Madre Terra

Page 101

(…) Terra Madre, che prende il suo nome dalla Pachamama venerata dagli indios sudamericani, è una rete che opera nei posti più disparati, «fatta di gente reale che lavora con il cibo e per il cibo». Ed è un progetto: di passi lenti, ma ben pensati, paradossalmente in due direzioni opposte, locale e globale. «In barba a chi vuole che i fautori dell’economia locale vadano bollati come “no global”. Noi di Terra Madre siamo più “global” di tutti». «Uomini e donne che nelle loro terra ancora resistono all’incalzare di una delittuosa politica di sfruttamento esasperato e devastante dei suoli fertili, unica risorsa per il cibo di tutti i popoli. Una testimonianza eroica di eterna e leale alleanza con la natura e i suoi frutti. Un’alleanza che non ha barriere di lingue, divisioni di ideologie e religioni, né confini di Stati» … «E noi cittadini metropolitani, che viviamo inscatolati nelle nostre città, senza più i colori e i profumi delle stagioni forse, in un giorno molto prossimo, se ci capiterà di passare accanto a un orto dove un nonno e una piccola bimba colgono i frutti maturi, allora potremo ancora riconoscere la vera casa dell’uomo». «Il cibo oggi è prodotto soprattutto per essere venduto, non per essere mangiato. Ridurre il nostro rapporto con ciò che mangiamo quasi esclusivamente a una serie di operazioni di mercato è sia la causa sia l’effetto di un sistema che ha tolto valore al cibo e ha tolto significato alle nostre vite. Un sistema che ha stravolto il significato del verbo mangiare, trasformandolo da attivo in passivo per molti cittadini della Terra. Il cibo è diventato ambiguo come Dottor Jekyll e Mister Hyde, ed essendo un elemento complesso ha molte “doppie” personalità che riguardano tanto le sue caratteristiche quanto il modo in cui è percepito dai più. Doppiezze che in realtà ci parlano di insostenibilità ».


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.