RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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RECENSIONI

Alessandro Colombo - Natalino Ronzitti, «L’Italia e la politica internazionale», Il Mulino, Bologna, 2005, pp. 312, euro 25,00. Il sesto volume dell’annuario dell’Istituto Affari Internazionali ha per oggetto le vicende politiche ed economiche del 2004. L’anno è stato dominato dalla guerra in Iraq e dai suoi riflessi sull’intero sistema internazionale. Contrariamente alle previsioni ottimistiche suscitate dalla cattura di Saddam Hussein, le difficoltà nella gestione del Paese sono sotto gli occhi di tutti. Gli Stati Uniti hanno dovuto rimettere in discussione le proprie scelte strategiche e sebbene la riconferma di George W. Bush abbia costituito un deciso segnale di continuità, il Governo ha dovuto ripiegare su un atteggiamento meno unilaterale cercando di recuperare il consenso degli alleati e ridistribuire i costi politici, militari ed economici dell’egemonia. Anche la politica europea di sicurezza e difesa è rimasta immune dai contraccolpi del difficile contesto interno e internazionale. Ma ha avuto un ruolo essenzialmente reattivo con lo sviluppo di nuove misure contro il terrorismo in coordinamento non soltanto con i Paesi membri, ma anche con gli Stati Uniti, in risposta al terribile attentato dell’11 marzo a Madrid. Nel campo più strettamente

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istituzionale, invece, il principale risultato del 2004 è stato il varo della nuova Agenzia europea di difesa, una struttura intergovernativa aperta a tutti i membri dell’Unione e preposta alla cooperazione in materia di capacità militari, tecnologia e industria della difesa e sviluppo di progetti congiunti. Ma l’evento di maggior significato per la politica estera e la stessa futura identità dell’Unione Europea rimane, tuttavia, l’imponente allargamento a est, con l’ingresso, il 1° maggio, di 10 nuovi Paesi. Inoltre si è deciso di sciogliere un nodo importante, decidendo di fissare la data di avvio dei negoziati per l’adesione della Turchia, Paese che comunque dovrà percorrere un lungo e difficile cammino sulla via delle riforme. Per la macroeconomia dell’area dell’euro il 2004 è stato un anno di crescita modesta seppur migliore dei precedenti, di inflazione contenuta ma in tensione, di assenza di provvedimenti rilevanti di politica monetaria, di cambio in netto rafforzamento, di politica di bilancio ostacolata dalla crisi del patto di stabilità e crescita che ha dato luogo a discussioni e proposte di riforma. Ma, nel 2004, l’evento-simbolo può ritenersi la firma a Roma, da parte dei Capi di Stato e di Governo di 25 Paesi europei, del nuovo Trattato costituzionale dell’Unione Eurpea, che ha concluso il lungo processo di riforma lanciato tre anni prima. Il Trattato riprende in larga misura la forma e la struttura del progetto proposto dalla Commissione europea: non cambia il rapporto tra Unione e Stati membri, ma rappresenta un progresso consistente verso un organismo più democratico e trasparente. Al di fuori del nostro Continente, il conflitto arabo-israeliano non ha manifestato alcun significativo elemento di novità, tranne la scomparsa di Arafat. Israeliani e palestinesi non hanno avuto contatti politici degni di rilievo. Si è però consolidato il disimpegno unilaterale dalla Striscia di Gaza unitamente all’avanzare della barriera di sicurezza destinata a cantonalizzare il territorio della Cisgiordania. Nessuna novità è venuta dal Caucaso, rimasto una delle aree più in-

stabili del panorama internazionale, nè dall’Armenia e nè tantomeno dall’Azerbaigian, dove ancora è in sospeso il controllo della regione del Nagorno-Karabakh. In posizione più defilata si è ritrovata, nel 2004, l’America Latina dove i progetti di sviluppo in cooperazione con gli Stati Uniti o, in alternativa, con l’Unione Europea si sono bloccati con l’emergenza terrorismo. Sono però da sottolineare la ripresa economica di Brasile, Argentina e Uruguay e, soprattutto, il rafforzamento dell’integrazione sudamericana. Non poteva, infine, mancare uno sguardo all’Italia e ai suoi problemi, spesso di natura endemica. O.R.

Carlo Vallauri: «Soldati. Le Forze Armate italiane dall’armistizio alla Liberazione», Edizioni UTET Libreria, Torino, 2003, pp. 492, euro 24,50. Porsi di fronte al passato senza idee preconcette è il giusto modo per analizzare e comprendere fatti come quelli successivi all’8 settembre quando si è scritta una pagina di storia nazionale a lungo rimossa e dimenticata. All’indomani dell’armistizio, il rovesciamento di fronte avviene in condizioni instabili, con la dissoluzione dell’Esercito e il conseguente disorientamento che inevitabilmente investe le Forze Armate e l’intera Nazione. Con un’Italia divisa in due da potenti Eserciti stranieri rispettivamente al sud e al centro-nord. Carlo Vallauri, grazie a un’accurata e lunga ricerca, ricostruisce queste vicende dal punto di vista delle Forze Armate supportato da documenti ineccepibili, che rendono onore alla verità con una corretta interpretazione degli eventi. Nonostante alcune tendenze storiografiche volte a far emergere solamente gli aspetti negativi, disfattismo, «morte della Patria», «tutti a casa», in realtà in quelle ore dif-


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