IMQ Notizie n. 92

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IMQ NOTIZIE n.92_ settembre 2010

* Antonio Visentin è ingegnere presso il Polo Tecnologico per l'Energia di Trento

ZZA VIAGGIO NEL MONDO DEI V.E.R. UN QUADRO CHIARIFICATORE DELLO STATO DELL’ARTE FOCALIZZATO SUGLI INTERVENTI DI NEUTRALIZZAZIONE DELLE EMISSIONI DI CO2 ANTONIO VISENTIN*

Ok, a questo punto il messaggio alle aziende, ma anche ai singoli cittadini, dovrebbe essere arrivato: il pianeta si sta surriscaldando e la riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera diventa indispensabile, per non rischiare di compromettere definitivamente l’ecosistema mondiale. Il Protocollo di Kyoto, attraverso i governi nazionali dei Paesi industrializzati, ha obbligato i “grandi emettitori” a ridurre le proprie emissioni entro limiti prestabiliti nel Piano Nazionale delle Allocazioni (PNA), pena sanzioni salatissime. Ma finora gli effetti di tali azioni “obbligate” si sono rivelate insufficienti per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato di riduzione dei gas serra. Ciò ha portato, vuoi per sensibilità ambientale, vuoi per intuito, buona fede o calcolo utilitaristico, alla cosiddetta green economy, un modello aziendale che, seguendo il principio della sostenibilità, si basa su iniziative imprenditoriali volontarie atte a ridurre le emissioni, pur garantendo logiche di business, visto che nessuno ancora ha deciso di lavorare in cambio di niente. Un modello che ha portato anche alla nascita di una sorta di moneta di scambio, i V.E.R. (Verified Emission Reduction), titoli che certificano l’emissione evitata di 1.000 kg di CO2, mediante interventi diretti (per esempio di efficienza energetica, uso fonti rinnovabili, riforestazione, ecc.). Una moneta non ancora regolamentata, almeno in Italia, dal punto di vista legislativo e che non ha ancora una borsa di scambio ufficiale. Il che comporta il rischio, per chi volesse neutralizzare le proprie emissioni, magari facendo shopping di V.E.R., di imbattersi in società poco competenti che, per cosi dire, “vendono fumo”, ad esempio promuovendo progetti fantasma di riforestazione di zone sperdute in chissà quale parte del mondo, difficilmente verificabili. Inoltre il vuoto normativo ha permesso a diverse aziende di sfruttare il green washing, appropriandosi ingiustamente di virtù ambientaliste per crearsi un'immagine positiva delle proprie attività o prodotti ed allonta-

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