duralluminio, il l'' ,o del complesso è di 1814 kg. Le dimen~ioni sono le seguenti: lunghezza: 9,14 m; larghezza: 3,35 m; .dtcz za: 2,43.

Raduno dell'Associazione nazionale della sanit.'t militare italiana (ANSMI): Firenzr, 3-4 giugno 1967. :-.rei giorni 3 c 4 giugno J96i si svolgerà a Firenze il primo raduno naziona!t dell'Associazione )/azionale della Sanità Militare Italiana, che vedrà riuniti gli Uffici;ll i Sottufficiali, i militari di truppa in congedo dei Corp1 Sanitari Militari deii'Eserctto. della Marina, dell'Aeronautica, della Croce Rossa ltaliana e del Sovrano Militare Ordint di Malta. Dopo l'inaugurazione del raJuno, che si terrà in P::tlazzo Vecchio, con la partecipazione delle alte autorità militari e civili e nel corso Jella quale il Comancl:mtc JeiL Scuola di Sanità Militare terrà una conferenza sul tema: « L1 Scuola di Sanit:ì e 1. Sanità Militare nella vita nazionale • · il programma del primo giorno prc,·cde un.l 'isita alla Caserma allie,·i ufficiali Mcchc1 a Costa S. Giorgio, un giro turistico per la città cd un concerto bandistico della Filarmonica Rossini al Forte Relvcdere. Il mauino del 4 giugno, ricorrenza Jel CXXXJV annuale della Fondazione del Servizio Sanitarie Militare. i raduni~tl ~i riuniranno nel cortile del Maglio della Scuola di Sanit~. do\'c. nll:1 presenza delle massime autorità militari !! civili, verrà celebrata la Messa al Campo. Dopo la benedi7ione <.Ielle bandiere deii'A.N.S.M.L. verr:Ì deposta una corona al mo numento del Medico caduto in guerra; il Comandante della Scuola di Sanità Militart: pronuncierà una allocuzione. Sono pre\·i~te per i radunisti agc,·olazìoni varie, tra le quali riduzioni fcrrO\·iarie anche per i familiari. E\'entuali chiarimenti potranno es\ere richiesti :-11 Comitato Organizzatore (Firenze, Via Jacopo Ja Diacceto, 3/h).

CONFERENZE All'Istituto Superiore di Sanità: Il Prof. Franco Mortara, deii'Org::tnizzazione Mondiale dclh Sanità, il 13 gmnaio 1907. sul tema: « Il programma di ricerche della Organizzazione Mondiale della Snnità ). Il Dott. P.1ul Blanc, Farmaci~ta Capo Jella Divisione di Farmacologi:~ e Tossicologia deli"0.~1.S .• il li febbraio 196i, ~ul tema: « Les dénomin:1tions communc~ internationales propo~ée, par l'O.M.S. Il Prof. Martin Larrabee, del Biophisics Department dclb Johns llopkins University eli Baltimora (USA). il 24 fehbrnio 1967, sul tema: « Metabolism in relation to fu~ction in a '>ympathotic ganglion "·


Il Prof. Ezio Giacobini, docente di Farmacologi:~ del sistema nervoso e Psicofarmacologia al Karolinska Tnstitutet dell"Università di Stoccolma, il 30 marzo 1967, sul tema: «Cellule colinergiche e ad renergiche nei gangl i ~impatici ». Il Dr. Frede rick W. Whinemore, della Plant Production and Protection Division della F.A.O. in Roma, il 4 apri le 1967, sul tema: << Intcrnational coordination on pesti· cide problems common to public healt. agriculture and \'eterinary ». Tl Prof. Pieter Eduard Verkade, g ià titolare della cattedra di Chimica Organica al Politecnico di Dclft (Olanda), il 12 aprile 1967, sul tema: « Organic compounds 1\'ith sweet and or bitter taste ». TI Prof. Pietro Voldoni. clirettore della Prima Clinica Chirurgica dell'Università di Roma, il 13 aprile 1967, sul tema: « La ricerca sperimentale nella chirurgia d'oggi». TI Prof. Matei Bals, direttore Jella Clinica delle Malanie Infettive e decano della Facoltà d'insegnamento post-universitario di Rucarest, il 26 aprile 1967, sul tema: « Les problèmes de la médeci ne contemporaine et dc l'enseignemcnt médical ». 11 Prof. Vlad Voiculescu, direttore aggiunto J ell'lstituto di Neurologia dell'Accademia della Repubblica Socialista di Romania. il 28 aprile 1967. sul tema: « Recherche'> expérimentales sur la phi~iopatologie de l'épilepsie ». All'Ospedale Militare di Milano: Il Prof. Carlo Zanussi, direttore dell'Tstituto delle Malattie Tnfcttive deli'Uni\'ersità di Milano, il 12 dicembre 1%6, sul tema: « Patologia da micoplasmi in comunità chiuse». All'Istituto di Radiopatologia del CAMEN: Il Capitano Medico Dr. Cnrlo Poy, il 21 novembre 1966, sul tema: « Tecniche Ji Lrasfusione c con!'Crvazione del midollo osseo)). All'Ospedale Militare di Napoli: l Ten. Colonnelli Medici, Dr. Lucio Tramonti e Dr. Ugo Dc Simone, il l3 gennaio 1967. sul tema: « Il serv izio cardiologico nell'Esercito: difficolt~ organizzativc c diagnostiche ». All'Ospedale Militare di Messina : Il T en. Colonnello Medico Dr. Gaetano Imbesi, il 3 ottobre 1966, sul tema : (( Organizzazione e funzionamcnro del servizio sanitario in guerra ». Il T cn. Colonnello Medico Dr. Antonino Bivona, il IO ottobre 1966, sul tema: « Importanz:l della funzione \'isiva in relazione alla circolazione stradale». Il Capitano Medico Dr. Giuseppe De Robertis, il l O novembre 1966, sul tema: «Organizzazione c fun ziona mento del servizio 'anitario in g ucrr;J. Il Maggiore Medico D r. Salva to re Di Pasquale, il 5 dicembre 1966, sul tema: << I mportanza della funzione auditiva in relazione nlla circolazione stradale».


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CONGRESSI Quarto Congresso internazionale di chirurgia plastica. L'Ufficio StJmpa del Comit:llo Ordinatore del Quarto Congresso Jnternazion.tl, Ji Chirurgia PJa,tica h1 reso noto che il presidente della Socicù Italiana c Ji Chirur~. Pla\tica, prof. SJn\enero Rosselli è ~t.Ho incaricato dalla Confederazione Internnion.t 1, della specialità eh organizzare a Roma. ncll':wtunno del 1967, il Quarto Cont:r''" Internazionale eli Chirurgia Plastica. · li congresso internazionale dei chirurghi plastici si tiene ogni quall ro ann i in un.1 ~cdc che di volta in volta ''ie ne dcsig ntlla dall'assemblea dci convenuti. Negli :tnni -,cor,i i congressi precedenti si sono tenuti rispetrivamente a Stoccolma, Londra e W:1\hin~to11 Il Q uarto Congre~~o Internazionale di C:hirurgia Pla~uca 'i terrà :1 Roma nei i1orn ll-U ottobre 1967.

X IV Giornate re umatologiche romane. T più qualificati e>poncnti della Rcumatologia italiana si sono anche quc,t',tnn n radunati in Roma per le ~ XIV Giornate Reumatologichc Romane:., convegno ,J,,-,urto .1 crescente importanza negli ultimi anni. Il prof. T. Luchcrini, direttore del Centro di Reumatologia degli Q,pedah Riuniti di Roma c Presidente dell'Ente che da ben 14 anni organizza questa importante mJni· fcstazione, ha pronunc-iato un discorso inaugurale, materiato Ji esperienza e proiettato nel futuro. Egli ~i è ooffermato in pa rticolare sul valore da :1sscgnare alle acquisizioni più recenti e sui fi loni d i ricerca più promettenti, non tralasciando di sottoline::trc ancor:~ una volta l'alto valore sociale delle reumo-artropatie. Hanno. quindi, a' uto inizio i lavori ver i e propri di queste XlV GiornJtC Rc:umJtologiche Romane. ,ono la presidenza del prof. G . Bossa, Clinico medico Ò1 'apoli. 11 quale - con convinto calore - ha sottolineato l'alto prestigio, cui le Giornate -,tcs'{' sono ormai pervenute, testimoniato fr:1 J';,ltro dall'ingente numero, dalla qua litì ,. da ll'attenzione dci partecipanti. La prim:t delle rcbzioni in pro~-tramm:J, concernente: « La epidemiologia dell'artrite reumatoide • · è stata SYolta dal prof. F. \1arcolongo, clinico medico di Siena, c dai suoi collaboratori. Una équipe. integrata da statistici c da psicologi. ha lungamente indagato su campione di popolazione ddla ~rovincia òi Siena e in seno a di,cr;c collettività , onde svelare eventuali connessioni tra l'artrite reum:noide e/o alcune ~ue espressioni sierologiche da una parte c sv:~riati parametri d i ordine fi ~iolog1co, amhicntnle, psicologico, lavorativo, ecc. dall'altra. E' impossibile tentare sia pur solo un riepilogo della copiosa messe di dati, che la rela7-ionc Marcolongo ha portato a l conveg-no: fra i più curiosi vi è quello eli una elevata incidenza di tcsts ~~~ lattice positivi fra le ;uorc di clausura. Ma i ricercatori senesi hanno altresì esplorato il comportamento delb reazione di Waalcr·Ro:>c e attuato un raffronto fra il Ra test, la reazione or ora nomi nata. il tasso delle gamma-globuline c la reazione di T akata. Essi hanno sottolineato come, allo stato delle conoscenze, ~ia tutt'alt ro che age,·ole attribui re un valore definito a i singoli fattori (ereditari, familiari, sociali, ecc.) cd han no auspicato ulterio ri, estese indagini, che and rebbero condotte d i concerto da équipes di « speciali 7.7.ati » in zone d iverse (meglio se su scala internazionale e su schemi e questionari previamcntc ben studiati e concordati'). Il correlatore psicologo. prof. V. Lazzeroni, ha dal ,·::~nro suo


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tratteggiato il profilo psicologico degli artritici reumatoidi, facendo soprattutto giustizia di molte nozioni pur da tempo comc~natc alla letteratura. ma che si ~ono rivelatt: inesatte od erronee. L'artrite reumatoide ~ malattia a lungo decor~o. per lo più alramente invalidante. e anche lo psicologo non può non studiarla con stretto riferimento ai diversi stadi di malattia e ai diversi gradi di in\·alidità. Si è quindi svolta una seduta simposiak presieduta dal prof. P. lntrozzi (Pavia). e nd la q uale è stato moderatore il prof. U. Serafini (Firenu), il yuale ha introdotto l'argomento: c Lu d1agnosi predinica dei reumt~tism1 prototipJCi ) . 11 prof. Sera fini ha lasciato sperare che grazie anche alle rt:centi conquiste del laborarorio ed ai progressi della tecnica diagnostica in genere, >arà forse possibile in un prossimo futuro porre il ~ospetto di reumatismo... in arrivo. Ovviamente granJe importanza potrebbe :~vere il riconoscimento delle stigmate ereditarie. Su tale :~spetto del problema hanno svolto la loro rcbzione i profes>ori A. Cwcci e F. Di Raimondo di Roma. 11 prof. A. Ciocci si è sofferm<lto sugli asperti generah di una possibile palOdisposizione genetica e sulla predi>posizione, in senso lato, ,di'artrite rcumatoidt:. Tn particolare l'O. ha sottolineato l'importanza cki criteri necess:tri per un positi'o con tributo della genetica alla di.tgnosi prcclinica delh m:tlauia rcumatoide. Il prof. F. Di Raimondo ha quindi illu~trato i risultati di alcune ricerche tendenti all'cvidenziazionc di « marcarori generici ~ nel s:mgue di malati rcumatoidi. Sulla scorta dei dati conseguiti l'O. ha clefiniro prematura l'ora attuale per un dépistage precoce della malatti:J fondato ~olo sulla b:~se degli clementi leg:Jti all'eredità e alla co~tituzione del soggetto. E' stata, poi. la \Olta del prof. .\1. Ricci (Firenze). il quale ha definito quanto mai arduo per ora il tentativo di una diagnosi preclinica della [ebbre reum:Hicl, a causa dell'assenzn di tcsts biologici specifici e tenendo conto dcll'csortlio spesso improniso della malattia e della sua particolare \':Jriabilità di decor50. Tn un nltro rapporto C. Masala c A.M. P::tla (anch'essi d1 Firen7.e), hanno proce· du ro alla disamina dci vari elementi, che potrebbero consentire la d iagnosi preclinica di artrite reumatoide, ribadendo in particolare il possibile significato della presen:ra in circolo dei fattori reumatoidi in sog~etti ancora in apparente huona salute. 1ci s::mi Rose-positivi, secondo i menzionati studiosi, la ricerca anche di altri au toanticorpi (in modo particolare di quelli non organo-specifici) nonché la mes~a in evidenza di alterazioni dei meccanismi della sensibilità di tipo ritardato, potrebbero essere utili per porrl' il sospetto di una ~opravvc n irnte artrite re umatuidc. Il prof. A. Ippolito c coli. (Roma), nell'ultimo rappor to previsto dal programma della seduta simposialc moderata dal prof. U. Scrafini, hanno esposto i risultati delle pro prie indagini sul comportamento del l'asse ipofiso-surrenale negli artritici rcum:~ toidi e nei loro familiari : in un numero significativo di soggetti esisterebbe un deficit più o meno marcato della reatti\·ità ipofisaria allo stress. ciò che potrebbe legittimare il riconoscimento - nella inerzia ipofis:tria costituzionale - di un fattore di predisposizionc alla malattia. Nella n unione untuneridiana, del secondo giorno, sotto la presidenza dei professori Magrassi, Signorclli c Scrafini, hanno e&posro la loro relazione i professori Greppi, Ricci e T esi (Firenze), i quali hanno affrontato il complesso c sempre a ttuale proble ma degli c Aspetti immunitari e allagici in tema di infe~ione tubercolare, di infer::ione reumatica e di associazione fra es.re >. l relatori hanno effettuato una serie di interessanti ricerche sia in a mbito speri mentale che clinico, dalle quali fra l'altro è emerso che nei soggetti

con febbre reumatica (in atto o q uiescentc) le risposte immunologiche cellulari ed u mo rali verso glt antigeni tubercolinici sono assenti o comunque <;carsamente significati,e,


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e, per converso, ne1 tubercolotict e nei non tuhcrcolotici :Vtantoux-po~itivi non ~• ri>CCI111 •a una significativa renione immunologica agli antigeni strcptococdci. Subito dopo è seguita una interessante comunicnionc del prof. A. Bonola eli \io le na •ul trattamento chirurgico dcll:J mano reumatoide. Sulla ~corta di un'abbond a• c documentazione. l'O. ha sottolineato i succes~i che possono conseguire all'imervcnro 111 una mano devastata nella sua morfo-funzionalità della malattia. La .ceduta pomeriduma presieduta dal professor T. Lucherini, (; stata dedicata .111,, svolgimento d i numerose (ben 70) comunicazioni in programma. L'alto valore dci relatori c l'attualità dei temi posti all'ordine Jcl giorno di quorc XIV Giornate. hanno indubbiamente concorso ad a~~icurarne il pieno successo. rcr.1l rr legato anche alla fcrYida operosità organizzatrice dci segretari professori C. Cen mi. A. Ciocci e L. Buratti e ancor più all'impu l~o animatore del Presidente, prof. T. l. 1 cherini.

Convegno su gli an tibiotici in chi rurgia ( M ilano, 8 dicemb n.· l 966). La terapia antibiotica iniziata 25 anni fa, in piena guerra mondiale, con la \COperta delle proprict~L tera ~>eu ti che della penicillina c successivamente di un altro fungo , la strepromicina, a cui molti altri segu irono, ~ta foro;e per tramontare. Questo è quanto è cmer~o dal Simposio ~ui nuovi antibiotici in chirurgia, organiz. zaro gio,·edì 8 dicembre u.s. a Milano da una grande Casa farmaceutica, la F:1rmitaha. Il Convegno eli ~tudi ha ri u nito nella capitale lombarda qu:~si tutti i Direttori degl i istituti chirurgici delle Uni,·ersità Italiane ed anche numero~i insignì cultori di ahn: materie; basterà ricordare i nom i del Villa. c linico medico di M ilano, dei farmacologi 1\.iazzi, Mancini, Mascherpa, ecc. Quella che si può chiamare ,.. èra antibiot ica» ha av uto in izio nel 1928 quando Fleming, osservando una coltura di stafilococchi ~u pia\tra di agar inquinat:1 da una colonia di muffe, notò che intorno a q uesta vi era un alone libero da stafilococchi. Di qui, con una serie di lavori condotti in collaborazione tra diversi ricercatori inglesi ed americani, si giunse all'isolamento del principio bartericicla (19) 8.. 1940) chia mato penicillina, dal nome delle colonie di Penicillium da cui prese origine. Alla penicillina iniziale, naturale, se così si può dire (penicillina G) fecero segu ito numerose altre penicilline semisintctichc, ottenute aggiungendo so~tanze chimiche (i « precursori • ) alle colonie di m u ffe e innumerevoli altri anLibiotici, alcuni dci q u ali d imostrarono spiccate qualità terapcutiche (ba:.terà ricordare la strepromicina, il gruppo delle tctracicline, il cloroamfenicolo, ecc.), tali da far perdere .import:~nza a mal:1nie fino a poche decine di anni fa ternutissime. Ora però gli antibiotici, che in cin<JUC lu stri d1 esistenza ha n no sal v:~to milioni di vite umane in t uno il mondo. stanno gradatamente perdendo di efficacia contro ceppi di batteri, che poco alla volta si ~ono fatti sempre più resistenti :1ll'azione b:utericida c batteriostatica degli antibiotici stessi. Per questo le grandi Ca~e farmaceutiche, in tutto il mondo cd anche in lwlia. h anno speso miliardi in stuJi e ricerche sperimentali e cliniche per cercare sempre nuove armi capaci di vincere la resistenZ:l sempre più difficile da debellare, <.jUasi J>er un p rocesso d i m itridatismo. dci germi agl i antibiotici. Giustamente il grande maestro Pietro Valdoni, aprendo il Simposio di M ilano, ha quind i sottolineato i pericoli dell'uso ind iscriminato di antibiotici, come molto spesso si fa al più piccolo accenno di febbre, in quanto, così facendo, si vengono a rendere sem p re più resistenti i germi patogen i all'azione terapcutica degli antibiotici stessi e


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l'org:mismo umano st troverà poi pnvo di difese efficenti in caso di gravi eH:nti morbosi. Basti pensare, come ha sottolineato il Deotto, microbiologo a Milano, che un batterio può riprodursi con un potere molciplicativo uguale a IO all'otta\'a poten7.a, in modo tale da dare parecchie tkcine di milioni di cellule batteriche in poche ore; ba>li ricordare la possibilità di reinfczioni e di germi congenitamente resistenti, qu::di g li. un tempo innocui, stafilococchi, capaci di produrre un fenomeno o em:ima inattivante, e cioè la penicillinasi (la cui attività è >rata controbil:mciata in questi ultimi anni dal sorgere di una nuova penicillina sintetica, la meticillina.). Cosa è emerso dal Simpo"o milanese. i cui risultati (come giUstamente ha fatto notare il Valdoni, moderatore e presidente del Convegno) devono ~ervi re soprattutto a tutti i medici e chirurghi, spar~i anche nei più lontani ospedali? Si può dire che, pur in un ambiente sempre p:ù difficile, l'èra antibiotica non è ancora tramont~ta e che ancora molto possiamo ottenere da queste armi rerapeutiche. wprattutto se sì terranno presenti alcune norme fondamentali per l'u~o degli antibiotici. che possiamo così sintetizzare: 1) usarli ~olo quando è indispensabile ed a dosi :.~lte c per breve tempo: 2) la profilassi antibiotica è un atto che tende a far insorgere dei ceppi più o meno resistenti; è permessa solo nel peri od o immed iatamenrc pre-<>peratorio; 3) trasportatori e vettori di stafilococchi e batteri saprofiti o patogeni ~ono sopr:Jt· tutto gli infermieri ed il personale anche medico degli ospedali, che li albergano soprattutto nelle cavità oro-faringee e nelle calzature. Le varie relazioni wolte da illustri scienziati, qu:~li lo Scaglietti di Firenze per l'ortopedia, il Malan di Milano per la chirurgia vascolare, il Bracci di Ronu per l'uro~ logia, il Lanzara di Napoli per la chi rurgia addominale, il Cevcst• di Padova ed il T>onatelli di Milano per b cardio~chirurgia, il Paletto di Torino per la chi rurgia ~ol mo nare, hanno portato, pur con alcune inevitabili sfumature, a concludere che i canoni fondamentali per l'antibioticoterapia in chirurgia sono, sinteticamente, i seguenti: l) possibilità di disporre di antibiotici a largo spettro d'azione, cioè attivi sul maggior numero di germi, e utilità di rtcorrere molto spesso ad associazioni tcrapeutiche di antibiotici in sinergia; 2) possibilità di poter somministrare antibiotici attivi ~ui germi. ma non dannosi all'organismo: p urtroppo possono accadere danni istorossici. fenomeni allergici con shock anafilattici (negli Stati Uniti ogni anno vi sono da 200 a 300 casi di morte da penicillina). ecc.; 3) possibilit;t di concentrare l'aztone degli antibiotici sugli organt tn cui si interviene, possibilità che è :-tbbastanza facile per ::tlcu ni organi (polmoni, reni, peritoneo. ecc.), meno facile per altri. Il Prof. Valdoni ha chiuso l'imporrante riunione, concludendo che gli antibiotici ci possono dare ancora molto e, pur fra ~empre maggiori difficoltà, si può sperare che la biochimica e la ~cienza moderna applicate all'industria farmaceutica potranno permetterei ancora di lottare spesso vittoriosamente contro le malattie infettive.

F. BtANClll Simposio sui trapianti d'organo (Modena, 5 dicembre 1966). Lunedl 5 d icembre u.s. si ì.· svolto a Modena, presso la locale Unive rsità del tempo libero, un dibattito su c Il problema dei trapianti d'organo :t. Fungeva da moderatore il Prof. Mario Coppo. Direttore della Climca \1edica locale. che ha chiara mente introdotto il tem:l e successivamente dato la parola ai vari oratori.


Ha llllZiato il Prof. Giorgio Frache, che ha illustrato le norme Ji legge sul! 1 dispombilità di organi umani da trapianto, concludendo che un chirurgo non si " ' \'rebhe preoccupare ccces~ivamente, anche se la legge in Jtalia è ancora carente nt. caso dovesse compiere qualche trapianto, purché questo sia veramente nece~':Jrio svolto con le cautele indispensabili. Il Prof. Giuseppe Pezzuoli, Direttore della Clinica Chirurgica Generale e Tcra1 , , Chirurgica dell'Univcr~ità dì Modena, ha poi chiaramente istruito l'uditorio, compo~t , in buona parte da studenti in medicina e da rappresentanti del gentil !>esso, ~u qu/ 1 organi il chirurgo può trapiantare da uomo a uomo con probabilità di successo, conclu dendo che per ora soltanto il trapianto di rene dà buone speranze. Subito dopo il Prof. Luigi Migonc, Direttore dell'Istituto di Patologia Speoa Medica dell'Università di Parma, ha riferito sulla preparnionc emodialitic:J al tr:tpianto rcna!e, sottolineando i risultati che in un Centro dì dialisi cxtracorporea ben organi;~ 7ato 5i possono ottenere negli uremicì cronici, i quali talora pO\\onc' vi,·ere anche .1 lungo mediante l'emodialisi periodica, come av\'iene anche nel suo Istituto di Parma. Infine il Prof. Paolo Buffa, Direttore dell'Istituto di Patolog1a Gene rale Jcll'Um versità di Modena, ha parlato dt·gli impedimenti immunitari al trapianto dell'organo c della m:tlattia da innesto, sottolineando soprattutto le cause che portano :1l ( rigeuo ~ dt' trapianto. L'interessante convegno si è chiuso con alcune brillanti comiderazionì conclusi,·l· del Prof. Coppo, il quale ha auspicato che presto si possa giungere a trapiantare anch• :~Itri organi. quali il fegato, il cuore e 1 polmoni, in quanto l. compito della medicin ~• offrire ~empre nuovi orizzonti terapcutici.

Simposio dell'Accademia Medica Lombarda su: cc La terapia medica dci tumori >). L't\ula della Clinica Chirurgica dell'Università di Milano h:1 ospitato nei giorm 17-18 dicembre 1966 il Simposio su c La Terapia Medica dei Tumori ~ organizzato dall'Accademia Med1ca Lombarda. A questa .importante riunionc. c he è stata presieduta dal Prof. A. Giordano. hanno partecipato numerosi tra i più qualificati specialisti italiani, oltre ad alcuni illumi cancerologi stranieri. Sono così staLi messi in -cvidenzn le ultime conoscenze ed i progressi compiuti nella terapia medica dei tumori in questi ultimi anni. Molti dei farmaci usati oggi in terapia agi~cono direttamente sulle cc Molecole della vita» cioè sugli acidi nucleici, che nelle cellule maligne sono alterati e più attaccabili da alcune sostanze medicamentose. Questo è quanto è stato detto dai Proff. Dustin c Polli. Per il Professor G iaranfi invece sono importanti anche le sostanze che bloccano la formazione delle prdteine. Il Dott. Bonmassar ha sostenuto che risultati migliori si possono ottenere combinando farmac i antitumora li con trattamenti di immunizzazione contro il ca ncro. Altri medicamenti moderni efficaci nella lotta contro i tumori sono alcuni pepticb ùi sintesi (Prof. De Barbieri), acid i ribonucleici isolati da cellule no rmali (Prof. Tntrozzi), la daunomicina, un nuovo antibiotico di cui ha parlato il Prof. O Marco, gli alcaloidi della cc Vinca rosea >> di cui ha parlato il Dott. Rosso. La scelta tra tutti q uesti medica menti, secondo quanto hanno detto i Proff. Melli, Grifoni c Piacentini, de,·e essere f:ltta in rapporto alle necessità dei singoli malati. Il Prof. Baserg::1 ha proposto :1nzi co.ne conveniente in molti casi l'associazione di parecchi di q uesti med icament.i, sulln scorta di ùati biochimici c clinici obietti,·i.

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11 Prof. Giordano ha illustrato le modalità con le quali le cellule che si st<lccano dal rumore principale \'anno a colonizzare in altre parti del corpo. Con un saggio impiq~o dei mezzi a disposizione è possibile rallentare b crescim non ~olo del tumore principale, ma ::~nche di queste cellule metastatiche. Il Prof. Gar:Htini ed il Dott. Ro,so hanno presentato alcuni nuoYi metodi che consentirebbero uno studio quantitatiYo dclb diffusione ùcllc mctastasi negli animali da laboratorio, nei qu:tli i tumori siano \tati trapiantati in particolari sedi c con deter minati accorgimenti. Il Prof. Storti eli Modena. nella seconda giornata dc.:i laYon del Simposio, ha tratmto la terapia del mu.:loma sottolineando i risultati confortnnti da lui ottenuti che servono d:~ guida per ulteriori progressi in questo settore. L'associazione della terapia medica c radiante delle neopl:tsie, su cui ha parbto il Prof. Piemonte di Brescia, può migliorare. come ha evidenziato l'Oratore, in modo notevole il decorso dci linfos:~rcomi e dei linfogranulomi. Il Prof. Piemonte h.t rile\'ato ancora il rcgrcsso. mediante l'uso di t:~lc terapia. delle rccidi\e e delle met:tstasi :tlle parti molli di cancro mammario in donne oltre la menopausa. Il Prof. Donati di Pavia ha svolto la relazione <ul tem~t: c L'a~sociazionc eli tcrnpia antiblastica e chirurgica> sottolineando i buoni risultati ottenuti dalla chemioterapia antiblastica quale complemento al tr:lltnmcnto operatorio di :1lcuni tumori maligni. «Chemioterapia antibbstica intrartcriosa > è stato il tcm~ della relazione dd Professor Malan di Milano, il quale ha precisato che in generale rispondono bene :~d una simile terapia i tumori localizzati in un lx-n definito distreuo \"ascolare. L:1 chemioterapia per infusione ar!t'riosa deve però e~scre protratta nel tempo. Il Prof. Ratti di \!filano ha esposto i risultati ottenuti mediante raclioterapia nell'Istituto di Radiologia dcll'Universit~t di Milano e nella divi~ione radiologica tkll'lstitu to Nazionale dei Tumori su oltre 500 C:t\i di ncophsie, rilcvanclone i risultnti positivi e prospettando i possihili miglioramenti di tale modalità tcrapcutica. Hanno avuto quindi luogo alcuni interventi preordinati che sono stati numerosi ed ;mai interessanti. Ne ~ono stati autori i Profcs.sori: E. Giudici, A. Marmont, E. Anglcsio. G. Cardinali, F. Mainoldi. M. Fiorentino, F. Calzavara, R. Turpini e M. Yfonacdli. Al termine di tali interventi il Prof. Villa (Milano) ha tratto le conclusioni della manifestazione. Ha esordito rilevando che se lo scopo del Simposio era quello eli raccogliere le idee su una materia vasta e t.1nto eterogenea, lo scopo è st:tto pienamente raggiunto. Gli sruJi sulla terapia medica dci tumori sono risultati, infatti, dal complesso delle relazioni e della discussione in pieno sviluppo. In particolare il Prof. Villa ha rilevato che, nell'uso Jei meJicamenti antineop!a~tici. gli ormoni. forse fino ad ora ingiustamente dimenticati, ,·anno riprendendo quota c con~iderazione tra i medici. Un invito del Prof. Villa ai meJici pratici ad aggiornarsi ~ui nuovi insegnnmenti scaturiti dal Simposio mi l ::tne~e e ad applicarli con tìclucia, m:~ sempre con alto sen~o ui responsabilità, ha chiuso la manifestazione clell'Accadcmia Medica Lombarda. La presenza di tanti relatori ufficiali e di un numero così alto di studiosi, di cancerologi, di biologici e di medici ha dimostrato con chiara e\·idenza !:1 grande attualità del tema in discussione. Pro f. W. Mo~TORSI


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Il Congresso di istochimica (Bologna, dicembre 1966). Si è ~,·olto nei primi giorni dt d icembre a Bologna il C..ongresso nazionale Jdlt Società Italiana di istochimica, che ha visto riuniti numerosi Professori un ivcrsit:11 i , ricercatori nel campo della medicina clinic:J e della biologia medica. Il saluto del ( :o verno è ~tato recato d:~l sottosegret:~rio Elkan, che ha espres\O l'apprezz:~mento dd Ministro della P.l. per l'alto livello scientifico del Congresso, cd ha riconfcrmato 1'111 pegno della pubblica amministrazione per la ~oluzionc dei problemi scientifici c dida1 tici della ricerca medie:~ c biologica in Italia. fn apertura del Congrc~so il Prof. Giordano, Prc~idente della Società dì istochimtca il Prof. \fcssicri per il Magnifico Renore, il Prof. Giunti Presidente della F::tcoltà medica c il Prof. Rizzoli. in rappresent::tnza J et Consiglio Nazionale clclle Ricerche, hann<• portato ai congressisti l'augurio Ji feconda attività, sottolineando tutti l'importanz.1 della ricerca pura c applicata per quell'organico sviluppo civile e culturale che la Socllt:l italiana oggi richiede. Nella J.>rima delle due ampie cd intcres:.anti rdnioni scientifiche, il Prof. Mone,i. istologo dell'Università di Siena. ha tranato il tema: c L'istoautoradiografia con i prt cursori degli ::tcidi nucleici e delle proteine ~. Dopo un'accurata preme~sa tecnic::t. 1l Prof. Monesi ha illustralo limiti ~: possibilità degli isotopi raJio:lltivi per seguire i più intimi processi dell'attività cellul:tre ua lb moltiplicazione normale c palOlo~ica al dif ferenziamento. !"ella ~econJa relazione, la Prof. Preto Parvis di Milano h:~ presentato uno ~tudi o sui « Dati c po~~ibi l ità i~lochimichc delle vie spcrmatiche ). L'istocnzimologia. le applicazioni dell'istochimica all'immunologia. ormonolog1a ed oncologia ~perimentale sono i campi nei quali si svolge con m:Jssimo impegno c approfondimento la ricerca istochimica it:tliana ed a tutti il Congresso di Bologna ha portato i fru tti di un anno di ricerca condotta con grande varietà di me todi e di app:t· recchiaturc. che tra l'altro te~timonia il livello altamente progredito raggiunto da molti dci laboratori del Paese. Al Congresso avevano concesso il loro p::ttrocinio i Ministeri della Pubblica Tstru zione, della S::tnità e Jel Lavoro.

Le malattie d egli anima li sono un malanno sociale (Convegno all'Accad emia L a nci· siana - R oma). Presso l'Accademia Lancisiana di Roma ~i è svolto recentemente un interess::tnte Convegno nel quale ~ i (: parlato di alcu ne malattie degli an im:1li viste sotto il profilo di malanni soci:tli. Intorno alla brucellosi hanno ~,·otto rclaòoni il Prof. Barchiesi, Direttore dell'hti tuto internazionale per lo studio delle zoonosi, e il Dott. Adriano Monti, che ha citato le cifre del grave fenomeno. Nel 1965 i casi di ma lattie denunciate sono stati oltre cinquemila. i casi di morte non wno infrequenti. Principale ,·eicolo di queste malattie è il latte pro,·enieme da animali infetti. A loro volta, i Proff. Businco e Fcdcrici hanno p;~rbto sui casi d i infezione « rabica "· L'Ita lia è una delle zone più colpite da CJUCSta mabttia: nel 1966, fino al 20 ottobre, si sono avute 21.662 denuncie per morsicature di cani. In apertura dei lavori avevano parlato il Prof. Girolami, mode ratore della discu' sione, alla CJ Uale ha nno parteci pato nu merosi specialisti e stud iosi, c il Prof. D'Avack, Pre.~idente dell' Accademi::t.

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2T7 Convegno dell'Associazione internazionale dei medici generici.

H 18 febbraio \COr~o ~i sono ~volti, a Roma, i lavori del Con\egno Jcll'Associazionc Internazionale Medici Generici, ai qu:1li hanno partecipato le delegazioni dcll<~ r:'rancia. del Belgio, della Germania O<:cidentalc, tkll'Oianda e òelrTwli::t. Il Direttore Gcncr::tlc della Sanità Militare ~i era f:Hto r:tppresentare dal Magg. Ge nerale Medico Prof. F. Ferraioli. H anno parlato: il Dott. B. Baruchello, Presidente dell',\~sociation lnternauona 1e de~ Médecins Ornnipraticicns, che ha rivolto il saluto ai wmcnuti; il Prof. Del Vecchio del Ministero della S:mità; il Prof. Rari:mi; Il Prof. Spinelli, Capo delb delegazione Italiana al Comitato Pcrm:mcnte dclln CEE. E' quindi seguita la ùiscus~ione, durante la quak hanno preso la parob tra gli altri i Douor.i Mouthon (Franci:J), S:~chse (Germani:-~), Malfiet (Belgio), Van De Lceve (Olanda), Catani (It:.lia). Il Prof. Francesco lntron::~. direttore dell'Istituto di M{'dicina legale dcll'Universit~ di Padova ed il Dott. Bruno Baruchello, presidente dcll'A. L\11.0 .. hanno intrattenuto l'uditorio sul tema: c La pratica della Medicina generale in Europa. 'el pomeriggio è stara tenuta una ta,·ola rotonda '>UI tema: c La medicina pn.:venri,·a c il meJico generico~ . Al termine dei lavori è stato approvato un documento conclusivo; .:ol quale, (ra l'altro, si affenna la nccc,s.ità che in ogni parte del mondo si:mo valorizzati il prestigio la libcrt?t e le funzioni del medico fenerico - al quale la fiduci:J dei pazienti c le mo. derne esigenze as,istenziali affidano compiti ~empre crcsccnri nel campo della preven· zionc, della diagno,tca e della terapia - c ~i ritiene indispensabile la introduztonc per la medicina generica di un periodo di formazione complementare teorico-prauca d1 durata biennale da effettuarsi prevalentemente negli ospedali c da dedicare all'insegna· mento approfondito della m::dicina generale, chirurgia, ostetricia, geriatria, medicina psicosomatica, medic ina legale c delle as~icurazioni. Durante il predetto periodo di formazione complemcntan.:, da effettuarsi dopo la laurea, il medico candidato all'esercizio della medicina generica dovrebbe ricevere un:J adeguata retribuzione. L'Associazione Internazionale « Médccim Omnipraticiens ~ fu costituita da un nucleo di medici francesi. belgi, svizzeri, lussemburghesi, italiani i quali a titolo personale, si riunirono per esaminare gli imerc~\i comuni dci medici generici in Europa. A questo primo gruppo si aggiunsero, in seguito, alcune organz.zazioni ufficiali della Francia e tlel Belgio e successivamente della Germania e dell'Italia, la quale h,t aderito attraverso la Federazione degli Ordi n i. L'Associazione è. oggi, presieduta d:1l Dott. Bruno B:Huchello. terzo presiùente. dopo il fr:1ncese Valingot e il lussemburghesc Widong. La nomina del Presidente italiano è avvenuta nel novembre del 1965 ed è ~tata confermata nella recemc :1\\emblea.

l Congresso dell' Accadem ia ita liana di paroclo ntologia (Mila no, 3- 4 - 5 novembre 1967). Nei giorni 3-4-'5 novembre di yucst':tnno .,i ~volgerà :1 Milano <;otto l'egiJ:1 della Clinica Odontoiatrica dell'Università de!!li Sturli il l o Congre,,o della Accademia Iraliana di Parodontologia. Allo svolgimento dei temi all'ordme del giorno, che verteranno su alcuni panicolari aspetti della malattia p:~rodontale e sulla riahilitazione protc~ica, parteciperanno alcuni tra i più illustri cul tori in campo internazionale della disciplina parodontolog ic:-~. Per info rmazioni rivolgersi al Segretario generale tlel Congresso : Dott. Gcrol::tmo Calderari, Clinica OJontoiatrica, Via Commenda IO, Milano, telefono 593.592.


218

XI Congresso nazionale di medicina sociale 01odena, 8 - l O settembre 1967). Indetto dalla Societ~ Itali:wa di Medicina Sociale, avrà luogo a Modena, nei giomc 8, 9 e 10 settembre 1967, l'Xl Congresso Nazionale di Medicina Sociale. Sono annunciate tre relazioni, sui ~eguenti temi: c Problemi medico-socÌ<lli d cii ipertensione arteriosa (Prof. Tronchetti c coll.ril; c li metodo in Medicina Sociak (Prof. Antoniotti c coll.ri); ,, L'invecchiamento <.Ielle comunità e problemi collegati n{ • riflessi medici, sociali, psicologici>. Seguiranno comun.icnioni sui temi di relazione , comu nicazioni sulla patologin Appcnninic:1, Agricola e ncll'lndmtria Emili:1na. Sede del Comitato Organizzatore: Casa del Muratori, Piazzale Pomposa, Mo:len.1.

IV Corso internazionale di perfezionamento per giovani med ici militari (Monaco - Re· pubblica Federale Tedesca, 22-31 agosto 1967). Per iniziativa del Comitato Interna7ionnlc di Medic1n:1 e di Farmacia Militari. , l \\'Olgcrà a Monaco di Ba\iera, dal 22 al 31 agmro 1967, organizzato a cura delb Di r~: z.ione del Servizio di Sanità dell'Esercito ddb Repuhblic:1 federale Tedesca, il 4° Com• Jntern azion:-~lc per giovani Medici rnilit:1ri. Oircttorc dei corsi il Colonnello Brigadien· 1I. M eu li (Svizzera). Dopo il primo giorno. dedicato :> ricever<: g li allievi cd alb loro sistemazione prnso l' 1\ccademia di Medicina ~lilitarc, dal 23 al 31 ago~to, ~ara n no tenute da conferenz.ieri delle varie nazionalità lezioni ~u argomenti di interesse medico militar<:, come: medi c;na, chirur~ia cd igiene militare; organizznione in genere del scr\·iz1o eli sanità mih tare; vaccina'lioni in ambi<.: n te militare; importanza dd la psichiatria negli eserciti; rinnimazione dci naufraghi; ccc. ccc. Personalità dell'Organizzazione Mondiale dcll.1 Sanità, della Croce Rossa Inte rnazionale e dell'Associazione Medica Mondiale terranno ronferenze venenti sulla deontologia, 1l diritto ~an i tario internazionale, il diritto umanitar;o. TI programma scientifico ~arà integrato da con,enazioni di cultura generale sulla storia e l'arte tedesca, da esercizi sportivi, visite :1 stabiliment i militari, ospedali, musei, ccc .. da g ite tu ristiche: avrà luogo una \<.:duw accadem ica al la presenza dei rapprcsen tanti diplomatic.i dei diversi Paesi. Il corso è dedicato in particolar modo ai giovani medici militan, che \'erranno all'uopo designati dalle autorità sanitarie militari dei ,·ari Paesi; ma ad esso potranno partecipare anche gli ufficia li medici in ~ervizio attivo, del complemento c della riserva c, con essi, i medici della Croce Rossa. li numero dci partcci panti non potrà. comunque, \ Up<:rare la cifra di cento persone. L'iscrizione al corso è gratuita. Le ~pese di soggiorno c di pensione sono, per tutta la durata del Corso, di 160 marchi a persona. Tradm~ionc simultanea, nelle tre lingue: tedesca, inglese e francese. L'uniforme ~ obbligatoria. Le domande di iscrizione debbono essere indirizza te a l Scgretariato Generale del Comitato Internazionale di MedicinJ c di F:1rmacia Militari, 79. rue Saint-Laurcnt, Liègc (Bdg1o).

Dir,.ttore responsabile: Ten. Gc n. MeJ. Prof. F. I ADEVAII> Redattore capo: Magg. G~:n . Med. Prof f FERR.\fOLl Tipografia Regionale -

Roma, 1967


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PUBBLICAZIONE BIMESTRALE A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA' MILITARE

DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO - ROMA


GIORNALE

MEDICINA

DI

MINISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO -

MILITAR E R0::\1A

SOMMARIO PATRASSt G.: Aspetti clinici dell'ipertensione portale

219

~lustLLI C., TucctARO:\E R.: Contributo allo 'tudio Jdla riabilitazione nei cranio·

lesi e medullolcsi .

230

s. U., z.~IO A., Dt ~hRTT!"O .\L: \'alu:azionc di un H:mplicc ~istema Ji clorazione dell'acqua

237

D'ARCA

Rossr G.: Indagine clinica sulle caratteristiche psicologiche dell'alpinista ALESSANDJtO A., MAnt

272

F.: Cromatografia su ~trato sottile circolare di alcune amine

simp:ltico- mimeciche

281

BAsiLE R.: C'.eneralità e consiùerazioni sulla costituzione Jel centro sani:ario nella

zona di combattimento

28g

RASSEGNA DELIA STA:\fl'A MEDTCA:

Recemioni di libri Recensioni ùa riviste c giornali Sommari di rivi~te medico· militari

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MAGGIO-GIUGNO 1967

ANNO 1170 • PASC. 3

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE P UBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MILITARE

CLINICA MEDICA GE!\'ERALI:: OELL'l}):I\'ERSITt\ ' DI PADOV A Direttore: Prof. GINO PATkAS\1

ASPETTI CLINICI DELL,IPERTENSIONE PORTALE G. Patrassi

Il problema dei rapporti fra milza e fegato nell'ambito della « malattia cirrotica » ha avuto interpretazioni del tutto contrastanti nel corso degli ultimi decenni. Si parte dal concetto di « rate hépaLique » degli aa. francesi secondo i quali la milza è del tutto succube al fegato e alle sue alterazioni, per arrivare al concetto di « morbo di Ranti », che invece si impernia sulla affermazione dell'esistenza di « splcnomegalic primitive » e sulla attribuzione cii una azione cirrogena a <.JUeste. Dal concetto rigido e intran sigente di « morbo di Ranti » si passa poi a gucllo più elastico di « sindrome Rantiana », nella quale ultima - prescindendo da interpretazioni patogenetiche - la splcnomegal ia resta l'elemento anatomo-clinico dominante della sindrome. Più tardi ad opera degli aa. anglosassoni il problema di queste sindromi splenoepatiche viene ad essere analizzato sotto il profilo emodinamico più che sotto quello anatomo-clinico: prende corpo così il concetto di « ipertensione portale >> . An che se il termine è stato adottato la prima volta da Gilberl c Lereboullct, il concetto fisiopatologico ha la sua prim:1 documentazione sperimentale nel lavoro di Thompson, Caughey, Whipple e Roussclot del 1937: questi aa. dimostrarono infatti in corso di splenectomia che la pressione vigente nel la vena splenica nelle sindromi Rantiane è ben più elevata che in altre splenomegalie per esempio emolitiche. (Confercnta tenuta prc~~o l'Ospedale Mihlare Principale di Pado,·a il 3 marzo 1#).


220

Nel corso dei lustri successivi le direttive degli aa. anglosassoni si fanno più precise e documentate fi no ad arrivare alle ben note affermazioni assia. matiche di Rousselot : l) non vi è splenomegalia Bantiana (e cioè non emolitica né emopatica), che non sia determinata da una ipertensione portale; 2) non vi è ipertensione portale che non sia conseguente ad ostacolo di ci rcolo sovra-, intra· o prcepatico ; 3) di conseguenza non vi è splcnom cgalia Bantiana che non sia legata ad un ostacolo del ci rcolo portocpatico ovunque situato. In altre parole è negato ogni riconoscimento ad una patologia autonoma della milza : Lluesta non è più la protagonista di queste sindromi - come si riteneva da Banti in poi - ma un organo colpito di seconda mano dall'ostacolato deflusso del sangue venoso dal bacino splancnico. Uno dei punti più importanti e controversi, che io esaminerò, è se guesto puro e semplice ritorno alle concezioni prebantiane della «rate hépatique » è giustificato oppure no. Se ci si rifà in linea di principio alla ben nota legge di Poiseuille, in base alla quale la pressione vigente in una qualsiasi conduttura è in fun:t.ione della sezione del tubo e della massa liquida che deve passarvi nell'unità di tempo, è evidente che un aumento di pressione può essere ingcncrato o da una riduzione del lume del tubo o da un aumento della massa circolante. Orbene, per spiegare la genesi della iperten sione portale, g li AA. ang losassoni ammettono solo la pri ma possibilità, mentre negano recisamentc la seconda. Le scuole italiane invece sono più eclettiche c sono portate ad ammettere anche il possibile intervento del « fattore supcrafflusso », da solo o associato al « fattore ostacolo ». Strettamente legato al problema del superafflusso è quello dell 'esistenza di « splenomegalic primitive» c cioè e~enti da situazioni di ostacolo circolatorio.

Un chiarimento a questo gruppo di questioni può essere oggidì perseguito m ediante l'adozione delle moderne procedure tensiometriche c angiografiche, oltreché di quelle bioptiche. Le prime consistono : a) nella determinazione della pressione intrnsplenica, ottenuta mediante l::t diretta infìssione di un ago nel parenchima lienale attraverso la parete addominale; b) nella determinazione della pressione sor;raepatica, determ inabile mediante introduzione di un catetere nelle sovraepatiche fino a raggiungere la posizione occludeute; con il che si ottengono valori tensivi corrisponde nti a guelli vigenti nei sinusoidi epatici . I valori d ella pressione intrasplenica si aggirano nel normale secondo la nostra esperienza intorno a cm 12,2 - 13 di acq ua; guelli d ella pressione sovraepatica occludente intorno a cm 9,2 di acqua.


22 1

La differenza fra pressione intrasplenic:1 e pressione sovraepatica occludente o gradiente di pressione spfenoepatica ci fornisce una indicazione generica sul regime emodinamico del circolo portale. Con tali metodi si ottengono dati assai interessanti, che possono avere valore anche agli effetti della diagnosi differenziale delle principali situazioni morbose: l) nelle comuni cirrosi di Laennec la pressione intrasplenica è alta, e alta è anche la pressione sovraepatica occludente: donde un gradiente splen~ epatico basso. 2) nelle sindromi Bantiane (caratterizzate da notevole splenomegalia e da modeste alterazioni cirrotiche del fegato) la pressione intrasplenica è assai alta, mentre la pressione sovraepatica di poco si discosta dalla normalità: donde un gradiente splenoepatico assai elevato. 3) nelle ostruzioni intrinseche o estrinseche del tronco venoso splenoportalc la pressione intrasplenica è ancora più alta, mentre la pressione sovraepatica è normale; donde un gracliente di pressione splenoepatico costantemente e notevolmente elevato.

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VALORI NORMALI --- TROMBOSI PORTALI - · - SPLENOMEGALIE PRIMITIVE ........ CIRROSI EPATICA

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Q L-------~------~--------~------~ S.E.O. A.Ds. I.Spt . S .E.l. CAVA VALORI PRESSORI Fig. 1.


222

Fig. 2.

Fra i metodi angiografici è sopraltutto la splenoportografia ad avere importanza diagnostica preminente. Con tale procedura si pone in evidenza nelle cirrosi epatiche: l ) una di latazione più o meno vistosa della vena splenica c della porta; 2) l'esistenza di collaterali venosc splenoesofagcc, splenorenali e paraombelicali (vedi sindrome di Cruveilhicr-Baumgartcn), oltre ad una in versione di corrente nella coronaria stomacica che porta alla formazione di varici gastrocsofagee; 3) una riduzione e una deformazione della arborizzazione portale intracpatica che arri va ad assumere l'aspetto che abbiamo chiamato «ad albero potato~.

Negli ostacoli splenoportali preepatici (trombosi, compressione, ccc.) risultano evidenti la sede c la mi~ura dell'ostruzione del tronco splenoportalc non-


Fig. 3·

ché la presenza di vie collaterali di vario tipo, a seconda della sede dell'ostruzione: quando poi l'ostruzione splenoportaJe è completa, viene a mancare la opacizzazione del fegato per il mancato arrivo al fegato del sangue splcnico veicolante il mezzo di contra~to.

Ritornando al problema dell'esistenza di « splcnomegalie primitive :,) e cioè non determinate da ostacolo pre-, intra- o sovraepatico, perché questa sia comprovata, devono essere soddisfatte le seguenti condizioni: l) la biopsia epatica - nd limite delle sue possibilità - deve portare al convincimento che il fegato è esente da alterazioni cirrotiche; 2) il tronco splenoportalc può apparire ecta~ico ma den: essere esente da ostruzioni;


3) la pressione intrasplenica potrà essere alta, ma la pressione sovrat:p.ttica occludente - per poter escludere la cirrosi - non subirà aumenti notcml1. TI concetto di « splenomegalia primitiva» c cioè non condizionata a cir rosi o a ostacolo del tronco splcnoportale, non è nuovo. Basti pensare che nella storia delle «sindromi Rantiane » alla « splcnomlgalia tromboflebitica » di Cauchois, Eppinger c Frugoni, determinata da una ostruzione trombotica della vena splcnica, ha fatto seguito la cosiddetta (( splcnomegalia congestizia o fibrocongestizia », caratterizzata come la prima dalla tendenza alle emorragie digestive ma senza la causa anat0mica di un 'ostruzione venosa: per forme di tal genere Greppi ha pensato ad un'alterazione di((usa della trama vascolare. Naturalmente di fronte alle affermazioni dogmatiche degli studiosi anglosassoni non esistere una splenomegalia senza ostacolo del deflusso veno~o. l'esistenza delle « splenomcgalic congestizie » o « primiti,•e » non è facile a sostenersi, non essendo sufficiente il fuggevole e parziale riscontro operatorio ad accertare l'assenza dell'ostacolo. Solo il completo esame analomo-patologico poteva fino a poco fa costituire una garanzia sufficiente. Oggi invece il complesso di procedure bioptiche, :mgiografiche cd emodinamiche può fornirci le ragioni di una sicurezza relatiYa ma non assoluta. Come osserva anche la Sherlock, sono soprattutto le splcnomcgalic emopatiche di non facile diagnosi, quelle che po~sono simulare il quadro clinico di una « splenomegalia primitiva>>. Così in un nostro caso gli ulteriori accertamenti - e soprattutto la biopsia di un linfonodo eli recente comparso portarono a rettificare la diagnosi di « splenomegalia primitiva » in yuella di <( reticulosarcoma splenico >>; in un altro caso la biopsia splcnica permise di evitare l'errore diagnostico e di porre la diagnosi di « m ielosi aleucemica mcgacariocìtaria ». In altri casi invece la diagnosi di << ~plcno m ega lia primitiva » ha potuto essere mantenuta attraverso le varie fasi cliniche, ed io ho riportato alcuni casi del genere nella relazione tenuta con Dal Palù c Ruol al Congresso della Società italiana di Medicina interna di Torino (1%1). Di questi casi mi limiterò a citarne taui uno particolarmente significativo. Si trattava di una ragazza di 16 anni con amenorrea e ipoevolutismo somatico. Presenta diarrea, vomito e splenomegalia di 4 dita. Vi è solo modesta anemizzazionc. Del tutto normali le prove di funzionalità epatica. La splenoportografia dimostra una discreta dilatazione della splenica c della porta, senza circoli co.Jlatcralì. Pressione intrasplenica 21 cm : pressione sovraepatica occludente 18 cm. Viene asportata la milza la guale pesa g 5ì0 e presenta quadro istologico Bantisimile con iperplasia e aspetti pscudofibroaclenici delle trabecole c aspello fibroso solido della polpa. La biopsia chirurgica del fegato dimostra un quadro istologico sostanzialmente normale, tutt'al più con un lieve ispessimento connettivale degl i spazi portali. In conclusione siamo di


Fig. 'l·

fronte ad una splcnomegalia primitiva a carattert: fibroso e Bantisimil<::, con ritardo del la crescita staturalc c completa integrità delle funzio ni c della struttura epatica. La letteratura internazionale del resto registra un certo numero di casi di «ipertensione portaìc senza ostacolo », come risulta dai lavori ben documentati di Ti sdalc e coli., di noulvin e col i., di Arcos-Pércz c di vari altri. In casi del genere - come del resto in taluni dei nostri - esaminando le biopsie epatiche, si trova tutt'al più una lievissi ma « fibro~i • periportale, senza caratteri di flogosi evolutiva. Naturalmente il problema nosografi co più im portante che si pone per queste « splenomcgalie pri mitive», è se esse rimarranno sempre tali o se potranno assumere un 'impronta cpatocirrotica sia pure modesta e sia pure a lentissi mo decorso.


In altre parole ci si può domandare se - ricalcando il pensiero del Danti -- se da splenomegalie rigorosamente primitive non si possa passare al le c . siddctte «sin dromi Bantiane »; sindromi cioè con splenomegalia imponente u preminente, con o senza emorragie digestive, con o senza inibizione midol larc, con una incipiente partecipazione epatocirrotica. Sono sindromi insomnu nelle quali la splcnomegalia talora enorme fa la parte della protagonista rispetto alla compromissione epatica esigua e lentamente evolvente. Alcune osservaz ioni della nostra casistica sembrano parlare in questo senso.

Fig. 5·

, E ' da sottolineare la necessità che a considerare dimostrata l'assenza di un ostacolo collaborino oltre ai dati istologici, anche quelli cmodinamici (e soprattutto pressori) c quelli angiografici. La sola agobiopsia epatica non può ta:lora consentire di escludere l'esistenza di una cpatocirrosi, soprattutto quando attuata con strumentari - come l'ago di Mcnghini - che consentono il prelevamento di fru stoli epatici piccoli, tali cioè da non consentire sempre l'accertamento di lesioni sia pur sistematiche e diffuse quali sono quelle di una tipica cpatocirrosi. Il convincimento che abbiamo tratto dallo studio della nostra casistica, è dunque che « splenomcgalie primitive >> e cioè esenti da ostacolo di circolo prc- o intracpatico, esistono realmente anche se rare: esse sono condizionate


227

ad una iperplasia pulpare e sono spesso accompagnate da una ipertensione portale sensibile se anche non grave. Esse si danno la mano da una parte con le «sindromi Bantianc » nelle quali una componente epatoci rrotica (: sicura se anche iniziale, claH'altra a quell e che possono essere chiamate « splenomegalie innocenti » che sono un isolato reperto semciologico senza alcun carattere morboso in atto. Quanto alla loro origine. è da rilevare che forse ~lati infetti,-i cronici c di vecchia data hanno importanza; e ciò concorda col fatto che « splenomegalic primiti ve» oltreché in Italia. sono state descritte c ammesse in tutti i pae.si del bacino Med iterraneo, soprattutto in quelli che sono ancora gravati dall'infezione malarica (Geli n). Dovendosi così ritenere dimostrata l'esistenza di splcnomegalic accom pagnate da note di ipertensione portale e non determinate da oc;tacolo di circolo - e ciò in contrasto con quanto affermano soprattutto gli aa. anglosassoni - resta da discutere il problema inverso, se cioè una splenomegalia di per sé può determinare una ipe~·tensione o meglio una p!etora splenogenn intesa come p!etora da .ilf peraff!usso, c cioè legata ad un aumento non delle resistenze di circolo, ma del flusso sanguigno. Io ho accennato all'esistenza di una ipertensione splcnogena fin dal 1942. e tale concetto ha trovato sostegno nelle recenti procedure emodinamiche ad opera di altre Scuole, soprattutto di quella di Bologna (Sotgiu). Comunque esiste a mio avviso una serie di fatti, che sembrano parlare in favore di una iperLcnsione o pletora portale splenogena. c sono i seguenti: l) la vena splcnica convoglia al fegato in condizioni normali circa 1/3 del sangue portale: cd ~ da ritenere che una splcnomegalia cospicua (per esempio 5-10 volte la norma) comogli al tronco portale una guantità molto più alta di sangue, anche se esistono vie collaterali di deflusso; 2) l'aumento di calibro del tronco splenoportalc traduce in termini anatomici questo au mcnLalo transito di sangue attraverso la milza e attraverso il bacino portale; 3) come hanno dimostrato i miei coll. Ruol. Dal Palù ed altri in un 'am pia casistica di splenomegalie considerate primitive, di splenomcgalie emopatiche e perfino di splcnomegalie cosiddette innocenti, il flusso sanguigno epa tico è notevol mente au mentato in questi stati, in media 2.155 cc al minuto in confronto ai 1.453 della normal it~; 4) nel grande c poli morfo gruppo delle cirrosi sono proprio quelle accompagnate da cospicua splcnomegalia, che 11011 presentano quella riduzione del flusso sanguigno epatico, caratteristico delle cirrosi atrofiche di Laennec; 5) non va dimenticato infine il fatto oggi un po' trascurato che la sple nectomia può esercitare un favorevole effetto sulla pressione portale (Hunt), sulle emorragie digestive, sull'ascite, sulla diarrea qual i segni di ipertensione portale. 2.- M


228 T Allfll .\ "

l.

fLUSSO SANGUIGNO EPATICO.

N. casi

F. S. E. (medio) ec min

1453

--~--

Normali (letteratura)

293

Splenomegalie c innocenti o primiti\'~ •.

IO

2240

Splenome~alie

Il

2().16

Blocchi portali

6

1275

.. 152

Cirrosi non splenomegaliche

32

1280

• 320

Cirrosi ~plenome~aliche.

17

1000

' 397

Sp lenectominali

Q

1132

± 414

• emopa ti che •

l

' 2;7 :!;

373

;!:

505

Citati i fatti che a me appaiono abbastanza chiaramente documentati, mi sembra di poter concludere che una « pletora portale splcnogena » realmente esiste. Naturalmente con ciò non intendo contestare l'importanza fondamentale del bttore « ostacolo ». ln tutta la complessa patologia del binomio splenocpatico i due fattori «ostacolo del transito» e « superafflusso » - del resto in armonia con la già citata legge idrodinamica di Poiseuille - partecipano in varia misura. L'ostacolo intraepatico ha indubbiamente importanza assolutamente dominante se non esclusiva nelle comu n i cirrosi alcooliche di Laennec, Jlellc quali il tumore di milza è modesto o insignificante. 1l fattore superafflusso invece fa la sua comparsa nelle cirrosi splenomegaliche, cd è tanto più rilevante quanto più voluminosa è la milza; il superafflu sso interviene nelle sindromi Bantiane, nelle quali la splenomcgalia è l'elemento clinico dominante nei confronti della sfumata c iniziale partecipazione epatocirrotica; e infine il supcrafflusso è l'dcmento verisimilmcnte esclusivo in quelle splcnomcgalic primitive con pletora portale, delle quali riteniamo eli aver dimostrato l'esistenza. E infine cerchiamo di trarre alcuni conclusioni pratiche e cioè terapeutiche da quanto sono venuto dicendo finora. Agli AA . anglosassoni ancorati al concetto che solo un ostacolo è in grado di determinare l'ipertensione portale, si sono prospettate in via logica due sole possibilità: l'una consisterebbe nella rimozione dell'ostacolo ovunque si-


tuato, l'altra nell'apertura di nuove vie di scarico, che sollevino il bacino portale ingorgato. La prima possibilità è ch iaramente irrealizzabile. La seconda invece può essere tradotta in pratica, ed ecco come nasce la tecnica della anastomosi porta-cava nelle sue molteplici attuazioni. Per gli studiosi italiani, i quali ammettono invece l'importanza del supcrafflusso soprattutto splenogeno, la splcnectomia - alla quale non può non seguire uno sgravio del bacino portale - conscn·a la sua importanza e la sua validità, naturalmente graduata da caso a caso. F. precisamente la splcnectomia appare indicata da sola nelle splenomegalie primitive; può essere com bi nata alla anastomosi porta-cava nelle !>indrom i Bantiane e nelle cirrosi splenomegaliche, come usa fare da noi il Valdoni; deve essere invece accantonata nelle comuni cirrosi di Laennec, nelle quali solo l'anastomosi porta~ava può consentire di realizzare un beneficio emodinamico. Particolarmente indicata è poi la splcnectomia, in quei casi nei quali la splenornegalia di notevole taglia - accanto a turbe locali - determina un quadro di ipcrsplcnismo con inibizione midollare ovvero un ritardo della crescita.


CFNTRO STl'Dl E RICERCHI: DELLA S'\:\"ITA' MIUT.\RE

CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA RIABILITAZIONE NEI CRANIOLESI E MEDULLOLESI Col. C. ~fusilli

Cap. R. Tucciarone

Jl problema Jella riabilitazione dei cr:miole,i si è \'CDUtO delineando Ìn qut·sti ultimi anni nei suoi aspeni medici e soci:1li, per la sempre maggiore frequenza di incidctot l del traffico di notevole grnvirà che h.1 portato :;Ila ribalta dell'attualità il trattamento di recupcro dei traum:ttizzati della \trad:t. \'arie indagini sono ~tate fatte sull 'argomento: ricordiamo il Bauer il qu.tk in un suo recente studio ~u 25.000 traumatizz:Jti riporta una frequenza del 40" eh craniolesi o medullolesi da incidenti Jel traffico. E' opportuno sottolineare la differenza tra traumatizzati della strada e altri 'og getti con turbc cranio cncda.liche c conse~uenti f:mi emiplegici o parapleg-ici. Inf:lllt su questi p:tzienti incidono num<·rosi fattori come di.,turbi c irco!Jtori cerebrali da artt rioscieros1, e rurbc psichiche legate spe.so alla età avanzata, che rendono tlu:tnro m;ti ardua e difficile l'opera di riabilitazione. :Kei tctraplcgici o p<traplegici da traumi della stradn le possihilir.ì di recurao funzionale sono molto più numerose, tutt:n ia si richiede un inten·ento precoce ed ctfi. cace; infatti in qtJ<.'o;ti soggetti sussi\tono :wcora condizioni sufficienti affinché l'op<·rn di rccup<·ro poss:1 sfruttarne le c:tpacità residue, come ad e..empio l'integrità psichica ~ mentale, l'uso totale o par7iale degli arti ~uperiori. Durante l'ultimo conflitto mondiale gli americ:mi per primi inte'>ero la impellente necessit~ di istituire dci centri di riabilitazione special izz:1ti per recuperare al più !lresto i traumatinati di ~uerra ed aV\·iarli ad una attività produttiva. Succcssi,·amcnte il concetto di recupcro del ~oggetto le~o si cqc'>e ai tra umatizzati del l:lVoro e della strada, e si delineò cosl la necessità di :tpprofond ire <' incrementare gli studi e le ricerche in tal senso. L'oper:1 di r!:ahilitn•onc che interessa quasi esclusi"amente l'appar:Ho locomotore nella sua unit~ funzionale ckve essere affiù:na al fisiotcmpista. il quale. ~olo. o in équipe con altro per~onale specialin:Jto, c'>. o rtopedici. ncurochirur~h i. chirurgo gene· rale ecc. può ~tahilire le mrxblità del tr:Jll.1mento. clcterm·n:~rne le caratteristiche fondamentali, seguirnc l'evoluzione. Soltanto attraverso questa intima collabornzione tra diversi speci::di,ti, si può :muare un preciso pros;rramma di riabilita7ione del motule,o. Quc~t<> nuovo indirizzo della terapin di ri:tbilitazione prospett:1 la opportunit?• (l i ristrutturare l'organiz7nzione ospcdali<.:ra attu~t l c, volgcndola \·cr~o le finalità di re;:upero cui si è accennato che oltrepassano di gran lunga il \'alore puramente op-~et tivo di un trattamento individuale per assumere un signific:no ed una portata sociale ben più vasta; a nessuno sfugge l'importanza etica c sociale dd rccupero di soggetti per molti versi ancora produttivi, che altrimenti abbandonnti a loro ~tessi diverrehbero un peso morto per la società.


Anche nel campo militare, per l'intenso s\ iluppo della motorizzazione delle forze armate, si presenta di frequente la necessità di prO\' \'Cdere alla riabilitazione di soggcui che hanno subito traumi gravi. Si tralla per lo più di giovani che la società ha i) dovere di restitujrc ad una vita auiva. Sono sorti così all'estero c :>nchc da noi, centri specializzati per il recupero dei craniolcsi c medullolcsi. La terapia di riahilitnione deve cs~crc iniziata già nell'ospedale stesso prima che tali ~oggetti siano inviati negli adatti i\tituti specializz:Hi, questo ad evitare perdite d i tempo prezioso per il definiùvo e migliore recupero funzionale. Esistono ,·ari schemi di riabilitazione ma sopra tuno bisogna tener presente l'aspetto psicologico di questi malati. E' indubbio infatti che soltanto con una particolare e appropnata psicoterapia si può restituire completamente alla società l'individuo già fisicamente idoneo. Nella riabilitazione indi\·idualc bisogna tener presente vari elementi come, l'età dd soggetto, conformazione fisica. )i\•dlo mentale. dur:lla della malattia. entità delle lesioni. ambiente di prO\'enicnza, occupazione norm:tle, !!rado di istruzione. L'aspetto psicologico dci craniolesi c dei medullolcsi è quanto mai compJc\,O e delicato. La riahilituionc p~icologica Jnc C'~CrC S\Oita a tutti l li\clli e eia tutte le persone che per un qunlsi\·oglia moti,·o ~inno a contatto eli tali pazienti: dc\'c CS\ere continua, capi lbre, senza interruzioni, sen7.:J indulgere alb commiserazione; dovr~ essere corretta e paziente m:1 non pedisscqua. L'atteggiamento ed il comportamcntr ~iel pcr~onale medico, infermieristico, a ~\Ì\lt'n7iale. fìsioter:~pì,tìco dovrà es\ere rigido, -enza essere duro, paziente senza essere accomodante, vigile ma non osse~sivo ..\nche da parte dei familiari si donà tener presrnte lo stato d'animo di questi menomau. e ,j dovranno attuare quelle ncrme di P'icoterapia elementari che consentano. il rein scrìmento dei pazienti nell'ambiente sociale senza traumi. In uno schem:1 dì trattamento psichìcoterapico di riahilitnione dovranno es,cre ten uti presenti alcuni principi generali che gi~ altri autori hanno indicato: l) Accettazior1e: da parte del craniolcso o medulloleso della propria mcnomnione nell'intento di rendere più agevole l'opera ùell'équipc cui è stato affidato; 2) Ridurre la d1pmdenza: affinché il loro senso di responsabilità così stimc,Jato di,·enti funzione necessaria per una buona e faYore,·ole riabilitazione; 3) ln•icu,·czz,t: evitare il più po"ibile le cause dì incertezza, di paura, incora~­ g ia ndo il paziente a superare con le proprie possibilid gli ostacoli che potrebbero rendere meno agevole il raggiungimento di una vita il più possibile autonoma; 4) Valorizzare le capacitt4 residue: questa deve essere spinta al massimo poiché è: st:Jto notato che quanto più gravi erano le mcnomazioni, tanto più forti erano gli 'timoli a \'alorizzarc le capacità residue; 5) Rico.<truirc la <tima di se .cteuo: la perdita di fiducia di se stessi è un gr<n·e ostacolo al raggiungimento della autonomi:J, pertanto gucsti soggetti devono imparare d i nuovo a potcnz i :~re la propria person~ll iù attraverso vita d i gruppo (giochi, aniviti\ sportive, discussioni, c:unpeggi ecc.). Una giusta definizione della riabilitazione è stata dat:1 dal Monticelli: ~Un insieme di trattamenti medico chirurgici, ortopedici. fisioterapici. psicologici, er~oterapici, di qualificazione o riqualificazione professionale, realizzati al fine di fornire all'invalido la possihilid di ricominciare a guadagnarsi la ,·it:~ per ~é e per i suoi, esercitando una professione adeguata alle sue attitudini ,, l i trattamen to mcdiccKhirurgico-ortopeclico iniziato al momento del ricovero di tali pazienti dovr:ì ten<.:r presente la valutazione delle lesioni :~i fini d i un buon rccupero


funzionale. Quando tale trattamento sarà completato allora potrà iniziarsi effetti,·:1 mente la riabilitazione. La fis iochinesiterapia c la e rgoternpia rappresentano g li elementi base della rÌl ducazione funzionale e il trattamento necessario per questi invalidi. La fi,iochinesiterapia l: pane integrante della cura stC\Sa, infatti essa si esplica '•·• attraverso cure fisiche vere c proprie es. forni, radar, elcttrostimolazioni, c sia anra verso altre manualità come manipolazioni, massaggi, ginnastica medica ecc. In questa maniera si ten terà di ridu rre al minimo il danno fisico c psìc~ico d1 tali pazienti. La ergoterapia è la branca della riabilitazione che sfruna il I:!Yoro per fini tn.1 peutici (o quella che in altri termini il Tripy defìni\ce •• Occupational Tcrapy 'ì ndl.1 quale bisogna tener prc,ente cinque fini da ra~giungere: cinetico, tonico. psichi<-(,, metrico c diagnostico. Il Gerundini descrive tre fasi della ergoterapia: l) Terapia occupazionale iniziale; 2) Chinesiterapia prelavorativa; 3) Ergopropedeutica professionale.

La terapia occupnionale è intc'a \'ariamentc tbgli autori. Il ~{onticclli co'ì la definisce: «Terapia ut ile a reinserire il motuleso nell'ambieme di lavoro al fint' di poter trasferire in esso le sue attitudini particolari c produttive,_ La qualificazione o riqualificazionc è la fase ultima c per .:~:rri ilspctti b Jllll delicata della riabilitazione. In questa fase si cerca ùi remscrire il motuleso nel 'uo ambiente .1hituale di lavoro e ciò sarebbe la cos:1 migliore, oppure ~i tentJ di ;1\\'iJrlo ad una attività lavorativa adatta alle proprie residue c:~paci tà fisiche e psichiche. Quc sto compito è molto piò delicato del primo, perché proprio ùurante questa fa~e ,. possono determinare quelle ~ituazioni abnormi di riadattamento che rallentano la po,. sibilità di una complet.1 indipendenza morale. economica e sociale di questi im.didi. E' ovvio che quest.ultima fa~e così ùiffic.Ie, può essere attuata solo in adatti i\titull e centri specializzati ben t(ualificati. A questo punto infatti non è sufficiente una som maria cono8cen7.a de i prohlcmi riabilitativi, ma occor rono attitudini p:~rticolar i cd un.1 preparazione accurata che unisca alla conoscenza di tutte le molteplici 1·aricrà di c~trin ~ecazione della pcr~onalit~ di questi, in,·alidi una forza di 'uggestionc tale da ,·incerc le residue resistenze del minorato. Occorre altresì un:~ collaborazione di tutta b équipe medica di t.1li centri, ùall'in ternista 311'assistcnte sanitaria, dal chirurgo ortopedico o ncurolo~o allo psicolo~o o logopedistn. Spetta però al fisioterapista il compito di coordinatore delle varie d iscipl in,· e dei meni che vengono impiegati per la definitiva riabilitazione del minorato. Il lavoro assiduo e paziente dei vari specialisti che si occup:mo di un cr:mioleso o medul loleso do,•rà essere attentamente annotato in un diario clinico nel quale ,·cngano rap· presentati <;sattamente sia il programma da seguire e sia gli indirizzi da impartirne alla fase ultima della riabilitazione. Tale metodo servirà nd inquadra re ogni sogs:cuo in un pnrticolare ~chcmn di trattamento: l' evidente inf:llti dati i molteplici c svariati :1speni delle menomazioni che non è po~sibile ricorrere ad un unico schema di tratl:t· mento ''alido nella maggioranza dei c:t\i, ma che ogni pazience rnppre-enta un caso a se. Ricordiamo infine di non trascurare l'esame elettrodiagnostico degli arti, che imit"mc alla più recente tecnica dclb elettromiografia può definire con esattezza l'estensione i limiti della menomazionc ncuro-rn uscolarc. Il Rmk per q uanto alLiLne alla riabilitazione dei craniolesi li di\ ide in due categorie: l) La prima comprende craniolesi invalidi con lieve deficit p>ichico. Quc>ti soggetti JX>'sono presentare alterazioni del comportamento come per es. stati realll\'i


2 33 ~!l'invalidità stessa o all'nmbiente. In tali casi si deve instaurnre una r iabilitazione

precoce associata ad una azione psico-tcrapica; 2) Alla seconda categoria appartengono i malati con lesioni cerebrali e una ~indrome ne uro psichica, costituir:~ da alterazioni organiche del sistema nervoso centrale o periferico c da turbe psichichc seconda rie. Donald A. Covalt dinde tali traumatizzati in due categorie:

Cranio/esi

l) Da traumi chiusi 2) Da traumi aperti.

Per i craniolesi da trnumi chiusi egli pro'>petta le l>Cgucnti possibilit.~: l ) Commozione con perdita di coscienzn (postumi neurologici rari). 2) Commozioni cerebrali con fratture lineari del crnnio. In tali ca>i anche se \'t può essere una lieve perdita di coscienza, i postumi neurolog-ici sono rari. 3) Traumi chiusi con perdita di coscienza prolun~ata. In tali casi vi sono frequenti a lterazioni neuro muscolari, rigidità, spasticità, a ueggiamenti viziosi ecc. l n questo gruppo di traumatizz:Hi è necessario elaborare un programma di riabilitazione in base ai deficit riscontrati e alle c\·cntuali possibilit3 di ripresa funzionale. 4) Traumi chiusi con ematomi wttodurali o extradurali, o intr::~cerebr;~li o mid ollari. ln que .. ri c;~si n:tturalmente i postumi 'ono quanto mai complessi c di difficile soluzione. perranto la riabilitazione avr?t inizio dopo che un t.'·entu::lr trattamento neurochirurgico ;thbia ri,olto la parte di sua competenza. Per i traumi ::tperti invece si valutano, pr('valenterncnte le le~ioni cerebrali c midollari a focolaio, cd in quc~ti ca~i rientrano la maggior parte di crnipkgici, t<"lraple_gici, pamplegici, cpikuici post traumatict Quando l~tli pazienu presentano ~egnt dt dccerebrazione si avranno sintomi che vanno dall'alterazione dell'intelligenza o del comportamen to a più o meno gravi deficit neuro muscolari, para lisi spastiche per lnioni dei fasci piramidali, tremori e atcto~i per le~ioni di nuclei, paralisi flaccide con turhe della sensibilità periferica a seconda della gravità c della sede delle lesioni mtdoll::tri. In questi soggetti la riahilitnione deve essere precoce e continuata. 1'-'ei casi di lieve com· mozione ccrchrale associata o meno a fratture lincnri i postumi neurologici ~ono piut tosto lic,·i, c quindi anche il problema ri::~htlitativo si presenrerà meno impegnatim. Durante !a dcgcnz:t si dovrà porre cura particolare ad c\·it:tre extra rotazione <.lcglt arti con per icolo d i lussazioni o stir:tmenti ùei lq~a m cnti c ner vi periferici, (equinistw> dei piedi o :tltri atteggiamenti \'izio~i che farebbero ritardare, superata la fase :tcut:t de~ la malattia, la npres:t funzionale!. Nei ca~i in ~u i l:t perdita di coscienza ~i pmtragga per di,·ersi g-iorni p~rallèla­ mente al t rattamento mnlico chiru rg ico dovr;Ì intervenire l'opera ocubta del fis:arra. Si farà c:tmbi:tre posizione :~l malato ogni due ore, 'i faranno frizioni di ;tlcool, 'i proteggeranno al ~aso;imo i punti che facilmente po,-;ono decubit:tre, come p<:r es. c:tl· cagno, gran trnc:111tere, s:1rro, dorsc> ecc. Contentemporane:tmenrc potrà inizi:lrc una c h i ne~i tcrapia 11:1\\tVa. con~istente nei m as~ag~i e nella mobilizz:~z.ionc p;1 ~~iva delle articolazioni e dci mu~coli. n C..ovalt afferm:t che la riabilitai!One de\C C\~Cre precoce, infatti già nel pt"riodo acuto tlelb mabttia stes'a egli raccom:tnda una riabilitazione passi,·a ncuro-mu~cola re, articolare e postulare ottenuta modificando conti nua meme la poc;izionc del paziente. Nelb fase cronica della mal:ttti:t si p:t,~er~ ::~d una chine\iterapi::~ aui'a e quindi ad esercizi ani,·i di ricducazione muscolare. In que~t:l fase >i v::~luter~ :JttentamenLe il so!!getto ai fini riahìlitati,·i e st traccerà, dopo un periodo d i c ura che va dn una <1 t re senim:me. il progra mma da ~cg uire in seguito. Si porrà :Jltenzione ~opr:Hutto alle residue pcMibilit;t che questi soggetti offrono d:tl


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punto di ,·ista pratico. Il centro di Bel!evue ha enumerato 131 attività che vanno cb :k· pÌLI elementa ri come lavarsi, pulirsi. alb deambulazione con appo'iiti sostegni. protl i o tutori. Il trattamento che viene iniziato prima presso i centri ospedalicri ~peci:alaa 1. dovrà essere seguito :-~nc he quand,J il paziente sarà idoneo a rientrare in fmnigli;t, c< 11 fr<'quenti esami pcrioJ.ci presso i centri specializzati. D:-~ ricordare che le frequenti turbe psichichc del craniolcso () mcdullolc~o suno cmtitui te dalla facile cmotivitù. instabilità del carattere. dalla depressione. tla turi H'c:etati,·e. somatiche. di \'ario grado, oltre naturalmente a quelle limitazioni funZI CJ· nali o organiche che çono l'effetto tlella lesione. Da quanto si è dcno appare chiaro che l'opera di ri:-~bilitnione non è solt:-~tlto un.1 comun..: tecnic:J medica, 111 ~1 rapprese nta un compito arduo e um::tnitario per il metllco, che vi si deJichi con affetro e con generosità. Molte sono le qualità che si richiedono al fisioterapista: oltre ad una profonda cultura nel campo specifico si esige da lui :lllche una paziente dedizione, una p:lrtecipazione costante e affettuosa :lÌ sentiment i dci propri pazienti. Questa opera umanitaria deve essere intesa da tutta la ~ocieta che non deve badare '>o!o all'indcnniz70 economico e alla ~opra,· vi,·cnza veget:JtiY:a dc craniolc~o o medullolcso, ma deYe tendere ad im inrlo nel proprio nmbientc. facilita n dogli in ogni modo il compito di riadattnmcnto alln vita col lcui,·a c ad una proficua atti\ità.

RtA~~Ll\lo. L'.Autorc con,tnta il notevole aumento del numero dci craniolcsi L medullolesi in rapporto agli incidenti del trnffico. c la grande importan7a, che ne dL ri' :1, di una organizzazione sanitaria per l':muazione di moderni proces'i di riabilit:lzione. E~amina quindi questi ''ari procc,,i precisando come sia necessaria la loro attua zione ~in dall'inizio nello stesso luogo di cura. per cs~cre quindi proseguiti in Centri Specializ7ati secondo un piano organico che t<.nga conto di tutti gli :hpetti del problem.1 e delle condizioni dei pazienti.

L'Aureur constate le comidér:~ble :~ccrois,cment tlu nomhre de, trauma cr5niens et medullairc' p:1r rapport aux :1ccidents dc I:J route, et la remarquable importance. qui en wit. d'une organi,ation ~anitaire pour la réalisation dc moderne' procétlès de réhabilitmion. Pourr<lnl il anal y~e ces différcnt~ procétlés en préci~ant qu'il est necosaire leur réa Ji,alion dès le déhm dam le meme licu où on commencc la therapic qui dena par b su ite erre continuée tlans des Ccntres Spécialisés sclon Ul l pian organ iquc <.JUÌ considére ch:~que aspect du problème e< Ics condirion-; des malade,. R ÉsntÉ. -

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Snt~tARY. - T he Author notes the incre~1se in the number of c:tscs of cra nium and spina! cord injurics :~s far a' traflic accidenh are concerncd and conscquenrly therc is a great necd for n s:.111itary organi n tion Lo c:.Jrry our modc rn proccsses of rehabilit:nion. He cxamines thcreforc the ,·ariom treatrnent' emphasizing thal ir i' necessary ro sr:m thcm immediately and to continue tllem at the,e properly specializcd centcr' acco rdin g to :.1 plan of Lrc:nment which rakes care of ali a~pt:crs n:l.ncd to the problem antl condition of the patienb.


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ISTITUTO DI fGIFNE "G. SANARELT.l '• DELL'U~IV ERSITA'

DI ROMA

CFNTRO

DELLA

STUDr SA~IT \'

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RICERCHE MILJT,\RE

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Direttore: Pmf. V. Dn \'Fr.cH!n

VALUTAZIONE DI UN SEMPLICE SISTEMA DI CLORAZIONE DELL'ACQUA S. U. D'Arca .,

A. Zaio •"

M. Di Martino * * •

INTRODU7.10t\'E F. (;E.t\ERALITA'

Sebbene il cloro sia da tempo adoperato <tuale potabilizzame delle acque per 1:1 sua efficacia c praticttà, pure non ~~ cono,ce con certezza l'epoca in cut e~'o fu per la pnma volta pre>o in con,idernione a tal fine. ln generale però le sue prime ::~pplicnioni pra riche vengono fatte risalire alb fine del secolo <;('Ur~o. In dfeui, dopo alcune utilizzazioni isolate bue neg't Stati Umti. (aJ :\Jrian nel .\1ichigan, a .\[aiJ,tone nel Kent c prc\\O la Stazione Sperimcnralc di Louis\ illcl il primo \·ero e documentato uso dd cloro a scopo tli potabilizzaziom: ebbe luogo in Inghi lterra nei primissimi anni del 1900 ( 190-!1905). Risulta infatti che, nell'intento Ji combattere unct qùiemict di febbre tifoide:l, Sir Alexander C. Omton ed il dott. Mc. Cowan impiegarono una soluzione di ipoclorito dt sodio per potabilizzare l'<lc<.IU::I e bonificare tutta la rete idrica di Lincoln. Contempomneamen tc neU'1\merica J cl Nord, e sempre allo scopo di rendere potabili le forniture di acque cittJùine, sono rtgistratc ulteriori utilizzazioni del cloro (nel 1900 a Chic:1go e nel 1909 a "'e\\ York1. Jn queste iniziali applicazioni lt: wrgenti di cloro furono r;Jppresc:1t:Jl{' dal cloruro eli calcio o dalla ~oluzione di ipoclorito di sodio: b scarsa stabilit~ cd il variabile contenuto in alogeno di t:Jii compo~ti ingenerò, però, con una certa frequenza, di\guidi e.! inadeguatezze nel corso delle operaz.toni prauche. l n r:1ppono a ciò la clorazione delle acque ebbe un nuovo impulso ~olo qu:-mdo sì re~cro commcrcialmentt' cbponihi·lì ipocloriti di calcio :1d alta concentrazione, e, nel 191 O, il cloro liquido comprc.;~,o in bombole. Sotto ~t:e,ta t'orma, 't: ne ebl'e la prima l:lrga utiliZ?azione nel 1912, nello stabilimento di 1'\iagara Falb. E' da qu c~tc ta ppe in izi:1li che prese ro l'avvio su V:l~ta >cala stud i, cspc·rimenti cù acquisizioni nel campo della depur:tz.ione dcl\'aet]Ua con il cloro. Tali attivit~t resero disponibili metodiche sempre più preci\C cd dfioci che " estesero in tuui i P.u::~i. specie tra quelli che per le sc:1r'c risorse d t :~equa pur1 all'origine, a\'e\':lno bi~ogno di ricorrere frequ entemente ad :lCtlUC SU}'crfici:-tli di fi umi O cJi inghi per l'approH igion~tnten to idrico urbano. Gtà ven1i anni fa più dcll:l metà dci grandi impianti !Kr la potabiliz.7..azionc delle acque operanti negli St:\ti Uniu utilizzavano il trattamento col solo cloro c, J conferrn::1 della dlìcacia e delb Jiffu,ione dd ~uo irnpic:go, le più recenti ~otatistiche ci ~ -\1uto eh Ruolo c 1.. 0. ""'"' l'I,IItucn dt l;:~<nt· (;. "·•n.trdli tlcii'Uni,er,itl di Ronu. •• C.1p. Med. 'l'l'· \ "1\ICntc nd Rcp.Irtc> th lg•~n~ c: :-.1Krohlol"):'3 prc'"" il C.S.R.<;.M, c:d \"'' stentc vol. ndl'htituto di l ~tcnc ,, G. S.11l.1 rd li .. ck ii' L'nl\cr.,ll:t tlt Rom,t. ••• Cap. Jvkd ..,pe. A"i,t.:nte L'ni"'r,tl.t rio .Mili t.trc pn·S\o l'hlllulO di lg tcnc «G. S.I narclli '' dd l'UnivcNÙ di Rmn.1.


informano che oggi 1'80°·0 della popolazione american~ dispone csclusivarneme di acqu:1 clorata. Il fatto che nell'ambito delle pratiche di potabilizzazione con mezzi chimici, il { lor,> sia sempre st:lto e sia tuttora l'elemento pill comunemente adoper:lto, deYe es~cnzi::Jlrncntc essere r iportato ad alcune sue peculiari c::Jrattcristichc quali l'intensa azione batt~'ricid;l, il costo poco clcYato. la facile reperibilità. la semplicità c la ~icurczza dell'impiego. 1\:<..n (: e'traneo, infine, alla crescente utilizzazione eli que\to alogeno il continuo perfuw namcnto degli apparecchi di erogazione, sempre più cnìcicnti e precisi.

••• Bcnch~ 111 pratica l'uso del cloro sia cosl diffmo c d i indubbia efficacia, pure il meccanismo attraverso il quale es~o realizza la sua azione depuratrice è tuttora og~ctlo

d1 ~tud10. DJllo spoglio della più recente letteratura si può concludere, al momento attu.de. che l'attività porabilizzantc del cloro, aggiunto ad un'acqua, si esplicherebbe secondo meccanismi di\'ersi:

l) Allil'ittÌ ossidante per st•i/uppu di ouigeno muccnte:

Cl"+ l l O :_:_ H CJ-l· H CIO

2 l ICI O

= 2 H Cl + O,

E' questa una teoria oggi parzialmente :JhhJnclonata o per lo meno lumcggi:1nte un manifesta inf:nti, prc\alentemenn... in pre\Cnza di compo~ll inorganici (colfuri, ~ali ferrosi, mangano~i. tec.) e 'olo scconÙJriamcnte sulle sostanze organiche. Sotro quest'ultimo profilo (; da considerare anche l':~zionc battericida. ri~tretto settore di attivi~ì del cloro. Tale proprietà si

2) A tttVIItÌ batten(lda lega w alla forma zwne di acido i po( lorOJO.

Secondo Fair quanJo il cloro ga~soso o gl i ipocloriti si sciolgono nell'acquJ. s1 dc· terminano i •q~ucnti equilibri: a) idrolisi

HCIO + 11 1 + Cl h) ioninazione

u + .,- OCl

!! CIO o. nel caso degli ipocloriti:

NaCIO 1-HcO ;_: ~aOil+HClO HClO ::: II+ + OCI per b legge degli equihbri di ma"a si avrà:

JH +]. JOCI]

---

c cioè

I HOCl ] IOCI] I IIOCIJ

=

K

JH+]


2 39

Poiché, delle tre sostanze in cyuilihrio: HCIO. H e CIO. quello che possiede azione bartericida è l'HCIO (Greco e Stumpf) si rica\ a chiaramente, dalla formula dell'equilibrio di mas~a. che il quantitati,·o di H CIO pre~nte è ramo più cb alo ouanro più bas'J è il valore della conccmrazionc di H c quindi quanto più basso è il pll dell'acqua. Il meccanismo d'azione dcli'HCIO viene attribuito:

- a distruzione di enzimi C'>,Cil7.iali al metabolismo cellulare e prinrip:1lmente delb triosofosf:llosi; -

a deidrogenazione (per intcrazione con i gruppi S H);

- a formozione di o~sigeno altiYo nell'interno del protopl:hma cdlulare cd OSSI · dazione di alcuni costituenti cellulari e~~enziali: -

a fissazione del Cl n:hcenrc come 'arà detto 1l succe,siYo punto 3).

3) Auit•tf<Ì battericida le~attl all'a~tone dorante. Il cloro nascellte si sostituirchhe .1gli atomi tli H ùclla so,t;lnza organica con forma 7ÌOne di nuovi composti (clorucompo,ti t inutilizzabili da parte tk-llc cellule batteriche. Que~to tipo di azione si esplicherchlw cldtivamente nei confronti ddle catene laterali delle grosse molecole proteiche contC11UlLi radicali - S li, Nll", R OH. Ne deriverebbe. fra l'aln·o, l':1n-den:um:nto e la den:nurazione tlc:gli enzimi che presiedono a tutte le attività ntali della cdlula. Qu.1le che ~ia l'intimo mt·ccani\mo di azione, che imervic:nc nd prccesso della clorazione dd l'acqua. i buon che po,,ono modificarnc l'andamento ~ono: -

'alo ri di,ersi del pii;

-

presenza o meno di ammoniao; materiali riducenti i norg:111 ici; rnateria li o rganici ossid:~hili.

L'efliraria della potabilizz:-~z ione rol cloro dipende in parre ll:llb presenza di un optimum di pH (abbiamo ~~ià vi,to che i ,.:1lori bas<;i di pi i poten7.iano tale dfica.:ia aumentantlu la conccntra7ione dell'acido ipocloroso indi,sociato). Oltre .1 ciò il pH gioc:1 un ruolo molto importante nella forma7ione delle di,·erse c:oramminc. La pre,enza dell'ammoniaca rallenta l'efficacia potabilizzanre in quanto l'acido ipo cloro,o. in pre<enza di amrnoni:JC:l, d:, luogo a \arie cloro:m1tlllne. In rapporto al pH della soluzione, le reazioni ~arebhero le -eguenti:

Nli 1 -r

HOC!~ 1\JH ,C l +

H .O

(monorloroamin:~) per pll

il.'>

t\Hi + 2HOC1 - > .1'\HCI, -l 211,0

(dicloroamin3) pn pi i compreso t ra il,) e 4.5

NH 3 t- 3HOCl-7 ~Cl ,

(triclorarnina o

311,0

tridoruro d'azoto)

pH < 4.5

T.e cloramine presenti nell'acqua \Trrchbero poi. sebbene con lentezza. parzi.1!. mente idrolizzate dando nuovamente luogo a HClO e pertanto la loro presenza in un':~c­ qua clor::no as~ume un signilìcato p:~rticobrc nei procedimenti di tlcpurazione con il cloro, a c:1uso della po~sibilc e continu:J liberazione dell'alogeno.


IV ~

o

o

o

:::>

o iii w a:

:::>

o

w "' a:

o a: o

..J

u

2

4

6

1-

12

14

16

CLORO

CLORAZ. MARGIN

CLORAZ IO NE AL BREAK -PO INT

o SUPER CL ORAZIONE L E G E NDA

A= CLOROR ICHIES TA.

B = CLORO

RESIDUO

ATTIVO

fig.

J.

COMBINATO.

CONTROLLATA"

C= CLORO

RESIDUO

ATTIVO

LIBERO.


Queste cloramine, insieme ai clororompo~t• organ•n contenenti uno o più gruppi aminic.i, costituiscono il c doro residuo wmb;nato dJSponibde :. ( l ). Il cloro reagisce inoltre con i materiali riducenti inorg:lllici (ac. solfidrico, fern>. mangonese) con form:nionc di cloruri c con ~tlcuni m:ucriali org;~nici ossidabili legandosi aù cs~i in modo irrever,ihile. I composti che ne derivano, in a mbedue i ca~i. costimiscono il co~iddetto << clororesiduo combinato non disponibile ' (2); e,.,j pertanto determinano la clororichiesta di un ·acq ua. Per « dororichJt:JI<l • \"Ìene intc;a la differenza fra la tluantllà di cloro a~giunta all'acqua e la quamità di cloro « libero:. o «combinato di~ponibllc:. che residua dopo un determinato periodo Ù1 contatto. Generalme nte nella metodica della clornzione il fahbi;ogno in cloro di un'acqua viene detenn inato mettendo in cvidcnz:1, col reattivo all'ortotolidin:J, il residuo di cloro, dopo avere aggiumo l'alogeno in quantità ecce~~iva rispetto alla clororichiesta dell'acqua .,re~~a. Sino ad oggi >i è parlato, nella pr:Hica della clorazione dell'acqua. di « dora:ione marginale:. e di ~ <uperdora-:::ionc :. intendendo nel primo ca'o quella rnetothca che pn!\'ede un apporto th c!oro in un'acqua in quantità tale da ~uperare (in gwcre d1 poco) la ~ua clororichiesta. Ia.,cian,Io quindi un rc~iduo disponibile di cloro (rnar~inc d1 'icurczza) senza tener conto della ;ua e>ana natura (cloramine o cloro lihero). Si parla invece di ~ supcrdorazionc, quando la quanritiì re~itlua del cloro ~te,~o ~ l:1rgamente in eccc;.~<J nei confronti del m11rgine di sicurezza, ri;.pcttato con la clor:l7.ione marginale. Recentemente gl1 :lu tori americani hanno introdotto un nUO\o concetto in b;t;.c al quale ha preso l'a'' io una tecnica originale di clorazione delle acque. Traua;.i della clorazione detta " al Brcak-Point " (3) definito dal Puntoni come punto criuco della clorazione. Questo metodo ha ;egnato un re:~le progn:;w rispetto ai due precedente mente citati sebbene c;~o trovi una ;ua pratica attuabilità in casi di acque fortemente inquinate contenenti, pertanto, elevate quantit:, eli .;,ost:111ze riducenti (:~eq ue c.li fiume, acque di lago, ccc.). {l)

'\'iratcndl.' ~nm,· •• dorn r\',idun combin.uu di'~".nihik • qud rc,iduu <li doro <:hc l"·r,i-.tl.' nd

l'...tcqtu. u VIttO (orm.t di dur..lnline o ln tonlbin.tzionc con ···o"'ran7.e or,t!anidu: contt.·ucnti f!rttppì .arnin id . c.1pacc di da r luogo. 'cintkllllmi. a Cl. Il tcrm i11c " di,pon ihil e '' <1.1 ,ttl imli<.trc questa P"''ihilit:, di mettere nuovamcntt· in lihcrt:,, m particola ri co ndi:lirmi, I'IICIO). (2) S'intende H doro lt' .idu<• con1binal•> 1100 di,rxm ihik 1> l'in~ it·rnc lk·i dorncompo~li che ,i \'<.'ni.!rmn ~ tr<J\ ·tr~ ncll'acr1ua 'l"''lt rc,itluo cicli' alli\ it:, dq'''T Ltricc tk·l riow \li panicob r i 'mla11/<' org.tnichc (cdlule h.mcricl ,c) cd incug:.tnich.:. non piit <ap:tti d i cl.ir luo(!<>, 'i ' diu:lltnwmt: che ind irctl.tlt1<'111t', :t rc:t7inni ""idanti. E,.,., perciò rappte-.cn•• qudl.t qu.llltitit di cloro cht ,·iene consumata d.1 un.• dctcrmin.ua acqtu <.lupo un po:riod•' di tempo prc,l.ohilito. (3) S'intendtc con <lliC'tn lnminc o:n tipo dt dora7.tone con'i'lcntc nrll'.t;.:gnmta ·•d un'acqu.t. wntcnentc '"'tan7.e Mg:tni, lw cf o altre sost.mzc rl(lllccnti. di do,i progrc""~mt·n.w crc,ccnu •h cloro. in mod o da onenere un clorn-re,iduo costituHu c"cn,,i,,lmentc da dororc\lduo libero. Il fcnomcnto dd pun to <li rrattura ,·ie ne re"' c' idc me dalla brm nt nufuta. (i no .111.1 sua t·,tinzinne. dei doruli'>Ìduo com binlt'O ( di~pon; bilc <' non di ; p:ln :bi'e) pres~nte fino a <luci moTcnto c dalla succcssit•a prcsen:;a del Iolo dororNÌdtto lihao in qmmtit,) dircflamente propor:::wnult aflc Clll'IJfuali uftaiori li(IQtml/~ dt cfora. l ..l c.lr.lllcrÌ\t ica CUf\'a rapprC'l'llllllll' ndl:l (ij!llr.l l !'.ulti.1111Cnto dcJI,I clor.V.ÌOilC (\'alutatJ riJc,·ando il clorort•,iduo) ,; nunif..-1.1 in quanto nell'acqua ""'" prc-.·mi sostann organiche c ruluccnti. che n·a~t·ndo con ),. iniz1alt ·'t:g•untt· dt cloro danno orit.:in<· a v..lnt• doran1inc: ta'e jnizialc a\Cc·ndcntc tkll.t cun.t. Con le ultcrinn aggiunte eh clurn " ,(,·tt·rmtn;t la completa u"idJtÌollt' dtllc 'tes<e clor.tmtnc. dci clorofennli c di tuni i dnrrxnmposti org;•nici: in <.ldin iti,.l ,-c:rrt-btl<•ro ad c"ac bloccate k prime .tliquotc di rloro pr<',<'ll t i 'i" in furm,l re,wsihik che irre\ er~ihilc. <.)uc'to ·"Petto dd fenomeno ' i iclcn li{ica g-r•ficamcnte ncl l.1 ,uddcua fig-ura cnn 1.1 (.,,c discc-ndcntc ddl:t curv.1 fino a un punto (llrca kpoint) ol tr<> il quale nr l rikv.unentn del clornr<·,iduo ,i n idenzicrà \ nlu 1l cloro libero. Queq'ultim,l fase corri,ponck· alb linea rrltJ tnclinata di 45 • ri,pctto agli assi cart<·,ianl.


Da quanto sopra esposto appare evidente la grande importanza assunta, nelle \ ,lrie metodiche della clorazione, dalla precisa ricerca del cloro attivo libero. l metodi per detta ricerca si basano ~uU'azione O\~idante del cloro che pi.!Ò J dnminare sia b formazione di composti clora ti sia la decolorazione di sostanze inizi:lillll'nrc colorate. Citeremo alcuni dci più importami metodi usati nella pratica corrente ed i principi di ma~sima su cui si fondano: l ) Metodo O.T.A. (studi:no da Gilcrcns e Holliman) basato sul fatto che l':1rseniro d i sodio viene ossidato nJ arseni:lto soltanto dal cloro libero e non Ja quello comhiu.tto per cui saggi:~ndo l'acqu:~ clorata aggiunta di detto composto chimico a mezzo dell'orto toliJina la dctcrrninazione colorimetrica si riferirà soltanto al cloro attivo combinJLo. 2) Metodo ampuometrico utilizza il principio che immergendo due elettrodi. uno di platino ed uno di argento. in un'acqua contenente cloro alli\'0. il Cl in presenza (l i pl:!tino acqu i~ta cariche elettriche negative cedute d:JII'argento. Chiuùendo il circuito pl:ltino-clcttroliti :rrgcnto ~~ mezzo di un amperometro, questo segnerà il pns~:~ggio di cnr rente (fius-.J di cleuroni dall'argento al cloro). Aggiungendo :tll ' :~cqua. di cui ,j 'uni conoscere il clororcsiduo. dell'ar"<'nito sodico (sappiamo d:~l metodo OT.\ che quc,to si lega al cloro libero trasfonmndosi in arscnialo) cd immergendo i due eleurolill si rileverà sull'amperometro una diminuzione di corrente fino :~Ila ~comp:~rs:~ m:1n mano eh( il cloro \'errà a lcgarsi con l'arsenito. Dal numero di cc. impiegati di :~r~ni to si ri~:~lirà alla guantità del cloro residuo libero. Nel c:1~0 si voglia ricercare il cloro residuo combin:tto si :tge;iungcd :rll':~cqua. mo· dificandonc opportunamente il PII. oltre che arsenitO sodico dcll'ioduro Ji pot:mio. Lo iodio che si libererà sarà anche e~<;a capace di far fluire la corrente tra i due elettrod i '.? l'ulteriore :~_ggiunta dell'arsenito provocherà una ulteriore diminuzione del p:~s~:tt:gio di corrente attraverso l'::~mperomctro.

3) ,\{etodo alla p. aminoclimctilani/ma. Que'it::l 'mtanz:~ ~i colora in rosso in presenz:t di cloro lihcro o Ji iodio e non in presenz:1 di clorocomposti. Per cui nel c:tso -,i voglia dosare il clororcsiduo di un'acqua con questo metodo b:1~teriì ;,ggiungere olrre l'aminoclimetil;,nilina anche dell'ioduro di potassio. Lo iodio che si libererà fa rà tingere in ros<o l'antua. 1'\el C:l\O im·cc:e ~i ,·olcs'<' ricercare il solo cloro residuo :ltti\·o basterà la ~ola aggiunt:~ di aminodimetil:lnilina perché av\'Cnga la colorazione. In tal c:1~o però si do\'rà agire :1d un pl l dctcrmin:1ro (tra 6 c 7). Il dmaggio \'C rr~ poi dfc ttuato w mparando il colore ottenuto con quello el i una soluzione a titolo noto di iodio. 4) \ft'fodo rolorimetrico all'ortotolidma. E' in pratic:~ il metodo più semplice ed il più comunemente usa to. ·Consiste cssenzinlmentc nell'aggiunw all'acqua di unn soluzione cloridrica d i orlotoliclina e nella comparsa Ji una colornione che v:~ dal l.('iallo paglicrino al rosso manone intemo a seconda dclb quantità d; Cl atti,·o presente. Se I<J colorazione si S\'iluppa immcdi:ltamentc, essa ì: dovuta al cloro attivo libero. ~c si S\iluppa dopo '5-10 minmi, è dovu ta al cloro llttivo combinato (cloro combinato disponibile). Su qucst:1 semplicissima ossen·azionc ~i basa quel sistema rapido di apprt:zzamento del Break-Point in uso negli Stati Uniti e che va sotto il nome di sistema 4. flash re;Hit ng :..

•• • QuaiUIHJUe sia il tipo di clorazione ::tdottato l'elemento cloro ,·iene adoperato sotro varie forme: allo stato puro sotto form:1 gnssosa, come biossido eli cloro, c anche nei suoi composti (ipocloriti. cloroammine, ecc.).


ll cloro gassoso è conservato in bombole di acciaio allo stato liquido, alla pressione di 8 aunosfere. Trattandosi di un gas tossico il cui uso presenta notevoli pericoli, l'utilizzazione è possibile solo osservando determinate cautele regolate cb apposite disposizioni. Il bioçsido di cloro è un g:ts giallo-vcrd:tstro, di odore pungente, c~plosivo; a freddo si condensa in un liquido rosso-bruno. Solubilizza in acqua conferendole una colorazione giallo-limone. Si prepara facendo agire il cloro gassosÒ in una soluzione di clorito di sodio; H rapporto tra cloro c cloriro è di l a 2 o meglio di l a l guando il p! I non è superiore a 3,5. Gli ipocloriti (di sodio e di calcio) vengono prodotti in commercio l'uno per elettrolisi di soluzioni di cloruro di sodio e l'altro per elettrolisi del cloruro di calcio. Que. st'ultimo in effetti, risulta costituito da una mi~ela di ipoclorito. cloruro cd idrossido di calcio. Numerose sono roi le clo rammine usate; hanno tutte in comune l'azione dora nte e si differcn7.iano ~oltanto per la prc,enza c.li radicali aromatici nella loro molecola. Si trovano in commercio sono forma <.li polvere sciolta od in compresse, con tenore in cloro attivo variabile chi 20 al 25°~, sotto vari nomi: cloroammina T, dicloroammina T. acido dicloroaminbenzoico, steridrolo, stereaminc, ecc. 'di'impiego pratico la scelta di queste so,tanzc il cui co\tO è sempre relativamente basso è condizionata da numerosi fattori fra cui importanti: il grado d'i nquinamento dell'acqua, la capacità idric:1 del sistema da potabilizzare, il tipo d'impianto di depurazione. L'uso del gas cloro present:~ ad esempio inconvenienti legati essenzialmente alla sua pericolosità, alla nccc~sità di impianti costosi c ::d quanto complessi, di personale specializzato; per cui la sua utilizzazione viene limitata solo ad acquedotti di una ccrt:1 importanza per forn iture idriche a grossi centri urbani. Anche il biossido di cloro. causa la sua scarsa mancgevolezza ed il suo costo piuttosto eb•aro, ,·cde circoscritto il suo impiego per la ri,oluzionc di particolari problemi: data 1:1 sua :JZione fortemente sporicida c la sua caraucristica di distruggere sapore ed odore dei clorofenoli viene usato per ,]a clorazione di acque forte me nte inquin:tre; in alcuni casi si utilizza nella prcclorazionc per la correzione di alc uni caratteri chimici (deferizzazionc, dem:lnganizza7.ione). Le cloroamine. economicamente me no convenienti fra tutti i composti del cloro, ven~ono per lo più u~ate nella potabilizzazione di piccole partite di acqua e nell'uso domestico. P iù diffusi e più freque ntemente usati sono gli ipocloriti alcalini di ~od io c di calcio. Questi per la loro facile reperibilitì. per il costo ass:1i basso. per la loro m:tnegcvolezza e innocuità, per la semplicicl del loro impiego hanno avuto una sempre ma!!giore diffusione nella pr:1tica della clorazione delle acque. Essi si presta no be!)c sia per medi e piccoli quantit::nivi di acqua ed il loro uso non è condizionnto né da particolnri au· tori zzazioni né da costose e complesse infrastrutture. Per la loro utilizz:~zione inbtti sono disponibili tutta una gamm::J di apparecchiature che vanno dalla scmolice bottiglia di Mariotte, per la clorazione di piccole qu::mtit~ di acqua, fino ad apparecchi pitl preci<i e complessi da usare nel tmtramcnto di forniture idriche molto consistenti. Citi:~mo ad esempio le pompe ad iniezione costituite, sommariamente. da un sistem:l aspimnte e premente :1 cui sono collegati due tubi, di cui uno pesc:1 in un r<.>cinie ntc contenente una soluzione di ipoclorito c l'altro viene innest:~to nella conduttura dell'acoua. La nomoa aspira nell'unid di tempo il qu:~ntitativo stabilito dell:t soluzione e la inietta nella conduttura dcll':1cqua. Anche questi apparecchi però, a parte il costo piuuosto elevato, non sono sempre scevri da inconvenienti (guasti alla pompa, intasature dei condotti)<

3· - M


• • Il

Da quanto fin qui detto appare chiar::tmente che lo stud1o del problema pratico della clorazione è uno studio sempre aperto alla ricerca di soluzioni tecniche vin vi.1 più precise e sicure. In linea di massima la scelta di un apparecchio che possa ,<XIdisfarc le esigenze più disparate viene condi1.ionata dai seguenti requisiti: semplicità c f:.1 cilità di impiego; assoluta pranzia di funzionamento; basso costo, indipenden.za da (ontinua assistenzn tecnica e da particolari infrastrutture ed infine uso anche in situazioni di emergenza. Ciò premesso ci è :-tpparso interessante riportare un nuovo originale ~istema eh nogazione del doro me~~o a punto da M. Zdravkov e pubblicato in un rapporto :1 cun del l'O.M.S. ( 1). L'autore utilizza dei semplici contrnitori da lui definiti (cartucce di dosaggio :t, composte da terra d'infusori (infusorial Hearth) e da argilla ordin:uia. di dh·erso volume che vengono riempiti di ipoclorito in polvere a titolo noto di cloro attivo. All'atto della utilizzazio11e detti contenitori, quando ~ono immersi nell':~cqua , consentono, tramite la porosità delle loro pareti, il possaggio del cloro attivo nel liquido circostante. La quantità del Cl emesso dipende naturalmente dal titolo di cloro :m i-vo dell'ipoclorito usato, dalla porosità e spessore del contenitore, ed infine dalla superficie disperdente della cartuccia stessa. Per un uso razionale ciascuna cartuccia è preventivamente tarata, ne viene cioè accertata la quantità di cloro attivo che può passare nel mezzo idrico an1biente. Le cartucce, inoltre, possono essere di varia grandezza e la scelta viene fatta in rapporto al volume dell'acqua da dorare e alla sua clororichiesta. Per la pratica applicazione di detti contenitori è sufficiente conoscere il titolo in cloro attivo dcll'ipoclorito di calcio, la quantità di· acqua da trattare per giorno, la clororichiesta di quest'ultima, nonché la resa della cartuccia in mg. di cloro per ora. Sad quindi calcolabile la quantità dj composto di cloro necessario per 13 durata voluta. L'A utore ha standardizzato un tipo di car.tuccia capace di 480 gr. di ipoclorito di calcio con una resa pari a circa 40 mg. di cloro attivo per ora (fig. 2); e della durata di 90-100 giorni. A titolo di esempio lo Zdravkov fa riferimento ad un pozzo erogante 3.500 litri di acqua al giorno con cloririchiesta di· mg. 0,3/litro. Conoscendo che la quantità di cloro attivo occorrente per 100 giorni è di 105 gr. (3.500 X 0,3 = mg. 1.050 nelle 24 ore; 1.050 X 100 = mg. 105.000 in 100 giorni), e che la resa clelia cartuccia è di mg. 40 /h (24 X 40 = mg. 960 a.l giorno, cioè 96 gr. 96 100 per 100 giorni), ha caricato il contenitore = gr. 384 di ipoclorito di calcio 25 al 25"'~ in cloro attivo. La manualirà per l'uso di cartucce del tipo descritto risultano estremamente semplici. Infatti una volta riempito il contenitore con la quantit3 di ipoclorito necessario, secondo i precedenti calcoli relativi alla particolare acqua da dorare, lo si immerge nel pozzo, nel serbatoio o nella camera d i· pres:1 di una sorgente, ecc. Dopo un certo periodo di tempo (variabile da 12 a 24 ort) inizierà il passaggio del cloro, che da quel momento :~vverrebbe in maniera continua c costante fino ad esaurimento quasi completo della sol.tanza dorante.

x

(l ) L'imcrc~o;e è tra l'ahro >U><:Ìtato dalla nota che lo <lC<:nmpagna: « Th1s report prcscnts a \ ery in· g(nious procc>< of water chlorinations and dcscrvc' t he attcmion o( sanitation workcr~ hoth in thc field and thc rcscarch l~boratory. Like alt othcr mell10c.h of water di,infcct ion it rcqu ires rc~ular <upcr\'ÌSÌClll and contro! by competent pcrsonnel (note by W I IO-ES) >•.


-f~ SO_;..f IOO

Fig. :z. - Canucc•• do>arricc per la cl~>ra7ione di JC<)Ua potabile. (DJ Zdra,·kov).


Elemento di rilievo è che, secondo l'Autore, esisterebbe un rapporto tra superficrc della cartuccia c quantità di cloro emesso. Aumentando cioè. o diminuendo la ~u pcr­ ficie di contatto tra l'acqua e la cartuccia. cosa che può essere realizzata immergendor>•.: un trallo maggiore o minore, si otterrebbe una corri~pettiva maggiore o minore erogazion-c: di cloro. In altri termini si verrebbe ad ottenere. in forma quasi automaticn la rcgolazion _ del proccs~o ùi clorazione nel caso di port;~ta idrica incostante o della d iminuzione dd lin.llc, in cisterne o serbatoi. L'Autore ritiene questo suo semplice ed originale apparecchio applic:~hile su ,.,hr.r scab, sia nella clorazione di acqua statica (serh::rtoi, ci~terne. ccc.\ (fig. 3), 'ia in yudle di :h:que dinamiche (sorgenti, pozzi tri,·elbn, ecc.) (j1g. 4). l \':lntaggi del metodo sarebbero rappn:scntati da: - minima spesa (una c:1r1uccia di argilla può essere fabbricata ovunque); - massima semplicità d'u,o; - sicurezza di funzionamento c clorazione c ,istematic:J c corrctt.l :.; - lu nga durata di azione.

SPERIYlENT ALE DELLE RICERCHE. Per poter controlbre sperimentalmente quanto afferm1to d:~llo stuciio'>o bulgaro e nell'intento di studiare il fenomeno !n condizioni idrodinamiche non uniformi, abbiamo eseguito una serie di prove (acenclo uso di contenitori a porosità nota e t:Jli da prcscn ~ tart:. per le loro caratteristiche comuttive, una soddisfacente regolarità nelle dimcmioni ,. nella distribuzione dci rori. Al fine poi di cs:-rminare l'eventu::rlc diverso comportamento 1ra un erogatore nuovo al suo primo impiego ed uno, ugualmente nuovo, ma preventivamente immerso vuoto in acqua, :1bbiamo effettuato prove in parallelo tra c:Jndele asciutte <· candele bagnate. Circa la modalit?i di diffusione del cloro nell'acqua, abbiamo esaminato, sotto il profilo quantitativo e ounlimtivo, il comport::rmcno di tre diversi clorocomposti, di cui due allo stato liquido ed uno allo stato solido. In ultimo, allo scopo di valutare con ~pirito critico le e,·entuali applicazioni del sistema proposto cb Zdravkov, abbiamo cercato di puntualizzare In effettiva utilit~ pratica di questa tecnica al confronto con gli attuali sistemi clor:Jnti, facendo riferimento a quelle collettività. quale la militare che. per esigenze proprie, possono. con m:~g­ ttior frequenza di altre, far ricorso ad approvvigionamenti idrici di fortuna. M A'I FR I ALr f. MFTODI.

materiali impiegati nella spcrimentnione sono st:Hi: l) Erogatori di cloro (contenitori dei clorocomposti): a) <cartucce:. costituite da candele filtranti L:l Chambcrland in pasta cott:l di caolino misto a sabbia di quarzo con pori del diametro approssimativo di micron 2,i, (l J con pareti dello spessore di mm. 3,5 circ:1 e della c::rpncità di cc. 12 circ:l. Le candele da noi adoperate, lunghe mm. 160 e del diametro di mm. 16, hanno l'estremità superiore rivestita per l'altezza di mm. 4'5 di uno strato impermeabile vetroso;


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3· - Apphc,tzioni pratiche dcll.t CJrtuccÌJ do-.uricc nel caso di pozzi u .1<que ,r,uiche. (D.• ZdravkO\}

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Fig. 4· - 1\pplic:lziont: pr3 tica della c.trtucci.t clns.llrice nel ca~o di sorgen ti.

( (),, Zdr,l\' kov).


b)« cartucce,. rappre~ntate da filtri Lete (l) (della ditta Zanchi Angelon1 1 Milano) costituite da terra d'infusori lunghe mm. 250, con pareti dello spessore ti! mm. l O, di~metro e~terno di mm. SO e capacità di cc. 180.

2) Vasche di vetro della capacità di litri 30 circa. 3) Vasche in porcellana dura vetrific:lta della capacità di litri 380 circa. 4) Composti del doro rappresent:lti da:

a) ipoclorito di calcio in polvere (preparazione commerciale) con titolo 111 cloro attivo del 28 % (2); b) ipoclorito di MX.Iio (preparazione commerciale) con titolo in cloro atti\·n del 9,94° 0 ; c) ipoclorito di calcio in soluzione acquosa con titolo in doro attivo dell'8,13 L'acqua impiegata è ~tata quella proveniente dalla rete idrica cittadina. Abbiamo avuto cura di accertare, prima dell'uso. che la stessa non presenta~~~: clororichiesta alcuna e fosse priva d! cloro ione. Il titolo in cloro attivo dei suddetti composti di cloro è stato controllato di volt.1 in volta prima dell'impiego. Questa cautela è stata adouata nono~mnte che le sostanze originarie fossero state contenute entro recipienti a chiusura ermetica, in considerazione delb not:l facilità con cui esse tendono a perdere il titolo in cloro :~ttivo. Abbiamo completato la ricerca con la determinazione del pH e della temperatur.l dell'acqua all'inizio ed alla fine di ci::1scun esperimento, nonché con la misura delb temperatura dell'aria. In ::1rmonia con quanto premesso abbi:lmo attuato due ~erie di espcnmenti: - una prima serie è stata condotta in campioni di acqua stati'Ca; - una seconda serie di prove è ~tata eseguita in acqua corrente. l) Spenmentw::ione

con acqua statico.

Per questa serie di prove abbiamo adoperato sia le vasche di vetro sopradescriue, si·a Quelle di porcellana; in rarticolare ~e i vasche di vetro sono st:lte riempite ciascuna con 18 li tri di acqua, mentre nelle quattro vasche di porcellana la quantità di acqua adoperata è ~rata di l 80 litri per ciascuna. I n ciascun recipiente adoperato abbiamo immerso, opportunamente chiu~ con tappo di gomma, il contenitore riempito della sostanza dorante. Per i filtri Lete l'immersione è stata completa mentre per le candele L~ la parte superiore, corrispondente al tratto vetrificato è stata lasciata nl di fuori della superficie liber::1 dell'acqua. Nel caso delle vnsche di \'etro sono state usate delle candele L~ "caricate>> come segue: (1) Per l.l 'pcrimcntazionc (l ucsti filtri sono -r.ni opportunamente mndific;<ti numrnlandone il volumr interno e asportando la cstremit~ superiore, sostiluit:~ da un tappo di gomma a chimura ermetica. (l) La determinazione del cloro attivo nel l 'ipocloriro di calcio è stata fatta )cgucndo il mcwdo iodomcttico di Wagner R. (Gr.unmi l O di ipoclorito di calcio sono ~1a1i ~p.1ppobti in un mortaio: la polliglia è stata diluita ed il rutto è ~tato riportato a 1.000 mi. con acqua di\1illara. Prc,·ia filrrazionc. a 100 cc. della •oluzionc così otlcnuta sono slati aggiumi cc. l5 di una o,ohiL.ione di ioduro di potassio ~1 IO% acidificando con una soluzione diluita di acido cloridrico. Lo iodio liberato dallo ioòuro è s1a1o titolalo con una solu1.ionc N IO di iposolfito sod ico in presenza di soluzione di amido (indicatore). Il calcolo del cloro attivo è \lato cffc:ttu~to moh;plicando il numero dei cc. dcll.t ~luzione N- IO di di iposollito adoperati per il fattor~ 0.03S4S. ultcnendo così il qu;mriratim di cloro attivo in grammt per litro).


- due con cc. 9 di ipoclorito di sodio (titolo attivo del 9,94 ~ ): -due con cc. 9 di soluzione acquos:l di ipoclorito di c:~lcio (titolo m cloro atti,·o dell'8,13°/,); - due con g. 5 di ipoclorito di calcio in polvere (titolo in cloro attivo del 28 °~ ). Per le grosse vasche di porcellana abbi:1 mo impiegato 4 filtri Lcte cosl riempiti: - due con cc. 250 di ipoclorito di sodio (titolo del cloro attivo del 9,94°<,); - due con g. 260 di ipoclorito di calcio in poh·crc (titolo del cloro attivo ùd 28 °~ ). In questa sperimentazione le prove ~on o state eseguite una prima volta usando candele nuove, una seconda volta candele nuove ma tenute, prima dell'uso. immcr~ per 24 h. in acqua corrente. Onde stabilire il momento iniziale di comparsa del cloro nell'acqua c :1! fine di apprezzarne l'andamento del fl usso, abbiamo proceduto a prelievi di :1cqua con ritmo periodico determinando su di essi la quantità di cloro attivo presente secondo I:J clas· sific:1 metodica al tiosolfato. Detti prelievi sono stati effettuati, a,·endo cura di rimescolare il liquido pnma del prelievo, a partire dal momento della immcr!'>ionc. ogni 4 ore per le prime 48 ore e successivamente di giorno in giorno. Il dosagg io del cloro pre~nte nell'acqua è ~taro sospeso allorchè la su:J concentrazione non h::t mostrato varia?.ioni quantitative per cinque giorni d i seguito.

2) Sp~rim~ntazion~ con acqua dinamica. Per questa serie eh esperienze le condizioni base delle prove sono state analoghe quelle precedcmcmente descritte. Tn particolare :1bbiamo proceduto a stabilire un ricambio idrico a flusso costante (50 litri di acqua all'or::~) in maniera tale che il liquido affluente wiungesse alla vasca dal fondo e l'effluente fosse allontanato tr:.tmi te uno sfìorarore di livello (fig. 5). Ciò per ottenere, senza vortici e sussulti, il m:~ssimo rimescolamcnto dell'acqua e rcaliz7..Jndo di conseguenza la diffusione uniforme del cloro crognto cblla cartuccia ncll'am bicnte idrico. l campioni da esaminare sono stati prelevati dall'effluente; il dosaggio del cloro ~ stato eseguito con intcrv::l!li e metodica come in precedenz:.t descritto. Ali~ scopo di controllare se in una C\'Cntuale applicazione pratica della metodica la caortuccia g ià adoperata fosse riuscit:J :1 mantenere le originali caratteristiche di funzionalità è stata effettuata una serie di prove rcimpieganclo alcune delle c:.tndcle già usate per le precedenti sperimentazioni e tenute a riposo per 24 ore. l suddetti contenitori, lavati accuratamente ed a lungo con acqua corrente. sono ~tati ricaricati con le medesime sostanze clor:.tnti c nelle stesse quantirà cd adoperati rispettando le condizioni dei precedenti esper imenti.

:1

RISULTATI J risultati sono riportati per esteso nelle tabelle l - 15 c nei guadri riassuntivi di cui alle tabelle 16 c l 7. D:.tll'esame di dctre tabelle è po~sibile notare come in tutti i caM la presenza di cloro nell'a mbiente idrico circostante si manifesta sempre dopo qualche tempo dall'inizio dell'esperimento. Questo ( tempo di maturazione, dell'ordine di ore si è ùimostrnto vari:.tbile entro un intervallo di 4-20 ore (in un solo caso è stato d i 24 ore) quando sono state impiegate cartucce al loro primo uso.


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Fig. 5· - C.mocci,, <'rO)(>tLri.:c in un ,iMcrna 'pcriment.llc p<:r ),, clorazione di acqoa dinamic;l,

cl caso invece della sperimentazione condotta con candele preventivamenle b:tgnate e potuto notare un netto accorciamento del periodo di maturazionc (16 e 12 ore contro le 20 c 24 per le L 3, 4 ore contro le 8 e 12 per le Lcte). Limitatamente alla sperimentazione in acqua statica abbiamo potuto osservare che la durata di erogazione del cloro non è stnta uniforme, mantenendosi superiore per i contenitori asciutti (27 - 23 c 30 giorni per le candele L 3 / A, 28-13 giorni per i filtri Lete/ A) rispetto a quelli preventivamente bagnati (19-18-27 giorni per le L 3/ B e 26-11 giorni per le Lete/B). Nella sperimentazione in acqua dinamica la durara eli erog:1zione è app:1rsa notevolmente più breve; è stata infatti di 60-36 e 56 ore per le candele ~ e di 304 e 108 ore per le Lete. Le risultanzc sperimentali mettono inoltre in chiara evidenza che detta dur:na oltre ad e~~erc in dipendenza delle caratteristiche proprie dci contenitori (porositil e spessore SI


TABELLA N. t.

EROGAZIONE DI CLORO D.-\ PARTE LYEL CONTENITORE DI PASTA COTTA DI CAOLINO 'MISTO A Qt;ARZO C0:-1 PORI DEL DLUI ETRO DI ~UCRON C.-\RTUCCI.\ NUOY.\ .-\SCIUTT.\ (L3/ A).

.. T•po

Claro attivo

119/1

lj

T•po

Cloro atUvo

DCJfl

l

o Olra

"•

.

8

l !

12 16

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24 28 32 36

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2, 2

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6" •

14

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26. 27.

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l

21 , ~

17" 18-

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36,2 38, 0

J'), 2 41 , 1 42 , ~

. .

46,1

47 , 4

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49, 1 ~2, 2

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:.6, 6

........

....

........

....

~.6

32.

l

.

10• Ctornat.a

l ~

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Dinamica del l'acqua: statica

--

Sostanza clorantc: ipod()rilo di sod io

Temperatu r.t dell'acqua: t6'C

»

pH dell'acqua: 7

»

Temperatura dell'aria: 22'C

cloro att. 9·94% »

quantità cc 9

2,7.


2)2

TABELLA N. 2.

EROGAZIO:-;E n! CLORO DA PARTE DEL CONTEN ITORE Pl PASTA COTTA DI CAOUNO MISTO A QUARZO CON PORI DEL DIAMETRO DI MICRON 2,7. CARTUCC IA NUOVA BAGNATA (L3j B).

T-po

Cl oro •tUvo

T-po

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.

O Ore

4 8

.12

.16

• • •

20 24

.

-----

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17, 3!) 17,30

910-

l 11-

l 12-

1, 55 2, :>0

l 13-

• 36 • 40 • 44 •

3 , 15

14-

6 , 40

J.7-

48 3 .. Giornat-a

7,45

18-

9 , :>0

l 19-

28 32

.

.

4 ...

,..

3 , 80 4 , 8!>

l

1516-

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........ .

14, SO

l

ag/1

7~

-0 , 65

.. .• ..• .. • .•

Cloro 11t.U vo

24 4

.

17, 35 19, 3 2~. 9:>

27 28, 4!)

33, 9 36, 4 313, 25 41,4 42 , 9:> 4~, 6

:>0,0

..... ... ...

50,0

Dinamica dcll"acqua: st.tgnante

S<»tanza dorante: ipoclorito di sod au

T emperatura dcll"acqua: r6'C

cloro att. 9·94%

pi i dell"acqua: 7

qu:antità cc 9

Temperatura dcll"a ria: 22'C


2 53

Tt.BELLA N.

EROGAZIONE DI CLORO DA PARTE DE!L CONTENITORE DJ PASTA COTTA DI CAOLINO MISTO A QUARZO CON PORI DEL DIAMETRO D I MTCRON 2,7. CARTUCCIA NUOVA ASCIUTTA (L)/ A).

Tlt!IIJ)O

O Or.

4

8

12

16 20

24

29 32

36 40

44

..

• •

. • • . •

mg/1

---·-----0,3

0, 5 0, 7 1

2, 2

Cloro attivo

Tempo

Cloro attivo S9/l

.13, 7

94 4 10

!6, 3

14, 3

• •

20, 2

!4•

.•

23, 5

!54 164

24 , 8

25, 5

.1.74

27, 2

J.lA

u· l 13.

l

..

o· Cll.ornata

l . . 184

19"

18, 3 2.2, 2

31 32, 4

2,8

:ro•

3

21" .

.

36, 9

44 ..

5, 1

?.2 "

37, 9

54 •

7,~

6. •

11, 5

r•

12, 8

49

Q

3" Giornet.t

.. l ........ 23"

34

40, Q

l ........ .

.... ....

40, 0

2.8 "

Dinamica dell'acqua: stagnante

Sostanza dorante: ipoclorito di calcio

Temperatura dell'acqua: t6•c

cloro att. 8,13%

pii dell'acqua: 7

quantità cc 9

Temperatu ra dell'aria:

22

•c


2 54

EROGAZ IONE Dl CLORO DA PARTE DEL CONTENITORE DI PASTA COTT1\ 01 CAOLI"''O ~HSTO A QUARZO CON l'ORI DEL DIA.\tETRO DI MICRO!\ 2,7.

C.'\RTUCCL\ NUOVA BAGN.\TA (L3j B).

l :

f-.o

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16

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c;1or...' •

7A

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~

12

Cloro atun

aUift

8,7 1J , 2

2!>

o.2

16, !1 17 , J 18, 5

24

l 211 •

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27 ,!1 28, 7

17.

)) , 4

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32, )

6, )

--

Dinamicd dell'acqua: MagnJme Temperatura dcll'Jcqua:

22

t6'C

pH dell 'acqua: 7 Temperatura dell'aria: 22'C

Smtanza dorante: ipoclorito eh cJicio "

cloro att. 8,13%

»

quantità cc 9


2

55

TABELLA N.

EROGAZTOKE DI CLORO DA PARTE DEL CO~TENITOR.E DI PASTA COTTA DI CAOl.TKO 'MISTO A QUARZO CON PORI DEL DIAMETRO DI MICRON 2,7. C.-\RTUCClA N UOV.'\ ASCIUTTA (L) /

r l

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Cl.OI.'Ct 11\tiVO

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3 3, 5

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54

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S7,9

24"

• • • •

60, 9 61 , 2

6, 2

7 ,,,,

18, )

21 ,7

dell'acqua : stagnan te

T em pcratur;t dell'acqua: 16•c pi-I dcii 'actl ua: 7 Temperatura dd l 'ari a :

t)"

18"

16,4

10"" •

u ,,

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,,

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1, 5 2

12. 7

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Dinarn i c~t

Clo.ro uun

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28" 29" 30"

• •..

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,,!SO,, 6S, 4 (il

"(O, } 7.l 75

....

75

Sost anza dorante : ipoclorito d i calcio in pol vere » cloro att. 28% >> quantità g. 5


~) 6

TAB ELLA N.

EROGAZIONE DI CLORO DA PARTE DEL CONTENITORE DI PASTA COTTA

DJ CAOLINO 'MISTO A Q UA RZO CON PORI DE l. OIAMETRO DI MICRON 2,7. CARTUCC IA NUOVA BAGNATA (L3/B).

l MpO

C'l oro nuw

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O Or e

4

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15 17, 8 19 2), 1

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4J

7- •

e· • 9• •

Dinamica dell'acqua: stagnante

Temperatura dell'acqua: t6•c pii dell'acqua: 7 Tcrnper3lllr,, dell 'aria: 22•c

CUl'O eU1'\'0

19.

25 3J, 7

44 , 3

46 48, J 52 ~ .a

.

55, 2

.. n· . .......... .

61 , 6

24-

6:>

65, 7

'<> ,9 71,2

...... ......

.... ....

l T'

71 , 2

Sostanza dora nte: ÌIK)clorito di calcio in polvere

cloro au. 28% quantità g . 5

l

5.


2 57

TABELLA N. 7·

EROGAZIONE DI CLORO DA PARTE DEL CONTENITORE DI PASTA COTTA DI CAOLINO MISTO A QUARZO CON PORI DEL DIAMETRO DI MICRON

(L3).

Clon ett;in

iet.lgO

~l

---

o Ora

• .. 8

12

16

20

..

0, 2

24 28

O, J O,l

32 36 4J

• • •

44

0, 4 O, .) 0, 4

4d

0,4

J"

.

0 ,1

0,5

...... ......

s· ..

Tcmpcr<ttura dell'acqua:

.....

.......

l

Dinamica dell'acqua: corrente

t6•c

pH dell'acqua : 7 Tcrnpcr~tura

0, 2

Cir.U.'~t_,

dell'aria: 22•c

.,...__

Sostanza clorante: ipodorito di sodio »

cloro att. 9,94%

»

quantità cc 9

2,7


TABELLA :'\ , ~.

EROGAZIO:-:E DT CLORO D.\ PARTE DEL CO:-:TENlTORE DI P.\STA COTTA DI CAOLIKO :MISTO A QUARZO CON PORI DEL DlAMETRO D! MTCRON 2,7

(L3).

teupo

Cloro att1wo

Ddl

--

o Ore 4

8

• "

12

..

16

0, 2

20

24 28

• • •

0,3 O, J

32

0, 4 0, 4 0, 4•

u

• • •

48

)6

40

0 ,2

0, 4

0,3 O,)

...... ......

....

.... -

7• GiOl'Aah

Dinamica dell'acqua: corrente

Sostanza dorante: ipoc lorito d i calcio cloro att. S,t2/~

Temperatura dell'ac'lua: t6"C pH dell'acqua: 7 Temperatura dell'aria:

»

u •c

quJnutJ. cc 9


2 59

T ABELLA ~. 9· EROGAZIONE DI CLORO DA P\RTE DEL CONTENITORE DI PASTA COTTA D I CAOLI~O ~fiSTO A QUARZO COl\ PORI DEL DIAMETRO DI MICRON 2,7.

(L3).

Cloro att.J.vo cg/1

rapo

---

o Ora

• •• 8

12

li, 1

"

28 .32

.. ..• • ..

36

40

..

C,4 0, 5

O, ;>

.l" C,iori.4U~ ...

O, j

16 20 24

44 48

0, .3

0,3 0,4 0,4

o, :; 0, 5

....

....... ..... ... 8 ..

....

-

Dinamica dell'acqua : corrcme T empera tura dcll'acqu .1:

pH dcii 'acqua:

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1

T cmpt·ratura clell ':tria: 22•c

4· - ~[

SoJ>t:t nt..1 durante: ipncloritn di calci., in polvere cloro att. 28~·~

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T\l·"-u' '· 1 • KROGAZIONE

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CLORO

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17,42 21 ' 1'1 25,9 ) )0,32 )5, 12

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DiJHJmica dcll'acqu~: , t.lgnantc

Sn,tan~a

clor.tnte: ipoclorito di >odio

T<"mpcratura dell'acqu.1: d!•c

clorn m. 9·91'1o

pii dell'acqua: 7

<)ll:tntità

Tcmper:uura dell'aria :

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Temperatura dell '.tcq u.t: 1!! C

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Dinamica dcll'.tequa: ~tJ~tnan tc T~mpcratura

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pH <.kll'acqua: 7 Temperatu r.1 rlell'.,ri.L: ~-l •c

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cloro alt. 28% \)li,IO tH:I Ji!· 1h0


TABELLA '1.

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CLORO

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CONTEN ITORE

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Ttmper atur.t ddi'Jcqu.t: 1X' C l'Il <kll'.t yu.•: 1 T<mpcratur.l t!cll'.tri,J:

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l Jinam içl ddl'l : •JU.I : .:orrcnlr

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Dina mica dcii" acqua : corrente

, ,7 4, 2

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....

-

Sostanza dorante: ipocloriw di calcio in polv('rc cloro au . 28% qu:tmit;t g . 26o

J5.


TABELLA N .

16.

SPERIMENTAZIONE IN ACQUA STATICA.

Sosta nza c l o r ante

Sp e r imeu t al e d c Il e ricerch e

Con tenito ri Tipo

l

Titolo cl. attivo

Quan ti tà

o;o

Cl. attivo l Tot.Ie mg.

Dura ta erogaz.

Tempo

Cl. alt. l Cl. residu i l Frog• lo mg.

in <;:andcla mg.

---'-3• A

l

lpoclo rito di sodio

9,94

cc. 9

894,{>

27 giom i

20 ore

L3 B

l

l pociMito t.! i sod io

9,94

cc. 9

894,()

19 gio rn i

16 o re

lpoclorito ò i calcio

8,13

cc. 9

73 1,7

l

23 giorni

l

l

18 gio rn i

L3, A

792,4

l l

750.0

24 o re

l

597,i

l

16 ore

l

531,0

l

20 ore

l

1059,81

l

ISO

1020,0

l

21 0

l •

LJ/B

lpn<:lorito di c:olcio

8, 11

<:c . 9

73 1,7

LJiA

l podorito di ca lcio

28

gr. 5

1400

l

L3!B

L ET EIA

I. ET EtB

L ET E/t\

l ETfll\

l l l

l l

10 giorn i

l

l

1podorito di c•lcio

~8

gr. 5

1400

27 giorno

lpoclorito di ~nd i o

9,94

cc. 250

24,850

13 giorn i

l poclori to di sod io

9.94

cc. 250

24,850

11 giorni

lpoclnriicl ùi •·a lcin

28

gr. 2f•O

72.800

28

l( l

2of)

72.800

lpoclunto eli cokio

l

l

l l

l

12 ooe

l

8 ore

l

11.1 12

4 ore

22.237, 5

28 giorui circa

1'2 t1re

67.014,4

l

2300

_ginnti dr<"a

l t1rlc'

(18 708,8

l

l ')50

}h

l

tv 0\ 0\


T ABElLA

s. •7·

SPERI:\fENTAZIONE JN ACQUA I>INAMlCA.

So~ta nza

Contenitori l ip>

c l o r~nte

Titolo cl. alli,·o

S p t r i '" e n la l e d e l l e

(.,lu:tntità

~l

Cl. attim Tot•le an~:.

erogaLiilne

Durala

r i ce rc h e

Tempo

Cl. Ali. l'ro.:ato mg.

Cl. residui in c:andel• nag.

.o

1.1

lpoc lorito di sodio

9,<1~

cc, 9

~IJI,h

So ore

l'l ore

1!00,0

L3

lpcld'lrito di calcio

8,12

cc. Q

7JI,7

36 ure

8 oae

1110,0

1.3

lpoclorito lli ~alcio

28,1)()

gr. o;

1·100

6Q ore

8 ore

ll\1}

LfiE

l poclot ao da sodlo

'l.9~

, ..,, 250

<4 8111

108 OIC

12 ore

Cl1.220

LE rE

lt>.x lorito di cokio

28

~:r.

n bOO

13 gtorni cin-~

8 ore

71.71>0

260

60

1500 l-.1 0\ '-l


delle pareti, dimensioni della cartuccia), è condizionata da altri fattori quJii lo ~latro solido o liquido del clorocomposto e le condizioni iniziali dell'erogatore (se a;,ciuno o b<ignato). In tutti e due i gruppi di esperienze la cessazione di erogazione del cloro ha coin ciso sempre con lo svuotamento della candela quando il clorocomposto era :~Ilo ;,UD liquido. Nei casi in cui, il contenuto era clorura di calce in polvere. nonostante che no11 si liherasse altro cloro, abhiamo sempre ritrovato nell'interno delb ca rtuccia una poltt glia ancora in possesso di un rertoo titolo di doro :ltrivo (mg. 150-210 nelle L3 adopera!<" -:on acqua statica e mg. 60 in quelle utilizzate in acqua corrente; mg. 2300-1950 (" J)l)r) nd rc ~i duo contenuto nelle candele Lete). L:1 liberazione dell'alogeno. dopo il periooio iniziale di m:~turazion e, h:1 mani!._ st:no un andamento di erogaziqne relativamente costante con gu:~lche sbalzo. Tn due prove, tra quelle da noi condotte. si è verificata una pausa di circa 72 ore Del fenomeno non si è riu~citi a c!::~re una plausihile spieg:JZione: non è cb escludcro: l'ipotesi che eventuali impurezze abbiano intasato i pori della caml<:la. Comun<]Ue l'inci dente non ha influenzato. nel suo insieme. l'andamento della sperimentazione.

CONSIDERAZTOKT F CO!\'CLUSTO!\'T I risultati da noi ottenuti colla '1-x:rimcntnione di cui al presente lavoro ci .:oJN.'n tono in definitiva di affermare che ]:t metodica proposta da Zdravkov costituisce effeniv:-~mente una semplice quanto in_gegno>a innovazione nell'amhiro <.Ielle varie apparec chiature in uso per la potabilizzazione di un'acqua. Poiché il nostro scopo era principalmente t1uello di ricercare, per le cartucce del tipo eli quelle descritte ùaii'Autore bulgaro, una loro CO>tanza di funzionamento, :Jnclw se poste in condizioni sperimentali differenti, possiamo affermare che in effetti. pn tutti i contenitori sperimentati (l), esiste una cert<~ regobrit~ eli flus~o dcll'~ logeno nel liouido circostante. Questa risultanza CO<Stituisce naturalmente l'elemento base che a nostro avvi~o può consenti re di standardizzare. sia pure approssimativamente, un prototipo di contenitore poroso c:tpace di erogare un qu::~ntitativo pressoché uniforme di cloro nel l 'unir~ di te mpo. Ciò in definitiva permetterebbe di trasferire l'orig;nalit~ del si>tema dall'ind:1gi ne meramente teorica al piano• delle applicnioni pratiche. Nel caso di canucce immerse in ac4tl<l statica si è osservaro. cui p<t>sare del tempo. un progressivo accumulo di cloro nel liquido ambiente fino a concentrazioni piuttosto elev:Jte, in quanto per ogni esperimentazione abbiamo sempre atteso l'esaurirsi dclb sostanza dorante immessa nella cartuccia. E' ovvio che in queste condizioni sarà opportu no conoscere preventivamente la quantità totale di cloro occorrente per l'intera rnassJ di acqua onde poter ca ricare l'erogatore con un clorocornposto avente una carica complessiva in cloro atti\·o corrispondente a quella richiesta dall'acqua da trattare. Altro elemento d i rilievo (; costituito dal fatto che la candela, bagnata prim:J del l'uso, com incia ad erogare cloro dopo un periodo di maturazione Jhhreviato; ciò appare. a nolìtro avviso, ùi no tevole utilità pratica in quanto con~ente d i riùurre il periodo morto di attesa.

(l) Come ampi.trlltlllc rhiariw, sebbene <i ri port i11o le cnn,idcrctziou i a lk ca rtnn:e ui Zdrad<m·. i dati da noi riferiti '>Ono stati rile ,ati co11 matni:tle poro'o il p it.t pm,ibilment<- ;tanda rdizz~:o ma di c.op~< i•it inferiore al le cartucce del l" 1\utorr ltu lgJro, clw non ci è ; t ato poS\ÌIHic rt")l<'rlrt.


R iteniamo opportuno (ar presente però che l'uso d i quest i dosaLOr i visto nell'ambito del trattamento di acque statiche, non offre nella pratica, a nostro avviso, JXlrticolui vantaggi rispetto a sistemi c a tecniche ancor più semplici ed economiche, quali ad esem pio quella del l:! diretta immissione di i pocloriti liquidi nelle quantità volute. Per quanto riguard:J l'uso della cart uccia in acque dinJmiche possiamo invece intra vederne un effetti\'O e più pratico impiego. Anche in questo campo però le sue applicazioni ci appaiono limit:1te a contingenze molto particolari, e pratic:Jmente in tutti quei casi ove non possono Yenire altrimenti utilizzati i comuni apparecchi erogatori di cloro. Per citare qualche esempio. ci limiteremo a delineare alcune di queste situnioni più che t ipiche nell'ambito del la collettività militare dove è prevedibile che più frequentemente possano realizzarsi. E' noto infatti che le truppe. per i loro compiti c le loro specifiche attività devono ~pesso soggiornare in zone isolate e lontane dai nuclei logistici. per cui non di rado la loro sopravvivenza è legata alla ~ola possibilitj di utilizzare risorse locali. Nell'ambito di qua nto una regione può offrire, l'acqua è l'elemento piLI ricercato potendo essa, nei suoi in finiti· usi. cond izionare ii successo di unità operanti. Varie e sempre più perfeziornte :~pparecchialur<' O,l!gi ven{!ono sperimentate nell'Esercito al fine di avere a di~posizione mezzi sempre pill idonei atti ad assicurare un salubre :~pprovvigion::~mento idrico nelle più sv:Jriate condizioni d'impiego dei Reparti: i continui studi sull'argomento ~tanno ;1d indicare l'importanza del problem:~ e la sua costante attu<.J it3. Appa recchi:uure qua li quelle illustra te nel presente lavoro. cnmtterizzare da: - minimo ingombro. - facile trasportab ilità, - semplicità d'uso. - rel;1 ti vo basso costo, -· modeste spese di esercizio. - sicurezzJ e costanza d i funz ionamento. possono rappresentare un:~ soluzione d::~ adottare ove sta difficile o impo~sibile l'impiego dei tradiziona li do rato ri. Ad esempio, un simik si~tcma po trebbe ::~vere, in tempo di pace, pani::olare anuazione durante ese rcitazioni di t ruppe e rep:~rti allorchè siluazinni ambiemali rendano diffì cile l' approvv igion::~ mento id ri co tramire allacciatura alle reti cittadine. [n questi c:~si b cartuccia erogatri ce di clnro troverebbe 1:~ sua uti le a pplicazione per lo sfru ttamento di risorse idriche locali rapp resCT!l:lte da sorgenti o da a ltre fonti per le ouali. a causa delle insufficienti condizion i eli pntabilità. s'impone una pre\·entiva depurnionc. Ancora si potrebbe prevedere l'impiego di queste cartucce per lo potah;lizzazio ne delle acque di tal u ne caserm e o al loggiamenti· militari che per essere isolati da centri abitati, e quindi nella im possihilitj di usufruire delle reti idriche urbane o com unque per esr.ere pri\·i di adatte in fr:~strutture o personale ~pecializzato , non possano av\·alersi de i com uni sistemi ed apparecchiature eroganti cloro. RI AS~ll NTO. Gli AA. dopo aver passato in rassegna le modalità più frequentemenre adoperate pe r e((cuuare la potabilizzazione delle acque medi:~nte il cloro, descrivono nelle li nee e~senz i ali la metodica proposta da M. Zdravkov consistmtc essenzialmente nella liherazione dell'alogeno nell 'acqua da parte d i appositi contenitori di terracotta porosa riempiti con cloruro d i calce in polvere. Sulla h:~se di quanto riferito d:-~1 rice rcatore bulgaro ed :~ 1 fine di v:~lutare questo nuovo metodo in cond izioni d iverse, gli AA. hanno condotto una serie di prove speri· mentali avvJiendosi d i candele filtranti a spessore e porosità var iabile.


270 La \alutazione si è an-alsa dcll'u\0 di composti di cloro ,o(idr cd in •oluzion<.. (rpo clorito di sodio. ipocloriro di calcio). Sulla scorta dei risultati onenuti gli AA. confermano la possibilità di dorar;: le acqut· utilizzando il tipo di erogatore proposto da Zdravkov e ne puntualizzano rc,t:ntualc utilizzazione in casi particolari quali quelli che potrebbero presentarsi in rap porto alle di"erse esigenze delle collett.ivirà. IU~ 11M F.. - Lcs Auteurs, :rprès avoir passé en revuc Ics modalir~~ Ics plus fréqum1 mcnt cmployées pour effectuer 1:1 potabilization des eaux par le chore, décri,·enr dan' 'c' ligncs essentielles la mcthodique propmée par .\1. Zdra' ko\' consistent esscntidk mcnt dans la liberation du halogénc dans l'eau environnante quand dan' le liquide ;, cpurcr o n plongé dcs recipienb e n terre cui te porcuse preparé' espré, et remplis a' ~:• du chlorure de chaux en poudre. Sur la base de cc qui a été rcl:llé par le savan bulgare et ain afin d'evaluer cellt> noll\elle methodc. dans Ics conditions differcntes. les .\A. ont conduu une série d'e preu Ye< cxpcrimentales en se ser"ant de chandelles fintrantes à épais-.cur et porosité \':Jriahh:s. J>our l'c,·aluation on a fair tl'>agc re composée tle chore ~olidc' et en '>olution (chio rurc tle chaux, e::rux de laharraquc, hypochlorite tle calrium). Sur la base cles resultats obtcnus Ics AA. confirmcnt la po~sihilité de chlorcr Jc, caux cn se servanc dc type d'erogatcur p roposé par M. Zdr:wkO\' et cn mettent à point Ics utilisasions eventucllcs en cles cas particuliers tcls qu'il p<Jurraient 'c prcsenter par r,tpporr aux divcrses esigences dc la colleuivité militaire.

St'\IM \RY. - After a rc,·icw of the more commune methot" u~ed in ordcr to obtain pot;lble water by means of chlorinc, the .\:\. descnhe tht mcthod proposed by ~1. Zdra,·km· in its essential !incs. Thc merhod is ba,ctl on the spread out of the chlonne in thc surrounding watn when propcr containers of porous bakcd day, fìlletl whit powder of calcium chlorine ar<.. immcrscd in the liquid. In order to chek the rcsults of this ncw method in diffcrent condi tions, the AA. h:-~'T m:1dc a ~eries oE experimcnt:1l tri<tl~ us ing lìlter cyli ndre' with variom thickncss ami poro,ity. Thc appraisal was performcd whit mlitl and in solution chlorine compounds (cal cium chlorine concentratcd chlorine. calcium hypochlorites). , \ ccording with the obtaincd re,ults the AA. confirm tht pos~ibilitv to chloring \\ater u~ing thc pattern of distributor' proposed by ~- Zdra,km and the' unJerlinc thc. po~,ible mes in particular ca-c' ao; rho-c wich could occur in rdation to variou-, n:" 1~ ui milnary community. <l

RIBUOGRAFL\

r. :

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:!jl

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ISTITUTO DI PS ICOLOGI.\ DELLA F1\COLT t\' MEDICA DELL'UNlVERSlTA. D l :VtlLA'\0

Direttore: Prol. M \RC~LLO CEs.-BJA~CHJ SCUOLA Ml l.ITARE ALPlt-<i\ -AOSTA

1:---'FERMERIA SPECit\LE Direttore: Ttn. Col.

INDAGINE

M~d. P11r~o RA<.:-1

CLINICA

SULLE CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE DELL'ALPINISTA Giuliano Rossi

ln tema di psicologia sportiva si può ben affermare che l'Alpinismo ì: uno de1 settori rela tivamente meno studiati; sia perché esso non rappresenta un Eenomeno di massa, nel senso che pochi lo praticano e che. ad eccezione delle grandi imprese. non interessa il grosso pubblico, sia perché il mondo dell'Alpinismo assume agl i occhi del profano un significato miste rioso, accessibile solo a una cerchia ristretta di iniziati. Risogna inoltre aggiungere che l'Alpinismo è stato stud iato finora LJUasi esclusivamente sotto il p rofilo psico-p:Jtologico. Sono state descr itte infatti (Legnani) alcune sindromi neuro-psichiche in relazione a tale attivid sportiva: di esse la «sindrome da ipobaropat ia » è più strettamente correlata a problemi di neuro-fisiologia. Le a ltre sono d i più pertinente interesse neuro-psichico. Va però os;ervato che b connessione tra le suddette sindromi e l'Alpinismo come tale è piuuosto aspecifica, in quan to k stesse si possono r iscontrare in d iversi momenti ddlc attiYità umane, sia sportive che non sportive. Si può quindi dire che lo studio dell'A lpinismo dal punto di vista p~ico logico è tuttora un campo apertissimo, soprallutto per q uanto riguarda il ten tativo di defin ire con una certa approssimazione le caratteristiche psicologiche del lo scalatore. La domanda che ci si pone è tl uesta: l'A lpinista è un soggetto dotato di caratteristiche psichiche particolari, individuanti? oppure: esistono delle co~tanti p~icologichc che cont raddist ing uono la personalità del l 'A l pin ista~ A questo proposito esiste un imeressante lavo ro (Melorio) che illustra i risultati di un'indagi ne condotta su 25 g iovani a lpinist i mediante l'uso di un dettagliato questionar io anamnestico (comprenden te do mande inerenti all'ambiente fami liare, :1llo sviluppo fisiologico, agli aspetti del la personalità di base, agli interessi sportivi in gene r:~ le c alla p ratica dell'Alpinismo in particolare) e mediante l'uso del test d i Rorschach. T a le indagine ha permesso d i rilevare la presenz~1 di alcune costa nti psicologiche che l'Autore, pur non ri te ne ndole esclusive dell'Aip in ist:~, tuttavia indica come iston· ze che abitualmente l'Io dello sca latore ttnde a realizzare nella pratic<J alpinistica. Esse vengono cosi sintetizz:~te: « T endenza a un elevato concetto di Sé; pronunciato spirito agonistico; perfez ion ismo; tendenza a identificazioni di g ru ppo su una intro~ ve rsività e coartatività d i fondo; tendenza all'au tocontrollo 1utilizzazione t! i meccani-


2 73

,mt di sublimazione); tendenze .lllticonformi,tiche, In a'~enza di ~alienti conilitti con l'autorità ... E' lecito p rc,umerc che wli r i~ultati vt·n~ano ind icati daii'Autorc a l di fuori di qua lsiasi pro~puti\':J tipolo~ica, dal momento che numt·ro~i studi ri' olti a definire i profili attitud imi i dello 'porti \'O nelle 'Jnt· 'pecialit;Ì \l -ono ri 'clal! finor:J vani (. \ntonellil. Alla luce di tale problem:uica e tenendo conto delle molteplici limitazioni lìn qu i accenn alt . 'i è im postato il presente l:1voro che ha lo scopo preYalente d i svi lu p· pare sul piano metodologico questo tipo d i ricerca. Si t r:llta di uno 'tudio di tipo di nico su un campione con cara neri molto preci<.i: uu gruppo di l 9 ~i c)\ .tni militari, appartenenti alb $(Uo]a ~ l llll.trc di ,\lpintsmo di ·\o,t;t tn qualità di \lltc\'i Gfl:icialt di Complemento c di Allievt Cnmandanti <lt Squadr:-t. Tali soggeltt, di cd variabile tra i 21 t' i 27 :Jnnt di scolarità prcv:~lentemente med ia superiore, 'ono stati 'celti in b;t'e :~ l h: 'eguenti r:uane ristiche: che avcs.;no una pratica .llpini,tica prec<·dcnre all'arruolamentO. d.tt.tntc tb almeno trt' anni c condotta con un;l certa rontinutÙ; che ,1\<.:..,,Ln• superato difficoltà tccnicht: di arrampicata ~u r<>ni:t uguali o 'lll'aiori al t<'rtO grado. Sono \tatt esclmi H11Ut3mente dal campione gli .tlptni~ti di proft·,,ioue. qu:Jii k guide .1lpinc l.' gli istruttori nazionali di :tlpinismo : c iò :d fine di Ja,C'iarc :JI campionl: un a!>pe tto 'r"ict tamente d ilettantistico. luni i ~ogg<: t ti Lrauo origin:Hi dell'Alta Ita lia e in particolare ddk zo1te A lpine. l soggcttt >ono stati \Ottc,postt. nel cor-.o di dul o tr, \edutc indi\ iduali, a un co:!oquio guid.tto ,uJJ:.. ha'l d t un dcttagl tato tjuestionano rigu:JrtbntL innanzitutto l'anamne~i per\Ol1<lle gencralt· tdatt an;:gratici, notizie '>ullo ,, tluppo fi,iologico. :mam· nesi patologic.l, tipo di rapponi intercorrt·nu tra iJ 'oggello e i famili;m, i ' u perioll'i, i collcghi l c in 'ccond o luogo riguarda n lt' le relazioni tra il soggetto e la prati rJ ;tlpinistica. Questa p;ut.. dd colloquto, Jeu:tgliat.t in H irem' (e \trutturata ,u)b h:tse dt u n que~t!Onarw .tpprontato Ja .\hderna c l ·iorone per J'c,ame di un gruppo di cal ci:nori, opportunamente modllictro) riguard.t,a: ~otiztl' pcr-on~tli circa 1~ pratic:J al· pinistica, V;~l ut;t zione di Sé come alpini\ta, Opinio ni 1x:rsonal i su ll'Alpinismo. Rap· porto del soggetto con g li ;dtri in rclaziont: all:t prat ica ;tl p ini;r ica. l <.ogg<:ttt ...ono stati inoltrt sottoposti a numerosi te'l\ prokni\'i, quali ti Rorshach, il T.:\ .T. di Murray. il r.r:.~. di Roscn7\\'Ctg. :!lcuni test... dt di-.egno (tC\l di Warrcgl!. lh umte~t di Kock, di~egno della FigurJ Uman:11 tra i qu:tli \Ono \Lati in-.eriti anch" ti disegno della Famiglia, ~ntrato recentemente in uso. e, :1 .,copo di ult<:riore appro fund imento, il « cli;egno d el l' Alpinismo». Lnult re si sollo fnn i esegu ire il «test dei Va lo ri» di :\l lpon e il te~t d i Toulouse J>ie ron. L'elabor;tz.ione del copio'o materiale raccolto è ~t:tta condona nel modo seguente. Si wno t:lbulatt i dati emeN dai colloqui t' >eparatamentc; <.i •ono tabulati anche i principali dati percentuali dd te't di Ror~chaclt (cfr. Tab. f ). lnoltn: -ono ~tati tabu lati i ri~u ltati y u al itativi des un ti dal l'esa me di ogn i ' ingoia p rova {com presi anch e il colloqu io e il tcM di Ror,chnrh) in relazione: a lle seg uenti va riabili: livello d i :tuto\Lima. Ji,·ello di aspiraziont'. domimnza ddl'F:go, ic.lentific:wione psico\W'>uale, agoni· ~mo, a_g)!re.,,i,ir:t di ba~e. cxlrapunitività. tntra puniti,ità, li,·dlo di int,_.grazione fami tiare e soci:tle, e'tro\er,ion(' mtroH:nione, fru,rrazione. dipcndenz:.~.conformi<mo, bi~o· gno di gra tificazioni affettive. -.enti menti Ji colpa, ~p u mi an,i o~i . N on è po,,ihilc in LJUC'>l:l -,eJe c;porre dctt:1gl iat;~m cntc i risultat i de lla indag ine. Convie ne perta nto p rendere in considerazione sintctic;mwnte gli a~petti pi ù salienti che emergono tbll'esame dci protocolli .,econdo due pro,Jx:ttive fomlamentali: .'\spetti L1ella personaltt:ì di hase e Vi"uto soggctll\O ~ in relnzionc aii'Aipani,rno. l dati re


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btivi al primo punto Jn esame ~ono stati ricavati ùall'ar.ali~i dell'intero do"icr di ogni soggetto, facendo ~pecialc riferimento ai risultati dei tots proietti' i tr;ldizion. 1li. l dati rcl<lli\'Ì invt'ce al « vissuto ~oggettivo> sono ovviamente de~unti cb i risult.~t 1 del collotluio gu id:lto. L'u~o di tale duplice prmpctti\ a nell't:~ame Jet risultati è ,-olto :~ l fine ùi P'* r operare un confronto tr:J ciò che l'Alpinista « è:. e ciò che l'Alpinista c: JX:n>a ~ ; d 1 poter verificare cio.:· se i dati carauerologici del gruppo di ~cnlawri C\aminato trov;tlln ri.,contro nelle motiv2zioni dci ~oggetti 'cr'o l'attività alpinistica o se. pa contro. e.,iste una buona corrclaziont' dal punto Ù1 vista p>icologico trn le motivazioni com,1 dci soggetti ver~o l'Alpinismo c i tratti caraueristici della loro pcr~onalità <.li h:hc. C 111 perché, come afferma Canc•.trari. c lo sport non l- ,o]o e>prcssione di una organizz :lione p>icomotona, ma ~ ~oprattutto espressione fedele e .,incera dello Jl'ichi,mo profondo della persona lità individuale> . ./.•petti de!l.t per.•ontJiità dt buse. In ''i :l preliminare va osservato che ill nessuno dei soggetti C\:tmin:lti ~ono ..rat . rik\ate rlclle situazioni ~c hiettamcnte nevrmiche. S1 de,·c sottolineare: inoltrt. che c<~raueri~u che di gruppo che saranno descritte qui <.11 'eguito ~i presentano m man:t"t 1 abb:Jstanz:t sfumata c con una certa <lispcrsione di valori t' vanno perciò intese p1Ìl come tendenze che come tratti. Si possono così siutctizzart:: - bisogno di valonnazione Jcll'Ego, in presenza di uno scarso livello d1 au to >tima che si accompagn:~ :t un livello di aspirnione ~bbastanz:-~ alto. Ego dom i nante. ~trutturato piuttosto rigidamente, con presenza in buona ml\un <.li ..egni d i frmtraz10ne, <.li ansia e di bisogno di gratificazioni affctti,c; - discreta carica dt aggressività di base. 'enza particobri polariz:tazioni 111 senso extra o intr:1 puniùw>. Presenza <.li una medi:t carie:-~ :1gonistirn. Jon: l'agoni smo viene però inteso in un ><:mo particolare che st discutcd nelle conclmiom; - affettività con prevalente carattere di co:Jrtazione, .tltrimcnti di coart:ttiviù. E' presente inoltre un'abbastanza evidente difficoltà gener:tlc di ndauamento (amiliarl· e ~ocialc che si accompagna a quakhe tendenza ~nticonforml\tica.

« f'ùsuto soggettÙ 0 > in relazione al/'alpini•mo. 1

Le indicazioni che 'erranno tr:meggtatc !><"condo questa prospettiva, :.ono prc\ .1 lcntemente Jedouc Jall':lll::tlisi dei risultati dci colloqui, le domande dci qu:tli erano quasi tutte implicitamente legate a problemi moti vnionali. E' inten:ssante rilc,·are. per una migliore comprensione del problema. qualt differenze p~sono emergere Jal confronto tra i motivi per cui i ~oggetti hanno iniziatO la loro pratic:-t alpinistica c i motivi per cui l'h:1nno proseguita c la proseguono turtora a l momento dell'e,ame. l ~og_gctti pro,engono <.la famiglie, in ptù di metà delle quali M n•contra b prt'· !>enza d1 ~calatori; c~si hanno cominciato a praticare l'Alpinismo per t seguenti motivi: a) 6 soggetti perché indotti ~ ciò da ll'esempio o dall'invito di fratelli. amici. colleghi; b) 4 soggetti per cs'>ere appartenuti a<.l as~ociazioni escursionistiche. quali il C.A.I. c simili; c) 4 soggetti per iniziati,·a spontanea, autonoma (curiosità e piacere dell'ar ramp icare); di '5 soggetti per motivazioni estranee all 'Alpinismo come tale (cau't. ambientali, quali l'abitazione o la lunga permanenza in località molto pr()!.sime a pareti rocciose; contrabbando; comportamento polemico veno i genitori; compenso 1x:r insuccessi in altri campi). Va sottolineato che le scelte rcl:Hi,·e a i punti u·) c b) (totale n. !01 -ono swtc compiute in un c come:.to umano :t, cioè sono m:nurate in un contesto di rapporti

'l


intcrpcrsonali; quelle relative al punto cl (n. -1 ~ogg.l sono scaturitl' do~ un impulso autonomo; mentre le re~tanri '5 ~i 'ono on~inatc: da ... iruazioni 1n cato \CihO d1 necessità. Per quanto nguarda le moti'<~7ìoni eh:: hanno ~o<.tenuto ,; pn WJ.!ì.l;me::lto d:ll'at· rività alpini~tica. è opportuno c'ammMe due ordini di ri~po,tc. Qudle cio(: relati\"C :~lla domanda sugli aspetti pitJ po,itivi dell'Alpinismo (con ru1 indirettamente si studia la motivazione persnn:1 lr vrr'o tale attivitù) e quelle rclatin· ;1 lb domanda \Ulia ragione principale rcr cui l'Uomo pr~tica l' Alpinismo) con cui , i induce il soggetto ad operare un confronto tra le proJlric opinioni e le opinioni che egli ' uppone proprie delln re~tante pnpolnionc degli scalatori). Multi soggetti h:~nno for nito più di una rispO\la a t:~l i domaudc, COI11Unque ,j dc\\: riln·are come pe] loro COill('\10, rer quanto rh;uarch l'Alpini,mo in relazione alb percezione '>Oggeniva de1 rapporti inrerpersonali, si verifichi. come ~i vedrà. la compar'a e l'aumento di C"t'rtl: ri,po)te a scapito clelia scompar\a o del decremento di altre. • Alla prima domanda infatti '' nota eh~ la maggioran7a delle ri,poo,tc riguar~b aspetti indi' iduali dcii:~ relaziont Jcl o,oggctto con l"Alpini~mo i contano con b natura, salute, di,temion..:. elevazione per,on;1k, etc.): una ,oJa rispo<Lt riguarda l'aspetto in terpersonale dell'Alpinismo (\'ita Ji gruppo!; 3 ri~poste rigu:1rdano l'asptttu contrario (evasione:, c stra n iazione rlal Lt routi ne a llontan:1mento d agi i uomi 11 1); H no, poste l' aspetto agon i ~tico dell'Alpinismo (~fida c vi tt o t ia).

1\ lla second::~ domanda. ancor;• in un conte>to di risposte chl' rigu:trdano prevalentemcntt gl i ao;petti individuali ddlc relaziom tra uomo e \lpini-.mo. -.i nota una modificazione dci contenuti delle rio,pmtc g•à riportare prima. 111 tlue,ta direzione: >wmparsa di ri,posle che menon0 l'accento sui:'Alpinismo come moti,·o di contatto um:mo profondo: 6 ri~po~te che -.onoline.111o la quali!} t:'lram;liH<: dell'Alpini~rno circa i rapporti tra lo ~calatorl: c gli .Jitri uomini; ) nsp<h!c chl· riguardano ra~peuo agoni\tico tlcll"r\lpinismo (rnisurar,i, metteni a confronto con •1uakma e 'ir.ccre. specie con la n.1tura). Una di tali ultime ri,po,te, molto indicati\'a, (; •lata data mediante la citazioJll' di una frase di \V. Bo nalli: «Vincere b paura :t>. A r iprova e ulteriore :tpp rofondimt•nto dci d:ni fin qui <>~po~ti, ~ ut ile esamina rl: i risulrati che e mergono da ll':maJ i,i tki di ..,cgni 'ul tema tkli'A ipini,nw. , he ;ono st:ni fa u i eseguire nella convinziont·, confortala dal p:1rcre del le ma).!giora nzc degli <Jutori, che i te't' di di-.cgno sono degli u11 li t~·,ts proicttivi. L'anali,i d1 yue\te prove è stata eseguita cscluo,i\'amcnrc su hasc contenuti,tica, -;enza tener l·onto cio~ delle caratteri stichc C\Z'CUli\'e. :'-Ielle IQ daborazion1. 1'.\ lpull\rno ì: 'lato illu·arato rome 'tguc .\ zione Umana Comune 12 o più alpini~ti imJXt!nati in parete) in 6 ca~i: :\ztonc.. Umana Solinria in ~ casi; Ji,egno di so~e Monragne 111 3 C.J~i; Montagna più attrc:n.llure alpinistiche (senza prc~enza umana) in 2 ca'>J; O~gctti che cnxano l' uomo i'carponi, cappello alpino) in 2 casi: Oggetti che C\'Oc:tno 1';-tllività al pinistic:J (corde, picozz.a) in l caso; alpini,mo inteso come Sci-Alpinis mo (con prc~cnza di l uomo 't in l ca~o. Da ciò si può ri n~s umne che ùi turri i disegni : 6 non a\'evano per oggetto un uomo, 5 avevano un uomo -.olitario. 6 rapprc,cnt:wano uomi11i impegnati in azione ('omunc, 3 :tlludevano a c tracce~ d' uomo, 2 :tllude\'ano all'uomo in maniera ~imhnlice~. In ...cde d1 ~intesi psico-diagnw.tica. l: sulb scorta dei d:ni fin qui e~posti, è opportuno \ottolineare innanzituuo la coerenza e~isteme tra k· <>''1Cf\":l7.Joni '> ug li aspetti della per~onalitù di base e le \Uccc. o''en·azioni rdati\C al modo in cui i soggetti

.,,,,e

~vivono~ I'Alpini~mo.

« L':Hlcta infatti, pr ima di cso,crc t:Jle. resta un uomo e pertanto porta nella stessa attività .,porti\'a tutti i suoi conflitti come i c inconsci e. nauralmente, ' iHÙ questa


esperienza con diverso significato rìcavandone influenze sempre personalissime ~ IC.t· nestr:m). In base ai dati e~posti e aJie ~u~seguemi considerazioni è p<mibìle infcrire rhc lo ~calatore percepisce Ja ~ua pratica alpinistica prevalentemente come un c: fatto pn,onak , , una c: palestra dello spirito~ in cu1 egli più facilmente trO\':l e realizza il meg1io di ~ ~tesso. Tale opinione viene avvalorata inna nzitutto dallo studio delle rclaz10n tra il fatto della pratica alpinistica c la percezioTJe soggettiva dtiJ',\lpinismo dal punto di vista dei rJpporti interumani; in secondo luogo dal tipo porticola re di agoni \lllo che si delinea sulla base dei ri~uhati otten uti. In fatti, nei pr:tticantì di uno .,pcJ rl cornl· l'Alpinismo, dove appare ohbiertivamente necessario il fmto della compi<:• ~cnn c.li due o più persone, tld d.1rc o ricevere reciprocamente aiuto e del prccetlerl' in strenisssima unità di azione e Ji intenti, è per lo meno strano notare come tutto riò, in molti casi, passi in ~econda linea o non venga nemmeno tenuto in conto. Con que~ro si intende far notare come, per quanto riguarda la pratica alpinistic.l in s<:Jho stretto, do\e la presenza dì un partner è normalmente imphcita, 1'.-\lpini,mo siJ tUllJ\ ia considerato prc,aJcntcmente un fatto per~onalc: e che inoltre, per quanto riguarda il f:lno dei rapporti irllerurnani nel senso piLr la!<>, l' \lpini.,mo sia consid..: r·ato adtliritrura come una attività :~lien:mte. A c iò si aggiunge il fatto che qui l'Agonismo e la scelta della pratica Jlpini>ti(,l comr cnnalc di scarico in una :Htìvit:'t sportiva dell'~lggrcs'>ivit:'r di b:tse che ognunn possiede (Antondli), viene intc>o non r:1nto come confronto piLI o meno diretto tra uomo c uomo, ma come ~fida c ''ittoria sulla natura. come conFronto rra l'uomo e le for7e naturali che ne ostacolano l'azione e ne stimolano le capacità; in definitiva ~i trarra di un Agonismo inte~o nel senso di una sfida dell'uomo :1 se stesso, dell'uomo che si pont: in condizioni difficili per saggiare le proprie capac1tà di superarle in base a Ile risorse persona li. Crò appare in contrasto con l'a>petto tlominante che assume 1'.\gonismo nella maggior parte degli 5ports, quello cio(.> ti i rappresentare, proprio nel momento della pratica sportiva, « un'onim:1 socializza7.ione dell'aggressivi t~ -. (O~nc~trari); mentre ndl'i\lpinismo tenderebbe a ren li7.7:1rc uno scopo che lo stt·sso Autore indica tr:J quelli di secondaria importanza nello sforzo e cioè qudlo di :1ffronrare (( una situaz ione in cui la prestazione (: il (attore centr:ale » e in cui H gT:l7ie a <luesta situazione, il valore della personalit.ì può cs,crc provato e misurato , _ In conclusione l: doveroso >o:toline:~re che i dati emersi d<tlla presente in:.labrine ''cngano considerali come inc.licazioni di m:~ssim:~. anche in considerazione del campione numericamente piccolo tla cur ~no mni de.sunti. Per rispondere infine alle domande formulate in ~ede di introduzione, si può tlire che è possibile individuare :~hbastanza chiaramente delle costami ps:cologiche che contrac.ldistinguono la psicologi:r dello sc:~ l atore, tenuto conto però del fatto che tali carattcri~t iche, in accordo con lo studio citato di Mclorio, sono da considerarsi più che altro come istanze eh~ l'lo dell'A lpinista tende a rea lizzare nella pr:1tic~ sportiva e che rispondono in btlona parte a que lle istanze che, secondo il parere di Antonelli ognr ~porti,•o tende a realizzare nelle \":Jrie $pecialità sporti,-e piutto~to che in altri settori delle attivit~l umane. Studi condotti su popolazioni più \"aste di scalatori potranno meglio dettagliare e com·alitl:~re i dati emersi da que~ta indagine sulla personalità dell'.\ lpinista.

RtA~svr-.-ro. Allo scopo prc,·alcnte d i apportare un contributo metodologico a questo tipo di ricerche, l'A. ha condotto un'indagine tli tipo clinico su 19 gio,·ani mi-


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litari alle armi nella specialità alpina, :,eelti in base a particolari caratteristiche della loro precedente pratica alpinistic:1. Tale studio si è svolto mediante ruso di un 'ampia batreria di prove comprendenti un detr~liaw questionario di indole prevalentemente motivazion:~le e IO tcsts, specialmente proiettivi di vario tipo. L'indagine si è svolta in modo dn cvidenzi;lre alcuni aspeui della pcnonalità degli scalatori in relazione alla lo ro pratic:1 >portiva e ::d modo in cui l'i\ lpin ismo vte· ne da essi vissuto. Tale personalità sembra caraucrizzala Ùa bisogni di valorizzazione dell'Ego, con basso livello d i autostima accompagnato a un livello di aspirazione abbastanza alto; discreta carica d i aggressivitù cli base; affettività pre,·alentemente coartata con qualche difficoltà di adattamento familiare e sociale. La pratica alpi11istica viene percepita c vissuta soprattutlO come «fatto personale» in un clima di Agonismo che ha l'aspetto di una sfida dell'uomo a se stesso nell'intento di saggiare le proprie capacità di riuscita.

RÉs uMÉ. - Dans le but principal d'apporter une aide méthodologique à ce type de recherche, l'auteur a conduit une étude sur 19 jcuns rnilitaires sous les armes dans la ~pécialité alpine, choisis sdon dc~ caractéri~tiquc~ paniculièrcs ùc lcur précédcnte activité alpine. Cette étudc a été dcvdoppée avec l'ernploie d'une batterie d'épreuves cornprenantes un questionnaire détaillé au caractère srécialement motivationel et 10 tcsts, sourtout projectifs dc cliffcrents typcs. L 'étudc a été dcveloppée de sort que l'on pouvait rendre évidents qudques aspccts de la personalité cles grimpeurs relativement à lcur activité sportÌ\'e et à leur manière de vivre l'alpinisme. Cette personalité semble etre caranerisée par cles bésoins de valorisation de l'Ego, avec un bas niveau dc autoc~tirne accompagné d'un niveau d'aspiration suffisammcnt élévé; d'une affectivi té tcndcnciallement coartée avec quelqucs d ifficultés d·adattation familiérc et sociale. L'activité alpine est vécuc sourtout commc un « fait personnel » dans un climat d'agonistique qui a l'aspcct d'une défi dc l'homrnc à soi memc dans le but d'éprouvcr scs capacités dc réussitc.

SuMMARY. - Tn ordcr to bring a methodological contribution to this kind of researches, the Author has carried out clin ica! resea rchon 19 joung soldiers (Alpini), chosen on the ground of particular characreristics of their prcvious alpinistic practicc. This study developped ,,;rh many a proof including a detailed qucstionnry of prevalently motiYational character and lO tests, ch iefly projective of rnany types. Thc research dcvclopped in such a way as w display some aspccts of the pcrsonality of thc climbcrs in rclation to the ir sporting practice and to the way in which they livc their climbing. This personaJity seerns to be characterizcù by nccds for valorization of the Ego, whith a low leve! of self-estìmation accompanied by a rJther high leve) of asp1ration; fair base charge of aggressivenrs; chicflv coartate affecti,·ity with some difficultics of farnily and social acljusternent. The alpinistic practice is felt nnd lived above alt as a personal matter in a clirnate of « copi ng hehavior » which has on the contrary the appearencc of a challenge of the man to himself, trying to tastc is own capacitics of success.


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CROMATOGRAFIA SU STRATO SOTTILE CIRCOLARE DI ALCUNE AMINE SIMPATICO- MIMETICHE A. Alessandro

F. Mari

Si può dire che oggi non esist:J hranca speci:1lizzata cicli~ medicina e della chirurgia in cui non ~i faccia u~o. in molteplici condizioni. di amine simpatico-mimetiche sia naturali che sintetiche. Parte di e~se, poi, vengono impiegate per simulare alcuni tipi di mai:Jttie cd inoltre già da parecchi anni la Medicina dello Sport ha posto, come è ormai a tutti noto, il problema del «doping>> nelle attività agonistiche. Il sempre pitt vJsto impiego di queste sostanze ha dato origine ad una cospicua messe d i lavori riguardanti sia il riconoscimento sia la ricerca quantitativa. Per la ricerca quantitativa delle amine simpatico-mimctiche sono state sfrutt~te tutte le tecniche possibili: re::tzioni colorate (l. 2, 3, 4. 5, 6, 7, 8), reazioni di precipitazione (9,1 0), determinazioni del punto di fusione di derivati appositamente preparati (10), esame cristallografico (IO. Il, 12, U), analisi spettrofotometriche (14, 15. l o), cromatografìa (15, 17, 18, 19, 20. 21 ), gas-cromatografìa (22, 23, 24. 25, 26), scamhio ! 11' ionico (27). La tecnica cromato~rafica ~u carta, ascendente, discendente e circolare. è stata un valido metodo di separ;zione cd è frequentemente impiegata anche per le ricerche ~u liquidi biologici; va notato però che con alc-uni simpatico-m imetici si ottengono gli '>tessi valori di Rf e che la consistenza stessa della carta non permette l'uso di molti re:mivi di rivelazione. ln qucsro lstituro .:thbiamo impiegato, con risultati soddisfacenti. la crom:Hografia su strato sotti le ascendente (20, 21) che, rispetto a quella su carta, offre il vant:tggio notevole di un minor tempo di sviluppo e b possihilid di poter usare un gran numero di reanivi di rivelazione operando anche :1 temperature molto elevate. Anche con questa tecnica, però, gli Rf oltre ad essere per alcune di queste sostanze molto vicini, sono scarsamente riproducibili c di conseguenza in diverse prove non si ottengono guasi mai gli stessi valori. Scopo di questa ricerca è stato quello di mettere a punto un metodo che permetta una migliore riproclucibilità degli Rf e di studiare più sensibili c più specifici reattivi di rivelazione. Come è stato già fatto su carta si è pensato di attuare anche con lo strato sottile una cromatogmfia circolare e mettere a confronto i dati ottenuti con quelli della cromatografia ascendente. Tra le amine simpatico-mimetiche abbiamo preso in considerazione quelle più importanti per la loro attività farmacologica e per il più largo uso; per comodità di ricerca e di interpretazione le ahbiamo suddivise in quattro gruppi a seconda della presenza o meno di ~ssidri l i fenolici nell'anello benzenico e della loro posizione.


Le amine simpatico-mimetiche ~ono state cromatografate sotto forma di sali. Snr ' state pro,·ate di,·ene miscele acide o basiche, ma i migliori risult:ni si sono aYuti ..-, quella formatn da butanolo-acido formico-acqua (12: 1: 7). Le piastre sono ~late preparate con Silicagcl G Merck secondo Stahl; piamt. con substrato di ossido di alluminio composto o di poliamidc in pohcre non hanno dato risultati apprezzabil i. Come reattiYi di riYelazione, oltre ai normali reattivi alla ninidnna, sono \t,t 1 sperimentati il re:lttivo di Folin-Ciocalteau cd il re:mivo alla ninidrina modificaLO, g1a impiegato per studiare la composi1ione degli aminoacidi nelle proteine idroliz7atc d.1 Moffat c Lytle (28). 11 rcattivo di Folin-Ciocalteau, usato comunemente in clinica medie~ per b ricerca dci fenoli e già da noi speriment:ao con succe~~o nella cromatoj!r~fia su strato sotllll a~endente, si è ri,·ebto molto utile anche in quella circolare per la sua notevole scm. bilit~l c per la possibilità di poter differenziare tra loro le fenilamine, le monoidrossifc.: nilaminc e le diidrossifenilamine. Le macchie sono sempre di color grigio azzurro su fondo bianco e si ottengono attraverso le tre seguenti fasi:

l ) la piastra, finita la corsa dell'elucnte. viene asciugata all'aria e quindi spru7zat:J con il reattivo di Folin-Ciocalteau: le macchie relati'c alle diidrossifenilaminc s1 evidc:nziano guasi subito; 2) succc,si,·amenre la piastra viene esposta :ti raggi U.\". non f11tr.ui; in questt condizioni appaiono lentamente (15' circa) le macchie corri~pondemi ai .,impatico-mimetici non ossiclrilati; 3) infine le monoidro.,.,ifenibmine s1 ri,eJano spruzzando, •emprc.. sulla ste"a soluzione acquosa al \5°~ di sodio carbonato.

pia~tra. una

Il reattivo alla ninidrina modificato si è dimostrato un huon mezzo per la ri,·elazio ne delle amine simpatico-mimetichc, non solo per la notevole sensihilnà, m~ anche perché si ottengono caratteristiche variazioni cromatiche dovute alla formazione di complessi delle amine con il sale di rame; r iscaldando la piastra a 120-130' C si evidenziano tutte le sostanze prese in esame tra n ne l'anfeta mina. Quest'ultima si rivela chiaramente esponendo la piastra, subito dopo il riscaldamento, alla luce solare: appare allora un cerchio viola la cui intensità aumenta rapidamente.

PARTE SPERIMENTALE CAMERA Di SATURAZIONE.

Per poter attuare b cromatografia su strato sottile circolare sono state già studiate diver:)C tecniche. Per le no~tre esperie nze nbbiamo approntato delle camere di saturazione scrvendoci di essiccatori di note,•oli di memioni (altezza cm. 30, diametro cm. 25). Vedi figura n. l. Nella parte centrale del coperchio si è innestato un imbuto separatore col tubo di efflusso tirato a capillare in modo da permettere un lento e preciso sgocciolamento dell'cluente. r-.:ell'interno della camera abbiamo posto un supporto di metallo sul quale vengono adagiate le p1astre perfettamente in piano. Per ottenere l'ambiente 'aturo .,j mettono sul fondo ciel recipiente :1lcuni ml. di cluente.


Fig. 1. - Camera di saturazione.

P REPARAZIONE DELLE PV\STR.E.

Le piastre di vetro ( 15 x 15 cm.) sono state preparate con lo stratificatore automatico Carlo Erba modello 25/11, usando per il substrato Silicagel G secondo Stahl della Mcrck. li Silicagel si sospende in acqua distillata (l: 2) e si agita per qualche minuto in modo da ottenere una massa fluida ed omogenea. L'esperienza ha dimostrato che con la tecnica circolare, per ottenere separazioni più nette, è prderibilc operare con substrati dello spessore di mezzo millimetro. Le cromatopiastre appena preparate vanno fatte asciugare all'aria per circa mezz'ora e quindi attivate in stufa a ws· c per 30'.

MISCELE DI SVlLUPPO.

-

Butanolo-Acido formico-Acqua nelle proporzioni 12: l: 7. Butanolo-Metanolo-Formamide nelle proporzioni 7:2: l. Cloroformio-!v1etanolo-Acido acetico glaci:~le nelle proporzioni 40: 1O: 1.


R EATIIVT DI RTVELAZIO~E. l) Reattit•o alla ninidrùlll modtfimto:

- \Oiuzione ,\: 50 mi. di ~oluzione di ninidrina in mctanolo assoluto allo 0,2 IO mi. di acido acetico glaciale, 2 mi. di 2,4,6 trimetilpiridina (Collidina sim.1; soluzione R.: 50 mi. di soluzione di nitrato rameico all' l , in metanolo a~>olu to.

Le w luzioni A e 8 vanno rne~cola te prima dell'uso nel r:l ppo rto 50:3.

2) Reattivo di Folin-Cioculteau: - in un matraccio di mi. 1500, mu n ito Ji cono a smeriglio, , i pongono IO:> gr. ,h sodio tungstato e si ~olubiliaano con circa 700 mi. di acqua in cu i già sono sciolti 25 gr. di 'odio molibdato. Si aggiungono poi 50 mi. di acido ortofostorico :~11'85 ~ (densità l.li ) c 100 mi. di acido cloridrico (d('nsid 1,1 8- 1,19). Si fa bollire b miscela a ricadere pa IO ore c :Il termine ~i ag~JUngono 150 gr. di solfato dt litio e poche gocce di bnm '· continuando l'ebollizione. a recipiente ::tperto, per altri IO minuti. Si bscia raffredJan : si travasa in pallone tarato da 1000 mi. portando a vol ume con acqua distillata e'Il Ln preparazione di que~to reatri\'O, come si n:de, l: plliLLosro com ples~a. ma c'' ' ~ facilmente reperibile in commercio. Prima dell'uso ''J di lui w .:on acqua distillata l:; ,

EsEcuziol'E DEL CROMATOGRJ\1\lM' •\. Si pongono al centro dell:t pia~tra. già atti\·ata. circa 0,001 mi. di una soluz10n.: all'l della sost:Jnza in esame. ccrc:>ndo di fare macch1e molto mccolc; si fa asciu~.n : all'aria e poi si pone la piJ\tra \te,\::t ,ul supporto nella camera· òi ~'iluppo. in p~ano

Fig. 2.


~rfettamente orizzontale allo scopo di onencre un fronte il più pos>ibile circolare. St chiude col coperchio, m mamera che ti capillare di cffluç,o corri~ponda e,:mamentc al centro della macchia, c >i fa ~cenJerc l"cluente una goccia ogni minuto circa.

Quando la circonferenza dell'cluenrc ha raggiunto il di:unetro di lO cm. (dopo cir ca lh), si toglìe la piastra, >i :1sciug:1 ~ll':~ri:., si spruzza con il rcattivo di rivelazione ed infine si pone in ,tu fa a 120-130" C. Dopo 10' cin.-a compaiono degli ::tndli concentrici che \i differenziano per colore e per \'alori di Rf. L'anfetamina. come st ~ già ac.-ennato, ,j mette in evidenza <::>ponendo b pia,tra ancora calda :~Ila luce sobre. Si riporu in fotografia una cromatopi~~tra con sincfrin::1. nN-sinefrina. hutcc..lrin:t. ln tabella vengono r3ffrontati i valori degli Rf della cromatografia circobrc con quel li clclb cromatografia a~cent.lente. c k l'olorazioni ottcnurc con il reattivo alla nint drina modificato rispetto al reanivo cl.w.i.:o (ninidrina 0,2 gr. in 100 ml. di huta nolo) (21 ). L'eluente impiegato. in entrambi c;l\t, c:- quello costituito da: Butanolo- \wlo form ico-Acqua nellt• proporzioni 12: l: l.

VALORI DEGLT

Rf .E COLO RAZIOI':I.

C.S.S. :h.-:endentc

C.S.S. Circolare

Nome genenco

RhiOO

Re.mivo all:1 niniùrina

Rf\1 00

Reatt. 11inidrina modificato

Adrenalina

rosso-bruno

20

rosa

Nor-adrenalin:t

giallo-hruno

50

rosso-bruno

Isoprenalin::t

gi:11lo-hruno

Sinefrina

ciliegia

'i (i

aranc10ne

Folcdrin:l

ci liegi::.

60

giallv "iolaceo

Nor-si nefrina

51

Rutedrina

marrone .-:hi:tro

ara neto

giallo

cilieg•a

so

ro~so-a rancio

Fcnilcfrina

46

ros:t

50

rosa

fcniktcfrina

52

ci liegia

60

l ciliegi::.

Nor-fenilcfrina

59

m:1rrone

70

giallo

Efedrina

45

5S

ctliegia

giallo-bruno

()()

ciliegia

gi::1 Ilo-bru no

HO

viola

Mctil anfet:1mina Anfetamina

62


286 CONCLUSIONI Nella cromatografia su stmto sottile ascendente b scparn10ne delle :tmine smrparico-mimeriche non è sempre wdclisfacente poiché gli Rf non sono quasi mai npmducibili e spesso i valori sono molto ,-icini. Inoltre ,-a comiderato che quando le r r.lc;hie si presentano un poco allungate l'identificaziOne delle sostanze diventa più dif. fìcoltosa. Con la cromatografia su strato sottile circolare oltre ad a\·ere una cost:mte n,m>ducibilità dei ''a!ori degli Rf, si h:1 il vantaggio di ottenere più nette separazioni an,hc tli sostanze con piccoli scarti di Rf. Il reattivo alla ninidrina modificato può comiderarsi un ottimo rh·clatore s;J pc la sua sensibilità, sia per i differenti toni di colore che si ottengono con le varie amr nc. Il reattivo di Folin Ciocalteau risulta utilissimo non solo per distinguere le idro''ifenilamine dagli altri simpatico-rnimctici non o"idrilati. ma anche per poter drffcrenziare le mono dalle diidros~ifenilamine.

Rr \SSL' :•no. - Gli AA. de,cri,ono una tel nKa cromatografica su 'trato suttrl< circolare per b separnione di alcune aminc simpatico-mi metiche. L'impiego del reauivo alla ninidrina modificato permette una buona ri,·ebzion{ con evidenti variazioni cromatiche. JUs m.rÉ. - Lcs A.1\. expo,cnr une tecnique de chromathographie circulairc cn couche minces pour la séparation de quelqucs ammes sympathicomimétiques. L'emplcn tlu réactif a la ninhidrync modifié donnt' une bonne révél:nion ~r vcc claires v:1riations chrom:rtiques. SuMI\lARY. The A.A. describe ::r technique by means of circul::rr rhin-l:ryer ch rom:rtography for separation of some ~ympathomimeric amines. Thc use of ninhydrin modificd reagent pennns a good re.ebtion with clear chrumatic ,·aratiom.

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O!'>I'E01\LE Mll. rl .\RE DI FIRFNZE Direttore: Col. Mcd. Don. G. z\\II'FILI

GENERALITÀ E CONSIDERAZIONI SULLA COSTITUZIONE DEL CENTRO SANITARIO NELLA ZONA DI COMBATTIMENTO * T cn. Col. Mcd. t.S.G. Dott. Rosario Basile, l. d.

l. . PRHIESS.I.

Jl ta~!Wtivo amcrimento \Uggaito e,o,cnzialmt:nre d~ motin di dife~;l <. Ji curezza - nea Centri Loghttci (CC.LL.J degli organi esccutll i del Scntzio di S nit~ trova tempcrnmento nelln recente normativ:J, che pre,·edc un::t loro enucleaziou. - condizionata a seconda delle Zone Logistiche - dal C.L. per 1:1 costituzione di uP orgJni'>mo unitario ed omogeneo: il Centro Sanitario (C. Sa.). In effetti, accamo al prohlema dcll.t ..,,curezza nel quadro clelia unirarietà dd 1 difc,a vicin:1 che comigliava l'inclmione dei suddeui org:1ni nel C.L., argoment non meno valid i premevano con crescente incidenza - per una soluzione cliJme tr:tlmcnte oppo~ta: - nece\\aria trJnquillità nelb cura degli uomini a\lertlla dal per,on:tlc samt:trio;

c'>ig<.nza particolarmenlt

- consq.;ucn te neces\it:t Ji evitare l'immanente esposizione degl i orgnni sanit:m a tulli i tipi di offese dirette contro il C.L. · ohierti1o, per su:t natura. remuncrativo: - economia di personale. di mezzi c di atti l lt;Ì di \'aria natura che ' l wol!!on" ncll'unerno di un complc~~o unitario cd omogeneo, :1 fattor comune per rutti gli or g;111i in esso di~locati; - opportunità - per gli organi -.:lllitari - di disporre di propri :l''i di rifor sgombero. a di,t.tnza dal traffico com·ul'o cla e per t! C.L.; - comcnienza di ri,pcttare le com·enz1oni tlllernazionali con la rcalizzazion(· delle condizioni per fruire ddl'immunit~ prevista per gli organi ciel Servizio di Sanità. nim~:nto e

Scopo de ll a presente nota è di rikrirc sui ca'i di costituzione del C.Sa., alla luce della normati1.1 logistica attuale.

L'cspres.sione « Centro Sanitario, compare. per l.t prima \'olta. nell'allegato al fo glio 10220/222.o.3 in data ~1"12-1963 dello SME, ,he codifica la ..cguente definizione. con e'elusivo nferimento ::tlle Grandi Unità corazzate e meccanizzate (GG.UU. cor. e tn('cc.): «- assume la denominazione eli Centro Snnitario (C. Sa.) un complesso di organi campali del Servizio di Sanit;t (più Centri Chirurgici al':mzati ed. e1cntualmen• Lavoro pervenuto in Red.11.1onc ti 27-5·H)o6.


te. a ltri organi esecutivi) schierato mettendo in evidenza il simbolo delb Croce Rossa e realizzando le condizioni per fruire dell'irnmunit~t previ~ta dagli accordi internazionali. Il Cent ro Sanitario è sotto il Comando del più eleva to in grado od anziano degli ufficiali medici presenti ,, riservando al Capo Ufficio Servizi della G.U. la rappresentazione, al Comanùantc, ùcll'opportunità ùi costitu ire un C. Sa. con organi del Servizio inquadrati nel Ragg ruppamento Ser vizi e limitandç>ne, peraltro. la costituzione a reali esigenze con espressioni restritt ive. quali «se del caso». «in relazione alla situazione ed all'ambiente». G li stessi criteri informatori si r itro\'ano nella eire. 10240/222.20 in data 1-3-1965 dello SME «L'organ izzazione logistica del le GG .UU. coraz7ate e meccanizzate ». che sostituisce la già citata eire. 10220/ 222.03, d iramata ::~ titolo ~pe rimcmalc.

L'opportunità - peraltro avvertita nnchc in sede addestrativa - di estendere a tutte le GG.UU. ele ment::~ri. ai Corpi d'A rmata in l schiera cd a tutte le Zone Logistiche i provvedimenti previ~ti per le c;G. UU. cor. c mecc. viene s:1ncita nella eire. 10230/22Ì.20 in data 31-12-1964 dello S"YtE << Pn.:cisazioni sulla dottr ina logistica », che in va ri punti chiarisce: « - assume la de nominazione di Centro San it:1 rio (C. Sa.) un complesso di organi del Servizio di S::tnità. essenzia lmente di ricovero c cu ra. schierato mettendo in evidenza il s1mbolo della Croce Rossa e realizzando le condizioni per fruire dell'immunità pre\·ista dagli accordi internazionali. Il C. Sa. di Intendenza o di Grande Unit3 è sotto la Direzione ( l ) del più elevato in grado degli Ufficiali medici presenti»; « - allo scopo di snellire il Centro (Logistico delle GG. UU. elementari e del C.A.). ridimensionandolo dal punto di vista spazialc, occorre considerare la possibilità di riun ire gli organi eli rico\'cro c cura in complessi sanitari posti in forma palese sotto la protezione dell'immunità garantita al Servizio c dislocati in modo da evitare che la corrente dci rifornimenti c sg-omheri li attr::~vers i o passi nelle loro immediate vicinan ze. Il provvedimento, di attuazione frequente, consente inoltre un più efficace funz ionamento del Servizio d i Sani t:t ed agevola la sostituz ione di Ospedali da campo saturi da p::~rte d i formazion i d i Intendenza »; « - a differenza eli quanto prcvisro per la Zo.Pri.S., nel h Zona dci Servizi di Intendenza la costituzione di complessi sanit::~ri a sé stanti riveste carattere d i normalità ». Sin qui la normativa logistica in vigo re. Risulta, quindi, definito e codi fi cato che la costituzione del C.Sa.: ~ nella Zona elci Servizi d i Inte ndenza (Zo.S.I.), riveste carattere di normalità: - nella Zona dci Servizi di T Schiera (Zo.P ri.S.), non ha ta le carattere, c~­ sendo eventuale - anche se di ::llluazione frequente - in relazione alla situazione ed all'ambiente. In ta li condizioni. l'alternativa della costituzione dei Centri Chirurgici avanzati (C. Ch. :1v.) - inclusi nei CC.LL. - resta operante.

3. - !L Ct::-JTRO S,\;o.:ITARIO t\1 V;\Rl LIVELLI LOGlSTICJ . La difformità ùi criteri seguiti in Zo.S.I. ed in Zo.Pri.S. appare imposta dai particolari vi ncoli - legati al valore intrinseco ed al ruolo funz ionale delle due Zone L ogistichc nell'ambito dell::t Zona d i Combattimento (Zo . Cbt.) - che incidono in misura diversa c determinante. ( l J Si noti la voce «Comando > della precedente definizione sostituita da <<di reper precisare il caratte re tecnico-:umninistrativo di rale azione.

zione~


a. In Zo.S.I. i\ parte le esigenze. a fattor comune. dì cui al par. I. per la costituzione norme~/<" del C.S:t. è da presumere che abbiano a\·uto una parte rì~olutìva le seguenti .:ons derazìonì: - più facile reperimento di arce idonee per uno schìer:uncnto autonomo del C.L c degli organi esecutivi sanitari; - più estesa dimensione sp:niale dei due comple~~ì, che ~uggcriscc l'opportunit.'t di evitare la costituzione di arce a forte densità di organi c~ccutìvi; - pÌLI efficace sicurezza per gli organi sanitari, nel quadro dc:b dife~a delle retruvic; - minore immediatezza dì ripercussioni negative delle fluttuazioni dell'.u~.• dclht battaglia e - quindi - ma.l!gìor ~icurez7~1 indiretta per il dìspositi\'O logi~uw. i cui comples~ì possono esx:re frazionati e diradati con minor pcncolo.

b. In Zo. Pri. S. Per contro, è l'esame della silll:t7ione ranica c dell'ambiente nnturalc che condizion 1 l'inglobamcnto delle formazioni sanitarie nei CC.LL. - r){'r 1:1 costituzione di C. C:h. av. - o b loro enucleazione - per l:1 costituzione del C.Sa. Appare evidente, infaui, che in una situazione di in~icurezza - in cui l":HtiYit:t di g-uerriglia sia consistente o un'azione 3\'Versaria di invt''>limcnto preYeùìbile - ul in un :1mbicntc naturale - nel tluale la compartimentazione del terreno sia spiccat.1 c la rete \tradak scar~a - ri,ulti consigli:tbile il ricor~o alla CO\tituzionc dci prcYi\tl C. Ch. :l\'., che trovano idonea difesa nel C.L. c ragion d'es,ere nella necessità di :l''i cur:ue alla G.U. più di una po\,ibilità nell'anività di ricoYero c di cura urgente dc' personale. D'altra parte, situnione tattica di prevedi bile sicurezza, <Il lÌ\ ità guerrigliera inconsistente - o Yaliùi motivi per ritenere che l'a\'\'ersario rispetti l'immunità pre,·ista per le formnioni sanitarie -, amhienrc naturale scarsamente com p:trtirncntato, disponi bilitj di sp:tzìo e di buona rete strndalc, suggeriranno b co~t ituzionc del C.Sa. Pemltro, le deduzioni tratte dalla valutazione della Situazione e dell'ambiente na

tura/e potrebbero far cotuiderare l'opportunità della costitu-:rione - in Zo.Pri.S. foHe immanente dt Centri Chirurgici enucleati dai CC.LL., qualora - da tm lato il pericolo di penetrazioni at•t•ersarie nel dispositit•o ed irnlez•ant<" la guerriglia e dall'altro - l'ambiente natumle rimftttue molto compartimcnttllO. Tale soluzione -· non prc,·i~ta dalla normativa in \'igore - potrebbe soddisfare le e~igenze di ordine tattico - as,icurando alh G.U. piLJ fonti di sostegno per la cura urg-ente degli uomini c di ordine prettamente sanitario - realizzando le condizioni per fruire ùci Yantaggi citati per il C.S:t .. 4. - CoNr.LUSJO>JE. L'i,tituzionc del C.Sa. colma :tlcunc brune - g ià a,·vcrtitc c rappresentate dagli orgnni ~nnitarì - nel campo dottrinale cd organizzntivo. Il C.S:t. è \'isto in funzione di coagulazione dì organi ~ principalmente di ricoYcro c cura - allo scopo di rendere più operante e<l anche funzionalmente più efficiente il di~po,iti\·o logistico sanitario. In Zo.S.I., la normulit,ì dclln costituzione può essere considerata come lo scalamento a livello Zo. Cbt. dd concetto di Zona Sanitaria pre,·ista per la Zona Territori:tlc (Zo. T.).


In Zo.Pri.S., l'eventualitù della costituzione in linea, dd resto, con la duttilità della dottrina - rappresenta il punto di armMizzazione di esigenze - non sempre sovrapponibili - di ordine tattico e di ordine sanitario, nel quadro condizionatore della situazione e dell'ambiente contingenti.

RIAssuNTo. L'A. riporta hreyemenre i criteri che hanno informato l'istituzione - nello Zona di Combattimento - del Centro Sanitario, quale complesso unitario ed omogeneo di organi esecutivi sanitari - enucleati dai Centri Logistici - e ne rileva i vantaggi. Alla luce della normativa logistica in vigore, vengono fatte alcune considerazioni sul carattere normale che la costituzione del Centro Sanitano riveste nella Zona dei Servizi di Intenùenza e sul carattere eventuale nella Zona dei Servizi di T Schiera, considerato che iu quest'ultima Zona Logistica non si possa prescindere dalla valutazione della situazione tattica e dell'ambiente naturale - unici fattori condizionntori - per re:1lizzare l'armonia di esigenza - non sempre sovrapponibili - di ordine tattico e di ordine s:1nimrio. RÉst:MÉ. L'A. rapporte brièvemcnl le~ principes qui ont informé l'institution dans la Zone du Combat - du Centrc Sanitaire, comme ensemble unitaire et homogène de formations sanitaires - séparées des Centres Logistiques - et en relève les a vanuge~. D'après l'actuelle doctrine logistique, on fait quelques considérations en ce qui concerne le caract~re norma/ de la constitution du Centre Sanitaire dans la Zone des Serviccs d'Intendance et le caractère éventuel dans la Zone des Services de I ère Ordonnance. Il faut considérer que dans cette dernièrc Zone Logistique l'évaluarion toute seule de !a situarion tactique et du milieu natura! conditionne l'harmonisation des exigences tactiques et sanitaires.

SuMMARY. Criterions (or institution - in the Combat Zone - of the Sanirary Center, as sanit:lry formations unitarian and homogeneal whole - out of Logistic Centers - are reported and aclvantages remarked. In line with the present lo~istic doctrine, some first principles about the normalitv of constituting S:witary Center in the lntcndence Services Zone and the eventuality in the rs• Rank Services Zone are taked imo consideration. In this Logistic Zone the con~titutin~ Sanitary Center is dependent on alone valuation of tactic situation and natural ambienl.

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o. - M


RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA

RECE~SIONI

DI LIBRI

Eu o GuzuNTI • PAoLo TRIPODI: L'ospedale e la Medicina .rociale, Edito dall'Istituto Italiano di Med icina Sociale, Roma, 1966 (vol. di pagg. 335). ln que5ta monografia, edita dall'htituto Italiano di Medicina Sociale, gli :\.\. hanno preso in considerazione l'istituto o~pedaJiero e la medicina sociale nella con vinzione che l'e,oluzione subita d:tlla medicina, particolarmente negli ultimi deccn n. imponga oggi all'istituto ospedaliero di innovare la sua struttura e le sue funzioni non solamente per adeguarsi al progresso scientifico e teorico ma per rispondere adeguatamente alle ist:.nzc che scaturiscono dalla società attuale. L'ospedale oggi, come è unanimamente riconosciuto, deve svolgere diverse funzioni che esorbitano dal tradizionale c fondamentale concetto della cura per adcgu:u:.i alla moderna concezione della medicina che, proprio per rimanere fedele alla ~ua unitarietà. viene sviluppandosi su tutto l'arco che precede, accompagna c segue ogni C\'ento morbo~o. Secondo que~ti concetti gli AA. hanno suddiviso il lavoro in sette parti. Dopo aver delineato l'ospedale, l'assistenza sanitaria in genere c b medicina sociale, anche nella storia della loro evoluzione, gli AA. chiariscono quelli che, a loro avviso, sono i punti programmatici sui quali deve fondersi l'azione dell'istituto ospedaliero nel quadro della medicina sociale. 'ella seconda parte. passano ad esaminare quegli a~peui della medicina pre,•entiva ai quali l'ospedale può apportare un fondamentale contributo concetruale ed applicativo. Nella terza parte vengono esaminati gli aspetti sociali della medicina curativa e, tra questi, gli AA. pongono in rilievo gli stretti rapporti che intercdrrono t ra le assicurazioni sociali eli malattia c gli ospcdnli: in particobre considerazione vengono presi quegli aspetti dell'nuivirà ospedalicra, quali la banca dci tessuti e ·il S<'rvizio medico \ociale che bene esprimono i nuo,·i orientamenti dell'ospedale a vantaggio della comunità. L1 quarta parte è dedicata alla medicina r icostruttiv:~ c di riabilitazione ed in questo quadro non poteva mancare la trauazionc del problema dei lungo degenti, dei malati geri:1trici c dell'ospedale eli giorno. Nella quinta parte vc~ono esaminate alcune attività ospedaliere (eli ricerca, la sperimentazionc dei farmaci, l'attività formativa, la funzione didattica ecc.) che gli AA. ritengono indispensabile estendere ed approfonclirc nell'interesse dei singoli c della società. La sesta parte è totalmente dedicata ai Centri per le malattie sociali. i quali, re>centemente propo~ti all'attenzione del mondo medico dal Ministero della Sanità, promettono, se bene impostati ed org:>nizzati, una maggiore conoscenza e una migliore possibilità d' intervento per tutte quelle condizioni morbose che sono considerate di interesse sociale.


Nella settima parte gli AA. si dichiarano convinti che un ospedale operante secondo i concetti ed i mezzi della odierna medicina sociale deve essere diretto da un medico particolarmente versaLo e specializzato !n questi problemi. con il prezioso ausilio e la valida collaborazione di altri esperti in guelle attività collaterali che tanta parte rivestono nella moderna org:111izzazionc ospedaliera. Gli AA. concludono che è indispensabile un'opera di profondo rinnovamento concettuale ed applicativo delle strutture su cui poggia l'assi~tenza sanitaria in Italia; solo attraverw questo rinnovamento ed in un clima di reale collahorazione tra l'ospe· dale e le altre istituzioni dedicate :1ll'assistenza sanitaria c1uesr'ultima potrà adeguarsi a guella azione medico-sociale che è in corso in molti Paesi in ordine al progresso scientifico c sociale che caratterizza la nostra epoca.

Psicologia dello Sport (Sports Psychology-Psychologie du Sport) Ani del l ° Congresso Internazionale di Psicologia dello Spon - (Roma, aprile 1965) - Ediz. F.M.S.l., Roma 1966 - vol. di pagg. XVT - 1295 - L. 18.000.

FERR UCCIO ANTONELLI:

A cura della Federazione Medico Sporti va Italiana sono stati pubblicati gli Atti presentati e redatti dal Prof. Ferruccio Antonelli - del [° Congresso Internazionale di Psicologia dello Sport. che si celebrò a Roma, nell'aprile 1965, presenti oltre 400 congressisti, ottenendo un eccezionale successo organizzativo e scientifico. A testimoniare l'importanza dell'iniziativa vale ricordare che nel corso del Congresso si costituì l'« Intcrnatìonal Society for Spoorts Psychology l) (di cui fu eletto Presidente il Prof. F. Antonelli) e che, dopo di esso, società nazionali di psicologia sportiva sono state fondate in diverse nazioni. La manifestazione romana può definirsi l'autentico atto di nascita della pstcologia scientifica mondiale applicata allo sport. Gli atti che ne raccolgono e riportano J'eco completa sono indubbiamente dcsLinati a costituire l'indispensabile base da cui partire per qualsiasi ulteriore studio sulla materia. Il volume comprende 70 relazioni, 51 brevi interventi , 95 comunicazioni, per un complesso di 216 contributi scientifici da parte di 237 Autori di 27 Nazioni. Questi gli argomenti delle otto sedute simposiali che costituirono l'ossatura del congresso: validità scientifica della psicologia dello sport, psicofisiologia dell'attività sportiva, psicodinamica dell'agonismo, psicopatologia e psicoterapia nel fenomeno sportivo, aspetti psicosociali dello sport, aspetti psicologici dello sport militare, aspetti psicolog ici dello sport e dell'educazione fisica nella scuola, aspetti psicologici dello sport femminile. Conclude l'opera una raccola bibliografica di quasi 2000 lavori finora pubblicati in tema di psicologia dello sport, redatta a c ura dì Olsen, Recla, Kunath e Antonelli. I contributi al congresso sono pubblicati nella lingua originale con cui vennero presentati: italiano o inglese o francese. F. BARRIERI


RECENSION I D A RIVISTE E GIORNALI

ANESTESIA E RIAN/MAZTONF. E.T., DuNCAN D.L., DuNCA:-< D.R.L.: A new technique for firJt aid rnom treatment of victim of exposu1·e to cold temperatures. (Una nuova tecnica per il tratta mento, in sala di primo ~occor~o, di infortunati esposti a temperature irec.lde). - Mil·itary Medicine, 196'5, l, 79-81.

FF.LTZ

Gli AA. presentano un nuovo metodo di riscaldamento corporeo globale. impiegato nel primo soccorso degli sciatori c he, avendo riportato lesion i traumatiche, sono rimasti esposti all'aggressione ipotermica a mbien tale. Prendendo lo spunto dalle esperienze di Cousteau sui palombari, gli AA. h:mno allestito una sala di primo soccorso, nella quale l'infortunato viene collocato su un apposito tavolo di legno, con l'interposizione di un materassino, e sottoposto ad irr~g giamento ad opera di una batteria di quattro lampade a raggi infrarossi, appese al soffitto ad una distanza di circa un metro dalla superficie del tavolo di trattamento e capaci di erogare una temperatura di 30°-35°C. In un bienno 250 scintori infortunati ricevettero tale trana mento <l Monte Alyt' ska, nei pressi di Anchorage in Alaska, non furono registrate controindicazioni oJ intollcranze nei confronti del nuovo sistema di riscaldamento corporeo, che, pertanto, potrebbe trovare utile applicazione nei posti di primo soccorso campale, sia militnri che civili Precauzioni tuttavia, dovranno essere osservate in caso di gravi congelamenti od assideramenti: l'aumentata temperatura della superficie corporea, indotta dalle lampade calorifiche, causerebbe vasodilatazione periferica e perdita di calore corporeo. con possibil ità di disturbi circolatori e d i fibrillazione v-::ntricolarc. L'articolo, corredato di tre figure illustrative, fornisce esaurienti d:lti tt>cnici in relnionc allo specifico sistema di trattamento d'urge01za. M. CrROt"E

S., CnAKRAOARTY K.: Embolia gm.>.<O.<ll tmttata con ventilazione artifìàale a pressione positiva intermittente. (Fat cmbolism treated with intermittent positive pressure ventilation). Rrit. J. Anaesth. 39, 71, 1967.

G.u.LoN

Gli Autori hanno trattato tre casi di emholia grassosa ricntrabili nel secondo grado della classificazione el i Sevitt (gra \'e sintomatologia respiratoriJ: edema poi monare acuto, cianosi, iperpiressia c cerebrale: incoscienza cd edema cerebrale) a mezzo di ventilazione automatica a pressione positin !mermittente sotto sedazione con neuroleptanalgesia e frequent i toelette bronchioli ott raverso una tracheostomia ed infine assiduo controllo dell'equilibrio idro-elettrolitico con personale specializzato. Per abbreviare il periodo dell'incoscienza è risultata utile una leggera ipotermi:J dei malati (ad una temperatura d i 33"C). Il periodo medio di trattamento è stato dai d icci ai quindici giorni .

C. AL TlSSf~!l


J.H., GJSSn; A.J., NAsTK W.L.: Effetto degli agenti anestetici volatili sulla trasmissione neuromu.<eolare. (The effect of volatile anesthetic agents on neuromuscular transmi~>ion ). J\nesthesiology, 28, 128, 1967.

KAlliS

Gli Autori, usando il muscolo ~artorio di rana in bagno in soluzione di Ringn attraverso la quale veniva gorgogliata una miscclla di ossigeno e di etere o di alotano pro. veniente da un apparecchio di anc~tcsia, hanno in due ~crie di esperimenti, stimolando elettricamente il muscolo, sta bi liro la perccn tuale concentrativa di anestetico utile per deprimere la tensione muscolare ed esplorato b zonJ postgiunzionale per saggiare la chemiosensibilità della membrana postgiunzionalc. Dalle ricerche è der ivato che anestetici generali come l'etere e l'alotano bloccano la trasmissione neuromuscolarc in vitro principalmente perché riducono b sensibilità della membrana post-giunzionale all'acetilcolina. Durante l'anestesia generale, il miorilas$3mcnto prodotto dagli anestetici volatili predetti è probabilmente soprattutto da attribuire alla loro azione centrale piuttosto che a quella periferica. Tuttavia, anche in tali condizioni, l'azione periferic;1, che comporta una riduzione della sensibilità della membrana post-giunzionale all'acetilcolina, non è trascurabile c potrebbe ri.>ultarc importante quando la trasmissione ncuromuscobrc è ostacolata dalla presenza di agenti curarosimili o da malattie neurologiche.

c. ALTJSSIMJ

CARDIOLOGIA

A. DALLOZ C.. CHABOT M., MAR'J J]'; F., GALLAVARDI N L e FROMF.NT R.: Le.r souffle>: systolo-diastoliques thoratique.<. Mal. ca rdiovascol. 1965. 6, 165-21 O.

SAJNT-P I ERR E

E' una pondero>a ras.>egn:~ .> u que~ro argomento molto importante sotto gli angoli fisio-patologico, anatomo-clinico e terapeutico che gli AA. hanno condotto sulla base della letteratura mondiale c su casistica personale. L a noz.ionc d i soffio sisto-diastolico (SSD) prccordiale. in opposizione con i doppi soffi, ha preso import:1nza sin da quando Gibson nel 1900 ha descritto il soffio continuo del canale arterioso persistente. l SSD si distinguono dai doppi soffi card iaci, perché. mentre questi sono formati da due elementi disti n ti c separati da i toni card iaci, i primi invece si ascoltano nelle due fasi della rivoluz ione cardiaca senza hiatus fra le due metà sisLOiie<l e diastolica e con inglobamento o maschera mento del II tono. 1\'cl caso dei soffi cardiaci doppi il giuoco valvolarc genera necessariamente una segmen tazione di ogni vena liquida anormale, per cui i due clementi sistolico e diastolico si d isting uono perfino nel timbro. Nel caso dei SSD invece si t ratta rli una vena liquida a flusso continuo. non sottomesso ad un gi uoco valvola rc, a direzione uguale e quindi con timbro costante, solo che la intensità può va riare nel corso della rivoluzione cardiara. Vi sono differenti categorie di SSD, ma le pr incipali sono i ~offi da shunt (vascolare o vascolo-ca rdiaco), i soffi venosi puri cd i soffi arteriosi pu ri. Queste varie categorie vengono descritte molto analiticamente con una r icchezza di dettagli anatomofunzionali, clinici c di ricerca strumentale, con gli elementi eli d iagnosi differenziai{' sia fra eli loro che con i soffi doppi. L'itinerario diagnostico che un med ico deve percorrere parte anzitutto dal canale arterioso, d i cui vengono descritte soprattutto le forme atipiche. Subito dopo, in ord ine


di frequen7.a, bisogna prendere in com1derazione i soffi vcnosì ìmponanti sopranutto perché molto spesso sono innocenti (soffio venoso giugulare parafì~iologico). La rassegna si sofferma anche sui casi più rari (come la finestra :torto-polmon.m·. la rottura di un'aneuri~ma del seno di Valsalva, le fistole coronariche) e su q ud!i eccezionali. Gli .\:\. in~istono sulla importanza ùi una diagno~i precisa delle cause dei SSI l con tutti i mezzi strumentali a nostr:J disposizione oggigiorno, perché le possiht h1 1 terapeutichc chirurgiche applicabili di volta in volta possono portare ad una guarigiont completa. MELCH!O:o-:0\

M>\SCHIO

G., CALZAVAR,\ G. c DALl-A VoLTA S.: La mioc·ardiopatia ipertrofica ostruttit'.t.

Ree. Progr. Meù. 1965, 39. 327-381. La miocardiopatia ipcrtrofica o~truttiva (MTO) fu così denominata da Cohen coli. nel 1964. Studiata per primo da Brock, nel 1957, che le diede il nome di ~ O\tru zìonc fun7.ionale del ventrìcolo sini~tro ,, fu poi variamente denominnt:J con una \{'1 minologia che metteva dì volt:J in volta in evidenza o il carattere :ln:ltomopatologìn o quello dinamico o quello clinico. Essa rìemra fra le miocardìopatìe primitive ::~d etiologia ancora oscura. proh;1b1 mente dovuta ad una m:1lformazione congenita stabilitJSI nei primi me~ì di vita embrw naie, spesso ereditaria e tra~mess:t con c~1rarterc mcntleliano dominante, a frequrn7.t non ancorr~ hcnc stabi lita c che predilige il sesso maschile e l'età giov~lllC·adulta. La su:l caratteristicJ ::~naromo-p:ttologira è una marcata ipertrofìa miocardica \l"t delle pareti ventricolari, \pecic di <1uello sinistro. ma soprattuno dd setto intencntn colare che protrude nelle cavità \'Cntricolarì a lì,·ello della regione ìnfundìbolare. htol()gicamente è presente una ìpertrofia cd ìpcrplasia delle fibrocellulc rnu.colari con 70ill' dì sclerosi cd assenza di segni di degenerazione od infiammazione. La su:1 c:tratteristica cmotlinamica è data da un osracolo allo ~~·uot:tmcnto 'entri colare che sì differenzia dalla comune ~tc nosi aortica \'ah·olare per la .,cde dell'ostacolo (SOttO\';th·o)are) C dalla stenosi SOUO\.tholare di tipo fibroso perché Ìn questa J'o~taco(o è fisso, mentre nella MIO l'ostacolo è dinamico e ~i crea nella seconda metà della sistole ,·entrìcolare a causa Jella ipcrtrofìa muscolare. Sì crea pertanto un gradiente di pressione tr:lnsinfundihobrc, il quale però non è costante (solo nella mcso-telesistolc) cd è inoltre molto variabile.: nello stesso individuo. tanto da richiedere :l volte manovre fisiche o farmacologiche per essere su\Citato. Fra le prime vanno ricordate lo sforzo e la manona dì Valsalva e fra le seconde la prova con l'isoproterenolo, con la nìtrOj!lt ccrina, con i cardiocinetici del tipo dìgitale-strofantìdina. Vario è naturalmente il meccanismo d'azione di tutte queste prove. ma in definitiva esse agi~cono c reando una maggiore contrazione ventricolare e pertanto una maggiore ostruzione nella camera di efflusso ventrìcolare sinistro. An::tloga azione, stimolante la contra1ìone ,·entricolarc, ha il sala~so e lo shock. Per quanto riguarda l'isoproterenolo sembr::t che esso agisc:1 per b ~ua azione di puro srimolante dci recettori beta-adrenergici perché infatti la metoxamìn::~, che stimola i recettori alfa-adrenergici, non ha alcun effetto sul cuore. Un aumento, talora vi~toso, del detto gradiente, si ha anche ndla battuta post-extm sistolica. La ~inromatologia clinica è caratteriz?aca da: dispnea da sforzo (:t volte ::tnche a riposo e paro$sistìca not:urna), angor da sforzo. epì,odì >incop:~li d:l ,forzo {non -.ono


rar(: le morti impronisel, il cardiopalmo, le vertigini, l'astenia c la tachicardia parossivolte però l'anamnesi può essere completamente muta. Nell'esame obiettivo si osserva un impub>o apicale ipcrdinamico ed a volte doppio, un soffio sistolico che ~i differenzia da quello della stcnosi aortica \'alvolare c sottovalvolare ad ostacolo fisso per avere il suo epicentro fra il Il cd il IV spazio intercost:J ie sinistro in prossimità della linea margino-~tcrnale, di timbro a~pro, di intensità 2 / 6 5/6. rara mente propagante~i ai vasi del collo. Fonocardiograficamente esso è un soffio da ejezione sistolico di ampiezza elevata, a diamante e soprattutto dislocato nclb f,1sc medio-terminale della sistole; un soffio si~tol ico puntale associato in sede punralc può essere espressione di una insufficienza mitralica dO\'Uta a spostamento del lembo aortico della mitrale in seguito alla iperrrofia ventricolare sinistra (sindrome pseudo-stenosi aortica-insufficienza mitralica di Soulié). Fra i reperti strumentali notevoli informazioni sono date dall'esame radiologico (ingrandimento ventricolarc ed atriale sini~tri -assenza di calcificazione e di dilatazione aortiche) c da quello clcnro-vettorcardiografico (ipertrofia vcntricolare sinistra marcatasovraccarico sistolico-ischemia sottoepic:mlic:J 1. ma sopra nutro dallo sfigmogramma carotideo e dall'esame c:ltetero-angiocardiografico. Il primo è caratterizzato d:1 una elevata e ripida ond:~ di percussione cui ~egue una brusca caduta che si continua poi in un'onda secondaria lenta, ampia, cupoliforrnc (netta differenza con le srcnosi :~orti­ che orifiziale e sottovalvolare fissa). Il cateterismo sin istro dimostra. a volte ~pontanea mente, a volte solo dopo pro\'a fi>ico-farmacologica, il c:~ratteri~tico gradiente transaortico :J sede infundiholare e J'adiastoli:l ventricolarc; l'ang'iocardiografia. potenziata dalla cincangiocardiografia, permette di e'id enziarc soprattutto l'ispessimento marcato a livello del cono di ejezionc del \·emricolo st nistro, specie durante la sistolc ,·entricolarc durante la quale b C<l\'ità « appare come divis:~ in due sezioni:.. La d i:.tgnosi differenziale va posta con k stenosi aortiche orifiziale e sottovalvobre cli tipo fibroso, con la insufficienza mitr~lica isolata, con il difetto del setto vcntricolare, con le mioca rdiopatic secondarie :1 processi infiammatori o degenerativi., 111:1 anche con le altre miocardiop:~tie primitive. Il decorso e la prognosi appaiono meno gra1·i rispcno alle altre miocardiopatic primiti,·e, tenendo però presente la po,.,tbtli tà di morri impron· i~. La terapia medica è ancora in fa-e sperimcnralc. Qu~dche successo, però \Oio temporaneo e sintomatico. si è ottenuto con la nctalide che, strutturalmente ... imilc all'i~o proterc nolo, è però un inibitore dc i rccettori beta-adrenergici. Si ricorda l ~ controindicazione dei cardiocinetici e della nitroglicerina. Successi incoragg innti si h:wno con la terapia chirurgica, con la resezione pnrzialc del setto vcmricolare ipertrofico o con b semplice incisione profonda di questo o con la sua distruzione parziale con il termocauterio. Gli AA. r iportano una casistica personale di i casi di cui 6 maschi c di età fra i 12 ed i 42 anni. Vengono riportati ampiamente i dati anamnestici, obiettivi e le ricerche strumental i con un commento. ~tica; a

M ELCl iiONO:\

F,JR.\fACOLOGIA

V., CtNGOL .INI E .. PRI~CIV\LL E M .: Sul contenuto 111 l'itamine del gruppo R di alcuni estratti epatici. Boli. Chim. Farm., 10-1 (1965).

AMORMINO

Gli AA. riport:lno i risultati ottenuti nelb determinazione dd le vitamine del grup· po B (H 12 , B l, B 2, :~cido pa ntorenico, ncido nicotinico, colina) in alcuni estratti epa-


tici di uso farmaceutico, iniettabili e per uso orale. E' ben noto che gli estratti ep:Htct contengono quantità variabili di dette vitamine a seconda del procedimento di rafhnazione impiegato nella loro preparazione. Le determinazioni di tali vitamine sono state eseguite da Clark c da Shaw. Qut·sti A.t\. hanno constatato che i preparati grezzi sembrano contenere più vitamine di qut 'h purificati con alcool. Gli estratti epatici comprendono prodotti iniettabili ed orali. Fra i primi annoveriamo: a) un tipo ad alto c titolo' corrispondente :ti « Liver injection • del N.1llord Formulary XII; b) un tipo <<grezzo) corrispondente al « Liver injection crude> del N.F . .'\1; c) un tipo cosiddetto <raffinato, che tleriva come il (.crude> dalla « Liver 'o lutton , dc! N.F. XI. per frazionamento alcoolico a 78°; d) un tipo proteolisato in soluzione acquosa. Le preparazioni per uso orale comprendono i ~cguenti tipi: a) un tipo (estratto orale) corrispondente al •< L1ver extrat >> del • . P. Xl; b) un tipo protcolisato per uso orale ottenuto per li~i enzimatica ed essiccamento. Si può notare che i titoli in vitamina B 12 cre~cono dal tipo proteolisato, al « cru do •· al < raffinato • e a quello ~ad alto tirolo, come da apposite tabelle ome.sse. A questo aumento, che procede con la « raffinazione >>, si accompagna un aumento del contenuto delle :~ltre vi tamine. Ciò va inteso in senso rcbtivo, nofl po tendosi comunque stabilire alcun:~ proporzionalità diretta fr:1 « raffio:~zione >> o titolo in \'itamina B 12 e titolo in ,·itamine del gruppo B.

G. BERGAMI:-11

SOMMARI DI RIVISTE MEDICO-MILITARI INTERNA Z IONAL E REVUE I~TERNATIO . ALE DES SERVJCES DE SA:-.!TÉ DES AR~fÉES DE TERRE DE MER ET DE L'AlR (A. 40. n. 1, gennaio r<)67): Egudero Valverde f. A.: Sele:lione del personale, azione psico- sociale, prevenzione in cnso di guerra dichiarata o psicologica; Darcet P. H.: A'petti del trattamento dei di~turbi metabolici in pneumo - ti,iologia; 1-/crrmann F.: Primi tcntati,·i per la riunione d1 un Congre~~ internazionale della medicina militare prim:J della prima gucrr:J mondiale. REVUE 1:-.JTER ' ATJO 'ALE DF~<; SERVICES DE $,\:-.JTt. DES ARMÉES DE TERRE DE MER ET DE L'AIR (A. 40, n. 2, febbr:~io 1967): Somers Al. D.: T di:.turbi di :1dattamenro al servi7.io militare in tempo di pace; Pezzi G., Dell'Amore D.: Patologia psichiatrica c p~icosomatica minore in ambiente militare, con speciale rigu:~rdo :~Ila ~farina; Kuo .".1. C.: A proposiw di centotredici casi di reazione di comenione con diveni diqurbi ~omatici; Ddnhaye R. P., Laure111 H., Comhes A., Guin Jl. : Le anomalie congenite delle costole in ambiente militare: considc.:ra7.ioni a proposito di una swtistica di sei anni; Tairaz J. P.: L';_tzione dell'" Alphamucase >> in rraumatologia.


ITALIA ANNALi DI MEDICINA NAVALE (A. LXXII, fase. Il. marzo-aprile 1~7): [n tonti F., Landi L., Alma R.: Il rene nello shock; Piscitelli M.: Sul varicocele essenziale (Presentazione di un nuovo procedimento di tecnica operatoria); Zappalà S. , Alessandri M.: Diagnosi di dolicomegacolon mediante schcrmografia del torace; Cairella M .. Messini P.: Aspetti dietetici, terapcurici c crcnologici delle cpatopatic negli sportivi (Prima parte).

Al'J.K'i\LT Dl MEDICINA NAVALE (A. LXXTT, fase. 111 , maggio- giugno 1967): Moretti G .. Fontanesi S.: Problemi ed aspetti medici delle immersioni profonde in saturazione; Wiel, Mari n A., A leini E. , Alma R.: Considerazioni in tema di reattività proliferati va delle vie biliari intraepatiche; Cairella M .. Messini P.: Aspetti dietetici, tcr:apeutici c crenologici delle epatopatic negli sportivi (Seconda parte). RIVISTA DI MEDICINA AERONAUTICA E SPAZIALE (A. XXX, vol. 30, n. r, gennaio-marzo 1967): Hatzikostantirzou S., Papanastassiou D., Economides E .. l.iari A.: Relazione fra il massimo lavoro aerobico e i parametri antropometrici e spirometrici; Vacca C., Rosati F., Vacca L.: Osservazioni isto- fisiologiche sul circolo polmonarc del coniglio sottoposto ad ossigenazione iperbarica acuta a 3 atmosfere assolute; Strollo M.: Un tipo di analisi di lavoro per il personale della manutenzione dei pontiradio nel quadro della Medicina preventiva del lavoro; Valletto G.: I pericoli dell'autoterapia nel pilota. Farmaci che possono controindicare l'attività di volo e di cui è più frequente l'assunzione senza consiglio medico; fan netti V., Pecci G.: Indagine sulla concentrazione degli inquinanti dell'ossigeno liquido avio nei convertitori di bordo.

FRANCIA REVUE DES CORPS DE SANT f., DES ARMf:ES TERRE MER AIR (vol. Vlll. n. 1, febbraio rc;67): M emi n, Dru·iez, Debonniere, Lechat: Le cure termali nell'Esercito; Mazars: Udito e combattimento notturno; Moulin, Tonnel, Donadieu de Pe!lissier du Gre.<, Com by, Ouliè, Sauuaire: Nuovi orientamenti e bilancio dell'attività eli un servizio di assistenza respiratoria, dopo la regrcssionc della poliomielite; Radiguet de la Bastaie, Pica1·d: Messa in conùiziooe c trasporto dci comatosi su strada; Discamp>', Antoine, Larribaud: Ruolo del laborawrio nella diagnosi dci reumatici infiammatori; Duluc, Guena1·d: La profilassi individuale delle malattie veneree. Spcrimcntazione di una pomata profilattica ai siliconi- tcrramicina; Ducros: L'ambientamento nelle cabine stagne e l'escrezione delle catecolaminc urinaric. REVUE DES CORPS DE SA:--JTt. DES ARMJ:,ES TERRE MER AIR (vol. VIII. n. 2, aprile 1<;67): Pau/et G .: Messa J punto delle nostre conoscenze sull'edema acuto del polmone; Defayolle M., Dinand f. P.: La vulncrabilid individuale: tentativi di uno studio sperimentale e applicazione a qualche situazione militare; Meurzier f.: Le globuline « alfa ll del siero umano normale; Niauuat P., Morelon R., Malbrel P. H.: Il problema della « ciguarcra ll, allo stato attuale; Colin L., Gibert A. P.: 1 problemi posti dagli scambi termici di un veicolo sp azialc; Lechat S., Pattin S., Vigne f.: Importanza dell'associazione acido orotico - sorbitolo in patologia cpato - intestinale. LE MEDECIN DE RESERVE (A. 63, n. 1, gennaio - febbraio 1967): Bemot: L'ergonomia c sue applicazioni in ambiente m ilitare; Delbock S.: Acquisizioni recenti nella diagnosi di laboratorio delle parassitosi; Anomalie psichiche minori nei giovani chamati alle armi; Tavola rotonda sotto la presidenza di P. Nayrac.


LF, MEOECIJ\' DE RESERVE (A. 63, n. 2, marzo- aprile "/q): Mesplede f. f.: II I Corw internazionale di perfezionamento per glO\'ani medici militari; Baptwe R . : Associazione degli ufficiali del la riserva del Servi?.io di s:tnità.

L F. MEDECIK DE RESERVE (A. 63, n. 3· maggo giugno t <)(57): Ltmt,ut <:.: Idroallergia e idrocuzione; Lartigue C.: Miglioramento del metodo bocca a bocca con il tempo respirJtorio ::mivo. JUGOSLAVIA VOJ~OSA ' ITETSKI PREGLED (A. XXIV, n. 1, gennaio 19<}7): Radouc ,\ f. Sindrome del reciproco aggr;JvarnenLo delle lesioni associJte alle radiazioni; Papo / .: Nostre esperienze circa il trattamento chirurgico del ductus ancriosus persistens; Ro skovic B.: Effetti protetti\·i della Toxogonina e del TMB - 4 nell'intossicazione 'f>Crl· mentale da TabTun; Dangubic V.: Lesioni tubercolari min ime polmonari e la Le~I . terapia; Mitrovic T.: Ruolo dell'orl0donzi3 nel trattamento post- traumatico delle k ~ioni mascellari; Sudarov Z.: Contnbuto al trattamento delle lesioni complicate degll arti inferiori; !Je1·var M.: Consigl i a l medico alk truppe per il \UO lavoro chirurgico in ambulatorio. VOJ~OSA\J ITETSKI PREGLF:D (A. XXIV, n. 2, febbraio rg67): Nikit S.· Ruolo c lavoro del medico :dle truppe, nel comando; Krstic B.: Alcune questioni rei ... ti,·e alla tubercolosi fra i soldati nei primi cinque mesi di scn izio militare; Sa!Jl( f. Effetto reciproco di goo rad di irr:1dia7.ior1c gcner:rlt: e di lesione cutaneo- mu ~colan succe~~iva; Brankovan K.: Morti i~tamanee fra il personale militare; De>potot•tc N. Lo sc:rmbio di cationi nel do,aggio di alcuni sali di sodio, pot<1ssio ed ammonio 111 chimica farmaceutica; Kmljevic Lj.: Sulla cara strofe ferroviaria di Kastel - Star i; Arsù B.: Vaccinazione contro la febbre tifoide. la febbre paratifoide ed il tetano, nell'Armata Popobrc Jugml:l\'a: Cernie M.: l muffìcienza renalc acuta dopo atJpendicectomia; Tit·a novac P.: La distorsione come problema nella pratica quotid i.lna del medico ::d le truppe

M ESSICO

RE VISTA DE SM\IDAD MlLIT:\RE (,·ol. XX, n. 3, maggio - g•ugno tq{)6): Come;: Estrada H. , E.rpinosa Cabrera X. , fwzrez Jlecerra /~ . M.: Azione dell'idroconi sone nelle cellu le reticolari del timo; Come::: Regucrra L .. Alpuches Mora/es E., Rios Sammartin C., Gro.ukelwi11g E., Ocho,z de la Rosa H. E.: L'arteriografia renale selcttiva nella diagnosi delle neopbsic renali. SPAGNA ME DICINA Y C IRUGIA DE GUERRA (vol. XXVIII , n. 11 - r2, nov.-dic. 1966): Relanzon Lopez f.: Clorazione c punto di rottura; Aznar Aznar A.: Il problema ddl'acqua per i naufraghi. Proccdimen10 per ottenere acqua potabile dall'acq ua d i mare; Comez f ., Gomez Singler: XXVII Riunione Internazionale di Medicin:r e Farmaci:~ Milit:lri; Hemandez A. E.: IX Congresso lnrernnionale delle malattie del torace. M EDIC INA Y C IR UG i t\ DE CUERRA (vol. XXIX, n. 1. gennaio rc;67): Pablo D 'Ors Perez f.: I libri di medicina che \cmpre ci accompagnano: Comez J. Gomez Singler: Simpmio nazionale ~ull'(( Assisten7.a sanitaria :rl personale milita re)); Mas /sarre M ., So/sona M otre/ F. : Atmosfera c cancro; Solsona M otre/ F.: La rocntgente· rapia in c\·olu?.ione; Ca reia Nodrigue:; T'.: Panorama internazionale medico - militare; Murube del Casti/lo f.: 11 XX Congresso internazionale di oftalmologia.


NOTIZIARIO

NOTIZIE TECNICO - SCIENTIFICHE

L'ormone della crescita dell' uomo. Recentemente da un gruppo di studiosi dell'Università di California è stata trovata la composizione chimica di questo ormone. In una relazione pubblicata ~ul c: Giornale della Società Americana di Chimica :., il dr. Li, direttore del laboratorio di ricerche e professore di biochimica c di endocrinologia. ed i biochimici dr. Kom Kyng Liu e Johnathan Dixon hanno riferito che quc~to ormone ì: costituito da molecole, cornprend<.'n ri ciasc una 188 :tm inoacidi. L'ormone, sccreto da l lobo anteriore cldl'ipofisi, viene usato vantaggiosamente, sin dal 1956, nei bambini con ~imomi di nanisrno. Esso provoca sviluppo delle ghi:mdole mammarie c favori~ce la secrezione dd latte. In ba~ a \ludi sperimentali ~i è ' isto che questo ormone potrebbe anche :t\cre influenza sulla resistenza alle infezioni, stimolando la produzione degli anticorpi. migliorando b funzione delle ghtandole sessu:~li, blocc:~ndo 1::1 clegenerazione del tes~uto muscolare; si è, infine, rile,·ato che potrebbe <Jvere importanza nel proce~~o e,·olutivo dei tumor i.

N elle cellule re ticolar i del t imo un fattorr ins ulinoide ipoglicemizzante. Studiantlo le modi(icazioni ciel metabolismo del glucosio in topi leucemici, 13. Pansk y, L. H ouse c L. Conc, del «!\'e" York Mdical College:., hanno trovato un fatrorc ti mico analogo all'in~ul i na, in quanro abbassa in vivo il tasso glicemico; btwrc insuli noide, .::he può essere localizzato con un metodo immu nofluorcscente nelle cellule ret icolari e nei corpuo;coli di Hassall del timo. Questi AA. hanno anzitutto rilevato che l'ipoglicemia progre,,iva provocata nella topina leucemica ~i accompagna a note\'Oie di'organizzazione i~tologica del timo. T tessuti pancreatici e timici di queMi topi leucemici, colorati con la tecnie1 di Gomori, a lla floxina, fanno notare le stc~se granulazioni nelle zone specifiche. ln seguito, Pa nsk y e coli. ha nno stucliato l'effetto di u na iniezione sottocutanea di esrratro ncctonico d i timo c d i polmone. com par:Hivamente, d i topinc lcucemiche: nessun effetto ipoglicemico con l'estratto di polmone; effetto ipoglicemico, invece, con qut'llo di timo, come con l'c~tratw di pancreas, dopo circa 2 ore. L'iniezione di estrauo timico negli animali diabetici ~ efficace. ma di durata Inferiore a quella del cla\sico estratto pancrcatico. Sono ancora da 'tudiare l'importanza del 4: fanNe t1m1co:. nel metabolismo del g lucosio. i suoi rapporti con altri ormoni. le modificazioni del tessu to timico nelle rn al::mic d i questa g-h ia ndola, la com posizione ch imica di llucsto nuovo elemento insulinoide.


Ottenuta dai cinesi la sintesi dell'insulina?

Oue sò:nztau americani, il dott. Alton Meister. della TUFT Univcrsitv dt H(lston, e il dr. Klaus H ofmann, direttore dd laboratorio di ricerche sulle protemc ddl'Uuiversità tli Pensylv:tnia, p:trl:tndo ad un Semin:1rio scienttfico svo]LO,t all' Uni\'~r ­ sità Rockfeller di l'ew York, h:mno annunct:tto che ricercaton cinest \;m:bberu rau sciti a sintetizzare completament.- una protein;~ e,trcmaml·nte complc,,a, 1'111,ulinn bovin::t. Scoperta la cura contro la silicosi. La silìcosi è stata teoricamente sconfitta da due ~cienziatì tedeschi: il prof. Wernct Schlipkoter e il dott. Brockhau~. dell'Istit uto per le ricerche atmosferiche dell':\((ademia Medica di Dusseldorf. Cinque anni d i ricerche sono occorsi per scoprire una sostanza prote ttiva contro que~ta « malatti:t professionale» che si contrae attraverso l"ina l:tzione della polvere di silice. La sost:mza protettiva è formata da c polivinilpindina , più ossido d'azoto. Schlipkorer e Brockhaus h:tnno già di mostrato l'efficacia della sostanza su c:tvi<.. Essa, oltre a g uarire da lln silicosi, dovrebbe prevenirla, giacché im pedirehhe le affezion t polmonari se iniettata tempestivamente.

L 'oro nuovo medicamt·nto antiemorragico. Oue medici americnni F. Gallagher e C. Geschickter di Washington hanno me~so a punro una nuova tecnica per arrc~tare le emorragie c rim;-~rgina rc vasi sanguigni lacerati. Si tratta di utilizzare sottili,sime sfoglie d'oro. dello ~pcssore di decimillestmo di millimetro, che, caricate eleuricamente, nderiscono indcftnitamentc alle parti del corpo. Il procedi mento riesce a hloccare il clissanguame nLo e a rimnrg in;1re una lesione ~enza che souo la sfoglia d'oro si formino coaguli di -;angue che potrebbero distaccnrsi ed O'>truire i \'a~i sanguigni. Inoltre la sfoglia d'oro non è irritante e non reagisce chimicamente ncl l'o rgani~mo. Prima dell'applicazione, hisogna strofinare un pennello di pe]i di ca mmello SU un ('>CttÌne Ùi gomtn:l ~ COSÌ facendo il pennello Si Carica positiY:lmente~ mettendolo poi a contatto con la ,foglia d'oro. ~arà questa a caricarsi po~iti\"J­ mente. Piazznta poi .,ulla parte del corpo danneggiata, \'i aderirà magneticamente per la enrica negntiva nnturale dell'orgnnismo umano. Le sfoglie d'o ro u s:ne sono quelle d' uso corrente per l'indoratura nel le botteg he artigiane. L'etambutolo deb~llerà la tubercolosi? Un nU0\'0 progre~'o -.e m bra e~~ersi ve n ficato nella lotta contro la tubercolo~i: un altro medicnmento antitubercolare, l'etambutolo, è il protagoni\ta di tal<: progresso. Sinteti zz:lt() fin da l 1961 da ricercatori dci Laborntori Lederle (Divisione dcll'i\merican Cyanamid Co.) di Pearl Rivcr, nello Stato di N ew York. il nuo\·o prodotto è stato da allora sperimentato in numerosi centri specializzati di rutto il mondo: sia in Congressi. -.ia su riviste mediche, ~ono ~tati riferiti risultmi lusinghieri. Essi '>etnbrano aprire rosee prospenive in questo ca mpo, che vede cost;-~ntementc impegn ;-~t i ricercatori. medici. organizzazioni pubbliche e l'ind ustria farm:tceutica.


n piridinolo, farmaco curativo dell'aterosclerosi? Il prof. Shimamoto ha recentemente confermato, in una conferenza tenuta ad Atene, i risultati già ottenuti sugli effetti auti-aterosclerotici sorprendenti del carbamato di piridinolo. antagonist:1 della bradichinina_ Tn 76 casi. su 3000 af(etti da arterite obliterante, si sarebbe avuta la scomparsa di Lutti i sintomi, e persino la ricomparsa del polso pedidio. Inoltre, di 60 pazienti con infarto miocardico, curati con una dose giornaliera di g 1-1,50 di carbamato di piriclinolo, solo 2 sono morti nello spazio di 30 mesi; mentre in un gruppo di comrollo, di altri 60 pazienti cu rati con i metodi abituali si sono avuti IO decessi. Infine, in una recente statistica di 200 malati cardio-vascolari trattati con piridinolo si è avuta una mortalità dell'l ,5° ., che è salita invece al 10% in soggetti-controllo. 11 piridinolo è stato ritrovato durante lun ghe ricerche intese a cercare una sosta nza effkace comro l'edema steroido-resistente delle pareti :~rteriose provocato sperimentalmente negli animali. TI piridinolo previene la formazione delle placche atcromatose, la degenerazione g rassa, la necrosi aterosclerotica e sembra avere, da quanto si è detto, anche un'azione curativa.

Una nuova cura della rigidità m uscohu·e. I proff. D. Fddmann, J. Katz e L. Knott, della Scuola di Medicina della « Stanford University », hanno trovato un nuovo mezzo per sopprimere la rigidit~ muscolare, che ostacola il riadanamento di pazienti affetti da ralunc malattie. come la malattia di Little e la sclerosi a placche. Si tratta di una soluzione salina di fenolo, da iniettare ne1 nervt o nelle loro rad ici. Gli AA. hanno praticato 56 iniC7.ioni in 22 pazienti ed in alta percentuale di casi hanno potuto rilevare una diminuzione immediata della rigidità. Si tratta, però, di un mig' ioramcnto che non è costante e dura poco, in genere 3-4 settimane. Tuttavia, si tmtta di un mezzo ugualmente interessante, in quanto consente di valutare le possibilità fisioterapiche e chirurgiche. Dopo 2 anni di esperienza, questo metodo si è dimostrato innocuo ed utile a mohi pazienti. Anche se le ricerche mirano a t rovare un medicamento capace di eliminare completamente la rigidità, il metodo suggerito dagli AA . è sempre qualcosa per un efficace riadattamento di questi pazienti, evitando nuove distruzioni della funzione nervosa.

Sul potere dei composti chimici a naloghi alla droga allucinogena « LSD ». Il dott. Nathan Kline, direttore dell'Istituto di ricerca presso l'Ospedale Statale di Rockland, a Orangeburg, ha dichiarato che le «apparizioni) di cui son testimoni i mi~tict potrebbero essere causate da composti chimici simili alla droga allucinogena «LSD), che verrebbero prodotti dal cervello umano in determinate condizioni ambientali e psicologiche. Kl ine ha esposto la sua teoria nel corso di un Convegno scientifico all'Istituto di Medicina dell'Un iversità della Ca lifornia. Studiosi giunti da ogni parte del 1\}0ndo stanno esaminando i risultati dci loro lavori sugli effetti che vari composti chimici derivati da piante hanno sulla mente umana.


Tra i veget:1li in discussione ~ono il c Kav:1 ~, che viene usato nel Pacifico del in sostituzione dell'alcool; la noce moscata; c un:1 gamma di altre piante asiltiche e ~udamericane che h3nno la proprietà di influenzare l'equilibrio mentale dell'indi viJuo. 11 prof. Bo Holmstcdt, docente di Tossicologia all'Istituto Karolinsb tli Stoccol m ~. h:t dichiarato che queste piante, usate comunemente dalle popolazioni indigene ddle località in cui crescono, sono c prczio~i strumenti > per una più profonda conoscen7a del funzionamento del sistema nenoso. Oltre a ciò. ha aggiunto lo scienzi:no svede ... , alcune di esse presentano caratteristiche atte a farle ritenere quali possibili futuri farmaci. Lo c yaga • · una pianta sudamcricana, semhr:J. sia in grado di curare il morbo di Parkinson. Esso potrebbe anche servire al miglioramento dei cosidetti tranquilbnti. ~ud

N uovo analgesico: 1'« Ag. 246 ». Oopo a\·er realin:no il c Gamma OH ~ - che è a tutt'oggi il solo sonnifero \eramente efficace - i! prof. Laborit, premio Lasker St:lti Uniti (un piccolo premio Nobcl), ha ora scoperto una nuo,·:l so~tanza, l'u Ag. 2-16 "• che possiede l'cccezionak proprietà eli rendere il corpo umano completamente insensihile ad ogni dolore. L'« Ag. 246, non è, però, un comune analgesico, né uno stupefacente; e~so aggn:di~ce ed annulla tutte le manifestazioni del dolore nelle sue ~di elettive esplicando la sua azione direttamente sul sistema cellulare; risulta inoltre del tutto privo di tossicità c non dà assuefazione. Il prof. Laborit è arrivato alla scoperta dell'c: Ag. 246 • dopo a"er localizzato la centrale del dolore in una zona del cencllo, l'ippocampo, che sarebbe la ~edc delle reazioni primitive cd irrazionali sia nell'uomo che negli animali. Bloccando 'lucstc reazioni, il farmaco accresce per converso l'efficienza delia parte, per così dire nobile, del cervello. Pare che l'c- Ag. 246:. sia un farmaco a multiple valcnze e possa, quindi, trovare larga applicazione anche in altri campi della medicina. Il preparato riuscirà particolarmente ut ile ai malati cronici ed ai cancerosi.

L' Allpyral contro la febbre da fi eno.

l.: n nuovo preparato, l' Allpyral. contro la febbre da fieno è stato sperimentato su volontari al Saint Mary's Hospital. Il preparato, che ha dato risultati molto incoraggianti, viene somministrato in una ..erie di otto iniezioni. Più di cento pazienti nell'ospedale sono stati sottopo~ti alla nuo,·a terapia, che avrebbe dato un buon risultato nel 90 ' dci casi.

T erapia- urto massiva di ferro nelle a nemie. ·ella Clinica Medica dell'Uni,·er~ità di Atene, si ~ta usando con vantaggio una terapia-urto di ferro nelle gravi anemie. Il ferro viene somministrato per \'ia endovenosa in una unica iniezione di l ,5-2 grammi d'un complesso eli destrane e di ferro colloidale a forte dilui zione e sotto forma d'i nfusione continua. Fi nora, gli studiosi greci non ha nno avuto alcun inconveniente con la terapia massiva di ferro cd hanno ottenuto, in-


vece, un rapido miglioramento delle riserve di ferro dell'organismo. Questo metodo clra~tico sarà indubbiamente utile ne1 ca'>i di :memie da gra,·e deficit Ji ferro, nei quali l'intolleranza gastrica o l'assorbimento lento o insufficiente del ferro rende impossibile qualsiasi cura efficace.

Ayurveda c artrite. E' stata compilata una enciclopeùìa sulle erbe medicinali, gir1 usate nell'antico si· stema medico dell'India, l'Ayun·cda, c che ancora oggi rappresen tano la base di cura di numerosi medici indiani. Un medicamento formato dall'estratto di 80 piante diverse viene usato con ~uccesso nelle forme artritiche, reumatiche e reumatoidi, refrattarie al salicilato ed ai corticosteroidi. Il Consiglio Centrale di ricerche ha intrapreso studi sulla terapia del diabete secondo le prescrizioni ayurvediche.

La Batracotossina, veleno potente. Gli indigeni delle Ande estr:.~ggono questo tossico d:.~lla pelle Ji rospi per avvelen:lre la punta delle frecce. E' unn sostanza non solu bile in :~equa, per cui anche le ferite fntte da una freccia avvelennta molti a nn i prima possono essere mortali. All'Istituto Nazionale per l'Artrite e le Malattie del ricambio negli Stati Uniti sono in corso ricerche per indi,·iduare il principio tossico che esercita un rapido blocco irreversibilc della trasmissione degli impulsi dal nervo :.1 muscolo. Sembra si trani di una sostanza di struuura simile a quella degli ormoni delle capsule surrenali.

Elettroforesi terapeutica. Un::1 nuov::1 tecnica di cura de lle ustioni è stata elaborata da un gruppo di scicn. ziati americani dell'Università del Tcxas studiando l'effetto dell'elettroforesi mediante la penicillina. Rasandosi sulla constatazione che il processo infettivo che sì svìlupp::t abitualmente dopo l'ustione presenta una p:.rticolare attivid nello ~trato dei tessuti sottostanti :.ll'cscara, hanno :>vuto l'idea dì utilizzare l'elettroforesi mediante la penicillina. Con tutte le altre modalità finora usate per la somminìstrazionc di antibiotici. la penicillina vi penetrava soltanto in quantità insignificanti. ln,ece, con questo mctollo, la quantità del preparato nello strato avascolarc raggiunge dci valori battericidi. esplicando un'azione efficace perfino sui micro-organismi sensibili soltanto alle dosi considerevoli dell'antibiotico. Adoperano una soluzione acquosa dì pçnicìllina (5-10 mg in 1 mi di soluzione). La forza della corrente raggiunge 5-10 ma; la durata della sedut:1 è dì 20 minuti; la penicillina viene introdotta cbl polo negativo.

Da un ormone sintetico un nuovo insetticida. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Harvard ha creato in laboratorio, e sta or::1 studiando, quello che uno dì loro ha definito « il più ~traordinario insettìeid:I del mondo:..


Si tratta di un ormone sintetico, uguale a un ormone che è presente negli in\(·tti durante il periodo di crescita, e scompare poco prima che essi abbiano raggiunto il pieno sviluppo. IntroJono nell'organismo, l'ormone produce negli insetti «aduli t » fenomeni di crescita anomali con effetti letali.

Nuovi farmaci per controllare il peso. Gran parte delle persone obese comiderano il loro stato più come un prohlenn dt estetica che come un fatto che interessa il medico. La prospettiva di smaltire qu.1 khe chilo induce pare<:chie persone a praticare speciali diete per conseguire una silhouUtc più attraente. Il fatto che tale perdita di peso rechi giovamento soprattutto al loro ~tal<• generale di salute (; per essi di minore se non di nessuna importanza. l medici dci Laboratori Lcderle ddla Cyanamid Jnternational stanno la\'OranJo d.t sette anni alla ricerca di farmaci atti al trattamento dell'obesità. La principale attt.n zione di que~ta éqUipe è rivolta alla scoperta di compostt che possano alterare in lu.:\ misura la destinazione del cibo ingerito. Tipico di ~1uesto genere di composti potrehlx essere un fnrmaco capace di diminuire la quantità di amidacei c di grassi assorbiti dal l'intestino o di aumentare la quantit;, di cibo ossidato dal corpo. rino a questo mo mento ~ono stati isolati parecchi composti, che i medici dci Laboratori Ledcrle stann. ora sottoponendo a ulteriori ricerche. Uno di tali composti è il c phentolaminc) un antipertensivo già u~ato nel trattamento Jelle affezioni cardiovascolari, che si è rive· lato cap:1ce di ridurre !:l quantità di grasso presente nel corpo degli animali. Usato sut topi, il f:~rmaco ha prodotto un ormone che, liberando gli acidi grassi, li immette nel sangue, dando così luogo a una minore formazione di tessuto adiposo. Tali ricerche serviranno non solo come punto di partenza per studiare gli effeni di questi composti sull'obesità, ma anche per mettere in luce i complessi fattori capac• di alterare c controllare il metabolismo del corpo urmno.

Lo zucchero nelle piaghe da decubito. li dr. l. Barnes jr. dell'Ospedale Glcnn Dale ha comunicato all'assemblea scienr:fi<'a della Società Medica del d istretto di Columbia di aver trattato con zucchero cristallino 4 1 c~carc c altre lesioni ulcerose con ottimi risultati. Il dr. Bornes dopo accurata pulizia della regione asporta i tessuti necrotici e lava con siero fisiologico. Dopo aver accuratamente asciugato la piaga, egli ricopre la zona di zucchero cristallino c protegge il tutto con una garza. Il tempo di guarigione varia da 17 a 140 giorni, con una media di 54 giorni. l migliori risultati si ottengono con sostituzione della medicazione ogni 24 ore. 11 dott. Rarnes ritiene che i cristalli di zucchero, provocando una irritazione locn'c nuova, stimolino la formazione di tessuto di cicatrizzazione; inoltre, abbassando il pii locale, lo zucchero aumenterebbe l'cffcno batteriostatico e, dilatando i capillari, favo· rirebbe la nutrizione della pelle. Lo zucchero in soluzione agisce merlo rapidamente.


NOTIZIE VARIE

Elettrocardiogramma trasmesso per telefono.

Il prof. J. Payne, del Collegio Reale di Chirurgia, dalla sala operatoria in cui si trovava per una prostatectomia ha richiesto un consulto con un cardiologo chiamato telefonicamente che risiedeva in un ospedale distante 25 Km. L'esperimento, che si inquadra in un gruppo di ricerche per diagnosi a lunga distanza, è perfettamente riuscito. Le oscillazioni cardiache sono apparse su un oscilloscopio dell'ospedale ovc risiedeva il cardiologo in maniera così nitida da consentire la diagnosi senza doversi recare dall'ammalato. Ciò si è realizzato medi ante una speciale coppia di trasmettitori-ricevitori collegata al sistema telefoni co. Con ciò si è dimostrato possibile ottenere entro pochi minuti l'opinione di uno specialista cardiaco sul funzionamento del cuore di un paziente.

Registratore della velocità della corrente sanguigna. Nel laboratorio elettronico dell'Istituto di Fisiologia Normale c Patologica dell'Accademia delle Scienze Mediche dcii'URSS è stato creato recentemente un apparecchio per la registrazione della velocità della corrente sanguigna. Si basa sull'utilizzazione degli ultrasuoni. Mediante questi, lo sperimenunore viene informato sulla grandezza, sulla velocità lineare, volumetrica c sulb direzione della corrente sanguigna del momento. Uno speciale dispositivo permette d'eseguire la misurazione attraverso la parete vasale, senza alterarne l'integrità. Un altro apparecchio, messo a punto nello stesso bboratorio, è destin:lto ;~Ila mimrazionc automatica di parametri temporanei della reazione bioelettrica delle fibre nervose e delle miofibrillc. Prima questo era fatto attraverso la fotografia dallo schermo dell'oscillografo. Il nuovo apparecchio permette di ottenere una risposta in cifre dal calcolatore decatronico.

Il cuore di gomma. Un cuore artificiale capace di pompare il sangue esattamente come il cuore umano

è stato esposto per la prima volta al pubblico alla Mostra della C',omma, predisposta dal Reparto Ricerche della Goodyear T ire a11d Rubber Company di Akron. La gomma speciale, della quale il cuore artificiale della Goodyear è composto, riproduce tutte le importanti caratteristiche del tessuto muscolare umano ed apre forse la possibilità alla scienza medica del futuro di operare la sostituzione del cuore in tutti quei casi in cui l'organo risulti irrimediabilmente ammalato. A scopo dimostrativo il cuore di gomma è stato collegato con una esatta riproduzione artificiale del sistema circolatorio. Azionato da impulsi elettrici, il cuore di gomma ha dimostrato di poter funz ionare perfettamente. pompando il sangue in tutto il sistema circolatorio.

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« Pacemaker )) permanente.

Al Fkth Tsracl Hospital di Ncw<1rk, USA, (';. in corso di sperimentazione un pacemaker nucleare che dovrebbe funzionare per 89, 90 anni, da impiantarsi nella gabbia toracica. Tnvece che da batterie, l'elettricità sar3 data dalla differenza di temperatura di «centinaia di re rmocoppic » - minuscole srriscc di metalli diversi - proveniente da un g rammo d i plutonio. Tl problema ancora da risolvere è come evitare. g li eff<'tti della radiazione che questo appare'cchio può ema nare.

Il « Miniscope ))' apparcccbjo portatile per lo studio dell'attività elettrica del cuore. E' stato messo a punto dalla Westinghouse E. C. di Pinsburgh (Stati Uniti) c permette di sostituire sia pure temporaneamente più costosi c meno agevoli elettrocardiografi od oscilloscopi ~ pesa poco più d i l kg ed ha le dimensioni d i cm 13 x 18; funziona con quattro pile elettriche comuni e in pochi secondi permette di rilev:1re l'attività elettrica del cuore, utilissimo nei casi di morte apparente per esempio da annegamento, folgorazione, shock anafilattico, avvelenamento, ecc. Esso rende possibile: a l medico di stabilire se c'è ancora attivic?l cardiaca, se il ritmo è ancora normale o r'~ fibrillazione ventricolare rendendo possibi le più adeguati interventi terapeutici.

Il naso nuova sede per la registrazione del polso. Una registrazione esatta del polso è stata ottenuta con l'apparecchio costruito cb un ancstesiolo~o di Los Angeles, il dr. Groveman. L'apparecchio viene applicato fra le due narici ed è munito d'una fotocellula che registra il polso dci vasi locali (appartenenti al territorio dell'arteria carotide interna). Secondo le affe rma zioni del costruttore, i risultati su perano, per l'esattezza, quelli ottenuti mediante la registrazione del polso a livelle del br:tccio o del collo.

Sala a clima regolabile per i cardiopatici. E' in collaudo a l C harity Hospital una «sala climatica'» costruita appositamente per alleviare le sofferenze dei mala ti di cuore. Su indicazione del medico curante, il paziente potrà ottenere in pochi istanti il clima pi ù adatto, da quello artico a quel ~ lo equatoriale umido, dal desertico a t)uello d'alta montagna. U na batteria di apparecchi, controllati dall'esterno della stanza climatizzata, consente ai sanit:1ri di regolarne la temperatura, l'umidità e la pressione barometrica. Le reazioni del paziente vengono scrvegliate da una sala di controllo adiacen te, diret· tamente mediante l'osservazione con uno specchio trasparente solo in un senso, e indirettamente con 22 strumen ti, che rilevano ininterrottamente il ritmo del cuore e della respirazione, il tasso di assorbimento dell'ossigeno e l'eliminazione dell'anidride cm·bon ica ed altri dati fisiologici. La corsia climatizzata misura circa tre metri di larghezza e sei e mezzo di lunghezza e dispone solo di due letti. Differisce d:tgli :tltri ambienti dell'ospcd::~lc per l'as<;{>nza di f inestre e la presenza d i una doppia porta a tenut:t stagna. T pasti e la biancheria vengono fatti passare attraverso un cunicolo.


Stgnali elettronici <• viventi " emc~si dopo la morte dell'uomo.

L.1 vita dei tessuti continua anche dopo la morte. E' quanto ri,ulta dalle indagini comptute dai dottori J.R. Mallard e ~1. Kent di Londra. Quc,tc indagtini ~ono state svolt<' con una nuova tecnica, chiamata spin resonance :., che capta i ~egnali elettronici erncsst dalle sost:111ze vi\·emi. Si tratta di un metodo di valutazione al passo coi tempi, che ~frutta cioè tutti i progressi del la $CÌenza e lettronica. l dottori Mallard c Kcnt, che lnvorano al «Medicai Ph ysin lkpartmenl:o> della Post·graduole Medicai School di Londra, hanno \"Ìsto che i te~~uti umant. prelevati subito dopo la morte, continu:mo :t in\'iare segnali elettronici per circa cento minuti Que~ti c ~egnali di vita :o> 'ono risulta l! pre>enti in tutti i tessuti: cuore, fegato, reni intestino, polmoni, ecc. l più pO\·en di 'e~nali ~no i muscoli c b milza. Queste inda gini av\'alorano le attuali conceziont 'ulla possibilità di rianimazionc dell'uomo. cioè di riportarlo alla vita anche quando Ii cuore ha cessato di bauere da oltre un'ora. T ali indagini con~entono anche di mterpretare i casi di presunta morte, come quello recente di una gio\ane di (;cnO\a, che fu trO\':Ha c morta, per intossicazione da barbiturici, mentre si riebbe complt:Lamente dopo circa un'ora. l due st ud iosi hanno compiuto anche un 'altra importante osscrvnione: hanno visto che i segnali di vita sono più forti ne1 tessuti normali, che nei tessuti C:ill cerosi. Questa differenza di vitalità tra tessuti normali c cancerosi potrebbe essere sfruttata per la cura dei tumori. In altre parole. secondo questo concetto piutto\tO ardito, si intravvede la possibilità di determinare una sprc1e di sospensione della \'ita tn un indi\·iduo affetto da tumore. smpeosione che sia -.ufficient<: a far morire il tumore, <.: lasci invece intatti i te\sUtl norma1i. Tra i tanti nuovi indmzzi terapeutici questo 'emhra il più ardito. ma su b,lsi ,cienufichc as,ai concrl'tc Gli scienziati d1 Londra hanno ullilzzato per le loro ricerche gli spenrometri a risonan za elettronica. con i quali '' po,sono appunto misurare c i scgn.1li di vita ,. dci tessuti.

Il problema della longevità alla l uc<: d t• i pitt recenti studi. L'uomo può conoscere, appro•..-im.ltiv:unente. fin dall:t na'>cita. se la sua vita durer3 più a lungo di quanto t: pre,·isto, come limite medio. per la \ll:l o,pccic. Secondo gli ultimi studi di gerontologia, longl'\'i ,; nasce: si eredita. cioì:. un capitale biolo gico,. eh<.: d<:tcrmina una m;t~giore lunghc77a, rispetto alla media. ddl'cmtenza urnan::~. Uno studioso inglese, Pii!, ha ideato addirittur:.t un ~io,tcm:l per poter preveJert· quanto tempo, mppergiù. può 'i\·~rc un 'ingoio indi\·iduo; cS\0 ~i basa sulla somma aritmetica delle durate delle vite di sei dci suoi ascendenti. divisa per sei: per esem· pio, se qucsta p:.:rsona ha il nonno che ~· morto ad 80 nnni, il bi~nonno ad R5 e il tri~ nonno n iX, c così via fino a raggtungerc la cifrJ di 4RO anni, si può ritenere che egli vivd, all' incirca, 80 anni (480 tlivbo fi). In altrc p:~role. i longevi <~ppartenguno a famiglie d1 /ongel'Ì, ma e~~i rimarranno in possesso di t:tle prcrogativJ non in ogni Gl~o. bensì ~olr, t1u:1ndo non inten·engano f:mori amb•entali che poss:.tno mutare la loro condizione biologica trcdit.1ria: un1 o ptù malattie infetti\·e, per e>empio, che 'IJCcialmente nel penodo dell'infanzia, si colle~ano con l'nlimentazione. o altn c1u.,e \Jrte che influi~cono ad accorciare la vita. Spc"o tlueste cau~ di\·eng<~no caralterisuche di un'epoca: co\Ì 'i spiega perché la 'ita media, che al tempo dell' Impero Romano era di 20-25 :1nni, al tempo della Rivoluziont.: france~e era di 2X anni. oggi si aggira intorno a1 iO. Tuttavia, può acca

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der(: che, in un perioùo in cui il limite medio è ba>~o. vi ~ìano molti ccntl"n,lrr. Per esempio, tra il 1766 c il 1799, 'ccondc <)U::mto afferma James GeJston, i cenrcn;lri <'ra no mo'ti. Egli ne ha comatì 1712, ma cert:~mentc erano in numero maggiore. Pn !t più sì trattava di gente che mangiava poco c beve' a moderatamente soltanto \!Ilo. C1ò ùimo~rra che l'alcool etilico non (; nocivo. c che l'organismo può bruciarlo ed uu bzz:1rlo; e può u til izzarlo favorevolmente quando si è assuef:n to al suo mo, per grad1. "1entrc non avviene così per il cibo. l.Jn'ali mentatione sregolata non ta bene; an11 e't cita una influenza negati\·;! sull'organi>mo.

Nuoct" a llo studio il vìzìo del fumo. journal of the .-\ merican ~edical A<.<iociation ~ nferisce i pnm1 multati ,E un.1 inchiesta sulle relazioni tra fumo e risulta t i scolastici, tuttora in corso tra k m:ttri,·ole dell'U nive rsità dell' Illinois. La ùott.ssa Doroth y Dunn, che è a capo del gruppo di Mudio. ha dichi,lr,lto che gli \t udenti apatici nei confronti delle atti 'it.1 studente>che. sporll\"e ed extr,H~oi.Ni­ che c ~cadenti nei loro studi si ritrovano in maggwr numero nella categoriJ dci Ju. m:Jtori. L'inch iesta ha inoltre rilevato che gli studenti che hanno l'.lbitudine di funure sono quelli che hanno maggior denaro .1 loro di~po~izione e che appartengono a und famiglia in cui almeno uno dei genitori fuma. L'inchiesta \i t' articolata .. u 3.567 studenti e ha tra l'altro appurato che il ~lu,,­ ranta per cento di e~s i fuma ma che la met.>t dei fum:1tori intervi~t:ui ha dichiar:uo che mrrcbhc abbandonare il fumo. Fornendo dati più specifici, l'articolo della riù~ta riferi~ce che tra gh ,w,k n;i in po\'>C\SO di una media di " a "• l'equiYaleme negli Stati Lnni al nostro trcn1.1 . solo il 16,7 per cento rientr:-t nella categoria <.lei fumatori, mentre tra gli studepti con una media Ji «c~. vale a d ire con un voto insufficiente. la percentuale du fumotori ~ del 59.1 per cento. LJ dott.ssa Dunn ha e~pre~~ la opinione che gl1 studenti che non rie~cono lxn..: negli '>!Udi sono C\jX>~tÌ a « Ull;J certa r<'azione p~icologica ~ che ~J>eSSO Jj ÌI1ÙliCC .1.J acqui~irc viz i d i natura navo\a, q u ali app unto il fumare o il m angiarsi le ungh1 t. Lo ~tudio continua as~ercn<.lo che quanto più uno srudentc prende parte atri' 1 alle \·arie atù\·ità studentesche della sua Università, meno probabile è l'eH·ntualit.t che es~o sia u n fumatore. Ali'Universit.1 dell'Illinois, la metà di coloro che non parkcipano ad alc una :ntività sportiva o di gruppo rien tra nella categoria de i fu m:uori. L'abit udi ne di fu mare ne i giovani è i11 gran pane il prodotto dell'ambi<'nte i.lmili:~re. Tra quegli studenti i cui genitori non fumano, la percentuale dei fumatori è del 39 per cento, mentre è dd 45 per cento tra gli .. rudenri 1 cui genitori. o almew> uno <.li essi, fumano.

P illola contro il fumo? Unn pillob vend uta per curare la prc>>ione bas~a. >i sa rebb:: ri vclat<l invece tonK un energico rimedio contro il \ izio de! fumo. L'imprevi~to s\·iluppo è avn·nuto ndl.1 (;ermania Orienta!c. dO\·e .mua:mente \·engono condotti e\perimcnt eh:: dur!'rall"lll ancora due me~i. dopodiché 'arà po<o~ihilc fornire altn particolari r annunci.1re utt· cialmente il nome c le yualiLÌ della mdicin.' .


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n primo caso si è avuto quando una donna, abituata a fumare moltissimo, prese le pillole conrro la bassa pressione ed ha smesso completamente di fumare. Su 24 forti fumatori, dodici hanno completamente rinunciato al tabacco e nove hanno più che dimezzato il consumo. Il sistema di cura, secondo il don. Ferdinand Schrnidt, dell'Accademia delle Scienze della Germania Orientale, è molto semplice: si prendono pillole f inché non se ne avverte più il bisogno (generalmente dopo tre o quattro giorni), e, nella maggior parte dei casi, si guarisce dal vizio del fumo. La pillola non presenta effetti collaterali: uniche controindicazioni l'ipertensione cd il diabete. Campagna di educazione sanitaria fra gli adolescenti per prevenire l'abitudine al fumo. Nel documento approvato dal Consiglio Superiore di Sanità sul problema dci danni da fumo e tabacco, si tratta anche di iniziative di educazione sanitaria tra i giovani ed in particolare fra gli adolescenti. Il documento auspica in modo pa rticolare campagne di propaganda contro il fumo $pecialmente nelle scuole, allo scopo di prevenire sin dall'inizio, nei limiti del possibile, che i giovani contraggano l'abitudine del fumo. Il testo del documento, e ancor più lo spirito di esso - è detto in un comunicato del Ministero della Sanità - lasciano intendere l'opportunità che l'azione di educazione sanitaria venga estesa onche alle Università, dove nelle aule universitarie viene comunemente concesso agli studenti di fumare. Da indagini condotte dal C'..entro Speriment:Jic per l'Educazione Sanitaria dell'Istituto d'Igiene dell'Università di Perugi:1 tra duemila giovani delle scuole medie di secondo grado (14-20 anni), risulta che il 52 per cento aveva già acquisito l'abitudine al fumo, e solo il 13 per cento non aveva mai provato a fu mare. A 16 anni il 43 per ccnro dci maschi f urna tutti i giorni, e il 36 per cento 11011 fuma. Tra le femmine, a 16 anni l' 11 per cento fuma tutti i giorni, e il 70 per cento non fuma. A 18 anni i! gruppo delle fumatrici è raddoppiato, mentre tra i m::tsch i il 60 per cento fuma regolarmente. Sono simili i risultati ottenuti da una indagine condotta dall'Istituto d'Igiene dell'Università Ji Firenze. Tra gli allievi delle scuole dai l4 ai 20 anni, il 63 per cento dci maschi si può considerare fumatore, mentre tra le femm ine il 41 per cento non ha mai provato a fumare. Per quanto concerne l'inizio dell'abitudine si è potuto rilevare che il 42 per cento dei ragazzi a 14 anni fuma più o meno regolarmente, il 4,62 per cento comi nei(! a fumare a undici anni, il 7,98 per cento a dodici anni. Nel quadro dell'ozione per reprimere l'abiLUdine al fumo durante le IC7-ioni scolastiche, mentre per quanto riguarda le ~cuole meJie di primo e secondo grado il problema non si pone, tale azione di repressione sul piano dell'educazione sanitaria andd in particolar modo conce ntrata nei confronti Jelle Università.

Ricerche sull'inquinamento ambientale da fumo di tabacco. Presso l'Istituto d'igiene dell'Università di Perugia, diretto dal Prof. Alessa ndro Seppilli, è stata condotta una ricerca sull'intluinamcnto ambientale da fumo di tabacco. La ricerca ha per scopo di accertare la nocività del fumo di tabacco anche per . ~ non fumatorj, quando questi ultimi siano costretti a passare molte ore della giornata 111 ambienti saturi di fumo.


j l 2

Le indagini crfettuat~: mno state dìr-::ue :t determinare il contenuto di nicotin.1. d c-atrame c dì alcuni idrocarburi polìciclici del fumo di 'ig-arelte, 'ia della porzione aspirata e sia di quelb che si di~perde nell':tmbìente. Per le determinazioni della nicotina è stata impiegata una appchita app:trcc,·h .1 tura ~perimentale seguendo il metodo comigliato dall'c A,,ociation of Offici;l( :\~: cultura! Chemi~t' :t. Per 1:1 determinazione del catrame ~ stato adottato il meto, , tlc'>critto da Heidu~c hka c Mut h c per p-li idrocarburi policidici la tecnica di \cpu 1 ;~ione crom:ttografica ~u colonna cd il dosa~gio spcnrofotomctrico. Dai ri,ult:tti dcll~ incbgmi finora eseguite si può rib·are che nd fumo che Jisp<.rde ndl'ambit•nte sono presenti q uantità di n icotina c di catrame cost:lntcmenrt• 'uperiori a quelle presenti nel fumo aspirato dal fumatore; per quanto rigu.1nia gl idmcarburi policicltct anche questi 'i ritro\•ano ~empre in note\'oli quantità nel fuP1' :l!nhicntalc. Sono in cor'io altre ricerche per indag:tre ~ull'cfktti\'O 'tato di inquinamento fumo dcll':tria det \JrÌ loc:~h di lavoro e d• pubbhro rìtrO\ o.

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Una nuova soluz ionr prr la misura della contaminazione dell'aria. Tre docenti dc.:lla Cattedra di chimica c fisica Jcl Politecnico Ji Rudape'r han r11 ann·ntato uno strumento (hL \Cf\'(' a ~tahil ire il gr:tdo di contaminazione dell'aria c con la su:1 soluzione. dd tu tto nuova. assicu ra vantaggi rons ìdcn.:voli ri~JX'tto atrla ,trwnenti usati nel passato. Quc,to nuo\·o strumc:nto si b:1sa sull'.tpplicazionc modificata del metodo del' .1 ionizzazione dell'ana. Il Yant:.tggro t:s,enzialc del disposi t ivo è che e"o svolge k opea;1 zioni di m isura (c di registrazione) in maniera continua. mentre nel p::m:llo son• stati prodoni solo dispositi' i che funzionavano a fas: alterne. Lo .. trumento i: co'1 '>cmibile che il suo indac:nore si sposta sull'estremità della scala anche qu;1ndo l.t ronrcntrazionc raggiunge il Yalorc d i quatlro millesimi per cento. Il dispositi\'O può essere accoppi;1to con di\er~i tipi di segn:tl:ttori; così, per esempio. si iUumina un;1 lampadina di segnalazione o inizia a suonart' un camp;Jnello o comìnci,tno a funzionart dci ventil:ltori, ecc. li disposit ivo misu r:t iu manicr:1 continua la quanti tà dci vapori organici chr si trovano nell'aria in un determinato amhi~:ntc. Un .altro vantaggio dd dispositi\O è che e'so non ha pani in mo' imento: viene così eliminata an misur.t considerevole la poss ibi l it~L di g uasti; non ncccs~it:J dì personale d ì rn:movra. c i costi di proJu?ionc sono considerevolmt"nte più hassi rispcrro n l{uelli dci dispo,iti,·i pro dotti in pas\ato.

Un carbu m tore per au to che evita l'inquinamento dell'a r ia ambiente. Sì apprende da Stoccolrna che tlue ingegneri h::tnno me,,o a punto un nuovo t ipo di carburatore per auwmobili effìc:~ce contro l'inquinamento dcll'ariJ. Il metodo si ba,:t ,u( principio di una miscela più uguale e più effic:1cc di benzina e Ji :1ria. I niettando 1:! benzina sono pressione, il carburante ~i miscrl:t con l':~ria sotto forma di gocce finissime. Ciò crea una migliore combustione nei cilindri e riduce la proporzione di msido di carbonio nel ga~ di scappamento. Il metoJo rende 'uperflua l'installnione th d ispositivi d i post-combusrione. Le prove effcnua re su un':wto ha n no indicato nei ~::t' di scappamento. un contenuto di o\>Ìdo di carbonio inferiore all'l per ct:nl<>. contro il contenuto dall'){ al IZ per cento di un cnrhurator~ normale.


313 Casi di poliomielite dopo vaccinazione con vaccino vivo m Danimarca. La vaccinazione con vacc1no v1vo non ha dato buoni risultati 111 Danimarca. Più di 2.800.000 persone sono state vaccinate contro la poliomielite, usando il vaccino vivo ed è stato stabilito che più casi di poliomielite sono st:ni contratti da que5to vaccino in Dan1marca che in qualsiasi altro paese. Di conseguenza, non vi sad un ulteriore uso su brga scala del v:Jccino vivo in Danimarca. Secondo le auwriù sanitarie danesi, ci nque casi di poliomielite sono stati contratti sicuramente col ,·accino viYo; di questi, tre sono bamhini e due adulti. Su altri quattro casi di poliomielite si può sospettare l'azione del vaccino vivo. Ottimi, invece, sono i dati nella vici na Norvcgi:1, dove in tutto l'anno del 1966 si sono registrati soltanto due casi di poliomielite. Que,ta è la cifra più bassa segnalata dallo statistica norvegese pe1 ques ta mai<Jtti:J sin dal 190-l.

Una nuova forma di poliomielite nel Messico. E' stata identiJicata da poche settimane una malattia paralitica infamile con alto tasso di mortalità , caratterizzala da taluue note essenziali: 11 si tra eta di una sindrome clinica nuova con modificazioni oeuro-patologiche rikvanti; 2) per quanto non si tratti della comune poliomielite, presenta con <.Jues ta impressionante somiglianza cl inica; 3) si è potuto identificare nelle feci dei pazienti un nuovo ,·irus nella prima fase ddla malattia, ma gli esami istologici del sistema nervoso non hanno dato elemenll tali da meglio precisare la diagnosi; 4) non sì sa nulb del modo di trasmissione t!i questa malattia virale, né del suo grado di contagiosità, ma il fatto che numerosi casi si:Jno stati osservati nel Messico in regioni molto di$tanti fa pensare ad u na m:llattia non epidemica; 5) non vi è per ora alcuna terapia efficace. La malattia è stata identificata da un virologo rnessicano, il dr. Ramos-Alvarez, e potrehhe spiegare i cosiddeui insuccessi della vaccinazione :llltipolio Sahin.

Studi in Cecoslovacchia sulle infezioni erpetiche. L'« herpes simplex », finora .:onsiderata malattia di poco co,llo, si può general izzare e provocar~ disfunzion i organiche molto complicate, a volte mort:di. Ciò è stato dimostrato dagl i studi effettuati nella Facoltà Medica d i llradec Kralovè in Cecoslo\'acc hia dai dott. Fingcrlancl. Vortcl, H eroul, Voràckovà. Endrys. i quali si interessano permanentemente delle malattie infettive e parassirarie. Questo gruppo di medici ha climostr:lto che l'encefalite erpetica, della eu: c:>istenza finora poco si discuteva, esiste come unità nosologic:J: per la prima volta essi h:111no provato che il virus erpetico provoca gravi modifiche nell'appar::no d igerenle e ndle vie respi.ralorie. [ cinque 5tudiosi hanno ottenuto l'alto r icono~c imento del Con,iglio Scientifico lid \1inistero c.lelb Sanità cecos)o,·acco per l'anno 1966.

In aumento l'epatite virale. :\l Ministero della Sanità ~~ e riunita rccentemcme la Commissione cenlra:e medica pt:r !o qudio c.lci problemi rela ti,·i ull'cpidemiologia c alla profilas'i dell'epatite \'iralc.


31 4 La Commì ~sìo nc ha preso in esame l'an da mento ùella malattia c ha constata to cht• d rilcvame aumento delle ma nifestazioni di epatite (pa~sate <.la 22.000 c:t~i nel ( <}(,'i .1 38.000 casi nel 1966) riguarda il territoriO nazionale: le province colpite dalle allu' 1om nello scorso uovembre non han no mostrato un andame nto più sfavorevole delb 111,1 la tti:t rispetto a lle altre province. La Commissione ha riaffermato la necessità di pro5eguirc nell'azione intrapn·,.J, ~ia per estendere l'accertamento diagnostico dei casi sospetti di malattia, s1a per arg1nare la Ji(fusio ne a mezzo Jcll'impìcgo d i gamma-globuli ne, della larga ospedalizzuz1on~ dci colpiti, d i una rigorosa vigilanza sull'igiene Jegli a limenti c dd le bevamk· t, soprattutto, di una capillare azione d i una educazione sanitaria diretta al mig hor.t mento delle abitudini di igiene individ uale. In pa rticolare. la Commissio ne ha ferm ato la su:1 attenzione : sull'opportuni t3 dt>ll.1 profilassi gammaglobulinica « g uichta > ne lle ~cuolc mater ne cd elementari, specie 't dotate di sen·izi di refezione, c nelle coll~.:tti' ità infantili chi use, nelle <l uali si 'wno avuti casi di epatite vira le, nonché tra i fam iliari degli scolari colpiti; sul controll., sa nitario de l personale addetto alle cucine delle collett iv ì t~ suddette, a mezzo ddb determinazione delle transaminasi sieriche, da praticare annualmente insieme alle alt rè misure in ordine profilauico già in vigore; sull'accertamento della diffu~ione dell'cp.t tite post-trasfusionalc. a mezzo d i indagi ni sistematic he da eseguire tra i d imessi dag-li lst;tu tì d i ricovero e cur:t, sorto la g:uida de i relativi d!rettori san ir:ui. Nel controllo epidemiologico della malania e nell'opera di educazione sanitaru collaboreranno con le Autorità sanitarie periferiche sette Commissioni ìntcrrcgionah. composte di igienisti e patologi e clinici uni versita ri, con sede a G-enova, Milano. PaJova, Modena, Roma, Napoli e Pa ler mo.

Debellata un'epidemia di encefalite con l'irrorazionc aerea. Forse per la prima volta nella storia della pu bblica profilas~i è stat.1 condotta una az ione a vasto raggio a mezzo d i aerei in un'area de nsame nte po polata, pe r contenere: un 'epidemia di encefalite. li fano è '"''·enuto di recente nella città di Dall:l~. nel Texas, c la sO\tanza irrorar:~ dagli ae re i sulla citt3 e su altre zone dello Stato, per un totale di 180.000 ettari, è il concent rato d i Malat hio n LV, un prodotto Jclla Cyu na mid lntcrn atio nal, ben noto nel campo agricolo per la sua efficacia contro gli insetti c la sua mancanza di tossicità per gli uomini c gli animali. 11 Direttore tlell'Uffìcio tli Igiene di Dallas ha dichiara to, subito dopo che l'opera zionc e ra stat:t portata a compime nto, che l'in·orazionc d i Ma larh ìon ha ~rorn:llo quella c he, per la città. avrebhc potuto es~ere un;l \'era calamità. Comunque, il morbo ha procurato una decina di vittime c oltre RO persone infettate prima che il programma dì profilassi f:1cesse senti re i suoi effetti. Una volta però che le zanz.tre :~ppo rt:Jt r ìcì de l:'infezione furono poste solto controllo, il n umero dei casi si ridus'>e subito in maniera note\'olissima. L'irrorazionc aerea era stata appro,·at.1 thgli F n ti a capo della città colpita dall'epidemia e fu posta in atto dalle Forze Aeree Jegli S1:11i Uniti sono la d irezio ne del Ser viz io N azionale per !::t Sani t~ Pubblica.


CONFEREKZE All'Accademia Medica di Roma. Il Ten. Gcn. Mecl. Prof. France:.co Tadcv:Jia. Dìrenor<' c;cncr:lle della Sanirà Mi· litarc, il 28 giugno Hfiì · mi tema: << Introduzione alle ricerche del Centro Stuùì t Ricerche della Samtà Mihtare H . Il Col. Med. Dott. Clemente Mu~illi, Direttore del Centro Studi e Ricerche della Sanità Ylilitare, il 28 g•ugno rcf>ì· sul tema: Ana]i,i degli erfetti di dosi cle\'ate di radiaz10ni gamma su alimenti e su farmaci •·. All' Istituto Superiore di Sanità. Il Prof. Jean Brachet, Direttore del Laboratorio di morfologia animale della Facolr:J di \Cienze dell'Universit<Ì Libera di Bruxclb, il I<} m:~ggìo r<)67, sul tema: " DìfT<.:· ren tiauon and protein synthe,i~ in thc absence of tbe celi nucleu' H , Il Prof. Mario Giaqumto. membro t.ld quadro di esperti dell'Organizzazione mon ùialc della sanità, 1'8 gtugno ty67. sul tema: u Osservazioni c ~tudi sulla malaria cloro china- resistente e sulle principali malattie tropicali nel Vicrnam del Sud >>. Il Prof. Ladìslav Boreckì. vice dircuorc dd l'Istìtuto di virologia dell 'Accademia cecoslovacca delle scienze dì Bratislava, il 12 giugno 1907, su l tema: << Induction of intcrferon -like substances by nom·ìral agents "· Il Prof. Hcnry Kempe. capo del D ipartimento di pediatria della Scuola Ùt 111<.:· dictna deii'Univcr~ità del Colorado a De n' er (USA). il 20 g•ugno Jq6j. sul tema: << Chemoprophilaxic of 'ariola and chemotherapy of \'accinta wnh :-J- methyyltsatin thimemicarbazone ant.l the de,elopment of ::menuatet.l vaccinia "· Il Prof. Carlos Sanchez- Botija, titolare della cattedra di malattie infettive e parassit:Jrìc t.klla Facoltà v~: tcri naria di Madrid, il ~o giugno 1907, ,u J tema: Problemi relativi all'introduzione della pe'-te suina african::~ in Europa " · All'Ospedale Militare di Roma. Il Prof. Ulrico Br::1cci. direttore della Clinica urologtca deii'Cni,·ersità di Roma . il 21 m:lrzo 1967. ,uJ tema: " La vescica rettale >>. ' Jl Prof. Giancarlo Fcgiz. ord inario dì ~eme iotica chirurgica nel l'U niversità di Roma, il 27 aprile Tq67. .,uJ tema: « Il trattamento chirurgico del cancro alla luce dei ri,ult:HÌ a di,tan~:a "· Il Prof. Luigi Ccdda. ordinario dì genetic3 medica nell'Università di Rom.1. il 17 g•u~no •<ti?. mi tema: ,, Prospetti\'C della genetica medica .

CONG RESSI Il Simposio internazionalt· su cc Il trattamento loco - regional<' con terapia dei tumori maligni " (Roma, 2-3-4 giugno r967).

radioi ~otopi

nella

St ì: "olto. in Homa. nct giorni 2 · ' -1 gtUgno. il Il Simpo.,io internazionale 'ul tr.tttarmnto regionak dei tumori. :J\'Cntc per tema « Il significato auualc dell'impiego loco regionale Jei radìoìsotopi nella tcrapi;l dei tumori maligni (in as~ociazionr ,tlla r hirurgù) "· Lo ha or!<(a nìzza to l'btituto lkgi na Elena per k> o;tudio e b cura dei tumori in collaborazione con l'Istituto dì oncolngia di T orino.


Al Simpo,io sono intervcnmi 'i 1 rclatori pro,enicmi Jai più importanti i'titud < i ricerca .. ul cancro di 11 Pae'i tra cui Stan Uniti, Inghilterra, Germania, Belgio, ],radt, S1 izzcra, Spagna, Bulgaria, Svezia, ccc. 1 partecipanti sono srati ':limati dal prof. Chiarotti, in rapprc,uHanza Jel M1ni,tro della ,,mirà, c dal Prc,idente degli l'mULi fi,ioteraplci, dott. ~ele, il quale ha ri cordJ1 < l'opera altamcnre meritoria tlcl prof. Achilk Ma rio Dogliotri. Particolarmente nutrira ì: stam la pam. 'cientifica. 1\:ella sola prima giornat.l 'ono \late pre,entate 22 re1:17ioni, I'Crrenlt in modo particolare: ;ulla radioter:lpia e la r h t rurg ia associate nel tr:lltamento del cnncro de lla tiroide: l'impiego region:-tle dei radin isotopi; le auuali po''ibilità di loc:-tlia.azionc '>cinrigrahca di tumori pancreatill; l. terapia endoancriosa; le nuo\'C forme di rcrapta dci tumori dc:l polmone e del carcinom .1 mamm::a rio. Sul carcinoma tiroideo hanno parlato 1 proff. Ca,sano c Ba,chieri dcll'htituto dt patologta medica dcll'Unil·enttà di Homa. La ..celta del trattamento del carc1nom.1 tiroideo - hanno dello es~i fra l'altro - ~ :1ncor:1 d iscu"a ebro che il decorso 'JlOn ranco di que>ta neopla,in ì: a"olutamentc imprevcdtbilc. ,fuggendo ai normnli ,chem progno\ttCl. Pre,cntando le conclusioni di uno ~tudio effettuato su t66 casi, in un periodo d • nm't ,1nni, hanno os,cn ato che nei pazien 11 di ct;l ~upcnorc n i 6o an m L; monalat.l ì: stata p:~ri al 7' 'n; che il c:-trcinoma tiroideo è un rumore « rebtivamcnte maligno " c le morti più precoci a1 vengono in generl per dnnno mt·ccanico dn parre delle- mt tasrnsi o di recidi,·e locali; che i danni prodoui da questi tumon sono fatali 'oltantr• quando siano presenti altri fattori capaci di Ùeterminare un aumento di morta lit:l della popolazione. Dali:! relazione del prof. \ialan dcll'btmno lla patologia medtca dcli'Uniwr'>ltà Ùt Rom:1, ì: emer~o che un ceno numero di pn;;iemi con tumori della cutr:. mammclln, tiroide, ad e'empio, possono sopra n i1 ere anche senza ne..., una ter:1pia per lunghi pe riodi dt tempo. Dai dati riportati dalla letteraturn ri,ultano soprantvenri a 5 anni circa il 20 '., delle pazienti del carcinom~ delb mammella, il 15"< dci pazienti con Lumori della tiroide, il I0°o di pazienti con tumon nel nuo e n:scica, il 5 · delle pazienti con neoplasia della cervice utcrina. Dalla re ln ionc tenma d:t i proA. Emanuclli e Ra1·nsi dell' Istituto n;vionale per lo 'tudio c la cura dei tumori di Milano, è emerso eh<. risultall confortami sono \tati con'eguiti dalla Scuola chtrurgica torinese con l'impkgo di microsfcrc di resma cationic:~ marcate con >•P e s•Cr: terap ia alla cui rea lizzazione h n contribuito, in maniera determinante, l'indimenticato prof. ,\. M. Ooglioni. Durante il Simpo,io è ~t<HO anche as,egnmo il premio l( A. M. Doglioui ''• consiqen te in un:1 med:-tglia d'oro as~c:gnma dn una .1pposita commissione (co>tituila dal Presidente del " Regina Elena • c dai proff. Valdoni, Benassi. Ddlepiane, folt7 ), per la parte chirurgica alla FacoltJ di medicina c chirurgia di Torino. per l'opera wolta in que\to campo seguendo g li studi già ini7.iati dal compianto prof. Dogliotti. <: per la parte radiologica al don. L'. K. llenfchke, del Memoml IIo,pitnl dt ~ew York. per le tecniche da lui in•xodotte nella radioterapia dci tumori.

LXVIII Congresso de lla Società italian a di medici na interna (Firenze, bn: 1967) .

22-25

otto-

Il Congre"o annuak dd la Socict;Ì italt.l n a di mc.:dicin;l intcrnn ,i tt•rr;Ì dal 2~ al ottobre p. v. a Firenze nella Sala dc:i Congw.si - htituto traumatologico dell'l'\' \IL. Presidente ciel Comitato organ1zzaton.: del Congrc\'O il prof. Antonio Lunede1, Dtrettore d~.:lb Clinica mc.:dìca di rirenzc:.

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La seduta inaugurale avrà luogo in Palazzo Vecch io il 22 ottobre 1y67 alle ore 18. TI d iscorso inaugurale ~arà tenuto dal prof. Luigi Villa, Presidente della Società di medicina interna. I temi :1ll'ordine del giorno sono: 1 ° - Sindromi diencefaliche (problemi in discussione) - Proff. A. Luneùei e M. Cagnoni (Firenze); 2° - Aspetti c.li fisiopatologia e clinica dcll'ipcrsplcnismo - Rclatori: proA·. A. Fieschi e O . Sacchetti (Genova); 3° - l comi metabolici (contributo clinico e sperimentale) - Relatori prof. E. Polli e coli. (Milano). Per informazioni, rivolgersi al Segretario del Congresso prof. Arnaldo Pozzi, Clinica Medica. Policlinico Umberto l - .Roma. V Congresso internazionale di medicina cibernetica (Napoli, 23-27 settembre 1968). Il V Congresso internazionale della Società internazionale Ji medicina cibernetica avrà luogo a Napoli dal 23 al 27 settembre 1968. I temi delle principali relazioni ~ono: 1° - Automazione medica; 2 " - I modelli in meJicina e in biologia; 3" - Cibernetica app licata ali:~ p;uologia c alla clinica. titoli di eventuali comunicazioni devono essere inviati al più presto possibile. Per iscrizioni ed informazioni rivolgersi a lb Segreteria del Congresso presso: SIMC, Via Roma, 348 - Napoli.

NOTIZIE MILITARI Promozioni nel Corpo Sanitario Militare.

Da Colonnello 11 Maggior Generale Medico: Piserchia Katalc; Cata lano N icoJemo; Savino Giovanni. Libere docenze. Il Ten. Col. Mcd. Giudi n a Don. Eh·io ha consegu ito la libera docenza in << Semeiorica chirurgica n. Al valoroso collega le più vi,·e felicitazioni del nosrro Giornale. 134" Annuale della Fondazione del Corpo Sanitario Militare: 4 giugno 1967. l n occa~ione dd IH" :\ nnuale Jelb Fondazione del Corpo Sanitario Militare, il Ministro Jella Difesa, O n. Robcno Trcmellon i, ha f:mo pervenire al Di retro re (~encrale della Sanità Militare il seguente messaggio: « ~el 134'' Annuale della Fondazione Jd benemerito Servizio della Sanità Militare, mi è gradito ricordarnc l'opera generosa i~pirata :.~i più nobili sentimemi della ~oli­ darictà umana, ~ia in pace che in guerra. Prego far giungere ;n Ufficiali Medici, Chimico- Farmacisti, a t Sottufficiali. graduati c sold:~ti della Sanità il mio fen i do saluto augurale. Roberto Trernelloni Mini~tro Difesa ».


Il Capo di Stato Maggiore dell'E~ercito, Generale di C.A. G. Vedo,·ato, ha em ,. nato il 'eguente ordine del giorno all'Esercito: « ll Servizio Sanitnrio hn ben meri tato cklla P:Jtrin in 1H anni di ,·it:J per l':1ppa' sionat:J opera in favore della 'cienza c dell'umana ,olidariet:ì. <<In pace, nel quotidiano apo~tolato de1 suoi medici dJ Ile minori unità dcii'F ":r· ciro sino ai gr:~ndi complcs~i ospedalirri, co.n una esperta e assidua assistenza sanitanJ. mai di~giunta dal fraterno tra~porto \'Crso l'uomo o;offeremc. « In guerra, ove il ~uo valoroso personale - dall'insigne scienziatO all'umile mfer miere - ha sempre agito quale elemento vitale delle formazioni combanenti, danJ., ~u tutti i fronti fulgidi esempi di cosciente sprezzo del pericolo e di devolO amor patrio. « Due nobili tradizioni illuminano la gloriosa esistenz:J del nostro Servizio S:mlta rio: una m ilitare in tutto degna della !>tori a dell'Esercito; una sanitaria faLLa di scienza. coscienza e amore. << Rievochi dunque il Servizio Sanitario con orgogliosa fierezza, le meriwrie opere di pace e di guerra de l suo illustre passato. «L'Esercito gli e'prime il suo ammirato apprcnamento e gli porge con mc 11 più fervido saluto augurale ».

Jl Capo del Sen·izio Sanitario dell'Esercito, Ten. Generale ~lcdico Prof. France~co Tadevaia, ha emanato il seguente ordine del giorno: " Ufficiali, Sottufliciali e militari di truppa! t'el I~4" Annuale della Fonda7ione del Corpo Sanitario Militare, giunga a Voi nmi il mio augurio, il mio ~aiuto. « el salutare la nostra gloriosa Bandiera, rivolgiamo il pensiero a Coloro che , j immolarono nell'adempimento del dovere. «L'attaccamento alla nostra htituzione, il passato di gloria e di sc1enza, il sensn d i responsabilità ci siano di incitamento a miglior:ue la nostra preparazione tecnico· scientifica. «Sono ceno che in ogni momento darete prova della vostra pa,sione. della \O~tra dedizione al servizio. «Ceno della vostra collaborazione. vi assicuro che ogni mia energia ~arà dedicatJ per il potenziamento del Corpo, per b sua maggiore affermazione c fortuna ~> . La fausta ricorren7a è ~tata degn:~mentc: celebrata pre~-o tutti gli Stabilimenti .;a. nitari militari.

Radun o N :1ziona le dell'Associazione Nazionale Sanità Militare ltaliana (Firenze. 3-4 giugno 1967). Nelle giorna~c del 3 4 g iugno u.s., sotto l'alta presidenza del Ministro della Difesa. on. Roberto Trcmelloni, si è Lenuro a Firenze il 1 • Raduno ~azionale dell' hsoeia7ione della S:~nirà ~filitan: ltali:wa delle tre Forze Armate, cui hanno partecipato. oltre ad una folta rapprcsent<1nza de lle Delegazioni e Sezioni di tutta Italia, numcrme :lite per sonalità del mondo medico, sia militari che ci,·ili. La seduta inaugurale si è sYolta a Palazzo Vecchio. nlla presenza delle p1u alte gerarchie ecclesiastiche, civili e militari di Firen7e, di rappresentanti inviati dal ~fini mo della Dife,a e di illustri cattedratici ddla Facoltà ~fed1ca Fiorentina. t\pplauditis~imi, hanno preso la parola il Sintbco di Firenze, Prof. Piero Bargellini, il Presidente ~a7ionale Prof. Piero Alonzo, il Sot[Osegretario alla Difesa. On. Prof. Sanrero ed il Generale Medico Prof. Tomma!>o Santitlo. Comandante della Scuola d1 Sanitj l'v1ilitare, anche nei rapporti mn la \ ita civile tle\ta razione.


l.a ccnmuni,t uuu!->ur~le m

\'t-cduu. P.u),, il Pre,i:lente '·""'n.llt• dc:II"A.:-.' .S.~I.I .. Pruf. Pian ..\!onzo.

In ><.:ra ta. ai partecipanti ed agli invitati i: srata offert:J d:Jll'A . .S.\l.I., una cena fredda, ~cguita da uno spettacolo all'aperto. La m:mi na del 4 giugno, pre~!><> 1:1 Scuola di Sanità Militare, l: ~L:tla commemorata solennemente la festa Jel Corpo Sanit:~rio con una Me~sa ccklmu:l <bii'Ordinario M i· litare S. E. .\ton ~. Luigi ~bffeo; h~tnno poi parlato il Gen. Mcd. Prof. Santillo ed il Prof. A lon7.o che con vibrate ed al:ne parole hanno esaltato la nohiltssima missione del medico militare. .\ chimura Jel\'au\fera cerimonia, dopo 1:1 depo,tzione di corone d'a\. loro al Monumento della Samù .\!ilitare e dei caduti in Firenze, l:t Scuola di Sanità 1\!ilitarc ha ofkno un rinfre,:::o a tultt glt intenenuti. durante il qu:~k al Comandante della Scuola stes~a. Gen . .\led. Prof. Santillo. l: ~tata donata una medaglia d 'oro, coniata a ricordo de l t Raduno. l\ 1" Raduno dcii'A.):.S ..\!.1. ,i l: condw.o con il più gra nde ' ucce,,o, mscitando echi di vivo comense, grazie anche al benevolo c costante intcre\\:tmcnto del Direttore Generale della Sani tà Militore, Ten. Ccncralc Mcd. Prof. Prancc,co ladn·a ia che. rome ,;em pn::, ha dimo~rra~o anche in quc't~l (lC(:J,ione 'lua nto egli :tbhia a cuore la ,-ira, l':ll· tività c J'a,·,·enirc del sodalizio.

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DI

MEDICINA MILITARE PUBBLICAZIONE BIMESTRALE A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA' MILITARE

EffETTI DI DOSI ELEVATE DI RADIAZIONI GAMMA SU ALIMENTI E SU fARMACI

DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE MINISTERO D ELLA DIFESA - ESERCITO - ROMA

SD<'diz.ione ln abb. oost. - Grunno IV


GIORNALE

DI

MEDICINA

MINISTERO DELLA DIFESA- ESI:.RCITO -

MILIT ARE R0:\1A

SO MM ARIO

Prel>cntazionc

325

Aspetti introduttivi

331

Effetti negli animali da c~perimcmo degli alimc.:nti irradiati .

345

Rilievi analitici su alimenti carnei irradiat~

377

Effetti dell'irradiazione \U prodotti di imp1cgo tcrapcutico

409

Conclusioni .

479

NOTIZIARIO: Necrologi

489


MINISTERO DELLA DIFESA DIREZIO NE GENERALE DELLA SANITÀ MILlT ARE

EFFETTI DI DOSI ELEVA TE DI RADIAZIONI GAMMA SU ALIMENTI E SU FARMACI



INDICE

Pre.rentaztone

Pag. 325

.\SPETTI r:--.:TRODUTTI\'1 Col. ~kd. Ootr. C. ~1CSILLI: " Introduzione: alla ricerca spc:riml·nt::tlc "

333

Prof. Dott. G. Sc.~RPA: ,, Rilcvazioni dosimetriche su un irradiator<.: gamma al Co'·• ad alta anività "

335

EFFETTI :NEGLI t\ 'JTMt\Ll DA ESPER I!\I F"TO DEGLI .\Ll~'!Er--:TI IRRADIATI

Prof. Don. C. BIAGI:-<1, }.!agg. ~led. Dott. F.. BRt' ZZESI:., Cap. ~kù. Dott. G. (;RFCO, T en. ~1ed. Dott. M. Bt·o-.I RB\: " Accrcscim('nto c futilità di topi alimentati per due anni con una dieta irradiata ,, .

Il

Cap. \led. Dott. G. ~(AFFEI, S. Tt·n. 1\kd. Dotr. R. MAZZALI, S. T cn. Mcd. Dott. C:. DF. SANCTIS: ,, Effetti ~ulla crasi ematica del topo Swi,~ albino del trattamento a breve termine ron una dieta irradiata ..

347

369

R!L!E\'1 :\l'\.\LlTICI Sl.l :\LL\IEl'\TI C \RNEI IRR.\DL\TI Col. Ch. Farm. J>rof. D. CoRRI, ~lagg. Ch. Farm. Dorr. L. C1n RO: ~(othtica ... ioni di caratteri organol<'ttici, ti~ici e chimici in campioni di carn L irradiata ., .

..

379

Col. \ kd. J>rof. c;. Cl'R\TOI.A, C:ap. \kd. J)on. :\. ZAIO: " \ 'aria;.ioni del teno rL' in aminoacidi c~~enziali della r:unc irradiata "

,.

397

••

411

1:.1 l l~TT I DFI.L'fl{R.\DI.AZIO'F SC PRODOTTI 1>1 1\lPfE<;o Tl~R.-\PF.l'TICO

Col. \(nl. Dott. .\. F\RI:'>.\ Tcn. ~lul. l )ot· . .-\. ARC\'(GF.ll. Tcn. \kd. l >ott. .\l. Bt·o-.:ERI!.\: .\Ili\ i•.'• Lm11acologica di glico,idi canhoattl\ 1 dopo irradia;ionc


324 Col. Med. Dott. A. FARINA . Ten. Med. Dott. A. ARcANGELI, Dott. G. RtcHICHI: << Attività sulla tachicardia Clcrolopa da aconitina nella cavia di soluzioni di ajrnalina prima c dopo esposizione alle radiazioni >> •

Pag. 427

Prof. DotL C. BtAGIKI, Magg. Mcd. Dott. E. BRUZZESE, Cap. Mcd. Don. G. GREco, S. Ten ..Mcd. Dott. F. BosSA, Dott.ssa F. BoNARELLI-RuLu: << Modificazione di caratteri fisici e chimi ci di sostituti del p lasma e di soluzioni di glucosio irradiati , Prof. Dott. C. BJ.o~.GJNI, \<[agg. Mcd. Don. E. BRuzzESE, Cap. Mcd. Dott. G. GRECO, S. Ten. Mcd. Dott. C. RoMANINI, S. Tcn. Med. Dott. F. BossA: " Atci\'ità farmacologica dell'idrocorrisonc emisuccinaro dopo irradiazione >•

..

CONCLUSIOI'\1 Col. Mcd. Dou. C. Mt;siLLl: " Analisi degli dfetti di dosi elevate di radia z ioni gamma su alimenti e su farmaci. Considerazioni riassuntive ,

41"\t


PRESENTAZIONE



MINISTERO DELLA DIFESA D rREZIONE GENERALE DELLA SANITÀ Mn.rTARE (t

DtRETfORf Gt '>ERALI:.

Il 7 luglio del correute auno, su ilwito rit•olto alla Sa11ittì Militare dal Presidente dell'Accademia Medica di Roma, sono stati presentati in Seduta Ordinaria alcuni risultati di tm programma di ricerche sperimentali alla CUI realizzaz101Jc è attualmente 1mpegnato il Centro Studi e Ricerche della Sanità Militare. l lavori esposti in quella Sede, sono ora riportati per esteso in questo fascicolo del Giornale di Medicina Militare. LI tema trattato, <~ Effetti di dosi elet ate di radiazioni gamma su alimenti e su farmaci ••, per la materia, per gli aspetti dottrmali e per le possibili deduziOni pratiche, è di indubbio interesse per il Paese. Esso abbraccia infatti settori sui quali verte in questo momento /'interesse sia degli ambienti scie n ti fìci che dell'opinione pubblica e che stam1o divenendo sempre più di palpitante attualità. M olt1 problemi della ricerca e dell' organizza::::io11e sanitaria i11teressa110 allo stesso modo la Sanità Civile e la Sanità Militare. Per questo la collaborazione attiva fra Sanità Civile e Militare i· sempre stato uno dei pt·incipali obiettivi della mia attività, quale responsabile della nostra Organizzazione. Oltre 30 a1mi or sono, l'Istituto di Farmacologia dell'Università di Roma indirizzò la sua attit1ità sperimemale allo studio di eventuali contaminazioni eli sostanze alimentati e eli altri materiali con aggressit'i chimici di guerra ed esaminò alcuni effetti dell'azione delle radiazioni ultraviolette sui farmaci. Oggi, come a costituire un arco nel tempo, la Sanità Militare eire già avet•a mostrato la sua semibilità per questi studi, torna sulla materia adeguandola alle esigenze moderne e alle nuotie fonti di energia. I lavori, riportati in questo numero del Giomale di Medici11a M ilitare, rappresenta11o solo una parte del programma di ricerca in corso presso il Centro Studi e Ricerche della Sanità M ilitare. Tuttat,ia se si esaminano i risultati sinora raggiunti, ritengo che essi siano abbastanza dimostrativi dell'importan za e della complessità dei problemi che le alte dosi di irradiazione possono porre alle organiz:::azioni e al personale sanitari. 1


Nella prima parte, il Direttore del Centro Studi, Col. Med. Musi/li. tratta dello scopo delle ricerche, impostando il programma nei suoi dit•eno1 aspetti. Segue quindi la trattazione del Prof. Scarpa dei Laboratori di Dosimetria del C.N.E.N.- Casaccia, relativa agli str.uli ed alle esperie11ze effettuate per determitwre la dose nei ttari campioni irraggiati, considerando la geometria del sistema oggello- irradiatore sperimeutale a raggi gamma di cobalto-6o. Successittamente sono presentati tre rapporti relativi a tre tem1 della ricerca. Nel primo rapporto souo valutati alcuni effetti biologici del trattamemo con alimenti irradiati. In questa prima fase della ricerca sono descritti i risultati di esperimenti relativi agli effetti osservati sull'accrescimento e sulla fertilità di piccoli mammiferi di laboratorio dopo trattametJto protratto per due amzi con tma dieta « star1dard ., irradiata e gli effetti ematologici rilevati dopo trattamento a breve termine ( 3 mesi circa) con la stessa dieta. Il secondo gruppo di lavori concerne l'analiSI degli effetti delle radiazioni sulle qualità e sulle caratteristiche di prodotti comunemente impiegati per l'alimentazione umana. l rilievi effettuati dopo irradiazione riguardano gli effetti sui caratteri fisici e chimici e su alcuni costituenti di valore nutrizionale della carne bovina conservata. Nel terzo gruppo di lavori infine sono riportati i risultati di indagini tendenti a t•alutare le modificazioni dopo irradiazione di caratteri e dell'attività di sostanze di comur1e impiego terapeutico. Le indagini sono state st'O!te su prodotti del commercio o m preparati dell'Istituto Chimico Farmaceutico Militare e riguardano farmaci di interesse cardiologico, soluzioni di impiego trasfusiotJale, e tm prodotto noto in terapia antireazionale, l'idrocortisone emisuccinato. Tutte le ricerche sono frutto di collaborazione tra i diversi Reparti del Centro Studi. /1 programma sperimentale atteva lo scopo principale di studiare le possibilità d'impiego dì prodotti di interesse sanitario dopo irradiazione con alti livelli di dose. l risultati ottenuti hanno evidetJziato l'importanza economica e sociale della ricerca. Nel corso degli esperimenti sono comparsi, inoltre, elementi di grande interesse eire inducono ad approfondire alcuni aspetti dottrinali. La materia trattata, quindi, va sempre più rivelando prospettive d'interessa11te sviluppo applicatit,o.


Il plauso unanime tributato da Maestri e da illustri Colleghi universitari ed ospedalieri nella Seduta Ordinaria dell'Accademia Medica di Roma, per l'interesse della materia trattata, il rigore sperimentale e l'obiettiva valutazione dei risultati, è il premio più autoretJo/e al lat•oro svolto dai ricercatori del Centro Studi ed il più lusinghiero invito a continuare in un'opera così proficua. Vada il mio ritzgraziamento ai chiarissimi Professori L. Turano, L. Coudorelli e C. Polvani, per at•er permesso una fattiva collaborazione con ){li Istituti da Loro diretti. Nel dare alla stampa questo nuovo lavoro auguro le migliori fortune all'opera dei miei Collaboratori per una maggiore affermazione della Scmità Militare. Roma, settembre 1967. Ten. Gen. Med. Prof. F. IADEV AIA

Direttore Generale della Sa!:ità ,'v/i!itare


..

l


ASPETTI INTRODUTTIVI

Col. Mcd. Oou. C. Musilli: " lntroJuzione alb ncerca ~perirncnralc " · Prof. Dott. G. Scarpa: " Rikvn.ioui llosimetriche su un irradiawrc g:unm:t al Co'" ad :lira ~ltli\ it;Ì "·



CENTRO STUDI E RlCERCIIE DELLA SA "l T A' ~IILITARF Direttore: Col. Mcd. Dort. CLFME:<TF M t;SII.Il

INTRODUZIONE ALLA RICERCA SPERIMENTALE Col. Med. Dott. C. Musilli

Il problema degli effetti dell'irradiazione di vari materiali con alti livelli di dose non è nuovo. Si sa, aù esempio, che durante un'esplosione nucleare sperimentale effettuata nel Ncvada nel 1954, diversi prodotti medicinali subirono gli effetti dell'esplosione; ma soprattutto gli sviluppi della chimica delle radiazioni e delle ricerche condotte sulla radio-sterilizzazione di prodotti commerciali hanno portato da ci rca un decennio una messe notevole di esperienze in materia. Tuttav1a, mentre le informazioni della letteratura sugli effetti dell'irradiazione di principi alimentari e di alimenti sono numerose, rare c frammentarie risultano quelle su farmaci e su prodotti utilizzati a scopo sanitario, con scarso o nessun rilievo sugli effetti relativi all'attività farmacologica del prodotto o alle sue possibilità di impiego dopo irradiazione. Soprattutto, cosa che ci sembra di particolare importanza, non si dispone allo stato attuale di dati che diano un indirizzo di pratico orientamento sui limiti oltre i quali le modifi.cazioni, indotte in un prodotto dall'irradiazione, ne sconsiglino l'impiego. Si è ritenuto pertanto che una più approfondita conoscenza degli effetti delle radiazioni su alcuni prodotti di interesse sanitario, potesse essere utile non solo da un punto di vista dottrinale ma anche da quello pratico, se si considera il sempre crescente impiego dell'energia nucleare anche n dia ricerca e nell'industria. Con queste premesse è stato studiato un programma di ricerche sperimentali tendente ad analizzare l'entità degli effetti indotti da dosi diverse di radiazioni gamma di cobalto-60 su alimenti, farmaci e su vari prodotri d'impiego sanitario (fig. /). Il programma prevede di giungere a conclusioni di carattere pratico sulla possibilità di utilizzazione dei prodotti irradiati e di riduzione dell'effetto di danno. Le esperienze attuali si riferiscono a tre temi fondamentali del programma di ricerca: effetti negli animali da esperimento degli alimenti irradiati, modificazioni di caratteri eli alimenti carnei irradiati, effetti dell'irradiazione su prodotti di impiego terapeutico.


334 La ricerca si è avvalsa di un irradiatore sperimentale panoramico ed in cavità, che utilizza i raggi gamma emessi da una sorgente di cobalto-60 di 12.500 Curie all'origine. tr r [TTI DELLE ALT( DOSI 01 AAOIAZIONI SU ALI• M(IHI, f UMACI [ PAOOOTTI DI INT[R[SS( SANI· TAAIO

• AZICIN( IICX.O<iiCA 01 Ali..(N TI

-AOIATI

ACCI![SCIM("TO r tRTILITA'

.-eos•ra· l(TALITA

"()())f"ICAZIONI 01 CARATT[~ ( tr l yjiL ()Il[ IIIOlO('.ICO

CDWCLUSKJNI SU UTILIZZAZIOIIE ( SU (~E N T UALI fAT10RI CAPACI 01 INfLut NZAA[ Il DANNO

rig. 1. - Schema generak J<:l programma delle ricerche <' po~'ibili modalità pt:r il rilic.:,•o 'pcrimenrale degli effett i.

L'irradiazione dei prodotti è stata effettuata ponendo il materiale nella cavità centrale dell'irradiatorc c facendo corrispondere il centro geometrico dell'oggetto da irradiare con il pun to centrale della cavità dell'irradiatore. L'ampiezza dell'in tervallo di esposizione dei prodotti esaminati è stata determi nata dall a necessità di ril evare per ciascun prodotto alcuni li miti dell'effetto, uti li per g iungere a conc lusioni d i carattere pratico. Le modificazioni osservate si riferiscono, quando non altrimen ti speci fìcato, a rilievi effettuati subito dopo l'esposizione del materiale. Alcune considerazioni di carattere generale sui temi della ricerca saranno riportate nella nota conclusi,·a relativa ai risultati \pcrimcntali ottenuti.

1

i


CO\IIlXI O ~AZIO:-:.\LI- PER L'E~ERGJA :-:L'CL!' \RE CE:-JTRO STUDI Nl'CLEARI DELLA CASACCIA LABORATORIO DI DOSIME I'Rii\ E STANDARI)IZZA7.10'JE DirtiiOrt' :

rrof. E. CIS>i.HI

RILEV AZIONI DOSIMETRICHE SU UN IRRADIATORE GAMMA AL Co60 AD ALTA ATTIVITÀ Prof. Dott. G. Scarpa

PREMESSA.

L'irradiatorc gamma ad alta auività « Gammabeam 650 » deli'J\.E.C.L. (Fig. /) installato presso il Centro Studi e Ricerche della Sanità Militare

è costituito da un contenitore in piombo, oppcrtunamente dimensionato, nel quale si trovano l00 pellets contenenti Co6o, di forma grossolanamente cilindrica, della lunghezza di circa 22 mm e del diametro di circa 20 mm. L'irraggiamento si realizza provocando, con un sistema pneumatico, la salita delle « pcllets », in file di 10, lungo 10 tubi verticali, disposti secondo le generatrici di un cilindro (Fig. 2). Risulta nel complesso una sorgente di irradiazione formala da una corona di 10 matite verticali di Coli>, della lunghezza di 22 cm ; mediante un dispositivo meccanico il diametro della corona può essere variato a piacimcnto fra 9,0 c 21,5 cm. Nella più comune modalità di impiego il campione da irradiare viene disposto su un apposito supporto, in modo da occupare il centro geometrico del sistema di sorgenti (punto A della Fig. 2).

cl presente lavoro vengono descritte le misure effetluate per valutare la dose assorbita da campioni di varia natura irradiati secondo questa geometria. I campioni erano costituiti da fiale di medici nali (Ccdilanid, Noradrcc. Liostrofanto, Flebocortid, Digoxi n, Caradrin. Ritmo!>); da bottiglie di 250 mi ccntenenti soluzione glucosata, di polivinilpirrolidonc, di dcstrano o di polimcro di gelatina scissa; da .. carole di carne in lamiera zincata del diametro di 7 cm; da sacchi in plastica (diametro lr> cm, altezza 24 cm) contenenti man ginH: bilanciato per animali da l.1boratorio.


Fig. 1. - [rradiarore sperimentale, panoramico ed in cavna, a raggi gamma di Co00 (<< Gammabeam 65o, A.E.C.L. >1).

Un tale tipo di dosimetria comporta la soluzione di numerosi problemi sia di ordine fisico, che di ordine pratico, in rapporto principalmente ai seguenti fattori:

a) l'elevatissima intensità di esposlziOne presente nella zona dove vengono posti i campioni, sia per la breve distanza sorgente-campione, che per l'alta attività complessiva delle sorgenti di Coro (circa 7.600 Curies in data 12-5-1967);


337 h) la complessità della composizione spettrale del campo di radiazione

prodotto, poiché, accanto alle radiazioni gamma primarie da 1,17 a 1,33 MeV del CoiiJ, è presente una cospicua quota di radiazioni secondarie, generate dall'interazionc dci fotoni primari con i materia.li che si trovano intorno alle sorgenti: tubi per la traslazione pneumatica, lamiera periferica, basamento portacampioni, tralicci metallici di sostegno, ecc. L'energia di tali radiazioni

Fig. 2. • Sezione ~c he matica ddl'irraùi:uore gamm:l. La le(tcra .\ indica il pumo ccntr:lle della c:l\·ità ddl'irradiarore.

secondarie è inferiore a quella dci quanti gamma primari e complica la distribuzione spettrale in misura difficilmente prevedibile in base a considerazioni teoriche; c) la vasta gamma gualitativa c dimensionale dci campioni irradiati, comprendenti sia materiali allo stato liquido (farmaci) contenuti in flaconi di varia dimensione, sia materiali allo stato solido, quali la carne in scatola ed il mangime per topi.

Il fattore a) determina difficoltà notevoli nell'impiego delle comuni camere di ionizzazione. In presenza di intensi campi di radiazione il problema della completa raccolta delle coppie di ioni che si formano nell'interno della camera diviene infatti alguanto complesso.

2. · G.M.M.


I fattori b) e c) impongono, dal canto loro, l'impiego di rivelatori che possiedano una risposta energetica uniforme entro ampi intervalli di energia, c ciò si ottiene solo utilizzando rivelatori a composizione atomica molto simile a quella dei materiali nei quali si desidera misurare la dose. Nel caso dci campioni liquidi, in particolare, risulta utile l'uso di sistem i dosimetrici basati sull'impiego di rivelatori allo stato liquido, che possano venire immessi negli stessi flaconi che avevano contenuto le soluzioni irradiate e che permettano così di misurare direttamente la dose media assorbita dalle medesime. TECNICA.

Date queste premesse, uno dei metodi dosimetrici che meglio sembra adattarsi alle condizioni sopra elencate è quello chimico proposto da Frickt-. Questo sistema, già da tempo messo a punto presso il Laboratorio di Dosimetria e Standardizzazione del C.S. . della Casaccia, unisce infatti ad un'ottima indipendenza della risposta dall'intensità di esposizione, un basso numero atomico medio efficace ed una perfetta adattabilità dimensionale, quest'ultima in rapporto allo stato liquido del rivelatore. Il dosimetro di Fricke, com'è noto, sfrutta l'azione ossidante delle radiazioni e si basa sulla trasformazione del solfato ferroso in sol(ato ferrico. La soluzione da noi impiegata aveva la seguente composizione: Fc (NH 4h (S0,)2 aCl H 2SO , 0,8 N

g

0,392

g 0,058

mi

1.000

c \·eniva posta in piccoli pcsafiltri della capacità di 25 mi, in vetro neutro, accuratamente puliti. Nel caso delle dosimetrie sui farmaci, venivano usati come contenitori le stesse fiale e le stesse bottiglie nelle quali era confezionato ciasoun farmaco. La concentrazione degli ioni ferrici formatisi in seguito all'irradiazione \'eniva valutata servendosi di uno spettrofotomctro Beckmann DU 2. mediante misure di densità ottica (assorbanza) a 305 millimicron. L'esposizione (X) può css<.>re calcolata in base alla seguente espressione: A·N·K

x E •

G .p

in cui A è l'assorbanza o densità ottica, ricavata con lo spettrofotometro, N è il numero di Avogadro, K è una costante che permette di trasformare gli eV

..


339 in gR, E è il coefficiente eli estinzione molare (in cm 3jmole/cm) del ferro trivalente, G è il numero di molecole eli solfato ferrico prodotte per unità di energia (cV) assorbita, P è il peso specifico (in g/cm3) della soluzione di Fricke impiegata Per calcolare la dose assorbita (D) basta sostituire a K un K chf' permetta di convertire gli eV in gracl. Per le radiazioni primarie di una !>Orgente di CoKJ, e per lcrrure di assorbanza effettuate ad una temperatura di 2'5 C, la formula dà come risultato:

X - A · 2,82 · 104 (Roentgen) D - A · 2,72 · 104 (rad). Tenendo conto che nel caso del Gammabeam 650 e:.istc sicuramente una notevole quota di radiazione secondaria a bassa energia, il fattore per il quale deve venire moltiplicata J'as~orbanza A do\'rebbe essere leggermente superiore a quello riportato. Determinazioni sperimentali del suddetto fattore, eseguite prelimimrmcnte, hanno infatti dato risultati compresi fra 2,80 e 2,90 · 104 Roentgen. Considerando i numerosi fattori di errore che possono intervenire nelle misure ed il margine di incertezza con il quale sono determinabili i parametri A, ~.e G si può stimare che i risultati riportati nel successivo paragrafo, pur essendo frutto di medie di più misure, sono affetti da un errore complessivo (espresso come deviazione standard) probabilmente compreso fra il 2 cd il 5%. RISULTATI E CONCLvSIONJ.

I risultati delle rilevazioni dosimetriche effettuate sulle sostanze farmaceutiche nella prima med del gennaio 1967, sono raccolti nelb Tabella I, mentre nella Tabella Il figurano i risultati delle misure eseguite in vari punti della scatolctta di carne c del sacco di mangime bilanciato per topi. Le intensità di esposizione e le intensità di dose sono espresse, rispettivamente, in chiloroentgen per ora (KR/h) cd in chilorad per ora (Krad/h). n coefficiente di conversione dci Roentgen in rad impiegato è 0,965. Nella fig. 3 sono rappresentati in forma schematica gli intervalli di intensità di esposizione e gli intervalli di tempo entro i quali sono stati irraggiati i vari campioni. Dall'esame della Tabella I si può rilevare come le intensità misurate abbiano una scarsa dipendenza dal volume del contenitore in studio, mentre, come era da attendersi, sono nettamente influenzate dal diametro delb corona di sorgenti, ossia dalla distanza sorgente-campione, secondo una legge che si approssima a quella, ben nota, dell'inverso dei quadrati.


T ABEl l.\

\'ulu mc (mi)

Tipo com<:nito re

01,1rnctm

lntcmiiJ

corona

medi.1 d i esp<"itione (KR h)

Sorgenti (cm)

_ _ _ l_ _ _ _ ---

lmemlt nwdia di dmc ;~,sorl>ll.l

(Kr,td .l1 1

1

Fiala ùi Flebocortid

5

20

595

575

Fiala di Cc(.ilaniù

2

r-l

8o;

775

Piala di Noradrcc

I

'i

8os

775

Flacone di Limtrofamo

IO

'7

8oo

77°

250

20

sll;

545

l3ottiglia di soluzione gl ucosata

20'000

Oes- Lanatoside

C

/ K- Strof antoside

15' 000

o/ Carne

_____.~(

scatola! a Oìe ta per topr

L-_ _ _

.-.---~-~----._....,-~

c:

E

'cr

3,5 %

l l

10'000

p v p ~jmallna

Destrano 6%

3,5Yo

5 000 Luglio

Gennaio

Gennai o

Genna i o

1965

1966

1967

1968

Fig. 3· - Rapprcscnta?.ionc ~chematica degli intervalli dcll'intcmità d'esposizione cù intervalli d i tempo d 'irradiazione d i vari cam pioni.


TABELLA

del

Punto di

rile,amcnto

mi\urJ.

D.na

Campione

-

D1.orn~tro

Intensità

cown:1

Sor~;enti

(cm)

c,po,iziont.. IKR h)

as,orhit3 (Krad h)

-- -

-~

lntenstt:l

do~c

- -- -

l

Va lori rel.lti vt

----

18-1-19(>7

Centro

17·4

68o

6ss

1,oo

Id.

Pcrifcri:1

17·3

715

&)o

1,os

14-3- 196?

Centro dd cilindro

18.4

575

555

1,00

Id.

Id.

Periferia dd cihn dro (l)

dl,4

790

765

1

rd.

Id.

Centro

l ~.4

)05

29<1

l 0,52

18,4

475

455

o,82

Scatoletta di carne

Id. Sacco di mangime

ba~c

\U -

Il .

·37

peri ore fd.

Id.

l (t) .\ ma n

Centro hase In feriorc

Jho z.1.

Per guanto riguarda la Tabella Il si può notare come la distribuzione della dose sia molto buona nel caso della scatolctt~'. di carne, in cui lo scarto fra periferia e centro (; contenuto nel 5 . .i'Jel caso invece del sacco cilindrico di mangime gli scarti risnltano molto più cospicui, andando da 1 37 _ (periferia del cilindro) al - 48 u~ c 18c;t0 (centro delle due basi). Va peraltro notato come i tre punti, oltre quello ce11trale, nei quali sono state effettuate le misure corrispondono proprio alle zone nelle guaii, per semplici ragioni geometriche, h dose tende a raggiungere i suoi valori massimi e minimi assoluti. Tenendo conto solo di questi valori si otterrebbe perciò una rappresentazione alquanto pessimistica della distribuzione della dose. Uno studio accurato di detta distribuzione esige invece mi):ure in una serie di punti scaglionati in tutto l'assorbitore: queste misure sono ora in corso di attuazione e permetteranno di rispondere al quesito circa il grado di omogeneità di irradiazione del mangime.


RIASSuNTO. Sono descritte le modalità tecniche e h: mi~ure effettuate per valutare la do,.._ assorbita da campioni diversi per contenuto, c per forma e \'olume del conten:tore. l campioni erano posti in corrispondenza del centro geometrico di una cavità cilindrica crìrr:Jdiazione limitata da una corona, a diarnctro variabile, di dicci tubi venicali com" nenti CofiJ (c: Gammabram 650 :. .\.E.C.L.l. l problemi di ordine fisico e pratico po>ti dalla geometria delle sorgenti e dalle caratteristiche dci campioni sono indicati; le so!u· zioni impieg:He 5ono descritte. Le misure dirette di intensità di esposizione h;.~nno presentato una scarsa dipendenza dal volume del contenitore, v;~riando con il diametro Jell:t corona di sorgenLi secondo una legge che si approssima a quella dell'in,·er'>O de i quadrati delle diHanze; la Ji,rribu?.ione della do~c llon ha supcr:llo tra periferia e centro Jegli oggeni irraggiati scarti del 5 . Scarti maggiori rib·ati in alcuni punti di contenitori con più ampio \'olume ( : ' : 16 cm; h: 24 cm) non rappresentano l'es;1tto grado di omogeneità di distribuzione della dose ncll'asmrbitore. ma sono indicati\'i solo di wne nelle quali la dose tcnJe a raggiun~cre i suoi valori ma~simi c mi111mi per semplici ragioni gl·ometriche.

Tecniques anJ mcasuremems carried out LO esumate dose 111 ~amples \'arying on contcnts and on form ::wd volume of the container are reponed. Samplcs wcrc placcd in the geometrie centcr of an irraJiation cylindric:.l C<l\ ity. limited by :1 crown. \'Jriable in diameter, of tcn vertieal tuhcs con1aining Cofl.l (« Cammaheam 650 » A.E.C.L.I. Phpical :tnd pr:tctical problcrns arisen frorn the source~ gcometry and samplcs charactcri~tics are ioJic:ned; ~olutions useJ are de~cribed . Direct cxposure r:nc measuremcnts were scarccly correlateJ with the container \'Oiumc. but \'ariecl with sourccs cr0\\'11 diamcter according to a law near to that of the reciproca!, of squan~ d d:~t:~nce~; do~e rate distrihution do not cxcecd 5 '~ vari:Jtions bctween periphery and ccnter of irraJiated : In cm: objects. Greater variations obser\'cJ in some poinb of largcr container~ ( h : 24 cm), do not represent the cxact dose r:Hc distribution clcgree into thc ah~orber. hut only the zones where Josc rate tenJs m get to its maximum and minimum v:l'ue~ for merely geometrica] reasom.

Rf:..()UML On a rapporté Ics techniliUCS et les mesures effectuées pour é\'allll:r la dose ah,orbéc par des échantillons différents par conteno et par forme et volume du récipient. Lcs échantillons avaicnt été placés à b hauteur clu centre géométrique d'une ca\ ité cylindrique d'irraJiation, limitée par une couronne à Jiamètre variable, Jc dix tube) vcrticaux contenants Cofl.l. On a indiqué Ics prohlèmes d'ordrc physique et pratiquc posés par la géométrie Jes source) et par le c:uaw:ristique' dcs échantillons; on :J fait la d~scription cles so:urions cmployécs. Les me,urcs directcs d'intensit~ ont present~ une faiblc ùépcndancc Ju volume Ju r~cipient, en changcam le ùiamt·tre dc la courunnc ÙC\ sourccs, st>lon une loi qui s':~pproche dc celle du renversé dcs distances carrécs; la distri butions de la dose n':1 pas dépassé entrc pcriphcrié t'l centre Jes objct~ irradiés, un écart du 5 0 • Ecarls plm remarqués, en quelques endroits dans récipients plus larges, ne


343 représcntent pas l'cxact degré d'homogénéité de distribution de la dose dans l'absorbeur, mais ils ne sont indic:nifs gue pour zones où la dose va atteindre ~on minimum et maximu m pour cles raisons tout simplement géométnquc~.

BIBLIOGRAFIA.

L.E., l'EJinHAS J.V. in: « Radioisotopc conferencc, 1954 », Johnson J.E. R.A., :\h ll.ET R.T. cdri, \'Ol. n. Ruucrwonh. London. 1954. Hu.MMEL R.W., FRf.EM.\'1 G R., V ·\ N C1. 1~AVE A.B., SPit-.h'> f.W.T.: Sdence, 119, 159, 8ROWNELL

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EFFETTI NEGLI ANIMALI DA ESPERIMENTO DEGLI ALIMENTI IRRADIATI

Prof. Dott. C. Biagini, M ag~. \1cJ. Dott. r:. Bruzzcse, Cap. MeJ. Dou. G. Greco, Tcn. Mcd. Dott. M. Buoncrha: " \ cae~rimento l' ferti!it;l di topi ali mentati per Juc anni run una d ieta irradi:na H . Cap. :vfeJ . D ott. G. Maffei, S. T cn. Mcd. Dou. R. Mazzali, S. Ten. l\h:d. Dott. C. Oe Sanctis: " EfTetti sulla crasi em~Jtica del topo Swiss :tlbino dd trattamento a bren: termine con una dieta irradiata •.



CI-STRO STUDI E RICERCIII DFI.LA S \ '\"IT \' ~lll.IT.\RE Dircuore: Col. \led. Doti. C. M1 st LLt REPARTO DI RADIOfiiOLOGI \ C.apo Rcp.trto: \1ar:.g Mrrl. Don. F. BRL/11 ,,..

ACCRESCIMENTO E FERTILITÀ DI T OPI ALIMENTATI PER DUE ANNI CON UNA DIETA IRRADIATA Prof. Dott. C. Biagini *

Magg. Med. D ott. E. Hruzzrse

Cap. Med. Dott. G. Greco

Ten. Med. Dott. M. Buoncrha

PREMESSA.

Lo studio degli effetti biologici, indotti nell'animale di laboratorio dal trattamento con alimenti irradiati, comporta la raccolta c la valutazione di dati relativi ai due parametri fondamentali dell'esperimento: il substrato alimentare irr2diato cd il mbstrato animale impiegato per il rilievo degli effetti. Uno schema utilizzabile per uno studio di questo tipo \'iene riporLato nella Tabella l. Per il suhstrato alimentare sono considerati alcuni rilievi sulla modificaz!one di caratteri organolcttici, fisici e chtmici, del valore energetico c del valore biologico degli alimenti; lo sltulio dd substrato animale comprende il rilievo di effètti sia nella fase di introd uzione che nella fase eli utilizzazione degli alimenti. Nella prima fase sono considerati come parametri: l'entità del consumo, l'appetibilità, la digeribilità e le modalità dell'assorbimento. Per la fase di utilizzazione degli alimenti sono esaminati le modificazioni relative al valore energetico, al metaboli.smo, al potere plastico degli alimenti ed effetti inerenti alla ferrilità, alla morbosi tà ed alla letalità dei soggetti. Nel presente lavoro sono riportati alcuni risultati di una analisi, a lungo lerminc. degli effetti rilcvabili nel substrato animale, condott a secondo lo schema inù icato. (Bruzzese e Coll., 1967). MATERIALI E \t!ETODL

Si riportano i principali dati rei ati vi ai substrati sperimentali impiegati ed alle modalità usate per l'irradiazione del manhrime, per l'alimentazione e la

*' Direttore dell'Istituto dì Radiologia ùeli'Uni,·ersità di Sassarì.


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T A ll f>.LLA I. SCHEMA GENERALE D I STUnJO PER I L RILIEVO DI EFFETTI BIOLOG I C I 1>1 ALIMENTI IRRADIAT I.

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349 stabulazione degli animali e per il rilievo degli effetti biologici. Alcuni dati hanno, in particolare, importanza perché tendono a limitare la possibile influenza, sui risultati dell'esperimento, di eventuali « extra-fattori nutrizionali » di origine microbica o coprofagica, osservati o sospettati in esperienze riportate nella letteratura sull'argomento (Richardson c coli., 1956; Kraybill, 1960; Metta c Coli., 1960). SussTRATI SPERIMENTALI. Gli esperimenti sono stati condotti su un substrato alimentare costttutto da un mangime bilanciato per topi allo stato secco, in « pe!lets >> (mangime Zoofarm tipo « Z » magro). Per il rilievo degli effetti biologici, determinati dalla alimentazione con clieta irradiata, sono stati impiegati oltre 1.500 topi Swiss-albi no del nostro allcvamcn to. IRRADIAZIONE.

Il mangime è stato irracliato impiegando un irradiatore a raggt gamma di Cobalto-GO (« Gammabeam 650 A.E.C.L. » ). Le irradiazioni sono state effettuate ponendo nella cavità centrale dell'irradiatore 3 kg di mangime in un contenitore cilindrico di polietilenc. Il livello di esposizione impiegato è stato di circa 6.000.000 di R.. misurati al centro del contenitore, con intensità intorno a 10.000 Rjm. Le misure dosimetriche preliminari ~seguite in punti estremi del contenitore hanno fornito valori diversi della dose (Scarpa, 1967). E' in corso una valutazione ponderata del la dose assorbita da frazioni diverse del mangime, percentualmentc considerate. Tale livello eli e.sposizione è stato scelto in considerazione del fatto che, trattandosi di dieta a scarso contenuto ac<.juoso, era prcferibile impiegare, nell'esperimento iniziale, li\·elli elevati di dosè. Le irradiazioni sono state eseguite ogni due o tre giorni. ALIMENTAZIONE E STABULAZTONE DEGLI ANl'MALI.

Il mangime irradiato è stato somministrato « ad libitum ~ . In considerazione della relativa disomogeneità delb dose assorbita dal mangime, questo è stato accuratamente mescolato prima della somministrazione agli animali. Nessun supplemento dietetico è stato introdotto nel corso delle esperienze. La dieta liquid:l, costituita dalla comune ac<.jua potabile, è stata anche somministrata « ad libitum >> . Il ricambio è stato effettuato ogni tre giornt per il mangime, <.jUOtidianamente per l 'acqua. Gli animali sono stati stabulati in ambiente condizionato. La temperatura e l'umidità sono state controllate medi:1nte termoigrografo. T risultati di


tali rilievi hanno fornito valori di 21 _ l C per la temperatura e ...1<:! 75 __:.. 5% per l'umidità rebtiva. Sono state impiegate gabbie in materiale plastico, munite di una lettiera costituita da trucioli in falde piccole e sottili di abete o di abete e faggio in uguali proporzioni. Il rinnO\'O Jellc gabbie è stato effettuato a giorni alter111; settimanalmente le gabbie sono state steri lizzat<: in autoclave. Gli animali sono stati posti in numero Ji quattro o cin<.Jue per gabbia nel corso dei rilie' 1 sull'accrescimento e a coppi<: singole per lo studio della fertilità. Le coppie sono state lasciate insieme per tutto il periodo di osservazione; i nati cb ciascun parlo sono stati allontanati dai genitori al termine di un p<::riodo di trenta giorni (svezzamento). fFFE1Tl BIOLOGICI, :\100.\IXL\ E TECl'iTCHE DI RILIEVO.

Lo studio degli effetti biologici è stato condotto su tre generazioni ti! topi secondo lo schema a blocchi riportato nella Fig. l. Tutti i rilievi sono stati effettuati su due lotti di ugual numero di animali, alimentati ri spettivamente con dieta irradiata e con dieta non irradiata. ln ciascun lotto i soggetti sono stati distinti in due gruppi principali; sugli animali del primo gruppo si è proceduto allo studio dell'accrescimento corporeo e della lctalità: sui soggetti del secondo gruppo allo studio della fertilità e ai rilievi effettuali all'atto dello svezzamento. Nei gruppi impi<:gati per lo studio de Il 'accrescimento corporeo è stato rilevato contemporaneamente il consumo medio giornaliero di mangime. Lo studio degli effetti sulla fertilità è stato condotto su soggetti accoppiati al sessantesimo giorno di età circa. La osservazione delle coppie è stata protratta sino al decesso delle femmine o fino a quindici giorni dal decess() dei maschi. I soggetti di prima generazione (blocco con asterisco della Figura) sono stati scelti per randomizzazione tra animali, di trenta giorni circa di et~, dell'allevamento del Centro; per le successive generazioni i gruppi sperimentali sono stati ccstituiti con i soggetti nati dal primo parto delle coppie della generazione precedente. T metodi impiegati per lo studio degli effetti sono quelli comunemente noti. Alcune modalità e tecniche seguite per il rilievo sono riportate nella esposizione dei risultati. La valutazione statistica dci dati è stata condotta con il metodo dell'analisi della varianza tenendo conto delle di versc variabili che potevano influenzare i risultati stessi. I fattori principali di variabilità considerati sono: il tipo eli dieta e la generazione; per i rilievi effettuati sull'accrescimento sono stati considerati anche il sesso ed il tempo di osservazione. Sono stati pertanto adottati degli schemi di analisi [attoriale in cui i principali fauori di


* lntz•o espenmenlo l Parto

G Gefleraz•one A ·Actresctmtnlo f ftorttllta'

s

S Svezzamc'flto A.R"AIIn nlitvt

Fig. r. - Rapprc~cntaz iom: ~chematica delle modalità ~pcrimemali ~cgui~e per il rilievo di effetti biologici di diete in succ~·ssi Ye generazioni tl i topi.

variabilità sono stati combinati nella m émtera più opportu na suggerita dalla logica dell'esperimento.

HISULTATl.

Saranno successivamente esposti i risultati di ricerche rel ative a: entità del comumo alimentare medio dci soggetti; - appetibilità della dieta; - andamento delle curve di accrescimento ponderale; - effetti rilevati sulla fertilità delle coppie; - effètti osservati all'atto dello svczzamento ; - nati-mortalità e mortalità n eonatale; - tempo di sopravvivenza.


3'52 l. - ENTITÀ DEL CONSUMO ALIMENTARE MEDIO DEI SOGGETI"I. Il consumo alimentare dei soggetti è stato calcolato misurando per differenza il mangime consumato in ciascun a gabbia ad ogni rinnovo del mangim<.: stesso. Le curve relative al consumo alimentare per singole generazioni lh animali, in rapporto al sesso ed al tipo del trattamento, sono riportate nella Fig. 2. Dall'esame delle curve si può ri levare che l'andamento generak è abbastanza confrontabi le fra le generazioni c che l'irradiazione della dieta

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Fig. 2 . • Andamc.:nro, in funzione del tempo, del comumo alimentare medio d i topi U'attari con d ieta irradiara c con dic.:ra non irradiata. Le curve ~ono riponntc in rapporto al sesso degli animali e per ~ ingoia ge nerazione. (Comumo « ad libitum .. ).

non risulta avere in(lucnze di significato generale sul consumo alimentare dci soggetti. Per quanto riguarda l'influenza di altri fattori, l'entità del consumo risulta inferiore nei soggetti di sesso femminile rispetlo a quelli di sesso maschile e subisce influenze stagionali con riduzione dell'entità del consu mo in corrispondem~a dci mesi primaverili ed estivi. L 'incidenza dei fattor i suddetti sul consumo alimentare sembra essere di livello confrontabile nei soggetti alimentati con dieta non irradiata ed in quelli alimentati con dieta irradiata. Per quanto riguarda l'influenza dell'età sul consumo alimentare. l'entità del consumo aum enta da 4 a 6 grammi nella prim a fase di accrescimento e non si notano differenze in rapporto al tipo di dieta somministrato.


353 Sui valori ottenuti calcolando per ogni mese di osservazione il consumo medio giornaliero per animale, è stata condotta un'analisi fattoriale della varianza a tre fattori: dieta. sesso e generazione. I risultati dell'analisi (Fig. 3) dimostrano che l'entità del consumo alimentare (: significativamente diversa in rapporto al sesso, mentre non significatiYa è l'influenza esercitala sul consumo alimentare dal tipo di dieta c dalle generazioni. L'influenza esercitata dal sesso e dal tipo di dieta sull'entità del consumo alimentare risulta evidente graficamente se il consumo medio per le tre generazioni viene riportato in funzione del tempo (grafico a destra della Figura).

F'ATTORI 01 VARIABILITA

r

DitTE

<l

SESSI

55,15-

GENERAZIONI

zm

INTERAZIONE TRA fATTORI

1

9

Fig. 3· - Consumo alimentare medio in tre generazioni di topi alimentati (< ad lihi. tum ,. con dieta non irradi:~ta c con dieta irradiata. Tabella a sinistra : risultati del l'analisi fattoriale (valori di f e signilìcaùvità statistica). Grafico a destra: andamento del consumo alimentare in funzione del tempo. Valori medi ~u tre generazioni.

2. · APPETIBlLJT.\ DELLA DIETA. L'entità del consumo alimentare viene di solito ritenuta un buon inciicc dell'appetibilità di una dieta. Nell'esperimento con animali da laboratorio, tuttavi a, l'entità del consumo può avere un valore relativo per esprimere il grado di appeti bilità delle diete, se non viene data ai soggetti alcuna possibilità di scelta Lra diete diverse. Sono state pertanto effettuate delle prove su soggetti appena svezzati o in età adulta, impiegando contemporaneamente in mangiatoie distinte, alimento irradiato e non irradiato. Dalle prove è risultato che in tutti i gruppi i soggetti rifiutano in ,g enere l'alimento irradiato se l'irradiazione è stata effettuata da uno a tre giorni prima, mentre consumano in parti uguali i due tipi di m angime, se l'irradiazione ri~ale a più di tre giorni prima. 3. · C..M.M.


354 E' verosimile pertanto che l'irradiazione provochi modificazioni tempo rancc dci car:llteri dell'alimento, forse di natura organolettica (odore, sapore). ~. - A"<DAME'\"TO DELLE CURVE DI ACCRESClMEN10 PONDERALF..

11 rilievo di effetti sull'andamento del peso corporeo è stato iniziato, in ciascuna generazione, al momento dello svezzamento degli animali, in coinciden7.a cioè ddl'inizio del trattamento dietetico differenziato. Il peso corporeo è stato rilevato a giorni alterni nei primi '5 mesi di osservazione cd ogni 5-7 giorni nei mesi successivi. Nella Fig. 4 è riportato l'andamento delle curve ponderali, per singol a generazione c per sesso. L'andamen to generale delle curve è confrontabile in tutti i gruppi d i soggetti; è possibile distinguere, in funzione del tempo, una fase rapida dt aumento del peso corporeo della durata di circa 90 giorni dallo svezzamcnto, seguita da una fase di incremento lento (parte intermedia delle curve) con tendenza alla stabilizznione pondcrale o ad una lieve deflessione (parte finale d elle curve relative ai soggetti con più lungo periodo di osservazione). L'incremento ponderale dei soggetti di sesso femminile è sempre inferiore a quello dei maschi. Per quanto riguarda l'influenza della dieta irradiata sull'accrescimento corporeo, il trattamento non modifica l'andamento generale delle curve; tuttavia, l'incremento ponderale dei soggetti trattati ri~ulta, in genere, inferiore a quello dei non trattati. La differenza ponJerale, pur non risultando elevata, si mantiene pressoché costante per tutta la durata del periodo di osservazione che, per i soggetti di prima generazione, raggiunge un massimo di oltre 550 giorni. V al u tazioni dell' i11 fluenza del trattamento su l tasso di accrescimento ponderate c sul rapporto tra consumo alimentare e aumento del peso corporeo i n rapporto ai parametri fondamentali di variabilità (sesso, età, generazione) sono tuttora in corso. L'analisi statistica dei dati relativi all'andamento del peso corporeo è stata condotta, per ciascuna generazione, secondo un disegno fattoriale a tre fattori: dieta, sesso, tempo (Fig. 5). La dieta ed il sesso sono stati considerati a due livelli, rispettivamente: irradiata c non irradiata, maschi e femmine. Il terzo fattore, il tempo, è stato considerato a cinque livelli, il primo dei quali (to) corrisponde al giorno d'inizio dell'osservazione, cioè allo svezzamento (30 giorno d'età dei soggetti); gli altri livelli sono distanziaLi di 30 giorni l'uno dall'altro, per cui l'ultimo livello di tempo considerato (t4) corrisponde al 120' giorno dì osservazione e quindi al 150" giorno di età dei soggetti . L'analisi è stata condotta sulle prime fasi di accrescimento ponde-


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Fig. 4· · Andamento in funzione del tempo delle curve di accrescimento pondcralc in topi alimentati con dieta non irradiata cd irradiata. Le curve sono riportate in ra pporto al ~esso degli animali e per singola generazione (consumo alimentare " ad libitum )))

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ralc perché l'esame delle curve relative dimostra che le maggiori informazioni sul fenomeno considerato si limitano alla prima fase dell'accrescimento corporeo. Inoltre il verificarsi, nelle fasi più Jvanzate, dci primi casi di mortalità tra i soggetti in esame avrebbe potuto introdurre ulteriori sorgenti cl1 variabilità non sempre facilmente controllabili, falsando il risultato delle

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Fig. 5·

DIETE x SESSI x TEH"

Schema <.li disegno fanorialc per l 'anali~i stati,tica dci <.lati sperimentali rc.:larivi all'accrescimento ponderale.

analisi. Per ciascuna generazione, il numero dei soggetti rappresenta il numero di replicazione per gruppo. Un esempio di risultati dell'analisi effettuata sui soggetti di prima gene razione viene riportato nella T a bella Il. L'esame dei valori di F dimostra che il peso corporeo dci soggetti varia significativamente in funzion e del tempo di osservazione, del sesso e del trattamento dietetico. Delle tre interazioni di primo ordine, (diete-sessi, sessi-tempi e diete-tempi), quella dietesessi non fornisce valori significativi, quindi l'influenza delle diete si può ritenere simile nei due sessi; quella sessi-tempi è altamente significativa,


357 TABELLA

Il.

E SEMPIO Dl RISULTATI DELL'ANALISI I'A1TOR!ALE DEL DATI RELATIVI

ALL ACCRESCI~fE:>:TO PONDERALE (sOGGETTI OI PRIMA GENERAZIONE). 1

Gradi

Fattori di '.uiabilil.ì

di

- ---

libert~l-

Dcvi:1n~e

\'ariantc:

F

-l

Diete

66,04

66,04

32,85 ...

II20,04

ll20,04

557·23 ...

termine lineare

6502,50

65o2,50

3235-07 .....

termine quadratico

1040,04

l040,04

1r6,75

II6.75

5 1 7•43 n<t 58,o8 ...

1>49

T.49

<r

2>93

2

1 W·37

139·37

()(),33

132,07

132,07

(}s,j0*"1>

12,46

12,46 0,)8

<I

l

Sessi Tempi:

:l

termine cubico termine quadrico l nteraziom: d iere x sessi Tnteraziom: ses'i x tempi:

termine lineare termine quadratico

.l

l

termtnc cubico termine quadrico

0,38

·93

l

1

·45

·'*·

6,19 •

l ntcrazione dit:Lc x tempi: termint: lineare

23·5 1 12,07

11,6g .".

1,22

<r

2,6o

2,6o

1,29

1,08

0,2~1

<r

2.~,)1

termine.' quadratico

.l

termine cubico

.l .l

termine quadri co

Tnterazione dierc x sessi x tempi

12,07 1,22

-f

·l Trattamenti

·j

ICJ

9 174·55

482,87

l

Animali entro theta

p

n6g,12

36·'53

Residuo

J28

2)8,03

2,01

1 79

lo(lOI.jO

.l

Totale

• 0 .0 1 <

p < 0,05. -

••• p < o,oos .

G,oo •

240,23


cioè la differenza tra l'andamento del peso corporeo elci maschi c dclk femmine, varia sign ificativamente in funzione del tempo; la significativiù dcll'interazionc diete-tempi dimostra che rinfluenza della dieta si manifc~l .l in maniera significativamente div·ersa ai vari livelli di tempo considerati.

4. - EFFETII RILEVATI SULLA FERTiLITÀ DELLE COPPIE. Lo studio della fertilità è stato condotto esaminando, in rapporto al ti po di dieta c per ciascuna generazione, i seguenti parametri:

a) numero di parti per coppia; b) numero di nati per coppia;

c) peso medio dci nati per coppia;

d) tempo medio di accoppiamento (intervallo medio di tempo fra due parti successivi);

e) indice medio di fertilità (rapporto tra numero di figli per parto c tempo di accoppiamento espresso in giorni). Nella Tabella III vengono riportati i valori medi rilevati per ciascun parametro in rapporto alla dieta cd alle generazioni. Dall'esame dci valori risulta evidente la variabilità dei dati in funzione del trattamento dietetico e nella successione delle generazioni. In particolare, il confronto delle medie dimostra che, rispetto alle diete, il numero dci parti e il numero dei nati per coppia si riduce nei soggetti trattati con diete irradiare; anche il peso T.~BELL.~

111.

l~FLUENZA OEL TRATTAMENTO OlETETICO .E DELLE GE!\ERAZJONI S Ul VALORI MU>I Dl ALC\iNI PARAMETRI RILEVATI PER LO STUDIO DELLA FERTILiTÀ TN TOP I

Swrss - ALBINO.

l_ Diete

Param..-m

~on

Irradiata

Gem·razioni

irradiata

GJ

G:!

(;3

-l Numero parrif coppia Numero nati f coppia

Pe!>ù medio nati al 5. giorno (g) Tempo medio di accoppiamento "' Indice di fertilità"

l 617·95,6o

6.o;6

8,)0

7·54

6,43

5~·4°

58,oo

59·75

55·09

YH

2,87

3·32

2,98

J,<>8

33,66

3H.43

32,25

33-92

43·33

3J,83

26,t6

28,1H

29,93

2 7·37

• ln tc:rvalln medio di tempo 1r.1 due parli 'UC<T"J' i. -

·• '\;.JIJ gwrna do .JCCoppt.lmentn . 100.


359 medio dei nati, valutato in grammi a] quinto giorno dalla nascita, risulta diminuito se i genitori sono stati alimentati con dieta irradiata. Il tempo medio di accoppiamento, invece, aumenta nelle coppie tratlate con dieta irradiata. Nel complesso, l'indice di fertilità si riduce nelle coppie trattate con dieta irradiata. Fenomeni analoghi è dato osscrv:-.re se si esaminano i valori relativi alle singole generazioni. Ad esempio, il numero dei parti per coppia si riduce dalla prima alla terza generazione, mentre aumenta il tempo medio di accoppiamento. TABELLA

IV.

RISULTATI DELL'ANALISI FA·n·oRIALE DELLA niFFERE:-rZ-\ [)ELLE ~lEDIE DI PARAMETRI DI FERTILITÀ (t>:UMERO "ATrjCOPPTE, ~GMERO l'ARTI / COPPIE, PESO MEDIO DEl NATI AL )

0

GIORI\0).

F F.mori di variabilità 'J. nJti / coppìa

i_:·

partì j coppìa

Pc•o medio nati (g)

. .

;.83 •

12,14 •• '

1).87 ...

Generazioni

<l

8,22 .....

2,16

<t

1,90

<t

Diete

I nrcrazioni f)icre - generazioni • o,o1 < l' < u.o;. -

. l

••• P < o,oo;.

Per la valutazione dci dati sperimentali esposti abbiamo adottato uno schema di disegno fattoriale a due fattori: dieta e gencraziont, considerando la dieta a due li\·clli: irradiata c non irradiata e la generaziont a tre livelli: G,, G:!, G;j. Per l'analisi dci primi tre parametri: numero dci nati, numero dci parti e peso medio dci nati, lt: replicazioni sono costituite dalle coppie e si è dovuto introdurre nel calcolo un termine di correzione per l'analisi di classi clisproporzionate, dato il numero diverso di coppie presenti per generazione al momento della valutazione statistica dei dati (Brown, 1932; Sncdecor, 1961). I risultati dell'analisi delle differenze (Tabella I f'), hanno fornito valori significativi, in rapporto al tipo di dieta, per il numero dci nati c valori altamente significativi per il numero dci parti e per il peso medio dei nati; per le differenze tra generazioni. valori altamente significativi solo per il numero dci parti. Livelli non significativi sono stati ottenuti per l'intcrazionc diete-generazioni.


Per quanto riguarda i risultati dell'esame del tempo medio di accoppiamento, l'analisi statistica è stata condotta prendendo in considerazione i primi otto parti, essendo otto il numero minimo di parti condotti a termine da almeno una coppia di ogni singolo gruppo. I risultati dell'analisi risultano nella Fig. 6. Le differenze rilevate tra diete c quelle tra generazioni sono significative; non è significativa l'interazione tra i due fattori. I grafici rap-

FA TTORI cl VARIASIJTA' DI( TE

F 6,91"

C[NEJIAZKN

tttmu• nue

s.os•

.,.. ....,.

tlrl'IWif quadrttlal INTtAAZIDIIIE OCTE x C(H(RAZIONI

l

•1

Cl'

100

\25

ltrmtnt q&.ed ,.uco

•1

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parli

·;

200

100

o4 parti -

01t11 non IIT~

1

12

o~~--~4--p-a-rt-i~a~----~12 ---- 01elll •rrad.ala

Fig. 6. - Tempo medio di accoppiamento su tre generazioni di topi alimemati con dieta irradiata e dieta non irradiata. Hisultati dell'analisi f:morialt> c rette di regrcssione, in funzione del numero progressivo di parti, per singola generazione (G 1, G2. G_)).

presentano la retta di regressione del tempo di accoppiamento in funzione del numero di parti. Dall'esame di queste rellt.: risulta evidente, in tutte le generazioni, il prolungamento dd tempo di accoppiamento nei soggetti al imentati con dieta irradiata rispetto ai soggetti ali mentati con mangime normale. Per ciascuna coppia di rette, il u te~t 11 di ~ignificatività della differenza tra i coefficienti di regressione ha fornito valori significativi per la prima generazione (n = 7, t = 7,9, P < 0,01) e per la Lcrza generazione (n = 14, t = 5,6, P< 0,01) e non significativi per la seconda gcnera7.Ìonc (n = 17, t 1,63. P 0,0'5). Il risultato dell'analisi statistica dell'in-

=


dice di fertilità per coppia ha fornito valori significativi solo per la differenza tra diete (fig. 7). Nel grafico della figura vengono riportate le rette di regressione dell'indice di fertilità in funzione dd numero progressivo di parti espletati dalle coppie. I valori rapprese ntano le medie per le tre generazioni. Dall'esame di queste n:tte risulta evidente che i valori dell'indice di ferlili tà si riducono fisiologicamente con l'aumentare del numero dei parti,

INDICE DI FERTILITA'

50

rATT ORI DI VARI ABILITA

r

DIETE

4,91 *

GENERAZIONI

<1

INTERAZIONE DIETE -GENERAZ

y= 42.25-2,54 x

L.t ~

o

~20

<1

* 001 . <p< 005 ' .. __ ... Dieta irradiata

=

Ci

y'= 39,48- 2.~ x 1OL..I...--L.---1----'-__..._.....__.----J o 2 4 6 8 PART I

<>----o Dieta non in-adiata

Fig. 7· · Indice di fertilità su tre generaztoni Ji wpt alimentati con dieta irradiata c non irradiata. Risultati tlell'::tnalisi farrorialc e n:tte Ji rcgn:ssione in funzione del numero progrc~siYo di parti. \' alori mnli 'u tn: gem.razioni.

cioè con l'età dci sog-getti; che per i gruppi alimentati con dieta irradiata si hanno valori dell'indice inferiori a quelli dci gruppi alimentati con dieta normale. Non significativamen te diversa risulta invece l'inclinazione ddle retle (n 12, t - 0,9, P 0,05).

=

5. - ErFF.1Tl OSSERVATI .-\LL·,n-ro DF.LLO S VF.Z:l\MF.NTO. Alcuru rilievi sono stati condotti nei soggetti all'atto dello svezzamcnto. Sono stati considerati i seguenti parametri: numero di svezzati, rapporlo svezzati-nati, rapporto maschi-femmine. peso medio (Tabella T').


valori riportati rappre~entano le medie dei dati rilevati per ciascuna generazione e per il tipo Ji dieta somministrata. I risultati dell'analisi statistica, condotta secondo lo schema fattoriale adottato per lo studio clelb fertilità, evidenziano la significatività delle differenze che Sl rilevano nel TABELI.:\ \'.

VALORI MEDl DI Rll.IEVl EFFETTUATI ALL ATTO DELLO SVEZZA~fEKTO 1

IN RAPPORTO AL TR:\TTA ~{ENTO DIETETICO E ALLE GENERAZ10Nl.

l

D rete

Parametri

t"on

-----

- ----

Jrr&diata

Irradiata

F

~-Gr

Gcneracioni

-

-

G.:

G;

F

l 4 ·64

44,00

44·79

<r

l

Numero svezzati / coppia

48,12

39· 1 4

6.46.

Rapporto sve-aa[Ì f na[i

0,78

0,73

1,61

0,71

0·74

o,8o

2,82

Rapporto maschi / femmine

1,03

0,1)9

<r

0,98

x,oo

1,04

< x

Peso medio we-aati (g)

19,00

xs.88

31,07 ...

17,32

XJ,45

17,29

< x

• 0.01

< p < 0.0). -

•••

p

1

0.00).

numero degli svezzati c nel loro peso medio in funzione della dieta. l rapporti svezzati-nati e maschi-femmine risultano quasi uguali per le due diete. Non significati ve risultano le differenze dell e medie osservate per le singole gencraz•onL

6. - NATT -MORT,\Ll'IÀ E .1\lORTALTTJ\ J\'EONATALE. Se ~i assume il rapporto svezzati -nati (Tabella V) com e indice di natimortaLità c di mortalità neonatalc, si può concludere che il trattamento con dieta irradiata non provoca modificazioni elci valori di questi due parametri rispetto agli animali di controllo.

I rilievi della lctalità sono stati condotti sugli stessi soggetti per i quali è stata determinata la curva di accrescime nto ponderale. I risultati sono riportati nella fig. 8. Nei grafici a sinistra le frequenze percentuali di lctalità


sono espresse in « probits n, in funzione dd tempo. Il grafico superiore si riferisce ai soggetti di sesso maschile, quello inferiore ai soggetti di sesso fem mini le. [ dati non sono completi per la sopravvivenza di alcuni soggetti ne1 diversi gruppi sperimentali al momento dell'esame dci risultati. Sulla base

..

"

H IO

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Il

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99

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. w ... .. '.. t.·.~ . •

......

OIOA

lrl'8doolo

~!100

"• ~>z±! ';s o

et c.

1000

Fig. 8. - Andamento Jdla letalità di topi rrau::tti con dieta •rraJiar::t e con dieta non irradiata in funzione dd rempo di osservazione (« probits .. ). A r111ùtra: valori percentuali della letalità dei soggetti di tre gcn~:razioni. A destra: determinazion~: della vita media nei soggetti m::tschi di prima gencr::tzione tratrari (linea continua) e non rrall::ttì (linea trartcggiara ~ con Jil·ta irradi::tta.

dei valori disponibili non sembra che l'alimentazione con dieta irradiata m o difichi il tempo di sopravvivenza degli animali. L'osservazione sembra confermata dallo studio delle rette di letalità ottenute per i soggetti maschi di prima generazione, riportate nel grafico a destra della Figura. Il calcolo delle rette è stato reso possibile dall'avvenuto decesso di tutti i soggetti in osservazione. T valori della vita media ottenuti sono rispettivamente di 431


giorni per i controlli e di 478 per gli animali trattati con dieta irradiata. La differenza tra i due valori non è significativa (n = l O; t = 2,04; P> 0,05).

CONSlDERAZTO:'-JI CONCLUSi VE.

l risullati riportati dimostrano che l'alimentazione con dieta sottoposta ad alte dosi di radiazioni gamma di C0-60 induce, nell'animale da laboratorio, un effetto di danno che si manifesta con la riduzione dell'accrescimento corporeo e della fertilità dei soggetti. Il modello sperimentale impiegato ha permesso di evidenziare diversi aspetti degli effetti biologici delle diete irradiate. Nella Tabella VI sono riportati i risultati ottenuti ed i relativi livelli di significatività delle differenze osservate per ciascun parametro. fn particolare si nota: l) gli effetti della dieta irradiata si manifestano in mamera significati va su quasi tutti i parametri studiati; 2) i valori non significativi ddl'inlerazione tra diete c generazioni, ottenuti per tutti i parametri studiati, dimostrano che nelle diverse generazioni, l'entità dell'effetto presenta fluttuazioni che non superano i limiti òella variabilità casuale. Il danno biologico, rilevato nella prima generazione di soggetti, non assume cioè aspetti più marcati nelle successive generazioni. L'effetto biologico determinato nell 'animale di laboratorio dall'alimentazione con dieta irradiata, non può essere attribuito ad un ridotto apporto alimentare quantitativo, essendo risultata simile l'entità del consumo delle due diete impiegate. Le informazioni della letteratura sull'argomento, pur non permettendo una sicura interpretazione dell'effetto biologico delle diete irradiate, tendono a dare maggior valore a fenomeni eli carenza alimentare per distmzione di principi nuLritivi contenuti nelle diete che a modificazioni eli processi di digestione e di assorbimento delle diete stesse. In diverse ricerche, condotte irradiando diete per animali da laboratorio, l'effetto osservato è stato attribuito, in gran parte, all'azione delle radiazioni sul contenuto vitaminico delle diete stesse (Da Costa e Levenson, 1951 ; Burns c Coll., 1956; Richardson, 1956; Day e Coli., 1957; Metta e Coll., 1959 a, b; Richardson, 1959; Metta e Coll. 1960; Witt c Coll., 1960). L'integrazione di queste con principi vitaminici sembra, infatti, ridurre od annullare il danno indotto nell'animale. Così, la riduzione del tasso di accrescimento osservata in ratti alimentati con dieta irradiata, viene riconclotta alla norma da un apporto di vitamine del complesso B (Witt e Coll., 1960); l'integrazione della dieta con vitam in a E annulla gli effetti sulla fertilità osservati in ratti trattati con dieta irradiata (Poling e Coli., 1955); la sindrome


T ABBI..LA VI. 1

S rGN IFICAT!VITÀ STATISTICA DELLA O! FFEREI'ZA DELLE MEDIE PER L ANALISI DELLA Vi\lt! ANZA D1 ALCUNI RILIEVI SPERI MENTAJ.J.

vari~hi l id

Fauon di

lnterazioni

P..rJmetri Sesso_ _ ,_

Consumo alimenr:Jre Peso corporeo :.Jumero parti f coppia :.Jumero nati /coppia Peso medio nati (5° giorno) 1

T++ -++

D icr:a

l

Tempo

Gcntr.u.iom

l +++

l ;- + +

- - Diete x 'c.-i

~ete

x ~ __t_empi

.,-..,-+

+++

- -,-

Diete x g•nera7ionì

l

Sc,si x tempi

+..-+

++ +

.,.

T T ...4..

T empo medio di accoppiamento

+

I ndice d i fertilità

-1

:.Jumero wezzatifcoppia

+

+

Rapporto svezzai i/ nati Rap_porto mtne

ma~chi j fem -

Peso medio svenati (30" giorno)

..L++

Vita media (G1 d) . -

No11 signifÌç,llÌva. •·

(1,0 1

< p < o.os.

+ + .,. p < O,Ol').

w 0\ V1


emorragica dimostrata in pulcini non si manifesta se agli animali VJenc som ministrata contemporaneamente vitamina K (Richardson e Coll., 1956). Tuttavia è stato dimostrato che il tempo di·transito di lardo irradiato con 6 x lOb re p di raggi catodici risulta ralkntato attraverso stomaco ed intesti no di cani sia se il lardo è somministrato da solo che insieme a carne (Rcad, 1960): inoltre, la capacità delle lipasi di idrolizz:ue «in vitro » emul sioni di lipidi irradiate, diminuisce con l'aumentare della dose di irradiazione. Il fenom<.:no è stato riferito alla diminuzione della stabilità delle emulsioni per effetto delle radiazioni (Moore, 195R). ln diete sintetiche, quindi, è verosimile che complesse modificazioni dci caratteri degli alimenti ed eventuali interferenze per fenomeni di radJoprotezionc e di radioscnsibilizzazionc tra sostanze presenti, abbiano importanza nel determinare il grado di assorbimento e di utilizzazione dci principi nutritivi e quindi l'entità del danno alimentare c dell'effetto biologico. l risultati dei ri lievi in corso sulle modificazioni qualitative c quantitative indotte dall'irradiazione nella dieta impiegata e quelli di ulteriori indagini biologiche, potranno forni re un contributo più esauriente al problema degli effetti ossen·ati nell'animale da laboratorio dopo trattamento a lungo termine con alimenti irradiati.

RIASSUNTO. Sono riportat! i ri~uhati di uno studio degli cffcui biologici rilevati, in un periodo eli osservazione di circa due anni, su rrc gc ne rnioni di topi alimentat i «ad lihitum » con una dieta standard bilanciat:t non irr:td ia ta cd irradiat:t con alti livelli di irra· diazione. L'entità del consumo aliment:ue risult:t confrontabi le nei ~o~gctt i alimentati con d ieta irradiata rispetto ai controllì; alcune prove sembrano dimostrnrc che l'irradiazione riduce l'appetibilità ddla dieta. L'alimentazione con dieta irr:tdiata induce riduzioni dell'accrescimento corporeo e deUa fertilità degl! animali; alcuni effetti si rilevano anche all'allo dello svczzamenlO. La nati mortalit[l, la mortalità precoce, il tempo medio di so pr;1vvivenza dci soggetti non appaiono influenzati dal trattamento. L'analisi statistica della varianza ha fornito valori significativi delle differenze delle medie per la maggior parte degli effetti osservati. Sulla base dei risultnti ottenuti c di da t i della lelleratu ra w no considcr:lti alcu ni possibili meccanismi per b comparsa degli effetti.

SUMMARY. Rcsults of a study on biologic:tl effects obtained, during a pcrioJ of :~boUL 2 ycJrs, through three gcncratiom of micc fed «ad libitum » a standard balanccd dict not irradiatcd and irradiated with high radiati<·n lcvels, :~re reportcd.


Alimentary comumption in subjccts fcd thc ìrrac.liatcd dicr and in contro!,, Ì!> similar; some te,ts seem to dcmon~tr:nc rhat irradiation reduce~ dict palatahdity. Fecding rhe irrac.liated dict camcs reduction in growth r.nc.J in fcrtilitv of the animals: some effects are also noticed at the wcaning. Dcath-rate of ncw-horns. t'nrh- Jcath-r:He, survival avcrage t ime of suhjects. J:m 't secm to he affectcd by thc t re;rmcnt. Stari.,tical analysis of vanance gavc signifiant valucs of mcans differencc 111 the most of the ohservec.l effects. On the ground of obtained rc~ult~ and of literaturc data. some possiblc mech·llli~ms for rhc :1ppearance of the effccb are con,idereJ.

Rr.SUMf.:. Sont rapporrés les résultat'> d'un étudc de, effcrs hiu:ogique~. relen!s dans une périodc dc 2 ans cnviron, sur trois générarions dc ~ouri~ alimcntées 4: ad libitum, a\CC une di~tc st:][)Jard irradite à hauts nivcaux de r:1dìation. Lt consornmation alimentairc des !>ujus alirncntés avcc diète irradiée et dcs controlcs est pareille; dcs cssais scmblent demonrrer que l'irradiation rédUJt l'appétibilité de la diète. L'alimcntation :-tvcc Jii:tc irradiéc provoquc cles rcductions d:1ns l'nccrétion du poid• du corps et dans b ferriiité des animaux: on a rem.1rqué des cffets mcme lor~quc les fils sev ré~. L:~ mortalné cles nou\e<lll'\·nés. la mortahr( prématurée, !c tcmps moycn de survivance des sujcts, ne n:sultent p:-ts influt:ncés p:1r le tr::~itcmc nt. L':~nnlyse st:ltistiqu~ dc la variance a donné dcs valeurs ~ignificntives pour les différences dcs moy,.nnes dans b plupan des cffch obscn·és. D'après Ics résultats obtcnus L:t lcs données dc la Jirrératurc on a considcré quclqucs pof,ihJe, mécanismes de l'apparition des cffets.

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CENTRO STLiOl E RICERC IIE DELLA S \'<IL\'

~11LITARE

Direttore : Col. Med. Dott. C. MvsrLLJ 2•

REPARTO • SEZIO:-.-"E DI f~\fATOI.<XaA

Capo Seziom· : Cap. Med. Doll. G . M.HI· I r

EFFETTI SULLA CRASI EMATICA DEL TOPO SWISS ALBINO DEL TRATTAMENTO A BREVE TERMINE CON UNA DIETA IRRADIATA Cap. Med. Dott. G. Maffei S. Ten. Med. Dott. R. Mazzali

S. Ten. Mrtd. Dott. C. De Sanctis

PREMES~\.

[ risultati sperimentali riportati nel presente lavoro si riferiscono agli effetti indotti sulla crasi ematica del topo Swiss albino dal trattamento, a breve termine, con una dieta « standard » irradiata {l). Informazioni della letteratura dimostrano che l'irradiaz ione può modificare sia quantitatìvamente che qualitativamcnte la composizione degli alimenti (2- 14) e che il trattamento degli animali con dieta irradiata può provocare alterazioni della crasi em atica ( 15- 19). E' ovvia la difficoltà di produrre spe rimentalmente sensibili alterazioni ematologiche, in animali semplicemente disalimentati, e comunque in grado di sopperire fisiologicamen te a deficit dietetici parziali (20-22). Condizioni paradigmatichc per tali variazioni possono considerarsi quelk che si verificano nella disalimentazionc più grave o addirittura nella in,mizione (20-26). Nella presente ricerca si è proceduto al rilevamento sistematico dei dati cmometrici periferici fondamentali e. ave è stato possibile, all'esecuzione di una prova di coagulazione globale, con il metodo tromboclastografico. La dieta, irradiata allo stato secco con esposizione intorno a 6 milioni di R, era somministrata secondo tre moduli guantitativi giornalieri: «ad libitum »; ridotta a 5 e 4 grammi nei maschi, e a 3 gramm i nelle femmine, secondo la mctodologia speri mentata presso il Reparto dì Radiobiologia del Centro.

4.

G.M.M.


370 MATERIALI E MeTODI.

Sono stati impiegati complessivamente n. 150 topolini di ceppo S\\ h\ albino, suddivi~i in 4 gruppi, a sccond~ del sesso e del trattamento dietetico. l prelievi eli sangue sono stati effettuati al 60 giorno <.bi trattamento mediante taglio delle giugulari, con materiale bagnato preventivamentt' m soluzione di Na citrato aJ 3,8 .<,; il sangue è stato raccolto in bcker siliconatt tarati, diluendolo con Na citrato al 3,8 alla concentrazione finale di 0,3 : 1.'5. Per ciascun gruppo sono stati esé'guiti i controlli emometrici, citomorfo. logici ed emocoagulativi. [ dati emometrici sono stati otten uti impiegando un apparecchio Autocytomcter Fisher, a lettura fotoelettrica in mestruo non conduttore. I dosaggi dell'Hb sono stati effettuati con il metodo di Drabkin alla cianmetaemoglobina, con spettrofotomctro neckman, riportando i dati In per cento di Hb. Si sono usate, per i controlli citomorfologici, le consuclt> tecniche di colorazione panottica secondo May- Gri.imwald- Giemsa dei preparati per striscio. La valutazione dcll'emocoagulazionc è stata t.:seguita sui campioni ché' per yuantità lo hanno consentito effettuando, con un tromboelastografo Hellige, il tromboelaslogramma su sangue ricalcificato. RISULTATI.

L'esame comparativo dci valori sperimentali ottenuti nei diversi gruppi per i parametri emometrici fondamenl<tli non mostra effclti degni di rilievo (Fig. 7). Negli animali trattati, l'andamento dei valori presenta uno spiccato parallelismo indipendentemente d:.tl sesso. 1'\ei maschi non trattati si nota che i valori emornetrici presentano una certa correlazione con la quantità dell':.tlimento somministrato. Nelle femmine tale correlazione si limita al solo numero dci globuli bianchi, il cui andamento presenta un comportamento opposto a quello rilevato nei maschi con una sensibile elevazione dei lcucociti nel terzo gruppo. La formula leucocitaria non mostra vanazioru Jegne di rili evo con il tipo di trattamento (Fig. 2). L'andamento delle curve è abbastanza confrontabile. La lcucocitosi precedentemente rilevata nelle femmine non trattate, e tenute a dieta più ridotta, risulta a carico del numero dci grandi linfocili. Per quanto riguarda i tracciati tromboelastografici (Fig. 3), alcune dif(c. renu.: dei valori si notano nella velocità di formazione del coagulo che appare ridotta in linea generale, nei soggetti trattati rispetto a quelli non trattati con dieta irradiata. L'andamento di tale riduzione non è: confrontabile


37 1

cf Il

6

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3

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DIETA

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L

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LIBITU ~ -

51 4,3 = 9 {D I E"

Fig. 1. - Eff<.:Lll dd LrauamenLO a hre\'t~ lt'rminc con quanuta tlivem: di una dic:ta non irradiaLa ed irradiaLa (6 x 1o'· R) su alcuni parameLri cmomt:trici fondam t ntali.

in rapporto al se~so ed alla quantità della dieta !.OmmJDJslrala. Inoltre è da notare che in tutti i cam pioni erano presenti nere di ipercoagulabilità. CoN sJDI' RAZIONt coNCL Us tvJ-..

I rilievi effettuati dopo trattamento a breve termine con l)Uantità diverse di una dieta irradiata, non mostrano variazioni confrontabi li e degne di nota in rapporto ai diversi parametri esaminati. Alcuni aspetti caratteri stici osservati sull'andamento dei valori emometr ici ed emocoagulativi in rapporto al sesso o al tipo d i trattamento, non sembrano avere un significato ben definito per una sicura interpretazione dei dati rilevati.


37 2 DIETA NON IRRADIATA

~o

DIETA IRRADIATA

9

30

20 IO

Pl M

40

...

-

OIETA AO UBITUM

- - - - 4~ ~tE C9) •

So. PRO OIE cd>

- - - 3~ PRO Oll:C<iH, 4 9.PIIO OIECd)

Fig. 2. - Effcni del trattamento a breve term ine con quanrità diver-.c di una dieta non irradiata ed irradiata (6 x ro~ R) sulla formula lt:ucocitaria.

E' ovvia per tali considerazioni l'influenza di fattori come la -.ariabilità fisiologica dei valori della crasi ematica nei piccoli mammiferi di laboratorio ed in relazione alla tecnica di rilevamento. Le relazioni tra nutrizione cd emopoiesi possono trovare molteplici dimostrazioni sperimentali: occorre però tener como del fatto fondamentale che le biosintesi, relative alla costituzione, al mantenimento ed al rinnovamento di tutto il complesso apparato emo- c protidopla~mopoietico, si


373 Sf(

25

·?

K 4 3

20 15

L

MA/.

R

6

10 5

L 4 3

,-..(

'-'

R L 5 4

= 'AD LI BITUM'

c= J DIETA NON IR RADIATA

~' ~

0 1( TA

RRAOIATA

MtY,o l mm L 5 4 6 4

1 I,J,

L

5,4,3 = Q/d l f

2

l

4

15

5

h

K

20

10

L 4 3

4

11111 1 se c 25

10

mm

2

~

Fig. 3· - Effetti del trattamento a breve termìnt: con quantità diverse dì una diera non irradiata cd irradiata (6 x 106 R) ltu alcuni parametri tromboda~tografìci ( R. K. MA / 10).

sviluppano secondo una linea preferenziale rispetto alle altre e che quindi, prima di poterne evidenziare una alterazione, è necessario che si verifichino turbe molto gravi o protratte nel tempo di tali peculiari processi metabolici connessi con lo stato nutrizionale. Le turbe ematologiche da carenze alimentari riconoscono la loro origine soprattutto nel mancato apporto o nella estrema riduzione delle quote proteiche o di singoli aminoaciòi nella dieta (20-33). Si manifestano allora, sia clinicamente nell'uomo, sia sperimentalmente, nell'animale, i segni dei tentativi compensatori dell'economia a questa condizione di alterala capacità rigencrativa emo- e protidoplasm0poietica, a seconda dci fattori maggiormente deficitari (macra e rni croci to~' i, ipo ed ipcrglobulia, ipo ed ipercromia. ipervol emia, disprotidcmia, ccc.). Tutte condizioni, queste, che non sono state riscontrate nei nostri animali da esperimento. sia nei gruppi di controllo che in quelli trattati. Per tali considcra7.ioni, si è portati a concludere che, anche nel caso di una alterazione dei componenti delle diete impiegate, sotto l'azione dell'irradiazione. questa non è stata tale da determinare sensibili alterazioni emalologiche, né di ordine emomctrico né morfologico.


374 La serie di dati forniti ùai controlli tromboelastografici conferma ulteriormente, per quanto riguarda i complessi sistemi rroteico-cnzimatici della cmocoagulazione, tale conclusione.

RI:\SSU!\:TO.

Gli t\A. e~pongono 1 r ::.ultnti di una ricerca sulle variazioni della rr:~si cmatic:t Jd t >po in sqwitc, ad alimcntacJOnc a breve termine con qurPltità di,·erse di una di-~ta irradiata e non irradial:l. Le 3n:1lisi effettuate non mo~tr:mo variaz:oni ~ignifi cativc dei fondamentali p:ua metri cn.omctrici. T ri~ultati sembrano in accordo con le complesse rcln:oni tra nutrizione cd e mopoiesi .

SUMMARY. Thc AA. cxpo~c the rc:.ulrs of :l research on haemawlogical crast~ variations 111 m ice fcd at diffcrent tJuantity of irradiated :tnd not irradiatcd dict. :\n alyses don't ~how signifi:~nt vari:ltlons of fundamcnrals hac:momctrical parameters. Resulrs are :Jccording to thc complcxe rebtions bctween feeding :tnd h:~ematopoicsis.

RF..SUMÉ. Les Autcurs exposent lc:s résult:Jts d'une rechcrche sur les vanatlons de la crase hématologiquc dans le rat à la suite d'une a li!nentation à bref dclai avec une quantit~ différcnte d'une diète irradiée et non irradiéc. Lcs ana lyscs dfectuées ne montrcnt pas des vanarions \ignificatives dc:s paramètre' fond:HncntJls hémometriques. Le:. résultats semblcnt e tr~· d'accord avec Ics compl<.:xe\ réla tions en trc la nutrition et la hématopoièse.

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RILIEVI AN ALITICI SU ALIMENTI CARNEI IRRADIATI

Col. Ch. Farm. Prof. D. Corbi, Magg. Ch. Farm. Dou. L. Cicero: " Modifi ca7.ioni di caratteri organoleuici, fi~ici e chimici 111 campioni di carnt. irradiata )).

Col. Med. Prof. G. Curatola, Cap. Med. Don. A. Zaio: '' Variazioni del tenore in aminoacidi es\cnziali della carne irradiata •> .



CFSTRO <;ll'l>l E RHrRCIII O~rtttorc:-:

Col

Dfll \ S\'JIT.\' \IILIT \RI

\led. O<>tt. C.

'vl t' \lll l

;' REI'.\RTO · 'iEZto-..;E Cl ll~tlC \ l BR0\1\TOI.OC;IC \ C.•pn S~11on~: Col

<'h. Fum. ['rof. D. C"""'

MODIFICAZIONI DI CARATTERI ORGANOLETTICI, FISICI E CHIMICI IN CAMPION I DI CARNE IRRADIAT A Col. Ch. Farm. Prof. D. Corbi

Magg. Ch. Farm. Dott. L. Cicrro

PREMESSi\.

Nel presc>nte lavoro ::;ono esposti i risultati delle ricerche rdalive alle modificazioni osserv:lte sulle proprietà organolettiche, fisiche e chimiche c ~ui caratteri ddla miscela grassa, di campioni Ji carne irradiata.

MATERIALI E M ETODI.

SuasTRATo.

Sono state impiegate ~catolette di carne preparate presso il Centro Sperimentale dei Servizi di Commissariato Mi litare dell'Esercito, secondo i metodi usuali e mediante impiego di carni congelate provenienti da un umco ]otto estero. Il confronto di alcuni caratteri dei campioni impiegati con quelli di due prodotti commerciali di comu ne uso (T abella f), ha dimostrato che il campione militare presenta una quantità di acqua relativamente inferior.e a quella dei prodotti del commercio ed un contenuto maggiore di sostanze proteiche. Per le sostanze aggiunte, la scatoletta militare contiene solo cloruro sodico in quantità m ini ma, a d ifferenza di guelle del com mercio che contengono gelatina, nitriti, glutammati ed altre sostanze. I caratteri precedentemente esposti possono avere importanza per eventuali confronti con altri risultati sperim entali cd ai fini degli effetti delk radiazioni. La presenza di sostanze aggiuntive nei preparati commerciali può assumere, infatti, un certo rilievo se si consi dera l'influenza esercitata da sostanze come : l'agar-agar, la gelatina c l'acido glutammico, su alcuni effetti delle radiazioni in altri campi d i studio e di ricerche.


T ARELLA CONFRONTO DI CARATTERI ni VARI 'fiPl

1)1

SCATOLErrE DJ CARNE.

Scatoletw Caran~n

1Peso lordo

l

Peso del contenitore

(g) (g)

Peso netto

(g)

l

)

l

Umidità

(g

Hesiduo ~ecco

{g o~ )

((A»

- 1 -2-;

V9 73

l

.~

-,

((c.

-~~006o

240

55 235

240

6<;

ì4

72

Jl

20

28

68,o

54·0

52.8

Protidi

(g

Lipidi

(g"' sul secco)

25,0

24,0

22,2

Glicidi

(go

o.6

0,7

Ceneri

(g /~

~ul secco) l

O.)

6,2

6,9

7·8

Sostanzc aggiunte (gelatina. agar-agar. fari na di :.emi di carrube, \aie da cucina, ~o- ~ ùio niLrito, glutammato mono- sodico, aromi narurali) (go" )

0,3

4·5

16.5

sul secco)

sul secco)

1

" A " : C(n tro !>ptnm<:ntJic ScrvizJ di Comm"'ariaw .\-hlitare ddi'Esercno: ~~ R •· C Pn1toui c-ommt·rcaali.

IRR.W L'\Il.JONE.

L'irradiazione delle scatolette è slata effettuata nella cavità centrale di un irradiatore a raggi gamma di CotJJ (Gammabeam 650 A.E.C.L ). Sono state erogate dosi di radiazioni con esposizioni comprese in un intervallo tra 95.000 e 3.000.000 di R circa. RrLtEvo DEGLI ur:Ern. Sono stati condotti rilievi dì carattere tecnologico c sulle proprietà fisiche c chimiche dei campioni esaminati (Tabella Il). I metodi impiegati per il rilievo degli effetti fanno riferimento ai metodi ufficiali per un giudizio dì accettabilità bromatologica del prodotto. Alcuni rilievi, come quelli spettrofotomctrici e gas-cromatografici, sono stati eseguiti tenendo conto di informazioni della letteratura e per un più approfondito

l


3'I TABELLA

II.

SCHEMA DEI Rl LIEVl ESEGUITI E DELLE TECNICHe lMPlEGAT.E.

Rili<-,·o

1.

Contt:nitore in banda stagnata

2. ( 'ontt'lllltO

totak

3· ( .ras\o totale

Stato della supt:rficie (esterna, interna) ({esistenza della vernice Caraueri organolerrici s,·iluppo cii ga\

Tccnio

Ispezione ispezione

pH

l'pcziont' Ispezione: Cartine ind icatrici di pH

Caratteri organolerrici Grado rifrattometric-o (4o'C) Rancidità i\'umcro relativo di iodio N umero dci pcrossidi .\ssorbimcnto ndi'U.\'.

Ispezione Burrorifrauomctro di Zei~s Saggio di Kreiss ~ctodo di \'ijs m C(l O l f m g grasso Spcltrofotomc:tro CG \ Yiod .

CP {2200 1\cidi gra,si liberi Acidi gras~i insolubili e fissi Acidi gras~i volatili o inferiori Acidi grassi solidi c l iquidi Determinazione degli acidi grassi

Kumero di acidità a caldo Indice di I Ichncr Numero di Reichcn-Mcissl Metodo Torrclli-Ruggcri Gas-cromatografo Perkin- El mer Ftr

studio sperimentale. La possibilità di sem plificare alcune procedure necessarie per le determinazioni, è stata presa anche in esame. Per l'estrazione dd grasso, è stato seguito un procedimen to più rapido impiega ndo al posto del com une Soxhlet, una beuta con collo prolungato per mezzo di un cilindretto di vetro a giunzione smerigliata (Fig. 1). 11 conten uto di ogni scatoletta ~ stato prelevato «in toto », accuratamente sm inuzzato, pesato ed introdotto nella beuta assieme ad acqua distillata bollente, ponendo il Lutto a bagno-maria per il tempo necessario perché una certa quantità d i grasso fuso si raccogliesse sulla superficie dell'acqua. In genere, dopo 15 minuti dall'inizio dell'operazione, è stato possibile estrarre una guantità di grasso sufficiente per tutte le determi nazion i. E' stata q uind i aggiunta acg ua distillata bollente in m odo da far risalire il grasso fuso nel ciii n d retto asportabile dal quale, consolidandosi per raffreddamento, è sta lo prelevato. pesato c sottoposto ai rilievj sperimental i. Rispetto al procedimento Sorhlet, la cui durata oscilla dalle 8 alle 10 ore, il procedimento da noi seguito permette di estrarre una q uantità d i g rasso


Fig. r. - Apparecchiatura per l'csrrazione dci grassi.


sufficiente alle determinazioni con una notevole riduzione dci tempi di estrazione. Nella metilazione degli acidi grassi per l'esame gas-cromatografico t: stata impiegata la tecnica usuale con alcune modifiche. In un palloncino a collo smerigliato si introducono 50 cc. di alcool metilico, gr. OJOO circa del grasso in esame, 500 mg. di soclio metallico e qualche

A METOOO DI LABORATORIO

ACIDO GRASSO LAURI CO MIRISTI(O MIRISTOl[I(Q PALMITICO PALMITOLEICO EPTAOECANOICO EPTAOCCENOICO STEARICO OLEICO LINOLEI(O ARACHICO TOTALE

8 METODO SOXHLET

A 0%

o•t.

B

Tracce

Tratte

2,60 0.79 26.00 6.30

2.60 0,80 26,10 6.20

Tracce Tracce

Tracce Tratte

19,20 42.30 1,85

;

10,00 4240 1.85

OIFTERENZA %

-

o

.

1,25 0.38 1.61

-

1,05 0.23

TraCCI!

Tracce

o o

99.04

98,95

0.09

Fig. 2. l klt'rminazioni ga~-crornatogralichc di acidi gra\~i <"Ontenuli nelle scawlcnc di carne. Confronto dci risultati Ollt' nuti wn due divcr'>i metodi di estrazione dl'i grassi.

pczzetto di vetro per normalizzare la successiva ebollizione. Si scalda a h.m. per circa ~O minuti il palloncino innestato ad un refrigerante a ricadere, possibilmente a serpcntina di una certa lunghezza (circa 7 metri) per evitare che la parte dei metibti basso bollenti possa sfuggire durante l'ebollizione. Dopo raffreddamento si versa 1:1 soluzione dei metilati in un imbuto sepa· ratore e vi si aggiunge un egual \'Oiume di acqua distillata. Il precipitato formatosi si ridiscioglie aggiungendo dell'etere solforico in ljUantità uguale all'acqua prcccdcnLemcntc aggiunta, si agita e si raccoglie la parte eterea sepa-


ratasi che contiene disciolti i metilati degli acidi grassi già pronti per essere direttamente introdotti nel gas-cromatografo. Prima di aggiungere l'acqua e l'etere la normale tecnica avrebbe consigliato l'aggiunta di qualche goccia d1 acido acetico glaciale per inattivare il catalizzatore in eccesso, ma l'esperienza ci ha indotto a sopprimere questa operazione ùi inattivazione, perché il residuo mctilato sodico viene ad assu-

A METOOO DI LABORATORIO

B. METOOO SOXHLET

~ "l

~· 1\CIOO GRASSO

A

·t. LI r- IVLJW

li

B

)%

":l.

LAURtCO

Tr.H ~

MI~STK.O

2.50 0,7'5 28.95 2,40 Tracct JratcP 18,00 46.10 rrac<t

T•atce 2,55

29.00 2,50 Tratct Tratti' 17,90 46,00 Tracct

110

110

99.80

99,80

MIRISTOLEICO • PALMITI(O PAlMITOLEtCO EPTAOCCANQCO EPTAOCCOOCO STEARICO OL( I(O LINOLEICO ARAC.HICO

.

TOTALE

~

0.75

DIFFEREN ZA •t.

-

0,02

o

O,OQ2 0,04

-

0,05 0.02

-

o o

Fig. 3· - Determinazioni ga~-cromatografiche di acidi grassi contenuti nelle scawlctte di carne dopo irradiazione. Confronto dci risulrati oLLcnuri con due diversi metodi di e~trazionc dl·i grassi.

mere, anche se presente in tracce minime, funzioni amplificatrici neUa successiva rivelazione gas-cromatografica dci vari acidi grassi aumentando la termoconducibilità tra le placche del rivelatore ad ionizzazione di fiamma da noi usato nelle analisi. E' stata anche eliminata l'operazione di evaporazione:: dell'etere solforico della soluzione eterea dei mctilati pc.:rché abbiamo potuto constatare che questa evaporazione, anche se condotta a temperatura ambiente c sotto vuoto, causa facilmente la perdita parziale o totale dei metilati basso bollenti.


Il confronto delle curve c dei dati ottenuti nell a gas-cromatografia di acidi grassi, impiegando un unico campione di carne bovina scatolata, non ha dimostrato con i due metodi di estrazione differenze degne di rilievo, anche dopo esposizione alle radiazioni. Le differenze maggiori rilevate tra i due metodi, infatti, non hanno superato con alcuni acidi grassi 1'1.2'5 nei campioni non irradiati (Fig. 2) e lo 0,05°/c in quelli irradiati con 3.000.000 circa di R. (Fig. 3).

RISCLTATI.

L'esposizione dei risultati sperimentali farZt riferimento a1 seguenti rilievi: rilievo di effetti di caralleri tecnologici, fisici e chimici; - rilievo di effetti mediante esame spettrofotomt:trico nell'ultravioletto dell'estratto grasso totale; - rilievo di effetti con indagini gas-cromatografiche sull'estratto grasso totale. l - RILLEVO J)J EFFETI'J DJ C.\R:\1TERI TF.C::-.IOLOGJCI, FISICI F. Clll~llCJ.

Con 3.000.000 di R la maggior parte delle scatolctLe ha presentato una leggera bombatura con leggero s\·iluppo di gas all'apertura delle scatole ed un arrossamento della frazione muscolare. Con esposizione intorno a 200.000 R, compare un odore leggermente nauseante, paragonabilc a quello della metionina in decomposizione, che si accentua con l'aumentare dci livelli di esposizione, cd il colore del grasso comi ncia a sbiancarsi fino a divenire bianco-latte o bianco-cera con esposizioni intorno a 400.000 R. A qut:sto livello dell'esposizione si osserva anche la scomparsa degli aromi delle scatolettc del commercio (Tabella l Il). Per quanto riguarda i restanti rilievi di caratt<:re fi<>ico e chimico. eseguiti ~ul grasso totale e sugli acidi grassi, le variazioni osservate ri~ultano trascurabili (Tabella H'). In particolare, la ranciòità alla 48a ora dall'esposizione ed il numero dci perossidi non hanno dimosrrato modificazioni bromatologiche degne di rilievo.

2. - RILIEVO DI EFFErrJ 1\IEDIANTE ESAME SPEI'TROFOTO~F.TRICO :-.IF.LL,ULTRA\'JQLf.TTO DF.LL,.ESTR:\ 1""1"0 CRASSO TOTALE.

TI rilievo di effetti mediante esame spettrofotometrico nell'ultravioletto è stato eseguito, a diversa lunghezza d'onda, sull'cstrauo totale grasso Jdla carne in funzione della dose di irradiazione.

5. - G.M.:\1.


TABELLA

EHETTI

DI CARATI'ERE TEC:-IOLOGICO

ORGANOLETTJC JT E RILE\'AT I

E

111 .

DOPO I RRAD IAZIONE.

C.llnpiont• irrad iato ( R.&o'~) Rilic'i •

C.•mpionc non •rr.<Jiaw

y6,o

l {J{,u

;Hr,,o

;K1,0

l l)(>U,Il l

l_

JO<)O,O

r. Contenitore in banda stagnata"'"

2.

Superficie c~terna (~lato)

Ndla norma

Superflcie interna (~tato)

l ì\'clla norma

Lt:ggermcnte bombata (4)

Contenuto totale Sviluppo di ga~

A~\CilU.:

Modico

Colore

" Sui generis

Lieve arro~s. muscolare

Odore

<• Sui

generis ,.

Leggermente nauseante

Nauseante, scomparsa gli aromi

(3)

de-

• l rilil\1 ,j nkri,cono .u ri'uh.ui dc!l'<"'>dmc di n. ~ <oeatokllc 1 ><·r punto, <)u.tndu nnn < 'latu l'""ibik mdicarc 1l ,,alurc mcdon il numao <ki r;lmj"HOOl prt·-.rntanu un dr1c..rmin.1lo c-tlt·tto c stato riporlJio Ira p.1rentt<,l. 11 'l',g no te ind1c1 che: non ~i 'nno o''l.'f\JI<: moditi(~lnnni n'petto ,t

'ludlc rilevai!· con l.o "'"<' mlcrwrc d i irr.Hi iazion •··

00

0\

~{QI>IF !CAZIO'>:l [)I PROJ>R I F.TÀ

IN SCA'l'OLET'I'E DI CARNE,

IJ.j

·'" Lu ~lJtu c~tcrnu ed intc.:rnn dc1 contenitori non h..t 1 •rt·..,cnl..ltu a rli,tanz..a d l un ~tnnu tt-all'c'JlO~IZione alle~ r~\diJt1on1, \ .trl.lzÌcmi .tpprczJaluli d1 clr..tlh.fl (corro,IIJOe. tornlJ/.Wilt: di ruggmc, altre ahc.-r~tzioni visihi1i) ri<.pc:teo :* quelle dt'l t:ontc.·nttnn nnn 'lltlopct,li .td nr.t h.1z >1111.',

l


TABELLA IV.

EFFETTI DI CARATTERE FISICO E CJITM ICO RILEVATI IN" SCATOLETTE Dl CARNE, DOPO IRRADIAZIONE.

Cumpinnc irr.1d i.Ho (R.w1)

Campione

Ri lievi

1.

non

;116,0

781 ,o

1)60,0

3090,0

41>·7

4R.6

48,2

49· 1

fi.o

6.3

6.)

7·0

35·9

35·7

35·5

.3),2

96.o

!Cj_l,O

-(4)

Giallo lievem. paglierino

Bianco lattt:

48.8

Grasso totale Ciallo paglieri n0

Colore

Grado ritrauomerrico di Zciss a 40

·c

49,0

Rancidità (numero di Issoglio)

6,o

Numero di iodio relativo

Jfi,o

6,1

~-'5

~·7

3-9

4-2

4·g

s.o

5·5

Acidi grassi liberi (numero Ji aodità a caldo)

),2

.),l

3,0

3·2

3·1

3,0

3,1

Acidi grassi insolubili c iìssi ( ind ice d i Hchner)

9),0

94,R

94·7

94-9

94·8

9),0

Acidi grassi volatili o inferiori (numero di Rcichert- .Meissl)

0,4

O.)

Acidi grassi solidi (g%)

43·7

44·0

44· 1

44·2

44·0

44·1

44·3

w

)1,2

sr,o

so,6

so,g

)0,7

)0,8

00 "'-l

:1\:umero elci pcro,sicli 2.

irr:tdi3to

Acidi grassi

Acidi grassi liquiòi (g~~ )

sr,J

0,4

O,)


T \llf LI..\ \". RILIEVI SPE1TROFOTO.METRICI

l'<ELL'ULTRAVIOLETTO SUL GRASSO TOTAl.E

ESTRATTO DA SCi\TOLETTE l>l CARNE.

VALORI MEDI DELL'ASSORBIMENTO

NEI CA'MPI0:'-<1 NON IRRADIATI F.l> !RRAJ>IAT1 .". DIVERSI LIVELLI 01

ESPOSIZIO~E.

Gr.t,o.,u 1rr. ,lj;l(o (R . to')

Gr.hso 1rradi~tu

non

JOO

2.00

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Nella Tabella T' sono riportali i \'alori medi dell'assorbimento ne ll'ullravioletto clell'<.:!>lralto grasso. Se i valori di K sono riportati in funzione dci livelli di esposizion:.: (Fig. 4). è possibile osser\'arc un buon assorbimento delle curve «dose-effetto ». L'dfetto si manifesta con una riduzione dci valori positivi di K con dosi superiori a 200.000 R. Se si riportano i valori di K nella miscela gra~sa, rilevati dopo irradiazione, in funzione del la lunghezza d'onda (Fig. 5) è possibile osservare che l'andamento generale delle curve non è modificato rispetto ai controlli con esposizioni intorno a 100.000 R. Con livelli di esposizione superiori (200.000 R), l'entità di riduzione dei valori di K è in rapporto con la dose di irradiazione cd a tutti i livelli la riduzione risulta maggiore se la lettura è effettuata alla lunghezza d'onda di 262 milli-micron. L'aumentato assorbimento della miscela grassa dopo irradiazione indica un aumento di composti saturi.


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F..~ame ~p<:nrofotomctrico nel! ' u ltra\ iolerw dcii 'estrJllo gra~~o totale Fig. 4· d i >e<Jtolcrrc di carne irradiata. \ ' alori Jj K , ~K c l{, in funzione dci livelli di c'posizimw.

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2 75

Fig. 5· - D..:terminazioni >pe nrofotometricht· ndl'u ltrav iokno dd l'estratro grasso totalt: di ,<"atolenc di carne irradiata. \ ' alori di K oncnuti nei campioni non irradiati ed irradiati in funziont: della lunghezza d'onda.


~. - Rn.mvo DI EFFETTI

CON

INDAGI:'\1

G.\S-CROM,\TOGRAFICHE

SULL,F.STRAlTO

GRASSO TOTALE.

Alcuni esempi di determinazione gas-cromatografica di acidi grass1 111 camptom di carne bovina irradiati c non irradiati sono riportati nella TtJbella VI. TAB ELLA

\'1.

EsEMPIO DI GAS-CRmf.\ TOGRAM:\!f ni AC IDI GRASSI DI C.\MPI0:'\1 DI CARN E BOY IX -\

NOX IRRADIATI FI> IRRADI:\TI.

.

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T) cunpion c non irr.uh ...tto: 2) ca lll piorw 1 rrad i~uo con 1oo .Pu<' R~ {) r:unpi11nl irr.d J;Ho <.;l Jfl loo .ooo R ~

4) c:un piorw irraJ iato con Xno.c)on R ; :;) c~1mp1nnc.: irra li.1co con 1. .:; x rdi R; b) t~ln t pH Hlt.. lrrJ.di:J to

con ). l x ro~ R. Con l ';.lUOlt:Ot.Jn dc1 livel li cii r.td i.ltwnc \l nnt.utu J.umentu ckll',ll.:ìdu ~tt'J.r&cu s.uuro 1C, • diminu;6om· dcglt .oo.h Hh.Hun p.lilmto.<·ocn (B). lonolnco 1E) . .or.1ducu (F).

l valori med i percentuali di acidi grassi presenti nella carne in scatola dopo irradiazione sono esposti nella Tabella flll. La irradiazion<.: non modifica, in mani ~ ra evidente, il contenuto della maggior parte degli acidi grassi determinabili nei campioni. Le variazioni quantitative più importanti sono rappresentate dall'aumento degli acidi stearico c p::Ilmitico e dalla riduzione degli acidi palmitoleico cd arachico. Tali variazion! non superano differenze del 3-4% sui \'alori medi iniziali anche con livelli di esposizione sui 3.000.000 di R (Fig. 6).


T I\BELLA

Vll.

RI LIEVI GAS-CROMATOGRAFICI SULL ' ESTRATTO GRASSO TOTALE DI SCATOLETT.E DI CARNE. VALORI MEI)l PERCENTUALI DEGLI ACIDI GRASSI PRESENTI IN CAMPIONI NOK IRR.\DJA'I l ED IRR,\DIATI A 01\' ERSl LIYELLI DI ESI'OSIZIOI'E.

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Fig. r.. - D ctcrmtnazion i ga~-crom:t­ togralìc he ~ull'•· ~tratto g rasso totale di c:tmpioni di carne irrad iati . Moditìc az ioni pcm :ntuali d egli aciJi grassi in funzione dci li"dli di c~po~t z wne.


SATURE

o

o 1000 2000 3000 4000

INSATU.RE

o 1000 2000 3000 4000

Fig. 7· - Cun·e relative al contenuto di prodotti \:ttun ~ di prodotti in.,aturi ndl:t miscela gras~a e~tratra da scarolcllt: di carne dopo irrauiaziom:. t\ nuamento dt·i \'alori in funzione dci lin·lli di e~po~izionc

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Fig. 8. - N umero ui aromi di carbonio con dopp i kgami in per cento degli atomi di carbonio presenti nella mi~cda grassa C\traua da scatolene di carne irradiata. Amlamcnto dci valori in fun ziont' tk i livelli ui (.'\posizione.


393 Le mod ificazioni rilevate inducono 1d 3mmettere un aumento dei prodotti saturi con diminuzione della frazione insatura in funzione dei livelli di esposizione (Fig. 7). Corrispondentemente, il rapporto tra numero di atomi di carbonio con doppio legame, su cento atomi di carbonio totali presenti nell'estratto ~;rasso, diminuisce con l'aument are della dose di irradi azione (Fig. 8).

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Fig. y. - Rapporto 100 atomi di carbonio ino;aturi perduti 1 IOo g . di prodotto ~catolaw. Contrihuto pcrccmualc per ciascun acido grasw dcu:rminaw nella miscela gras~a estratta tla scawlettc tli carne irradiata. Valori in funzionl' dei livdli tli espo,i7iom:.

L'aumento dci prodotti saturi nelrcstcatto grasso di campioni irradi ati di carne bovina scatolata conferm a quanto è stato rilevato con l'esame spettrofotom etrico nell'ultravioletto della mi ~cc la grassa. Quanto al con tributo che ciascun acido grasso apporla ai fenom eni di saturazione ddla miscela grassa dopo irradiazione, esso va attribuito essenzialmente ad aumento dell'acido stearico ed alla diminuzione de ll'acido palmitolcico nel!c rispettive frazioni sature ed insature della miscela grassa. Gli altri acidi grassi risultano avere minore importanza relativa. Se i fen omen i di saturazione della miscela ven-


394 gono rilevati invece sul numero di atomi di carbonio con doppio legame, iJcrduti dalla frazione insatura dopo irradiazione, è possibile osservare che il contributo apportalo ai fenomeni di saturazione dalla riduzione dell'acido linoleico riveste anche una certa importanza (Frg. 9).

COKS IDERAZIONJ COJ'\:CLlJSlVF.

L'irradiazione di campioni di carne bovina scatolata induce modificazioni dci caratteri dei campioni stessi fino alla comparsa rli effetti indesiderati. Livelli di esposizione inferiori a 200.000 R non modificano in maniera apprezzabile i caratteri originari dei campioni; con esposizioni intorno cd oltre 200.000 R, compaiono alterazioni delle proprietà organolcttiche dei campioni all'esame ispcttivo c variazioni dd grado di saturazione della miscela grassa all'esame spettrofotomctrico e gas-cromatografico. L'impiego di altn metodi comw1t:mente usati per l'analisi bromatologie:-! del prodotto, non mostra effetti degni di nota anche dopo espo~iziont: dei campioni fino a 3.000.000 di R. Le modificazioni osservate diventano in linea generale piLJ evidenti con l'aumentare dell'esposizione. Ai fini del giudizio di accettabilità hromatdlogica del prodotto, le modificazioni più importanti per entità c costanza. sono quelle rilevate ~ulk proprietà organolettiche. Le variazioni del grado di satur:nione della miscela grassa, infatti , rimangono ~e mprc entro limiti bromatologici consentiti per l'alihilità del prodotto anche con esposizioni intorno a 3.000.000 di R. Le modificazioni dell'odore c del colore invece raggiungono. con esposizioni <;uperiori a 200.000 R. livelli tali da rendne inaccettabile al comumo il prodotto irradiato, qualunque sia il significato biologico delle variazioni osser·,rate sul grado di saturazione dell\:<;tratto grasso. Alcuni procedimenti seguiti per il rilievo degli effetti sono stati evidenziati. Il loro impiego riduce notevolmente i tempi necessari per il rilievo c ne semplifica le procedure senza apportare evidenti modifiche dal punto di vista quantitativo c qualitativo ::ti risultati sperimentali in confronto alle tecniche usuali. La tecnica modificata di mctilazion e degli acidi grassi permette di evitare l'impiego di sostanze mctilanti f ortemcnte tossiche per l'operatore, come i boro-floruri cd il solfato dimetilico, cd operazioni come le metilazioni con acido solforico con tubo chiuso soggette ad improvvise deflagrazioni. E' possibile così effettuare nella stessa unità di tempo un maggior numero di determinazioni con minor rischio e con impiego di personale relativamente meno esperto, condizioni che potrebbero essere richieste i n situazioni di emergenza per eventi anche accidentali.


395 RIASSU~TO.

L'irradiazione di C:lmpioni Ùl carne uovin;t "JL0bt.l induce moclificazioni dci

cara eteri dci campioni lì no alla com par~a di dfeu i ind e~ idcrat i. Le \';uiaziont del gr;1do di 'aturazione della mi~cela l't<l\~a rimangono, in linc.1 generale, e ntro limiri bromarologici consentiti per l'alihilirà, qualunc1ue sia d livello di esposizione fm o a ) mil ion i di R. L~· modifica7toni del colore. lelrodorc e dd \aporc, inq:ce. più import:mti pcr entità t' ~ostanza, ragr::tu11gono con esposi?ioni 1ntorno ;l 200 md:t R, li,·clli tali da rendere inacceltabilc a l ctm~umo il prodotto irrncli:tlo, qua lunque 'ia il significato biologico delle mmllfi.::aziont relative al ~rado Ji s:~turazionc della mi,cela grass:J A!cu111 procedtmenti 't'f~Uiti per ridurre i rempt ncces,;tri al n!lew1 de~li effcttt. J'impilgo di sost;tnz.:: o tt•rn ichc prricolosc per l'operatore ; ono qale :1ncht• indicate.

SU\11\11!\RY. Ch,lrarters ol c1nned beef 111l\1l irraJtatl·d >lll ti'lc' :m. modifit'd ttll the .tppearance of undo ir:~ble cffe,:h. F.11 mi:-.turc 'aturarion dt:grec \ariation\ :tre, gl' tWr:Jlly, 111 hromarolo.~ic limtt' for tlw foo,l tnl;>kc :H <'Xpo\\lr' leve!, u•1 ro ) \ 10° R. On the other hand, wtth cxpmure k\·t·h ol .thour 2 \ 105 R, ,,,(our. fla\'our ,,nd !:l'if e c h :~n~es a re of ~th:h <'lllit \ th.tt dont ro•tscnt .dimcnt:1rv usc . wklltl't' t the biolo gical ~i.;nifiance d satut.lliot! . d{gree ch.1ngc> m:11 he. . Some procedure> us.::d for n:ducÌnJ! (·fiecrs ddermin.1tion lime and tht· tht of tbngerou~ rc.1gent• of rt·chnitJUCs :tre ;~ l ~o indic:: lt'(l.

lH~ SUM~:.

Le., caroctén,tique' dc, échannllom trr.Jdié·. d.: ,-i:md~ dc h:>cuf 1111\t:' en hoik ont été mod i fiéc\ ju ~q u 'à l':~pparit io n d 'dfects non rlési r~\. l..c, variatiOil!> d u dq!ré Òe 'atur.nion clu ml-l;lnge ~ra' rcst.:nt. e n gt-néral. ('Ili re Ics limite' brom:nologiqucs qui pcrmettent Ltlibilité. jmqu'à ) x IO" R. Au contraire, le~ modificatiom de la co uleu r, dc l'odnn t'l dc l:t \:\Vcur attcigncnt, som de~ exposit ions dc 2 x H}' R en1 iron, des nin·aux te!, qu;: b comommation clu p roduir irradié de1 iem i n:•rceptahlc. On a aussi indit.tué de> procédé> ~ui' j, pow réduire les tcmp> rrt]UI!> pour le relèvernent dcs dfect~ et 1\·mplt>i dc '>Ub>tanccs ou techniques dangweuses pour l'opératwr.

H!BLIOGR.-\F J.\. A<>TR,\CK ,\ .. SORI! \~

0., l k\SCH . \. , Hl'III·R \V. : Pood Re• .. l i, '570, 19'52. Ku1 J.K. SI'-!!TH I.C.H.: .\'atwc 17'5, IOS, 1Q'57. B ARRON E.S.G .. Fwoo V.: f. Ct'n. Phrsiol .. 33, 229, 19'50. Bno:--~ V.L. : ]. Am. Cht'm. Soc., 71. 4117, 1945. COI,LIM .\1\ E .. Sw\LLO\\ A.J.: Ch~m. Rn. '511, 471, 19'511. H 11NKS

~-.


CoRst D., Ctchtto L.: Comunicazione all'Accademia ~1c.:dica di Roma, Sc.:du1a Orda

naria. 7 luglir. 1967

L.R .. L~nl>l~ r.w.: /. .1m. Oi/ Chem. Soc., 33, 152, 1956. Em A.: Food Su. Abstr.. 22. 73. 1950. GrnRDIAl'. C.ll., \\nuA.\1 R.R.: f. Phy•. Chem . 56. 568. 1952. LH C.H.: /. So. Food Agm., 3. 5R6. 1952. Lt.::-;osuc W. O .. Cllll',\ld f. R., PRt\'t.;TT O. S.. Hazt.r~to G., Pu~cH F.: ProJ,. Npt .\ '. 7 U.S. Army Quastt:rma.wr Corps, Con. K D .\ 44-109. Q ..\l. 1754. 1955. PROCTOR H.E., Gor.DRLITII $ .. \.: . ldt•. Food Re.• .. 3. 119, 1951. ~.\1.:1\DF..R~ D.H.. Rt CC'lL 11 c .. sw~-.: D.: J. A m. Oil Chem. So(., 32. 79, 1955. \VIIlnut .AD \\'. L., Goon\t\"1 C., BRFGE.Il l. .-\. : f. Chem. Ph> s., 48. 184, 195 l. IJLG.\1'


CEN"l RO STUDI ~. RlChRC I IE OEI.I.A SANITA' MILJT,\Rl•. Direttore: Col. \l ed. OotL. C. l\·1 t'SIII.I

3" REPARTO • SEZIONT 01 rc;JE'-.L E ~IICRORIOLOGI \ Capo ~~~eione : Col. Mcd. Pr <l f. c;. C t' RH<l LA

VARIAZIONI DEL TENORE IN AMINOA CIDI ESSENZIALI DELLA CARNE IRRADIATA Col. 1\fed. Prof. G. Curatola

Cap. Med. Dott. A. Zaio

PRL\lESS.\.

Le radiazioni, specie ad alte dosi. possono indurre negli alimenti alterazioni dci caratteri organoleuici e modificazioni del valore nutritivo e biologico. La parziale distmzione degli aminoacidi c particolarmente di guelli essenziali, possono rendere deficitaria la quota protcica di una dieta (Dale c Coli., 1949; Dale e Da,·ics, 1951; Johnson e Coli., 1951: Proctor c Bhatia, 1953; Lawton e fkllomy, 1954; Barrcn, 1955; Hannan, 1955). T uttavia, le modifica:t.ioni indotte dall'irradia:t.ione su uguali costituenti chimici in alimenti diversi possono assumere aspetti differemi, per gualità c quantità, in ragione di numerose variabili in giuoco. Per cui, se le proteine ingerite provengono da cibi di diversa natura, il danno metabolico può essere ridotto da un certo compenso tra le mod ificazioni istituitcsi nei diversi ali menti. In soggetti a dieta libera, per qualità e quantità. quindi. può verifi carsi una attenuazione del danno da dieta irradiata. Nel ca~o invece di consumo esclusiYo di cibi pre~tabiliti, tale attenuazione può non verificarsi. Se si tiene presente, inolLre, che la quota proteica alimc:ntarc, per un bilancio positivo di azoto deve: a) contenere tutti g li aminoacidi essenziali; b) essere questi simultaneamente presenti ed in appropriata quantità (legge del minimo); c) rispondere a determinati rapporti di proporzionalità, si può dedurre che da queste li m itazioni possono derivare situazioni carenziali tali da poter indurre anche manifestazioni di maggiore suscettibilitit alle infezioni per una più lenta formazione di anticorpi quale si Yerifica negli animali resi ipoproteinemici . La presente nota fa seguito alle ricerche effettuate su campioni di carne bovina scatolata e si riferisce agli effetti dell'irradiazione sul tenore in aminoacidi essenziali. (Curatola c Zaio, 1967). 11 brodo c la frazione m uscolare sono stati irradiati singolarmente dopo separazione per decantazione. La dc-


terminazione degli aminoacidi è stata effettuata con il metodo microbiologico. Il metodo, com'è noLO. ~i fonda sul principio che il «germe-test » dipendente dal metabolita in esame, presenta sviluppo ed atti,·ità metaboliche proporzionali entro certi limiti alla <.JUantità di metabolita disponibile.

\1:\T F. IUt \Ll E METODI.

St- ss rRi\To. Lo studio è stato eseguito su campioni ottenuti da scatole di carne de! tipo in dotazione presso l'Esercito. I campioni da irradiare erano contenut; in tre scatolette separando p:;:r decantazione il brodo dalla parte muscolare. La carne privata dei tendini c del grasso viene accuratamente mescolata e quindi finemente omogeneizzata a freddo in super omogcnizzatore Bi.ihlcr. Su un'aliquota viene eseguito il dosaggio delrN. Altra aliquota viene irracliata in budello di plastica, una cui parte viene recisa dopo ogni esposizione alla dose R stabilita. Gr. 5 di carne, della parte recisa per ognuna delle dos: R. <.' gr. 5 di carne non irradiata, sono dispersi ognuno in 50 volumi di HCl 37 ~.~ o in 50 volumi di soluzione cqui\·alente di NaOH per il dosaggio della trconina c del triptofano. Dopo 48 h a temperatura ambiente e 3 ore a 70 C l'idrolisato viene neutralizzato, il volume finale misurato e quindi conserv:-tto in ghiacci::tia sotto toluolo fino al momento dell'uso. li brodo anch'esso sgrassalo viene irradiato in sncchcllo di plastica da cui vc.:np;ono prelevati ml. 4 dopo ogni Jose R. La idrolisi è eHettuata impiegando 20 ml delle predette soluzioni di HCl o di NaOH. Si procede quindi come per la carne. Anche sul brodo non irradiato è stato eseguito il dosaggio dell'N. !RR:\DIA'l..IO'\E.

L'irradiazione è stata effLttuata ponendo i campioni nella cavità centrale di un irradialore a raggi gamma di Co00 (Gammabc:-tm 650 A.E.C.L.). Sono stati im piegati livelli d i esposizione con1presi nell'intervallo tra 90.000 R ~ 3 x 106 R. con intensità di do~e di L2.000 Rjmin circa. GER1\!I TF.ST.

Sono conservati mediante trapianti bimensili in Mic.:roAssay Culture Agar BP.L. L'eventuale imorgenza di mu tanti aminoacido-indipendenti è stata controllata in terreno da saggio privo di aminoacido.

l


399 Le sospensioni per l'inoculo sono ottenute coltivando per 24 h a 37 C in

lO mi di Micro Inocolum Broth BBL. Il centrifugalo della coltura lavato per tre volte in soluzione fisiologica veniva riportato con la stessa soluzione a IO mi. e quindi diluito l : 100 ed usato in ragione di una goccia per tubo. D OS:\GGIO: METODO M ICROBIOLOGICO.

Questo ~i fonda ~u l principio che il germe test « e~igente » del metabolita in esame presenta uno svi luppo proporzionale, entro certe dosi limite, alla quantità di metabolita disponibile al germe. Contemporaneamente ;~d ogni dosaggio, si costruisce con ~ostanza purissima, una curva stanclard in cui lo sviluppo del germe o una sua attività biologica sono espressi in funzione della quantità di sostanza «essenziale» . La quantità dell'incognito saggiato, :1 concentrazione entro gli e~tremi della curva standard. è calcolata confrontando lo sviluppo del germe nell'incognito c nello standarcl. Il gcrmt: utilizzato !)Cr ogni ~ingoio aminoacido, il rispettivo terreno impiegato cd i livelli dell'aminoacido puro ~ono riportati nella Tabella l. Kell'c~ccuzicne son tenuti in debito cçnto le istruzioni accompagnanti il terreno c gli accorgimenti suggeriti da Snell ( 1945). L'entità dello ~viluppo del germe è misurata acidimetricamentc al pHmetro. Per un primo s:1ggio di orientamento. i livelli 'klrincognito idonei al dosaggio, sono slati c1lcolati in base al contculo approssimativo in aminoacidt Jd muscolo di bue secondo Hloch (1945) t' riportati di seguito, calcolati per 16 g. di N. Lisina Triptofano f enilabnina .

g. 8,1 )}

13

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4,9

Mè! ioni 11:1

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Istidina

»

2.9

Leucina I solt:ucina V:.lina Trconina (essenziak pn il ratto).

g. 7,7 »

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6,3 5.8 4,6

Calcolate le tluantità dell'incogn ito nei limiti della sensibi l it~t del germe, le quantità dclh curva standard per intcrpolazionc, ~i è preferito ripetere il dosaggio fino :1d ottenere con appropriai~ diluizioni curve dell'incognito pressoché sovrapponibili a quella dello standard. Il procedimenlo diviene più lungo c laborioso ma in compenso le determinazioni guadagnano in precisione. L'aminoacido in saggio è stato calcolato moltiplicando la quantità rep~r­ tata nell'incognito pt:r la diluizione operata sulla sostanza. ~mziché determinare


MODAUTÀ TEC.:-l!CHE SEGt.:ITE PER LA

DETERMINAZIONE "MICROBIOLOGICA

DI A\11:-.:0ACIDI ESSE:-;ZIAU ED 11\'TER\'ALLO Dl SENSIBILITÀ PER LO SVILUPPO

DEI GERMI.

Amtno.~eido

T~rrcno

« CertlH 1t·,t n

tli S3!!gio

-1

l

lnrcn .tllo dt scn,ihi1it:. (Gamma L arninoacidn/10 cc)

Fenilalanina

Lcuconostoc mcsemeroide~ P 6o ATCC 8042

Phcnylalani ne .\~11)

da

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Giacché il germe test ncll'in cognilo di freyuente non si sviluppa esattamente come nell'aminoacido puro per la presenza di sostanze stimolanti od interferenti ( K cxtrahttori , ). per esplorare questa e\'entu:llità. quantità costanti di aminoacido puro sono state addizionate di quantità crescenti di aminoacido dell'idrolisato titolato in precedenza. La presenza di sost:mze slimolanti è svelata da valori più alti della somma dell'aminoacido in esame c dell'aminoacido puro: la presenza di sostanze interferen ti o inibt:nti è svdala da valori più bassi.

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RISULTATI

Saranno esposti i risultati sperimentali rebtivi: - alla presenza di «extra-fattori ~ di stimolo o di inibizione dell'attività mi crobica nel substra to in esame; - agli effetti dell'irradiazione sul contenuto in aminoacidi essenziali. 1. · RILIEVO D.El.LA PRcSE:-..'ZA DI « EXTRA·Fi\1"rORI » DI STIMOLO O DI !NIBI7.10NE l

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OELL :\1ì' IVITA '-i'ICROBICA.

I risultati di prove preliminari effettuate sulla frazione muscolare della carne per il rilievo di «extra-fattori » hanno dimostrato (Tabella Il) che l'al tività di alcuni aminoacidi risulla più elevata o appare ridotta rispetto al contenuto totale in aminoacido dd suhstrato. TABeLLA Il. RILI EVO DELL.\ PRESE~Z:\ DI FATTORI OI STIMOLO E DI I!'li BIZIONE 1

DEU.. ATTIVITÀ MlCROB ICA DI Jl)ROLIZZATI .MCSCOLARl DI CARKE B0\' 1:-ir\ CONSERVATA, LRRADI.I\TI CON 300.000

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• : Sulla quantità di .unonoacido puro prcscnt(' ~ul ••·rrcno eli 'J~g•o. : Nessun effetto. • : Efft·rw non dosahilt- .


Dai dati riportati risulta che la presenza di « extra-fatlori , è più C\' t dente o si manifesta solo dopo irradiazione. Non è facile allo stato attuale delle ricerche poter precisare l'esatto significato del fenomeno osserv:tto e la natura degli «extra-fattori » rilc vali, data la molteplicità delle variabili presenti in terreni complessi e la laboriosità del la tecnica.

2. - EFFETI'l DELL'IRRADIA.ZIONE SUL CONTENUTO IN AMINOACIDI F.SSE.KZIAI.T. Gli effetti degli alti livelli di esposizione sull'attività degli aminoacid1 della carne bovina, rilevati con il metodo microbiologico. risultano complessi (Tabelle III e IT'). T ... sHL.>\ lll. INATTIVAZIONE PERCENTUALE D I 1H CARNE

AMINOACIDI DELLA FRAZIONE MUSCOLARE

ROVINA CONSERVATA EJ) IRR:\.1>1.\TA.

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LA PERUI'IA

DELL'ATTIVITÀ INIZIALE.

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Ad esempiO, la reniblan ina non ha mostrato alcuna inattivazione nel!'intervallo di esposizione studiato; l'inattivazione de!l'isolcucina è iniziata dopo esposizione con 1.500.000 R nel muscolo e con 600.000 R nella frazione muscolare. Un fenomeno analogo risulta con la lisina nel brodo. Tuttavia, se l'entità dell'inattivazione viene espressa per 100 cV di energia assorbita in funzione dell'esposizione, è possibile osservare che essa decresce esponenzialmente per tutti gli aminoacidi con l'aumentare del livello dell'esposizione (Fig. 1).


4°3 T ARELLA IV. INATTIVAZIONE PERCENTUALE DJ AM I NOACWI DEL BRODO Dl CARN E BOVINA CONSERVATA ED I RRAD I ATA. LA PERD ITA È RI FERITA IN

o · } ' o DELL ATTIV IT A INI ZIALE.

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Fig. r. - Andamento J cll'inauivazionc di aminoacid i essenz ial i nel m uscolo e nel brodo nella carne bovina scatolata in funzione J cll'csposizionc.


CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE.

Per una valutazione critica dci risultati premettiamo qualche considtrazione sul m etodo di titolazione impiegato. Il metodo microbiologico ha il pregio: - di possedere una sensibilità spesso superiore ai metodi chimic1, conscnlendo di rilevare quantità di soli pochi gamma; - di dosare più che la quantità di sostanza, la quantità di «attività~ della stessa estrinsecantesi nell'intensità riproduttiva del germe; - di saggiare la dctla attività su una popolazione battericn elevati~ sima. Tale attività in base alla nozione dell'unicità fondamentale del m etabolismo cellulare può essere in linea generale riferita a quella corrispon · dente nell'animale. Il metodo microbiologico ha però l'inconveniente: - di essere laborioso e di richiedere meticolosità per evitare gli inquinamenti e l'introduzione di sostanze estrane<:: con conseguente falsamento delle determinazioni; - di dare risultati erronei se nel lisato vi sono soslanze (n:1luralmentc presenti o ingeneratc dalla idrolisi o dalle radi:~ zioni) che rispetto al germç test, hanno con l'aminoacido in dosaggio azione additiva o di potenziamento od al contrario azione inibente. Forse sono inficiali da una tale causa di errore i risultati repcrtati col metodo microbiologico da Proctor e Bhatia (1953) nel muscolo di merluzzo trattato con 5.700.000 R. H annan (1955) commentando le perdite esigue rilevate da Proctor e Bhatia in alcuni aminoacidi essenziali, conclude che la distruzione in aminoacidi essenziali può essere piccola in materiali biologici quale il muscolo di merluzzo, ma non è da escludere che un aminoacido essenziale radiosensibile prest>nte in piccola quantità possa subire una distruzione massiva quando calcolata come percentuale della quantità iniziale. Nelle prove preliminari eseguite per la presenza di «extra-fattori » nella frazione muscolare della carne irradiata con 300.000 R circa, non ~ stata notata presenza in quantità significativa di sostanze stimolanti o deprimenti l'atti vi tà del germe « test» per l'isoleucina, la trcon ina, la valina ed il triptofano. Per la fenilalanina è stata rilevata nella carne irradiata presenza di sostanze stimolanti. Ciò può mascherare l'avvenuta distruzione dell'aminoacido. Per la lisina e l'istidina nella carne non irradiata e maggiormente in quella irradiata le dc:-tte sostanze hanno apportato un aumento apparente di circa il Hf/o dell'aminoacido realmente presente.


Per la leucina e la metionina nella carne irradiata, fattori estrinsecanti azione inibente, hanno dato una distruzione apparente di circa il 16°/ dell'aminoacido puro. Per quanto riguarda il problema se la carne della reazione, dopo esposizione alla dose maggiore impiegata di radiazioni gamma, può ancora soddisfare l'apporto alimentare necessario di aminoacidi essenziali, se si assu-

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Fig. 2.

Fabbi~ogno minimo di ammoacidi es,enziali ndl'adulto t· quantità n:~idua dopo irradiazione nella carne bo,·ina scatolata.

minima

mono come fabbisogno minimo giornaliero per l'adulto le quantità riferite da Canlarow e Schepartz (1962), si può dedurre che la quota di aminoacidi non distrutta è in genere ancora sufficiente ad assicurare il fabbisogno giornaliero (Fig. 2). Nella Fig. 2, il fabbisogno minimo in aminoacidi nelle 24 ore per un soggetto adulto, è confrontato con le rispettive quantità di aminoacidi presenti nella carne irradiata con diversi livelli di esposizione (numeri del secondo istogramma). I valori riportati per la carne in scatola sono stati ottenuti esprimendo il grado di attività dei campioni in esame, in grammi dello c: standard ».


Si può rilevare. qualunque sia l'entità dell'esposizione, che solo con la metionina ed il triptofano, la riduzione del tenore in aminoacido raggiunge valori rispettivamente compresi entro i limiti del fabbisogno minimo giornaliero o al di sotto di questi. Per il triptofano è però da tener presente che durante l'idrolisi alcalina. il metaholita presenta una racemiz.zazione con trasformazione di parte della forma L in quella D che il «germe test» è incapace di rivelare. L 'aminoacido, d'altra parte, va incontro a distruzione se l'idrolisi è effettuata in ambiente acido. ~cl rilievo dì effetti mediante impiego del metodo microbiologico su .>ubstrati complessi, è da tener presente b possibilità che il germe utilizzi un metabolita parzialmente o totalmente distrutto, ovvero sostanze del tutto diverse così da ridurre app:m:ntemente l'entità dell'effetto. L'impiego del metodo biologico d~t quindi informazioni dirette solo sul grado di attività biologica complessiVJ del substrato per il germe in esame, per cui la valutazione di effetti in termini quantitativi dell'aminoacido ha soio significato orientativo.

RI :\SSU!'TO. Gli A/1.. hanno determinato col metodo microbiol o~ico gli aminoacidi essenzi:.li nella carne di bue less:1 scatolata, irmdiata con espmiLioni comprese nell'intervallo rra 9 x Hl~ e 3 x 11)6 R. Con l'esposizione più dt"v:H:t, !e perdite percentuali sono ~tJtc iel 33-34 per il triptofano, leucina, valina, del 50 ~ per la li ~ina. istidina, dt·l oW o per In metionina, del ?il<-1, per la trconina, dello 0% per la fcniblaninl. Nono stante tali perdite, g l 00 di muscolo (contenuto della scatola) as-;icurano il fnhbisogno giornaliero di aminoacidi essenziali.

SU~MARY.

With rnicrobiological mcthod the AA. have dosed thc essential amino acids in lxliled tinncd beef. irradiated bet\\·cen 9 x l OS and 3 x 106 R. •\t this l:>st irradiation the per ccnt losses ha ve been 33-34° o for tryptophan, !cucine, valinc, 50 ~ for lysinc histidine. 60' 0 for mcthionine. 78°1,: for threonine, O'( for phenylal:tninc. In spitc of these losscs, g 160 of mcat (contrinrd in ::1 tin) sceme the per day requircment for es.~enti::~l :1mino acids.

Les A urcurs ont do~é par la méthode microbiologiq ue Ics acide~ aminés esscnticb dans la chair dc bocuf cuitc a l'eau, en boitc et irradiéc avec 9 x IO' c 3 x JOS R. A cene dcrn1erc expcsition Ics pertes ~ercentuelles ont été du 'B -34° 0 pour le triptophane.

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leucyne, \'alyne, du 50" ~ pour la lisi ne, istidinc, du 60c c pour la merioninc, du 78°fc pour la treoninc, du 0°'0 pour la fenilalanine. Malgré ces pertes. gr 160 de musde (conrenu de la boitc) :murcnt le devis journalicr de acidc> amin~~ cssentiels.

BIBLIOGRt\FIA. E.S.(;.: « Thc effect of ionizing raJiation on w\lcms of hio!ogical import:111ce :t. ·!nn. N. f. Acad. Sci. 59, 57·1-. 19'55. BLOCH R.J.: "The amino aci d compmition of food protrins , in: « Advances in p rotei n chemistry )), Academic Press lnc. Puhlishcr' ·ew York; \'Ol. Il, pag. 119, 1945. C\NTAROW i\., ScHr.P \R'I z Pn. D.: « ijiochemc~try ». 111 Ed. r- 537. \V.B. Saunders Company Philadclphia. l 062. CeR \TOLA G .. ZAIO .\.: c Comun:cazionc all'Accademia .\1edic:t di Roma ,, Seduta Ordinario, 7 luglio 1967. D :\LJ·. W., OwtES T.V.: « Thc liher:nion 0f hvdrogen ~ulp hidc by X irradiation from Cysteine and glut:Hhiom: • - /Jiochem. f. , -IR, 129. 1951. Do\Lf W.M .. Dwtr r.v. Gli.RJ.R'I C.W.: « The Ktnctics and specificities of Je:tmlll:ttion on nitrogenous compounds of X radiatim1 )1 . Rìoclll'!n f., 45, 93, 1949. H"':-..o\N R.S.: " Scicntifì.c and technological problem~ imolved in using radiation for the prc~enat10n of food , _ B er m.qc~ty' s stationcrr officc; London 195'5. fo11 :-.:so-:-< G.R.i\., SclTOLEs G., WEIS& j.: « Formation of Kc.to acids hy thc acrion of free raòicals in aqucous ~ulution •· Scim(e 114. 412, 1951. L~wTuN E.J., BELL.\\tY \V.D.: " Radiation stcrilization. \"Il. Problems in using high vultagc elcctror.s for sterilization •· Nucleoniu 12, 54, 1954. \f.\RJ \'Il A .. SP\DO:--Jl .\1.: « La irr:~òi.azionc d<'gli :alimenti». htituto Nnionak· della ~utrizione. Roma 1961. PROCTOR B.E., BilA"\ lA n.S.: «Mode of action of high-voltagc C:lthocle r:avs on aqucom ~olution,, of zmino acids :.. Riochem. f. 53, L 1953. PRocToR B.E.. Bu.n1' D.S.: 4' Effects of high ,-oltage cathode rays on amino acids in fi~h mu~cic b. Food Tahnol. 6. 337. 19'50 in S.o\MCEL A., GotnnllrH P11. D.: c Preservation of food hy ionizing r:tdi:uions ~- ]. A m. D1Nt't. A.cs. 31, 243. 1955. S=--~LI E.F..: « The microhiologic~l ass:t\· of :tmino:~cids, in Ad,·ancc~ in protein chcmimy H, Acadcmic Prcss lnc. Puhli~hers, l"ew York. Vol. 1[. pag. 119. 1945.

Bo\RRO:-.


-

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EFFETTI DELL'IRRADIAZIONE SU PRODOTTI DI IMPIEGO TERAPEUTICO

Col. Mcd. Dott. A. Farina, T en. Mcd. Dott. A . Arcangeli, Tcn. Mcd. Doti. M. Buoncrba: << Attività farmacologica di glicosidi cardioattivi dopo ir· radiazione». Col. Mcd. Dott. A. F arina, Tcn. Med. Dott. A. Arcangeli, Dott. G . Richichi: «Attività sulla tachicardia eterotopa da aconitina nella cavia di soluzioni di ajmal ina prima e dopo esposizione alle irradiazioni>> . Prof. Dott. C. Biagin i, Magg. Mcd. Dott. E. Bruzzese, Cap. Med. Dott. G. Greco, S. Teo. Mcd. Dott. F. Bossa, Dott.ssa F. Bonarelli - Rulli: << Modificazione di caratteri fisici e chimici d i sostituti del plasma c tli soluzioni tli glucosio dopo irradiazione>>. Prof. Dott. C. Biagini, Magg. Mcd. Dott. E. Bruzzese, Cap. Med. Dott. G. Greco, S. T en. Mcd. Dott. C. Romanini, S. T en. Mcd. Dott. F. Bossa : <<Attività farmacologica dell'idrocor tisone emisuccinato dopo irrad iazione •·.



CEN fRO STCDI E RICERCIIF DEI, LA Dirc rtor~:

S.-\~ITi\'

MILITARE

CoL Med. T>ou. C. Mt'SII.LI

3• REPARTO - SEZIO:-..' E DI !HOLOGIA Capo St·zione : Col. McJ. Dolt. A. FAR' ' ' REI' \RTO DI R.\OIOBIOLOGIA

Capu Rt•pa rto· ~l3gg. Mt·tl. Dott. E. Ou tll 'l

ATTIVITÀ FARMACOLOGICA DI GLICOSIDI CARDIOATTIVI DOPO IRRADIAZIONE Col. Mcd. Dott. A. Farina Ten. Med. Dott. A. Arcangeli

Ten. Med. Dott. M. Buonerba

PREMESSA.

Le informazioni della letteratura sugli effetti delle radiazioni ionizzanti

sui glicosidi cardioattivi non sono numerose. Alcuni dati sulle modificazioni dell'attività farmacologica di una soluzione della miscela naturalr. parzialmente modificata, di glicosidi della -digitale dopo esposizione alle radiazioni di esplosioni nucleari. sono riportati da Laug (1956); Filomeni (19'57, a,b,c,) ha effettuato indagini sull'influenza di dosi diverse di raggi X sull'attività della digitale purpurea in polvere. Non sono note ulterior; informazioni sull'argomento. La ricerca da noi condotta ha avuto lo scopo di determinare l'attività farmacologica dei principali glicosidi card ioattivi esposti a dosi diverse di raggi gamma. e di effettuare una valutazione comparativa degli effetti osservati. Sono stati oggetto di studio i seguenti glicosidi: desacetil-lanatoside C, digossina, K -strofantoside c proscillaridina A (Farina <.: Coli., 1967 b). MA TERI.'\LI E METODI. ANt.Mi\LT DI LABORATORIO.

Gli esperimenti sono stati effettuati su un lotto di 118 cavie di sesso maschile di 400 32 g, tenute in condizioni standard eli alimentazione, stabulazione e a digiuno nelle 24 ore precedenti l'esperimento. Un numero complessivo di 28 animali è stato utilizzato per saggiare l'attività biologica dei glicosidi non esp<>-~ti alle radiazioni, i rimanenti 90 animali divisi in gruppi di 6 o 5 cavie ciascuno, sono stati impiegati per lo studio degli effetti dei farmaci irradiati con vari livelli di dose.

=


FARMACI.

Le ricerche sono state condolte utilizzando preparati commerciali di comune impiego clinico. Per il desacetil-lanatoside C, la digossina e la proscillaridina A, sono state impiegate soluzioni in fiale aJla concentrazione rispettiva di 20, 25, c 25 mg ·l , per il K-strofantoside un prodotto liofilizzato che è stato irradiato sia sotto tale forma che disciolto in soluzione fisiologica alla concentrazione di 12,5 mg 0 la. IRRADIAZIONE.

l glicosidi sono stati irradiati ponendo le fiale originali al centro della cavità di un irradiatore di Co(IJ (<< Gammabeam 650 A.E.C.L. ~) con inten-

sità dell'irradiazione intorno a 13.000 Rjmin (Scarpa, 1967). Per il desacetillanatoside C, sono stati usati 5 livelli di irradiazione nell'intervallo compreso tra 110 e 760 '{ 10' R; per la digossina 3 livelli tra 240 c 720 x l<r R; per la proscillaridina A, 4 livelli di irradiazione compresi tra 30 c 240 x 101 R; per il K-strofantoside liofilizzato o in soluzione 3 livelli, rispettivamente com presi tra 240 c 950 x 103 R e tra 120 e 480 x 103 R. DETERMINAZIONE DELL' ATTIVITÀ FARMACOLOGICA DELLE SOLUZIONI.

L'attività farmacologica dci prodotti è stata definita seguendo il metodo riportato nella Farmacopea Ufficiale (] 966). l prodotti sono stati somministrati negli animali per infusione venosa continua, e la comparsa dci segni di fibrillazione ventri colare è stata rilevata con metodo clett rocardiografico. E' stato impiegato il metodo di Hatcher e Brodie (1910). parzialmente modificato secondo Knaffi-Lenz (1926). Il metodo utilizza la perf-usione venosa nella cavia anziché nel gatto e risulta adottato da altri AA. per la semplicità della tecnica c la correttezza dei risultati (Otterstrom, 1935; Marri c Ciappi, 1939). T prodotti sono stati pcrfusi con apparecchio automatico (« Perfusor Braun ») in una vena superficiale del pene dell'animaJc; le modificazioni dell'attività elettrica cardiaca sono state seguite con elettrocardiografo Galileo adattato per il rilievo su piccoli animali di laboratorio, eseguendo i tracciati in condizioni di base, durante e dopo la perfusione del prodotto in esame (Figg. l, 2 A e 2 B). Per ottenere l'exitm degli animali in un periodo compreso entro i limiti di tempo indicati dalla Farmacopea Ufficiale, la velocità di infusione dei prodotti è stata mantenuta costante (0, 1 mljmin), variando la concentrazione di somministrazionc entro gli intervalli qui appresso indicati: desacetil-lanatoside C tra 10 e 20 mg % ; digossina tra 12.5 e 25 mg % ; proscilla-


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Fig. 1. -Effetti nella cavia del desacetil-lanatosidc C per infusione venosa.


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Fig. 2a. • Effetti ndl:l cavi:1 della digossina pt·r infus ione \'<:110'>:1 .


---

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Fig. 2/J. - Effetti ndla cavia della d i ~o~~ina p~:r infu\iont· \'enosa.

ridina A, tra 6,2 e 12,5 mg '\ ; K-strofantoside liofilizzato tra 7,1 e 12 mg J 0 : K-strofantoside in soluzione 12,5 mg '- . Per ciascun prodotto, la quantità minima di glicoside sufficiente a provocare nella cavia la comparsa della fibrillazione ventricolare, entro un periodo di tempo compreso tra 20 e 40 minuti, è stata definita come «dose letale 100 » (DL 100). Un confronto schcmatico dei da t i relativi alle modalità tecniche seguite n~.:gli esperimenti con i diversi prodotti è riportato nella T abel/a l.

RiSULTATI.

l risultati sperimentali os.,en·ati dopo irradiazione di prodotti commerciali contenenti glicosidi cardioatlivi, dimostrano, per i farmaci in soluzione. che con J'aumenlare del livello di irradiazione, aumenta la dose letale 100, cioè la minim:t yuantità di sostanza necessaria per provocare nella cavia la comparsa di fibrillazione \'t'ntricolare (Tabella Il).


TABELLA

l.

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ScHE'MA nt MODALITÀ TECNICHE SEGUITE NEGLI ESPERll\IENTr CON LE DIVERSE SOSTANZE.

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-·,- - - -

-, f>nncip•o attl\u

fi~ico

R. ~<>'

Animali di bhoratorio (ça\ ia)

-

l Pe!>o medio :

l

(g)

Numero anima h

l

Somministr,lzionc

1----

--

Conccmr .

~lodalit:ì

(m!t'•o)

l -----1

(e gruppi)

(a)

l) (l)

10,0-20,0

-----

Il O •700

20

l 4 1 0 445

PVC

O, l

6 (5)

(b)

2. Digossina

wluz.

25

240-720

370- 426

5 (2) 6 (2)

12,5 - 25,0

PVC

3· Proscillaridina A

soluz.

25

30- 240

374 433

8 (r) 6 (r) 5 (2) 3 (2)

6,2-12,5

PVC

\1 liofìl.

(o,so mg)

6 (2) 5 (2)

7,1- 12,5

6 (r)

12,)

4· K Strofantoside

l ( soluz.

l 120- 950 l 358 413

l

o,I

l

PVC

1,0

O, l

l

l

12,)

(a) Intervallo minimo e ma~simo di conccntra7.ione irnpieg:u~. (h) 0,2 mlimin con 76o • ro3 R. J>VC - ~rlu\lonc 'eno<a continua.

---t.

Velocità di per{usione (mlfmi n)

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~oluz.

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St.liO

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373 - 355

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PVC

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Au~iEI'TO OELLF. DOSI LETALI CON L'ESPOSIZIONE :\LLE RADIAZIONI.

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Pro~cillaridin ' :\

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La riduzione dell'attività farmacologica e~pressa dall'incremento della DL 100 dei prodotti, aumenta in maniera proporzionale con la dose di irradiazione (Fig. 3). L 'an damento delle curve Jimostra in particolare quant( ~eguc: il K-strofantosiùc irradiato sotto forma liofilizzata, non mostra apprezzabili variazioni di attività: la DL infatti rimane pressoché invariat.1

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Fig. 3· · Ridu7.ionc dell 'attività farmacologica di diversi glicosidi espressa dall'incremento della dose letale (DL) in funzione dci livelli di esposizione alle: radiazioni.

anche dopo irradi :lZionc con 1.000.000 di R circa, mentre l'attività si rid uce notevol mente se l'irradiazione è effettuata sul prodotto in soluzione acquosa. Con esposizioni intorno a 500.000 R non è possibile osservare la comparsn eli alcun effetto letale negli animali trattati con quantità del prodotto anche 5 volte superiore alla soglia letale iniziale. Fenomeno analogo si osserva per la prosci llaridina A, la cui sensibilità alle radiazioni risulta abbastanza elevata. Con esposizioni intorno alle 250.000 R, la somm inistrazione di quantità del prodotto da 20 a 40 volte


superiore alla ~glia letale, non provoca la comparsa della fibrillazione ventricolare. Il desacetil-lanatoside C risulta relativamente meno sensibile: cspos1zwne intorno a 700.000 R innalzano infatti la dose letale di circa 5 volte. La sensibilità alle radiazioni della digossina è ancora inferiore: con esposizioni intorno a 700.000 R la soglia letale aumenta di 1,6 volte. Espri-

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A DIGOSS I NA

B: K-STROF'ANTOSIDE

C: DESACETIL-L ANATOSIDE C 0: PROSCILL ARIOINA A Fig. 4· - Reciproco della Jose letak in mgf kg in fun7.ionc dei livelli di csposÌ7.Ìonc.

mendo i dati rilevati con il reciproco delle dosi letali in mg/Kg è possibile seguire l'intero andamento degli effetti osservati in funzione dell'irradiazione (Fig. 4); si può rilevare che, per alcuni prodotti come il K-strofantoside irradiato in soluzione, e la proscillaridina A, le curve raggiungono il valore Zero. Sono cioè necessarie quantità infinite di prodotto irradiato perché compaia l'effetto letale con q uella determinata esposizione.


p o T \8!:.1 .1 ·' III. ANALISI DELLA VARIANZA DELLE 00'>1 LF.T:\LT

Snr~t·nti

di ,·ari.ahilità

(,

1..

F

Varia nte.'

K - Strofantosidt• (lioiìlizzato) o n irradiati \'S irradiati Irradiati tra di loro

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2

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'7·s·••

D1goss1na t'-:on irradiati \'S irradiati Irradiati tra di loro .

777 1246

2

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3°!154

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.)_) l l

1

,,g--

Desacetil- Lanatoside C. Non irradiati vs irradiati

rrradiali tra di loro .

43499 II5964

3

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Residuo

)004

28

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164468

p

4H99

244··· 217*•"'

K - Strofantoside (in soluzione) Non irradiati vs irradiati

lrraclia1i tra di loro .

6754 148o

6754 148o

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irradiati \'S irradiati

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p < 0,00';

2

Residuo

qoo

Totale

74 12

20

39

1

73**" )7. ...


.p T L'analisi della varianza delle Jost letali dimostra che. fatta eccezione per la digossina, il confronto dcii::! differenza delle medie rilevate dopo irradiazione, è statisticamente significativo (P< 0,005) sia rispetto ai prodotti non irradi:~ti, sia, negli irr::~diati, rispetto ai diversi livelli di esposizione (Tabella lll). Quanto alla comparsa di eventuali effetti collaterali immediati dopo somministrazione dci prodotti esposti alle radiazioni, la registrazione det -

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l'ig. 5· - Compana ùi ~egni Ji imo"icacione digitalica durame perfusionc n:nosa con prodoni c'po~ti alle radiazioni.

trocardiografica c l'osse rvaziont.: d iretta degli animali, hanno mostrato che l'cxitus è sempre seguito ai segni classici di intossicazione digitalica (Figg. 5 e 6). Nei pochi animali sopravvissuti al trattamento anche dopo sommmtstrazione in unica dose di quantità relativamente elevate di alcuni prodotti irradiati, (proscillaridina A, K-strofantosidc in soluzione), non sono stati osservati inoltre effetti biologici degni di nota, per un per1odo di osservazione intorno a tre mesi.


IK-ITROFAJ<T'OIIto• DIIOLUZ.!Oiil8 CAVIA "!- LH OL/K/t _,O, 11 K-41TIIOPAM'OIII)II: 01 IOLU:t, IIUt.ADIATO fiJIOLOOIC4

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l·ibrilluionc n~nuicolare per infu,ionc Ji glico,idi e~p<>-ti alle rad ìazioni,


·P3 CONSIDF.RAZIONI CO!:\:CLUSJVI~.

L'irradiazione con raggi gamma di Co00 di soluzioni commerciali d1 glicosidi cardioattivi, provoca una riduzione dell'attività farmacologica proporzionale ai livelli di esposizione. La riduzione :isulta di lieve entità pe1 il K-strofantoside irradiato allo stato liofilo, e non statisticamente significativa per la digossina. L'attività diminuisce sensibilmente nel desacetillanatoside C e più ancora nel K-strofantoside irradiato in soluzione e nella proscillaridina A che, tra tutti i prodotli studiati, h:.t mo~trato la maggiore sensibilità alle radiazioni. 100

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K-STRor.<J• DIGOSSINA

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,. Prt- tratta mento • • trrad 1a to lloflllnato ••• lrrad 11 10 m soluzione

Fig. 7· - Auività residua percentuale delle ~O>lanzt: in funziotlt: dcll'cspmizione t: cocflìcientt: angolare: delle rene.

l risultati ottenuti !'Ono in buon accordo con i dati osservati in campioni iniettabil i di glicosidi digitai ici, esposti agli effetti della esplosione di un ordigno di 20.000 Kt., a distanza di circa mezzo miglio dal punto zero, i tjUali non presentavano alterazioni apprezzabi li dell'attività fa rmacologica con livelli del flusso gamma intorno ad un ordine di grandezza compreso tra IO e 20 x 103 R (Laug, 195G). Le diverse condizioni sperimen tali relative alla sorgente di irradiazione, al substrato irradiato, al tipo di animale impiegato ed alla tecnica del rilievo dell'effetto digitalico (metodo di Tsao), non permettono invece alcun confronto con i dati riportati da Filomeni ( L957,


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50000

INATTNAZDNE 63.Y.

a, b, c), che con dosi di raggi X tra 100 e 5000 R, aveva osservato un aumento dell'attività tossica in polveri di digitale purpurca. L'attività fa rmacologica dci diversi prodotti commerciali ad azione cardiocinetica, esposti agli effetti delle radiazioni gamma di Co00, presenta aspetti complessi. l n tutte le sostanze.: studiate, il logaritmo dell'attività residua percentuale risulta unJ frazione li neare dell'esposizione, c per la maggior parte dci prodotti, le rette han no un coefficiente angolare che ha grandissi ma probabilità di essere diverso da zero (Fig. 7). I ri sultati spcrimcntali

...


relativi al K-strofantosidc irradiato in forma liofila c in soluzione, confermano l'importanza dello stato fisico dei prodotti c;ull'cntità dell'inattiva zione dopo esposizione alle radiazioni. Per i prodotti in soluzion:: tuttav:a l'effetto delle radiazioni sembra esplicarsi con meccanismi diversi. ~essun effetto ad esempio si rileva con soluzioni di ajmalina irradiate fino a 800 x 101 R (Farina e Col i. , 1967 a). La concentrazione relativa dci principi attivi non sembra esercitare un ruolo importante. E' verosimi lt:, quindi, eh ~ fattori d iversi abbiano import~mza nel determinare l'effello osservato. Nella T abella J[' sono confrontati alcuni caratteri fisic1 c chimici d::i prodotti studiati ed alcuni valori dell'esposizione necessari pt:r ottenere una inattivazione del prodotto pari 1l 6')' "· Questi dati possono avere importanza ai fini di una valutazione degli effetti rile\·ati. Per la digossina e la prosciiJaridina, ad esempio, potrebbero avere importanza il ruolo protettivo esercitato dalla glicerina c la struttura delle molecole. AnaloglH.: considerazioni possono essere falle, per quanto riguarda il diverso comportamento osservato nei vari cardiocinetici. in rapporto alla strultura ed alla configurazione della molecola ovvero in linea più generale: tra glicosid i c:~ rclioattivi ed ajmalina.

RI \$SUNTO. Sono riport.ni i ri~ult:ni di un:~ nn:rca 'perimcnt:-t'e 'ugh eifctt1 Il\ funzione de!Ll doM: di raggi di Co-60 suli'ani,·id brm;:cologica di alcuni g-licmidi c:~rcl io::~lli,·i in preparati commerciali inicttabili. l campwni sono stati irradi:tti con do<i comprese tr.l I IO c 9'50 x I ()3 R, le mod1fica7.ioni dcl!'atrivit~ digitalica sono -.late evidenziate elcttrocardiogr:~fica mente nella cavi:~ in pafusiont continm fino ali:~ comparsa di fibrillnionc vcntricolare. La riduzi<lllt dell'auivi tà è lieve per il K-~trof:J ntoside lio lilizzaLO c !:1 d1gos~i na; d i m i nui~c(' ~cmibilmcnrc nel K -strobnto~ i de in so:uzionc. Jl d des:w:ril-bn:Jrm,ide C :: nclln pro~cill:•ridina A. che tr:J i prodotti studi:~ti, ha mostrato la maggiore sens!bilità ;~Ile rndiazioni. T risultati sperimcntnli confermano l'importanza dello \t:Jto fl\tCo dei pro<.lotri al momento dell'esposizione: lo \lato liofilo riduce l'entità dell'effetto; per i prodotti irradi:ni in soluzione, rilie,·i sperirncnt;,li e nlcune comiderazioni fanno ritc'lerc che la entità dell'effetto possa es-.ere auribuita all'azione protettiva cs::rcit:lt;J dalle sostanze presenti ndle soluzioni cornmuciali cd all::r n::rrticolare \truttura delle molecole det principi attivi.

SUMMARY. Th<. rcsults of an experirr.cnr:1l :co,c:~rch on the effccts in rcl.11ion to thc doses oi the Co 60 racliation on the phann:acologic::rl activity of some cardioactive ~lycosides in commerciai inject::>ble products ar.: rcported. Thc \:lmple~ ha\e been irradiatccl wiLh do~s ranging bet\\een I lO and 950 x 103 R. The mod1h cation~ of thc digitalic acLivity ha'~ bccn proved clcctrocardiogrJfically in thc Gu1nea pip continu;;~lly perfu.,cd unti! the appcarcnn ol vt·ntricuLtr fibrillation.


The reduction of the acllvtty Ì\ slight for thc K-strofanthin and thc digoxin; alltl such dccrea~ is more rcmarbble in solutcd K-strophanthin, in dcsacetyl-lanatosiùt> ( anù in proscillaridin A which has shown among the products studied , thc highc,t sensibility to the radiations. Thc expenment:1l rcsults confirm the imponance of thc physical state of th" products, .\t the moment of the cxposure. The lyophilic state reduces the cntit~ o rhc momcnt of the cxposure, for the products irradiated in ~olutions lcad ro belicY<' that thc cntìty of thc effcct may be attributcd to thc protcctivc action excrciscd by rh ~ubstancc' exÌ\ting in thc commerciai solutiom :111d t.o thc particular structure molccuk, of thc acrivc principlcs.

R(.:SUMr: On :t r:~pporté Ics ré,uh:m d'une rcchcrchc exoéri mcntale our Ics effcts, cn fonction de la dose, dcs radiations du Co60 , sur l'activit~ pharmacologiquc de quelque, glycosJdes carùio«ctifs cn produits commérciaux injcctablcs. Lcs échantillons ont été irradié~ avec dose~ compriscs entre IlO et 950 x HP R: b modificauons d<.· l'activité digit:Jiique ont été mises cn évidencc élec.trocarJiographitjUCmcnt dam le cobayc en perfusion continuéc jusqu'à l'apparition ùe fibrilbtion vcnrriculaire. La r~duction eh: l'activité est faihlc pour le K strophantoside lyophili'>é et la <.llgoxinc; dle est fa1ble pour le K moph:~ntchide ("n ~oluùon, pour le désacctil bnatosidc C et pour la proscil:aridine A, qui. parmi es proùuits etudiés, a montré la plus gr:Jnrle scnsibilité aux raoiations. Les ré~ultab cxpérimentaux confirrnenr l'importancc de le état physique Je, produits au mome nt de l'exposition: l'état Iyopbilc réJuit l'entité dc l'cffet: pour le produits irraJiés en solution, à la suite J'ub;crvations expérimcnt<lles et dc quelques ronsidérations il semble que l'<.:ntité Ùe J'cffet puissc ctre attribuéc à l'action protectrice ex{·rcée par les suhqanrc~ pr<'o..entcs dan~ !es ~olutions commérciaks et 3 la struclUre paniculil·re dc~ mulcculcs Jcs principcs actif~.

BIBLIOGRAFIA. FARINA A., t\RCANt:hLl A., RIGIILCHI G . : G10m ..'v! ed. M t!., n. 4, 107, 1967 a. F.\RJNA A., Bt :o~LRB ,\ M., ,\RCA:-.G~Lt A.: Comunicu.ionc all';\ccaJemi3 Medica di Rom:t, Seduta Ordina ria, 7 luglio 1967 b. • Farmacopea Ufficilc ( F.U.), delb Repuhblica Italiana • . 864, 19115. FH~lMEl\1 M.: Arch. !t. di Sci. Farmacologiche, lX. 155, 1957 a. F1L0'1E~I M.: ibid., lX. 157, 1957 h FILOMJ, N I M.: ibid., lX. 307, !957 c. lhTCH~R R.<' RROnY: f. Am. Pharm. Au., 82, 362, 1910. KNAFFL LE~Z E.J.: Pharm. Exper. T her., 1926, 29, 407. KNAFFI.-LEKZ E.J.: Arch. Exptl. Puth. l'harnwkol., 135, 259. 1921!. L'.tJG E.P.: f. Am. Pharmac. Au., 45, 357. 195n, n. 6. MARRI R e CJ,\PPJ 1.: Ho!/. Soc. /tal. Bio/. Sperim., H. 169, 1939. 0TTERsTROM M.K.: Quart. Hull. Healt Organization League Nation. 4, 523, 1935. Ts\O D.P.N. c CoLL.: f. Am. Phurmac :'Ice•• 42. 70. 19'53.

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CE~TRO

STUDI F RICERCII F. f>FLLA S:\1\ IT .\ . .\111 H \RE D1reuurc; Col \led. Dun. C. ~lu<u u ' ' REP,\RTO

SEZIONE DI BIOLOG I\

C.1po St•tinnc Col. \k<l . Dntt. ·\. "'"''"

ATTIVITÀ SULLA TACHICARDIA ETEROTOPA DA ACONITINA NELLA CA VIA DI SOLUZIONI DI AJMALINA PRIMA E DOPO ESPOSIZIONE ALLE RADIAZIONI Col. Med. Dott. A. Farina

Ten. Mcd. Dott. A. Arcangeli

Dott. G. Richicbi ( l )

PRF..'vfESS.\

Tra gli alcaloidi della rauwolfia particolare interesse ha destato di recente la ajmalina per le notevoli proprietà antiaritmiche evidenziate in ricerche sperimentali, e riportate in numerose osservazioni cliniche. L'alcaloide, isolato da Siddiqui nel 1931, dimostra un'attività sulla fibrillazione atriale sperimentale superiore a quella della chinidina c quella della procainammidc (Benthc, 1956; Arora c Madan, 1956; Beccari c Coli., 1962); il farm aco presenta inoltre azione cronotropa e batmotropa negativa (Hartog. 1935; Van Dongen, 1936; Innes c Col!., 1958), e inotropa positiva (Zipf. 1958). Goeing e Kcmpf nel 1956 notarono che la somministrazionc di ajmalina negli animali da esperimento prima della iniezione endovenosa di aconitina, impediva o ritardava la insorgenz3 della tachicardia etcrotopa da_ essa provocata. Il meccanismo d'azione sarebbe simile a quello della chinidina, influcnz ~mdo però più il periodo refrattario che non la velocità di conduzione dello stimolo (fknthc, 1956). La tossicità è molto bassa (Zipf, 1957; Hamm e Coli., 1960; Kleinsorge c Gaida, 1961). Il farmaco è risultato maneggevole anche se l'allungamento del PQ, e lo slargamcnto del QRS che induce, ne sconsiglia l'uso nei blocchi atrìo-vcntricolari e nei blocchi di branca. Le parricol:ui proprietà che l'alcaloide presenta inducono a ritenere la sostanza un prezio~o farmaco in cardiotcrapia. ì'\cl presente lavoro l'azione farmacologica dell'alcaloide è stata valutata dctermin:~.ndo la capacità della sostanza di prevenire o di far regredire la (Il Della Clinica McJica c.kii'Unl\t:r~ità di Roma.


.p8 tachicardia cterotopa indotta nella cavia da dosi liminari di aconitin :l. L'irradiazione dell'ajmalina è ~tata effettuata impiegando una sorgente di raggi gamma di Coffl.

~iATERIALI

E 'v!ETODI.

PRODOTTI E SOSTANZE l M PIEGATI:..

E' !>lato impiegato un prodotto commaciale in fiale contenente ajmalin;! cristallizzat:1 disciolta in soluzione idro-alcoolica alla concentrazione d1 2,5 g ~ , (Giicok propilenìco g 0.2; soluzione acquo~a tamponata q.b. a 2 cc. (l); l'aconitina è st<:ta impiegata sotto forma di nitrato in soluzio1w alcoolica lO 3 g- /l (2). ANIMALI DI LABORATOR IO.

Sono state utilizzate 60 cavie di sesso rnaschik dì peso variabile Lra 340 c 710 g, tenute in condizioni costanti di umidità, temperatura ambiente e a digiuno per le 24 ore precedenti l'esperimento. Esse sono state suddivise in 10 lotti, di cui il primo è servito a determinare la dose li minare di aconitina; gli altri per lo studio dell 'attività dell'ajmalina non irracliata (6 lotti) ed esposta alle radiazioni (3 lotti), dopo suddivisione in gruppi diversi, per lo studio dell'attività del prodotto nel prevenire o nel br regredire la tachicardia cterotopa.

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lRRADIA7.IONF.

L'aj malina è stata irradiata, nelle fiale originali, poncndole al centro di una cavità di un irradiatore a raggi gamma di Coro (« Gammabcam 650 AECL »), con una intensità di dose di 13.000 R/ m (Scarpa, l%7); sono stati erogati livelli di espo!-izioni da 400 a 800 x l~ R. DF.TERM INAZIONE DELT.'ArflVIT.~

PARMACOL()(;ICA DELLE SOLUZIO!':J.

L'attività dcll'aconitin<~ è stata valutata inidtando la sostanza in una vena superficiale del pene della cavia, per infusione lenta continua, dO[X) ulteriore diluizione della soluzione alcoolica con liquido di Ringer fino a 10 \ g/ 1 (l mi = IO gamma). La perfusione (· stata effettuata con per( l) Il prodotto " Rit rnos » ùdl:l Inn:rni t: Dd la Bdfa i: 'rato gentilmemc.: fornito dalla Ditta stcs~a . (2) ., Aconitin:l Nirrntum Merk ».

..


fusore automatico ( ,, Pcrfusor Braun ))) a vdocità costante (0,5 mi / mi n), tino alla compusa di una tachic:mlia cterotopa stabile. La soluzione originaria di ajmalina è stata diluita in acqua distillata fino alla concentrazione di L0- 3 g/1 (l mi = l mg), ed iniettata per \'Ìa endovenosa, con siringa di insulina in quantit~ variabili di 2 o 4 mg/Kg nei diversi esperimenti, c con la comune velocità di iniezione. Negli esperimenti condotti per lo studio dell'azione pre,·entiva dell'ajmalir!a sull'insorgenza della tachicardia eterotopa, è stata effetluata una v:tlutazionc dell'attività farmacologica del prodotto in funzione del tempo, iniettando il farmaco per via endovenosa, subito prima, 10 minuti e 20 minuti prima della pcrfusionc di aconitina. Nelle ricerche sulla capacità dell'ajmalina di ripristinare il ritmo sinusak, il farmaco è stato iniettato subito dopo la perfusione di una quantità di aconitina alta ad indurre una tachicardia eterotopa irrevcrsibile (<<dose liminarc » ). Le modificazioni dell'attività elettrica cardiaca ~ono state eseguite, in condizioni di base durante c dopo il tr:tttamento, mediante un elettrocardiografo adattato per il rilievo su piccoli animali di laboratorio. La valutazione quantitativa degli effetti osservati è stata eseguita considerando, per l'azione preventiva, le variazioni in i / Kg della dose liminare di aconitin:t; per lo ~tudio sull'efficacia del farmaco nel ripristinare il ritmo sin usale, la valutazione è stata eseguita ~ìltlla base del tracciato elettrocardiografico c della sopravvivenza degli animali esprimendo i valori in per cento sul totale delle cavie trattate.

RlSULTATI.

risultati ~perimentali saranno esposti nel seguente ordine: l - effetti nella cavia della perfusione venosa di aconitina m soluzwne; 2 - azione di soluzioni di ajmalina non irradiata sulla tachicardia eterotopa da aconitina; 3 - azione di soluzioni di :tjmalina irradi:tta sulla tachicardia eterotopa da aconitina. 1. - EFFE'I"lì

NELLo\

CAVIA

DELLA

PERFU._IONE

VEJ"OSA

DI

ACO,li INA

IN

SO-

LUZ IOK.E.

La perfusione venosa continua di aconitina provoca progressive mod ificazioni del ritmo fino alla comparsa di una tachicardia etcrotopa seguita da fibrillazione vcntricolare; un esempio è riportato nella Ftg. /. La quantità minima atta a provocare nella cavia la insorgcnz.a d; una tachicardia



43! eterotopa irreversibile risulta essere di 38 !!amma/Kg di peso corporeo («dose liminare di aconitina»). L'exitus negli animali si è verificato, dopo una sintomatologia di edema polmonare, entro un intervallo di tempo compreso tra 2 e 33 minuti dal termine della pcrfusione (Tabella l).

2. - AZIONE DI SOLUIZTONT DJ AJMALINA NON lRR~DlATA SULL" TACiliCARDIA ETER01.0PA nt ACONITINA.

Se subito dopo la pcrfusione di una quantità liminare di aconitina si inietta ajmalina per via venosa nella quantità di 2 mg/Kg di peso, l'azione antiaritmica della sostanza si manifesta i n tutti gli anim.:1li: il ritmo sinusale

'"''34rrir\tr

-·-

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·

-~J.U u..J,LlLl.Lt JJ 1 1 1 11 1 1 , 1 , .u, • 1 J~ l ' 1 _u..u.J..u J 1 u ' 1 1 1 1 l J o J t •

Fig. 2 i\. - Ripri~rino stabile dd ritmo s inu~nk dopo 2 rngjkg di ajronlinn 111 una de lle cavie tra!late con una Jose liminarc di aconitina.

ripristinatosi, nella maggior parte dei casi, non è stabile (Figg. 2 A e Z B) l'exitus degli animali si verifica preceduto da un edema polmonare (Tabella Il). Migliori risultati si ottengono invece dopo iniezione venosa di 4 mg/Kg di ajmalina: tale dose induce un ritmo sinusale stabile (Fig. 3),


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\~ Fig.

2 H. Ripri~tino 1cmporanco del ritmo >inu:.alc dopo 2 mg f kg di ajmalina in una delle cavie Lrattate con dose liminare di acon itina.

rcgressione dd l'etkma polmonan: e sopran-tvenza di tutti gli animali trattati (Tabella III). l risultati delle ricerche condotte per valutare l'azione preventiva dcll'ajmalina sulla comparsa della tachicardia cterotopa da aconitina, hanno dimostrato che, se il pre-trattamento con 2 mg/ Kg di ajmalina è effettuato subito prima della perfusione di aconitina, la quantità liminarc di sostanza sale da 38 a 64 gamma/Kg, per ridursi a 46 gammajKg nd lotto


433

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~

, ,y j ;J ' 4' J~ ~ l I.J r

M.f4

30mn

Fig. 3· - RiprÌ\LÌno ~rabilt: del ritmo .,inusale dopo 4 mg 1kg di ajm::lina ndlt: c;l\·ic trattate cCI n una do\c li m i n an: ti i aconiti n a.

l'lttiiiAfTAMf.l(fO CO!I AH~tNA

B

100

o ~----~~~------~---

'

110

oL-----'-------"----0

Fig. 4· \' ariaztoni della dose limman: d t aconmna in funzione ddl'intcr\'allo di tempo trascorso dall' inirzionc ùi ajmal ina (2 mg/ kg) O\ vero, per lo \Lesso ]a-,-,o di rcmpo. in funzione della dose (2 c 4 mg / kg).

Anali-;i dd la \ ananza.


TABELLA

mgf kg) I'ER 1:-iiEZIONE ENUOVEJ'\OSA SULLA TuRBA DEL

EHETTI UELL,AJMALINA (2

RinfO

E

SULL,EUEMA

IL

POL'MONARE

..j.l.

j

INUOTTJ UALLA ACONITINA I'ER I :-l'FUSIONE ALLA VELOC J'I' À DI 0,5 m J min.

Pc.<u lO

Lotto n. 2 ct\"i~\ n.

~r.lO\U\1

16

545

Dn,e

l':ffcrti

<Il aconitin.l

dell'.tconitin,• ,uJ ritmo

l <·:

-l

kg)

lntrr..lllo d1 tempo tra mizio dell~ turba del ritmo l'imownc d1 ajmaltnot (in secondi)

Effetti dell';•jnulin;l ~ut ritnlu •

----- -

38

l

fihrillaziont

l ven rricolan:

5

5

l Exitu'

polmo:':_l +

•(43)

rcgrcdilO (27)

7 (100)

rachicardìa etcroropa

ritmo sìnusalc (durame iniezione) l + tachicardìa ctcrotopa rcgredito ritmo 'inusak rad1icardia ctcrotopa frbrillat.ione \Tntricolarc (2S)

+ (32)

tac h icard ia etcrowpa

ritmo sinusalc (durante iniezione) l cxrrosi,rolia rachicardia ctcrotopa ritmo sinusale

55°

J8

<ach tcardia etero topa

9

530

38

'3

47°

40

,s,;o

l • Tra pJrtOlc>i il tempo in minuti d.•l t<'rminc t!db prrfu,Ì<•ne di •l<<•'ltlll1J

-~

Erlem.t

riuno ~inusalc (durame iniezione) tachicardia cterotopa 1 regredito (63) ritmo ~inusale CXlrO\ÌSlO]ia rachicardia ctcrotopa fìbrillaz ionc vemricolarc (yn)

8

~

rachicardia ercrotopa bigeminismo ritmo \Ìnusalc (27) tachicardia crcrotopa fìbrill:nionc vcn•ricolarc (34)

.t..

w


TAULLA 111. 1

(4 mgj kg) PER iNIEZIONE ENDOVENOSA SULLA TURBA DEL

EFFETTI DELL AfMALTNA

11\'DOTTI DALLA ACOXTTINA PER 11\'FUSIONE ALLA VELOCiTÀ

Lnuo n. 3 cavia n.

17

l<;

.20

l l

l

l

l

rc,o in grammi

l

Dose d1 aconitina

l deli 'aconitina Effeui

(·rf kg)

su l ritmo

38

cachican.lia

66o

Intervallo eli tempo Ira tmorgcnt.1 dcll.1 turb;t l tkl ritmo c miczim1<' d1 Jjmalin;t (in "·,·oncli)

-

l

ctcrotop:.~

l

l

2~

24

l

-

1-

l

tachicardia c.:tcrotopa ritmo sinusalc (2) l tachicardia l'terotopa ritmo sinusalc

35

fibrillazione \'Cntricolarc

T

tachicardia ctcrotopa ritmo sinuçalc (14)

36

tachicardia etero topa

l

35

l tachicardia cterotopa

.~f -

36,66

l

l

Edema pnlmon.1n· •

tachicardia ctcrotopa bigeminismo (~o) ritmo sinusalc tachicardia ctcrotopa

Jìbrillazionc \'cntricolart·

450

450

l

38

65o

SULL EDEMA

Etfeni tlcll'JJmalino Mll ricmo •

l fibcill~ziooo l vcntncolarc.:

l

E

POLMONARE

l

Exi1us

rcgrcdito (30)

bigcmini~mo T

1 2I

RITMO

0,5 ml j min.

38

]IO

69<J

l

J)T

1

tachicard ia ('terotopa rit mo sinu~ak (11) tac h icardia ctcrotopa ritmo ,inusalc: lìbrillaziom: vemricolarc Jachicardia ctcrotopa

l

l tachicardia ctc.:rotopa ritmo sinus:~le (4) bigeminismo

l

l tachicardia ctcrotopa ritmo sinusalc (6)

l

• 'l'r.! parcnl<''Ì il lempo in minuti dal termine udb palu;iune di aconitina.

rcgrcd ito ( 11)

lregrcdi~' (2) l regrcdiw ( 14)

l rcgrcdiwl (4) regrcdno (6) 1

l

l

4:..

w

Vl


di animali prc-trattari lO minuti prima, e 42 gam ma/Kg in quello pretrattato 20 minuti primi (Tabella l f'). L'analisi della varianza della quantità lìminarc dell'aconitina in funzione del tempo, rìsult:1 statisticamente ~ìgnìfìcativa tranne che per i ,·alori rilevati negli animali pre-tralt:llÌ con ajmalina 20 minuti prima della pcrfusione con aconitina. Se invece il pre-traltamcnto a 20 minuti \'Ìcne cffct-

f

Fig. 5· - Aumen10 ddla do\C liminarc di acomttna da 38·; kg a Ol·;' j kg dopo iniczionc J i ajmali n~1 (2 mg ikg).

tuato con una quantità doppia H mg/ Kg), l'aumento della dme limìnare di aconitina (44,50 -i.. 7.8 gamma/ Kg) raggiunge valori statisticamente significatiYi ri~petto a quelli relativi agli animali non pre-trattati (Fig. 4). Un esempio di risultati sperimentali è riportato nella Fig. 5.

3. · AZIONE DI SOLUZ IONI DI AJM.\ LIN.\ IRIUDHTA SULI•. \ TA<'HlC.\ ROL\ F'l EROTOPA DA ACONITIN1\.

I risultati degli esperimenti effettuali con 2 mg/ Kg dì soluzioni di ajmalina irradiata dimostrano che, se il farmaco è: somministrato subito prima della perfusione di aconitina (prc-trartamento). l'irratliazionc non modifica in maniera statisticamente significativa la guantità limìnarc dì aconitina qualunque sia il livello dell'esposizione : 400 c ROO x 103 R (Tabella 1'). Un esempio di risultati sperimentali è riportato nella Fig. 6.


437 Anche negli esperimenti effettuati per valutare la capacit;t del farmaco di ripr!stinare il ritmo sinusalc, l'irradiazione non modifica gli effetti osservati dopo sommini5trazione di 4 mg/ Kg di ajmalina irradiota; in tutt i gli animali trattati si osserva la regre~sione stabile della tachicardia cterotopa (Fig. 7), scomparsa delredema polmonarc c n<.'ssun effetto letale (Tabella T'f). r risultati ottenuti sono riportati e confrontati nel grafico della Fig. 8.

Fig. 6.

.\pnaltna: irraJiaz1onL con &l<1 . w> R. La do'L liminare di acomuna non -.ubi>ce moJifìc:-.11oni ~ignifìcarin·.

TABELLA

EFFETTO PARMACOLOG ICO DELL,AJ~{AL!l\'1\ (2

1\'.

mg j kg) IK FUNZIONF. DEL TEMPO

E I N FU"'ZfONE DELLA DOSE.

Lutto

t"um<ru di

1 ' (controllo )

6, 5 4

7

o

o

c

;11111ll.llt

In t< n .tllo di t~mpu tr.t tntoiune di .•jm.•lonJ ~ mtu,innt· di .tcuniun.•

1

Do~c limin.m: D.S.

di Jconuma (·: j kr.)

5

'ubito prima

64,116

± ..L

6,8

6

10

rnin

46.78

±

2,6

7

20

111111 (2 rng / kf;)

42 ·94

±

6,8

o

2n min. (4 mg kg)

H·)O

-

..L

7·8

j8

'i

1,4


Aco:-;In ~A rN Ft:NZI Ol"E DELL.-\ DOSE

DosE LIMrNARE m

Xun1cro

Lmto

di

~ninuli

Espmizionc R 101

n' Esrosrzro~E.

Dmc limmarc

.t. ,.,,,n•tlnJ

±

D.'>.

5·4

9·'

---

)

(-)

64-ou

8

7

400

57·4

± ±

9

o

Roo

57-~

±

6

Ì•6

Analisi della vcmanza F Ajmalina (pre-trattamcmo 2

l\'o n irradiati \ ' S irradiati

l rratliari \'S irradiati

rngj kg) 0,)0

'r~ 1 i 1 1 1 n 1 1 1 ' 1~ 111 1 1 1 , 1 1 1 1 w 1 1 1 1 1 u 1 1 ~~J 1 , L' , 1 1 , , ,

Fig. 7· - Ripri,rino del rirmo 'inu,ale con ajmalina irratli:lla con 400 x 10'1 R 4 mgj kg in ca\·ia dopo pcrfu-;iont· con aconirina.


TABELLA

ErFETIT DELL'AJ.M AL!NA (4 mg j kg) ESPOSTA A DOSI DT 400 X J03 R SULLA TURBA DEL INDOTTI DALLA ACON!T!:-IA PER !KFUSIO:-.IE ALL:\ VELOCITÀ DI

l.oltn n. c1vi~

P<.·'n

IO

IO

n.

grammi

l

Effetti

Dos<-

dr .rconrttn.o

l <·rfkg>

l

l Il' . . c c acn.nnan.t sul rrtmo

26

27

28

l

lrnerv.lllo di L<'"'l"' tr .t '""'rgcnu delLo turh.1 dd ritmo

SULL'EDEMA

Efkui tldl'alnullna

.

..j')O

38

tach tcardia erc ro ropa

tarhicardia ctcrotopa con cauure bigt•mini,nHl wchicarJia etcrotopa

410

41

tachicardia ercrotopa

rllrno ~inu\ale tachicard ia ctcrotopa con catture bigeminismo ritmo ~inu,alc

rachicarJia ctaotopa

tachicardia etcrotopa con c:lllure bigeminismo ritmo sinusale librillazionl' vcntricolarc rachicard ia ctc.:roropa ritmo ~inusale- tachicardia ctcrotopa

l 44°

4(io

l

38

tac h icard ia ctcrotopa

32

J>OLMONARE

~dt"m.1

j

irradr.tt.J ,ul ritn,"

r . l c 1r11e7.1nnc: l i apn.l 1n.1 . .

E

0,5 mJ j min.

polnwrl;tr<'

E,itu'

-----

----

2)

l

RITMO

VI.

+ regrcdito

t

regrcdito

l

rit mo sinusalc tachicardia eterotopa con callure btgcmini~mo

L:tchicardia c.:tcroLOpa ritmo sinusale tachicard ia ererotopa

29

420

37

1

rachirardia ctcrotopa

tachicardia etcrotopa con calture ritmo ~inw.ale tachicardia cteroropa con catture ritmo sinusalc tachicardia eterotopa

..j>,

w

"'


PRE- TRATTAMENTO CON AIMALINA

POST-TRATTAM(NTO CON AJMAliHA

~ ...9fi\9)

• l

100

0 Cl

0 ~-LoL-~~-.~o~o---------­

r.OH I ~IIADIIllA IRRADIATA CON 400 103 R

0~~ 0~~~.~--------­

oost DI RADIA ZIONI (R tol)

AJMAI.INA mqjKo

Fig. H. - Confronto \Cht·matico dci ri~ult:ni '-Pt'rimcmali con prc c post trattamcnro con ajmaltna Irradiata.

COKSIDER.\ZIO~I

CO:-.JCLUSI\'E.

I risultati sperimentali rilevati n<.:l trattamento della tachicardia eterotopa da aconitina con soluzioni di ajmalina, .dimostra l'efficacia del farmaco sia nel prevenire che nel far regredire la turba del ritmo. Alcuni dati meno favorevoli sull'attività del prodotto riFortati in letteratura (Gocing e Kcmpf, 1956) sono, ,·erosimilmenrc, da attribuire alla somministrazione, nella cavia, di guantità di aconitina superiori a lJUellc minime necessarie per indurre la tachicardia eterotopa, come è stato possibile determinare con le nostre espcncnze. Nelle ricerche sulla capacità del farmaco nel ripri stinare il ritmo sinusale, i mig liori risultati sperimentali si hanno dopo somministrazione di 4 mg/ Kg di ajamalina; in guellc sull'azione prevcnti va del farmaco sull'insorgenza della tachicardia eterotopa, l'dfclto preventivo compare anche con 2 mg/ Kg di ajmalina se il pre-trattamento è effettuato fino a 10 minuti prima della perfusione con aconitina, ma sono necessari 4 mg/ Kg se il prc-trattarncnto è effettuato 20 minuti prima. Questi rilievi su lla notevole attenuazione dell'attiv ità del farmaco in funzione del tempo, sono in buon accordo con i daLi della letteratur:~, secondo i quali, il massimo effetto anti-aritmico della aj malina, si manifesterebbe entro lO minuti dalla sommi nistrazionc per \'Ìa endovenosa o intramuscolare del prodotto, decrescendo in seguito in funzione del tempo (Klcinsorgc c Gaicla, 1961 e 1962). Con i livelli di radiazioni impiegati (400 e 800 X 103 R) e le modalità sperimentali seguite, l'efficacia del prodotto non risulta modificata.


O sservazioni sperimentali e considerazioni diverso..· fanno ritenere verosimile che la struttura della molecola possa avere notevole importanza sulla resistenza del f::trmaco alle radiazioni ionizzanti. (Farina c Coli., 1967 a, b). R li\SSU:-.JTO. Sono riportati risultati da ricerche sperimentali ~ulla ;1ttivit.;Ì farmacologica dt soluzioni di ajmalina nel rrau:unento della tach1c1rdia etaotopa indotta nella cavia dalla perfusiont:' ùi :~conitina. L'attività brmacologica del prodotto ì: stata rilevata mediante ricerche effcnuate sommini~trando l'ajmalina prima .ì dopo il trattamt:nto con aconitina. E' stata cffettu~t;l una valutnione quantitativa degli effetti ossen·ati. L'azione del farmaco non ri.,ulta moJificat<J dall'irradiazion( con livelli di 400 e 800 '-" 103 R. E' \erosimile che la 'truttura ddb molecob abb1a importanza nel determinar" la resistenza dd farm:~co alle raJinioni.

SU~1\lARY

Thc rcsu lh of <.xpcrimcntal rc~e:m: hcs on tht· pharmacological actlnt\· of the solution of ajmalim: in tbc tre;lt111C11l of tbc ht:tLrOtopic thacbycardia inJue~·d in Cu;nt;,1 pigs hy :~conit i nt• perfusion are rt·ported. Thc pharm;1colot,rical acti,·ity of the produ t. t has bccn obscrvecl rhrough rc~c:Jrchcs prm iding ajrn:~line bdorc or afrer aconitìnt trcatment. Quanrìrati1·e e1•aluarion of tht.· obsen cd cani cd has ben n out. Tht: acrion of the drug did nor appe:1r to lx: rnodified ;H tht.: leve!~ of 400 ami 800 101 R., b\ irmdiation. Tn lt likck} that the molecule srructurc has an importancc in dcterrnining tht. res1 stence of the drug w thc radi:nions.

RÉSUMÉ On a rapporté k'> résultats dc rechcrchc~ cxp~rimentales sur l'dfet pharmacolog• ~ quc de >ulutions dc :1jmaline dan~ le traitemcnt dt.: la tachicardic h~térotopique induitc dans la cobayc par la perfu·>ion de ::~conitinc. L'ac!i,·ité pharmacologique du produit :1 été relevé~: par cles rccherchcs tfft-ctuécs en fournis'ant ajmalinc avant ou aprì:s le traite mcnt :JI'CC :~conitine. On a efft-crué une é'aluation quantitati\e cles effcts obscn-és. L'action du médicarncnt ne résulte pa• modifiéc par l'irradi:aion au mveaux de

400 à 800 X W R. Il est vraisembL1ble quc la qructur~: de In mokculc ait une importancc pour dérer mìner l:1 résiqance du mcdicamcnt au\ radiations.

BIRUOC IC\ FIA

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BH·cARJ


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CE:-.11 RO <;T L'DI E RIC!-.RCI Il· DELI \ <;,\ 'IT \ ' ~IILIT.\RE l> orettore· Col. \k•l. Dott. ( . ~!t 'Il u RFPARTO DI Ri\D!OHIOLOGJ ,\ C.opo Reparto: \!Jgg. ~k.l. Dott. E. lht'Zlf'~ 2• REP.-\RTO - SEZIO'l-. L>! l M.-\TOLOGI \ C.lpo Scziont : C"!'· Mcd. Dott. c;. ~-~ .... l E l

MODIFICAZIONE DI CARATTERI FISICI E CHIMICI DI SOSTITUTI DEL PLASMA E DI SOLUZIONI DI GLUCOSIO IRRADIATI Prof. Don. C. Biagini * Magg. Med. Dott. E. Bruzze~r Cap. Mcd. Dott. G. Greco S. T cn. Mcd. Dott. F. Bossa Dott.ssa F. Bonarelli - Rulli

PREMESSA

Alcune informazioni sulle modificazioni fisiche e chimiche, indotte dall'irradi azione in sostanze di possibile impiego trasfusionale, sono note in letteratura (Pricc e Coli., 1954; Ricketts c Rowc, 1954; Charlesby c Alcxander, 1955; Alexander e Charlesby, 1957; Charlcsby. 1960; Stcward e Coli., 1967). I dali risultano di particolare interesse per la chimica delle radiazioni rn:t non costituiscono un modello adegualo per una valutazione di effetti su prodotti trasfusionali. Nel presente lavoro sono riportati i risultati di ricerche sulle :J.!terazioni di proprietà fisiche c chimiche di prodotti trasfu~ionali dopo esposizione alle radiazioni gam ma. Sono state irrad iate soluzioni inidtabili di glucosio, destrano, polivinilpirrolidone (PVP) c di polimero di gelatin:1 (Bruzzesc e coli., 1967). Per tutte le soluzioni sono state effettuate determinazioni dei valori di densità, viscosità, indice rdrattometrico, p H ed acidità totale; inoltre sono state studiate alcune caraltcristiche spcttrofotometriche. Per le soluzioni glucosatc sono state studiate le variazion i della concentrazione di glucosio e gli effetti a distanza sul pH e sull'acidità totale. ~1:\TERI:\LI

E ~1LTODI.

SoLuztoNr. Per le sol uzioni iniettabili di glucosio al 5J0 sono state usate guelle preparate dall'Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze (250 ml), in flaconi • Dirctrorc dell'I stituto d i Radiologia dt:I I' L:n i n:r~it à di Sa,,ari.


444 di vetro del volume di 325 mi. Per quanto riguarda il destrano è stat:1 impa·gata una soluzione di dcstrano dcpolimerizz:1to al 6°{, in soluzione fisiologict ( « Macrodex »). 11 PVP è stato impic~ato al 3,5"1c, in soluzione fisiologica contenente l'l c, di glucosio (« Plasmavinil »). Per il polimero di gelatina sci3sa è stato impiegat11 un polimerizzato al 3,5°" in soluzione fisiologica (« Emagcl »). Le caratteristi che principali dci prodotti impiegati sono state descritte in un precedente 1.•voro (Bruzzcse c Coll., 1965). fRRAOIAZIONE.

Per le irradiazioni è st:tta impi<.:gata una sorgente di Cof.C (Gammabeam 650 A.E.C.L.). Sono stati impiegati livelli di esposizione variabili nell'intcr vallo compreso tra 12 X 103 e 5 " l Cf R, con intensità intorno a 9.500 R/ mi (Scarpa, 1907). L'irradiazione è stata dfctluata in flaconi di vetro del tipP impiegato dall'htituto Chimico Farmaceutico Militare per le ~oluzioni glu cosa le: nei flaconi, previamentc sterilizzati e chiusi ermeticamente, erano trasfer1ti 250 ml delle soluzioni in studio.

T ECKICHE !:>PERIME:STALI. I valori di densità delle soluzioni, sono stati determinati con un densimetro IIellige ad alta precisione e corretti eventualmente per una temperatura di 23" C. La viscosità è stata determinala con un \'iscosimctro Hopplcr munito di bagno tcrmostatico. L'indice ref rattomclrico è stato determinato con un rdrattometro Abbe, anch'esso munito di termostato. Le misure di pH sono state eseguite con un potenziometro Radiometer PH4, con elettrodo a vetro. L'acidità totale delle soluzioni è stata titolata. secondo la Farmacopea Ufficiale, con NaOH 1 / 50, usando la fenolftaleina quale indicatore. Gli spettri di assorbimento sono stati eseguiti con uno spcttrofotometro registratore Beckman DK-2, munito di lampada al deuterio. Prima di registrare gli spettri, le soluzioni di glucosio c di destrano erano state diluite 5 volte con acqua distillata (concentrazioni finali 1% per il glucosio e 1,2/"0 per il dcstrano); successivamente queste scluzioni ,·enivano alcalinizzate di luendole 3 volte con una sol uzione di bicarbonato di sodio al 4% . Anche h: soluzioni di polimero di gelatina scissa erano state diluite 5 volte con acqua (concentraz.ione finale 0,17'5%). Le variazioni della quantità dì glucosio sono state rilevate enzimaticamente con un test colorimetrico (« Blood sugar », Bochringer). Il metodo si basa sull'ossidazione enzimatica del glucosio a gluconolattonc con formazione di un prodotto di colore rosso mattone dovuta all'ossidazione dell'o-dianisidina ad opera dell'acqua ossigenata, formatasi in seguito alla prima rea-


445 zione. Le variazioni c.Jell'intensi tà di colore erano determinate con uno spettrofotometro fkckman DU ad una lunghezza d'onda di 436 mtL (Huggctt e ;.Ji ·wn, 1957). Il rilievo degli effetti ì: stato effettuato entro la prima ora daIl 'esposizio ne e possibilmente immediatamente dopo; gli eiTetLi a distanza sono stati studiati fino al 18" giorno, conservando il prodotto nella confezione di origine a temperatura di laboratorio. RISULT:\TI. CoLoRE E STATO FtsTco.

Con li\'elli di esposizione di 65 X 10' R è stato notato un li eve imbrunìmeno con sfumature violacee dd \'etro del conteniLO re; l'i ntemità dell'i mbrunimento aumenta con il livello di esposjzione. Per quanto riguarda le soluzioni (Tabell'l /), modificazioni dd colore, da giallo chiaro a incolore, sono state evidenziate per il PVP e per la gelatina scissa dopo esposizione a l X 106 R.

MourFtcAZIOl"I 1>1 PROPRII'.TA

r~stcHF.

DI l'ROilOT'I'l TH.-\SFcsroNALT

E INTERYALLO I>F.LL,F.SPOSIZIO'-iE PER L.\ C0\!1'-\RSA DELl.,EFFETTO.

Proprinà

Glucn,io

lfi.•,trJJlO

( R • w 1)

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Incolore

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1000·1000 30 IO

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1012

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Indice rifratto mctriC'o

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l 1.,)42

l,j42

1,340

l

1027

1017

1017

l.J:jO

1>3-F

'·~-P

Con livelli più elevati di esposizione si sono osservate modificazioni ddlo stato fisico dci prodotti con passaggio allo stato di gel c formazione di bolle di gas. La gelificazione del PVP è stata osservata con livelli tra 3 c 4 X Ht R; per il polimero di gelatina scissa tra 2 c 3 X 10~ R. Subito dopo l'esposizione in tutti i prodotti è stato notato lo svi luppo di bolle di gas;


la presenza di bolle intrappolate ndla massa del gel è stata osservata per il PVP e la gelatina scissa. essuna modificazione degna di nota dd colore c dello stato fi sico l stata notata per altri prodotti. D ENS ITÀ, INDICE REFRAlTOMETRICO.

Nessuna alterazione significativa è stata osservata a canco Jella densi t\ c dell'indice refrattometrico delle soluzioni (Tabella l). VIscosrrÀ.

Nella Fig. l è riportato, in funzione dell'esposizione, l'andamento du valori di viscosità delle soluzioni. Per il PVP e per la gelatina scissa ~i 1)5r-------------~

Glucosio 8

:~l

6

2

u

;:r .... 4

C/)

o

u

Cll

> 2 ..------,Glucosio o

o

1

2

3

4

5

R·1cf Fig. r. - Andamrnto Jclla vi~co~ it it Ji prodoui trasfusionali in funt.ionc Jci livelli di cspo~i7 ionc. Le Yariazioni Ji vi\cmità dd glucosio ~0 110 riportate in m3ggior dettaglio ntl riquadro in alto ddla tigura (' ·alori in ccmipoise).

osscrva un notevole aumento della viscosità; per il dcstrano. l'aumento ~ molto m inore ; !t: soluzioni di glucosio presentano una riduzione molto lieve della viscosità.


447 A CIDITÀ ArfU,-\LE E ACIDI r;\ TOHLE.

Importanti modificazioni subisce il p H nelle soluzioni di glucosio e di destrano irradiate (Fig. 2). ~elle soluzioni di glucosio la diminuzione ,.a da circa 0,6 unità di pH dopo esposizione ai li velli meno elevati d'i rradiazione (25,9 X I(f R) ad 1,8 unità con livelli più elevati ( 1.660 'x 103 R). Di entità paragonabilc è l'abbassamento di pH riscontrato nelle soluzioni di destrano. La riduzione del pH delle soluzioni di glucosio ha andamento lineare con il logaritmo dell'esposizione.

8 pH 7

5

~GLUCOSIO 5'1.

~

Gelat i na . "3

6

y: 8,36-0,81 IOQ x

2 L---5 ~0~ 10~0---L~,~~-----~~

R·1u-

5

PVP

4 Dest ra no

3 2~--~~--~~--~~--~~--~~

o

4

5

Fig. 2. ;\ndamcnro dd pH dt prodoui tra~fu,ionali in funzione dei livdli di irratlia11onc. ì'\d riquadro: variazioni dd p H di solu:t.ioni glucosaLC in [un/'ionc tlcl logarirmo dell'c\posiz ionc.

Altrettanto netto è l'aumento dell'acidità totale delle soluzioni di glucosio c dcstrano (Fig. 3). La retta calcolata dci valori di acidità è riportata per il glucosio nel riquadro in b.:1sso assieme all'equazione che la rappresenta. Fino a livel li di l X Ht R, l'aumento dell'acidità totale di soluzioni glucosate t: ch iaramente proporzionale all'esposizione. Per la gelatina scissa, al marcato aumento dell'acidità totale (Fig. 3) non corrisponde una altrettanto marcata diminuzione del pH (Fig. 2). H fenomeno potrebbe essere attribuito,


1

Destrano

12

101. - - - - -- ----.., 8

E

1

GLUCOSIO

4

5

Fig. )· - Andamento òcll'aciÒH~t totale Ùt prodorri tra~fu sionali in funz ione dci livelli di e~posiz.ionc.:. Nel riquadro è riportata la reua c la sua equazione. calcolata per il gluco~io (\'alori in mi di KaOH ~ 50 occorrenti per nc.:utraliz.zare 50 ml delle soluzion i in esame).

almeno in parte, al potere tamponante esercitato dai pcptidi. Per il J>VP st osserva solo un leggero aumento del pH (Fig. 2).

CARi\ TTER!STTCHE SPF.TTROFOTO"lEl'Rl CHE.

Gli spettri di assorbimento nel l'ultravioletto delle soluzioni di glucosio mo~lrano, dopo irradiazione, la comparsa di un picco di assorbimento con

massimo a circa 260 m :). (Fig. 4). L'alcalinizzazione delle soluzioni produce un notevole aumento della densità ottica con spostam ento batocromico dd massimo a circa 280 m :J.. L'aumento di densità ottica a 260 m:J. ha andamen to lineare se riportato in funzione dci livel li di esposizione. Anche le soluzioni di destrano irradiate mostrano la comparsa di un picco a circa 265 mJ.l, che aumenta di intensità e si sposta a circa 280-285 m iL dopo


449 GLUCOSIO

5% ci

U)

ci~

~ ~ o.s

iS ::r ..c• ::::> C(

1,5

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o

2 1.

8

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5

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R

2 · 250 x 1oJ R

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o

3

R·1fP

1.0

\0

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....

3 • 5 00x1o3R 4•1000x 103R

;;; z ~

5 • 1500 x 103 R & • 2000 x 1o3 R

0,5

0.5

7 •4000 x 103 R

fig. 4· - Soluzioni di glucosio irradiato con Jivcni li,elli di espoMzwnc. A sinistra: spettri di assorbimento; a Jc~tra: speuri Ji assorbimento dopo aggiunta di raHCOr :-\d riquadro: andamemo della densità ottica a 260 mfl in funzione dci livelli di esposizione.

alcalinizzazionc (Fig. 5). L'aumento della densità ottica a 265 m!l presenta andamento lineare in funzione dell'esposizione. Le soluzioni di PVP irradiate con l X 106 R (Fig. 6) mostrano la completa scomparsa del picco di assorbimento con massimo a 435 ml.t, responsabile del colore giallo chiaro delle soluzioni originali; l'osservazione è in accordo con i rilievi ispettivi sulla scomparsa del colore. Per il PVP, inoltre, si verifica la scomparsa di una banda di assorbimento a 300 m!J. ed un nettissimo aumento dell'assorbimento di luce nell'ultravioletto più spinto. Questi ultimi due fenomeni si osservano bene con l'esame degli spettri differenziali. Le soluzioni di polimcro di gelatina scissa mostrano (Fig. 7) una diminuzione di assorbimento nella zona tra 320 e 350 mtl ed un netto aumento nella zona tra 250 e 300 nw. La densità ottica molt o minore nella zona tra 250 e 290 mfl c l'aspetto dello spettro molto diverso delle soluzioni di gelatina in esame, irradiate e non, rispetto a soluzioni di proteine con composizione 9. - G.M.M.


2t)

e l 4E

t!S

1,5

1,0

1,0

Fig. 5· Destrano. A sinistra : spettri d i a~ sorbimento; a de~tra: spettri ù i assorbimcn

o.s

Q,5

o

o

dopo aggiunta di NaHC0 3• ·e1 riquaùro: andamento della densità ouica a 2&; m!L in fun7.ionc dt:l livelli di esposi7.ionc.

300

250

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~ ( mtl )

"i. 1.0

j

OESTRAHO 6%

...o ~• z

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1= o R 2=tx1a&R 3 = 2x1 oi5R 4=5x1o&R

"" ~ (),5 ~ ::1

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IJ

o

2

3

4

5

R·Y!' Spettri di assorbimento

Spettri differenziali

0,4 0 .4 Cl

u

0,2

...o 0,3 ...ét 0 ,2

o

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- 0, 2

Cl'l

z

lo.l Q

0,1 - 0,4

o 300

400

200

500

300

400

~ c m~>

PVP

<D O R ® 1x106R @

2X106 R

rig. 6. - PolivinilpirroliJone. A sinistra: spettri di assorbimento; a destra: spettri differenziali.

500


0,6 0,5 et

~ tt-

o

1 =o R 2= 1x106R

0,4

è::r tVi

0,3

w o

0,2

z

POLIMERO DI GELATINA SCISSA

0,1 o 250

300

350 :>..

(m }.l)

Fig. 7· - Spettri di assorbimento di soluzioni di polimcro di gelatina scissa, prima c dopo irradiazione.

in aminoacidi simile alla media, dipende dal fatto che la gclati_na (Fruton e Simmonds, 196.3) non contiene affatto triptofano, poca fenilalanina (2,2%) e pochissima tirosina (0,3%), aminoacidi responsabili dell'assorbimento di luce a lunghezze d'onda superiori a 250 m!-l nelle normali soluzioni di proteine. CoNCENTMZIONE 01 GLucosw.

Per quanto riguarda le variazioni quantitative del glucosio nelle soluzioni irradiate, è stata rilevata una diminuzio.ne proporzionale all'esposizione en tro i limiti dei livelli impiegati (Fig. 8). Con il livello massimo, 2 X 106 R. il glucosio subisce una diminuzione pari al 7% dell'originale. EFFETII A DIST:\NZA.

Alcuni rilievi effettuati sul pH e sulla acidità totale di soluzioni glucosate, a diversi intervalli di tempo dall'esposizione: subito dopo, 3•, 9•, 18" giorno, hanno dimostrato che le modificazioni rilevate subito dopo l'irradiazione presentano un ulteriore incremento fino al 9" giorno dall'esposizione (Fig. 9). Il decremento risulta modico per il pH.


45 2 •~ 100 ~

c: o N

:::::J

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a:: o (/) o

95

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u ::::> _J

o

0,5

1

2

1,5

R ·106 Fig. 8. - Andamento della concentrazione del glucosio in soluzione al 5% in fu nzione dell'esposizione.

-

10

1660·1o3R 10

8

8

o 6

6

~ ~

:1

e •____--

103 · 1o3R 25 · 1o3R

2

o

o

72

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a.

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2

1000

2000

1000 R · 1o3

2000

4 2

c

o 72

216 ORE

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72 ore dopo o 216 ore dopo ò 432 ore dopo

\J

5 25 · 1o3R 103 · 1o3R 415 · 1o3R 1660 · 1o3R

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o

432

-

5

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415 ·1o3R

o

Fig. 9· - Effetti a distanza delle radiazioni sul pH t; sull'acidità totale delle soluzioni di glucosio. A sinistra : in funzione del tempo. A destra: in funz ione della dose.


453 C00:SIDERAZIONI CO. CLUSIVE.

L'irradiazione di prodotti di impiego trasfusionalc provoca la comparsa di modìficazioni dei caratteri fisici e chimici delle soluzioni, a grado talora estremo. Le modificazioni rilevate hanno dimostrato una buona correlazione con i livelli d'irradiazione c con il tempo trascorso dall'esposizione. J valori di densità c di indice ref rattometrico non mostrano modificazioni rilevabili; particolare significato rive~tono invece le variazioni della viscosità c dell'acidità delle soluzioni. Le determinazioni, infine, della quantità

8 pH

6

4

2

Fig.

- Variazioni potenziometriche di ~oluzioni di glucosio irradiate a diverso pH iniziale.

10.

di glucosio residua dopo irradiazione, pur presentando variazioni di una certa entità, in funzione dei livelli dì esposizione, non sembrano sostanziali in senso assoluto. Nel complesso, sembra che le variazioni dell'acidità e della viscosità rilevate dopo irradiazione, possano avere un ruolo di una certa im portanza pratica ai fini tra<;fusionali. Le modificazioni del pH di soluzioni trasfusionali contenenti glucosio raggiungono, dopo esposizione, valori di riduzione talora incompatibili con la trasfondibilità del prodotto. Osservazioni preliminari, inoltre, sembrano dimostrare che, con l'aumentare del livello di esposizione, il pH iniziale non influenza, in maniera evidente, l'entità di caduta delle curve in soluzioni di glucosio irr::tdiate fino a 2 x IO~ R (Fìg . IO). D'altra parte, l'aumento di acidità di soluzioni di glucosio irradiate è stato attribuito a formazion e


454 di sostanze tossiche a carattere acido, come l'acido formico, ovvero a carattere non necessariamente acido. ma non meglio identificate (Stcward c Coll., 1967). Le variazioni del pH c dell'acidità aumentano fino al 9o giorno dal termine dell'esposizione. La comparsa del picco di :lSSorbimcnto a 260-265 m!J. è stata attribuita almeno in parte alla formazione di D-gliceraldeide, con successiva isomcrizzazione a diidrossiacetone; la trasformazione è favorita dall'alcalinizzazione delle soluzioni (Khe.nokh, 1957; Phillips e Coli., 1958). La possibilità che ogni molecola di glucosio distrutta possa aver dato origine a due molecole di diidrossiacetone, può essere ammessa teoricamente con una distruzione del 7% di glucosio, in base ai valori di densità ottica delle soluzioni dopo alcalinizznione e con un coefficiente di estin7ione molare del diirlrossiacetone (Mac Kinney c Temmer, 1948), p:ui a 17,8 cm M-' a 265 m;J.. L'aspetto del picco di assorbimento, tuttavia, non è esattamente quello del diidrossiacctonc (Mac Kinncy c T emmer, 1948), per cui, in accordo con i dati della letteratura (Phillips e Coli., 1958; Steward e Coli., 1967) bisogna concludere che altri prodotti dell'irradiazione contribuiscono all'assorbimento a 260-265 m;J.. Il comportamento delle soluzioni di destrano, polimero del glucosio. è in linea generale simile a quello delle soluzioni di glucosio : abbassamento del pH, aumento dell'acidità totale, formazione di prodotti che assorbono nell'ultraviolctlo a 260 m!J.. L'entità dell'effetto sul pH e sull'acidità totale, tuttavia, risulta meno elevata. Nella gelatina scissa e nel PVP è caratteristico invece l'aumento progressivo dei valori di viscosità in funzione dell'esposizione fino alla comparsa di una massiva gelificazione dei prodolli con intervalli dell'irradiazione rispettivamente compresi tra 2-3 e 3-4 x 106 R. Il fenomeno potrebbe assumere importanza in particolari condizioni nelle quali alcuni criteri differenziali per l'impiego di sostituti del plasma, sono stati indicati (Bruz?:ese e Coli.. 1965).

RIASSUKTO. E ' stato studiato l'effetto di 1lte dosi di rad iazioni gnmm1 su a!cune proprit:tà fisiche e chimiche di prodotti di mo trasfu~ionale. Un importante aumento dell'acidità è \tato rile,·ato nelle soluzioni di glucosio e di destrano; l'a umuno della ,·iscos•tà ì: ~tato <•~'crv:no nelle solu;.ioni di gebtina scissa c di PVP, che hanno presentato effetti di m:hsi,·a )!clificazionc con dosi ri spettivam~n te comprese tr:J 2-3 e 3-4 x 106 R. Gli spettri ù i :morhimcnto dei prodotti in csJmc risultano alterati dopo irrad iazione. Alcune consiclernioni su i rapporti tra modi(icnioni osservate e possibilità di impiego dci prodotti, sono anche riportate.


455 SUMMARY. The cffecl of large irradiation dosages on ~ome physic;~l and chemical properrics of various tran~fusion fluids has becn studicd. An important acidiry increase in glucose and dextran solutions and a viscosity increasc in PVP and hydroly7.cd gelatin solutions, that gelificd at 2-3 and 3 4 x 106 R dosages, h~•~ been obscrvcd. Absorption spectra of the substanccs ,,·ere ch:~nged after irradiation. Some considerations on observed modifications and relatiomhip to thcrapeutic possibi1ities are reported.

RÉSUM(:. On a étudié l'effet de doses éle\ées de radiations gamma sur quelqucs propnérés physiques cL chimiqucs dc produits cmployés pour la transfusion. Une remarquable augmemation de J':Jcidité a été ohscrvé dam !es solutiom de glucosc el de dextrane; une augmcntation de la viscosité a été reman1uéc dans les solurions cle gé'atine hydrolisée et cle PVP, qui om présenté cles cffets de gélification massi,·e a\'Cc doses de 2-3 et 3-4 x 106 R. Le spectrcs d'absorption cles produits examincés resultcnt modifiés après l'irrad iarion. On a amsi rapporté ctuelqucs consideration s sur le~ rapports cntrc Ics modificatiom obscr\'écs et !es poss1bilités d'cmploi des produib. Gli AA. ringrazwno t! Tecmco Rttdiologo Sergente Maggiore C. Cogita per l'aHirtenzcl pres!(tfrt.

Bll3LIOGIUPIA ".Lf.XA:-JIIFR

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CENTRO STUDI E RICERCHEì DELLA SAN ITA' MILITAR E Direume: Col. Mcd. J)ou. C. M usrLLl REPARTO DI RAOIOBIOLOGIA Capo Repano: Mag-g. Mcd. Don. E. BRt.tZZL~'

ATTIVITÀ FARMACOLOGICA DELL'IDROCORTISONE EMISUCCINATO DOPO IRRADIAZIONE Prof. Dott. C. Biagini * Magg. Mcd. Dott. E. Bruzzcse Cap. Mcd. Dott. G. Greco S. Tcn. Mcd. Dott. C. Romanini S. Tcn. Mcd. Dott. F. Bossa

PREMESSA.

Recenti acquisizioni dimostrano l'utilità dell'idrocortisonc nella terapia di stati fisiopatologici acuti. Il compo~lo. fisiologicamente predominante nella secrezione surrenalica, è scarsamente solubile in acqua; l'esterificazione sotto forma di cmisuccinalo sonico ne aumenta notevolmente l'idrosolubilità. Nelle nostre ricerche abbiamo impiegato un prodotto commerciale di idrocortisone emisuccinato allo stato liofilo, irradiandolo sotto tale forma ed in soluzione (Bruzzese e Coli., 1967). MATERIALI E METODI. CARA1TERI <;TICHF DEL COMPOSTO.

Ciascuna fiJI a del prodotto liofilizzato contiene: 133,70 mg di idrocortisonc emisuccin:tto sodico, pari a 100 mg di idrocortisone; 20 mg di fosfato bisodico, 12 H~O; 2,060 mg di fosfato rnonosodico, l H 20 e rng 0,040 d1 sodioctilmercuritiosalicilato. L'annessa fiala di solvente contiene 2 rnl di soluzione fisiologica (<< Flebocort id >> , R ichter). lltRADTAZIO:>:E.

L'irradiazione è stJla eseguita ponendo le fiak del composto nella cavità centrale di un irradiatorc a raggi gamma di Co«J (Gammabeam 650 A.E.C.L.). • Dircnorc tlcll'brituto di Radiologia dell'Università di Sassari.


457 Sono stati impiegati livelli di espostzwne compresi nell'intervallo tra 8 e 40x10' R, con intensità di esposizione intorno a 10.300 R/ min. ANTMALI Dl LABORATORIO.

Tutte le prove sono state eseguile su ratti Wistar masc hi del nostro allevamento, mantenuti in identiche condizioni di stabulazionc e di dieta. Per ciascun «test » sono stati impiegaLi 8 lotti di animali dei quali uno trattato con idrocortisone emisuccinato non irradiato c sci per ciascuno dei tre livelli di esposizione impiegati per l'irradiazione dell'idrocortisone allo stato liofilo c in forma saluta; l'ultimo lotto (controlli) è stato trattato con uguale volume di soluzione fisiologica. V ALUTI\ZIO~E DELL ATTIVTTÀ Fi\Rl\1ACOLOGJCA. 1

Lo studio dell'attività farmacologica ·del prodoLto è stato condotto valutando l'effetto :111tiflogistico, l'azione sul tessuto linfatico c l'effetto mineralo-attivo. A) Attività antiflogistica.

Le ind:tgini sulratti\'ità antiflogistica sono state effettuate sia sulla com-

ponente edematoso-congcstizia che sulla componente granulo-proliferativa del processo infiammatorio. Com ponente edematoso-congestizia. Lo studio è stato condotto utilizzando la prova dell'edema subplantarc nel ratto albino (Parrat e West, 1957; Stucki e Thompson, 1958; Wintcr c Coli., 1962, Garattini e Coli., 1964) e impiegando quale agente flogogcno il dcstrano (Parrat e West, 1958; Northover c Subramanian, 1962). Sono stati impiegati 48 ratti (6 per lotto) del peso medio di 280-L 20 g mantenuti a digiuno nelle 24 ore precedenti l'esperimento. Due ore prima della somministrazione dell'agente flogogeno. a tutti gli animali è stata praticata una iniezione <::ndopcriloncalc di acqua distillata (2 mi/ Kg), allo scopo di garantire la massima idratazione tessutale. TI deHrano è stato iniettato alla concentrazione dello 0.6% in soluzione fisiologica cd alla dose di 0,1 mi per animale; a distanza tli un'ora è stato somm inistrato, per via endoperiton calc, l'idrocortisonc (5 mg/ Kg). Immediatamente dopo l'iniezione di destrano ed a distanza di tre ore, si è proceduto alla misurazione del volume dell'estremità distale dell'arto (fino all'interlinea dell'articolazione tibiotarsica). impiegando un misuratore differcn7.iale di volumi mod. Basile, a potenziomerro pletismometrico. Il volume dell'edema svilupparosi è stato ottenuto per differenza tra i volum i misurati nelle due successive determinazioni.


Componente granulo-proliferativa. E' stata adottata per tale ricerca la prova del granuloma da corpo estraneo (Maier e Coli., 1950; Dorfrnan ,

1962). Sono stati impiegati 32 ratti (4 per lotto) del peso medio di 100..L 15 g. Negli animali, surrencctomizzati il giorno precedente l'esperimento, sono stati impiantati nel tessuto sottocutaneo del dorso, bilateralmente, due << pellets » di cotone idrofobo previamente sterilizzati. Gli animali sono stati quindi tenuti a dieta integrata da un maggior apporto salino e sono stati sottoposti, lo stesso giorno dell'impianto dei « Collon-pellets » e per i due giorni successivi, a trattamento per via sottocutanea con idrocortisone, pra· ticando due iniezioni giornaliere di 10 mg/ Kg (l mi/ratto). Il yuarto giorno gli animali sono stati sacrificati con colpo alla nuca. Si è proceduto, quindi, all'asportazione del granuloma formato intorno ai « pellets » cd alla determinazione del peso dopo essiccamento in stufa a W C fino a peso costante. Il peso del granuloma formatosi è: stato ottenuto per differenza tra il peso del granuloma asportato e quello iniziale del a cotton pcllet ll .

B) A zione involutiua sul tessuto linfatico. L'azione sul tessuto linfatico è stata studiata determinando l'effetto di involuzione timica (Stephenson, 1954). Sono stati impiegati 64 ratti (8 per lotto) del peso di 35 ± 5 g, surrenectornizzati e posti a dieta arricchita di elettroliti. Il trattamento f:trmacologico era iniziato il giorno successivo alla surrenectomia c continuato per i due giorni successivi, iniettando per via sottocutanea 5 mg/Kg di idrocortisone al dì. Al termine del terzo giorno gli animali sono stati sacrificati con colpo alla nuca e si è proceduto al pn:licvo del timo che è stato pesato a fresco dopo accurata escissione dci tessuti. C) Effetto mineralo..attit,o.

Per questa prova è stata seguita la tecnica di Chart e Coll . (19'56). modificata. da Tommasini (1966). Sono stati impiegati 96 ratti del peso di 135.112 g. l 12 animali di ciascun lotto sono stati tenuti in tre gabbie metaboliche. Quattro giorni prima dell'inizio della prova, gli animali sono stati surrenectomizzati e, nelle 12 ore precedenti l'esperimento, sono stati tenuti a digiuno e senza liquidi. TI prodotto in esame è stato somministrato alla dose eli 5 mg/Kg (l ml / Kg). Dopo un'ora si è somministrata soluzione fisiologica per sondaggio gastrico in ragione di 3 ml / 100 g di peso corporeo e quindi, ogm due ore, l mi di soluzione fisiologica per animale. Allo scadere della sesta ora dalla prima somministrazione di soluzione fisiologica si è proceduto alla raccolta delle urine per ciascuna gabbia metabolica contenente 4 ratli. Dopo la misura del volume è stata eseguita la


459 determinazione del sodio e del potassio con spctlrofotometro a fiamma. Il volume urinario e la quantità dei due elettroliti sono stati espressi rispettivamente in ml e in meq per cento grammi di peso corporeo. V ALUTA.ZIONE STATISTICA DEI DATI.

La valutazione statistica dei risultati è stata condotta impiegando il metodo dell'analisi della varianza. Disponendo di una variazione tra gruppi con sette gradi di libertà, è stato possibile effettuare un ugual numero di confronti indipendenti tra i trattamenti. RISULT.\TI. EDEl\IA SUBPL,L'\TARE DA DESTR.-\:-.lO.

l risultati ottenuti sono riassunti nella Tabella l. I volumi medi dell'edema per ciascun gruppo sperimentale sono riportati in valore assoluto (mi TABJ:.Ll.A

EDEM i\

SUBPL.\NTARE DA

OESTR.'\:-.lO.

V.'\.LORl

MEDI

DEL

VOLUME

l.

DELL'EDEMA

JN RATTI TMTTATI CON SOLUZIONE fiSIOLOGICA (cONTROLLI) E CON !OROCORTISONE EMIS UCCIK\TO (l.E.) KO~ IRRAOIATO ED IRRADIATO ALLO STATO LIOfiLO ED JN SOLUZIONE. (VA LORI ASSOLUTI IN

mi X l00 E V.\LORI PERCENTU \LI RISPF.TTO

ALLA MEOIA DEI CONTROLLI).

l

l

Tr.mamento

SoluLionc

f1~iologica

-J

LE. non irradiato l. E. irradiato:

lioftlizzaro (8 x ro~ R) liolìlizzato (r6 x ro5 R)

l l

Ednn.l da dc~tr.mo \'olumi

(mlx JO<l)

\"nlumi

0

D.S .

)1,66

2.')0

q .83

± +

1,6o

4~.66

+

13·76

l

2,09

-!).46

± 6,64

2,_36

4r.o6

t

-1 1·37

M

i +

2,40

~ol uto (8 x J05

14,20

t

2,32

44·85

i '·42 26,to .t 0·74

00,32

(16 x 105 R)

~oluro (p x

w' R)

1.1-•. = ldrom rtiwnc emisuccinJto.

f),OO

19,r0

± 100

q. IO

~oluto

D.S.

±

liofìlizzato (32 x 10~ R) R)

ri'P· ai comrolli

M

82,43

5·0'5

7·48

7·59 l

7·34

±

4·52 2,38


x 100) e in per cento del valore medio dei controlli (gruppo trattato con soluzione fisiologica). I dati dimostrano che l'esposizione alle radiazioni non modifica l'attività dell'idrocortisone per livelli di esposizione inferiori a lxlef R; per livelli superiori, la capacità dell'idrocortisone di inibire la formazione dell'edema non appare ridotta se il farmaco è irradiato in forma liofilizzata, mentre la riduz:one è evidente se il farmaco è irradiato in soluzione. Se si riportano i volumi dell'edema in funzione dei livelli di irradiazione, si evidenzia, per l'idrocortisone irradiato in soluzione, un rapporto « dose-effetto » con esposizioni superiori a 8xlo-s R (Fig. 1).

Il)

...lo:l:

0.40

l DROCORTISONE E.S. EDEMA DA DESTRANO

e 0.30 ~

ex:

~w 0.20

g

w 0.10

;

...J

o

>

o

o

1000

2000

3000

4000

R·103 Fig. 1. - Edema subplantarc da Jc~trano. \'olumc ddl'edema (ml) in ratti trattati con idroconisonc non irradiato c irradiato allo stato liofì lo cd in solu7 ionc, in funzione dei li\ dii di c~posi7ionc CM+ DS).

L'analisi statistica della varianza dimostra che la differenza delle medie

è altamente significativa per tutti i confronti individuali eseguiti ad eccez:one del confronto tra i trattamenti effettuati con idrocortisone irradiato. allo stato liofilo. con diversi livelli di esposizione (Tabella Il). GRA.!'iULOMA DA coRPO ESTRA!'."EO

(« Corroi'-PELLETs »).

N ella Tabella III vengono riportati , per ciascun lotto, i pesi mcdi dei granulomi in valori assoluti (m g) ed in per cento del valore medio dci controlli.


TABELLA

fl.

EoniA SUBPL:\NTARE DA DESTRA:o-:0. RIS ULTATI DELL'ANALISI DELLA VARIANZA.

l'attori di variabilità

Devianza

G.L.

Variann

F

-- LE.

vs Soluzione fisiologica I.E. non ur. vs T. R.

LE. 1rr. soluto vs Idrocorrisone arr. liotìlo LE. irr. soluto (entro livelli): termine lineare tcrm in e q uadratico

LE. irr. liotìlo (entro livelli): termine lineare

1,08

1,08

<r

te rmine quadratico

o,86

o,86

< T

Tranamcmi

2.II _),•P

Residuo Totalr.:

n•: p < 0 100).

I.E. - ldrocorti">nc tm"u'Cindto.

47


T ABEL LA m. GRt\NULOM,,

vA coRPo ESTRANEO ( <( CoTTO N PELLETs »). VALORI MEDI DEL

GRANULOMA IN RA"ITI TRATTATI CON SOLUZIO!'ffi FISIOLOGI CA (coNTROLLI) E CO!\ IDROCORTISOI"E EMISUCCI:-IATO

(l.E.) KON IRRADIATO E IRRADIATO, ALLO STATO

LlOFlLO ED IN SOLUZIONE. (VALORI ASSOLUTI IN

mg E

VALORI

PERCENTUA LI

RISPETTO ALLA ~DIA DEI CONTROLLI).

Granulom3 da corpo estraneo ( « Cotto n Pcllcts •) Trattamento

Soluzione fisiologica LE. non irradiaro

Peso M

(mg)

-,-

±

o.s.

± t34,00 ±

8,46

210,00

6,48

l

-

--

Peso % rìsp. controlli M ± D.S.

100 63,80

± 3·09

l. E. irradiato:

liofilizzato (8 x ro> R)

1

liofìlizzato (16 x ro> R)

35·25 141 ,50

± 13,40 ± 10>37

liofìlizzaro (32 x ro5 R)

x69,oo

±

6,48

± 6>38 67.37 ± 4·99 80,47 ± 3,08

soluro (8 x ro~ R)

149·50 148,25

± ± 202,50 ±

8,]4

71,18

4·35

7°·59

3·7°

~,42

soluto (r6x 10~ R) soluto (32 x ros R)

64·40

J..

4·04 ± 2,0] ± 1,76

..:..

I.E. = ldrocorti~onr cmìsucctnato.

L'irradiazione inattiva il prodotto esposto sia in forma solubile che liofilizzata. L'entità dell'inibizione è maggiore se il prodotto è esposto in soluzione; l'effetto ha andamento proporzionale con l'esposizione (Fig. 2). T risultati dell'analisi statistica evidenziano differenze delle medie altamente significative per tutti i confronti effettuati (Tnbella l f').

JNVOL UZIOl'iF. TIMI CA.

I pesi mcdi del timo ottenuti per ciascun lotto di trattamento sono riportati (Tabella f') in valori assoluti (mg), in mg/ 100 gramm i di peso corporeo cd in per cento rispctlo al valore medio dei controlli. L'esame dci dati dimostra che l'irradiazione riduce l'attività di involu zionc timica svolta dal farmaco. L'entità della riduzione aumenta con l'aumentare dei livelli di esposizione c per livelli superiori a 8x l0~ R circa risulta maggiore se il prodotto è irradia to in soluzione (Fig. 3).

l r

l


250r-----------------------------ID ROCORTISONE E. S.: o ~ GRANULOMA DA CORPO ESTRANEO IL CONTROLLO ~

Vl

S 200~--~~~(~S~O~L~·~F~I~S~IO~L~.)~~~~~~ u

w

IRRADIATO

Vl

o

Vl

~ 150 01

E

IRRADIATO LIOFILIZZATO

C(

L

o

...J

100

::>

z

C(

a:: <!)

50

o

1000

2000

3000

4000

R · 10 3 Fig. 2.- Granuloma da corpo estraneo(« Omon Pellets ))). Valori del granuloma (mg) in ratti trarrati con idrocortisone non irradiaw c irradiato allo stato lioftlo ed in soluzione, in funzione dei livelli di esposizione (M± DS).

Vi 160 o

+4 l~

l DROCORTISONE E.S.: l NVOLUZION E DEL TIMO

8 120F-~~~~--~~~"'~~~~--~~ Vl

w a::

~

o

Vl

80

w

a.

40 IRRADIATO LIOflLIZZATO

o L------L------~----~------~ 4000 3000 2000 1000 o R-103 Fig. 3· - Involuzionc timica. Pesi del timo (mg) in ratti trattati con idroconisonc non irradiato cd irradiato allo stato liofilo e in soluzione, in funzione dei livelli di esposizione (M ± DS).


T ABEI. LA IV. GRANULOMA DEL coru•o ESTRANEO ( « CoTTON PELLETS >> ).

RI S"GLTATI DELL'ANALISI DELLA VARIANZA.

Fauori cli variabili t l

Ocvianza

G.L.

V:orianza

-- --

F

- --

ldrocorrisone

vs

10.g62,00

10.5)62,00

15s,,su•

1.920,38

1.920,J!l

27·74....

1.~.17

x.<)&>, lj

28,6t"•

termine lineare

s.6x8,oo

5.618,oo

81,17·'*·

termine quadratico

2.053·50

2.053·50

29,6i'-

termine lineare

2.2,8.13

2.2j8,•3

32,91 ...

termine quaclratico

301,04

30!,04

4·~5·

Trattamenti

2). I 13,22

7

3·587,6o

Residuo

1.661,25

24

&p t

Totale

26·774>47

.)' l

Soluzione fisiologica

Tdrocorri so ne non tre.

vs Idrocorrisone lrf. Iclroconisone

lCC.

soluto

VS

Idroconisone

lff.

lio filo

Idrocortisone tre. saluto (entro livelli}:

l

Idroconisone ur. liofìlo (entro livelli):

<p< U.05. P< o,oo;.

' : U,Ul

l.l: .

l drocoru~unc

Clni~uccJnatn ,


TABI!l.t..A \t

lNVOL,UZIONE TIMICA. PESI MEni Del. TIMO JK RATTI TRA'nATI CON SOL.lJZIONE FISIOLOGICA ( comROLLI) E CON ll>ROCORTlSO;-.;E EMISUCCINATO (l. E.) NO:-: l RRA-

DIATO ED IRRADIATO, ALLO STATO UOFII O ED I:-1' SOLuZIO:-;"E. (VAT.ORI ASSOtuTI IN

mg,

VALORI

IN

mg j JOQ

g

DI

PESO

CORPOREO

E

VALORI

PERCENTUALI

RISPETTO ,\LLA MEDIA DEI CO.:-.ITROLLT ).

Pt''" dd 11111u Tr.HI.lmcnto

J>~oluu

V,1lon

l m~)

Pno corporeo 11'1-t' lOO .~

±

% dc t controlli .\ t ± o.s

M

D.S.

Soluzione fì'>iologica

107,87 -

26,2)

~57-P + sR,I

100

I. E. non irradiato

20,87 l. 4-lS2

l)(,,:p ± 18,4

2),82 ± 7,16

.\1

D.S.

LE. irradiato: liofìlizzato ( 1 x 10~ R)

~7-ìS

...t 8.)_)

88,q ± 17,1)

H·'8 ± 6,cj)

liofìlizzaro (2 x 106 R)

36,87 + 1 3·73

ç)(i,]i\ ± 42,8

37·54 ± 16,73

liofilizzaro (4 x ro6 R)

46·75 + 2.)8

99.59 + 6,')

)8,69 ± 0,71

)<),00 i

4>48

94-·U - 14,12

36.62

\Oluto (2 x wli R) .

54·5° l. 16,o8

126. l 5 ± 29-25

49,02 ± rJ .j6

soluLo (4 x 106 R) .

70,)0 + 2,67

148,6) ± '-J.24

57>73 ± Y57

soluro ( 1 x 106 R) .

l. E.

l

= 5·'52

Idrowrusonc crniSUCCI OJln .

L'analisi stattsttca è slata condotla sui valori espressi per cen to grammi di peso corporeo :1llo scopo di ridurre la variabilità legata al diverso peso corporeo degli animali. I risultati dimo.~trano la significatività statistica delle differenze tra gli effetti dei diversi tratLamenLi, ad eccezione di quelli con dolli con idrocorlisone irradiato allo staw liofilo (Tabella VI). IO. - c. \[.y[.


466 TAIII:.llA \'l lNVOl.UZ! ONE TJMICA. RI SlJLT.-\Tl DF.LL 'ANALI SI L> ELLA VAR IANZA .

Fltlon di

variabilità

l

____:e,•i.llm

G.l..

V.1rlanza

Jdrocortison.:

vs

1M.94H5

166.943-4'i

18Q.3X-•

t2-H4·•o

12-.H4·• n

14,00*...

Y·5('i .<JlJ

<J-s0.w

1o,!l5•••

L748,g2

1_3,_)2•'~~·*

Soluzione fisiologica ld rocor11 ~o11e non trr_ n

l d roeo n i w m: 1rr. Idrocortiwnc

lff.

'>oluto

\'S

ltl rocort iso ne irr. liofilo ldrocortisone 1rr. .,oluto (c n tro l ivelli): te rmine lineare termine quadratico

11.748,92

l

114·05

114,05

<•

te rmine lineare

'j2).j8

525·78

<•

te rmine quadrarico

45·'5 1

45·51

<•

ldrocortisone IIT, liofi.lo (entro lh·elli):

....

Trattamcnri

201.2119,80

7

2R.755·68

Residuo

49·~6s,6•

s6

881,52

T otale

2)0.65'5-41

6~

P < o,oos-


ESCREZIONE URlNAR I.<\ DI ACQUA E Dl ELETTROLITI.

I valori medi ottenuti, in cia~cun lotto, per il volume d'urina c l'escrezione urinaria di elettroliti nelle sei ore di essen azione vengono riportati rispettivamente in meg pt.:r 100 g eli pcso corporeo e<l in per cento del valore medio dei controlli (Tabella VII). I risultati dimostrano che l'attività

..• '..3 ~

~

ESCI'IUIOIIE IMINARIA

IOROCORTI SO N E E. S. :

.l

2.40

l

2.00

l

..

\.20

o

!000

2000 R·lol

3000

IRRADIATO

LIOf"ILIZZATO

4000

....

0,40

l

(),.)6

1.22

0,32

1.11

8 (),28

1.1 4

o

l RRADCATO IN SOLUZ IONE

L'\ ' ~ J CONTROLLO ( $0-F'ISIOl )

f..... l60 l

0

1.26

ELIM"*'ZIONE 111

ELIMINAZIO~IE

Il

.!:

l..

8

l...

.

.....

17

E

0.24

o

l, IO

1000

2000

3000

o

4000

1000

2000

4000

R ·1ol

Fig. 4· - Escrcztonc unnaria di acqua e di elettroliti. Volume uri nario (ml j 10o g pc~n corporco/ 6 ore) cd escrezione di sodio c di potas~io (mcq f roo g peso corporco/ 6 ore) in ratti trartari con idroconisonc non irradiato ed irradiato allo ~lato liofilo cd in soluzione, in funzione dei livelli di esposiziont ( ~ ± DS).

mineralo-attiva dell'idrocortiwnc si riduct: dopo irradiaziont:. L'andamento delle curve dei valori in funzione dei livelli di esposizione, dimostra (Fig. 4) che l'altività farmacologica si riduce in maniera confrontabile per le due form e, liofilizzata c sol uta, di idrocortisone irradiato. L'analisi statistica ha dimostrato che la differenza ddlc medie è altamente significativa per tutti i confronti, ad cccc7.Ìone dc.:ll'cscrezionc di elettroliti tra idrocortisone liofilo e idrocortisone soluto (Tabella VIli).


TAllELLA

VIL

ESCREZIONE URINARl:\ DJ ACQUA ED ELE"ITROLITI. VALORI 'MEDI DEL VOLUME URINARJO E DELLA QUANTIT.~ ESCRETA DI 0:a E m

K IN RATTI TRATTATI CON SOLUZIONE FISIOLOGICA E CON IDROCORTISONE EMISUCCINATO (I.E.) NON lRRADJATO ED IRRADIATO, ALLO STATO LIOF!LO E 1'-1" SOLUZIONE. ( VALORI IN mJ E meq j 100 g DI PESO CORPOREO E VALORI PERCE-..;Tt;o\l.l RISPF.TIO ALLA ME !)I A DEI CONTROLLI). \'ulume

l

Traua mento

mlftoo g pe<o corporeo. 6 l1 M + D.S.

l'

IJrlll~no

.

.

mcq /too p. fJ<:'" corporeo l> h M ± D.S.

n'pettu (Omrolh

= D.S. - - -_ 1 - - M

Soluzione fis iologica

2, 13 ± o,og8

100

T.E. non irradi.'1to

1.77 ± o .o~6

!!),09 ± I.~

E'crc~ione K

E-creztonl" :-Ja

--

--

0,378 :!"' 0,0001

l 0,317 ± 0,00 14

l

% ri<pt'tto controllì 1-.f ± D.S.

mct}ltOO g pc'>O corporeo 6 h

M

--

, 0

100

1,186 l 0,0007

!!3,86 + 4·25

1.223 + o,oo 16

ri,pctto controlli ~l

± D.S.

D.S.

i

roo 103, 11 ± 1,30 l

l. E. irradiato: 84, 12 t

l,fis

1,213 :t 0,0001

l

102,27 ± 0,22

0,342 ± 0,0001

IJ0•47 i

'·72

T,201

l

TOI,26 ± o,81

<)2,0 1 :: 0,97

tJ,36o ± 0,000 1

95,23 L 1.59

1,191 + 0,0001

100,42 j: 0,46

1,84 ± o,ro4

86,3H ± 4>90

0,32) ± o,ooor

85,44 l 1,59

1,212 + o,oow

102,1l) ± 1,05

l,y6 ± 0,026

92,01 ± 1,24

0>349 ± 0,0007

<)2.32 - 2,16

l T.lgtl 0,000! +

100,~4

O,j66 ± 0,000 1

1)6,82 + l,l y

l, r8s

i 0,0007

99·91 ± 0,30

r,83 ± 0,035

!!5 ,9 1 ± 1,65

liofìlizzato (2 x 10'' R)

•.s5 ± o,o41

H6,8s ± 1,90

liofìlizzato (4 x 1d' R)

1,')6 ± 0,02 1

saluto ( 1 x 106 R) \Oiuto (2 x 10~ R) soluto (4 x 106 R)

I.E . =

- - -- --

0,318 :: O,OOO'J

liotìlizzato ( 1 x w" R)

'

ld ro.:orti~onr

2,o6 ± 0,046

y6,7 1 ± 2,15

l

l

j_ 0,0007

<:mistJCCIOJl<J.

~

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CON SI DER,\ZIO:-J l CONCLUSIVE.

L'esposizione a dosi elevate di radi:t'l,Ìoni g:tmm:t di Co") dell'idrocorti· sone emisuccinato, in soluzione ed allo stato liofilo, provoca una riduzionè dell'attivit:t farmacologica del prodotto, nkvata mediante impiego di prove fat·m acologichc.

IOROCORTISONE E.S IARACJATO U)f'IUZZATO

IRRADI ATO IN SOLUZIO NE

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IO &O 40 ~

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Fig. 5· · Attività farmaco logica residua Jcll'idroconisonc cmisuccinalO irradiato allo stmo liotilo cd in \Oiuzionc, in fun;~ione dci li \'elli di e\po~i;wm: . \ 'alori in per ccnw di allt\'ità ddl'idroconi,one non irradiato.

Nell a Fig. 5, l'attività farmacologica residua dopo irradiazione è espressa per i diversi « tests » in per cento di quella dell'idrocortisonc non irradi:lto ed in funzione dell'esposizione. 11 confronto delle curve dimostra che l'entità della risposta biologica varia somministrando il prodotto irradiato in soluzione o liofilizzato. Inoltre, per il prodotto irradiato allo stato liofilo o


47° EscREZIONE URINARJA m ACQUA E

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EU. IIROLJT[,

\'ulumt· urin.1riu

FJttori di 'Jri.tbihtà llevianl'..t

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Soluzione tìsiologira

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l. E. irradiato ~oluto (e ntro livelli) termine li lll'JI'l'

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••• : p < 0.00). I.E. = I.Jrncnrtivmt· t nli"u,·nn.Hn.

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.pr TABE LLA

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TATI l>ELL ANAUSJ l>eLLA VARIANZA.

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47 2 in soluzione, il grado di riduzione dell'attività biologica dci diversi « tests ,, , varia in maniera diversa in funzione dell'intervallo dell'esposizione. Se si confrontano i risultati dell'analisi statistica condotta per tutte lt prove effettuate (Tabella IX). si può osservare in particolare che: - le differenze di attività, rilevate tra idrocortisone irradiato allo stato liofilo cd in soluzione. risultano altamente significative, tranne per i fenomeni relativi all'effetto mineralo-attivo; IOROCO RTISONE E.S.

13,37y/ ml

0,4

1 =Non irradiato 0,3

2 =Irradiato l iofilizzato : 4·106R (l natt ivazione = 1,2%)

0,2

3 =Irradiato in ~oluzione: 4·t06 R (Inattivazione= 8,7 %)

q

250

300

A (mJJ) f-ig. 6. - Esame spcttrofotomcu-ico ncll'ulu-avioletto di idroconisone non trradi:no ed irradiato con 4 x 1d' R. In basso, a dcsu-a, è rappresentato il gruppo cromoforo degli anelli A- R della molecola.

- le differenze rilevate nei singoli « tests » ai diversi livelli di esposizione sono altamente significative se l 'idrocortisonc è irradiato in soluzione; sono significative solo per l'effetto sul granuloma da corpo estraneo c sull'escrezione urinaria di sali, se l'idrocortisone è irradiato allo stato liofilo. I risultati dell'analisi statistica confermano la diversa entità della risposta farmacologica in rapporto allo stato fisico del prodotto c in funzione dei livelli di esposizione. Tale comportamento può essere attr·ibuito a differenti fattori relativi alla sensibilità del metodo, al terreno biologico, alb quantità di sostanza somministrata. E' verosimile tuttavia che, almeno in parte, la diversa entità di risposta ai tests impiegati, possa essere messa in relazione con modifica-

J


TABELI.A

IX.

COKFRONTO DI RISULTATI DELL 'ANALI SI DELLA VARIANZA DELLE PROVE VARMACOLOGICHE EFFEITUATE. VALORI nr F E STGN rFrcAnvrrÀ STATISTICA.

--

rattori di v.triabtlit.)

Anti essudniva (edema da demano)

Antiproliferativa (granuloma da corpo e~tr.•neo)

\tli\•Ìtà

-

tc"uto l Sullinfatico

~l1neralo ·attiva

(aovolu~aonc

------

('·olume urinario)

(escrezione

del timo)

N~)

(e <erezione K)

t89,Jl!*...

40·44....

16o,oo•••

14,00......

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16,25•••

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1.6,oo•·•

ldroconisone

vs

309·33*"*

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Soluzione fisiologica fùrocortisone non irradiato

vs

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94,06...

28,o1""

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4,00

1.40

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8I,I7"U 29,6;*"

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112,00···

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1,24

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32,9I*U 4·35*

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112,00···

ldroconisonc irradiato [drocortisone irr. soluto

vs

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Idrocortisone irr. liofilo Jdrocortisone irr. soluco (entro dosi): termine lineare termine quadratico l clroconisone i rr. lio!i lo (entro dosi) : termine lineare termine quaùracico · : o.<H < P < o,o;. ... , p< o,oo,.

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4,oo"•

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474 zioni di caratteri fisici c chimici, indotte nel prodotto dall'irradiazione. Alcuni risultati di ricerche preliminari da noi effettuate sembrano favorevoli a questa ipotesi. Rilievi spettrofotomctrici nell'ultravioletto, effettuati sull'idrocortisonc emisuccinato irradiato con 4.000.000 di R, allo stato liofilo o in soluzione, hanno dimostrato (Fig. 6) che l'entità della distruzione del gruppo cromo-

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COL.EST -2-oE

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COlESTANO

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bo.:mpi ui localitzazionc dcll'dfetto dcll'irradiaziom gruppi della molecola di compo\ti ~teroidei.

~u

dctcminatt

foro degli anelli A-B della molecola (chetone alfa-beta insaturo), al quale è attribuito un effetto corticostcroidco generico, è maggiore se il farmaco è irradiato in soluzione (8,7%). Studi di chimica delle radiazioni condotti su composti a struttura steroidea irradiati in condizioni diverse (l:ig. 7) hanno dimostrato che è spesso rossibik localizzare l'effetto del l'irradiazione su determ inati punti della molecola (Knudson, 1927; Shdow c Loofbourow, 1931; Kellcr e Wcis~, 1951; Coleby e Coli., 19'54; Allison e Coli., 1955; Scholes c W ciss, 1959).


-175 Sono stati inoltre (Fig. 8) determinati i rapporti tra alcuni gruppi chimici delle molecole cortico-steroidee ad effetto (armacodinamico (Conn e Coll., 1951; Goldfien e Coli., 1955; Mogg e Coli. 1955; Bernstcin e Coll.. 1956; Spers e Coli., 1956; Arth e Coli., 1958; Dulin e Coli., 1960; Boland, 1961). E' quindi po~sihile che la v:niabil it~ della ri~posta biologica osservata

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EFTETTO CORTICOSURRENALICO

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EFFETTO ANTI-INFIAMMATORIO

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IV

l EFFETTO ANTI-INFIAMMATORIO ( >) RITENZIONE Na -{4 )

ililllY EFFETTO ANTI-INFIAMMATORIO(>) TI RITENZIONE Na ( >) N RITENZIONE Na (<)

Fig. H. Rapporti tra effcui corti~osurren:.tlici e ~rruttura chimica di composti steroidci. P<.:r cia-,cun effetto, il riquadro tr:mc.:ggiato indica i gruppi farmacoln gicamcnt<" attivi della molecola.

dopo somministra7.Ìone di idrocortisonc i rrad.iato allo stato liofilo o in c;oluzionc possa attribuirsi alla particolare radiosensibilità di determinati gruppi chimici c che la liofilizzazione protegga determinati gruppi attivi della molecola. L'osservazione sembra di particolare interesse per l'an:tlisi dell'attività farmacologica di sostanze mediante impiego di radiazioni. RlASSUNTO. Sono riportati i rimltati dt analisi farmacologiche cffenuate su un prodotto commerciale di idrocortisone emisurnnato sodico Irradiato, nella forma liofila ed in \olu7.ione, con alte dosi d i r:~ggi gamma di Co-60.


L'entità della risposta biologie:~ di d1vcr!>i c test , impicgau, per la stima dell':lltivit., fondamenrale del composto, è risultata diversa in rapporto allo ~lato fisico del prodotti irradiato cd in fun7ione Jci li,dli di espo~.zione. Dau sperimcnt:~li ed osservaòom della letteratura rendono vcrosimJic l'ipc>tesi che la variabilità ckUa risposta biologi,;~ possa attribuirsi alla partico~are radio~ensihilità di determinati ~ruppi chimici atti' 1 protetti da l processo di liofi lizzazione.

SU"1MARY. Results of pharmacological ana 'yse~ ca rri ed out o n a commerciai produci of ,odium hydrocortiwnc cmisuccinate lyophilizcd nnd soluted at high exposurc levcb of Co·611 gamma radiarions are rcportcd. Hiological an~wcr to the diffen:nt tc~t~ uscd, to e\aluatc. compound funù:1mcntal acti\ity, is unlikc with refcrcnce tu irradiatecl product phys:cal state :~nel to cxposure lcvch. On the ground of expcrimcntal and litcr:~turc data it l ' likely tbc hypothesis th:n answcr variabili!)' can be attributed 10 particular raJ Jo•emJ bility of cc.:rtain chemical act i\'e group~ protcctcd by lyophilization pmcc~\.

Rl~<;uMf: .

On a rapporté b résultats des analpn pharmacologique~ ctft:ctuc.n sur un produil commerciai d'hydrocortisonc.: émisucciné de sodium irradié, lyophilizé et cn solution. :, do-es éle,·ées de r;~diation gamma de Co-60. L'entité dc la répon~e biologique nux différenls « Lcsts » cmployés pour évaluer l''lctivité fondamentale du prcparé c~t rc~ultéc différ<'nte par rappon ;Ì l'ét:n physiqu·. du produit irradié ct cn fonction des niveaux d'cxposition. l)'après Ics donnécs cxpéri mentales CL celles de la littér:Hurc on suppose que la variabilité dc la répon'<.: biolog qu< pui~sc erre attribuée à la particulièrc radioscn~ibilité de certaim groupcments chimique~ actifs protcgés par le procédé dc lyophil i z:~tion.

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CONCLUSIONI

Col. Mcd. Dott. C. Musilli: " Analisi degli effetti di closi elevate di radi:l'l.loni gamma ~~~ alime nti c ~ u farmaci. Considerazioni riassuntive \) .



CfSTRO STL:DI F RICERCHI- I>ELL\ ~.\:"IT \ ' Mli.ITARI' D~reuore:

C.ol. .\ ktl . I>ott. C.

~h <Ili l

ANALISI DEGLI EFFETTI DI DOSI ELEVATE DI RADIAZIONI GAMMA SU ALIMENTI E SU FARMACI. CONSIDERAZIONI RIASSUNTIVE Col. Med. Dott. C. Musilli

PREMESSA.

Nella prcscnr~ nota sono esposte delle considerazioni di carattere generale su alcuni aspetti di intere~se s:mi lario degli effetti delle alte dosi di radiazioni (Mu~illi. 1967 c). Gli aspetti esaminati fanno riferimento ai risultati sperimentali delle ricerche svolte nei Laboratori del Centro Studi e Ricerche della Sanità \1ilitare c si riferiscono agli effetti biologici osservati in piccoli mammiferi di laboratorio alimentati << ad libitum >> con una dieta « standard >> irradiata con alte dosi di raggi gamma di Cobalto-60, ed agli effetti indotli su alimen ti carnei c su alcuni farmaci da dosi eìcvate di radiazioni !!amma. ESAi\ll-. DEI RIS U LTATI "PERI.\tE'-.;1.\LI.

Dall'esame dci risullati sperimenta li riporlaLi dai diversi A ulori, s1 possono trarre alcune concl usioni. In particolare: - La sommini!>trazionc di alimenti irradiati con livelli di e~p osi­ zionc.: intorno a 6.000.000 di R di raggi gamma. prc>Lratta per due anni. provoca nel topo una riduzione dell'accrescimento cd una diminuzione della fertilità, espressa dalla riduzione del numero dei figli e dall'allungamento del tempo medio di accoppiamento. (Biagini c Col i. 1967 h; Mafki e Coli., 1%7); 1 - Gli effetti più importanti delle radiazioni gamma sugli alimenti carnei conser\'ati comistono in modificazioni dei caratteri organolettici. Esse compaiono con do~i superiori a 200.000 R. ed aumentano progressivamente con il crescere dci valori della esposizione fino a 3.000.000 di R. Tali effetti provocano significative limitazioni alk possibilità di util izzazione dei prodotti e riducono l'importanza e l'eventuale signifi cato biologico delle modi-


ficazioni osservate sul grado di saturazione degli acidi grassi e sul tenore in aminoacidi essenziali determinati con metodo microbiologico. (Corbi e Cicero, 1967; Curatola e Zaio, 1967); 3° - L'irradiazione di prodotti d'impiego terapeutico, eseguita con dosi variabili da 30.000 R a 5.000.000 di R, ha avuto conseguenze assai diverse a seconda dci prodotti considerati e del loro stato fisico. Gli effetti consistono in una inattivazione di varia entità, in alcuni casi chiaramente proporzionale ai valori dell'esposizione. (Farina c Coll., 1967 a, b; Biagini c Coll., 1967 a, c). CoNslDERAZ!Ol't. Alcuni aspetti particolari dei problemi affrontati meritano ulteriori commenti (Musilli, 1967 a, b). Gli esperimenti eseguiti hanno avuto principalmente lo scopo di determinare la possibilità di utilizzazione dei prodotti irradiati. Tuttavia, per particolari situazioni, può essere necessario risolvere ulteriori quesiti come guello di stabilire se il prodotto sia stato esposto alle radiazioni e correlare effetti di carattere chimico e fisico con la dose assorbita. Con ·esposizioni devate, gli effetti in genere sono di facile rilievo ed assumono aspetti caratteristici. Così, ad esempio, -la variazione del colore osservata in alcun i prodotti (gelatina scissa, PVP) o in contenitori eli vetro può permetterei di concludere che il prodotto è stato esposto alle radiazioni e può darci un utile indirizzo sull'intervallo di esposizione (Fig. /). Anche la perdita compleLa del le qualità di un prodotto è sufficiente ad indicare l'intervallo dell'esposizione c ad escludere dall'impiego i prodotti irradiati. Come è il ca ~o della gelatina scissa c del PVP dopo irradiazione con 3 c 4.000.000 di R. , rispettivamente (Fig. 2). Ma vi sono intervalli dell'esposizione in cui, con i comuni metodi di laboratorio, non si rileva alcun effetto di danno ovvero si osservano solo lievi modificazioni dei caratteri del prodotto. Si tratta in genere di esposizioni ai livelli più bassi, ma tal volta anche ai livelli più elevati, ad esempio fino a 3.000.000 di R. Condizioni di emergenza e di ridotte disponibilità del prodotto possono giustificare l'impiego in questi casi. In altre situazioni, in particolare per gli alimenti irradiati, la soluzione del problema presenta aspetti complessi Nel caso della carne bovina conservata, ad esempio, irradiata entro limiti di esposizioni tali da non comprometterne l'appetibilità (200.000 R). le qualità del prodotto risultano modificate malgrado forse non dannose per somministrazioni di breve durata. In molti Paesi l'impiego parziale di alimenti irradiati ha dato risultati favorevoli e prove cliniche e di labora-


NON IRRAOATO

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Fif!. 1. :-,[odi fie n; 1oni dd colon: d l'l VtL ro d i rontcnirori con di vcr~i li 1 t 11 i d i npo~i; IOIK alle radia;ioni g:1mma d i Co-(Hl (H II \. 1:'-11 c Coll. , 1<167 a).

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Fi){. 2 . - \'ari:l7.101li tkllo \t;Jto ti,ico di prodotti tra,tusionali c>pmti agli dktt l ddk rad ia;.ioni gamma di Co 6o (Bl\GJ:-< 1 L" Coli.. Jq(>i a).



torio effettuate in giovani volontari con diete anche totalmente irradiate. non hanno dimostrato effetti di danno dopo sornministrazioni limitate nel tem po (15 giorni). Il problema, se esiste un limite per una dieta costituita esclusivamente da cibi irradiati, verosimilmente non è dissimile da quello di una alimentazione costituita esclusivamente da cibi conservati. Allo stato attuale delle nostre conoscenze, solo gli esperimenti con animali di laboratorio possono venirci in aiuto per risolvere almeno in parte il quesito. Le nostre ricerche hanno dimostrato che l'alimentazione protratta con una dieta irradiata provoca effetti indesiderati in successive generazioni di topi, ma l'entità degli effetti osservati non si accentua nelle successive generazioni. Jell'alimentazione umana queste condizioni estreme di utilizzazione prolungata di alimenti irradiati non sembrano ripelibili. Tultavia il verificarsi di determinati effetti nell'animale da esperimento potrebbe estendere gli stessi guesiti alla patologia umana, comportando la necessità di ulteriori approfondimenti. Infine un cenno particolare meritano i risultati delle ricerche effettuate sui prodotti d'impiego terapeutico. L'impostazione degli esperimenti aveva esclusivamente carattere applicativo, tendendo solo a determinare livelli di dose Ji radiazioni capaci di provocare l'inattivazione. Nel progresso d i l]Uesti stucii sono comparsi invece alcuni dati di particolare interesse, in base ai quali è possibile correlare la diminuzione dell'attività farmacologica con gli effetti delle radiazioni a livello di determinate strutture della molecola.

CoNcLUSTO:-<I.

Quanto siamo andati esponendo è una parte di un più ampio programma di ricerche sperimentali tutlora in corso presso il Centro Studi e Ricerche della Sanità Militare. I risultati degli esperimenti tuttavia dimostrano già che vi sono aspetti e quesiti, determinati dall'esposi7,ione di materiali ad alti livelli di dose di radiazione, che meritano di essere studiati ed approfonditi non solo ai fini dottrinali, ma anche c soprattutto ai fini sanitari ed economico-finanziari .

RIASSU\!TO. Dopo aver esposto i risultati Ji ricerche ~pcrimentali, effelluate pres<o il C.S.R.S.M., sugli effetti biologici tl i una Jieta irr<ldi:tt:l e ,u)lc modificaziuni di propr:età in alimenti c:~rnci e in f:.trm:~ci, l'Autore esamit1:l alcuni a~pctti che i prohlcmi affrontati pongono su un piano più generale d'ordine sperimentale c pratico.

Il. - G.YD1.


SUYl\-f:\ RY. H aving cxposed tbe rcsults of cxpcrimcntals resea rcbcs, carricd out nt C.S.R.S.M .. on biologicnl cffects of an irradiated diet and on meat and drugs propcrtics changr,. rhc A. considers some a'pccts proposed b~ experimentals rcsults on n more gener:tl ground.

Rf..S U M f·:.

L' Autcur après avoir expo~ Ics ré\ulra rs dc rcchcrchcs cxpérimc:nralcs, cffecruc:c:' auprés du C.S.R.S .~ ., sur Ics cffccts biologiqucs d'une dit-te irradiéc et 'ur b modlfi cations de~ propriétés de la viande et dcs méd icamenh, cxarnine Ics :hpccts posés par Ics résultab cxpérimentaux sur un pian plus géné ra l.

BIBLIOC; R.\FI:\ C., RRUZZESE E., GR r·.co G., Bo~M F.. B oNARhi.LI Rn1.1 F. : Grorn. ,\,/ ed. Afri. n. 4, 123. 1967a. RL\GINI C., BRL'ZZESE E., (,Hco G., Buo,UIIA M.: Gtorn ..\fed ..\f1l., n. 4, 27, 1967 b. RI,\GI:--1 C., BRL' ZZESE E., (;RFco G .. Ro\1 "'"' C., lloss\ F.: Giorn ,\led ..\fil., n. 4 136, 1967 c. CoR111 D., C.cr.Ro L. : Giorn. Med. Mi/., n. -1, 59, 1967. Ct ' RATOLA (;., ZAw A.: Ciorn. Med. Mi/., n. 4, 77. 1967. FARIM A., t\RCANGELJ A., RrciiiCIII G.: Grorn. M ed ..\/ti .. 11. 4. 107. 1967 a. rARINA A., t\RC.\l\G.Ell :\., Bt 'O"fRBA ~1.: Giorn . .\fed. \Iii .. n. 4, 91, 1967 a. )\f.uFEI G., M\ZZALI R., Dr S.\'>CTIS C.: Gtotn ..\led. ,\[//.. n. 4. 49, 1967. M L SILLI C.: « Comunica7.ionc all'Accademia Medica dr Roma, Sedut:l Ordinana (L· l 7 luglio l %7 » :~ . MHSILLI C.: Dlaita, 3, 32, 1967 b. ~fnrLLI C.: Ctom . .\led. \fil.. n. 4. 13. 1967 c. SC.-\RPA G.: Gtorn ..\led. ,\/t! .. n. 4, 15. 196i B rACIN I


NOTIZ IAR IO

NECROLOGI SOTTOTENEN TE MEDICO DI COMPLEMENTO IN SERVIZIO DI PRIMA NOMINA DOTT. CARLO MANGIAROTTI Il 29 settembre u.s., si è immolata, a ~oli 26 anni, vinima di una sciagura aerea, la giovane vita del Sorcorenenle :vfedico di Complemento, Dorr. Carlo Mangiarotti. Nato a Bastida tic' Dossi in prO\·incia eli Pavia, il 2 settembre 1941, il ;vtangiarotti, dopo la laurea, per soddisfare ai suoi obblighi militari, aveva (reguentato il 40" Corso

Allievi Ufficiali Medici di Complemento presso la Scuola di Sanità Militare di Firenze. Promosso ufficiale ai primi dello scorso giugno, era stato assegnato al IV Repano Elicotteri, nell'ambito della Regione Militare ]\.;ord-Est. Il mattino del 29 settembre. poco prima di mezzogiorno. un elicottero si era levato in volo, dall'aeroporto di S. Giacomo di Holzano, per una missione di soccorso ad un alpino rimasto seriamente ferito ~u un nevaio della Marmolada; con i due ufficiali pi-


loti, partecipava alla mrsswnc anch~: il Soltott:ncnrc i\fangiaroui, che. ndla -,u:J quali r:, di medico, :~vrebbe ponato all'infortunato i primi ~occorsi n~:cessari. Dopo pochi mr nuti di volo, l'diconero perse impronisamcme quota andando a schiantani :1 pochi metri da terra contro il pilone: di una linea :JÙ alta tensione: i tre ufticiali rimasero folgorati al momento della colli~ionc con i cavi eleurici ed i loro corpi, anolti dali< IÌ:Jmme, bruciarono miseramente. Tutto si ~,·olse cosl rapidamuue che gli aiuti. giuntr qua~i immediatam~:nre sul luogo del disasu·o, nulla porettero fare. Il Sonorenente ~fangiaroui non era numo a mi~sioni del gcncre. Quale mt·dico ùd repano elicoueri, nd giugno u.~. - era ~tato Ja po::hr giorni promos~ uftì.ciale cd na appena giunto al n :parro - aveva inf:mi partt:ciparo alle oprra7ioni di wccorso :1i feriti di Cima \':~lione, scamp:1ndo miracnlos:~rn~:nre alla monc. Tuni ricord:1no l'efferato attcmato in Alto Adige, nel quale rro,·arono la mortt· un capitano dt·i carabinini, tll tcnenre ed url serg('llle dci p:!racadutisti: il Mangiarottì, che si trovan. a pochi metri dt distanza dalla mina che fece le tre vìnimc, prestò soccorso al ~otruHicialc dei paracadu tì.,ti Marcdlo Fagnanì, ~ahandogli la 'ita. J>~:r il suo nobik comportamento in quella circostanza, il Capo di Stato :\faggiore Gli a' t'\'a tributato, in un ordine del giorno al l'Esercito, un encomio ~olenn~: la cui moti\ azione ci piace qui riporrar(': " Ufficiale \!cdi co in ~ervi.do di r nomina pre\..o il l\' Reparto Elicotteri, scam paro miracolosamente ad un efferato :lttentato in ,\ho Adige, interveniva nelk opcrationi dì ~occorso ai colpiti prodigando~i al limite dclk possibilit?! con dt:licati irncrven!i chirurgici effettuati anche con mezzi di forLuna. in condizioni di e~trema insicurea.l pt:r il tern.no circosrame non ancora completamente sminatn, dìmo~trando alta perizta, padronanz:l di ~è c cnnsape\·olc ~emn del down.: mil11:1re c di medico, nonchè notcmlc: coraggio c sprezzo dd periwlo. " Con le sue cun: templ'sti\·e e condone senza indugio. malgrado il complc~so deci~a­ ,amcn.tc sfavore\·ok della situazione, riusciva :1 mantenere in vira dur militarr orribil mente feriti. • ~fagnitìco esempio di abnegat.iom:, di capacìr:r professionale c di \emo civile <: mrlìrarc. ,, Cima \':~lione (Alto Comelico), 25 giugno 1967 "· Un tragico destino sembra segnart: la vita e la morte di tjUl'~to gio\'ane ufficiale mc dico. Scampato, qu:.t~i per miracolo, alle mi11c di Cima \'allonc, Egli doveva trovare Jinc immatura nd rogo di un aereo. a soli pochi mt.si di distant:a. ,\mbcdue le ,·oltt. la morte lo ha atteso, in~idìma e, la seconda, implacabile, al \arco obbligato della ~tra cb del dovere, che Egli, in ambt.·due le circostan;cc.:, imhoccò generosamente e selli'a c!>itare, con quella ~erenità che Gli \·eni\·a dalla profonda coscienza della sua mi"ione di medico e di soldato. Dinarwì :!Ila Sua memoria, non c'è chi non sento, con la tragicit21 del suo destino, !:1 più profonda compassione per questa gio\·anc vita che ha saputo immolarsi al ser vit.io di una così nobile causa. ~la, alla pietà, si as~ia in noi altrettanto profonda am mìrazione pcr que~lo giovane medico, per questo giov:we uffìcialc, che ha ~apurn mantenere fede all'ideale nobilì~~ìmo che informa la professione del medico facendone un::r mi,~ione, che la \ ìta ha soputo don::rre " (ratr ìbu~ ut \'itam snvares •. nello spirito dì quel genero-.o camaari~mo che dà smtanza morak· l' signiticaw umano all'c:~pressionc: " compagno d'arme )>. Con il .s uo sacritìcio. Egli. appena nato alla vita militare, lascia a noi tultÌ un esempio che non può e non devc e~sere dìmcnrìcaLO: un esempio che, ìnnc~tando~ì alle no Mrc vecchil· trad izioni, rifu lge fra d i esse qua le gemrna preziosissima, specie pt:rcht: ci viene da un giovane, anzi da un giovanis:.imo, cresciuto in un'epoca di~incantata e per molti cinica quale l':muale. Cib non può non t·s~crci dr grande conforto, in quanto pro' a


49 1 in maniera concreta quanto e come, ancor oggi c nono\lantt tutto, ~ia \·alido il prin~ cipio c \'igoroso il \Cn~o della ~olidaricr:t um.ma tra gli uomim: tanro valido da meri rare finanche il supremo ~acrificio. I"oi l1Jtti, gli ufficiali medic i di un Corpo glorioso per lt: ~u<: tradizioni di onore t di sacrificio, ci inch iniamo re\·e rcnti dinam i alle ~pogl ic m:moriatc di Carlo Mangiarotti. Sul ciglio dci più anziani tra noi, 'puma una lacrima che ì: Ji rimpianto, ma anche di riconoscenza per questa giovane \ i1a il cui olocau,ro a tanto ideale rafforza la no)tra fiducia nelle gio\'ani generazioni: ,t·gno che non Yin.:mmo, nè operammo invano. f. FERRAJOI .I

T EN. GENERALE MEDICO (AUS.)

PROF. DOTT. ANTON IO CAMPANA Il 14 luglio •if>?. \i ì: .\ pento in Roma. dopo lunga. c\lt nuantc malartia ~oppona. ,l con stoica ~erenità, il Tcncnte Gcnt:ralc r-.kJ~eo (aus.) Prof. Dou. Antonio Campana. Nato in Abruzzo, a Palena. il 3 marzo rR()R, a soli HJ :tnni [u chiamaw alle armi nell'aprile del I<Jl7, prendcntlo pane. da ~old:tLo, caporale c scrgt•nt<• di Sanità, con l'Ospedale da Campo 64, alle operazioni di guerra ,uJ fronte italo au\lriaco. Aspirante Ufficiale

Med ico nel luglio tld H) I IJ, venne promchM>. dopo la laurea con~cguita brillanrcmcntc nel H)2 r presso I'Un ivt:rsit:ì di Napoli, Sotrotcncntc Med ico Ji complemento: in 1a lc vcste, prc~tò servizio prc\~O gli Ospedali Militari di Catanzaro c <h Kapoli, lìnchè, dopo il corso di applicazione frcquenraro pre~M> la Scuola di Sanità Militare di rircnze, non venne promosso Tenente ~ledico in servizio permanente c dc,rinato quale dirigente il servizio sanitario al 5')" Reggimento ranrt:ria. ·d 1924, trasfaitosi in Colonia, lo troviamo all'Ospedale ~1ilirare di Tripoli e ~ucccssivameme, dopo la promozione a Capitano Metlico giuntagli nel r92fi, ad H oms qua le J irt:trore d i qudl' lnft:rmcria Presidiaria. Rimpatriato nel HJ2ll, dopo un hrl·vc 1wriodo trascorso :.l l'O~pcdale JVIilitan: di Roma, venne nel l t)21) nominato inscgnan1c aggiunto d i Med icina Legale prc~~o la


Scuola di Sanità .Militare. I':d '9.P· nominato a~si~tt:IHe militare presso la Clinica 1\t u ropsichiatrica deli'Univer~ità di Bologna, vi compie il prc!.Critto biennio, al termine del qualt: assume la direzione del Rcpano '!':t'urologico di queli'O,pedalc Militare, dire zione che mantenne fino al luglio del a;4o, !>alvo l'imerrutionc di pochi me~i. nel HJ)<J trascorsi in Spagna con l'Ospcdale da Campo 04)· Promo~so nel frattempo maggiore medico, all'inizio dclla scconda guerra mondiale lo lro\·iamo comandante di una St ziom: di Sanità in zona d'opera;oone sul frontc occidenrale l' quindi, nel 1941, in Afric~a Settentrionale all'Chpedalc Militare di Tripol i e. ~ucce!>!>ivamente, direttore deii'O'~ll c.lale ~!ilitarc Principessa di Paemonte , . Promos~ Tent:nte Colonnello nel luglio dd 1y42, vcnne nominato Capo Uflicio ui Sanit:a ddla Divi,ione rantcria «Emilia " che opcra,·a in Croazia. Rientrato in Patria per ragioni c.li ~alute ed im·iato in licenza da -::om·all'\Cenza, all'armistizio riu,cì a pa'>sare le linee c, prc~cntato~i a Bari a quella l )J r.:zionc di Sanitiì, venne nominato dircnorc del l'Ospedale ~1ilitarl' c.li Hisccglic. !'\cl maggio del 1945· al termine c.ldlc o-.tilità. a'!.cgnaiO alla Direzione (;eneralc.: d1 Sanità Militare, gli venne affidalo l'incarico di Redattore Capo del nostro Giorn:Jl<. incarico che tenn<.: inintcrrottamcnre per 15 anni, lino al suo passaggio in au!>iliaria. pur :l'soln:ndo comcmporancamenre in tale lungo pcnoùo ad altre importanti mansiona. Promo~so C:olonncllo Mt·dico nel 1949, fu n·latore al Collegio Medico Legale per la specialità ncuropsichiatrica, fino al dicembre 1y53; nominato din·ttore di ~anità del Co mando Militare T erritoriale di Roma, tale irnportantc incarico Egli mamcnne fìno alla Sua promozione a Yfaggior Generale Medico, giuntagli nrl dicembre dd 195H. Da Ufficiale Gem:rale, as~olse mamioni ispetti\e pres~o il ~finistero. fino a che. colpito dai limiti di età nel 1961, non passò alla Commis~ionc Medica Supcriorc prcs~o il .\1inistcro dd Te ~ro. Promo~\0 Tenente Generale ~1cdico il J' luglio 1964, la~cib dcfiniti,amcntc il 'n vizio pochi giorni prima della morte, il r" luglio di quest'anno. Per la prima w-1erra mondiale, Gli erano statc riconosciute le du<.: campagne dd 1917 c del H)18: per la seconda, ben cinque campagne, dal 1941 al '945· Tre croci al merito testimoniano del Suo lodevole comportamento in guerra c la medaglia mauri7iana. concc~sagli nel 1~0, di ben cinquanta anni c.li onorevole carricr:1 militare. l)i Antonio C:~mpana, medico c ncurop,ichiaara, ricorderemo sempre la profond.1 preparazione scientifica. maturata attraverso lo studio metodico c l'osservaz ione clinica, obbicuiva c scrupolosa. A vcva conseguita nd 1939 la spcciali:aazionc c, nel 1940, la libera docenza in Clinica delle ~!alattie ~ervose c Mentali. [)iagnmta preciso e dal felice intuito clinico, cond izionato perè> da un vigile spirito di autocritica semt->re imperante in Lui, fu tcrapista prudente ed oculato, che La ~ua difficile spccialit•' esercitò sempre con prudenza e delicatezza estreme, paterno ed amorevole consigliere dci suoi pazienti chc sempre seguiva con cura meticolosa. Autore di studi pregevoli, che videro la luce sulle più importami riviste di neurologia c di psichiatria, fu frequentatore, sempre a~sai apprczzaro, di numcrosi congressi, nnionali cd internazionali, in Italia cd all'eslCro, nell'ambito sia della ~pecialità che <.Iella Mcdicina .\[ilitare in genere. Oocent<.: universitario, la doc<.:nza esercitò nobilmcntc, attraverso cor~i di lezioni :~s~ai apprezzate da colleghi ed allievi . .\la, di Anronio Campana, ci piace di ricordare in parricolar modo il Ja,oro e l'o pera svolti quale redattore capo del " Giornale d i Medicina Mi litare "• in quell'ampio arco di tempo, di hen quindici anni. chc va dal luglio del r945, quando Egli ne assunse la redazione, al marzo del 1g6o: data )Otto la quak. la redazione Egli passò a mani eh<.:, se tanto meno esperte delle sue, pure così devot::lmente tanta credit;\ raccolsero. Doveva toccare ad Antonio Campana, in quel lontano luglio drl 1945 alla fine della seconda gucrra mondiale, il grave onere, c con esso l'onore, di ridare vita c voce al nosu·o periodico, il più vecchio fra tutte le ri,·iste mediche italiane, che, al 91" anno di vira e di ininterrotta atù-


493 vità, 1'8 settembre del 1943, aveva improvvisamente taciuto, mantenendo il dignitoso SIlenzio per tu tta la durata dell'occupazione straniera. E tutti ricordiamo l'onesto e chiaro articolo redazionale, " Heri dicebamus l>, con il quale il giornale iniziò questa sua seconda vira, e, con essa, l'aspro cammino che Egl i in quell'articolo nitidamente e coraggiosamente gli segnò: « ... all'inizio di una delicata c faticosa convalescenza, nel momen to in cui l' Italia si accinge ad una colossale opera di ricostruzione, avvertiamo il disagio dell'inevitabile rallentamenro, se non. dell'arresto, impo~to dalla guerra in tanti campi dell'attività civile e in quella degli ~tudi in particolare. In Italia soprattutro, in questi ultimi due anni, il determinarsi di una situazione tragicamente ansiosa, con l'incubo di u n domani soffocato dai lurri e dalle distruzioni, ha quasi sospeso ogni movimento eu lturale, ha sbandato insegnanti cd allievi con immediata ripercussione nd settore della produz ione scientifica. ~1a, da tale situazione, sentiamo di dover trarre non ulteriore scoraggiamento, sebbene ~timolo a riguadagnare il perduto: aggiornarci desideriamo, risalire a livello di quei periodici che hanno potuto, fortunammente, continuare in alcuni Paesi a divulgare, vagliandole criticandole selezionandole, le più recenti acqu isizioni nel campo medico J> . A questo programma, da Lui stesso tracciato, Egli rimase tenacemente fedele e. ne sia lode a Lui, tanto programma fel icemente c faticosammte real izzò. TI Giornale Egli considerava come una sua creatura, che paternamente curava con intelligenza d'amore, che gelosamente difendeva da contaminanti inrromissioni: la penna agile ed elegante faceva di Lui, con la cultura e l'acuzie critica, un vibrante commentatore, uno snello recensore. Parlare d i Campana, uomo. è cosa per chi scri,·e non facile, chè troppo lo commuove il suo ricordo per l'affetto profondo che a Lui lo legava e che Egli generosamente gli ricambiava. Intelligenza socrile, cultura umanistica spiccata, mentalità decisamente aperra scevra da qualunque prevenzione, sensibilità vibrante, larga umana comprensione, generoso amore per il suo prossimo, spiritualità pronta a donare, ne facevano. con il garbo c la signorilità dei modi, una personalità avvincente che più la si praticava, più affascinava: una silenziosa modestia, insieme ad una sottile arguzie che Egli faceva di tutto per contenere e che, nonostante ciò, talora sprizzava lampeggiante e crepitante, completavano il quadro. La vita gli scorreva intorno e rutto Egl i guardava, fatti c persone, con occhio sereno. con un certo distacco, al ieno da giudizi negativi, sempre pronto, in realtà, a capire ed a giustificare l'altrui operato; per contro, sempre severo con se stesso nei giudizi sul proprio lavoro, ~i imponeva una linea che fu sempre di estrema correttezza nella sostanza e nella forma, nel rispetto più assoluto dell'altrui personalità. T alchè, non c'era persona che lo conoscesse c che non l'amasse. A termine di questo breve ricordo eli Antonio Campana - su questo Giornale che fu il « Suo» Giornale e per i lettori verso i q uali Egli nutrì sempre il più grande rispetto e la più sentita considerazione - sentiamo la tristezza, come d i un nuovo, e quesra volta definitivo, distacco. Col tempo, purtroppo, anche il ricordo delle persone più care è destinato a sfiorire e ad appassire nei wori di quelli che restano. chè la vita tutti ci sospinge in un'eterna, fatale rivalsa sulla morte. Questa dura verità, che la retorica cerca di far dimemicare, è presente in noi, che perciò sentiamo sottile c struggente la malinconia, nel ripetere da queste pagine al dolce Amico scomparso, l'accorato, mesto saluto che già gli demmo in un pomeriggio di luglio, sfolgorante di sole, dinanzi alla cappella del Celio. Il regno dei C ieli Lo accolga, nella sua immensa, eterna pace. Lo accompagna, sommessa, la preghiera di guanti Lo amarono.

F. F ERRAJOLI


494 TENENTE GENERALE MEDICO PROF. GIROLAMO LION TI I n agosro decedeva a Pakrmo, ove cra naw nel 1871, il Pro f. Girolamo Liomi, Tenente Generale Medico, che per molti anni. in pace c in guerra. aveva dato grande lustro al nostro Corpo. Laun:aw~i nel luglio 1895, tre anni dopo entrava nella famiglia della Sanità ~!ili ­ rare col grado di Tencnre, completava la propria specializzazione in chirurgia quak Assi~tcnte militare pn:sso la Clinica Chirurgica del l'Università di Palermo c, a partire dai 1908, cspletaY:l le mansioni di Capon:parto Chirurgia nell'Ospedale Militare di questa Me~sa città. Allo scoppio della guerra italo-turca sbarcava in Lib1a guadagnanJo,i una medagli.1 di bronzo al V ..t-.1. c dirigendo poi, per un bi<.·nnio. il Rc.:parto Chirurgia dell'<hpedalc Militare di Tripoli. Nel 1913 rientrava all'(hpedale ~1ilitan: tli Pakrmo; quindi pren<.b·a parte alla guerra 1915 18, rimanendo anche fcrito in combattimento. ~d luglio 1920 fu collocato. a domanda. in pmizionc ausiliaria, dopo aYer diretto I'Ospcdalc :'vfilitan.: di Gorizia. L'anno segucntc oneneva la libera docenza in Patologia chirurgica t ' - poco dopo a~sumeva la direzione dell'Ospedale Coloniak di BLnga,i. O\C wolgeva anche la propria op<.·ra di Chirurgo primario. Chi scrive queste bre\·i note ebbe la fortuna di conoscere il Prof. Lionti nd 1924. guando, alla testa di quel l'Ospedale, si prodigava quotidianamcntc per la salute di quanri miiitari e <'ivili, italiani c indigeni - ricorrevano alle sue cure. Spirito gio\·anilmcntc audace, appassionato dell'Africa c dci ~uoi problemi, ricco di comprcn,ionc umanitaria che ~p<:,~o celava dietro un'arguzia sottile; sagace mente organizzatrice; grande capacità tecnica ed opcro\a insrancabilità: queste furono le doti precipue del l'rof. Lionti. che gli valsero anche la nomina a Podestà di lkngasi, sua sc<'oncla Patria O\'e rimase a lottare e a prodigarsi per tuni sino alla fine. Poi - amareggiaLO per il crollo di tanti sogni rit' ntra\·a nella sua Sicilia, ritirandosi a \·ita pri\·ata e qui,·i, circondato dall'arTcuo dei quattro lìgli, ~i spegneva alla vener:.llld:.~ ct!ì ùi 9(l anni. Il Ciomale dz McdJci11a Militare ricorda questa clw:t iigura di chirurgo, di combattente di uomo, eia poco scomparsa. additandola guale e~empio di insigne nohiltà.

CARLO RIZZO

Dn·c·!lore rcsponmbile: Ten. Gcn. Mcd. Proi. F. lADt.VAIA Redauorc capo: ~lagg. Gen. ~led. Prof. f. fERR\JOI.I TII'OCRA~IA REGIONALE • ROMA,

196i

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SETTEMBRE· OTTOBRE J9é7

ANNO lJ7• - FASC. 5

GIORNALE DI

MEDICINA MILITARE PUBBLICAZIONE BIMESTR.ALE A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DJ SA.NITA.' MILITARE

DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE MINISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO - ROMA


GIORNALE

DI

MEDICINA

MIN ISTERO DELLA DIFESA- ESERCITO -

MILITAR E R0~1A

SO MM ARIO

~f\'<U~Z.\

P.: Considerazioni su alcune forme di disadattamemo nel serviZIO militare .

495

Mus1LLI C .. Sroun A. : Trauamento ddle tendinopatie degencrativè da >ovraccarico funzionale negli sportivi (tc:ndinosi da sport)

50i

MAHRORILLI A., A VITIO P.: Angioma muscolare dell'avambraccio. Considera zioni anatomo-cliniche a proposito di un caso .

514

BASILE R.: Problemi cd orientamenti attuali sul trapianto di organi e di tessuti

526

CAZZATO ,\.: Aspetti clinico->tatisùci dell'infortunisùca stradale della ~cuola di artiglieria (decennio 1957-I966) .

534

PALMA G., BRUSADELLI S., ARCANGELI A.: 1 scgnapassi artificiali nei blocchi atrioventricolari in rianimazione cardio<ircolatoria

548

Ptzzun G.: 11 beneficio della dispensa dal servizio militare di leva per inabilità Jel padre dell'iscritto di leva all'attività lavorativa .

555

~fACGIOtn.Lu E.:

;6o

Le siringhe per iniezioni. l controlli più imporranti .

I~Cl\AtrO P.,

BoARI A.: Separazione c determinazione Jci mono -di- e trigliceridi nei grassi emubionati per eluizionc frazionata su colonna di gel di silice

5&7

RASSEGNA DELL. J STAMPA MEDICA: Recensioni da riviste e giornali Sommari di riviste medico-militari

NOTIZIARIO: Conferenze Congressi Notizie militari

59 1


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SETTEMBRI:i.·OTTOBRE. 1967

ANNO 117 • FIISC. 5

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICA T O A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MILITARE

ISTIT UTO DJ MEDICI:-.:A I. Ec;,\LF E DELLE .\SSICURAZI0:--.:1 ( 'd\'ERSITA' f) I HOLOG:--1 \

CONS I DERAZiONI SU ALCUNE FORME DI DISADATTAMENTO N EL SERVIZIO MILITARE* Prof. Paolo Manunza, direttore

Il termine " disadattamento ., va inte~o ccn duplice significato c indica non solo la mancanza originaria dci requisiti utili per l'attività in campo mi litare, ma anche la cessazione di quelle attitudini che potevano qualificarsi sufficienti, almeno in un Frimo tempo, rispetto alk esigenze di un normale serviZIO. ~c deri,•a, in ogni caso, che nel soggetto appaiono • confusi n i limiti delle prestazioni richieste, in quanto è alterata la vi~icne c la giusta valorizzazionc dci compiti; e si perde così la chiara ,, coscienza del significato» della nucva vita. Chi abbia, come ufficiale medico, una certa esperienza di questi soggetti disadatti, non troverà difficoltà ad intravvedcre qualche classificazione di fondo anche se limiti netti non possono essere prospettati, essendo queste forme sempre indistinte nei confini, legate come sono alla caratterologia del soggetto, per così dire alla gdatina di ba!><::, alla creta con la quale egli è plasm ato.

1) Anzituttc osserviamo dci casi in cui la difficoltà ad ambientarsi esiste sin dal primo ingresso in servizio : e son <.:jUeste le ferme che si manifestano con atteggiamenti negativi immediati verso l'ambiente, con una opposizione • Conferenza u:nuta agli Ufficiali medici dd Presidio ~!ilitare Ji Bologna, pt:r il « Corso di aggiornamento tecnico profe~sion:1k• " ~volto prt·~so l'Ospedale Militare Principale di l~ologna (Dircuore il col. meJ. prof. Jotr. Paolo Antonino AMore).


programmata ad uniformarsi agli ordini ed a respingere ogni disciplina. I soggetti considerano menc mantc, ri spetto alla propri a libertà, ogni incom benza imposta, con una prospettiva errata del significato dci com piti. Questi soggetti si potrebbero anche chiamare i l< negativi del servizio>> .

2) U n secondo g ruppo di disadatti manifesta invece una into lleranza dietro settimane o mesi di servizio, e quando il soggetto inizialmente aveva portato a termine le sue mansioni. Così, si ha modo di osservare che la con dotta di questi militari si modifica: cominciano ad esaminare con sottigliezza ogni di sposizione militare, sì svffermano ad analizzare lo scopo di ogni ordine, convincendosi alla lìne che tutta l'impostazio ne del servizio è sbagliata e dev'essere m odificata. Questi soggetti potrebbero esser chiamati i u rumìnatori critici del servizio " ; ed hanno talora una condotta, come s'è dett<,. inizialmente abbastanza regolare, mentre col tempo divengono ti picament<: reattivi. 3) U n terzo gruppo non dovrebbe, a rigore, essere catalogato solo fra i disadatti al servizio, in quanto ci sì vuol riferire a quei soggetti ben noti che discutono e avversano non le disposizioni regolamentari del servizio, ma ogni decisione del ' medico m ilitare », e quindi ci riguardano da vicino. Si tratta di soggetti tipicamente ncurosici che sì adattano Jl servi zio militare pi ù o meno bene per qualche tempo, ma che contano i giorni dì ferma nel vivo desiderio di tornare in famiglia c non mostrano alcun entusiasmo per la vita militare. Però, questi soggetti, quando vanno incontro ad una q ualunque lieve infermità o anche ad un piccolo incidente, modificano subi tamente la loro condotta : marcano vi sita ogni m attina; so no scontenti delle cure; il medico secondo loro non si rende conto delle loro reali sofferenze; il medico « non capisce >> la gravità della m alattia; perciò desiderano essere sottoposti a visita da un medico civil e, rifiutando di riprendere servizio. Tali soggetti trovano quindi nello stato di malattia « una via d'uscita imperata », che permette loro un atteg!:,riamento di opposizione c nello stesso tempo anche di " adagiarsi u in una situazio ne d'attesa rcattiva, si tuazione da es~i non voluta o creata, ma opportu namente sfruttata : Questi sono i << neurosicì dd servizio >> , che a lungo affliggono il m edico con la richiesta di accertamenti e la prescrizio ne di sempre diverse medicine, che desiderano il riconoscimento della causa di servizio per lesioni minime, c che nel caso deprecato di una subìta invalidità, non firmano i verbali di accettazione della Co mmissione Medica, impegnandosi a fondo per ottenere percentuali più eJe,•ate, affannandosi per dimostrare la gravità del loro stato di salute, c finendo non di rado per ammalarsi realmente. a causa della sovrapposizionc dì un u intenso stato d'angoscia )) . Come si vede, quindi, questi tre menzionati raggru ppamenti meritano di essere conosciuti dal medico, non solo per i provvedimenti che possono esser presi, ma anche - c più specialmente - per l'adeguata assistenza cui

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497 devono essere sottoposti. In questi ca~i il trattamento ruvido c la cosiddetta « disciplina di ferro )) non danno risultati, ed anzi aggravano la situazione.

*** Diremo subito che noi ci riferiamo, in questa nostra sommaria rassegna, a quei soggetti che occupano la fascia grigia marginale, corrispondente alla zona di insensibile passaggio dalla normalità alla malattia, dalla reattività adeguata verso le situazioni ambientali a quella di contenuto più o meno francamente psicopatico. Tutti possono intendere - per creare una analogia sem plicista - come sia facile riferirei ai due estremi di una catena formata da tanti anelli : da una parte abbiamo la normalità, dall'altra l'anormalità. Ma dire da quale anello comincia l 'anormalità e finisce lo stato di normalità è tutt'altro che agevole. Quindi, noi esci udiamo da q ucsta nostra analisi tutti i soggetti di regolare cerebrazione, di normale sviluppo intellettivo e di stabile equilibrio emotivo-affettivo. Così, esulano ad esempio dal nostro discorso sia il problema degli " obiettori di coscienza 11 che, pur nell'interesse meritevole di una larga e adeguata trattazione, ci porterebbe troppo lcntani; sia quello dei simulatcri; e sia quello degli eterni indisciplinati, degli scansafatiche, dci seccatori comuni, ai quali può essere con efficacia appli cato il normale ordinamento militare per tencrli al loro posto. N on possiamo però mancare di osservare che non di rado, proprio sotto l'aspetto della indi sciplina sistematica, si celano casi di anomalia caratteriale, o anche casi gr a" i di patolcgia mentale, come ad es. una schizofrenia iniziale. Basterebbe quindi questo rilievo per giustificare la necessità, da parte del medico militare, di conoscere l'argomento. Le gravi turhe caratteriali sono appannaggio delle personalità in stabili o ceti piche, le quali si allontanano per eccesso o per difetto dai val ori medi. Queste personalità si distinguono dagli individui normali perchè reagiscono in modo del tutto diverso dal consueto all'ambiente in cui vivono, sia perchè gli stimoli che provengono dall'ambiente stesso assumono un « valore affettivo ~proporzionato l> (o perchè, al contrari o, non fanno alcuna presa, non sono addirittura sentiti), e sia perchè questi soggetti sono costituzionalmente « deboli di vc lizionc ~> , hanno poteri inibitori molto fragili . Quindi, o vi è un eccesso di ri sonanza per gli avvenimenti, con reazic ni im prcvvise; o vi è indifferenza. In certi casi però il soggetto è sensibile solo o special mente ad un gruppo di sti moli selezionati, rispondendo invece in maniera regolare a tutti gli altr1: di modo che vi sono, per così dire, degli H avvenimenti chiave n che comportano intenso e immediato disagio, con rcattività ingigantita ptr qualit~t e quantità; ed altri avvenimenti (invece di per sè importanti), che


magari non lasciano traccia, che non trovano alcuna corrispondenza affettiva nell'animo di questi soggetti anormali . Alcuni di essi inoltre sono iperattivi, sempre indaffarati ma tipicamente inconcludenti; altri sono abulici, quasi isolati dal mondo che li circonda, incapaci di prendere una qualsiasi iniziativa, adagiati nell'indifferenza. Questi ultimi potrebbero essere anche chiamati gli « oblomovisti >~, dal carattere del protagonista del romanzo « Oblomov », di Yvan Gongiarow. Inoltre, in alcuni, il patrimonio intellettivo è discreto; in altri è modesto e sbiadito. 11 sentimento e l'umore sono orientati in modo variabile, facilmente modificabili nei due sensi per voi ubilità, ovvero sono esuberanti nell'odio o nell'amore; infine, non di rado, seno fanatici, presuntuosi, istrioni. oppure sono diffidenti o sospettosi. Altro punto differenziale, rispetto alla normalità, è costituito dalla potenza degli istinti, che in alcuni di questi soggetti frat,rili di volontà, si fanno sentire con maggior incisività; e il fenomeno può essere ulteriormente aggravato dalla " modestia intellettiva)), perchè ogni qualvolta il livello del psichismo è basso o retrocede, gl i istinti (come regola generale) risorgono potenti c non più disciplinabili. Quindi, noi prenderemo in considerazione nel ncstro discorso i soggetti psicopatici c non i psicotici: c cioè gli anomali del carattere e non i malati di mente. E' comprensibile pertanto come questa categoria di soggetti instabili trovi, sempre nella vita, di(fìcoltà di adattamento; e ciò avviene ancora c specialmente nel corso del servizio militare, che costituisce quasi un cc banco di prova '' · Abbiamo detto, nei riguardi del servizio militare, che vi è un primo gruppo di soggetti caratteriali che, appena viene a contatto ccn la nuova vita di reparto, mostra un marcato atteggiamento di contrasto in cgni qualsivoglia situazione. Si tratta di soggetti << psicopatici di auto-valorizzazionc n, generalmente di modesta intelligenza, che considerano il servizio militare come una imposizione ingiustifìcata. V'è in essi un fondo di « ipcrvalutazionc di se stessi )l, c quindi una sensibilizzazionc (e cicè un modo di sentire in modo esaltato le situazioni) verso i non graditi doveri dell'obbedienza e della discip1ina. Anche le disposizioni di ordinaria regolamcnrazionc provocano un atteggiamento negativo. Quando poi devono obbedire ad un ordine perentorio, il senso di reazione satura talvolta rapidamente la coscienza del soggetto, c la risposta può briungere improvvisa, con intensità sproporzionata e sorprendente. Tal'altra, invece, la risposta può anche non essere immediata, ma giungere dopo una fase che potremo chiamare di u silenzio reattivo n. Ricordo il caso di un soldato che nei primi giorni di istruzione aveva vibrato improvvi samente un pugno violento ad un sottuffìciale, dietro la secca ingiunzione di questi che gli chiedeva di allinearsi con gli altri commilitoni. La reazione però non era giu nta immediata, mJ dopo una diecina di minuti


499 di intervallo: il soldato infatti ci aveva pensato sù, aveva aspettato che il su~ periore gli giungesse a tiro, e solo allora aveva vibrato un forte pugno. Na~ turalmente fu subito deferito all'Autorità disciplinare. Questi m odi « anormali>> di reagire dipendono dalla diversità indivi ~ duale della « soglia di scarica, : quando la soglia è facilmente valicabile (c cioè è bassa) la reazione allo stimolo è immediata; quando invece si prolunga « l'elaborazione interiore della situazione )), lo stimolo deve propagarsi, e cioè deve « espandersi>>, verso tutti i settori del psichismo; c yuindi la risposta avviene con ritardo. Appunto perciò si prla di " reazioni primitive, espio~ sive » nei casi di reazione immediata; c di « reazioni espansive o ritardate» nei secondi casi (Kretschmer). Sempre nei soggetti che, ~in dall'inizio, manifestano insofferenza al ser~ vizio, si osservano anche altre forme di reazione anormale: accade che l'ana~ lisi interiore selezionata di un avvenimento svincoli uno stato di particolare sofferenza. In un militare ad es. che era stato comandato alle lavanderie, l' allontanamento dal reparto aveva toccato profondamente la sua suscettibilità, per la convinzione che non rossero state valutate nel giusto valore le sue qualità e capacità di bravo soldato. La nuova " incombenza da dcnna ,, aveva quindi determinato nella sua coscienza uno stato di progressiva rcattività, com portando a un certo punto una ri sposta sproporzionata per qualità c quantità. Il militare infatti, un mattino, appena entrato in servizio, senza alcun l'reavviso o speciali ragioni di con trasto, era andato ripctutamente a ritirare dalle ce ntrifughe la biancheria g i ~t lavata, lanciandola poi dal la fìn e~ stra nel cortile sottcstante. Alla punizione seguì un grave stato depressivo, che pon<'> al ricovero. Anche questo esempio si inquadra nei cosiddetti • moti p ulsionali irrefrcnabili >1, pur con uno ,, schcmatismo di mr.tivo )), c cioè con lo scopo di dimostrare il grave malcontento e l 'insofferenza del soggetto. Altn: \'Oitc, ancora, sempre in soggetti disadatti la nu<-\'a situazione della vita militare comporta una ripercussione che si palesa subito con uno <<stato d'ansia H, per la ineluttabilità di sottrar si alla di scirlina, per l'incapacità di realizzare un affìatam(:nto con i compagni, perchè non si intravn:de una cc via d'uscita " alla sgradita condizione di subordinazione. Questi soggetti si rivelano depressi, scrivono !>emprc ai familiari, lamentandosi della vita militare. Anche recentemente è stato inviato in osservazicne, in un Ospedale Mi~ litarc un giovane diplomato (e q uindi un giovane colto), eh 'era sempre apparso di carattere mite ma triste. In un momento di grave depressione aveva reagito inopinatamente alla giusta osservazione del piantone di guardia, che gli aveva impedito di lasciare la caserm a per la libera uscita, in quanto aveva la barba m olto lunga. Il giovane si rase la barba, malmenò il piantone c se ne andò. Fu spiccato mandato di cattura. Altre volte, ancora, lo stato di deprcs~ion e compare dopo una lunga p re~ monitrice condizione di re abulia 1> , che è di grande interesse sotto il rig uardo


so o della conoscenza del fenomeno. Si tratta di casi molto rari; tuttavia può accadere che la << nostalgia » per la terra lontana specie negli isolani, la vita totalmente diversa, il fatto di non poter raggiungere facil mente i Paesi d'origine nel corso di una breve licenza (come invece osservano per altri commilitoni), renda più cocente la lontananza dall'ambiente con sueto, al punto che nelle nuove residenze questi soggetti non seno capaci di dedicarsi a una qualche incombenza utile, di svolgere un 'attività concreta. A questo si aggiunga non di rado - con buona pace di tutti - l'incomprensione di qualche sottufficiale, la yualità degli ordini e i metodi di ingiunzione di quei caporali e sergenti che vogliono far sentire a tutti i cesti il peso del loro grado superiofl sulle giovani reclute. In tale nuova condizione stressante, in questa specie di l< violenta terapia d'urto ,, appena sono destinati ai reprti, coloro che prevengono soprattutto dall'ambiente rurale c campagnolo si trovano intensamente a disagio. semendosi abbandonati a se stessi e vilipesi. Entrano così in una forma quasi di parcsi, in una specie di arresto motorio, che è di origine psicogena, e nella quale appunto neo è più agevole la trasformazione dell'impulso centrale in movimento corporeo. S'intende che si tratta di un difetto d i volontà; ma il meccanismo intimo del turbamento non è facile da spiegarsi, perchè il soggetto in verità vorrebbe invece agire c muoversi, ma non può farlo per il senso profondo di prostrazione che lo coglie in cgni tentativo di movimento. Sembrerebbe quasi che si interrompano molte sinapsi delle connessioni centrali, cerebrali; e permane assolutamente oscura la sede, per così dire, del punto d'attacco, il scttcre del rapporto tra la situazione psicologica intensamente vissuta cd il complicato e delicato processo di traslazionc periferica neuro-muscclare. Noi sappiamo nondimeno che ncn solo il fenomen o si verifica in mode tangibile, ma che alle volte si aggrava quasi in uno stato !>tuporcso. Pci lentamente la situazione può retrocedere; e all'inibizione subentra una riacquisita fase di equilibrio. E' anche da tener presente che questi turbamenti della motilità possono presentarsi sotto forma accessuale, con g io rni di laboriosità e gicrni di assoluta incapacità di rendimento. Come com portarsi in tali casi? Sappiamo che c'è un buon rimedio : basta concedere alcuni giorni di licenza al soggetto c si vedrà che rientrerà nel corpo quasi sempre guarito. Lasciati a se stessi, invece, questi soggetti entrano in fase depressivo-angosciosa, che impone il ricovero; Ofpure possono " suicidarsi n per il sopravvenire di uno stato melanconico. Si tenga ben presente però che, certe \'Oite, i disordini del contegno, il mutismo, l'abulia alternata con l'impul si vità, hanno tutt'altro significato: non siamo più nel campo delle deviazioni caratteriali, ma ci si trova di fronte ad una vera e propria <• iniziale schizofrenia •> . Il serviz io militare agisce allora come « rivelatore della malattia H , come occasione per la manifesta-

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zione morbosa; ed in tal caso è evidente che si impone l'immediato esonero della recluta. In altri casi, ancora, che pure nulla hanno a che vedere con le turbc caratteriali, l'instabilità dell'umore, la reatti vi tà impulsi va ed i nopinata, rivelano un'altra malattia, e cioè l'epi lessia. Forme lievi, non diagnosticate nella vita civile per la breve durata degli accessi (che hanno quasi sempre il carattere di equivalenti), si aggravano nei primi tempi del servizio militare, specie dopo prestazioni faticose, dopo lunghe marce, dopo ore di istruzione al sole o anche al freddo. Anche qui, va da sè che il soggetto dev'essere immediatamente sottoposto all'esame elettroencefalografico cd esonerato dal servtzw. Ma torniamo ai caratteriali, e cons]deriamo quelli del secondo gruppo, e cioè quelli che abbiamo chiamato i ,, ruminatori critici del servizio ». Abbiamo detto che si tratta di soggetti che, dopo un periodo quasi d'attesa, si rivelano scontenti, analizzano le disposizioni disciplinari e l'ordinamento militare, presentano ricorsi per supposte gravi ingiustizie patite e si convincono pian piano che nel campo militare tutte le cose vanno male! Si tratta di soggetti che palesano in genere uno sviluppo intellettivo modesto, ma che hanno tendenza a ribattere su ogni cosa, che vorrebbero discutere ogni ordine, l'utilità di qualsiasi incombenza. Si lamentano dci superiori senza distinzione, vogliono che sia fatta giustizia per supposti torti ricevuti, credono che le loro prerogative c capacità non siano valutate per ragioni di invidia c di malvolenza. Come si comprende, qui siamo in un diverso settore. Ci troviamo ai limiti della qucrulomania: e cioè si tratta di soggetti che mostrano sbozzati nuclei dominanti di '' grandezza )) , che si ritengono superiori agli altri, che vedono ingiustizie dappertutto, che chiedono le più alte riparazioni per uno screzio banale. Questi casi van no seguiti con attenzione, non solo per le c1 grane » (come si dice in termini militari) che possono sollevare con i frequenti, lunghi e ferraginosi memoriali che presentano ai superiori, ma anche perchè talvolta le loro condizioni si aggravano. L'importanza dei casi sta appunto nel <<passaggio>> dal semplice colorito psicopatico verso c1 forme deliranti >> vere e proprie, che possono assumere un ti pico carattere persecutorio. In altri termini, si trapassa verso la <\ malattia paranoica», con la salda convinzione di essere sempre nel giusto, con la cavillosa analisi dei fatti quotidiani inerenti al servizio. A questo punto, quindi, già si rivelano errori di giudizio ed unilateralità di critica. Siccome però questi quadri paranoici (come sempre avviene) non vanno mai oltre i limiti del verosimile e non sconfinano nell'assurdo c nel fantastico (essendo coerentemente valorizzati i sentimenti e le passioni comuni), la diagnosi non sempr e può essere all'inizio formulata con sicurezza. Ed invece questi soggetti - come tutti sanno - <t sono pericolosi n , perchè nella loro ideazione a fondo persecutorio possono decidere di farsi


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giustizia da se stessi; e così inopinatamcnte feriscono, sparano ai commilitoni od ai superiori, dai quali si ritengono ostacolati per invidia, g ravemente vilipesi cd umiliati. Questi episodi non sono eccezionali: e solo quando il faw1 di sangue è avvenuto ci si convince che il responsabile era un ammalato (h mente. Se invece questi soggetti fossero sottoposti ad una più attenta osservazione, forse alcuni di tali episodi si potrebbero evitare. Sta di fatto comunque, che una diagnosi sicura e precisa - come s'è detto - non sempre è facile, specie nei riguardi del momento in cui comincia la r-cricolosità di ccstoro: pcrchè la asocialità, l'egoismo, la paradossale presunzione di supericrità sono aspetti che pcssono ritrovani anche in soggetti semplicemente eccentrici o bizzarri di carattere. Comunque quando sorga qualche dubbie, lnecessario che questi militari siano inviati in tempo all'osservazione, setto il controllo di personale medico specializzato. Si può dire che queste ferme di par ancia, con ideazicnc delirante sistemica, siano cagionate o aggravate dall'influenza sfavorevole del servizio militare? Lo si può escludere: perchè si tratta di soggetti già predisposti c gi~t indirizzati nel loro fatale cammino, che anche nella vita civile - negli immancabili contrasti suscitati dal loro carattere nel campo del lavoro o di un'altra quahivoglia attività - avrebbero manifestato la stessa grave sintomatclogia. Quindi, per questi casi. la causa di servizio non va riconosciuta. V'è poi un altro aspetto, legato al servizio militare, che andrebbe meglio esaminato e che viene generalmente trascurato: quello della vita sessuale. Si tratta, come tutti sanno, di casi non frequenti, ma che hanno tuttavia la loro importanza. Sappinmo bene che le limitazioni alla libertà, imposte dalla vita militare, costituiscono talvolta incentivo alla deviazione omosessuale, come avviene d'altronde in altri agglomerati di \'ita collegiale, tanto maschili che femminili; c sappiamo anche che generalmente queste deviazioni hanno carattere momentaneo, c cioè passeggero. Tral asciando comunque l'esteso e del resto ben noto argomento delle anomalie dell'istinto sessuale, istinto che è però - si tenga presente - particolarmente e naturalmente vivace nella giovinezza, fermiamoci a considerare l' intenso disagio che proviene daJla residenza nuova c diversa, dall'obbligo del rientro in orario nei reparti e dal fatto che certe volte l 'istinto sessuale rimane esaJtato da particolari stati di malattia. Com'è noto, sia nelle forme di ipomania c sia nell'epilessia il fatto si può verificare; e l'argomento è stato oggetto di indagine scientifica dai tempi di Lombroso e di KrafftEbing sino agli AA. più vicini a noi, quali Lcgrain, Roncoroni, Cevidalli, Ottolenghi, Dazzi c Cesari, ccc. Il panorama di questi turbamenti legati alla sfera sessuale è comunque molto esteso, e presenta anche tanti lati umani, dato che noi parliamo soprattutto delle reclute, e cioè dci più giovani. Il medico militare in questi casi - ha quindi bisogno di qualche attributo in più, a paragone dd medico civile: ha cioè bisogno di essere anche un buon psicologo, un fine osservatore.


Sappiamo tuni ad es. che tanti giovani, ingenui ed esuberanti, specie se provenienti dalle campagne, finiscono per rimanere subito irretiti da sfiorite e vecchie meretrici, che li allettano con qualche pacchetto di sigarette. Essi, nell 'acquisita autonomia delle grandi città sfolgoranti di luci e di ritrovi, si illudono di aver conquistato delle bellissime amanti; c talvolta. nella loro inesperienza, finiscono per affezionarsi a costoro c per sposarle, con un carico che si palesa subito pesante e che durerà fCr tutto il resto della vita. In queste contingenze, un consiglio benevolo dd medico o dell'ufficiale del reparto può far aprire gli cechi in tempo utile. Ma non son <..1uesti ovviamente i cas1 che ora ci interessano, ma piuttosto i casi di quelle ree l ute che sentono vivamente, profondamente, il bisogno sessuale della fidanzata che amano, della giovanissima moglie che vive lontana. L'impossibilità di trovare distrazione con altre donne li rende grandemente insofferenti; e vi sono delle perso nalità psico-labili che in queste condizioni diventano irritabili, rissose, i n tratta bili. Fra i reati di cui possono essere chiamati a rispondere sono infatti specialmente frequenti quelli contro la disciplina. Alcuni di tali soggetti possono anche decidere di allontanarsi subitamente dai reparti, e vengono così imputati di di serzione. La stessa diserzione, d'altronde, può dipendere da molte cause: v 'è la diserzione seguita da vagabondaggio, non rara negli immaturi e nei " deficienti mentali », i quali non si rendono conto della gravità dell'atto; v'è la diserzione dello << schizofrenico l>, che costituisce paradigma della condizione psichica dissociativa; v'è la diserzione del « con(uso )), caratteristica delle amenze; v'è la diserzione " dell'epilettico ))' con amnesia totale; v'è infine la diserzione - come dicevamo - dci psicopatici impulsivi, fra i quali sono anche i << nostalgici dell'amore )) . Vi sono poi dci casi particolari, in cui la lontananza della dcnna amata funge da occasione per rivelare, durante il servizio militare, il fondo ddla personalità originaria : si tratta dci u psicopatici sospettosi e gelosi ))' in cui gradualmente si istaura una << reazione deliroide )), con la sicurezza che la giovane moglie lontana non si comporti bene o sia insidiata da ipotetici rivali, i quali sono visti quindi setto la luce di un diretto pericolo, di una grave minaccia non solo contro i propri interessi, ma anche contro l'onore proprio e ddla sposa. In questi soggetti, generalmente, si rileva una modestia del livello intellettivo; c sono «di ffidenti in tutto», non soltanto in amore. E' d'altronde caratteristica della cosiddetta « psicologia dei primitivi))' dci gruppi etnici meno evoluti, riferire possibili danni a motivi irreali, centrando il sospetto contro qualcuno, al quale attribuiscono tutte le colpe e che possono accusare addirittura di pratiche magiche o di malocchio! Così avviene, paradossalmente, che all'affetto per la donna lontana si sostituiscono pian piano la diffidenza cd il sospetto; c questo stato d'animo diventa così angoscioso da costri ngere alla fuga dal reparto per tornare a casa.


Ma non vanno a casa per riabbracciarc teneramente la fidanzata o la sposa, ma per controllare nascostamcnte e inaspettatamente in che modo la donn,t si comporta. Certe volte, per infondata gelosia, possono commettere un uxoricidi o. Casi dd genere non sono del tutto rari; c altri, fortunatamente più lievi rispetto alle conseguenze, si verificano con qualche frequenza; e ne ~ono capitati sotto osservazione anche in questo Ospedale. Un militare, ad es., adducendo di sta r male, aveva chiesto ripctutamente una li cenza di convalescenza. che gli era stata negata. Pare invece vol e\SC rendersi conto della condotta della fidanzata lontana. Uscì in stato ansio~o dalla caserma, intenzionato alla fuga; m a poi, fermatosi in un angolo d'una via cittadina, si lasciò cadere a terra, profferì parole senza nesso, no n rispo't: alle domande dci presenti, mise in disordine gli abiti. Fu portato sotto os\er~ vazione e si vide affiorare un delirio di diffidenza c di gelosia. In un altro caso, un militare sosteneva anch'egli da tempo di sentirsi poco bene. Era triste, irritabik, solitario. Raccontava che il negozio di alt mcntari che aveva nel suo paese andava molto male; ma era preoccupato in realtà perchè la sua ragazza era incinta ed egli diffidava della sua serietà. Era assillato da una ridda di Fensieri; non dormiva: vole"a tornare subito a casa per rendersi conto chiaramente della situazione. Decise perciò di fuggire ; ma fu ripreso c inviato in osservazione, continuando a presentare per mesi gravi anomalie della condotta ed evidenti spunti persecutori. Quindi, come si vede da questi casi ~ommariamente ricordati c da tanti altri che saranno ancora capitati alla vostra attenzione, certe volte l'influenza del fattore sessuale può rivelare la forma di (( anomalia psicopatica di base ». che si rende più evidemc nel corso della vita militare. 3) Consideriamo adesso il terzo gruppo. che abbiamo anche chiamato dei u ncurosici del servizio». Questi in verità non si adattano alla vita militare così come non si adattano al vivere civile. O ltre alle continue noie che recano nel corso del servizio (pcrchè ingigantiscono ogni inezia; perchè sono sempre scontenti; perchè affermano che il vitto è immangiabile, ccc.) la loro vera personalità si delinea non appena vanno incontro a una lieve infermità. ad un piccolo incidente o infortunio di servizio. Si chiariscono allora le anomalie fondamentali caratterologiche: i soggetti richiedono subito il ricovero in infermeria; sentono male da tutte le parti; hanno sempre mal di testa; accusano disturbi intestinali; sostengono che le feci sono troppo consistenti o sono diarroiche; che l 'urina7.ione è dolorosa! Ben inteso, non si tratta di simulatori ma di ammalati, che sentono realmente tutti questi disturbi, che sono preoccupati della loro salute, che non dormono più. che deperiscono dfetivamcnte. Rimandati in reparto, ri fiutano di riprendere servizio, marcano visita tutte le mattine, chiedono di essere sottoposti a controllo da medici civili, reclamano ripetuti consulti. Bisogna pur dire che in tali particolari circostanze le vere vittime non


sono questi ammalati psicopatici, ma i medici, ai quali è necessana una pazienza infinita per delle settimane di seguito! Così accade, comunque, che una lieve infermità, una modesta ferita di una mano, fornisca a questi soggetti J'occasione per adagiarsi nella malattia; e se talora la lieve infermità viene inizialmente accentuata dal soggetto io modo conscio, in seguito i disturbi si aggravano realmente per la continua elaborazione ed analisi introspettiva che il soggetto compie di tutti i suoi disturbi, introspezione che finisce per inceppare e disturbare la regolare e naturale spontaneità delle varie funzioni organiche. Si crea adunque - com'è noto - una specie di riflesso patologico, di circolo vizioso, per « volontà passiva » del soggetto: lesione + meditazione continua interiore = aggravamento della sindrome. Si determina, cioè, la stessa precisa evoluzione che siamo soliti osservare comunemente nelle personalità a fondo neurosico, quando mantengono in atto, per un fine utilitario, quello che si chiama un << apparato di circostanza». Tutti sappiamo che quando in una regione del nostro corpo si produce una alterazione dolorosa, immediatamente si limitano o si aboliscono i movimenti, per eludere la sofferenza: questo è appunto un <( apparato di circostanza ». E sappiamo ancora che un tale apparato viene automaticamente << rimosso >> non appena cessa il dolore e cioè quando cessa la ragione che lo aveva creato. Se al contrario interviene un motivo utilitario (desiderio di ottenere una categoria di pensione più elevata), si per de nei neurosici l'interesse a ricostituire la primitiva condizione di salute; e per la passività della volontà, quell'apparato rimane indefìnitivamente abbandonato a se stesso. Il dolore quindi persisterà nella parte corporea interessata, anche quando in realtà si è raggiunta la guarigione. Pertanto, il motivo utilitario si frappone tra il desiderio di guarire e il desiderio di prolungare lo stato di inabilità, che giustifichi un più elevato beneficio economico; e questa situazione determina nel soggetto uno stato di tensione che accentua l'elaborazione interiore, la quale viene a sua volta << rifornita » dagli stimoli dolorosi captati in modo selezionato dalla sede della lesione. Si tratta quindi di forme tipiche di (• appetizione », che non sono di simulazione. Ma il fatto importante è questo.: che l'elaborazione intrapsichica assillante può finire per dar luogo non solo a gravi disturbi funzional i, ma talvolta anche a cc disturbi trofìci H nelle zone interessate (forme fisiopatiche). con reali sofferenze del soggetto che possono anche durare per tanti mesi. Invece, una volta definita la pratica pensionistica, i vari disturbi rapidamente si attenuano e talvolta guariscono del tutto, perchè appunto cade ogni speranza di un ulteriore raggiungibile beneficio economico. Non c'è Commissione Medica che non abbia constatato come sia difficile trovare un accordo, giungere ad un 'equa conclusione di una pratica medico2. -

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legale quando ci siano di mezzo questi ammalati. E sappiamo che più a lungo durano le visite c gli accertamenti medici , c sempre maggiori saranno 1 disturbi accusati. Perciò, appena sorga il sospetto che un qualsiasi giudizio di invalidH,'t pensionabile debba concernere uno di questi soggetti neurosici, bisogna cercare di chiudere al più presto la pratica. L'esperienza ci conferma che la concessione dì periodi di inabilità temporanea (c cioè di ripetute licenze di convalescenza) si risolvono sempre con un aggravamento. Nelle forme ansiose di depressione, infine, non c'è alternativa: o si esonera il soggetto per « grave neurosi » o bisogna trasferirlo se possibile ai servizi collaterali, sia perchè in reparto egli diventa inutilizzabile, e ~ia perchè ciascuno di questi ammalati può costituire l'epicentro di epidemie, con la richiesta di riconoscimenti di piccole invalidità per causa di servizio. Chi è medico ancora giovane non mancherà di trarre esperienza diretta da questi ammalati, che diventano un assillo quotidiano, perchè si recano con insistenza anche nelle abitazioni private dci medici per essere ricevuti cd ascoltati.

Mi auguro che la visione panoramica tracciata sia riuscita a dare un'idea dell'estensione dell'argomento, che è di indubbia utilità pratica. l medici militari quindi, devono avere almeno le conoscenze di base nei confronti di questi quadri clinici. Bisogna anche riconoscere che nell'ambito della vita militare al medico occorrono speciali doti, che non sono soltanto lo spirito di sacrificio e l'amore per il prossimo, ma sono soprattutto la pazienza, il saper essere psicologi, l'aver comprensione e tatto verso i giovani, che non di rado sono difficili da trattare, in quanto ombrosi c suscettibili per l'età, c spesso rattristati - quando si tratta di reclute - per la lontananza dalle loro famiglie. Quindi, far bene il medico militare è forse più difficile che distinguersi nella libera professione civile.


DIREZI O~E GE.':ERALE DELL,I. SAt"IT,\' MILITARE

Direttore Grn.-r.11c: T t'n. G<.'n. Mcd. Prof. FR.I:<C::~<co lAL>Jci' All CENTRO STl 'D I 1:: R ICERCHE DELLA SA.':ITA' MH.IT:\RF.

Dm·rrorl': Col. Mcd. n n tt. CLl \JI'"T E Mnru l

TRATTAMENTO DELLE TENDINOPATIE DEGENERATIVE DA SOVRACCARICO FUNZIONALE NEGLI SPORTIVI (TENDINOSI DA SPORT) Col. Mcd. Dott. Clemente Musilli

Cap. Med. Dott. Antonio Spoliti

ll trattamento di queste k~ioni tcndincc può seguire vari indirizzi: riposo, terapia medica, terapia medica locale, terapia chirurgica. terapia fisica, terapia cinetica, cure termali. Associare però quesri Yari indirizzi è nell' interesse c del medico c dell'atleta in quanto in maniera più completa c più celermente si potrà tendere alla guarigione. E' inutile dilungarci cd insistere nel dire che nello stato acuto della malattia è da prendersi come provvedimento il riposo e la detensione completa del tendine nonchè della sua zona di inserzione. Comunque in base all'appl icazione dei provvedimenti moderni fisioterapeutici c chemioterapeutici i distmbi acuti, c questa è la regola, diminuiscono co'ì rapidamente che solo in pochi casi è necessaria l'immobilizzazione in gesso. Il riposo (: indicato quale terapia a sè stante quando le ksioni siano riscontrate negli atleti in forma iniziale. Il riposo va interpretato a seconda dello stadio di degenerazione, o come sospensione dcll'auivitù o come immobilizznione con fasciature o ges~i per quanto riguarda gli arti superiori; riposo a letto per gli arti inferiori, ribelli alle prime cure fisi che. Sempre per quanto riguarda gli ani inferiori, nei casi in cui la degenerazione del tessuto tendineo sia più avanzata com·icnc procedere alla immobilizzazione mediante applicazione di apparecchio gessato, ponendo, per quanto possibile e compatibilmente con quelli che sono i dettami della tecnica degli apparecchi gessati, sia il tendine colpito fuori rensione, sia le arricolazioni viciniori i n posizion i non pregiudicanti la futura ripresa fun~ionale. Es.: arto abdotto nelle lesioni della cuffia dci ruotarori della spalla: gomito flesso nell'cpicondiloalgia; - piede in modico cquinisrno nelle lesioni del tendine di Achille. La tutela gessata sarà mantenuta per due- tre settimane; gli apparecchi gessati devono avere, in alcune localizzazioni della lesione, caratteristiche specifiche. Ad es., nel caso di una epicondilopatia è necessario immobilizzare completamente oltre l'articolazione del gomito anche la mano c le dita; la mano in leggera flessione dorsale mentre le dita in flessione palmarc. Soltanto così potremo essere sicuri di aver messo a riposo le inserzioni tcndinec sull'cpicondilo. \1. Schneidcr suggt:riscc nel caso di una tendinosi del sopraspinoso, come necessaria, l'immobilizzazione della spalla in abduzione di circa 120° e rotazione esterna, in maniera che la mano mcchi la nuca. Egli adduce i seguenti motivi:


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1) il muscolo sopraspinoso 111 que~ta po~1z1one è cornplctamemc nla"ato=

2) i dolori ~ono più sopponabil i in quanto ci troviamo :~1 ùi fuori dei gradi 70 . , l < indicati come limite dei di~turbi principali: 3) anche ~c in adduzione si an•ertono meno dolori, con l'abduziont: la ripn:'·' tunzionale è migliore c quindi minore è il p~:ricolo di una limitazione dci mm immll. Koi usiamo immobilizzare le tcndinopatit.: ddla spalla con il toraco brachiale. cht., anche se non ha le stesse caratteristiche di quello >ugglriw da Schncidcr, specie.: pt , l.juanto riguarda la rotazione esterna, tuuavia ci è di ausilio. Avvantaggia il pazicntl' rendendo meno probabik: la rcrrazionc ddla capsula articolare c ci pcrmcnc Ji iniri:m la ripresa funzionale da una posizione di abduL.ionc. Esso potrà essere rimosso solramo dopo che in :.eguito ad c~rci;i (meccanoterapia) l'arto ~arà in grado di \t.nirt. '>Olbato arri,·amcntc fino a 45~ dalla posizione di partenza. Anche nella coracoidcopatia è indicato il succiraro ap['arccchio ges:.ato. A volte, in ca:.i di tendinopatia della spalla, ci tru,·iamo nell'impmsibilità di fare ,, meno, per alcuni giorni, ddla fasciatura alla l k:.ault. Sarà bt~nc però cht· il medico dH la prescrive o la confeziona si rl·nda conto dd pericolo ddla rurazione capsulare c Ùl'l suoi effetti disastrosi e perciò faccia iniziare :1! paziente al più presto esercizi di mO\·i mento, anche se ciò comporta il pericolo eh.: la guarigione ddla tendinoparia :.ia più ritardata che non con l'irnmobilizzaziom:. Nei ca:.i di rcndino~i ddla regione ddl'anca (; logicamente prderibilc il riposo a letto. ;..Jellc tendinosi della regione dd ginocchio prdcriamo usare una fasciarura all.1 po~ta di U nn a che comprenòa tutto l"arto fino alla rad1ce Jclla coscia, rinfor7ata con una doccta ges\ata posteriore. ;-.id caso di tcnòinopatie dell'achilleo sia il ripo'>o a letto. ,ja l'apparecchio gessato fcmoro-podalico 'ono ugualmente indicati. lnfine nel la tcndinopatia clt:i muscoli planrari Jcl piede una suoh:na che ponga iuori carico il calcagno spcs,issimo dà ottimi risultati. La terapia medica generale s1 fonda qua~i totalmente su un trattamento sintomatico a ba\e Ji sostanze amireumatich1 cò antiflogistiche quali i van composti piraL.olici, il fenilbutazone, il piramidone, la ft nacetina, l'antipirina. l'aspirina, ccc. in que,ti ultimi anni notcmli discus,toni sono statt sollevate con l'imroduzione della terapia conis.onica ~ostcnuta da alcuni AA. Ma essa per lo più. come si vedrà in scgu im, viene appl icata di preferenza per via locale. L'uso degli antibiotici (Hoffmann) {· limitato a quei casi in cui le tcndinosi rapprcsentanu manifestazioni 'econclarie anafìlauicht: ad un focu~ infctti\·c>. l n tal caso O\T ~c ne fos~L trovata la sede cd isolato il gt·rme, ~an:bbe, 'emprc secondo questo Autore, utile un trat ramcnto con autO\·acnno. La terapia medica locale si basa sul la inilltrazione in loco di prepar:lti mcdicamcn tosi diversi pt:r 'truttura c p~o:r a7.ione. La novoc:.~ina i.nfatti \'Ìene adoperata per soppri n1c:re anche se '>olo momentaneamente il dolore. Molti ,\A. associano alla novocaina l'acetato di idrocorti:.one. o composti analoghi descri,endo in molti casi rapidi c ottimi ri,ultati. Abbiamo trauato con \UCet"'>'<> molte tt•ndiuo~i. soprattullo a cariro della cuffia du ruota tori della spalla. faccnJo precedere una infìltra7.ione 1:.1\ aggio di nol"ocaina, ad una inlìlrra7.Ìone di un compo.~LO as~ociato d i prednisolonc -r paratripsin:. c rhirnotripsina. L'azione Jei '>uccitati c:nzimi c ~oprattullo qudla della chimotripsina oltr~ ad essen nettamente antiflogistica fa sÌ che l"cffctto dd predni~olom. \'enga potenllato. per cu1 1 ri~ultati sono più rapidi e duraturi. Infatti 111 una quind1cin:. di casi d1 lc\ioni òell.t cu(lìa dci ruot:l!ori e in alcune tcnòinosi dd quadricipite e dd tendine di ,\ chillc i risultati ottenuti ~i sono dimostrati buoni. andw ad un uhimo controllo dopo circa 3 anni. Oltre alla vera c propria infiltrazione J i mcJicamenti, l'a ricordato il lavaggio con a'pirazionc òci depositi calcarci (Smith-Pctcr'><m). Anche Pattcrson c Darrack si sonc comunque dichiarati fa\'Ornoli a questo trattamento.

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La terapia chirurgica è una eventualità che è logico prcn<.len· in considerazione quando tuni i metodi di cura incrumta, compresi i baluardi di terapia fisica e cinetica che tratteremo appresso, siano risultati inefficaci e la simomatologia dolorosa sia di in rensi tà e persistenza tali da causare impotenza funzionale con notevole ùiminuzionc della capacità agonistica dc.:ll'atlcta. Hohman è stato il primo ad interessarsi di questi problemi chirurgici a proposito del la cpicondiloalgia, proponendo un intc.:n·ento consistente nel praticare delle incisioni al livello delle inserzioni tcn<.lincc sull 'c.:picondilo c più precisame nte nc.:lle fìbre del muscolo estensore comune delle dita cd c~rensore rad iale breve del carpo. l risultati sono stati così favorevoli che q uesw intl·rn· nto ha ottenu to una notevole diffusione riscuotendo notevoli consensi (}.fan, Bo\hamml·r, Pirker, Thomsen, t\ n<.lreesen, Bahls, Langc. Exncr, Wiesner, Euffingcr. Gric~rmann. Thorner e Werner, Barbieri, Macconi. \fa stromarino, Bianchi, -aves, \ 'ab, Zanoli, Dal Monte, Rocsslcr). Altri AA .. per il fa\·ore incontrato da tale tecnica chirurgica, hanno esteso le indicazioni ad altre tendinopatie. t\1 li\·cllo dd :.ottospinoso (Saeggcrs. Hohmann), sul tendine distale dd lungo supinaton (\Vollcmherg). l'elle spine calcaneari plantari (Spitzy). Shciffanh c Schneider considerano l'intl·n·ento di Hohmann la tecnica di elezione nelle rendi no~ i Altri ,\A. hanno pro po>to cd impic.:gaw tecniche tliffcrc.:n ti come l'acromicctomia o l'asportazione della bona subacromialc nc.:llc.: lc.:sioni della cuffia tlci ruotaruri della spali:J. In quc~ti interventi qualora \i incontrino altre lesioni tc.:ndinc.:e. qua li le lussazioni o rotrurc del capo lungo dd bicipite o della cuCiìa, si procederà ovviamt'ntl' anche al loro trattamento. Un altro tipo di intervento tla alcuni preconizzato, ma a rc.:alizzazione tliificilc ~c non addirittura impo~sibilc. è rc.:nc.:n·azionc della spalla. c~so è: come abbiamo dcno praticamente impossibile a causa dc.:lla \·ariabilità del \Ubstrato morfologico dei rami destinati all'articolazione. :--!cll'cpicon<.liloalgia o ltre all'intnento di Hohmann, Spcnccr nl Emolhon hanno propo~to cd e~eguito una incisione pcrpc.:ndicolare della porzione pro~simale della fascia dci mu ~coli della loggia laterale c po~tcriore dell'avambraccio. Tavernier ha invece pr~ posto la tl i ~inserzione, mediante.: ~taccapcri o~tio dei muscoli che ..i imlT Ì~cono sull\·picondilo. Le tmdinosi de l tendine di Achille J i solito non richiedono l'i ntervento cruento. La rnlnlgia invece, CjUa ndo è ribelle a yualsiyoglia altro tra ttall1('fliO, ne('essita di una tcrnpia cruenta. Zanoli e Dal ~fonte propongono una incisione mcdinna ddk- parti molli ~ulla regione calcaucarc che consenra di a .. portarl' le l'H'ntuali esosto'i e le bor'e tlegcncrarc che occupano la regione. Il programma fisiokincsiterapico nclk t<.·ntlinosi non ì: 'tato ancora inquadrato in modelli o -.chcmi codificati. Esso '>i { in quc~ti ultimi anni largamente tliffuso e impmto. Ma dal punto di Yista gl·neralc non ì: stato ancora stabilito yuantlo, come c finchè si debba e'>plicare raz ione del fisiokincsirc.:rapista. Si deve perciò inn:Jnzitutto inquadrarL yucsto capitolo in due ben di>timi paragr:Jfì in maniera da divi<.lcn· la fìsiokinesiterapia in curati va, nel senso proprio della paro !~ . ecl in coadiuvante nel caw in cui si ~ia deciw di intervenire crucmcmenre sulla k'ionc. La terapia fisica che viene usata nei casi che non richiedono intervcnLu si ba~a \U lla tc.: rmorcrapia, sulla clerrrotcrapia, ~ulla terapia con correnti ad alta frequenza cd infine.: >ulla rocmgcnterapia. Nella maggior parte dei ca\Ì la tcrmotcrapia, sia ~otto forma di raggi infrarossi. >ia \Ot!O forma di bagni <.li luet: rie\Cc :1<.1 apportare un certo gio\'amento. Ri!>Ogna tener prcscnrc però che.: nello ,tadio acuto della malattia ci >i de\'C guardare.: bene dal sommini~trarc una forte quantità tli l'alare. Infatti a 'cguiro tli bagni di aria calda c di lul'e si ottiene spe,so in tal ca'o un aumento del dolore. :--!aturalmcnrc.: a qut\lc applicazioni tcrmotcrapichl' Ì; urilbsimo br >cguin• wdutt· mas~otcrapichc chL dl'' cmo \·cnire affìdnte


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a mano c:.perta ~c non ~ì \'uole che il mas~aggio diventi un uauamcnto simbolico: no11 chè brevi e caute sollecitazioni articolari attin: c pa!>sivc, ripetendo il rutto più Yolt nella giornata, allo !>COpo di tener 'i'o il trob,mo ed il tono rnu-,colare. Spesso infa11 1 l'inatti,·ità camata dallo ~tatlio acuto del dolore: porta rapidamente al \'Crifìcarsi di un.1 arroGa muscolare:. Risponde bene in yuesri ca'i la ionoforesi con ioduro di poras,io. mentre nelle forme: accompagnate da inremi,..,imo dolore è ben\. introdurre una \olu zionc al 2 ~, di xilocaina adrcnaliz7.ata diluita in acqua di~lillata. Un altro mezzo, soprauuuo indicato per d suo effcuo antalgico, (; rapprescntalo dagli ultrasuoni applicati con dosi modc~te cio0 per la durata di 1 2 minuti ::tll'intmsit.'t di o,') r \V l cm> (Schneidc:r con!>iglia 8oo.ooo \'ibrazioni al sec., prima con scdutt· a giorni alterni c poi aumemando la potenza anche quotidianamente). Quesro tipo di rerapi::t ::tgirebbe provocando dilatazioni e rewingimenti del te~\Uio wn sL::tti di pr<:ssionc c trazione. Es!>O cioè a\'rcbbc la funzione di micromassaggio. !'ella zona che '·iene sottopo!>ta ad ultra~uoni notiamo un aumento della temp<.:ra tura, l'::tccch:raz.Jonc del ricambio cellulare con modilìcazioni chimiche dci tcs:.uti. Qu< sre ultime consistono nell'allomanamcnto ùi macro-mokcole protcichc c la formazione di sostanze intermedie pt:r proces~i o~motici c: catalitici Con mcccani,mi non ancora del rutto noti, sembra a mezzo ùdla di5Lruzionc dd l'albumina, ~i giunge alla ~timolaziom: di alcune ghiandok a ~ecre;.ione intl·rna. La mo <iifìcnione del tasso degli ormoni, c soprattutto l'aumento del cortisone (; di particol::m importanza nell'effetto trr:tpeurico degli ultra~uoni. L'ultrasuono perciò. come già ab biamo accennato, agisce come il ma,saggio manuale oucnendo in minor tempo ri~ulta11 migliori. Hornykicwytsch ha inolrr<" dimo~trato con c~perimcnti \U animali che l'apph cazionc di ultrasuoni ~u una zona ammalata produce modificazione del pH. con una diminuzione dell'acidità. Come è noto, un aumento dell'acidità di un re~~uro, in occa 'ione di una infiammazione, aument::t i dolori. Il particolare effeuo degli ulrra~uoni \Ul \istc:ma neurovegetativo è da imputare alla stimolazione direua !>ullc fibre nervose cd in pane alla modificazione del ta~M) orrnonalc. Un effetto utile in seguito aJla 'timolaz.ione t! elle fibre: m:n·o~c.: è la ùiminuz.ionc del tono mu:,colare a ~cguito di una ultra,uonorerapia. E' intlubbio infatti il vantaggio che si ouicne nel ca~o di ipcnono della muscolatura, in tluanto raggiungendo la dcronizz:1 zionc del muscolo, allont:111iamo contemporancnmcntc l::t eccessiva tl'lhionc dci tendini. ottenendo la diminuziOlll' o addirittura la :,comparsa dci dolori. La terapia con correnti ad alte frequenze \: indicata 'oprauurro ~ollo forma di radar terapia per lo spiccato effetto analge~ico che produce. Alcuni AA. us:111o anche la marconiterapia, ma di indubbio interesse \Ono le corrcmi a bassa frequenza, ondulacoric, tipo l:k rnard (correnti <iiadinamichc) l::t cui carat tcri~tica azione produce un cffeuo trolìco ed analgesico. ~tolto spc:s~o u~iamo. amavcr~o la rcgion ç colpita dalla te n d i nopatia, far passare la corrCIIlC galvanica. f pazienti, in genere, Jopo le prime applicazioni riferiscono un notevole miglioramento dci di:.rurbi. La galvanoterapia oltre ad abba~sare molto lo ~tato di irritazione, calma il dolore e produce una ''asodilatazione supcrtìcialc c profonda. L::t ipcrcmia che ne deriva con CULLi i ~uoi effetti favorevoli (; secondo Kowarzchik mollo più intensa che.: non quella prodotta dalla diatermia ad onde lunghe, corte o cortis~im c. Come tlo~c è bene cominciare con applicazioni da ro-15 minuti fino a 20-30 minuti. l\:elle rendinopatie dell'arto ~uprnore e della gamba ,i può usare per l'irradiazionl' galvanica il bagno cellulare, piuuosto che il bagno gah·anico complc.:to più ingombrantl' c meno pratico. Per la durata, il trattamento ripete nelle sue caratteristich e.: quello con elettrodi applicati al corpo; l'imcmid dipende dalla sen!>ihilità del paziente o ùallo stato acuto o cronico delle tendino~i. La maggior parte degli ,\A. consiglia una do\C non in feriort• a 3 mA. ma non superiore a ~o mA. Cii AA. fr::tnccsi camigliano anche i raggi ultravioletti.


'\Ielle lesioni a lìn:llo delle ìmnzwru, 111 cui '1 ~ra la prc:\cnza dì spc:ronì ossu. alcuni AA. ritengono rndìcata la rocntgcnttrapia. Questa in akum ca~i può in un pnmo tempo portare alla '>compar~a della ,intomatologia doloro'>a t' dare dci ri~ultatì molto buoni come riportano Sarasin, l3rosgol c Cloc~scm, cd altri. l n fatti (: riconosciuta alla roentgentcrapia una vera c; propria azione rilcYantc. oltn.:ch~ una azionf' fayorcntc il ria~sorbìmento delle calcìfìcazioni od os~ificazioni già iniziare. Questa azione si c~pl ira attraverso la generica ani' ìtà an t iflogì~tica dd la rm·ntgcntcrapia ed attra\·erso l'ani' ità inibiroria '>Ulla prolifcrazionc tkllc giovani cellule connettivali che ,·anno incontro alla metapla,ia O'>'>ca, c con aziont lkcalcifìcante. le cu1 moda lità ci sfuggono. Tale Lc;rapia va C'>cguita in 1, 2 o ~ cicli alla dose media di roo r per 6 YOltc. E' ne ccssario però tenere pn:~cnre che in quc~ti ca~i ad una certa dbtanza di tempo po~~ono seguire recidive in cui la presenza di una >clero~i. a ~egu iro delle iradiazioni. complica il quadro e rende più incerti i successivi multati. Se la stagione lo con~c;nte possono venm: praticati i fanghi. l pcloidi hanno azione iperemizzamc, per azione ,.a!><>dilatatrice. E~'~ ì: legata a varr fattori, tra i quali, quello immediato del calore rappresenta una dclk cau\e principali. \'r \Ono poi alrri fattori t: cioè il potere ormonalc c la radioattidtà prc\Cntl' in alcuni pdoidi (Lacco t\meno 1140 Unità Mache). 1n cffcui bisognerebbe: parlare del tra !lamento <.lei fanghi nella chemioterapia, perchè il successo dell'impiego dd fango è da anrihuìrsi agli dfwi chimici. memrc l'dfcno termico ha una ragione minore. E' opportuno la,ciarc agire la pa~ta fango~a calda o hollcmt· '>Ulla zona malata per 20-~0 minuti. e\·irando il raffreddamento pt:r meuo di una lampada a raggi infraro~~l. In questi ulrimi tempi ì: ~Lata anche u~ata l'idroterapia integrata dall'idromassagg•o c dal massaggio manuale subacqueo, accompagnato da pas~in' caute mobilizzazioni ar ticolari. Sebbene tale terapia, per questo tipo di lesione tcnuinca. 'ia non ancora forte di numerosi e controllati apporti statistici. ci ha dato ruttavi~t. tll'i casi da noi traumi. degli ottimi risu ltati. Per quanto riguarda la kinesirerapia e~'>3 (_ molto importante anch<.: sono forma di rieducazionc c di riabilitazione. TI rranamt·nto kinesico dc,·c iniziare con cauri mov1 mt·nti assistiti c con massaggio estrcmamc:nte blando e superficiale condotto \olo \ulle masse mu~colari c intC\0 a facilitare il mo' imenro e a riassorbirc l'edema. Solo quando la sintomatologia dolorosa ~arà scomp:1r~a si tleve procedere all:r mobilizzazionc aniva. mediante ginnastica appropriata facendo sì che essa sia ampia prr tuua l'escu rsione arricohre, passando lJUindi agli esercizi contro resistenza. Le mobi lizzazioni sia attive cht' passive dC\0110 t·sst:re cscguite soltanto dopo un ceno periodo di tempo dall'inizio della terapia lìsica o cinuica, perchè '>Oltanto così potranno csscrt: facilitate dal fano che il paziente ha gi:ì preso confidenza con le applicazioni fi~ioktne,i ­ rerapichc c si rischierà meno di avere reazioni conrrarrurali di difesa. La mobiliznzionc attiva inolrre sad bt:ne. almeno agli inizi, farla eseguire su Lutti t: Jue gli arti conremporancamenre. st:condo la tecnica imitativa dd movimento soste nuta da Leontcv. A l termine d i tu ne le pratiche te rapeurichc ~ ottima norma essere cauti nel conct:dtre la ripresa dcll'arrivit:a agonistica. Come gi:1 detto, la lìsiokincsiterapia \'ic;ne impiegata ancht· quale coadiuvantt: nei casi in cui 'ia indispensabilt: l'intcr ,·enro chirurgico. [nnanzi tutto si dc,·c '>Otrolineare che essa non ~i de,·e limitare !>OltanlO allo \topo del rccupcro della funziont: una \Olta che si sia inccn·cnuti crucntcmcnrc, ma dc,·e es\Crc iniziata fin dal primo momutto. ~on di meno "a C\trinsccata attravcr\0 fast c mt:todichc diffcrcnti nelle ,·arie rappt dd trattamento di riparazione della lt·~iom: tcnclinea. Anche se si tratti di un caso in cui l'opera della chirurgia sia indispt:nsahilc c pr<' ponderante. il fì.,iokint·sitt•rapista deve partecipare atti,·amt:ntt al trauamenro, ..ia prt·


parando, ~ia compktando e quindi nell'insieme facilitando l':ll.ione del chirurgo in maniera da conseguire dopo l'intenTntO un buon risultato funzionale nd più bre,·e tempo possibile. La fi,iokinesirerapia può conseguire scopi utili alla preparazione clell'opcrandn. come: a) ridurre i disturbi troflci (dolori, edema, aderenze); b) conservare una buona cscursionc articolare nelle articolazioni \'lCJiliSSim(; :1\ 'egmento interessato; c) >aggiare le possibil it~ di collaborazione da parte del malato dal punto Ji vista dell'intelligenza e della volontà con cui potrà in seguito partecipare attivarncnrc ai 'ari programmi della rieducazione funzionale. Il compito del fisiokincsiterapista sar~ quindi di,·iso in prl' c post-operatorio. PROGRAMMA l'Rl:.- OI' I. RATORl().

Il primo obictti,·o della fi~iokinesiu:rapia ..arà inte:.o nella eliminazione dci disturbi trofìci, del dolon.: c dell'edema. A tale ~copo si ricorrerà quindi alle corremi diadinamicht, al massaggio leggero per sfioramemo c all'idroterapia. I segmenti corporei in cui si è verificata la lesione, nel hagno si muovono meglio, ~ia per l'aziom: dell'acqua sulla cenestesi, sia perchè il calor<' produce un effetto sedativo ed analgesico, effetto ben coadiuvato dal massaggio manuak ~ubacquto nonchè dall'idromassaggio c dall'idropncumomassaggio. l<' applicazioni dci quali devono cs~ere graduali nell'intensità c nel tempo (in iziando con un gcuo sonilc appena perceuibik fino a due atmosfere in un quarto ù'ora). Si pas\a quindi alle: mo bilizzazioni sia anivc che passive delle anicolnioni del segmento colpito. Giunti a quc· ~la fase ~i può tracciare un bilancio del la siruazione che rappresenta una dcllr basi indi ~pcnsabili pcrchè il chirurgo po\\O fissan· un programma operativo. PROGR.~MM:\ POS1 OI'EKATUI\1().

I n quc:Ma fa,e la collahora?.ionc fra 1l chirurgo l' il tìsiokinesitcrapiMa c indi>pcn particolare importanza. Il trattamento Ji ricducazionc funzionak infatti non può prescindere dalla "alutazionc dci principi che hanno guidato il trattamento ne da guclli che hanno mdiriaato ~ulla tecnica operatoria seguita, nè può disconO\Ccrc l'n o luzione anatomopatologica e funzionale.: dei tendini dopo il tr:utamento. In un primi,,imo momento i principi lì~iokinesiterapici si limitano a far ossenart: la migliore posizione aftil1chè sia evitata la formazione e favorita la risoluziom· del l'edema. E' importante che il (ì,iotcrapista non abbandoni il paziente in questo periodo affìnchè non ci ,ia solutione di continuità, anche se non si può far ùi più ùi quanto 'opra scritto. Qucsro accorgimt·nto ha una azione psicologica di note\ olc valore sul mabro c la sua importanza per la futura ripresa funziona le. Il tranamcnto ricducati,·o \ero c proprio inizia più tardi dopo 1 1 2 2 serrimam: circa dall'inten·cnto chirurgico, cd, in linea generale, ripete le d ircnin: riportate nd seguente schema, graduando in pratica nella quantità nella progressione c nella durata. le differenti applicazioni in fun7.ione delle condizioni dci singoli soggetti: a) nella prima sl'ltimana applica7.ione di calore radiante, massaggio per stìoramento ~upcrficialc. seguiti da esercizi arrivi c dalla ricducazione muscolare: h) nella secottda ~cuimana eserciti atti' i contro resistenza clasrica; c) nella terza settimana si iniziano esercizi attivi contro rcsistt:nza inwminciando d:~ pochi movimc.:nri fìno ad arrivare alle 6o-Ro ripeti7ioni nella giornata. E' utile al termine di ogni serriman:1 proCl·dcre sempre ad un accurato esame. ond(' rì~~are una valutai.ÌOue ohicniq dci progressivi 'radi di recupcro funzionale del soggt·uo. ~:~bi le c di


RIASSUNTO. - Gli AA., non c~isrcndo in letteratura che quadri frammentari >ulla terapia delle tendinopatie dcgcncratiw da sforzo, hanno ritenuto utile dedican·i uno studio sistematico particolareggiato apportandovi il contributo della loro c>pcricnza. RÉsuMÉ. -

Lcs auteurs, n 'éxi,tant pa> e n littérature quc incomplctes informatiom:., dégénéra rives des tendons, onr estimé utile J'y dédier une étude systématiquc et particularisée on en apporrant la contrihution de lcur expériencc. ~ur la thérapie Ùt:> maladies

SuMMARY. - Tht: Author~, t:xi.,ring in literature only encompletcd information on rhe therapy of the degenerative diseases o( the tendons. cstimatcd useful to make a sistematic and detailed study contributing with ali their expcricncc.

BIBLlOGR.\FL\

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AUFRANC o. E., LARSO:-l c.

THuM~E'l

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Tti0\1!>1:.~ \\' . : Sportmed .. n. 7• l<J35·

z,-.OLI R.. lJAI Mol'TE A.: Rclaz. al '\Il Congr. ~az. ;\[cd. Sporti\ a, Bologna - Sal,o maggiore.-. maggio T95Y·


OSI'I! I>.\LE ~IILlTi\RF "L. llOì'\0/110 Ili BARI ll•rcttur<:: Col. Mnl. Don. R. T n \l\\1 RLI',\RTO CIIIRL' RGI.\ C;opo J(rp.trto : Tcn . Col. Prol . .\. \1 '' 1 KIIRJLJ L

ANGIOMA MUSCOLARE DELL'AVAMBRACCIO CONS!DER. lZIONI .-JNAT0\10 CLINICHE

..t PROPOSITO DT UN C. /SO

Ten. Col. Mcd. Prof. A. Mastrorilli, capo reparto S. Ten. Mcd. Dott. P. Avitto, assistente

Rcccmemenll' ~ capitalo alla no\Lra osserva~ ione un ca~o di una certa im})orranza clt nica ~ia per i problemi di diagnostica differenziale ai lìnt di un efficace trattamento tera pc:unco ~ia per le difficoltà interpn:rativc di ordine istoparologico che il caso ha po~to. Trauasi di un caso di emangioma muscol:lrc di tipo cirsoideo scleroti zz:Ho, localìt t.ato all'avambraccio ~ini~rro.

Soldaro D. R. di annt .w; arrivalO il Rari il ro ottobre 1966.

g iugno r<;66: ricoH-raro presso l'O. yf. di

. I.F. t' A.P.R.: negauva. A.P.P.: da circa cinque mc~i il giovan~.: ha notaLO una tumefazione: alla regionl latero po~teriore Jel scgmt:nto pro~~imale dell'avambraccio sini ~tro di forma sferoidak t: d1 comistenza duro-el:mica. Per rak infermità \'Cnnc ricoverato in data r l ago~to tl)66 prcs~o l'O. M. di Brescia, dove fu -.ouoposto ad interve nto per H ernia muscolare ,, dd l'avambraccio ~i nisrro. Dopo l' intcrvcnw comparvero deficit dell'ulnare, dolori di tipo causalgico e progressivo aumento di \'OlumL della tumefazione fino a raggiungere k attuali Jimen~ioni di una grossa arancia. In dnta 10 ottobre 1966 al termine Ji licen~a di convalescenza viene in viato al Rq>arto di osservazione dell'O. M. di Rari c di qui trasferito al nostro Reparto. E.<tl'llt: obiellH'O gmaale: soggeuo normottpo in buone condizionj generali. Organi <'d apparati vari indenni.

E<ame obu:ttivo loatlt": l'arto ~upe riore ~inistro ~i presenta normoatteggiato; ali\ ~tremo prossimalc dcll'a,·ambraccio \ini~tro dal lato ulnarc si nota una tumefazione dd

\'olumt· di una grossa arancia, di consistenza duro-ela,t ica, ricoperta da cute tesa con cicatrice longitudinale per pn:gres~o intervento operatorio (fìgg. 1 c 2). L:a massa ~ ben -;postabilc sui piani supcrlìciali. fi~~a su quelli profondi c sembra che inglobi completa mente le ma~se muscolari della loggia ulnarc:. dolemL alla prcs~ione; non si apprezzano variazioni della temperatura cutanea; è presente mode~to reticolo vcnoso. La mano sini stra è in aneggi:Jmento bened icente con spiccata arrolì:a dci muscoli imc ro~sei ed ip<' resre-.ia tattilc nel rcrritorio d i inncn·a7 ionc dcl l'ulnare.


Fig. 1.

' rig. 1.

F.scm11 di luborutono: c~arnc emocronl<JCILOml·Lnco: Hh - !!o ; G.R. = 4-3Ho.ooo: V.G. = 0,93; G. B. - H.ooo; formula lcucocil:tria = N. 72" ., ; L. 25 ; M. I 0 ' 0 ; E. 2 " . ;\zotcmia: gr. Od5~10: glicem ia: gr. r%o. 1-':kuroforcsi: albumine 51 ";, ; alfa y globu lint: ~ 0 ' ; alfa ·r globuline 1 ~ o ; hetaglobu li n.: 10"' ; gamma globu lint 2~" . E~amt• ddlt urinl·: nei limiti della norma.


Esame X-grafico dell'avambraccio sin. (rd. n. 12916); lieve decalcificazione <ki capt O\:.Ci del gomito c \Otùle banderclla periostea al di sopra del condilo omeralc <'\tcru (fig. 3)·

Diario dinico. Con diagnosi clinica di probabile ncoplasia dci muscoli tldl'avambraccio sin. il gio vane viene sottopo~to ad intervento bioptico in data 23 ottobre ~~- All'inteC\·cnto c~l guito in anestesia locale si nota massa di consistenza dura, molto sanguinamc c stn tlt.:mc al taglio per cui il frammento di tessuto asportato risult:l di piccole dimen,ioni l

Fig. ).

font· insufltcientc per l'c~aml. t\tologtco. Que\to rst·guiw prt·,;o l btituto di anatomia nl i'tOlogia parologica di Bari non evidenzia dif::mi lesioni di rilievo tranne che segni di sofferenza :1 carico di alcune Jìbrc lliUscolari (rcf. n. 40040). Nonostante la ncgativit ;'t dell'esame bioptico in considerazione dei caratteri clinici ad andamento c,·olutivo della tumefazione, dopo a,·er consultato il Centro tu mori di Bari si decide di eseguire roe n t gt·ntcrapia. Per la scarsa dlicacia tli tale trattamento si decide di esq~uirc una num a biopsia più ampia c 'u ma"a mmcolarc dopo aver inci\o l'apotH:nmi muscolarl'. L'csamL iMo


logico ,•iene fano c.o.cguin.: pre~so gli hcituri di anatomia patologtca di Bari e Firc.:nn con ri~ultaro ancora contra~tame come si può riJe,·are dai ri~petti,·i reperti che 'engonn J i seguito riportati: I reperto (rcL n. 4373()): tessuto mu~colan: con fenomeni d1 atrofia c di ~o~titu ­ z io nc sclerojalina senza segni di proliferazionc epiteliale atipica. Il reperto (rd. n. 107150): numerosi \'asdlini di,·crsi per calibro e per configura zione, ciuffi di cavità ju~tapposte l'una c l'altra e separate da ~ttili scpimemi, ripic:nt. di ~angue c fornite eh parett: sottik ri,·cMitc di endotelio. Assenza di fenomeni tl1 ~-ndo­ pcrivasculite e di micronoduli epitcliod1 o dt cordoni cndQ[elialt proliferanti nei connettivi anche all'esame senato delle sezioni istologiche. Si notano lìbrc muscolari jalunzzatc. D iagnosi iswpatologica: angioma cirsoidl'O senza segni di proliferazionc maligna. Tn considerazione d i tale definizione diagnostica il paziente viene sottoposto in data 20 d icembre 1966 ad intervcnto operatorio per l'asportazione radicale della mass:t angin mato\a. All'intcn·emo si riscontra che la mas'a nt:opla.<.tica è inglobata nella compagine dd muscolo flessore superficiale delle dica. che è ndotto a pochi fasci. Il nerYo ulnarc 111 corrispondenza ddla massa ncoformata è imbrigliato da tessuto cicatriziale, si pn.~c.:nta integro ma di calibro più sottile in corrispondt•nza del tratlo inglobato. La massa asportata si presenta macrmcopicamcntc <.l i con~i~tenza du ro-e l a~tica, d1 colorito giallastro, ricoperta da fibre muscolari della grandezza c forma di una grm~a pera, del peso di circa 400 grammi. Una pam· del pezzo operatorio viene inviato all'hti tuto di anatomia patologica di Bari per 1\·,;unc microscopico. L\:~amc iswlogico sc.:riato sul pezzo opçratorio ha eddcn7iato t! quadro di un t:man gioma di muscolo scheletrico con aspeni capillari, angioblasuci c c;-~n:rnosi (rcf. n. +HX3. microfotografie n. 4 a - h - c - d - c - f). Il decorso post-opcratorio è stato apirt'trico, non complicato cd il giovane \'ienl Ji. messo guarito.

Co'SIDI R.·\ZIO!"I

I'ATOGfl:--JI-.IICHI:.

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A'-1.-\TOMO Cll:-o;ICIIE

SI'GI.I

\'<CIO~fl

~H:SCOLARI.

Gli angiomi dei muscoli striati rapprc.:sentano affezioni cumorali benigne che. ' e non eccezionali, po"ono t:\St:re considerate piuuosto rare. Per quanto le prime de~cri ­ zioni di queste lc~ioni si fanno risalire nella kttcratura a Cru,eilhi('r (r!l4o) c a Liston (1843) spetta al Muscau.:llo ( 1894) il merito di a\'t:r definito nosografìcamente l'angioma m uscolare c d i a,·crnc formulato la prima d istillzionc a naromopawlogica in angiomi capillari, venosi, arte riosi. cavcrno~i c misti. Succes~ivamcmc numerosi AA. si sono occupati dcll'::~rgomcnto.

1.:: da riJe,·are a proposito della reale incidenza di tali affczwni che, mentre gli an giorni in genere sono piuuosro frequcmi rapprcsenrando secondo Bormann il 2-( d1 tuui i tumori dcll'organi,mo cd il ;'' dci tumori benigni, la loro localizzazione museo !are invece è piutto\CO rar:l. \Vatson c ~ac Carthy difatti hanno riscontrato che sol(l nello o,8 °/, su 1308 casi di angioma l'affe7.ione era a carico <.Ici muscol i striati Kap lan t' Torcson riportano che lino al 1948 erano stati descritti complcssivamenre 35.~ ca,i: Chiappara riporta che lino al t957 gli angiomi muscolari descriui ndla lcncratura a,. sommerebbero a 402. In base a quanto indicano i dati della letteratura si può ritenere però che glt ww angiomi a sede mmcolarr non siano così rari come si pcma in quanto numero'i ca'i poNmo sfuggire all'o~~t' r\'azione clinica perchè a~intomatici. In rapporto alle ~~.:di più frequentemente.: interessate le ~t:ttistiche riportano una mag~ giore incide nza a carico dc.:gl i arti (67° ) r i ~pc.:no al tro nco c alb testa ('!3 c~ ) cd una maggiore incide nza agli arti inferiori (42 ' ) rispetto a guclli superiori (25 ". ).


EnovATOGENJ-.~1.

.\ propo~ito della etiopatogcne\1 c di una csana tlctiniziont no~ologica Ji tali atll zioni esiste a tutt'oggi una grande confusione tra i vari :\A. che ,i sono mtcressati dd l'argome nto. \Virchow ( tH54) per primo aveva sostenuto una genesi ncoplastica degli angiomi ritenendo che uno •limolo irritatÌ\'O indotto da un ematoma potrt·bbe condiz1o nacc una e\olu:t.ione in \C:n~ neopla,tico dei tessuti connettivi. ,\ ~sregno di qut ''a teoria neopla~tica ci sarebbero o~~erva?.ioni Ji angiomi a caram·rc infìlrrati\0 c di n·c• dive dopo asporrnzionc. ,\ila contro l'ipotc~i di Wirchow. nel 1904 Albr<.:ch r suggem·:1 l'ipotesi di una genesi malformati va ~uccc:~~ivament<.: wiluppata da Bor~t ( 1<)12). Allo stato auuale per quanto il problema tlclla gem 'i degli angiomi muKolaci non po~~a considcrar'i definitivamente ri,olro, la maggior parte degli A:\. sembra orientar't verso una genesi malforma riva ' u hase congenita os&ia gli angiomi prentlcn.:bbcro on gine tla indu, ioni embrionarie di tessuto ,·ascolace. Tale interpretazione genetica 'Pi' ghen.:bbe la pos,ibilit.ì che altri fatton concau~ali pos,ono es~en.: re,ponsabili di !><:atcnar< o rivelare la differenziazione di re~itlui embrionali in \enso amarwmatoso sotto l'azioni' di stimoli vari (fattori tO\\ici. infettivi. rraum :nici e forse endocrini ).

l· 1g. 4· - J)i,Jgno>i i>ttlp.,wlogica dd pezzo oprr.ttorio: ema r)gioma dd muscolo .~rhclttrico con a>petti c;lpillari, anj!ioblastici c vcnosi. ''-l>: va~• c.1pillari \,rriameme concamerali con lume ap1>e:n.1 accenn.Ho. compro l in un connclll\o coll.1gcno nel 'lualc resicluann Jìbre mii\Wiari striate atrofiche c soften:nti. I va!-.i capillari talora ~ì ciisponguno a coron.1 attorno ai va~i di rn:1g~10r ca libro ( l':m . Eo>. 6o e 6o x). ,. -d: particolari ddl<: precedenti (Em. Eo~ .• ~o e 1~0 >< ). e-/: fibre mmcolari :mnlicht· murate nel cnll,tgcnn che: circonda 1 '·''l di maggior cahbru (Jl~n c 1!-o x).

Fig. 4 a.


Fig.~ b.

Fig. 4 c.


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Fig. 4 d .

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Fig. 4 e.


52 I

Fig. 4 / .

! niaui è 'c:no talora constatalO un ncs~o rronologico cr;l traumi c mal:mic infcuivc da una parte: cd in,orgcnza clincca di un angioma mu\colare clall'altra parte, per cui qualche ,\utorc ha ritenuto eh< tali enntt pacologici pott\\Cro 3\sumcn: un ruolo importante nel loro Jetermini.,mo. .-\llo ~taLO .ttt uale però si ritknc che faHori traumatici. ro~~ici, inteni' i c for~e anchL J"t ndocrini pos~ano a\·erL importanL:a come concause nell'accderarc: il processo evoluu,·o di un 'affeziom: preesistcntc: per quanto a~intomarica. E' noto infacci che.: e~istono ca.,i di angiomi c he: rima;ti ; ilenti per lungo 1cmpo h:H1nn richiamaro l':lttt·nzione del pa;icnte per un rapido accrc>cimento o pc:r la comparsa di dolore in coincidenza con un trauma o con una malauia cn,sinfetri' a .

. \ ''1.\TOMIA PATOL()(, IC:A.

Da un punto di ,·ista anatomop:nologiw gli angiomi muscolari si pre,t·ncano macro:.copicamenrL come tumefazioni di consi;tc:nza -.pugnosa. mammellonatc:, di colorito ,.i. no\0, mal tlclimitati tranne: nLi ca,i Ji tìbroangiomi in cui pu(, esistere una cap;ula con netti,·ale ben diffc.:renziata. Si '' iluppano o nella rete \'ascolan: dci mu-.coli o nel peri mi;io tra le fibre mmcolari. Durante l'inre r\'cnto mostrano l'nspetto di un mu~coio ricco di vene varicm.e. di colorito bluastro; alla sezione si notano 'paz i cavernosi fra k fibre mu~colari che l)()"ono essere completamente ,o, ciruite dal L~'\\Ulo \'ascolarc neoformato con ,·ario grado di disper~ionl o degc:ncrazionc muscolare oppure po~o,ono re5tarc ben delimitate incapsulate o fu,c con i tessuti nc:oformati. Po,,ono così a\Tr\i forme cirro\Crittc. parzialmente circoscrim. o tl iffuse 111 rapporto alla varia quamità della compont·nte tìbroconnc:lli\'alc. ,\!icroscopi::am<.:ntc il rumore è coMituito Ja dementi va,colari contenuti in uno srro ma connetti\ aie. Le lacune ':J\colari po~'cggono un ri,·e\tim<:nto cndorclialc \CnL:a però una parete ben definita come i ''a>Ì ~anguignc normali.

~1


Si distinguono tre principali forme i,wpatologicht: a 'econda del tipo di \'aSl prl valenti: t) la forma capillar(': l' car:merikz::tt:l dalla neoform:1zione di capillari distribu11 i in una rete ~ottile con endotelio ben diffcr<:nz iato c :.troma connettivale las~o; 2) la forma caz,emo<tJ: ì: la più fn·qut·•ttc ed è caratterizzata da gro,>i !tpazi \',J 'colari dilatati con pareti alterate c ingorgau di sangue; sono rivestiti dt endotelio p1a1tr c si estendono più profondamente nel te5\Uto cellulare che non la form:l capillare. Sono generalmente eli tipo diffuso c possono talor:l presentare: carau rre invasivo. Quando nel l'accrescimento Ji tali tumori interviene una prolifcrazione auiva delle cellule endott liali si ha la " \'arictà angioblaMica "· Se invcct: l'accrescimt' nto è lenro la rete \'a~col.~rt può presentare l'aspetro di "a'i ~anguigni adulti e gli spazi vascolari 'ono circondati da tibrocellulc mu,colari con tc,,uro fìbroconneni\·ale potendo~i così a\·ert· una .. \·anu:. \Cnosa ,. o ,, ar1eriosa ,. a seconda del tipo di \a'ì diffen.:nzi:~ri; 3) le forme miste: sono caratterizz.atc: dalla prevaknza più o meno spiccata di rcssuù mesenchimatosi a carico dello stroma c \·cngono definiti tìbroangiomi, angiolipo mi, t-ìbrolipoangiomi lipomixoangiomi ccc. a <,cconda dci tipi di tessuti prevalenti. L'e\·oluzione anaromocli111ca di tali affezioni può es~crt caraHerizzata da fenomuu rrombotici. infiammatori. tra,formazione tibrma dello ~troma con rcgrc~.,ione cicatri ziale, da calcifìca:rionc dci trom bi con formazione di flcboliri c da ossirìc:~:i',ionc per nH taplasia cellulare. ~( \:>.IH.ST\ZI O"I C'lt:>.ICHf.

Clinicamente tali {llmori po~~ono cs~crc del tutto a~inwmatici oppure possono dare una sintomawlogia mollo varin legata a fenomeni di compressione o a complicanz(' trombotiche o inlìammatoric.. [ segni clinici di maggior rilievo po'>sono cosl schematizzar~i: 1) il dolore: è il ~intorno più importanre cd è pn:s<:nrc nella magg•oranza dei casi; 111 genere di tipo gra\·ativo con sensazione di tensione; talora di tipo urcntc ~e esistono complicanze infiammatorie. i\ volte invece può <:Ssere di tipo nevralgico o pareste~ico per compression(; dì nervi periferici. La sintomawlogìa c.lo l oro~a caratterizza queste affe/.ioni in quanto nessun tumore benigno (ad eccezione dc.-i tumori glomici) può provo care. fenomeni dolorosi co:.l ìntc.nsi (Sebdlin); 2) la tumefazione: (: prt·.,eme nel 91 y'l~ dei cas1; di dimensioni variabili è rappresentata di ~olito da una ma~.,a spugno~a. mal ddirnitabik, a noduli multipli o di tipo diffuso con ten~ione molle clastica, riducibilc. a volte fluuunntc. Elevando l'arto o bloc cando il circolo locale la ma.,sa può ridur,i. La consistcnz:J delle masse angiomatose può \'ariare quando coc~i;tono ft·nomtni tromhoti r i o quando prevale la componenre libro connettiva!<: come nel nmtro ca'>o; 3) presenza d1 flebo/ili l'\'idenziabili nll'l',amc radiogralìco: ~econdo Shallow sono presenri nel 49°'o circa dci cnsi c per quanto non patognomonici hanno notevole imporranza per la definizione diagnostica; 4} /esiQ/11 os.<ee da reat.ionc secondari:!: sono riscontrabili quando l'angioma mu'>Colare assumt· carattere i m a'>i\o o espan,iHl come abbwmo potuto o'~crvare nel caso da noi prc'>cntaro. DIAGNOSI lli i·H.HI':-.IZ I AU:.

L'esatta definizione diagno,uca degli angiomi muscol:~ri t: resa talora diftìcile oltre che per la relati\·a rarità dell'affezione soprauutto per la 'l'(lt spesso profonda nel ventre


mu:,colare; la diagno~i esatta ~i dcn basare sull"t:tà gio"an1k dci soggrn1. ~ulla dokn;;ia più o meno spiccata, sull'assenta di modifìcai'.ione dello staiO generali'. '>ulla riducibilìtà della rumcfa7.ione con la comprc'>sione. La diagnosi difkrmziale Jn 1 farsi con: 1) processi flogt'>llct: pc:r l'a...,_.nza di scgm infiammatori locali. di rcmpcralllra febbrile c per la durala ddl'affet.IOJK;

2) tumori henigm come il lipoma c le ci'>tÌ dermoidi: pcr l'a"cllta di dulort', di lobulazionL apprezzahilc. per l'assenza di adt:rLnta alla cu11 sovra.. tantt'. per la hssità ai piani profondi c la fuorimcim di sangue mnliantL punlllra esplorati\ a; dal lìhroma per la profondità della m:~s~a c pn la comisu.:nt.:l rnollicria; d:.l ncurinon1a di un 11crvo periferico per la manc:lrMa di do lore irradiato car:.ncris1 icamcntc al 1crritorio di inm:r ,·azione. F' d:. rile\·are che l'angwma mmcolarc comprimendo o infihrando un nervo periferico può pro,·ocarL una sindrome neurologiCa irritati\a o compn·ssn·a. comt si è verificato nd c:tso procntalO. 3) tl'llie muscolnri: perchl· in gcner1· queste sono pro\'vistc di un cercine corrispondente alla lacera1iont· fasciali' c '>ono nitlentiabili twlla conrraziorw muscolare c di solito sono incloknu: -l) aneurismi: sono più frcqut.:nti nell\:1à adulta c 'ono caran~·nuJtl da una pul~atilit~ '>incrona con il pobo arterioso, dal fenomeno dd thrill e dal frnniro palpatorio.

5) ematoma organi;zaro: per la lungn Jurata ddl':~ffcziotw evcnw traumatico:

~

per l'assenta di

o) ncopla~ia maligna: per l'assenza di fenomeni 11111ltrati' '· d t mcta~ta'>Ì ltnfo ghiandolari. per l'accrt''>Cimenw 111 genere lento c per h- condizioni ).?.L'ncrali in gmerc buone.

EvoLL ZI0'-1. L'IIOG:\0\1 E H RAPI' L'evoluzione degli angiomi mu '>colari e nwlr o vnriabilc f.',1cn cs<.:llltt·nro a ,·o lte i.· volte i: ralmcmc rapido da raggiungt-re in poco u.:mpo dimcn~ioni tali da richtedcrc un pronto inrern·nto allo scopo di C\ imre fmomcni di compn'~'ione a carico di strutture ncnose. di gro'>\1 vasi c della mass.a muscolare ~tC\\J. La prognosi di tali affeziom l: in genere famta, tranandmi di un rumorr br.:mgno cht: non d~ Jiffusione mctaswsica. Sono staw ~cgnalat c nella kueratura alcune recidive che in gencn.: ~ono dovute ad una asponnionc incomph.:ta 'pccic ljUando si tr:1llJ di forme diffme o erroneamente diagnisticate. Per quanro \·ari pro\\·edimcnti terapcuuo wno ~rau propo'>tl nl anuari allo stato anuale la cura di elezwne è l'intr.:n·l·nto chi rurgico con radicale a~portaL.ione del LC~suto angiomato~o. La radioterapia, la tt·rapia sclero.,ante, l'elettrocoagulazione: sono rurr i pro cedimenri che non danno risulrari costami come la terapia chirurgica c non sono privi di incommienti. E' da rilevar<.: moltrc: che la terapia chirurgica di cxeresi completa può altresì comportart· dt:lìcit funticmali in rapporto all'importanza funt.ionale dci gruppi muscolari asportati o alla inva ~ione di tronchi vascolari c: nervo~i da parte cl<'li:l massa angioma rosa. Ciò i: importante tcrwr presente.: ai fini di 'aiutare l'opportunità dcii:J rcr:~pia <.la praticare cd a1 fìni della \·alutazìom medico-lc.:gak eli cn·nutali postumi postoperatori. c~trcmamcnte lento. a

Co:-<swERAZlONL coNci U\lve.

_-\Ila luce di quanto esposto il caso da noi studiato ha prl·scntaro llllli i caratteri eia.;.. Jcll'angioma mu~cola.rc sia dal punto di 'ista clinico che istoparologico. l'\cll'anam nesi ad un più accur:uo esame si ì· ml·sso in evidenza l'csi'>tt:nza di un trauma di lieYc

~JCÌ


cntiLn ::1 caraucrc contusivo per caduta sull'avambraccio di timom: di pezzo J'arriglit-rt,t : talt: trauma si era verificato circa un mese prima dcU'insorgenza della turnefa ..done. Ct•'• potrebbe spiegare l'iniziai(' diagno'i di ernia muscolart: c l'ultcnore e\·olversi delia twn formazione angiomatma. Dal trauma contu~ivo anche se apparenLl'mcnte lic\'c tanto d 1 essere stato sOllO\·alurato dal paziente stesso, può aver preso origine l'ultcriore C\'olu zionc dci proccs'o angiomaroso, probahilmcmc.: già in formazionc per inclus10ne th r sidui va<;eolari embrionali. La rapida crescita dt'lla tumefa;.ionc. la -;inLomatologi:~ dolorma di tipo paresrcsll·o a carico dell'ulnan:, la fìssid e la Jurcua Jdla massa stc.:ssa ci a\'cvano indotto a prcn derc in considerazione 1\:venruak· presenza di un rabdomiosarcoma per cui si dcci" l'esame bioptico, ,. succcssi\ amcnte, anchc di fronte :~11<1 sua ncgarività. l'intzio di u11 trattamento rocntgemcrapico, che fu sospeso per la sua SC<lrsa efficacia e per l'acccnru,t ziom· Jci disturbi clinici. Si decise pertanto di praticar<.' int<.-r,·ento di excn•,i chirurgi<'a della massa ncoformata. Di qui b conclusione C'h e le diagno'i \Ìa via prospettare di crnia muscolan:, Ji r Jh· domios::trcoma t•d infine di cmo-angioma mu,C'olar(' po>>ono trovare adeguata spie~~ zionc nc·llc caratteristiche cliniche c nel dubbio di una precisa ddìnizionc Ì'>topatologi<.t prc.:scntata dal ra,o. Tali Jiflìcolrà Ùl diagno\ttea diffen:n.lialc ci hanno ~ptniO alla do.. u mentazione del ca\0 allo \Copo di portare un ulteriore contributo alla COIHNenza di talt affezioni che, pl·r <Jil<llllO non ccccr.ionalmcntl' rare, po.,.,ono ralor::t ri~contrar,i ancht• in soggc11 i gio,·ani. Rt.\~SliKTO. (,li \.\. prcsent:Jno url C:J\O di angwma ça,·crno'o Ùt·i mu,roli '>tn:ttt dell':tvambraccio. Dopo un<~ bre\T ra>-,cgna bibliogral1c:J .. ull'argomcnto cd <1lcum: con ~iderazioni \ull'imcrprewzione isropatogenetica c ~ulla natura degli angiomi. gli :\.-\. ,, soffl·rmano alb discu~sionc di imporrami problemi di diagnosi Jificrenzialc pre,._·ntart dal ca'o ossenato, specie per un a prcC"isa dcii 11 i7.ione istoparologic:t. Riw~u:. Ll'S .\..\. pré'>cntent un ca~ d'angiomc ca,·crncux dcs mu.,..-Ic, ,trié' d<: l'avanr-bras. .\pr~s une rcvuc de la btbliographic dan~ la litteraturc et apr~' dcs consr dératiorh sur la origin et l:t nature dcs angiomcs, Ics ;\A. traitct\l la diagno'c diffén·n riellc d'un ca> pcr~onal, panicukrmcnr pour llllL cxact lnterpn:tation histopathologiyu<.

SoMMAR\'. - Thc ,\,\. prcscnt a case of ca \ernou ~ angioma of fon·arm's mu~ck. After a bibliogr::tphic rt:\'Ìt'W o[ the litcrature and somt: consideratiom on the rhcorit:'> of the angiom's ori gin, the •\,\. di,cu's the diffcrcntial dtagnosi' of the pcr\Onal ca''-· panicularly. to an exact intcrpreration hystopathologir.

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OSPI'.DALE M II. ITARE PJUNCI PALE l l! l >ir.:unrc · ('.,!

M<'rl. lktt. (,.

F!RE~ZI·

Pl/11'-'1 LO

PROBLEMI ED ORIENTAMENTI ATTUALI SUL TRAPIANTO DI ORGANI E DI TESSUTI * Tt" n. Col.

l.

~h·d.

Prof.

Ro~ario

Ba,ile. capo reparto chirurgia

PRf \l'ES~.\.

Uno dci ramp i d i nccrca piLI attuali c ~uggc~ltn. 111 cui la chirurgia moderna h.1 conwguito innq~ahili progrt:\'>i. (· t.lllt Ilo dci tr<lpianti Ji organi. vcr~o cu1 la mcntt. dd l'uomo è stata '>ernpn: :mraua. dai primi 1cn1ati\'i puramente tecnici eh omotrap1an1n >ino alle prc~tigio,c rcnl1tzazioni .!ltuali, ..:h.: hanno rno ~cmpre pill conana b po.,,J bilirà di so~tituirt.· un organo irrn-.:nihi lmcnlt.: lc'>o con uno ~ano. La wolta tb:i,iYa vcr'>o la comprt mio m d t i comph "i prohkmi rdatid ai trapi;-cnra è legata all'abbandono ddla linea lradizionalt. - che ne impo'>t:l.\'3 la '>Oluz1onc ~u ha-.1 esdusivnmemc chirurgicht· - ed :JlJ'e,trnsioJH.: delle.: rin:rche al campo d<·lb biologia. In dfm i. il problema dei trap ianti l' biologico prima ..:hc chirurgico. Il num·o ori.:nramcnto ddlt: indagini ha roo pm-.ibtle la '>Copara di campi tin •ra inc,plorari, cht toccano in'>it'mL gt·nt·tica. immunologia, farmacologia. chirurgia c -.ollt ,·ano implicazioni di ordine erim t'giuridico. c ì: dcriv:Ha una vasta gamma di acyui ~i7ioni, che pmsono e~scr compr<.:~t ,olo altr:JI<.:r'o una \isionc coordinala ed unitaria della materia, 'pccie per cit'. che riguarda l'intrrprcta/IIIIK dd meccani~mo di elim111a t..iont· di un trapinnro. la cono~ccnt.a della strullura degli i\toantigenì, Jclb genesi c dd ruolo delle cdluk immuni 1arie, della tolleranz;J - naturale o artificialmeJHl' inùotta rcr>n il trapianro. delle modalità di prelil'\O c Ji con,cn·aziolll.:. degli organi da tra piant:Jrc. Per conseguire tali obieni,·i, 'i rende indi,pcmabilt un concrc10 c co'tantc: dialogo fra chirurgo e biologo. non potendo la sola ch irurgia chL: prescinda da un'adcgu:H:J preparazione:· biologica Ji hasL: - ri.,pondcrc ai ,·ari c:1uniti. anche \e attr:l\'C.. r\0 il pa segumwnto di una più rigoro\a tecnica opera10na. Sono quc\H', in sinH·,i, le imprc:-.,ioni cht· ho riportare, partecipando al Symposiurn internazionale ,u [ " Trnpiamo dì organi c di tessuti " · tenuto a Bnd Homburg ((>-H nlto hrt· •y66}. sotto l'egida delb Clinica chirurgica dell'Uni,rr,ità di l'rancofortc: 'ul .\leno. L'argomento - dì p:micolan intere~~e dal lato 1111munobiologìco e chirurgico h:~ rirhiarnato \Judiosi d i "ari Pac.,i europei t•d extraeuropei . La panecip:17.ionc ad un Symlm,ium è ~rmprc di gra1tdc tuilitn per la possibi lit.ì che offre di auingt·rt· -di pri ma mano c da fonti molto qualiticatc: in cnm1m imcrna;ionalc - notizit.:. l'omt.: nd ca'>o 'i)ecilico, su argmncnri dt grande monwnto. di pott'n7iak wiluppo c ri\olu1..ionari, pc1 ciò che anicne .dlt prospcui,·t· aputr alla \0\lituz.ionc di nrgani nella pntologia um:\ll:J. Ln presente ~·,posizionr 1·uole t'"-LTC ~o l o un'elahoraz.ione ddle comunicn;ioni piì:1 'ignilìcati,·r. cht \ono '>t:ttt ordinaiL 'ccondo una ~ucu·"1one l'onw~uenzialL.


l.In orno- od etero-trapianto non prc~u1ta. ttdk prirn~· battute evol uti\'c, alcun carat tc.:re di differenziazione l.ia un auro-traptanto. Tuno la:.cta supporre un decor~o tran q u illo (inosculazione della rctt.: emolinf::11ica del trapianto in tludla Jell'ospirc, con,cr 1 azione dd norma !t: n'petto degli d eme n t i fondamentali). Dopo :~lcuni giorni (una ~citi mana o poco più), '>i a"im:. però, ad una progre~\i\'a modilic:lt.ionc delle normali caratrcri~tiche macro c mi("ro~copiche dd trapi:mto stesso: aumento di comi\tenza, altera zioni cromatiche. tpen'mia pas\i\'a, fragilit?t 'a'alc c con~<.:gul·nti m10rragie, infiltraziom:. di cclluk rotonde (linfoc:iti c plasm:~cdlulc immature) l-t· <J. ro 1. t ui segue, con m va riata monotonia, la n~·crosi cd il rigerro dd trapianto. E' ammissione comune che l'intollcr:lnza ver~o un rrapiatllo non auwlogo 'ia cfetcrminata da una rca;iont immunitaria provocata da antigeni contt:nuti nelle cellule del trapianro. cui è d<ll uta la compan.a, nd ~anguc dell'ospite. di anticorpi di 1·ario tipo (agglutinine. lisine, citot<l"itlt', ccc.). Perranto. il problema fondamentale nei procc,~J di trapianto ì: la produ7ionc di molecole a ~truttura complementan a quella c.kll'anugen~·; tak rt~po,ta immunO-'>Jlt:C'ilìca co'>titui'><."t la \'t'fa trappola. che porta al rigcuo dd tra pianto ~tesw. Dall'elaborazione di alcuni dati .,pcntnl..'nWii 'ugli a~p<.:lti genetici ddl'inuu;ionc della tolleranza t: sulb co no~cenza della i,tocornpatibilid :lntigenc negli animali di laboratorio 17· l) 1- (: emcr'a la lll'CC~'>ità di Mudiare nd Uettaglio la selezione di un dona torc che fmse il più idoneo per i trapianti 1!1 çampo clinico. ])'altra parre. lo '>tudio ,ulla po~sibilirà della wlkrarv a Jllltnunologrca 1cno organi o lt">'>Ull omologhi ha pc>'>to in chiara nidenza l'importanza della rclazwn1.. genetica fra donatore ~ riccuon:. qualt. dc mento decisi \O pc.:r l'induzione della wlkranza medesima. l n effetti, la rcazimll·, che porta alla nccrosi dd IC'>'>Uto c~tranco rraptantato. è tanto pi(r marcara quanto maggiore ,ja il grado di tlif(n<.:nta genetica fra o~pit~· ~· donatore. Poco si conosce sul numero c sull'cnrità delle forze rdativ~,.· all'iMocomp:nihilit:'l ami gcn<.: nell'uomo. Secondo alcuni studiosi lr7l. ralune eli qunte (orzc possono <.:<.scr<.: in dividuate nel patrimonio antigene dci kuwciti. nei quali sono stati finora ricnno'>C'iuti quindici antigeni. di cui almeno cinquc.: tntcrfui~wno nl.'i fenomeni di attcc("himmto del trapianto. E~istono. quindi. l'alide ragiom per ricercare un metodo fcdck pn la detcrminuionc del grado eh i~tocompatibilir:t fra donaton <.:d ospite. in yj,ta di un rrapianto. ,.

;\lt.'lODIC.\ PF.R l. l

\C'I-.1'1.\ llFL !Xll'ITOI\1 ..

l dh·er~i te'>l\, uultuabili per la '>Celta dd migliore donatore. ~no di lOIIjmlllo ( \la tching T csrs). i qualr Janno solo un orÌI..nlamcnro sul grado di diffc:rcnza antigene tr:l \'ari wggerri. l tests pi(l comuni '>ono: a. il tc>·t del tru•fenmento 1111/0titc.m o, che paragona lt• reaziom cutalll'\' degli tn tuali donatori, in ,~,.·guito ad iniezione intradcrmica di un numero costa me di linfo("ili dd riccuore (non Jl<lf<.: Ji grande \ alnrt•); l'\

b. d t t'SI della retl::iolll .. in 11110 "· che compara 1<: m od iiÌca;.ioni dei lcucociti dd ncetLOr~·. in pn:~en;a dt•i lcucociti di ria,cun donaror<. 1.'\·entuale (dà ri'>ultati di'>Cutibill): c. il tf'.<t dd 1m ''to irrc1diato, che studi a le reazioni c ul~Ul<.:C di cricèti - irradiati a do'>t' letale - dopo iniezione inrradcrmica di una doppia popolaz.ione linfocitaria (del


R.

0. I.

n_f_o_c_i_t-==i~ ,~

r-I_n_t_ r _a_d_e_rm _ o_ _ i _n_i_e_z_i_o_n_e_ _ d_i_ l_l._·

~ )pr:;~ifo;·

l ~· 1. T~u t!~/ <TUTIO trrt~diato Studio <ldk r~azwn1 cm.mcc del cnccto Jrrati!Jtu tC. I. ) dopo mtr:ldt" rmm niaion< d i lin tnc1 ll dd riC< ttore (R. ) " dd d(Jn.l lort cvcnll1.1k (l ). E./.

R.

ro t e mpo I nnest o ai cut e

D. E.

l1g . ' d.t l

Tfrt dd ta·o 11omo. \ .llut.Jzwnt· ddb durat.l <h 'nP'·'" \tnza dcll'llmt'l<i. c\'riHu;.dt• ( D. E. ) ,ti .. oggetto (~t, uomf, J pn.·,·cntiv.uru:nl<.: a mt n u nit 7~Ho

don.•torc..

con lnnc,to dd rin·unre (R.).


ricettore e di ciascun tlonatore eventuale). E' pnmaturo un g~t~di;io detìnitivo ,t.J 'alore del test (fig. 1 ); d. i/ test dr r<torompatibilitù indire/la o del terz o uomo , che confron ta la durata di sopravvivenza di innesti di pclk dai donatori eventuali al ~oggetto preventivam t:nt<.: immunizzato con inm:sto di pelle dd ricettorc (fig. 2). r ri~ultat i ~ono molto fedeli, ma la realizzazione dd metodo appare compb,a. In real tà, i tests auualmc:me disponibili non offrono sufllcÌI.ntc.: garanzia. ma danno wlranto dei ragguagli di valore inco~tantl'. D'altra parte, l: noto che la compatibilità eritrocitaria ABO fra donatore e ricettor<.: è nece~~aria, ma non ,uflìcienre [ 6, t 1]. E' auspicabile che ulteriori indagini diano un valido contnhuto alla soluz ione dd complesso problema.

Tcma!Ì\i incoragg•anu ~ono stau faui. nq~l i animali l nell'uomo, per 'opprimere la produzionl· di anticorpi - quale mpo.,ta all'azione degli antigeni da trapianto - c per evitare, quindi. la nccro~i cd il ngeno del te~~uto o dell'organo c~traneo da parte del soggetto ospite. Come agent i imn •u rw ,oppre~s •v• ..ono .,tnti impic~ati farmari c ~iero amilin(ocirario.

a. Farmao. La principale difficoltà nell'impiego di far maci immuno~1pprc.,.,i, i - allo \Copo di prolungare la soprav\'1\Til<:::t di omotrapianu o di trauart malattie autoimmuni - \: quella di raggiungere un utile effeno ~opprc~sivo, ~enza cau~arc tos:.icirà nel \oggetto. In primo luogo, occom-, yuindi, impiegare adeguati rnuodi di sdczionc per c~cl udcrc: dal trattamento quei \oggetti che dimostrino t:cccssi,·a scnsibilit;t all'azione to~sica del farmaco o che richiedano do,aggi proihitivi pr.:r ottenere un utik effetto immunmop prcssivo. Per ridurre. comunqut·. gli 'piacn oh dfctti tos,ici. \ono 'tatt· te m ate dd le com hi. na11oni di farmaci. urihnanclo: - ÙUl' o p•Ù agenti immunosoppn.:"i"i. per ottencn· un'atione sinc:rgica \t'Il/a corrisponckmc aunwnro th tossicità: - una sostanza soppressiva con altra, la ttualc, pur non avendo tale proprietà, ne po~t·nzi 1\:ffcno, modifìcandonc, per c'empio, la scissione o ritardandone l'escre;- ionc; - una so~tanza \Oppressi,·a con altra, cht: protegga scletti\'amente intcMino t: / o midollo osseo. sen7:l inttrferirc sull'a7ionc della prima. Ri,uilari interessanti sono stati ottenuti, impiegando dosaggi combinati di mt:tho· rrex:tto cd acido folico. mostarda azotata c ci,tcina. radiazioni l cistcamina [ 1 .

b. Siero antilinjoàtario (SA L). SAL - preparato immunizzando un animale (coniglio, pecora, cavallo) con lin fo cui di un animale di ' pecie diversa - ha dimmtrato una cfticace at.ionc immuno,op· pre~._i,·a.

Con SAL l: staro tmbito il rigetto dc.:ll'omoinnesto di pelk nei roditori c di rem nei cani. SAL anti uomo di ca,·allo t 'rato preparato ed unpit·gato clinicamLn!l con multati incoraggianti [tX I. La possibilità di impiego estensivo di tak \Ostan7a, in ricr.:ttori di organi o Ji tessuti trapiantati cd in pazienti affetti da rnalauil· au roimmuni cd allergiche, richicd ~· ulteriori indagini.


'5· - TRJ\I'IA:-;TJ Ell lNl'-F\'11

I'.~R'!I CO i t\RI.

a. Feguto. TI trapianro dd f~.:gaw, 'p<:ci~.: se e~guno orrotopicamcnre, impon~.: la soluzwnL dt complcs'i problemi tLrnici, d<:n,·anfi dalla doppia circola7.iont: ~anguigna ddrorgano L dalla sua scarsa rcsim·nza all'anossia. L 'argomento è staLO maggiormente approfondito in ~eguito ai risultati dci primi omotrapianti ortotopici - eseguiti nei cani - che hanno [atto registrare sopra'\ i\Tnz, sino a due anni c mcn;o, con ricorso frcqucme all'azwne immunosoppressi\·a ddl'aza thioprin::t, spesso per 4 5 me~i dopo l'inten·~.:ntQ. In cli nica, si sono oucnute 'o pranin:nzc limitate a sole lfC settimane; in quosi rutti i pazienti trattati, J'e'\itUS è a\ \'l'I1Ul0 per COI!lfJJicazioni \l'lliChC r !')], indipcndeniL'Illl:lllL' dal tipo di trapianto (etero- od ortotopico). Per il pcn,cguimcnw di oha·uivi pitt ambi;.iosi. dai 'ari srudio'>t \'engono au'>ptca~t· la d i,ponibilità di migliori agenti irnmunosopprcssiYi c l:t ricerca di t<.:\t'> più fcddi per lo studio dell'istorompatihilirà rro donatore nl nspitl.

h. Rmc Compnrari,amL'Ilt<.: ad altri organi, i maggiori progr<.:,,i nel c::~mpo dci trapianti di rene dt:rivano dalla parità dell'organo, dall'ag<.:voleaa della via J'acn·,so, dalla ~>empii cità dei problemi di chirurgia ,.a,colan: chL pone c dal facile controllo della '>U<l fun zionalità. lx -<>rgcnri di nfornimento ddl'organo. urilizzatL per il trapianto nell'uomo, .,ono rappre,<.:mare da don:nori umani viventi c non vÌ\'Cnti L da donatori animali vi\<.:nti.

Donaton umani t·ÌN'nti. Sono frttjUt:nt~·m..:ntc disponihili e prcfL·rihili ad altn donatori. Peraltro. l'uriliuazione di tale categona di 'oggclli <LÌ luogo a ,ai,· consitkr:vioni di ordini crico c. in molri Pac'>l. anche giundiro. l \'antagg-i ~ono: - minor g-rado Ji isch<:n11a a carico dd rme trapiantato L', Lluindi, migliore funzionalità: possihilità dt ndurre l'lllridenza ddla differenza biologica inrlividuak, ,eJe ;ionando il miglior donaron: trn i parenti '>irL'I ti. Gli walllaggi sono: - pericoli per il tlonatort. durame l' inrn\·ento pa il prelievo L succe~'ivarnent<.:: pn:~sione morale. diretta o indirclla. che può e\-.ere c~crcitata sul candidato donaLOrL, all'in~aputa del medico: il donatore può accL·nare la propria parre con rilur ranza o ,offrire d'un complc\~O di colpa se rifùtta: probkma finanziario. che può venir posw ~H:r il do11ator<.:. Un ~imilc :t-p<.:tto del problema aprircbbt.: la 'ia ad una scmprL più esa,pcrata specula; ione commncialc.

lJon•IIOn umam non t·wcnll. [n <-JUasi tutti i Pae~i. la posit-iotK' giuridica dd pre liem eli rmi dal catlavere Ì; mal ddìnira. C::tlnc 12] lamenta k difficolrà che >'i ncon trano in c;ran Bretagna. quando 'i cerchi di intlividuan: chi debba dare il pt:·rnw~'>o per il prdie\'O dell'organo. Ciononostante, circa il 40 " dt:i trapiami effettuati ricono'>n tale fontL' di rifornimeno, la cut utilizzazionL· l''>tensi,·a, PL' rÒ. è ~rata limitata Ira l'altro- dalla rapiclit:Ì delle alterationi post-morll'm dell'org:lllo.

Donatori anima/t t•Ìl•enti. 11 ricorso a malcrialc anim:tlt: rimuo\ <.: il probkma etico, consentL un ,uftìcientc tempo di wllcranza nct riguarch dell'i.ch<:mia c l'utili11:tzione di organi Ji,Tr\Ì dal r<.:ne, quah !<.:gato c cuon·. il cui nfornimcnto da L'~cri 'in·mi non \arehlw altrim<.:nti po"ibilc.


53 1 In clinica, è stato utilizzato lo \Cimpanz~· quale migliore donatore - ~ulla ba\e della maggiore compati bil ità di gruppo sanguigno con l'uomo <'. più rl·ccnteme ntc, della risposta del te~t linfocitano. La con~cn·azionc dd la funzion;alilà del n. m. ctcro-rrapìantato ~ 'ariata da due g•orru a nove mc~ i r13] - Comunque, i riwltati sono tuttora divergenti: da decor~i clinici '>0vrapponibili a quelli che \i rilevano in ommmpianti a tkcor.,i caratteriz:tari da rapido cd irre,·crsihilc rigetto dell'organo. Con.<rn·a::tone del rnte prrlel'tlfO L- n n:n<· di cane. rcing<·rato. dopo l'asportazione. con un semplice strato di ghiaccio c trapiantato ndlo stes>o animale dopo u ore, ha \U perato la grave prova dl' lla nefrectomia controlatt•rale . Le :alterazioni dell'organo \ono parzialmenlc rcn:r~ihi li fra la r 1:' e la 17" ora di const'f\'31' ione cd im:' ersibili dopo 2~ ore 131- ,\1 di là di tJlll'\to limi~t·. una wddi.,fan.nte funzionalità sarebbe a\sÌcurar:l mcdiante rcfrigl'razione t pnfmionc dl'l rene c011 :!c> mi. di '>311!?-UC autologo o'>sigenalo l'd cparinizzato j12j.

Lnioni t'usa/i nell'omotraprclnto rowlc. L'iudagine clcnromicroscopica ha pnmcsso di riln·art cht: il siSLema 'a:.ale di un omorrapianto renak è:· Ìll\ aso imnKJiatamentc da dementi cht .. i cliffun11icranno in plao;maccllulc. Tali dementi pn·ndc.:rt:blx-ro c:ontallo - con modalità impreci~ate con gli endoteli 1 asa li del trapianto. determinando un'altcrazione della permcahdit:l capi lh rl· c conscgul'lllc edema. Semhrn. inoltre, cht i macrofag1. ritrovati nel trapianto alcune ore dopo l'ini7io dd proce~~ di rigt'tto. gmcl<'hmo un ruolo nel lr:.t,porro dd tc.,.,uto ren:~k alterato - ch~ funziona da anrigenL 'ino al -,iMcma rcricoloendoteliak dd ricctrorl. Le lc\ioni vasali , ri'>contrare in omotrapi:1111i rcnali um:1ni ed anim;1h. sono di due ripi r5 ·: - d"organi7zaziom capillare; -

1

ndoartcritc dn ,-a~i pn·glonu:rulari, ad andamulto acuro, -,uhacuto o rro111l·o.

Tali lesioni hanno ~1 ualche ra>>omiglianza con la pcri ortt:rite nodo-,a, con la >clero dermia t· con l'ipenen-,ionc maligna. l fenomeni, una \'olta init.iati, non appa iono, pur· troppo. n H'r,ibili con 1napia .,tcroidca cd immunosopprc"i'·;t. c. VaiL·ola c~ortt(<l. Ro" l q l, in una 'lTÌt: d i 220 C:l'l, c ricor'o ad nmoinnc .. ti prclc,·mi da cada,·t•ri. 11 prclino i· stato fauo il più pn''to po~sibilt· dopo la morre. ma, 'Pc"o, non prima di 24 7 48 ore. Lt ,.aJ,·olc. trattatL con amibiotici cd anrimicouci, l''poste a 'a pori di o"1do di e tilene e congelare per una comcrva;ione agevok, all'atto dell'intervento \Ono SI:Hc dc congela re in ;1cy ua calda ~Ie ri le. L:J migliore M:dt.: d e ll 'in nl~Mo è appa r 'a la souowronanca. Clinicamuuc (; '>!ala rik1ara una 'odJi.,tan·ntt. full7ionalirà delle 1alvole innt:'>IJtc comt è dimo,trato dalla loro capaci1à di r<·~i.,rnc alla prLssionc dia..,rolica c dallo '1udio a ng iografico t: della prl's~ ione del cuore sini>tro. t'ella prima dozzina d i Ca~i. ne( l imorc d i fl' l\OI11CI1i Ji immunorl·az io ne, SClllO \lati \<nnminislrati corti!-.Dne cd amibi01icr per sci 'cttimane. Tale associazione ha al'uto l'd fetto negari1·o di sopprimt:re la normale flora barrerica c la ri~posra flogi~tica reaui,·a. per cui, in duL casi. , i ì: wiluppata un'end1x-ard11e miconc:l fulminanrc ~ull'omoinnl\tll. Risultati miglior i sono 'tali regi,lr:lLi cnn il .,olo impiego di penicillina t' strcptomicina Jlt'r i primi cinque giorni dall'inrcrn·nto. L'ind:~gim: i,tolog•ca. condotta 111 p<uit·nri 'ucccs~i,·amcntc deceduti, ha mo,rral<> la prnenza Ji rc.,~uto librO'><> alla ba\t' dell'inscrtlont· ,ah·olart, senza ft:nomcni di real'ione da corpo estraneo. Lfna maggiore e:.tcn,innc dl' l tes,tllo tibro'o pu<'> comprometrcrl


53 2 ~criamemc la fu nzione delle valvole, la cui '>Lruttura, però, rimane gcncr::lmt•ntc.: accllu lare. \1acro\copicamcnte, inohre. i lc.:mhi ,-ah·olari appaiono normali t·nrro i primi tn anni dall'intcn·ento. Gli studi continuano alacremente in ogni pane del mondo per una migliore impn '>tazione e definizioni' dd problema.

6. · C:uNCLt ' \IO::VF..

Le.: rcalitzazioni 'inora romcguJtc.: ~ono una mtntata fatica Jd chirurgo, il quak , il vero allon: di qud vasto proces~o evolutivo, che ha visto assurger(' b chi rurg ia d;d ruolo rerapcurico puramemt· demolitivo di una ,•olra :1 quello corrett ivo c, inlinc.:, al '" \tllutivo. Sono tappl ,offerte.:. non 'tmprc coronate d:1 facili c.:d immnltari succc,si. m.• ~oMcnutc, pcn\ da un o~ti n:Jto cntmiasmo, eh<· ì: vaho a ricc..:rc:~n· cd a consolidare \'it:p più, ~pccic in que~ti ultimi anni. yucl rapporto coMante di rec iproca collabora:~ionc.: con il biologo - per lo 'tudio di meui idonei al ~uperamenro delle: harricn: dcll'•,tocom patihilirà - con il ll'iologo c con il f:~rmacologo - per la ri ct·rca di dlicaci agenti im munosopprc.:,~iv i . .\lolto 'i ( fatto. ma molto rimane.: da dchnire c Ja perfezionare nl c.:. wlo attra,cr'" un intelligente e fatti\'o la,-uro ùi ~quipe che ~arà po,,ihilc ri~oh·ere le diffìcoltà conne~M· con il trapianro di organi complessi. quali il fegato, il cuore o il pancn·a>. Le pro:.penin 'ono lu~inghicre. dacchè il problema è ~taro rnquadraw e ,·aiutato ndlt: o,ue n:ali pro· portioni. Si va cw.ì mawrando " la straordinaria possibilitù di ~oprn,·vivcJ c anche dopo la morte biologica di organi vitali del corpo umano. Quc,ta ;copc:na ri,·oluziona i principi \tC:">I della biologia, della t1,wlogia t' Jdla pawlogia; t la ~coptTla di una terra di nt·' 'uno agli qcs~i confrni della \Ìta ,, j 16j.

RIAS\L 'TU. Sulla ba~c delle relazioni ..cicntifichc S\'oltc al Sympo,ium intt:rnazio naie sul " T rapianLO di organi c di tt·s~uti "• tt'nuto~i a Bad l lombur~ (Francoforte ~ul \'leno) nell'ottobre rl)66, viene fatta una mc"a a pun10 'ugli attunli prohlemi immuno logici che condizionano la chirurgia dci trapianti, ~ui rcsts impiegati per la '>celta dd miglior donatore, sullo studio degli ::~genti immuno~opprcssivi c sui ri .. ultati con~cguiti con alcuni trapianti cd innesti particolari (ft:gaw. rl'lle. \'ah-ola aortic:~). \"ient· messa in evidenza. infine, l'imponar11a del <halogo co\I:Jntc fra chirurgo c biologo, per lo MUÙio dci mezzi idonei :1l supcramt:nto dl'llc barrit•rc dell'i,tocom pat ibili til, c con il fì:.iologo cd il farmacologo, per la ricerca di efficaci agenti immuno~opprcs~ivi. Solo attra\Tr'>o tale.: fatti\ a collaborazione '>:Jr;Ì pos~ibrl e superare, altrc'>Ì, lt: drffìcoh~t conne,o,t• con il tr:!pianto di organi complessi, quali il fegato. il polmone, il çuorc o il pancrca'>.

Rfsnd - E n hasc au x confén nccs clu Sympmium intnnarion:~l ~ur la T raP <oplantation d'orgam·' l'l dc tissm l• . tcnu (onobrc 1966) 3 Bad Homhurg (Francfon-sur lc-Mcin), on rc::ponc Ics actucl~ problème~ immunologiques tlui condirionncnt la ch1 rurgie dc~ transplantations, le' test'> urilisablo pour k choi_x du mcilkur Jonnnrr, l'tm ploi d'agcnh immunosupprl'"ifs et les résultar\ obtcnu' par quelque~ tra~planlations cl grdfes pan iculièrco, (foic, rcin, valvulc aortiq uc). Enfìn, un mct cn évidc..:nce l'imporrancc du constant dialoguc Ju chirurgien 3\'t:c le biologue. pour l'étudc do rnoycn' apre~ ;Ì 'aincre le' barrièrc' dc l'hi,tocomparihilité, cl avec k physiologi.,tc et le pharmaçologistc, pour la rcchcrchc d'efficace\ agent~ immu no'>tl pprc~-.ifs. Scult:rnent au travcr' dc teliC" collaborar io n il scr:J possible 'ai nere \c, difticultés relati\TS à la tran-.plantation dc~ or gane-; complnc'. td~ que le foic, lt· poumon, k coeur ou le pancrta'.

..


533 St·M~IARY. By clabora1ing thc imcrnational Sympo~ium wnferencc~ ahou1 1h~ "Transplamation of organ' and tis~uc' '• at Bad llomburg (lorankfun a. ~!ain) in October rcfio, aclual immunologica! prohlcm~. tt'>b (or sckcting the hesr donor, lh~' o~ immunosuppre~si,·c ag~:nts :md resulrs ol ~omc particular tramplantations and grafl'> (livcr, kidm:y, aorric vah•~:) are rcponcd. r\t la-..r, importane<: ~urgcon's constant dialoguc with biologist - 10 make a profound 'ludy ot hisrocompatihility - and wi!h ph) · ... iologist and pharmacolo~i't to scck for cfficacious immuno,uppres~ivc agn11\ 1~ emphasized. Only by 'uch a collaborarinn rhl· difticulric' conncct~:d '' ith rran,pl:mtation of complicare organ'. 'o 11\cr. lung. h l-.lrt, pancrea<>. may be nn:r.:mnc .

r. lh.l<t'B.\1 \! ~[. C.: " lmmunmupprc ... ,ion by drug' "· Comunicazione al S)mpmium

intcrnazionak ~ul Trapianto di orgam l di tessuu Bad Hombur~ ( Francoforte sul ~kno ; . (, ;>) nnobrc H,66. 2. C ·\Lr"<Of. R. Y.: " Prc.:,~:rv~ltiOn and suppl~ ol kidncp . !bulem. )· CAI'Ic. R. Y. n al.: " Renal prc~crv:Hion by ice-cooling "· Rnt. nu:d.J., 2. l o)l, HP.) · 4· [),,1\cr D . . \.: " J>la,ma cdls in thc: rcat·tion again,r r:.hbit tissuc homogr:.ft~ ''· Nature Londra, 1(>~, <)H, 1949· " :\ 'tudy of thc plasma ccii anrl lymphocyt~· rl':lC'tÌon in rabbit tis.,ue hornograft, "· Phd. Tran.<. li .. .2:;6. 463, 1<)52. 5· Dt..\II'YI f.R \\'. ). : \' ;t~cubr lc~ion~ in homorransrlanted kHinc:y' . . Comunicazione al Symposium inL~.:rnat.ionale ~ul TrapJanlo Ji organi < <h IC"~ti . Had llomhurg (Francofone sul i\kno). 6 H ortohrL u;{1b. o. (;R,, /.G.: "Sd<·crmn of donor-, by ri\\UL typing .. Jbulem. 7· llA\tK i\1. et al.: '' ln tlucrion of tolcr:JrJcc and selecrion of donors "· !b1dt·m. 8. L t-.jeU:--<E A. er al.: " Tok-rancc et antigt:nn Jc.: transplanr:trion "· lbidem. y. Lot B l~.: << Tran~plantalion antl inJividuality "· PhyJ·Jo!. Net'., 10, 547· I<J~O. • Tht: biologica! ba'i' of individuali1y ·. C. Thoma.,. Springficlù, 111., HJ45· 10. \!J.OA\\ \R P. B.: " Thc bcha' iour and late: of skin autograh~ and ~kin homograll\ tn rabbit' "· f ..-lnor .. Londra. 71ì. 176. H)-H· .\ ~u:onù \llld) of the bdta' inur ami fare of skin homograll\ in rabhih , . f. . lnat .. Londra. 7'>• 157• 1945. r 1. 1\h.I<Y A. M. er al.: " Le c ho ix du donnl'Ur "· Comunicazione.: al S} mpmium 1111< r n:.zionalc sul ,. Trapianto di organi c di Lt:\\Uli "· Bad. [ Iomhurg (Franrofortl' \td Mcno), 6-8 ouohn· J</lfo. 12. Pt-.<..c. D. E. et al.: " Canine renal prc~cr,· ;.nion u'ing 'urf:.cc.: :md pcrfu,ion cooling tcchniques "· ..Jnn. ,\', Y. Acad. Sci., 120, 506, 1ç64. q. Rrn'~'' K.: Hctlrotramplantation of kidnep ''· Cornumc:.zionl al Sympo,ium mtcrnazionale sul " Trapianto di organ1 l' di te~suri " · Bad Homburg {Francoforte: ~ul Meno), 6-8 onohrc 11j()6. 14. Ross D. N . : ,, Homorramplantation of th~· anrtic vah-e ''· lb1dem. 15. STARZL T. E.: "Transplantarion of livcr "· Ibidem. STf.J·AKI'il P.: << l tr:.rianti tli organo ''· Federaz. Med., 1. 17, 1965. '7· VAN Roon J. J. Cl al.: ,, Lcukocytc groUf.l\ and Lhcir clinica! irnportancc .. Comuni cazione al Sympo,ium imcrnazionalc ~ul ,, Trapiamo di organi c di ttS\Uri " · Bad Hornburg (FrancofortL sul ~kno). (.rS orrobrc: tl)OO. 18. \VoonRt'H :\.1. F . . \.: .. . \nrilymphocyrc '>~rum a' an immuno,upprcs~in ~gc:nl , .

ro.

Ibidem.


'>Cl'OLA D I \RTI<,LJER I \

SFRVIZIO S.\'JJT.\RI<J

ASPETTI CLINICO STATISTICI DELL'INFORTUNISTICA STRADALE DELLA SCUOLA DI ARTIGLIERIA (Decenni o 1957 - 1966) Dott. Andrea Cazzato

r. - CF'I:O.I 1:-.ITRODL:'IIIVI. La Tr:lUmatologia della ~tr;tda ,·iene comtderata al giorno d'oggi come una calamità comune a tutto il mondo civilizzato, che per l'imponenza del numero dcii~.: pcr\nnt· che ne rimangono vi 1rime, assume le carallerisriche di una vera (' propria c.:pidl'mia. L'incremento ddla motorizzazionc ha determinato f:tralmeme anche un incrc:mcnto della morbilità e dd la mortalità da incidt n ti. da far pa~sarc addirittura in \econrlo piano. 1n molti Pae,i, la mortaltt;Ì per malattie infettivt·. [n Italia la mortalità per incidenti 'traclali occupa in qtH'\Ii ultimi anni - il ~econdo posto assoluto tra tutte k cause di morte. l n una singolare ~tatistica americana, condona qualche anno la, veniva messo in un confromo veramente sugge,ti\'0 il numero delle ' 'itri me della Mrada, a' utesi dall'inizio ddla mowrizzazione, con il numero dci morri c d(·i feriti che gli Stati Uniti hanno ~ubiro per cause belliche dal 1775 (guerre di indipendenza) al H)4) (secondo conflitto mondiale). l\'d corso di 8 guerre. comh:mute in llJO anni. ~i \Ono avuti t.13o.ooo morti cd 1.277·000 feriti. Per contro in 6o anni di mororizzazione, dal 19(>!1 al tg')o, i morti per incidenti 'tradaJi sono ~tati 1.494-414 ed il numero dei feriti ha raggiunto la cifra imponent<' di 39 milioni. Nd \olo 1957 ~ulle strade italiane hanno trovato 1:1 morre in incidenti dd traflico 6.tJ.~6 pcr,one. \'olendo ripetere lo stesso r:Jffronto. ~t:J pure con e~empi parziali, possiamo rilevare che nclk guerre del Risorginwnw ( 1848 - 187o) si ebbero 6.241 morti e nella prima gucrr:. ti' Africa 6.343· In questi cenni t· delincat:J la gravi t~ dcll 'infonu ni~tica del tr:Jffìco stradale, che riesce a toccare indici ben più drammatici dci danni causati alle persone dall'c,-ento bellico. Il. - Ct.to:I.RALITÀ .

Le stari,lichc ,ull'infortuni,tica srradak militare. condotta su una granÙl' quanttta di dari, rifcrenti~i ::1 numerosi Enti cd organiz7.azioni che operano ~u un vasto territorio offrono una veduta d'insieme.: r hc non sempre rispecchia la situazione reale.: rcl:-ui va ad ogni Ente. partitamcntc comilkrato. i\· or.,

Trafliro

Comumca;ionl prlsemat.o .o l J\' Cnn ..;ro "" Bnlogna. 4 - c; i> maggio lt•h7.

~azionall

drll.o Sociu:o \t ,lhan.l di Mnli•on.l c!d


535 Ciò è possibile in quanro dal computo srattsttco emergono d egli indici mcdi che spesso mascherano l'andame nto del fenomeno, attribuendo, in generale, 1·alori d'inci denza uguali ad elementi, che nel determinismo di un dato nento, hanno contribuito in misura quanritativa notevolmente diversa c talvolta arldirittur:J con indici assoluti collocati agli estremi della scala numerica. L'elaborazione statistica dci <.lati relativi !>ia all'infortuni~tica >tradale c ivile che a quella dell'intero Esercito deve co,tiLUirc comunque un necc,sario e prezioso punto di riferimento per çhi voglia indagare il fenomeno nelramhi to di Enti con un volume d i traflìco più modesto. Passando dal generale- al particolare, col r estringer.'i del campo d i o:-.;er vazionc. la misura del fe nomeno stc~so assume a;pctti tah-olta non concordanti con gli indici mcdi statistici c comunque meno inquietanti. Volendo tratteggiare la s ituaz ione inforrunistica rife rita al 1957, sono l'aspetto psicologico-propagandistico, mettendo a confronro i dati re lativi a tre diversi livelli d'inda gine, otteniamo un quadro caratterizzato da un'incidenza infonunistica globale differente nei 1·ari settori comiderati. Nell'ambito civile riferito a tutto il territorio nazionale si ~ veri lìcato

Nell'ambito militare dell'intero Esercito italiano si è rcgi>trato

incidente ogni 2 minuti, ferito ogni 5 minu ti 1 morto ogni ora e '5 minu t i. 1

r incidente ogni 4 ore e 112,

ferito ogni 5 ore c 1 2 , ogni 7 giomi c ' 2 •

1 morto

Nell'ambito militare della Scuola di Artiglieria si è avuro

incidente ogni 36 giorni. ferito ogni 4 mesi . 1 morto ogni o mesi. 1

TI fatto trova chiara spiegazione nella diversa esposizione al ri,chio degli auromc7,7i, numericamente considerati ai tre livelli in esame. Il parco della mororizzazionc: civile. infani, conta atwalmentc oltre 10 milioni di mezzi, m entre l'Esercito registra a ~uo carico circa 55.000 automezzi vari. Ad ogni 200 mezzi civili ne..: corri;pondc uno m ilitare. E, rimanendo nell'ambito dell'Esercito. ad ogni 250 mezzi ne corrisponde: uno della Scuola eli Artigl ieria. Atte nendoci a tKora a valori assoluti, riferiti al decorso anno, possiamo dire che ad ogni 100 incidenti nell'ambito civile ne corrisponde 1 nell'ambito militare c che per ogni 160 decessi per infortuni dd traffico ci1·ili se ne vcrilìca 1 militare per la stessa ragione. Se, d 'altra parte, passiamo ad analizzare il fenomeno in maniera relativa otteniamo una visione: più pes~imistica, evidenziandosi delle percentuali. che, specie negli ulrimi anni, indicherebbero una prevalenz a degli incide nti stradali del traftìco mi litare c in particolare di quello della Scuola di Artiglieria rispetto al traffico civile. Secondo la rilevazionc statistica adottata in campo militare vengono censiti anche g li incidenti più insignificanti e ciò starebbe a spiegare l'apparente prevalenza percentUale degli incidenti mi lirari rispetto a quel li civili. 11 numero, comunque, degli incide nti in valore assoluto o percentuale non esprime di per sè la gravit:~ degli incidenti stessi. per cui talvolta la vera portata <.Ici fenomeno r isulta fabata. :'-Jdl'analbi comparativa clell' infortunistica stradale tra le varie Regioni Militari vengono messe in risalto sensibili di ffe renze c indici percentuali che si discostano al quanto dai dati medi riferiti a tutto l'Esercito. Sarebbe pertanto cosa utile conoscere in quale mi;ura ogni Ente, nell'ambito ({egionalc, contrihuiscc nel determinismo del tri;.te


fenomeno. Ciò allo scopo di ottenere valide indicazioni da utilizzare nel piano di prc venzione infortunistica, in perfetta aderenza agli aspetti quantitativi e qualitativi che il fenomeno assume a livello di ogni Ente. A tale proposito abbiamo effettuato una ricognizione del ma teriale d'archivio ddh Scuola di Artiglieria, prcnckndo in esame il decennio ICJ57-r966. lll. - A:-.~tii.ISL DEl DATI. r. Dinamica del fenomeno nel tempo.

Il traffì.co veicolare nell'ambito della Scuola di ,\ niglieria ~i s1·olgc sugli itiw::ran più vari e con i tipi di automezzi più disparati. LI numero degli automezzi, in rappo rro alle e~igenze operative dell'En te, t: senz'al tro cospicuo c la pcrcorrenza chiJornetrica annua raggiunge cifre notevoli. L'esposizione al rischio risulta perciò abbastanza vasta c, in proporzione, scn~ibil ­ mcnlc elevata appare anche la frequenza degli incidenti. L'esame della tabellc1 1 ci dà una 1 isione panoramica del fenomeno infortunisric" per il periodo r957 19M. T.~BF.11..~ :-... l. t·,.n

Anno

Inciden ti

\·lezzi circolanti ( media)

tr:l h/C

Km rerCOISi

1957

!C

IlO

9.90

(*)

!/){)

5,00

t*)

180

11,10

(")

19>8 1959

Il

1960

165

(*l

1961

12

!Il

S,JJ

(*)

IQ62

8

120

6 ,66

(''J

124

10,40

1.257.767

1963

Rapporto h le

19ò4

41

218

18,80

1.961.936

1965

3S

21 8

16.03

l 8 '38 .2'!0

1966

32

235

13,60

I. Sì4 .64!

l 96.765

".17.852

-s2.s'n 55.157

(*) Ma ncano i dati relati\"i agli ann i 1957-62. ( 0i 0

- P~r g li anni 1963- 65, la 111edia d~gl i incidenti per ogui 100 automeu i mi lita ri ci rcolan ti tra b;c): . per l' intero Eserc ito si aggira su 8 inc ide nti ; . per la Regione Centrale (VIl i C .M . T) SII 13 inciden ti . -

Per gli stessi ann i il rapporto b/C risulta in media: . . l . per l'intero E.serclto d t 100 000 l . pe r la Regione Centrale (VIII C. M.T.) - _ 68 000


537 La frequenza dcglt incidenti nei primt (l anni del deet:nnio ha a\Uto un andamc:nro irregolare, con lievi fle~~toni o aumenti, mentre negli ultimi 4 anni ha as~unro una decisa tendenza all'aumento con la punta m:.mima nel 1964 (4 1 incidenti). Il numero degli automezzi ha n:gi'>trato qualche oscill:wionc nei primi 7 :111ni, ma nell'ultimo triennio è fortemente aurnenl:lto. Più precisamente: po~'>iamo rilc\'arc, in '>C:mo a'>soluto, che: Jal 1957 al 11)66 il p:1rco a motore della Scuob di ,\rtiglieria si l: raddoppiato cd in rdazione il numero degli incidenti ri~ulta triplicaw. La punta minima degli incidenti per ogni 100 mu.zi circolanti c ,lata 4.X.~ 0 ' nel 1900 e quella ma~~ima IX. Ilo nel IC)64· rapporto incidc.:nti km l pcrcor~i ndl'uhimo <]Uadriennio si è aggirato '>ul ,alore medio Ji J incidenrc ogni 6)-I ..I'..J km. La fr{·qu~·1wa minima si (; regismno m· l rq(l-) con 1 incidcntc: ogni c_,f,)fl) km. l)Uclla massima nd 11;(14 con 1 incidente ogni 47.X52 km. Sono questo profilo ndla tabellù :z :~hhi::~mo ,·oluw paragonare yuesri ulrimi dati con gli indici C\'iden;iati a lin:llo della Rt·gtoiK Ccntralc, nd cui tcrrirorio lrO\':J'i la Scuola di Aniglitria. t' con quelli pitl g~'n~·r:~li deiJ'Eo;uci·o.

n

,\nno 1Q64

Ann<> 196l

Enti

%

l !~apporlO

ln('idrnti mtrti

incidenti

i"!cidt·nti

R>pporto ìucid(nti

km. rercor<Si

mez1i 'irrolant1

percorsi

l 104.786

11,07

ClfCQI;miJ

f,rrcito •

•..

Anno JQf>h

S,Oft

km.

•lo

incidenti mezzi urcohnti

1

911.730.

Q,Qj

R•pporto

.,.

mridl•nti km.

inddent

)H.:rcor-o1

circolanti

107.799

mezli

R>pporto

l

indUtnh km

rcrcors1

(*)

("')

("'l

(*)

R~~ione Cenrr:1h•

\'li t C: .\l. T.

IJ,Q4

:,eu C'la d' Artil(liena (VIli C.M.r)

1Cl,40

715-11

Yo.1o5

!3,lt!

18.80

"os.~oi

'47.851

14,1 ~

1(1.0)

o7Si3

jl.522

13,60

-i H 57

(''l Non ancora elaborati i dati rebtiri a1 J06fl.

L'esame compar:Jtl\'o io st:lto limitato :~1 rric:nnio H;o~ 11)6'). dl\ponendo solo ptr tale periodo del dato re lari ,.o :~i eh ilomerri percorsi, altam{'l\1~' 'ig111ltr:Jtivo ai lì n i sta t i'>tic i. L'anno più favorc;vole per la Scuola di Artiglic:ria risulta il 196~ con IO..jO inc identi per ogni 100 mezzi c irco lanti e, nei riguardi ddla percorn:nza, t.:on 1 incidente per ogni 1)6.7~ km percorsi. Gli indici percentuali c k frequenze degli incid(·nti risultano dcri '>:lrm•nte più bassi ndl'::unbito dell'Esercito c: scn.,ibilmente più :~lri nc:ll'ambiro Rcgionak. ;\cl biennio \UCCC\Si 1 o la ~ituaziont peggiora per la Scuob di Artiglieria dw ~ costrcna a registrare, in nwdia. per il 1'-!i)-!~fl.(l'):

- il 17 " di inwlcnti ri~perto ai mt':fzi circolami; (f:.,t·rcilo: l).')o ":. - Rcgwnt· Cc11tralc: 1y;o 0 ) ; l : (>().()()() ).

+

~l

1 incidcnrc ogni :;o.ooo km perl'Or'>i; (Esercito:

1 . I O~.(,OO

~ Regione Cc:ntrak:


Il rappono tra il numero degli inctdemi c la pcrcorrenza chilometriCa manca per 1 primi 6 anni del decennio. ~·sscndo stato inserito nei rileYamenti statistici solo succe~~~ vamente. In base però al numero dci mezzi cd all'anivirà da c!-.si espletata per la Scuola th \niglieria si può attendihilmnuc desumere che per ogn1 anno ~iano \tau percorsi m' diamente x.soo.ooo km. Pertanto, nel decennio in qut:stionc, su una percorrl'llt.a di 15.932.635 km <>i ~ono \'erificati 175 incidenti con una fn:quenzJ di I incidmtc ogni gr.o43 km. Quest'ultimo dato (r 191.043) scaturito dJ una dinamica Jcl fc.:nomeno infortunistiro. ,ia pure con andamenw irregolare nel tempo. rivela pc:·r la Scuola di Artiglieria un rap porto meJio decennale smtanzialmemc: non lontano ùa quello che si riferisce anual mente all'in te: ro Esercito ( 1 ~<q.ooo) c \C:n\1bilmem~ mfu10n.: a quello riferiw alla Rc gione Centrale (1 ·67.ooo). 2.

Il l 'l'I<Oio nel detami111.>mo del /l'IIOIIU//0.

l veicoli ìn circolazione: alla Scuola dt .\rriglieria 'ono quelli in ùoruione a tutto l'Esercito c nsponJono per k loro carattt:mrìchc a 4 tipl fondamentali: motocicli, auto· \'errure, autocarri, autospeciali. Tra questi ul11mi se m distinguono diverse varietà comprenJemi autocorriere, autoambulanze, trattori di bocchl' da fuoco, semoventi, cingolati. autoradio. autogru, autofficinL', r:1mpe lancia missili, ccc Il parco ~ composto per il so ~ da autocarri. per il 2') da autovetture, per il 20 . da autospcciah. c per il s '" da motocicli. Dal punto di vista nurnrnco gli autocarri risultano ptù e~posti al ri,chio infortuni ~rico c ciò trova un'amara confL'rma nella rt·altà. ~cl decennio, infatti, gl i autocarri sono stati coinvolti nel 6],42% di tutci gli mc1 denti verilìcatisi. E tale valon· risulta superiore di circa il 20° ~ rispetto allo stesso d aro riguardantc.: l'intero Esercito. L'esame della tabella ~ ci offre qualche particolarità degna di rilievo. Da essa ~~ n ca\·a che il 67.42°. degli incidenri interc~~a gli autocarn, .,eguiti, ndl'ordine, dalk auroverrurc ( 18,86% ), dalh: autospeciali (13,72% ). l motocicli non hanno ~ubiw n~ provocato alcun incidcmL' nel decennio. Evenienza veramente singolare c. for\e unica ncll'E~erciro italiano, cht' può essere in parte spiegata col fatto che i rnotocicli vcngono impiegati \Cmprc sugli 'tessi itinaari o in accompa gnamt'nto ad autocolonne:. La migliore conO\et'llza dd percorso da parte Jci conduttori nel primo ca'-o r la limitata vdocità nel srcondo hanno Ji ceno contribuito famrcvol mente ad eliminare qual siasi possibilità di sinistro. La percentuale Jelle aurovcuure coinvolte in inciJt:nti ha avuto la sua punta mas sirna nel 1957 (6on .) e, 'ia pure con <1ualchc.: oscillazione:, ~ andata semprt' decrescendo fino al 1<}66 (J,q" 0 ). Nel xg6o per le autovcrrurt: non 'i c registrato alcun incidente. Per gli autocarri si ~ verificato csanaml·ntc.: l'opposto. La perccntuak minima si (: registrata nel 19-57 (20 ~ ); negli anni \UCCCs~ivi fino al 1963 essa è aumentata irrego brmente c dal 1964 è in wst~ltllL' aumc.:nto con la sua punta massima nel r$)66 (9o,62 " 0 ). Per k autmpL'ciali si rt'gistr:J una tcndtnza alla diminuzione. ~el decennio la pc:·r ccnruale di questi mezzi coim-olri in incidenti è stata pari a quella degli aurocarri nd llJ57 c nel H)')~. superiorl nel 1()63 e infcnon in tutti gli altri anni, con la punta mi nima (2.85 ' ,) nel 1<)65. La lettura della tabella 4 ci consente un l''arnc p1ù analitico, limitato però all'ultimo biennio. I motocicli rappre~entano 1 / 20 delrintlro autOparco: L'~si hanno percorso circa 5o.ooo km \Cn7a alcun incidenrc.


539 TABHL;\ ~- ~-

ripi di \'ticoli coinvolti n~gh incidenti

~

Mutocrch

""'v

Anno

= o 1" «

"' rispelto

~incidenti

~l

totale h ·~

N.

l /o ri~pclto

ir1cide11ti

0

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Il

1958

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'lo rJ,petlo

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•l l <l tale lHt

h

~

In

Auto sptcialr

0./o ri•pello

:-< incit.l~n\ 1

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h

1957

Aut,tcal ti

Autovetture'

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10,00

20.00

!tì,OO

6\J,OO

20,00

'!7,27

Jo,Jn

3(),3(>

00.00

81, 50

I!, SO

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8.33 l).~)

1959

Il

1900

8

1961

l!

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s

12.50

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1963

lJ

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1964

11

8

19.~1

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r),1S

196;

3~

Il

17,15

'lll

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2,8S

1966

32

J,l'l

'lO

90,()2

b,'l'i

Total~

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18,8b

118

()7 , 12

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Il

6

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Mntocicl i

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A uto speci:~lì

Au tocnn ì

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Il

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28 29

16

221.111

1 217. 762 l

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Le autovetture sono la mcd circa degli autocarri cJ hanno effeauato una percorn:n za all'incirca uguale a questi; gli incidenti occorsi agli autocarri risulr:~no numenc:1 mem c maggiori, rispetto alle autovet ture, d i ben S volte. Le aurospcciali ~ono poco mmo delta metà Jcgli autocarri, ri:.pctto ai quali hanno copcrro un percorso 3 \'Oltc più cono c rcgi~trato un numero di incidenti IIJ volle minor< L'esame confc:rma quanto giù ~ cmcr\O m rurro il traffico srradalc ddl'E\crcito ,· cio~ che gli autocarri ~ono -.ernprc coinvolti nel maggior numero di incuknri. Per la Scuola di r\rtiglil'rÌ<l bisogna rilcv:~re che m:l 1<)66 gli autocarn \Ono ~ra11 interessat i nel 92,62c :, di tuili g li incidenti vcritìcatisi, indiCl' perccnwalc chc csprim< un \'alorc doppio ri-.petto a tjucllo dell'E~crcito (46- circa)l )· Lowh;:;;;a::1011e de~/, inudemi. Nei centri abitati genl·ralmcntc si riscontra una maggwre:: dcn\ilèt di :1Utome:://i. marcianri :t velocità limitata. Al di fuori de lle "-onc urbane invece la dcn\itù risulta in genere n11110n: c la velocit.'1 pitl eb·ata. Fatti que'll certamente non trascurabilt, ... pecic in rd:vimw ali<: !..:,ioni riportare:: dalle persone <:oi1wolte nei \im\tri. come \·edrcmo meglio in ~cguito. '\'ella tabt'l/a 5 gli incidenti \Ono con~idcrat i i n rcl:!7iOIW alla !oca li1à 111 L'li! '>t ;,ono veri ficar i.

l Il c i d~" t i Fuori degli ahit~ti

:-<egli nbitalt

Totale Anno

tle;tli indtlcnti ~umero

c

h

u.1o nspeuo

al toule tra b c

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Numero

rispeno

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50,00

1957

IO

50.00

1958

5

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3

1959

Il

45,46

6

196')

8

ò2,'i0

3

37,SO

1961

12

50.00

6

'>0,'>0

1962

8

1963

13

1964

6

60,00

:>0,00

'>0,50

8

{)1 ,54

38,46

41

21

51,21

10

13,78

1965

35

16

74.28

Q

2i, 7!

1966

32

12

1\11,00

10

31,00

175

IO~

'>9.H

il

10.'>8

Tolalr


Dai dati riporrari si rilc,·a che nei primi (i anni gli incidmti 'ono av,enuti all'incirca con uguale percentuale ,ia nl'l n·ntri abitati che fuori. ~di'ultimo quadriennio invece ( tc.(l~- tcf>6) gli incidenti \'erilicau'i nei centri urbani ~ono in nott·,·olc aumento c rapprc~enrano circa i due terzi dd totale.:. Per ~l i automezzi della Scuola di .\rnglinia la rete urhan:.. pilt fn·qucmara (; quella della Capitale, in cui il traffico cittadino ~i wolge in 'pazi smtpn: pill ri,trtlli in rapporto al l'enorme c~pansionr dd l:! motorizt:az io nt.

·!· f.eSÌOIII al/t: j!f'I'JOIIC. La tabella (j riporta in forma ricpilogativa la distr ibuziont· dc:i d:111ni alle: pt:none nel decennio. In 175 tncidt.:nti \'erifìcarisi nd cor'o di 10 anni le persone: infonunatt· ~ono ~tatc: ìi)· In panicolart si ~ono a,•mi o~ fcriu lit'\ i (2(, militari c ~ì ci,ili ). t 1 tcriri gravi 12 militan t· {} cl\·ili) t: 4 morti (4 ' ''ili). Comt si può notare: l'andamenm dd dc:cc:nnto non -.cgu(' una regola. ma riw·b oscilla7iont capricciose. l 4 dt'Cl\\1 sono avvenuti 1 nd HJ57 t 2 nd tt)66. agli n.truni del pniodo considc: rato, con un intc:rvallo librro eli ben H anni. durante i qu:~ l i non ' ' (; \Trilirnto nessun caMJ mor1nlc (tabella 7). T~llt:LLA N. 6.

Infortunati dipendenti dell'A. M. t ltr>i rivili

:-;. Anno

incidenti

Gravi b

19S7

T otale

f l" riti

\Ion i l ie \i

Totale

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( b ~e)

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IO

3

· 1958 1<159

generale

Il

7

9

1961

12

9

IO

IO

1962

8

1963

13

2

3

3

196~

41

17

20

20

196S

35

IQI>b

:12

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19

'!'o tale

175

19ò0

3

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2 Il

63

78


T~ RFII \ ' · -

A 11 n o

N. per;one infortuna te

a

b

1957

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1958

3

N. morti

40,00

1959 1960 1961

IO

1962 1963

3

19M

20

1965

1

1•)66

19

10,5l

To tale

78

5, 12

(;Ii anni più fa,·orc,oli. ~tlo il prohlo dd numero ddk pc none infortunate, \ono 'lati il I<JOO (r ferito gra'e 'u 8 incidenti) cd il 1962 (1 solo h:nto lie,·e su 8 incidenti). Il numero più al w c.ldk persone infortunate si è registrato nel •<fi4 con 20 ferii i 'u .p incidenri. La misura d ella gravità dei sinistri è espressa dal rappono pcrccmuale tra il nu· mero t!ei veicoli in circolazione c le pcr~ont infortunate.: t' ancor meglio d:~li:J pern:ntualc t!egli infortunati riferita al numero deg li incidenti. l hlla rabella 8 'i rib·a che tali percentuali, nella media dd decennio. ~no cspre~'c da valori inferiori a quelli registrati per l'mtero Esercito. La percentuale infarri tra b ·d ri,ulta del 4,21 ° 1 (E~erc ito: (i,;o", circa). Q uella tra cf d ì: del 44-57" 0 (Escrciw: 70 ~ circa ). Ciò vuoi dire che per la Scuola di ,\niglieria in eire:~ la mcd degli incide nti vcrificaLi'i in 10 anni non si sono avuti danni alle persone. l n rapporto al numero totale degli in[orlunati pos~iamo comtatare che l"!>o.78 è rappresentato da feriti lini. il q ,I0° 1, da fer iti graYi ed il ),Tl~. da per~nc clc:ccdurt". Dal punro di 'ista anaromo-patologico le lesioni che hanno provocato i 4 dece"i n. 2 : frallur:J dd la ba~e del era n io; n. r: frattura della base del cran io c.: fratture multiple Jcl tronco e Lkgli arti ; n. 1 : fratrun· multiple della mandihol:~ c del naso, \'aste ferite laccro-co ntu~~· :1! capo. grave.: .. raro di ~hock.


543 T\8UL.\

N. veicoli l11 circolazione

Anno

n1edia

---

N. persone

totale ll__N.ncidenti

n,'J tr:1 b·d ~n fortunale

b

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1957

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1958

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1950

180

1960

IO)

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1903

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50,00

1,00

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0,60

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6,94

SJ,33

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0,81

11.50

Il~

l}

2,41

1.1.07

1904

218

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1966

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59.37

Totale

~ .614

175

78

4 ,,

4~ . 57

Il

'l

IO

21)

Per i feriti gravi ~i sono rt·gi~trati:

n. 2: trauma cranico-commoti'o ( 1 n11 litan:): n. 2: frau ura cla,·icola t: \tato di shock; n. t fratture costali t' -.raro d t shock; n. 1 : frattura dell'omcro t' diqacco c;lpo lungo del hiripite de,rro: n. l : frattura dd bacino; n. ) : frattura del (emon: ( 1 militare ): Il. l : fr:mura della rihia dt•,tra. Pt.:r i icnu l in i le (<.:,ion 1 -.ono >t ate rapprt·-.entate da con tu,ioni, eo:h i rnmi. piccnlt· ferite laccro-conttL,l', escoria:t.ioni. Pl.'f <jUanto riguarda le cauw dei 'ini,tri in ru i si -.ono H:rilicare le-.ioni gravi dob hiamo riln·art· cht: nei -1 ca-.i mortali. per ' di c'>!>i si ì: rrartato di colliçiont· di motocicli et\ ili per incauto sorpasso di pt·-.anti mezzt milttari c per l'altro di colli-.ìonc frontale di un'auton:ttura c ivile con un autocarro militare per concorso di colpa in (un·a. Degli 1 t ferimenri gr:I\'Ì 2 hanno imen:~~ato m il i rari in incidenti isolati (t per uscita di strad a c 1 per r ibaltamclllo), 9 \ono rima~ti triste appannaggio dei ci\'ili. Di q ue>ll ullimi, 2 si ~ono verificati per inve,timento di civili da parte di automezzi militari, ì pt:r collisioni di rnotocicli civili per imprm•,·i,o cambio di dire7 ione o per incauto <;orpaNl Ji meni militari.


544 Contrariamente a quanto abbiamo rilevato per i mowcicli militari della Scuola di Artiglieria, i qua li nel decennio hanno avuto il merito di non essere coinvolti in nc,\un incidente, dobbiamo ~ottol inearc come la maggior parte dci decessi e dci ferimenti gra\ i abbiano inrcressaw p<..r'>One "iaggianti su motocicli ci,·ili. In ciò l- da \Tdcrc \Crosimilmcntc. nei nguardi dci conduttori militari. un maggior senso di di~ciplina ed una più c:mta condotta di guida. Tutte lr.: lesioni gravi (morti r feriti gr:JV Ì} 'i sono \erificati in incidemi avHnuti fuori dagli abitati. Ciò non ha bi<.ogno di particolare cornmc·nto, ma ,.a 'ottolincato comunque cht·, pur essendo gli inciùemi fuori dagli ahirali in note,·ole diminuzione, rimangono sempre :~ha­ mente lesivi. L'aumento degli incidenti nei centri urbani, determinato da una densità maggiore di traffico con lente7.za di marcia comporta una minore gravirà del sini,rro c, per fortuna, minore lc,t\'ità per k perM>n<: coitwoltc. 5· Il fattore umano.

l n generale può ritenersi cht· ctrca l'Ilo · del compk"o di incidenti strad:~li è ùo\'Uto alla negligenza ùegli utenti. Per gli incidenti vc::riticati~i nd traffico 'tradalc militan~ tale perct·ntuale 'iene \'aiutata intorno al 90° < . Tra k ca use che hanno determinato i t75 incidenti della Scuola di Artiglieria nel decennio 19'57·196(,, l'Ilo"' è dovuto all'inosscrvnnza delle norme di circolazione stradale. Jn particolare k ,·ark cau~t· '(>IlO così ripartite: a) mc.:nomato stato psico-fìsico dd conduttore militnre b) difetti cù avarie dei veico li militari 1) sraro ùelle ~trade ed a,·vcr'>e condizioni meteo d) cau~e ,·arie (abbagliamtnro, animali errami, n·c.) e) ino<;<;en·anza tklle norme ùi circola milita ri ziom: stradale, da parte dci . ci' ili eone. wlpn

~.

2

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~. 1 75

Le tra~gn:~~ioni pitt numcro~t sono da ascri,cn,i ai gutdatori civili (Xli casi); i mili. t::ari risultano ino~ser\'anti in 40 c:hi cd in tX ca:-.i inrervicnt· il concorso di colpa. L'inoswrvanza al codice della ~trada è rappn:senrata in varia misura da tuui i tipi possibili, ma la trasgres>ione che ricorre con più frequenza è l'imprudenrt• 'orpaw1 operato 7 volte ùai milit;ari. '5.~ volte dai ci,·ili c 7 \ olte in concorso di colpa. Tale fenomeno denota una scarsa « costicnza automobilistica , in tutti gli ut~.:mi della strad::t, ma risulta meno inquie1a nte per i condunori militari, anche se nella maggior parte degli incidenti in cui sono stati coinvolti automezzi militnri i relativi conduttori siano risultati con bre,·c cspnimza di guiùa (da t a 6 me,i).

T\'. - SE.LcZIONE, EDt JCAZIIJNE MORAU., ADDESTIIA\t!ò:-<To. La precedente t''Po'i7.ionc indica, in rda/.ionc alla 'empn.: crc"cnte mowriuaztone come molro ci sia ancora da fare pt.r il migltoramcnto dd rre fattori opcrami nel determinismo degli incidenti 'tradali: la strada, il mezzo. l'uomo. :"Jcl no~tro ambient<.:, ovviamt'llle pos,iamo intervenire soltanto nei riguardi del fat[Ore umano, promuovendo quell'opera di pre\'t.:nzione attiva, per un'adeguata t•ducazione morale e per una corretta preparazione tecnica del conduHorc militare. 1\on ~ fuor di luogo ripetere, in que,ta sede, coml nell'ambito militare n:ngono operati la scelta e l'aùdcstramento del fu turo condullo rt' di automl'/.i' i.


545 La predesignaziom: all'incarico viene 'tah.lita anra,·cno la \elezion<.: auitudinale. nel corso della quale il ~oggeuo viene.:· ~ouopmro ai seguenti c.:~;tmi: a) visita medica generale;

b) esame dc:lk attitudini visive: \'iene r ÌClTCato l"acuir~t vi~ iva , il ~enso cromat ico, l'acui tà batoscopica, la tachistocopia cJ il tempo di rccupno del la sensihilità rtt inica dopo abbagliamento '(H:rimcntalc. Tutte yuc,tt. funzioni Hngono c.:·saminate per mezzo di un p anicolarc apparc·cchio dcrto optomctro pancromatico . ;

<., esame dc:ll'acuit:L uditi,·a: ,·iene compiuto con la prm a dc.: L fonemi c pa l]Ut'i soggt:tti che denunciano una Jetìcienza uditi\ a 'iene pratiCato con l'audiometro; d) prova collettiva dci rt:atti,·i m en rnli: ~erve per saggmrc l'aut:nt ione, la conn·ntrn7.Ìonc m entale, la •m-moria. il calcolo. l'ide:vione. il colpo d'occhio, ccc.; c) te~t strumental i ind i,·iJuali : ve ngono praticati mediante l'u'o d i apparecchi c 'crvono per saggiare l'adt·gu atezza d i piccoli m oYÌmtnti ad uno scopo. la resi,tcnza alla automa~:ione dei movimnHi, la coordina~:ione 'i,i,·o motoria, l'orientamento acmtico, la coordinazione bimanuak. i tempi di rcazio1w, t·cc.: f) colloquio P'KologLCo: senc a rracc1an: il proli lo caratterologico dd ~oggt·uo. Il ri~ultato d i q unti t'~ami forn isc<· tU([i gli dementi ncce.,.,,lrl pn indi' iduarc 1 \oggt:tti che .,uccessi\'anH:n te .,aranno av\'iati ai cor~ i specifici . Il cor\o per conduttori di auromu.zi ~i '"1lge prcs~o gli En ti d i asscgna;ioiW dci coscritti . •\Ila St:uola di :\niglicria c~i,tc un'organin:llione centralinata per guanto riguarda le attrezzature dtdatttche ed un nucleo d1 i\trurwri a livdlo th ogni reparto cht cura l'addc.:,tramenro di ~ingol 1 gruppi di allln 1. Il cor~u ha lo \copo Ji formare ed ahllnarc dementi picnamcntt q u al ificat i a condurre.: automezzi in M:rvizio militare t ad dft:tt uare operazioni di manutenziont c· pk wk r iparaz ioni ùi c ircoManza. Il programma aùdt,tr:Jtim è i~pirato ai '>cgucnti cri teri: a) limitare la traua~:ione teorica :t Ile 'ok cognizioni ind"pem.ahili; b) .,dlupparc al ma'''mo le attivi· ;Ì aùdt·,rrari,·e di cara une pratico. a~.,icurando la partecipazione 3111va d1 lUtti gli allln·i.

Il cor~o ha la durata di 1u ~c:ttimanc. con inizio alla t/ \CIII mana dell'addc,trartlt'nlo

d i J'' c ici o. Il tempo dedicato al cor'o è raziona lnwntc d istribui to tra i vari insegname nti. Il delle ore di,ponibili ~· dedicato alk i ... tnnioni di h:t\C comuni a lUtti i militati (cduca:~.ionc fisica. aclde,tram t·mo formalt. i'truzionc sani1aria, ed ucazione ci"ica, n·golamenti, ecc.}; il (li . :;l> 'i c.:· ne riservato allt materie ~pecitichc dd corso. ~econdo la \Cgli! nte riparllziOilt : tecnica gcncntk automobi)i.,tica ( 14-1 o· );

3K,u4 ~

manute nzion e: t pircok: ripara z ioni ((J .X r 0 J; codice della m:~cla (2.45° }; 'cuoia guida ( ~i·)o~ ). < >gn1 lnionc di gu1da ha la durata in gcncrL di 15 minutt (m<h~imo 30'j pn ogni alhno lino a raggiun~trl' pt'r ogni cand idato 'l ort' di guida 'Il auwmeao con motorL ad accen~ione per scintilla t' 2 ore ~u auwrnu.'lo con motore ad accemione 'pontanca. Cii insC'gnarnenti teorici si svolgono in appo.,itt: aule dot<Ht· d i ampi ;m,itli ditlat t ici che servono n dare car::mcrt' cminentc.:mc·tlle pratico al cor~c>. Tali sussid i sono ra p prnt•ntati principalnwntt' da candloni, moddlini, plastico dd l :~ viabilità, qu ndro lumi


noso per la segnaletica stradale. motori c singoli pezzi <>ezionatì. autotelaio -.ezionato. tavolo schema per gli organi della frenatura, films adde~trativi.

V. • SINTESI E CONC 1.11SI()Nl. L'analisi relativa all'infortunìsrìca stradale nell'ambito della Scuola di Aniglì~·rìa per il decennio tC)57·t<f>6 permette di trarre in sintesi le seguenti conclusioni: - il traffico veicolare si è raddoppiato nel giro di to anni; nello steso,o periodo il numero degli incidenti si ì: triplicato; -mediamente. nel decennio, si ì: ll'rÌ!Ìcato 1 incìdentl' ogni gr.o43 km pcrcor>t: -nel 1966 però il rapporto incìdentì/km percorsi è ~taro di I/55·457 ed il nu mero degli incidenti risulta di 13,60 per ogni 100 mezzi circolanti; - il mezzo maggiormente coinvolto negli incidenti rì~ulta l'autocarro; i mowcicli militari. nel decennio non rìsulrano coinvolrì in nessun incidente; - gli incidenti anenuti nei centri abìt3ti ri~ulrano in aumento, ma sono '>tati meno gravi dì quelli n:rìlìcarisi fuori dai cc.:nrrì urbani. cht• 'ono in diminuzione.:, ma rimangono altamente le~ivi; - la sìtuazìont: Jeglì incidenti in rapporto ai mea ì circolami ed ai chìlorneu·i pcrcor!>i appare pitl precaria rìspeno a <juanro avvie ne nell'ambito dell 'Esercito, rna dì vnua più rassicurante se si considera in rappono al numero delle persone infortunate t•d alla gravità delle bioni: - la percentuale tra veicoli circolanti c persone infortunate risulta pc.:r il decennio 4.21 " (Esercito: 6,5o " circa): - la percentuale tra il totale degli ìnfìdcmi e le per'><me tnfonunate ì: nel decennio ùì 44•57° ~ (Esercito: 7o"lc, circa); nella metà circa degli incidcmì :tvl·entnì in IO anni non >Ì sono avute pcr,one infortunate: - I'&J.78n ' delle persone infortunate è rappresentata dai feriti lievi, il '+ r r, dai feriti gra1·i. il 5· r 2 dai morti: - il numero delle lesioni gravi c dc.:ì morti nel decennio non risponde, dal punto dì 1·isra statistico. :.d una regola prcci'>a, ma è disrrìhuìto con andamento irregolare nel tempo; - nei sinistri in cui '> Ì sono ,·erìlìcatc ksioni gravi :1 lk persone, in prenlcnza, \Ono >rari coinvolti motocìcli cÌ\·ilì con imprudente condotta dì guida. Fonclamcnralmem~· la situazione. mediamente considerata nel decennio. ri~pccchìa lo stesso fenomeno ìnfortunistìco nell'ambìw dc:ll'intero bercito, ma dall'analisi derragliara dì essa emergono alcune panicolant;Ì che servono a meuere meglio in luce le <'arattcri~tichc del traffico vcicolarc.: dell'Ente. Dalla meditazione di quamo cspo~to possono trarsi utili indicazioni da pane della Scuola dì Artiglieria ndi:J pianificazione dell'opera dì prevcnzio11e che deve mirare al rnigl ioramento del fattore.: umano, attraver~o la cmtanre t•ducazionc morale nl il perfe zìonamcnLo tecnico del conduttore.

RI·I'>'U:-<To. L'.\. prende in <'\:ttnl' l'andamento ddl'infortunistica stradale dì un Ente.: militare nd cor'o di 10 anni. L'ì•wsservanz:J <kl cod ice ùd la strad:J ri,u lt a alla base: degli ìncidenrì che ~ì verifi c:-tno. F\~ì sono in aunwnro nei centri urhani (alra dcn,it:a di traffico), ma presentano

..)


547 una minore lc~ivi tà (bas~a n:locità di marcia) rt'>pctw a quelli cht an-cngnno '>ulle '>tradc extraurbane, in lie' -c diminu/lonc, ma scmprl' altamcmc traumatizzanti. RJ~t:~É. L".\. fait un cxamen dcs \ariallon' dan' le' açcidcnr~ du traftì• chez unt· communité milit:un: d am l'are de 10 an-.. La première cau se des acctdcms est dam le, infracrion., du còdc tlu tr:1ftic. Ib onr dévcnu plus nombrcux dan~ le> \'illcs (congcsti cm d e la circul:uion) mai,, au mcme tcmp. i l ~ prcscnrem un dfcct lesif rcduit (vclociré limitée) cn rC'> Pl"Ct dc ccs t)Ul" '>C verifìcnt long les roure~; le> dcrnicr' <;<>nt en diminution mai ils cau'l"ll l tousjour'> une très élevéL quantité dc: lcsion ...

S UMMARY . Thc A. ~tuclic'> thc variatÌOII '> of traftì c accidcub in a mtlttary com· munity during 10 yc:ars. T hc ,-iolation o[ traftì c law> i~ tht· main \ourcc of acc ident-.. Thc:ir number h growing in citie'> and towns (h igh demity of traffìc), an d thcy show a '>maller dfect (limited spccd) t han rho~ that happen in roa1.h and high'' a,·,. Thc last onc' are .,)owh dccreasing in numbcr, hur rhcy are alwap high ly Jangerou'.


CXrTEilRA 1) 1 A:-JFSTESIOLOGL\ l RI:\NIMAZIONF DEI.L't...:-;1\'FRSIT.\' DI ROM.\ Dircucor~·:

Cr.:-JTRO STUDI E RICI·.RCHE DI I.L\ S.\ -..:1T \. ~!ILI T \RF R!l\1 \

Prof. P. \1 \Z7.0'J

I SEGNAPASSI ARTIFICIALI NEI BLOCCHI ATRIO-VENTRICOLARI IN RJANIMAZIONE CARDIO-CIRCOLATORIA * G. P alma

S. Brmaddli

A. Arcangt:li

l n que~ta 001;} prdimmare ci \l· m bra opponuno pumualizlart a!eu m ;1\pc:tti r)('(ll liari dd la rianimazione nei Blocchi ,\t rio-\' entricolari l. nelle ,indromi di ~l. A .S. ))u ~ rantl· l'attuazione della ternpia di urgenza. un attento >tudio fìsio~emodinamico dt.:\'L infatti fornirci l'indicazione per J'in~erimmto di un scgnapassi :mificiale pnmancnt<. eftìcan cd a<kguato alle C(lndizioni cliniche d li pazit:ntt. Come è noto l'indiriuo terapcutico della ~indromc di ~LA.S. deve rendere alla nor rnalizz;tzione c.kl b frequ..:nza cardiaca indipt·nd..:nrernt•nte dalla pn;\'l'nzionc degli attac chi ~incopali. in <JUanto spesso il tranarnento farmacologico non è sempre efficace, cd il pazic:ntl' può e\\cre cspo~to al rischio di crisi sincopali la cui insorgenza, durata e <k cor~o non >ono prevedihili. Di qut l'opportunir.ì d i rmHrollarc l'attività c3rdiaca con impul~i elettrici. In pratic:.~ i paziemi con Hlocco Atrio-\'cnrricolan· ricm·erati nei Centri di rianima ziom vengono sonoposti costantemente ad un controllo con monitor \ isi,·o cd acustico. collegato con un scgnapas'i temporaneo eMcrno ma, preferibilmente, con catetere der trodo un i-bipolare venoso. La nurmalizzazione della frequenza cardiaca con stimola zionL anificiak incremt·rua il volume l minuto. concorrendo a migliorare la irrorazion..: miocardica e l'atti\ ità elettrica del cuore. Riferiamo, in sintesi, le csperknzc più :-.ignifìcativc relative :~d alcuni pazienti portatori di lllocco .\trio-\'cntricolarc ricoverati nel Centro di rianimazione ddl'Univcrsità di Roma. QUl·,ri pazienti, collegau con monitor vbi,o cd acmttco, sono stati seguiti giornalmemc con il rilic\'0 di un Ecg. della pressione arrcriosa, dcll'aui,·itJ rcspi ratori:1 e di alcuni parametri ematochimici. Esponiamo i nostri protocolli. '\!cl l ccuo. durante il semplice trattamento tcrapcutico con farmaci simpaticominw tici, corticosteroidi, ,·asodilatatori. s1 mette 111 e,·idenza un Blocco A-\' completo nd quale la r.A. \':lria tra 75 c 120 e la F.V. tra ~5 e 6o (fig. 1). Dopo introduzione di un scgnapassi con catetere clcurodo ,·cnoso compart. una com~ petizione tra ritmo sinusalc c segnapa,si artiflcialc e si melle in C\'idenza un Rlocco dr Rranca sinistro. lnrerrolla l'attivit:ì del segnapassi artificiale pcrmar\c il ritmo sinm::~k la cui fretjUCnza si aggira imorno a 120 battiti al minuto. con un aspetto morfologico del tracciato di Blocco di Branca <brro (fig . .z). • ( omunicol/ lnO t: tl'nlll.J .d XX Congrcv.,o dell a SotÌèl~ lt.1la~ln.1 dt Anc..-,lt:,iolo.~i.l t.:

(Rom.•.

1~·20

uttohrc r<i);).

Rlanim.t:tlelnt

1


549

Fig. r .

... "'"- ~..... -'_('_ .·_ Fig. 2.

Tuna,·ia l'incidenza di cri\i :-inropali ricorrenti ha consigliato l'applicazione di un .,cgnapa,.,i cldinitivo a freyucnza IJ\\3. L'Ecg. registrato a d i-.tanza Jall'intervento mctH' in C\'icknza una competi7iont• tr.t ri11no .,inu~ak t' ritmo del wgnapa"i ani!ìciale

(fig. J). "'cl Il uuo l''Ì~tc un Blocco Amo \ t'ntricolare parziak ) : 1, .2: 1. con conduzione aberrantt:, lXtra~i,tolia . saltuarie fa,• dt atti,·irà pretìbrilbroria l' lluindi Blocco .\-\' complt·w. L'impianto di un ~cgn:~pa\\1 a frequenza tìs~a ri,uh:l \'alido ~d efticientL (fig . .,).


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Fig. 4·

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55 1 Nel 111 ,aso tla un Blocco t\ -V parziale 3 : r e 2:1 con conduzione nherrantc, si passa ad una situazione di Blocco A-\' completo, extrasisrolia e salruarie fasi d i anivicà prcfìbrillatoria. L'impianto di un scgnapa~si a (requenza tissa risulta efficiente (fig. 5). Ci soffcrmeremo su altri 2 casi nei quali (; presente una competizione tra ritmo sinusalc c scgnapassi artificiale; ma mentre nel primo paziente (fig. 6) compart: il ritmo del scgnapassi tcmpornneo con motlifìcazioni morfologichc dei complessi e. dopo l'impianto del definitivo " a domanda "• una risposta allo stimolo elettrico anche dopo pausa

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Fig. 5·

Fig. 6.


_, 5) tnferiorc al ~econJo, nell'altro paziente, per contro, il ~cgnapa~si non è atti' ato. conlL era pre,·edibile, in quanto la pausa è inferiore al secondo; con la compre,siont' dd 'c110 carotideo sinistro però -.i determina una pausa di r ,04 sec . .,uflìcienre ad ottenere l't·m..,. '>ionc dello stimolo cleurico fino a che, dopo una pama di 0,94 sec., non si ripri\1111:1 li ritmo sinusalc (fig. 7).

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--Fig. 1 .

Alla luce di qut''>le esperienze: ris:Jitano due problemi imponanti: q uello r(• lati\'0 al .,ubstrato organico miocardico c quello legato a l generatore artificiale: di impu l'>i. Mentn per il primo que~ito un'attenta valutuionc dd comportameniO dd ritmo cardiaco du rame l'applicaziont• di un segnapas.. i temporaneo permt'llt, in ~edc di rianimatiom:. una indicazione mirata della terapia da :1douare, il secondo è: tuttora suscettibile d1 miglioramento tecnico come è dimostrato <l:lll':~vvenro dei segn:~pas'i artificiali " sincrom .. oppure .. a domanda "; c~-.i rapprcsent:Jno infaui un pcrfC/ionamt'lllo in seno,o biologico. riuscendo forse ad ovviare ai numcrmi inconvenient i rela 1i' i ~1ll a parasistolia artifìcialc. Oltre ai limit:Jt i inco Jwcnicnti di n:Jtur:J chirurgica infatti (un caso d i suppurnione, un ca'>o di di~im.er7Ìonc di elettrodi, un raM) di csaurimc:nto di batrcrie), abbiamo con stataro generalmente l'in.,taurarsi di ritmi a doppio comando c. M>lo in un ca,o, l'in,or. gcnta di una lìbrilla.t.ione \'enrricolar{·; nei due.: casi in cui le cri\i di .\I.A.S. t•rano do \'UtC proprio ad cpi.,odi di lìbrillaziom; n~ntricolar<", un )egnapa.,~i a frequenza IÌ'>\a e \tato ,uffìcicnt<.. ad impcdirlc: in un altro, nel quale era t·,·idcnrc una in,ufficicnre ri'Jl<hta, un reimpianto del 'cgnapas">i ha daro buoni ri~ultati. L'appl icazionc dci ~eg n apas~i artificia li pu ò d u ng Ul', considerarsi una rt•all :i rnapcu lica: \'a tutta\'Ì~ alrcmamcntc \';lgliata durnnre la fa~l· di ri:mimazione, llU:lndo è


'553 possibile ~tudiare, con la rispo~ta ai farmaci, l'indicazione più appropriata del segnapassi da impiantare che, a no,rro a\'\·iso, non puù che csscrt' indirizzata \W~o i segna passi '' sincroni " o '' a domanda ,,.

RtAssu-.:To. - Gli aurori nfcri~ono le prime esperienze ~ul tranamento dei blocchi A-V con segnapa~~i artificiali nei rico\'Crati m:l Centro di rianimazione dcllTni,·crsità di Roma. Gli stessi, tralasciando gli aspcrri di più sLrclla penincn/'a chirurgica Jd problema. prospettano la ncn:ssirà, in fa'c di rianimazionc cardiocircolatoria, di un accurato studio delle caranc:ri,tichc morfologicht·, funzionali t: farmacodinamiche dei blocchi A · \' per l'applicazione " mirata » ùcl \t:gnapassi più idoneo per ciascun paziente. RbuML - Lcs Aureurs rapponent ks pr-cmièrcs cxpent•nces sur le traitemcnt dcs blot:s A-\' a,·cc stimulareur artilicid aux gisants du Ccntrc Jc réanimation dc I'Uni,·cr ~ité dc Rome. Sans considl-n:r Ics aspccl\ plus rigourcu,<.:menr chirurgicaux Ju problèmt·, ib font rcmarquer la néc~ssité, en pha~c de réanimation cardio-circulatoirc, d'un étudc soigné dcs caracréristiqucs morphologiqucs, foncrionndlcs et pharmncodynami<.J UC\ cks blocs t\ -V pour le choix précis du !>timulateur le phl\ convcnablc pour chaque patient. su~l~i.\ R\. Thc AuthOr\ reporl the first t:xpericncc\ on treatmt:l\l with artificid paccmakcrs of rhc A-\' blocb patients al tht· U niYersiry of l~ome Reanimation Centrc. Leaving out thc strictl y ~urgical aspcct~ of thc prohkm, Lhcy stare rhc ncccssiry, in carùiocirculator y n:animarion phasc, of a carcf ul ~tudy on rh c morphological, functiona l and pharmacodynamic carachtcristics of thc ,\ \' blocks, for thc exact npplic:Jtion of rhc pacemakcr mon: appropriare ro cn:rr paricnr.

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l


IST ITUTO DI .MEDIC!N.\ I.EG.\LE. E DELLE ASSICUR,\ZI0:-.:1 DELL'L'XI\'ERS!T~\' DI '\\POLI Dire ttore: Prof. Dot i , V. 1\f.

PA l \1 11111

IL BENEFICIO D ELLA DISPENSA D AL SERVIZIO MILITARE DI LEVA PER INABILITA DEL PADRE DELL'ISCRITTO DI LEVA ALL'ATTIVITÀ LAVORATIVA Magg. Gen. C.S.A. Do tt. G iuseppe Pizzuti specialista medico - legale

Lo Sr:no, ~ollcciw della costituzione legak della famiglia. nonch~ della con;c:rvazione, dello sviluppo, Jella tutela c Jella protezione del nucleo familiare. cellula prima c fondam\.lllale Jdla "x:ictà organtzzam, anche con la ngtntc kggc ~ul recluramnuo (•-! febbraio r1) ..h n. 2.~7) ha mantlnuto l'i,tiruro della Ji,pt·n,a a domanda dal scn·izio militare di leva per part icolari ,ituazioni d1 famigl ia. con~ervando a tale istituto il cararterc Ji tutela dcll'intt•rcsse della colletti1•ità (c non dei ~ingol i indi,·idui), ed ackguandolo alle necessir:1 dd momento. Tra le ~ituazioni particolari chl danno luogo alla tn:ntualc dispt·ma dal compit'fC la ferma di !n·a, tutte previste d:tll'art. 91 della legge, 1 i ~ quella e'posta al punto 5• che dice: " primogenito od unico figlio di padre vi1·erue affetto da infe rmità pmnanente ed insanabile che lo rende inabile ad esplicare b \U:t ahirualc altiYità lavorativa e non c'erciti, di fano. altra anil'ità la,·orativa. Oll'ero di madre n:dol'a o nubile. purchè in entrambi i ca,i, a causa della parten;n alle armi Jdl'arruolato. la famiglia 1cnga a perdere i necessart mezzi di \USsi\tenza "· Per una più corretta interpretazione di quanto prescritto. non mi ~ sembrato inutile richiamart: l'ancn1ione di chi è interessato all'applicazione pratica dell'articolo sui \egucmi punti. ,\nzitutto occorre tener conto che quanto prescritto dalla legge in argomento con il succcssii'O art. 93 r::.ppresenta lu dc(ìnizionc ddk: <<persone da considerarsi incsiMenti in famiglia " (padre où altro congiunto), e non ad integrare l'art. 91 - 5· L'an. <H dice: " allo scopo di costituire titolo all'e,·cntualc ammi,sione alla dispensa dal compit·re la krma di lcl'a nei Ca\Ì pre~i.,ti dal prcced<·nte an. gr, debbono considerarsi inc~istt•nti in famiglia : " 1) gli afferri da impcrfez.ioni o deformità fisiche ascrivibili nIla prima cd alla 'econda categoria di pen,ione. di cui alla lcggt· 10 agmto 19)0, n. 64R: H 2) coloro che, per :.opraggtUnLC infermità permanenti ed imanabili, abbiano do,·uro abbandonare la loro abituale atti1·ità lal'oratil'a c non si siano potuti dedicare ad altra proficua atti\•ità; « ;) gli irreperibili dci yuali non si sinno avute noLizie . . . . . . ; H 4) i religio~i che abbiano . . . . . . : • 5) il genitore che abbia abbandonato il tetto coniugale . . . . . . ; "6) i detenuti per espiaziont· d i una pena dctcnti1·a non inferiore ..


Trauasi dunque di du~· con figuraz ioni d iverse, qud la del p3dre di fìglio unico o primogenico (< inabile alla ~ua abituale attivi tà lavorativa "• eli cu i all'art. 91 5· e quella del padre (o di altro congiunto} " inc.\i~tente in famiglia " per imperfezioni od infermit:t od anche altro moti,o, eli cui all'art. 9.~· l due articoli - per quanto concerne l'esistcn;a di imperfezioni od infermità - non possono integrarsi. non solo perchè rigua rdano si tuaz ioni d iverse. ma anche perchè c~igono condizioni nelle dUt: situa zioni alquanto differenti: come vedremo appresso, l'inabilità all'abituale attività lavorati\a dcri,•a d:t una inabilità al 13\'0rO spccilìco, mentre l'inesistenza in famiglia deriva da una inabt lità generica al hlVoro di ent ità che superi il 75 ° (ascri vibili alle prime du e cnregorie di pensione, d i cu i :tlla legge ro agosto I95o}. ~e -.i trana di imperfezioni o ddormit:\ fi.,i che, c di inabilità assoiUla al Ja,·oro (nece~sità di anr dm·uto abbandonare l'abiruak aniùtà lavorativa, e impossibilità a dedicarsi ad altra prolicua auività), se si tratta dt inkrmirà. Dunque, a proposito di padre di arruolato, quando si donà parlare di inabilità :ti Ja,·oro, si donà applicare l'art. 91 - 5 c solo questo, merllre quando -.i douà parlare di inesistenza in famiglia per imperfezioni od infc:rmità, si dovrà applicare l'an. 9~- 1 c 2 c solo q ucsto. Ciò pn:mc s.,o, ritorniamo all'an. lJI - 5· Da qunto ri.,ulta chiaro che il primogenito od il figlio unico (maschio). il padre dci quali sia viveme, possono beneficiare dell'esonero cbl serviz.io mi litare qualora si ,·critichino k seguenti contliz ioni: il padre 11) ~ia in:tbik ad esplicare la sua abituale atti,·irù lavorati,a. perch~ affetto da infermità permanente cd uhanabilc, L b) dr fatto non o~.:rciti altra atti\Ì tJ eli Ja,·oro; - la famiglia, a C;lLJ~:l Jella p~trtcnza allt: armi ckl figlio, viene a pt:rdcre i llt: cessari mezzi di sussistenza. a) lnfernllltÌ permanente ed 11/sanabrlc·. La parola " infermit:l » (da rnlirmus non fe rmo, ,·acillante) sta ad indicar~.: non necnsariam cn lc una malattia, che ha carat tere e,·olurivo, ma anche un difetto li,ico (imperfezione, ddorm it2t} che non ha carattc:n· cvoluti,·o cd è '>tabile; così l'infermir2t pcrmanenre sarebbe la malania, l'infermità insanabile puÌ> essere una malattia od un d if~.:tto fi-.ico. Con una tale intl'rprcta7ionc si eli mina l':1pparen1e esclmionc dall'articolo de i difetti fisic i, che pur possono c:sscre c:tus:t eli ir1abilit:l all'abituale la,·oro. li requisito dd la .. permanenza , come ~ noto, 'a inteso nou come imanabilit:t assoluta del la malattia, ma come obiclti,·a incertcna della sua duraLa e Jcll:.t possibilit~ di guarigione o di apprezzabile miglioramento. \'a valurato alb stregua dt:i dettami della \cicnLa medica e dcll't:'>perienLa clinica, \l' llza :.confinamenti aprioristici nel campo delle ipotesi amattc possibilt c pre' edibili. \"a teuuto conto delle JXl''ibilità terapcutichc, sì che tutte le volti.! che sia possibile pre,edcre un regre~so dell'inft:rmit3 - n~.:l caso ch e ci intt: ressa, in un te mpo suflìcie ntcm cntc rapido - non potrà più parlarsi d i perma nenza. Tra i mcz7i terapeurici però non ,·anno compre,i gli inlen·enti chirurgici. per il loro carattere di straordin:trinà c di pericolo,ità. ed in aderenza al precetto dell'articolo 32 della Cmtituzione. Il r~.:quisito della « in~anahilità '' l'a inteso nel sen~o ch e la gu:trigione ~ia impo~~i bile. in quanto l'infcrmit:l (in genere difetto fisico) è caratrcriuata da proces\i anatomopatologici orm ai irrever~ihili. Il giudizio va basato non solo su cure inutilmeme esple rate pu un congruo periodo di tempo (giudiz io a posteriori), ma anche su criteri tecnici e di esperienza pratica (giudizio a priori). b) lnabililtì ad espltcar~ l'abituale attivtltÌ lut·orattl'll. " L 'abituale attività la\ora tiva '' ~ la specifica attività di lavoro ch e il soggetto esplica con continuità o quasi, ~.:d in pratica è t[Uclla dichiarata c giurata (a rt. 7 D.P .R. 2 agosto r957. n. 678).


557 <<Inabilità ad esplicare un'attività di lavoro ''· come è noto, è la mancanza o JcJì cienza d i validità che rende l'individuo incapace ad effettuare un'attività di lavoro, in altre parole è l'inattitudine a compiere un'attività Ji lavoro (incapacid), solo in quanto sia determinata da una menomazione anaromo-patologica che limiti od escluda una funzione (invalidità). Esiste una inahilità assoluta (incapacità a qualsiasi artivirà proficua) eJ una relativa (specifica se incapacità solo ad un determinato mestiere, generica se incapacità a tulli i mesùeri compatibili con le attitudini del soggetto), una inabilità totale (impossibilità di attendere senza prricolo proprio o di altrui ad un lavoro proficuo) ed una parziale (se le cause invalidanti incidono in mailicra srnsibile ma non rotaliraria sulla capacità al lavoro proficuo), Tale inabilità, come è noto, è legata a diminuzione o deficiente utilizzazione delle energie bio-psichiche, discontinui tà nel lavoro, azione usuramc di questo, pericolosità. Le sue cause possono essere fisiologiche (rtà immatura o senile, ultima fase fase della gra,·idanza, pucrpcrio), patologiche (malatti<: in atto o loro postumi). t<:ratologiche (deform ità congenite). Ora, nel caso che ci interessa trattasi evidentemente di inabilità specifica, da cause pawlogichc o tcratologichc. Ma di chr entità rssa deve essere per Jar luogo al beneficio (se, naturalmente, sussi>tono gli altri requisitir E' chiaro che, essendo il termine di riferimento del l'inabilità il lavoro proficuo, ciol: quello capace di procurare un utile economico. cd e~~rnJo lo scopo dd beneficio della d ispe nsa quello d i assicurare con la pre;enza in famiglia ed il lavoro dell'iscritto l'acqui>to dei mezzi di su~sisrenza non provenienti dal padre infermo o da altra lecita fonte, l'inabilità deve imc ndcrsi come incapacità al guadagno, ed il grado dell'inabilit;L deve essere tale da ridurre sostanzialmente, anche se non in modo assoluto, tale capacità. E scmbrami allora opporn.mo tener conto in proposito dd tasso prescritto dalla lrggc sulla invalidità pcmionabilc (an. 10 legge 14 aprile 1939· n. 636) cioè la permanente riduzione della capacità di guadagno che superi i due terzi del guadagno normale per l'operaio e la metà per l'impiegato. Di modo che un equo criterio quantitativo per ammettere l'esistenza dell'inabilità al lavoro specifico è quello della riduzione della capacità di guadagno nel lavoro spccilico al terzo od alla metà, rispettivamente per l'operaio c per l'impiegato, del guadagno normale. Un tale criterio scmbrami equo. F se l'invalidità pensionahilc in t:ffeui è la riduzionr della capacità di guadagno in occupa;!Ìoni confacenti a lle attitudini, quindi una riduzione in un ambito lavorati,·o più vasto (occupazioni confacenti alle atti tudini, e non solo ndl'abitualc attività lavorativa) di quello ddl'inabilità all'abituale attività di lavoro, l'opera io e l'impiegato giudicati inabili all'abiLUalc attività di lavoro ai fini della d ispensa da l servizio di leva dd figlio, anche se avessero una idoneità ad altra proficua arrivirà, hanno in efferti un tempo di scegliersi tale anività c dedicarvisi ben scarso pcrchè la fam iglia non ne riceva intanto un notevole danno <:conomico. Possiamo, dunclUC, concludere ddìncndo la " inabilità all'abiwalc lavoro n, richiesta Jalla legge per la .concessione del beneficio della dispensa, come « la riduzione della capacità di guadagno nell'abituale attiv ità di lavoro, per infermità p<:rmancntc od insanabile. che superi nell'operaio i due terzi del guadagno normale, e nell'impiegato la metà •>. La valutazione dell'inabilità o meno all'abituale attività di lamro è basata sul confronto tra k particolari e~ igenze psico fisiche dell'anività lavorativa del soggeno (profilo pro(e;sionalc) c le attitudini da questo sogge uo ancora possedute, 11onosrante l'infermità (artituclini residue). Si comprende faci lmente che la stessa menomazionc potrù avere effetto diverso a seconda delle diverse attività di lavoro.


c) Non eserciti, di fatto, altra attività di lat'OI'O. L'e;ercizio di altra attività di lavoro toglie il beneficio della di~pen;a. :\la anche qui occorre fare qualche risen a. Poichè lo scopo dcll'i>ritul<> della dispensa i:: quello di non wglierc alla famiglia i necc~sari mezzi di sus;istcnza, occorrcn:hbe che la nuo\a anivit~ di lavoro del genitore fosse a carattere continuo (almmo per il periodo dd scn izio militare dell'arruolato). comona alle condizioni psico-fì;ichc del soggetto c non usurante, non pericolosa, cd il guadagno fosse ottenuto quale fr utto del lavoro ~ non a solo tirolo di bendice!1za. Comunqul' tale ,, altra attività di la\oro .. , per far paderc il tirolo al bl'lld1cio, deve procurare un guadagno che, da solo o aggiunto ad altri C\Cntuali imroiti della famiglia, riese:~ a soddi>farc l<: ncccs;ità della \'ita. L' chiaro che, se il soggetto, ricono~iuto inabile all'abituale attività di lavoro, pcrsistcs;c in tale atti\'ità l ne trac"L suHiòcnte guadagno, poich~ la persistcn7a nel lavoro cvidcntememe accadrebbe a suo rischio c.: pericolo ovvero il guadagno sarebbe reso pos>ibilc da un auo di bc.:ncficcnza dell'imprenditore di bmro. il beneficio della di'>pema non può negarsi, non potendo lo Stato amrncw.:rc che 1 mezzi di su;sbtenza si acquistino con il prezzo del rischio l' dd pericolo. e tanto nwno potendo le Staw cff..:truarc una speculaz ione.: ~u di un atto di beneficenza.

d} La partt·n:::a alle arnn ddl"armolato

fc~rebbe

perdere alla famìglw i

nect"•i<li'Ì

mezz1 d1 su.;si<tenza. Questa fr::l'>t' ~ta ::1 ~ignifìca.re che il padn: inabile all'abituak attivit~ lavorativa c la sua famiglia, pcrch~ .,u~sisra il diritto al beneficio, non debbono :l.\Tre pos!>ihilirà economiche di vita. ~ì che qul·.,te debbono dai,arL - in Lurto od in pane.: -

dal la' oro dd tiglio. Quindi. per la >m'>i,tenza del dimto. il patire c b famigli:J non debbono averl' proprietà, pemioni, ..:cc., o debbono averm: in rni,ura inferiore ai bi~ogni. l )a notare che in r..:altà il hworo od tiglio può essere: " attuale • (gio\'anc già occu pato). o .. potc.:nzialc " (giovam· 111 attesa di prima occupazione o tc.:rnporancamente di~occupato). Ora, in entrambi i ca~i (; giu!>to wnga riconosciuto il diritto al beneficio. Infatti. una \'Oha accataro cht il padre im·alido non ha mezzi propri o suftìcicmi per manten<.:re la famiglia. ~c l'allontanamento dd Jìglio occupaco toglierebbe.: i mezzi di sus~i~tenza, l'allontan::1mcnto di quello in attesa di prima sistemazione o temporaneamente disoccupaco wglicrebbe la prospcuiva di pot<.:r uscire prima o poi dalla indigenza. 11 guadagno del figlio può C\sere t<Ùc da a>'icurare in Lutto od in pane i meui di ~ussi.,tcnza, cio~ il lucro del figlio può rappresentare tutto ciò di cui ahbiM>gna la fnmiglia. ovvero può solo integrare gl i scani introiti de l padre:: il diritto a l bcnclìcio ~us,Ì'>tC sempre. Riepilogando, nel ca~o che il padre dell'iscritto di leva sia giudicaro dagli organi competenti inabile all'abituale attività lavoratÌ\·a. il diritto alla di.,pensa del primogl'llito o del tiglio unico può sus,istere o meno a seconda delle ~·guenti contingenze: ( se dispone.: di fonl ti di guadagno \non C:\iste diritto al extra ]a,·orati\c bc.:neticio. (proprict~. ecc.)

a)

il padre non esercita di lauo « altra auivit~ di lavoro "

l

se non dispone d i fonri di guadagno cxlr:J la,·ora t ive

esiste diritto al benc.:tìcio (purchè il tiglio la\WÌ ovvero ~ia in attesa di prima \Ìo,tema zionc o temporaneamente di~oc­ cupato).

l l


559 l se trae dal lavoro \ non c~i~te d iritto al ~uflìciente guadagno

1

i hcneficio. M:

b) il padre e~ercita di fa tto" altra :\lch·ità di lavoro ,.

1

di~pone di :1lrrc \ non e~istc d i ri no al fonti <.li guada/ beneficio. gno

l

~e

. e~i~te il diritto al trae dal lavoro bcneficio (purchè l in,uflìcicme gu:1- i .I figlio l<t\ ori. Jagno se non di>pone di ov,·ero sia 111 at\ :1ltre fonti di tesa di siHcmaguadagno ztone o tllnporaneamcntt' disoc cupato).

l

.\la quali. c th che nllità debbono essere i mezzi <.li SU\ststcnza da considc.:rarsi (( necessari "? Tutt':Jitro che facile è una tale de lì ntzione, cd in propo~iro non possono che dars i solo dei critni orientativi. Co~ì, ~ oYVio che i « mezzi di smsbtenza ,, non saranno ... il solo pane c companatico, c che la entità di tali mezzi ,·ari da una famiglia all'altra 'ccontln il tempo. 1l luogo, la condiz ionc.: soci alt, h: particolari situazioni dd la famiglia in e!>amt' (esistenza di ammalati. tmpegni contratti, trt'quenza scola,tica dt alcuni componenti, ecc.). Sc p uò csigcrsi infatti che una famigli a, la qualt: mella il proprio lÌglio a dispo>izione della collettività. si pri'i di ciò che è più o meno superfluo, non puù cc.:no prctcntlersi cht. essa muti sosmnzialmcmc il giusto tc.:norc di 'ita che le deriva dalla sua condizione M>Cialc. Circa le visiw mediche al padrc ddl'iscrillo ui b·a, ~i reputa opportuno richiamare l'anenztone sulla necessit;Ì che i mcdiçi incancati di tali visite siano panicolarmentc compcrt.nll e prauci, al fint: di evitare spese ~uperflue all'Amministrazionc, spe~c c fa~tidi non necessari al visir::mdo, e nel contempo di garcntire giudizi equi.


ISTITUTO CI IIMICO FARMACEL'TICO MILITARE

()ircuurc: Col. Chim. F.~rm. Prn•. Exzo M\r.GJORHII

LE SIRINGHE PER INIEZIONI. I CONTROLLI Più IMPORTANTI DESCRTZ!ONE DI UN SEMPLICE APPARECCHIO PER LE PROVE DJ TENUTA

Col. C him. Farm. Prof. Dott. Enzo Maggiorclli

L · Cr·.,.Ko ~TORICO.

I primi tcntarivi t!i inrroùurrc i farmaci attraverso b cuH: ri~a l gono alla prima met3 t!cl ~ccolo scorso. Lambcn c Dcsieur toglic\·ano una portione dell'epidermide 1•1 per mezzo Ji un ,·escicanrc, cd applicaYano il meùicamenro \Ul derma, in forma solida o liquida. Lafargue [2 J introduceva miscele semisolide del farmaco mediante piccoli ragli praticati l'uno vicino all'altro con una !ancella. Succe:.sivamentc si praticarono con un ago dci fori ~ttil i, nei quali ~i immette\ ano ciii n t! retti solidi di medicinali. Brum 131 introdusse l'impiamaztone che ~opraYviH· ncll':mualc procrtlura di inoculaz10ne del vaccino antivaioloso. L'evoluzione tli gucsta procedura contlusse ::tll'applicazione sottocutanea Jci farmaci, iniz.iata da Rynd l41, che iniettava ~oluz ioni di morfìna in crco<;Oto nella cura della ~i atica, c da \\' ood 5 l che u ~ò largamente la morfina nella cura delle nevralgie. Prav:llz 161, chirurgo c ortopedico francese ( Pont-Je Bcauvoi,in, 179 •; Lione, 1H53) inventò. nel 1852, la siringa che porta il suo nome. per ricerche \Uirirnpiego del percloruro di ferro negli aneurismi, e Béhicr r 71 sc ne servì per init·narc atropina e Hricnina. Lo Scarc nzio pq nel r8C14 introdu~sc la cura dclla sifilide con iniezione \ottocutanea di calomclano. Si affermarono in seguito principalmente la somministrazione intramuscolare e quel la e ndovenosa dei farmaci. La costruzione in tutto vetro dd cilindro e del pi~rone condu,.,c alla ~ir inga oggi generalmente u~ata. brevcnata da Lucr (fabbricallle tcde~co d i apparccchi, morro nel 1883).

r

II. - c \R.\TTU\1\llCHE f,E:'\HL\Ll DELLE SIRI~GHt Lt.E.R. Le carallcrisriche principali delle siringhe sono: il cono, la capacità. il rapporto Jiametro lungheua, la qualità del vetro, la tenuta. Le caratteri,tiche ~ccondaric \Ono: k graduazioni, la po~izione del cono, il tipo Jd piston<-.

a) l/ cono.

Pn 'COno ddla siringa si imc ndc la conicità del codulo che a,,icura la connes~ione dell'ago alla ,iringa. 11 codulo è co~tiruito da un tronco Ji cono. che è iot!ividuato c''enzialmt·ntc da duc mi~urc: il diametro di una ddle due ba'>i, c l'angolo di inclina; ione

-


della superficie conica rispeno alra!;~e del cono; da queMc mi~ure ~i possono calcolare: la conicità percentuale e, data la lunghezza dd cono, il diametro dell'altra base. La figura 1 rappresenta la sezione di un cono, pas~antc: per l 'as~c:. In essa, con la lettera D è indicato il diametro massimo del tronco di rono, con d il diametro minimo, con l la

d

D

m

l

~ -

1-ig. l .

lunghca:a, con , l'angolo di inclinazione:. c: con c la conicn.\ percentualr. Tutte le mi'urc, e in particolare l'angolo di inclinazione:, ~ono ingrandite al fine di una maggiore C\ itlenza. Tra le misure delle grandezze indic~H~· 'i hanno lt 'c:guc:nti relazioni: f)

d

l

l

tg :z D

=- d + le

c

- --

D -d


Coni usati in Italia:

1) Conicità percentuale

-

0, 1

[()

w llc.:ranza

± 4'

Quc~ta C<Jnicità, usata in Fr:mcia c Crrmania fu la wla u\:lla m Italia fino al 1958; ad essa corrispondono due tipi di cono:

Cono 2: ùiamc.:tro minore del cono m m 2,8 -t o,o3

o,os

lunghezza del cono mm 'i ..- o,5 è u'ato per siringhe da cc 2 e d:J cc 3·

Cono 5 6: diamc.:rro minore tld cono rnm. -1 lunghezza dd cono mm <1 . ) + 05 è u~aro per ~iringhc da cc 5- cc 10 cd oltre

2) Conicità percentuale

1/ 16 -- o.ofi

Questa conicità - mma negli Stati Uniti. Canada. ( ,iapponc, Inghilterra c ~k~~ico (u adonata, d:tl 1" gl~nnaio 1959· d:tlla Santtà Milu:lrc Italiana, per le ,iringhe di tutte le c:tpacità ('iringhc a cono unificato): diamt:rro m1norc Jd cono

mm 3·94

lunghczz:t dd cono

mm 6..;-; per il trauo smcrigliaw dd cono.

La tolleranza ndle misure del diamctro è di mm o.oos rispcno al diametro calcol:tto. Il diametro ddl'orifìzio del cono è di mm 1.5 o.~ per il· ,iringhc fino a cc 5; <h mm 1,8 :t o,3 pcr le siringhe di m:1ggiorc capacità. ]':elle siringhe italiane cono 2 -conicità o,r - il diametro minore del cono varia da mm 2.j a mm 2,8; la rollcranta da 0,03 a 0,005; la conicità da 2'' .51'15" a 2 .52' ± 4'. Questo è il mmivo per cui frequentemente gli aghi di di1·ersa origine non si adat tano pcrfcttamelllt: alle ,iringhc.: di cono 2. Maggiore uniformir2t co,truni1·a ~i ri"ontra nelle 'iringhc cono 5 6 ed in qudlc a cono unificato.

=

Controllo d~lla conicitù. Gt:ncralmcme la conicità non 1 it:ne dc.:doua da mi,urc; e~sa v iene conuollara per mezzo del prova-coni, costituito da un disco di acciaio, al ccn

tro del quale si trova una cavit;Ì conica perfettamente corrispondente m·lla forma e nella mi,ura al cono richiesto. Un cono maschio di acciaio 1 tenc parimenti usato per il con~ uollo della conicità della ghiera degli aghi.

b) Capacittì e graduazioni. Le siringhe vcngono co.,truitc in capacità da cc 0.5 a cc 100; le sudd ivi ~ioni vari:mo con i vari paesi e i vari costruttori. Il controllo della capacità e delle graduazioni 1·ienc fatto con acqua distillata a 20 , a l'olumc (con buretta o microburetta), o per pesata. La tolleranza ~u lla capacità varia


molto da pac~e a paese. Per le siringhe a cono unilicato. suddivi~ioni r tolleram:e sono q uelle riportate nella seguente tabella:

c.•pacit.ì nmmnalc ddb 'mnga

cc

Su ..Id t\ Ì>Ìon i

0,1

TullcrJnza ma"ima ndl'crrore ddiJ

op.1,11à nonHn.•lc 0,04

o.ox

2

0,2

5

0,2

(()

0,2 O

20

2

o,(i

1011

o o.; I

0.1)

o,_)

2

0,1;)

'i

l.'j

5

3

c) Rapporto thametro-lunglu· ;;;;:a. Dl'\·e l'>'>crc ralc da con,t·nurc una facile leuur.t delle ,uJJivi,ioni.

d) ()ua!tttÌ dd t etra L<: ~iringhc vengono co~trut re con vetro al horosilicaco resi~rcnte agh ,balti th tcm pcratura c alla corro, ione. Per cw> non '>ono tunaùa ncre~sari i ~aggi prescritti per il \'etro destinato alla proJu,.ionr Ji halc per miezioni. in comidcratione d,·l limit.Ho tem po di permanenza ,.klle >oluzioni nelle siringhe. St ritengono suflicicnti 1 '>aggi srguenu: 1) la '>iringa. immen:1 in acqua holkn te, non deve pre~enrare frarrure o incrinarurc; 2) dcH resi'>tcre ad un numero indeterminato di '>terilin:azionl per chollizion~: 111 acqua per 20' (immergendola a (rcJdo); )) wuoposta all'azione Jel calore 'ecco in '>tufa a 16o" 1-w r un'ora. non deve prc senrare fratture o incrinature: 4) non deve prco;cncarc tracCI' di corro,ionc p<:r trali;Jmcmi ripetuti di 30' in auto cla,·c a ,·apore saturo a II)' . in acqua diMillata c in soluzione fi,iologica bollenti. T \aggi ,·engono t'seguiti a pi'>tone t. 'tratto dalla siringa, e 1l controllo ddl'auacco viene fatto per pesata a peso costante: dopo e'siccazione.

e) 1-'ostzione del w11o. Le siringhe hanno gencralmentt' il cono sull'as'e dd cilindro; nelle siringhe destinate alle inie1.ioni endon:no'e il cono può e'sere eccentrico.

f) Pi··tone. Il pistone puÒ essere C3\.0 O pimo. Jl pistOill: pieno, 3UOHalO per le \iringhc Ulllh catc prescriue dal la Sanità Militare Italiana, Yicnc consickr:llo prdcribik per una mag gion, resistenza meccanica c perchl il pe'o lo mantiene immeno duranr~: la ebollizione in acqua per la sterilizzaziont•.

g) Tenuta. La perfetta costruzione del CO llO della mmga c della ca' it ~1 conica della ghiera del l'ago assicurano l'innesto dell'ago, e impediscono la perdita eli liquido per fuoriuscita tra siringa c ago. Tuua,·ia perdite possono aversi tra cilindro c pistone, se la loro costruzione non è perfetta. C ilindro <' pistone ÒO\'fcbbcro t'sserc perfettamente cilind rici;


il pistone dovrebbe ~orrere dolcemtnte nd cilindro, ma la distanza tra le Jue superlÌ<"i non dovrebbe consentire fuoriuscita di liquido. La tenuta di una siringa si mi,ura chiudenJo l'apertura del cono, Jopo averla riem. pita di acqua per la ~ua capacità totale, cd eserciranJo per un tempo ~tabiliw una determinata pressione sul pistonc. La tabella che segue dà la mas,ima pcrdira Ji acqua in un minuto, ammessa per le siringhe unificate, in relazione alla pressione esercitata per centimetro quadr::llo di superlìcic della base Jd pi~tone, eò alla capacità òella siringa. Cap.lcità nommale in çc

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2

4

lJI. · [)rscRJZIOt\E D! l ' '- SBti'IICE \1'1'\RECCHIO l'lR l .\ I.\fClZIO"-F J>F.li .E PROVE 01 TE:-\t:T.\. Nel Laboratorio analbi, studi cd espcrienn· dell'J.C.F.:O.!. usiamo un semplice ap parecchio di nowa ideazione.:. costntito nelle officine dello Stabilimento (v. fig. 2), per la determinazione della tenuta cltlle siringhe eli qual.,iasi capacità. Esso consta di un recipiente metallico superiormente cavo, che a mtzzo di appo.,ite appendici scorre senza attrito lungo tre aste metalliche verticali, c reca inferiormentl' una appendice cilindrica, la cui superficit: pian:J ,·iene portata a poggiare sul pistone della siringa piena òi acqua. La siringa è chiusa inferiormentt: da un ago a cannula otturata per saldatura. Il reCIpiente cavo, con le sue appendici. h:1 un peso in kriorc al pc.:~o da applicarsi sul pi~tom: delle siringhe di minore capacità, cd (: accuratamente tarato. Il diametro del pi.,ronc della ~iringa in t:~amc viene misurato e~auamcnte col calibro; ~i calcola in centimetri quadrati la superfici<.: òc:lla base dd pistone, e ~i moltiplica per 3 per le :.iringhe lino a cc 10. per 2 pt:r le siringhe di maggiore capaci1:1. Si collocano nel recipiente cavo dell'apparecchio tanti pe~i guanti ne occorrono pcr raggiungere compk~si\·amc·nre la pres,ione prescritta, c ~i lascia che esso agisca sul pistone per un minuto. Al termine di questo si legge sulla siringa di quanto il pistone (; di~ce~o nel cilllldro. Si ammette una rolleranza rispetto alla cabella: nd caso che tulte le altre caratteri stiche siano pt·rfettamcntc corrispondenti ai rcq\tisiti prescriui. una partita di siringhe \iene comider:na accettabile se non olrre il 20 " di rs'c presenta una perdita compre~a Lra il massimo ammesso dalla rabdla e il doppio di e~so. purchè in nessuna siringa qul sto Yalore ,·enga superato. L'apparecchio, u~:.to nt:l Laboratorio anali.,i, studi cd csperien:t.c deli'J.C.F.M. dal ll;)8, è di facile uso, c non presenta incOIWCnicnti di funzionamento per la sua sempli cità. Per partite molto grandi, il saggio di tenuta vien<.: eseguito su una parte aliquota del le siringhe. E' da notare che la perdita ddle sinnghe dipende dalla posizione del pistone n ~peuo a quella della siringa; generalmente ruotando il pistone si hanno perdite sc.:nsibilmcnte diverse, il che indica una ctrta ovalizzazione dd cilindro c del pistone.


Dt5>k>uSITII/O

P/;!r1'1EI'Y'TE

-r ).

l

n Fig. 2.

St R. If'I <JA

- -- -


5 66 Le prescnztoni riponatt• sono quelle :tdouare per le •iringhe a cono unif tcato clall.t Sanitit Militare Italiana, riportate anche nell'anne~'o n. r alla circolare ISO 'TC l, (Secrétariat - 29) 54 dell'ottobre rg6o dell'Organi>ation lnrcrn:nional ùd Normalisarion. Il Com irato tecnico di questa Organizzazione ha fano nell'anno 1957 c >ucccs~i' i ur.. studio generale molto accurato di tutte le caratteri!>ùchc delle:: sinnghc usate nei v:m paesi. Le caratteristiche delle siringhe unilìcatc adottate dalla Sani tà ~1 ilirarc Italiana studiate dal Labo rawrio analisi, >tudi ed esperienze dell'I.C.l?.M. consentono l'uso tli qualsia-.i ago unifica to >u q ua biasi ~iringa unificata. Le norme prescrivono ta!>,ati\ a mente le caranerisriche fondamentali (cono, tenuta, tolleranza nella capacità), m:1 la sciano al co~trutwre un ceno grado di libertà pt·r le carattcrbtiche non fondamentali.

Rx,,ssv::-.~To . Si descrivono le caratte ristiche delle siringht· Luer (con particolar· riguardo al controllo delle 'irin ghe a cono unificato) cd un \tmplin· apparecchio pt'f k prove di tenuta.

Risud. - On décrit lt·s spécificariom de:. >t:ringue~. particuliatmelll dn >eringut' ?t conicité unifì.ée 6" ~ · et un simplc apparci! pour l't·ssai d'étanchéité. Sl~t~t \R\. The mo't importa m spcnhcatiom of 'yringe> for medicai U!>e are dcscribcd, mainly of syrin ges with unifìnl eone~; a ~implc appar:ttu'i j, dt•,cribed for dctermining 1he tighncss barre! plunga.

BI BLIOGR \FI.\ 1.

2.

3· 4· 5·

6.

7· 8.

L\\III.ERT: " F'sai \Ur la méthodc cndcrmi(l ue "· Pari~. 182H. LMARc uE.: JJulletin de TllérapeulltJttt', H· 1il47: 4~· 1R57= 59· T~(,o : 6o. t8or. BRl~~ : '' Chirurgi~chen H cilmittdchre "· Tucbingen. 186y. RY NU F.: Dubfi11 A/cd. fourn al, p. 18Go. W ocm ,\.: Ed1mburg \Jt"tl. and Surg. fournal, 82. 1855· PRAV:ITZ l .: cc Sur le lr::tilmcnt J c, am:urismcs n. Paris, 1H57· BÉHIFR: Gazctte hebdomadam· dc• ~Jédecill(:, 1859· ScARE'\ZIO A.: Annali Univt'/'ja/i di Medicina, 5~ (4). 1864.

.J-.


<ISPF.D.\LF.. ~!ILI T \RF PRI,CIP.-\I.E l)[ llOLOG:".-\ Dlr<ttorc ; Col. lvkd. Dolt. M \RIO eu ""l l ,\J!ORAT<lR IO CII IYIICO J>R0\ ' 1::--JCI.-\Ll-. 1>1 BOLOGN.\ 1>1r• llnrt·:

Dott. M\Mir> \h><r.o >LI

SEPARAZIONE E DETERMINAZIONE DEI MONO- DI- E TRIGLICERIDI NEI GRASSI EMULSIONAT I PER ELUIZIONE FRAZIONATA SU COLONNA DI GEL DI SILICE :\1agg. Chim. Farm. Dou. Paolo lngraito Dott. Aroldn Boari

Il Decreto ~linistcrialc 31 marzo 196;;. che ha ~ostituito qudlo del H) g~:nnaio 1!)63, e che riporta l'elenco degli additi\·i comemiti p~:r uso alimentare. alla \'OCe tt:nsioatÙ\'i " cita i monogliceridi <kgli acidi grassi alimentari da C ,, a C," col numero 35<> c la miscela di mono c digliccriJi degli acidi gras\i alimentari dn C 14 a C,, col numero 351, specificandonc In p~:rcentualc massima Ji impiego per i singoli prodoui n fianco elencati. In attesa della pubblicazione dci metodi di determinazione.: degli additi\'i negli alimenti da parte <.Id .\[inist(To ddla Sanità, ci ~•amo proposti di controllare se nei procloni del commercio i limiti \t:lbiliri n.:ngono ri\pettati. IniL.ianJo la nostra ricerca dai gras~i emu lsionati, per i quali il Decreto succitato pre\'edl il limite più dn·ato (2 10 per i monogliceridi c ~ % per la miscda dei mono t: Jigliceridi) abbi:tmo cominciato con uù liz:t.are l'unico procedimento, pl-r questo ripo cl i dctermina7.ionc.:, che si tro\'i nei metodi uflìciali per le ~O\tanzc grasse ( 1 ): tale proccd imento, però, permt:ttc soltanto la determinazione dci monogliceridi. J\\·endo trO\·ato nei prodoni del commercio pcrcemuali dt monoglicerid1 qua~i sem pre superiori :~1 limite, abbiamo ,·oluro eseguire determinazioni con gras>i t:mulsionati d:~ noi preparati con opportune aggiunte di tale additivo ed abbiamo potuiO constatare che si otre nevano effettivamente sempre ri ~ultati in eccesso. l n presenza, poi, di sucrcsreri il metodo da"a risultati completamente anormali. Rict rcando nella lcm:ratura un procedimcnro che potc~se sen·irc allo scopo, ci ~iamo tro\·au di fronte a metodi studiati per mi>cele ùi mono, di c rriglic~:ridi in proporzioni molto 'imili o per lo meno dello stesso ordine di grandezza. Tali sono i metodi per cromarografia su carta (2), (3), per cromatogralìa su straro >Ottile (4), (s) c per cromatografia su colonna (6). (7), (8), (CJ), che abbiamo potuto con sultare. 1'-:cl nostro caso, invece, ci trO\'iamo ad avere due componenti, monogliceridi c digliceridi, che ;ono, in quantit:t dd 2-3~ ri\petto al terzo componente, i trigliceridi. Per poter raggiungere il nostro scopo ci ~iamo ri\·olti al lavoro di Ra\'in, ~fcrcr e lliguchi della scuola di farmacia deli'Univenità del Wi~consin (7), i quali partendo Ja una osscn·azionc di Kaufmana e \Volf (10) ~ul diverso potere di assorbimento da parte del gel di silice nei riguardi di una mi'>Cda di mono-, di , e triglict:riui in funzione della loro polarità, hanno ~tudiato tre miscele di solvenù ùi appropriata polarità e di


5 68 adaua polarit;t capaci di eluin.: separatameme dalla colonna di gel di silicc: tre componenti. La colonna di gel di ~ilice trattiene di più il componente a polarità maggiore (il monogliceriùe), che viene eliminato quinùi per ultimo con un solvente a sufficiente pohrirà. l triglicc:riùi, come componenti a bas~a polarità, vengono tr:mcnuti molto meno dal gel ùi silice c quindi possono venire duiri molto facilmente con un soht·ntc a ba\\:1 polaritiì. l digliccridi si trovano in una posizione intermedia e vengono cluiti con un aùauo solvente tra i tri- eù i monogliceriùi. Ll· \·arie (razioni \·cngono raccolte in appositi recipienti tarati, nei quali viene ùetcrminato per pc\ata il residuo dcll'c\-aporazionc

del ~oh·cnte. Abbiamo ùapprima proccùuro ~ccondo il mc.:rodo di Ravin ,. coli., i quali sciolgono dai 2 ai 3 grammi di grasso in miscela benzolo isoottano, portano al volume di 100 mi. ed immettono in colonna di gc.:l di silicc mi. w ùi tale ~oluzionc, pari a 200-300 mg. Si cluisce quindi con le.: tre diverse miscele di solventi, raccogliendo frazioni Ja ro mi. l'una. l diagrammi T. 2, 3· 4· 5 c 6 illustrano i risultati delle determinazioni eseguire in tal modo su varie miscc.:lc.:: in ascisse è riportal<J il numero progrt'ssivo delle frazioni cd

t i!.a'l':x:amJtla N. 1 ..

1-r

l ..

-·~

•• l tj.~

,.,

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t:liagrarntli .11 . 4

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18

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IO

d i:'lP,Til;:'ltn-') H .

5

8

.~

tlia rar.na

tl

N. 6

l<t

,,


TAIIELLA N. l. ~

:...-

-

l Diagramma

l'e, o

Tipo della soluzione

in mg .

Peso Digliccrid1

Peso Tril(lit<ridi

0

"l.

/u

1 n gliceridi 1 Digliceridi

Rccupcro

l Trigliceridi 54 °

l

N. 3

N. l

l

0

l

!20

l tl,6

1.0

11 7,2

262,8

Oigliceridi

220

-

18,5

IQI,'i

Trigliceridi 95 'in

300

278, l

-

Monog liceridi 5%

3

"'o .\lonogliccridi 3 ••o

2011

188,9

Monogliceridi 46 %

N. 2

,\\ounl(liccridi

-l-

- - -

N. 1

.,.

l

.,.

P e~ o Recupcro Totale

f'C>O Monogliccrid1

l

97,1

S3,Q

1.5

44,h

210,0

9'i,ò

-

8,8

91,2

12 ,2

290,5

46.8

9'>,8

-

4,2

-

i,S

194.4

Q7,2

9ì,2

-

2,8

65,1

121,1

189,5

91 , 7

-

3~.4

1>).6

195,2

47,()

66,4

3:<,n

Monogliceridi

Trigliceridi 97

l

t\lonogliceridi

:-1. 5

200

Oiglictridi

l

rri~tlicendi

N , (l

65 "lo

Oigliceridi 3; 0io

200

129,0

l l

65,6

l l

;

l

l

V l

0\

\0


570 in ordinate il peso in mg. dei re~idui contenuti nei recipienti usati per la raccolra dellr frazioni. l dati numenCI \C:ngono pre~c:ntari nella tabella l.

Il diagramma n. 1 illustra il n,ultato di una detcrmina:t.ionc e~eguita ~u una mi,cda cos~ preparata :

-

trigliceridi (~trutto): 54° ;

-

mi~ela di

mono- e digliccridi del commeroo, 111 proporzioni non note: 46

E' pos~ibile notare come con il primo solvente (etere isopropilico) vengono eluiti i trigliceridi, nelle frazioni da 2 a 9; col secondo l>olvente (etere etilico in isoottano) vengono eluiti, in piccolis~ima quantità, digliceridi, nelle frazioni da 10 a 15; col terzo \olvente (etere isipropilico in alcool assoluto) vengono cluiti i monogliceridi, nelle frazioni da 16 a 25.

Il diagramma .z ~i nfcrisce ad una mi~ela <.li mono- ~ d1gliceridi del commercio in proporzione sconosciuta, in cui questi ultimi ri~ultano pre~cnti in quantità relativamente piccola. Non cs~c:ndo prc~enti i trigliccridi, abbiamo trala~ciato, ovviamemc, l'eluiL:ione con il primo ,olvente; perciò i digliceridi vengono raccolti nelle frazioni da 1 a 8 ed i mo· nogliceridi nelle fra:t.ioni da 9 a 17. l diagrammi 3 e 4 riguardano determinazicu1Ì eseguite su miscele diverse così pre parate: diagramma j: trigliceridi 95 "~ . monogliceridi 5 ~ -

diagramma 4: rrigliceridi 97 /~ , monogliceridi

Il diagramma 5 illustra l'andamento di una analisi di una mi~ela di monogliceridi ) : frazioni cluite: I-<) con etere etilico in isooLLano, per i digli-

(65 "~) e digliccridi (35"

ceridi; 10 16 con etere isopropilico in alcool a~~oluto, per t monogliccridi. Il risultato dell'analisi di una miscela trigliceridi 6) ' 0 c digliceridi 35% t: prescn raro nel diagramma n. 6; frazioni cluice 1-9 con etere isopropilico per i trigliceridi, 10 16 con etere etilico in Ì!>OOtrano per i digliceridi. Come era da aspcLLarsi, il metodo ha ri~po:.to bene all'aspettativa nei casi in cui i ''ari componenti si trovavano in quantità di ordine di grandezza uguale. Quando ~i è trattato di lavorare con concemrazioni di un componente molto piccolo rispetto a quelle degli altri componenti, le pesate relative al componeme in piccola concentrazione sono risultate dell'ordine del milligrammo c quindi ~oggette ad errore molco probabile. Abbiamo quindi c~cguiro numcrose provt per stabilire se una quantità di gel di silice appros~imati\'amcnte simile a quella usata avrebbe poturo risultare effìcicnte anche con quantità scn:.ibilmentc superiori di miscele di gliceridi. In ~cguiro a ciò ~i è potuto accertare che una quantità d1 25 grammi di gel di ~ilice può esercitare ottimamente la ~ua funzione adsorbente sclcrri' a ancora su 2 grammi di grasl>D. E' però necessario raddoppiare il voluml· ddlc miscele elumti, cioè, in pratica, per una completa separ:tzione dei mono-. di- c trigliceridi bisogna raccogliere 2G frazioni non più di 10 mi., ma bensì di 20 mi. Esponiamo ora il metodo da noi mcsw a punto in base alle con~iderazioni cd alle modilìche sopra e~ro~tc.


0f.SCRIZIO~t. J>F.L ~lf.TODO.

Apparecchiatura: - n. 1 colonna cromatografica di vetro di 20 mm di diametro e di so cm di lunghe?.za, opportunamcnt<: graduara nella parte :.ha (con punta di diamante o con matita vetrografìca), per la raccolta di frazioni da mi. 20 <:satti; - n. 26 recipienti. preferibilmmtc di alluminio. della capacità di so mi. etrca. del diametro di 6 cm.; n. l tcrmosta!O regolato a so' c. !?et~genti :

gel di silicc Mcrc k per crom:uograna, diametro o,os- o,20 mm; - benzolo puro per analisi: privo di tiofene e ridistillato (Nota r); - isoottano puro IKr analisi: titolo 99·5°,. purificato medi:tntc sbauimcnto con acido solforico eone., lavato con acqua distillala. quindi seccato su cloruro di calcio L distillato: - etere isopropihco puro per anali~t: purificato mcdiantt lavaggio con solutionL· qua~i satura di solfato ferroso per eliminare i pcrossidi. !avaro con acqua distillata c quindi seccato su solfato di sodio anidro c distillato; - etere etilico anidro puro per anali>i: privo di pcrossidi (Nota 2); alcool etilico as~oluto puro per analisi: prÌ\'O di aldeidi (Nota 3) c diqillato '>U

,\II<ce/e soft.entt: 1)

isoottano .30 0 , benzolo 70 ~ 0 ;

2) isoottano 30% , etere etilico 70; '; 3) alcool assoluto 20 ° ., etere iso-propilico So% . .Volti 1. Saggio per lJ ncucJ del tiofent: nel hcn/olu. l'n crtst:tllo d1 ,,,otina " rtcopre compk1.o ·

mente con Jcido soliorico concentrato, in una piccol,t ca(l\Ula di porccll.ln.o; 'i aggiungono 10 cc. eh l><:nzolo in esame. :-:on si dnc a'c:rc colorazione Hrdc: o a7.zurr:l ncl1'.1rcu <11 mezz'ora. ,\'ora 2. R1cerca dci pc:ro,,i.Ji negli eteri. 1 gr. di ioduro di pot;h,io ,j Introduce LO un ciltndro ,:r.o clu.Ho d~ 25 cc. c si scioglie in 10 cc. di acquei. So ·'):~iungono alcune guc" di <ald.1 d'amido e ,j rit·m pit· complct;tmente il c1lindro con l'etere in o.orrw. on modo che frJ tappo " liquido non devono rim.t ntr<· holle d'aria. Nel tempo do s' lo strato aequo'" non " deve colorare in giallo o in bruno. Nota 3· Ricerca delle .ol dc~eli negl i :tlcooli. 1\ J o cc. dell'alcool in c'>;lii1C ;i aggiungono 10 cc. di .tcqu.o di>tillata, 5 cc. <li n1tr.no eli argento ammoni ..tcale c si la>cia al buio a 35''C. Non si dcw nuc nere mtorbid;~mento ndl'inlt'n.1llo di tn'.

Procedtmento. Il gras~o emubionato \·iene fuso e filtrato 5U filtro di carra a pieghe. Il gra~~o fuso viene di nuovo filtrato :ntravcrso uno ~pcssore di solfato sodico anidro per togliere ogni traccia di acqua. 'Kd frattempo viene preparata la colonna cromatograltca, imrncuendovi 2S gr. d1 gel di silicc c controllando l'uniformità del l'impaccaggio; si fa quindi passare etere iso propilico fino a completa inibizione dd gel di silice. 2 gr. dd grasso anidrificato. esa!lamcntc pesati in un bckcr da 25 cc., s1 sciolgono in 10 cc. circa di miscela benzolo-isoottano. La soluzione \'iene versata nella colonna cromatografica, '' la\ a accuratamente il recipiente con la Mc~~a mise-da più Yolre, \'Cr~andola nella stessa colonna. Si comincia ad cluiro.: con etere i~opropilico, ri<:mpiendo imcr:.lmcnte la colonna col ~olventc e raccogliendo :~!l'uscita 12 frazioni da 20 cc. negli appositi recipienti, pn:c<:dcntl·mente pesati.


Dopo la raccolta Jcll'ulrima frazione occorre che il livello del liquido all'interno della colonna superi d i circa 1 cm. il livello del gel di >ilicc, e ciò vale.: per le eluizioni c;ucces~ive. Si continua cluentlo con miscela t'ltTe etilico an isoottano raccogliendo al l'uscita n. 6 &azioni da 20 cc. l'una. Quintli 'i cluiscc con miscda etere isopropilico in alcool a~soluto raccogliendo all'u scita della colonna n. R frazioni da 20 cc. Operando in tjUC~lO modo si è ottenuta b 'cparazione ri~pett i\·amcnte dei trigliccridi, digliccridi c rnonogliceridi, compresi ncll"arco tldk frazioni caratterizzate dal di verso elut•ntc. Nel ca'o in cui non siano pn:-.cnri d igliccriùi, ,j pub ovviamente tralasciare.: il sol vente (etere ctilico in i~oouano) di rali composti. Il solvt·nte cluito viene lasciato evaporare completamenti.'. avcnùo cura tli e\'itare l'entrata di qualsivoglia materiale e'traneo duranre l'e\·aporazione. l recipienti si pongono in stufa a ;o C per un'ora, poi in n~i­ catore, quindi ~i dc.:termina il rc,iùuo medianrc pesata. Si ~omma no le.: quantità Jdlc.: prime r 2 fraz ioni, ottenendo co~ì il corale dei rrigli ceridi; somnunclo poi k 6 frazioni intermedie ..,i hanno lc quantità dei digliceridi , m..:n Lre le ultime R frazioni ci clanno la quantità dci monogliccriJi. Moltiplicando rali valon per 50 si hanno le p~.·rccnruali <.Ici monoglicaidi, digilccridi e trìgliccridi, con riferi mento ai 2 gr. di gra~'o da cui ,j ~ paniri.

DI\Ct:'SSIO:o;F DEl

kiSULT,\11.

T diagrammi 7 l' H si riferi~cono all'anali~i d i un gr:l~~o da noi preparato mi 2 ~ di monogliceridi col metodo Ravin c con la metodica pmpmra; i tliagrammi 9 c; 10 'i

1

i(

li

S

IO

l!

dialVanma No1o


TABEL LA N. 2.

Diagramma

N. 7

T ipo della solu zione

l'esn in mg.

Monoglkc rid i

~o

Peso Triglice ridi

Peso Diglice ridi

l'e'o Mo noglicc ridi

P e~o

.,

'u

.,..

Recupcro Totale

l{ ecu pe ro

Trigliceridi

•t. r1ig liceridi

.,.

lMonoglicerid l

o

193,7

2,2

19 ) ,9

Q7 ,9

98 ,9

1, 1

2000

1943,8

3'1,2

198J,O

'l'l,l

QS

·~

2(10

IQ3,7

l>

195,2

Q7,h

99,2

0,8

2000

1043, l

17,1

1060,4

OS

99,01

0,9

2 0.10

i'/. 8

Monogliwidi 2

N. 9

Orasso del Commercio

N. IO

Cìrasso dd Com mercio

Vl

"

I.N


'574 riferiscono all'analisi di un grasso emulsionato del commercio. eseguita essa pure con le due metodiche. La tab('l/a Il riporta i dati ed i rccuperi rdativi alle suddette analhi di con( ronto. Come era da aspettarsi l'aumento della quantit~ del gra~>o di parren<!.a permette di poter eb·are il peso del re>iduo delle singole frazioni eluite a valori che più diffìcilmentl po~~ono venire affetti da errori di pesata o da altre cause accidentali. Inoltre il pericolo che, decuplicando il quantitativo di gra~~o immesso nella colonna. si avesse una incompleta separazione tra le preponderanti quantità di rrigliceridi cd 1 di- c monogliceridi è ~rato completamente eliminato col raddoppio del volume di ogn1 ;ingoia frazione. C'è infine da osservare che col metodo propo~10 si onicnc un rccupero totale senza dubbio migliore nei confronti di quello ottcnibile col metodo di Ra\·in ~ coli. Oa notare anche come, dopo la massiccia eluizione dei trigliceridi che è stata per maggior ~icurczza spinra fino a r2 frazioni, il residuo torni praticamente a zero cd il picco dci monogliccridi assuma valori di~crcti ~·d apprezzabili, hm differenziati, comun que dal " fondo ,. che li precede. Per le varie prove c per la prepar::~zione dci c::~mpioni ci siamo st:rviti dei monogli ccridi tipo Myverol 18,40, fornirici dalla ditta Gianni di Milano. Per ttuanto riguarda i digliceridi. non siamo stati in grado di rcpcrirne di puri in commercio. Per oHencrnl un quantitativo sufficiente per le nmtrc sperimcntazioni ci ~iamo serviti clelk misceltdi mono. c Jigl iceritli usate come additivi alimentari cd abbiamo eseguito di\Tr~c ~epa razioni ~econdo il metodo qui presentato.

RtASSUi'TO. - Si descrive un metodo di ..cparazione cromawgralica e determina zionc di Lrigliceridi, digliccridi, monogliceridi, in grassi emubionati dd commercio. Si è usata una colonna cromarografica su gel di silicc, dato il suo potere assorbente verso i gliceridi, e sol\'enri di opportuna polarità, capaci di separare completamente eia scun componente Jdl:t miscela. Molte di queste miscele sono \late da noi preparate, sia perchè non \Ono state reperite in commercio. -.ia perch~ ne abbi:Jmo \·oluto controllare 1 risultati. RF.sv~u~. On décrit une méthodc dc :.éparation chromatographiquc et détcrmination dc rriglyccridcs, diglycerides cr monoglyceridc~ en graisses ém ulsionnécs du com merce. On a cmployéc une colonne chromarographique sur gel dc ..ilex, cn \'ertu dc son pouvoir absorbent cnvers Ics glyceridcs, er dc' dissolvants d'une opportune polarité, ca pablcs de séparcr completcmcnt chaque compo~ant du mélange. On a prcparés un grand nombrc: Jc ces mclangcs, soit parcc que intrOu\·ablcs cn commerce, soit parcc que on a voulu conrroler Jc., résultab.

SuMMAR\. . \ mcrhod of chromarograph1c separation and dctermination o( trigl~ · ceridcs, diglyccride, :Jnd monoglyccrides in cmulsificd fars on rhe market, i~ here dcscribed as follow,. Wc h:n·e uscd a column chromarography on silicagel, for its ab~orbing capacit~ towards the glyccridcs, and ,ohcnts of convcnienr polarity, which ar ablc to scparatL complctely cach componcnt of Ù1c mixturcs. l\lany of these havc heen prepared, bccausc thcy ha\C not bccn found on the marh·t and becausc we wantcd ro conrol our rcsulrs.


575 BIBUOGRAFL-\ L

cc MeLOdi ufficiali di analisi per gl i olii ecl i gras~i ... ed iti dal Ministero dell'agricol-

tura e foreste. 2. DrccKERT J. W., REJSER R.: f ourn. of the .-I.U.C.S. 33 (1956), 123·126. 3· CLARK B. F. C. :fourn. of Chromatog.. 5 (1961), 368-36<;. 4· PRJVETT O. S., BLAKK M. L.: fourn. Lipid Resemd, 2 (1961), 37· 5· PRtVETT O . S., Rr.A:-:K M. L.: foum. of A.O.C.S., 38 (r96r), 312. 6. SAVAR\' P., DES:-IUELLE r.: Bui!. Soc. Chim. Fran., 2I (1954), 936·940. 7· RAvt~ L. J., MEYElt R.)., T.'1KERU Hrcuc:Ht: foum . of the A.O.C.S., 34 (ry57). 261 -263. R. PAPARIELLO G. Sr·:-< ts C H ULKARA1'A:'>JA, T.AKERl' HtGIJCHJ: fourn. of the A.O.C.S.. i7 ( r<J6o), jg6·399· 9· TROWBRIDGE J. R., HErtRlCK A. l:L 1)\l:MA:-.1:-< R. A.: Joum. of tlle A .O .C.S .. 41, ( 1<)64), J06-JO!ì. 10. KAL' FMANK H. P., \Vm.F W.: Fette u. Seifen . :;o ( 1()4Ù, )llJ.

r..


RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA

RECENSIONI DA RIVISTE E GIORNALI .\IEDICIN.·1 Col't•o l\1., AGNoLucct M. T.: Sull'etJOiogw ddf'cptllÌtc cpidcmìcu ,, VI ra/c "· ~·kJica. pagg. 149~· vol. sll. t96J'.

tv1incrva

(;li AA. aggiornano il problema eziologico dell\·patite qudemica. prendenJo in ras~egna i due odierni orientamenti a tale: riguardo.

li primo. rradizionalista, ricerca nell'uomo l in ammali n.:cetri\ i. il \ iru~ e pari re. più volte amme~M> ~ulla scona di dati epidemiOlogici c sperimentali. ma mai ~icura mente dimo.,tr::lto con l'isolamenro in terreni di rul wra o in hiop.,ie epatiche al rnicro scopio elettronico. Il sc:-conJo nega l'e.,i,tenza J1 un \'iru' 'pecitico dell'q>atite e pro.,peHa l'ipotesi, ,ulla ~corta Jdl'o~~tTvazionc epidemiologica che, il danno eparocellulare ,j insrauri come complicazion<" non obbligatoria con meccanismo immunitario o meno nel corso di ma lanie dell'apparato n·,piratorio o ga~trocnterico a \'aria uiolog1a \'irale. :\naloga patogene~i reaniva anebbL anche l'epatite po~t-tra,fusionale. D'altronde, suggeriscono gli AA., proces~i morbosi della più varia natura. possono <.larc esito ad un quadro clinico ed anatomopatologico di epatite, termine questo che non \Ottintende uno specifico im pegno eziologico e patogenetico, ma che.: è pa~~ato aJ indicare nella comune ace<.:7ionL un danno epatico. Cii esempi di quella entità nosologica che da Coppo c Agnolurci è >tata chiamata in scmo lato ,, epatite acuta reaniva \pecitica "· non mancano. Così la colelitia~i. divc:r'i medicamenti, to~sici Ji \'aria natura, carcinomi mt:ra~tatici del fegato possono determinare un'epatite, talora. come nd caso di inrossicazioni collettive, a raraller<.: pseudocpidemiro. E' ceno chr non si pu<\ escludere in tuni questi casi la compartecipazione di un '1rus Jell'epatite. ma l'affermazionL della ~ua e~istenza è ~ubordi­ nata a test sierologici specifici e a sistemi di isobmento c di evidcnziazionc.: che lìno acl oggi mancano, non porcndo i test enzimologici cs.,ere comidcrati spccitici dal pumo di \'ista cziologi.:o. Sembra comunqul· possibile l'e~istenza di un~t eziologia \·irale nei ca'i ad andamento epidemico c in quelli sporaJici accompagnati da dati epidemiologici positivi. più spc~so gioYanili e ad andamemo benigno; mentre è più dillicile affermare una eziologia specifica nei casi di epatite certamente o probabilmente post trasfu,Jonalc. p1Ù spesso itterigeni c senili, che rimangono strettamente circoscri tti senza C\\erc accompagnaLi da altri casi entro ragionevoli limiti di tempo.

T URCJJJ;TTt .-\.. : COtwderaziOIII enopatogrlletlrhc- in ICIIItl di patolo!:!.'a po•t·cpatlll<<l. Min. \kd., r967, )8, 355<J· 3574· L'evoluzione sfa\·orcvole st'mpre più irequcnte della \' tru' cpatÌlL ha fatto crescere l'inrnesse circa la sua patogene,i.


577 Lo ~tudio accurato, tano durante una cmkmia che ha colpno un paese ddl' \gn gcntino, ha dimo~trato una chiara corrdaziont. fra \'ÌTm epatitl: c.. cirro\i. Già nel 1938 Hloomficld richiam:l\ a l'artenzione, oltre che ~ulle due classiche u·o luzioni, forma acura benigna c forma fulminante, su una nuova forma che appan·ntl ~ mente' guarita, evolveva invece verso la cirro~i. con un decorso che solo eccezionalmente raggiungeva la soglia clinica. Infine è stata de~criua anche una forma acuta aniw:rica ch e, c\·oh-endo al di,otrn della soglia clinica, portava alla cirro,i. E~i,te quindr una patolo::;ta mtermedw fra la viru~ epatite.. acuta c la cirrosi, tìn 'oggr poco conosciuta. La fnx1ucnza di tlue~w patologia è dcnunziata da una o;piccata iptTtramamina~emia. non ~cmpre costante t: non M.:mpre accompagnata tla una sinromatologia clinica, rifcri bile.: ad una citolisi. S~.: b citolisi ricono~ce una noxa virak nella \·irus epatite acuta cd una noxa \'asco lare nella cirrosi. molto contro\·er~a è irwect· l'etiopatogenesi nella patologia post cpa titica. In tal senso pm,ono essere avanzare due 1potni: 1; Patogene~i autoimmune. 2) Persistcnza del vinr~.

La 1) è confermata dall'elevazione dd titolo tldla gamma glohuline. dalla presen;.a di autoamicorpi e dalla ri,posta favoreYOlc alla cortisoncterapia. La 2) i: quella più accellata, imponantl' pt:r 1 rifle~~i Lpakrmologici e tlraJKUlKÌ cht· comporta; c~sa t· ~rata confermata indJ\Cutibilmenre dalla prova di }.furray c 1'-:cefc. .\ favore di nò altri A.\. poterono comtatart; lesioni 1\tologrche (nccro~i ialina d1' 'eml!lata ed infiltrazronc par\'lcellulare intralombarc c periporrnle) e squilibri fra gli t'n~;irni tli origine citoplasmatica e rnirocondrialt.:. M:1 se tutte queste considerazioni sono validc pt:r potere affermare che il virw. po~~a permanere a lungo ndl'organismo in posiJ'.ione patogena, (a conferma di ciè> po~sianw evocare il mo,·imento anticorpalc che ~i \'Critico nella patologia po~t-t·patitica). dohhiamo ~prq~arci altresì comc ptu'> determinare lesioni del tipo della cirrosi. \nalogo prohlcma l: \taro risolto da Enden e Ruckle nel morbrllo. con l'i">Oiamcnto tkl \ rru~ dai tes~uti lrnfonodali, in indrvidu1 adulti ponarori di antl(orpi antimorbillm1. L'immunità anrimorbillosa è stara spiegata con la pcrsistenl'a i111racellulan.: del vini\. dopo un normale decorso della malauia. La latenza vira le può avcre una ~picgaziom· nelle due ipotc~i sotto tlescrircc: 1; il \ irm trova ndl'ambienre ct:llulart• contlizioni sfavon:voli di sviluppo, in Ljllt 'to caso la cellula potrà ignorare la presenza dell'agente patogrno. In queste condiz.ionr il \ rru' potrà svegliarsi '-Oio ~ situazioni esogene od endogcnt' 'ara n no capaci di dcttr rnrn:m· profontle moditrcazioni nell'ospite: 2, il \'Ìrus trO\ a ndla cellula situazioni biochimiche enzimatiche favore,·oli al \UO wiluppo. consentendo l'inMaur:trsi di uno Mato di infezione. cui seguirà o la morte dd l'ospite o, in seguito a situazioni imrnunitaric locali c generali, l'infezione allo ~tato di 1arcn7.:J. Secondo qucsro modo di 'edere il porta ton: dd virm non dovrà essere con,idt rato un port:.tore sano, in quanto moJifìcazioni ddl'equilihrio immunitario tra virm c cd lub o\pite potr:ì fare n·oh-ere in senso sia\ ornole il periodo dr latenza. Simile situazione ~~ realizzò nel parkimonismo encefalitico, il che fa prcsumc..rc che il virus non è lesiYO ,olo per il singolo, in cui rinnovclla periodicamente il danno. rnJ soprattutto per la società, perchè è proh::~bilc che questi pazienti 11011 ~iano estranei ~Ila bizzarra diffusione della malattia.


EP!ITOLOG/.1 B~SILE C.. Cm.AVOI.P!:. \ ' .:

dico-chirurg1ca. -

L'1ttero - lrquisizlOIII di finopatologw e di diagno<llra mc· Policl. Sez. Prat., r967. 74· t285· 12q7.

Le indagini ,ul caraboli,mo bilirubinico hanno condotto ad imeressanti acqut~tz1on1 sulle peculiarità del mctaboli~mo di rale pigmcmo cd hanno e,·idcnt.iato rurbc funzio nali da alterazione dci meccanismi enzimatici devoluti alla metabolizzazione ed alh escrezione di es~. accanto a particolarità anatomiche e funzionali nei rapporti tra i ca nalicoli biliari c sistema circolatorio intraepatico. La diffmionc dell'epatiti \'irali c dell'epaLoparie CO'>Iddenc iatrogene hanno pmto in auge il problema dell'inero, come manifestazione clinica di somma attualità. Queste acquisizioni h:u1no perrnrs~o infine anche scn~ibili progressi in campo di diagnostica e terapia.

La bilirubina precpatica (libera) deri,·a per il cp o dall'emocateresi IÌ\iologica. pn: ,·io recupero da pane dell'organismo della globina e dd ferro. Il ro"\ ha origine dalla mioglobina e dai fermenti respiratori (citocromi). ~!cntre l'emoglobina è costituita da quattro anelli pirrolici stretti m kgamc cicliCo dal fcrro, la bilirubina precpatica, pri,·a della globina c del ferro, pre~enta quattro anell1 pirrolici in catena lineare. Come sopra accennato, l'emoglobina pro\'cnicnte dalla emocattTcsi, rappresenta la \Orgente di gran lunga prc:ponderante nella bilirubino-gcnc~i. ma recenti indagini con tracciati radioatti\'i hanno permesso di confermare che essa non ~ l'unica sorgente. La bilirubina preepatica elaborata dal S.R .E. ~ riversata nel torrente sanguigno ovt circola legata all'albumina. Le membrane protopla~mariche degli epatociti per un loro panicolare tropismo cap tano dal plasma circolantl: il complesso hilirubina pn:cpatica-albumina e l'avviano a1 microsomi degli cpatociti per la glicuroconiugazione che si realizzerebbe secondo lo 'chema di Chcvrel. Tenendo prc'>Cnlc il di,pcndio enc.:rgctico ch e una ~iffana serie di reazioni imponl all'epatocita, appare cvidcnte che questo può t rovarc difficoltà ad adempien·i qualor:l _,ia in sofferenza ( insufficienza energetica). Compiutosi il ciclo della glicuroconiugazionc, i microsomi degli epatociti liberano la hihrubina diglicuronata nel conteqo protoplasmatico, donde, per azione dell'apparaw dei Golgi, cs~a viene an:iara ''erso il polo biliare dell'ep:~tocita. Nelle tappe successive essa raggiunge il cobngiolo hi liarc, i capillari e i vasi biliari t•d infine fluisce nel lume intestinale. La bilirubina po~tepatica è solubilc in acqua c pas\a pertanto il filtro renale. Essa è scarsamente tos,ica per il s.n.c. a di ffcrenza della pn:cpatica che, specie nei neonati, per l'immaturità della barriera cmawcncefalica. provoca una delle più gr::wi lesioni cerehrali, percht. irrcvcrsibile, specie a carico dci nuclei ddla ba~c (Kcrnictcru,). (;E~l:.M FOR~IALE DFLL ' ITTERO F. QUAl>IU ('LI::-.I I C I JIJ,LATIVI.

Dal punto di \'ista patogcnetico, alla luce ùclll: attuali cono~enzc; gli \tali ipnbilr rubint·mici sono legati a quattro momenti esst•nziali: 1) iperproduzionc di bilirubina preepatica; 2) difetto di captazimw cpator itaria della bilirubina preepatica:


579 3) d ifetto nel rra~porto intraepacocitario c nella merabolizzaziom: cpatocitaria della bilirubina; 4) turbata escrezione della bilirubina g i:'t tisiologicamcntc glicuroconiugara. Su un piano ~Lrenamenrc pratico, in a<.lcn:nza alle preme~~<.: tisioparologiche, in prc senza di iucro, \tudiato in fa,c iniziale. potranno essere rcalil.7.ate nel plasma le seguenti condizioni : a) iperbilirubincmia di origine midollar~; b) ittcro diseritropoictic<> idiopatico; cì incro acolurico di G ilbcn; d) iucro fi~iologico <.lei nl'onato; e , inero Criglier \:ajjar. La prcscn;.a nel plasma <.li bilirubina sia prceparica che postcpatica, unitamenre a segni eviden ti di danno epatico e di di~prcnitkmia, permettono con relari,·a fac ilità la d iag nosi di ittlTO di narura medica. L'iperhilirubinemia po~tcpatica che si verifica in comt:guenza di lesioni Jell'epato cita. per lesioni intra c cxtraluminali a carico dei colangioli c: doui inrraepatici, dà luogo ai cosiddcni itrt:ri da colosrasi inrraepatica. Sono dt:nornin::ai ittt:ri postepatici quelli deriva mi da ostacolo meccanico a Ji,·cllo dc i grossi \'asi biliari extrat:patici. Molte epatiti ,·irali. specie quelle poM - tra~fusionali, q udk Jell'età avanzata e quelle cosiddcuc mcdicamentosc assumono le car::meristichc della colosrasi inrracpatica ed a \'Oite hanno aspetti clinici c di laboratorio J d tutto SO\ rapponibili agli i neri postcpatici. nei quali la terapia è specificatamente chirurgica. E' proprio l'aumento numerico di que,tc categoril· d i ineri che ha rontribuiro :~J incrementare k :llluali difficoltà diagnostiche.

() t \GI'OSTIC.\ UIFFERt.:"Zl.\Lf TIU lllt.RI 0.\ COI .IJ\1 \\1 1-.;TR.\EI'\1'11 ' \ L POSTEI'.\TIC\:

a) ConJidaaztollt dtnll lu•. J\llorch(: tranasi <.li colosta!.i intraepatiro (da epatite vir::tlc o da nwJicamcnw), (· ,ufficientc il dato anamnestico. La prc,cnza invece di colidlt' cparich<. c di febhrc di tipo bilioseu~~:o ~eguite da im:ro ~arà indicati,·a per l'csi,tcnza di un O'>tacolo a li,·cllo cokdocico. L'cpatomcgalta 110dularc orienterà \'Crso un im:ro a gc1w~i intracparica (cirro~i. can ero. cisti). h) .\{ezzt diag noJtici dr laboratorio.

Preme-.,<> che non c,istc no,una prO\ a d1 laboratorio che permetta 1n maniera certa di dbtinguere gli iucri da colosrasi intraepatica da qudli posreparica. ,j può rut tavia ritenere sufficiente, pt:r un orientamento, la necessità di un conrrollo ~eriaro nel tempo dci dati !.tessi (incrcmc.:nto delle rransaminasi c d c ii:~ sideremia ncll 'irtcro po,r cpatico e dclla fosfarasi alcalina in quello intraepatico. c) ,\letodtche strumenta/t

Questo gruppo Ji indagmt .:ompn:ndono: la laparo"·op1a, le rccnichl. colangiogratìche strumental i, la biopsia epatica. Concludendo si pui'> affermare che la diagnostica differenziale degli ittcri si presenta non di rado diftici lc, specie per g udli da colosta'>i inrraepatica. ~on ,.i è dubbio però che.: l'arrenta o"crvazione clinica e l'au>ilio dcllc più recen(J tecniche di bhoratorio permcuono in linea d i ma \Si ma una (' \;Ht:J cliagnost diffcrenziak.


s8o SOMMARI DI RIVISTE MEDICO - MILITARI IN T ERNAZIONALE RE\'UE 11'\T ER~ATlONALE DES SER\'ICES DL S:\ 'Tt DES :\R\ItES DITERR E, DE ~lER ET DE L'AIR (.\. 40, n. 3· marzo 1(}67): Swduto P .. Rngnardello P.: Tra~missionc Jcll'epatitt'. Studio dci mez:~.i prolìlattici; Shuwb M.: Patologia P'i chiatrica e psico~omatica in amhientc militare; Crotq L .. /JclZOt M., Clement f .. Lejebr1· P.: Trattamento dd le n('\'fO\i di guura con narcoanali'i con anfetamina. RE\'UE !NTERNATJO)JALE DES SERV ICES DE SANT I~ DES AJ\MJ!:ES DE TERRE, DE MER E T DE L'A!R (A. 40, n. + aprile tS~6]): Frczieres f.: I puicolt dcUe radiazioni nella pratica odonro-,tomatolog•ca; Ramou Y.: :\lalauie oro Jcnrarie ti cui trattamento ' l)('lla al dcntiMa militare; .\.farttn C. S.: Pianifìcazi<>lll generale del trat ramento dentario nelle Forz~· Armatt; South Jl . W.: Come preYcnire le perdite Ji tem po provocate da affezioni dentarie dt:l personak militart·; Berma f L .. Sumunht R. Il' .: l nsegnamento ddl'igiene tknraria tra i o;olùati. RE \ 'UE INTERI'\ATIONALE DES SERVICES DF. SA.l\'[1':. DES AR~1~ES DE fERRE, DE ~fER ET DE L'ATR (A. 40. n. 5· maggio ~</q}: Rublt f . .\/.: ,\pplic<l zione delle convenzioni dt (,meYra 11t'i conflillt non tntcrnazionalt detti 11o11 com•cn /.ional i; !?uda Vf'gct J. R.: Parologia psichiatrica c p~icmomarica minore i n :Hnbicntl militare. RE\.UE J~TERJ\'ATIOJ\'ALE DES SER\'fCES DI~ ~:\l\'Tt. DES AR~1~: ES DJ· TERRE, DE i\1F:R ET DE L'AIR (t\. 40, n. IJ. giugno ty67): Centrt· d'Etuù.r de Drott l n tenui/tona/ .\létlical de l :;ège: Mi,~ionc umanitaria L pronto :.occorso in rcmpo d i guerra: Franzke Il. G.: Le operaztoni di soccor't armati \t'Condo l'inùirizzo internazio naie moderno: .~trollo Al.: Fattori p:,tco-lìsici e P'ico5ociali come C:lll\t: di non idoncit:ì a l volo durante il periodo <.li formazione profcs~ionale nei pilori Jcll'acronauticn militart·: Tadmor C.: L'c.:sLrcito come centro c.: mezzo Ji prottzione e di rifugio; .\loreiJ ,\1.: Tra~misstonc dd l'epatite 'iralc e po"ibilità profilauichc.:; SintJh K., .\lohamed li .. Sukhija \f. C: Fattori P'ico~ociali nei militari :tffetti da rnalauic.: \tncrn:.

ITALIA ANJ\'A LI DI MEDICINA NAVALE (Anno LXXII. fase. 4, luglio-ago~to r9try): Terzi f.: Un tipo di schedario meccanico ,cJcnivo per donatori Ji sangue panicolar mc..:nte indicato pc.:r le nccc.:s,ità di centri trasfusionali miln:m. Bale.<traz:;t N.: Stato at tuale dcll::t tcrapi:t del cancro dd polmone; Cr;z:;a .1.: l danni delle radiazioni ioniz za nti ndl:t prop1d,ione nucleare navak·. RJ\'ISTA DI ~fEDICI~A AEROK\ùTIC:\ E SP:\Zl:\LE (Anno XXX.X, n. 2. aprile giugno 1<)67: Lomonaco T. , Pudd11 V.: Il succcs'o l' il trasporto del C'Ordiopatico con autoambulanza cd elicotteri appo,iramente attrezzati: 1\.atztkon··tantìnou S., Papa nastass1ou D., Economides E., Poumara.r N.: Importanza del ma\\imo la\oro aerobico per il rendimento dell'atleta; Ro10ndo G.: Contributo allo >tudio dci problt:mt medico legali rdat i\' Ì alb lcsività da disastri aerei; Paolucà G.: Su alcuni aspm i dd la cosicl detta malattia traumatica: ltaltano P.: E\·oluzione delle fratture.: vcrtebrali da cje7iom


s8 r e considerazioni ml'Ùico kgali; Somo .l.: Sull":tùauamenro all':thitudine Jcgli aderi ira. liani per le olimpiadi di Ciuà Jel ~[c,,rco.

ARGENTINA REVIST A OE L\ S.\ "JJJ)AD WLIT.\R AHGE0:Tll'\ \ ( \. L:'\ l\', nn. ~ e 4• luglio-dicl'mbrc 1~5): Grordano .1. F., Purao O.: Errori diagno~tici nel morho di Han · se n; Pedemon/e L. F..: Soffi cardiaci rnnocui; GIOrdano .-1 . F : 1\otc eli dermawlogia pratica: Bute/er 1-lechart IJ., Gat·ima!dJ f. C., Cluriu Olmedo N . . l.: Effctro ami-iper rem.i'o dd cloridrato di pargilina; .ifm1ne /~. E. : Dilatazione cr~rrca congenita dd cok doco; Ral·tuchio (). N., . lndrade f. l l.: l·ormaziom.: spcrimrnta lc dell' ig imista denta le ncll'e,ercito argentino; Santtago ;)ctis . l. : ] {ir~.;rche immunologichç con vaccino tiCìcoparatifìco A e B diftcrico e tetanico secondo la tecnica cklln gel diffusione: Riva A .. Schull o ne E. L., Vadt!lo E.: ~1ezzi di controllo della pa,roriuaziom: del latte; Pume gur f . .J.: Il • dermOjl't ... Iniettore a prt·"ionc senza ago; Co.:::.r R ..\/.: ,\uualirà (i,iopatologicht: sulla cparitl' infettiva; Hrhallol·fdl C. A.: Sopra un C:J'oO di inft:zionc 'imultanco da linfogranuloma vt:ncrco c Ja \ilrlide; Sodaro .1 .. Cm1rdi D. C.: Comidna ~:ioni sulla diagno' i l' \ll l trattamt:nto chirurg:icn dei tumori nl'urogcni del mt:diastino. RE\'lST.\ OE L\ S:\1\ILMD MILITAR /\l\GENTJN,\ (A. LXV, nn. r, 2, 3, 4, gennaio-dicembre u;Mi): G10rdano .1. F.: Dermatiti da sudore nel soldato; Bedt·montc· T.. E .• Cu<eb f.: I pt:nen,ione arteriosa; \J,rmne;.; .\/. .-1. R. f.: Rottura del me\t:ntcrc sinr,tro come unica k'lonL di trauma ch ru'o dd!'addome; :)1 hramne E. L.. Torrado O . . l.: ~!erodo della membrana filtra n re n dia ncl'rca dci colrformi ndl'acqua; Gwrgwr r:. .l.: Attualità sul tr:tllamento delle u>tioni este~t:: Rond1 f. L.: Sindrome di Zollinger ç Elli~on; Cavallini L: Un raso di diabete insipido nefrogmo; GuastaVJIIO R. A.: Um~ logia attuale in Europa; Schiaz,onc E. L., Torrado O. A. : Efficacia dci metodi d i trat tamcnro nell'eliminazione degli insetticidi dalle acque; Ragnarelli A.: Volumcrria in m eu. i anidri; Riz·a A.: Controllo sanitario degli alimenti; Ragnarelh A.: Determin:tzio ne 'pcttro-fotomctric:J d1 composti di fenil-butazone c amino-pirina.

IN GHILTERRA JO U RJ'\ A L Of- T H F. RO YA L A R J\ IY YIE DICAL COR PS (vol. u3, n. 2. HJ0):

Rosenbaum S.: La ~orvcglianza dell'auivit;'• 'Porti va neli'F.,crcito; Thom pson C. W.: La ricerca c il ricono,cimcnto degli '>Chizof n.:nici in ambicntt: militare; Derek l-l't'Ìs : La pratica ddla mcdicrna militare; Smìth P. l I.: Oiali~i perirontalt:: Buxton f. D.: Una lc~iorw arteriosa nel dc,crro orientale nel 1<)42; Com .V. J.: .. Urrv R. R.: Trattamento di arto i,chemico con carm:ra ad ossigeno; /Jt"L'llll G.: Su un ca\o di ipcrbarica ftocromocitoma; Uavies C. K ... l ngel f.: 1'\uovi rnoduli per pazienti in tratramcnw di poi· mone artificiale. JOURJ'\AL OF T I lE ROYAL :\ R.\ IY .\I EDJCAL CORPS (vol. u3, n. 3· r<JYJ): Hertram D. S .. Pa:_:l' /~. C., \fo.rs-Hiunde/1 .l. f.: Testi di lahoratorio sui te~suti per uni forme impregnati con tarmicidi; .\facl'icar F. 1'.: Una ~cmplice ta,·ola operatoria da campo; Roberts D. Al .. Garrt•tt C. f.: ~ lcningitc purulcnta da cau'a insolita; Sta/ford C. IJ.: Un caso d i anodonti:l parzralc; Flew G. P., Grundy f . 1-1.: Infezione da dcrm:ttobia hom inis nd la Gu iana ingbc: Jeffrey 1-1 . C.: Dcterminazionç dd gruppo sanguigno in mob ilitaz ione c su l r:tmpo; Rrad fo rd D . R.: Un semp lice test prr la mono nu clcosi infettiva.


IRAQ JOURNAL OF THE IRAQ! ARMY MED!CAL SERVICF.S (vol. Il, n. 3, luglio 19&}): Demarchi M .. Abdulnabi M., Elmi/i N., EI-Hiti U., Taj el-Din H., Al-Ubajdi A., Al-NeiJar Z., Youuf Dh1t1 L., Safik S., Yahya A.: Stato di nutri7ionc delle num ( reclute dell'E~ercito nell'Iraq; Al-Qawm Jf. Z.: Problemi diagnostici dell'epilessia; Al Mosulli H. 11.: Manifestazioni oculari della leucemia; AlKhayal W. S.: Un raro caso di angiomi multipli delle ossa; Uthman A. A., Perriman A. 0.: Manifestazioni orali della discrasia dd sangue: Al T1kriti R. A.: Le cure balneo-termali cd idropinichc nell'Iraq; Janabi K.: l1 trattamento dcll'iperpotas~iemia rncclinntc una resina di calcio; Finn R.: Una unità per terapia generale intensiva. JUGOSLAVIA VOJNOSAl'\ITETSKl PREGLED ('·ol. XXIV, n. _3, marzo 1{)67): Pllpo /. e coli.: Nostre esperienze sul trattamento chirurgico dclb pericardite cronica costrittiva; Sokolovkski H.: Conrributo alla 'alutazionl diagno~tica della reazione di \Vidal nei ~oldati dell'A.P.J.; Gabec .\f. e wl/.: Isolamento del virus della parotitc epidemica nelle culture dci te~~uri; Za1ù· Z.: Lussazion<.: traumatica dd pictie nl di ~otto dcll'asrr::tgalo: Skokl jet' A.: Applicazione delle materie plastiche nella chirurgia maxillo facciale e in stomatologia; Lukic M .: Problemi attuali nella produzione di colliri; Dordeuc F. e coli.: Modificnioni morfologiche c isto-chimiche dell'intestino tenue ottenure medialll\" biopsia perorate per :tspirazione in un caso di steatotirc:l idiop:ttica dcll':tdulto. VOJNOSt\NfTETSKl PREGLED (vol. XXI\', n. 4, aprile 196]): Henebag D. e coli.: Applicazioni del te~r tularinico nella ricerca e delimitazione dei focolai n::tturali della tularemia; fot•anotic D. e wl/.: Metodo semplice plr la \Trifica e il dosaggio semi quantitativo del mercurio nella farina; Milanovir D. e coli.: T rombo-embolia mortale dell'arteria polmonan:; Margeta f.: Scialolitiasi della ghiandola ~ottomandibolarc; Arne ric S.: Valore pratico della citodiagnosi delle <.lcrmato:.i bollose; Kra!Jel'/C Lj e coli.: Camere iperbariche in medicina: Pavlov/C P. e col/.: Nowe c~pcrienzc nella produt.ione, utiliu.azione c conser\'azionc del siero globulinico an ti umano; l?i.ravi A. e col/.: 1'\euritc vc:sribolare tossica; Mitrot•ir .'vf. e wl!.: Metodo di giugulogralia retrograda nella diagnosi dci tumori del giorno carotideo. VO)NOSAJ'\ITETSKT PREGLED (vol. XXIV, n. 5· maggio 1967): Ar.<ù R. t' col/.: Il trattamento della dissenteria bacillare con una '>Ola dose di terramicina, senza regime dietetico; Ifranilovic B. e coli.: Risultati del trattamento funzionale delle frat tu re del plateau tibialc; Martincic e wl/.: Flcbografi:t transossca dell'arto inferiore; Adanja S. e wl/.: Le nostre esperienze sul trattamento opcrarorio ddl'azoospt' rmia; Skodric S.: Su alcuni problemi nella re:tlizzazionc degh esami clinici del personale operante in posti pericolosi per l:t salute; Lt>dic S. e colf.: Metodi radiologici nell'esame delle bioni cranio-cerebrali acute; !Ile S. e coli.: Rottura del tendine del muscolo qua dricipite; Shskovic Z.: Qualch<. daw sul ~ervizio di s:tnità terriroriale nel Kordun durante la guerra di liber::tzionc nazionale. \'0}1\0S.\~ITETSKI PREGLED (vol. XXI\-, n. 6, giugno 19<}7): Kalembag Radosavlievic M.: Ricerche batteriologiche sulle to~si nfezioni aliment:tri nell'A PV; Ervacanin M. e col/.: Dosaggio del r:tme nei concentrati di pomodoro; Miljkovic M. e coli.: Contributo alla diagnosi batteriologica della blenorragia; ZaJÌC Z. e <oli.: Tratta


mento delk fratture apert..: della diafisi della gamba; RadoJicic B. e col!.: Valore clinico della determinazione dell'attività della fosfatasi alcalica nei leucociti; Birtasevic B. t' coli.: Osservazioni concernenti l'epidemia idrica di epatite vira le fra di noi; Kandic B. e coll.: Sindrome di iporensione intracranica nel guadro di una craniocomia osteoplastica bifrontale, con presentazione di un caso; Wesley l.: Le informazioni mediche sciemifìche per chi le utilizza; Piletic M.: Trattamento dei feriti a Pljcvlja nel dicembre 1941.

MESSICO REVIST A DE SAN ID AD MILJT AR (vol. XX. n. 4, luglio-agosto 1966) : Fuentes Aguilar C. R., Conza/es Trevi no 0., Ruiz More no f. A.: Clomifcne in alcuni problemi di sterilità; Bianco Cancino R.: Uniforme di combattimento del soldaw di sanità; Fuentes Aguila1· R., PintoJ Carvallo M., Ruiz More no f. A.: Lo stato di shock: fisiologia c patologia: Leo n A., Salazm· f. A. : Cancro del colon e del retto. REVlSTA DE SAl"IOAO MILITAR (vol. XX, n. 5, settembre-ottobre 1~6) : Lopez fara R., Paalta Vizcarra A.: La vescica neurogenica; Gimenez MirarJda f. M.: Incontinenza urinaria da sfor:to: Garcia Cisneros H.: Programma del gruppo di salute mentale. PAKISTAN PAKISTAN AR.\1ED FORCES MEDICAL JO URl"AL (vol. XVI, n. 2, aprile 1966): Sikandar: Cause della cefalea; Ala m S., f ave d T.: Mezzi per aumentare il contenuto in riboflavina della dieta di mangiatori di riso . Arricchimento del latte (parte II); Ah m ed S. A.: Eziologia cd epidemiologia dell'epatite infettiva; Nur A. A.: Arresto cardiaco; Farooque M. A ., Siddiqui 1/.A.: Valore nutritivo comparativo dei frutti del cedro del Pakistan (parte l); Ali A.: Eosinofilia. PAKIST AN ARME D FORCE$ MEDICAL JOURNAL (vol. XVI, n. 3, luglio r966): Khan M. A.: Pratica della medicina; Alam S., faved T .: Valore nutritivo del riso c dci legumi nel Pakistan occidentale ed orientale; SobarJÌ Z.: Le LUbc di Falloppio; Hasain J.: I pazienti sono persone; Ahmad N.: Alcuni aspetti della salute del soldato. SPAGNA MEDICINA Y CTRUG IA DE GUERRA ('·ol. 29°, n. 2, febbraio r967): Dieguez Y gea F.: Do~aggio dell'alcool etilico nel sangue per microdiffusionc; Picaso Guillen J.: Riserve per evenrualità di emergcnz:1; Quetgla.; Moli J.: Tnsuffìcicnza renalc negli ustionati; Ucar Lucas f. M.: 1 complessoni e le loro applicazioni al laborarorio clinico; Mo ra/es l?odriguez E.: Medicina preventiva nelle f'orzc acro-trasportate; Gargia Rodrìguez V.: Panoramica internazionale mcdico-militar.c. MEDICINA Y CJRUGIA DE GUERRt\ (vol. 29", n. 3-4, marzo-aprile 1SJ{)7): Hernandez Carrido R., Ramon Navarro Cm·balfo f., Gonza/es Alvarez f.: Sul valore diagnostico del polso carotideo; Sanz Fernandez P .. Hernandez Ganido !?., Munoz Cardona P., Conzalez Alt•arez f .. Navarro Cm·ballo f.: Cateterismo dd cuore sinistro:


\funoz Cardona P., Conzalez Alvare;; f ., San::: Famwde:: P., Savarro Carballo R .. Fi\tok arter<H'enme; \/uno::: Cardo1111 P., Gonzalez . 1/t•arez f., Sanz Femande:: / .. Gania Carcia R.: Ccx:nzima << r\ " nel tranam cmo di alcune affezioni vascolari; SanFernanda P. , ,'vfu noz Cardona P., Ca n ia Gar·cia R.: Stato attuale della linfogralra: \funoz Cardona P., Conzalez Alvarez f ., Sa nz Fernandez 11 . , Pego Rustos A.: Comu nicazionc intra-ventricolare operara in <ircolaz ìone extra corporea; Munoz Cardona P.. Gonza/e::: All'are;.;; f., Sanz Femandez P., Pego Busto< A., l l ernandez Carrido R.: L'n ca'o dì coronaria ~ini,tra di origine polmonare; A/faro Dru• E, Come;; PollSa f. \/ .. De ,\/r;uel Zara~;o::a 1:..: Tachicardia paro"i~tica tra~formata in brachicardia con crr-t eli Adams-Stokt:s per iniezione endoveno'a d i propanololo (Sumial); Conzalez Aft,tre;:f ., Muno z Cardona P., Sanz Femandez P., Tlernandez Garndo R. , Navarro Carbal/o f. R.: Tumori atriali; Nat•arro COJ·ballo f . N ., :'vlttnoz Cardona P., Conzalez . Jivtlrrz f .. Sanz Fernandez P.: Rianimaziom.: cardiaca prolungata. ~lEDICI~r\ Y CIRU<;Ii\ DE GUERIC\ ('·ol. 2</, n. 5, maggio 196ì): Eswdcro Sae:: E.: Logistica sanitaria :.ul fronte op<.ratin>; Triguero• Penaher F., Linare.• Vela.•co E.: Sull'elenco delle infermità inabilitanti.

MEDICINA Y C!RUGfi\ DE GUERRA (vol. 29' , n. 6, giugno 1967): H er·nan· de::; A. E.: C hirurgia spcrim<.:ntale broncopolmonare: Parrilla H ermida M.: Organizzazione sanitaria nel compl<.:s~o logbtico ,, co~rar )l (Combat Service lO Lhe Army) (.kl I'E,aciro americano; Pt:mtrocha .\ fontoya L.: Il rumore ndla pratica militare e la pr<.: n:nz.ionc dci suoi effetti; . tlt1arez • Jilor f .. Ortega Carcra Carpmtero E., Calt·rJO Ro.•tllo l.: Su un raro ca\O di pcricardite CO\triuiva; T oumi: \'i~ionc panoramica dd!'orga mzzazion<.: sanitaria di un dipartimento logi,tico: Dt• .\ feciiJIIr L. .\fz.: Un prohkma medico e morale: malformazioni congen ite.

U.S.A . .\liLITARY ~IF.DICIKE (vol. 1_p, n. 4, aprile •g'i7): l'ella E. E.: Sifilide<.: ~it:ro­ logia; IVrthe P. C., Rlount f . H.: La lotta contro le malamc H'ncrcc nella li Di,·isione di Marina, Campo «Le jcunc, Carolina od Nord; Salo O. P., Vuorio .\1 .•\fuuakallro 1\.. K. , A ho K . : « Tcsts" per la sifilide in soggetti g iovani di sesso maschile; lJusbee C. F..: Valutazione de l tes t plasmacrito u ~ato come indagine di massa per la sifllide nei militari; Quaranti/lo E. P., Kielzl P. V.: F.~perienze in fatto di vagotomia <.: piloropla, tica all'Ospedale Generale Triplcr m·gli anni t y6r-r964; i\Jendt:lson f . A., Cook 1V. JJ. , Dearmtllt /. R.: \'alu tazionc del meccanismo d i alcuni effetti fisici dci lasers nei rrssmi; Fogel B., Hook V. A., Polish E.: :-\ota 'ull'aui,·ità di complcm<.:nto del siero con parti· colare riferimento alla col ite ulcera!Ì\a; Sa.(ahara A. A., Ca111nlla f. E. , ,\lor<e R. L.: Diagnosi clinica della tromboembolia polmonare; Shdler W. !?. , Drttmer J. C., Akf:/. 1/Jainr L. P., Scola F. P.: L'aummto della carie dcmaria medianrc l'uso di radiogrnmmi " HiLc-Wing l> ; Aiinard D.: Studi e recenti progressi nei prohkmi militari di acc-lima t:tzione al caldo.


NOTIZIARIO

CON FERENZE

All'Istituto Su periore d i Sanità: Il Prof. )orge :-.fardonc~. dircuorc ddl'lstitulo Ji F::trnucologia dtii'Università dd Cile di S::tntiago. il ~ magg10 1967. ~ul t<: ma: • l nflucnza dd la a"utfazione ( della na lorfìna ~ul metabolismo Jell::t morfina ... Il Prof. jean Hrach er, d irC'ltore dd Laborawrio di :vlorfologia an imale della facolr?t di Scicn.rc dcii'L'nivcrsirà Libera di Rruxelleç, il 19 maggio 1967, ~ul rema: « Diffc rentiation and prorcin synthcris in the ab~cnct of tht: ccii nucleou' • . Il Prof. Hobcn joscph llut:bncr, C:~po dd Laboratorio pt:r le rnalatùc infettive del 1'\arional lnsti tute~ o[ Hcalth di Bctht·~da (U.S.t\.), il 31 maggio H)67, sul ttm:l: "Anrigcnic and ~eneric determinams of adcnoviru!ri nduced canea "· Il Prof. P. lom:~o-Sroian. diretron.: dcll'hrituto per il controllo di C.,rato tki medica menti t' per la ricerca fa rmaceutica del :-.1inisrero della Sanità c della Previdenza Socialt· o.ll Bucarcst, il giorno R SCI Icmbrc t<)(i7· ~ul tema: << Comrollo dci rm·Jicamenti in Romama ... Il Prof. H err~rt Konzett, direttore dell'htituro di Farmacologta deii'Unl\crsità Ji lnnsbrurk (t\ ustria), il 26 settembre 19(q, sul tema: "lnve~tigarion\ on blood flow w ,kelcral mmci<: during cmorional ~trns , . Il Prof. Richard E. :-.rcCaman. tloccnH.: di r~•chiatria c farmacologia neii'Uni,·ersità dt:lrlndiana (U.S .. \.). il 2X ~cttt:mbrt· t(j67. sul tm1a: • Quantitativt: isotopic mtcromt t hoJs for mca>uri ng c:nzymc an i\'itic' :wd e n Jogenou ~ 'ubsrratc lc\'els ».

A l C onsiglio Nazionale delle Ri cercht•: Il Dou. Rohcn Joseph Huehnt:r. il 1 · giugno 1967, ~ul rema: ,, l n vitro srudies ot avian and marnm:tlian leukcmia-sarcoma compkxes ...

AtrO~pedale M ilitare d i Bari:

TI Prof. Giuseppe: :\ ndrea Huscaino. d irettore della Clinica malattie ncr\'OSc c men tali dell'Università di Bari, ~ul rema: " 11 fattore tossico nella schizofrenia ••. Il Prof. Mario Sebastiani. direttore dell' Istituto di Anatomia chirurgica t: Corso di operaz ioni deii'Uni versit?t di Bari, sul tt ma : << l trau mi della milza "· Il Prof. Antonio Balrstrieri. d ircttort: della Cattedra d i Psichiatria dell'Un ive rsità di Rari, sul tema: ' La no\tra ,·ita affettiva H. Il Prof. Giuseppe Umberto ~1t\\i na. Primario chirurgo dd Centro di Chirurgia toraco polmo nart: de ll' I.N .P.S. J i H:1 ri, ~u l re ma: « Lo stato attuale della chiru rgia polmonarc "·

7· - ~1


5s6 ll Prof. .'vlario Onni.,, libero doct:nte in C linica chirurgica, ~ul tema: " Emomctacincsia e Farmacodinamica nello shoc k emorragico sperimentale)). . Il T cn. Col. ~kJ. Dott. Domenico CapuLO, ~ul rema: " Traumi oro-facciali: criteri di ,•alutazione degli c~it i cicatri;iali per il giudizio medico-legale . Il T cn. Col. ~kd. Prof. . \ damo ~fastrorilli, '>UI tema: .. ]\;uova tecnica per b tera pia ddla ~indattili a ''·

CONGRESSI X IV Giornate Mediche di :VIontecatini,

Tr

r 12 maggio 1968.

L' 11 c il 12 maggio t <)OH. a ~(onl!.;;:ati l l i, :wranno luogo, ~ollo la prc~idt:nza del Prof. Ct·sare Frugoni, le Xl\' ( ;iornatc ~kdic hc. Sul primo tema di rdaziont:: .. Le infc;ioni delle vie biliari ... rifairanno ti Prof. \lario Coppo, din:ttorc <iella Clinica medica dcii'Uni\U'>Ill Ji ~lodcna, per la parte clinica, c il Prof. Luig i Tondl i, J irc.:ttore ddl' lstituto di Patologia c.: hirurgica dell 'Uninnit;Ì di Firenze. per la parte.: chi r urgica. Sul '><.:Condo tcma di rdazion t•: .. Le diarree.: "• rift-rir~1nno il Prof. .\ngdo lja..crga. direrton.· della Clinic:t medica ddl'l.Jniversità di Ferrara, per la parte clinica, cd il Prof. Mariano Me~sini, dirntore del l'I stituto d i Tcrnpia medica sistematica cd Idrologia mcdica Jc.:ll' Università di Roma, pcr la parte tt:rapcu tica. I n formazioni l' programmi potranno es..en· richie.,ti alla Segreteria t! elle Xl\' Ciornatc }.lediche di ~ lontccatini. ,·iak Verdi .p )IOJ6 ~lontccatini T t:rmc (Pi-.toia).

IV Congresso l ntnnnionalc di C h irurgia Plastica (Roma, S- 13 o1tobre 1967). Dall')! :ti 13 ouohn: si è s,·olto, presso l' H otd Cavalkri Hilron, in Roma. il 1\' Congresso internaz ionale di Chirurgi:1 plasric:J. al quale hanno partecipato circa 1400 medici d i quaranta Paesi. ~el cor\0 dell'inau~uraziorK dci lavori il Pre•idente Prof. Sanvenero-Ro~sdli ha illustra to l'cvolu7iom: della chirurgia plastica nel tempo •offermando'i sul grave o~tacolo che resta da superart· in merito al problema d i trasferire i tessuti da un individuo all'altro. annullanJo la rcaziOIK immunitaria individuale. D opo brc,·i parok dd Minbtro delb Difesa, Trcmdloni, che ha illustrato la chirurgia di guerra applicata alla chirurgia di pace, il Prof. Broadbclll ha sottolineato la necessità c l'imponani'a che k varil· associazioni nazionali di chirurgia plasÙc3 ,i uni. scano in una confcdcra;-.ione internazionale.: per un lavoro più concorde c proficuo. A sua 'oha il Pro f. Cimmino. Preside della Facoltà <.li Medicina dell'Università di Roma, ha sottolineato l'importanza della specialità nelk di'>cipline mediche, ricordando allo ~te~w tempo che il medico, in qualunque \t.:trore es\0 operi, de'e tenere sempre presente la unitarietà dell'organismo umano c quindi dell'uomo, al quak ì: dovuto il mas.simo rispcno. Il Congresso si ì:. wolro in cinque sale lKr le comunicaz ioni con tr:tduzionc ..imultanea in ingbc c in due sale per la proiezione dci lilms scit·ntitici. Gli argomenti tranati. in numero di dodici, hanno spazi:uo sull'atti,·i tà della chtrurgia pla'>t ica comprendente runc le branche della scienz a ml·dica.


Nel campo sperimentale si sono tenu ti quattro simpo~i su argomenti particolari, fra cui quello sulla banca dci tessuti. imponame pt:r l'evoluzione e la funzionalità della chirurgia plastica.

XVII Congresso Nazionale di Gastroenterologia (Genova, 6- 7 ottobre 1967). Il 6-7 ottobre 1ç{rJ ha a\'uto luogo a Genova. pre~ieduto Jal Prof. .\mmta Fic\('hi il XV Il Congrc~so naz ionale di Castroenrcrologia. TI Congrc~so si è wolw nel modo più sodùisfacenlt' in un'aula fitta di ascoltatori imenri a seguire con grande JnH:rcsse ,ino all'ultimo le lunghe \Cdure, c: con notc:\ole partecipazione di insignì gastrocnrerologi stranieri, molti dci quah hanno portato il loro personale contributo con relazioni o cumunicnioni. Così il ProL Mallcr-Guy. Presidente della Società France~ di Gastraencerologia, il Prof. Toulet. Segretario della stc"a, il Prof. Frochlich, Segretario Generale dell'Associazione Europea, il Pro!. Kojeck). Pre~ idcllll' dd pros~imo Congresso Europeo a Praga. il Prof. Maratka. Scgrcrario dello 'resso, il Prof. Pa,·el di Bucare't l'd altn. Il primo dci Simposi in programma, riguardante le " Corrrla11oni splcno-cpauchc . è stato dircuo dal Prof. Sotgiu c ad esso hanno partecipato i Proff. Fieschi, Ruol, Gam higliani-Zoccoli. Caroli, ,\beatici, TeoJori. ~!alkt-Guy t' Coppo. Al sewndo Simpoo;io mila ' Secrez1onl' c: motilirà nell'apparato dignc:nre . direrro dal Prof. Francavigha. ha nno preso partc i Proff. Lahò. C heli, Blasi, Kojecky, Gaglio, \'annin t c: T orsoiJ. Al terzo Simpo,io ~ulk "Sindromi atldominali di origine 13\Colarc" diretto <1:!1 Prof. St..: fanini hanno partecipato i Proff. Herena. Doglwtti. Conc,ini. Bobbio, Zannini. Sptran ;a. ca~.rrini. Malan l' 110\\ati.

XL Congresso della Società Italiana di Urologia (Bologn:1, r ~ - 14 ottohn· r967). In due g•ornate, lkn!>e di l:n·ori '>Cicntllìci. ,j ~ ~~·oho a Bologna il 4<>' Congrc"o naz.ionale della Societ?! Italiana di Urologia. \ 'enerdì 1 ~ ottobre, dopo la cerimonia inaugurale, 'otto la Prc:,idcnza dd Prof. lll rico Bracci, clinico urologo di Roma c Prc~identt. della Società, c del Prof.. \!do \l:~r­ telli, clinico urologo di Hologna c Prc~idc nte J cl Comitato organizzatore, la prima rdaL:ione '>Ulla <• Patologia propria dei calici renali " ha \'Ì\'::ttncnre interessato il (olro uditorio 'ia per l'interc:~'c: dell'argomenro che per il ,·alorc: dci due rdatori. Proff. ('n,tantini l' Dc Gironcoli d1 Firenze. Animatissima la d i ,c u ~~ionl' '>Ul tema Ji rd:l!.ionc, r hc: ha chiu v> la giornata. Sabaro mattina 'l'COncia rclat.ione .. ulla po">Ihilirà della ripre'a funzionale dci reni csclust, chiaramente ~\olra dal Pre'>idutte della <;ocierà, Prof. Bracci. c dal suo alltno ProL ()iuliani, che hanno sortoli nt·aco l'imporr:tn7.a degli esami radiologici c soprattutto della renografìa e sci m igrafia per decidere '>U Ila l inca di mndotta da tencrt· i n pre,c:m:a d i un rene csclu'>o, linea di condotta che dne c\\t'r( poso;ibilmentl romer\'ati\'a, in quanto i rl· ni hanno 1·eram l· nte pm.,ibilità di r ipre~c impen,att'. Il Congre~so ,i {· chiu~o nella serata di sabato dopo una lunga ~cric di comunica zioni ,·arie (molto inrerc.,,anre c ben fano il film del Dott. Reurcr di Sroccarda sul trat tamcnro cndo,copico drl carcinoma della proHata) l' dopo la costitu1.ionc di una Sr;.iom: della Socied 1ral i;ma d i LI rologi:~ ded icata alla d ial isi l'Xtracorporea n l al trapianto renak. Il pro~,imo Congrc:w, nazionalt' o;i terrà a Fiuggi rwl 't'rrembrt· tq6H.

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5ss VII Giornate Med iche Internazionali (Vibo Valentia, 7 · 10 agosto 1967). Le (;iornate ~ktliche lntt•rnazionali, JcJicau: all"aggiornamtnto <: all"ttluca;ionc 'anitaria. promo~~c dall"Ordinc dt Malta t' dalla Rivi\ta • Clinica Luropca , . ~i 'ono wolte net giorrù 7• H, y e 10 ::tgo\to, sono la pr<:~idenza dd Prof. Ltno Businco. a \'iho Valemia, con la collahoraziom: ddla loc::tlc Azienda di Turismo l' Soggiorno. ()ur:mtc la cerimonia inaugurali: sono state consegnare le " Mt:daglic al mt-riw " a Igino A ngc lini. :--Jtcola Angduco, t\ melia ( ~amhoni. Edizioni Cuastella, fr::tnco Inzillo. Gino ~[antm·ani, .Mario Misasi, Antonw ~lurmura. l 'rance~o \ '10lati c (,iust·ppc \\' ~\\trmann. Rclatori: "Conn·gno su auualità di medicina " ,\do, Reda, Businco. Pockst2t: ,, Convtgno dell'età evolutiva" Kubat, Me.,sina, Conti. Maletto, Andtli, Gatti ~ l ana cini, Lcra, Borgo. Calonghi, Cavalit:ri. Gr:mo; •• Conngno di chirurgia L orropt·dia Mariani. Leone, \'enrricc, Stradonl·, Jacobdli, Grechi: Com·egno di medicina ~ociak c pre,·cmh·a n Galante, Caracciolo di Sarno. K'erina. rlorioli, Dc Gregari; "Conn:gno \ul di::tbet<· " Rosano. Blasi, Butturini; " Convegno ~ui glucidi fo~forilari ,, Sforz::t, Fincato, Sca.,~aro, Pellegrin i; " Panorami di igic11c t: medicina contemporanea» Del Vecchio, Cauullo. DL ( ;regorio, S•lvcstrini, Pl·:acri. Suraci. Ficola. Ct·~arco; ConH·gno sui nm1on , Pod,·incc, JankoVIC, Spalajkonc, Jacobelll, Stradone, Tropea; " Con,cgno di dermawlogia. e~tt•tira e die10logia ,, Ro,·t.'oti, llungt:r l{icci, Ciaccio E., T.. Husinco, C.uastdl:l. R icono~cime nt i

italiani e stranieri al P rof. T. Oliaro.

L'On. Presidente della Repubblica, ~u proposta del Mini:.tre> pt:r l' l ndu~tria l' il Commercio. ha conft•rito l'onorilìccnza di Crandc Ufficiale dell'Ordme al merito della Repubblica Italiana al Prof. T. Oliaro. Su proposta del ,\lini~tcro ddla Pubblica htruziom il Prof. T. Oliaro <: ~tato designato in rapprescntan/.a del Mini,tcro ddla Pubblica btruzione per la nomina a Mcmhro dd Consiglio di Ammini~tral'ione dell'Ordine dci SS. ;o.1aurizio c L1zzaro. Il Prof. T. Oliaro è stato eletto Prcsidt:ntl del Comitato l:.uropco delle Pubhlical'ioni Periodtchl ~[ediche, \fcdicaeuroprc'>s. dalle l h kgazioni nazionali rappresentative cldk Puhhlic:~~.wni Periodiche Mediche.: Europee. Simpo~io

tecnico. medico C.T.S.M. (La Spezia, 8 · 10 maggio 1967).

JJall'~ al 10 maggio si è s\Oito a La Spezia il Simpo~io tecnico medico C. I.S.~I. '>UI tema: " Il ruolo delle FF. AA. nel la formazione dei campioni. A'pctti tecnici. organiL" tativi c m~.:dico-sportivi "· Alk ore 9 del g•orno 8 nella <.ala Dantt: del Comunt:, alla cc:rimonia inaugurale. con l 'intc:n't'nto delle mas~imc autorit?! ci,·ili t militan. 1':\mmiraglio di Squadra Raffaele Barbt:ra ha dato il benvenuto, ringra7.iando soprati uno per la loro parrt:cipazionc i delegati stranieri dd Bdgio. Danimarca. Finl andia, Prancia, Kuwait, Spagna, Svezia, Tunisia, \ ' 1crnam dd Sud. Dopo il saluto dd Col. Carlo:. Garcia Ri,·eras. rapprt:sen tante uffic iale dd C. I. S.M. il .Magg. Raoul ~ lollet, St-grcrario Generale Pcnnanente c moderatOrl· dd Simposio, ha illu~trato il ca m mino compiuto dal C. l. S.M. nel ~ettore tecnico-organizzati,·o t: nel settore mcdico-sporti,·o, aftìdari al l'.A.ccademia, organo scientifico crt:ato a Canne' nel 1957: quindi il Cen. l\1ed. Prof. Francesco laÙc\·aia. Direttore Generale della Sanità \filitare e Pre~identl' (;enerale dd Simpo,io, h::t pronunziato l'al locuzione di apertura e il Col. Mcd. Prof. (,tacinto Tatarclli, Capo della Sezione ~k clico-sporti\a deii'Acc:ldernia del C.l.S.M .. h:~ ddìnito i compiti e gli scopi del Simposio.

l


Si sono così aperti i lamri con la wnflTt:nza Jd Prof. Gtorgio Odaglia, rappn:,L·n tante della Federazione.: tnc.:dico-sporti,·a Italiana, che.: h;t parlaro \U " Le f>O''thililà dd l'attività sportivo nelle FF. 1\1\. in rapporto al l\ ·tà dci giovani olle armi "· L'intera seduta Jel pnmcriggto è -t•Ha deJic:na all'organizza;imw dd!t unità ~pot rive nelle v:~rie Kazion t L.I.S ..\1!.: i ddcg:~ri d'Italia, Fr.mcia, Tunista, S\c.:zia t Finlan dia banno c.:~po~to la ~truttura dc.:lk Unit:ì sportive militari nei rispenivi Paesi. Il giorno sun·c"i,·o \ClllO stall tratrall i prohkmi rm·dici connes\i al rema generale insistendo particolarmente.: sull'auttn che la medtctna sporti,·a militare può dart• alla for mazione ddl'atleta. rl Tcn. Col. 'vlcd. Prof. Antonino Cirrinrione ha parlato su ,, c;li aspetti P'•cologici dd ruolo delle.: Forzl .\rm:tll nella preparatiom· degli atleti : ti Col. Mcd. Prof. Aristidt· Scano su " AdattallH'nto all'altitudllll" deg!t atleti Italiani 111 occasione dt i Ciochi Olimpici di Ciu:ì dd )\.fc,si co; il Com . .\led. Vrillac su " La balt Definizione det Mocardiogralia negli atlett : il Tcn. Col. ~led. \lassimo Cirone '>U profili fisici in arkti mi! ttar i i:ahani medianrc l'applicazione dc.:l Baste Etness Tcsts dr Flci,h.man ; il Tlll. Col. :\led. Filippo Di Ldla su " Jdoncir.\ all\·<.ercizio di attivit;l agoniMichc - \'alurazionc.: t suo• nflc~si gturidin ,. Le rd:11.ioni sono ~Late oggc1ro di vivaci di ..cus~ioni. :\l termine dd Simposio ti :\fagg. ~foller ha rias~unto i risultati pratici raggiunri 1ramdonc delle conclmioni utth per un m:~ggiore pcrfeztonamemo dei metodi < sistemi orgaruuati,·i. tccnict l mnltci miranti alla form:u.iom' dcgli arlc.:1i m ilit ::lri. 0-umcrmo t ' 'celto l'uJitorio. Fra gli altri nwrJiamo ti Ttn. (,en. \led. Luigi Cam pandli. Capo dd Servizi[) Sanirano della Manna ,\liltt<~re, 1! \lagg. c.u1. ~fnl. Tom maso Sanlillo, Direuorc ddb Scuola di Sanit~ ~lililart'. il Magg. Cl'rl. ~led. C.S.A . . \lc"io Paganclli, Direttore di Sanità .1' Reg. \aea. il \fagg. (;cn. \lc:J. '\.'apoknnt. Direttore dr Sanit:'t dcll:t Rt·giont Tm:o Ernilian.1.

Scllimana Psicusomatic;a - Simposio l ntt'rnazionale di Medicina Psicosomatica Militare (Roma, 13 settembre r967). Jlrcsidctlll" il J>rof. Ferruccio t\ntond li , si i: wolta a Roma ),, SeuintanJ lJsicoson ta tiea. Alla ctrimonia ufficiale dell'inaugurazione, J\'\'enuta in Campidoglio. al 1 { ..errc.:nl bre u.s .. ndla Sala della Protomotrca, pre,rnri k più importanti auwrità ci' t! t, rdigio'L e rnilirari. hanno fatto ~cguito nei giorni sucrc~'>ivi gli importanti lavori Jrllr distinte ~ezioni, '>c.:conJo il programma a'sai intenso predispo'>to dal Comitato organizzaton·. 1'\\·ll'impcMihilità di rift'rire su tutte k intcn·-,sanri rdaziom woltc ndl'ambllo delle numerose '>czioni. ci limitiamo a hre,·i cenni sui l:l\ori wohi dalla ~o. ionc di Medicina p'>icosomatica miluart..

Il ~un posio 111ternauonale eh m ed iu na psi{(J •omat1c ti militan, ~volto'>i nella giornata dd r; settembre con una eletta parrecipat.ione di studio.,• italiani c.: stranieri, si l: iniziato con un'ampia rda/iont tntroduun·a tenuta dal Tcn. Col. ~led. Prof. .\ntonino Cirrìn cione, int<·~n a ~o11olincan; sopraLLurro il carattere eminentemente ~oçi:tle della psico'>o matica ndl'ambito di un prowarnma di nwdirina prevcnti,·a l' di igi<'nc mentale nelle Forzl' Armare La rikvanza e lo >tudio di un amhiu1tc, rh,· pone nel rapporto tra gruppi etero gt' nc.:i t' ndla problcmatica di dfc·ui talora dìver'>Ì (che la rapida i.mmi"ione di uomini giovani '>U'>Ctta) la base sperimentale ptù naturak ad una patologia da qrc">, hanno trovato dci riferimenti dd mas.,imo intcrt:'>SC, sia nelle rl'laz.ioni del Col. Mcd. J. Cifter (Turchia) t' del Com. ~kd. L. Crocq (Francia). sia m·lll' rda.,ioni m·ll'ambit.:ntc ddla \1arina t\filitare da parre del Col. M~J. Prof. (,. T:aardli. e ddl"a,·iazione mt!itart" J:1 pane dt·l Col. \-kd. Prof. t\f. Strollo. Per I'Inghilt,·rra. cm inc.:m i sruclto'i quali :\itkc.:n


R.C.B. e P. f. O"Connor, hanno parlato dell"an~ictà dci piloti in volo t delle riccrch~ p~icoo,omatichc nell'a,·iazione militare. La ~econda parte del Simposio è 'tara dcclicara a problemi clinici particolari clelia psicosomatica militare, auravcr~o u na serie di conrributi di onJi nc clinico stati..stico nel l'ambito delle colopatic (Pandolfclli). della p~iconevrosi cardio<ircolaroria (Melchionda). dell'a~ma bronchiale (Fichera). del glaucoma (Carra), delle afft:noni cutanee (Salvarori ). della riabilitazione (Cucrra), c dell'enuresi (Di Diego). l remi wolri hanno conferito una organicità di contenuto allo ~volgirncnro dd Sim po~10. comcntendo eli cogliert· dcment i di rilevante interesse anche nel raffronto delk rircrchc e ckll c opinioni espresse dai vari partecipanti ~tran i eri cd italiani. J problemi d i adattamento del giovane all'ambiemc militarL, connc~'i soprattutto al raggiungimclllo e al mantenimento della stabilità emotiva dci soggem, co~titui5cono la nuova base di proccdimenti ,elctti,·i non ancora dd tutto risolti dalle tecniche di dépi ~tagc di ma'>,a. Le nuo,<· dimemioni '>OCiologicht c psicologiche.:. proprie ddla modalità di approc cio P'icosomatico, mirando alla comprensione totale dell'individuo, aiuteranno ad affrontare i tt-rmini di una giu;ta integrazione dell'individuo nd gruppo militare, che (: alla base dd buon equilibrio P'icosomatico. La panicolart: incidenza ùi affezioni psico~omatichc nell'ambito militare ~uggc.:ri,ct: una migliore valu tnione dei farrori p~icologici nella soluz ione c nd tr:mamento d i numerosi ca~i clinici Ji comune: o'sen·a7ione o'pc.:Jalicra.

XXI Congrc:sso del C.I.O.R.M. (Confederatio n l nteralliée cles Offìcic:rs Meùicaux de la Re~erve) (T rieste, 25 agosto 1967). Si (: svolw a Tnt:~tc, nella giornata del 25 agosto u.~ .. il XXI Congres~o della Con fedcraziont: lntc:ralle:na degli Ufficiali Medici Jella Ri ~crva . organizzazione che riunisc(· tutte le associa7.ioni nazionali del seni zio di sa nità militare. All'apertura del Congrc,~o ha fauo 't:guito una applaudita confert:nza del Ct•naalc: Mcd. ùclla nos!Ia Marina, Prof. Alberto Cozza, sul tt:ma: " Pericolo delle radia;- ioni ionizzate ~ulle navi a propul,iont nuckare. a bordo t· nei porti , .

lll Congre,so I nternazio nale di Neutralità della Medicina (Roma, 17- 20 aprile 1968).

li III Congrt:>'o ddla Ncutral itj ddla Mc.:clicina >Ì ,volger:, a R oma dal 17 al 20 aprile: rg6R, wtto il patronato del Governo italiano c per l'organizzazione del Comitato italiano nell"ambito dd Comitaro lntcrnazionall della 1'\t:utralità della ~1cdicina. l temi principali che saranno oggetto di relazione, ~ono i \Cg uenri: 1) Le Conven~ioni di Cim:vra c: loro applicazione; 2) Po;,ibilità ùdla creazione di un " pool bianco ,anitano interna;rionak , o di un " pool bianco sanitario europeo »; 3) l doveri dd Corpo Sanitario in tu tte k circo~t:lnze (r uolo del mc.:Jico militare nella t:ona di combattimc.:nto; ruolo ùd mediCo nei campi di png10nit·n; con!Ia,Lo fra i doveri prok~~ionali ùd mc.:ùico e k di~posiztoni del \LIO go,t:rno in occasiont· d i un conflitto intt·rno; problemi iùcologici che si pongono al meùico di un Paese occupato dal nemico); 4) La 'ituat:ionl gturi<llca attuak dclle persone che partecipano alla me;,a in applic:n.ionc della Convenzione d i G inevra cd i provvedime nti evt:ntualmt' lllC da auotta re. Lt: informazioni potranno c~sere richieo;tl" a: Secrétariac Général. ~7 rue ùt· Belle cha~'L, Pari, fème.


NOTIZIE Ml LITARI Promozioni nel Corpo Sanitario Militare. Va T t" n. Colonnt>llo mc-di( o a Colonnello: Cioccia Gimt·ppe (; uar ncra Mariano Salemi \'incmzo

,\ lartino :\ntonio Pane Sebastiano Del Vecchio .\ntonin Jc Pcppc Ji \'ietri L go Cciii Aldo \lanuppdli .\tichde

Varano Onofrio Severino Antonio Di J>aJo,·a \' 111Cl'l1to Da .\fa~giort· medico 11 Ten Colonnrllo:

Pctrt'lla .\ ngdo Sega l:1 U m lw rto S:hi;n o ne ( ;rl'gorio

Chd Mario Colatutto Donato Cul'cinicllo Guido Lomh:mli F.midio

Da Cap1111110 mc-dico <l ,\f,tf!,~IOre: BonJl Pa~qual e Corradini L'mbc;no De Manei, \'inccnt<J JoJice Marino La CuarJia Pietro Lavi:111o Francesco

Lconca\'allo Nicola Leone. 'icola Pcrrini Giu~cppe Poreu Sisinn io Stuto Sah-aton

Va Tt'nc-nte medt<'O a Capnano: (;e~'" Rafh1ck. /)a

T C'n. Colonnello 'hnniw furmaosta a Colonnello:

.\fartorana Fmanude. Da Capttano chimico farmau•ta a \laggiort·:

Pugli\1 .\ttillo.

D t rettore n<ponsabtlc: ' ì en. Gcn. :. led. Prof. 1'. l\ DE' Al\ Redattore capo: \1agg. Cen ..Vtcd. Prof. F. Ft.HJ{AfOLI \ utontZazione del Tribunalt' di Tipogr:dìa Regionale

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Roma, 1967


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NOVEMBRE· DICEMBRE 1967

ANNO 117" - FASC. 6

GIORNAL DI

MEDICINA MILITARE PUBBLICAZIONE BIMESTRALE A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA' MILITARE

DIREZIONE REDAZIONE E AMMINIST RAZIONE MINISTERO .DELLA DIFESA- ESERCITO - ROMA

Spedizione in abb. post. • Gruppo IV


GIORNALE

DI

MEDICINA

MIN ISTERO DELLA DIFESA - ESERCIT O -

MILITAR E ROMA

SO MM ARIO

MELCHIONDA E.: L'ìpoevolutismo somaùco nelle malformazioni cardiovascolari congenite

593

FAvuzzr E.: Burns and milirary organization

6o4

PALMA G., Dr IJRETORO L., NoFRINI U., ARCANGF.LI A.: Modilìcazioni reografiche durante ossigcnotcrapia iperbarica

618

MANGANIELLO A., Nn-.ro G.: Condroma corticale della diafìsi tibiale

626

CoRBl D., CtcERO L., PESCE S.: Influenza dell'eccitazione eleLtronica dei singoli colori dello spettro sulla crescita dei ratti Wistar .

632

GANGE.'dr G., MAGON1o E.: Recupcro di chinina da vecchie tavolette e modifica al saggio limite della Farmacopea Ufficiale VII per l'arsenico

637

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA: Recensioni da riviste e giornali .

NOTIZIARIO: Notizie tecnico - scientifiche Notizie varre

6s5

Conferenze

669


NOVEMBRE-DICEMBRE 1967

ANN0_11 7 - FASC. 6

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ MILITARE

DIREZIONE DI SAN ITA' DELLA REGIONE MILITA RE IJEI.LA SICII.IA

Dirrltore: Col. '..fcd. Prof.

l::vEl.INo MHcHtOND•

L'IPOEVOLUTISMO SOMATICO NELLE MALFORMAZIONI CARDIOVASCOLARI CONGENITE * Col. Mcd. s.p.e. Evelino Melchionda

cl l:t lotta lunga e d iHicilc, e purtroppo :tncora molto dolorosa, che i medici di rutto il mo ndo sta nno combattendo da alcuni dece nni, in ranghi serr<1ti fatti di stretta cd appassionata collaborazione fra cultori de lle v:tric branche della medicina - cardiologi. ostetrici, pediatri. fisiologi, pawlogi. igienisti, anestesisti. chirurghi, ecc. - contro il fla,!!cllo tnstc delle can..liova!>Culopatie congenitc (c.c.), l'attrezzatura tecnica di lal>oratorio. sempre più complessa cd indaginosa, ~cmbra abbia messo 10 secondo piano e gli studi di embriopatologia c, soprattutto. le osservazioni cliniche, intese queste nel senso più tradizionale cd antico della loro accezio ne, cioè l'esame fisico est~.:rno. In questo campo della patologia med ica, invece, come del resto in tutti g li a ltri campi, l'esame fisico esterno può ancora port<~rc un contri buto, semplice magari e piuttosto grossobno. ma non meno utile. E questo per un duplice ordine di ragioni. Anzitutto perché il laboratorio in definitiva finisce con il potenziare il ,·alorc dell'ossenazion<: clinica semplice c poi perché è proprio la clinica la base prima di pnrtenza per una di:tg nosi precoce di c.c .. oltre che per una costru7ionc prognostica. P:1rbndo dell'esame fisico esterno, non si inte nde q ui r i fcr ir~ i a l colorito della cute, cioè alla cia nosi. oé :~ll':~cwvacciamento. n~ a lle- dit::t :1 bacchcu:-~ di t:Jmhuro, né all:t di~pnc:l da sforzo. sintomi tutti preziosissimi ,enzn dubb io, ma piuttosto grossolani c che comunque orientano gi1 dt per sé bmiliari c pediatri su di un.1 patolo~ia cardio\'ascolarc. ma si intende soffermar~i su di un \i n tomo che. molto spesso assente :~Ila nascita, si rivela già durante i primi mesi di vita c soprammo nei penodi critici dell'acc rescimento corporeo, cioè ~ull'ipoevolutismo somatico fi.s.). associato a volte anche ad un tpoevolutismo psichico. • Con fcnn7a tenuta .<II'O,pcd.ok \filnJr<.: di Mc"onJ ol 2<; no"·mhr.· t<JII;.


')94 E' un sintomo molto prezioso, questo, perché impegna pediatra ed imernista in una fatica diagnostica differem~iale. dalla quale però si deciderà il futuro orientamento tcra· peutico e prognostico del soggetto. L'infantilismo somatico, e con esso l'i.s., è una sindrome clinica complessa e poliedrica che. come ha fatto notare Zondek (41), interpretata in un primo tempo come dovuta soltanto a fattori aliment:tri e ad influenze fisiche esterne, è a ndata via via includendo, nelle sue cause, i processi morbosi i più svariati, come le affezioni e ndocrine, alcuni' affezioni cerebrali (sindrome ddlo striato), anomalie del ~iste ma vascolare, stcnc..~i duod('· naie, l'alcoolismo dei genitori, l'eredolues. la malaria, infezioni croniche, disturbi della funzione renate, ecc. Sarà pertan to l'attenta val utazione dei dati anamnestici ed obiettivi che far?! orientare il pediatra verso l'una o l'altra form:l morbosa. Si è detto sopra che nella collaborazione semeiologica. d1agnostica c terapeuric3 contro le c.c. figurano anche gli o~H~ trici, ma i l loro contributo, prezioso senza dubbio nella fase profi lattica. come per esempio un impegno pieno d i gravi responsabili tà c verso b donna gravida già portatric<" di una tale infermità e verso la donna gravid.t ammalata nei suoi prim1 mesi di gestazione di una malattia \ira le (\·edi sopranutto rosolia e morbillo). Ì; in misura molto minore impegn:uivo nell'esame fisico del prO<Iotto ciel concepimento. E' raro infatti che si osservi un i.s. nconatalc cd è infrequ(•nte che la stessa ~meiotica cardiaca possa dare informazmni diagnmtiche pn·(ise. Come si d1r:Ì più a\'anti, sono proprio 1 corto-circuiti arterO·Yenosi quc.:lli .:he più incidono ne ll'i.s. e sono proprio essi che ali~ nascita sono meno rilevabili. Durante la vita fct:de. come è noto, perché la quasi totalitil della massa sanguigna ci rcobnte defluisca \·erso ti circolo sistemico, Ì; necessario che le resistenze cardiache destre c soprattutto quelle vascolari polmonari siano maggiori delle resistenze cardiache sinistre <" \·ascolan sistemiche. Alla nascita. naturalmente, queste resistenze prevalenti non possono. per ragioni anatomiche e funziona li, cedere improvvisamente ed occorrcranno alcuni giorni ed anche alcuni mesi perché si stabilisca lo squilibrio in senso inverso. caraucrisrico dell'adulw. Pertanto, i cono-circuiti Ycno-ancriosi fetali fisiologici, pur persistendo le anomale comunicazioni per r~t(ion i emhriopatiche fra le due sezioni del cuore, dara nno luogo a situazioni cmodinamichc di bilanciamento prima di diventare decisi c shunts > sinistro-destri. sì che la patolog-ia acustica caratteristica di lfUCsti si potr~ rilevare con chiarezza solo alcun rcmpo dopo la nascita. I ncombe quint.li al pediatra il grande impegno di osservare i segni iniziali dcll 'i.s. e psichico e di attribuire ad essi il valore semeiologico iniziale di una malformazione congenita cardiovascolare.

La letteratura cardiologica è ricca di ossen·azwni sull'i.s. nelle singole forme :tnatomopatologiche c fu nz ionali delle c.c. ed i vari AA. non hanno quasi mai omesso di accennarne nei dati clinici dei loro protocolli casistici. 1'\on sono invece altrettanto frequenti ri\·istc sintetiche su questo argomen to. con critica costrulti\·a sull'importanza diagno~tic.1 e prog nostica di esso. A vremo modo di parlarnc in seguito. E' bene anzitutto chiarire come si mani fe~ti precisa mente l'i.s., precisare cioÌ; quanto in esso spetti all'ipocvolutismo ponderalc e quanto a quello staturale. Jn realtà quasi sempre. ed è logico. sono ambedue associati. ma il primo è veramente quello prc\'a· lente ( 1 ~!.3 1). Sono bambini che :mmenwno scarsamente d i peso. sono g iovineui long ilinci, g racili, di altezza normale o lievemente inferiore a q uella relativa alla loro età. A volte il piccolo paziente guadagna scarsamente di peso nei ?rimi sei mesi di \'Ìta, mentre nei


595 secondi sci mesi può hruadagnarlo come w1 neonato. Un giovinetto, di costituzione gracile ed eventualmente con quella caratteristica deformazione roracica che va sotto il nome di «torace di Davies ». presenra una pubertà ritardata e deficiente. A questa deficienza del lo sviluppo somatico si associa, ma nou costantemente, una deficienza dello S\ iluppo psichico, deficienza che a volte può presentarsi dissociata. Essa, di grado vario, può essere, in alcune forme anatomo-patologichc c:~rdiache di cui si dirà in appresso, dì grado estremo si no a ra~giungere, associ:1ta all'i.s .. quella grave situazione rapprèsentata dal cosiddetto « mongol ìsmo >>. Stato degenerari,·o che si manifesta già nella vita intrauterina, il mongoli smo è stato incluso da Anton (2) nell'infantilismo e presenta comunque stretti rapporti :lssociativi con le c.c. Morse (23) ed lrvìne-Jones (20) riportarono su 100 bambini cardiopatici congeniti rispettivamente 6 e 7 mongoloidi. von Hoefe (3HJ trovò in l 50 mongoloidi 14 affetti da c.c. (9%). Apirz e Beuren (3), in una casistica di 630 lattanti portatori di c.c., raccolta in 15 anni, rro\'arono l'idiozia mongoloide presente nel 7,ll%. Berg e coli. (6), nel riferire che statistiche precedenti davano una presenza dal 12 ~0 al H ìo (media 19°{ ) di c.c. fra i mongoloidi, riportarono, in una loro caststica personale di l-Il casi, una percentuale Jel 79" 0 • Gurerric7. e coli. ( 16) su 42'3 mongoloidi trm·arono in\'CC<..' solo 36 casi di portatori Ji c...:. (8,5~~~ l. VeJremo in seguito gli eventuali rapporti fra mongolismo e singole malformazioni congenite cardiache.

Prima Ji procedere ad una valutazione critica dei rapporti di frequenza e di etìopatogenesi fra l'i.s. e le c.c., riteniamo non inopportuno ripo rtare i Jati ,lella letterJtura cardiologica sulla base d ì uno schematìsmo classificatorio delle varie c.c. Per quanto riguarda l'apporto dì ossigeno ai tessuti, le c.c. possono essere così raggruppate:

A) Malformazioni cardiova.-colari congenite che muj·ano una riduzione della portata Il(·/ grande circolo: a) per ostacolo al flusso sangutgno:

-

stenosì aortica nelle sue varietà (infundibolarc, valvolare, sopravalvolare,

istmi ca ì: stenosi rnit ralica: stenosi delle vene polmonari al loro sbocco in atrio sinistro;

b) per furto di .wngue al grande circolo ad opem di corto-circuiti artero-venosi o per 1·itorno a monte del sangue arterioso : - difetti setta li cardiaci: intcratriali, interve ntricolari, con tutte le loro varietà (canale atrio-ventricolarc comune, cor biloculare, cuori triloculari biatriati e biventricolarì); - dotto arterioso pervio (c fines tra aorto-polmonare): - drenaggio anomalo delle vene polmonarì; - insufficienza mitralica; - insufficienza aortica.

R) Malformazwni rardiovasco/ari congenite che causano una insatumzione arteriosa di ossigeno per rommùtione di sangue venosa con sangue arterioso (« shunts » venoarteriost) o oer imbocco anomalo dell'aorta:


a) per ostacolo al deflusso nella se-zione ver10sa del cuore: - atresia della tricuspide; - anomalia di Ebstein; b) per ostacolo al deflusso dalla sezione venosa del cuore:

- tutte le for me di stenosi della polmonare (varie sindromi di Fallot); - tutte le forme di ipertensione delia polmonare ipercinetica (varie sindromi di Eisenmenger); c) trasposizione dei grossi vasi (e sindrome di Taussig-Bing). Come è noto, non solo una forma può trapassare col tempo nell'altra per modificata situazione emodinamica (inversione di « shunts » s-d in « shunts » d-s, ma, come molto spesso avviene, una forma può associarsi alralua (associazione di difetto del setto interatriale con drenaggio anomalo delle vene polmonari, sindrome di Lutcmbachcr, sindrome di Laubry e Pezzi, ecc.). In tutte queste situazioni, in definitiva, si realizza una ipossiemia arteriosa, assoluta o relativa, di varia entità e di varia carenza per i bisogni energetici degli organi c dei tessuti. l) Stenosi aortica istmica: è questa una vascu lopatia congenita che si differenzia nettamente dalle altre, in quanro è caratterizzata piuttosto da una situa:Gione fisica opposta a quella del nostro tema. Le condiziorlli fisiche dei pa:Gienti sono gencr:~ l mcme ottime. Gli individui, specie quelli di sesso maschile, appaiono robusti, con torace ampio, collo tozzo e spalle ampie. sino a volte con uno sviluppo atletico. E' noto il caso riportato da Punsar e Laustela (27), di un giovane atleta di 20 anni, campione di salto con l'asta, di salto triplo, di salto in lungo, sollevatore di pesi, corridore dci cento metri c marawneta, sciatore, giocatore di pallacanestro. Anche lo sviluppo psichico sì dimostra perfettamente normale ed a volte anche con intelligenza superiore. Degeorges ( 1O) ha riportato di due medici portatori di questa affezione, dci quali uno aveva pubblicato, poco prima di morire, uno studio sulla stcnosi istmica dell'aorta c l'altro aVC\'3 descritto l'inrervenro chirurgico praticatog li. Questa situazione di ipersviluppo somato-psichico. pur se frequente. non è per0 costante. 1\ n :r. itutto a ,·o lte con la robustezza del torace contrasta un bacino ristretto od arti inferiori poco sviluppati e gracili (ipossia regionale re lativa). Vi sono poi casi nei quali un i.s. può essere presente nella prima età c scomparire col tempo. :-.Je hanno riportato un caso Glenn e coli. ( 15), di una giovane di 27 anni bene sviluppata, che a 5 mesi era stata sottoposta acl una visita proprio per un ritardo di accrescimento, mentre successivamente questo era migliorato ed a 9 anni era completamente scomparso. E' chiara in questo caso l'influenza favorevole del circolo collaterale. Non mancano però anche i casi eli bambini ipotrofici, con crescita rit:-trdata c con profitto scobstico deficiente. Se si analizzano però bene questi casi, si trova che la stcnnsi istrnica dell'aorta è associa ta acl altre malformazioni, come nel caso di Rossall c coli. {29). J i una bambina di 5 anni nella quale vi era anche un dotto arterioso c difetti .<ettalt multipli. E' proprio la presenza di un i.s., che a volte può indirizzare verso una diagnosi differenziale fra dorto arterioso di tipo fetale c dotto arterioso di tipo adulto. 2) Stenosi mitmlica: ~ una malformazione congenita piuttosto rara, essendo essa considerata piuttosto come una complicazione reumatica di un difetto del setto intcratriale. Ne riparleremo a propo~ito della sindrome di Lutembachcr.

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597 3) Stenosi delle vene polmonan all'unbolco m atno stnutro: ì: anche qur-st:t una malformazione congenita non frequentt' c mancano pertanto dementi anamne~tici sufficienti. 4) D1"jetti del setto interatriale: sono queste le malformazioni cardiache congenite nelle quali, come nei difetti del settore i ntcrvcmricobre, maggiormente ~ prese mc un i.s. t\ c sono concordi tutti gli AA., pu r con statistiche \'Mie. L'aspetto fisico dci pazienti contrasta pienamente con quello dci portatori di una \tenosi istmica dell'aorta. Il loro sviluppo ~ a volte notevolmente deficiente, SJX'5~o .tssociato ad ipor-volutismo psichico; sono soggetti gracili, con sviluppo pul)('ralc ritardato c ddiciente (2t. Questa constatazione che riguarda i difcrt i del setto imcratrialc in generale ha bi~ogno però di una precisazione :~na l itica di notevole interesse. E' noto come lo stuuio embriologico cd anatomo-patologico, ora condotto su casistiche vastissime, ha imposto una distinzione ui varie forme in questa malformazione ca rdiaca, oggi sempre piLt necessaria ed utik per un ìnten-cnto chirurgico più efficace e meno nschioso: i difctu del tipo c: osrium primum :., del tipn c ostium secundum , c del tipo c seno ''enoso ,. Qucsu distinzione, che tro,·a nella emhriopat1:1 cardiaca ben precisi meccanismi malformati,·i, è estremamente Ul ile anche per il tema di nostra trattazione. Cooley c Mc:--Jam:tra (H), inbtti, hanno precisato che l'i.s. è presente nel tipo "o~tium primurn :. e non in quello « ostium sccundum ». De Gasperis c coli. (9t. nel riportare i loro risultati sugli intt:r\t:nti chiruq6ci in Q(, casi di difetto del srrto interatrialc del tipo • sl·no venoso :., hanno n ferito che in tuttt meno uno era presente un i.s., ma per i uetti A\. l'anomalia tipo c seno vcnoso:. era carancrizzata, oltre che da una comunicazione nella pane postero-sup(:riorc del setto interatrialc. :anche da una inserzione anomala tkllr vene polmonari in corrispondenza della cava \Uperiore. >Je riparlcrcmo più specificatamente a proposito di quest'ultima m::t lforma7.ione. Altra osservazionr, spesso precisar:~ d:~gl i AA., è che l'i.s. è: proporzionale alla rnti tà dr Ilo « shunt » artero-vcnoso. V:uie sono le cifre percentuali delle varie casistiche. Rovelli c Donatelli ( ~0), per esempio, hanno riferito di 30 casi su 50. L:~ Taussig (321 ha affrrmato perfino che un indi' iduo gracile. dt snluppo fisico po,ero. con cospicua deformità del lato sinistro del torace, ma senza unghie ricun·e c scn:.ca nanost, suggerisce la pos~ibilità di un difeno del setto intcratrialc. 51 Difeui del setto intcn,entricolare: Ì: proprio in tlucsta m:~lfo rmazione che m:Jggiormcnte si trova una correlazione ahhastan7.a stretta tra tipo di malformazione (e quindi fra momento embriopatico) c presenza di i.s. ~ella forma del tipo muscolare. oggi romunememe intesa come malattia di Roger vera e propria, c nella quale quindi. insieme con il di,·erso mecca m,mo embriop:ttico, si ha uno scarso ~hunr :. artcro-\·enoso, lo sviluppo somatico è normale. A questo propmito è interessante osservare che (: proprio a causa dì un normak SVIluppo corporeo che a volte si può avere una notevole riduzione del flusso di « shunt ~ con scomparsa del caratteristico rilievo ascoltatorio c pt·rfino la chiusura funzionale od ;matom ica del di(ctto. fkn divcrsamcutt st:Jnno le cose nelle forme del tipo memhranoso, nelle qu:~li l'i.s. i frequentemente prc~cntc ed anzi proporzion:~le alla entità dello c shunt >. La siru:wionc pq~giora poi note,olmentc quando il ~etto è praticamente assente. sì da creare la situazitmc anaturno-patologica del cuore triloculare biatriaw. M:~ :l\ remo occasione d i parlarne a proposito del canale atrio-ventrìcolare comune. Rovclli c Donatelli (30), sopra citati, hanno riportato la prcsrnza di un i.s. in 36 di 65 loro pazienti.


6) Canal~ tlfrio-untricolare com une: si ntlene superfluo definire il meccanismo cmbriopatico c la situazione anatomo-parologica di questa grave malformnione cardiaca congenita .-hc trova la sua causa in una patologia malforrnariva dei cuscinetti endocardict che realizza numerose forme :matomo-patologiche che comprendono il difetto t!el ~etto interatriale del tipo « ostium primum, c che. interessando anche frequentemente le valvole mitralica l' tricuspidak. nonché quelle ~i)!moidi dci grossi vasi. vanno dai \'an cuori triloculari, bimriari c hivc:ntricolari, al cuore biloculare. Si adatta anc:h~: al nosrro :~rgomento !:1 divisione del canale :nrio-vcnrrico!arc comune in una forma parziale cd in una form:l completa. E' inf:llli piuttosto ndla forma completa che si manif~.:~ta un i.s .. come per esempio nel cor bilocubre 112). E' a propo~ito del canale atrio-\entricolarc comune che conviene riprLnJcrc la tratta7.Ìone del mongoli~mo. Fricdberg (13) ha serino che il Jifctm rarJiaco di gran lunga pi1'1 frequentemente associato con l'idiozia mongoloicJe <:· rappresentato dall'asscn7.a completJ del sello interatriale e Ja un pt·rsisrente comune canale atrio-\ cntricolare o da un persi· stente « ostium primum-. della parte inferiore del ~etto intcr:Itriale. Bcrg c coli. (6\, pur rifnendo di non aver tro,·ato decise differcn7c anatomo-patologiche cardiache fra bambini mongoloidt, nconoscono the nei primi ,.i t~ una certa prt'\alenza ddk malformaziom a carico dei cu~cinetti endoc:mlici . Per Luisada 121). il n'tnismn, l'inf:tntilismo c il mongolismo pos~ono essere prl~scnri nel difetto dd sctro it1tcrmriale, ma ~olo nelle forme con difeui {'recoci del rt'l/o c non nelle forme di migliore tolleranza. La Taussig (32) ha riferito che tll'l canale arrio-\cntricolare comune è frcqut•nte l'idio7i:t mongoloide. \'Crosimilmemc per una offes:t contemporanea del cer,·cllo t' dd cuore. Anche W"k:ti cd Edwards (39) e Giratili e coli. (Ht hanno riportato che il mongolisrno è molto frequente in lluesta malformazione cardiaca congenita cd anzi questi ultimi Ai\. hanno affermato che la diagnosi cJi canale atrio-vcntricolarc comune può essere stabilita. fra l'altro, anche da stigmate di mongoli~mo c di ritardo dello s\·iluppo corporeo. 7) Dotto urtaioso pen,io: come ncll:l srenos1 tstmica dcll':H.>rta, anche in questa malformazione vascolare l'i.s. non ì: molto frequente (37)', perfino ;ll)zi molto rara (Il). Quando (. prc~c:.:nte. la malformazione non è generalmente mai i~ol.lu. come nel caso di Amelmi e col!. (1), in cui era associara un'.tgenesia del r;lmo destro dcll.t polmonarc e nei casi di Vt•rnant e coli. (361, nei quali il dotto arterioso pervio era complicato da ipcrtensione polrnonarc. llcincr c :-.latlas ( 17 ). i n 6 casi d i dono arterioso prrvio associato a ~te nosi della polmonarc, riferirono che 4 presentavano un ritardo dello wiluppo motoriu e 4 un ritardo dello sviluppo menrak. 8) Drrn.1ggw anomalo dr/le t'ene polmonarr: anche in questa malformazwne va~co­ larc, o~gi scmpn: più riconosciuta dai rilievi chirur?ic:i (più che da tluelli anatomopatulogici) e sempre di ma g~riore importanr.a diagnostica proprio ai fini di un efficace intcn·ento chirurgico correttivo, vale da un:t p.tne la distinzione fra drcnac:gio anomalo parziale c drcna~1!io anomalo totale c dall'altra la sua a,~<l('iazionc con un difetto del setto i mcratriale. L'i.s., infatti, quasi scmprr assente nella forma parziale. è notevolmente accentuato nella forma totale ed è notevole anche nella forma asso('iata con <.lifetro del setto intcratriale Abbiamo già riferito delle os~ervaziuni di De (;asperis c coli. (9). Interessante è riferire che a volte può C\\t'ni uno s\ iluppo fisico normale, ma un dcfici<.:nte sviluppo mentale.


599 9) Insufficienza mttralica: è questa una malformazione congenita isolata molto rara. mentre è quasi la regola del canale arrio-ventricolart' comune del quale abbiamo già parlato. 10) Tnsuf/tàenza aorttca: vak· anche per ~1uesta rnalformazionr quanto l: stato detto per l'insufficienza mitralica, precisando che questa m:~lfurmaziune, a volte congenita, a ,·oltc acquisit:l, dà la caraucristica an:ltomica cd em<xlinamica della sinùrwnc di Laubry c Pezzi (v. oltre). Il) Atresia della tricu(pide ed anomalia d1 F.b.,tein: la lettuatura consultata non ha permesso di riferire una presenza di i.s. in queste malformazioni del more destro, quanùu non complicate da notC\'oli c shunts • \'eno-ant'riosi.

12\ SJ11dromi dt Fa/lot: come t' noto si rntcndono con queste tknominazronr tutte quelle malformazioni congenite cardiache nelle quali, acc;lntu acl una situazione comune t.lumin:na dalla posizione «a ca\'nlicre » dell'aorta e dalla stenosi de lla polmonarc. si associano un difetto del setto inter:nriale <Xl un difetto del setto interventricolare, isolati (trilogia, tctralogia), od associati (pentalogia). Attualmente la posizione «a t:a\'aliere • dell'aorta \'iene sempre più S\'alutata nella patologia emodinamica di queste ma lformazioni, mentre (· alla stcnosi della polmon:ue ed ai difrtti settali as~tlCiati che \·iene dato il massimo v:.~lore cau~alc della sindrome. Comunque sra la realrà ~u que~ro argomcnw, fr:.~ i tre 11pi inclmi nelle sindromi dr Fallot spetta sempre alla tetr:.~logr:l il massi mo intcres~c a cama della sua notevole maggiore frequenza rispetto alle a ltre due forme. Anche in questa malfom1azione l'i.s. ~- molto frequt n1e. Robirv.on Richard\ (28), per esempio, ne riferisce 4 casi su 7. ~ote\·olmcnte interes~ante è il ca~o di Torchiana (33), •li un bambino di IO anni nel quale duranre l'inten·ento chirurgiw una lacerazwne dell'arteria polmonare smistra obbligò il chirurgo a legare il vaso. senza però condurre a termine l intervento correttivo contro la stenosi della polmonarc: il bambino ebhe una notc\'ole ripresa del peso corporeo e della statura. Questo caso ricorda quello di Rarret cd Alker (5). di un bambino di 6 \l'llimane nd t!uale la tetralogia di Fallor si assori:lVa ad un'assenza dell'arteria polmonare •wistm: rl suo S\'iluppo er:-r normale. Qw..:~ti ca,i rontra,tano con il caso ~urriferiro di /\nsclmi c coli. ( 1), in cui era presente in un ca,o il t.lotto di Botallo pt'r\'io cui era associata una agenesia de l r:1mo destro della polmonare. 13) Sindrome di h'JSt:nmenger: anche qui :~ll'originale descrizione di Ei~ennwnger di un «complesso» trilogico eli malformazioni hene definite. si è andato col tempo 'i a ,·ia sostituendo il concetto di .. \indromc •· nella quak l'aorta ~a c.nalicrc • (· ,rata walutata, mentre primaria importanza è stata data alla \ituazione emodinamica di una ipertensione polmonarc tli tipo ipcrcmctico. Per questa mal(ormazione i dati della kttcra tura non suno uni\l><.:i. L'i.s. non ì: m: freqnultt' né costant<·, specia lmente riferito alla notevole maggiore frequenz:t o~~cr· \<Ha nella tetralogia dr Fallot che, se le sorniglra per Lt mal posizione dd l'aorta se ne differenzi.! norevolmente proprio in riguardo alb em<xlin:Jmica polmonare. 14 l Tmsposizione dei gros.•·i l'tUÌ: l'i.s.. pur a volte pn.:~cntc, è d i [ requen:l :~ note· volmente inferiore :1 •.juella os~en·abile nei difetti scttali . . \ queslu riguardo Berg e coli. (6), già citati, hanno aHcrmato che questa malform:1zione non figur~l mar nei bambini mongoloidi.


6oo 15) Sindrome di Lutembncher: in questa associazione morbosa anatomica s1 sommano due situazioni emodinamiche, ciascuna delle quali è già di per sé capace di causare con notevole frequenza un i.s., il difetto del setto interatriale e la stenosi della mitrale (infantilismo mitralicu). 16) Sindrome di Laubrv e Pezzi: è un a ltro complesso ana tomo-patologico nel quale, ad aggravare la situazione emodinamica t!cl difetto del seno interventricolarc del tipo rnembranoso, nel quale è frequente l'i.s., <:: presente anche una insufficienza delle valvole aortiche. sia questa malforrnativa (per estensione ad esse del difetto dei cuscinetti endocardici), sia acquisita (per aneurisma della sigmoide coronarica). In questo complesso malformativo l'i.s. è molto frequente. Nadas c col!. (25) hanno riferito che in 34 pazienti circa un terzo presentava un ritardato accrescimento.

Da una reVISIOne cnuca sulla presenza e sulla freq uenza d i un i.s. c mentale nelle singole c.c. si possono trarre varie osservazioni e considerazioni: l) L'i.s., pur se molto frequente in alcu ni tipi malformativi, non è però costante. Analizzando però bene i protocolli delle singole comunicazioni, si osserva chiaramente che esso è ta nto più frequente : a) quanto maggiore è lo « shunt » artero-venoso (19); b) qua ndo la malformazione centrale è complicata da un'altra malformazione che :tggrava la riduzione dell'apporto dell'ossigeno ai tessuti; c) quando la malformazione si complica precocemente con un aume nto delle resistenze vascolari polmonari (ipertensione polmonare ostruttiva), nella quale cioè alla malformazione cardiaca se ne associa un'altra dei vasi arteriosi polmonari nel senso di una pcrsistenza della loro istologia fetale (5, 18, 33). 2) L'i.s. è molto f requente in alcuni tipi malformativi. meno frequente in a ltri c praticamente assente in altri ancora. Ad una attenta analisi panoramica di tutti i complessi malformativi risulta molto evidente che sono proprio le malformazioni che interessano lo svi luppo embriogcnetico dei cuscinetti endocardici quelle che maggiormente si dimostrano accompagnate da i.s. con un rapporto d iretto fra g ravità del l'arresto malfor mativo di essi e la frequenza e la gravità de llo i.s. Non altrettanto può dirsi invece delle malformazioni vascolari . quali la stenosi istmica dell'aorta ed il dotto arterioso pervio, nella prima delle quali a nzi l'i.s. è sostituito a volte da un atletismo generale o localizzato alla metà su periore del corpo, o delle malformazioni che coinvolgono la metà ve nosa del cuore c dei suoi vasi. Vi è a questo riguardo una notevole concordanza ne lle osservazioni dci vari A A.. (6, 8, 12. 14, 21, 32, 39). 3) Nessuna d ifferenza significativa si è rilevata fra i casi con ipcrafflusso polmonare cd ipoafflusso polmonare (31). 4) E' innegabile che i suddetti tipi malformativi embriopatici realizzano un di minuito apporto di sang ue arterioso ossigemto (21, 30. 35), oppure, con una portata cardiaca aumentata, una diminuzione delb saturazione Mtcriosa di ossige no (31 ). sì che in definitiva si realizza sempre una ipossiem ia arteriosa. assoluta n re lativa, c ioè una minore disposizione di questo necessario comburente per i bisog ni metabolici dei tessuti. specialmente nei periodi di loro maggiore accrescime nto.

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6or 5) A corollario del precedente asserto, sono ben noti 1 vantaggi apportati dalla correzione chirurgica (26, 34), con alcune limitazioni, come nei casi di tetralogia di Fallot, in cui, come giustamente fa osservare Robinson Richards (2X), l'intervento chirurgico non è realmente correttivo, come lo può essere ad es. per un dotto arterioso pervio, ma ovvia solo alla cianosi con origine di una malformazione aggiuntiva. 6) L'associazione statisticamente significativa fra c.c. e mongolismo, cwe con una sindrome clinica complessa nella quale alla malformazione di alcuni organi, fra i quali in primo luogo l'apparato cardiovascolare, specialmente riferentesi ai cuscinetti endocardici, si associa un grave ipoevolutismo sornato-psichico, sindrome clinica oggi illuminata nella sua etiologia dagli studi di genetica, nel senso di una trisornia per non «disgiunzione » (4).

Come si vede, le cause dell'i.s. nelle c.c. non possono essere rapportate ad un unico fattore, ma a diversi, molto spesso intrecciati c fra di loro potenzianrisi: a) diminuzione della portata sanguigna periferica o della saturazione arteriosa in ossigeno; b) Nadas (24), pur non escludendo l'intervento di fattori costituzionali oJ ereditari, dà importanza ai frequenti processi infettivi a carico delle vie respiratorie; C) Robinson Richards (28) avvene che non bisogna trascurare la infezione virale durante la gestazione, in quanto anche figl i non cardiopatici di donne gravide che hanno sofferto di rosolia raggiungono un minor sviluppo somatico; d) Zamorano (40) ha sostenuto la tesi classica, dedotta da l recuper<> post-operatorio: la causa dell'infantilismo ris iederebbe nella lesione circolatoria, per profonde alterazioni della circolazione talamica di natura re\'ersibile. Lo sviluppo corporeo tlell'infante è certamente in dipendc.:nza dell'ormone somatotropo (STH) della preipofisi ed è quindi logico aspettarsi che una diminuita sua incrczionc od un suo diminuito apporto ai tessuti possa provocare un difetto dello sviluppo somatico. Resta da tlimostrare però se la diminuita increzione di STH sia uno degli effetti della i.possiemia arteriosa oppure se non giochino altri fattori embriopatici condizionanti una vera e propria meiopragia J'organo, oppure se questi stessi non rendano gli organi effettori iniùonei alla sua azione auxo-stimolante. E' vero che la stenosi istmica dell'aorta può funzionare da paradigma a questo riguardo, dato lo sviluppo dissociato fra segmenti corporei superiori ed inferiori, per cui in questi casi si Jovrebbe pensare ad una increzione sufficiente e perfino abbondante di STII, datù l'apporto ematico prevalente eJ a maggiore pressione nel sistema arterioso a monte della stenosi. mentre in grave carenza d i esso si troverebbe il sistema arterioso a valle della stenosi. Resta però sempre la osservazione statisticamente la più importante che J'i.s. si manifesta in quelle c.c. in cui la noxa embriopatica agisce nelle prime fasi dello sviluppo del cuore (per i cuscinetti endocardici si risa le alle prime settimane della vita intrauterina) e che abbastanza spesso J'i .s. si può associare ad un ipoevolutismo psich ico sino alla più clamorosa espressione sindromica del mongolismo, nel quale, si ripete, bisogna risalire etiopatogcneticamcntc ad una patologia cromomosomJca. Come si vede, l'i.s. non può essere conside rato come un semplice effetto emodina· mico della c.c., ma si i n treccia con questa nella sua etiopatogenesi che ancora resta avvolta da grandi incertezze, u per lo meno che pare possa trovare in varie cause, tossiche, fisiche ed infettive, il suo reale comune denom inatore, cioè l'alterazione genica_


Ma compito nostro non era di apportare un contribuw chiarificatore sulla reak etìo-patogc::nesi dell'i.s. nelle c.c., ma quello, sia pure modesto, di illuminare, a ttra verso una disamina delle varie occorrenze cliniche, un contributo sulla importanza clinica diagnostica e prognostica di fronte ad un bambino che si sviluppa c cresce male. Resta infatti abbastanza chiaro che, in simili casi, è doveroso da parte del pediatra sospettare una c.c. c perfezionare il suo sospetto con il ben noto corteo semeiologico clinico e strumentale delle c.c. In secondo luogo, una volta sufficientemente accertato che l'i.s. trova la sua spiegazione in una c.c., bisognerà pensare che ci sì trova di fronte ad una c.c. grave, perché quasi certamente interessa i cuscinetti endocardici, per cui sarà prupriu su tutte le malformazioni che dalla patologia eli questi derivano che si dovrà impostare la diagnostica differenziale. Ed in ultimo il prognostico del bambino non sarà certamente molto favorevole. in quanto a maggiore antichitù della mal(ormazione corrisponde una maggiore letalit:'! ed una maggiore difficoltà c pcricolosit~ operatoria.

RtASSUNTO. L'A. rmene opportuno segnalare l'importanza dell'osservazione ispettiva dcll'ipocvolutismo somatico nella diagnos.i medica e medico-legale militare delle malformazioni cardiovascolari congenite. Prima di procedere ad una valutazione critica dei rapporci di frequenza c di ctiopatogenesi fra l'ipoevolutismo somatico c le denc malformazioni, l'A. presenta una classificazione di queste basata sulle alterazioni ddl'apporto di ossigeno ai tessuti provocate dall'alterata emodinamica. Sulla scorta di un'ampia letteratura sull'argomento e di esperienza personale, l'A. prospetta alcune considerazioni di ordine endocri no e genetico sul meccanismo <:tio-patogenetico dcll'ipocvolutismo somatico nei cardiopatici congeniti.

RÉst:MÉ. L'A. jugc convcnablc signalcr l'importancc de l'observation cliniquc dc l'hypoévolutismc somatiq uc dans la diagnose médicale et médico-légale militaire des malformations card iovasculaires congéni tales. Avanr de procéder à une évaluation critique cles rapporrs de fréquence et d'étio-pathogénic cntrc l'hypoévolutisme somatique et les nommées malformations, l'A. préscntc une classification d'dies qui a ses fondaments sure les altérations quc l'oxygène peut apportcr aux tissus provoyuées par l'altéréc hémodinamiquc. Sur la guide d'une grande litératurc sur le sujct et l'cxpérience personnelle, l'A. fait quelques considérations d'ordre e ndocrinicn et génésique sur le mécanisme étio-pathogénétique de l'hypoe\'olutisme somatique dans les cardio-vasculoparhics congénitalcs.

SuMMARY. - The A. deems proper ro point out the importance of the inspectivc: <>bservation of the somatic hypoevolurism in the medicai and medical-legal military diagnosis of the congenita! cardiovascular malformations. Rcforc procccding to a critic valuation of Ù1c connection of frcquency between the somatic hypocvolutism and the mcn tioncd malformations, ÙlC A. prcscnts a classification of thcse, based on the alreration of thc contr ibution of oxygen to rhe tissues, caused by the altered hacmodynamics. Using a largc literaturc about this matter and his personal experience, rhe A. exposcs some considcrations of endocrina] and genetica! order about thc etiopathogenic mcchanism of the ~ornatic hypocvolutism in thc congenita! cardiovascular di~eascs.


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r..


D IREZIONE c;ENERALE DELLA SANITA' MILITARE ()ireltor~:

T en. Gen. Mcd. Prvf . FRAr<CEsco lA DEV.'IA

CENTlZO STUDI F. RlCERC:I-IE DELLA SANITA . MILITARt. Dirctlorc: M3gg. Gen. Mcd. Dott. C LEM~"n M vsJLLl

BURNS AND MILITARY ORGANIZATION by Ten. CoL Med. Prof. Enrico Favuzzi

Although the safe ty limit in the prognoses for thc burneù was subst:tntially extended in recem years, thanks ro thc moclcrn thcr:t pcutic notions (fig. 11. thc rcvcrsc nf thc meda! neverthe less exists, and it is reprcscntcù by thc typc of pati~ nt rcsulting from it (Girardi, 1960) (fig. 2). Owing to the increasingly cffic.:icm mcchanizatiun of the Armed Forces. this problcm is particularly fel t in the military circlcs, ami it clcmands that the following two cssential conditions be carried through, in pcacc-timc as wcll in war-time: suitablc mcans and technical personnel; it also requirc~ that adeguate plans fur cuping with any possible emcrgencies. he arranged in aclvancc.

In milit:lfy collectivities, burns are often causcd by pctrol. fuel oil. flashes produced hy the charges of the big artillery shells, napalm, acid prcscnt in the smoke ge nerating substances, phosphorus incendiary bombs, fircs. If onc consiclcrs that tu the above causes. those others should be added that ore due to in:mention and tu a numher of other circumstances. it can be easily cva luated the amount uf man-powcr that is lost or irreparahly injured. This srud y on the causes determining such a St:llC of things, proves of the utmost importance in that it affords the opportunity, not only of rcrlucing the numher of the hurned by means of order and d isciplinary measures. hut alsu of resorting to more adequate protective and therape utic mt:ans. Stili in peace-time. ancl in order tu minimize that fee ling oi confusion that, evcn to-day, is experie nced in ali hospitals when the medica] staff is confronted with the nccd of simulta neously treating a large number of burned subjects, the organization of the thcrapeutical measures should be based on the fol lowing guidelincs: tra ining of personnel and standardizarion - to the largest possible extent - of the treatmcnt mcthods. Both guidclincs can be realized only :.lt suitahlc Centrcs for the Tre:.1tmenr of th~ Burncd. or bctter stili. at Polyva lent Ccntrcs that. for inswncc, catcr for the hurned and the traumatized as a consequencc of road occidents. ln such a way, a suitable set-u p can be est:tblishcd that should not be confined to war needs. but :1 lso maintained in peace-time. lt should be furthcr strcssed that thc sta nda rdizarion of rhe various treatmcnts makes it possible to avail one~e lves of thc services of physicians with a limited surgical Nora. - Comu nicazione al Founh lnterna Jional Congre" of Pbstic Surgery, R•)ma, 8-13 o tto bre 1967.


6os 1935

-

-

r--

~OJITM.IlY

-

100

80

BO

60

60

40 20

o BURNEDARtA.

l 1-15

1965

40

20 15·35

35-SS SS-75

Fig.

Monality rate in rdation to th<: burned arca.

1 ••

75·100/.

60 C.9,t

50

9,2.

40

3'0 20.

10

o

····· Fig- . !.

Outcom<: ot bu rn , (HlCi:lcncc and topographic di>lribuuon on 528 loc:llizations).

experiencc; this is particularly importane both in pcacc-time - if onc considcrs that rreating 18 scvcrcly burncd patients is the same thing, as rcgards thc medicai care required. as dca ling with an c.:ntire surgical dcpartmcnt with 100 beds (Maurcl, 1964} anJ in war-tirne, if one considcrs that in tbe emcrgcncy conditions brought about by 1var. the problem of securi ng an :~dequatc nurnbcr of surgeons is most difficult to solve, in view of the fact rhat medicai care must be simu lwncouslv givcn to the oper:~ting A rmy and w the civil population.


6o6

A good organization aimcd at keeping t!octors ahreast with the latcst medicai discoveries, is rhe starting point for a more efficient medicai organiz:Hion in w::tr-time. whcn thc bomb:lfdmcnt with iucendiary coutrivances, the use of flamethrowers, and the possiblc use of nuclcar wcapons, may determine the simultaneous occurrencf' of lesions and a largc number of burncd individuals; un the other hand, the disproportion bctween thc number of casualties and that of the availahle medica[ staff, the distancc from the hospitals and specialized ccmrcs, the scarce anù inadequate faci lities, the difficultics Ì11hercnt to the evacuation of thc paticnts and the scarcity of transportation means. mJkf' thc problcm stili more clifficult :md dcbatablc. Thc organizntivc problcm, wirh rcgard w thc opcrating troops, is based on threc points: -

first-aid;

-

clearing:

-

evacuation.

i\ basic rule: the burned who pres<'nts rarher se,·ere lesiuns, must be hospitalized. not so much because of rhe local Jesions, but on account of thc OYcrall repercussions that rcyuire speci fie rneasures. Concerning rhe first point, one must be fu llv aware of rhe limirs inherent to the first-aid, chicfly cn account of thf' cmergency conditions in which ir takes piace. In vicw of that, <1ll soldiers. without exceptions. should be made cognizam of the rulcs of first-aid, especially to-day, when, i n the light of t be pn:vious war experience ancl in vie,,,. of an atornic menace, the concept of a mutuai aid among cornrad('s-in-arm - the so-<:alled « buddy care» of the Americans - is increasingly gaJnJ ng valu<' and importance. As soon as the burned is conveycd w the dressing sration , rhe medicai officer, in giving firsr-aid, must chicflv cndcavour tu keeo the burncd aliv<'; then h<: must havc the patient sent to the Trc;trncnt Centre as so~n as possible, CY<'n \\'hen this Ccntre is verv distant, as it occurrcd in the last war; in fact, in thc coursc of thc last conflicr, the. medicai services for tbc trcaunent of the burncd werc usuallv echeloned in depth. As eme may notice by observing thc table !, the first-aid service is recluced to a bare minimum; it cannnt be otherwise, as ali rhe wounded men are convcycd tu the dressing stations, located almost dose to the firing line, either by rncans of stretchcrs or by improvised means (sometimes the wounded men reach the dressing stations by tbcir own means); this mass of men is for 60% formed by woundcd soldicrs suffering from lesions of various gravity (onc third, by burned men), and the latter's rapid conveyancc must be given top priority ovcr any oth<'r m<"dical aie! that can be g ivcn to tbc patient in loco (Wittels. 1964). Now .ve come to the othcr two points: clearing and evacuation. Thc fund:.unental concepts on which they must be based, are the o ncs that Iadevaia ( 1963) has always advocnted and strcssed: is by far better that rhe patient - once he has got over the shock - be given a fina! treatmcnt in a suitable piace and with skilled personnel, rather than hc be subjccted w a numbcr of treatments, howe ve r early they may be, in places not suirably equipped and with unskilled persunnel. The less severely hurned patÌ<'IllS will be trcatcd and rccovcred at the dressing stations; to thc very serÌO\IS cases will be administcrcd analgesie drugs. in the hope that time, pcrsonnel and materia! is made available also lO thcm. in case thev get over the criticai stage. .


TABLE

I.

AT FIRST AJl) DO: Mow thc hurncd awav (rom thc: burning agcm. Rcmovc: cvcrything that cornprc.:ssc:~ thc patienr's body (bdt~. etc.). Wrap shccts arounù thc person (scvt'rc cascs). •\pply ascpric sub'itanccs on:r thc p:nient's lxxly without drt·\sing (lt·s-, severe cascs). In case of burns caused by chcmicals: w:tsh rhe pmit-nt '' ith quantities of fio,, i ng w ater. Tranquillizc: thc patient and k<Tp thl burm parrs irrigated \\.llh colù watcr pcnùing wet rherapy (~cv<.:rc cascs). t\sccrtain pcrviousncss of n:spiratory organs. If thc: ca~c: so requircs. aùministcr onn· only a via! of analgc:sic, m:orJing it. Do not lct loiterers sranù by thc paticnr.

The serious cases. "ho 011ing to thc gravity of thc1r lesions .1re unahlc to facc thc successive C\ acu:nion, will be illltially cmweyed to thc ncarcst fidd hospitals of the first ckar zone; or, in case helicopttrs are :•vailahle. rhey will bt convcyeJ to the hospitals of thc sccond clear zone; thcrl' tht~y will subjected to thc trc:wncnt ncccss:uy for the prevcntion and therapy of shock antl for thc first !oca! treatmrnt. Tt shou ld be kept in mind th:u tht: burned can be transpont:d (providccl he is nor shakccl up ruughly; the u~r uf an aircraft is advisahlc) within thc first 7-8 hours from thc accidcnt anù before thc shock scts in: in case no such mc:1ns of tr:msport are :11·aibhlr. thc burned men must be dctainecl for at )cast 72 hour~ (aftcr this period o[ rime. thc C\'acuation can be maJc with a cenai n dcgree uf nft:ty l; unlcss. of course. a sullahlc rrcatment is gi,en in transit. Thc serious cases with complicatwn~ and a poor organic responsc. muq be not C\'acuatcd for at least 7-8 days. Wc should ]jkc to stress in rhis rcgard the particularly scrious condi tions of the patients who prescnt lesions inl'olving thc rcspir:~torv organs; quitc oftcn, these patients must be -.uhjccted to an carly trachcotorny, followecl by an oxygen thcrapy and accompanicd bv aspiration rnovC'mcnts drsignccl w rernove from tht< tracht<a and bronchio tht abuudant cxudarc rhercin formed. Thc poticnts in lcss scrious conditions. ''ho can be trcatcJ aftcr thc rr:-~nsport. must be evacu:ncd and com•eycd to the lntcndcncc's Ilospitals; thcy c:111 also be conveyetl h> :neans of aircrafts (if availablel ro more dista m places or to thc I lospitals of thc Tcrritorial Zone, eithcr through the clearing ccntres or directly. In the latter case, many of thc stages of thc comcntional c,·acuation chain can be thus sk1pped. Sue h are rhe basic conccpts of el'acu:nion: fig. 3 gi,·es an outlinc of rhe different stagcs - Drcssing Sration. Ficld Ilospital. Centre for the Treatment of the Burned that thc p:nicnts :nust go through beforc rhey rcach the fina! pbcc of treatmcnr.


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Fig. 3· - F.vacuation and Lrealmcnt pl:tn for p:nicn; bdonging ro t he operating army.

A


The burned, at any leve! hospitalized, thcy must be attended by medicai unirs capable of fu lly performing thcir re-an imation, surgical cleaning and a suitable tlressing. lt should be once more emphasized that, in al.l cases, the treatment must be directed to: - soothe pain and rclievc thc ~tate of anx iery; prevent and treat shock; prevent septic in(ections; functiona l prcscrvation: r:1pid healing of rhe burncd areas, with or wirhout grafts, accortling co rheir Jepth; bear ing in mind that in the case ot vcry extcnsive burns. the fate of the patient dcpcntls on the treatment gi\·en in the first 48 hours. The following should he clone once the paticnt has bcen huspitalizetl: the cluthing must be remo\'ed; - rhe seriousncss of rhe lesions musr he evaluared; - the pain must be relieved; - a ne·edle shuuld be placed in vein, and the fluiJ thcrapy must be started; - a tracheutomy shuulJ be pcrfurmed if the case so requires; - a bladder cathercr must be inscncd; - an injcction of tctanus antitoxin will be administcrccL - amibiotic Jrugs mu~t be administered; - blood tests must be pcrformed, if possible; - thc local therapy must he started; - the patient must be subjected to a continuous ami thorough check-up: - always keep ready for a possible successive cvacuation.

9%----1-.

H~-- 97.

t NT. 18% --.J--l--+--..---lf.----\-~.--- POST. 18%

Fig. -1· · Eva luation of burncd body su rface. ( Rult of nine - PcusKI et WA I.t. \ct) 2. -

M.


A goocl number of formulac havc bccn suggested for a rapid ca\culation of 1k hurned arcas: the Wallace diagram serves the purpose quite well (fig. 4). Thc praClical importance of an evaluation of thc sevcrity o[ burns is re lated to the prognosis and to the approximare appraisal of thc fluids lost and to be substiturrd . In fact, the earlicr thc substitutive therapy is undertaken, the higher are thc chanres of preventing the sctting-in of serious and irreversible lesions in the various organs and apparatuses. At gre::n irnportance is to be ascribed, therefore, to the relation betwecn the cxtension of thc burn and the morti lity rates, even rhough the t rend prevaib nowadays of basing the prognosis also on other factors, such as the age of the patient, thc dcpth of h is burns, thc magnitucle of the stimulus, thc quality of the involvcd arcas. As concerns thc quantity and quality of thc fluids w be administercd, the critcrion of choicc has not yet been standardizcd. In order to rapidly establish an adequaresubstitutive therapy for each singlc burned. particularly when, as a consequence of disasters, the casualties are heavy, thc means at hand are scarce and rime is very limitcd. schcmcs of treatment, formu]ac of transfusional dosagc and cOm]Juters (the .computer Jcviscd by our Pulcinelli is shown in fig. 5) bave bccn sincc long been established, thal may pnwe very usefu l parricularly in rhc case of mass burns; such schcmes, however, should be so adjusted as to fit each singlc case, accorcling to an inrclligent and extremely

Fig. 5· - The computer divi>cd by Pulcinclli.


6rr cardul appraisal of thc conditions of each ~mgle patient; th1~ bcc:ause tf his contn bution is inadcquate the clinu::1l rcsulrs will be m:gati\C, and if it is rxcessi,·e an overburdening of thc heart may cnsuc and a pulmonary cciema may dec:elop (Caccialanza. 1966). Thc F.\'ans formub, va lid for burns not cxceeding 50° c of the body surface, sccmed w us very useful in this connection; accord ing to rhis formu la, w lloidal and electrolytic su~pensions are administc-red in an amounr equa! to the body wc-i~ht multiplic<.l by thc: pcrcc-nrage of tbc burm:d ~kin-surfacc and c:xprc:s~ed in mi; then 2.000 mi of :l 5"'. gluco~e solution are adrkd; the formula ;~}o;o considers the patil'nt\ diuresis. Thus, 10 thc case of a burncd indl\idual. whosc lxxh surface is burncd fora 30°., of it~ cxtcnsion. and weighing 70 Kg., about 6.200 mi fluid~ are rcquircd in thc fìrst 2-1 hour~. Onc half of ù1is arnount of fluid is to be au ministered in thc first H hours, and thc: bal:1 ncc is to be administered at a stcndy r:ne, in the rcmaining In hours. Onc: half ol thc rtuid employcd in thc first 24 hours, wi ll be admini~tcrcd on the ncxt day (fig. 61. 1t must be recallcd that the burns, whoSl ntcmion cxcccds SO 1 of the body surhce. are to be treatcd in thC' same way as thme lXtcncling oc:er 50 of rhe skin-surf:lcc:. h concerns thc llllti.J! loca! trcatmcnt (pro~ an~ cons c:x1~l for both Ùle close and opt·n methods. wblc lJ ), the adoption. h\ a la rgc numhc:r of Schools. of thc dermoexci~ion and of thc dcrmo ahra~ion, as an immc.:diate rreatmcnt of thc: burncd individuals, ;lnd thc tissue banh, ::llre:uly in full activity in many rountric:s, have opcncd m-day .1 ncw c:ha pter in thc thcrapy of thesc p::uir.:nls, and have oricntcd ir rowards a « truly hiologicnl track • (Cclkghini, Gasparotto, Cirardo, 1962: C:~rrol and Kcnncr. 1%3: \-ttggiorc. 19631. Tht·.,~· methods, unfortunatdy. find thcir \W) hmit$ in thc puioch of cmc:r~ency, "hcn an 1mpressi\'C nurnhc:r ol hurneJ nwn lll<l) be simultant'ousl~ con,cycd m rhe ,·anous collecting cenrrcs - rcgardless of thc1r cquipmenrs: ,,·c lwhC"\e rhat in thJs case thc usc of homologou,, lrophili7ed skin, in largc u~c: to-day. rnay pnl\c: cxtremcly useful ancl practica l.

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COLLO•ORL SUSPENS 0!'-IS, BLOOD • P!JISMA ?\ !'\ r-, { 2100 rnl. .!d .id g

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To\BLE II.

LOCAL TRE:\TME~T « Cons >>

« Pro.; »

Clou Method: Applicarion ro almost ali boJv arcas lletter imrnobiliz.aùon Easier transportation Almost immediate quirness

Open Method: Very low cost Continuai contro! of infection Absolutc quictncss of patient afcer scab formation !\ ncsthesia n or requircd More practical in rnass burns

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The treatment in the so-called critica! period, or toxic stagc, occurring in from the third to the twentieth day, should be directed to: - provide for the hydroelectrolvtic, protidic and calorie preservation, in rclation to the behaviour of diuresis; - correct a nemia; - correct the proteic catabolism in an anaboliz.ing sense; - prcvcnt the occurrcnce of complications liable to delay recovcrv and w makc of the subject a « long-term burncd paticnt » (Monsaingeon, 1963).

Before closing our exposé, we think we rnust spenti a few won.ls on rh<.: problcm of the mass burned (table III) in the case of an atomic blast, whose wounding powe r is not only due to the heat wave produced by the e nergy rele:~sed as a result of th<' cxplosion, but also to an extremely intense mechanic wave a nd to a radiating wave consisting of gamma, neutron, ulrraviolet and X-radiations. Thc cffects of the A-bomb concern over 30% of the hurned indi viduals, whos<.: prognosis is de pe.ndcnt upon the following factors: - rnagniwte o( the stirnulus; - dcgrcc o( burns; - cxtcnsion of burns; - constitution, age, scx of the burned; and whose therapy scts forth a number of problems which, although based also in this case on the three stages: first-aid, clcaring and evacuation, represent a challenge for ali the medicai units of thc country.


T ABLE III. 1\fASS BUR>JED Thaapy: Local

Slight: anù 2nd dcgrcc of as much as ro" of thc skin-~urfacc

TSt

Medium unousness: 2nd and 3rd degrcc, from 10% w 25 2nd anù _>rÙ degn:c ~uperficial burns facc. hand~. fcet. gcnitals

Serious: 2nd dcgrcc, from 25 ", lO 70 ~~ 3rd dcgn·c of ''arying cxtcn~ion

Therapy: Analgesie Drug~ Antibiotic Drug' - In Fir)t - ;\id Local Statiom Therapy: Analge~ie Drug'

Fluids .\ ntibiotic Drug'

2nd and ~rd degree burns extendtd m·cr more than 8o ~

- Hospitalization

Therapy: Analgesie Drup Fluid~

Antibimic Drugs Ilny senou.r cases:

- Self Trcatmcnt

Therapy: Analgesie Drugs

- Ho~pitalization Without Delay

- In Sccluded Places llo,pitalization Whcrc Pos~ible

In case of concrgency. rh<.· top pnomy ùutics - as emisagcd hy laùcvaia in th1.. Symposium on thc rescue and defence orga n1zation to coumeract the dangcrs of atomic cxrlosions ~ (1963 J - could be carried our by thc hospitals ncarcr to the :t rea involved. by the field hospitals, or hy assistancc centrcs. first-aid posts. antl by ficlJ hospitals scr up hr the p urposc by mobi le unirs: whcrra~ thc d uties rcquiring a higher dcgrec of spccialization eould be entrmtcci to base hospital far off thc arcas involvcd. The dutic~ of the medicai officer ean be dcduced by the diagram sho" n in fig. 7: thc burned in extremely scrious conditions, to whom no uscful treaunent can be given, must be detaincd at the first-aid station; simplif>• to thc maximum possiblc cxtent thc first-nid opcrmi ons dircctcd to thc other hurned mc n, nnd evacuate thcm, whenevcr t his is possiblc, by con vcying rhem to the ficld or bnse hospit;Jls. e ither through thc clearing stations or din:etly. Therc. thmc patients will be.: dcrainecl, who eannot be mo,·ed, pending the rime when they are in a condition w h<: safely transported elsewherc: the patirnts in necd nf emcrgency treatmcnt will hc wnveycd to thc field ho~j)Ìtals for trc:Hment and lor sub~cquent t!V,teuation: rhe lcss urgcnt c a~es will be ro nvcyed to tbc base hospita ls. Ali thesc paticnts reprcscnt a problem for what chicflv ronecrns rhc trt·atme nt of shock. the injcction of tetanu~ antitoxin and of prep:Hatio~s to prevenr infcctions, ami thc loca! therapy.


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Thc oral adminisrration of watcr and clcctrolytic solutiom lsuch as, for instancc. the Maycr ~olution: 3 gr of sodium chloricle. 1,5 gr of sodium bicarbonatc.: diluted in l liter of w:Her), was pro\ed uscful a\ an initial supporting thcrapy to the mass burned. Thc.: Shulman method ( 1960), consisting in thc application of comprcsscs soakcd "ith icy water over the burncd arcas, seems to hc insrrumenral 111 suothing pain. Thc ov{'rall trearment w ill be intcgratcd hv injections of rrt;lnus antitoxin, and hy broad-sprctrum a mibiorics. For obvious reasons, reso rt will be madc, in local trea tments, w thc met hod al ready indiratcd as the most practical, rapid and economie. Thc opportunity should he cmphasizcc.l of simplifying ftrst-aid procedurcs w thc utiTIOSl pos~ihlc cxtenr, so th:n thcv may be performeJ alsi> by non-medicai personnel; sue h a necd might in fact easily :trt\C in cascs of emergenq. whl'n anv \killed physician reprcsent :10 autonomous cemer for the tre:mn ent of the Ics\ 'C'c n· casc.-s ( Yfian. !957t. \t thc samc rime, great relevance as\ume the c mutu:J! airl • :md thc • self-help • · ot which both cach soldier and each citi7en ought to be m:1dl' well acquainted.

St'MM-\R\'. In mi litar)' circlt:s, the problt:m o[ the hurncd i.. fol lowc·d with pani cu lar ancntion, as it involves hoth in pcacctimc anc.l in wartimc - a twofold essential nccd: ~uitahk mcans and tcchnical pcr~onnd. Sinre peacetime, the ther::tpy of thl· burncd must be organized along thc fullowing l1nl·': training of personnel. and the ma"\i:num possible stanJardization of the treatment mcrhods; and this can be achincd only in «uitahle Cemres for thc Treatment of the Burn!.'d, or in Poln·alent Cemrcs (for instance, for the trcatml'nt of the burned and the rraumatized as ·a consequence of road accidents). Tbc organizative problem, with regard to operaring rroops. is hased on ùuee roints: first-aid, r learing, evacuation. i\ ~ concerns fi rst-aid, onc should be fu lly awa rc, in thc first piace, of its inhcrent li m it,, and it o ug ht to be rcd uccd to a h:~ rc m inimum ; at th is stage, thc wisc decision of « not doing, must prevai l ovcr the ckcision of « doing ). The .:le.tring and evacuation of thc burncd rnmt be based upon this fundamenral as~umptiun: onc single fina l tre:Jtmcnt giveo by qualified personnel in a suitablc piace is by L1r bcucr than a numhcr of trcatmcnts, howevcr earl) thcv mav lx. giwn in placcs lacking thc nccessary equipment. Thc paticnts only slightly hurned wtll be treated in dressing statlons; and alsu thosc patients is cxtrcmelv serious wnditions will be JctaineJ therc. :md thev \\'ili be aJmini~tl'rl'd, tcmporarily: only analgesie drugs. · The scrious cascs will he initially conveyed to the Ilospitals of the 1st e\·acu:nion zone o r. if practicablc. to thc llosllitals o( Lhe 2nd evacuation zone; the lcss scriou~ rascs w ill be convcyct.! w the lntendencc's Ilospitals. if possi blc, to tbc llo~p i tal of thc Trrritoria l Zone. Thc hurned. at anv levcl hospiwlizec.l. they must hc assistcd hv medicai teams capable of performin~ re-animation in full, aml of giving an adcquate ,!!l'nera! anJ local treatment. The fluids lO be administered must lx· d1 ,sed carefully.. \ larg•· numh<-r of iormulae. vay sunplc ancl casy to apph-. supply. in thi\ regard, a numhcr u[ dat'l that. although rather approximati,·e, ha'e a rem:ukah l<' indicative ,·alue. anJ allow w predispose thc suitahle trc:Hmcnt.


6t6 For what concerns the local initial trearment. pros and cons cxist for both the dos<: ami open methods: at any rate, tbc use of lyophilizcd homologous skin is rcgarded as

very useful and practical. In the event of a nuclcar disaster, c::nasing m•cr 30~ of hurnccl, the following thrcc points become no lcss imperative: fi rst-nid, clcaring ami e,·acuation. T his is of a par:amount importance for the solution of ;a serious probh.:m. th:at of the mass burneJ. Field hospitals and base hospitals will share the task of prO\·iding a suitable tre:atmcnt. the essential elcmcnts o( which are: an :adequate a!lotment of facilities and means for C\:lcu:ning thc p:niems. and standardization of methods of trearment: :at the same rimr. the 4: mutuai a id ~ and the « self-hclp ,. hccomc 'ery important: i1 is advisable that ali sold iers and alla citizcns be made cognizant o[ their basic principles.

RtAS'>L~TO. Il problema dell'ustionato è parùcolarmente sentito nell'ambito delle Forze Armate - sia in pace, sia in guerra do\'e impone il binomio: meu.i idonei <: personale tecnico. Sin dal tempo di pace l'organizzazione: della terapia deve b:1sarsi sull'addcstramemo del personale c sulla standardizzazione dei metodi di cura: l'uno c l'altra possibil i solo in adatti Centri ustioni, o meglio in Centri polivalenti (pc.:r esempio, per il tratta· mento degli usrionati <: d<:i rraumatizz:ni Jdla strada). Il problema organiu.ativo presso le truppe operanti ~i basa su tre punti: pronw \CK· cono, smistamento, sgombero. Il pronto soccorso si riduce al muumo indispensabile l'imperativo saggio dd " non fare » deve prevalere sul ((fare ,. c ha come scopo principale quello di assicu rare la vita del pazic:ntc. Lo smistamento l' lo sgombero d~:vono ispirarsi al criterio fondamentale che è meglio che il ferito, superato lo shock, abbia il trattamento definitim in ambiente adano con personale qualificato, anzichè diver\i trattamenri anche precoci in ambienti non :mrczzati c da personale non qualificato. Gli ustionati li<.:,•i ~ara n no trattati nei po~ti di medicazionl; i' i saranno tram·nuti i gravissimi, ai quali saranno sommini~trati analgesici. l gravi ~ara n no in it.ialrncnte d irottati sugli Ospedali da Campo tli l " sgombc:ro, o, st.: possibile, d i 2" ~gombero; i meno gravi ~a ranno sgomberat i sugli Ospedali di Ianendc nza o, se possibile, della Zona Territorial<:. A qualsiasi lin:llo vengono ricoverati dc:vono essere assbtiti da personale capace di praticare la rianima.lionc cd un adatto trattamento locale c generale. Panicolarm<:nte dosati dc,·ono essere i liquidi da sommini,trare; così come parricolarmente oculata sarà, per quanto riguarda l'iniziale trattamcnro locale, la scc:'lta del metodo aperto o di <JIICIIo chiuso. In caso di disastro termon uclcare, i cu i dfn ti riguardano oltre il 30 " di ustion:u i, ,i impone altrettanto irnpc.:riosamentc il triplic<: momento: pronto 'occorso, sm istamento. ~gombcro; esso è di haw alla soluzione di un grave problema, qudlo degli u~tionati di massa. Ospedali avanzali cd ospedali di ha~<: \1 Jivid<:ranno al compito dd trattamento. cl<:mcnti essenziali del quale sono anche qui, ad ogni livello, buona dotazione di mezzi d i sgombero c standard izzazione dei metodi di cura, mentre a;,urgono a grande im portanza il " r<:ciproco ~occorso n e l'« a u wa~si stcnz a ''· le cui basi è opportuno ~ i ano portate a conoscenza cli ogni soldato, di ogn i cinad ino.


BIBLIOGRAPHY. Plca~c.: refer to: FAvt•zz r E.: « 11 problema dcll'ustionato ~otto il profilo della urg.t nizzazione militare:.

(Thc prohlcm of thc burned unc.lcr th r' military organiz:nion angle). Giorn. Med. Mil., 1-II-IIl, 457, I90n . . \1 \o refer to: C\CCI\LA:-;z,

E.: c Le mtioni

IRurns\. \nn. Fac. \1ed. Chir .. Perugi:t, 4. H5. 19tlo.


CATTEDRA

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ANESTI•.SIOLOGI.\

DELI.TNIVERSIT.\' DI ROMA

Dìrcttnrc

CEN1 RO STUDI E RICERCIII' DELLA SA:-JITA' MII.ITARF

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l>orcttnrc M.ll()!. Gcn. ~led. Dott. C. 'llt'

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Prnt. P. \l•no't

MODIFICAZIONI REOGRAFICH E D URAN T E OSSIGENOTERAPIA IPERBARICA G. Palma

L. Di Pretoro

U. Nofrini

A. Arcangeli

La po~~ibilità di ow:nere con le curve reogr.-.( iche utili ragguag li ~ull:t emodinamica generale e distrettuale in di,·ersc condizioni ~perimentali ci ha fatto scegliere tlucstn metodo d'indagine incrut.mo per ,·aiutare le pn•prietà sfigmiche dei ,·asi arteriosi, sia 1n condizioni d'ipcrlxerismo, sia dur:~me l'applicnzione in una ossigenotcrapia ipcrh:~rica. In l[llCSta nota riferiamo gli aspe tti del rcogramma periferico c cerebrale rilevati durante l'ipcrharismo c durante l'applicazione dell'ossigenotcrapia ipcrbarica tanto sul personale di assistenza quanto suglt ammalate trattati con tale terapta. L'analisi delle cun·e ottenute ci offre dci ragguagli molto imporranti ai fini della prevenzione del rischio di :tlcuni cfft:tti dannosi leg:1ti al disbarismo (dovuti cioè alle va riazioni pressorie durame la fase di compressione, di permanenza ad alti valori pressori e di dccompres· ~ione) o alla intossicazione di ossigeno puro ad alta pressione (sindrome da ipcrossia). Ci limitiamo ad illustrare le cun·c reografiche periferiche più significative che riguardano le varinioni em<xlinamiche durante tratt:tmento con ossigeno ipcrbarico c durante la permanenza in ambiente d'iperpressionc in condizioni di hase c durante le sollecitazioni posturali, ottenute in soggetti normali e in soggetti allenati al ~aggiorno c al lavoro in iperbarismo (sommonatoriì. nonché le variazioni del reogramma cerebrale in tetanici ~onoposti a terapia con ossigeno iperb:1rico.

Rt::OGRAI\11\1 \

CEREUR \1 l

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illustreremo ora alcune caratteristiche dtl rcogramma cerebrale in tctantce souoposti ad ossige:wtcrapia iperharica, prendendo in consiJcrazionc le der ivazioni fronto-mastoide 1 c bitemporalr. H rcogramma fronto maswideo (RFM), esplorante il flusso della carotide tnte rna. presenta un'ampiezza sfigmica che tende costantemente a ridursi al pari della durata dell:t hranca ascendente. mentre la celerità sfigmica aumenta c l'onda decrota assume gradatamente un aspetto ad M (/igg. l e 2t; ciò t forse l'espre~sione di un diminuito afflusso ematico cerehralc per l'aumcntat;l resistenza vascobre distrettuale, legata .1d una ri,lotra disten~wne delle p.trcti vasali l' ad un a lterato gradiente pressorio venoso tr.l pcriferi.t e centro. Sembrerebbe presente inoltre anchl' un ridotto tono \:JSomotore (accentuazione progressiva dell'onda dicrota). Il rcugramma cra nico eseguito con der ivnione hitemporale per studiare il flusso delle due cerebrali anteriori (fig. 3) documema, al pari del rcogramma fronto-mastoideo, un aumento delle re~i~tcnzc \'ascolari distrettu.lli in ra!Jporro alle modificazioni indotte dalla ipcrprcsswne sui meccanismi respiratori. 'ulla Hnttlazionc, sul deflusso venoso e su l tono proprio dci vnsi; si assiste Quindi ad un ..:videntc rallentamento circolatorio


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1.

Reogr.<mm:• (ronto-mastoidco in tetall!CIJ durJ!lle o.sigcnutcr.lpia ipcrbJrica. Da sinistr~ J destra: basale; 2 ;Hmosfcre assolute: 3 atmo,fere assolute.

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Fig.

1.

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Rcogramma tronlo-masloidco in lt.:lJnlco durante os~igencJttrapi._.t iperb:uic.1;

3 :<IIIH"fere assolut\'. DJ 'ini,tra a destra: dopo w min: dopo 30 min; dop 6o min.


rl!!· ;. - Reogr.unm.l bncmporale in tct.IOICO durante· '""gcnutcrapi.l 1p~·r harica . .\ ,jnistra tr.1cciatn di ba~c (.l pressione .lmhicnlc); 3 destr.l rt'gl 'tr.11ione effettuala tlapo 30 min di rc,pirazionc: di ossigeno pu ro ;11!.1 prc"ione di ; .ltmo,lac assolutr.

locale che, oltre che essere una chiara csprc~~tone di una vasocostnz10ne generalizz:H;t, per effetto forse dell'elevata tensione parziale di ossigeno sui chemiocettori locali e dcl ~cno carotideo, potrebbe dipendere anche da un ostacolato ddlusso vcnoso, per l'azione meccanica della iperpressionc stessa. JhOGRA.MJ\1 ~ P l RIFERICO Dl'R \N TI' LI:. PROVF f'O!.TURALI.

In condizioni di base. in soggetti s:tni, i rif lessi vas:tli pusturali tendono a mantl'nere l'omeostasi ci rcolatoria distrettuale in contrasto con le sollecitazioni posturali (Con· dorelli}; si assiste quindi, con l'arto abba~sato, ad una riduzione del flusso ematico da \asocostrizione arteriolare, e, con l'arto sollevato, ad un incremento della sanguificaziont ùistrettuale per vasodilatazione arteriol:tre. Tali riflessi, pre~enti nel soggeuo sano rd invertiti ncll'artcriopatico, vengono cvoc:tti, con meccanismo axonico (sono infatti pre~c nti anche nell'arto denervato; sono temporaneamente aboliti dalla novocaina intra· arteria), dalla stimolazione dci barocettori locali (forse ''enosil: essi intervengono valida menre nel mantenere costante la circolazione regionale in contrasto con le ~ollecitazion della gravità. In iperb:trismo, nel soggetto normale non allenato. si mette in evidenza, con l'arto abbassato, un:-~ vasocostrìzione. wnto più evidente quanto più elevata è la pressione armo sferica (figg. 4 e 5); in questa evenienza entra forse in gioco anche un aumcnro dclk resistenze periferiche da ostacolato deflusso wnoso. Con J';lrto eleYato la 'asodilatazionc fi~iologica (: presente solo in condizioni di ha~ c subito dopo la decompre~\lone. mentrl


Fig. + Soggetto nomlJie non J ilt·nato; rcogr un ma longuudinalc ùcll.o gamba 'ini,tra in 1perbarismn, durame 1 rifl~"i pmltlr.lll (dall'alto in ha>~o; hJ.>.ilc: ~.1mb.> ahba,,JL>: gamba ;~Itala a 6o0 ). \ 'ini!.tr.a pre"ionc amhicnt<', .1 destrJ 3 .Hm c•sfere ·'""Iute. f'1g. S·

:;t~>><> 'oggctlo della ligt•ra prcccdcrlle; a ,jn"tr.t 2 atmmft•rc as,olutt•: a dc,tr.1 prcs>ionc

Jmhiemc ('uhito dopo l.1 fase dcii,, clecomprcs,ionc).

~i assiste ad una marc:.lta va~ocostrizionc, con inversione del riflesso, durante il soggiorno

in amhitnll.: iperharico. lnrere~s1nri e significati\C appaiono le modificazioni dei rifles~i posturali durante l'i nalazione di ossige no puro ad a lta p ressione. Nei soggetti sani, non :tllenati, mentre appaiono scarsamente modificate le curve reografichc regi~tratc in conÙ•zioni di h:1se e a !!amha abbassata, si assiste ad un'irnponenre vasodilatazionc distreuuale (con accentuazione quindi della risposta fisiologica) durante l'clt:vazionc dell'ano a 60• con l'inalazione d i ossigeno puro ad alta pressione (2 e 3 .umosfere a)sol!!te). Tale comportamento te nde a scomparire prontamente all'atto della dc·compressionc. con respirazione di aria ambiente (/ìgg. 6, 7 c Il). Oppo)to è il comportamento riscontr,no in un g ruppo di soggeui allenati al lavoro in ambiente d'iperprcssione (sommozzawril: in questo caso infa tti osservi:.tmo un'e videntl' \'asocostri7.ione con l'e le,·azione Jell'arw durame la respirazione di ossigeno iperharico


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S1 ·"o \O~gctto ddl<:~ fig. tj; rc,p1rJ1iont: ÙJ o ... -.tgc:oo J'Uro .l ' .urnu ..it:rt: J"'-fllutc per 10 nlin (tn'~"ione

cldb ri,pmra fl,iolopc.l a gamha al,ata),

F1g. 11 ~lC"O wggctto ddla hg. <1; rnp1r.t11unc d1 ,lfll J prc"iune amhtcntc ('uhllo clopo la lasc: cldl.l tlteomprc"aone). Ptr,l\lt', 'eppure an rnl\ur.t menu e1idente. l.1 fl'l~"l.' .mom.tl.t osstT\'31.1 ndl.t hg. w.

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1/igg. 9, lO e Il): si ha cioè un comportamento analogo a quello del soggetto sano non allenato durante il soggiorno in iperbarismo c a qudlo dell'artcriopatico con ~ dauJic;nio ~ in condizioni ambientali normali. E' possibile postularc da questi protocolli c he nella n:golnzione del flusso ematico di~trenuale intervengono probabilmeme l'azione meccanic~l òella gravità sui barocettori locali, le variazioni del deflusso vennso legate al dish:~rismu ed il biochimismo ematico c tissutale, attra\·erso l'influenza della pOl arteriosa sui chemiocenori vasali locali e le \·ariazioni del metaboli~mo muscolare tanto nei soggetti normali che in quelli :tllc:natt :~Ilo sforzo (sommozzarori). Sono confermate quindi da questa prima esperienza: l ) la validità cldb tecnica reografica, qu:1le metodo incrucmo, per lo studio clellc proprietà sfigmiche dci vasi arteriosi in varie condizioni sperimentali; 2) l'influenza che la tensione parzi:tle òi ossigeno esercita wnto attraverso i chemiocettori dell'arco aortico c del seno carotideo sulla regolazione della circolazione <renerate, quanto, attra\'erso i chemiocettori locali, sul ton~ :trtcriolare c sulla circola;tone distrettuale:

31 l'efficacia dell'ossigenoterapia ipcrbarica in tutte quell~· cnndizioni di patimento vascolare in cui sono manifcsll i segni di ipossia tessutale.

Rnssc:-;TO. - Gli .\A. illustr:mo ~li aspeui morfologi~i più significativi del reugramma cerebrale in tctanic1 sottoposti ad ossigenoterapia 1perh:~ric:t e discutono le caratteriMiche del reogramma periferico durante le prove posturali tanto di soggetti sani non allenati, quanto di individui allenati, eseguite durante il soggiorno in camera iprrbarica c durante l'inalnionc di ossigeno puro ::td alta pressione. G li Hcssi mettono in evidenza la validità della tecnica rcografic:t quale metodo incrucmo per lo stuòio delle proprietà sfigmiche dci vasi artcri<,si. l'influenza della tensione parziale di o~sigeno sui chemiocettori periferici c centrali e l'efficaci:t dell'ossigenoterapia iperbarica in di\·ersc condizioni di patimento \·ascolan:.

RÉsuMÉ. - Le~ Autcur' expliquent b a;pects morphologiqucs Ics plus >ignilìcatifs du rhéogrammc cérC::bral dans sujets tét~l ni sés traités par oxygénothérapie h ypcrbari4uc cn examinant Ics caractéristiques du rhéogramme périphériquc pcndant Ics éprcuves posrurales en sujets sains, entralnés ou non, cffcctuées pendant le séjour dans la chambn. hypcrbariquc et pcndant l'inhalation d'oxygéne pur à haute prcssion. Tls font aussi rcm:uquer la validité de la technique rhéographi4ue commc mérhode sans cffusion de sang pour l'émdc dcs propriétés sphygmiques òcs :lrtères, l'influcnce dr la pression panicHe òe l'oxvgène sur Ics chémorécepteurs périphériques et centraux et l'rfficacité de l'oxygénothér::tpie hyperb:t rique dans conditions différentcs de pci ne vasculaire.

su~IMARY. Thc :\uthors explain the more significant morphological aspccts of the cerehral rheogram in tetanized subjects trc::tted with hyperharic oxygenotherap~. Thcy consider thc carachteristics of thc peri phcral rheogram duri ng posto r:tl tcsts of healty subjects traincd or not, carried Olll duri ng thei r sta y i n thc hy perbaric chamher and during inhalation of high pressure pure oxygen.


They also sho\\' the rhcographical terhnique validiry as a blooless method to study sphigmic properties of arteria! vessels, the oxygen partial pressure influence on peripheral and cenu·al chemoreceprors and the hyperbaric oxygenorherapy efficaciousness in different conditi.ons of vascular pain.

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3· - M.


ISTITUTO DI RADIOLOGIA DELL'U:--JIVERSITA' DI l't\00\ 'A Dircrtore: Prof. G. l.E:-<,IRIH:ZZI OSPEDALE MILITARE PRINCIPALE DI PADOVA Direltorc: Cnl. Mcd. Prof. G. Xl'l~o

CONDROMA CORTICALE DELLA DIAFISI TIBIALE A. Manganiello

G. Ninfo

Per condroma os,eo. come è noto, si intende un tumore beniJ;no di natura cartilaginea, a partenza dal tessuto osseo. A secon<la del ~uo S\'iluppo intra- o extraossco viene distinto in condroma centrale (encondroma) c condroma periferico (eccondroma). Sia i condromi centrali che periferici presentano un notevole polirnorfismo potendo talvolta aùdiritlu ra sconfinare verso entità morborse di n3tura displasica. Vicbl ccl Englaro, in unJ recente classificazione, in base a requisiti di chiarezza c eli utilità pratiw, specie da un punto di vista radiologico, annoverano frn i comlromi centrali: a) gli cncondromi propriamente detti, b) i fibromi condromixoicli di Jaffé e Lichtenstein, c) i condroblastomi benigni eli Coclman: fra i condromi periferici: a) l'esostosi condromatosa, b) il condroma epiesostosico. c) gli osteocond romi, d) i condromi corticali, e) i condromi periostali. Localizzazioni preferite sono le ossa tubulari corte delle mani e dci piedi; fre · quenti sm1o le localizzazioni al bacino, alle metafi~i pros~imali dell'omero e del fe· more ed alle coste, mentre raramente risultano imeressate le altre ossa. Di preferenza colpiscono i giovani, ma possono manifestarsi in ogni età senza predilezione di sesso. E' occorso di recente alla no~tra osservazione un caso ùi conùromJ interessante il terzo inferiore della dinfisi tibiale dall'aspetto morfologico molto raro e pertanto abbiamo ri tenuto opportuno riferirlo. Caso personale: T.M., nato il lO gennaio 1946. Operaio. Nega traumi e malattie di particolare importanza. Riferisce che da piccolo. durante corse protratte, talvolta accusava modica Jolenzia intcrmittcnte alla caviglia destra, disturbo scomparso spontaneamente vers-o gli anni dicci e mai più avvertito. Nel febbraio del 1966 in seguito a Hauma al piede destro veniva ricoverato nell'Ospedale Militare di Padova. L'es;lme obbiettivo mette in evidenza un soggetto in buone condizioni generali di nutrizione e sanguificazione. Gamba dest ra di norma le forma c volume. non dolente alla pressione. L'esame radiologico mette in cvidcnzJ, in corrispondenza dd bordo laterale della tibia, \ 'C r$0 !a parte posteriore, fra terzo medio c terzo inferiore. formnionc lamel· ]are, J i opacità calcare, disposta a guscio, a convessirà esterna, che delimira area trasparcme clelia grandezza di oliva circa, a maggiore asse verticale, nel conksto della quale si apprezzano piccole calcificazioni. In corrisponùenza la corticale sottostantc appare leggermente difettosa, sfrangiata e più densa (fig. 1). La stratigrafia conferma il reperto standard ed evidenzia chiaramente !e c:1lcifi· cazioni nodulari nel contesto dell'ombra dall'aspetto cistico, che in corrispondenza dc·


Fig. J. • [n corri,ponòenza del bordo laterale della tibia. \•crso la pane posteriore, fra terzo medio c lcrzo infcrior~ ;,i .1pprt•zza guscio calcare. a convessità cstern;<, uel imi· tante a rc~t lr~-t-,part1Ht, J rn 3ggiorc ~'h.>t.' vcnic:1le. l n C<Jrri,pondt'nza 1:1 cortic~1lc sottostante appare leggermente difetto>a. più densa e strangiata .

gli estrem i superiore cd inferiore sembra dissociare le lamelle corticali fra di loror allargandole (fig. 2). Il 10 aprile 1966 il paziente venne sottoposto acl intervento chirurgico (Prof. Ninfo), che dimostrò la pre~enza di una massa. eli aspetto madreperlaceo, comenente cavità pseudo-cistiche, disposta come un ovoide nel contesto della corticale, in un piano superficiale. L'esame istologico dei framm<'nti mise in evidenza: « TI materiale è costituito da un insieme di isole c:trtilag iilCe, formate da grup pi isogeni, di dimensioni variabili , compresi in una matrice tenuemente basofila, ta lo ra in p reda a spiccati fenomeni di calcificazione. T ali frammenti in alcune aree periferiche sono delimitati da osso com-


l'ig. 2. • 1..1 \Lr,lti~r.IIÌ;t c,iJtnziJ cthluclu.tr.uncntc, in cnrri,pomlcnza

'IJnz,l

dd hor.lo '"f'<fl!>rc cd infcnorc della lc,ionc. l.t di , ".:ìazìone delle IJmdk cur· ucah. Lo 'tr.uo c~tcrno della cun"·'k c 'l><»tato ~cccmricamente formando un gu~(in cak.•rt.: continuo

.a:-.~olli.~iiato 111~•

nnn intcrr"tt". Bene evidenti k L'.lkilìc~­ zioni nodul.&n nd conte,to ddiJ lc,ionc.

patto corticale, che t:llora ;1ppare notcvolme nte a~~ott igliato. Si t ratta di condroma •) (fig. 3). Oa quanto e~po~ro appare C\ iJenle rrauarsi di un conc..lroma, a seJc corticale, intern~ante il terzo mf::riore della Jiafi~i uhiale. l condromi cort;cali sono caratterizzati dal loro wiluppo nel conte\to del.la corticale e producono 'ia alterazioni di tipo osteolitico. si:1 dissociazione delle lamelle ossee. La massa neopl:htica ha una crescita lenta, che ~econùo la maggioranza degli AA. si arrcsra alla ces~az ione dcllo wi luppo corporeo generale per poi rimanere nelle dimensioni raggiumc. La sintomatologia in genere è scarsa, consistente in modesto Jolore localizz:lto, sal LUario; mentre nelle o~..,a tubu:ari delle m:111i e dei piedi determina deformazioni ed alternioni scheletriche abbastanza e\idenLi, nelle ossa lunghe può passare del tullo ino~-.cn·ara ed il reperto es~ere occa,ionalc. Per il loro sviluppo prc,·alcntemente extra ~ osseo, determinano un rigonfiamento nodulan: od a bolle. Radiologicamente la neoformazione ha la densità delle p;1rti molli c di solito non presenta i selli in tc rcamcr::~li. che frequ entemente si osserv;111o negli cncondromi, Lo strato esterno della corticale, in consegue nza della pressione esercitata dal b mas-


J sg. ;. - Prl't.:OZJ

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thmcn,uoni \ Jn.1h1li. ~ornprt·'c.- tn un .1 m.Hrice ornt~gc· ncJ lievemente h,,,.,hJ,, rd 1 cui Ll)!lnt'C

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ckmt'll ll ,-,·ll ul.,ri .1ppaiunn cnn cttopl."ma vacuol111:11n. Si ""'·n 1 come tJii '"'k C.lrlll.tp· ncc ''·"'" ddunll.ll<' d.1 'l"lolt di tc<.suto

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sa, è spo~tato eccentricamente ed ì: a~~ottigliato fino al punto di interrompersi in reguito all'indebolimento della capacità di resistenza. mentre quello interno, sotto. stante alla massa, appare più den:,o c presenta usura da compressione. La spongiosa in vicinanza è normale, non presenta né 'ltrofia, né sclerosi. Mancano segni di reaziont· periostale. Caratteristica ì: la frequente presenza di calcificnioni di tipo nodulare nell'interno della neoformazione. l condromi corticali sono piuttosto rnri c si manifestano pn:valcntcmcnte nelle ossa tuhul:~rì delle mani c dei piedi. Il caso occorso alla r1ostra osservazione si presta ad alcune considerazioni. Per quanto riguarda la sede è noto che i condromi ossei periferici i11tercssano ge· neralmcntc le metafisi e solo talvoltn la dinfisi delle ossa tububri. Ciò può essere spiegato tenendo presente l'origine ddla lesione. Pure ammettendo l'origine dell'eccondromn t.la germi aberranti di tessuto cartilagineo, o da un tc~suto precondrale o dal periomo per una ~ :onomalia costituzionale del periostio •· che dart·bbc origine :1 cartibgme nnziché ad osso. si pema comunemente ad una dniazwn, di S\'Ì(uppo della cartilagine metafisaria di accre~cimento. 1\'el nostro caso ì: possibile che il tumon. ~i ,ia s,·iluppaw n~ll'erà giovanile 1n '>cdc met:JJfisaria c che col crc,ccre in lung-hezza dcll'os~o in ~enso centrifugo. avendo pcrso il wntatto con la cartilagine d ì con i~gnio­ ne, sì ~ia in appresso d islocato ver~o !:1 Jiafisi in modo c:hc: In di~tanz:J che separn In nc:oformazìonc dall'epif-isi pcrmntnr.:bbc d i ckdurnc approssim::n ivamcntc l'età. A conferma dclln nostra ipotesi "tarchhcro la presenza ddle calcificazioni ent.lutumorali c la 'intomatologia riferita d:tl paziente. Infatti. non escludendo che al cune vJnd<Ì di condromi pn:s:-ntino inizialmeme formaz:oni calcari, b pre,enza di calcificazioni nel contesto della ma~'>a in genere ì: espressione di un invecchiamento del proccs'><l. E' noto che il condromJ ì: ,e;Jrsamente nscolarizz;lto c presenra frcquen temente nelb sua parte centraìe pr:x:e"'i degenerativi della ~o-tJnza tondamcntalc. che ~i traduccmo radiologicameme in calcificazioni di tipo nodulare. Il paziente riferisce inoltre che d~1 oiccolo ha accu\aLo talvolta lieve dolenzia ,11la caviglia durante soli<: citazioni meccan1che mentre in w~uito ~ st:lto !>Cmprc bene cd il rqwrto ~ puramente casuale. Ciò farebbe pensare at.! uno stato di quiescenza di una k~ionc che si sarebbe sviluppata nella giovane età in sede mctafis~1ria. R:Jcliologìcamenre la lesiont: d;l 110i riferita presenta un a'[!Clto multo simile ad un'altra varietà di condroma perifcriro, Jeno periost:~le. Descritto J!Cr la prima ,·olta da Mason nel 1937, il condroma p::ri•~talc .,i sviluppa :~ll'interno t:d al di sotto del connctti'o pnio~tale. '-:d 1952 Lichrt·mil:in t'd Hall ne descri.,.,<.:ro 5 ca'>i. Fino ad oggi i ca~i raccolti ndla letteratura mondtalt ammontano solamente a pocht: Ùt:cinc. Di dimemioni limitate, a lenro accrcscimt·nto, c~~o preferisce le ossa tubulari clcllc mani . .\ sviluppo t':ccnrrico, determina con la sua pre~-sione un't"ura circo,critta sulla corticale sottostantc ad impronta semilunarc oppure " scolpita a nicchi<: " '>t: la supcrtìcie interna del condroma pcriostale non ~ liscia ma irregolare per il confluirc dci lobuli canilaginei. Presenta calcificazioni endorumoral ì 1.: s~)l'S"o è ddimitato perifcriromt'Jllc da un guscio osseo, 1alvolra completo, di tkriv<lzionc, ~ccondo alcun i AA. p(·rilhtak, secondo altri con~cguclltl' ad un ispessimento c ~ucccs~ìva calcifìcazion~.: dell:J 11\t'mbrnn:~ che racchiudt· i lohuli. In conclusione il c:~so da noi presentato, che \'errebbe anno\Cr:JtO fra i condrom1 corticali. prevalentemente per il suo aspetto iconografico. ri~ull<l molto r:Jro. Pure 3\'endo molte analogie col condroma pcriostale. se ne differenzia perché è dclimit:Jto esternamente da un guscio calcare, t.li tipo corticale. do,·uto ,·ero-.,milmenre allo ~tr:l· to esterno della corticale, come d1mo,trcrebhero i reperti ratllologico, operatorio ed i~tologico.


RtA\~t:~To. - Gli AA. descrivono un raro caso di condroma conicalc della diafisi tibia le. l )opo una brc1·e descrizione della lc~ionc;. espongono alcune considerazioni circa la sede e la diagnosi diffcrcnziak col condroma perio,tak col quale presenta molte analogie.

IU~11MJ.. Un rare cas dc condromt.: conical dc la diaphy'e Jc la tibia csr décrit par !t:~ Autl·urs. i\prè~ une bréve description dc la lé~ion, sont exposét.:~ dt.:\ comidcrations sur son sil·gt.: et ~ur le diagnosric diifcrt.:ntial aiTC' le condromc pt.:riosL::Il. :lll'C kquel elle présente hcaucoup d'analogie~.

Sl MI! \R\. :\ rair ca~c of corucal chondroma of thc tibia! dia ph) ,j, i~ reponed by the .\whor,. FG!Iowing lO a 'hort tk,cription ot rhe damagc. 'ome; con,ideratiom are rcportt: l about th<. piace and the diffl·remial diagnosis with rhc pcrio,tl':li chondroma, in n''lll'<"t of '' hich therc are mali) :walogtl''·

BIHLIOCR.-\FL\

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CENTRO STUDI E RICERCHE DELL,\ SA:-.J lTA' MILITARE Direttore: Mugg. Cen. Med . Don. C. MusJLLI )0

REPARTO - SEZ IOI'o:E CHIMICA E BR0.\1.\TOLOCICA

Clpo Sezione: Ten. Col. Chim. Fa rm . Dott. LEo ,ARr>O CJCLRO

INFLUENZA DELL'ECCITAZIONE ELETTRONICA DEI SINGOLI COLORI DELLO SPETTRO SULLA CRESCITA DEI RATTI WISTAR Col. Chim. Farm. Prof. Domenico Corbi T en. Col. Chim. Farm. Dott. L eona rdo C icero S. Ten. Farm. Dott. Sergio P esce

L'esistenza degli esseri vivenri è direuamente legata al flusso dei « Jeg11ali » che il mondo esterno continuamente invia acl essi. cd il punto di incontro è costituito dai « reccttori scnsor iali » cioè da quelle formazioni nervose specializzate che hanno la capacità di trasformare. per renderli pcrccpibili e qu indi urilizzabili, i di\'e rsi segnali esterni ricevuti, siano essi meccanici, chimici, elettromagnetici. ecc. Lo spcrrro dci segnali elettromag-netici è tra i più vasti e spazia pr incipa lmente nelle frequenze acustiche c ''isive. In molti anirmli l'ampiezza Jcllo speuro Yisivo si estende all'ultravioletto come nell'ape od è confinara prevalentemente in gucsta regione come nella rana, o nell'infrarosso come per molri animali notmrni. In precedenti note sull'argomento è stato riferito come modi ficando o selezionando artificialmente lo spettro natura le Jclle radiazioni luminose si poteYano ::~vere variazioni ncll'anÙ<1mento dei processi biologici in genere, ed i n !1articolare, sulle fermentazioni, crescita Jelle muffe, conservazione delle soluzioni iniettahi li c degli a limenri. ccc. E' noro che la luce, lluando investe una sostanza, può dar luogo a due nwnifesta· zioni, e cioè può :Htr:we rsare la sostan za stessa quando questa è trasparenre, od essere più o meno assorbim nel caso di sostanze non trasparenti. L'assorbime nto in se stesso è un fenomeno altamente specifico che comporta il trasferime nto nella sostanza di una particolare energia che viene ad essere assorbi ta non da tutta la massa delle molecole, ma soltanto da quelle a struttura molecolare caratteristica. Ne risulra perciò che solo un limitato numero di molecole vengono ad esserne in teressare ed ~ a questo esiguo numero di molecole così «eccitate u, che si devono le modificazioni forochimichc. La legge che regola il t rasfe rime nto eli questi « quanti » d i energia è condensata nella formu la: c E = h.V oppure E= h. doYe: h = costante di Plank, ossia 6,62 . 10 27 per erg ::~1 secondo; c = velocit~ de lla luce; V = frequenza Ji vibrazio ne (secondo- l); ). = lunghezza J'onda.

..


:-Jella tabella l sono riportate le n'lnioni fra energia. lunghezza d'onda e frequenza molccolarc dct ,·ari componenti lo ~pcuro Ùt luce.

T·\BELLA :-./. l.

Lunght·ua

d'onda

l' requcnz.t in ''-'condi -

1

Unità chimiche d, energia

Colore

Ellttti nwlc(ol.1ri

K=cal / mol.

-- -

' X IOq

l C)

infraro"o

!!oo

_3.8 X IOq

30

limite del ~i bile

700

4·3 x ro'4

41

l rosso

020

4·9 x ro'4

4(1

ar:1ncione

;Ro

5.2 x ro'4

4~

1.000

.)

1

'rimolaztone della zionc molecolare

\'Ìbra-

\l·

l'as~orbimento

~i allo

Ili

5~0

:;.3 x 10'4

54

n~rde

470

6.4 X 1014

6o

blc.:u

420

7.2 x ro'4

(i!!

l violetto

400

7·5 x To'·•

71

limite del 'ibilc

300

r x ro'5

95

ultra\'ioletto

200

1,):. To''

I.J)

ultra,·iokao

nelle regio-

del \ i~ibile e dcll'ul-

tra,·iolctto produce eccitazionc clc.:ttronica.

V l-

f.' a ltresì noto che nella regione dell'infrarosso le stimolazioni proven,~ono Ja vibrazioni molt:wlari, mentre nelle rim:1ncnti reg ioni dello spettro L1~sorhimento produce eccitazioni cleltroniche. In altri termini l'assorbimento di un quantum di energia luminosa da parte di una molecola, solleva in ogni istante un elettrone ad un livello di enc.:rgi:1 e lettronica più alto. l':t· comegue che i li\(:lli dì em'rgi.l elc.:ttronica in una molt:cob, \engono ad assumue \'alon considere,·oli e logicamente di' ersi pc:r ciascun elemt:nto costituune lo spettro. 1x:r eu a era presumibile che pure di\ crs1 fos~ro gli effeni indoui sulla 111ateria vivente. Sono \t.tti perciò sonoposti all':uume dei ~ingoli colori dello spettro solare una serie di animali da lahoratorio e pitt prc.-.,amente dt:i ratti \\'istar per c.mstat.trne, nel tempo. l'influenza 'ul loro sviluppo corporeo.


P-\RTF. SPERIMI:;I\T.\LE.

Abbiamo ~ i stemato in 7 normali gabbiette da stabulario un gruppo di 4 ratti per ciascuna, ricoprendo poi le prime 5 gabbiette con scatole di cellophane trasparente, c-iascuna di un colore di\·crso c cioè: rosso. giallo, verde, hlcu, e ,·ioleuo in modo d.1 riprodurre i sin~oli colori dello spettro, mcn1re le rimanenti due gabbi~:lle erano statL ricoperte l'un:~ con scatola di carta ner::t e l'altra con sc::twla di cellophane trasparent<: incolore. r 28 ratti, che: erano g i2t :~ 1 loro trentesimo giorno ù i vita, sono stati ~c-elti del p<:~o medio di gr. IlO R5.

Durante la sperimentazione i ratti sono stati nutriti con una dellt> solite diete hibnciate e \it:tminizzate in uso nel nostro stabulario. Le scatole rolorau.:, già molto ampie tl i per se sresst·, er:~no state sormontate anche da un caminetto di asp irazione per assicurare un:t miglior<· circolazione di aria nelk souostanti g:tbbieue. Ogni 15 giorni i ratti \elli\ano pesati per accertarne l'aumenw di reso in relazi01w al colore della gabbia nella Lluale \·ivevano. Al fine di ottenere una casistica attendibile, le stesse esperienze sono state ripetute su a ltri tre gruppi d i 2R ratti ciascuno cd i valor i ottenuti so;1o stati pr<'ssochC: identici a quelli del primo gruppo tanto da poter sintc.:Lizz::~re le medie di questi va lori in un'unic:J tahella t!'\. 21, nella qu::~le sono riportate anche le relati\e temper:tture di assorbimento mi~urare ekuronicamente con sonde termomctriche alrint~:rno di ciascuna ~catola.


l>all'o~sen·aziom: de1 d.ttl sopra nportau \l può qu111di concludere che i Ji,·erst 'alo n ddreccitazionc: elettronica. dclb lunf.!h<:zza d'onda, frequenza. unità di cnc:r!!ia chimica c temperatura di assorbimento, propri di ciascun colore dello spettro nel \ist · bile, producono effett i d ivcr~i nei fattori di ("((;~cita dei ratti. Argomento che, meglio approfondito nelle sue applicnioni industriali, come l'avicoltur.t. la coni~l icoltura. c g li allevamenti di bestia me in gen~:rc. è prevedibilc ahbia inflw.:nzc non tra~curabili.

R1 \<;su:>:TO. C ii Autori hanno esaminato l'influcn?a della eccitazione elettronica propria dei singol i colori dello spettro sol:1rc sulht crescita dci r.ttti Wistar.

JU,utF. - Lcs .\utwrs ont examiné l'influcnc<: dc la cxci~ation élcctroniquc: typi· quc des chaque couleurs du spcctrc sobirc sur la croissance dc, r:lls \\'istar.

St•~fMARr. The Authurs cxamined clccrron ic excitation influcncc typical of the solar spcctrum singlc colours on the Wistar rats increase.


BlBLIOGR.\FIA. D.: Vim d'Italia, 13, 229, 1961. V., Cl\111.0 L.: Vini d'Italia, 44, 2R6, 1966. C01uu D., C'let.Ro L., DE CF.cc:o L.: Italia Agricola. 7. 1967. CoRRI CORRI

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WH!fE :\.:


ISTITUTO Ctll~UCO FARYIACELTICO MILITARE Direttore: Col. Chi m. Farm. Prof. Dott. E~zo lvhc:c:ro RFLLI

RECUPERO DI CHININA DA VECCHIE TAVOLETTE E MODIFICA AL SAGGIO LIMITE DELLA FARMACOPEA UFFICIALE VII PER L'ARSENICO T en. Col. Chim. farm. Dott. Giuseppe Gangemi, capo reparto analisi studi ed esper. Cap. Chim. farm. Dott. Ettore Magonio, capo reparto preparazioni chim. farm.

La recente rardazionc della chinina c ~uoi sali ~ul mercato ha re~o opportuno !l suo ricupero da vecchi prodotti che erano rimasti inutilizzati; in questo lavoro ~i descrive un metodo che può essere utilmente impiegato in molti casi di recupero da sali o da tavolette; esso è stato studiato per il ricu pero della chinina da t:lVolette antimalariche ve;chie di trem'anni giacemi in forti quantità nei magazzini di questo Istituto e rimaste fincra inutilizzatc perché non era conveniente trattarle. La loro composizione è la SCf;UCnte : Chinina solfato Ferro citrato ammoniacale Rabarbaro pol\'ere . Anid ride arseniosa Peso medio di ogni compressa

gr 0,25 g r 0,05 gr 0,03 mgr 0,50 gr 0,34

il problema si (; presentato piuttosto complesso per l:~ presenza del ferro citrato ammoniacale che rendeva impura per fe rro la chinina recuperaw, per la presenza del rabarbaro che colo r:~va la chinina recuperata e la re ndeva diffici lmente purificahi le e per la presenza dell'anid ride arseniosa che inquina\'a il prodouo finale [per determinare appunto le tracce di arsen ico nella ch inina purificata c nei liquidi intermedi si è applicato il saggio limite per l'arsen ico descritto dalla U.S.P. XVII (l) c dalla F .U. V ll (2) opportunamente modificato 1. Prima di iniziare lo stud io, si (; preso nota delle proprietà chimiche e fisiche dei vari componenti delle compresse c delle solubilità c moda li t~ di preparazione di ::~lcuni sali di chinina c si è visto che era piLI conveniente al nostro caso la purificazione della chinina sotto forma d i solfato basico che è abbastanza solubi le a caldo c poco solubile a freddo in acqu:~ (3 j.

RECUPERO !)El. LA CHI l'l :--'A DAL!, E COM PRESS E.

Per effettuare il recupcro, nelle prime prove si è cercato di estrarre la chinina con acqua fredda o bollente, con soluzioni alcpoliche, acide o alcaline ma tutte le prove davano rese bassissime o soluzioni vischiose difficilmente filtrabili ; l'unico metodo risultato idoneo è il seguente: Le tavolette vengono macinate finemente e passate al


j ~etaccio di 900 maglie per cm 1, la polvere viene mescolata intimamente con un ter7.o del \UO peso di ossido di calcio idrato in polvere c trattata con quauro volte il suo pe~o di alwol di 60• agitando eli tanto in tanto (r necessario un forte eccesso di ossido di calcio

allo scopo di evitare il passaggio in soluzione de l ferro). D opo ventiquauro ore si filtra per carta c si ripete l'estrazione con alcool di 60" per tre volte ancora lìltrando ogni volt:1 e riunendo i liquidi alcoolici (la quantità di alcool di 60 da ag~iungae ogni volta de,·e C\\t'rc uguale al n>lumc del filtrato ottenuto in ogni estrazione che è sempre superiore al 50 Jel liquido presente). Si rccupera ralcool per distillazione e ~i scioglie il remluo con un eccesso di acido solforico 2N in modo da ottenere la chinina solfato acido rhe è solubilissima in acqua; si diluisce la s:>luzione ouenuta con una t]Uantlt\ di acqua uguale a quindici volte il peso della polvere ini ziale allo scopo d i ottenere per neutra li zzazione una s(Jitt7.ionc s:Hura all'ehollizione di solfato basico di chinina. Il solfaro ha~ico di chinina si ottiene neutralizzando al tornawlc e all'ebolli7.ione. h ~oluzione. con carbonato sodtco al IO' e cristallizzamlo per raffreddamento; esso \'lene ulteriormente purifirato per ricristallizz:tztonc da acyua bollente decolorando con carbone animale. La resa fin:~ lc ~i aggira sul IlO" della quantità teoric:lmenle presente c ~i può con~icl<.:rare soddisfact·nte dato che le compresse sono molto vecchie c che circa il 30% de lla chini na si è trasformat:l per invecchiamento in un prodotto pecioso non recuperahile (adoperando alcool eli 90" si ottiene una resa dc.:l C)() ' l:irca ma il prodotto non ~ purificabile a GtU\a elci prodotti pecios1l. In q:.~esto metodo ti calcio ossido idr:Ho in sospensione idroalcoolica insolubilizza il ferro citrato ammoni:1calc e la chinina ~olbto dando ammoniaca, ossido idrato dt ferro, citmto di calcio, solfato di calcio e chinin:1 base; quest'ultima viene estratta dalla SClluzionc iclroalcoolica che h3 una gradazione adaua per sciogliere la ch inina base e l a~ciarc indisciolte le altre sostanze presenti comprese le sostanze pccaosc.

Moontc.\ DF.L ~\GGIO LlMtll: PrR t.'\R<,r;-.tco OELL.\ F.\R:O.I\COPt \ lJFFICI \LE V li .

TI solfato di chinin:~ ottenuto col metodo su descritto corrisponde a lUlll 1 requtstrt richiesti dalla Farmacopea Ufficiale Vll t' inoltre è praticamente esente da ar~cnico. La determinazione de ll'arsenico (: stata eseguita con il mcwdo descritto dalla F.U. VII ed izio ne (appcm!ice 32) c dalla U.S.P. XVJJ ma l'apparecchio ivi descritto è stato modificato allo scopo di ottenere determinazioni quantitative pitl precise. La F.U. VII prescri,·c infatti. come la U.S.P. XVII. di adoocrare delle strisce di carta da filtro al bromuro di mercurio ma per quanto si cerchi di operare corrcuamente, non si riesce ad a\'crc delle handc colorate di ugu:tlc imcnsità aggiungendo in diverse determinazioni in bianco la stcss1 quantità di soluzione standard di arsenico. Si è pensato perciò di wgliare i n du e il tu bici no di \'etro c (fig. l) dove andrebbe Ja stri~cia al bromuro di mercurio e d i interporre i n d, con l'aiuto di due tappi di gomma (mali e stretta tra questi da due pin7.enc di H ofmann (e), una cartina rotonda :ti bromuro di mercurio del diametro di l cm ciro in modo da ohblig-arc l'idrogeno arsenicale e l'idrogeno ad anr:wcrsare la cartina in un'area ben delimirata. In tal modo si oncngono delle macchie rotonde dello stesso diametro del tubicino di vetro (3 mm ca.) c l'intensitJ delle macchie è perfetwmemc riproducihile. Con questa modifica è possibile Ja valu tazione di 0.2 mcg di an idride arse niosa in più o in meno su una macchia da 2 mcg. Il campo d i intcnsid optimum è da O a 2 mcg.

..

j


Fig. t.

D~ ~CIUZJO:-<I: Df.LL',\PPAR icCCIIIO MOD!FlC:\TO.

L'apparecchio è rappresentato dalla j1g. l cd è costituito da una bevuta da cc 50 (a) e da un tubo di \"ctro (bi dd diametro Ji mm IO della lunghezza di cm 12, rimetto da una parte in tubetto del diametro Ji mm 4-5, lungo ca. cm 4; in questo tubo ~i colloca Jel cotone iurofilo. in modo ua ricmpirlo a dolce prc~sionc fino a 2 cm dalla apertura superiore; il cotone si imbeve ui soluzione di acetato basico di piombo di luita con u~ual vol ume di acqua, il cui eccc~so si toglie a mczZ<J di leggera aspi razione a lla pompa.


Il tubo si colloca, a mezzo di tappo di gomma, dalla estremità di minor diametro, alla bevuta; la sua apertura superiore viene invece chiusa da un tappo di gomma ad un foro, dal quale esce un tubetto d i vetro (c) del diamerro di 4-5 mm, alto ca. 2 cm. che superiormente entra, senza uscirne, in un tappo di gomma ad un foro, dell'altezza di ca. 4 mm. Su questo è appoggiato un tappo di gomma ad un foro, dell'altezza di ca. 4 mm, da cui t:sce, senza sporgere nel piano che separa i due tappi , un tubetto di vetro (/), del diametro di 4-5 mrn alto 2-3 cm. l n (d) tra i due tappi di gomma che si trovano a contano c che si fanno poi aderire perfettamente con due pinze d i Ilofmann (e), si colloca un dischetto di carta da filtro :>l bromuro mercurico. L'idrogeno, e l'idrogeno :usenicale che si svolgono dal la bevuta, attraversano il cotone imbevuto di acetato basico di piombo, che trattiene eventuali tracce di iclrogcno solforato, e giungono sul disco di carta al bromuro rncrcurico; questo reag isce con l'idrogeno arsenicale, colorandosi in g iallo, mentre l'idrogeno attraversa il disco, e si disperde dal tubetto superiore. La preparazione c l'impiego dei rcauivi c le modalità di esecuzione del saggio sono per il resto esattamente uguali a quelle descritte dalla F.U. VII c dalla U.S.P. XVIl ( l ) (2).

RlASSli:-<To. - Si descrive un merodo per il rccupero della chinina e una modifico al saggio limite della F.U. \'Il e della C.S.P. XVII per la determinazione dell'arsenico.

RÉst:.MÉ. - Lcs /\.A. décri1·enr une rnéthode pour recouvrer la C)uinine et une moditication a l'essai décrit dans la F.U. Vll et clans la U.S.P. XVll pour b détermination de l'arscnic.

St:J.\l.M:\RY. - A method is descrihed for the recovery of Quininc and a modification is exposed for the determination of ::~rsentc with the method of F.U. VII and U.S.P. XVll.

BIHUCX;RAFlA.

l) The Unite d States Pharmacopeia, XVII, .A rscnic Test, pagg. 868-869.

2) Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana, settima edizione, pagg. 984-987. 3) P. LEBEAU et ?vf.M. f:~r-;oT : « Traité dc Pharmacie chimiquc », Ed. ?vfasson, 1955-19'56. 43 edizione, wme lV, pagg. 2998-3065.


RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA

RECENSIONI DA RIVISTE E GIORNALI CARDIOLOGIA CARI.OS E. RAPELA, 1: L\ROLD lJ. GREE!\, ,\NO AllA M

and autoregulat/011 of cerebral blood flow

B. DE:-<lSON JR.: Rnroreceptor refl~xes

111

the Dog. -

Circ. Res., vol. XXI,

NO. 4. 559-568, 1967. Il problema dciLlUtoregolazionc del circolo cerebrale è auualmente uno dei più dib.ututi dagli speciah~tt dell'argomento. La maggior parte degli AA. concorda sull 'esi~tenza di meccanismi di autoregolazione che intervengono con successo entro ampi limiti di variazione dclln pressione di pcrfusionc. Esiste invece un notevole disr~ccordo sullr~ naturr~ di questi meccanismi. Infatti l'insufficienza delle tecniche sperimenta li viene considerata inevitabilmente motivo sufficiente per la ~istematica negnione di \':tlidità ai risultati presentati. L'interesse suscitato dal laYoro dr Rapela, Green e Dcnison è: do\Uto soprattutto alla tecnica usata eh<: sembra garantire l'attendibilità delle conclusioni. (;li .\A. hanno wmpiuto le loro espericrlZe su cani anestetizzati con pentothal o con morfina, imubati ma in respirazione spontanea. Il flusso cerebrale era misurato con un flussi metro elettromagnetico dopo catctcrizzazione del confluente dei seni; il flusS(J così misurato era poi riportato a mi per 100 g di tessuto pcrfuso. Per escludere qu:tlsrasi comunicazione tra circolazione intra ed extracranic:t erano stati occlusi bilateralmente i seni trawcrsi. A monte del flussirnctro \·eniva misurata la pressione venosa di denusso. La pressione nell'arteria carotide comune era misurata per mezzo di tubi introdotti nelle arterie tiroitlce. A monte del punto di distacco di queste arterie era disposto. intorno alla carotidc> comune, un wngegno a vite che permetteva una graduata costrizione dell'r~rteria. Le arterie vtrtebrali erano incannulate al loro ingresso nel c:~ nal e tras,·crso cd il catetere di polietilene era spinto in :tito fino al livello della sewnda tcrz:J \'ertebra cervicale; ciò consenti\·a di occludere le arterie vertebrali c di imp(·dire c1ualsiasi comu nicazione tr:J c~-.c c le:- altre arterie cefaliche. La differenza tra la media delle pressiom registrate a li\·ello delle carotidi e delle vcrtebrali e la pressione \Cno~a di deflusso \Cniv;l considerata come approssimazione \'alrda della vera pressione Ji pcrfusione a li,·cllo encefalico. La pressione arteriosa sistcmica era registrat:t dalla arteria femora le. La conduttanza era calcola ta da l rapporto tra il flusso ematico \'enoso e la pressione di perfusione. Scopo del lavoro era quello di vedere se riflessi a punto Ji partenza dai prcssvccttori carmidei aYessero o meno importan7.a nei meccanismi di autoregolazione. ,\ tal fine gli AA. hanno praticato la denen·azionc della biforca7.ionc della carotide. Essa non producC\'a modificazioni della risposta \'asomotoria cerebrale; il flusso cioè, nelle \'arie condizioni speri mc mali. si modi fica \ ' :l allo stesso modo sia prima che dopo la dcnervazione. Ciò porta gli AA. alb conclusione che i barocettori senocarotidei non influenzano la reattivitìt ci rcolatoria ccrebr:dc.

P. CtARDINI


V., BRtNmccr G., e RtzzoN P.: Fibrillazione at1·iale parossùtùa 111 corso di reàdive di periçardite virale. Cuore e Ci rcolazione Vol. LI, N. l, pagg. 17

BACCA, LAVRECLto

25, 1967. La fibrillazione atriale è espressione di aritmia completa e pcrtanw caratterizzata da pulsazioni anormali fra loro sia per ampiezza che per l'intervallo di tempo che le separa. La fibrillazione atriale è la più comune aritmia c nella maggior parte Jei casi si riscontra nei vizi mitralici e nelle cardiopatie ateroscle rotiche, in secondo luogo ndk tireotossicosi, nel cuore rpolmonarc cronico c di rado compare senza causa evidente in giovane età, rivelandosi pertanto nella forma puramente funzionale. E' opportuno considerare però, che diverse condizioni. scppure statisticamente non significative. ne possono condizionare l'insorgenza; di queste ci sembra intcrcssanlt' citare la pericardite acuta viralc ed in particolare un caso in forma recidivante, verosimilmente causata dal virus Coxsackie B1 e descritto da Bacca e coli. delb Clinica Medica dell'Universid di Bari. Il decorso clinico de lla mala ttia ha presentato durame due fasi d i recidiva dcli:l flogos i per icardica, la costante comparsa di accessi di fibrillazione atriale parossistica, confermata elettrocardiograficameme. L'esame obbiettivo, strumentale, di laboratorio, l'assenza di rilievi anamnestici di cardiopatia, l'in~orgenza brusca d i di~turbi (~cnso di palpitazione aritmica in sede precorcliale vertigine, sudorazione) con contemporaneo riscontro dell'a ritm ia in atto, confermavano la diagnosi di fibrillazione atriale parossistica durante le fasi di recrudescenza della pericarditc. In letteratura sono descritti diversi casi d i compromissione atriale da pericardite e significativa è la presenza elettrocardiografica di una onda P anomala, che può assumere la configurazione mitralica soprattutto nelle derivazioni standarcl, de l tratto P-(), che può essere sotwslivt:llato, nonché del classico tra<ciato da fibr illazione atriale. A suffragio d i tale evenienza (: il reperto istologico di lesioni degenerativu-necroti che sottoepicardiche atriali, del nodo d i Keith e F lack, che come noto, è situato molto ~ u perfic i almente, dista ndo un mm. dalla superficie epicard ica c delle fibre che dal suddetto nodo si dipartono. Tali alte razio ni, studiate da James, costituirebbero il substrato della fibrillazione atriale c delle diverse for me di a ri tm ia atriale (es. extrasistoli) c delle :lltcrazioni elcnrucard iografiche sopra descritte. E' :J imostrarivo perta nto rilevare il nesso patogcnetico fra la flogosi pericardica e l'aritmia (:d interessante ci è sembrato lo stretto rapporto fra quest'ultima e le esacerbazioni flogistic he pericardi tichc, data l'nriginali tà del caso osservato nella Clinica Medica dell'Università di Bari. F. SCJARR.\

Sot: Lt f. P ., j fJLY F., C.'\RLOTTY J., Ac:AR J. et VALTY J.: La variété mitra/e du souffle systolique en écharpe (à propos de 5 obgrvation.1·1. /\rch. des Mal. du Coeur. tlOcmc année- N. 2- 1967. Pagcs 243 à 270. G li AA .. con il p rcscme lavoro, rivedono i limiti nosologici ed eziopotogenetici del soffio a scia rpa, de l quale focali'l.za no, in particolare, u na delle varietà: la rn itralc. Basano questo stud io su 5 osservazioni (soggett i di età compresa tra i 26 e i 58 anni l selezionati in una ser ie di 500 casi di c::tteterismo dx e sin, nelle quali l'indagine emodinamica è stata completata con fonocard iogramma esterno, cartidogramma, ta lo ra angiocardiografia selettiva, o ltre agli esami clinici. elettrocardiografico c radiologico; con il cateterismo sono stati studiati il fonocardiogramma interno e le pressioni intracavitarie.

J


Sul piano diagnostico gli i\A. \egnalano, in particolare, l'utilità dell'esame radiologico dcll'orccchietta sinistra nelle posizioni oblique c della rcgistr:tzione contemporanea del fonocan.liogr:tmma esterno c del caroticlogr:tmm:t. Tutte queste indagini portano alla wnclusione che in questa serie di casi è responsabile del soffio a sciarpa un'insufficienza mitralica, (4 ,·olte su 5 di grande entità). ~enza apprezzabile stenosi valvolare e sottovalvolare aortica. Circa il rnecçanismo di tormazwne dd ~ofho. gli AA., po~tu che le sut: caratteristidlL consistono nt:lla identit:a Ji intensità, morfologia e durata alla base c alla punta, rilevano e h~ Ul·i vortici si origin:111o all'internu della cavità ventricolare dove la corrente sanguigna prende una certa wlocità per J~ettarsi nell'orC(chietta sinistra. Allorché k 'abrazioni acquistano una grande ampiezza, (; possibile çhc la loro trasmas~wnc all1 parete \'<:fllncolarc sra all'orrgrnl Jellt: m<lrcatc irradiazioni basali del soff1o sistolico. Comunque il nwdo di propagazione del soffio ~ poco .-onosciuto: mentre. infatti. è stata dimostrata nell'insufficienza aortica l'irradiazione di un forte soffio diastolico ùall:t regione sotrosigmoidca aortica all'orccchietta sini~tm. la propagazione di un soffio sisto· beo dall'orecchietta all'aorta, nclrinsufficien7:l mitralica. t:. fino a questo momento, solo un 'ipotesi. Questa scne di osservazwni, comunqul·, porta a n\·cdcrc criticamente k· classiche concezioni cziopatogcnctiche del soffio a sciarpa. dovute, seconùo H uch:ml a lesioni sck:ru-atc;:romato~e interess~lnti la regione sigmoiuea sottuvalvobre aortica e b granuc 'almla della mitralc. oppure ad una stenosi ~wrtica e ad affermare l'esistenza di una stJa variet:Ì rnitralica. L·Rnror.o

CIIIRURGIA

)on1.1. S.. K \PLJI 1 .\1., REr1-.GOLu ~1., SAw\TR P : Gas endoartcrn/omJ (endoartarectomw r·on gu.<). Surgery, 59, 517. 1966.

(;li Autori lwnno praticaw disostruzioni di trombosi arteriose di grosse arterie .a sede aorto-iliaca. fernorale-poplrtt·a. carotide ~cn·endmi di un getto di anidride carbonica ad una pressione di circa 400 mm.Hg:. introdotto nell'arteria ostruita. Contro il pericolo della cmholia gassosn ,j servono di pinze ,·ascobri delimitami il tratto da disostruire.

Dc

B\KJ:.Y M.rJ., G,\RRF.TT H.l.:. .. HowELL J.r., MoRRIS (;.c }R.: Cormttrtzofz of the Abdomitw/ Aorta tl'ith R('lral Arteria! Stenosis: Surgical Considaation.; (Coarta~ione dell'aorta addommale co n .<tenoJt delle arterie renalt: <Onsidera'::ÌOTII chirurgiche l. - Ann. Surg., 165. lBO. 1967.

Gli A 1\. hanno ossenato negli ultimi 13 anni 16 casi Ji coartazi<Hll dell'aorta addominale con, associata. Mcnosi di una o delle due arterie rcnali. 12 pazienti erano di sesso femmi nile: l'ctù variava d:~i 6 ai 41 :1nni: ll soggetli pre-cntaYano b stenosi ddl':trtcria ren:de bil.lteralmentc. Tutti i pazienti. ipertesi. pre· st:nt.l\·ano \·alor1 prcssori diminuiti negli arti inferiori.


La diagnosi esatta è stata posta dopo aortografia. eseguita l volta per puntura translombare diretta, negli altri casi con cateterismo retrogrado transfemorale o transomerale. In 15 casi è stato eseguito bvpass con tubo di Dacron anastomizzato termino-lati!· ralmentt: all'aorta addominale a \·alle della coartazione, indi trasportato attraverso una frenotomia in cavità toracica c successivamente anastomizzato sempre termino-lateralmente all'aorta toracica. Sono state praticate due distinte incisioni, laparatomia mediana c toracutomia antcro-latcrale sinistra. Intraoperaroriamente si è controllato il gradie nte pressorio tra aorta addominale cd arterie rcn~tli; ove t}uesto era superiore a lO mmHg, si è praticato :-eltro bypass, con tubo di Dacron o con safcna autogena. ana~tomizzato da un lato all'aorta addominale o al precedente bypass e dall'altro all'arteria renalc. In un caso la coartazione è stata trattata con patch in Dacron c 1:-e stenosi dell'arteria rcnalc con hypass venoso aorto-H·n:-ele. In 3 casi è stata praticata nefrectomia (l volta ~ccondaria\. "essun morto. In tuui i casi 1:1 pressione arteriosa è nei limiti della norma ed è scomparsa la sintomatologi:-e pre nperatoria.

E. F .WL'ZZI

G., SPr.R.\1'7.-\ V., HAcuor-.t A., C1RilO~I M.: l..n ejofngo-digitmo-duodenoflastica dopo gastrecwm;"rt totale. - Gazz. Tntern. \-t ed. Chi r., 71. 24 his, 1966.

RrnoTTA

Gli .\utori. allieù di PariJc Stefanini. riportano +t casi di ~:-estrectomia totale con esofago-digiuno-duodeno-plastica. Dt·scrivono la loro te-. nica confrontandola con quella di altre Scuole c discutono i vant:lt!J.d eli tale inten·ento su qutllo dr ri costruzione cOl• esofago-digiuno-stomia. sottolineando 'ome nei pazienti trattati con ~sdusionc duodenak sia più e,·idente la sindrome da agastri.t, al contrari o di quanto :~n-iene nei casi trattati con intcrposizione dell'ansa digiunale peJuncolizzata nei ,l'_.::tli i notevoli vantaggi ottenuti sono Ja riccrcarsi soprattutto a l ripristino della via duodenale.

S .. Ro'IZJ:-.:1 V.: l ' ana::JOIIJ cloridriche dopo ~·a~ctonua e drenaggiO tnudio dt 55 pll':::ienti mediante .aimola-:::Jone mau1ma istanumca1. La Chir Gastroemcr~ I. 495, l%7.

PERR \Rr<or

(;li .\utori. ddla Scuola harc>c di Alberto Dc Blasi, hanno studi.1to mnlianu: sti molazionc massima istaminica k variazioni cloridriche in SS pazienti portatori di ulcera duodenale. sottoposti a vagotomia c piloroplastica (39) o gastro entero-anastomosi ( 16) ncll'htituto di Patologia Chirurgica di Rari diretto da l.. M:-rin:-eçcio. l controlli posi-operatori rivelano notc.:volc ca<.luta dei valori '>Ccrctori c precisamente dd 76" 3 di~tanza di 1-2 111CSi dall'inter\"CJ1tO, del 72° ~ dopo l annO, dd ()QO/ dopo 2 anni, del 66°10 dopo 3 anni. E' e'i dente secondo gli Autori come la ,·agotomia c: consenta - tra l'altro - una notevole c forse definit.i\·a riduzione delle capacità gastro-sccrctoric, costituendo ,·ali,lo presidio contro la recidi ,.a :.. E. Pwt:zzt

!


Mo:-<n G.F., CAPPELLINI G., LLCGFRt A., THI\U A.: Consrderazwni sulla localizzazione duodeno-digiunale della t•nterite regiorra/e. Il Poi. Sez. Chir., 74, 137, 1967. Gli Autori riportano un caso di enterite regionale a localizzazione duodeno-digiunale occorso a!Ja loro osservazione nella Clinica C hirurgica di Roma diretta da Pietro Valdoni, su un totale di 30 casi di enterite regionale. E' il 40" caso della leueratura mondiale, il 2" della letteratura italiana. La lesione era duplice: duodenale, con stcnosi a livello del Treirz. c digiunale a ci rca a 50 cm. a valle della precedente. Dopo esame istologico intra-operatorio veniva praticata estesa re~ezione duodeno-digiunale di circa 80 cm. ;:omprendentc ambedue le l<.c:alizzaziùni della malattia. L'interYenw di excre;i ~ sempre prcterihilc: .t quc.:llo den\·ati\"0.

E. PA\"UZZI

RA DIOJJIOLOG!A

FROIIOLJ\!

L.O.: Pyrimidim· (;\(retiun aftc:r irr:Hiiatiun 111 rats. -

lnL.

r. Rad. Biul..

l. 35, 1907. L'espo;izione alle radiazwni ionizzanu induce neglr organi;mi vi\·entr numerose.: modificazioni urnor:~li di carall!.:rc biochimico. L'analisi ttuantitativa di akune di quc,lc modificazioni può cvidem~iare una buonn correlazione dell'effetto con 1:1 dose di irradi:~ziune. Su questo principio sono h:~sari i tentativi di formu lare una « dosimetria hiologica ,, ddk radi:~zioni, mediante impiego di cosiddetti •< indicatori biologici " · Con quc~ro presupposto, l'Autore ha condotto uno Mudio dell'influcnz:J delh1 irradiazione corporea wtale sull\·screzione urrnaria di di\·ersi composti pinmrdinrci. Gli esperimenti sono stati effettuati in ratti maschi esposti a livelli di esposizione compresi tra 'i() c 1200 R Ji rattgi X; nelle 2-f ore successive all'irradi:~zi<me sono state ra ccolte le urine degli animali. l c:~mpioni di urina, opportunamente dc~alificati, sono >Lati sortoposti a 'cparazione cromatografica. Si ~ proceduw, quindi, alla determinazione 'Pettrofotometrica della timidina, della uridina c dcll'ur:~cilc. Le determinazioni hanno C\'iclenziato un :lUmentu notevole dell'escrezione Ji timidma: tale :~umento ha mostr:lto una buona correlazione con la dose d'irradiazione. Lin•i o ncs~una modific:~zione ~ stata dimostr~na per gli nltri composti stutli::ni.


NOTIZIARIO

NOTIZIE TECNICO- SCIENTIFICHE NOTIZIE VARIE Nuova cura del colera. li Premio Lasker. fon<.Ltto 21 anni or sono in US,\ dal milionario che intese onor:tre un medico le cui ricerche :tvessero una immediata ripercussione pratica, è 't:llo a~'cgna1o al Dott. Roben ,\. Phillips, di 61 anni, Dirc:norc del Laboratorio Ricuche per il colera di Dacca (Pakistan), che è riusc ito a far dim in uire l'ammontare dc i morti per la terribile mal:n ti a, da l 60% de l 1955 :tii' J<> di oggi. Il rolcr:t, malattia diffus:t pl'r mezzo eli :t eque c cibi contaminati (il vibrionc..: ric: scc a sopr:tV\'i\·ere nell'acque per dul' settimane}. uccide a cau~:l della disidratazione che proJuce. La chia\·e della gu.~rigione consiste proprio nell'nnpcdire la disidratazione. Il Dott. Phillips, la\·orando Jue anni or sono a Taipci come threttore del Re parto Ricerche del Corpo Medico della Marina. semplificò una tecnica impiegata pre,so l'htituLO Rockfeller per misurare il debito di ltquuh t· w/i che si instaura nelle virtime del colera. Colheguentemente iniziò la somministr:tzione « misurata c:1so per caso» di liquidi pC'r flt'bo (contenenti sa li e bicarbonato di sodiol, ri~olvendo il prohlema della cura del morbo. Si sa inf:nti che il vibrionc non raggiunge il torrente circolatorio nell'uomo, m:1 rim:~ne attaccato :~lh mucosa intestinale m-c libera un'endotossina che: possil·de un'azione note\olmcntc irritante c ta le d:~ produrre l.t nc:crosi dell'epitelio. La cura Phillips è stata una grande intuizione: essa ~ottrae aii:J morte ogni anno decine di migliaia di individui nel Medio Oriente. o\·e 1:1 malattia è endemica con frcqucnri episodi epidemici. l tllrcimila dollari del Premio r:~ppresentano un ottimo riconoscimento ad un1 prauca intuizione ed alla costanza del medico che ha dedicato parte della sua \'it.l a lavorarr nelle zone sottosvilupp.ue.

Di :~gnosi

dell'epatite virak dalla saliva.

Considerando che il virus dcll'C)>:Jtite penetra nell'organi\mo aura\·erso la \'la or:Jle, il Centro di Gastroenterologia c eli :\'utrizione di Monrevidco ha crc..:duto opportuno di esaminare al microscopio 1:1 ~:111\·a coi suoi componemt, ncercandone c\·entuali alterazioni. .\Ilo scopo di ouenere un sufficiente flus~o della sa ha. s'inietta nel l'adulto 0.5 cc di :mopina, nei hamhini 15-20 gocce. Poi. ~i pulisce la hocca, strofinandola con un:~ soluzione di~infcuame e dopo 30 minuti tblla chiusura dei doui escretori della parotide si raccoglie !:1 s~liva nei bicchieri. Con questa tecnica cd usando un:1 determin:Jt:J colorazione \l ~· \i sto che nei pazienti ron ep:tti re viralc k

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cdlulc dcsquamati\e della saJi,·a sono pri'e di nuclei ccllulan. Questo viene auri· huir<, agli effeui del ,·irus delrepatite sugli acidi dc~ossiribonucleinici dd nucleo. Il metodo è anche utile per valutare l'andamento della malattia. Infatti, con l'inizio d el miglioramento clinico, cio\: dopo l H giorni circa di malattia, ricnmpaiono nelln sal iva le cellule nucleate. E' da notare però che anche nei malati d'influenza (viralc) m:~nca la colorazione del nucleo.

Nuovo vaccmo contro la parotite dei b<1mbini c degli adulti. Da og-gi è a d isposizinne de l pubhliw arnencano un nuovo vaccino contro la p:Hotite epidemica, cornpo.,to da viru~ vivi ottenuati. L'immissione in commercio del vaccino, che si somministra in una unica dose, è stata :1pprovata dall'Istituto della Sanità Pubblica deglt St:lli Uniti; ciò c<lui,·:-~lc a fornire ai medici un valido mezzo per la profilassi della parotite nei bambini. nej.!li adokscemi e negli adulti. L'htituro Farmacnttico americano .. :'-krck Sharp e l )oh~e • ha scoperto e messo a punte• questo nuovo vaccino dopo cinque anni di studi condotti d<tl dot· tori Maurice R., Hillem::m, ed Eugcne H. Ruynak. Oltre alle prove cliniche e di Laboratorio, il vaccino ~ stato sottoposto ad :l n:t· lisi, riguardanti 1:-t pol<"nz;~ e la sicurezza romlotte negli ultimi ùiciorto mr~i presso la l )i,isione Bioloi!Ìc:l dell'lstitut•J Jella Sani t:\ Puhhlica. Le sperimcntazum1 clmiche sono ~ute compiute da 25 gruppi d! medtct in ·H ricerche indipendenti, wndone presso mpedali e univcrsir;ì degli Stati Uniti. 11 nu· ll1l'f0 totale dci \':lCCtn;Jti è: stato di oltrl' 16.0()(). cd Una dose singola CÌ V:tCCino si l dimostrata efficace nello stimolare la produzione di anticorpi nel 97 per cento dei bambini e nel 9.~ per cento degli adulti tratwti. Le sperimentazioni continuano cd hanno lo scopo di '><'guire il componaml·nto degli ·tnticorpi nei v:1~cinati: se esso rimarrà immutato, si potr~ dedurre che l'im· munit.'t che segue ;tlla vaccinazìonr t· dì carattere pcrmanentr. La somministrazionc del nuo\o ,·acci no non ha prodotto alcun si n torno della rnaLtttia. e l'incidenza dì febbre o di :tltre manifest:tziont clin1che, durante un m(~e d'ossenazionc nei bambini e negli adu lt i \':tccìnati. non ì. '>lata superiore riS])('tto .t qudi.l riscontrat.t nei 'oggetti di controllo. La vaccinazione contro la parotÌir epidemica è stata nncbe compiuta con sue· lesso in associazione al vaccino contro il morbillo. che viene ormai usato abituai· mentl· negli Stati Unì1ì.

Centrifuga a gas prepara vaccini antivirali. La «centrifuga .1 gas». uno strtlllll'n!(J finora impicgaw nella magg iore segretezza dall'industria :1tomica, può oggi essere adoperato per la fabbricazione di vac cinì più sicuri ed cffic:~ci contro i \'Ìru~. \lolte società brrn.tC('Utiche amcricant.: US<lno infarti tak strumento al fine di '><'parare il vaccino da ogni impurid. La centrifuga :1 ga' . secondo il modello uscito dai laborawri ddla Commissione per l'Energia .\ tornica. è in grado di far rotare il materiale in essa versato alla vclociù di 32.000 giri ::ti minuto. \'elocità superiore a quella clel lc turbine degli aerei. La «centri fuga :1 gas » ~ ~tata adoperata finora in quc~10 campo solo su l pia no 'peri mentale.


Facendo ruotare i vaccini ad alte velocità si riesce a conccnuare il componente attivo immunizzanre, :1d espellere un virus vi\'ente o morto, oppure ad eliminare sostanze estranee che pos~ono produrre effetti non desiderati. La centrifu~a sfrutta il principio in base al quale la ~eparat:ione de i \'ari materiali tn rotat:ione avviene m rapporto :1lla loro diversa densittl. Nella co~truzione de lla bomba atomica, la c centrifuga a gas :t è adoperata per separare l'i~otopo dell'uranio U-235 da una forma più pesante di tale minerak, J'U-238.

Sulla possibilità dell'impiego d i vaccinj per combattere malattie virali. Le cellule umane allevate artificialmente in laboratorio potrebbero diventare un giorno ekmcnti importami per la fabbricazione dei ''accini destinati a combattert; le malattie da virus. Fino ad ora le autorità sanitarie amcr ic:~ne si sono opposte all'impiego delle cellule a tale scopo, perché hanno sempre ritenuto che i vaccini da C\~e rica,·ati siano portatori del cancro. Tale timore, però, çcmbra non si:1 più giustificato. A que~w conclusione sono giunti alcuni esperti di quc~to ramo della mediCina dur:mte un convegno che si è s\'olto a BcthesJ.• (\1arvland1. organizzato dalla Sezione Biolol!ica dell'htituto l'azionale della Sanità. Si trana dell'ente che ha la respunsabilit:'t di concedere 1c licenze di fabbricazione per tutti i prodotti biologici negli Stati Uniti, comprc~i i \'<lccini. l ,._,,ci n i de~unati a combatte-re le ma buie da viru~ 'cngono fabbncati mediante viru~ allevati in cell ule animali. Le cellule delle scimmie e delle galline ''en !!Ono utilit:;late norm:~lmenre a questo scopo, ma rect'ntementc alcuni scienziati han!1•· ti~~en·:no con allarme che le cellule tolte agii animali contengono spe~so ahri virus, oltre a c1ud li uti lizzati per i vari vaccini. spe~so di natura sconosciuta. Ciò ha fatto sorl!ere il timore che questi Ylru~ c estranei possano fare i n sorgere forme cancerose negli organismi in cui essi sono iniettati asçieme ai viru~ tcrapeutici. Durante il convegno ùi Bcthesda. però, molti e~perti hanno ~mtenuto che tali timori sono più teorici che reali. La prm·a sarcbi.Jc cosutuita dal fatto che in numerose circoSt:lnze pnzienti esposti inavverti tamente a virus. che negli animali dai quali erano !>taci t:\Uatti provocano forme leuccmiche o cancerose, non hanno risentito alcun danno. .\~1 ogni modo, la ma~giora nza dci convenuti ha concordato ~ui­ I'inùesiderabilità di :l\'ere virus estranei nei v;~cci ni destinati a combattere particolari malattie. L'esigenza <.li una rigorosa selezione dei 'irus, hanno conclu~o gli scienziati presenti, puù essere soddisfatta med ia mc l'allevamento dci virus in cell ule umane statu..lard, coltivate in I:Jboratorio.

Per la diagnosi di alcuni viru~, un nuovo anticorpo fluorescente più rapido e pii• economtco. Un nuo,·o metodo per una più celere Jwgnosi di alcuni \'Ìrus ì: stato scoperto a Lond ra. Lo ha a nnunciato nel corso d i una confe renza stampa il dott. David Vv. Wylic. li n uovo metodo è consentito dall'uso di un anticor po fluorescente denominato « F luoroscan :.. Q ues t'ultimo rende possibile la diag nosi d i alcun i virus, c in parti·


colare quelle dell'artrite reum:ltica, di febbri reumatiche dci bambini c della miastinìa muscobrc, nel giro di due o tre ore. l'ino a oggi, in,·ccc, per le normali analisi di labornwrio accorrevano di,·crsc settim::tne e in qu:llche caso anche più di un mese. L'importanza di poter guadagnare tempo ha !>Ottolincato il dou. Wylie. è ovvia: sì possono sah·are molte \"itc umane. l noltre l'impiego del « Fluoroscan ,. è meno costoso delle normali tecniche di laboratorio.

Il v1ru~ R- 17 nuova materia vivente. :::-.i apprende; da un biologo giapponese che il Premio Nobel americano, dott. James Vv'atson, (: riuscito a cre::~re, per la prima l"alta nel mondo, materia vivente c precisamente un \'irus. Lo scienziato giapponese. il ..ion. Yoshuro Shimura, il quale fa pane del gruppo del prof. D. '\!:nhans ddl'Uni\ersid ~ Jcohn Hopkins ~. ha precisato di awre appreso ciò dalln \tesso prof. N:uhans. Il virm che il dott. Watson è riusc1to a sintetizzare in una prmcua (: il virm c R-1-; '>, un organismo vin."nte molto primitivo. Per « fabbricare :t questo virus ~ono stati irn liq~ati a.:idi nuclt:ici. enzimi c proteine. L1 'intc\i è stata rt•sa possibile dalle cognizi< .1i acquisite con esperienz<: pr<"cedenti: !.1 Sintesi dell'acido dcsossiribo. nucleico lna) n:.tlizzara dal dott . .\rthur "-.t ,, nbc:rg. prcrn1o r--.:obel ]C))<), e !.t sintr~i dcll'::lciclo rihonucleico (rnn) ottenuta dal dw lshiro H.1runa nel 196'5 .

Isolati sei nuovi V!ru.s della influenza. v'n gruppo di scienziati dcll'hti ruto t\,tziunale dell..t San1tÙ a r-.cw York è nu '>Cito a isolare ~ci virus - in precedenza stonusciuti il cui studio pmrcbbc por 1:1re alla scoperta di nuovi rimedi per la cura del raffreddore. l microbi SODO Stati indi\iduati SU pazienti che a\'C\:lllO COntralto iJ raUr~ddore nei mesi di dicemhre, genll<lw c febbr:~io. l nuo,·i \'Ìrus prl \Clllano caratteristiche che hanno suscitato l'in•ercssc dci ricercatori: tra l'altro, ser\'cndosi del micro~copio elet trnnico. è stato scoperto che t'S\Ì sono assai ~imili ai microbi che causano le bronchiti infettive nei polli. Gli scienziati che si stnnno occupando delle ricerche hnnno rilev::1m che !::1 nuova ~pccic di virus sembra ahhi:1 la facoltà di S\'olgc:re un'azione infetti\':\ sugli organi respiratori non soltanto degli uccelli. ma anche dell'uomo. l virus sono stati isolau dagli scienziati americani mediante un imolito procr· dimento di ricerca. Poiché questi microbi son<> parassiti, c possono moltiplicarsi solo qu:tndo si trovano impiantati su cellu le umane, i ricercatori hanno seguito il loro processo evolutivo nella stessa trachea dci pazienti afflitti dal raffreddore. Quando t virus hanno raggiumo lo S\ iluppo desiderato dagli studiosi, sono stati prekvari dalla ~rola del p:~7iente e sottopo~ti agli esami cii laboratorio.

Accertato un rapporto tra morbillo ed encefalite. Ricercatori della Scuola di Medicina della « Stanford Universiry • c dell'Ufficio di Sanid Pubblica dello Suno di California hanno collegato il virus del morbillo


con una furma letale eli encefalite, che colpisce c•rca 200 bambini e giovam amen cani l'anno. T risultati di ricerche: condotte con moderne tecniche di microscopia elettronica l ' di immunologia hanno d1mosrraw che d virus del morbillo è causa dell'encefalite.:, essendosi rilevate particelle virali nel nucleo delle cellule cerehrali. In tluesta malattia - e ncefalite suhacura di Dawson - , rara ma grave, che colpisce soggetti dai 5 ai 20 anni. si rilevano mo,·imenti involontari degli arti e profonde alterazioni menta!.; nc:l sangue vi è, inoltrt . un ta~~o i n ~olitamcnte elevato di anticorpi al virus dd morbillo. Gli stuùiosi della Stanford University ,. h:~nno prospettato l'ipotesi che la ma latt in poss:J essere conseguenza di un'infeziom: latente.: o cronica con virus del morbi Ilo riatti vato. Se l'ipotesi fo~se Junostrata ,·era, i ,·irus di talune malattie permanenti nell'orga nismo potrebbero provocare ra lune affezioni ad etiologia sinora sconosdutn (sclerosi multipla, sclerosi amiotrofica l;ueralc, certe leucemie!.

L 'acido rihonucleinico a doppia catena nelle affezioni virali. Cli scienziati dell' Istituto Mc:rck per la Ricerca Terapcutica di West Pomt, Pennsyh ani::, hanno forse tro\ ;Ho il modo come combattere le infczion• 'ira li nell'uomo. Ritengono che l'acido ribonuck:inico si:~ la :.ost:~nza capace di i11d urre b produ zionc dcll'intcferon nella cellula \'ivcnr...-. L'acido ribonucleinico che si trova in tuttr le cellule 'i\enti. l: disposto abitualmente in un:~ cat~:n:-. sola, ma in alcuni 'irus \1 prc,c:nra a catena Joppi.t. Or:-., si è visto chr soltanto la forma a doppia caren<l t'in grado Ji indurre la produzione dcll'inrerkron . . \ questo scopo b.lstano soltanto delle quantit3 infinitesimr: alcuni mrliontsimi di un grammo! Per ora il metodo è st:lto limitato wlt:~nto agl i esperimenti su!l'animak; così una perccntualr elc:vat:t di topi, infettati con Josi letali di 'irus pncumococcico c di ,·irus SK-Columhia, ì: sopranissuta, aggiungendo dell'acido ribonuclcimco purificato a Joppia catena. ()ue;t'u ltimo può essere om:nutu in tre modi: da l pemcillum /t~niro/omm, c1,tl \'irus REO del tipo ~. c dall'unione nella pn)\ctta di reazione d1 due nuclcoti<.h. d1 acido polinosinico e di aciùo policitidico. Data l':~tti\itJ di alto grado in dosi th microgramrni e l'assenza di rossicità <.li quest i acidi r ibonuclcnici a doppia caten:~, è lecito sperare che queste sostanze ro~sano offrire una ,-ia di acceso;o terapeutico alle ma!:nuc ,·irali dell'uomo.

Scoperto un nuovo tipo di acido desossiribonucleico. Tre ~cienziat1 tlcll'hwuw Ù1 Tecnolog1a JciiJ Calliurnia hanno s~uperto un nuo· vo tipo di acido ùc.:sossiribonuclcico, l:t sost:tn za chimica, ge neralmente nota come «DNA,., che e~ercita negli organismi la importantissima funzione di dctcrmin.tr< i caratteri crcditan. l tre scienz1ati, il prof. Jerome Vi nograd, e i suoi collaboratori Bruce Hudson c Da\·id Clyaron, hanno reso r1 0to d i aver inJividuato per h prim:~ ,-olta molecole di D~A in forma di anelli circolari agganci.ni l'uno con Lrltro ce>· mc in una catena. ln alcuni ca~i il numero d<"gli anell1 era di sci o anche- sette. La molecola di DNA finora conosci uta ha invece: una forma lit1e:~re, a doppia spira le. Occasionalmente j!li scienziati si erano imbattuti in molecole tli 0~.\ a form:1 cir colare, ma non si era finora registrato nessun caso di anelli concaten:ui come qm·lli scoperti cl:ll prof. Vinograrl.


Il significato e l'importanza della scoperta rimangono ancora sostanzialmente ignoti, benché siano gi:ì state avanzate delle ipotesi. Trattandosi di una so~ tanza chimica a funzione prcv:tlentemente genetica, gli scienziati si chiedono se le molecole del nuovo tipo debbano essere considerate " sane))' o ~e invece esse rappresentino un ~intorno o addirittura la causa di una o più malfunziont organiche. ::"orm:tlmentc, infarti, (: proprio la molecola di Dl':\ eh~ dà alle altre sostanze della cellula le ~ istruzioni» per la produzione delle proteine. « btruzioni » sba_gliate da parte del DJ'.: A provocano la produzione di rrotci ne malate o l':trresto nella produzione di proteine, con conseguenze gravi per gli org:lllismi. Secondo alcu ni ricercatori, per esempw. sarebbero alcune di queste istruzioni shagliate impartite dal DJ\::\ a dar origine alle cellule c:tncerogene. Sarebhe quindi importante - h<tnno fatto ossen·are i tre studiosi - conoscere la n::ttura del nuoYo tipo dt molecole di acido desossinb·mucleico. Gli elementi, peraltro ancora insufficienti, offerti dalla scoperta tndurrebbero ,l pensare che k nuove molecole di DNA non sia no «sane: », e che la loro presenza in un organismo umano sia al contrario indice ui una qualche disfunzione.

Nuove acquisizioni dottrinali nel campo della enzimologia. Dopo I li anni di ricerche e una spesa di due milioni dt dollari. un gruppo di scien· tiati direlli dal dott. David I larker. del Rom di Park \kmorial lnstitutc di Buffalo, è n uscito a stu(hare la struttura chtmic:t di un enzim:t che wolge una t unz10ne fonda · mcnrale in tulle le cellule ,i,cnti. La sostanza. conosciuta col nome di « ribonucle:tse :.. t costi tui ta da oltre mille atomi collegati rr.t loro mediante una intricata catena di 124 un it~t di amino acidi. La struttura molc:colarc dell'en:t.irna <:· 't:<ta ,tudiata mnltanre la tccnir.t dci «raggi X • applicat.t alla cristallografia. :\l pari di ogni altro enzima. la ~ rihonuch::-t~e • è una nroteina. La Mruttura chimica dt altre due protetne ~ q:u;t rt·centerncnte scopc:rta da un :!ruppo di studio~i ·n Gran Bretagna. Sia la ~coperta inglese che quella americun::t suno con~tderate di enorme importanza in 'luanto pw.sono spiegare il processo di Forrn:~zi one e il funz ionamento dt'gli enzimi. <:t:nza il loro :tiuto, gran parte delle reazioni chimiche chl· a\ vengono nell'organismo umano proccdcreblx·ro a un ritmo assai lento, o non a\fc:bbero luogo affatto. La scopert 1 della cornple~~•l ~truttura <h un en:t.ima, e particolarmente dt quella parte da cui origina l.t missione chimica della sostanza. apre la ~trada a nu merose :1prlìc::tzioni. Una dellt: possibilid pitt rilevanti, ritengono i chimici, è quella di alterare: la struttura e modificare il compito dell'enzima. Simili procedure aprirchhero al cammino della .,cienza nuO\'C vie per la scoperta di farmaci finora sconosciuti. Oltre a ciò, la conoscen;ra della dispo~izione delle molecole che cosrituiscono gli ~:nzimi ha già permesso la loro creazione 1/rttfu·w/e in laboratorio. Le svstanze così prodotte: ~i sono dimostrate tanto efficienti qua nto quelle o r i~inali dell'orga nismo um:1110. \1 compito dt:JJ'enzima C ribonuclease • c: quello cii scomporre un'a ltra SDStanza ui c\trema importan7a nel processo vitale. !'ttodo ribonucleJCo, o R:'-Ji\ :t. Tale acido ha 1.1 funzione dt dare ini7io al processo di produzione proteico da p::tne Jell;t cellula. St \c:rificano periodi nell'esisten;.a di una cellula o di un organtsmo in cui l: importante interrompere b funzione tldl'acido rihonucleico, e tale interruzione si ottiene appu nto mediante l'azione dell'cm.im:t « ribonuclease ». Poiché quest'ultimo esercit:t un controllo ~u llo s\·iluppo delle cellule, la co;;osccnza dcll::t sua struttura potrebbe contribuire a 'pic·{!are il PrO<"esso d'espamione delle cellule cancerogene, e di comegucn'l:t permettere agli -;cien7iau di trovare nUCJ\ 1 me<.<. i per !.t cura del male.


Il dr. David llarker iniziò i ~uoi stud1 sull'enzima « ribonuclease , all'Istituto Politecnico di Brooklyn nel 1950. Nove anni più tardi egli si tmsfcrì al Roswell Park, un istituto per le ricerche sul cancro dipendente dal Ministero dell'Igiene Pubblica qegli St:Hi Uniti.

Nuova teoria della genesi del cancro. Secondo alcuni studiosi appartenenti al Consiglio della R1n-rca Medica Britannica. l'insorgenza del cancro dipenderebbe dallo sr:no di permeabilità della membrana dci lisosomi. Le lesioni da rngt~i, le sostan7.C chimiche carcinogene cd i virus oncogeni sarebbero responsabili della genesi del c:mcro sohamo indirett:lmentc in quanto hanno in comune la capncità di rendere permeabili le membrane lisosomiche. Gli enzimi. messi in libertà, possono attaccnre così i geni, inducendo delle alterazioni neoplastichc. Fra quc~ti enzimi. ,-engono in questione sopr:muuo la fosfatasi ac1da. la desossiribonucleasi e la ribonuclcasi. Lo sfacelo dci cromosomi, osservato spcs~o nei \ari tipi di cancro sperimentale, può es~ere pro\(JCato in ntro anche senza tali <:nzimt. Infatti, aggiun~cndo ..1 delle culture cellulari una sostanza color:•nrc rossa neutr<l che po~siedc una particolare affiniti1 per i lisosomi, c homharchndo poi queste culture con la luce, si :ts5i,tc alla fuoruscita di enzimi in seguito alla foto-ossidnione attraverso la sostanza colorante. La tlisinte~razione rlei cromosomi fu quasi idcntic:l come nel ca ncro. cd il comportarncnw della cultura cellulare ras,omigliò a quello present::Jto dai tumori maligni.

Il cancro malattia molecolare? La causa dell'insorg-enza del cancro sa 1ebbe non un virus, ma l'altcraziwK d'una molecola. Quc,te sono le deduzioni del dott. Sherif, del Karolinska-lmtitut a Stoccolma dopo una lunga serie d1 esperimenti sull'uomo c sull'anim:tle. Secondo l'autore di questa nuo,·a t<:oria. il cancro si mamfcsta in ~guito ad un'alterazione specifica ndla molecola dell'acido ribonucleinico (RJ'\ \ ), la molecola p•Ù Importante della cellula. che assume una dispos•zwnc anormale. L'autore è riuscito :1 trasportare la molecola nnurmale da un paziente senza cellule cancerignc negli animali che, in seguito, svilupparono un tumore la cu i provenienza umana fu dimostrat:. attraverso la tecnica immunologica. L'insorgenza della mnlignità nel processo patologico è definita come un « p:lssnggio indono della configurazione nella struttura mac.-omolccolare dci R:--rt\ citoplasm:ttici. ar quistando una deformità tridimensionale specifica attra\eno la sequenza delle basi p1rimidiniche :). Questa deformità molccoktre si riflette su un p1ano superiore dell'orga nizzazione cellulare e si manifesta attraverso la rottur:l. totale della cellula con espulsione dt>IJ:J molecola anormale negli spazi extracellulari. La progressione della malignità dipen dcrcbbc poi dalla diffusione extracellubrc della strutt ura molecolarc anormalt:, racco lta cd imitata dalle cellule circostanti. Quindi, sarebbero decisivi nella progre~s ione della malignità non la divisione attiva delle cc.:llulc can(erigne. ma la presenza ed il raddoppia mento della molecola anormale di RNA cd il suo passaggio nell'organismo da cellula a cellula con conseguente distruzione cellulare. La molecola anormale può essere dimostrata nel tessuto umano dell'organo imano auraverso la colorazione specifica ed al microscopio alla luce ultravioletta già 4-S anni prima della comparsa della cellula canccrigna. Le cause di quest'alterazione molecolarc possono essere dci fattor i interni cd esterni. inclusi i virus.


Un metodo nuovo per la diagnosi di cancro mammario. Due ricercatori britannici, i proff. J. I byw:1rd c R. Bulbrook, avrebbero scoperto un sistema in gr:~do <.li accertare l'eventuale presenza di un cancro mammario nelle donne. 11 metodo è basato sul tlosagvio di ormoni; un tasso anormale tli ormoni farebbe sospettare !.t pres<.nza Ji un cancro mammario. 1-byward e Bulbrook hanno sistcm:nicamente eseguito per cinque :Jnni questo metodo nei confronci di 4.850 donne, di clà ,·ariante d:~i 35 ai 55 anni. Di queste donne, 19 presentavano un anormale t:Js~u di ormoni c proprio tali donne sono state riconosciute affette da cancro mamm:uio.

Un nuovo metodo per individuare le cellule cancerogene. L'n nuovo nwwJo per inJI\·iduarc le cellule cancerogene meJianre la r:tpida osservazione della loro capacità di assorbire e riflettere b luce è staLO imentato Jn un fisico della Columbia Universit)', il Jott. Louis A. Kammtsky. Il procedimento del dott. K:~mcntsky '' bnsa sul fatto che le cellule del cancro contt'ngono una quantit:, di acidi nucleici superiore a (1uclla delle normali cellule del corpo umano. Gli acidi nucleici assorbono solo certe lunghezze <.l'onda dei raggi ultravioletti. Kammcnt~ky esamina prrtanw le cellule con raggi di diversa lunghezza d'onda, e riesce 1 stabilire la presenza o meno di acido nucleico e quindi del cancro.

Il pentafluoroaeile terapia degli epiteliomi cutanei?

H Centro .\1edico dell'Università della California sta esaminando le proprietà terapcurichc di un unguento rivcbtosi di notc\·ole efficacia nella cura Ji alcuni tipi di tumori epidermici. Il dermatologo dotr. Theodorc A. Tromovitch, ha riferito all'Associazione .\1cdica della California sull'andamento di una ~cric di esperimenti eseguiti con una crema contenente pcntafluoroacilc, un composto chimico gi~ usato, ma con scarso successo, nella terapia di ncoplasic di organi interni. In venti casi si sarebbe ottenuta la gu:1rigionc in due seHimane: da un anno non si snrcbbcro notate recidive. Il dott. Tromovitch ha aggiunto che il traHamc:nto neccssit.t ancora di almeno cinque anni di sperimcnrnione. ~enza cioè che si abbiano recidive, prima di essere giudicaw efficace dal punto eli vista clinico. La crema possiede anche un effetto collaterale, quello di ringiov;10ire la pelle tramite un intenso <f pecling:. c di far scomparire le ru ghe. qualora. (lopo il 1rattamento, l'epidermide venisse esposta ai raggi solari.

Chemioterapia efficace del cancro cutaneo. una nuova chemioterapia estremamente semplice sta dando ottimi ri~ultati al dr. Klein, del Roswe ll P:~rk Memoria! lnstitute a Buffalo (Ncw York). Sperimentando con due farmaci il 5-fluorouracile (5-FUI ed il tri-etilene-imi no-bcnzochinone (TEIB), ha


notaw che l'applicazione locale sotto forma Ò1 pomata o di soluzioni di questi medicamenti fa scomparire nel 95-98~ n dei casi il carcinoma a cellule basali e squamose. Per ott<'nerc l'effetto desiderato, è necessaria un:~ certa concentrazione. '\pplicando per es. il T E l B giornalmente per 3-6 giorni, si o~ se n•:~ un a reazione delle cellule cancerigne cht· s'infiammano, talvolta dopo minuti, talvolta dopo ore, per scomparire poi clcfinitiva mente. Secondo il dr. Klein. le cellule cancrrigne diventano ~emihi l i oppure svilupjXlno un'allergia \"Crso il medicamento. Non compaiono effetti indesiderabili sulle cellule nor mali e, praticamente. non residuano cicatrici dopo la scomparça delle cellule canccngne .\nche lo stesso Klclll ammette che 1 mttO<.Ii accettati d<:lb rocntgenterapia c della tempia chirurgica !>iano i migliori nel 90 de1 cancri cutanei, ma solo se questi sono dci singoli nodu li che occup:mo delle :.rt·c piccolissime. Quelli più estesi richiedono un :.1 ltro tipo di cura.

Un nuovo preparato antileucemico m Francia. Ricerche sulle leucemie, IStituite ncll'lli'>pìtal Saint-Louis da J. Hcrnard e coli. h:111n,. portato alla scoperta di un nuovo preparato b ru hidom icina n 13057 RP contro la leucemia lìnfoblnstica acuta. (>uesto nuo\·o antilcun:rnìco è un antibiotico ad azione antirnitotica isolato da coltun· di strtptomyces coemleorubJdu.• sin dal l Q63 eh altri studio' i franct'si, che ne a\C\ ano rilevato l'atti\·ità citoto\\ica su cclluk tumorali pro\·cnicnti da tumori di Ehrlich. Il preparato è stato matu in IO pazienti, in cui rutti gh altri farmaci classici eran11 ~tati inefficaci: 4 di C$çi vennero a morte per seuicerni.1 ed emorragia a brevissima distanza di tempo dall'inizio della cura, pa le loro condizioni gra\ issime - e non ci si poté rcnùere conto dell'effetto terapcutico - : 6, invece. se ne giO\•arono (in 4 si ebbe una remissione completa. in uno parzi:.lc, in uno un insuccesso parziale). Dopo 4-5 giorn1 dall'inizio della cura si pot<; osservare una rapida diminuzione della leucemia c degh altri sintomi della crisi acura. Due ba•nb111ì -;ono ancora in remissione complet:t, a di<tanza di 80 e di 50 giorni. E' ancora troppo presto per .nere d.•tì concreti sulla durat.• delle remissioni otL<:nurc con questo preparato: onde )!li studiosi continuano le loro ricerche cliniche in ta l senso.

La terapia col radium, di t'fletto nel carcinoma delle corde vocali. l portatori tli c<Hc1noma delle corde vocali, curati aii'Unl\ersiù d1 Jc:n:J, continu:HlO a parlare. Per evitare che i loro malati perdessero la funzione voc:tlc c, qu indi, ancht" il contatto umano. gli special isti di questa Universit:ì stan no aùoperanrlo la seguc111c tecnica, possibile nei tumori circoscritti delle corde vocali. In anestesia locak, \l b un taglio medì;tno e si scopre l.t t"Mtdagine della tiroide; po1. ~i pratica una finestra nella cartilaj:!i ne C\ itanc.lo Ji ledere il paicondrio. l n fine, dur;Hll~ la fonazione, s'introduce l'ago di radium nella corda vocale colpita. La sede dciinitiva dell'ago \"Ìene controllnta sull'immagine radiografica. L'ago mato, ùella lunghena di 22 m m c del di:. metro dì l m m, contenente l ,5 mg dì radium, resta in ~edc per 120 ore. J risultati ottenu ti con questa tecnica ~ono sodd isfacentì: mprat tutto benefico è i l fatt" che la capacità funziona le: della voce rimane conservata.


6ss NOTIZIE VARIE Rivelatore a laser de ll'inquina men to atmosferico. PrC\\O la l'onhwcstcrn Univcr,lt)" , è .stato messo a punto un sistema laser-radar per rivelare le sostanze solide presenti nello smog. 11 num·o dispositivo fornisce un profilo verticale del l'inquinamento atmosferico, in tjuanto indica l'altitu:.line dello smog e la sua dcnsit?l esprc~sa in microgrammi per m 3 di :uia. Il sistema l:lser è particolarmente adatto per misurare le particelle sospese ncll"atmo sfera: la piccola lunghezza d'onda del fascio laser di rubino (p. 0.6943) impiegato in questo dispositivo permette eli rilevare particelle con uiametro dell'ordine c.Ji J..l 0,1. Inoltre il brevissimo impubo (50 nanosecondil fornisce una risoluzione molto precisa dell'altezza. L'apparecchio emette un fascio b~n direrro \erticalmente nell'atmosfera; le radiazioni luminose che, per effetto delle particelle sospese nell'aria, vengono diffuse in senso opposto a quello del fascio incidente, sono ricevu te attraverso un tek,copio e registrate in forma <.h tracCiat<• su un m ··illoscopio. ()uesto tracciato. che rappH·senta la deviazion · in funziom dell'altezza, \iene infine fotografato con un sistema 4' Polaroid :.. Seromlo quanto affermato da i ricercatori che h:mno messo :1 punto e collaudato il sistema. la nuova tecnica sarebbe ass;:~i più rapida, economica c precisa del metodo clas sico chl· consiste nell'eseg uire J'anali~i dei campioni d'aria prebati a diver~c altitudini. raggiunte con l'elicottero.

L a lotta contro l'inquinamento atmosferico in Italia. Dopo il )91{(; l'aria. nella zona di Los i \ n~eles, non ,arà tra~p;:~rentc, 111~1 avrà il .:olore dd \\.hisky e sarà qu:1si impenetrabile all'occhio: qutsta è la catastrofica pre\·isiont fatta, non molto rcmpo fa, da un nuw scienziato americ:tno, il prof. Legihton, per metten in evidenza i pt•ricoli derivanti dall'inyuinamcnto atmosferico. ln Europa l;~ situazione non l. ancora così tragic:-1, ma il problema comincia ad essere considerato 111 tutta la sua gra\·ità. Anche in lta li.1 si aV\'erte già. ,pccie in alcune zone urb.1nc più densamente popolate. 1 fenomeno dell'inquinamento a tmosferico; per combatterlo, l'anno scorso è entrata in \ igore l<l lcg;;e c antismog • c proprio in questi giorni è stata apprm·ata la prima pane del relativo regolamento, preparata dal Ministero della Sanità, e che riguarda una delk tre fonti fondamtntali di inquinamento. cioè gli impianti termic1 (le altre due sono lt lavora7ioni industriali c il tr:tffico motorizzato). Statisticamente gli impianti termici (cioè quelli per il r iscaldamt"nto delle ahitazioni c degli ufficit costituiscono la più cospicu.t e prco.:cupante forma di inquinamento atmosfe rico per i centri abitati: perciò è stata data l<>ro la precedenza. La ccnt raliz7nione degli impianti termici. cioè la costruzione delle cosiddette ~ cen trali di nscaldamento » capan di alimentare un Intero gruppo di fabbricati o un imero quartiere. costituiSCe uno dei sistemi per limitare l'in4uinamento, c perciò le nume d isposizioni ne f:woriscono il sorgere. Cii impi:1nti di gr:~ndi dimcn,ioni, inoltre, disponendo di camini di maggiore altezza. hanno la po~sibilità di facilitare la dispersiom· naturalr dci prodoui clelia combustione. Il regolamento pre\'cdc l!lfatti che il contenuto mas~1mo di particelle s<,lidc contenuto nel fumo emesso dagli impianti term ici sia di 0.25 grammi per metro cuho; si tratta ciofdi un fumo che ha una tra.,parcnza quasi totale e che ri,ulta appena percettibile in armo


sfera chiara. Questo contenuLO può però essere aumentato percentua lmente in relazione alla potenzi:tlità dell'impianto ed alla altezza di sbocco del camino, in modo che ogni punto dell'area circost.1ntc h quantid di sostanze solide ricadute rimanga coswnte. l camini più alti, poi, facilitano la dispersione dei composti dello zolfo emessi dalla combu stione, c che per il momento non possono essere ridotti da alcun mezzo tecnico; l'unico modo per ridurne la pericolosità è quindi il fa,·orirne la dispersione. Anche per il contenuto di anidride carbonica sono fissati i limiti percemuali; gh impi:tnti di una certa poten7.ialità dovmnno inoltre essere dotati di apparati rivelatori tl i queste qua ntità. Infine è stata presa in esame :1nche la temperatur:l del fumo :1ll'meita del camino che ~ srata fissata in 90 gradi, allo scopo di e\ltarc la contlcnsazione del vap •re d'acqua, e quintli la formazione di acqua che, a contatto con l'anidride solforosa, creerebbe l'acido solforico. Da ultimo. ~ono previsti tra l'altro numerosi ed approfonditi controlli con numerose e ripetute analisi. c sono ~t:lti fissati i criteri ai quali donanno uniformarsi i nuovi impianti. Per quelli già esistenti, entro sci me~i dall'entrata in vigore del regolamento verrà compi uto nelle zone clelia pen isola interessate un censimento che incJichcr:ì quali dovranno essere adattati in hase alle nuo,·e norme.

Un nuovo prodotto per lo smog delle città. Uno dei fattori più pericolosi dcll'inquinamenw atmosferico è l'anidride solforosa immessa nell'aria con i fumi delle combustioni. Ora, due industrie americane. la c Ethil Co. :t c la c Edison :t. hanno messo a punto una pre~tigiosa sostanza che addizionata agli oli combustibili riduce molto sensibilmen·e l'emissione dell'anidride solforosa insieme con i fumi dalle ciminiere delle industrie e dai camini degli impianti di riscaldamento. L'additivo - evidentemente coperto da hrc\'ctto - è stato battezzato con la sigla c C 12 :t ed è stato sperimentato con successo in numerosi impianti. Un gallone c mezw di quesm sostanza mesculam a 52 mib galloni di nafta è mfficiente a ridurre del 40 per cento il contenuto di anidride solforosa nei fumi.

Coltivazione di spugne per combattere l'inquinamento delle acque costiere. Tre scienziati americani hanno proposto di comh:mcre l'inqu•namento dC'llc acque in vicinanza delle zone costiere mediante un tipo di spugna che ha la facoltà di assorbire c di distruggere gli agenti h:Jttcriolugici che sono la causa dell'inquin:uncnto. Sulla hase della propo~ta dei tre \tudiosi. le spugne in questione verrebbero colti,·ate in grande quantità sul fondale marino di quelle zone do' e la percentuale di 1nquinamenro è più alta che ::~ltrove. I microbiologi Pcter Madri, George Claus e Sreven Kunnen- che hanno illustrato la loro proposta ad un reccntissimo Congresso - hanno dichiarato in un'intervista che se si potesse coltl\'are questo tipo di spugna in grandi quantità su• fond::~li, l'inquin:-emcmo delle acque ad opera di batten potrebbe essere grandemcntt ridotto. I tre scienziati hanno spiegato che la spugna del tipo "redbeard » (barbarossa), ha c un enorme appetito :t per quanto nguarda l'c eschench.a coli :t , che è appunto uno de• batteri maggiormenre rcspomahili dell'inq uina mento delle acque. Da esperimenti condotll in laboratorio è stato appurato che « la capaciti't da pane della spugna "rcdheard" di distruggere i batteri è trent:t '·olte m:tggiorc di quella dell'acqua marina :t.


'e! corso di uno dei loro esperimenti gli studiost americani hanno cattur:tto un numero ~·levato di spugne « redbcard, lun~o le coste di Long lsland c le hanno collocate in due \C:rb:ttoi, aggiun~.:endu poi all'acqua marina degli agenti battt"riologici per inquin:~rb. Dopo sci giorni, nei scrbatot dove erano ~rate collocate le spugne il numero dei haueri contenu ti in un centimetro cubo d'actlu:t rra di cinquemi la, mentre in altri serhatoi Ju,·e le spugne non avevano esercitaro la loro uione purificatrice il numero dei baueri in un centimetro cuho d'acqua em di oltre un milione.

Impianti di desalazione per lo Stato del Qatar.

li Qatar. Stato del Golfo Ar:~hico, h:~ eme~so un ordine del valore di oltre un milione di sterline p<:r due impianti di distillazione drll'acqua marina prc:~so la Weir \Vc:stganh of Rritain. Essi s:lr;nn o costruiti nrc:sso Lt capitale, Goh.1. I due impiami 'aranno unirà di distill:.tzi~nc a espansione rapida a più stad i, nelle quali l'acqua '<tlata 'te ne ri~caldata sotto pressione, d t modo che non bolla, c quindi tra~.formata in vapore in c:uncre successive a pressione più bassa. Il vapore poi si condensa tn acqua potabile. La principale produzione de i tlue nuovi impianti sarà acqua potabile per bere e ~copi domestici. Ognuno di t•ssì prcxlurrà 4.5 mi lioni Ji litri al giorno. Il Qatar, una regione di circa 103.000 Kmq .. con una popolazione stimata di 80.000 abita nti, soffre di gr:we scarsità th acqua e ~i~ da :~kuni :mni f:l .tffithmemo sulla desalazione per integrare le forniture naturali.

Un filtro eliminerà dall'acqua il virus dell'epatite. Tre scienz1ati americani dì St. Louis, i dott. Fields, Johnson e Darnigton, cred ono di aver scoperto il mezzo rcr eliminare dall'acqua il virus infe ttivo dell'epatite. J tre. :1 conclmione di una serie di esperimenti, hanno messo a punto un fi ltro a base di materiale Ji tipo resinoso che può avere forma granulare o liquida. Gli esperimenti hanno <limostra to che il filtro in questione rimuove più d el 99 pe r cento tlci virus della poliomielite Ja acqua contaminata a rtificialmente. li virus della polio è stato usato perc hé più faci lmente disponibi le per gli esperimenti in l:1borawri o ma, come ha Jeno Fields, non vi è alcun motivo perché altri virus, come quello dell'epatite, non possano rimanere bloccati nel filtro. Il principio ch imico è itlentico.

Filtro da borraccia per acqua m elmosa. L '« \rmy's Limired War Laboratory, (Laboratorio dell'Esercito per la Guerr:t Limitata) di Aberdeen (Md.) ha recentemente prodotto un dispositivo portatile per fi ltrare l'acqua mdmosa dei terreni della gi ungla). Questo dispositivo, costituente dota z io ne indiviJuale del soldato st::nunitcme, è formato da un doppio filtro, applicabile alla bocca della borrac-.:ia, e da un tubo di adduzione che porta ai filtri l'acqua pres:~ dagli acquitrini. I f iltri hanno l:J c:lpacità di tra ttenere particelle di dime nsioni ~uperiori a 10 mtcron c di rendere più potabile l'acqua così depurata. Quel che caratterizza il d ispositivo suddetto è la sua estrema semplicità costruttiva c la praticità del suo impiego.

5· - G.M.M.


In so~tanza l'acqua da esso f1ltrata sarà p!U accettata al palato e preparata pe r essere steri li:t.zata con una delle com uni sostanzt: chimiche in dotazio ne ai singoli combattenti.

(Popttlar Mechamcs 3-19671.

Cinquanta milioni di dollari per studiare e malattie cardiovascolari.

rapporti tra diete riccht• di grassi animali

Un comitato di c:~r<.liulogi c <.lietisti amcric:tni ha invitato in ques ti giorni il Cuverno Americano a finan z1are una inchiesta su ba~e nazionale des tinata :td :1cccrtare ~c le malattie di cuore po~\ono essere ridotte abb;hs.:>ndo si;~ d tipo che J';~mmontarc del!~ sostanze g rasse contenute nella diC'la dell'americ<lno medio. Si trJtta del «Comitato Esecutivo sulla Dieta e lt> Malattie di Cuore », che negli ultimi due anni ha est'guito una serie di osservazioni spt·rim cntali per co nto d el Covcrno Federale: su 2 .400 uomini appartenenti alla classe media. fra i 4'5 e i 54 anni. nelle- ciu.à di Baltimora, Roston. Chicago, Oakhmd, ~ inne:tpolis c St. Pau!. l multati delle osser\'azioni 'ono stati c'po~ti nei giorni scorsi dur:mtc il Congre,so An nuale delJ'cc American Mcdic:1l t\;sociation », :td Atlantic C ity. L 'appello del Comitaco rispecchia la cr<·sccme p reoccupazione di una vasta parte dell'opinione pubblica americana per il cominuo aumento delle morti causate da mabnic cardiache. D::~lle osservniom eseguit\: il Comitato ha co ncluso che i gras~i animali tendono a formare depositi su lle pareti in terne d elle ve ne c delle arterie. Ciò può c!ctcrminare l'insorgere di una cattiva circolazione s:tnguignJ cd eventualmente provocare infarti e altre forme di disturbi mortali. Il Comitato dei cardiolog; c dietisti ha tutt:tvia ammt•sso che le osscn·azioni condotte nei due ultimi anni non consentono di :~rriv:tre a conclusioni precise circn la relazione fra malattie cardiache c diete ric:che di g rassi animali. Occorre perciò estendere lo studio ad un numero maggiore di soggcu.i. Esso ha tJuindi proposto che il Governo Federale finanzi una inchiesta quitl<.JUennale da condurre su almeno iO.OOO americani. li progetto potrebbe venire a cmtarc, secondo i preventivi del Comiwtu, circa 50 mi lioni di dollari. Gli esperimenti normalmente eseguiti ùal Comitato si basano sull'osser vazione degli effetti prodotti dalla somministra7.rone di diete basate esclusi,·amente su sostanze a basso co ntenuto di g rassi saturi c di colesterolo.

Le moderne tecniche dell'irradiazione degli alimenti contribuiranno a vincere la fame nel mondo. 11 Cinqu ecento milioni di esse re umani su una populazion<• tot:l le di ci rc:1 tre miliardi e mezzo - soffrono la fame, c circa un miliardo di persone hanno un'alimt'ntazione non equilibrata per mancanza di proteine. D;~to che, secondo 1.: pre,·i"om. la popolazione mondiale ~upcrcrà i sei miliardi c.li persone nell'anno duemila, si arri,•a alla conclusio ne che, per soddisfare la domanda. le riso rse alimentari d isponibili dov ranno essere triplicate) . Questo testo è tratto dall'introd uzione al Primo Rapporto di attività del progcu.o di ricerca di Seibcrsdorf ~u ll'irradiazionc delle derrate alimentari. pubblicato dall'. \ ~cnzi.1 Europea per l'Energ ia Nucleare d ell'OCSE. Jl progcu.o h:1 lo sçopo di imraprr ndcrc


ricerche sulla conscrv:1710ne degli alimenti tramite l'irradiazione. Tali ricerche vengono compiute da ll' l ~tituto d i Biologia c di Agricoltura di ScibcrsdorL pre>so Vienna. Il rappono sottolinea che circa il vcmi per cento del raccolto alimentare mondiale viene perduto a causa degli insufficienti mc;.zi di consenazionc. Per un gran numero di prndotti a !imentari vengono utilizzati metodi di conscnazione classici: essiccazione, tratt;Jmento term1co. surgelamcnto. trattamento chimico. ~fa nuo,·e possibilità \engonu offerte d:~lle nuove tecniche d i irr:~diazionc che permettono di prolungare sensibilmente la durata di consen·azione degli alimenti freschi. riducen<.lu così !t: difficoltiì di dimibuziune t: di traspvrto, cd il bisogno di ricorrere ad altr1 procedimenti di conservaziOne, spesso costosi e scomodi. fl deterioramento ,Ielle dt'rrate ~ causato in primo luogu dai micr<Klrganismi. Il congelamento ritarda questo processo, ma presenta incon\'enienti che potrebbero essere notevolmcmc ridotti con l'utilinazionc delle tecniche di irradiazione. E' tuttavia necessario proct·dere prima a ricerche molto avanzate sugli cftetti dell'irradt.tzionc sugli alimenti. in particolare per qu.u1to riguarda la commestibilit3 c l'in nocuit~, c wli ricerche sono lunghe c multo costose. Allo ~copo d i stabi lire le condi7.ioni che permettono la consen·:uione dei prodotti con una do~e di irradiazione minima. sono stati fatti studi sugli dfctri ottenuti variando l'::tppliculone cd il genere di irradiazione, o combinandola con trattamenti termici o chimici. Nel caso tli trattamenti combinati, è ~taro constatato che l'effetto mas~ i mo veniva ol!\;nuto tluando il uattamenw termico e l'irraJi:wione t•ranu applicati simultaneamente. La combinazione dell'irradiazione con il tr<tltamento chimico pnmettc invece di ridurre note\'olmente 1.1 quantità di prodouo chimico necessario: c co,ì, ad e~empio, la concentrazione d1 acidu benzmco normalmente nccessana per 1mpethrc lo s\·iluppo dei lieviti nei succhi di frutta potrebbe essere ~ensibi lmentc ridotta se fo~se combinata con l'madiazione.

L a profil assi con metisazone nella lotta contro il vaiolo. Una interessa nte confercnn, d i alto va lore tluttrinario e prauco. è. st:tta tenuta presso l'Istituto Superiore di Sanità, dal Prof. Henry Kempc, Capo del Dipanimento di Clinic:1 Pcdiatrica nella Scuola di Medicina del Colorado, a Dcn,·er !USA). La dotta c~pos i zione h:t ricordato che l'azione profilattica del mt•tisazont• contro il vaiolo è \tata \aggiata in indi,·idui ,·enuti a contatto con malati di \'aiolo ammessi all'Ospeda le per Mala tt i~: Infettive di Maclras nel 1903. La profilassi con mctisazone fu iniziata 1-2 giorni dopo l'ammissione all'osped:1le. Un eguale numero eli contalli fu tenuto sotto osscn·azione senza somministrare tale preparato. E' stato tenuto conto del numero d i casi di vaiolo occorsi tra i tl ue g ru ppi Ji contani durante un periodo d i osscn·aziune durato 14-16 giorni. T ra i 2610 contatti a cui era stato somministrato il mctisazune. furono riscontrati 18 casi di vaiolo (0,69°<1 con 4 morti. Tra i 2815 soggeni non trattati. ci fu rono 116 casi con 21 morti. L'l minore incidenza tra i soggetti trattati è significati,·a. Il gran numero di casi nel gruppo d i contatti che non ricevettero nessun trattamento, sta ad indicare che il vaccino da solo non è sufficiente per una totale protezione, dato che la magginr:111za di questi casi erano stati vacci n:ui o rivaccinati :t! momento del contatto con malati di vaiolo. La notevole rid uzione nella incidenza tli vaiolo ottenuta quando il metisazonc \Cniva somministrato insieme alla ,·accinazione. sta ad indicare che il vaccino dovrebbe essere impiegato in combinazione con la chemioprofi lassi in m:wiera d.1 ottenere un efficace comrullo della m:~lattia nel corso di una epidemia.


66o La malnutrizione nei bambini ne pregiudica in modo permanente lo sviluppo mentale. Il medico sudafricano Mavis Sroch ha affermato eli essere riuscito per la prima volta nella storia delhi medicina a dimostrare che l'alimentazione inatleguaw dei bambini, in fase di sviluppo può seriamente pregiudic~trr le loro facoltà mentali. Parlando a un convegno di c~pcrti sulla malnutrizione nd montlo all'Istituto di Tecnologia del Massachusens, a Boston, lo scienziato ha esposto i risult:Ht di studi da lui condotti per un pericxlo di untlici anni su un g ruppo di bambini abitanti in un quartiere povero di Città del Capo. «T bambini che sono cresciuti in uno ~taro dt malnutrizione dnlla nasciw - ha detto Stoch - presentano conformazioni crnnLche più piccole de l normale, le loro capacità intellettuali sono inferiori n quelle degli altri bambini delb ~ressa età, c trovano inoltre difficoltà a coordinare gli impulsi tra il cen·ello et! i centri nervosi~Lo studioso ha aggiunto che :~nchc dopo 1·hc i bambini sono stati presi in cura da urgani7.Za7iuni che h:~nno provveduto a nutrirli in modo adeguato, le loro capacità mentali non sono migliorate. Sulla base di t]Ue\ti rile,·amenti lo studioso ha formulato la teorta che la m.tlnutrizione ne t bambini pregiudica in maniera definitiva c permanente il loro S\ tluppo mentale.

Vaccino ad effetto quintuplo. 1'\ellr « Bchcring,,crke ) tli Mnrburgo è stato sviluppato un vaccino ad effetto quintuplo e cioè contro il morbillo, la poliomielite, il tetano, la difterite e la pertosse. Dopo dettagliati c~ami e controlli, "·olti a p:mirc dal 1964 in cliniche uni,·ersitaric come pure da numero~i medici, il farmaco ha dimostrato non soltanto di essere efficace ma di non presentare neppure spiacevoli fenomeni concomitanti. TI nuovo medicamento è stato reso di ragione pubblica in occasione tlella ricorrenza del cinquante~imo anniver~ario della morte del Premio Nobcl Emil von Bchring, al Com·cgno, smltosi a \Viesbaden ai primi di aprile, della « Soci<'tà tedesca per medicina interna~li « Quinto-Virelon ~ - qucsra è la denominazione data al f:mnaco - è composto di virus inattivati della poliomielite d ci tipi l, 11 c lll, di tossine superpurificate della difte rite e del tetano, eli bancri inattivati della pertosse e di prodotti di deri\·azionc del ,·irus del morbillo. L1 \'accinnionc può essere già fa tta ai lattanti.

L a lebbra: pericolo e profìlassi. Vi sono per lo meno l l milioni di ca~i di lebbra nel mondo, dt cui meno di 1 milioni snno in cur:l. L:~ malattia l: in continuo aumento c si prevede che nei prossimi 5 anni il numero dei nuovi lebbrosi sarà aumentato di un altro milione. La lebbr:1 predomina nell'Asia con 6 milioni c mezzo, !"Africa conta 4 milioni di casi. Un fortr aumento della malattia si sta verificando nelle nuove colonie del territorio delle Am.t7:wni, nel Perù, che non si riesce di arginare con la sola terapia medicamentosa dci malati. La vaccinnione in mnssa col v:1ccino BCG va consideratn come la contromisura più importante, ma spesso si deve rinunziare alla proYa tubercolinica preliminare per varie ragioni {difficoltà specifiche del traffico, insufficiente collaborazione della popolazione, specialmente quando si devono praticare alcune iniezioni in ogni indi,·iduo da vaccinare).


G6r La lchbra ha un ruolo assai mmore negli Stati Uniti tl'.\merìca. dove si segnal.uw 350.000 cas1 circa. In Europa esistono ancora 52.000 ras i, cd :~ I tri 33.000 nell'Oceania. F orse debellata per sempre una dclk più gravi forme di malaria. Uno studioso di Kamas City ha scoperto il modo di combattere le forme più ostili di rnalnria mcdi.tntc la l"omhin'lzÌonc di due medi,:mali. uno dci quali \iene prodotto da una sxict21 farmaceutica iraliana. Il dott. Jhun D. Arnold. diretrorc del Labor:llorìo di Medicina Comparata dell'Ospedale Generai<' dì Kam;1S Cit\· e noto ricercatore nd campo lklla terapia anti-malarica, i': nuscito con la sua scoJXrt.l. a \'Ìncere d falciparum. una formJ di malana resistente ad ogni med1cin:~le finora cono\ciuto, t c he recentCml·ntc ha colpito migliai;l di ~oldati americani d i sr:1nza nel Vietnam del Sud . Il medìcin;lie è composto di tr imp<'thopr im c di sulfamethossìpirazina. entrambi prodotti antihanerìcì. Il primo i': prodorro dalla « Rurrou.l!hS Welkome » dello Stato dì :'-Jew York, il ~ccondo dalla sccictà farman·uuca itali.ma Farmit;ll.a . Il don. ,\rnold ha contlotto con successo i -.uoJ esperimenti su un1hn 'ulonun. tutti reclu~i ndL1 prigiont: dìmettualc di Kansas City. Ai prigionieri. il clou. Arnold ha inìcu;lto il paras~ita del falriparum, somministr:mc.lo qui ndi loro il suo medicinale. Dieci dc1 pazienti 'ono guariti 'enza diffi coltà, con un'l ~ola do\l'. mentre l'unJiCc\llllO ha dovuto prenJert: due dosi dd medicinale. Usati in combinazione, i due prodotti rhe compongono d medìcin.dt: impediscono b sintesi o l'asnrbimento dell'acido folico, un prodotto dt'l metabolismo nr.:essario per la produzione ddl'aciclo clesossirihonudeìco (DN :\). Lo ha affermato lo ~tcs~o <lott. A rnold, dando notizia della sua \Coperta in un documento indirinato alla Soe~rtà Americana di Mcclicin.1 c Igiene Tropicale, che ha sede a F J!.1delfia. Il composto viene attualmente sperimentato cl ìnicamcnre in Etiopia c: in Nigeria sotto la direzione dd dott. Luigi :\rnold. Esso i· stato provato in ventici1H1ue prigioni africane. c in tutti i ca\Ì c:s~o ha vinto con succe,~o la forma più ostinata della malaria di tipo falnparum. Allo studio la produzione di vaccini irradiati contro echinococcosi, malarica c tripanosomia~i.

In una riunione dì venti specialisti di dodici paesi. svohasì a Vienna, sono stati esaminati i risultati dci lavori condotti rongi unwm cn te dall'i\ TC.\ (Agenzia Internaziona le dell'Energia .\tomìca) c: dalla FAO per combattere le mabttìe parassìtarìt·, ~recialmcnte nti paesi in via di S\'iluppo. Si ì: wnstatato che certi \·accinì prodotti mediante irradiazioni nucleari hanno già d:no buoni ri,ultoti. l due primi vaccini creati con metodi nucleari Yengono già adoperati con successo nella lotta contro una mabttia del bestiame, la « d ìctvocaulus fi laria ». Prossimamente Ycrranno messi in commercio altri due 'ace in i: uno co.ntro la ~yngamus tra.:healis • del pollame. l'altro contro gli anchilostomi del cam' . Quest'ultimo i': parricobrmc:ntc intere~~.wte poi eh~ fa pensare che si giu nger:t a produ rrc anche un '"ace i no contro l':lllchi lostoma dell'uo mo. Sono stati ìmanto ottenuti risultati p reli minari molto promettenti d'immunizzazione contro tre: malattie para,\itarie dell'uomo: l'echinococcosi, la malaria c il tripanosoma (malattia dd ~onno) . E' \tato deciso di continuare intcnsamc;nte i la,·ori in questi campi, insieme con lo stud io d i produzione tlc:i ,·accìnì.


662 M etod o di controllo per l'anestesia. Presso 1'« Istituto di Ricerche per la costruzione di A pparecchi Sanitari , dell'U.R.S.S. alcuni rict;rcatori hanno rea lizzato un indic:nore del grado di anestc~ia cld paziente. b;t\ato su un elettnxn.:-efalografo. Esso è d'impiego notevolmente ~icuro c semplice. Sulla nuca e ~ulla fronte dd pniente vengono app licate de lle la mi ne metalliche c hc capta no le correnti elettriche del cervello c le inviano all'encefalografo. 11 pennello dett~onico descri,·e sullo schermo una curva che riflette i più minuti proce~,j che si ~volgono nel cervello: conrem por:lneamente, la punta scrivcrue del registrato re traccia sulla carta l'elc u rocnccfalograrnma. R:ma seguire l'indice dell'apparecc h io per ,·edere l'andamento dell'anestesia: se c~so tende a fermar\i nel settore giallo del quadrantl'. l'anestcsta è: insufficiente, se si sposta nel settore 1erde, tutte> è pronto per l'operazione, m :-t se p:~ssa nel seuore rosso vuoi dire che l'anestesia i: troppo profontla e bi~ogna ridurre la somministr;tzione dcll'ane~tetico. Mentre 1:1 tecnicn dell'anestesia sa è nott.:l olmenlt' svilup pata, i rn~:rodi di osservazione atl essa rcl:.lli1·i sono rima~ti fìnor:J pressocht: immutati (controllo dd colore de li:~ pelle, estensione delle pupille, frequenza della respiraziOne). li nuo1 o metodo di controllo dol'rebiX" assicurare la sornministrazionc della giusta do~c di anestetico, i nclipcndentcmen tl' da !l'esperienza c dall "intu izione de ll'an" te\ i'ta.

( \'otom. ~H-1%71.

N uovi app:1recch i p er l'an estesia. L'.,- Istituto di Ricerche Sm·ietiw mgli apparccd1i Sanatari :) cd il gruppo tli produzione « Krasnogvadécts :) di Lcningrado hanno realizzaro una ~crie di nuovi apparecchi per l'anc~t~sia nei quali l'anestetico può c'sere intnxlotto inJifferentcmentc con J'os)igcno o con la mtscda ossigeno-aria, si posMillO trasformare allo stato gassoso gli anestetici che in condizioni normali wno liquid i e si può dosare esattamente, durame l'operazione, la {]U:llllità di anestetico indispensabile. Questi appart.:cchi permerrono inoltre di effettuare la rcspiraziont· artificiale controllat;l, indt\ilensahik a sostenere le funzioni ,·itali dell'organÌ\1110 dur.1ntc l'opernionc quando per una ragionL' qun lsiasi la respirazione propria del mabw 1 iene a lroYarsi in difficoll :a. Quello denominato < Polinarkonc • i: un ;1pparecchio uni1ersale nel quale l'aneste~istn può utilizzare tutti i normali anestetici, q u ali ctcre, fluorcrano, cloroformio, protoss ido di noto, trilcne e ciclopropano. Il suo i m piego è particolarnwn tc ind icoto nei c:t~i di opt:razioni lunghe e complicare. L'apparecchio . arkont• • funziona imne soltanto con ererc o protossido d':1zo w, me ntre il « Na rkone Il •· per mette l'im piego anc he dd nuo rewno e de l ciPro form io. Entrambi questi apparecchi. hcnchl: ahhiano pos~ibilità più limitate dd •· Polinarkone », ~ono d'impiego molto semplice e portaùli. Sia il ~ Polinarkone " che il « Narkont.: Il :1> po~sono funzionare :1 ci rcuito chiuso, in cui il miscuglio ga'·'o~o di anestetico che arriva a i polmoni non 'ic:ne espirato nell'atmosfera, ma ,·iene recupcrato. purificato dall'apparecchio cd im iato di nuovo ai polmoui . In tal modo si C'conomia:.J l'o~~igcno c l'anestetico non inquina l'arin <.Iella ~ab operato r i:~.

(.\'orom. 2'>-5-19671.

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Assoluzione piena per l'alotano come anestetico. Una speciale Commissione deii'Accademi~1 Nazionale delle Scienze c de l Consi1.rlio ~azionalt' delle Ricerche ha annunciato che l'alornno, diYersi anni or sono .;l'S~o in stato d'accusa in alcuni casi di lesioni al fegato tra pa7ienti ~ottoposti ad intenenti chirurgici, ì: uno degli anestetici di uso generalr più sicuri. Il r::~pporto preparato dalla Commissione, dopo una \'a\ta indagine di q uattro :~nni nel rorso della qu:tle si è avvalsa de l contributo della Facoltà di Mcdicim dei]J Stanford University, ~i ha~a sulle inforrn~t7ioni relati ve a !!56.000 pazie nti che, tra il 1959 ed il 1962, furono ~ottoposti ad anestesia in 34 o~pedali americ<l ni . Secondo il rapporto. un terzo dei pa7icnti fu anestetizzato con l'almano e il resto con :!Itri .1nestetici di uso comune. Si \crific::~rono nella massa degli operati \olo nove cnsi inesplicabili di lrs io ni al fegato. Nonoswnu: le ri cerche, non si riuscì ad esclude re comph.:t;lnK:nre la rc:spons;,bilit~ de ll'alotano. Le conclmioni principnli raggiunte da lln Commissione d 'indagine sono le segutnti: 1 danm irreparabili al fegato p<:r dfetto deiLtnl·stesia c degli inter\'enti clururgici sono rari; - !':.dota no non è affatto un anestetico peri coloso. Anzi. è altrettanto sicuro r 1wrsino più sicuro di altri tipi cti anestetici di uso generale. La sua ~ic:urezza è dinw~tr:lta da un.t murralir:1 rom plcssi,·a dell'l ,H/ per cento. rispetto ad una meJia jX'r rutti gli anl·~tetici dell' J.<H per cento: non \ 1 '>OllO pro,·c dalle quali risulta fondata 1\n vertenza del fabbricante cui l'almanu sarebbe pt·ricoloso per i pazienti con m.tlattie acccrt.Hc al feg:tto o alla cio,tifdlea. -

~ccondo

Seicento le persone che vivono nel mondo con il rene trapirmtato. Nel mondo vivono attualmcntt' circa seice 11tu persone che sono state ~ottoposte con successo al trapianto dd rene. Lo ha rc~o noto il dott. Joseph Murray il quale, durante un Seminario S\ olto~i nella l'.tcoltà di Mediçina dcll'Cnin·ro,nà di Dukc. ha fatto le sc.~Ut'IHÌ precisnioni: l t l. l 00 pazienti sono \t :l ti sottopo,ti nel mondo ad 1ntervenm di trapianto n:nalc da l 1950, d:na in cui queo,t;J tecnica è stata impiegat:l per la prima volta; 2) circ:t la met~l dci pnicnti sono morti, ma si tratta in g ran parte di coloro che erano stati OJX"rati dur:1nre i primi dieci anni di appl icazione della nuova tecnica di trapianto: 3) circa i due terzi dei pazienti che sono stati sottoposti ;1 trapianto renal~ durante gli ultimi cinque anni son<> ancora 'i\'i; -11 in circa il 40 dci trapianti di reni, l'organo da trapiantare era ~tato prelevato da c:tda,·eri: 5) i risult:Jti migliori sono stati ottenuti nei trapianti nei quah d donatore era un gemello o un parente stretto dd m:tlato.

Permesso tra viventi il trapianto del rene (il provvedimento è approvato dalla Commissione Igie ne e Sanità della C amera ). Il trat)iantu dd rene tra pc·rsonc \'in:nll t' stato ~lutonzzaro in Italia. 11 pro ,·vedimento i· stato approvato d:t lla Commi~~ionc Igiene e Sanità della Camer:J, in sede legislativa. nel n·~tu

approvato dal Senaw e diverrà legge dello Stato appena sarà pubblicato sulla ( ;.wzetta Ufficiale :..


Ecco le pr incipali norme denate dalla nUO\'a legge: in deroga al di\ieto di cui all'articolo 5 del codice civile, è ammc~~o disporre a titolo gratuito del rene al fine del trapianto tra persone \·iventi. La deroga è consemita ai genitori, ai figli, ai fratelli g-ermani o non germani del paziente che -,iano maggiorenni; solo nel caso che il paziente non abbia i consanguinei elencati o nessuno di essi sia idoneo o di~ponibile. la deroga può ess<:re consentita anche per altri p:trenti c per donatori estram·i. L'ano di disposizione c dcstinnione del rene i n favore di un determinato paziente (: ricevuto cJ,,I Pretore del luogo in cui ris iede il donatore o ha sede l'istitu to a u to rizzato :1! tmpi:t nto. La do nazione di u n rene può essere au torizzma, a cond izione che il donatore a bbia raggiu nto la m::tg· giore ctù, sia in possesso della capacità di intendere e di volere. sia a conoscenza dci limiti della terapia del trapianto de l rene tra \i venti c sia com-tpe\olc delle conseguenze personali che il suo sacrificio comporta. L'ano di don:1zione, che è a titolo g-ratuito e non toller:. l'oppPsJziune di condizioni o di altre determinazioni acces~urie di \'Oiont~. è sempre re\ocahile ~ino al momento dell'intenento chirurgico e non fa sorgere diritti d i sorta del donatore nei confronti del riccq.•nte. Altre norme della nUO\'a legge stahiliswno che il trapianto del rene non ruò 3\'Cre luogo in a~~cnza di u no stato di ncce~~itù. (;]j ultimi articoli ~•abih~.:onu che qualsiasi pattui?.ione privata che prcYedeva un cumpcnso in denaro o alt ra uti litì in fnvorc Jd donatore, per indu rlo all'atto d i d ispo~i.r.ionc c destinazione, l- null:l l' di nessun effetto.

I ciechi " ved ranno>) con gli ult rasuoni e con la televisione. L'ckttronica ha ocnsato anche ai n echi: è imminente l'immt~sione in commercio di una 10rcia ultrasc;nica che aiutcrù i ciechi a spostarsi ron maggiore clisim·oltura. Il piccolo :~ppan:cchio è st:tto e~c•)git:lto da L. Kay, professore d'ingegneria elettron ica deii'Un i vcr~ità di Canterbury, Christchurch, Nuova Zelamb. Ln U ltra Electronics Ltd. ù i Londra sta p ronedendo alla '>U<l produzione in serie su una base comme rriale. ()uesla p:trt i col a r~ torci:J, dctt:1 anche "aiuto sonico». irradi:1 del lr onde ultrasonichc in un f:~srio stretto eli ]0° circa. Queste onde hanno un:1 frequenza di 45-90 ch ilorich :1! secondo e, quindi. non sono percepibili con l'udito dalla maggior parte ùegli :1nirnali e dall'uomo. Le onde rifles'e cbgli oggetti nel rag~io della torcia sonn comertit<: in suoni uflibili in modo che gh oggetti 'ici n i producano una nota pulsante d'intemitJ. bassa e quelli lontani un ~uono d'intensiù alta. Quando \i sono due oggetti nd campo del raggio, 'i \entono due note di eco. Piì• di due e.:hi producon' un modello eli suono complesso; in condizioni stazionarie non si po~sono percepire deg li echi individuali. ma con adatti movimemi del raggio luminoso 'i ott iene un cambiamento nel modello del suono per cui la persona che u~n la torcia i:· capace di di~ti ng uerc delle note c, q ui nd i, gl i oggcu i. Il fun zio na me nto ùi q uesta to rcia ultra ~o­ nira pu0 r.;$sere he n paragonato :1 q ud lo de lla com une torcia a luce con !:1 qua le l'uomo dotato di ' 'ista scru ta il huio . .\-fentre si (: in attes:~ dci risult:lti che si otterranno con que\to nuovo app:1re.:chio. il prof. Kay sta già perfezionando la sua torcia sonica nella \cr\it·nc hi-auricoi:Jrc. applicata dircttamc:-nte alla tesw. col vant,tggio di allargare il campo da ~crutare c di avere le mani libere. Intanto, una protesi tclevistt•a per i ciechi è stata co~truit<1 da un colhhoratore scientifico della l'acolt3 Medica dcii'Unneniù di ~essico, il dott. ,\ rmnnclo de C:tlpo. Cnn l'aiuto d i quest'apparecchio, i ciechi poss·mo distingunc il chiaro e lo scuro c


66) le forme abbozzate degli oggetti. Si tratta d'un sistem<l tebisi\'0 chiu~o. _ ella parte ricevente. i segnali \'isivi sono trasform:ni in stimoli elettrici e trasmessi poi ai centri ottici della corteccia cerebrale, dove producono la sensazione dt chiaro e di scuro. Per ora. l'apparecchio presenta dimen~ioni troppo ingombranti. Lo studioso mcssic:tno lavora al suo rerfezionamento.

Due nuovi procedimenti scientifici per facilitare la lettura ai ciechi. Due nuo\ i procedtmentt sicc.:ntifici, uno allo studw in un centro mcdtco nello Stato dd!' Illinois, l' l'altro in \ ia d i perfezionamento nt.:ll'Istitutu Tecnolo~ico del Massachuserts, potranno iac1litare molto la lettura ai ciechi. Il sistema ideato JH.:ll'Illinois si serve di un piccolo congegno fu nzionante a batterie che c traduce , le parok scritte in suoni. l Ciechi che ne faranno uso dovranno per prima cosa imparar~: qw.:slO nuoYo tipo di alf:1heto sonoro: infatti il congegno trasforma le p;1rolc stampate mediante un sistema di cellule: fotoelettnche - in altrettanti suoni. dalla cui combinazione si ricaYano p:1role c quindi fras1 complete. Il dott. Harwy Lauer, uno studioso del rentro mediw dell'Illinois. egli .r/(sso pr11·o della l'ista, ha <lichiar:no di a\·er personalmente sperimentato il nuO\'O sistema. "ìon Ì' factlc imparare a farne uso egli ha ammesso - ma un:1 volta che con la pratira si riesca ad :-thituare J'or~cchio ai nuovi suoni, esso può \'er::tmente schiudere nuoYi orizzonti per i ciechi . 11 sistema non permette di lc!!'gere velocemente, ma è probabile che ulteriori perfezionamenll rendano la tra~form;Izione del testo scritto in suoni r•ù spedita. TI sistema allo studio all'Universit:\ di Tecnologia del Massachuseu~ imp1ega, lfl· \'Cce. un cervello elettronico centrale che viene collqrato a speci:tli macchine telescriventi capaci di stampare tc,ti ctll sistema Braille:. Questo metodo di trasmissione a disr:-onza \·err.ì impieg:uo principalmente a scopi educativi, per esempio nelle scuole per ciechi. Il suo funzionamento <.~ semplice l' veloce: un insegnante. che desideri ot· tl·nere la copia Braille di un testo scoi.Istico per uno dei suoi allieYi, non dovr:Ì fare ::tltro che mettersi in rontatto con il cen·ello elettronico centrale. h:mcrc sulla tclescri\t.'nte il testo in l(Uestione c rrasmetterlo in questo modo al cervel lo e lettronico. Questi a sua \olta eseguirà la traduzione in Braille simultaneamente, c a l;woro compiuto b ritra,mctterà sulla rice\'ente nell'aub scolastica. L'fsrituto del Massachuseus ha comunic,lto che la Fondazione ( John HarrfoJ :. ha stan:tiato la somma di circa tr~cento mila dollari per la costruzione di Ycnti esemplari del sistema di trasmissione a distanza. che Hrranno impiegati in 3ltretrante s..:uole pc:r ciechi a partire ;I:Jl prossimo autunno.

Patologia tardiva del prigioniero di gut'rra.

Le ronseguenzc tardi\·e della pngwnia tanto da l punto Ji \ista giuridico tluanto da quello medico sono .state il tema ddla Terza Conferenza Internazionale sulla c Patologia dcll:1 prigionia», che si ~· svolta a Parigi su iniziativa della Confederazione Internazionale de~li ex prigiOnieri di guerra. Vi hanno partecipato una cinquantina di delegati, fra i quali numerosi medici c giuristi. i qu:1 li hanno tmcciato un quadro delle malattie di cui gli ex-prigionieri possono soffrire:, nonché delle condizioni necessarie perché tali malanie possano essere riconosciute come postumi drlla prigionia.


666 Le malattie prese in considerazione sono: la bronchite cronica. la tubercolosi polmonarc, il cancro dci bronchi, l'ulcera gastro duodenale, la cirrosi epatica, la colitt', l'artt•nosclcrosi, 1:1 scnescenza prematura, la psicusi c le disfunzioni ipofiso-surren:1li. Sulla b:1sc dci risultati del congresso, le singole a~sociazioni nazionali degh ex-pri~ro­ nieri di guerra tenteranno ora di ottenere dai rispetti\i governi l'allarl!amrnto ddle condizion i richieste per i l riconosci mento dell'im pULa bi lità t! elle malattie ~onseguenti la prigionia.

L'Università Castrense di S. Giorgio di Nogaro; in primavera se ne commemorerà il cinq uantenario. Durame la grande guerra Jc:l 1915 1918. per iniziativa del Comando Supremo, fu isti tuita a S. Giorgio di Nogaro (Udine), a poca distanza dalle linee, una Uni\'er~ità Ca~trense destinata ad accogliere i numerosi studenti dd secondo hiennro delle Facoltà dr Medicina italiane (che prestavano ser\'izio al fronte), durante i mesi invernali, nel corso dei quali era minore l':mività bellica. Essi poterono così freyuentare corsi accelerati di lezioni, che permi,ero loro di poter successi,·arnenre prestare sen·izio sanitario, in quahr3 di aspir:1nti medici (se non anwra laurt·:ui 1. o di const.:guire :1ùdirittura, qu.rndo poS\i · bile, la laure:1 in Medicina e Chirurgia, di,·em:nùo co'>Ì ufficiali medici. Sorse così dal nulla una Facoltà mcdi..:a uni' er~1taria ospitat:J 111 g-randr baracc;Jmrnti, costruiti :1ppositarncnte, m:i quali trovarono stdl· sia gli Istitu ti biologici che le Cliniche, t.: naturalmente: anche salt: Ji ~tuJio, refettori, camerate.:. e::c. Questa Uni,·crsità n ' nne frellUentata con grande profitw cb alcune migliara di studenti in grigioverde. A Jirigere questo complesso di Istituti mt.:Ùici fu nominaro l'infaticabile ed auwr<·,·olc clinico chirurc,o Prof. Tusini, il tJualc chiamò a collaborarc: con lUI una serie Ji valentissimi colleghi, tra 1 quali ricorJercmo il patologo Prof. Gakolti. il farmacologo Prof. Gazzcrri, l'an:nomo patologo Prof. Dioni~i. l'anatomico ProL Salvi. il patologo chirurgo Prof. Dominici. il ncurop,ichiatr:J Prof. Onorino Ros\i, il medrco legale Pro f. Ce,· id:~ Ili, il pediatra Pro f. .\Ilaria, l'ostetrico Pro f. Savar~. il clinico medico Prof. M:1uri'l io A~col i ed altri ancora. Come ~i vede, quc.,ti Docenti cmtituivano veramente il fior fiore dell'V ni' ersità italiana. Dopo cinquant'anni Jalla lìnc della guerra; ~n è cmtituito tr::r i pochi reduci ::rncora vi\Tilti, tra i molti che hanno frequentato rUni,·ersitù castrense:, un piccolo Comitato (di esso fanno parte il Prof. c;actano Sahioli. Professore ordin.rrio f.r. di Clinica Pediatric:-. a Hnlogna. il Prof. Ciov;-~nni dc Toni, Profl·ssore l)rdinario f.r. di Clinica Ped iatrica a Genova t Prcsidcnre della Società Italiana di P.cdi:nria, ed il Prof. Marco Bc:rgamini di Modena. Pre,idente dclb Società Italiana di Deontologia Sanitaria). allo scopo dr ricordare questa i~tituzionc: che fu ,·eramcnte unica nel corso della prima guerra mondiale. non essendoci state amloghc organizzazioni. pre~so le altre t\'azioni belligeranti. Il Comitato sr propone percrò di organizz:1re a S. ( ;iorgio d1 ~ogaro nella prossinu prim:J,·era un Convegno dci reduci « s:.~ng i o rgini » cori lo scopo di porre una targa ndL1 sede municipale del luogo, rer ricordare ai posteri auesta geniale iniziati\'a che t.ull< bene ha arrecato alla salure cd alla sa h czza di moltr mi~liai:-r di combattenti.

Il prof. Valdoni eletto Presidente del Consiglio superiore di sa nità. II 9 marzo 1967 ha ~1\'Uto luogo a Roma !.t seduta inaugurale della XXX lfl Ses~ione lk·l Consiglio Superiore ùi Sa nit21 che n marra i n carica nel tricnnio 1907-1969.


'Jel corso della seduta il Consiglio, in Assemhlea generale, ha eletto suo Presidente il Prof. Pietro Valdoni c Vice Presidenti i Professori .\ugusto Gio,·anardi e Pietro Di Mattei. Il Yf ini~tro della Sanità, Sen. Mariotti. int(nenuto alia riunione, ha sotwlineaw l'imponanza delle fu nzioni del Consiglio nell'ambito dell'organtzzazione sanitaria italiana ed ha brevemente prospc:nato il progra mma futuro tlel Ministero per il rinn ovamenro dell(' attuali strunurc sanitarie del PJese.

11 prof. Barchiesi nominato Segretario dell'Accademia Lancisiana di Roma. Il Presidente dclL-\ccatkmia L:lllcisiana di Roma, Prof. Alfredo 1)',hack, ha nomt nato Segretario de ll'Accatlem ia il Prof. 1\ldo Barrhies i, 1:1ureato in Scienze Naturali, già Asmtcnte all'Istituto di f'isiologia Jell't..:ni,crsirà Ji Perugia. :\ Roma, r stato Interno rer alcuni anni ;lll'lstituto ~ Carlo Forlanini ~. conscguendovt la spccializzaL.tone in Ma lattie dell'Apparato Rc'>piratorio l' in Clinica plT le :VI:Jlattic Tro pic:tli c Subtropicali, di uti ha la docenza. come ha quella di Patologia Specialt' \-te.lic;t. 11:1 insl·gnato Malattie Infettive aii'Uni\crsitJ di ~apoli. E' Autore di numeros(' e pn·~t·voli pubblica7ioni su argomenti di ordi ne sperimen· tak e clinico. cd ha svolro sta un'unensa atti,·ità nel campo della collaborazione culturale internazionale, sia in Accademta, sostenendo tr:l i pnmissimi la indi~pensauilità dt combattere l.t poliomielite con la profi las~i mediante il \:lCcino di Sabin, e la necessità di comb.ltlere .tlcune malarttc ad inctdenza particolarmentt cr:~ve nd no~tro PaC\l', come: il rct:tno, la rabbia. l'idatidosi, la hrurdlosi, le i nfczwni tifoparattfiçhe.

C onferita ;ti prof. A. Pazzi ni la laurea ad honorrm della Facoltà di medicina di Atcnt'. Il Comiglio de iLt Facoltà di Med icina ddi'Utti\·er,ità Ji Atene nella '> Ua ~c::d uta dc:l 18 aprile 1967 ha deci!>O dt confenre al Prof. \dalbc::rto Panini. Direttore dell' Istituto di Stori,t della Mcdtcin::t dcll'Unt\ersit:t d t Rom.t, la l.turt•a ad honon.m dell;l Facolù di MeJi::ina. li no~tro Giornale porge al Prof. P;tzzini i più i rallcgramemi per il ben meritato ricono~cimento.

,j,

All'Accademia italiana di storia dell'arte sanitaria. Con Decreto dd Min i~te ro della PJ. sono stati no minati Prrsitlc: nte della detta AccaJcmi;l il Prof. Adalberto Pazzini, Direttore dell'Istituto dt Stori.l della ~ledicina cleli'Uni\'Crsità d i Rom::t, c Vice Pre~identc: il Tut. Generale Medico della M a~ina Profcs~o r Giuseppe Pcz7i, doc('nte tli Storia della ~iedici na nl·II'Uni\'e rsità di N:1poli. La inau~urazione dell'anno accademiw t: a\'\enuta a Roma nella S:tla delle: riunioni del Consi~lio Accademico deli'Uni,·ersità, alla presenza di numerosi Cauedr.ttici e dt Autorità accademiche, civili e militari. Il c;cn. Pezzi ha tenuto il di scorso di apertura sul tema: c L'impulso dato dalle gr.1ndi scoperte gcogr:1ftc h e allo S\ iluppo della medicina tro picale ». Il discorso \: stato molto <1pplaud ito.


668 Antiche malattie dl'll'Americ:t riprodotte in statuette argillose del !)eriodo precolombiano.

Un Kruppo di statuette di argilla eseguite da artisti messicani e peruviani del periodo precolombiano. e riproducenti figure umane affette da ,·ari tipt di malattie, sono state presentate alla Società di Derm(ltologia d i New York dal dott. 1\bncr \Veisman, che le \'a collezionando da molti anni. TI suo interesse non è tanto artistico, quanto scientifico; poiché egli ritiene - c gli spc.:ialisti newyorkesi sono d'accordo con lui - che esse offrano una documentazione di estremo interesse medico sulla storia dc·lle malattie che ancora oggi ~ono più diffuse nel ~fessico.

" Queste figure sono scientificamente c arti~ticamtnte così e~pres\i,·e cd accurate ha dichiarato Weisman - da far supporre che ~lt arllsti J a,·ora~sero in stretta collabora· zionc con i medici~- Durante il Congresso dcll.1 Socictà di Dermatologia, al quale erano stati inntati anche doctnti dl'II'Universi tà di C irtù de l Messico, sono state csaminatl' 19 tlclk 500 statuenc raccolte Jal Jott. \\'eism:tn. Ciascuna riproduce, con i dettagli più prelisi, malformazioni rongc:ni~e de l corpo umatJO, d ifetti, lesioni cd eruzioni cutanee prumcati da \ari tipi tli malat<ie: Ji~turbi enJucnni. dt~onltni Jntesttnali, affezioni can· ce ru~e, \irus tropicali. Suno anche: descritte alcune tt•cnichc chirurgiche, tr:t cui quella Jdla lrapanazione dd cranio, .:ht ~i e'cgut\'a cou uno ~trumento in bronzo, chiamato « tlllllÌ ». Da thi que~tc statueue \enis<;<.·ro commt~>iun.lte. c a che scopo st'r\'is~no. non St sa con certezza. l pareri sono discordi. Secondo alcuni le tribù prc..-colombiane se ne scr\'i\ano per informare le tribù 'icinc det loro prohlemt tn campo sanit:1rio; mentre :litri stud iosi r itengono che fossero semplicemente delle opc..re J'arte, eseguire tla arti~ti strettamente legati alla 'iu dd le proprie tnbù. c incltni prnanro a rapprrsent:ue cm1 il più spinto rea lismo i loro problemi.

Il cancro era già noto al tempo dei roma ni. Già al tempo dei romani l'umanità soffri,·a di cancro. Kell'csaminare uno ~chc­ lerw di donna tnJ\atu in un sepolcreto di SayaLt, nella Nubia egizian:~. lo scienziato austriaco dott. Johann Jungwirth. dell' Istituto d i Antropologi:~ del Museo 'iennese di storia naturak. h:t nle,·aw tracce Jndubbte di un cancro all'addome. l i tumore malig:no si è calcificato. Jiventando facilmente ri conoscibile. ' Attualment:: 'rngono osscnatt a Vienn.l circa 800 scheletri umnni di diverse epoche storiche (d:t l!l()f) anni prim.t di Cristo. al decimo secolo dell'era cristi:tna), portati :tlla luce nel corse. di cinque campagne di Se<1Vt archeologici. dal 1961 a l 1965. Sono state conqat;Hc numero~e deviazioni della colonna ,·ertebrale a causa di ma lauie e, :tnrhc, manife~tazioni reumatiche. Tn un cimitero romano sono stati tro,·ati quasi soltanto ~chdl:tri clt uomini, de; qualt è :.ncora oggi possibile ri conoscere la natura delle ferite. La lrsione piLl fre· quenre l la frattura ddf'a,·arnbraccio sini,tro, poichC: era il hraccw sinistro che por· t:tva lo ~cuLlo, cd era quindi il braccio sinimo quello che subiva i maggiori mt:tcchi.

l


CONFERENZE Inaugurazione del CCLIJI Anno Accademico pre~so l'Accademia Lancisiana di Roma. La prolusione del Ten. Generale Medico · Prof. Iadevaia. 11 H non:mbre 1967, alle ore IH,45, h.t :t\'Uto luogo l'maugurazione del CCLIII Anno accademico della veçchia e g loriosa /\cc:~dcmi:J Lancisiana di Roma. Alla cerimonia, svoltasi nella sede di Borgo S. Spirito. hanno paneci:>ato. oltre a numero\i Acca dc-miei, a lte autorità civili, mi litari e rdi giosc: notati, fra gl i :~Itri, S. Eminenza il Cardtnak Traglia. il Sotto~q~retario alla Di fesa St:n. Sanu:ro, le LLEE.. il Presidente dd Con sigliu Superiort delle FF.,\ A. ed il Sottocapo d i St;Ho Maggiort• alla Difesa, il Prof. Fru goni, il Presidt• della FacolLì ~tcdica di Roma Prof. Cimmino, in~iemc.: a numerosi calle· dratici; molti, gli ufficiali medi<"i delle tre Forze Armare intervenuti. Dopo la rt•lazione del Pre•idente Prof. D'Avark, <.ull':~tti\'ità svolta tl:lli'Acraclemi•t nello scorso anno. ha tenuto la prolusionc tn.IUgur.tle d Tenente Generale \i:edico Pruf. Francesco laJc, aia, Dirc.:uore c;enerak della Sanit2t .\lilitan:, trattando il tema: cr L:t S.111ità .\1ilitare neiiJ sua auività sociak e scu:ntifica •· L'espo,izione - chiara, concisa, lineare. portat:t <l ri calcare (edelmenrt' uno schema pcrf<·namente articot1to - ha illustrato .1c.l un udirorio 1nc:ntissi mo la ~omma importanza. da un punto di vista ~tre!l :t mente sociale. dell'opt>ra sempre ~volw dalle \:lnit3 delle tre Forze r\rmate, ciascuna delltquali vanta, oltre quella comunt• di base. :ntivit:t particolari con riflessi benefici nct vari seuori della vita nazion:tlc; e, con t)UCI!a scKrale, l'or.ltore ha sapuw meucre nel suo giu~to risalto l'intenso lavoro scientifico che l:l sanità militare, ~pec ie nei tre Centn Studi di Sanit~ delle tre Forze Armate. wnduce. studiando e sce,crando problemi di imporr:-rn :~a, in pace cd in g uerra. non solo milit:lre, m;l ass:ti spesso anche ,·ivile, elaborando, <<>n lungimirante 'isione. progetti ed anuando misurt', che. ~e utili nella loro applicazione immed iata :tIle col lcttiviti't militari, non lo sono meno. per i loro i ne' irabili anche se tai\'Oita lontani riflessi, alla collettività civile. Il numeroso e qualificatissirno uditorio ha trrhutato al Generale Iadevaia i più ca· lorosi c ~inceri applausi. A questi si aggiungono oggi. con il più rispeuoso plauso, le espressioni grate della famiglia sanit:ma militare· al suo Capo, per a,·er Egli saputo. con tanta obbicniva efficacia, mcuere in luce presw chi non ha altrimenti modo di conoscerla c c.Ji apprezzarla. l'opera silenziosa, laboriosa c faui,·a del Corpo Sanitario ~ilitar<' kdiano.


INDICE DELLE MATERIE PER L'ANNO 1967 L:\ \'ORI ORI<; I~:\ LI

Au:ssA'IORo A., ~lARI F.: Cromatografia ~u str::no ~ou i k circolare di alcune aminc ~impatico mimctichl· ARCANCEtl :\ ., FARI:-: 1 A .. HL vKI:.ItBA .\1.: Attività farmacologica di glico\idi cardioatti1 i dopo irradiazionL

Pag. 2lh h

411

.\RCAKCI:.Ll A .. FARI:"\ .-\., HICHICHl c;.: Atti\ ttà \Ulla tachicardia Cll'fOfO(la (b aconitina nella c:Jvia di ~oluzion i di ajmalina prima e dopo e~po,i­ zionc alle radiazioni

427

:\RCAI'GF.Lt :\., P \LM 1 G.. BRt:S.\Dt-.LLt S.: I segnapa,si :mificiali nei hlocch i atriovt>ntricolari in rianimazione card io circolatoria

548

.\ Rc,,:-;c;Eu ;\., PALM\ G., D r P~thTORO L ., NoFRt:"'t U.: ~loditìcazioni rcogra fiche durante o..,igenoterapia iperbarica t\usTONI

Jv[.: Recenti progressi in tema di ~cintigrafia clinica .

,,

(n8

"

1 19

))

5 14

1\ VITTo P., Mt.HRORJ LLI A.: Angioma mu~colarc.: dell'avambraccio. Comidcra-

zioni anatomo-cliniche a proposito di un caso . B.·l\11.1 R.: G<.'ncralità e con,iderazioni sulla costiru.:iom· dd centro sanitario nella ,r,ona di combattimento

"

lhsllJ R.: Prohltmi cd orientamenti attuali sul 1rapi:~nro d i organi <.' di tessuti

288 ':)20

lliAGI'II C., !:3Rt zzEsF E .. GRt.co C., Ut'ONt.RliA M.: Accrescimento c fcnilità di topi alimentati per dUl' anni con una dieta irradiata

l>

H7

Hl ACINI C., BRUZZE~E E., GRF.CO C., RossA r., HO'IAl\Elll RuLl.l F.: Modificazione di caratteri 11sici c chimici di so~tiruti del pla~ma c di \Ol uzioni di glucosio irradiaLi

"

+t3

))

-143

HlAG!Nl c., BWZZF.~~- E.• GRt.CO G., RoMANINI c., Bo\SA r.: Attività farmaco logica dell'idroeorrisone dopo irradiazione . BoARI A., INCR\ITO P.: Scparnionc e dett'fminazionc Òl'Ì mono- di c trigliceridi nei gr a~~ i emulsionati per elu izionc f razionat::t ~u colonna di gd di silicc BoKARELLI-Rvul F., RtAGtt-;t C., BRvzzrsF. E .. GRECo G., BoS\A F.: ~1odifìca zionc di caratteri fì~i c i e chimici di so~t ituti del plasma c di ,oluzioni di glucosio irradiati BGSSA F., BrAG l'<t C., Bl\uzzF~F E .. GRFCO G .. Bo~ARELu - Rt.t.LI F.: ~1odifica­ zionc di carattl·ri fi~ici c.: chimici di \O>titu ti dd pla,ma c eli soluzion i di glucosio irradiati BossA F., BIAGtNI C., RRl!:t.ZF ~F E .• CR~:.co G., RoMi\:-<l:o-rr C.: Attil'it3 farmacologica dell'idrocorrisone t;mi,uccinato dopo irradiazione .


BRUSADELLt S., PALMA G., ARcA!'GEu A.: I ~egnapas~i artifìciali net blocchi auiovenuicolari in rianimazionc cardio-circolatoria

Pag. 548

BRt·zzE~E

E., BtAGTNt C., GREco G., BuoNERHA M.: Accrescimento c fertilità di topi alimenrati per due a nn i con un a J ieta irradiata

,,

347

RHuzzESF E., HIAGIKI C., GREco G., BossA F., RoN,\RF.u.•-Ruu.I F.: Modificazione di caratteri lisici e chimici di sostituti del plasma c di soluzioni di glucosio irradiati

"

443

BHu zzE~E

E., BtAGt:-JI C .. GREco G., RuMAKil't C., RoSSA F.: Attività farm::cologica dcll'idrocortisunc cmisuccinato dopo irradiazione

456

Buc-:-~EI\BA

M., BIAGtKt C., RRt'ZZESE E., GRECO G.: Accrescimento e ferti lità eli topi alimenrati per due ann i con una dieta irradiata

,,

347

))

52

C .. STA:-Jco i\.: Miglioramento della percezione visiva ciel personale impiegato in operazioni notturne, OttenibiJc per via farmacologica

»

58

CAZZATO A.: Aspetti clinico-statistici dell'infortunistica stradale della scuola di artiglieria (decennio r957·1966)

»

534

,

71

R uu:-~ERBA

M., fARli"A A., ARc'''-'GEU A.: Attività farmacologica di glicosidi cardioatrivi dopo irradiazione

CARRA G.: Considerazioni medico-legali di ordine ofralmologico relatiH: ad un caso di asserito mancinismu in soggetto mancante dell'arto superiore '>ini~tro

CARRA G., CORBI D., DE .'JEGRI T., DE LELLIS ~1.: Gli antociani nella funzione 1·isiva CwALLOTTI

Ch:-lSABELL.~

V., FERRARtNI G.: Metoclo colorimctrico per la ricerca del saccarosio - <:ucchcro invertito- glucosio nei vini c nei mosti

C1cEJW L., CoRBT D.: \-fodificazioni di caratteri organolcttici, fisici e chimici in campioni di carne irradiata

.379

CICERO L., CoRn i D., PESCE S.: Influenza dell'eccitazione elettronica dei stngoli colori dello spettro sul la crescita dci ratti Wistar

632

CoRBl D., CARRA G., DE NEcRt T., DE LELLJ~ M.: Gli antociani nella fu n· 7,JOne visiva

))

CoRBt D .. CtCERO L.: Modifìcazionì dì caratteri organolcttici, fisici e chimici in campioni di carne irradiata

))

CoRnt D., CrcERO L., PESCE S.: Influenza dell'eccitazione ck:ttronica dei s•n· goli colori dello spettro sulla cresc ita dei ratti Wistar

))

632

CuRATOLA G.: Con~crvazionc di cibi a basse temperature e flora batterica dei su rgelati

)l

153

CtèRATOLA G., ZAIO A.: Variazioni del tenore In aminoacidi essenziali della carne irradi ara

))

397

D't\ ReA S. U., Zi\lo A., D1 MARTINO M.: Valurazionr di un semplice sistema eli clorazione dell'acqua

)l

237

DE LELLIS M., CORBI D., c.~RRA G .. DE NEGRi T.: Gli anrociani nella fu n· zionc visiva

))

170

T70 379


DE NEGRI T., . . . CoRm D., CARRA G., DE LELLIS M.: Gli anrociani nella fu nzwne vmva Pag. 170 DE SA:-<cns C., MAI'HI G., MAzzou R.: Effetti sulla crasi ematica dd topo Swiss albino del trattamento a breve termine con una dieta irradiara

,

.369

DI MARTI:-<o M., D'ARCA S. U., ZAIO A.: Valutazione di un semplice ~istcma di clorazione dell'acqua

»

237

D1 PRETORO L., PALMA G., Nomi:-<! U., ARCA:-<GEI.J t\.: Modificazioni reografiche durame ossigcnotcrapia iperbarica

,,

618

FARINA A., ARc.~~GELl A .• Buo::-<ERBA \1.: Attività farmacologica di glicosidi cardioauivi dopo irradiazione

,,

411

FARINA A., ARCA:-<GF.J.i A., RICHIClH G.: Anivirà sulla tachicardia eterotopa da acon itina nella cavia di soluz ioni di ajrnalina prima e clopo esposizione alle radiazioni

)>

427

FAVUZZI E.: Burns and milirary orgauization

))

fERRfiJOLT F.: Sulla pos~ibilirà di imrodurrc la carne di pollo ndla raziOne alimcmarc dd soldato

,,

FE.IOtAJOLJ F .• FRE:o<t S.: La vaccmazwne amivaiolosa nelle collettività militari

)•

FERRARINJ G., CEKSABELLA V.: Mc.:todo calorimetrico pc.:r la ricerca del \acca rosio - zucchero invertito - glucosio nei v.i ni c nei mosri

))

FRENr S., fERRAJOLI F.: La vaccinazione antivaiobsa nelle collettività militari

,,

FRt:coroa P.: Mieloparia da spondilosi cer\'icale: diagnosi e rrattamenro .

)o

GANGEMI G ., ìviAGGIORELLl E.: Determinazione dcll'azobcnzcnc nel fenilbutazone GANCEM! G., MAGO:o<JO E.: Recupero di chinina da vecchie tavoleuc c modifica al saggio limite della Farmacopea ufficiale VJT per l'arsenico GRECO G., Bt:IGTNT C., BRuznSE E., BtJOKF.RllA ~vf.: Accrescimento e fert ilirà di topi alimc.:ntati per due anni con una dieta irradiata GRECO G ., BIAGI:o< r C., BRt:ZZESE E., BoSSA F., BoNARELLI-RvLLT F.: Modificazione di caratteri fisici e chimici di sostituti dd plasma e di soluzioni d i glucosio irradiati

)\

" ))

OO.f

12 127 71 I27

66 6>,) /

347

" 443

GRECO G., BtACTNI C .. BRUZZESE E., RoMANI!'! C., RoSSA F.: Attivit3 farmacologica dell'idrocortisone emisuccinato dopo irradiazione INGRA!TO P., BoARI A. : Separazione e dererm inazione dci mono- di c rriglicericli nei grassi emulsionati per eluizione frazionata su colonna di gel di silice

"

ìviAFFEt G., MAZZALI R .• D~:. SANCTIS C. : Effeni sulla crasi ematica del topo Swiss albino dd rrarramento a breve termine con una dieta irradiata ìv!AGGIORELLT E., GAKGEMt G.: Determinazione dell'azobenzene nel feni lbu tazone

)67 36!)

66

MAGC!ORET.L! E.: Le siringhe per iniezioni. I controlli più importatHÌ

" "

)00

MACOKIO E ., GANGEMT G.: Recupero eli chinina da vecch ie ravolerre e mod ifica al saggio limite della Farmacopea ufficiale VI I per l'arsenico

,,

637


673 ~ ~ \NG.\\IIJ.LI.O ~-\.:

Surk.. ciSLÌ 0\See ~oJitarie Ò<.:l calcagno

Pag.

.c

\L-.;GA:-\11:1 w :\., '\;1:--.FO C.· Condroma cortic;Jic della diafi~i tihialc

46 (.120

\1.~"'''~ZA l'.: Con,idtT:J?innl ~u alcune forme di Ji~ad:mamcnto nel scrnLIO

mi litare

)\

4<)5

.\1.-tRJ l .. . \u;s~\,llRO A.: Cromatografia '>U strato sorrilc: circolare di alcune: amint simp:~tico- mimc(lchc

2~1

~L\STIUJit l L. t t

A.: Una nuova 1ccnica nl'lla rcrapi.t della ~i 1 tdani l ia

24

.\hHR<.RII 11 \., \ \'llTO P.· \ngioma muscni;Jr( Jell'aY:unbraccio. Considerazioni anatnmo clinicht a propo-.ito Ji un CJ\0

51 4

\ l \ZZOLI R.. À1AH 11 ( ;,, Dr SA:-~cns C.: Effcr11 ,ulla cra ..i ematica dd topo Swi'' albino dd tranamento a hrc\c 1erminc con un dieta irradiata .

361)

.\(I:.LC:HH.',Il\ E.: L'apot·n•lw i,mo soma1ico ndlc malformazioni cardio,ao,colari congenil<'

l•

\l '"'' C., TtH.I \llo"-1· L.· Conrrihu1o allo ''udw Jclla riabilita?ionc: nn cranu•k,t l' mnlullolt·,i

59~

.!~()

\h,s111 1 C.: fmrodu;rionc alla ricerca 'IKrirncn 1ale

.m

C.: Anali,j degli dkni di dosi cln alt di radia1.1011i gamma \U alimeni i ( '>li farmaci. Con,idera;rioni ria,sumin· .

48'

\Jft'Slll.l C'., SPor 111 \ . : Tratt:tmenw ddlc 1endinopatic dq~cneratÌVl' da so vrarrarico fun;ionale IKgli ,poni\ i (lendi no'i da 'Port) .

5°7

.\(,-:c.,,snt 1 .\.: Condrom:~ conic;Jit della dJ.tfl\1 rihtak

626

.\ft;S!LLI

."I''FO C ..

'JoFRir--.'1 L' .. PAlMA C ... D a PRnORO l ...\Rc.\W.r 1t g ralt<he cluniiHe O\o;igenolcrapia ipl·rbarica .

-\.:

:\lodilìcaLioni rcogr:l

,, 618

P.\DII ( .. HRu'>\IIHll ~ .. ,\Rc\'\;C.Ul \.: l 'cgn.lpassi aniticiali nc1 blocchi atrio' cntricolan in rianunaziont: t·ard ao-circolmona

548

PAr.~' "

C: .. Dt P nuotVJ L.. 1'\ot RIKI U., ARC INC. I·.Ll A. : .Ylouilìcaz;ioni rcogra· ficht· duranl( o-'igenotcrapia ipcrharka

PATRA~>L (,.:

))

..

Aspcui cliniCI dell'ipcrtt·n,ionc portale .

61f! 2111

PESCE S., CoRBI D., C acERO L.: I n fl ucnz:~ dell'eccitazione denronica dci s111 goli rolori dcllo spcuro sulla crescita dei raut Wisrar .

6p

P1ZZl'TI ( ;, : Il henetu io della dispensa dal sen·iz.w militarL di Je, a per inabilità dd padre ddl'isc ri un di leva al l':mivirù lavorativa

555

R.\G'SI P.: -\lirncnt,l/Ìone in alla mont:~gna

)l

KtcJJICIII (,., .\Rc.l"-t,t-.11 .\ .. F\RI"'·' ,\.: Alli1nà ,ul!a Lat:hacardia etcrotopa da aco nitina ndla cav ia di soluz:ion i di ~q mal ina prima c dopo csposiz.ionl' alle radia zioni

)>

Rm!A:O.:It-.1 C .. RLICOI'l l' .. BRt'ZZESE E .. Crkt-.CO G .. Bo'is.\ l.: Attinttt f:lrmaco· logica dcll'idrocorti,om· cm i~ ucc i nato dopo irradiaziont· J{(JSSJ

272

..

Rlc.CERI P.: :\1mali1:t in tLma Ji terapia dell'infarto miocardico

(J.

45°

G.: Indagine clinica ,uiJe carauai,tiche P'Ìcologichl· ddl'alpini-.ra

Sc,\RPA ( ;, : Rilevazioni dminw1riche \LI u n i rrad iaron: gamma al Co'' Jlta ani,·it;'t

G. \ 1. \ l.

427

'59

ad

335


SPOLITI A., MustLLI C.: Trattamento delle tendinopatic degenerative Ja so vraccarico funzionale negli sportivi (rendinosi da sport) .

Pag. 507

STA'ICO A., CAVALL01Tt C.: Miglioramento della perce-Lione vt~i\a Jcl penonaie impiegato in operazioni notrurne, onenibile per via farmacologica TucetARONE R., Musu.Lt C.: Contributo allo swdio della riahilitazionc ne• craniolcsi c mctlullolcsi ZMo A., D'ARCA S. U., D t MAHTINO M.: Valurazione di un semplice ~isrema

di clorazione dell'acqua

,,

ZAtO A., CuRATOLA G.: Variazioni del tenore in aminoacidi e~senziali della carne irradiara RASSEC,~A

2~7

347

DELLA STAMPA MEDICA

Rurn.<1oni di Libn

ANTONhLLI F.: Psicologia dello sport .

2<))

D1:.LA1' J., VERDI:.Aux G.: Electro<.:nc<.:phalographie diniquL

177

GuzZANT! E., TRtPoOI P.: L'o~pedalc: <.: la Medicina sociale MARTI"'FT J. D. c coli.: Traitemcm infcric.:urs 0:-.;t-.J~

dc~

maladies

vemeu~t·~

dc:~

nu.:rnbrc~

M., I\[ASTRORILLJ A.: T traumt chtu~i Jc!J'addome

Schedario di Chirurgia:

12

" ))

,.

scne di ~hcdc in 4 volumi

242

lh 1/!f ~, )

ScmJLSrNCER G.: Traumatologie thoractque d'urgcnce

!l2

l?eceTISI0/11 da Riviste e Ciorna/1 ANI~STESIA

E RIANJMAZIONE

FELTZ E. T., Dur-cAN D. L., DuNCAN D. H. L.: A new techniquc for fìrst aid room treauncnt of victim of ~.:xposurc to cald remperaiUres

))

294

GALLO!'/ S.. CHAKR.~OARTY K.: Embolia gra~~osa tratlata con \Cntila11one ani11cialc a pressione positiva imcrmiuente

))

294

KARIS J. H., GtsSEN A. J., NASTK W. L.: Effetto degli agenti anLM<.:tici volatili ~ulla trasmissione neuromuscolarc .

))

295

"

97

B!OCI IlM / CA

Dr. SoMER r., VANDEIU·IAEGIIE H., EvsSt::N l-T. : Jnfluence of hasic antibiotics on scrum- and liver-cholesterol concc:ntrations in chicks . CARDIOLOGIA

BoccA, LAvucuo V., BRtNDICCJ G. c RtzzoN P.: Fibrillaziont atriale parossisùca in corso di recidi\'e di pcricardirc viralc CARNI~tEO N.

e LuA E.: Sindrome di Kanagcner

CRII EY }. M., LEwts K. B., Wmn. R. L c Ross R. S.: Pres~urc gradicnts without obstruction. A new conccpt of '' hypertrophic subaortic ~tcnosis "


675 DOLI ERY C. T.: La metildopa nel 1rattamenro dell'ipertensione

Pag. 87

FivC" congcnital cardiac defects. A Mudy rhe profile and natura! history

84

HoRN A. R., VAN PRAAGH S., MooRE A. A., DouGt.As VLAD P. c LAMBERT E.: C. : La stenosi aortica

84

LEVINE O. R. e BLUMF.NTAL S.: La w.:nosi ddla polmonare

"

8s

MASCHIO G., CALZAVARA G. c DALLA VoLTA S.: La miocanliopatia ipcnrofica ostrurriva

291}

MAStNI V. c DEL PoRTo R.: Osservaz.ioni pcrmnali ~ulk miocardiop:uic primitive dcll'aduho

86

RAPt.LA CARI.OS E .. GRFF" lL\RtLD D. and :\D\M R., Dt-.'-I~Or-. Jr.: Barorcccptor reflexcs anci autorcgularion of cercbral blood flow in ù1e Dog . RITThlt D. G .• FEJ.DT R. H .. WHDMA'-

~etto

Ru~roM

\V. H. c Du SIIANE J. w.:

n difwo dd

vcntricolarc

J. V.: Sites of elcction for cardiovascular au~cultaLion

" 641

"

ss 87

s~t:-or-PIF.Ritt.

A .. D.\1 LOZ C., CIIABOT M .. MARTI'i F., G·\LLAV.\ROIN L. l" FRoMENT R.: Le~ souHlcs ~yo;rolo dia\toliques thoracitjUC\

29')

S1cUTERt F., FA'ICilll.I.IICCI M. e DF.I. 1311\NCo P. L.: L<· sostan~c va~oucuro­ attin: come mnlia1rici dd dolore \ascolarc

88

SoLI.IF. P., )<JLY F., CARLOTTY J., t\C.\R ~uffle ~yslOliqu c

\V n:-. A.

1. et V.\lTY ). : La vanèté mitrak du

en écharpe

642

s .. HARTLI-. '>. H .. "''oL\:-< Tu B. e )),\\{\1,\~ j. r.: Il difeno dd ~etto

84

atriale dd tipo o~rium primum . ZAVI:.R A. G. c l\' \Il\~ .\. S.: Il dife1to del ~etto atriale Jcl tipo O\lium '<·cundum

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N o ti ~ie varie Pagine: T5J5· 196, l<jj, 1yX, J y<.; . .wo, 201, 202, 2o), 204- 205, zo6, liYJ, 208, 307, 308, 3oy, 3 10, 3 11. 312. 31 3. 3 14. o55 . 656. Conferenze

l'agi ne: 208. 20<), ~l), s8s, s86. 66y. CongrN.ri

Pagine: 2 10, 21 t, 212, 213, 214. 215, 216. 2 17. 211l, )t). ~16. ~17. 5!\6, 587, 588, 589, 590. Notizie militari

Ncaologi Pagine: 116, 117, 489, 490, 491, 492, 493, 494·

Dr rettore re.tponsabile: Ten. Gen. \1cd. l'rof. F. !AnEVAIA Nedttttore capo: ,'\'lagg. Gen. Meò. Prof. F. FERRATOLI

Tipogrnfia Regionale -

Roma, 1967


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