RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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Grande uniforme da Ufficiale del 3° Reggimento Granatieri Guardie Regina Elisabetta, 1900.

tiere francesi e austriache, proprio come se dovessero essere pronte ad attaccare. I vantaggi di questi esperimenti, insieme ai successivi progressi organizzativi, si avvertiranno in maniera consistente e risolutiva durante l’invasione prussiana dell’Austria nel 1866 e della Francia nel 1870. Nella guerra austro-prussiana del 1866 l’Esercito di von Moltke impiegò per la mobilitazione meno della metà del tempo necessario agli Austriaci, schierando sul campo 254 000 uomini, nonostante la popolazione del Regno di Prussia fosse soltanto la metà di quella dell’Impero asburgico. In particolare, i Prussiani iniziarono la mobilitazione più tardi degli Austriaci, potendo contare su cinque linee ferroviarie per radunare le loro forze provenienti dalle varie parti del Paese, mentre gli Austriaci avevano una sola linea che si dipartiva da Vienna e che non era mai stata utilizzata a fini bellici. Il risultato fu che Von Moltke riuscì a dislocare le armate prussiane sulle frontiere della Boemia e della Sassonia – e a far loro varcare i passi montani – prima ancora che gli Austriaci avessero completato la radunata delle loro truppe in Moravia e iniziato ad avanzare in Boemia. LA GUERRA AUSTRO-P PRUSSIANA I successi prussiani, così rapidi e clamorosi conseguiti in queste due guerre, produssero un’impressione molto profonda negli ambienti militari europei, tanto che si cominciò a intravedere, nella rapidità della radunata e nello spiegamento delle forze agli inizi delle operazioni, la chiave principale della vittoria.

Cambiarono quindi radicalmente tutte le concezioni e i criteri di valutazione che sino a quel momento avevano costituito i fattori fondamentali della strategia: numero delle forze in campo e spazio a disposizione per operare contro il nemico. Per molti secoli la forza degli Eserciti fu valutata esclusivamente sulla base del numero degli uomini impiegati, distinti semplice-

mente tra fanti e cavalieri, e questo criterio di valutazione, nonostante le profonde trasformazioni avvenute nella seconda metà dell’Ottocento, accompagnerà gli alti gradi degli Stati Maggiori degli Eserciti europei sino allo scoppio della Prima guerra mondiale. La guerra del 1866 contro l’Austria è oggi imputabile direttamente alla consolidata capacità diplomatica di Bismarck (che 109


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