SH16 La Tragedia di Abbey Grange / La Seconda Macchia

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La Tragedia di

Abbey Grange La Seconda Macchia


SHERLOCK HOLMES

Pubblicazione edita da: Malavasi editore S.r.l.

n. 16

Direttore responsabile: Nicola Malavasi Testi: Nicola Malavasi Gianluca Salvatori, CHS, BS Enrico Solito, CHS (D), BSI. Past President di Uno Studio in Holmes Fotografie: Granada International Progetto Grafico: Cristina Ghelfi - Modena Periodico quattordicinale corredato da DVD. Il DVD allegato non è vendibile separatamente. Esce il Sabato. Registrazione presso il Tribunale di Modena. Distribuzione: Sodip spa (MI) Stampa: Ecofina S.r.l. (MI) Malavasi Editore s.r.l. è iscritta al ROC al n° 7721. IVA assolta dall’Editore ai sensi dell’art. 74, 1° comma, lettera C; D.P.R. 633/72. Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Filiale di Modena - Tassa Riscossa L’Editore si riserva la facoltà di modificare i prezzi nel corso della pubblicazione in relazione a variate condizioni di mercato. © 2005 Malavasi Editore s.r.l. - Modena Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o memorizzata in sistemi di archivio o trasmessa in forma o mezzo elettronico, meccanico, attraverso registrazioni o altri sistemi noti e futuri, senza esplicita autorizzazione scritta da parte dell’Editore ad eccezione di brevi passaggi e recensioni.

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La Tragedia di Abbey Grange

L

’ispettore Hopkins si trova fra le mani un caso di rapina finito in tragedia e per questa ragione chiede aiuto al grande Sherlock Holmes. Lady Brackenstall racconta di essere stata assalita da una banda di malviventi e di essere stata brutalmente legata ad una sedia. Sorte peggiore è toccata invece al marito Sir Eustace, che, al suo rientro a casa, viene crudelmente ucciso con un attizzatoio da caminetto. Il modus operandi fa subito pensare a quello utilizzato dalla “Banda Randall”, un’associazione a delinquere, già responsabile di numerosi misfatti in quella zona. Holmes, messo al corrente dei tesi rapporti che vi erano fra la donna ed il marito – quest’ultimo descritto come violento e dedito all’alcoolismo – constata non poche discordanze fra la descrizione dei fatti e le prove che sono raccolte sulla scena del crimine. La corda utilizzata per immobilizzare Lady Mary, in origine legata ad un campanello per chiamare la servitù, era stata accuratamente tagliata ad una estremità e non strappata con violenza per evitare rumori sospetti; quindi, se ne può dedurre che la signora era stata assicurata alla sedia – come nota acutamente il Grande Detective – con nodi da marinaio, per nulla ricollegabili allo stile Randall. All’occhio attento del geniale Sherlock Holmes non sfugge neppure l’elemento chiave per smascherare il depistaggio: una macchia di sangue situata proprio sulla seduta ove era legata Lady Brackenstall: macchia del tutto incompatibile con la dinamica dei fatti. Ormai certo della simulata rapina, Holmes arriva persino ad indicare agli agenti di Scotland Yard dove si trova la presunta refurtiva: nel laghetto antistante l’abitazione sotto ad una sottile lastra di ghiaccio. Avendo definitivamente scagionato la Randall Gang, peraltro fornita di ferreo alibi per le ore dell’omicidio, non resta che stringere il cerchio dei sospetti attorno alla presunta vittima. Le cose si sono svolte in modo assai diverso: Sir Eustace, rientrando a casa, scopre la moglie in flagrante adulterio con un certo Capitano Jack Crocker (Croker nella prima versione inglese) il quale – 3


forse colto da un eccesso di legittima difesa – arriva ad uccidere l’infuriato marito. Holmes, facendo indossare al Dottor Watson i panni del giudice, finisce la sua requisitoria ed ottiene per l’omicida un verdetto di piena assoluzione. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad uno degli esempi – molteplici nel Sacro Canone – nei quali Sherlock Holmes si considera al disopra della legge. Quando è lui a celebrare il processo viene sempre preferita la regola dell’equità, la giustizia del caso singolo, all’impersonale ed astratta normativa ordinaria, anche se, in questo specifico caso – almeno agli occhi del lettore – non è chiaro se il resoconto del mariano corrisponda alla verità. Dal punto di vista della produzione Granada, questa riduzione cinematografica segna il debutto di tre nuovi artisti. La sceneggiatura infatti è di Trevor Bowen che, in seguito, collaborerà a molti altri episodi della serie; ancora una volta si evidenzia per una assoluta fedeltà all’originale, eccezion fatta per alcuni dettagli, di minor conto, inseriti allo scopo di dare maggior risalto al lato investigativo di Sherlock Holmes. La regia invece è di Peter Hammond e lo si nota chiaramente, dal ripetuto richiamo del suo inconfondibile marchio di fabbrica: la ripresa di alcune scene attraverso specchi e superfici riflettenti. Ma, senza alcun dubbio, il più noto dei tre debuttanti è certamente Edward Hardwicke che prende il posto di David Burke nel ruolo del Buon Dottore. Altra peculiarità di questa versione cinematografica è rappresentata dal fatto che vengono svelati alcuni dietro-le-quinte che potrebbero sfuggire anche al più attento osservatore. Abbey Grange, così come ci viene rappresentata, è in realtà un insieme di tre aristocratiche magioni inglesi: Adlington (già ripresa per “La Fascia Maculata”), Dunham Massey e Tabley. Ma il più curioso scoop deriva da uno di quegli errori tanto cari a chi, con occhio clinico, è attento ad individuare le incongruenze delle pellicole cinematografiche. Certo, non siamo al livello dell’orologio nella corsa sulle bighe di Ben Hur, ma, un insieme di cavi elettrici che spuntano da sopra il caminetto, nella scena chiave in cui Holmes lo ispeziona, non possono certo passarsi per un voluto tocco di modernità. L’avventura di Abbey Grange è stata pubblicata per la prima volta su “The Strand Magazine” nel settembre del 1904, ma nella memoria degli appassionati rimane l’illustrazione di Frederick Dorr Steele per il Collier’s Magazine di San Silvestro dello stesso anno. 4


U

La Seconda Macchia

n tremendo fantasma si aggira per l’Europa, il fantasma di un terribile evento bellico che potrebbe costare la vita a milioni di persone. E tutto a causa di una lettera, scritta da ministri plenipotenziari di uno stato del vecchio continente, che è stata rubata nella casa dell’On. Trewlaney Hope. Di questa agghiacciante minaccia, Sherlock Holmes, viene messo a conoscenza dallo stesso onorevole e da Lord Bellington, Primo Ministro, incapace di prendere una decisione sul da farsi. E, ancora una volta, il Grande Detective si rivela essere la persona giusta: per prima cosa scopre come Eduardo Lucas, noto agente segreto al soldo d’una nazione straniera, sia stato da poco ucciso ed il suo corpo – o meglio, il corpo di Henri Fournaye (questo è il nome con cui è conosciuto in Francia), viene trovato, in una pozza di sangue, all’interno della sua abitazione di Westminster. Ma anche la polizia ufficiale, nella fattispecie l’ispettore Lestrade, compie qualche passo avanti, ed anzi, uno è tra quelli decisivi. Nell’appartamento londinese di Lucas/Fournaye infatti, il tappeto sul quale è stato rinvenuto il cadavere dell’uomo, è stato spostato da mano ignota e rimesso, capovolto, nella posizione originale senza tener conto del fatto che la macchia di sangue presente su di esso, non corrisponde più a quella filtrata sul pavimento. Da questo insignificante dettaglio, tale è per l’ispettore dello Yard, l’infallibile Sherlock Holmes trae il bandolo della matassa e viene a dipanare il filo sino alla completa soluzione del caso. Si scopre così che, un’anonima visitatrice, è riuscita ad entrare – con la scusa della femminea curiosità – nel luogo del delitto e che, in un qualche modo, è riuscita ad impossessarsi del prezioso documento. Holmes, a questo punto, avendo già la propria lista di sospettati, non fatica a rintracciare l’ignota responsabile e recuperare la lettera scomparsa. Non vogliamo certamente svelare la vera identità della responsabile, tuttavia desideriamo che il lettore si soffermi su due punti importanti. Non solo, naturalmente, il coûpe-de-thèatre tramite il quale viene fatta ritrovare la missiva all’On. Trewlaney Hope, ma anche e, soprattutto, come, ancora una volta, il Grande Detective abbia deciso di seguire la propria personale idea di giustizia lasciando nell’ombra il nome di chi, per donnesca sventatezza, ha trascinato l’Europa sull’orlo di un conflitto mor5


tale. Deliberatamente ritardata in attesa di trovare il cast adatto, la riduzione dell’Avventura della Seconda Macchia è, quasi certamente, la più fedele al testo originale del Sacro Canone mai realizzata dalla Granada Television. Tanta è stata la volontà di rimanere fedeli al testo che John Hawkesworth, lo sceneggiatore, decise di filmarne persino l’incipit: quando il Buon Dottore si reca nel Sussex a far visita al vecchio amico - ormai ritiratosi e dedito all’apicoltura – per chiedergli il permesso di narrare l’intera storia. Per lo scopo fu scelto un pittoresco cottage nella campagna inglese e furono persino collocati, in loco, una discreta serie di alveari in attività. Purtroppo però, per ragioni di tempi cinematografici, l’intera sequenza – nella quale figurava un Holmes in età ormai avanzata – non venne inclusa nella versione definitiva e si scelse, piuttosto, di iniziare l’episodio con l’uscita del Primo Ministro dal celebre n.10 di Downing Street mentre, insieme ad un disperato On. Trewlaney Hope, si dirige al famigerato 221b di Baker Street, per richiedere aiuto a Sherlock Holmes. Indimenticabile, sul piano drammatico, la sequenza del momento di gloria dell’Ispettore Lestrade quando scopre l’incongruenza del tappeto con le macchie di sangue, con un Holmes febbrile intento a cercare le tracce del misfatto sul pavimento. L’Avventura della Seconda Macchia è stata pubblicata per la prima volta su The Strand Magazine del Dicembre 1904 e gli studiosi di cronologia holmesiana hanno penato non poco nel tentativo di determinare con esattezza la data di questa avventura senza tuttavia giungere a risultati soddisfacenti. Molti però sono concordi nel riconoscere nell’illustrazione di Lord Bellinger apparsa su quel periodico la figura dell’illustre statista William Ewart Gladstone. 6


I Personaggi L’appartamento (iV) La proprietaria della casa, la signora Hudson, preparava la colazione e spesso accompagnava i visitatori alla porta. Sopportava con rassegnazione le abitudini eccentriche di Holmes, e la strana gente che lo frequentava, un po’ perchè‚ lui “pagava come un principe” (DYiN) e un po’ perchè doveva essergli sinceramente affezionata. Sappiamo che la signora Hudson aveva anche una cameriera che l’aiutava e una cuoca. In SCaN la signora Hudson venne sostituita da una certa signora Turner, che non ricomparve in alcun altro caso. È possibile che si trattasse di una parente o un amica che la sostituisse durante una malattia o una vacanza.

Londra nel 1891 Mappa n. 13 da Regents Park a Oxford Street archivio Uno Studio in Holmes 7


La Tragedia di Abbey Grange

La Seconda Macchia

Titolo originale The Abbey Grange

Titolo originale The Second Stain

Tratto dal romanzo The Abbey Grange (1904)

Tratto dal romanzo The Second Stain (1904)

Produttore June Wyndham-Davies

Produttore June Wyndham-Davies

Regia Peter Hammond

Regia John Bruce

Cast Sherlock Holmes - JEREMY BRETT Dr John Watson - EDWARD HARDWICkE Mrs Hudson - ROSALIE WILLIAMS Ispettore Hopkins - PAUL WILLIAMSON Sir Brackenstall - CONRAD PHILLIPS Lady Brackenstall - ANNE LOUISE LAMBERT Theresa Wright - ZULEMA DENE Capitano Crocker - OLIVER TOBIAS Mr Viviani - NICHOLAS CHAGRIN

Cast Sherlock Holmes - JEREMY BRETT Dr John Watson - EDWARD HARDWICkE Mrs Hudson - ROSALIE WILLIAMS Ispettore Lestrade - COLIN JEAVONS Lady Hope - PATRICIA HODGE On. Trelawney Hope - STUART WILSON Lord Bellinger - HARRY ANDREWS Bates - ALAN BENNION Madame Fournaye - YVONNE ORENGO

Durata 50 minuti ca.

Durata 50 minuti ca.

© 1986, Granada Television Limited © 2005, Malavasi Editore s.r.l.

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