JC è… Linee espressive coordinate (ma anche no, possibilmente)
JC è… Improvvisazione musicale (… e non solo) Dario Nitti: “Partiamo da due aggettivi, “variegato” e “multidisciplinare”. Si tratta di due concetti che non valgono solo per la musica: è il metodo stesso di JC ad essere multidisciplinare, nel senso che si è deciso di unire varie arti e di farle “reagire” all’interno dello stesso palco, arti che si muovono tutte con lo stesso mezzo, che è quello dell’improvvisazione, della ricerca, del superamento dei propri limiti. Superamento è interplay, interpretare e interagire con quello che succede intorno a se stessi. Lo si può fare solo andando al di là delle proprie impalcature espressive”.
Marco Malasomma: “Il coordinamento non si organizza, ma è il risultato naturale dell’interazione fra arti affini. L’interazione fra due musicisti, o fra un musicista e un artista, deve essere estemporaneamente riferita a quello che sta succedendo in quel preciso istante. Le altre arti interagiscono fra loro e con la musica in un modo non necessariamente, anzi meglio, possibilmente non strutturato o deciso in partenza. L’idea è quella di creare un flusso continuo di quello che succede là, in quel momento, con l’interazione fra le arti”.
JC è… Improvvisazioni corporee Luana Mosca: “C’è una linea, un lavoro naturale che viene fuori. Si sceglie sulla scia del momento quale dei musicisti seguire, perché non è possibile seguire più ritmi contemporaneamente, per quanto strutturati, più o meno, uno sull’altro. Si sceglie se andare in battere o in levare, si sceglie quello con cui magari si è più affini. Il punto è seguire il flusso di energie che viene fuori, e se si riesce a coglierlo arriva di necessità un momento in cui tutti quanti “vanno” insieme. Il flusso di energia che unifica tutti in un’unica cosa… Come quando ci si innamora”.