IMQ Notizie n. 92

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PRIMO PIANO: LA BLUE ECONOMY

globo, il Consiglio direttivo della Zeri commissionò un inventario sulle innovazioni ispirate ai sistemi naturali. Sebbene inizialmente si trattasse di una semplice raccolta di letteratura scientifica accessibile pubblicamente e curata da colleghi, si è rapidamente evoluto, passando da un’affascinante e romantica ricerca di genialità in ogni specie, che arricchisce enormemente la biodiversità, a un’indagine per elaborare un modello economico che potesse spingere gli imprenditori a indirizzare l’umanità in generale, la loro produzione e i loro consumi in particolare verso un percorso sostenibile e fattibile. […] Riflettei su quali innovazioni avrebbero potuto integrarsi in un sistema che potesse funzionare in maniera analoga agli ecosistemi, raggruppando le innovazioni elaborate da vari attori, avvalendomi in maniera più efficiente di tutte le forze infallibili esistenti descritte dalle leggi della fisica, prive di eccezioni. Come imprenditore che abbraccia l’innovazione, ho sottoposto una rosa di 340 tecnologie a un gruppo di strateghi aziendali, esperti finanzieri, giornalisti investigativi e politici […] Ciò ha contribuito ad affinare la logica che soggiace alla selezione finale delle 100 innovazioni più interessanti catalogate nell’Appendice uno. Poi è arrivata la recessione. Alla fine del 2008 quando l’Onu annunciò che i tracolli dei mercati finanziari

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avevano causato ai paesi in via di sviluppo la perdita di oltre 50 milioni di posti di lavoro, emerse un senso di realismo. Non riuscivo a trovare alcuna soddisfazione nel coniugare una fotografia accattivante con una spiegazione scientifica. Dovevo comunicare qualcosa di più rispetto all’ingegnosità ispirata di ogni specie esaminata. Un nuovo gruppo eseguì una rivalutazione completa di tutte le informazioni a nostra disposizione esaminando le dinamiche del crollo dell’attuale modello economico alla luce delle innovazioni che avevamo catalogato […] Vidi emergere un chiaro modello che poteva spalancare agli imprenditori di tutto il mondo, una finestra ricca di opportunità di cambiamento del paradigma economico dominante. Non si trattava di clonazione o manipolazione genetica, protette da brevetti che assomigliano più a bio-pirateria che a reali innovazioni. Si trattava di una logica dilagante e della sensibilità degli ecosistemi. La rosa delle 100 migliori innovazioni si era ispirata all’abilità degli ecosistemi di evolversi a livelli di efficienza sempre più elevati, a generare un ciclo di energia e nutrienti a cascata, a non sprecare alcuna cosa, a utilizzare le abilità di tutti i collaboratori e di soddisfare i bisogni primari di tutti. Le intuizioni logiche ricavate dallo studio di interi sistemi sono diventate

la struttura portante di questo libro, permettendomi di creare l’ossatura di The Blue Economy e di rendermi conto che l’attuale dissesto economico è solo apparentemente un male. Può darsi che finalmente si porrà termine al consumismo irrealistico che ha indebitato l’economia a livelli insormontabili. Esortare i consumatori a spendere di più è uno stereotipo della cieca logica che blandisce i cittadini a “comprarsi” una via d’uscita dalla crisi indebitando così e per sempre anche tutti noi, come pure le generazioni future, oltre la nostra capacità di ripagare il debito. A livello globale, questo approccio incosciente prosciuga l’intera liquidità immettendola in una “banconomia” di elite, negando crediti a chiunque altro. Tali azioni stanno alla base di un modello economico fallimentare, un modello di Red Economy che prende a prestito – da natura, umanità, e dai beni comuni di tutti – senza preoccuparsi di come ripagare il debito se non consegnandolo al futuro […] Per contro, un modello di Green Economy ha richiesto alle imprese di investire di più e ai consumatori di spendere di più, per ottenere la stessa cosa o anche meno preservando, nel frattempo, l’ambiente. Sebbene ciò fosse già arduo durante il periodo d’oro della crescita economica, si tratta di una soluzione con ben poche speranze in un periodo di


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