Musica Instrumentalis Mediaevalis

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MUSICA INSTRUMENTALIS MEDIAEVALIS

forma strumentale della “ductia”. L’espressione “cum decente percussione mensuratus” utilizzata da Grocheo, solleverebbe la questione su che tipo di mensura si debba intendere in tale contesto. Il nostro in seguito ne chiarisce il significato, affermando esplicitamente che “ictus eam mensurant et motum facientis”, i battiti misurano la ductia cioè la danza (eam) ed anche il movimento di chi la compie. I battiti dunque “et eius motum mensurant in ductiis et choreis” misurano anche i movimenti nella ductia e nelle choree, cioè nelle danze in generale. Il fatto che Grocheo ponga gli ictus come caratteristica peculiare sia della ductia sia delle choree, chiarisce come tale caratteristica è fuor di dubbio ascrivibile altresì alla ductia vocale. Ci si domanda quale tipo di danza fosse accompagnata dalla ductia.11 Grocheo nel suo trattato non chiarisce esplicitamente questo aspetto. Riguardo alla ductia vocale, sembra che egli la consideri solamente come musica per danza. La forma di ductia vocale (probabilmente qualche tipologia di virelai, come riferisce Mullaly)12 potrebbe essere associata all’unica danza sociale nota durante il XIII e XIV secolo in Francia, la carola o la tresca, variante della carola.13 Si sa però che la carola, quando era eseguita nella società nobile dell’epoca, era accompagnata dal canto dei danzatori stessi, senza l’uso di strumenti musicali. Ciò fa pensare che la ductia strumentale fungeva d’accompagnamento ad un’altra tipologia di danza. La musica 11 Tra gli studi più significativi sulla stantipes, ductia ed estampie si veda: H. J. MOSER, Stantipes und Ductia, ZMw II (1929), pp. 194-206; J. HANDSCHIN, Uber Estampie und Sequenz I, ZMw XII (1929), pp. 1-20; Estampie, MGG III. Moser e Handschin sostengono che l’estampie non era una danza. Studi invece in cui si sostiene che l’estampie fu una danza sono: L. HIBBERD, Estampie and Stantipes, Speculum XIX (1944), pp. 222249; H. WAGENAAR-NOLTHENIUS, Estampie/Stantipes/Stampita, L’Ars Nova italiana del Trecento II, (Certaldo 1970), pp. 399-409; P. W. CUMMINGS, How well do Medieval Treatises Describe Extant Estampies?, Neophilologus, LXIII (1979), pp. 330-337; idem, Le problème de la musique et de la poésie dans l’estampie, Romania CIII (Paris 1982), pp. 259-277; K. VELLENKOOP, Die Estampie: ihre Besetzung und Funktion, Basler Jahrbuch fur historische Musikpraxis (1984), VIII (1985), pp. 51-65; D. BILLY, les empreintes métriques de la musique dans l’estampie lyrique, Romania CVIII (1987), pp. 207-229; M. SAPONOV, Ductia und cantus insertus bei Johannes de Grocheio, trans. Ernst Kuhn, Beitrage zur Musikwissenschaft XXXII (1990), pp. 296-299; infine C. SCHIMA, Die Estampie: Untersuchungen anhand der uberlieferen Denkmaler und zeitgenossischen Erwahnungen, Amsterdam 1995, dubita se l’estampie fu realmente una danza. 12 R. MULLALLY 1998, art. cit., p. 16. 13 Vd. Carol in The New Grove III, 802-804. Vd. anche L. GREENE, The Early English Carols, Oxford 1935; J. STEVENS, Medieval Carols, Musica Brittanica IV (seconda edizione 1958); P. DRONKE, The Medieval Lyric, London 1968; R. MULLALLY, The Carole: A study of Medieval dance, Aldershot 2011.


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