Madre Terra

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GIUSEPPE DE CARLO Un corpo di donna dalle forme tondeggianti, fertili e generose, invitanti all’amore, accenna un movimento avvolgente, a spirale e in un susseguirsi di metamorfosi, prima diventa braccio, che ne mostra la forza, il potere, l’operosità, poi mano, le cui dita sono trasformate nei petali delicati di un fiore che contiene, con sicurezza e ostentazione, un frutto-seme. Il frutto-seme, ricercato e prezioso, nocciolo-nucleo incorrotto e incorruttibile, all’apparenza duro, impenetrabile, impermeabile e infrangibile al logorio del tempo, è autore-testimone del ripetersi, del susseguirsi e del rinnovarsi delle evoluzioni vitali e materiali dell’esistenza. Evoluzioni di vita e materia che come spirali, nel loro ciclico ripetersi, si avvolgono su se stesse, mai uguali se pur parallele, sfalsate, contigue, attigue.

CARMEN SPIGNO Ogni essere vivente fa parte di un “sistema” naturale per cui nulla si crea o si distrugge, ma tutto si trasforma, in un divenire continuo ed infinito. Ognuno lascia sulla terra l’impronta del proprio passaggio a memoria delle generazioni future. Gli scienziati, gli scrittori, i poeti, gli artisti lasciano tracce di valore immenso, che durano millenni; tuttavia anche l’essere più “comune” ed “inconsapevole” fra i viventi lascia la propria traccia indelebile, tornando ad essere parte del Tutto. La grande scacchiera, formata da 64 formelle di legno ricoperte di terre di diversi colori, su cui bambini ed adulti hanno impresso le loro impronte, sono la rappresentazione concreta di questo pensiero. È una traccia per dire: «Anche io ci sono! Mangio bevo, dormo, penso, amo, prego, sogno, invento… SONO». Piccole parti di noi continueranno a vivere in eterno.


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