RIVISTA MILITARE 2005 N.5

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sere condizionata da fattori sociali e politici. Fu proprio lui a convincere Guglielmo IV a rinunciare alla Corona, riuscendo così a guadagnare i favori del Sovrano che lo ricompensò con incarichi sempre più prestigiosi. In ogni caso Guglielmo IV non rimase insensibile al fascino di un progetto di unificazione tedesca e presto se ne impadronì, adattandolo però alla sua personale prospettiva dinastica e sacrificando, sull’altare dell’espansionismo militare prussiano, l’idea di Nazione come espressione della volontà popolare. GUGLIELMO I E LE RIFORME MILITARI Nel 1858, in seguito alla grave malattia mentale del fratello Federico Guglielmo IV, Guglielmo I assunse la Reggenza del Regno di Prussia (salirà al trono solo nel 1861 dopo la morte del fratello) con l’intento di realizzare una Monarchia Costituzionale pura, in modo da accogliere i nuovi vantaggi del sistema rappresentativo, senza tuttavia sminuire le tradizionali e importanti prerogative reali. Per il nuovo Reggente era ancora scottante la sconfitta subìta ad opera degli Austriaci nel 1850 e il processo di riorganizzazione dell’Esercito, da lui avviato, ebbe una tale portata da potersi considerare una vera e propria «rifondazione», con tutte le implicazioni politiche e sociali che comportò, come vedremo più avanti, nella società prussiana. Anche Federico Guglielmo IV aveva già iniziato ad apportare alcune modifiche dell’Esercito, ma le sue innovazioni rimasero circoscritte alle nuove uniformi ed all’introduzione del Pickelaube , il famoso elmetto con il «chiodo», che diventerà successivamente il simbolo stesso del militarismo prussiano. Gli Hohenzollern ebbero la tendenza a privilegiare le Forze Ar-

mate e la costituzione di un Esercito forte e potente, e al tempo stesso pronto a favorire una politica estera aggressiva, unitamente a un efficiente sistema fiscale in grado di favorire le riforme. In particolare vale qui la pena ricordare che le basi per il consolidamento dello Stato Prussiano furono gettate da Federico Guglielmo (1640-1688), noto anche come «Il Grande Elettore» che ampliò il territorio del Regno con nuove annessioni, dopo l’acquisto del Ducato di Brandeburgo nel 1415. Inoltre accolse ventimila Ugonotti in fuga dalla Francia dopo l’Editto di Nantes di cui si avvalse per il rilancio

Ussari prussiani del 1815-1830.

dell’economia prussiana. (Prima di lui, la Prussia era rimasta per due secoli sotto il comando dei Cavalieri Teutonici, il cui Gran Maestro, Alberto di Hoenzollern riuscì nel 1525 a trasformarla in un Ducato ereditario per la propria famiglia). Anche Federico Guglielmo I (1713-1740) rafforzò lo Stato sviluppando tendenze assolutistiche e costituendo un Esercito ben addestrato, e particolarmente numeroso per l’epoca, grazie alla coscrizione obbligatoria che gli procurò il soprannome di «Re 103


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