RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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275) ed è estesa a tutti i clan; • 14 ottobre, giuramento del neoPresidente Yusuf alla presenza di significative personalità, tra le quali il Presidente dell’Unione Africana e il precedente Presidente transitorio, Abdikassim eletto ad Arta. L’elezione di Yusuf è vista con favore dal Vaticano per il suo atteggiamento contrario al terrorismo. Anche l’ONU esprime apprezzamento; • inizio novembre, il Presidente Yusuf nomina Primo Ministro Ali Mohamed Gedi, etnia Hawiye, clan Abgal.

Un VCC-1 posto a difesa di un Check point sulla via imperiale.

dalla capitale, nonostante l’appoggio dei fondamentalisti islamici e del potere economico. Il controllo del territorio somalo resta nelle mani dei Signori della guerra. Da notare che alla Conferenza di Arta, forte di ben 2 000 delegati, numerosi signori della guerra non erano presenti. Tra questi: Yusuf del Puntland , Osman Assan Ali Ato del Centro Somalia e Musa Sudi Yalahow di Mogadiscio sud, nomi importanti che torneranno alla ribalta. Abdikassim, quindi, è nominato Presidente senza avere l’appoggio dei titolari della forza militare. Tra il 2000 e il 2002, la situazione di violenza diffusa si trascina fin quando la Conferenza di Riconciliazione Nazionale non perviene alla dichiarazione di cessazione delle ostilità (27 ottobre 2002), alla quale fa seguito una certa diminuzione del disordine sul territorio somalo. Quasi contemporaneamente alla dichiarazione di cessazione delle ostilità, a Kartoum ha luogo un vertice che riunisce il «Comitato tecnico» dei tre Paesi frontalieri. In questa sede, viene trovato l’accordo per una nuova conferenza di riconciliazione, da convocarsi su base etnica. Il Comita32

to tecnico si allarga ad un Facilitation Commitee composto dai rappresentanti dell’Inter Governamental Authority on Development (IGAD) (1). I lavori procedono speditamente anche perché nel 2003 la presidenza di Abdikassim continua de facto nel suo mandato. Viene così costituita, dai partecipanti alla Conferenza di Riconciliazione, l’Assemblea Parlamentare Transitoria, con 275 membri nominati su base etnica, che redige una bozza di Costituzione. Il 13 settembre 2003, la bozza di Costituzione Transitoria, di tipo federale è approvata dall’Assemblea. Il processo di affievolimento della conflittualità tra le fazioni armate, avviato l’anno precedente, continua con maggior evidenza. Il 2004 è l’anno della speranza. Le tappe più significative sono: • 19 gennaio, emendamento della bozza di Costituzione che fissa in cinque anni il periodo transitorio; • 10 ottobre, elezione, ad opera dell’Assemblea Parlamentare, di Abdullahi Yusuf Ahmed – etnia Darod e clan dei Migiurtini, Capo del Puntland – alla carica di Presidente transitorio della Repubblica Federale somala, con sede temporanea a Nairobi; l’elezione ha luogo a larghissima maggioranza (189 voti su

UN’OCCASIONE DA NON PERDERE La complicata formazione del Governo Ovviamente, per la comprensione dell’attuale situazione somala, gli avvenimenti del 2004 rivestono particolare importanza e con essi i retroscena che li «calano» nella realtà somala, in larga misura determinata da realtà forti presenti nella capitale. Mogadiscio è sede di tre poteri: • un potere religioso, detenuto dalle corti islamiche, con miliziani propri; almeno in alcune di esse è lecito supporre una qualche ispirazione islamista di orientamento radicale. Le corti sono tribunali religiosi in grado di assicurare un minimo di ordine nella città ma in grado soprattutto di mobilitare e manovrare notevoli masse di persone; • un potere militare, proprio dei signori della guerra, abbastanza «laici» e interessati essenzialmente ai giochi di alleanze su base clanica o familiare, secondo le convenienze del momento; • un potere economico, detenuto dai commercianti, in grado di comperare alleanze politiche, religiose o militari per meglio sviluppare i propri interessi.


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