Musica Instrumentalis Mediaevalis

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Enrico Baldassarre

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strumentale fu probabilmente usata per un diverso tipo di danza teatrale identificata da Joseph Bedier col nome di balerie.14 Alcuni esempi sono citati con il proprio titolo nel poema Le Tournoi de Chauvency, datato al 1285. Ne “Le Tour de Chapelet”, uno dei componenti è un menestrello con la viella. Nella “Danse robardoise” la musica è offerta direttamente da uno strumentista. Robert Mullally considera possibile il fatto che la ductia strumentale fungesse d’accompagnamento a coreografie di questo tipo.15 Gli unici esempi musicali sopravvissuti, più o meno ascrivibili alla descrizione della forma strumentale della ductia offerta da Grocheo, sono contenuti nel manoscritto Paris, Bibliothèque Nationale, f. fr. 844, fogli 5r, 103v-104v, conosciuto come “Chansonnier du Roi” in notazione franconiana, datato prima del 1325. Il suddetto manoscritto16, oltre alle forme musicali di Estampies Royales, presenta tre composizioni che corrispondono precisamente alla descrizione di ductia del Grocheo: due di esse sono titolate come Danse e Dansse Real e un’altra senza titolo è denominata Premier Fragment da Pierre Aubry.17 Danse è costituita dalla seguente macrostruttura: Ax Ay

Bx By

Cx Cy

Le lettere maiuscole indicano la successione di tre sezioni melodiche, puncta, che caratterizzano la danse. Tali sezioni melodiche sono ripetute due volte, la prima volta terminano con l’ouvert, la seconda con il clos. Le due sezioni melodiche finali sono le medesime per tutte e tre le ripetizioni delle sezioni melodiche. Ouvert e clos costituiscono rispettivamente la cadenza mediana e cadenza finale del brano. Nell’ouvert il disegno melodico si articola intorno al si bemolle e procede per gradi congiunti fuorchè nel secondo inciso in cui si ha un intervallo di terza minore (sol-sib);18 nel clos il disegno melodico insiste sul sol, nota finale della frase melodica.

14 J. BEDIER, Le plus anciennes danses francaises, Revue des deux mondes, XXXI (1906), 398-424. 15 R. MULLALLY 1998, art. cit., p. 16. 16 J. BECK, Le Manuscipt du Roi, Fonds Francais No 844 de la Bibliothèque Nationale, Philadelphia 1938, ristampa New York 1970. 17 P. AUBRY, Estampies et Danses Royales, les plus anciens textes de musique instrumentale au moyen age, Paris 1907, pp. 12 e ss. 18 Per rendere più scorrevole l’analisi degli intervalli melodici, non viene sempre specificato nel testo se essi sono discendenti o ascendenti, tuttavia ciò è facilmente desumibile dal confronto con le testimonianze musicali.


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