Reto Albertalli Classe 1979, dopo aver frequentato la CSIA di Lugano ed essersi diplomato presso la Scuola di fotografia di Vevey, è diventato fotografo professionista. Oggi vive e lavora tra il nativo Ticino e Ginevra, città dove ha co-fodato e dirige l’agenzia fotografica Phovea. phovea.com
a sinistra veduta aerea del Pantanal in apertura un giaguaro si abbevera
Luoghi senza compromessi, in cui la natura, le sue leggi e tutta la bellezza e la violenza che li contraddistingue, possono infettarci profondamente, mutarci in altro. Ed è ciò che a noi occidentali è capitato quando abbiamo percorso quelle acque e quelle foreste, il più delle volte alla ricerca di ricchezze più sognate che reali: la sopraffazione fisica e morale, l’affiorare degli istinti più ancestrali e bestiali (“Il profumo dei tropici e la freschezza degli esseri sono viziati da una fermentazione il cui tanfo sospetto mortifica i nostri desideri e ci condanna a cogliere ricordi già quasi corrotti”, Claude Lévi-Strauss, Tristi tropici).
La legge del male È in tale cornice che si inscrive la storia di Lope de Aguirre, conquistador e condottiero feroce, che nel 1560 intraprese una spedizione con trecento uomini nelle regioni centrali del Brasile contrassegnata da stragi e violenze inaudite e conclusasi l’anno successivo con la sua cattura e la sua cruenta esecuzione. Uno degli uomini che parteciparono all’impresa, Francisco Vàzquez, tenne un diario dal quale abbiamo tratto alcuni passi. All’incontro con la natura amazzonica e con gli indigeni, fa da contrappunto il crescente abbrutimento