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GIOVEDÌ 8 SETTEMBRE 2011

OPINIONI L’ISOLA IN CRISI

LA SARDEGNA E IL COLLASSO CHE INCOMBE di STEFANO SOI

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endenzialmente quando la disoccupazione è in aumento o addirittura altissima, come in Sardegna, aumenta la domanda di lavoro e questo fenomeno comporta un abbassamento dei costi di produzione. La produzione costa meno perché la manodopera si trova a basso costo (gli imprenditori sono "autorizzati" a risparmiare sui costi di produzione) e ciò comporta quasi proporzionalmente la riduzione dell'inflazione. Se il nostro popolo non attua d'urgenza una politica indipendentista, finalizzata al ripensamento del mercato interno e delle abitudini di consumo, subirà oltre il danno di non veder crescere l‘occupazione, anche la beffa di un aumento dell'inflazione legato alla seppur minima, se ci sarà, ripresa dell'economia italiana (Piemonte, Lombardia e Veneto) o al sostentamento di uno zombi che si chiama “Itaglia” e che sarà costretto ad irrobustire il prelievo fiscale. Da collasso. Per il nostro popolo saranno guai ancora peggiori. E da questo cambio di paradigmi, non se ne esce in pochi anni. La maggior parte dei prodotti consumati infatti sono importati: evidentemente siamo nelle mani di un sistema economico, pilotato e sapientemente gestito da uno Stato straniero, totalmente deprimente per il nostro vivere associato. Rischiamo che i pochi risparmi dei pochi sardi continuino a perdere potere d'acquisto quando l'inflazione ricomincerà a crescere (a fronte di una economia più povera) e che la crisi si aggravi maggiormente in tempi rapidi. L'economia ha spesso momenti d'arresto e poi di ripresa, ma se continuiamo ad alimentare il nostro "carnefice", il nostro corpo sociale rischia l'arresto "cardio circolatorio". Va ripensato tutto il nostro modo di consumare, e per farlo è necessaria una politica indipendentista forte e che la si finisca di ascoltare unionisti che, mediocri tra i mediocri, si spacciano per statisti. È necessaria una nostra costituzione non autoreferenziale, è oggi più che mai vitale che i poteri legislativi, giudiziari e che l’esecutivo siano solo nostri, che lavorino per il nostro popolo e che si confrontino responsabilmente con quanto accade in tutto il mondo e con tutti i poteri del mondo. Non ci sono davvero altre soluzioni. O decidiamo di diventare grandi o subiremo il rifiuto ed il disprezzo per non essere voluti crescere.

il semaforo

l BEPPE PISANU

Il sardo che “tutto vede” «Se Berlusconi è una parte del gigantesco problema che il Paese ha davanti, - ha detto un lapidario Pisanusarà anche parte della soluzione che dobbiamo trovare». Tradotto, Berlusconi a casa. La “bomba” di Pisanu ha sconquassato il Pdl. E a noi vien da ridere.

l PIERFERDY CASINI

Uddiccì amico di D’Alema A sentire le parole di Casini in difesa dei contestatissimi D’Alema-Renzi pare di udire un Piddì doc. Ma l’arcano è presto spiegato: “Baffino” vanta infiniti natali come “compagno di merende” del Pierferdy nazionale; mentre Renzi... beh, Renzi è più democristiano di Casini e Buttiglione messi insieme.

l GIULIO TREMONTI

Lo scolaretto “saputello” «L’alunno Tremonti chiacchierava in Aula». Ieri il “maestrino” Schifani si è davvero alterato per l’onorevolissimo «chiacchiericcio» al Senato. Tanto da far scappare in diretta tivvù “la logorroica” Bernini e “il saputello” Giulio. 7 in condotta.

ZEDDA, IN 100 GIORNI SI VEDE GIÀ IL BLUFF di Giuseppe Farris

I

primi 100 giorni sono assunti – convenzionalmente – come un lasso temporale sufficiente per ritrovare la cifra che caratterizza una nuova Amministrazione. La Giunta Zedda compie i suoi primi 100 giorni oggi, 8 settembre (risparmiamo, sulla data, ironie a buon mercato) e non ha assunto alcuna decisione strategica concreta. Ha portato, in oltre 3 mesi, all’esame del Consiglio comunale appena una manciata di delibere: la prima un atto dovuto, è il rendiconto dell’esercizio 2010; quindi un paio di debiti fuori bilancio e altrettante autorizzazioni in deroga per l’installazione di ascensori. Infine, il “Regolamento per la realizzazione degli orti cittadini” (rectius: urbani). Per il resto si è rinunciato ad affrontare i principali problemi in agenda – per esempio, il deficit del Teatro Lirico – cercando, talora goffamente, un consenso facile. A colpirmi maggiormente di questa nuova élîte politica – che qualcuno voleva come gli Hyksos di Benedetto Croce, gli invasori emersi da nulla nell’antico Egitto – è la circostanza che avanza verso nuove frontiere portandosi appresso gli strumenti con cui si erano conquistate quelle del ‘900. In realtà non riuscendo ad amministrare, Zedda si sforza di governare calando – sotto la fascia tricolore – il clichè sperimentato con successo durante la campagna elettorale: non a caso, ci costringe – manco a dirlo con un gesto simbolico – a discutere sotto l’ombrellone

IL PERSONAGGIO . Gianfranco il sub tra stelle marine e totani giganti di Silvia Zingaropoli

sulla bontà o meno della decisione di rimuovere il crocifisso. E, tuttavia, mi pare che la cortina fumogena sia già diradata e, ai più, sia visibile il bluff. Avevano detto che erano moralmente superiori e che avrebbero assunto il personale attingendo dalle graduatorie degli idonei al concorso già bandito: e, invece, hanno assunto per chiamata diretta i segretari degli assessori (costo: circa 300 mila euro l’anno). Avevano detto che erano a favore delle politiche di

passata stagione estiva (fra fatturato diretto e indotto una perdita di circa 5 milioni di €). Avevano detto che la Giunta Floris lasciava in eredità una situazione economico-finanziaria opaca e ai limiti del default: e, invece, hanno approvato il rendiconto dell’esercizio 2010, certificando che ben 9 parametri su 10 del patto di stabilità sono positivi (oltre a poter disporre di un tesoretto di svariate decine di milioni di euro). Avevano detto che avrebbero governato la

Finora, rispetto a tutto ciò che aveva promesso in campagna, la Giunta ha prodotto una manciata di delibere pedonalizzazione e che avrebbero ridotto il traffico di auto: e invece hanno deciso di non consegnare il cantiere per la realizzazione dei parcheggi interrati nella via Roma, che avrebbe assicurato alla città la grande piazza sul mare estendendo l’area della pedonalizzazione attuata con successo nel quartiere Marina (costo della penale da pagare all’impresa aggiudicatrice: 800 mila €). Avevano detto che avrebbero salvato la stagione di spettacoli: e invece, senza attendere settembre hanno immediatamente dichiarato inagibile l’Anfiteatro romano. Risultato: riduzione del 60% circa degli spettatori paganti a Cagliari rispetto alla

città restituendo centralità politica a un Consiglio comunale troppo a lungo mortificato: e, invece, hanno discusso o, meglio, sono stati costretti a discutere dei principali temi esclusivamente su impulso delle interrogazioni e delle mozioni presentate dall’opposizione. Tutto questo avevano detto in campagna elettorale e tutto questo, invece, abbiamo registrato in questi primi 100 giorni. E, allora, mi sorge un dubbio: vuoi vedere che Zedda e Company hanno letto Hannah Arendt e si sono persuasi che «Nessuno ha mai annoverato la sincerità fra le virtù politiche»? Capogruppo Pdl in Consiglio comunale

. SARDEGNA QUOTIDIANO

n Non sapendo più che pesci prendere, Fini “vampirizza” stelle marine. E così, bardato di pinne, bombola e retino, Gianfry “versione sub” ha (ri)fatto una figuraccia abissale. Nel senso che negli abissi c’è andato anche quest’estate (e non è una metafora psicopolitica), ma come suo solito - ops - si è tuffato incappando “accidentalmente” in zona offlimits, ovvero, nel parco protetto di Giannutri: proprio lì, dove già nel 2008 fu pizzicato, multato e svergognato per aver esplorato antico vascello situato in “zona 1” senza nulla-osta. Ora, dimentico (si spera) della precedente disavventura - aridanghete - l’ha rifatto. Inequivocabile, lo scoop di “Oggi”: un Fini in muta “mille-optional” riemerge fiero con lauto

bottino di “intoccabili” stelle marine. E che li prendi a fare, simili trofei, se non per pavoneggiarti col gentilsesso? Scontato come le tasse infatti, il nuovo Gianfry appannato da smanie adolescenziali, non ha resistito. E incurante dei paparazzi, tronfio, ha consegnato il bottino alla bella Bettina. Anche se poi a quanto pare la stella marina l’ha ributtata in acqua. Complimenti. Il sole dà alla testa: non c’è altra spiegazione agli scivoloni estivi della terza carica dello Stato. Tempo fa lo giustificammo con i classici bollori della crisi di mezza età. Ma così è troppo. E dire che il “bel tomo” è colato a picco, è un eufemismo. Arrivederci al prossimo tuffo dunque. E che il famelico totano gigante sia con lei.

IL SUB-PRESIDENTE Gianfranco Fini

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