Madre Terra

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MARLO MORGAN

“Il cielo, la terra e quel che sta nel mezzo”

Lo scopo della vita Il quarto, il quinto e il sesto giorno di viaggio Beatrice si svegliò prima dell’aurora, sapendo bene i compiti che l’attendevano: riempire la fossetta scavata la sera precedente, spianare e livellare il terreno e soffiare sulla superficie tutt’intorno per cancellare ogni traccia del passaggio di esseri umani. (...) Aveva capito ormai che l’esistenza di qualunque cosa o persona che le capitasse d’incontrare, creature viventi di ogni forma e dimensione o fenomeni della natura, aveva uno scopo specifico che meritava di essere accettato e onorato anche quando non era del tutto comprensibile(...) La Terra Madre …Nostra madre è la terra e noi non facciamo nulla che possa dispiacerle o che non sia rispettoso. Siamo imparentati con il cielo, con le stelle, con il sole e con la luna.Tutti gli esseri viventi, gli animali terrestri, gli uccelli e le piante, sono nostri consanguinei, nati come noi in questo paradiso. E davvero è stato un paradiso per migliaia di anni. Poi tutto è cambiato in un tempo relativamente breve. (...) La sacralità della terra che concede all’uomo il dono della continuità della vita è il primo pensiero di chiunque appartenga a un popolo di cacciatori e di raccoglitori, ma Beatrice era strabiliata dalla gran quantità di nozioni che ogni aborigeno pareva possedere. Ciascuno sapeva che cosa fosse commestibile, dove si potevano trovare gli alimenti a seconda della stagione e delle condizioni del tempo, come estrarre le sostanze tossiche per rendere innocue le piante, conservando in certi casi il veleno per utilizzarlo a fini medicinali. I movimenti e i suoni delle varie specie animali entravano nei canti e nelle danze notturne e, al tempo stesso, venivano imitati per attirare in trappola esemplari della stessa specie. La vita di animali e piante veniva sacrificata per ottenere energia che si perpetuava in chi se ne cibava, e ogni cosa era asservita a un fine onorevole che mai era dimenticato, neppure quando le circostanze avrebbero fatto credere il contrario. In quella che a prima vista appariva una regione arida, priva di ogni forma di vita, il nutrimento era sempre a portata di mano sopra e sotto il suolo, nell’acqua, nell’aria, nei nidi, nelle buche, negli alberi vivi e morti, nelle torri dei termitai, nelle grotte. Ogni alimento veniva chiesto con amore e, una volta ricevuto, se ne rendeva grazie a chi l’offriva, mai dato per scontato, ma guadagnato con la fatica di coloro che l’avevano cercato, consapevoli in ogni istante che il Grande Spirito, il Potere Divino, aveva parlato e agito tramite gli antenati e continuava a parlare e ad agire per mezzo dei non ancora nati, degli elementi, di ogni creatura dell’universo. Il mondo e la vita che lo animava coesistevano in perfetta armonia, e ciascun essere animato o inanimato era una tessera di un unico mosaico (...)


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