Lazio Musei di Qualità

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Regione Lazio

musei del Lazio musei di qualitĂ

Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport - Area Servizi Culturali


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La rete di musei locali del Lazio costituisce un circuito di strutture culturali collocate, per la massima parte, in palazzi storici e rocche monumentali, inserite in contesti paesaggistici di pregio, strettamente connesse al tessuto del territorio regionale. Alcuni di questi poli espositivi sono stati riconosciuti dalla Regione Lazio “Musei di Qualità”: per la rilevanza delle collezioni, la continuità della programmazione culturale, l’impegno etico della missione, l’apertura al mondo della scuola, l’accuratezza degli allestimenti, l’eleganza delle architetture, la sapienza poetica del mettere in mostra. Perché il museo è il luogo in cui la comunità si rappresenta.


Regione Lazio Assessore alla Cultura, Spettacolo, Sport Giulia Rodano Direttore regionale Beni e Attività culturali Enzo Ciarravano Dirigente Ufficio Musei Olimpia De Angelis coordinamento Laura De Martino – Ufficio Musei cura redazionale Gian Paolo Castelli – Ufficio Musei logo del marchio di qualità Antonia Di Giulio – Ufficio Musei progetto grafico, impaginazione e stampa Graphein Servizi I testi sono stati redatti elaborando e integrando materiali e informazioni forniti dai direttori dei musei del Lazio, ai quali va il nostro ringraziamento. Si ringraziano Massimo Tomasini per le immagini fotografiche, ad esclusione di quella del Museo-Laboratorio della mente, fornita direttamente dal museo, e Pietro D’Agostino per le immagini dei musei di Frascati e di Albano. © 2007 Regione Lazio Area Servizi culturali viale del Caravaggio 99 00147 Roma


Bolsena - Museo territoriale del lago di Bolsena


Viterbo - Museo della ceramica medievale e rinascimentale della Tuscia


Castelnuovo di Farfa - Museo dell’olio


Nazzano - Polo scientifico museale - Museo del fiume


Frascati - Museo Tuscolano delle Scuderie Aldobrandini


Fara in Sabina - Museo civico archeologico


Priverno - Museo archeologico


Roccagorga - EtnoMuseo dei Monti Lepini


Roma - Museo ebraico di Roma


Roma - Museo-Laboratorio della mente


Museo della ceramica medievale e rinascimentale della Tuscia Viterbo

Il Museo della ceramica medievale e rinascimentale di Palazzo Brugiotti naque nel giugno del 1996, grazie all'iniziativa della Fondazione Carivit e del Comune di Viterbo, e si pone oggi come una tra le realtà culturali più interessanti della città. Il museo occupa gli ambienti al piano terra del seicentesco Palazzo Brugiotti, articolandosi in cinque grandi sale. L'intera raccolta, circa 250 reperti, presenta l'evoluzione della produzione ceramica a Viterbo e nell'Alto Lazio dal XIII al XIX secolo. Nella sezione medievale, ampiamente rappresentata, si possono ammirare i reperti in ceramica acroma da mensa e in maiolica arcaica. Segue la quattrocentesca produzione della zaffera a rilievo e il corredo di una spezieria della fine del sec. XV. Le sezioni successive espongono interessanti collezioni di maiolica policroma rinascimentale prodotta in noti centri alto laziali e dell'Italia centrale, i contenitori dell'antica farmacia dell'ospedale cittadino e gli stampi ceramici per dolci. La visita al Museo della Ceramica non può dirsi veramente conclusa senza una passeggiata nella quiete del rigoglioso giardino “a sorpresa”, accompagnati dal gorgoglio delle fontane figurate in peperino, per le quali è peraltro celebre la città di Viterbo. Nell'anno 2001 è stato inaugurato il Laboratorio didattico-scientifico permanente, annesso al Museo, grazie all'iniziativa della Fondazione Carivit che ha compartecipato a un contributo concesso dalla Regione Lazio. Le numerose attività proposte hanno riscosso il più vivo interesse da parte del mondo della scuola per la loro valenza formativa, utili a stimolare nei più giovani la curiosità e la conoscenza del proprio territorio nonché l'acquisizione di abilità artistiche e tecniche.

via Cavour 67 tel. 0761 346136 fax 0761 223674 laboratorioceramica@libero.it


apertura invernale 10.00 -- 13.00 e 15.00 -- 19.00 venerdì-domenica estiva 10.00 -- 13.00 e 16.00 -- 19.00 giovedì-domenica ingresso intero € 2,50

ridotto € 1,50

servizi visite guidate su prenotazione; punto vendita con riproduzioni in ceramica, monografie, guide; laboratorio didattico-scientifico


Museo territoriale del lago di Bolsena Bolsena

Inaugurato nel 1991, ha sede nella medievale Rocca Monaldeschi della Cervara; è articolato in tre piani espositivi e in un lapidarium esterno. I reperti esposti sono in gran parte di proprietà statale e in misura minore di proprietà civica. I primi provengono dalle ricerche archeologiche condotte nell'area del lago di Bolsena dalla Soprintendenza archeologica per l'Etruria meridionale, dalla Scuola francese di Roma e dal Centro lacuale ricerche di Bolsena; i secondi costituiscono invece una selezione di quanto si è conservato del patrimonio del vecchio Museo civico. Il museo, per rispondere al suo carattere territoriale, si occupa in modo approfondito della documentazione proveniente dal territorio comunale di cui è riferimento, indirizzando al tempo stesso i visitatori verso i musei locali e i siti di particolare interesse storico e archeologico presenti negli altri comuni della zona. Si articola in varie sezioni: formazione del territorio e ricerca subacquea; preistoria e protostoria; periodi etrusco e romano; medioevo e rinascimento; ecologia lacustre e tradizioni popolari; cultura materiale del lago e dialetti. Fa parte del Sistema museale territoriale del Lago di Bolsena. da segnalare Materiali dal villaggio dell'Età del ferro del Gran Carro, attualmente sommerso nel lago (IX-VIII secolo a.C.) Gruppo di corredi funerari di età orientalizzante dalla necropoli della Capriola (VII secolo a.C.) Sedile in terracotta, cosiddetto Trono delle Pantere, proveniente da un ambiente sotterraneo dell'antica Volsinii (III-II secolo a.C.) Ceramiche medievali e rinascimentali recuperate nello scavo degli scarichi della torre maggiore della Rocca Monaldeschi

piazza Monaldeschi telefax 0761 798630 www.bolsenanew.it museo@comunebolsena.it


apertura 10.00 -- 13.00 sabato e festivi anche 15.00 -- 18.00 lunedĂŹ chiuso ingresso intero â‚Ź 3,50

ridotto â‚Ź 2,00

servizi materiale illustrativo, guida a stampa e audio, visite guidate su richiesta anche all'area archeologica di Volsinii, attivitĂ didattiche


Museo naturalistico del fiore Torre Alfina (Acquapendente)

Il museo, situato a due chilometri dal caratteristico borgo medievale di Torre Alfina, è una moderna struttura che nasce all'interno della Riserva naturale Monte Rufeno. È impostato come un avvincente racconto che permette di apprezzare la biodiversità del territorio della riserva e incentrato sul mondo del fiore, illustrandone i suoi aspetti evolutivi ed ecologici, i rapporti con il mondo animale e con il mondo dell'uomo, fino alla presentazione della locale tradizione dei Pugnaloni. Particolare attenzione è stata posta ai mezzi di comunicazione, utilizzando giochi, strumenti interattivi e multimediali e dotando il museo di laboratori, sala proiezioni, ludoteca. Il museo presenta anche una sezione esterna costituita dal Sentiero natura del fiore, percorso medio-facile ad anello con 20 stazioni didattiche sul fiore e sul territorio, un'area picnic antistante per permettere una più piacevole sosta, un giardino botanico in allestimento e sentieri escursionistici all'interno della Riserva naturale Monte Rufeno. Vi è anche la possibilità di visitare, proprio dietro il Castello di Torre Alfina, il Bosco monumentale del Sasseto, esempio di lembo di foresta-rifugio secolare, annoverato tra i siti di maggiore interesse naturalistico dell'Italia centrale.

piazza G. Fabrizio 17 (Ufficio del museo ad Acquapendente) tel. 0763 7309224 fax 0763 711215 www.museodelfiore.it info@museodelfiore.it


apertura invernale 10.00 -- 17.00 venerdì-domenica estiva 10.00 -- 13.00 e 15.00 -- 17.00 venerdì-domenica lunedì-giovedì aperto su prenotazione ingresso intero € 3,00

ridotto € 2,00

informazioni e prenotazioni numero verde 800 411834 tel. 0763 733642 - fax 0763 731175 info@laperegina.it servizi accesso facilitato per disabili, visite guidate, servizi e laboratori didattici, attività di educazione ambientale, percorsi integrati sul territorio; pubblicazioni divulgative e didattiche; sala proiezioni e conferenze, laboratori scientifico-divulgativi, ludoteca, area giochi, area picnic, sentiero natura, aree sperimentali esterne, piccola biblioteca, punto vendita e caffetteria


Museo dell'olio Castelnuovo di Farfa

Il museo è dedicato all'olio della Sabina che il medico Galeno (II secolo d.C.) definĂŹ come il migliore del mondo antico. La vicinissima Abbazia di Farfa fu uno dei pochi centri medioevali europei nel quale furono conservate e poi trasmesse le antiche tecniche dell'olivicoltura. Il museo ha sede a Palazzo Perelli, edificio cinquecentesco ampiamente manomesso e di recente recuperato, ma si estende anche al centro storico e al paesaggio. L'itinerario ha inizio con una sezione dedicata al mito dell'olio, celebrato da sculture dei maestri contemporanei Alik Cavaliere, Gianandrea Gazzola, Maria Lai e Hidetoshi Nagasawa. La visita prosegue con la documentazione sulla botanica dell'ulivo sabino e la tradizione dell'olivicoltura, poi con la sala della memoria, dove il mondo dell'olio viene raccontato dalle voci e dalle immagini dei contadini di Calstelnuovo. Con un percorso pedonale nella campagna, si raggiunge il sito altomedievale di San Donato dove, vicino alla chiesa restaurata, il “Giardino degli ulivi del mondoâ€? ospita le diverse specie coltivate nel bacino del Mediterraneo e con esse, simbolicamente, i popoli che condividono nella storia e nel presente la cultura dell'olio di oliva. Fa parte del Sistema museale territoriale della Media valle del Tevere. da segnalare Monumentali meccanismi lignei di un torchio sabino del XVIII secolo Ambienti intatti di un mulino ad olio del XVIII secolo

viale Regina Margherita 21 tel. 0765 36370 - fax 0765 36233


apertura 15.30 -- 20.00 venerdĂŹ 10.00 -- 20.00 sabato 10.00 -- 13.30 e 14.30 -- 20.00 domenica e festivi altri giorni su prenotazione ingresso intero â‚Ź 5,20

ridotto â‚Ź 3,62

servizi materiale illustrativo, visite guidate plurilingue su richiesta


Museo civico archeologico Fara in Sabina

Il museo civico di Fara in Sabina è ospitato nello storico Palazzo Brancaleoni e copre un arco cronologico compreso tra la preistoria e la fine dell'età romana. In esso sono raccolti principalmente i reperti provenienti dalle indagini archeologiche condotte, a partire dagli anni Settanta, su alcuni dei siti maggiormente significativi dell'evoluzione storica del territorio comunale e più in generale della Sabina antica: l'insediamento nella valle del Tevere con la nascita di Cures, capitale storica dei Sabini, e la necropoli di Colle del Forno, pertinente all'abitato di Eretum, coinvolta nelle prime guerre di espansione della Roma del periodo regio. L'allestimento del museo è articolato in sale ordinate cronologicamente e corredate da un approfondito apparato didattico dei siti e degli scavi che illustra gli aspetti del popolamento della Sabina tiberina meridionale, le attività economiche, l'evoluzione delle strutture abitative e delle necropoli. da segnalare Materiali provenienti dalla capanna di Cures (VIII secolo a.C.) Lamine in oro del corredo della sepoltura principesca di Colle del Forno (fine VII secolo a.C.) Parti di carro provenienti da una ricca sepoltura di Colle del forno (VII sec. a.C.) Cippo di Cures, con iscrizione che ricorda l'erezione di un monumento (VI a.C.)

piazza del Duomo 1 telefax 0765 277321 www.principisabini.it (su Colle del Forno) museofarasabina@libero.it


apertura 9.00 -- 13.00 mercoledĂŹ-venerdĂŹ martedĂŹ, sabato e domenica anche 15.00 -- 18.00 estiva 16.00 -- 19.00 ingresso gratuito servizi materiale illustrativo; visite guidate e attivitĂ didattiche per le scuole su prenotazione


Museo civico di Albano Albano Laziale

Fondato nel 1975, il Museo è ospitato nella Villa Ferrajoli, edificio in stile neoclassico progettato da F. Gasparoni intorno al 1834, che conserva in alcune sale la delicata decorazione pittorica di G.B. Caretti con motivi classicheggianti propri del gusto ottocentesco. L'allestimento si articola in 23 sale espositive ed espone reperti databili su un arco cronologico compreso tra il Paleolitico e il primo Rinascimento. Tutti i reperti conservati nelle vetrine sono arricchiti da didascalie, ricostruzioni e video interattivi che permettono di entrare agevolmente in contatto con la loro epoca, la loro funzione, l'uomo che li produsse e adoperò per migliorare la sua esistenza. Di particolare pregio sono la raccolta di armi protostoriche in bronzo e ferro che illustrano il periodo mitico di Alba Longa e dei latini. Non mancano numerosi oggetti della vita quotidiana e ufficiale degli antichi romani: statue, affreschi, mosaici e collezioni numismatiche. Anche il passaggio dalla vita alla morte è documentato dai numerosi reperti provenienti dalle necropoli dell'Albanum, come sarcofagi, iscrizioni e urne cinerarie. Al Museo è collegato un giardino archeologico esterno dove si conservano numerose coperture di tombe “a baule”, provenienti dalle necropoli romane dei legionari partici, nella vicina località di Selvotta. La presenza dei legionari della Seconda Legione Partica è inoltre testimoniata dagli importanti monumenti dei Castra Albana ancora oggi visibili: Porta Pretoria, Porta Principale Sinistra, l'Anfiteatro, i Cisternoni, le Terme di Cellomaio e le mura dell'accampamento. Fanno parte del circuito monumentale anche le Catacombe di san Senatore sul ciglio della via Appia. da segnalare Collezione di manufatti in selce del paleolitico inferiore, medio e superiore Materiali dell'Età del bronzo del cosiddetto Villaggio delle Macine Testina di guerriero in terracotta policroma databile al V secolo a.C. Testa in marmo di Tiberio Gemello e busto di fanciulla velata Documentazione e reperti relativi alla Seconda Legione Partica (II secolo d.C.)


viale Risorgimento 3 tel 06 9323490 fax 06 9325759 www.museicivicialbano.it direttore@museicivicialbano.it apertura 9.00 -- 13.00 domenica-venerdì 8.00 -- 14.00 sabato mercoledì e giovedì anche 16.00 -- 19.00 ingresso intero € 2,50 ridotto € 2,00 integrato € 6,00 (museo + 2 monumenti) classi scolastiche € 12,00 servizi visite guidate, biblioteca, aula didattica, libreria; materiale illustrativo, guida a stampa, guide audio plurilingue, postazioni multimediali; laboratori di archeologia sperimentale sull'esercito romano e rievocazioni storiche


Museo civico “Adolfo Klitsche De La Grange” Allumiere

Fondato nel 1956 come Antiquarium civico con i materiali raccolti da appassionati locali, nel Museo sono confluiti negli anni successivi reperti provenienti da varie attività di ricerca promosse dalla Soprintendenza alle Antichità dell'Etruria meridionale. A partire dal 1970 si è costituito presso il Museo il Centro per la documentazione del patrimonio preistorico e naturalistico del comprensorio tolfetano-cerite, con lo scopo di mettere in evidenza il rapporto tra l'uomo e l'ambiente dai primordi fino ad oggi, in questo territorio di notevole interesse naturalistico. La sede è costituita da un palazzo del Cinquecento, che ospitava in passato gli uffici e i magazzini delle miniere di alunite gestite dalla Camera Apostolica dello Stato Pontificio; dal minerale si ricavava l'allume, di cui rimane testimonianza nello stesso nome del paese. Il nuovo allestimento, completato nel 2005, si articola in una sezione paleontologica e una sezione archeologica al primo piano, mentre al secondo piano sono collocati i laboratori didattici, le collezioni medievali e rinascimentali, la sezione naturalistica dedicata alla flora e alla fauna del territorio nonché la sezione mineralogica, che riserva un particolare spazio all'allume dei Monti della Tolfa, usato soprattutto per la concia delle pelli, il fissaggio dei colori sulle stoffe e quale materiale ignifugo, il cui processo produttivo ha rappresentato la più importante impresa industriale del Rinascimento. da segnalare Laboratorio di palinologia applicata alla sezione paleontologica Materiali dell'età del Bronzo recente e finale, tra cui un frammento di ceramica micenea Ceramiche medievali e rinascimentali, tra cui vasi di tipo ispano-moresco Documentazione sulla storia e le tecniche di estrazione e lavorazione dell'allume Plastico in scala dell'opificio del XVIII secolo Raccolta di minerali dei Monti della Tolfa Una raccolta entomologica e un erbario Laboratorio didattico Rocce e minerali


piazza della Repubblica 29 telefax 0766 967793 digilander.libero.it/museoallumiere ototi2@tiscali.it apertura 9.00 -- 13.00 mercoledì, sabato e domenica anche 15.00 -- 18.00 chiuso il lunedì ingresso intero € 2,00 ridotto € 1,00 classi scolastiche € 13,00 servizi libreria con materiale illustrativo e pubblicazioni a stampa, minerali e riproduzioni di ceramica; visite guidate sul territorio e laboratori di archeologia sperimentale, naturalistici e geominerari


Museo Tuscolano delle Scuderie Aldobrandini Frascati

Le Scuderie Aldobrandini, già visibili in un'incisione di Matheus Greuter del 1620, nacquero come struttura di servizio dell'omonima villa. Con il restauro architettonico progettato da Massimiliano Fuksas è stato ideato uno spazio polifunzionale innovativo, adeguato alla presentazione della collezione archeologica permanente come pure di mostre d'arte, e dotato di laboratori didattici, spazi multimediali, auditorium. La raccolta di reperti del Museo Tuscolano è ubicata al piano terra. Il nucleo più consistente della raccolta è caratterizzato da numerosi materiali rinvenuti a Tusculum, ivi compresi quelli recentemente individuati nell'area del Foro e del Teatro dalla Scuola spagnola di Storia e Archeologia. Il percorso di visita, cronologico-tematico e riferibile principalmente all'epoca romana repubblicana e imperiale, si conclude con una sezione storico-artistica in cui sono esposti dieci modelli lignei delle Ville Tuscolane affiancati da numerose incisioni e medaglie rare relative alle ville rinascimentali e a personaggi famosi come il Duca di York, vescovo della diocesi di Frascati per quasi un quarantennio. da segnalare Urne cinerarie con epigrafi relative alla famiglia dei Rabirii, del IV-III secolo a.C. Afrodite Urania, statua colossale di derivazione fidiaca databile al 50 a.C. Dioniso con pantera, statua arcaizzante del II secolo d.C. Frammento fittile votivo con la rappresentazione di un giovinetto, di età augustea

piazza Marconi 6 telefax 06 9417195 Frascati Point 06 94015378 www.scuderiealdobrandini.it info@scuderiealdobrandini.it


apertura 10.00 -- 18.00 sabato e festivi 10.00 -- 19.00 chiuso il lunedĂŹ ingresso intero â‚Ź 2,00

ridotto â‚Ź 1,00

servizi accesso per disabili, biblioteca specializzata, archivio fotografico, laboratorio didattico, prenotazioni di biglietti e visite guidate; sala conferenze e spazi espositivi per mostre temporanee; libreria e oggettistica


Museo civico naturalistico dei Monti Prenestini Capranica Prenestina

Istituito nel 1996 e inaugurato nel 2001, il museo è collocato nello storico Palazzo Barberini, attuale sede municipale. Il territorio di Capranica si trova al centro del comprensorio dei Monti Prenestini e rappresenta un luogo adatto per una sede museale destinata alla conservazione ed esposizione dei beni naturalistici della zona, ma anche alla divulgazione e all'educazione alle tematiche ambientali. È articolato in due sale disposte agli ultimi due livelli del Palazzo, dove trovano illustrazione le tematiche legate a Ecologia ed Evoluzione, Flora e Fauna dei Monti Prenestini (Sala 1), Fauna delle rupi e delle grotte, Scienze della terra, Geologia Generale e Paleontologia (Sala 2). L’esposizione si avvale di una serie di diorami sui più tipici ambienti dei Prenestini e di pannelli sui grandi temi della biologia evoluzionistica, dell’ecologia generale, dell’etologia. Due nuove sale poste al piano terra ospitano collezioni di fossili, insetti e vertebrati, una biblioteca e un piccolo laboratorio con materiale didattico. L’allestimento utilizza mezzi multimediali e un’audioguida, con lo scopo di facilitare la lettura e la comprensione di quanto illustrato e a una migliore conoscenza e divulgazione del patrimonio, con particolare riguardo ai visitatori più piccoli. La scelta delle tecniche espositive è stata operata nell’intento di offrire ai visitatori una visita il più possibile partecipata e interattiva. da segnalare Ricostruzioni comparative della vegetazione originaria e di quella alterata dall'uomo Diorami dei principali ambienti naturali dell'area prenestina

piazza Aristide Frezza 5 telefax 06 9584031 - 06 9584126 www.comunecapranica.it/ilmuseo.htm museo@comunecapranica.it


apertura mercoledì 9.00 -- 13.00 giovedì-domenica 9.00 -- 13.30 e 15.00 -- 18.00 chiuso il lunedì e il martedì ingresso intero € 3,00

ridotto € 2,50

servizi materiale illustrativo, postazioni multimediali, visite guidate su prenotazione


Museo civico lanuvino Lanuvio

Il museo, uno dei primi della provincia di Roma a essere inaugurato (1913), è stato recentemente riallestito nella sua sede originaria, restaurata dopo essere stata distrutta in seguito agli eventi bellici dell'ultimo conflitto mondiale. Gli attuali spazi espositivi, corredati da pannelli esplicativi sui reperti e i monumenti più significativi dell'antica Lanuvium, ospitano una sezione preromana e romana, una sezione epigrafica e una sezione sulla storia medievale e contemporanea di Lanuvio. Oltre a una consistente collezione archeologica, comprendente fra l'altro materiali provenienti dal Santuario di Giunone Sospita e dalla Tomba del guerriero, sono esposte anche una serie di fotografie che documentano le due campagne di scavo del 1884-1892 e del 1914-1915. All'interno del museo sono inoltre visibili i resti delle fondazioni del balineum dell'antica Lanuvium. È in fase di realizzazione una sezione dedicata alla vita quotidiana nell'antichità; nel corso dei lavori si è giunti al ritrovamento di altre strutture di età romana, poi inglobate nelle fondazioni ottocentesche del palazzo del Comune. da segnalare Splendido affresco di età augustea Frammenti marmorei del gruppo di Licinio Murena, del I sec. a.C. Parapetto marmoreo raffigurante un grifone alato proveniente dal teatro, di età antonina Lastre architettoniche e votivi dal Santuario di Giunone Sospita, di età arcaica ed ellenistica Kylix recante incisa la seconda parte del più antico alfabetario latino

piazza della Maddalena 16 tel. 06 93789237 fax 06 93789229


apertura 10.00 -- 13.00 e 16.00 -- 19.00 invernale 15.00 -- 18.00 lunedĂŹ solo su prenotazione per gruppi martedĂŹ chiuso ingresso gratuito servizi accesso e percorsi facilitati per disabili, materiale informativo e pubblicazioni scientifiche, archivio fotografico, attivitĂ scientifiche


Polo scientifico museale - Museo del fiume Nazzano

Il Polo Scientifico Museale di Nazzano è stato inaugurato nel mese di ottobre 2000. Occupa parte del complesso della Rocca, formato dal castello duecentesco dei Savelli con aggiunte e annessi quattrocenteschi. Ăˆ strutturato come luogo di divulgazione scientifica, in cui raccogliere e rielaborare le ricerche svolte all'interno della Riserva naturale Tevere-Farfa e tutte le informazioni sull'ecosistema fluviale della media valle del Tevere, che testimoniano la complessa interazione tra insediamenti umani e sistema naturale: il particolare habitat della riserva ha infatti avuto origine da un'opera di sbarramento del Tevere realizzata dall'Enel negli anni Cinquanta. Il Museo del fiume permette al visitatore di percepire in modo attivo la complessitĂ dell'ecosistema fluviale nei suoi aspetti naturalistici e storico-antropologici attraverso un moderno allestimento con attraenti accorgimenti didattici. Fa parte del Sistema museale territoriale della media valle del Tevere. da segnalare Modelli di navi romane Sala delle grotte, con materiali paleontologici Collezione ornitologica di specie rappresentative dell'ambiente fluvio-lacustre Acquari e diorami Vetrine con giochi didattici

via Mazzini 4 tel. 0765 332002/335 6880515 www.valletiberina.it museodelfiume@libero.it museo_del_fiume.dir@libero.it

fax 0765 332710


apertura invernale martedì, giovedì, sabato e domenica 9.00 -- 15.00 estiva lunedì 8.00 -- 15.00, sabato 9.00 -- 17.00, domenica 9.00 -- 18.00 nei giorni feriali su prenotazione per gruppi superiori alle 20 unità ingresso € 1,00 servizi postazioni multimediali, microscopi, filmati, visite guidate su prenotazione


Museo civico di Santa Marinella Santa Severa (Santa Marinella)

A dodici anni dalla sua prima istituzione come Antiquarium Navale, avvenuta nel 1993, il Museo civico di Santa Marinella, situato nel Castello di Santa Severa sul luogo dell'antica Pyrgi, si presenta al pubblico in una veste completamente rinnovata e arricchita sul piano degli spazi espositivi, dell'allestimento e dei contenuti. Il 10 settembre 2005 la struttura è stata inaugurata alla presenza di numerose autorità politiche, scientifiche e culturali. Sette nuove sale ospitano oltre cento reperti distribuiti lungo un percorso espositivo e didattico che introduce il visitatore al tema dell'archeologia subacquea e della navigazione antica, illustrando diversi aspetti interessanti della “vita sul mare e per il mare”. Il museo è destinato a conservare e valorizzare le testimonianze archeologiche provenienti dai fondali del litorale cerite compreso tra Alsium e Centumcellae, con particolare riferimento al porto di Pyrgi. La struttura museale -- realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica per il Lazio, La Regione Lazio e la Provincia di Roma, con un taglio decisamente didattico -- permette di avvicinarsi con semplicità al mondo degli antichi marinai tramite suggestive ricostruzioni al vero di ambienti e strumentazioni, frutto del paziente lavoro di ricerca del Centro Studi Marittimi del museo, in collaborazione con specialisti italiani dell'Università di Roma Tre, del DRASSM di Marsiglia e del Centro Camille-Jiullian dell'Università di Aix En Provence. Il risultato è la creazione di un “Museo del mare e della navigazione antica” molto particolare, indubbiamente atto a stimolare l'interesse e la curiosità verso il mondo della nautica del Mediterraneo antico. Una formula innovativa di gestione pubblico-privata consente il buon funzionamento dei servizi didattici e culturali collegati al museo, con numerose attività didattiche e di formazione rivolte al mondo della scuola e dell'associazionismo culturale. La struttura, nuovo punto di riferimento scientifico e culturale nel territorio del litorale nord di Roma, ospita al primo piano gli uffici, la biblioteca, i depositi, il laboratorio di restauro, la sala di riunione e i laboratori didattici; al piano terra, con ingresso dal Centro visite del castello, si sviluppa invece il percorso espositivo. L'itinerario di visita ha inizio con la sezione “Pyrgi e il Castello di Santa Severa”, un percorso che permette di scoprire la storia di uno dei più antichi porti del Tirreno, importante luogo di culto e città etrusca, poi fortezza romana, castello e borgo medievale. Il Museo ospita anche la sede dell'Associazione intercomunale per il progetto del sistema cerite, il Centro studi marittimi, il Gruppo archeologico del territorio cerite, i servizi didattici e culturali promossi dalla società Archeodromo.


da segnalare Ricostruzione in scala reale della stiva di una nave romana da trasporto in navigazione Reperti provenienti dai fondali del porto dell'antica Pyrgi

Castello di Santa Severa ss 1 Aurelia, km 58 telefax direzione 0766 570077 centro visite 0766 570209 www.museosantasevera.org muspyrgi@tiscali.it apertura invernale 9.00 -- 17.00 estiva 9.00 -- 18.00 chiuso il lunedì ingresso € 2,50 servizi punto vendita con materiale illustrativo plurilingue e pubblicazioni a stampa, artigianato e oggettistica; visite guidate su richiesta, laboratori didattici; attività divulgative; attività di ricerca di archeologia subacquea e navale


Museo archeologico comunale Segni

Il museo è ospitato all'interno dell'antico Palazzo comunale, costruito alla metà del XIII secolo e posto nel cuore del centro storico di Segni. La sua destinazione a spazio espositivo risale alla metà degli anni Ottanta, periodo in cui si avviò un programma di ricerca che portò a una vera e propria riscoperta della Segni antica, con l'individuazione e la valorizzazione di numerosi complessi archeologici della città romana. Il museo venne aperto al pubblico per la prima volta nel marzo del 2001, con un allestimento volto a rendere comprensibile il significato di questi complessi nel loro originario contesto urbanistico e architettonico; dopo una prima sala dove erano sintetizzate le ragioni geografiche, il divenire storico e le fasi preurbane della città, seguivano le sezioni dedicate ai principali temi urbanistici e architettonici, destinati a divenire all'esterno del museo altrettanti percorsi di visita: l'urbanistica della città romana e le sue mura, la piazza del foro, il grande complesso dell'acropoli, le tecnologie e le strutture destinate all'uso dell'acqua. Il recente ampliamento della struttura museale, che oggi copre una superficie di circa 400 mq, ha recepito nel percorso espositivo le novità scaturite dalla ricerca degli ultimi anni, pur mantenendo lo stesso criterio espositivo. Per l'area urbana, una nuova sezione è dedicata al complesso ellenistico di Santa Lucia; poi le testimonianze archeologiche dell'immediato suburbio e del territorio circostante la città antica, con gli importanti complessi di Tre Acacie e Colle Noce. Un settore è infine dedicato alla presentazione delle principali testimonianze archeologiche, storiche e architettoniche della città in epoca altomedievale e nel duecento. da segnalare Gruppi scultorei tardo-repubblicani e di prima età imperiale dall'area del Foro e dal suburbio Terrecotte architettoniche dal Tempio di Giunone Moneta sull'acropoli (V e II sec. a.C.) Materiali votivi dal Tempio di Giunone Moneta sull'acropoli (IV-III sec. a.C) Vetri di età imperiale dalla villa romana di Tre Acacie Iscrizioni tardo-repubblicane dall'area del Tempio d'Ercole Decorazione architettoniche altomedievali dall'area del castrum e dalla cattedrale medievale Iscrizione dei maestri 'Cosmati' Lorenzo e Jacopo (fine XII secolo) dalla cattedrale


via Lauri 1 telefax 06 97260072 www.museosegni.it museo@comune.segni.rm.it apertura martedì e giovedì 9.00 -- 14.00 e 15.00 -- 19.00 sabato, domenica e festivi 10.30 -- 13.00 e 15.30 - 19.00 aperture straordinarie (anche serali) su prenotazione ingresso intero € 2,58

ridotto € 1,55

servizi accesso ai disabili; punto vendita con materiale illustrativo, guide e dvd sulla città di Segni, cdrom educativo, pubblicazioni a stampa e oggettistica; attività didattiche e promozionali, attività scientifiche; visite guidate anche alle aree archeologiche della città


Museo civico “Oreste Nardini” Velletri

Il museo è ospitato nel cinquecentesco Palazzo comunale. Presenta due itinerari espositivi: nell'ala ovest del Museo è esposta la collezione archeologica mentre nell'ala est è stato recentemente inaugurato l'itinerario di geopaleontologia e preistoria dei Colli albani. L'itinerario archeologico espone, secondo un ordinamento cronologico e tematico, circa quattrocento opere e si articola su due piani, documentando la storia del territorio veliterno dall'epoca protostorica all'Alto medioevo. I due piani del museo, il pianterreno e la zona soppalcata, rappresentano idealmente i due piani dell'esistenza umana: al piano terra sono affrontate, in sette sezioni, tematiche legate alla vita quotidiana (insediamenti umani, modi di produzione e forme di sussistenza), mentre nei tre ambienti del piano soppalcato emergono temi connessi alla sfera spirituale (riti funerari, architettura e iconografia sacra). Il secondo percorso, in cinque sezioni, illustra invece la nascita, l'evoluzione e il popolamento dei Colli Albani e si propone come un emozionante viaggio nel passato più remoto di questo territorio. Il percorso è articolato in cinque sezioni (geologia, paleontologia, antropologia, preistoria e protostoria) distribuite anch'esse su due piani e, oltre a una selezione di fossili, minerali e reperti archeologici provenienti dai più importanti siti preistorici del territorio, presenta anche una serie di ricostruzioni, filmati e scenografiche ambientazioni che puntano al coinvolgimento emotivo del visitatore. Oltre a pannelli didattici bilingui, è presente un percorso parallelo per i più piccoli, costituito da pannelli posizionati ad altezza di bambino, in cui lo stesso vulcano fa da guida e mascotte, raccontando attraverso immagini colorate e con un linguaggio semplice e divertente i contenuti del percorso. da segnalare Sarcofago delle fatiche di Ercole, del II sec. d.C. Lastra dell'Orante, con scene del Vecchio e Nuovo Testamento, del IV sec. d.C. Lastre volsche, terrecotte architettoniche del cosiddetto tempio volsco, del VI sec. a.C.


via G. Mameli 6 tel. 06 96158268 telefax 06 96158239 www.comune.velletri.rm.it museo.civico@comune.velletri.rm.it apertura 9.00 -- 13.00 e 15.00 -- 19.00 chiuso il lunedì ingresso intero € 4.00

ridotto € 3,00

servizi accesso ai disabili; materiale illustrativo e pubblicazioni divulgative e scientifiche; laboratorio di restauro, sala conferenze, biblioteca, ufficio tecnico e area didattica esterna; attività didattiche, culturali e scientifiche

Velletri - Museo civico “Oreste Nardini” ???????


Museo archeologico Priverno

Il museo, inaugurato nel 1996, è ubicato in pieno centro storico nel Palazzo del Vescovado ed è dedicato alla Privernum romana, colonia del tardo II secolo a.C. fondata nel cuore della valle dell'Amaseno. Il museo ne racconta la storia attraverso un percorso che si snoda in dodici sale dove i reperti dell'antica città e del suo territorio, dall'età protostorica al pieno impero, sono accompagnati da un efficace supporto didattico, arricchito di foto e ricostruzioni che offrono un'immagine di monumenti, case e edifici inseriti in spaccati di vita quotidiana. L'allestimento è stato più volte rinnovato per accogliere i nuovi e importanti rinvenimenti provenienti dagli scavi di Privernum ed è ora previsto il suo spostamento nel prestigioso palazzo Valeriani Guarini, ubicato nella piazza del Comune. Il museo è strettamente collegato con l'Area archeologica Privernum, riconosciuta come museo all'aperto, dove si conservano testimonianze della vita della città dal II sec. a.C. al XIII d.C. (mura, domus, terme, teatro, piazza porticata e resti dell'insediamento altomedievale). I poli museali di Priverno sono organizzati in un Sistema museale urbano (Museo archeologico, Area archeologica, Museo medievale e Museo per la matematica) e fanno parte del Sistema museale territoriale dei Monti Lepini. da segnalare Corredo del bronzo medio di cultura laziale Mosaici repubblicani, fra cui un emblema policromo con complessa raffigurazione del “Ratto di Ganimede” e un pavimento policromo a cassettonato prospettico impreziosito da una lunga soglia decorata con un paesaggio egiziano, dove architetture fanno da sfondo al fiume Nilo popolato da pesci, anatre e coccodrilli che contornano vignette animate da Pigmei Apparato architettonico (capitelli figurati, colonne in marmi policromi, trabeazioni) e scultoreo (statue di Afrodite/Fortuna, di Diana, di Ercole e di Dioniso, statua intera dell'imperatore Claudio, ritratti pubblici e privati) proveniente dalla piazza e dal teatro Frammenti dei Fasti Privernati e numerosi oggetti di vita quotidiana, in particolare ceramiche da cucina e da mensa di età imperiale


Palazzo del Vescovado, piazza Tacconi telefax 0773 905065 www.musarchpriverno.it musarchpriverno@libero.it apertura invernale 9.00 -- 13.00 martedì-venerdì 9.00 -- 13.00 e 15.00 -- 18.00 sabato, domenica e festivi estiva 16.00 - 20.00 martedì-venerdì 10.00 - 13.00 e 16.00 - 20.00 sabato, domenica e festivi ingresso intero: € 3,80 ridotto € 2,70 2 musei del Sistema: intero € 5,30 3 musei del Sistema: intero € 6,50 4 musei del Sistema: intero € 7,50

ridotto € 3,80 ridotto € 4.80 ridotto € 5,70

informazioni e prenotazioni 0773 911087 (9.00 -- 13.00 dal martedì al venerdì) www.sistemamusealepriverno.it servizi guide audio plurilingue; su prenotazione: visite guidate, progetti didattici, attività pratiche nel laboratorio Un'officina per l'archeologia, archeologia sperimentale all'area archeologica, campi-scuola; punto vendita con materiale informativo e pubblicazioni a stampa, souvenir, artigianato locale


EtnoMuseo dei Monti Lepini Roccagorga

Allestito nel Palazzo baronale del XVI secolo, il museo si propone di ricostruire l'identità della comunità locale, evidenziando i cambiamenti dello stile di vita nel corso del Novecento. Con accorgimenti allestitivi originali e stimolanti -- che comprendono musica e voci, esposizione di oggetti della cultura popolare e postazioni informatiche -- vengono proposte suggestioni e riflessioni su diversi temi e aspetti della cultura dei Rocchigiani e della vita tradizionale delle comunità lepine. Al centro dell'attenzione è sempre il rapporto tra gli oggetti e le storie di vita, sfidando la banalizzazione della cultura popolare che emerge a volte nei musei del folklore. Fa parte del Sistema museale territoriale dei Monti Lepini. da segnalare La stanza “Pasqua Rossa”, dove viene evocato un fatto storico mediante l'illuminazione di settori della stanza e di voci narranti fuori campo La sala detta “Garage Cultura”, omaggio a un luogo mostrato come spazio creativo e della memoria familiare La raffigurazione, attraverso 400 quadretti appesi sui muri, di altrettanti soprannomi in uso nel paese

Palazzo baronale, piazza Risorgimento 4 tel. 0773 958947/958867 www.etnomuseo.it info@etnomuseo.it


apertura invernale martedì 10.00 -- 13.00 martedì e venerdì 10.00 -- 13.00 e 15.00 -- 18.00 giovedì, sabato e domenica estiva 16.00 -- 20.00 chiuso il lunedì ingresso intero € 2,58

ridotto € 1,55

servizi materiale illustrativo, visite guidate su prenotazione; corsi, laboratori e attività didattiche; attività di ricerca; biblioteca, cineteca, fototeca e archivio storico


Casa di Goethe Roma

Nella seconda metà del XVIII secolo l'appartamento al primo piano del Palazzo Scala poi Bracci in via del Corso era abitato dai signori Collina che vi gestivano una sorta di pensione per artisti. Tra questi vi soggiornò per diverso tempo il pittore Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, che ospitò Johann Wolfgang von Goethe dal 1786 al 1788. In questa casa, unita nell'Ottocento a quella attigua, è stato allestito nel 1977 un museo dedicato a Goethe. La mostra permanente che ricorda il celebre ospite occupa uno spazio di 600 mq diviso in otto ambienti espositivi. Temi centrali sono il viaggio di Goethe in Italia e la profonda influenza che hanno esercitato sul poeta e sulla sua opera i luoghi visitati, nonché la complessa e articolata storia della ricezione goethiana. La collezione del museo comprende manoscritti, lettere, opere grafiche, disegni e dipinti. da segnalare Ritratto di Goethe, Andy Warhol (1982) Goethe in veste da casa, Christian Daniel Rauch, statuetta in bronzo (1828) Goethe nella campagna romana, Georgi Takev, copia del celebre quadro di Tischbein del 1786-87 Faust tenta di sedurre Gretchen, Eugène Delacroix, litografia (1828) A l'Opéra: Madame Caron dans Faust, Henri de Toulouse-Lautrec, litografia (1893) Faust, Emil Nolde, litografia (1911)

via del Corso 18 tel 06 32650412 www.casadigoethe.it


apertura 10.00 -- 18.00 chiuso il lunedĂŹ ingresso intero â‚Ź 4,00

ridotto â‚Ź 3,00

servizi materiale illustrativo, pubblicazioni plurilingue, visite guidate, biblioteca


Centrale Montemartini Roma

Il 31 ottobre 1997 è stato inaugurato un nuovo spazio museale all'interno dell'ex Centrale elettrica Montemartini, il primo impianto a conduzione pubblica che dal 1912 al 1960 ha fornito energia per illuminare la città. La Centrale rappresenta uno dei rari esempi di riconversione di un complesso industriale in disuso: gli spazi dell'edificio, pur conservando i macchinari originali come i due grandi motori diesel e le caldaie, sono stati completamente ristrutturati per accogliere moltissime sculture antiche dei Musei Capitolini, opere per lo più rinvenute negli scavi realizzati alla fine dell'Ottocento nell'ambito dei lavori per Roma Capitale nelle zone del Quirinale, del Viminale e dell'Esquilino e in quelli degli anni Trenta del Novecento, che interessarono la zona del Campidoglio e dei Fori Imperiali fino al Teatro Marcello. In questo nuovo allestimento è stato possibile esporre opere finora mai esposte e ricostruire nelle enormi sale i complessi monumentali antichi, ripercorrendo lo sviluppo della città dall'età regia fino a quella tardoimperiale. La grande suggestione che deriva dall'accostamento dei reperti archeologici con i macchinari e la struttura metallica della centrale, di raffinato stile liberty, ha determinato il successo riscosso dall'iniziativa, che, nata come mostra temporanea “Le macchine e gli dei”, è diventata uno spazio espositivo stabile. da segnalare Decorazione architettonica in terracotta dipinta del tempio arcaico dell'area sacra del Foro Boario Fortuna huiusce diei, statua colossale dall'area sacra di largo Argentina Musa seduta, statua marmorea dal Teatro di Pompeo Complesso architettonico del Tempio di Apollo Sosiano, il cui frontone ricostruito è decorato da statue originali greche Agrippina Minore, statua in basanite Arredo decorativo degli Horti Liciniani Grande mosaico con scene di caccia, che pavimentava il portico di una villa imperiale scoperta presso Santa Bibiana


via Ostiense 106 tel 06 5748030 fax 06 5754207 www.centralemontemartini.org www.museiincomune.it apertura 9.30 -- 19.00 chiuso il lunedì ingresso intero € 4,50 ridotto € 2,50 Capitolini Card (biglietto integrato Musei Capitolini e Centrale Montemartini valido 7 giorni) intero € 8,50 ridotto € 6,50 informazioni e prenotazioni 06 82059127 (tutti i giorni 9.00 -- 19.30) www.ticketclic.it museo.centrale.montemartini@comune.roma.it servizi guida a stampa plurilingue, visite guidate su richiesta, laboratorio didattico, aperture straordinarie su richiesta


Musei Capitolini Roma

Le raccolte dei Musei Capitolini sono ospitate nei due palazzi storici, il Palazzo dei Conservatori e il Palazzo Nuovo, posti sulla piazza del Campidoglio. Il progetto originario, dovuto a Michelangelo e in parte modificato, fu realizzato in un lungo arco di tempo, dal XVI alla prima metà del XVII secolo. Nel Palazzo dei Conservatori vennero collocate, fin dal 1471, le antiche statue in bronzo donate da papa Sisto IV al popolo romano (la Lupa, lo Spinario, la testa di Costantino); tale atto segnò la nascita delle raccolte capitoline costantemente accresciute nei secoli successivi. Nel corso del XVI e nei primi decenni del XVII secolo vennero decorate con affreschi e stucchi le sale dell'Appartamento dei Conservatori, sede della magistratura che amministrava la città di Roma, da cui il palazzo prende il nome. Il palazzo fu ampliato nel XVIII secolo per accogliere al secondo piano la Pinacoteca Capitolina, fondata da papa Benedetto XIV nel 1750. Nel 1876 fu destinata a sede museale un'ala del Palazzo dei Conservatori di più recente costruzione dove vennero esposte le opere provenienti dai coevi scavi archeologici in diversi quartieri della città: tale parte del museo è attualmente in ristrutturazione e le opere sono esposte nella Centrale Montemartini sulla via Ostiense. Il Palazzo Nuovo, i cui ambienti mantengono tuttora in gran parte inalterato l'ordinamento del XVIII secolo, ospita il Museo Capitolino, importante raccolta di sculture inaugurata da papa Clemente XII nel 1734. Il complesso dei Musei Capitolini è stato oggetto recentemente di importanti lavori di restauro e ristrutturazione, in parte ancora in corso, che hanno compreso il riallestimento della Pinacoteca - ordinata secondo le varie scuole pittoriche - e delle collezioni di scultura antica, la riapertura della galleria sotterranea di collegamento tra il Palazzo Nuovo e il Palazzo dei Conservatori, nonché l'apertura al pubblico della terrazza panoramica di Palazzo Caffarelli e delle strutture del Tabularium sotto il Palazzo Senatorio, con i resti del Tempio di Veiove. I visitatori possono quindi attualmente percorrere un unico suggestivo itinerario di visita, articolato in diverse sezioni, che valorizza il colle capitolino come centro del patrimonio culturale della città. da segnalare Le opere di grande pregio e di particolare interesse sono numerosissime e non possono essere tutte menzionate in questa sede. Quanto segue è una stringata selezione:


Scultura antica: il Galata morente, la Venere Capitolina, i due Centauri in marmo bigio, il Fauno in marmo rosso antico Il Mosaico delle Colombe Bronzi di età ellenistica e romana: la Lupa, il Bruto Capitolino, lo Spinario, la statua equestre di Marco Aurelio, la testa colossale di Costantino La collezione di 165 busti di imperatori romani e 79 busti di filosofi e poeti Tra gli affreschi dell'Appartamento dei Conservatori particolarmente significativa è la Sala degli Orazi e Curiazi, opera del Cavalier d'Arpino, dipinta tra l'ultimo decennio del XVI e i primi del XVII secolo La Pinacoteca Capitolina raccoglie dipinti di varie scuole di arte italiana dal XIV al XVIII secolo, tra cui il Battesimo di Cristo, di Tiziano, il San Giovannino e la Buona Ventura di Caravaggio, la Santa Petronilla di Guercino, un nucleo di dipinti di Guido Reni e di Pietro da Cortona Da segnalare infine le porcellane della collezioni Cini

piazza del Campidoglio 1 tel. 06 67102475 fax 06 6785488 www.museicapitolini.org www.museiincomune.it apertura 9.30 -- 20.00 chiuso il lunedì ingresso intero € 6,50 ridotto € 4,50 Capitolini Card (biglietto integrato Musei Capitolini e Centrale Montemartini valido 7 giorni) intero € 8,50 ridotto € 6,50 informazioni e prenotazioni 06 82059127 (tutti i giorni 9.00 -- 19.30) www.ticketclic.it info.museicapitolini@comune.roma.it servizi guida a stampa plurilingue, guida audio, schede di sala, visite guidate su richiesta, archivio fotografico, guardaroba


Museo civico di zoologia Roma

Il Museo venne costituito alla fine del XVIII secolo con le prime collezioni naturalistiche. Ulteriori arricchimenti si ebbero nei primi anni dell'Ottocento, durante il pontificato di Pio VII (1800-1823), sotto il quale venne istituita la cattedra di Storia Naturale e Mineralogia. Sotto la direzione di Luigi Metaxà, a partire dal 1853, e più tardi di Antonio Carruccio, il museo conobbe il suo periodo di massimo impulso: venne redatto un catalogo, le collezioni si incrementarono notevolmente e venne fondata la Società Romana per gli Studi Zoologici, che pubblicò anche un suo Bollettino fino al 1899. Dopo il 1914 il museo, coinvolto nella generale crisi degli spazi attraversata dall'Università, fu sottoposto a continue peregrinazioni. Nel 1932, quando l'Università cedette in uso al Governatorato di Roma le collezioni zoologiche, il museo si trasferì nell'edificio di via Aldrovandi, a Villa Borghese, dove si trova tuttora. Nelle raccolte, che ammontano a oltre quattro milioni di pezzi, sono esposti esemplari di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci preparati a secco o in liquido e montati in atteggiamento naturale. Molti sono gli esemplari appartenenti a specie italiane estinte. Oltre alla sala dedicata agli insetti, nella quale l'entomologia viene presentata in un contesto evolutivo, ecologico e di diversità biologica, le collezioni si sono recentemente arricchite delle sale dedicate alla restituzione dell'ambiente del Paleolazio, delle Zone Umide e della Barriera Corallina. da segnalare Collezioni della fauna della campagna romana Collezioni ottocentesche di conchiglie da studio, di uccelli italiani e importanti collezioni di insetti Raccolta osteologica

via Ulisse Aldrovandi 18 tel. 06 67109270 fax 06 32650186 www.museodizoologia.it info.museo.zoologia@comune.roma.it


apertura 9.00 -- 17.00 chiuso il lunedĂŹ ingresso intero â‚Ź 4,50

ridotto â‚Ź 2,50

servizi materiale illustrativo e pubblicazioni didattiche, visite guidate e laboratori didattici, biblioteca, servizi telematici (Scienzaonline, Ecoagenda, Icca)


Museo d'arte contemporanea - MACRO Roma

Il MACRO -- Museo d'arte contemporanea di Roma nasce dal riassetto delle strutture capitoline deputate alla promozione dell'arte contemporanea. È dotato di due sedi, la prima delle quali è l'ex stabilimento industriale Peroni, progettato agli inizi del Novecento da Gustavo Giovannoni, una delle poche testimonianze di archeologia industriale nella capitale che fino al 1971 ha ospitato le attività produttive della Società Birra Peroni. Nel 1999 è terminata la prima fase dei lavori di ristrutturazione e conversione del sito, che ha visto il recupero all'edificio principale composto da due corpi di fabbrica paralleli collegati da una costruzione che corrisponde al prospetto di ingresso. Il completamento dei lavori è stato assegnato al progetto Territori Sensuali di Odile Decq, a seguito del concorso internazionale indetto dal Comune di Roma nel 2000. Il suo progetto è caratterizzato dall'intenzione di trovare un equilibrio dinamico tra i volumi basato su un'idea di instabilità creativa: in questo modo si è inteso essere in sintonia con l'arte contemporanea e il suo carattere sempre in movimento, in esplorazione di nuove strade. Per far emergere dal contesto urbano circostante la struttura del Museo si è puntato su un elemento di forte impatto visivo: il volume vetrato dell'Artcafè sospeso sull'ingresso all'angolo tra via Nizza e via Cagliari che, insieme ai giardini soprastanti posti su più livelli, costituirà la nuova identità della struttura; dal livello più alto dell'edificio ristrutturato di via Reggio Emilia si potrà così percepire la nuova porzione del Museo come un giardino panoramico astratto, una piazza sospesa aperta a tutti. La seconda sede (Macro Future) è dislocata in due padiglioni del complesso dell'ex Mattatoio di Testaccio, realizzato non lontano dalla riva del Tevere tra il 1888 e il 1891 su progetto dell'architetto Gioacchino Ersoch e assegnati nel 2002 al MACRO per lo sviluppo e la diffusione dell'arte contemporanea: essi costituiscono un importante esempio storico dell'architettura industriale monumentale e razionale della fine del secolo; le dimensioni e la disposizione dello spazio li rendono particolarmente adatti a presentare alcune delle più rilevanti espressioni artistiche internazionali e nazionali che oggi riconfigurano i “territori” della cultura visiva e della contaminazione tra linguaggi differenti. Il complesso dell'ex-Mattatoio è pertanto una vivace area per manifestazioni culturali ed eventi artistici, luogo ideale per la sperimentazione culturale.


da segnalare Gli stabilimenti stessi, tra i pochi esempi a Roma -- insieme alla centrale Montemartini -- di archeologia industriale funzionalmente riconvertiti a spazio espositivo

via Reggio Emilia 54 piazza Orazio Giustiniani 4 (Macro Future) 06 671070400 www.macro.roma.museum www.museiincomune.it macro@comune.roma.it apertura 9.00 -- 19.00, festivitĂ 10 -- 14 (sede principale) 16.00 -- 24.00 (Macro Future) chiuso il lunedĂŹ ingresso â‚Ź 1,00 (sede principale, tariffa provvisoria fino al completamento dei lavori) ingresso libero (Macro Future, tariffa provvisoria fino al completamento dei lavori) servizi postazioni multimediali, visite guidate plurilingue, attivitĂ didattica e laboratori, biblioteca-mediateca, centro ricerca sulle arti visive


Musei di Villa Torlonia Roma

Il parco di Villa Torlonia ospita due musei, il Casino Nobile e la Casina delle Civette, nonché una sede di mostre temporanee e archivio, il Casino dei Principi. Il Casino Nobile deve il suo aspetto all'intervento di Giuseppe Valadier, intorno al 1802, quindi, tra il 1835-40 a Giovan Battista Caretti che aggiunse il maestoso pronao della facciata. Molti pittori lavorarono alla sua decorazione, quali Podesti e Coghetti, oltre a scultori e stuccatori della scuola di Thorvaldsen e Canova. Quando dal 1925 al 1943 la Villa fu affittata a Benito Mussolini, nel piano interrato furono realizzati un rifugio antigas e un bunker antiaereo, visitabili su prenotazione. L'edificio restaurato ospita nei due piani di rappresentanza il Museo della Villa, con sculture e arredi d'epoca. Al secondo piano è il Museo della Scuola Romana, con dipinti, sculture e disegni degli artisti di quella corrente. L'attiguo Casino dei Principi, dove è consultabile il ricchissimo Archivio della Scuola Romana, ospita periodicamente mostre temporanee. La Casina delle Civette spicca per la sua originalità. Ideata nel 1839 dall'architetto Giuseppe Jappelli come Capanna Svizzera, fu trasformata agli inizi Novecento in eclettico villino, residenza del principe Torlonia. Il suo nome è legato al ricorrere di elementi decorativi ispirati al tema della civetta. Le numerose vetrate policrome presenti sono state realizzate in gran parte da Cesare Picchiarini tra il 1910 e il 1925, su disegni di Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi e Paolo Paschetto. Dall'apertura al pubblico come spazio museale, nel 1997, la collezione originaria della Casina è stata arricchita con vetrate degli stessi autori e con disegni, bozzetti e cartoni preparatori. da segnalare nel Casino Nobile: Sculture provenienti dalla collezione di Bartolomeo Cavaceppi Tre rilievi in stucco di Antonio Canova scomparsi dal Palazzo e rinvenuti nei sotterranei del Teatro Mobili della camera da letto del principe Torlonia, poi utilizzati da Benito Mussolini Frontone in marmo proveniente dalla tomba di Claudia Semne, sull'Appia Antica


nella Casina delle Civette: I Pavoni, vetrata, Umberto Bottazzi Le civette, vetrata, Duilio Cambellotti Uccelli migratori, vetrate, Duilio Cambellotti Rose e farfalle, vetrate, Paolo Paschetto Bozzetti del Laboratorio Picchiarini Le quattro stagioni, vetrate d'arte Giuliani

via Nomentana 70 tel. 06 82059127 www.museivillatorlonia.it www.museiincomune.it apertura 9.00 -- 19.00 (dall'ultima domenica di marzo al 30 settembre) 9.00 -- 17.30 (dal 1 marzo all'ultimo sabato di marzo e dal 1 ottobre all'ultimo sabato di ottobre) 9.00 -- 16.30 (dall'ultima domenica di ottobre al 28 febbraio) chiuso il lunedì ingresso Casina delle Civette intero € 3,00 ridotto € 1,50 Casino Nobile intero € 4,50 ridotto € 2,50 Cumulativo Musei di Villa Torlonia intero € 6,50 ridotto € 3,00 informazioni e prenotazioni 06 82059127 (tutti i giorni 9.00 -- 19.30) www.ticketclic.it villeparchistorici@comune.roma.it servizi Il bunker e la sala ipogea sono visitabili esclusivamente con visita didattica, a pagamento e su prenotazione; visite al complesso per gruppi in italiano, inglese, francese, a pagamento e su prenotazione; visite didattiche e laboratori per le scuole gratuiti. Audioguida in italiano e inglese; libreria presso il Casino Nobile


Museo di Roma in Trastevere Roma

Il Museo di Roma in Trastevere ha sede nell'ex monastero di Sant'Egidio, dove vissero le Carmelitane Scalze fino al 1870. Una volta restaurato, nel 1976 l'edificio è divenuto sede del Museo del Folklore e dei poeti romaneschi, dove si conservavano materiali relativi alle tradizioni popolari romane provenienti dal Museo di Roma e dal Gabinetto Comunale delle Stampe. Nel 2000 è stato riaperto al pubblico con la denominazione di Museo di Roma in Trastevere. La nuova ristrutturazione consente un uso più rispondente alle attuali esigenze museografiche, prestandosi in particolar modo all'organizzazione di mostre temporanee soprattutto di fotografia, di spettacoli, convegni e concerti. La collezione permanente del museo mostra gli aspetti salienti della vita popolare romana della fine del Settecento e dell'Ottocento, filtrata attraverso i gusti e i convincimenti degli artisti e dei folkloristi che l'hanno rappresentata. I temi maggiormente presenti nella collezione sono i costumi, le danze popolari, le feste laiche e religiose, i mestieri. La collezione comprende in particolare una raccolta di dipinti, stampe, disegni e acquerelli, tra cui una selezione della famosa serie “Roma sparita” di Ettore Roesler Franz (Roma 1845-1907); un presepe di ambientazione ottocentesca romana; sei rappresentazioni veristiche d'ambiente, meglio conosciute come Le scene romane, che riproducono a grandezza naturale aspetti della vita popolare romana dell'Ottocento. Fanno parte della collezione del museo i materiali appartenuti al grande poeta Trilussa (Roma 1871-1950) donati dopo la sua morte al comune di Roma e in parte esposti nella videoinstallazione realizzata da Studio Azzurro denominata La stanza di Trilussa. da segnalare Raccolta di acquerelli di Ettore Roesler Franz Scene carnevalesche, Francesco Muccinelli Festa dei moccoletti, Ippolito Caffi Le scene romane (rappresentazioni d'ambiente) La stanza di Trilussa, videoinstallazione di Studio Azzurro


piazza Sant'Egidio 1b tel. 06 5816563 fax 06 5884165 www.museodiromaintrastevere.it www.museiincomune.it apertura 10.00 -- 20.00 chiuso il lunedĂŹ ingresso intero â‚Ź 3,00

ridotto â‚Ź 1,50

informazioni e prenotazioni tel. 06 82059127 (tutti i giorni 9.00 -- 19.30) www.ticketclic.it museodiroma.trastevere@comune.roma.it servizi Centro di documentazione (prodotti multimediali e Sistema museale demoetnoantropologico del Lazio -- DEMOS)


Museo napoleonico Roma

Nel 1927 il conte Giuseppe Primoli, figlio di Pietro e della principessa Carlotta Bonaparte, donò alla città di Roma la sua collezione di opere d'arte costituita da cimeli napoleonici e memorie familiari. Nella collezione, ospitata al pianterreno del suo palazzo ugualmente donato alla città, confluì nel 1925 anche quella del fratello Luigi. L'idea del cospicuo lascito nacque non tanto dal desiderio di offrire una testimonianza della grandezza imperiale della famiglia Bonaparte, quanto dalla volontà di documentare gli intensi rapporti che legarono i Bonaparte a Roma. Il conte Primoli si formò a Parigi, alla corte di Napoleone III e, anche dopo la caduta dell'Impero, ebbe modo di frequentare i salotti letterari delle zie Matilde Bonaparte e Giulia di Roccagiovine, frequentati da Flaubert, Dumas, i fratelli Goncourt. Colto, appassionato bibliofilo, abile fotografo, il conte visse tra Roma e Parigi ed ebbe intensi rapporti con gli ambienti artistici e letterari delle due città. Rappresenta dunque un'interessante figura di intellettuale e collezionista che, attraverso importanti donazioni familiari e sapienti acquisti sul mercato antiquario, riuscì a offrire alla città di Roma un raffinato esempio di casa-museo. L'ultima donazione pervenuta al museo si deve a due diversi rami della famiglia Borghese e consiste in preziosi abiti da corte. La sede espositiva si sviluppa in quattordici sale del Palazzo Primoli, rinnovato nel 1904 dall'architetto Raffaele Ojetti, che ampliò l'antico edificio cinquecentesco già appartenuto ai Gottifredi e Filonardi con l'aggiunta di un corpo di fabbrica verso la piazza di Ponte Umberto I. da segnalare Ritratto equestre di Napoleone a Wagram, Joseph Chabord, olio su tela Letizia Ramolino Bonaparte in abito da corte, Robert Lefevre, olio su tela Zenaide e Carlotta Bonaparte, Jacques-Louis David, olio su tela Elisa Bonaparte, Lorenzo Bartolini, busto in marmo Elisa Bonaparte Baciocchi con la figlia Napoleona Elisa, François Gérard, olio su tela L'ex re d'Olanda Luigi Bonaparte con il figlio Napoleone Luigi, Jean-Baptiste Wicar, olio su tela Nécéssaires da viaggio di Biennais e di Maire, in legno di mogano e intarsi in vermeil


piazza di ponte Umberto I 1 tel. 06 68806286 fax 06 6876331 www.museonapoleonico.it www.museiincomune.it apertura 9.00 -- 19.00 chiuso lunedì ingresso intero € 2,60

ridotto € 1,60

informazioni e prenotazioni tel. 06 82059127 (tutti i giorni 9.00 -- 19.30) www.ticketclic.it napoleonico@comune.roma.it


Museo ebraico di Roma Roma

Istituito nel 1960 dalla Comunità ebraica di Roma per preservare l'eredità storica, culturale e artistica del Ghetto, il Museo ebraico di Roma ha sede all'interno del complesso monumentale della Sinagoga (Tempio maggiore), edificata dagli architetti Vincenzo Costa e Osvaldo Armanni all'inizio del Novecento in concomitanza con la soppressione delle “Cinque scole”, le antiche sedi di culto israelitiche: la Catalana, la Siciliana, la Scuola Nuova, la Scuola del Tempio, la Castigliana. A seguito di importanti lavori di ristrutturazione, il Museo ha inaugurato alla fine del 2005 un nuovo allestimento che ha ampliato a 600 metri quadrati l'area espositiva originaria; il percorso, che si dispiega lungo sei sale espositive, racconta la storia degli ebrei romani, le tradizioni religiose e il loro rapporto con la città: da segnalare la Galleria dei marmi antichi, ove sono raccolti i marmi risalenti ai secoli XVI-XIX, la Sala dei Tessuti, dove sono custoditi i velluti rinascimentali decorati con fili d'oro, ricami e merletti di età barocca, e la Sala dei Iudaei, dove si trovano calchi di lapidi provenienti dalle catacombe di Roma e dalla Sinagoga di Ostia antica e alcuni manoscritti medievali; nella Sala delle Feste della Vita sono ospitati gli oggetti della cultura ebraica legati alle più importanti feste dell'anno (in particolare dello Shabbat), mentre nella Sala dei tesori delle Cinque scole è possibile ammirare argenti, tessuti preziosi e marmi policromi salvati dalla distruzione degli antichi edifici. da segnalare Argenti, tessuti e pergamene databili tra il XVII e il XIX secolo Collezione di calchi delle lapidi rinvenute nelle catacombe ebraiche della città Galleria dei Marmi antichi (secoli XVI-XIX) Seggi, fontane, aronot (armadi in cui sono custoditi i rotoli della Legge) in marmi policromi Meilim (manti con cui si rivestono i rotoli della Legge) Yadot (indicatori per la lettura del rotolo della Legge a forma di manina chiusa con l'indice proteso) Rimmonim (puntali in argento che ornano i rotoli del Torà) Portaprofumi, bacili e brocche Manoscritti e testi di preghiera


lungotevere de' Cenci, 15 tel. 06 6840061 www.museoebraico.roma.it apertura domenica-giovedì 10.00 -- 17.00 (giugno-settembre 10.00 -- 19.00) venerdì 9.00 -- 14.00 (giugno-settembre 10.00 -- 16.00) chiuso sabato e festività ebraiche; chiuso il pomeriggio nelle festività cattoliche ingresso € 7,50 intero

€ 3,00 ridotto

servizi filmato Una stella sul Tevere. Gli ebrei a Roma dall'emancipazione a oggi


Museo-Laboratorio della mente Roma

L'Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà, la cui storia lunga e complessa si intreccia con gli accadimenti politico-sociali e urbanistici della città di Roma e più in generale dell'Italia, è stato nei venti anni precedenti alla sua definitiva chiusura, avvenuta nel 1999, un formidabile laboratorio per la critica al modello manicomiale e per la sperimentazione di una nuova cultura della salute mentale, recepita nella Legge n. 180 del 1978. Con la realizzazione del Museo-Laboratorio si avvera infine una parola d'ordine di chi in questi anni ha lavorato alla chiusura dell'ospedale psichiatrico e alla sua trasformazione: uscire dentro (la città), entrare fuori (nell'ospedale psichiatrico). Si vuole così sottolineare come la relazione fra cittadinanza e salute implichi che ogni azione per la salute (e per la malattia) debba anche essere azione per la cittadinanza. Il Museo-Laboratorio, gestito dal Centro Studi e Ricerche dell'Azienda Sanitaria Locale Roma E, offre l'opportunità di comprendere dalle sue origini la storia dell'Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà, con precise testimonianze della vita di manicomio; propone inoltre un complesso e integrato progetto di lettura del disagio psichico, trasmettendo conoscenze con un equilibrio tra spazi espositivi e laboratori. Il percorso museale, suddiviso in un'area storico-scientifica e un laboratorio, è incentrato su due topiche essenziali: Processi di rielaborazione della mente e Processi di distorsione della mente. Per la funzione di servizio che il Museo ha scelto di svolgere nel campo della promozione della salute saranno altresì realizzati i percorsi espositivi “Mente, Persona, Cultura”; “Salute, Malattia e Cura: frontiere delle neuroscienze”; “Territori: informazioni sui luoghi, programmi e attività connessi alla salute mentale in Italia e nel Mondo”. Il percorso comprende anche la visita alla Farmacia antica, alla Biblioteca Alberto Cencelli, all'Archivio storico e al parco. da segnalare opere realizzate per i laboratori Allinea le linee, Falso movimento, Assurdità e Paradossi, Ambigue presenze, Diversità inesistenti, La camera di Ames


ASL Roma E piazza S. Maria della Pietà 5, pad. 6 tel. 06 68352927-2857 fax 06 68352923 www.museodellamente.it apertura attualmente solo su prenotazione ingresso gratuito informazioni e prenotazioni segreteria del Museo (lunedì-venerdì 9.00 -- 12.30) info@museodellamente.it museo.mente@asl-rme.it servizi accesso consentito ai portatori di handicap, guardaroba, laboratori; Centro studi e ricerche della ASL Roma E, Archivio storico, Biblioteca “Alberto Cencelli” (con fondo antico dei secoli XVI-XVIII e fondo moderno)


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Assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport - Area Servizi Culturali


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