SH08 La Scatola di Cartone / Il Cerimoniale dei Musgrave

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La Scatola di Cartone

Il Cerimoniale dei Musgrave


SHERLOCK HOLMES

Pubblicazione edita da: Malavasi editore S.r.l.

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Direttore responsabile: Nicola Malavasi Testi: Nicola Malavasi Gianluca Salvatori, CHS, BS Enrico Solito, CHS (D), BSI. Past President di Uno Studio in Holmes Fotografie: Granada International Progetto Grafico: Cristina Ghelfi - Modena Periodico quattordicinale corredato da DVD. Il DVD allegato non è vendibile separatamente. Esce il Sabato. Registrazione presso il Tribunale di Modena. Distribuzione: Sodip spa (MI) Stampa: Ecofina S.r.l. (MI) Malavasi Editore s.r.l. è iscritta al ROC al n° 7721. IVA assolta dall’Editore ai sensi dell’art. 74, 1° comma, lettera C; D.P.R. 633/72. Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Filiale di Modena - Tassa Riscossa L’Editore si riserva la facoltà di modificare i prezzi nel corso della pubblicazione in relazione a variate condizioni di mercato. © 2005 Malavasi Editore s.r.l. - Modena Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o memorizzata in sistemi di archivio o trasmessa in forma o mezzo elettronico, meccanico, attraverso registrazioni o altri sistemi noti e futuri, senza esplicita autorizzazione scritta da parte dell’Editore ad eccezione di brevi passaggi e recensioni.

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La Scatola di Cartone

uesta avventura sarà senza dubbio la preferita dagli amanti del genere splatter. Essa infatti si incentra attorno ad una banale scatola di cartone che viene recapitata, tramite posta, alla signora Susan Cushing, di Cross Street, Croydon, Londra. Fino a qui nulla di strano ma, una volta aperta, ecco l’orribile scoperta: al suo interno è contenuto un orecchio umano asportato ad un cadavere. La signora Cushing rivela a Sherlock Holmes ed al Dottor Watson i propri sospetti: si tratta di un marinaio, un capitano per l’esattezza, tale James Browner, che, dopo aver sposato la sorella della donna – Mary – inizia a bere ed a litigare con la moglie e con la terza delle sorelle Cushing, Sara che, all’epoca, risiedeva assieme alla coppia di sposi. Impossibilitati ad incontrare personalmente Sara, della cui incolumità c’era più d’un motivo per temerne, i nostri si persuadono della colpevolezza di Browner e convincono Lestrade (anzi, l’ispettore Hopkins, nella versione Granada) ad arrestarlo immediatamente al suo arrivo a Londra. L’intreccio originale, a questo punto, si fa un poco complicato. Browner confessa di essere stato costretto a rifiutare le avances di Sara nei suoi confronti e che quest’ultima, delusa ed offesa dal rifiuto, decide così di far ricadere cattiva luce sull’uomo mettendosi a fare pressioni ed illazioni sulla sorella Mary. Questa, amareggiata dal creduto tradimento, cade preda di un altro marinaio, ed è allora che il signor Browner, folle di gelosia, segue gli amanti sino a New Brighton per ucciderli. Taglia infine un orecchio e lo manda dove crede di trovare Sara, la responsabile morale del misfatto, senza sapere che ormai nella casa vive solo la sorella Susan. A parte l’intricata e sanguinolenta trama, la questione degna di nota di questa avventura risiede nella sua esclusione dalla raccolta in volume delle storie apparse sullo Strand Magazine (The Memoirs of Sherlock Holmes) forse perché l’agente letterario del Dottor Watson non ritenne opportuno affiancare alle altre una storia incentrata sulla torbida trama dell’infedeltà coniugale. Probabilmente, però, il comune sentire, la rigida morale vittoriana, erano ormai cambiate nel 1917, anno in cui l’avventura venne inclusa nella raccolta “His Last Bow”. In ogni modo, sempre riferendosi alla versione scritta – la cui lettura è da 3


noi sempre consigliata e raccomandata agli spettatori – si preferì non rinunciare all’episodio memorabile di telepatia tra i nostri beniamini, e si decise di trasferirlo quasi verbatim nell’avventura “Il Paziente Interno”, anch’essa disponibile in questa serie. Così in alcune raccolte complete, uscite per lo più negli Stati Uniti, il povero Dottor Watson viene per due volte sbigottito da Holmes dallo stesso identico trucco di lettura del pensiero, prima in “The Adventure of the Carboard Box” e poi in “The Resident Patient”. Questo riadattamento cinematografico, al contrario degli altri finora realizzati, si discosta in più punti dalla canonicità: basti pensare che la “calda giornata d’agosto” in cui si svolge il racconto finisce nella mente dello sceneggiatore – T R Bowen – per diventare nientemeno che il Santo Natale. Con questo cambiamento, per lo meno, la storia ci guadagna in note di colore: Miss Hudson ha addobbato la residenza di Baker Street con ghirlande ed albero e Mr Holmes è persino andato a comprare un regalo di Natale per il suo amico e collega Dr. Watson (cosa se ne farà mai il buon Watson di un impermeabile da ciclista?). Insomma… questo inatteso Natale è riuscito agli sceneggiatori meglio del vero Natale descritto nell’avventura del Carbonchio Azzurro. Ma gli altri scostamenti dalla verità sono assai più discutibili. Non sembra esistere alcuna ragione dietro alla sostituzione di Lestrade con l’ispettore Hopkins, mentre è una mera ricerca di sensazionalismo che sostiene l’inserzione di una trama parallela che ci ricorda il temibile duo Burke & Hare, i famosi body snatchers Vittoriani, serial killer ante litteram. Per fortuna – almeno dal punto di vista della fedeltà alla storia – quando Holmes e Watson si godono l’immaginario party offerto da Scotland Yard, in un’altra residenza si celebra lo Spirito dei Natali Presenti in tutt’altro modo. E’ vero che, per esigenze di copione, la famiglia Browner risiede a Camberwell e non a Liverpool, ma il film conserva perfettamente l’atmosfera di alcoolismo ed abbrutimento presenti nell’originale. E’ qui che si consuma il folle dramma della gelosia ed è questa triste e vera realtà che spinse Sir Arthur Conan Doyle a non includere il racconto nel volume delle Memorie. L’avventura che state per gustarvi, dando per scontato che leggiate queste note prima di vedere il film, è apparsa per la prima volta sulle pagine dello Strand Magazine nel Gennaio del 1893. 4


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uesto caso, uscito sullo Strand Magazine esattamente cento e dieci anni or sono, è uno dei primi della carriera del Grande Detective: anzi, è proprio una di quelle avventure che segnano il momento in cui le sue attitudini ed i suoi disparati interessi iniziano ad assumere una forma più seria sino a divenire la sua vera e propria professione. Reginald Musgrave, un vecchio compagno universitario di Holmes - Dio solo sa quanti fiumi di inchiostro si sono versati nel tentativo di dimostrare quale, tra Oxford e Cambridge, sia l’alma mater di Holmes - lamenta problemi col proprio maggiordomo, un certo Brunton, sorpreso nottetempo a frugare tra le carte private di famiglia. Nessun segreto militare, per carità, solo vecchie scartoffie, ma, tra di esse, si dà il caso che vi sia anche la minuziosa descrizione dell’apparentemente inutile, quanto misterioso, Cerimoniale dei Musgrave, un vecchio rompicapo tramandato di generazione in generazione ai discendenti maschi della famiglia. Per quale ragione il maggiordomo si incaponisce nel risolvere il mistero? E perché lo fa nottetempo, quando crede di non essere visto? Naturalmente, dato che di mistero si tratta, questo s’infittisce: Brunton infatti sparisce senza lasciare alcuna traccia e, insieme a lui, scompare anche Rachel, una giovane cameriera da lui sedotta senza alcuno scrupolo. Inutile cercare nel lago che si trova nella vasta tenuta: una ricerca all’uopo ha restituito solo una strana serie di oggetti apparentemente di scarso valore. E’ sul cerimoniale che si incentra l’attenzione di Holmes, il quale, sin dall’inizio, ha capito che solo risolvendo quello che, agli occhi di tutti sembra un innocente puzzle, si può giungere a completare e dare un senso all’intera vicenda. Grazie all’applicazione pratica delle regole trigonometriche, a forza imposte da generazioni di tenaci professori a generazioni di svogliati studenti, Holmes riesce a dare un senso all’oscuro cerimoniale ed a ricostruire esattamente le mosse di Brunton e di Rachel nonché la vera natura degli oggetti – invero preziosissimi – ripescati dal fondo del lago. Uno tra gli elementi degni di nota di questo caso è, come sa ogni holmesiano che si rispetti, l’assenza dal copione del buon Dottore, che nella versione originale viene per così dire rimpiazzato dalla figura di 5


Reginald Musgrave. Questi però, come del resto ogni Musgrave, non brilla certo per intelligenza e, difficilmente, riesce a surrogare la figura di Watson tanto da farcelo più volte rimpiangere. Ormai quasi tutti i commentatori sono concordi nel riconoscere che molta della fortuna letteraria di Sherlock Holmes sia dovuta alla presenza del Dottor Watson senza la cui mediazione sarebbe assai più arduo inalare la stessa aria rarefatta che si respira sulle vette del pensiero analitico a cui giunge il grande investigatore. Il problema della mancanza di Watson si fa ancora più evidente nella versione cinematografica del racconto, dove era assolutamente necessaria la recitazione di entrambe le stelle della serie. La soluzione adottata è stata quella di riscrivere la storia al tempo presente e di includervi così la necessaria presenza di Watson. Partendo da questo escamotage si dipana una storia quasi del tutto fedele all’originale: si viene così a sapere che Sherlock Holmes, costretto ad un periodo di riposo a causa del superlavoro, decide di allontanarsi da Londra e di trascorrere qualche tempo nella magnifica abitazione del vecchio compagno di studi Reginald Musgrave (per rappresentare la magione nel film è stato scelto Baddesley Clinton, un incantevole maniero medievale nel cuore del Warwickshire, forse la più bella casa tra tutte quelle che compaiono nell’intera serie). Per paura di rimanere asfissiato dalla compagnia dell’amico, Holmes decide di portare con se un baule di vecchi appunti dai quali emergono ricordi di datate avventure i cui nomi fanno sobbalzare qualsiasi Holmesiano degno di tal nome (gli assassini Tarleton, il caso dei Vamberry il mercante di vini, le avventure della vecchia signora Russa, il singolare affare della stampella d’alluminio e persino il resoconto completo di Ricoletti dal piede equino e della sua abominevole moglie). Pur discostandosi in certi punti dal fil rouge del Sacro Canone, alcune volte per la verità relativamente a dettagli di non primaria importanza, lo sceneggiatore Jeremy Paul ha compiuto un lavoro degno di un encomio solenne. Lo afferma il prestigioso collegio dei Mystery Writers of America che gli ha assegnato un ambitissimo Edgar Allan Poe Award per la riduzione cinematografica. The Musgrave Ritual è apparso per la prima volta sulle pagine dello Strand Magazine nel Maggio del 1893. 6


I Personaggi Sherlock Holmes (V) Tra le sue straordinarie capacità, che si estendevano in molti campi dello scibile troviamo anche citati un notevole senso d’orientamento (SiGN), la facoltà di vedere nel buio, da lui educata con cura (CHaS), una profonda conoscenza delle armi (VaLL), una capacità di farsi dire le cose senza parere (SiGN, HoUN, BLUe) e di mettere a suo agio un testimone di umili condizioni (BLUe, MiSS), un potere quasi ipnotico di calmare il prossimo (reDC), la capacità di riconoscere i visi al di là dei travestimenti (HoUN) e una profonda conoscenza dei profumi “ne esistono 75 che un esperto deve saper distinguere” (HoUN) accoppiata a oltre naturalmente una profonda capacità di concentrazione (SiLV, SiGN, iDeN) che lo portava ad atteggiamenti di ascolto tipici, come quando congiungeva le dita ad occhi socchiusi (HoUN) o di profonda riflessione. In quei momenti amava restare solo e spesso Watson usciva, o era invitato a farlo. In alcuni momenti di particolare agitazione poteva rosicchiarsi le unghie mentre pensava (BrUC, SToC). Usava molti trucchi, la sua proverbiale capacità di travestirsi, l’apparente sbadataggine (reiG), il fingersi malato (DYiN), il fingere un incendio (SCaN, NorW). Fu sempre estremamente corretto (MiSS, GoLD) e attento nel non tradire i segreti che custodiva: Watson doveva sudare sette camicie per avere il suo permesso a pubblicare un caso. continua...

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La Scatola di Cartone

Il Cerimoniale dei Musgrave

Titolo originale The Cardboard Box

Titolo originale The Musgrave Ritual

Tratto dal romanzo The Cardboard Box (1893)

Tratto dal romanzo The Musgrave Ritual (1893)

Produttore June Wyndham-Davies

Produttore June Wyndham-Davies

Regia Sarah Hellings

Regia David Carson

Cast Sherlock Holmes - JEREMY BRETT Dr John Watson - EDWARD HARDWICkE Mrs Hudson - ROSALIE WILLIAMS Jim Browner - CIARAN HINDS Susan Cushing - JOANNA DAVID Sarah Cushing - DEBORAH FINDLAY Mary Browner - LUCY WHYBROW Ispettore Hawkins - TOM CHADBON Marcel Jacottet - THIERRY HARCOURT

Cast Sherlock Holmes - JEREMY BRETT Dr John Watson - EDWARD HARDWICkE Reginald Musgrave - MICHAEL CULVER Richard Brunton - JAMES HAzELDINE Rachel Howells - JOHANNA kIRBY Janet Tregallis - TERESA BANHAM Ispettore Fereday - IAN MARTER Tregallis - PATRICk BLACkWELL Corridore Stuntman - WAYNE MICHAELS

Durata 50 minuti ca.

Durata 50 minuti ca.

© 1994, Granada Television Limited © 2005, Malavasi Editore s.r.l.

© 1986, Granada Television Limited © 2005, Malavasi Editore s.r.l.

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