RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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per la diversa scelta del Presidente Yusuf, caduta su Ali Mohamed Gedi (sconosciuto ai più), anch’egli della etnia Hawiye ma del clan Abgal, considerato dagli Habar Gidir un Primo Ministro svuotato dei poteri. Tra i retroscena delle elezioni di Yusuf, è opportuno considerare anche le eventuali ripercussioni di matrice islamista, dal momento che i fondamentalisti guardavano con favore alla conferma di Abdikassin quale Presidente, da essi supportato durante il mandato 2000-2004 e, inoltre, sembrerebbero non aver tagliato del tutto i rapporti con Al Qaeda. Gli atti formali di costituzione del Governo proseguono con la designazione dei ministri nel numero ritenuto necessario e sufficiente a soddisfare gli equilibri etnici e clanici, secondo un particolare «manuale Cencelli» somalo. Il governo si insedia nella sede provvisoria di Nairobi, il 1° dicembre. Ma l’insoddisfazione degli Habar Gidir a questo punto si manifesta e giusto il 2 dicembre, a Gelinsor, località prossima al confine con l’Etiopia, avvengono scontri tra due sottoclan degli stessi Habar Gidir, i Saad e i Suleiman, con numerose vittime. I motivi, trapelati successivamente, sarebbero costituiti dal fatto che i Saad accusano i Suleiman di appoggiare le politiche di Yusuf e di Gedi; inoltre la località di Gelinsor è indicativa se si considera la sua vicinanza al confine etiopico: quasi un avvertimento sia a Yusuf sia all’Etiopia. Non solo, l’11 dicembre, il Primo Ministro e il suo governo vengono sfiduciati dall’Assemblea Parlamentare, per controversi motivi protocollari e, il 17 dello stesso mese, gli scontri a Gelinsor si ripetono, mentre navi mercantili degli Emirati Arabi Uniti vengono bombardate al largo di Mogadiscio da un piccolo signore della guerra che controlla il porto. Nel frattempo, però, già dal 12 dicembre, all’indomani della sfi34

IL TERRITORIO La Somalia, il «corno» del Corno d’Africa, si presenta con un vasto tavolato degradante dall’Etiopia, più elevato nelle aree settentrionali. Il territorio è arido ad eccezione delle regioni meridionali solcate dal Giuba e dallo Uebi Scebeli. Il clima è caratterizzato da scarsa piovosità. Oltre a Mogadiscio (capitale con più di 1 milione di abitanti), altre città significative sono Hargeysa, all’interno dei territori settentrionali, Berbera, importante porto commerciale sul Golfo di Aden, Hobyo e Kismaayo, città portuali rispettivamente a nord-est e a sud-ovest di Mogadiscio, Baidoa, località a circa 250 km a nord-ovest di quest’ultima, quasi a metà strada tra la stessa Mogadiscio e l’Etiopia, Jowhar, cittadina posta a 90 km a nord della Capitale. L’economia trae alimento soprattutto dall’allevamento di ovini, caprini e cammelli. L’agricoltura ha un certo sviluppo per le colture cerealicole oltre che per le patate dolci, le arachidi e le banane. Sono modeste le risorse minerarie (salgemma, ferro e gesso), anche se esistono giacimenti non sfruttati di carbonio, rame, cromo, oro, manganese, uranio e zinco. Poche le industrie: petrolchimica, del cemento, tessile, conciaria e alimentare (zucchero e olio). Le regioni settentrionali, dal confine con Gibuti fino a quelle di Sanag e Sol, costituiscono il Somaliland (praticamente l’ex Somalia inglese con capitale Hargeysa), dichiaratosi indipendente nel 1991 e confermatosi tale con il referendum del 2002. Il Somaliland, comunque, non ha riconoscimento internazionale. Anche il Puntland, corrispondente grosso modo al vertice del «corno», si è dato uno status di spiccata autonomia. I Paesi confinanti sono Gibuti (ex Somalia francese), l’Etiopia e il Kenia. L‘Etiopia, cristiana per il 61%, a prevalenza ortodossa, afflitta dalla mancanza di uno sbocco sull’Oceano Indiano, è la storica rivale della Somalia: tra le due esiste anche un vecchio contenzioso di confine, regolato da una linea amministrativa che taglia in due ampi territori abitati da etnie somale. La Somalia, soprattutto per affinità religiose, sente fortemente la presenza dello Yemen e dell’Arabia Saudita, sulla contrapposta sponda del Golfo di Aden.

ducia, la diplomazia delle cabile si rimette in moto e si susseguono a ritmo incalzante gli incontri politici fra le Autorità governative e le varie parti in causa, con l’esito ventilato di un accordo forte tra i Saad degli Habar Gidir (etnia Hawiye) e i Migiurtini (etnia Darod). Da tale accordo sarebbe derivata la nomina a nuovo Presidente del Puntland del Generale Adde Mussa, vecchio rivale del predecessore Yusuf. Gli incontri definiscono anche una nuova compagine governativa, idonea ad ottenere la fiducia, che include uomini forti di Mogadiscio, altrimenti capaci di interdire al Governo l’ingresso nella capitale e lo svolgimento dell’attività istituzionale. La nuova formazio-

ne ministeriale chiede la fiducia al Parlamento il 23 dicembre. Si chiude così il 2004 con un apparente, anche se faticoso, successo della politica di riconciliazione voluta dall’Europa, verosimilmente d’intesa con gli Stati Uniti, e promossa direttamente dai paesi dell’IGAD; fra questi, anche l’Etiopia – rivale storica della Somalia – la cui presenza getta un’ombra sull’esito del 2004. La nuova leadership somala fa filtrare notizie rassicuranti verso la comunità internazionale, manifestando l’intendimento di neutralizzare il fondamentalismo islamico e di pervenire al più presto alla normalizzazione del Paese. Questa linea politica risulta pagante, se è vero – come si dice


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