Ticino7 - numero 20

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20 numero

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Corriere del Ticino

L’appuntamento del venerdì

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Giochi di ruolo. Ancora uno e poi smetto............................................................... Memoria. Scatole per cervelli ................................................................................... Voglio nascere senza paura! ............................................................................ L’automobile nell’epoca della riproducibilità sentimentale...................

laRegioneTicino

Giornale del Popolo

Tessiner Zeitung

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numero 20 9 maggio 2008

Agorà Giochi di ruolo. Ancora uno e poi smetto Arti Balla Bolle

Impressum Tiratura controllata 93’617 copie

Editore

Teleradio 7 SA Muzzano

Direttore editoriale Peter Keller

Capo progetto, art director, photo editor

Adriano Heitmann

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Media Memoria. Scatole per cervelli Società Negoziare

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Salute Voglio nascere senza paura!

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Reportage Un’arte dell’anima: fra Roberto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Tendenze L’automobile nell’epoca della riproducibilità sentimentale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Astri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Coredattore

Giancarlo Fornasier

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Vitae Patricia Perroud . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Redattore responsabile Fabio Martini

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Concetto editoriale IMMAGINA Sagl, Stabio

Amministrazione via San Gottardo 50 6900 Massagno tel. 091 922 38 00 fax 091 922 38 12

Direzione, redazione, composizione e stampa Società Editrice CdT SA via Industria CH - 6933 Muzzano tel. 091 960 31 31 fax 091 968 27 58 ticino7@cdt.ch www.ticino7.ch

Stampa

(carta patinata) Salvioni arti grafiche SA Bellinzona TBS, La Buona Stampa SA Pregassona

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Libero pensiero

Buongiorno, Leggo e seguo Ticino7 da molto, specie per la rubrica curata dal Sig. Selva con proposte/recensioni di libri. Nella prima uscita del rinnovato Ticino7 la vedo però assente. Spero non sia una scelta redazionale, quella di omettere un ultimo baluardo d’attenzione verso i libri/per i libri. Spero di poter leggere ancora gli scritti del Sig. Selva, soprattutto perché – e specie nelle recensioni estese – è palese che i volumi sono stati letti per intero e non “per mezzo” della sola quarta di copertina. Spero davvero di vedere la rubrica ripristinata. Grazie per l’attenzione. F. A.

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In copertina

Maternità Fotografia di Adriano Heitmann

Gentile Lettore, La ringrazio a nome della Redazione innanzitutto per il suo scritto e le osservazioni che ha sentito di voler esprimere a riguardo del nuovo Ticinosette. Come avrà notato il settimanale ri-nasce con la volontà di proporre un prodotto editoriale diverso dal precedente, più organizzato e rigoroso nelle rubriche, che aspirano a divenire un appuntamento fisso con il pubblico. Le stesse sono pensate come un contenitore a sé, nel quale sviluppare un argomento, ma al medesimo tempo suggerire al lettore alcuni spunti che la redazione

ritiene interessanti per l’approfondimento dei temi citati nello scritto: dalla musica a internet, dalle arti visive alla… lettura. Possiamo comprendere il suo disappunto nel non trovare nel primo numero recensioni estese di produzioni letterarie in lingua italiana, ma tengo a rassicurarla che questo non è il frutto di una sciagurata volontà di non promuovere il libro e la lettura. Le faccio notare come nella prima uscita i libri citati nelle varie rubriche fossero almeno sette. E dal numero 19, pubblicato lo scorso venerdì, come pure in quello che sta sfogliando, avrà notato la presenza di una recensione libraria… con un taglio del tutto personale. Un commento esteso scritto “da lettore” e non “da quarta di copertina”, aspetto che lei giustamente sottolineava nel suo scritto, e che nella lettura della recensione di Martini credo risulti palese. Spero le farà piacere sapere che questo si ripeterà in modo abbastanza regolare. Ma c’è di più… e immagino lo abbia già scoperto nella pagina dedicata ai giochi. È altresì vero che le proposte editoriali che dedicano spazio alle novità librarie in lingua italiana certo non mancano: dal settimanale Extra ai mensili italiani Rivista dei libri e Indice, agli inserti dei quotidiani ticinesi e italiani. Per non parlare di internet. Certo, un bel pomeriggio in libreria è tutt’altra cosa… Cordialmente, Giancarlo Fornasier


Ancora uno e poi smetto...

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ono le tre del mattino… domani ho un esame… dai, ancora un livello e poi smetto... Avete già sentito parlare di Massive Multiplayer Online Role Playing Game o MMORPG? Spiegare in modo succinto che cosa siano questi giochi virtuali allargati è meno semplice di quanto può sembrare, la stessa “madre delle reti” fornisce delucidazioni solo sommarie. Si potrebbe

dal quale sono completamente avvolti. Il concetto è simile a quello del chiacchierato Second Life, ma con una sostanziale differenza: i MMORPG devono essere acquistati e per poter giocare è necessario versare una quota periodica. Uno degli esempi più rappresentativi di questo fenomeno è World Of Warcraft o WOW , il gioco più seguito nella rete. I suoi oltre 10 milioni di giocatori (attivi e paganti) sono un esempio estremamente significativo, sia numericamente sia commercialmente. Non si può certo affermare che la vita nel XXI secolo sia cosa semplice, e le aspirazioni personali sono le prime a vacillare. Sin troppo facile sentirsi in trappola, stretti in una vita priva di prospettive esaltanti, ma almeno confortati dall’effimera gioia offerta dalla costante disponibilità di beni materiali. Nella speranza, un giorno, di svegliarsi I giochi di ruolo e le interfacce virtuali. sperduti in un altro luogo, Ovvero, quando si entra nel vortice della l’inizio di una nuova vita in un nuovo pianeta, un “mondipendenza tra i due mondi perdendo il do nuovo”… titolava Aldous contatto con la propria realtà Huxley settant’anni or sono. Questo pianeta esiste, è dendefinirlo un gioco di ruolo tro lo schermo. Non quello obsoleto della televisione ma per computer o console a quello del personal computer. Ed è un pianeta vincente dove cui possono partecipare, si- tutti possono trasformarsi in eroi… belli, forti e acclamati. In multaneamente e attraverso più, le opportunità di arricchirsi si nascondono dietro ogni internet, migliaia di perso- angolo dello schermo/realtà, dove scintillanti armature e ne. I partecipanti/giocatori graziose signorine sembrano attendere solo il nostro arrivo. I interagiscono fra loro inter- fraterni amici di tastiera sono tutti lì, puoi comunicare con pretando personaggi che si loro attraverso un microfonino e appaiono altrettanto belli e evolvono insieme al mondo ricchi. Unendosi è possibile compiere grandi imprese, degne fantastico che li circonda. E dei più coinvolgenti romanzi fantasy di Marion Zimmer

»

Agorà


Ma quali sono le prove dell’esistenza di queste patologie? Sono gli stessi giocatori a raccontarlo sul sito internet www.wowdetox.com (purtroppo solo in inglese). Recenti casi venuti alla luce – in particolare riferibili agli Stati Uniti e ai paesi asiatici, ma la stessa Svizzera e il nostro cantone non ne sono immuni – sono la dimostrazione di quanto subdolo e spiazzante possa essere il fenomeno, anche se al momento circoscrivibile a situazioni del tutto particolari. Casi estremi che hanno certamente dell’incredibile, inquietanti storie di isolamento sociale. Come nel caso dei bambini statunitensi morti di stenti, oppure altri trovati dalle autorità locali in grave stato di abbandono per l’incuria di genitori dediti “a tempo pieno” a WOW… Per non citare esempi di case distrutte dal fuoco per “disattenzioni da gioco”, oppure persone tal-

Agorà

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» di Ulrico Gonzato e Giancarlo Fornasier; ill. U. Gonzato

Bradley o Roger Zelazny. Sì, i MMORPG offrono tutto questo! E la piccola tassa da pagare è ben poca cosa se quello che si ricerve in cambio è la possibilità di vivere in un mondo vincente costruito sul sogno e la felicità... Malauguratamente ci ritroviamo sul palmo della mano la classica moneta, quella dalla doppia faccia. Il mondo che vive dietro al magico specchio del terminale ha le sue dannatissime regole. WOW è un universo parallelo che per sostenere milioni di giocatori deve essere suddiviso in regni, continenti e pianeti: è tanto vasto che le tue giornate le trascorri alla costante ricerca di nuovi oggetti, che vanno conquistati esplorando e combattendo. Più si gioca e più si accumulano punti: la più applicata legge dell’affiliazione commerciale. Siamo alle solite, insomma… Quando se ne hanno a sufficienza il proprio eroico “alter ego” evolve acquisendo abilità che gli permettono di salire a un livello superiore. Lo fai tu come lo fanno i tuoi amici, che in WOW diventano coloro che appartengono alla tua medievale gilda. Un meccanismo esemplare, il più classico dei cavalli di Troia, questa volta portatore di ossessione: si diviene etremamente competitivi, non giocando si teme di non usare nel migliore dei modi il proprio tempo, oltre a rischiare di perdere i propri “amici virtuali”. Ci si ritrova intrappolati in un meccanismo che sottrae tempo alle altre attività, quelle reali. Con risvolti a volte socialmente devastanti, che intaccano le sfere personali e dei bisogni fondamentali. Nulla di nuovo, visto che già attorno alla metà degli anni Novanta il dott. Ivan Goldberg coniò l’espressione Internet Addiction Disorder o IAD (l’Internet Dipendenza) per definire clinicamente una serie di sintomi patologici assimilabili, secondo l’autore, a quelli del gioco d’azzardo.

mente introiettatesi nel loro “nuovo io” da non riuscire a staccarsene, consumate dalla fatica di decine di ore di sonno perdute combattendo battaglie di pura fantasia… No, non preoccupatevi: l’allarmismo che pervade i nostri “strani giorni” – per dirla alla Battiato – non ha trasformato anche chi vi scrive in novelle Cassandre. Ma in questo caso sono, purtroppo, i freddi numeri a dipingerci il fenomeno. Secondo fonti del tutto ufficiose, tra il 15% al 40% degli utenti di WOW presenterebbero sintomi legati alla dipendenza preoccupantemente paragonabili ai vissuti dei tossicomani e degli alcolisti. Un numero considerevole e che non dovrebbe passare inosservato… Che sia il caso di osservare meglio chi ci sta vicino, mariti, figli, compagni, colleghi, amici… quale rapporto hanno con il loro gioco di ruolo preferito? Il Gaming addiction o Dipendenza da videogioco, può essere superata. E il primo passo è prendendone atto, calcolando quanto tempo della nostra giornata o serata vi dedichiamo. Oppure valutando come ci sentiamo quando non possiamo per forza di cose fare parte di quella “comunità”… Se la risposta a quest’ultima domanda non fosse positiva, forse, avete un problema… Concludiamo con una storiella che potrebbe essere stata partorita – ma non lo è – dalla mente dilatata di uno sceneggiatore di commedie sexy anni Settanta. Immaginate una donna che, stanca della dipendenza da WOW del marito, invita “un amico” con il quale copula allegramente alle spalle del coniuge giocatore incallito... e questo non se ne rende nemmeno conto tanto è preso dalla sua “altra vita”. Per la serie: quando la realtà supera, di gran lunga, la più misera immaginazione…


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Dalla prima alla ‘seconda’ vita

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a conquista di internet da parte degli spazi virtuali è storia assai recente ma intensa. Nei primi giochi di ruolo on line lo spazio virtuale veniva descritto attraverso una interfaccia esclusivamente testuale: era l’epoca primitiva dei Multi Use Dungeon (o MUD). L’esponenziale crescita vissuta dai microprocessori e dai computer “casalighi” nell’ultimo ventennio, l’abbattimento dei costi di produzione, la diffusione delle connessioni ad alta velocità e, non da ultimo, l’aumentata capacità di calcolo dei server, hanno permesso la diffusione di giochi come World of Warcraft. È altresì vero che la vera frontiera dei mondi virtuali è

Inizialmente noto come Linden World, intuizione originale del trentenne americano Philip Rosedale (classe 1969), Second Life diventa accessibile al pubblico di internet nel 2003. La Seconda Vita si propone gratuitamente – almeno per gli account di base – a partire dalla metà del 2006: e lì letteralmente esplode, con un’onda d’urto che oggi ha i numeri di un paio di confederazioni elvetiche. Le fonti più aggiornate indicano in oltre 12 milioni gli utenti registraLe nuove frontiere virtuali sembrano ti… cifra impressionate ma da avere trovato nella rete un numero sem- ridimensionare. Infatti, si riducono a “solo” 500 mipre maggiore di potenziali “conquistatori” la i frequentatori abituali, alla ricerca di una nuova identità nettamente sovrastati da chi vi entra e si registra ma da costruire ed espande- per una sola e unica volta. Pochi ma buoni, uno zoccolo re dagli stessi utenti. O me- di duri e puri che dovrebbe garantire a Second Life una crescita più debole ma qualitativamente migliore e più stabile. glio, dai loro Avatar, identità Una frontiera nella quale saranno le idee dei nuovi creativi auto-costruite più o meno a ridefinire il nostro modo di interfacciarci. Nell’attesa che liberamente, spesso seguendo altre decine di ulteriori mondi virtuali e fantasmagoriche stereotipi fumettistici vicini alla più “gonfia” Angelina Jo- realtà, già in cantiere, ci permettano “nuove vite”, molto lie e al più “biondo” Brad Pitt. più “eccitanti” della nostra. già andata molto oltre e con prospettive di sviluppo ancora tutte da immaginare. Ci riferiamo della chiaccheratissima Second Life, una terra di confine nella quale lo spazio non è un luogo da scoprire,

» di G. Fornasier; ill. U. Gonzato

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Le verdure piĂš croccanti che avete mai mangiato!


Balla Bolle

Futurismo

Giacomo Balla (1871-1958) è stato il veterano dei pittori futuristi della prima generazione. Con Boccioni, Carrà, Severini e Russolo co-firmò il manifesto di F. T. Marinetti che nel 1909 inaugurò ufficialmente la stagione futurista.

Internet

www.robertobolle. com www.robertobollefanclub.it Per testare con mano, anzi, con mouse, l’enorme popolarità di Roberto Bolle e per essere aggiornati sulle sue apparizioni consiglio di visitare i due seguenti siti, vera miniera di informazioni.

Giacomo Balla, Velo di vedova + paesaggio (1916), olio su tela

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con applausi da quarti d’ora buoni, “bravo” come tuoni, e gridolini da concerto pop. L’internauta che digiti il suo nome su Google troverà circa 146.000 link, sì, centoquarataseimila (centinaio più, centinaio meno) a lui dedicati. Nel sito personale e sugli innumerevoli blog le lettere di fan innamorate non si contano più, e la sua figura si è imposta come una nuova icona artistica. Il bello è che stiamo parlando non di una rockstar, di un attore o di un calciatore, ma di un ballerino classico, per di più serissimo e molto geloso della propria vita privata, una persona che il successo se lo è conquistato con l’impegno di una vita, il continuo lavoro su se stesso volto ad affinare un’innata

amare solamente con i mezzi offerti dal suo talento. Roberto Bolle, casalese, classe 1975, vera rivelazione della danza classica negli anni Novanta, ètoile del Balletto del Teatro alla Scala dal 2004, si è imposto al mondo intero danzando in occasioni di eccezionale potenza mediatica. Ve lo ricordate quando, in occasione della Giornata della Gioventù 2004, si esibì sul sagrato di piazza San Pietro davanti a Giovanni Paolo II? E che dire della sua performance in stile neo futurista durante l’apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, dedicata alla memoria del pittore Giacomo Balla? Non fu un caso se, dopo la trasmissione in mondovisione della sua piece, anche il mondo dell’arte sembrò ricordarsi nuovamente della figura del grande artista torinese, caduto nel corso dei decenni in una sorta di limbo colmo d’oblio. Dopo l’exploit olimpico, è stato tutto un fiorire di mostre, biografie e conferenze dedicate a Balla, una vera riscoperta culminata con la grande mostra di Palazzo Reale, evento del 2008 artiLa straordinaria fama di Roberto Bolle, étoi- stico milanese (dal 15 le del Balletto del Teatro alla Scala, diviene febbraio al 2 giugno). So di non esagerare l’occasione per la riscoperta di un artista nell’imputare gran italiano troppo in fretta dimenticato parte di questo fermento alla straore vertiginosa bravura. Negli dinaria performance di Roberto Bolle. anni dei reality show, delle In fondo non è una gran cosa raggiunveline e della virtualità, fa gere il successo, quel che è veramente veramente bene all’anima eccezionale è mantenerlo dopo averlo vedere come un tale artista meritato. Ma ora scappo, mi aspetta la sia stato capace di imporsi coda in via Filodrammatici. Questa sera al grande pubblico e a farsi balla Bolle!

» di Alessandro Tabacchi

Arti

prima di ogni rappresentazione al Teatro alla Scala vengono messi in vendita 140 biglietti al prezzo di dieci euro. Recuperare uno di quei fatidici 140 biglietti costituisce una delle principali attività del vero loggionista inside, rappresentante nobile di quel variegato popolo di amanti dell’arte che magari non possono permettersi di sacrificare un quinto dello stipendio per assistere a un’opera o a un balletto in platea. Non se ne vergognano affatto, e mentre il resto dell’umanità milanese è occupata a ingoiare carpaccio e rucola in pausa pranzo, stoicamente si mettono in fila in via Filodrammatici, in attesa della chiamata del simpatico e inflessibile signore (con immancabile cane) che gestisce questo servizio benemerito. Orbene, solamente chi vive questo mondo può capire cosa significhi l’apparire del nome di Roberto Bolle in cartellone. Le file triplicano, la conquista dell’ultimo biglietto disponibile diviene questione di vita o di morte. Il bel Roberto è l’unico artista che io abbia visto scatenare alla Scala un tifo calcistico,

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Pochi sanno che alcune ore


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Internet

www.rememberthemilk.com Un sito per i più smemorati: una vera agenda digitale.

sibilità interessanti. Esistono numerosi servizi, anche gratuiti, di pagine internet dove si possono caricare dei file in uno spazio “privato”. Possono restare lì a lungo, senza che dobbiamo preoccuparci di conservare correttamente il supporto su cui sono memorizzati. Ma dobbiamo anche fidarci di chi li gestisce. La rete offre anche altro. Alcuni siti si propongono come gestori di liste di cose da fare. È il caso di rememberthemilk.com, che vuol dire “ricordati-il-latte”. Gli impegni quotidiani vengono inseriti nella lista delle cose da fare e organizzati secondo la scadenza e priorità indicata dall’utente. Il sito li ricorda nel modo che preferiamo: per esempio attraverso un email, un sms oppure trasferendo il tutto sull’agenda del telefono cellulare. Ma si può anche andare oltre: internet ci offre motori di ricerca, siti che permettono di trovare altri indirizzi che, in pochi anni di esistenza, hanno raggiunto un’impressionante capacità di trattare enormi quantità di dati. La loro potenza Dove si colloca oggi la memoria, la nostra consente un’immediacapacità di ricordare? Forse, in parte, nelle tezza di utilizzo che periferiche della nostra mente, i dispositivi non ha paragoni. Si fa in fretta ad andare su elettronici di cui ci circondiamo. Ma qual è la un motore di ricerca, loro affidabilità e possiamo davvero fidarci? inserire due o tre keyword e scorrere dal tipo di registrazione, olrapidamente gli estratti elencati nella tre che dalla conservazione pagina dei risultati, dove spesso si trova (in automobile, per esempio, già l’informazione cercata. Così in fretta durano meno). Internet, la che non vale più la pena ricordarsi le grande rete, offre alcune poscose, tanto c’è la rete.

» di Marco Faré

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Oggi, un hard disk comune per computer portatile è piccolo quanto un orologio e può ospitare 40.000 volte i dati che poteva immagazzinare il suo antenato. L’ultima frontiera sono le memorie flash, quelle divenute familiari grazie alle chiavi Usb e che presto arriveranno a sostituire le memorie dei nostri computer (alcuni sono già in commercio). Sono più leggere, consumano meno e non si rompono. Virtualmente eterne. In realtà, non lo sono affatto. Resistono qualche anno, a seconda dei materiali. Del resto anche gli hard disk “muoiono”: le parti meccaniche che contengono si deteriorano e tendono a rompersi dopo qualche tempo. Le copie di sicurezza su CD o DVD non hanno una vita molto più lunga: il degrado chimico dopo qualche anno le compromette. Quanti? Dipende dalla qualità del supporto e

Johnny Mnemonic Diretto da Robert Longo e basato su un racconto di William Gibson, che ne è anche lo sceneggiatore, è la storia di un uomo utilizzato come hard disk vivente per il trasporto di software illegali.

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Media

ancora la memoria biologica? O forse ricordarsi le cose, i numeri di telefono, le vie e i codici di avviamento postale, i compleanni, i percorsi stradali ecc… sono processi complicati e inutili. La tecnologia digitale ci aiuta e noi, sollevati da questo fardello, possiamo rivolgere i nostri sforzi verso altre attività. Il computer, i cellulari, i palmari, i registratori a memoria fissa e gli altri aggeggi similari hanno indubbiamente esteso e sostituito la nostra capacità di memorizzazione, rendendola apparentemente superflua. È il caso del navigatore satellitare, la cui funzione di guida stradale può ridurre la nostra capacità di ricordare una strada, una volta percorsa. Oppure la rubrica del telefono cellulare, grazie alla quale non rammentiamo più il numero della nostra compagna o compagno. Poi il telefonino si guasta e a nulla servono le poche cabine telefoniche rimaste. Il computer, da quando esiste, è uno strumento che serve per conservare informazioni, oltre che per elaborarle. La scienza informatica ha prodotto numerosi supporti per l’archiviazione dei dati. Una volta si parlava di disco rigido, l’hard disk. Il primo venne prodotto nel 1956, ed era grande come un armadio.

Scatole per cervelli

Illustrazione di Céline Meisser

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Negoziare… 12

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Società

Nella maggior parte delle trattative, la collaborazione e il mantenimento della relazione assumono un’importanza centrale. Ciò consente di raggiungere accordi e soluzioni soddisfacenti per tutte le parti in gioco

Ogni volta che ci apprestiamo a raggiungere un obiettivo, sia esso l’acquisto di un’auto o la definizione dell’orario di rientro dei figli adolescenti il sabato sera, una cosa è certa: andremo incontro a degli ostacoli. In queste circostanze entra in gioco la nostra capacità di discutere per creare accordo, la nostra abilità nell’arte della negoziazione. Ma proviamo a entrare nel dettaglio: cos’è la negoziazione? Quali caratteristiche deve avere? Si tratta di un processo tra due o più persone/gruppi, in cui si tenta di stabilire cosa ognuna dovrebbe dare e ricevere. L’attività di negoziazione non riguarda solo i politici, i diplomatici o i manager ma tutti noi, quando, per esempio, dobbiamo ripartire i compiti casalinghi o quando avanziamo una richiesta al nostro datore di lavoro. Una trattativa ben riuscita è quella che instaura un rapporto vincitore-vincitore (in gergo win-win), in cui tutte le parti in gioco che hanno partecipato alla discussione ritengono di aver ottenuto una giusta soddisfazione. Come raggiungere allora un tale accordo e non cedere a logiche che generano conflitto, dovuto al fatto che una delle due controparti vince e l’altra perde, creando sentimenti di sfiducia o cattivo umore che

m u f l i , o r o t s a c l i Dove abita

Il castoro può prender casa solo nei fiumi naturali. Dove sta bene lui vivono anche la raganella e il martin pescatore e molte altre specie animali e vegetali. Pro Natura ha bisogno del tuo aiuto per ricreare corsi d’acqua naturali in Svizzera!


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R. e D. Hendon L’arte di negoziare in qualsiasi paese del mondo Franco Angeli, 1999 Il saggio insegna a riconoscere gli schemi e i pregiudizi che si insinuano nelle trattative. Con case studies e un questionario di “autoconsapevolezza culturale”.

F. Roger et al. L’arte del negoziato Corbaccio, 2005 Scritto da tre docenti di Harvard, esperti nell’arte della negoziazione, questo libro è ormai un classico negli Stati Uniti: uno strumento di studio nelle università e un manuale utile e prezioso per tutti i lettori.

Società

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Pro Natura; Sutter / W. Wisniewski; images.de / O. Baumeister; Michel Roggo

u me

gno? Come pensi di fare per…?), ci permette di capire e approfondire la posizione dell’altro, i suoi interessi. Se Anna e Luisa desiderano un’arancia e a disposizione ne hanno solo una, possono dividerla ottenendo pari soddisfazione. Ma se Anna e Luisa, invece di pensare solo al bene da spartirsi, esplorassero le intenzioni reciproche, scoprirebbero che forse una di loro vuole ottenere una spremuta mentre l’altra ha bisogno della buccia per la preparazione di una torta. Con queste informazioni, la negoziazione può portare a risultati di soddisfazione pari al 100% per entrambe le parti. Altro importante fattore è quello relativo al mantenimento della relazione. Il fornitore trae un chiaro vantaggio dal buon rapporto con il suo cliente ma anche per il cliente la relazione assume rilevanza, se desidera, ad esempio, assicurarsi una buona assistenza dopo l’acquisto. Si può, quindi, in taluni casi, rinunciare al miglior prezzo quando si ha la certezza di guadagnare qualità nel rapporto. Il risultato di una negoziazione ben riuscita può pertanto anche non essere immediatamente percepibile (prezzo un po’ più alto), ma rivelarsi nel futuro (buone e veloci forniture, qualità nell’assistenza).

» di Samantha Dresti

non ci permetterebbero di affrontare in maniera “matura” la trattativa? La risposta è semplice: creando collaborazione e un clima di alleanza anziché di scontro. Il segreto è quello di avviare situazioni aperte, contrassegnate da un clima di fiducia e di dialogo con l’altra parte. Si tratta di un aspetto importantissimo, in quanto consente di valutare il problema da risolvere da più punti di vista, evitando di chiudersi nei vicoli ciechi delle soluzioni in “bianco e nero”, senza sfumature. Parole come “assolutamente”, “mai”, “mi rifiuto” devono essere usate con cautela perché interrompono il dialogo, non lasciano intravedere altre possibilità di risoluzione, rendendo rigido anche il rapporto tra le parti. Il dialogo comporta anche l’ascolto “attivo” che, con l’uso di domande aperte (Che cosa ne pensi? Quando ne avrai biso-


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Frédérick Leboyer Canto e respirazione energetica Red Edizioni, 2004 Uno strumento multimediale per imparare la corretta respirazione in previsione del parto.

secondo il medico francese, un errore fondamentale. La paura di quegli attimi, il trauma fisico e la dolorosa separazione dalla madre, sono esperienze violentemente percepite dal bambino, che tenderà a conservarne il ricordo per tutto il resto della sua vita. Il rinvio di qualche minuto del taglio del cordone ombelicale, la deposizione del neonato fine di corsa di sotto, nella sul ventre della madre, l’immersione in un sala delle cullette, insieme bagnetto di acqua tiepida sono semplici agli altri bambini. Grande accorgimenti che contribuiscono a rendere efficienza, certamente, ma più dolce e naturale l’ingresso in questo da catena di montaggio. La mondo. Tutto ciò ha inoltre un risvolto mamma, praticamente, non importante sul piano della consapevolezza lo ha neanche visto. materna: la madre può in tal modo affronFrédérick Leboyer, classe 1918, tare gradualmente l’esperienza del distacco, ginecologo, ostetrico francela fine di quella profonda simbiosi che ha se e saggista, ha dedicato la segnato per molti mesi la sua quotidianità propria vita alla soluzione di individuo adulto. di queste problematiche e Il problema risiede nella visione “tecnica” all’elaborazione di un metodo e “produttiva” della medicina, aspetto cenper una nascita “senza paura”, trale per quanto concerne l’efficienza di un presupposto indispensabile sistema sanitario, che tende però a relegare per una vita “senza paura”. gli aspetti poetici e intuitivi della nascita Per il medico francese, il paralla sfera strettamente personale. Non a caso, to rappresenta il momento anche durante i corsi di preparazione al parpiù difficile e traumatico delto, si tende a privilegiare gli aspetti tecnici a la nostra esistenza e deve scapito di quelli psicologici ed emotivi. “La pertanto svolgersi in un’atgravidanza” ha dichiarato Leboyer in un’intervista, “è uno stato di Ginecologo, ostetrico e scrittore di fama in- grazia e la donna non ternazionale, Frédérick Leboyer sostiene da deve farsi distogliere dalle apprensioni e decenni il diritto a una nascita “dolce” la cui dalle paure dei maschi, metodica ha elaborato e descritto in numerosi dei medici. Loro, gli libri e interventi pubblici uomini, si esprimono attraverso il linmosfera accogliente e serena, guaggio della ragione, perché non posnella penombra e nel silensono entrare in questo fiume, ma solo zio, in modo da creare una stare sulle rive ad aspettare. (…) La paura continuità con l’esperienza della nascita e la paura della morte sono intrauterina. Considerare poi la medesima cosa, (…) se l’uomo nasce il neonato come un piccolo libero dalla paura può andare incontro “animale“ privo di coscienza è, alla morte senza paura”.

» di Fabio Martini

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Voglio nascere senza paura!

Salute

Sono il maggiore di tre fratelli, nati nel periodo a cavallo fra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta. Mio padre, con suo rimpianto, non ha mai assistito alla nascita dei suoi figli. A quel tempo i futuri padri, riuniti al bar di fronte all’ospedale, tenevano a bada la tensione con il classico “cicchetto”. Quaranta anni dopo, la situazione è cambiata: non solo ho avuto modo di assistere alla nascita di mio figlio, ma sono stato coinvolto direttamente, sostenendo mia moglie dalle spalle e incoraggiandola durante il parto, che ho vissuto come uno dei momenti più belli della mia vita. Ma, nonostante la professionalità dello staff medico e paramedico, le precauzioni, le attenzioni messe in atto e l’indubbia felicità dei due neogenitori, il tutto ha avuto un tono abbastanza cruento. Intendiamoci, si trattava di una struttura ospedaliera di tutto rispetto, dotata anche della sala per il parto in acqua. Il trattamento di mio figlio, è stato quello classico: taglio del cordone, testa in giù, qualche pacchetta, lavaggio, vestizione e in-

Frédérick Leboyer L’Arte di Partorire Red Edizioni, 2008 Un libro per riscoprire il senso più intimo e profondo del generare e per vivere il parto con maggiore serenità e consapevolezza.

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fotografia: A. Heitmann Frédérick Leboyer

Libri


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» testo di Fabio Martini; foto, Adriano Heitmann

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risveglio, lo raccontai a mia sorella, che era stata in Australia dove nostro padre si era trasferito per un certo periodo: “Sembra un cielo australiano”, commentò. E così, nel 2000, ho lasciato tutto e sono partita per Brisbane. Ho potuto approfondire il mio inglese, trascorrere del tempo con mio papà e conoscere persone provenienti da ogni angolo del mondo… una bella esperienza, che mi ha permesso di ragionare a fondo su me stessa, su ciò che volevo dalla mia vita. Il ritorno è stato duro… la facilità con cui si conoscono le persone in Australia non appartiene proprio alla realtà svizzera. Dopo un periodo di lavoro Nata in una famiglia proveniente dalla per due case profumiere e Svizzera francese, si è affermata nell’ar- l’impiego presso un centro di Bellinzona specializzato nel co di pochi anni nel campo del benessere dimagrimento, ho deciso di e dell’estetica. Un esempio di coraggio e avviare la mia attività. La cosa iniziativa imprenditoriale è avvenuta in concomitanza alla perdita di mia madre: la altri aspetti della professione, morte di un genitore è un’esperienza dolospesso su indicazione della rosa che in qualche modo ti obbliga a tirare stessa proprietaria del centro, un bilancio della tua vita. Devo aggiungere la signora Sutter, a cui devo che sono del Toro, affronto le difficoltà a molto per la fiducia e l’incotesta alta: non ci sono problemi ma solo raggiamento che mi ha risersoluzioni, questo è il mio motto. L’idea che vato. Ho seguito anche un mi frullava nella testa era quella di abbinare corso di un anno come trucle tecniche di dimagrimento ed estetiche catrice artistica a Milano… il al benessere, insomma, volevo mettere a trucco è sempre stata una mia frutto le precedenti esperienze, trovare un passione. In questo ambito è punto di congiunzione. Professionalmente importante rispettare l’anima mi sentivo pronta…. certo i dubbi e le ine il carattere della persona, certezze non mancavano. Prima di pensare un discorso che salta comai finanziamenti e agli aspetti pratici, ho pletamente quando si lavora cercato di focalizzare con grande attenzione per la moda: le modelle, in i miei obiettivi e le mie idee, dal tipo questo senso, rappresentano di ambiente che desideravo offrire alla una sorta di campo neutro sul clientela, alla frase-tema della settimana. quale si interviene a seconda Anche il nome scelto, “Cuore del benesdelle richieste degli stilisti. A sere” (www.cuoredelbenessere.ch), è dal me, per esempio, piace molto mio punto di vista molto significativo: truccare le spose: all’inizio rispecchia l’idea di una professionalità era un po’ stressante anche in cui entrano anche i sentimenti e la perché spesso sono agitate ma mia personalità e credo che questo sia poi, con il tempo, ho imparapercepito dalla clientela. “Benessere” to a gestire le situazioni. è un termine che trovo più centrale e Poi è avvenuta una svolta importante rispetto a “estetica” o a “dinetta. Una notte sognai un magrimento”, è un concetto ampio che cielo fantastico, un cielo coriguarda la persona nel suo complesso. me non ne avevo mai visti, Oggi l’attività del centro è ben avviata, un orizzonte ampio e sulposso contare su due brave collaboratrilo sfondo un temporale che ci e abbiamo una clientela affezionata. incombeva… Ero distesa su Perché prendersi cura del corpo non è un un prato e osservavo questo fatto superfluo: siamo un’unità e non la straordinario spettacolo. Al combinazione di elementi separati.

Patricia Perroud

Vitae

he dire… la mia giornata inizia come quella di tante altre persone, con la sveglia che suona e ti butta giù dal letto. Devo ammettere però che da quando ho aperto l’attività, il risveglio è più piacevole. Con le mie collaboratrici iniziamo a lavorare alle nove e chiudiamo nel tardo pomeriggio, a seconda degli impegni e degli appuntamenti. Per quanto riguarda Cadenazzo, è un piccolo paese e non offre particolari attrattive, ma la gente è cordiale e fra noi commercianti ci sono ottimi rapporti. D’altra parte il lavoro assorbe molto, soprattutto in primavera, quando la richiesta di trattamenti estetici cresce, e questo ha naturalmente modificato il mio stile di vita. Spesso interrompo la giornata con una passeggiata in compagnia del mio cagnolino Sushi… è un modo per riprendere fiato e raccogliere le idee. La sera, più che andare in discoteca, preferisco trascorrerla insieme agli amici, è anche una questione di energie... in questo senso la pratica dello yoga, è fondamentale perché mi concede momenti di concentrazione e relax indispensabili. Com’è nata la passione per questo lavoro? Direi molto presto… fin da bambina raccoglievo petali di rosa per fare maschere, truccavo le mie amiche, una questione di indole, probabilmente. Fra l’altro la mamma di una delle mie migliori amiche era estetista e casa sua era per me un luogo speciale: ci truccavamo, ci facevamo le fotografie, ci tingevamo le unghie. Poi, crescendo, è sopraggiunto l’interesse per gli aspetti più tecnici, soprattutto la conoscenza dei principi attivi e delle sostanze presenti nei prodotti. Ho avuto la fortuna di essere selezionata fra un ventina di ragazze per un posto in un prestigioso centro estetico di Lugano e ho così potuto iniziare la mia formazione scolastica. Tre anni intensi, durante i quali ho seguito per mio conto corsi sul trucco, sul linfodrenaggio e

»

C


P

ittore e creatore di vetrate impegnato sul piano della riflessione critica e della ricerca simbolica ed espressiva, fra Roberto è una delle figure di spicco del panorama artistico svizzero ed europeo. Le due serie di oli dedicate ai temi del Cardinale e del Martire ne sono diretta e viva testimonianza

Fra L'arte dell'anima

Roberto



I manovrieri, olio su tela (1976) Martiri, pastello preparatorio

Reportage

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Luce 1

“Negli ultimi anni ho abbandonato il lavoro sulla figura per affrontare il tema della luce. È una fase nuova. Ma anche all’interno dei quadri recenti, in cui uso colori più chiari e un impianto diverso, più vicino se vogliamo a certe esperienze dell’informale, ritrovo questi nuclei di forza, la drammaticità della mia pittura”. Fra Roberto parla dei suoi ultimi lavori con pacatezza, anche se la voce tradisce l’entusiasmo dell’artista che riesce a stupirsi di fronte ai propri quadri, alcuni dei quali visibili all’interno del convento di Biroggio, in cui risiede e lavora dal 1966. Il “sacro” rappresenta certamente un elemento fondante e ben radicato nell’arte di fra Roberto ma affrontare la sua vasta opera riferendoci a questo solo ambito, soprattutto se inteso in relazione a una committenza di natura “istituzionale”, può davvero portare fuori strada. Se, infatti, nelle grandi vetrate e nei dipinti murali realizzati per numerosi edifici si riconosce un approccio di-

retto alla tradizione cristiana e ai suoi capisaldi teologici e spirituali, è nella pittura, nei disegni e negli oli, che si manifesta in modo robusto la presenza di una simbologia personale frutto di una profonda riflessione critica sul piano formale e contenutistico.

Uomo

Esempio paradigmatico è in tal senso rappresentato dalle due serie parallele degli quadri dedicati ai Cardinali e ai Martiri, figure fortemente simbolizzate che “… sono il frutto di un momento unitario dato che nascono dalla personale meditazione sulla natura e sulla missione della Chiesa seguita al Concilio Vaticano II. Eravamo in molti ad avvertire che era indispensabile riportare il clero verso una dimensione di maggiore umanità e rinuncia alle seduzioni del mondo”. Queste due serie di quadri partono tutte da un nucleo figurativo: la figura umana (“… il dise-



Reportage

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Sic transit gloria mundi, olio su tela (2008) Censura, olio su tela (1977)

gno, prima di tutto… è la base per poter fare dell’arte”). Un punto di partenza, un’occasione. Che conduce alla dissoluzione: i Cardinali impigliati nello sfondo scuro, emergono come figure turbinose e dolenti. Visi dubbiosi, devastati, sorpresi di essere colti nell’assillo del loro conflitto morale. Se da un lato questa perdita di sostanza suggerisce una critica alla Chiesa più tradizionalista, dall’altro rappresenta una penetrazione feroce nella natura umana, al di

là dei ruoli e delle funzioni. In essa si manifesta l’ammissione incontestabile del conflitto fra saggezza e autenticità da un lato, e mondanità e cedevolezza morale dall’altro. Nessuno è escluso. L’uomo è dunque al centro della pittura di fra Roberto, ne è il motore, nella sua interezza di grandiosità e miseria. Ecco allora che le figure umane si alterano profondamente: il senso del terribile e dell’orrore colto nella disgregazione dei corpi e dei volti.


Reportage

46 Luce 2

Il rapporto fra formale e in- produrre il martire, a annien- celeste, essa giunge a schiarire formale viene risolto in modo tarlo interiormente ed este- anche i più nascosti e apparsincero e raffinato nell’opera riormente, è una faccenda che tati abissi dell’anima. Ecco del frate: il disegno resta come abbiamo sotto gli occhi… tutti ritornare il tema della vetrata elemento strutturale interno i giorni”, commenta mentre come superficie sopita, in grama la forma fisica si disartico- osserviamo uno dei quadri. do di assumere forma e vita la, si confonde a suggerire la Nel gioco luministico, nella grazie alla luminosità naturale natura conflittuale delle ani- tensione impressa ai soggetti del sole. me e delle psicologie dei per- l’arte di fra Roberto ha un sonaggi. Anche la separazione tratto di bellezza e forza tutta fra primo piano e sfondo cade: barocca. Si avverte l’influenza “La faccenda è piuttosto quelle porpore, i larghi cappelli si del Caravaggio, di El Greco la del potere, del suo esercizio dissolvono nell’ambiente fino ma anche di Goya, pittori as- al di là di ogni contiguità a formare brume e orizzonti. sai poco inclini al compromes- con il mondo reale… Sono Dominano i colori primari. Il so espressivo e simbolico. Del un pittore, osservo il mondo gioco luministico trova il suo resto la sua è una pittura in cui dalla mia posizione di artista incipit nei volti e nei corpi. Da forma e significato trovano un e frate cappuccino. Non oflì… la luce, prima raggrumata, punto di accordo elevato, un fro soluzioni. C’è una frase definisce gli spazi, i volumi. “senso” che certo è critica, ma che mi piace molto anche Sono corpi colti nello spasmo, soprattutto è pietas, capacità se ora non ricordo chi l’ha nella torsione del dolore fisi- di accettare l’uomo in sé. A pronunciata: l’opera d’arte co e morale: “… è il potere a salvarci è la luce. Benedizione deve stimolare la coscienza e

Potere

non pretendere di risolvere il problema”. In un panorama artistico sbriciolato e sempre più minimalizzato è davvero difficile orientarsi. Tende a dominare il “concetto”, la trovata originale, la tendenza, con opere senz’altro piacevoli a vedersi ma troppo spesso inclini a trasformarsi in gradevoli oggetti di arredamento per case d’autore. Qui siamo su altri versanti. Questi quadri non possono essere collocati ovunque. Rifiutano la genericità. Chiedono spazio e silenzio. È l’uomo l’oggetto d’indagine e il fine ultimo dell’impegno creativo di fra Roberto. Senza censure, senza timori.


Fra Roberto Pasotti - cenni biografici ne il centro della sua attività sia dal punto di vista della gestione della struttura sia riguardo alla produzione artistica che comprende dipinti murali, vetrate, oli e disegni. Artista fecondo ed estremamente attivo, ha partecipato a mostre collettive a Lugano, Basilea, Ulmiz (Berna), Zurigo, Locarno. Alla prima mostra personale Tracce del volto che si è svolta a Biasca nel 2001 presso la Casa Cavalier Pellanda, sono seguite le personali La Realtà che sfugge presso la Galleria “La Casa” di Vaglio, nel 2006, e nello stesso anno la mostra Sakrale Kunst von Dürer über Rubens zu Fra Roberto (L’arte sacra da Dürer a Rubens a fra Roberto) presso la Fondazione Frey-Naepflin a Stans. Attualmente ricopre il ruolo di presidente della Commissione Diocesana di Arte Sacra su nomina del vescovo di Lugano, Pier Giacomo Grampa.

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» di F. Martini; foto, A. Heitmann; riproduzioni, A. Flammer

Nato a Bellinzona nel 1933, fra Roberto Pasotti entra nell’Ordine dei Capuccini nel 1954, anno in cui avvia la propria attività in campo artistico. Una duplice “chiamata” che segna la sua intera esistenza di frate e di artista. La formazione artistica la compie grazie alla frequentazione delle botteghe degli artisti Felice Filippini e Filippo Boldini a Lugano, Hans Stocker a Basilea. Allora era infatti vietato ai frati iscriversi alle Accademie d’arte. Nel corso di questi anni approfondisce la tecnica delle vetrate di cui è uno dei massimi esperti in Europa e che diverrà una delle sue principali attività, a partire dalla prima realizzata nel 1961 per il Convento di Wil, nel canton San Gallo. Dopo un periodo di dodici anni trascorso presso il Convento di Faido si trasferisce nel 1966 presso il Convento di Bigorio che divie-


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NELL’EPOCA DELLA RIPRODUCIBILITÀ SENTIMENTALE

Da pochi mesi le nostre strade sono state riconquistate da una piccola auto con una

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» di Giancarlo Fornasier

Tendenze

grande tradizione: la Fiat Cinquecento. Coniglio estratto dal cappello di Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, la piccola tre porte ha sancito il definitivo rilancio del marchio italiano. Le prenotazioni dei clienti superano di gran lunga le aspettative dell’azienda torinese, senza considerare l’enorme attesa attorno alle due versioni sportive firmate Abarth – previste a luglio – della piccola torinese, da 135 e 150 cavalli. Ma la nuova Cinquecento ha in particolare confermato come resuscitare nomi e marchi di un passato automobilistico tecnologicamente molto lontano spesso funzioni. E anche egregiamente. In particolare quando il modello “riciclato” diventa una maccina del tempo, capace di farci rivivere – illudendoci – i tempi della spensierata giovinezza, della prima indipendenza economica… della libertà. L’automobile continua a rappresentare un incredibile veicolo per sdoganare sogni di fuga e autonomia. E ci sbaglieremmo se pensassimo si tratti di un fenomeno prettamente maschile. È sufficiente osservare quello che avviene sulle nostre strade. Un crescente numero di donne guida macchine dallo spiccato accento sportivo, piccole compatte con molti cavalli o muscolose berline tanto sognate da chi, con i primi soldi (o leasing) vede realizzato il sogno dei vent’anni. Le case automobilistiche se ne sono accorte da tempo: donne economicamente indipendenti, giovani o adulte, estremamente emancipate, che sanno scegliere le proprie auto, che hanno gusto e sono attente ai particolari e alla sicurezza. In una società dove passare inosservati è poco premiante, i costruttori, di fronte a una clientela femminile e maschile sempre più attenta e smaliziata, hanno capito che la parola chiave doveva essere una: la personalizzazione. E così le automobili sono diventate oggetti aperti a infinte variabili, proposte direttamente dalle case automobilistiche: colori vivaci per interni ed esterni, pelli, stoffe, carbonio e alluminio per dare tocchi di sportività maggiori, assetti e cerchi enormi, appendici aerodinamiche da Gran Turismo e optional tecnologici per qualsiasi evenienza… come l’immancabile navigatore satellitare. Un oggetto insostituibile: come orientarsi altrimenti nelle nostre labirintiche aree metropolitane tappezzate di disorientanti indicazioni stradali? Ma il bello della giovinezza non era proprio quello di sapersi perdere? Chissà se qualcuno ha ancora voglia di farlo… Un interrogativo che veniva sollevato anche in una recente campagna pubblicitaria di un noto marchio tedesco. Ma la libertà, si sa, non ha prezzo. I surrogati invece…


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Tendenze

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Presentata nel corso del 2006 per celebrare il cinquantesimo dalla memorabile vittoria di Moss, la “722 Edition” affianca tuttora la già notevole SLR, da poco disponibile anche in versione cabrio. Rispetto alla versione di base, la 722 ha un propulsore rinvigorito di altri 24 cavalli ed è realizzato artigianalmente nell’officina AMG di Affalterbach (Germania). L’accelerazione dell’auto è tale che, partendo da fermi, in soli 6,6 secondi si toccano i 200 km/h. La velocità massima (337 km/h) e la tenuta di strada sono naturalmente state aumentate rispetto alla sorella SLR. Sono state ulteriormente migliorate le già sofisticate sospensioni, con una configurazione dell’assetto più rigida, ribassato di 10 mm e accompagnato da cerchi in lega da 19 pollici. I freni a disco hanno nella “722 Edition” un diametro di 390 mm… la frenata è naturalmente eccellente. Questa edizione speciale si distingue anche per alcuni dettagli estetici. Come lo spoiler frontale accompagnato da un airsplitter che, con il diffusore posteriore, ottimizza l’aerodinamica e la tenuta di strada alle alte velocità. In questo senso le esperienze “in pista” della casa tedesca si sono fatte sentire. I sedili sportivi avvolgenti e rivestiti in pelle offrono un sostegno degno delle prestazioni; i comandi del cambio integrati nel volante, come gli inserti in carbonio nero, conferiscono un ulteriore tocco di sportività agli interni. Pensate che l’unico neo sia il suo costo…? Purtroppo dovrete anche fare i conti con una produzione limitata a 150 esemplari numerati. E ai ricchi collezionisti che le danno la caccia.

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Michele Brambilla Sempre meglio che lavorare Il mestiere del giornalista Edizioni Piemme, 2008

Abbiamo letto per voi Il giornalista… da ragazzo lo immaginavo come un cane sciolto. Imprevedile negli spostamenti e felino nella capacità di intrufolarsi fisicamente e psicologicamente nelle miserevoli vicende umane dell’uomo comune. Ma anche in grado di raccontare le sue più grandi conquiste. Se fosse una figurina adesiva di una ipotetica grande squadra di calcio starebbe lì, su, in alto… un numero 10, un attaccante pronto a tutto pur di “buttare” dentro la notizia, la “botta” giusta. Altrimenti sarebbe un mediano… ma quella è un’altra storia. Se fosse un cane, lo immaginavo con le fattezze di un longilineo Pointer, un cane da caccia, fedele servitore del suo padrone: gli si dice cosa cercare e lui lo cerca… doves-

se sfinirsi e ammazzarsi dalla fatica. Ma diavolo! Un fagiano o una lepre saprebbe come riportarla al suo caporedattore responsabile. E il premio già sa che in qualche modo arriverebbe. Fosse solo una dolce carezza, quella paterna di chi ti ha dato l’opportunità di fare l’unica cosa che sei in rado di fare… cacciare. Per gioco, perché nussuno te lo ha mai insegnato, perché l’hai dentro e non te lo sai spiegare. Da ragazzo immaginavo il giornalista vestito di un impermeabile chiaro, un cappello in testa e gli ultimi bagliori rossastri di una sigaretta pronta a morirti tra le labbra da un momento all’altro. Pensate a un detective uscito da un romanzo di Hammet o Chandler. Pensate agli anni Quaranta e a una desolata notturna strada di

Los Angeles lavata da una pioggia che ti ha ridotto ad uno straccio. Osservi quella finestra illuminata al secondo piano, mentre sogni un bicchiere di “roba” giusta e una ragazza che ti scaldi. Oggi lì, domani chissà… come un inviato speciale pronto a qualsiasi spostamento. Vi ricordate di Jack Nicholson in “Professione: reporter” di Michelangelo Antonioni? Così lo immaginavo… anche pronto a scappare e cambiare identità, solamente per provare, solamente per poter raccontare ad altri che cosa si prova. Beh, scordatevi la mia visione cinematografica. A cancellarla, ci ha pensato Michele Brambilla, classe 1958, che giornalista lo è per davvero…

Una vittoria pulita. 00

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Anche quest’anno Total è stato nominato il detersivo più affidabile in Svizzera. Un risultato ottenuto in seguito ad un sondaggio rappresentativo condotto da Reader’s Digest. Per la seconda volta consecutiva. Ringraziamo di cuore la nostra clientela!

» di Giancarlo Fornasier

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Ventata di energia positiva per i nati nella prima decade. Luna e Marte si congiungono nella vostra quinta casa solare. Potrebbe anche essere il momento favorevole per il concepimento di un figlio.

Possibile evoluzione di un progetto professionale o di studio per i nati nella seconda decade a causa del passaggio di Mercurio nella loro undicesima casa solare. Positive le giornate dell’11 e 12 maggio.

toro

scorpione

Venere transita nel vostro segno donandovi fascino e charme. I nati nella seconda decade potranno vivere momenti di grande intensità sentimentale. Particolarmente positive le giornate del 13 e del 14 maggio.

Improvviso calo energetico per i nati in ottobre. Marte sta iniziando un passaggio angolare che potrebbe favorire un’eccessiva canalizzazione di energie nel raggiungimento di un importante obiettivo.

gemelli

sagittario

Limitate il vostro impulso a reagire in modo esagerato. Il transito di Marte e Mercurio nel vostro segno vi permetterà di portare a termine un importante progetto a cui lavorate da tempo.

Possibili problemi di comunicazione nella coppia per i nati nella prima decade di dicembre. Ascoltate le ragioni del vostro partner evitando di giungere a conclusioni affrettate. Buone condizioni psicofisiche per i nati in novembre.

capricorno

Qualche difficoltà di comunicazione nel rapporto con i partner per i nati nella prima decade a causa del passaggio di Plutone. I nati in luglio godranno invece del transito di Venere che favorirà gli incontri e le relazioni a carattere sentimentale.

Vivete un momento cruciale per quanto concerne la sfera sentimentale. Potrebbe trattarsi anche di una svolta epocale. Sarete ricchi di fascino e di sensualità. Avanzamenti professionali per i nati in gennaio.

leone

acquario

L’ingresso di Marte nel segno infonderà energia ai nati in luglio. Non siate dispersivi e concentratevi sui vostri obiettivi. Evitate le imprudenze, soprattutto nelle giornate dell’11 e del 12 maggio.

Momento iniziatico per i nati nella terza decade sottoposti al triplice transito di Nettuno, Nodo e Chirone. Possibili flirt favoriti dal passaggio di Mercurio nella vostra quinta casa solare.

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Mercurio e Saturno possono favorire momenti di stress intellettuale per in nati in agosto. Non chiedete troppo alle vostre capacità intellettive e imparate a fermarvi quando è necessario. Sviluppi in campo sentimentale per i nati in settembre.

Problemi di comunicazione familiare per i nati nella seconda decade: il vostro desiderio di indipendenza potrebbe disturbare il rapporto con fratelli e sorelle. Incontri sentimentali favoriti dal transito di Venere.

Elemento: Terra - Fisso Pianeta governante: Venere Relazioni con il corpo: gola, bocca, tiroide Metallo: rame Parole chiave: solidità, stabilità, tenacia e possessività Il pianeta Venere, quale governatore del segno, simboleggia il bisogno di intimità in riferimento soprattutto alla sfera sentimentale ma anche il desiderio di sentirsi apprezzati e stimati sia in ambito familiare sia sul lavoro. Nel segno del Toro l’affettività è trasmessa in maniera tangibile e fidata, i sentimenti sono stabili e profondi. Ma il suo tallone di Achille risiede proprio nella gelosia, sentimento complesso, che tende talvolta a mutare in marcata possessività. Di solito i rapporti iniziano sulla base di una forte attrazione fisica, istantanea e fulminante. Generalmente, l’uomo Toro vive in modo favorevole la dimensione familiare e domestica ed è disponibile ad accettarne le responsabilità. Ama la donna che appare ai suoi occhi bella, purché ella dimostri altrettanto attaccamento e desiderio (guai se le cose vanno diversamente). In ambito professionale, le persone di questo segno si distinguono per la loro tenacia e la loro affidabilità, qualità che non disdegnano essere riconosciute dagli altri. A qualsiasi attività si dedichino, tendono a svolgerla secondo il principio del massimo rendimento e del minimo sforzo. Sono peraltro in sintonia con il mondo delle forme e i risultati delle loro espressioni creative si manifestano tangibilmente. Il gusto per il benessere e gli aspetti piacevoli della vita - presentano un particolare attaccamento alla casa e agli oggetti -, li predispongono a curare l’arte del vivere e a godere delle gioie quotidiane, piaceri della tavola inclusi.

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cancro

Il sole transita nel segno del Toro dal 21 aprile al 21 maggio

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» a cura di Elisabetta

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Il sole alza la testa tra le spalle della notte

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Âť Illustrazione di Adriano Crivelli


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Giochi

1. Fu la prima moglie di re Enrico VIII d’Inghilterra • 2. Arto pennuto • 3. Terremoto • 4. Il capitano della disfida di Barletta • 5. Vocali in bricconi • 6. È bene averle chiare • 7. Corridoi ospedalieri • 8. Arrabbiate • 9. I confini di Osogna • 15. Thomas, noto attore • 16. Guitti • 18. Inspirare • 19. I confini di Sonvico • 23. Commuoversi • 25. Art. maschile • 27. Soldati specializzati • 29. Il letto del fiume • 30. Lo spinto del sarto • 34. Città dello Yemen • 40. Gioca il derby con il Milan • 42. Nome russo d’uomo • 44. Fu il primo eresiarca • 47. Mezza tara • 49. Comunità Europea.

Verticali

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1. Vi si producono latticini • 10. Fiato, respiro • 11. Nome di donna • 12. Vi sono anche quelli delicati • 13. Epoca • 14. I confini di Mogno • 15. Mogi, tristi • 17. Inariditi, rinsecchiti • 20. Si a Londra (Y=I) • 21. Prep. semplice • 22. Le Lipari • 24. Un genere pittorico • 26. Italia e Norvegia • 27. In mezzo al mare • 28. Caimani • 31. Le iniz. del sommo Vate • 32. L’indimenticato Calindri del teatro • 33. Solcare il terreno • 35. No detto a Zurigo • 36. Stilate, composte • 37. Pagina centrale • 38. Sta per “sangue” • 39. Birillo centrale • 41. Il nome di Paoli • 43. Delfino di fiume • 45. Pari in borgo • 46. Dà il via • 48. Giuntura della mano • 50. Per nulla faceti • 51. Superficie • 52. L’astro più lucente.

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Indovina... dove siamo? “Gerra. Piccola costruzione fra i grossi macigni che costellano la Val Calneggia”

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Le soluzioni verranno pubblicate sul numero 22

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I vincitori del “Concorso Migani” del n. 16:

Iametti Cinzia, Ponto Valentino; Manetti Giovanna, Bironico; Nobile Anna, Lugano; Ortelli Francesco, Corteglia; Pelloni Lucas Nicolas, Ponte Capriasca

Epigoni A quale romanzo appartiene il seguente finale? La soluzione nel n. 22. Al vincitore andrà in premio “Il sapore del racconto” di A. Morgantini e S. Luban, SalvioniEdizioni, 2008. Fatevi aiutare dal particolare del volto dell’autore e inviate la soluzione entro giovedì 15 maggio a: ticino7@cdt.ch. “Uscì in un'esclamazione, arrossì fino a diventar paonazzo, quasi mi slogò la mano nella sua stretta, e subito dopo, rimasto io solo nella cabina, lo udii salire le scale del boccaporto con cautela, gradino per gradino, nel timor panico di risvegliare improvvisamente l'ira del nostro comune nemico, ch'era suo destino di dover consapevolmente portare nel petto fedele”.

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Non avrei mai pensato che mio marito mi lasciasse per una donna piĂš matura.

La vita, a volte, non segue i nostri piani. Pensate alla previdenza con la numero uno. Chi pensa in tempo alla previdenza e investe con Swiss Life, è pronto ad affrontare gli imprevisti del futuro. Le soluzioni d’investimento e previdenza elaborate dai nostri esperti tengono conto della vostra etĂ , delle vostre esigenze e del vostro profilo di rischio. Rivolgetevi alla numero uno sul mercato. Tel. 0848 841 000. www.swisslife.ch


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