Promemoria - storie e figure della Memoteca Pian del Bruscolo, numero 1

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nomia, si sentiva ospite in casa dei parenti e desiderava vivere soltanto con la sua famiglia. Così approdarono di nuovo a Talacchio, dopo un’assenza che alla mamma sembrò tanto lunga; qui, nel loro paese, presero due stanze in affitto da Fernando Mulazzani, che in futuro sarebbe diventato mio suocero. Peccato che mio padre non sia stato tanto accorto da investire il “gruzzolo” che si era riportato dall’America! Avrebbe potuto comprarsi una casa e dei terreni. Invece preferì mettere i soldi in banca e prestarli a dei privati; con gli interessi che ricavava poteva condurre una vita agiata e tranquilla. Purtroppo la crisi che investì l’Italia dopo la seconda guerra mondiale cancellò tutti i suoi sogni: si ritrovò con un mucchio di “carta straccia” e tante difficoltà da affrontare. Ebbe il coraggio, tuttavia, di rimboccarsi le maniche e riprendere a lavorare, sia come commesso nella Cooperativa di consumo, sia come barista nel Circolo ricreativo. Inoltre, insieme a mia madre, si mise a confezionare pantofole di stoffa: alte, basse, con i pon-pon, con i ricami, che poi vendeva sia agli amici del posto, sia a gente di fuori paese. All’arrivo degli Americani, nel 1944, venne assunto come interprete e questo fu per lui motivo di grande orgoglio, perché, oltre a guadagnare qualcosa, poteva sciorinare con sicurezza la sua lingua d’adozione, tanto da stupire i suoi compaesani. Durante questi anni la famiglia si era allargata con la nascita di altri quattro figli: Giancarlo (che morì, purtroppo, a 18 mesi), Gianni, Laura e Giancarla. Mio padre, come ho narrato, non ha avuto sempre la fortuna dalla sua parte; la sua natura generosa lo ha reso a volte poco perspicace e poco previdente; però ha ottenuto il suo riscatto all’interno della famiglia, dove si è mostrato sempre onesto lavoratore e dove ha seminato valori di integrità morale e rettitudine, che noi figli abbiamo custodito come sua preziosa eredità. Consapevole dell’importanza della cultura, ha permesso ai figli di studiare per raggiungere una buona sistemazione. Nonostante i momenti critici, le situazioni inaspettate, le difficoltà economiche, i miei genitori, Giuseppe e Lina, sono sempre stati una coppia molto unita: forti nell’affrontare il mare in burrasca, sorridenti e gioiosi nei periodi di acque tranquille. Quella che ho raccontato, con una certa emozione, è una storia di vita, una delle tante che si sono intrecciate nel territorio di Pian del Bruscolo, una zona che ha sperimentato l’emigrazione, con il suo carico di problemi e sofferenze, ma che ha conosciuto nel contempo anche la fedeltà di questi suoi figli, i quali, magari con molti sacrifici e molte rinunce, hanno voluto quasi sempre ritornare a casa, nella terra degli avi, dove affondavano le loro radici.

In alto: Chicago, Natale 1959. Mary, Edith e Geraldine Renzi; qui sopra: Mary Ann insieme con i suoi tre fratelli. Nella pagina precedente: Mary Ann bambina; sullo sfondo: una pagina dell’album di Mary Ann (raccolta Mary Ann Arduini Mulazzani, Pesaro)

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