Farememoria - La stanza dei ricordi

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Fiera di San Terenzio

Il calendario del Medioevo ha portato nelle città e campagne una serie di feste annuali dedicate ai santi patroni e protettori, in cui sacro e profano, religione e politica si intrecciavano e che scandivano i tempi del quotidiano, fra cui si inserivano anche sagre, mercati e fiere, intitolate ai santi locali. Anche a Pesaro si svolgevano nei secoli passati fiere e mercati, legati ad antiche consuetudini e tradizioni, di cui si è persa ormai la memoria, ma ricostruibili sulle tracce delle fonti documentarie. Speciali rubriche degli antichi Statuta civitatis Pisauri, sia manoscritti (1412) che stampati (1531) contengono le prescrizioni per l’osservanza delle feste religiose in onore dei santi protettori della città e descrivono le solennità e le festività durante le quali Pesaro ospitava varie fiere nel corso dell’anno, ricorrente motivo di aggregazione e meccanismo di scambio tra città e contado, con affluenza di mercanti da altre parti d’Italia ed anche stranieri: la fiera di Santa Mustiola (3 luglio), di San Gaetano (7 agosto), della Madonna di agosto (15 agosto), di San Nicola (10 settembre), di San Terenzio (24 settembre). L’”originale della concessione della fiera di San Terenzio”, patrono della città, risaliva alla richiesta da parte della comunità - in data 17 luglio 1567 - e conseguente approvazione del duca Guidubaldo II della Rovere, di istituire una fiera nel giorno della festa del santo, 24 settembre, al fine di provvedere la città di “animali da carne […] e massime delle carni migliori et alli infermi necessarie”, […] e perché darà grande aiuto a detta città non solo la provisione de detti animali e carni, ma in ciascuna altra cosa necessaria alla vita umana, se in essa si facesse almeno una volta l’anno una fiera generale di bestiame et altre merci come si fanno in Urbino, Fossombrone et in altre cittadi circonvicine” (Biblioteca Oliveriana, Pesaro, ms. 960,VII, fasc. 78, 78). La fiera era “libera” e “franca”, essendosi stabilita nei due giorni prima e dopo il 24 settembre l’esenzione dal pagamento di ogni dazio e gabella sia per le merci che per gli animali e l’istituzione di un’area di libero scambio che tutelasse gli interessi dei mercanti, per i quali veniva insediato uno speciale tribunale inerente esclusivamente questioni riguardanti la fiera.

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