IROmagazine N°20

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NANO DA GIARDINO e leader La Svizzera dà un’ottima immagine di sé, un’immagine di eccellenza persino, ma ciò non è soltanto il frutto del nostro volere e del nostro lavoro. Storicamente non abbiamo nemici. Nei casi in cui si tenta di denigrare la nostra immagine, viene sempre tratto in ballo uno dei nostri principali simboli: le banche. a Svizzera quasi sempre primeggia nelle classifiche mondiali e le statistiche si mostrano spesso ad essa favorevoli. La presenza che occupiamo sulla scena mondiale di certo non si deve alle nostre dimensioni. La nostra immagine è un valore, ma di certo non va sopravvalutata. È piuttosto il frutto di un lungo processo storico di cui non sempre ci rendiamo conto. Questo capitale non viene sviluppato al massimo e, fino a poco tempo fa, era di buon gusto non essere troppo elvetici. Ma le opinioni cambiano anche qui e la croce federale va di moda anche in Svizzera.

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R IF LE S S I O N E

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cliché del nostro paese sono simpatici e le critiche spesso celano un po’ di invidia da parte dei nostri vicini. Cioccolato, orologi, coltellino svizzero, mucche e pascoli, aria pura, montagne, calma, sicurezza, turismo, banche: questo è il nostro patrimonio. Ma possediamo altri punti di forza che costituiscono un’altra fonte di ricchezza. Il nostro paese esiste grazie all’intreccio di reti, ad ogni livello: tecnico e umano. Le nostre reti di comunicazione variano da un livello buono a un livello eccellente. Le reti interregionali sono attive e dinamiche. Gli abitanti del nostro paese sono tutti iscritti a 4 o 5 associazioni, club e società di vario genere. Tutte le strutture, ad ogni livello, firmano accordi di collaborazione per le scuole, i servizi, i pompieri, l’approvvigionamento idrico e lo smaltimento dei rifiuti. Noi siamo i campioni delle reti e ciascuna di esse ha il proprio leader. Ci sono migliaia di leader in Svizzera.

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a forza dei nostri cliché, la concretezza dei legami professionali, amichevoli, familiari ci donano forza e apertura interiore. Vista dall’esterno, la Svizzera appare come un caos di strutture complicate che si intersecano, si mescolano, si contrappongono e si abbracciano a vicenda. Vista dall’interno, è uno spazio in cui le relazioni sono cortesi, consensuali e rispettose. Con un mondo in continuo cambiamento, tutti i nostri leader devono ora pensare al futuro in cui siamo proiettati. Se non vogliamo restare schiacciati dai grandi, è necessario affermarci in altri campi: la formazione, la ricerca e l’innovazione.

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Innovazione e visione per essere leader

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e PMI sono, nel nostro paese, delle forze innovative. Esistono pochi ostacoli all’innovazione, se non l’eccessiva cautela di banche e poteri pubblici che non svolgono appieno il loro ruolo nel finanziamento dei progetti di ricerca. E questo è un paradosso in un mercato con una forte capacità finanziaria e in cui l’innovazione commerciale è eccellente. La politica economica potrebbe correggere questo handicap: in tal modo le nostre imprese potrebbero migliorare e mostrarsi più concorrenziali a livello mondiale. Un altro svantaggio tipicamente elvetico è rappresentato dal rigore delle leggi o meglio dalla loro rigida applicazione. Ad esempio, potremmo mostrarci più flessibili nella gestione del territorio e facilitare tutte

le pratiche a livello burocratico indirizzando diversamente determinate energie dei nostri zelanti impiegati. I nostri politici dovrebbero riflettere sulla possibile abolizione di alcune norme e leggi per diminuire gli impegni burocratici che distruggono la ricchezza. Sebbene lo stato non debba giocare a fare la banca, una politica fiscale nuova potrebbe defiscalizzare gli investimenti concessi da privati alle PMI. L’esperienza di Alinghi ha dimostrato come, partendo da un amore, da una passione, un uomo d’affari può dare vita alla creazione di molte piccole imprese altamente competitive e favorire la ricerca. Ci sono più di 300 Ernesto Bertarelli in Svizzera. Apriamo loro le porte di nuovi modelli di finanziamento per modificare le imperfezioni del mercato di capitali. NN


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