RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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mobilitare le sue truppe e dimostrare all’opinione pubblica prussiana la determinazione del Governo e l’efficienza del nuovo apparato militare. In seguito al mancato accoglimento di un ultimatum austroprussiano del gennaio del 1864, con cui si richiedeva entro quarantotto ore l’annullamento della nuova Carta Costituzionale, l’Esercito delle due potenze, sotto il comando del Maresciallo prussiano Wrangel, iniziò le ostilità contro i Danesi. La Guerra dei Ducati, conflitto armato austro-prussiano contro la Danimarca nel gennaio del 1864, venne così definita perché l’oggetto della contesa furono i Ducati di Schleswig, di Holstein e di Lauenburh. Dopo un deciso attacco degli Austriaci, i Danesi sgombrarono, nel mese di febbraio, le posizioni fortificate del Danerwerk, per raggiungere il vallo di Duppel nello Schleswig settentrionale e il comandante Wrangel procedette all’occupazione dello Jutland. Le fortificazioni di Duppel caddero nelle mani di Wrangel nel mese di aprile e dopo un’accanita resistenza danese protrattasi per dieci settimane, si concluse un Armistizio nel mese di maggio, ma fallita la Conferenza 106

internazionale di Londra si ripresero le ostilità. Dopo la perdita dell’isola di Alsen nel mese di giugno, i Danesi furono costretti alla resa e la pace si concluse a Vienna nel mese di ottobre, con la cessione dei Ducati al controllo austro-prussiano. Quindi il piccolo e disorganizzato Esercito danese venne sconfitto in pochi mesi dalle forze prussiane e austriache coalizzate, ma la successiva spartizione dei territori conquistati fu posta da Bismarck in maniera tale da scontentare gli Austriaci e gettare le basi per una prossima contesa con gli attuali alleati. Anche se la vittoria sulla Danimarca non costituì certo un vero e proprio banco di prova per il rinnovato Esercito prussiano, servì comunque a mettere in luce la sempre maggiore efficienza del Comando Generale, affidato già dal 1857 alla più brillante intelligenza strategica del XIX secolo: Helmut von Moltke. IL GENERALE HELMUT VON MOLTKE Rispettando lo spirito delle riforme volute da Guglielmo I e da Von Roon – ovvero una forte e aggressiva efficienza militare e

Franz Adam: «Orléans, 1870».

non certo la sicurezza sociale dei confini del Paese – Von Moltke organizzò in tempo di pace l’Esercito prussiano in Corpi, Divisioni e Reggimenti (la stessa usata in caso di guerra) di stanza negli stessi Distretti dove sarebbero confluite le truppe di riserva in caso di mobilitazione generale. La macchina da guerra prussiana cominciò a funzionare con burocratica precisione. A Von Moltke spettò anche il merito di aver trasformato lo Stato Maggiore prussiano – da un ristretto corpo di diciotto Ufficiali con compiti esclusivamente tecnici – nel Comando effettivo dell’Esercito, distaccandolo inoltre dal Ministero della Guerra e facendolo diventare un organo consultivo a sé stante, anche se formalmente ancora alle dipendenze del Ministero, e questo provvedimento, anche se ne diminuì temporaneamente la sua influenza, al tempo stesso permise di aumentarne enormemente l’autonomia. Quindi lo Stato Maggiore prussiano diventò il cervello collettivo dell’Esercito e ad esso spettò di formulare le dottrine tattiche, preparare i piani operativi, sia in tempo di pace che in tempo di


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